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istruzione formazione lavoro Bari 11, 12 e 13 giugno 2018 Ada Maurizio ada maurizio 11 giugno 2018 Bari

Istruzione formazione lavoro - cdn4.fpfis.tech.ec.europa.eu · •DPR 263/2012 ASSETTO DIDATTICO Comma 2, articolo 1 Comma 1, lett.a), lett. b) e lett. c), Articolo 4 •LINEE GUIDA

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istruzione formazionelavoroBari 11, 12 e 13 giugno 2018

Ada Maurizio

ada maurizio 11 giugno 2018 Bari

IL SISTEMA SCOLASTICO

ada maurizio 11 giugno 2018 Bari

LA RIFORMA DELL’ISTRUZIONE DEGLI ADULTI

• DPR 263/2012

ASSETTO DIDATTICO

Comma 2, articolo 1

Comma 1, lett.a), lett. b) e lett. c),

Articolo 4

• LINEE GUIDA 12 marzo 2015

ASSETTO ORGANIZZATIVO

3.6 Percorsi di istruzione negli istituti

di prevenzione e pena

ada maurizio 11 giugno 2018 Bari

LINEE GUIDA 12 marzo 2015

I percorsi di istruzione degli adulti negli istituti di prevenzione e pena, in

ottemperanza a quanto previsto dall’articolo 27 della Costituzione, sono

finalizzati a rieducare il detenuto alla convivenza civile attraverso azioni

positive che lo aiutino nella ridefinizione del proprio progetto di vita e

nell’assunzione di responsabilità verso se stesso e la società, tenuto conto

che l’istruzione costituisce il presupposto per la promozione della crescita

culturale e civile del detenuto e la base necessaria alla sua formazione

professionale, tecnica e culturale

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LA REVISIONE DELL’IeFPdecreto legislativo n.61 del 13 aprile 2017

2. Le istituzioni scolastiche che offrono percorsi di istruzione professionale sono

scuole territoriali dell'innovazione, aperte e concepite come laboratoriali.

3. Il modello didattico e' improntato al principio della personalizzazione

educativa volta a consentire ad ogni studentessa e ad ogni studente di

rafforzare e innalzare le proprie competenze per l'apprendimento permanente

a partire dalle competenze chiave di cittadinanza, nonche' di orientare il

progetto di vita e di lavoro della studentessa e dello studente, anche per

migliori prospettive di occupabilita'. ri di ricerca, sperimentazione ed

innovazione didattica

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LA REVISIONE DELL’IeFPdecreto legislativo n.61 del 13 aprile 2017

4. Il sistema dell'istruzione professionale ha la finalità di formare la

studentessa e lo studente ad arti, mestieri e professioni strategici per

l'economia del Paese per un saper fare di qualità comunemente

denominato «Made in Italy», nonché' di garantire che le competenze

acquisite nei percorsi di istruzione professionale consentano una facile

transizione nel mondo del lavoro e delle professioni.

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LA REVISIONE DELL’IeFPdecreto legislativo n.61 del 13 aprile 2017

I nuovi percorsi, in linea con le indicazioni europee, concorrono alla formazione

del cittadino nella società della conoscenza e tendono a valorizzare,

essenzialmente, la persona nel suo ruolo lavorativo. Il diplomato dell'istruzione

professionale è, pertanto, una persona competente, consapevole delle

potenzialità e dei limiti degli strumenti tecnici di trasformazione della realtà,

attento ad un utilizzo sempre più ampio delle tecnologie, così da dialogare

con tutte le posizioni in gioco e sviluppare un contributo cooperativo alla

qualità del lavoro come fattore in grado di determinare il risultato

dell'intero processo produttivo e la crescita economica.

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LA REVISIONE DELL’IeFPdecreto legislativo n.61 del 13 aprile 2017

Il fattore «professionalità del lavoro» risiede, pertanto, nell'assumere responsabilità in

riferimento ad uno scopo definito e nella capacità di apprendere anche

dall'esperienza, ovvero di trovare soluzioni creative ai problemi sempre nuovi che si

pongono. Si tratta di una disposizione nuova, che supera la figura del «qualificato»

del passato, per delineare un lavoratore consapevole dei propri mezzi, imprenditivo,

che ama accettare le sfide con una disposizione alla cooperazione, che è in grado

di mobilitare competenze e risorse personali per risolvere i problemi posti entro il

contesto lavorativo di riferimento. Ciò, da un lato, comporta il superamento della

tradizionale dicotomia tra formazione professionalizzante ed educazione generale,

dall'altro, intende garantire il collegamento tra i sistemi formativi rispetto ai contesti

territoriali ed alle loro vocazioni culturali ed economiche

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IL PROTOCOLLO MIUR/MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

