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Ridurre le barriere all'innovazione, stimolare la crescita e l'imprenditoria, favorire lo sviluppo di iniziative in grado di conquistare il mercato. Obiettivi che sono alla base dell'accordo per la ricerca industriale stipulato in primavera tra Provincia autonoma di Trento e go‐ verno israeliano. Un accordo arrivato ora un nuovo importante risultato. Già accessibili infatti i primi bandi volti a sostenere lo sviluppo di progetti comuni nei settori dell'Ict, delle biotecnologie, delle energie rinnovabili e delle tecnologie am‐ bientali. Soddisfazione per l’implementazione dell’ini‐ ziativa è gli altri espressa dal presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai (nella foto). “Con alle spalle un'esperienza ventennale di collaborazione scientifica con Israele, il Trentino – ha sottolineato – è l'unica re‐ altà amministrativa di livello regionale ad aver sotto‐ scritto un accordo quadro per la ricerca industriale. Un risultato che ci rende orgogliosi e che ha tradotto sul territorio lo spirito che lega i due governi”. Italia Ebraica voci dalle Comunità n. 12/2012 NEW YORK STYLE PALESTRE PAG. 8 Dalla sinagoga alla moschea: fianco a fianco, falcata dopo falcata, con la voglia di condividere una grande gior- nata di festa, speranza, impegno. È fortissimo il messaggio lanciato dagli otto atleti – quattro ebrei e quattro arabo-israeliani – protagonisti della corsa per la pace svoltasi in riva all'Arno nell'ambito delle iniziative della 25esima Maratona di Firenze e in previsione di un prossimo gemellaggio dell'evento podistico toscano con la Jerusalem Marathon. Accolti dai vertici della Comunità ebraica, dal presidente Guidobaldo Passigli e dal rabbino capo Joseph Levi, gli sportivi – con al loro fianco anche l'imam Izzedin Elzir – si sono diretti, a passo di corsa, verso il vicino luogo di culto islamico di piazza dei Ciompi. L'iniziativa, promossa dalla onlus Enzo B in colla- borazione con Opera del Tempio Ebraico di Firenze e Maccabi Italia, si è conclusa con una conferenza stampa a Palazzo Vecchio. QUI FIRENZE – UNA CORSA PER LA PACE Torna l'appuntamento con Nessiah, festival di cultura e musica ebraica organizzato su tutto il territorio provinciale dalla Comunità di Pisa. Giunto alla sedicesima edizione, Nes‐ siah propone quest'anno un'intrigante map‐ patura dell'ebraismo italiano guidando il pub‐ blico alla scoperta di numerose e diversificate realtà locali. Il via domenica 2 dicembre con Enrico Fink e con lo spettacolo in salsa fer‐ rarese La mamma, l'angelo e la ciambella. a pag 3 PISA EBRAICA Il ritorno di Nessiah HATIKWA Unione Giovani Ebrei d’Italia Italia Ebraica – attualità e cultura dalle Comunità ebraiche italiane ‐ registrazione Tribunale di Roma 220/2009 | [email protected] – www.italiaebraica.net | supplemento a Pagine Ebraiche ‐ n. 12 ‐ 2012 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037‐1543 (direttore responsabile: Guido Vitale) di Gavriel Zarruk Festa solenne a Livorno per il 50esimo anniversario della rico‐ struzione del Tempio di piazza Be‐ namozegh. Numerosi i momenti che hanno scandito una cerimonia dalle grandi emozioni e dal grande significato. Dopo lo svolgimento di Shachrit le celebrazioni sono iniziate con la cucitura del Sefer Torah, donato dalla signora Jeru‐ shalmi in memoria di Beniamino Flora e Moise Jerushalmi z.l., con l'aiuto del rabbino capo Yair Didi e la cerimonia religiosa con la scrittura delle lettere sul libro sa‐ cro. A fare gli onori di casa il presiden‐ te Vittorio Mosseri che, nel suo di‐ scorso, si è soffermato sulle com‐ plesse vicende della riedificazione del luogo di culto, un consegui‐ mento non facile in quanto inizial‐ mente si ebbero problemi per i fi‐ nanziamenti e i lavori si protras‐ sero per ben quattro anni (dal 25 aprile 1958 al 23 ottobre 1962, giorno dell'inaugurazione). Il presidente ha ricordato la figura del professor Togni che con un de‐ creto riuscì a dar vita, grazie al‐ l'aiuto dello Stato, a questa impre‐ sa. Il progetto fu ideato e curato dall'architetto romano Angelo Di Castro, tra gli altri anche rav Al‐ fredo Toaff z.l seppe dare un gran‐ de contributo alla propria Comu‐ nità. Mosseri ci ha guidati in un viaggio nel tempo, tramite la lettura di al‐ cuni frammenti del discorso del‐ l'allora presidente, Renzo Cabib, figura carismatica della Comunità, che seppe sottolineare come la pa‐ rola “ricostruzione” non si limi‐ tasse al solo significato di rico‐ struzione fisica del Tempio ma an‐ che a una nuova spiritualità: un momento carico di significato e soprattutto di responsabilità, in una realtà dove la Shoah, con i suoi orrori, aveva già mietuto le sue vittime innocenti. Il presidente ha ricordato che l'edificio fu completato con l'in‐ troduzione dell'arca santa e ha concluso il proprio intervento sot‐ LIVORNO EBRAICA I 50 anni del Tempio PARTNERSHIP Imprenditoria - Trento sceglie Israele + oltreconfine Il registro dei Giusti tra le nazioni dello Yad Vashem si arricchisce di due nuovi nomi: quello dei coniugi lombardi Erminio e Ada Lomazzi che, ai tempi della persecuzione nazifascista, nascosero la famiglia Diena nella loro locanda ad Abbiate Guazzone, frazione di Tradate (Varese). A sancire que- sto momento una toccante commemora- zione svoltasi al liceo Curie alla presenza, tra gli altri, del presidente emerito dell'As- semblea rabbinica italiana rav Giuseppe Laras e di Dan Haezrachy dell'Ambasciata d'Israele a Roma. La cerimonia è stata l'oc- casione per un commovente abbraccio a distanza di quasi 70 anni da quei giorni. Protagonisti Joel Diena e Pietro Lomazzi, il bambino ebreo braccato dal regime oggi affermato economista in Canada e l'amico d'infanzia figlio dei suoi salvatori. Fglio di Giorgio Diena, storico chazan della Comu- nità ebraica di Milano e fratello di Baruch, cui rav Prato propose la carica di vicerab- bino a Roma alla fine degli anni Quaranta, Joel ha avuto l'opportunità di esternare - a nome di tutta la famiglia - gratitudine e riconoscenza per un'azione di coraggio mai dimenticata. GIUSTI TRA LE NAZIONI L’abbraccio di Joel e Pietro. 70 anni dopo Da diversi anni i portici e le piazze del capo‐ luogo piemontese sono diventati una meta privilegiata per girare film, documentari e fic‐ tion‐tv. Nelle scorse settimane anche la Co‐ munità ebraica ha avuto il proprio set cine‐ matografico ospitando una troupe della tv statale israeliana Arutz 1 venuta a realizzare un documentario nell’ambito del progetto Kehillot madlikot volto a illustrare vita e ca‐ ratteristiche di sette diverse Comunità nel mondo: Boston, Buenos Aires, Odessa, To‐ ronto, Tolosa, Oslo e appunto Torino. a pag 4 TORINO EBRAICA Riflettori sul Tempio Significativa attività accademica, un ampio ventaglio di pubblicazioni, l'impegno di cul‐ tura assunto alla guida scientifica del museo della Comunità ebraica di Firen‐ ze. Queste le motivazioni che hanno portato alla no‐ mina della professoressa Dora Liscia Bemporad tra i nuovi componenti dell'Accademia delle arti e del disegno, nel suo genere tra le istituzioni più antiche e prestigiose al mondo. FIRENZE EBRAICA Cultura e impegno segue a pag. 2-3

Italia Ebraica 12 - MokedItalia Ebraica la voce delle Comunità pag. 2 dicembre 2012 tolineando quanto questa Comunità sia stata una delle più attive del Mediterraneo, portatrice,

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Page 1: Italia Ebraica 12 - MokedItalia Ebraica la voce delle Comunità pag. 2 dicembre 2012 tolineando quanto questa Comunità sia stata una delle più attive del Mediterraneo, portatrice,

Ridurre le barriere all'innovazione, stimolare la crescitae l'imprenditoria, favorire lo sviluppo di iniziative ingrado di conquistare il mercato. Obiettivi che sono allabase dell'accordo per la ricerca industriale stipulatoin primavera tra Provincia autonoma di Trento e go‐verno israeliano. Un accordo arrivato ora un nuovoimportante risultato. Già accessibili infatti i primi bandi volti asostenere lo sviluppo di progetti comuni nei settori dell'Ict, dellebiotecnologie, delle energie rinnovabili e delle tecnologie am‐

bientali. Soddisfazione per l’implementazione dell’ini‐ziativa è gli altri espressa dal presidente della Provinciadi Trento Lorenzo Dellai (nella foto). “Con alle spalleun'esperienza ventennale di collaborazione scientificacon Israele, il Trentino – ha sottolineato – è l'unica re‐altà amministrativa di livello regionale ad aver sotto‐

scritto un accordo quadro per la ricerca industriale. Un risultatoche ci rende orgogliosi e che ha tradotto sul territorio lo spiritoche lega i due governi”.

