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ISTITUTO COMPRENSIVO DI SOLIERA
SCUOLA DELL’INFANZIA “BIXIO”
Anno scolastico 2013 – 2014
INSEGNANTI: ANNA CERULLO – MARIA ROCCAFORTI
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La Scuola dell’Infanzia è un luogo ricco di esperienze, scoperte, rapporti, che
segnano profondamente la vita di tutti coloro che ogni giorno vi sono coinvolti.
Entrando in una Scuola dell’Infanzia, già da una prima occhiata, si percepisce
subito la peculiarità di un ambiente pensato per i bambini, progettato per offrire
loro relazioni e contesti significativi.
Per il bambino la scuola deve essere un luogo che accoglie e protegge, che
garantisce attenzioni e risposte ai suoi molteplici bisogni :
essere amato e accettato senza condizioni;
essere rispettato nei propri sentimenti e modi di essere;
venir ascoltato e avere dai “grandi” del tempo per stare insieme con
continuità e stabilità in modo da sviluppare fiducia e senso di sicurezza;
avere vicino adulti responsabili, capaci di decidere, di incoraggiare
l’autonomia e offrire al tempo stesso le regole necessarie a misurarsi con la
realtà: adulti che aiutino a crescere, che siano modelli di riferimento.
Il testo ministeriale “INDICAZIONI PER IL CURRICOLO” per la Scuola
d’Infanzia, affermata l’importanza della fascia d’età che va dai tre ai sei anni in
quanto “ciclo fondante lo sviluppo della personalità infantile” conferisce, ancora
una volta a questo ordine di scuola, oltre al valore istituzionale, la funzione di
“primo gradino della scuola di base”…con proprie finalità e competenze, ma
sempre ponendo al centro dell’opera educativa il bambino, col proprio vissuto
sociale, relazionale, affettivo, con le sue innegabili caratteristiche di individuo
attivo, un bambino riconosciuto dunque, non solo come “attore” o “ interprete”,
ma anche come “artefice” della propria progressiva evoluzione e maturità.
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Noi insegnanti crediamo che la Scuola debba essere, quindi:
UN LUOGO PER INCONTRARSI… con gli altri bambini, anche di differenti
età e provenienza e stabilire con loro legami di amicizia, di collaborazione, di
confronto ecc…
Ma anche con noi insegnanti e costruire tutti insieme situazioni di
dialogo, dove si esprimono pareri, idee, ci si confronta.
UN LUOGO PER SCOPRIRE…nuove possibilità di azione, di rielaborazione,
un luogo curioso e interessante nel quale, noi insegnanti, ci proponiamo
intenzionalmente di “far accadere” molti eventi che attivino processi di
apprendimento, di esplorazione, di esperienze condivise ecc…
UN LUOGO PER COMUNICARE…attraverso attività individuali, di piccolo o
grande gruppo, realizzate con modalità diverse: giocare, manipolare,
costruire, assemblare, dialogare, discutere, drammatizzare, inventare,
cantare, disegnare. I bambini imparano così progressivamente a comprendere
i fatti e a rappresentare ciò che vivono, usando molteplici materiali o
linguaggi : da quelli più concreti (la gestualità, la mimica, il disegno, la musica,
il movimento…) fino alle lettere, ai numeri o ai simboli che ampliano
ulteriormente le capacità di espressione e comunicazione.
UN LUOGO PER RICONOSCERSI... e ritrovare i segni che testimoniano il
proprio passaggio o il processo di crescita che si sta svolgendo: gli elaborati
individuali e collettivi, i cartelloni, l’organizzazione degli spazi con le proprie
caratteristiche, le foto collocate in alcuni punti della sezione o della scuola.
Un luogo, insomma, dove insegnanti, bambini e genitori si ritrovano in un
principio di cooperazione educativa, fatto anche di regole “del vivere e del
convivere” che oggi più che nel passato, se ne sente la necessità, visto la
difficoltà, più o meno grande, che alcune famiglie hanno a svolgere il proprio
ruolo educativo.