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Protocollo MIUR/Ministero della Giustizia23 maggio 2016

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PROGETTO NAZIONALEart. 28, comma 2, lettera c) del DM 663/16PROTOCOLLO MIUR/MG

Programma speciale per l’istruzione e la

formazione negli istituti penitenziari e nei

Servizi Minorili della Giustizia

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http://www.progettofare.it/

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DISTRIBUZIONE REGIONALE

5 4

9

32

19

5

16

7

18

5 3

1113

5

35

11

69

SEDI CARCERARIE CPIA

2017/18

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Le azioni saranno realizzate nell’ambito del progetto promosso dalla DGOSV e terranno conto prioritariamente dei “Prodotti” già realizzati nell’ambito di Paideia 1 e di Paideia 2

lett.a) ricognizione del “patto formativo

individuale“ adottato negli Istituti di

prevenzione e pena e definizione di Linee

guida contenenti criteri e modalità per la

definizione

lett.d) ricognizione del “libretto formativo

(o libretto personale)” adottato negli Istituti di

prevenzione e pena e definizione di Linee

guida contenenti criteri e modalità per la

definizione

lett.e) ricognizione dei percorsi di

istruzione degli adulti in raccordo con altre

tipologie di percorsi, con particolare

riguardo ai percorsi della formazione

professionale già realizzati e negli Istituti di

prevenzione e pena definizione di Linee

guida contenenti criteri e modalità per la

progettazione

lett.g) ricognizione delle attività di

fruizione a distanza(strumenti di flessibilità)

già realizzati e negli Istituti di prevenzione

e pena e definizione di Linee guida

contenenti criteri e modalità per la

progettazione ed il funzionamento

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lett.h) ricognizione degli interventi

finalizzati allo sviluppo dei “laboratori

didattici e tecnici” già realizzati e negli

Istituti di prevenzione e pena e

definizione di Linee guida contenenti

criteri e modalità per la progettazione

ed il funzionamento

lett.i) ricognizione degli interventi, già

realizzati, finalizzati all’inserimento

dell’utenza minorile (sottoposta a

provvedimenti in area personale

esterna) e definizione di Linee guida

contenenti criteri e modalità per la

progettazione e la realizzazione

lett.k) ricognizione degli interventi

finalizzati al potenziamento delle

“biblioteche anche per promuovere la

lettura“ e definizione di Linee guida

contenenti criteri e modalità per la

progettazione ed il funzionamento

lett.m) ricognizione degli “interventi

finalizzati al recupero, all’integrazione e

al sostegno dei minori e degli adulti

anche dopo la loro uscita dal circuito

detentivo” e e definizione di Linee

guida contenenti criteri e modalità per

la progettazione ed il funzionamento

ada maurizio 11 giugno 2018 Bari

Le azioni saranno realizzate nell’ambito del progetto promosso dalla DGOSV e terranno conto prioritariamente dei “Prodotti” già realizzati nell’ambito di Paideia 1 e di Paideia 2

SEMINARI INTERREGIONALI

date seminari Regione Attività

19, 20 e 21 settembre EMILIA ROMAGNA

(Rimini)

lett.e) e lett.g)

3, 4 e 5 ottobre CALABRIA (Cosenza) lett.h) e lett.k)

17, 18 e 19 ottobre LAZIO (Roma) lett.m) lett. i)

7, 8 e 9 novembre VENETO (Abano

Terme)

lett.a) e lett.d)

14, 15 e 16 novembre TOSCANA (Chianciano) lett.h e lett.k)

CONVEGNO FINALE A ROMA 28 novembre 2017

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ATTIProcedura ordinaria ristretta per favorire la realizzazione,

ai sensi all’art. 28 – comma 2 – lett. d) - e comma 3 del D.M 663 del 1.9.2016, delle azioni previste dal Protocollo di intesa

tra il MIUR e il Ministero della Giustizia(prot. n. 17 del 26 maggio 2016)

http://www.cpia4roma.gov.it/protocollo-miurministero-della-giustizia/

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BUONE PRATICHE

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“PERCORSI DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE PRESSO LA CASA DI RECLUSIONE DELL’ISOLA DI GORGONA (LI)”

PROTOCOLLO DI INTESA

TRA

L’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA TOSCANA

IL DIPARTIMENTO DELL’ AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA-UFFICIO DEL CAPO