Italia Ebraica voci dalle Comunità n. 12/2012

NEW YORK STYLE PALESTRE PAG. 8

Dalla sinagoga alla moschea: fianco a fianco, falcata dopo falcata, con la voglia di condividere una grande gior-nata di festa, speranza, impegno. È fortissimo il messaggio lanciato dagli otto atleti – quattro ebrei e quattroarabo-israeliani – protagonisti della corsa per la pace svoltasi in riva all'Arno nell'ambito delle iniziative della25esima Maratona di Firenze e in previsione di un prossimo gemellaggio dell'evento podistico toscano con laJerusalem Marathon. Accolti dai vertici della Comunità ebraica, dal presidente Guidobaldo Passigli e dal rabbinocapo Joseph Levi, gli sportivi – con al loro fianco anche l'imam Izzedin Elzir – si sono diretti, a passo di corsa,verso il vicino luogo di culto islamico di piazza dei Ciompi. L'iniziativa, promossa dalla onlus Enzo B in colla-borazione con Opera del Tempio Ebraico di Firenze e Maccabi Italia, si è conclusa con una conferenza stampaa Palazzo Vecchio.

QUI FIRENZE – UNA CORSA PER LA PACE

Torna l'appuntamento con Nessiah, festivaldi cultura e musica ebraica organizzato sututto il territorio provinciale dalla Comunitàdi Pisa. Giunto alla sedicesima edizione, Nes‐siah propone quest'anno un'intrigante map‐patura dell'ebraismo italiano guidando il pub‐blico alla scoperta di numerose e diversificate

realtà locali. Il via domenica 2 dicembre conEnrico Fink e con lo spettacolo in salsa fer‐rarese La mamma, l'angelo e la ciambella.

a pag 3

PISA EBRAICAIl ritorno di Nessiah

HATIKWAUnione Giovani Ebrei d’Italia

Italia Ebraica – attualità e cultura dalle Comunità ebraiche italiane ‐ registrazione Tribunale di Roma 220/2009 | [email protected] – www.italiaebraica.net | supplemento a Pagine Ebraiche ‐ n. 12 ‐ 2012 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037‐1543 (direttore responsabile: Guido Vitale)

di Gavriel Zarruk

Festa solenne a Livorno per il50esimo anniversario della rico‐struzione del Tempio di piazza Be‐namozegh. Numerosi i momentiche hanno scandito una cerimoniadalle grandi emozioni e dal grandesignificato. Dopo lo svolgimentodi Shachrit le celebrazioni sonoiniziate con la cucitura del SeferTorah, donato dalla signora Jeru‐shalmi in memoria di Beniamino

Flora e Moise Jerushalmi z.l., conl'aiuto del rabbino capo Yair Didie la cerimonia religiosa con lascrittura delle lettere sul libro sa‐cro. A fare gli onori di casa il presiden‐te Vittorio Mosseri che, nel suo di‐scorso, si è soffermato sulle com‐plesse vicende della riedificazionedel luogo di culto, un consegui‐mento non facile in quanto inizial‐mente si ebbero problemi per i fi‐nanziamenti e i lavori si protras‐sero per ben quattro anni (dal 25aprile 1958 al 23 ottobre 1962,giorno dell'inaugurazione). Il presidente ha ricordato la figuradel professor Togni che con un de‐creto riuscì a dar vita, grazie al‐l'aiuto dello Stato, a questa impre‐sa. Il progetto fu ideato e curatodall'architetto romano Angelo DiCastro, tra gli altri anche rav Al‐fredo Toaff z.l seppe dare un gran‐de contributo alla propria Comu‐nità.Mosseri ci ha guidati in un viaggionel tempo, tramite la lettura di al‐cuni frammenti del discorso del‐l'allora presidente, Renzo Cabib,figura carismatica della Comunità,che seppe sottolineare come la pa‐rola “ricostruzione” non si limi‐tasse al solo significato di rico‐struzione fisica del Tempio ma an‐che a una nuova spiritualità: unmomento carico di significato esoprattutto di responsabilità, inuna realtà dove la Shoah, con isuoi orrori, aveva già mietuto lesue vittime innocenti. Il presidente ha ricordato chel'edificio fu completato con l'in‐troduzione dell'arca santa e haconcluso il proprio intervento sot‐

LIVORNO EBRAICA

I 50 anni del Tempio

PARTNERSHIP

Imprenditoria ­ Trento sceglie Israele

+ oltreconfine

Il registro dei Giusti tra le nazioni dello YadVashem si arricchisce di due nuovi nomi:quello dei coniugi lombardi Erminio e AdaLomazzi che, ai tempi della persecuzionenazifascista, nascosero la famiglia Dienanella loro locanda ad Abbiate Guazzone,frazione di Tradate (Varese). A sancire que-sto momento una toccante commemora-zione svoltasi al liceo Curie alla presenza,tra gli altri, del presidente emerito dell'As-semblea rabbinica italiana rav GiuseppeLaras e di Dan Haezrachy dell'Ambasciata

d'Israele a Roma. La cerimonia è stata l'oc-casione per un commovente abbraccio adistanza di quasi 70 anni da quei giorni.

Protagonisti Joel Diena e Pietro Lomazzi,il bambino ebreo braccato dal regime oggiaffermato economista in Canada e l'amicod'infanzia figlio dei suoi salvatori. Fglio diGiorgio Diena, storico chazan della Comu-nità ebraica di Milano e fratello di Baruch,cui rav Prato propose la carica di vicerab-bino a Roma alla fine degli anni Quaranta,Joel ha avuto l'opportunità di esternare -a nome di tutta la famiglia - gratitudine ericonoscenza per un'azione di coraggiomai dimenticata.

GIUSTI TRA LE NAZIONI

L’abbraccio di Joel e Pietro. 70 anni dopo

Da diversi anni i portici e le piazze del capo‐luogo piemontese sono diventati una metaprivilegiata per girare film, documentari e fic‐tion‐tv. Nelle scorse settimane anche la Co‐munità ebraica ha avuto il proprio set cine‐

matografico ospitando una troupe della tvstatale israeliana Arutz 1 venuta a realizzareun documentario nell’ambito del progettoKehillot madlikot volto a illustrare vita e ca‐ratteristiche di sette diverse Comunità nelmondo: Boston, Buenos Aires, Odessa, To‐ronto, Tolosa, Oslo e appunto Torino.

a pag 4

TORINO EBRAICARiflettori sul Tempio

Significativa attività accademica, un ampioventaglio di pubblicazioni, l'impegno di cul‐

tura assunto alla guidascientifica del museo dellaComunità ebraica di Firen‐ze. Queste le motivazioniche hanno portato alla no‐mina della professoressaDora Liscia Bemporad tra i

nuovi componenti dell'Accademia delle artie del disegno, nel suo genere tra le istituzionipiù antiche e prestigiose al mondo.

FIRENZE EBRAICACultura e impegno

segue a pag. 2-3

Page 2: Italia Ebraica 12 - MokedItalia Ebraica la voce delle Comunità pag. 2 dicembre 2012 tolineando quanto questa Comunità sia stata una delle più attive del Mediterraneo, portatrice,

Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 2 dicembre 2012

tolineando quanto questaComunità sia stata una delle più attivedel Mediterraneo, portatrice, come evi‐denzia il discorso di Cabib, di una “notaebraica in un unico folkore livornese, in‐sieme intesi a rifare la città, risorgentesulle sue rovine”. Presente all'evento an‐che la consigliera dell'ambasciata diIsraele, Lidia Raviv, che ci ha fatto riflet‐tere su quanto l'arrivo di un Sefer Torah,oltre a essere uno dei momenti più belliper il popolo ebraico poiché attesta il rin‐novamento, sia la maniera più giusta perfesteggiare un appuntamento così caricodi significato come quello del Cinquan‐tenario. Un riferimento particolare è statofatto alla nostra Kehillah, meritevole diaver dato sostegno allo Stato di Israelesin dalla sua nascita. Belle parole sonostate spese anche dal primo cittadino,Alessandro Cosimi. Il sindaco ha elogiatouomini e donne che hanno dato un im‐portante contributo alla comunità e allasocietà livornese: personaggi come UgoMondolfi, antifascista e parlamentare so‐cialista, e i numerosi ebrei che parteci‐parono al Risorgimento. Ha poi ringra‐ziato Paola Bedarida con cui ha lavorato,negli anni passati, nell’amministrazionecomunale. Un pensiero infine per duerabbini conosciuti durante il suo man‐dato, rav Kahn z.l e rav Kalon z.l. Succes‐sivamente ha preso la parola il presidentedella Provincia, Giorgio Kutufà, che haevidenziato il profondo affetto che legalui e la sua famiglia a questi luoghi. Kutufàha elogiato non solo la sinagoga ma an‐che la scuola rabbinica, storico punto diriferimento, per poi sottolineare i conti‐nui e proficui rapporti intessuti conl'ebraismo labronico. “I cuori – ha spie‐gato – devono essere sempre capaci dipulsare contrariamente ai muri di pre‐giudizio”. Per ultimo è intervenuto il rab‐bino capo Yair Didì, che ha evidenziatocome l'anniversario che si stava celebran‐do rappresentasse un'ottima occasioneper l'entrata del Sefer Torah poiché, lostesso, è testimonianza fedele della pa‐rola di Hashem: di fatto nessuna paroladella Torah è mai stata modificata nei2000 anni di Diaspora. Alla base dei prin‐cipi fondanti dell'ebraismo, ha proseguitoil rav, c'è la vita. E l'ingresso di un SeferTorah simboleggia di fatto una vita nuova

