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UNIVERSITÀ DELGLI STUDI DI GENOVA -FACOLTÀ DI ARCHITETURACorso di laurea Magistrale in Architettura
LABORATORIO DI RESTAUROIV anno
CONSOLIDAMENTO
a.a. 2010-2011prof. Stefano Francesco Musso
Trattamenti attuati con l’immissione in profondità, entro ilmanufatto degradato, di sostanze in grado di ristabilire lacoesione interna del materiale costituente o delle sue particomponenti.Il consolidante deve impregnare il materiale fino a saldare lesue parti degradate con le sue parti ancora sane e salde e nondeve ridurre eccessivamente la porosità del materiale stesso.Appartengono tuttavia, in senso più generale, a tale categoriaanche i rinforzi localizzati di elementi costruttivi instabili qualisolai, coperture, muri purché non determinino interventiglobali di carattere strutturale
CONSOLIDAMENTI ‐ definizioni
Laboratorio d i R e s t a u r o -prof. arch. Stefano F. Musso
Consolidare, nei suoi tanti e diversificati aspetti, rispondequindi all’esigenza fondamentale di ri-stabilizzare lecondizioni fisico-meccaniche di un manufatto, alterate daiprocessi di degrado.
Nel corso del tempo, una quantità di eventi di natura diversatendono a provocare alterazioni delle proprietà fisico-meccaniche di un oggetto
CONSOLIDAMENTI – ambiti e scopi
Laboratorio d i R e s t a u r o -prof. arch. Stefano F. Musso
nel consolidamento della materia, si opera cosìcon materiali, procedure e strumenti per migliorarele caratteristiche di coesione e di adesione tra icostituenti di un materiale lapideo, ossia per:
•l’eliminazione di brusche discontinuità nellecaratteristiche fisico- meccaniche tra materialesano e materiale degradato
•il ristabilimento della continuità nel ‘profilo’ del‘sistema’ materiale sano + materiale degradatoconsolidato.
CONSOLIDAMENTI – OBIETTIVI DEL CONSOLIDAMENTO
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LE CAUSE PRINCIPALI DELLA PERDITA DI COESIONE, RESISTENZA E COMPATTEZZA
Tra le cause, non si deve pensare solo a fenomeni fisici
(apparentemente i più diretti imputati), quali variazioni termiche
e igrometriche, traumi meccanici accidentali provocati da urti,
cadute, etc., effetti (spesso ben più drammatici) indotti da eventi
catastrofici naturali, come terremoti e alluvioni; effetti dovuti ad
attività vandaliche o anche fenomeni meteoclimatici (vento e
piogge battenti non producono solo erosione ma anche
disgregazione).
CONSOLIDAMENTI
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I fenomeni chimici e biologici possono provocare danni ditipo fisico, che alterano l’assetto meccanico originale e stabile,di un manufatto; danni risolvibili con interventi diconsolidamento.I fenomeni di natura chimico-fisica possono giocare un ruolodeterminante. Si pensi all’azione devastante innescata daiprocessi di cristallizzazione ciclica dei sali nei sistemi porosi.
Vi è comunque una predisposizione naturale dei materialistessi e delle strutture al degrado fisico e alcuni materialisono, per loro natura, meno stabili di altri.Si pensi all’imbarcamento e la deformazione del Legno, edelle tavole lignee in particolare, sotto l’azione degli stressigrometermici.
CONSOLIDAMENTI – cause di indebolimento
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TIPOLOGIE DEI DANNI
La fenomenologia dei danni fisici è complessa e variegata.
Si possono distinguere danni in base a:
La dimensione, con danni:• microscopici, a carico soprattutto della coesione dei
materiali,• macroscopici che interessano grandi masse, strutture o
parti di una struttura,• limitati a porzioni sottili, laminari, film, di un oggetto
(esfoliazioni, separazioni di strati sovrammessi, etc.)