DIPARTIMENTO Struttura Organizzativa di Coordinamento delle Attività lavorative

IL PROVVEDITORATO REGIONALE DELL’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA TOSCANA E

UMBRIA

IL CENTRO PROVINCIALE DI ISTRUZIONE PER GLI ADULTI (CPIA) DI LIVORNO

L’ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “BUONTALENTI-CAPPELLINI-ORLANDO” DI LIVORNO

L’ISTITUTO DI ISTRUZIONE SECONDARIA “MATTEI” DI ROSIGNANO SOLVAY

FIRENZE 8 MAGGIO 2018

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“PERCORSI DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE PRESSO LA CASA DI RECLUSIONE DELL’ISOLA DI GORGONA (LI)”

Migliorare le condizioni umane e sociali dei detenuti, così come previsto

dall’art. 27 della Costituzione

Organizzare, attuare e coordinare azioni dirette inerenti: l’educazione,

l’istruzione, la formazione professionale, l’orientamento e il lavoro, alla

popolazione reclusa all’ interno della Casa di reclusione dell’ isola di

Gorgona (LI)

Promuovere l’acquisizione di competenze e strumenti che permettano,

nell’ isola, lo sviluppo di un turismo sostenibile, tramite il contributo della

popolazione detenuta ivi ristretta

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ISTRUZIONE E FORMAZIONE DI MINORI/GIOVANI ADULTI IN AREA PENALE INTERNA ED ESTERNA

PROTOCOLLO DI INTESA

TRA

UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE DEL VENETO

Ufficio Scolastico Regionale del Veneto

E

Centro Giustizia Minorile di Venezia

VENEZIA 19 MAGGIO 2017

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ISTRUZIONE E FORMAZIONE DI MINORI/GIOVANI ADULTI IN AREA PENALE INTERNA ED ESTERNAArt.1 Minori/giovani adulti ristretti e in uscita dall’Istituto Penale per Minorenni!

1.1. I minori/giovani adulti ristretti nell’IPM di Treviso vengono inseriti su segnalazione

degli Operatori del Servizio minorile, nei percorsi formativi organizzati dal CPIA di

Treviso all’interno della struttura detentiva.

1.2. l personale educativo dell’IPM in considerazione anche degli aspetti

trattamentali definiti in sede di equipe o Unita Valutativa Multidimensionale

Distrettuale (UVMD) cura il raccordo con il CPIA territorialmente competente,

fornendo ogni informazione utile (tempi di dimissione, sede di destinazione, ecc.) per

poter garantire la continuità del percorso scolastico.• !

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ISTRUZIONE E FORMAZIONE DI MINORI/GIOVANI ADULTI IN AREA PENALE INTERNA ED ESTERNA1.3. Gli operatori della Giustizia minorile (Educatori IPM e/o Assistenti sociali) curano il raccordo

con le figure familiari/legali di riferimento al fine di facilitare il prosieguo dell’attività scolastica in

ambiente esterno, fornendo ogni indicazione utile all’iscrizione presso le strutture territoriali di

competenza che verranno all’occorrenza individuate dal CPIA.

1.4. Il CPIA di Treviso cura il! Fascicolo dello! studente, corredandolo della valutazione del

percorso scolastico effettuato durante il periodo di permanenza all’interno dell’IPM (valutazioni

parziali, valutazioni quadrimestrali, ecc.). Cura, altresì, i contatti con il CPIA di destinazione, cui

trasmette il fascicolo scolastico, o con l’Ufficio di Ambito Territoriale (UAT) in caso di

minore/giovane adulto iscritto presso un Istituto secondario di secondo grado e/o di Istruzione

e Formazione professionale che provvederà all’acquisizione della documentazione necessaria

direttamente dalla scuola di provenienza

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ISTRUZIONE E FORMAZIONE DI MINORI/GIOVANI ADULTI IN AREA PENALE INTERNA ED ESTERNAArt.2 Minori/giovani adulti in area penale esterna

2.1. L’Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni di Venezia (USSM)provvede a segnalare al CPIA

territorialmente competente, utilizzando il! Modello allegato al Protocollo, il minori/giovani

adulti che necessitano di proseguire e/o riprendere il percorso scolastico volto all’assolvimento

dell’obbligo di istruzione e formazione, per il conseguimento di qualifiche professionali e/o del

diploma di scuola secondaria di secondo grado.

2.2.L’USSM cura il raccordo con il CPIA territorialmente competente, in considerazione anche

degli aspetti trattamentali definiti in sede di equipe/UVMD cui verrà fornita ogni informazione

utile a! garantire la continuità del percorso scolastico, segnalando eventuali incompatibilità

territoriali

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ISTRUZIONE E FORMAZIONE DI MINORI/GIOVANI ADULTI IN AREA PENALE INTERNA ED ESTERNAArt.2 Minori/giovani adulti in area penale esterna

2.3. Il CPIA territorialmente competente svolge azioni di accoglienza e

orientamento/riorientamento.