Impegno, suggestioni e un nuovo Sefer per il Cinquantenario

attraverso una Torah nuova per la Co‐munità. Ha poi preso avvio la cerimoniavera e propria. Moderatore il morè ChaimLeone, che ha invitato un Cohen, un Levie un Israel per compleatare la scritturadelle ultime tre lettere del Sefer. Il Tempioera intanto addobbato con foglie di allorosul pavimento, proprio come facciamogeneralmente a Simchà Torah; il coloredi maggior risalto per l'evento è stato ilbianco, simbolo di purezza, sia sulle kip‐pot in memoria di Beniamino Flora e

Moise Jerushalmi che sul parochet del‐l'Aron haKodesh. Il coro Ernesto Venturaha piacevolmente accompagnato questiintensi minuti. Successivamente sonostate accese delle candele: rav Didì, i duemaskil Samuel Zarrugh e Daniele Beda‐rida, hanno letto le ultime tre chiamatedella parashà Vezoth Haberachà; dopoaver mostrato la Torah a tutti i presenti,è stato fatto indossare al Sefer il meil, lasua veste. Il nuovo Sefer ha un valore uni‐co anche per le piccole dimensioni: è alto

solo 30 centimetri e questo richiede unmaggior impegno da parte del Sofer perla sua scrittura. Per questa speciale oc‐casione Liliana Kahn ha donato un se‐condo meil in memoria del grande mae‐stro rav Kahn z.l e a Samuel Zarrugh e aisuoi fratelli. Mosseri ha quindi apertol'echal facendo uscire sette sefarim con‐segnati ad alcuni volontari. Il primo SeferTorah, quello donato dalla signora Jeru‐shalmi, era nelle mani del rabbino che loha portato con sé fino alla Tevah, seguito

dalla processione degli altri. I sefarim so‐no usciti dall'echal per “invitare” il nuovoSefer Torah. Sulla Tevah rav Didi ha re‐citato alcune preghiere per lo Stato diIsraele, il kahal, il benessere e la salutedella città di Livorno; Samuel Zarroughha poi intonato lo Shemà Israel. Termi‐nato il tutto è stato fatto un giro completodentro il Tempio e i sefarim sono statiriposti nell'echal. È infine arrivato il suo‐no dello shofar, simbolo di giubileo peril Cinquantenario.La cerimonia si è conclusa nella sua to‐talità con l'esecuzione da parte del corodel solenne, quanto piacevole canto, AniMaamin che ha una valenza molto pro‐fonda e carica di significato in quanto sibasa sulla speranza di redenzione e ar‐rivo del Messia per Am Israel.Le iniziative sono proseguite nel pome‐riggio, presso la Goldonetta, con una mo‐stra fotografica e con la presentazionedel libro Un tempio nuovo per una fedeantica della professoressa Liana Elda Fu‐naro. In serata il coro ha proposto l'ese‐cuzione di canti tipici della tradizioneebraico‐livornese.

di Vittorio Mosseripresidente della Comunità ebraica di Livorno

In una soleggiata mattina di cinquantaquattro anni fa, allapresenza delle autorità e del ministro Giuseppe Togni il rab-bino Alfredo Toaff di z.l. pronunziò la benedizione “shehe-kheyianu” che suona così: “Benedetto sia Tu, Signore nostroDio Re del Mondo, che ci hai fatto vivere, ci hai mantenutoe ci hai fatto giungere fino a questo momento”.È questa la benedizione che oggi noi possiamo e dobbiamoripetere nel mentre ci accingiamo a celebrare i 50 anni dal-l’inaugurazione dell’opera che chiuse per noi l’era delle di-struzioni belliche e della provvisorietà nell’esercizio del cultonei locali invero poco capienti della Yeshivà Marini.Il cammino però non era stato facile: falliti i tentativi di sal-vare e consolidare i ruderi della sinagoga che i ripetuti furtidi travi ed altro materiale fecero crollare definitivamente,iniziarono le trattative con lo Stato cui competeva di finan-ziare la ricostruzione. La Comunità insisteva per la formula“com’era e dov’era”, formula che lo Stato non volle accettare,e per la spesa che fu giudicata eccessiva, e per la difficoltà

di reperire i materiali come marmi preziosi, stucchi ecc e ilpersonale che li mettesse in opera. I maggiorenti della Co-munità e il rabbino Toaff dovettero pertanto rinunziare al-l’idea di rivedere l’imponente e fastoso monumento alla fededei Padri che era stato per oltre tre secoli l’orgoglio dellacittà e meta di visite da parte di tutti i sovrani che giungevanoa Livorno. I lavori del nuovo progetto, arditamente moderno,redatto dall’architetto Angelo di Castro, si protrassero perquattro anni: la scatola muraria fu finanziata dallo Statoma l’arredamento fu lasciato alla cura e alle spese della Co-munità, che dovette lanciare una sottoscrizione internazionaleper coprire la ragguardevole somma necessaria per com-pletare l’opera.L’edificio così concepito fu successivamente completato conun’Arca Santa in finissima fattura barocca (firmata e datata1708) proveniente dalla cessata Comunità ebraica di Pesaro.Un Sefer Torah nuovo è stato inaugurato due settimane orsono ed è stato dedicato alla memoria di quattro benefattorilocali che donarono ingenti somme alle nostre istituzioni,affinché la Comunità, pure nelle attuali difficili circostanze,provveda anche alle necessità dei bisognosi che fra di noi

non mancano. Oggi un altro Sefer Torah, donato da bene-fattori esteri, fa il suo ingresso nel nostro Tempio, e questoovviamente, collegato al Cinquantenario che celebriamo, co-stituisce festa grande, per noi e per la cittadinanza che havisto risorgere un monumento che rimanda alla gloria diquella che fu la più attiva Comunità ebraica del Mediterraneoe che ha illustrato nel mondo il nome di Livorno. Ancora oggiin Israele si stampano formulari di preghiera con l’indicazione“Nosach Livorno”, secondo l’uso di Livorno.“Ai livornesi noi livornesi diciamo: Ecco, il Tempio è di nuovoal suo posto. Vedete siamo qui, non ci hanno distrutto: Siamoancora e continuiamo ad essere la nota ebraica di un unicofolklore livornese, insieme intesi a rifare la città, risorgentesulle sue rovine”.Con queste parole l’allora presidente della Comunità ebraica,professor Renzo Cabib, concluse il discorso che tenne il giornodell’inaugurazione del Tempio 50 anni fa. Gioia, dunque, pertutti noi e per la nostra città, con l’auspicio che si possagodere di rinnovata prosperità nella pace e nella reciprocacivile convivenza che da Livorno è stata nei secoli un vantodella Comunità ebraica e della città. Con l’aiuto di Dio.

Il presidente Mosseri: “Una gioia per noi e per tutta la città”

La base è a Livorno ma, come sottolinea il rabbino capoYair Didi, l'obiettivo è quello di supportare – in caso dinecessità – altre piccole e medie realtàdell'ebraismo italiano che non sonoin grado di celebrare regolarmentelefunzioni religiose all'interno dei pro-pri Batei Haknesset. Un sefer “itine-rante”, sottolinea, che ben si presta adessere trasferito su richiesta (e alcuneComunità si sono già fatte avanti) an-che per via delle dimensioni ridotte e

della sua conseguente facile trasportabilità. “È un'indi-cazione specifica della signora Yerushalmi. L'obiettivo

che si è prefissa con questa donazionee con quella, precedente, del Sefer chenegli scorsi mesi è stato accolto nellasinagoga di Genova – spiega il rav – èquella di offrire un servizio fruibile almaggior numero possibile di persone.Per dare slancio a un ebraismo vivo econsapevole, nelle grandi come nellepiccole Comunità”.

RAV DIDI: “LO METTEREMO A DISPOSIZIONE DI ALTRE COMUNITÀ”

LIVORNOEBRAICA

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Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 3dicembre 2012

Florens, progetti di vita e conoscenzaRicordando Menè,il politico coraggiosoche accusò Mussolinidi Gadi Polacco