CONSOLIDAMENTI – tipologie di danni
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La localizzazione con danni che interessano :•solo o prevalentemente la superficie di un oggetto, ossia lasua parte più esposta all’ambiente,•danni che riguardano l’intera massa di una parte di esso(fessurazioni, rotture, frantumazioni).•danni localizzati in punti della superficie•danni diffusi su larghe aree.
La tipologia, con danni che provocano :•perdita del materiale originale (mancanze/lacune),•deformazioni (formazioni di pustole, scagliette, sollevamenti)•contrazioni ed espansioni (crettature, fessurazioni),•disgregazione (frantumazione polverizzazione), etc.
CONSOLIDAMENTI
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Tutto ciò determina una varietà di problemi direstauro affrontabile solo con l’adozione di unagamma altrettanto variegata di soluzionitecnologiche, facendo uso di procedimenti emateriali diversi e specifici.
Il restauro si propone, in definitiva, di ritrovare dellecondizioni meccaniche sufficientemente stabili, perprolungare l’esistenza degli oggetti, senza alterarnel’aspetto, senza modificarne, se non in misuramoderata e minimale, il comportamento strutturaleoriginario e di realizzazione.
Ci occuperemo in primo luogo e soprattutto diripristino della coesione di un mtaeriale degradato.
CONSOLIDAMENTI ‐ PROBLEMATICHE DEL CONSOLIDAMENTO
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PRINCIPALI TIPI DI CONSOLIDAMENTO
La pratica operativa infatti raggruppa in due o tre principali tipologie gli interventi di consolidamento:
1) il consolidamento strutturale2) il consolidamento delle superfici3) gli interventi di riadesione.
CONSOLIDAMENTI – tipi di consolidamento
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1) il consolidamento strutturale
Per quanto esso ci si avvale di soluzioni tecnologiche ditipo meccanico, variabili a seconda del contesto e delproblema quali:
• i rinforzi strutturali posti sul retro delle tavole dipinte• l’ introduzione di perni, in parti di statue,• l’inserimento di barre in vetro-resina o titanio ad ancorare
e ricongiungere conci e pietre fratturati o instabili infacciate
• L’installazione di staffe, cerchiature, tiranti…
Sono interventi che spesso prendono in prestito da altrisettori tecnologici alcune soluzioni specifiche di tipoingegneristico, adattandole alle esigenze della tutela deimanufatti artistici e architettonici
CONSOLIDAMENTI – tipi di consolidamento
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CONSOLIDAMENTO CON PERNI E FORMULATI ADESIVI
Negli ancoraggi, i perni svolgono un ruolodi sostegno della parte staccata,collegandola alle parti salde del manufatto.
Si possono realizzare imperniature internesia applicazioni di staffe o grappe esterne.
I perni possono essere in acciaio adaderenza migliorata, in titanio o invetroresina.
CONSOLIDAMENTI – tipi di consolidamento strutturale
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CONSOLIDAMENTO CON FIBRA DI CARBONIO La tecnica consistenell’incollare alsupporto, medianteresine adesive, fascedi fibre di carbonio adalta resistenza.
Le fibre di carboniopossono essereutilizzate per ilconsolidamento dielementi lapidei, inmuratura o lignei.
Le caratteristicheprincipali sono laresistenza meccanicae chimica, il peso e lospessore limitati, lafacilità e la duttilità diapplicazione.• Non adatta a materiali degradati
• Può provocare strappi
CONSOLIDAMENTI – tipi di consolidamento strutturale
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3) gli interventi di riadesione.
L’intervento, più propriamente, riguarda un problema diadesione.L’attenzione si focalizza sull’interfaccia tra parti o elementidistaccati di un oggetto (una delle quali, spesso, a strutturalaminare), piuttosto che alla massa della materia costitutiva.Più che un consolidante, serve in questi casi un adesivo perassicurare una giunzione stabile tra due elementi originali,senza prevalere meccanicamente su di essi.
Si pensi alla foderatura delle tele, alla ri-adesione di affreschistaccati su nuovo supporto, etc.