Noi insegnanti crediamo fermamente che il progetto educativo, così
importante e vasto nelle sue proporzioni, non può definirsi completo se non
viene condiviso dalla famiglia e le “Indicazioni per il Curricolo” ce ne danno
atto :
…“Occorre che il patto tra la scuola e la famiglia diventi l’elemento portante
della cornice culturale appena delineata. Non c’è possibilità che la scuola realizzi
il proprio compito di educare istruendo senza la condivisione della famiglia.
Cercare di educare-istruendo in opposizione o nell’indifferenza della famiglia
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depotenzia il lavoro che si fa a scuola, genera demotivazione tra i bambini e
disagio tra gli insegnanti”.
La Scuola dell’Infanzia si pone la finalità di promuovere nel bambino lo
sviluppo dell’ …
Sviluppare significa vivere serenamente la propria corporeità,
stare bene e sentirsi sicuri in un ambiente sociale allargato.
Sviluppare significa avere fiducia in sé e negli altri,
esprimere adeguatamente sentimenti ed emozioni, assumere atteggiamenti
sempre più consapevoli e responsabili.
Sviluppare le significa imparare a riflettere sull’esperienza
attraverso l’esplorazione, l’osservazione e l’attitudine al confronto,
raccontare, descrivere attraverso una pluralità di linguaggi.
Infine vivere prime esperienze di cittadinanza porta a scoprire gli altri, i loro
bisogni e la necessità di gestire la vita quotidiana attraverso regole condivise e
al riconoscimento di diritti e doveri.
I NOSTRI TEMPI, I NOSTRI SPAZI
La scuola d’infanzia Bixio è costituita da tre sezioni: 3 anni, 4 anni, 5 anni.
Poiché riteniamo che l’ambiente in cui vengono i bambini ogni giorno sia
fondamentale per favorire la loro accoglienza e per suscitare interessi e stimoli
diversi, pensiamo sia importante programmare e organizzare ad inizio d’anno, un
contesto motivante e ricco di materiali strutturati.
E’ proprio in questa fascia d’età che i bambini hanno la necessità di trovare
nell’ambiente della scuola motivi di attività, esperienza, gioco, lavoro.
Poter avere a disposizione una vasta gamma di materiale ludico per le diverse
esigenze legate sia all’età che agli interessi personali, li aiuta nella vita di
relazione, nel rispetto delle regole comuni, nella possibilità di avere più occasioni di
gioco o di stimoli orientati alla creatività, al fare quotidiano ecc…
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Attraverso la strutturazione dei tempi si va incontro alle esigenze formative e
psicologiche di ogni singolo bambino, curando tutte le attività di routine, oltre che
a soddisfare i bisogni primari di tutti e ci consente di instaurare relazioni
significative adulto-bambino e bambino-bambino. E’ proprio dalla ripetitività che
nasce il ricordo, l’impressione della memoria, la previsione di quello che sta per
accadere e pertanto la sicurezza.
In questa organizzazione il bambino ritrova, giorno dopo giorno, le stesse modalità
di gestione del tempo e dello spazio, che diventano per lui riconoscibili e quindi
familiari.
L’INTERESSE
Pensiamo che sia un punto irrinunciabile l’individuazione di una motivazione forte
nei bambini alle attività proposte.
Crediamo inoltre che sia opportuno, in considerazione anche dell’età dei bambini
con i quali ci troviamo ad interagire, partire dall’osservazione di cose vicine, quanto
più familiari e concrete sia per rivalutare ciò che spesso viene dato per scontato e
del quale si sottovalutano attrattive e potenzialità, sia perché solo partendo da ciò
che ci appartiene o che conosciamo meglio possiamo spingerci verso apprendimenti
nuovi.
In quest’ottica le cose che andremo a programmare ed analizzare ci forniranno
punti di riferimento stabili dai quali muoversi verso conoscenze più vaste e al quale
ritornare arricchiti di nuove esperienze.
In questo modo le esperienze didattiche che si attiveranno costituiranno una
fonte di sicurezza da cui deriverà la voglia e la forza di affrontare ciò che non
conosciamo.
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La programmazione didattica delinea il percorso formativo della sezione e del
singolo bambino, al fine di assicurare esperienze di apprendimento utili per la sua
crescita.