Era il 4 agosto del 1922 quando i fascisti costrinsero conla forza il sindaco Mondolfi e l’onorevole Modigliani a la-sciare il Comune per impadronirsene: l’episodio è stato ri-chiamato, nel Cinquantesimo della sinagoga, dall'attualeprimo cittadino di Livorno Cosimi che ricordava così, citandoquel suo predecessore ebreo, l’apporto alla vita delle isti-tuzioni pubbliche reso dalla Comunità ebraica.Poche ore prima, sempre nella città labronica, il Circolo dicultura politica a lui intitolato apriva un convegno, conprestigiosi relatori, nel 140esimo anniversario esatto dellanascita di Giuseppe Emanuele Modigliani, detto “Menè”,fratello maggiore del celebre artista Amedeo. È partico-larmente meritorio lo sforzo effettuato dal Circolo Modi-gliani perché “Menè”, brillante avvocato e carismatico ora-tore, è stato figura di primaria rilevanza nel panoramapolitico italiano. Socialista che nel 1924 non esiterà nell’aulaparlamentare ad accusare Mussolini (“tace, è complice”)per il delitto Matteotti, Modigliani ebbe una lunga e tra-vagliata (quale strenuo oppositore del fascismo) carrierapolitica in Parlamento e nel Consiglio Comunale livornese.Con la moglie Vera (Nella) Funaro, esponente di un’altrastorica famiglia ebraica livornese, si dedicherà in particolarealla difesa dei diritti sociali .Cresciuti in una città, come scrive Viviana Simonelli dellaFondazione Modigliani, “permeata da una cultura ebraicadi antica origine”, i due non sono certo ebrei praticanti ma,dinanzi alle persecuzioni razziali in atto in gran parte d’Eu-ropa, ricorda sempre la ricercatrice, rivendicano in toto laloro appartenenza ebraica e decidono di autodenunciarsi.“Soltanto il profondo affetto di Joyce ed Emilio Lussu -spiega - riesce a scoraggiarli da questo gesto suicida”. Por-

tando i coniugi Modigliani a lasciarela Francia, dove si erano rifugiati nel1926, per fuggire in Svizzera.Importante, nell’opera di propagandacontro la dittatura fascista di “Menè”e consorte, sarà anche il viaggio negliUsa nel 1934 con sbarco a New Yorkdove verranno accolti dal sindaco Fio-rello La Guardia e altri emigrati italiani

o loro discendenti e dove manterranno anche contatti conambienti ebraici. Nel peregrinare dell’esilio si dovrà atten-dere l’ottobre del 1944 per rientrare in Italia. Ricorda inun suo scritto Giuliana Limiti che Modigliani “rimase te-stimone muto nell’Assemblea Costituente per la malattiache non gli consentiva di parlare: la sua stessa presenzaperò richiamava quell’antica e vera accusa”, riferendosi alsuo dito puntato contro Mussolini per l’assassinio di Mat-teotti. Socialista integerrimo, Modigliani pose al centro delproprio pensiero la libertà del cittadino e quando, pocoprima di spegnersi a causa della malattia, divenne inelu-dibile per la sinistra la scelta tra mondo libero e mondocomunista egli non esitò, rinunciando al momento alla spe-ranza dell’unità dei socialisti, ad aderire alla scissione sa-ragattiana di Palazzo Barberini, sposando ancora unavolta, sempre in ottica socialista, la causa della libertà delcittadino quale fulcro delle istituzioni. Figura ponte, quindi,con il mondo liberale e democratico non socialista, “Menè”morirà a Roma il 5 ottobre 1947.Bene ha fatto il Circolo Modigliani a far riemergere nellasua grandezza questa primaria figura politica e bene sa-rebbe, a modesta opinione di chi scrive, approfondire unpercorso di studio in ambito ebraico, a Livorno ma nonsolo, incentrato sui personaggi politici ebrei e il loro con-tributo al paese.

La mappatura, la salvaguardia e la va‐lorizzazione del patrimonio culturaleebraico europeo. Una sfida rilanciataa Firenze in occasione dei lavori diFlorens, settimana internazionale de‐dicata alla cultura e all’ambiente chea queste tematiche ha riservato unatavola rotonda svoltasi nel Salone deiCinquecento di Palazzo Vecchio.Organizzato su iniziativa dell’Operadel Tempio Ebraico, l’appuntamentoha avuto come riferimento lo scenarioapertosi in seguito alle devastazioniportate nelle strutture di via Farinidalla grande alluvione che colse Fi‐

renze il 4 novembre di46 anni fa e dal proces‐so di recupero dei benidanneggiati che seguì aquelle ore drammatiche.“Fu quello – ha ricorda‐to l’architetto Renzo Fu‐naro, presidente del‐l’Opera del Tempio –uno dei momenti più significativi diun processo di recupero dei beniebraici fiorentini che nel corso deglianni ha registrato la proficua intera‐zione di realtà differenti e il raggiun‐gimento di traguardi a beneficio di

tutti e non solo degliebrei”. Il completamentodei lavori di restauro dellasinagoga, la sua recenteilluminazione notturna(nella foto), le operazioniancora nel vivo al cimite‐ro monumentale di vialeAriosto. Tanti tasselli di

un laboratorio di progettualità che èindirizzato al corretto utilizzo di questibeni, ha spiegato Funaro, “all’internodi un più ampio progetto basato sul‐l’economia della cultura”.Ad illustrare le specificità del patri‐

monio ebraico, l’importanza di un suoracconto efficace e i vantaggi di unapromozione su scala europea, tra glialtri, l’esperto di web marketing Giu‐seppe Burschtein, la giornalista e scrit‐trice Ruth Ellen Gruber, la direttricedel Museo ebraico di Firenze Dora Li‐scia Bemporad e l’ex consigliere UCEIAnnie Sacerdoti. Moderatore WlodekGoldkorn, responsabile delle pagineculturali dell’Espresso, mentre ha por‐tato i saluti della Comunità ebraica ilvicepresidente Daniela Misul (presen‐te in sala anche il rabbino capo JosephLevi).

Inizia con le ricette giudaico ferraresi di EnricoFink trasposte in forma di performance artisticala sedicesima edizione del festival culturale Nes‐siah. Appuntamento digrande richiamo, tra leesperienze di maggiorsuccesso nel suo genere,il festival è organizzato suimpulso della Comunitàebraica di Pisa e ha nelracconto di alcune realtàtra le più rappresenta‐tive dell'ebraismo ita‐liano il filo conduttoreper il 2012. “Una sfidastimolante, ricca disuggestioni e per forzadi cose non esaustiva– racconta AndreaGottfried, 38 anni, fondatore e direttoreartistico di Nessiah – che si sviluppa in diversi fi‐loni. L'obiettivo è quello di valorizzare usi e costumi

delle varie Comunità. Tradizioni culinarie maanche letterarie, liturgiche e popolari. Un patri‐monio di valori che ognuno di noi è chiamato a

custodire e diffondere”. Il via domenica 2 dicembrecon La mamma, l'angelo e la ciambella a PalazzoBlu. Oltre a Fink saranno protagonisti MarcellaCarboni (arpa) e Massimiliano Dragoni (percus‐sioni e salterio). Denso il calendario di iniziativeche si profila nei giorni immediatamente successivie che accompagnerà il pubblico pisano fino allospettacolo conclusivo Di Gracia, la Señora – In‐contri con donne del passato in programma il 16dicembre al Museo Piaggio di Pontedera con ilcontributo, tra gli altri, di Evelina Meghnagi e Do‐menico Ascione.Tra gli eventi più attesi la presentazione del pro‐getto di recupero della memorie della plurisecolarevicenda ebraica nel Meridione d'Italia a cura diAmit Arieli e Darom Project (Biblioteca comunaledi Cascina, 12 dicembre) e le improvvisazioni sutemi liturgici del duo Antur (Teatro di Sant'Andrea,8 dicembre). Un lavoro, quest'ultimo, che attra‐versa distanze geografiche e generazioni per ab‐bracciare in unico spazio musicale le Comunitàebraiche di Venezia, Ferrara, Livorno e Roma.

DOMENICA 2 DICEMBREPisa - Palazzo Blu ore 18.30ConcertoLa mamma, l'angelo e la ciambellaEnrico Fink, voce, flautoMarcella Carboni, arpaMassimiliano Dragoni, percussioni, salterio

MERCOLEDÌ 5 DICEMBREPisa - Cineclub Arsenale ore 18.30Proiezione del filmIl grido della terra di Duilio Coletti(Prima proiezione assoluta a Pisa)

SABATO 8 DICEMBRESinagoga di Pisa, ore 18.30Accensione della prima candeladi Hanukkah (Festa dei Lumi )Pisa ‐ Teatro S. Andrea ore 21.00Concerto duo AntUrItalian Rhapsod yAnton Dressler, clarinettoUri Brenner, tastiere

LUNEDÌ 10 DICEMBREPisa - CineClub Arsenale ore 18.30(fuori programma)Proiezione del filmThe Jazz SingerIntroduce Maurizio Ambrosinicon improvvisazioni dal vivo del duo AntUr

MERCOLEDÌ 12 DICEMBRECascina - Sala della Biblioteca ore 21.00ConcertoAmit Arieli & Darom Projec tAmit Arieli, clarinettoGabriele Savarese, chitarre, violino, baglamaDayana Gnarra, letture e canto

DOMENICA 16 DICEMBREPontedera - Museo Piaggio ore 21.00SpettacoloDi Gracia, la SeñoraIncontri con donne del passatoEvelina Meghnagi, voceGalliano Mariani, voce recitanteDomenico Ascione, chitarre e oudArnaldo Vacca, percussioniAnna Cianca, mise en espace

NESSIAH 2012 - PROGRAMMA

PISAEBRAICA

Torna Nessiah. Tra musica, arte e ricette della tradizione

FIRENZEEBRAICA

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TORINO EBRAICA

CASALE EBRAICA

Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 4 dicembre 2012

In una Sala Carmi gremita la Comunità di Casale Mon-ferrato ha offerto al pubblico, giovane e interessato,un pomeriggio di approfondimento su Start up e neweconomy nell’esempio israeliano. Di seguito una sintesidell’intervento Technion, Israel Institute of Technology,cuore della Start up Nation di Piero Abbina, presidentedegli Amici del Technion in Italia (nella foto con RitaLevi Montalcini e con il presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano). .

di Nora Alkabes

Il Technion è la prima università e il primo centro diricerca scientifico in Israele. I suoi studenti possonoscegliere tra 18 facoltà che offrono oltre 100 pro‐grammi nei tre cicli di insegnamento superiore. Èparagonabile al MIT e a Stanford e collegato con oltre100 istituzioni di pari livello in 30 paesi.