2.4. Il CPIA territorialmente competente individua la sede scolastica maggiormente idonea

all’inserimento/proseguimento del percorso scolastico individuato.

2.5. Il CPIA territorialmente! Competente cura o coordina la stesura del Patto Formativo

Individualizzato, svolge! azioni di accompagnamento per il reinserimento nei percorsi di

Istruzione e formazione.

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PUBBLICAZIONI

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VIAGGIO NELL’ISTRUZIONE DEGLI ADULTI IN ITALIA

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N.2, dicembre 2017L’educazione e l’apprendimento in carcere.

Storie, progetti, buone pratiche

a cura di Vanna Boffo e Mauro Palumbo

Epale_Journal_IT2-ISSN_2532-7801

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Norme e NormalitàStandard per l'esecuzione penale detentiva degli adultiraccolta delle Raccomandazione 2016/2017

Garante nazionale dei diritti delle persone

detenute o private della libertà personale

Unità operativa Privazione della libertà in ambito

penale

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LA SCUOLA PRIGIONIERA

L’esperienza scolastica in

carcere

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LAVORO PENITENZIARIOun’opportunità per le imprese

ODCEC di Monza e Brianza

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IL LAVORO PENITENZIARIOCOMUNICATO STAMPA

Monza, 14 maggio 2018 - E' stato firmato oggi, nella casa circondariale di

Monza, un protocollo d'intesa tra enti, istituzioni e mondo delle imprese per

favorire il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti. Un modello di

collaborazione unico a livello nazionale (è la prima volta in Italia che le

organizzazioni dei datori di lavoro come Assolombarda, Camera di Commercio

e Confartigianato sono coinvolte direttamente in iniziative come queste) che

punta a favorire la formazione e il reinserimento sociale delle persone in

esecuzione penale, attraverso l'assunzione o la proroga di un contratto di lavoro

presso imprese, enti pubblici o privati, cooperative o associazioni.

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IL LAVORO PENITENZIARIOobiettivi

Favorire iniziative tese alla formazione delle persone

adulte e minori sottoposte a provvedimento

dell’Autorità giudiziaria penale e alla creazione di

opportunità lavorative permette di dare concreta

attuazione ai principi contenuti nell’art. 27 della

Costituzione italiana

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IL LAVORO PENITENZIARIOazioni

Saranno avviate relazioni con il mondo delle imprese, attraverso la

diffusione e l'acquisizione, tra i sottoscrittori del protocollo, dei curricula,

facendo così incontrare domanda e offerta di lavoro. Le associazioni delle

imprese si attiveranno per diffondere le opportunità proposte nel protocollo

presso le aziende associate, promuovendo così anche la collaborazione

con le realtà produttive già attive nel carcere di Monza, come la lavanderia

che attualmente ha 24 detenuti assunti, la cooperativa sociale che si

occupa di assemblaggio bancali, la falegnameria, la cooperativa di

etichettatura, il pastificio, la sartoria e la società che si occupa di

assemblaggio di componenti elettrici che oggi ha 24 detenuti assunti.

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IL LAVORO PENITENZIARIOazioni

Tra le prime azioni volte alla formazione e alla

risocializzazione dei detenuti vi è la Cisco Academy,

un percorso di formazione specialistica che permette

di ottenere una certificazione per operare su sistemi

Ict che l'azienda progetta e installa in tutto il mondo.

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IL LAVORO PENITENZIARIOazioni

«L'imprenditore non è solo un importante attore economico,

ma deve sempre di più diventare un attore sociale che vive in

modo consapevole e proattivo la propria comunità e

l'ecosistema in cui opera» - ha commentato il presidente di

Assolombarda Carlo Bonomi in occasione della firma:

«Questa intesa ben interpreta questo nuovo ruolo: imprese, enti

e istituzioni del territorio insieme per promuovere un modello di

collaborazione che deve fare scuola»

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IL VADEMECUM

I contenuti del protocollo e le opportunità del lavoro svolto dai

detenuti saranno diffuse alle imprese del territorio attraverso una serie

di incontri e un vademecum realizzato dall'Ordine dei Commercialisti

di Monza, in grado di fornire le informazioni sulle agevolazioni fiscali e

contributive per le aziende che assumono detenuti

https://odcecmonzabrianza.it/documents/336445/785849/208_05_14_FascicoloL

avoroPenitenziario/f9f8d563-6fe4-4cbb-ab46-66c4f24924e4

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CONCLUSIONI

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intrattenimento VS trattamento

condivisione dei flussi informativi

raccordo tra le figure professionali

formazione integrata

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[email protected]

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