La programmazione, così come noi insegnanti la concepiamo, deve essere flessibile
e non improntata su rigidi schemi, avendo sempre presenti i traguardi e gli
obiettivi.
La programmazione non può mai essere improvvisata o definitiva : ogni qual volta
che le rilevazioni compiute nei confronti dei bambini risultano non in sintonia con le
scelte fatte in precedenza, si dovrà porre mano ad una nuova messa a punto della
programmazione, il cui scopo consiste proprio nella continua ricostruzione dei
percorsi didattici in riferimento sempre ai loro tempi, ai loro ritmi, ed alle
metodologie e ai contenuti stessi del progetto.
Il nostro lavoro di insegnanti ci spinge dunque a ricercare non solo esperienze
nuove da proporre, ma anche a ricercare nuovi modi per proporre le esperienze,
stimolando chiavi di lettura personali, ipotesi, quesiti, soluzioni di problemi e
percorsi alternativi e modificabili.
La scommessa sulla riuscita di un progetto piuttosto complesso, punta, come
sempre, sul nostro ruolo chiave di “animatore e regista” per la formazione di un
clima ludico che animerà le molteplici esperienze sia didattiche che educative.
Siamo consapevoli delle difficoltà che caratterizzano il nostro operare con
bambini di tre anni, così eterogenei nei tempi e negli apprendimenti, ma
l’esperienza accumulata in tanti anni vissuti a stretto contatto con loro, ci aiuterà
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ad attivare con professionalità ed impegno un percorso articolato e trasversale a
tutti i Campi di Esperienza.
Non sono altro che degli ambiti di apprendimento entro i quali i bambini, di questa
età, sviluppano le proprie competenze in maniera globale e unitaria attraverso una
serie di esperienze, messe in atto dalle insegnanti, così che il bambino trova in
ogni “campo” il contesto per diventare via via più consapevole delle sue esperienze,
perché le ri-elabora, le ri-evoca, le ri-costruisce proprio grazie ai “mediatori”
(immagini, parole, strumenti, informazioni), messi a disposizione dal campo.
I CAMPI DI ESPERIENZA SONO 5 :
1. IL SE’ E L’ALTRO
Autonomia, stima di sé, vivere insieme e confrontare la propria realtà
con quella degli altri bambini o altre situazioni…
2. IL CORPO E IL MOVIMENTO Schema corporeo, autonomia nel movimento, motricità fine e globale,
cura della propria persona e dei propri oggetti, salute…
3. IMMAGINI, SUONI, COLORI” Parlare, descrivere, raccontare, dialogare con i grandi e i coetanei,
ascoltare, comprendere, disegnare, imitare, riprodurre suoni o rumori,
riconoscere i colori e accostarli a materiali diversi o all’ambiente…
4. I DISCORSI E LE PAROLE
Comunicare, esprimersi, capire l’importanza del linguaggio, imparare
parole nuove, culture e linguaggi diversi…
5. LA CONOSCENZA DEL MONDO
Fare, scoprire, modificare la realtà ragionando, servirsi dell’aiuto degli
altri per riuscire dove non si sa fare da soli…
Per ognuno di questi ambiti vi sono degli obiettivi (da parte delle insegnanti)
e dei traguardi da raggiungere (da parte dei bambini), sempre in
considerazione dei loro tempi di apprendimento.
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“Il progetto è lo strumento per passare da una scuola che trasmette
saperi ad una scuola che costruisce l’identità collettiva e condivisa,
perché agisce come sistema aperto e flessibile per capire il presente e
per orientare il futuro”
Concretizzare poi il progetto, nella Scuola d’Infanzia, è sicuramente un’operazione
non semplice, infatti è una realtà complessa perché, come afferma uno studioso
“si radica nel vissuto per fare assimilare il nuovo, stimola l’immaginazione…e
coinvolge una vasta gamma di atteggiamenti mentali ed emotivi sconosciuti alla
consueta prassi didattica”.
C’è chi ha definito il progetto “un sogno con delle scadenze”.