Il Campus Internazionale offre corsi di laurea in in‐glese (http://www.ise.technion.ac.il/) in cui studianoragazzi provenienti da 15 paesi (l'Italia è ben rap‐presentata). Esistono cicli post‐doc in inglese conla possibilità di proseguire le ricerche in vari campicome scienze, ingegneria, medicina, industrial ma‐nagement, architettura, urbanismo. Grazie a un'im‐ponente varietà di programmi e al suo livello di ec‐cellenza riconosciuto internazionalmente, l’istituto

suscita vivo interesse nella gioventù israeliana e inquella straniera, in particolare nei campi scientificie tecnologici di punta. I suoi laureati occupano postidi primo piano nel settore industriale nel mondo ein Israele, sia negli organismi governativi e accademicicollegati con la difesa dello Stato che nelle grandicorporates straniere. Il Technion collabora inoltrecon multinazionali come HP, IBM, Intel, Google, Yahoo,IBM, TEVA in cui numerosi laureati fanno parte degli

staff dirigenziali. Non a caso queste aziende hanno iloro centri di ricerca a Haifa. Il Technion si è prefissatouna missione, in stretta collaborazione con l’industria:conquistare posizioni nazionali e internazionali perpromuovere la sua alta tecnologia. Due professoridella facoltà di medicina del Technion Rappaport,Aaron Ciechanover e Avram Hershko, hanno ricevutoil Premio Nobel 2004 per la scoperta dell’Ubiquitinae la degradazione delle proteine. Molti altri premiinternazionali sono stati dati ai ricercatori del Te‐chnion in varie materie. Nel 2011 Dan Shechtmanha ottenuto il premio Nobel per la sua scoperta suiquasi‐cristalli. Le scoperte effettuate dai ricercatoridel Technion sono molteplici e utilizzate nella vitadi tutti i giorni: dalle memorie flash, le chiavette USBinventate da Dov Moran ai software per zippare i file,dalle piante che vivono con pochissima acqua, allepillole videocamera che consentono di effettuare una

Chiusura tra gli applausi per OyOyOy!, festival di cultura ebraica giuntoquest'anno alla sua settima edizione. Un congedo in musica, con laperformance di Ramin Bahrami al Teatro Sociale di Valenza, che harichiamato centinaia persone in sala nel solco dell'elevato standardqualitativo e quantitativo che ha sempre contraddistinto questa ma‐nifestazione. I numeri di sette edizioni di OyOyOy! parlano chiaro: 250mila spettatoricomplessivi, centinaia di persone del mondo della cultura e dello spet‐tacolo coinvolte, tra gli ospiti alcune guest star internazionali comeDavid Grossman e Noa. Significative le parole pronunciate sul palcoda Antonio Monaco, presidente di Monferrato Cult, l'associazione co‐stituita con Elio Carmi e Giancarlo Giorcelli che dal 2006 organizza il

festival. “OyOyOy! finisce – ha affermato – ma sette anni fa nessunoforse avrebbe scommesso su questa avventura che ha ottenuto im‐portanti risultati. La Comunità di Casale in primis ha accresciuto il proprio ruolo nel‐l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e grazie alla nostra esperienzanumerose realtà hanno sviluppato iniziative analoghe. Oggi sappiamo inoltre che il Piemonte è la regione con più siti ebraicidi tutta Europa”. Quindi un riferimento alle ragioni che hanno portatoall’uscita di scena: “Sono cambiati gli interessi culturali delle personee in particolare dei più giovani e le modalità con cui vengono coltivatie soddisfatti. Abbiamo bisogno non tanto di soldi – l’appello, che sembraaver colto nel segno – ma di nuove energie creative, contiamo sul fatto

che qualcuno raccolga l’appello di questa serata e si faccia avanti”. Unmessaggio in linea con quello precedentemente espresso nell’aulaconsiliare del Comune di Casale durante un incontro sul ruolo dellamusica e della cultura con protagonisti lo stesso Bahrami e il compo‐sitore Giulio Castagnoli. “Abbiamo bisogno della cultura più che del pane. La musica come cul‐tura – ha affermato Bahrami – consente di sconfiggere ogni dolore”.Grande intensità anche per l’incontro con il teologo Paolo De Benedettisul tema del Saluto. Una riflessione dipanatasi dal termine ebraicoShalom, baricentro del volume scritto a quattro mani con MassimoGiuliani, e che ha abbracciato varie aree di significato sia etimologicheche religiose.

Viaggio nel cuore della Start Up Nation: il modello Technion

Cultura, memoria, incontro ‐ Congedo tra gli applausi per Oyoyoy!

di Emanuele Sorani

Da diversi anni i portici e le piazze delcapoluogo piemontese sono sempre piùspesso meta privilegiata per girare filme fiction‐tv. Nelle scorse settimane anchela Comunità ebraica ha avuto il proprioset cinematografico. Sul finire di ottobreha infatti ospitato una troupe della tv sta‐tale israeliana Arutz 1, venuta a realizzareun documentario nell’ambito del proget‐to “Kehillot madlikot” finalizzato a illu‐strare vita e caratteristiche di sette di‐verse Comunità ebraiche nel mondo: Bo‐ston, Buenos Aires, Odessa, Toronto, To‐losa, Oslo e Torino. Il programma saràtrasmesso in Israele in prima serata inoccasione della festa di Chanukkah e ognipuntata si concluderà con immagini del‐l'accensione delle candele.Il regista dell’episodio torinese, AvitalMerkler, non è nuovo alla realtà italiana:ha alle spalle sedici anni di studio di artee cinematografia tra Firenze e Roma e

ha anche trovato moglie nel nostro paese.Conoscendo quindi il grande patrimoniostorico, artistico e culturale dell’ebraismoitaliano, ha voluto creare per il pubblicoisraeliano un racconto che illustrasse lastoria della Comunità e le sue peculiarità,oltre alle numerose attività e le vicendedei personaggi che la compongono.La parte centrale delle riprese è stata de‐dicata ovviamente alla storia degli ebreidi Torino, dall’arrivo nel 1400 all’istitu‐zione del ghetto, dall’emancipazione del1848 alla costruzione del tempio nel1884, giungendo fino all’epoca fascistae il ruolo chiave rappresentato dagli ebreitorinesi nella lotta al regime. Il presidentee il rabbino capo hanno poi presentatola Comunità al giorno d’oggi, descriven‐done la composizione, il tessuto socialee le diverse istituzioni. È stata l’occasioneper (ri)scoprire e far conoscere a un am‐pio pubblico le numerose attività che ani‐mano la vita comunitaria: a cominciaredal bar mitzvà che ha rallegrato uno degli

ultimi Shabbat, oltre agli incontri perio‐dici del gruppo giovanile GET e degli stu‐

denti israeliani, alle molteplici attivitàculturali e le conferenze.

La scuola ha avuto inoltre un grande pesonel corso delle registrazioni, con la suaparticolarità di essere mista ma con l’in‐segnamento obbligatorio dell’ebraico edi ebraismo per tutti gli alunni. Curiosal’intervista a nonna, madre e nipote: tregenerazioni di maestre che hanno fattoe continuano a fare la storia dell’istituto.Coinvolgente è stato anche l’incontro contre anziani partigiani torinesi, che congrande vigore hanno rievocato le loro vi‐cissitudini nel periodo della Resistenza,non senza affascinanti aneddoti. Non èmancata, infine, una conversazione conalcuni chazanim sulle origini e le speci‐ficità del minhag torinese.Tutto questo è, però, solo una minimaparte di ciò che la Comunità di Torino of‐fre e che il documentario di Avital Mer‐kler ci racconta. Per chi ne volesse saperedi più, l’appuntamento è per la quintasera di Chanukkah, mercoledì 12 dicem‐bre: mi raccomando, tutti sintonizzati suArutz 1!

Arutz 1, la tv israeliana accende i riflettori su piazzetta Primo Levi

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Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 5dicembre 2012

colonscopia non invasiva e navigare nelle arterie. Al‐lievi prestigiosi sono Yaron Samid, fondatore dellaBill Guard, la start up che individua dagli estratticonto delle carte di credito tutti gli addebiti autorizzatiall’insaputa del cliente, il giovanissimo Ishay Green,fondatore della start up Soluto, un software che, unavolta installato sul PC, segnala e risolve programmie le applicazioni problematiche. Un perenne sensodi insoddisfazione, la costante turbolenza nella re‐gione, gli indispensabili investimenti sia nella difesache in campo agricolo spingono Israele e il Techniona sempre maggiori traguardi verso l'eccellenza. Unmodo di pensare e lavorare onnipresente con pro‐fessori, ricercatori e studenti che traggono grandeprofitto da questa vitalità. L'Associazione Alumni delTechnion contribuisce a rafforzare il network fra ilaureati e l'istituto, offrendo cosi maggiori opportunitàdi contatto. L’Associazione Technion Italia creata nel2004 è un’associazione di volontari che ha lo scopodi promuovere l'istituto nel settore industriale, scien‐tifico ed economico e diffondere le realizzazioni e i

progetti in questi campi specifici. Promuove e raf‐forzare i rapporti tra questi ambienti incoraggia loscambio di insegnanti e studenti del Technion conaltre istituzioni per lo sviluppo e la collaborazionesu progetti di comune interesse. L’intento è di incre‐mentare il numero di eventi e di conferenze in Italiafacendo intervenire gli specialisti del Technion e ga‐rantendo così un sostegno materiale ed economicoall’istituto. Oggi il Technion ha accordi di collabora‐zione con il Politecnico di Milano, il Politecnico diTorino, l’Università di Perugia di Ingegneria civile eambientale, l’Università di Roma Tor Vergata e di Ro‐ma3, l’Università di Cagliari (Medicina e Chirurgia),l’Università di Firenze (Medicina e Chirurgia). Perfavorire lo sviluppo e la ricerca ITA offre borse distudio del valore di 5mila euro ognuna a studentiitaliani di talento. Studiare al Technion significa viverein un ambiente stimolante tra studenti, ricercatori eprofessori eccellenti, crearsi un network internazio‐nale e garantirsi un avvenire di lavoro per tutta lavita.