CONSOLIDAMENTI – tipi di consolidamento ‐ riadesione
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CONSOLIDAMENTO MEDIANTE INIEZIONI
CONSOLIDARE RIDANDO CONTINUITA’
L’intervento consiste nell’eseguire una serie di iniezioni a base di miscele leganti, la cui scelta dipende dalle dimensioni della cavità da riempire e dal materiale da trattare.
I prodotti devono avere una viscosità adeguata alla porosità del materiale, per consentire una penetrazione profonda della miscela consolidante, fino agli strati ancora sani. Una penetrazione solo superficiale, provocherebbe un appesantimento degli strati esterni e il loro conseguente distacco.
Si iniettano ad es. silicato di etile, malte fluide, resine, ..
CONSOLIDAMENTI – tipi di consolidamento ‐ riadesione
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2) il consolidamento delle superfici
In questa sede ci occuperemo del ripristino della coesione dei materiali, laddove questa sia andata perduta o compromessa a seguito del degrado.
Questo, probabilmente, è il consolidamento per antonomasia, quello di cui più spesso si parla e che presenta aspetti assai critici, sotto il profilo sia teorico che pratico.
CONSOLIDAMENTI – tipi di consolidamento superficiale
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Sono interventi volti a ristabilizzare i materiali costituenti lasuperficie degradata (discontinua, decoesa, fragile, erosa…)di un manufatto
La superficie di un manufatto è la sua interfaccia conl’ambiente e la sua parte maggiormente esposta agli agentiaggressivi esterni che provocano degrado :•fattori propri dell’ambiente – naturali o derivantidell’inquinamento;•dalla migrazione interna e conseguente ri-cristallizzazionedei sali solubili,•Prodotti di scarto ed effetti di precedenti restauri eseguiti inmodi impropri.
CONSOLIDAMENTI ‐ OBBIETTIVI DEL CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE
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Occorre inoltre ricordare che:
• Nei materiali porosi (pietre, mattoni, malte di allettamentoo da intonaco, etc.), il degrado di tipo fisico segue spessoun gradiente progressivamente crescente, dall’interno delmanufatto verso l’esterno.
• La perdita di coesione derivante dal degrado non èuniforme, in direzione ortogonale alla superficie: si va dalmateriale sano (più all’interno) verso il materialedecoeso/disgregato, in prossimità dell’esterno.
• Lo spessore di questa fascia affetta da decoesione,disgregazione, polverizzazione e da molte altremanifestazioni correlate (v. NORMAL 1/88), è assaivariabile, a seconda del materiale costitutivo, del contesto,della situazione locale, anche di carattere puntuale.
CONSOLIDAMENTI ‐ OBBIETTIVI DEL CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE
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DISTRIBUZIONE DELL’EFFETTO CONSOLIDANTEIN FUNZIONE DELLA PROFONDITA’
Solo questa fascia compromessa deve essere l’oggetto delnostro intervento di consolidamento sapendo che:
• l’intervento si rivela insufficiente (quasi sempre lo è) sequesta fascia è interessata solo parzialmente dall’azioneconsolidante (ad esempio solo la sua porzione più esterna)
• al contrario, l’intervento risulta invasivo o eccessivo seagiamo con il consolidante anche sulla parte più interna esana del materiale costitutivo.
CONSOLIDAMENTI ‐ MODI DEL CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE
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coesioneeffetto
consolidanteinsuffic.
superf ‐1 ‐2 ‐3 ‐4 ‐5 ‐6 mm
effetto consolidante
invasivo
coesione
effetto consolidantecorretto
superf ‐1 ‐2 ‐3 ‐4 ‐5 ‐6 mm
Non è facile controllare i procedimenti d’intervento, per agire tra questesituazioni estreme.Un corretto intervento (scelta dei metodi, dei materiali e soprattutto deimodi di realizzazione) è quello che riesce a distribuire il consolidante inmodo graduale esterno/interno, come graduale, nello stesso senso, è laperdita di coesione del materiale su cui si agisce.