Colei che progetta,l’insegnante, da un lato si proietta in avanti: in qualche modo
vede già realizzati come in un “sogno” i cambiamenti auspicati; dall’altro lato, fissa
saldamente il “sogno” alla realtà, impegnandosi concretamente (ecco le “scadenze”)
a realizzare quanto ha immaginato.
Questo è proprio il percorso che facciamo noi insegnanti ogni qual volta mettiamo
mano a un progetto, ma non prima di aver osservato e valutato attentamente tutti
i bambini che abbiamo davanti, tenendo in considerazione l’età, la loro identità
personale, i loro tempi di attenzione, di apprendimento, di elaborazione mentale,
grafica ed espressiva, i loro interessi, le loro difficoltà.
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“Accoglienza” è una parola piena di significati e apre riflessioni che possono
essere la premessa a un modo di intendere la relazione educativa.
L’accoglienza non inizia e finisce in una fase dell’anno, né si può limitare ad alcuni
momenti della giornata: è piuttosto un modo di essere dell’adulto in relazione con il
bambino/a, è un metodo di lavoro che può improntare tutta l’organizzazione della
scuola. Essa è il risultato di un progetto educativo che richiede intenzionalità,
condivisione, collegialità.
L’ambiente scolastico in cui il bambino fa il suo ingresso, è una realtà complessa
fatta di spazi, tempi, persone, materiali, modi di comunicare, profumi, colori,
luci…che si manifesta con una propria identità, il clima che si respira rivela quanto
siano importanti per noi attenzione, cura, ascolto, relazioni.
Ed è proprio in questo contesto che noi insegnanti ci mettiamo in un atteggiamento
di ascolto, di essere capaci, quindi, di osservare e valorizzare, accompagnare e
sostenere il bambino in tutte le delicate fasi della crescita. Alla fine di questo
progetto il bambino/a deve:
Sentirsi accolto, quindi deve trovare nell’adulto e nell’ambiente una fonte di
sicurezza;
Saper comunicare e relazionare cioè accorgersi dell’altro, riconoscerlo ed
incontrarlo; sentirsi parte del gruppo riconoscendo ed accettando le
diversità;
Imparare ad assumere la responsabilità del proprio comportamento;
Contribuire alla realizzazione di progetti comuni;
Autorealizzarsi, rafforzando la fiducia nelle proprie capacità e accrescendo
la stima di sé.
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L’ingresso alla scuola dell’infanzia, per i bambini, è un evento che coinvolge le
sfere più profonde della loro emotività ed affettività, è un momento atteso e
temuto allo stesso tempo, carico di aspettative, ma anche di paure per il distacco
dalla famiglia e per il ritrovarsi in un contesto nuovo con persone sconosciute.
Anche per i genitori non è facile, né semplice, affrontare i primi giorni di scuola
dei propri figli (…anch’essi non sono immuni dalle forti emozioni che sono sottese a
questi momenti e dall’ansia da separazione).
Il periodo dell’inserimento, quindi, si pone come uno dei periodi più delicati
dell’anno scolastico e noi insegnanti siamo chiamate ad utilizzare ogni risorsa
personale: esperienza, pazienza, comprensione, empatia…mettendo in atto le più
idonee strategie organizzative e di funzionamento della Scuola per riuscire ad
affrontarlo nel migliore dei modi. E’ importante creare le condizioni ideali perché
le relazioni, l’ambiente e l’atmosfera possano infondere in tutti i soggetti coinvolti,
sicurezza, fiducia e serenità.
Accogliere a scuola bambini e genitori significa aiutare entrambi a superare la loro
separazione, a stabilire relazioni positive con adulti e coetanei, a muoversi nei vari
spazi con sicurezza, a vivere il tempo scuola come un’esperienza piacevole e
stimolante.
Tutto questo intreccio di relazioni, di spazi nuovi, di attività ludiche, manipolative
ecc…certamente non si limita ai primi mesi di scuola, ma richiede un’attenzione che
inizia sì, ma prosegue riconoscendo la centralità del bambino durante tutto il
percorso.