oltreconfine

L'occasione propizia è stata data dai giorni di festività nazionale che hanno permesso l'arrivo di decine dipersone da Milano e Torino, unitesi ai vercellesi per esplorare la città e le sue antiche testimonianze ebraichee vivere, tutti assieme, uno stimolante pomeriggio di studi animato dal direttore del Dipartimento educazionee cultura dell'UCEI rav Roberto Della Rocca e dal rav Alberto Somekh. A guidare i partecipanti tra le stradee le piazze di una Vercelli tutta da scoprire, a partire dal vecchio ghetto e dall'imponente sinagoga ottocentesca,il presidente della Comunità ebraica e consigliere UCEI Rossella Bottini Treves. Presenti anche i nipoti delrav Gustavo Calò, ultimo rabbino capo vercellese, con la commovente recitazione da parte del rav Somekhdi un kaddish per la moglie secondo un particolare rito locale. Il pomeriggio è stato dedicato allo studio nella sala dell'ex collegio Foa. “Non c'è Torah senza etica”, questoil titolo della lezione tenuta da rav Della Rocca, mentre rav Somekh si è intrattenuto sul tema del voto alledonne nella legge ebraica tracciando un paragone tra due tradizioni paradigmatiche: la visione aschkenazitae quella sefardita. Al momento del congedo, dopo un ulteriore momento di confronto,si è fatta largo la con‐sapevolezza di aver gettato la base per l’organizzazione di nuove iniziative in futuro. A partire da un grandeShabbaton che il Dec vorrebbe portare a Vercelli in primavera. Positivo il bilancio di Bottini Treves: “Ritengosia stata un'opportunità per pregare e trascorrere del tempo insieme al di fuori delle feste solenni o dellecerimonie ufficiali in cui la sinagoga viene aperta al pubblico. Un momento speciale – racconta – come nonci accadeva di vivere da anni”.

Una giornata d’incontro e studio

Tantissima gente all'ombra della sinagoga di Torino per l'inaugurazione di Alef, il primoristorante di cucina ebraica e kasher della città. Tra musica klezmer e israeliana, cocktaile assaggi di piatti tipici, Alef promette di portare nel capoluogo piemontese non soltantoi sapori della tradizione ebraica ma anche di diventare un luogo di ritrovo culturale pergli iscritti della Comunità e per la cittadinanza con un'offerta di molteplici attività in questosenso.Hanno partecipato alla cerimonia il rabbino capo di Torino Eliahu Birnbaum, il presidentedella Comunità ebraica Beppe Segre e diversi rappresentanti delle autorità locali. Comunea tutti la soddisfazione e la gioia per un nuovo inizio, e l'augurio che il ristorante possa di-ventare un punto di riferimento culinario (e non solo) per tutta la città.

NASCE ALEF: SAPORI E DIALOGO

FIUME

Una sinfonia per non dimenticareUna sala gremita ha lunga-mente applaudito a Fiumele iniziative organizzate inricordo di Marcel Tyberg,compositore di origineviennese che proprio inQuarnero fu catturato dainazifascisti per essere de-portato ad Auschwitz Bir-kenau e là trovare la morte.Tra i vari appuntamentiche hanno caratterizzato ilfine settimana fiumano unamostra storica curata, tragli altri, dalla ricercatricee storica Sanja Simper e laprima esecuzione della ter-za sinfonia dell’autore alteatro nazionale croatoIvan Zajc (direttrice d'or-chestra JoAnn Falletta del-la filarmonica statunitensedi Buffalo). A conferire ul-teriore significato alla ce-rimonia la partecipazionedel presidente della repub-blica croata Ivo Josipovic edi altri autorevoli rappre-sentanti istituzionali giuntida Zagabria.

VERCELLI EBRAICA

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sidente nazionale Adei Wizo Ester Silvana Israel edalla sua omologa italiana Roberta Nahum.Esther Mor ha delineato i vari progetti che fanno

parte della missione della Wizo soffermandosi inparticolare sul già citato Sponsor a Child, sui pro‐grammi per Bar/Bat Mitzvah, sulle iniziative per

permettere alle donne di tornare al lavoro e sui centridi assistenza per quante si trovano a subire violenza.La principale preoccupazione degli operatori, hamesso in risalto, è quella di assicurare la cura e laprotezione di tutti i componenti della popolazioneisraeliana che ne hanno bisogno senza distinzionedi origine e religione.Israel ha ringraziato le amiche genovesi per aver or‐ganizzato l'evento e in particolare Nancy Farhi, cheda subito ha creduto nel progetto di amicizia e so‐stegno “al maschile”. Un'iniziativa inaugurata in Li‐guria ma che già si sta diffondendo su tutto il terri‐torio. All'incontro è intervenuta anche Sara Sciunnach,vice presidente nazionale, che ha parlato della suaesperienza di psicologa presso una clinica e alcunescuole di Tel Aviv.

Nel cartoncino d’invito un castello, con il ponte le‐vatoio calato sul mare in segno di accoglienza; letorrette rallegrate da tre bandiere annunciano le fi‐nalità dell’incontro. Innovazione storica per l'Associazione Donne Ebreed'Italia che a casa di Elena Hayon Maruffa, a Genova,apre per la prima volta all’altro sesso con il lanciodell'iniziativa Amici Sostenitori dell'Adei Wizo rivoltaai tanti uomini, mariti, figli o amici delle “adeine” vi‐vamente coinvolti nelle iniziative. Prima tessera peril presidente della Comunità ebraica genovese Am‐non Cohen. L'incontro è stata anche l'occasione per vivacizzarela raccolta fondi destinata a Sponsor a Child con lapossibilità di adottare a distanza un bambino israe‐liano. Calorosa l'accoglienza riservata dalla signoraHayon Maruffa. Tra gli ospiti che passeggiavano sulleterrazze con vista sul mare di Boccadasse, il proret‐tore vicario dell'Università di Genova Maurizio Mar‐telli, i past president della Comunità ebraica MaurizioOrtona, Piero Dello Strologo e Vito Sciunnach oltreal consigliere Vera Meschoulam.Ad intervenire il presidente dell'Adei Wizo GenovaNancy Farhi, che ha ringraziato per la significativapartecipazione e ha brevemente ricordato la storiae le attività dell'associazione. Fahri ha sottolineato in particolare come molta stra‐da sia stata percorsa dalle prime rudimentali culletermiche del Child Care Centre di Tel Aviv del 1927,fino ad oggi, con la presenza di più di 800 istituzioni:asili, scuole, centri per donne in difficoltà e per an‐ziani, villaggi per la gioventù, centri di formazione.Queste istituzioni, ha sottolineato, operano con unspirito non meramente assistenziale, ma con com‐petenza di primo livello, adottando metodi educativiall’avanguardia e una forte carica umana di tutto ilpersonale coinvolto. Il presidente ha quindi dato dato il benvenuto aEsther Mor, capo divisione della raccolta fondi mon‐diale della Wizo appositamente giunta a Genova perl'evento e nella circostanza accompagnata dal pre‐

Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 6 dicembre 2012

di Vincenza Maugeri

Il Museo ebraico di Bologna ha rilanciato il proprioimpegno di Memoria accompagnando al campo diAuschwitz Birkenau una delegazione istituzionaleguidata dal presidente della Provincia Beatrice Dra‐ghetti, dal presidente del Consiglio provinciale Ste‐fano Caliandro, dal vicepresidente del Consiglio co‐munale Paola Francesca Scarano, dall'assessore allaScuola e Formazione Marilena Pillati e dal consigliereregionale Marco Munari in rappresentanza del pre‐sidente Vasco Errani. Con loro rav Alberto Sermo‐neta, rabbino capo di Bologna, e 50 studenti di quartae quinta superiore scelti tra diversi istituti cittadinie del territorio provinciale e accompagnati da alcuniinsegnanti. Fondamentale la collaborazione dell'As‐sociazione Nazionale Ex Deportati.Prima della partenza il presidente Caliandro ha in‐vitato e ospitato nella sala consiliare studenti, inse‐gnanti e una rappresentanza politica a un incontro

preparatorio con interventi di Franco Bonilauri, di‐rettore del Museo ebraico, sul tema Auschwitz, lafabbrica della morte, e di Adriana Goldstaub del Cdecdi Milano sul tema Il pregiudizio antiebraico primae dopo la seconda guerra mondiale. La visita al campo, condotta da Bonilauri, si è svoltaseguendo il percorso tradizionalmente indicato nei

viaggi‐studio da Marcello Pezzetti e dal grande Te‐stimone della Shoah Shlomo Venezia, e cioè partendoda Birkenau (Auschwitz II) per poi visitare la JudenRampe e i ruderi dei bunker II e III. Presso il Monu‐mento Internazionale si è tenuto un primo momentodi raccoglimento con la deposizione di un cesto difiori da parte del presidente della Provincia e del‐

l'assessore Pilati e con un toccante discorso ai giovanidel rav Sermoneta. Ci si è poi recati al Memoriale enel viaggio di ritorno sono state visitate le baracchedelle donne, dei bambini e degli uomini. Ad accom‐pagnare il viaggio la lettura di alcuni brani trattidalla testimonianza di Venezia. Nel pomeriggio infinela visita ad Auschwitz I con deposizione, nel cortiledelle fucilazioni, di un altro mazzo di fiori da partedelle autorità. Il giorno successivo visita a Cracovia e al quartiereKazimierz con partenza dalla sinagoga Remu e dal‐l'annesso cimitero. I partecipanti sono stati inoltreospiti del Museo ebraico presso la Stara Sinagogaper poi dirigersi verso la piazza del mercato (PiazzaNowi) con la caratteristica costruzione circolare alcentro; poi, oltrepassato il fiume, la zona dove furealizzato il ghetto ‐ ce lo ricorda ad esempio Piazzadegli eroi del Ghetto ‐ e il Museo dedicato agli annidell'occupazione nazista nella fabbrica che fu diOskar Schindler.

La testimonianza dei giovani

Grande successo, malgrado i timori legati all'acquaalta, per la dodicesima edizione del Premio letterarioorganizzato dall'Associazione donne ebree d'Italia inmemoria di Adelina Della Pergola. Un appuntamentodi notevole richiamo, celebrato in concomitanza con ifesteggiamenti per gli 85 anni di impegno dell'Adei,che ha richiamato in Laguna socie da tutta Italia e tantiamici. La consegna del riconoscimento a Palazzo Pisani,in pieno centro, dove autori e lettori hanno avuto mododi confrontarsi sui temi dell'identità e sulla capacitàdi trasferire valori ed emozioni attraverso la parolascritta. Ad aggiudicarsi questa edizione lo scrittore di

origine austriaca Vladir Vertlib, autore di Stazioni in‐termedia (Giuntina). Una prova, densa e commovente,che ha riscosso il consenso della giuria nazionale. “Vien‐na è stata per molto tempo la porta degli ebrei sovieticiverso una nuova vita, solitamente in Israele o negliStati Uniti. Nella storia di Vertlib – ha spiegato il suointerlocutore, Simon Levis Sullam – ho ritrovato i de‐stini di tante persone che ho realmente conosciuto nelmio lavoro. Anche per la sua famiglia Vienna dovevarappresentare solamente una ‘stazione intermedia’, epoi così non è stato”. A dialogare con Mitchell Kaplan,vincitore del Premio ragazzi con Per terra e per mare

GENOVAEBRAICA

L’Adei Wizo apre agli uomini. Prima tessera per Amnon Cohen

VENEZIAEBRAICA

Grandi libri e grandi autori nel nome di Adelina

BOLOGNA EBRAICA

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PADOVA EBRAICA

Italia Ebraica la voce delle Comunità

pag. 7dicembre 2012

A favore degli orfaniCari amici, Rav Moshe Fhima ringrazia dicuore la Comunità ebraica di Trieste e quan-ti hanno contribuito alla raccolta fondi infavore degli orfani ebrei di Pinsk (Bielorus-sia) effettuata questa estate. Grazie al vostroaiuto parecchi ragazzi hanno potuto passarequalche settimana al campo estivo rimet-tendosi così in salute. Se io non sono perme, chi è per me? E se sono per me stesso,cosa sono?

Mania Girsh Nortman

Tre Comunità, un'iniziativa che ha creato consenso in tuttoil mondo. Dopo il successo riscontrato lo scorso anno aSiena e Firenze, il corso di Torà La'am, attivato per la primavolta a Milano dal progetto Revivim e promosso dal Dipar-timento Educazione e Cultura dell'UCEI, si apre quest'annoanche alle realtà di Parma e Verona (nella foto un momentodei lavori con docente Alfonso Sassun, segretario generaledella Comunità milanese). Due in particolare gli obiettividi Torà La'am: scoprire l'affascinante e complessa strutturadella Torah e i diversi livelli e temi che la compongono;apprendere un metodo che consenta di essere autonominella preparazione e nella produzione di brevi lezioni, in-terventi e discorsi in pubblico sull'argomento. A Parma,con oltre una trentina di partecipanti provenienti ancheda Mantova, Genova e Milano, docente è Daniele Cohenca.A Firenze i lavori del corso di secondo livello si sono inveceaperti con una prima lezione di Sassun sul tema La lea-dership, tra maggioranza e opposizione.

La sfida di Torà La’am riparte dalla città scaligera (e da Parma)

Patriota, garibaldino, ebreo italia‐no, appassionato amministratoredella cosa pubblica. A 90 anni dal‐la morte Padova ha ricordato lafigura di Giacomo Levi Civita, sto‐rico membro del Consiglio comu‐nale e per sei anni – dal 1904 al1910 – sindaco della città venetacon un'intensa giornata di studivolta ad approfondire non soltan‐to i punti salienti della sua azionepolitica ma anche il contributo apportato dalla Comunitàebraica patavina all'intero tessuto sociale cittadino traOttocento e Novecento. Organizzati dall’Istituto venetoper la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea,dalla Comunità ebraica, dal Comune e dal Giardino deiGiusti del Mondo, i lavori si sono svolti all'interno del mu‐

nicipio a dimostrazione di un nes‐so indissolubile di collaborazionee reciproco impegno. Tra le testi‐monianze più significative quellelegate all'istituzione dell'istitutorabbinco. “Un esperimento fonda‐mentale per l’ebraismo italiano emondiale – ha spiegato lo storicoGadi Luzzatto Voghera – che si pro‐poneva di formare rabbini connuovi principi di istruzione civile,

guide spirituali di ebrei finalmente accolti dalle nazionicome cittadini e legati alle proprie tradizioni solo nelladimensione religiosa”. Estroflessione: questo il termineusato dal leader comunitario Davide Romanin Jacur perdescrivere il fenomeno che caratterizza gli ultimi vent’annidi vita dell’ebraismo a Padova.

Levi Civita e l’impegno di una kehillah Ingresso nel Patto e Bar Mitzvah. Festa doppiaA Padova non è consuetudine avere una milah e un bar mitzvah a distanzadi pochi giorni. Le due "semachot" (gioie) si sono susseguite nel seguenteordine: prima David Ariel Avallone, di Alessandro e Silvia Romanin Jacur,è entrato nel patto di Abramo, in un'intima cornice di parenti e amici,con la specifica abilità del moel, rav David Goldberg, arrivato apposita-mente dalla Germania. Dopo la cerimonia, benedizioni, canti e una me-ritata colazione. Presenti il rabbino capo di Padova, rav Adolfo Locci, eil rabbino capo di Trieste, rav David Itzchaq Margalit. Poche settimanee proprio rav Locci era vicino a suo figlio Carlo, bar mitzvah. Carlo harecitato il venerdì sera la tefillà di 'Arvit e sabato mattina, dopo la sua testimonianza d'impegno, partedella parashà di Veyerà: chiarezza di lettura, lodevole aderenza al canto e forza di voce, hanno testimoniatola sua emozione e coinvolto quella dei tanti presenti. Tra gli ospiti si notavano, insieme ai locali, moltiparenti e amici della famiglia del rav giunti da Roma, Genova, Milano, alcuni di essi validi protagonistidella tefillà, altri impegnati nel tener d'occhio i vivaci pargoli che rallegravano il Beth Haknesset.Presenti alla cerimonia, con notevole coinvolgimento, il sindaco Flavio Zanonato e il suo vice Ivo Rossi.Un ricevimento si è poi tenuto nella Sala Rossini del Caffè Pedrocchi. (f.d)

Centesima uscita per Sullam, organo distampa della Comunità ebraica di Napoli.Un risultato prestigioso, festeggiato insie-me a tutti gli iscritti con un kiddush offertoin sinagoga. “Un grazie – scrivono ClaudiaCampagnano e Deborah Curiel nell'edi-toriale di apertura del numero di novem-bre – va a tutti i volontari che hanno la-vorato, chi per più chi per meno tempo,in questi anni a Sullam. Quando questaavventura è iniziata non credevamo ciavrebbe portato così lontano”.

Numerose le novità che vengono annuncia-te: l'ingresso in redazione di Lauren Gabal-lo, iscritta pugliese alla Comunità parteno-pea che sostituisce Luciana Fernandez Las-savia nel ruolo di grafica, il benvenuto aGiulia Gallicchi Punterello in qualità diesperta di cucina e il prosieguo delle col-laborazioni di taglio umoristico con Ro-berto Modiano. Festeggiamenti in cantiereanche a Trieste dove il bollettino comu-nitario Jarchon si appresta a raggiungerequota 100 nel mese di dicembre.

Sullam e Jarchon a quota cento(Neri Pozza, 2011), è stato invece Victor Magiar, con‐sigliere UCEI con delega alla Cultura. “William Styron,autore di La scelta di Sophie, che io considero il mioprimo mentore – racconta l'autore – mi ha insegnatoche il primo segreto di uno scrittore è quello di far cre‐dere al suo pubblico che ciò che sta leggendo è vero.Per questa ragione ho scelto di scrivere romanzi storici,perché io per primo ci posso credere”. A chiudere lacerimonia, un confronto a più voci su Generazioni1882‐1907 (Phasar, 2011), testo che ha ottenuto lamenzione speciale per la migliore opera prima. L’autore,Gabriele Rubini, ha risposto alle domande del giorna‐lista Roberto Riccardi, raccontando l’intreccio delle vi‐cende dei protagonisti del libro, che si snodano tra varidecenni e numerosi paesi d’Europa.