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Il momento di passaggio da una struttura all’altra è altamente delicato e
significativo per il bambino: egli deve adattarsi alla nuova realtà, in quanto non
conosce le insegnanti, gli altri bambini, l’ambiente, quello che deve o non deve fare.
E’ importante quindi garantire un certo grado di stabilità, un passaggio non
traumatico, senza salti macroscopici e anche se questo passaggio comporta
comunque momenti di crisi per alcuni, è necessario avere sempre presente
:
L’ascolto
Il dialogo
La scelta di strategie
La progettazione di percorsi
L’ascolto inteso come atteggiamento di completa disponibilità da parte di noi
insegnanti ad accettare i sentimenti e i bisogni del bambino, anche quelli che non
risultano immediatamente visibili, avviando una relazione di reciprocità e di
empatia.
Il dialogo tra tutti gli interlocutori coinvolti in questo processo di passaggio,
accoglienza e integrazione del bambino nella nuova realtà scolastica, coinvolgendo
quindi la famiglia, le diverse istituzioni scolastiche e gli educatori che ne fanno
parte.
La scelta di strategie adeguate all’idea chiave dell’accoglienza, come la “regia
educativa”, permette di mediare e facilitare le esperienze con gli altri e con la
realtà; l’incoraggiamento, come modalità di approccio, dà al bambino fiducia nelle
proprie possibilità, promuovendo l’autostima e la capacità di collaborare.
La progettazione di percorsi operativi deve essere attenta non solo ad esigenze
di adattamento del bambino all’ambiente scolastico, ma rispondere ai bisogni
profondi relativi a “vissuti” che la scuola attiva, a processi di distacco dalle figure
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parentali, a principi educativi che orientano la scuola dell’infanzia come l’idea di
bambino attivo e competente, capace di partecipare in prima persona alla
costruzione della propria crescita affettiva, sociale e cognitiva.
Insieme a loro, infatti, si va ad attivare un progetto iniziato per molti all’asilo Nido
…e che continua e si amplia qui a scuola attraverso la conduzione di specifiche
esperienze didattiche, che hanno come sfondo la storia …..
LE MODALITA’ DI INTERVENTO SONO
MOMENTO TECNICO Si prevedono incontri con le insegnanti dei due ordini di scuola per :
1. Verificare l’esperienza di passaggio adottata l’anno precedente e la sua
ricaduta positiva sui bambini…
2. Selezionare e scegliere insieme il libro più adatto in questa nuova fase di
passaggio…
3. Programmare modalità e uscita al Nido, da parte di un’insegnante della
Scuola d’Infanzia, per conoscere i futuri bambini…per presentare e
leggere loro il libro scelto in precedenza…
4. Colloqui con le insegnanti dell’asilo Nido, per uno scambio di informazioni
utili per la conoscenza individuale di ciascun bambino e verificare poi il
loro inserimento all’infanzia ecc…
MOMENTO OPERATIVO
Per favorire la continuità , si prevedono specifiche proposte di :
1. Attività didattiche da espletare, dopo la prima fase di inserimento, con tutti
i bambini provenienti dal Nido o da casa.
2. Attività ludiche utili per entrare in relazione con gli altri bambini e con gli
adulti di riferimento, per appropriarsi dello spazio scuola: sezione, salone,
laboratorio, giardino…ed anche per riconoscersi nel gruppo sezione.
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Dopo un’attenta riflessione, abbiamo ritenuto importante promuovere, per questo
anno scolastico, la storia di Elmer, l’elefantino diverso da tutti gli altri elefanti
perché è variopinto, è simpatico, scherzoso e porta gioia e allegria nel suo branco.
Ed è per questo che l’abbiamo scelto come “personaggio sfondo” che
caratterizzerà il percorso educativo e didattico dell’intero anno scolastico.
Le sue storie sono semplici, ma ricche di opportunità e stimoli per molteplici
proposte e significati da raccontare, capire, elaborare…ed imparare!
Abbiamo quindi pensato ad un progetto che, partendo dal vissuto quotidiano del
bambino, aprisse spazi di riflessione più ampi, privilegiando soprattutto :
la dimensione relazionale
la conoscenza e la padronanza dell’uso dei colori
la conoscenza e la padronanza del proprio corpo
la conoscenza degli ambienti entro i quali si svolgono le storie
la conoscenza della natura e dei suoi colori attraverso le stagioni
la conoscenza dei vari significati insiti nelle storie
Non tutti i bambini di 3 anni hanno una sufficiente conoscenza dei colori o sono in
grado di associare un colore all’oggetto corrispondente.
Certamente fare esperienze sull’argomento li faciliterà in tale
senso, lasciandoli anche liberi di sperimentare, di pasticciare… …di mettersi alla
prova…di consolidare-acquisire nuove competenze.
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I contenuti proposti sono:
Gli amici di Elmer
I miei amici
Elmer uguale agli altri elefanti
Elmer diverso dagli altri elefanti
Io e gli altri…
Uguali, ma diversi…
I colori di Elmer
I colori dell’autunno
I colori dell’inverno
I colori della primavera
I colori dell’estate La percezione del colore, si sa, non coinvolge solo la vista, ma anche la mente,
l’immaginazione e la sfera emotiva, sede di sentimenti positivi e negativi, secondo
le esperienze vissute.
I bambini sperimenteranno materiali, strumenti, linguaggi espressivi sul colore per
scoprire modalità personali e creative di uso di materiali diversi e linguaggi
differenti.
E sarà un argomento strettamente legato anche alle stagioni e ai suoi cambiamenti.
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Ci accompagneranno, in questo lungo e stimolante percorso, le storie di Elmer e
dell’Albero vanitoso… e poi tante altre che andremo via via a scoprire.
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Da un po’ di anni a questa parte, tra le varie proposte educative - didattiche
messe in atto durante l’anno, si è posta l’attenzione anche sullo “star bene in
salute” affrontando, con i bambini, argomenti come il cibo…l’alimentazione
corretta…comportamenti corretti da tenere a tavola…la conoscenza dei vari
alimenti, ecc…
Ci piacerebbe molto poter parlarne con i nostri bambini di 3 anni ed avere un
approccio positivo con il cibo iniziando dalla verdura e dalla frutta, che dal punto
di vista cromatico catturano subito la nostra attenzione. Attraverso semplici
esperienze ludiche mirate alla conoscenza e all’importanza di questi cibi…
…e con la preziosa collaborazione di un’esperta del C.E.A. (Centro Educazione
Ambiente) di Carpi, si parlerà… si racconteranno storie…si giocherà…si
manipolerà ed infine si assaggerà e si…imparerà ! ! !
Osservando i bambini a tavola, sempre più di frequente si riscontrano cattive
abitudini, rifiuti o reticenze ad assaggiare alcuni cibi. Vorremmo “ridurre” tali
comportamenti per lasciarsi andare ad assaggi fatti con il senso del gusto e non solo dell’olfatto o della vista.
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L’arco temporale che va dai 3 ai 5 anni è d’importanza fondamentale sul piano
educativo, infatti, è proprio in questo periodo che il bambino fonda le basi della
sua coscienza (schemi corporei e schemi motori) e interiorizza i fondamentali
riferimenti spaziali e spazio temporali.
Dalle indicazioni per il curricolo si legge: “I bambini acquisiscono consapevolezza
del proprio corpo attraverso una corrispondente consapevolezza del mondo e
viceversa: La prima organizzazione fisica del mondo esterno si sviluppa in stretta e
reciproca corrispondenza con i canali di percezione e motricità”.
Se l’organizzazione dello schema corporeo è cattiva o incompleta, il bambino avrà
difficoltà nel percepire esattamente ciò che lo circonda.
A scuola imparerà con maggior fatica a leggere, a scrivere e potrà avere
incertezze anche nell’apprendimento logico-matematico, sarà più lento, impacciato
e poco coordinato nei movimenti.
L’acquisizione tramite esperienze, di riferimenti spaziali e temporali, rende
possibile dapprima l’inquadramento ordinato e logico dell’ambiente circostante e
successivamente, dopo che i dati spazio-temporali sono stati simbolizzati,
diventeranno gli strumenti operativi del pensiero.