VERONA EBRAICA

Page 8: Italia Ebraica 12 - MokedItalia Ebraica la voce delle Comunità pag. 2 dicembre 2012 tolineando quanto questa Comunità sia stata una delle più attive del Mediterraneo, portatrice,

HATIKWAUnione Giovani Ebrei d’Italia

UN GIORNALE APERTO AL LIBERO CONFRONTO

DELLE IDEE

direttore Simone Disegni

HaTikwa – periodico di attualità e cultura dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia | [email protected] – www.ugei.it | supplemento a Pagine Ebraiche - n. 12 - 2012 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037-1543 (responsabile a termine di legge: Guido Vitale)

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PalestreNon è del tutto una coincidenza, forse, sela sala dove quest’anno i giovani ebrei ita-liani si sono trovati riuniti per il Congressoannuale – si è scoperto quasi casualmenteparlando con alcuni ragazzi fiorentini –sia servita per anni, in un recente passato,da palestra della scuola elementare ebraicadi Firenze. Già, perché nel weekend tra il2 e il 4 novembre appena trascorsi quel-l’aula una palestra è tornata ad esserlo perdavvero: una palestra di democrazia e dicittadinanza. Perché se fiumi d’inchiostro vengono scrittiper dipingere (quanto fedelmente?) gli at-tuali giovani italiani come cronicamentedisaffezionati all’impegno civico e alla par-tecipazione, anche il Congresso annualeUGEI, nel suo piccolo, offre una risposta de-cisamente controcorrente a questo ritrattodominante. E se le nostre Comunità temonodi essere avviate su un pendio inesorabiledi progressiva diminuzione numerica maanche qualitativa, d’altra parte, è bene cheallo stesso tempo queste sappiano che unaporzione consistente – magari non di mas-sa, ma certamente significativa – dei lorogiovani è “viva e vegeta”, come recitava unrecente e chiacchierato rapporto dell’Eco-nomist sull’ebraismo mondiale, attiva ecombattiva nell’affermare le proprie idee,battersi per queste all’interno ed all’esterno,organizzare attività di aggregazione con-tinue, variegate e di successo. Ben vengano dunque le (e)mozioni, gliscontri, gli abbracci, le procedure sempreda alleggerire ma “le alleggeriamo dall’an-no prossimo”, le candidature e le contro-candidature, le trame e quelli che denun-ciano le trame, e anche quelli che denun-ciano quelli che hanno denunciato le trame– perché non c’è altro che sia segno piùchiaro ed evidente della vitalità delle nostreComunità, fin dagli strati più giovani, e nonc’è miglior allenamento (fisico e civico) invista di quel caos creativo d’interessi con-trapposti che è la democrazia.A rivederci dunque tra un anno in un’altraPalestra (vera o presunta). Questa voltaperò, se possibile, aprite le finestre.

Simone Disegni

Sam ha 25 anni, comicoe agente cinematografico.Mi invita ai suoi show nellocale dove hanno inizia‐to Seinfeld e Lenny Bru‐ce. Quel Lenny Bruceche diceva che “se vivi aNew York sei automati‐camente ebreo”. Cre‐sciuto qui tra AndySamberg, Kafka e Nico‐le Krauss è la quintes‐senza dell’uptown Jew.Sul palco racconta trale risate di quando è passato in metròsenza biglietto ‐ finendo addirittura incarcere ‐ e la madre si è presentata tra‐felata a mezzanotte col rabbino. “Rabbigli spieghi bene quanto è stato stupido”“Mamma non ora...” “Beh, lasciamo per‐dere... una cosa è certa, eri sicuramenteil più bello della prigione”.Da sempre a NY nell’entertainment enon solo ti chiedi come mai, al di là deicliché, l’ebraismo sia così onnipresente.Quello spirito creativo e inquisitorio ètutt’uno con la città degli Esodi: si ri‐comincia, si diventa un nuovo popolo.Vecchi e nuovi cult si alternano nell’im‐maginario, e scopri che persino in DirtyDancing la carne e il latte non sono maiserviti nella stessa scena. Eppure tragadgets, pupazzi, show TV con puntatedi Hannukah, essere ebreo rimane pia‐cevolmente uncool: un’eterna diversitàcon cui la città giocherà sempre, tra pa‐gine e telecamere. Il libro di Maurizio Molinari Gli Ebreidi NY è impareggiabile come la cittàstessa. Simchat Torah: una folla di gio‐vani Chabad balla per strada; ebreifrancesi, del Nord Africa, israeliani siuniscono alle danze, poi quelli che fan‐no l’Ulpan d’estate “ma erano tutti ame‐ricani”, i chassidim di Brooklyn. Quellia cui Israele sembra troppo poco ebrai‐co, perché non è abbastanza NY. Quellicon la camicia giusta. Finché la horanon fa tremare il ponte di Brooklyn...Nei college il mondo ebraico spessoaiuta in quel tuffo nel mondo adulto:conferenze, delegazioni a Washington,feste. Si lasciano alle spalle small towns

nel Midwest, liceipieni di kefiah perlaurearsi e passarepoi ad anni di ri‐cerca ed emozione,raccolta e rinnova‐mento, il cuore ci‐clico di una religio‐ne. Fidanzamenti,matrimoni. Si scher‐za: “quanto costeràquel bar mitzvah atema baseball che citoccherà pagare ungiorno?”

Il sabato uptown le ragazze sono pron‐te. Seguono i dieci comandamenti diBloomingdales. Un filo di trucco sullapelle ambrata, il vestito copre le spalle

ma non tutte le braccia ‐ solo a Kippur.Certo un vestito troppo corto è soloper Reform: quelli che cantano con lachitarra e hanno le donne rabbino co‐reane.Le nannies danno ai bambini un velocecolpo di spazzola prima di fissare lakippà, calate nella parte: raccomanda‐no in spagnolo o filippino di leggerebene fino in fondo la Torah.E’ un’isola ebraica di rimandi, radici,incontri, intrisa dell’ansia alla Portnoydell’essere sotto ogni aspetto imper‐fetti. NY cattura questo stato ebraicoglobale, wireless, dove chiedersi conautoironia: “Ma Facebook lo usi di Sa‐bato o no...?”

Benedetta Grasso

Il 2 novembre ha inizio la mia primaesperienza al Congresso Ugei. Pregiu‐dizi? Molti. Aspettative? Nessuna.Dopo un weekend lungo e intenso pos‐so dire di essermi ricreduta: mi sonotrovata in un ambiente familiare e pia‐cevole, a contatto con persone scono‐sciute da tutta Italia. Ho ammirato l'importanza e la consi‐derazione che si è data verso i giovanidelle piccole comunità affinché si crei‐no più occasioni possibili per offrireloro un'esperienza ebraica di colletti‐vità fondamentale, concedendo la pos‐sibilità di conoscersi a vicenda all'in‐terno di un ambiente ebraico più vastoed eterogeneo rispetto alle realtà dellesingole comunità. Inoltre io stessa, co‐me altri "nuovi ugeini", ci siamo sentitiparte integrante e attiva di questaunione che aspira al futuro, conceden‐doci la possibilità di esporre le nostreidee riguardo qualsiasi tema affrontatoin sala, dalla religione alla politica osemplicemente riguardo ad eventi so‐ciali come il tanto atteso "RashiSushi".A mio avviso la giornata dedicata alle

mozioni ed elezioni è stata caratteriz‐zata da serietà e professionalità nellosvolgimento, segno che i temi affron‐tati sono importanti e che il futuro ditutti noi, come giovani ebrei italiani, èqualcosa di cui vogliamo occuparci inmodo concreto, senza stare sempli‐cemente a guardare.Infine vorrei ringraziare tutti coloroche ci hanno accolto calorosamente,organizzando un meraviglioso shabbate la magnifica festa, ascoltandoci e fa‐

cendo il possibile per risolvere even‐tuali problemi.Concludo augurando un in bocca al lu‐po e buon lavoro ai neo‐eletti consi‐glieri. In attesa di un prossimo eventoUgei, invito tutti i "nuovi" maggiorennicome me a toccare almeno una voltacon mano questa esperienza perchévale la pena darsi e dare una possibi‐lità, al di là dei pregiudizi o delle aspet‐tative.

Shani Yekutiel

Firenze ­ Il mio primo Congresso

Should I stay or should I go? – Qui New York ECCO IL NUOVO CONSIGLIOA conclusione dei lavori del diciotte-simo Congresso ordinario UGEI – svol-tosi a Firenze dal 2 al 4 novembre ap-pena trascorsi – sono stati eletti i ra-gazzi che formeranno il nuovo Consi-glio Esecutivo 2013.Questi i nomi dei candidati risultatieletti:• Moshe POLACCO voti 52• Sara ASTROLOGO voti 46• Alessandra ORTONA voti 44• Giorgia CAMPAGNANO voti 37• Susanna CALIMANI voti 37• Raffaele NAIM voti 34• Gady PIAZZA voti 30• Benedetto SACERDOTI voti 26• Fiammetta RIMINI voti 24Hanno inoltre riportato voti gli iscrittiSerena LOVADINA, Federico JARACHe David SPIZZICHINO.