Il costo di tale progetto sarà a carico dei genitori i quali, avendone capito
l’importanza, collaborano economicamente alla realizzazione dello stesso.
Ci avvarremmo della preziosa collaborazione dell’insegnante Nicoletta Rinaldi,
laureata in scienze motorie e con un curriculum ricco di esperienze accumulate in
tanti anni di lavoro scolastico ed extrascolastico.
L’insegnante coinvolgerà i bambini in piacevoli attività come:
Giochi individuali e di gruppo…giochi simbolici o imitativi
Giochi per l’acquisizione dello schema corporeo
Giochi di equilibrio e di coordinazione
Giochi di regole
Attività ritmiche o espressive
Uso di attrezzi o materiali vari: foulard, tappetini, corde, cerchi,birilli…
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Performance motorio-musicali in occasione di: festa di Natale e di fine anno
scolastico
Uno dei doni più importanti che una relazione educativa efficace possa regalare in
un percorso di crescita è quello della consapevolezza di sé, degli altri e del mondo
che ci circonda: in ambito musicale tutto ciò si traduce nel prendere coscienza di
come la nostra vita sia scandita da suoni sia fuori che dentro di noi. Educare alla
musica e con la musica permette di sviluppare numerose competenze, partendo dal
fatto che la dimensione sonoro-musicale appartiene alla vita percettiva del
bambino, appartiene al suo corpo e all’ambiente in cui è inserito, unitamente alle
altre percezioni visive, tattili ecc…
L’obiettivo che noi ci proponiamo è proprio quello di sensibilizzare i bambini
all’interesse per il mondo dei suoni offrendo proposte che consentano loro di
conoscere la realtà sonora, di orientarvisi, di esprimersi con i suoni e di stabilire,
anche grazie ad essi, relazioni con gli altri.
Attraverso il gioco, l’interazione con l’insegnante di musica ed il rinvio costante
alla realtà i bambini potranno, ancora una volta, avvicinarsi alla musica
gradatamente e “sgranocchiandola” poco alla volta entreranno in contatto con una
realtà inesplorata.
Sviluppare la sensibilità musicale
Promuovere il benessere mentale e corporeo
Favorire la relazione, la socialità e la cooperazione
Conoscere il suono e il silenzio
Saper distinguere i suoni dai rumori
Sapersi esprimere attraverso il canto e la danza
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Sensibilizzare i bambini all’ascolto e al riconoscimento del ritmo
Imparare a discriminare i suoni e a classificarli: lontano-vicino, forte-piano,
lento-veloce…
Saper comunicare con il proprio corpo
Conoscere ed utilizzare semplici strumenti musicali: campanelli, maracas,
tamburo, tamburelli, piatti, nacchere, legnetti …
Apprendimento di canzoni, giochi, balli di ruolo …
Il progetto dovrebbe avviarsi verso gennaio-febbraio ed il costo verrà sostenuto
dai genitori.
“Una canzone non serve solo per divertire o commuovere la
gente.
Una canzone, in musica racconta quel che c’è dentro, quello
che più conta.
La musica è emozione, sentimento, che parte dal cuore e
finisce nel vento. Ma una canzone per venire fuori non vuole
solo note, parole, colori.
Vuole anche il coraggio di provare ad aprire la bocca per
cantare”.
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Il periodo natalizio è, forse, più di ogni altro, il momento in cui si possono
richiamare valori universali che vanno oltre lo spazio e il tempo.
I valori della pace, dell’amicizia, dello stare insieme, della comprensione e
dell’amore fanno parte di qualsiasi cultura e accomunano tutti i bambini.
Le nostre proposte didattiche si attivano, come sempre, in sezione, ma anche in
intersezione, affinchè i bambini possano percepire quello spirito di gruppo che
anima ogni esperienza, in un contesto gioioso e condiviso ed insieme contribuire ai
preparativi per trasformare la nostra scuola in un luogo molto speciale…aspettando
l’arrivo di Babbo Natale !
Come sempre la festa di Natale si svolgerà al mattino, a sezioni aperte: i bambini
di ogni sezione, con l’aiuto di Nicoletta, l’insegnante di gioco motricità,
prepareranno una piccola performance.
Tutte noi insegnanti pensiamo che questi momenti di festa debbano essere vissuti
dai bambini, in particolare di 3 anni, con serenità e gioia, senza ansie da
prestazione o condizionamento alcuno.
Il progetto si espleterà durante tutto il mese di dicembre per concludersi il giorno
della festa, mercoledì 18 dicembre.
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Attivare esperienze di cooperazione tra tutti gli operatori della scuola
Attivare momenti di collaborazione con i genitori delle 3 sezioni
Progettare ed espletare percorsi individuali, di piccolo e grande gruppo, di
intersezione per la realizzazione di addobbi, canti, performance…
Preparazione di un regalo “speciale” per la mamma e il papà…
Conversazioni…
Vivere l’amicizia insieme ai compagni…
Impegnarsi per realizzare una breve rappresentazione motorio-musicale
come dono agli amici delle altre sezioni
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Come tutti gli anni, la nostra programmazione didattica si attiva e prende forma
attraverso una miriade di esperienze e con l’utilizzo di molteplici materiali, utili a
sollecitare nei bambini una partecipazione attiva, piacevole e consapevole a
situazioni stimolo per l’acquisizione e il consolidamento della propria identità, della
propria autonomia e delle proprie competenze.
Da sempre documentiamo i percorsi didattici dei bambini perché è molto
importante dare significato al loro vissuto, individuare e comprendere i livelli di
apprendimento di ognuno e l’ampiezza delle competenze raggiunte, allo scopo di
farli sentire più “dentro” al proprio percorso formativo.
Le proposte espressive, costruttive, linguistiche…collegate al quotidiano e
all’esperienza di osservazione della realtà, ci consentono di promuovere e
verificare abilità, conoscenze, strategie del fare e del comunicare.
Osserviamo nei bambini, attraverso i loro discorsi e gli elaborati prodotti: come
partecipano e si coinvolgono nelle proposte;
se sono curiosi e interessati, capaci di osservare e analizzare i colori, i segni e le
forme delle cose, degli elementi, dei fenomeni;
se migliorano la percezione visiva, (la coordinazione visuomotoria nel tracciare,
contornare, disegnare, riprodurre segni e forme, di muoversi nello spazio-foglio…);
se stabiliscono associazioni e relazioni tra colori e forme, ragionando, esprimendo
idee e comunicando emozioni;
se si appropriano pian piano di tecniche e modalità: ritagliare, incollare, piegare…e
se usano autonomamente quanto appreso.
Documentare vuol dire anche promuovere, nei bambini e in noi insegnanti, una
riflessione-ricordo del proprio “fare”…ripercorrendo le proprie “tracce”…, con
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tutte le evoluzioni di tipo cognitivo…verbale…grafico…manipolativo…espressivo,
affettivo ecc… rivivendo nel tempo emozioni ed evocazioni legate ad un particolare
periodo “unico e irripetibile” della propria crescita.
Documentando si offre ai genitori la piacevole opportunità, non solo di avere a
casa un ”pezzetto di vita vissuta” del proprio figlio/a, ma di capire meglio la
metodologia di tutte le esperienze vissute, rileggendo elaborati… conversazioni
individuali o collettive, che hanno visto coinvolti i bambini, le insegnanti ed altre
figure di riferimento altrettanto importanti in questa grande aula decentrata che
è la scuola.
A noi insegnanti serve anche per capire lo sviluppo tra:
attraverso l’analisi di tutte le variabili in campo (ruolo dell’adulto, dei coetanei,
gestione dei tempi, dei ritmi, degli spazi, opportunità delle proposte, risposte dei
bambini, partecipazione e impegno dimostrato ecc…)
Documentare serve, inoltre, per valutare e quindi evidenziare eventuali
difficoltà ed individuare gli intermediari utili a recuperare gli svantaggi da esse
derivanti.
Documentare, infine, per verificare in itinere gli esiti del proprio lavoro (…di
insegnante), le risultanze concrete del proprio impegno professionale, emotivo,
cognitivo ed espressivo a 360°, in un processo educativo-didattico in continua
evoluzione…