CONSOLIDAMENTI ‐ MODI DEL CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE
Laboratorio d i R e s t a u r o -prof. arch. Stefano F. Musso
POTERE COESIVO DEL CONSOLIDANTE
• negli interventi di consolidamento si è spessopeccato in eccesso:
• per la quantità del consolidante,• per la sua forza coesiva, sproporzionata rispetto al
problema da risolvere ;
Il rimedio può rivelarsi, nel tempo, peggiore delmale: le tensioni anomale che si generano inpresenza di stress possono infatti dare origine anuovi danni.
CONSOLIDAMENTI ‐ MODI DEL CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE
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IRREVERSIBILITA’ DEL CONSOLIDAMENTO
il consolidamento è operazione intrinsecamente irreversibile,al di là della reversibilità o meno del consolidante utilizzato.
è piuttosto doveroso ricercare altre condizioni quali:• la durabilità,• la compatibilità• il minimo intervento.
Il consolidamento delle superfici è un intervento pressochédefinitivo che al massimo potrà perdere efficacia, dopo uncongruo periodo di tempo, ma che non dovrebbe maitrasformarsi in una causa di danno.
CONSOLIDAMENTI ‐ MODI DEL CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE
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Materiali, procedure e strumenti utilizzati in altri termini devono assicurare:
•la stabilità nel tempo dell’intervento,•la compatibilità (con altri materiali ed elementi presenti),
•l’inerzia dei materiali e dei sistemi impiegatirispetto al materiale trattato e all’ambiente di cui èparte
•La ritrattabilità della zona interessatadall’intervento con il medesimo o con altrometodo e prodotto.
CONSOLIDAMENTI – REQUISITI DEL CONSOLIDAMENTO
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L’impregnazione di un materiale si basa sul principio dellacapillarità, cioè sulla proprietà che hanno i fluidi dipenetrare all’interno dei corpi porosi, per adesione allepareti dei pori.
I parametri che regolano questo processo sono:•La viscosità del fluido•Il diametro dei pori o capillari•La distribuzione dei pori all’interno del materiale•La bagnabilità del materiale di cui è costituito il manufatto
La penetrazione all’interno dei pori avviene per capillarità, mentre ladistribuzione all’interno avviene per diffusione ed è un fenomenomolto lento. Per tale motivo, occorre che il consolidante non“polimerizzi” troppo in fretta poiché, in questo caso, non si puòdistribuire uniformemente.
CONSOLIDAMENTI – PARAMETRI DEL CONSOLIDAMENTO
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È l’approccio più diffuso e tecnicamente più semplice
• il consolidante è già pronto all’uso, poiché la maggioranzadelle sostanze macromolecolari, grazie ai numerosi legamiche possono formarsi tra le loro molecole, hanno proprietàcoesive, adesive e filmogene (queste ultime possono essere assairischiose).
• E’ sufficiente sciogliere il polimero negli opportuni solventi(acqua o solventi organici) e farlo diffondere nella matriceda consolidare.
• L’evaporazione graduale del solvente farà ri-precipitare ilconsolidante all’interno, dove eserciterà l’azione coesiva.
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti polimerici in soluzione
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Principali prodotti consolidanti :
Consolidanti inorganici• sospensioni stabili di idrossido di Calcio• idrossido di Bario• Alluminato di potassio• Silicati inorganici• FluosilicatiConsolidanti organici• resine acriliche• resine epossidiche• resine siliconiche• elastomeri fluorurati
Ma si può proporre anche una diversa classificazione
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti polimerici in soluzione
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I polimeri più usati e facili da impiegare sono:
• Colle animali,• caseine,• uovo,• gomme vegetali,• resine naturali,• oli essiccativi e• polimeri di sintesi (vinilici, acrilici, siliconici, acril-
siliconici, idrocarburi fluorurati, etc.)Limiti e difetti:• difficoltà di permeazione,• modesta compatibilità con substrati minerali• limitata durabilità.
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti polimerici in soluzione
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Limiti e difetti:• La difficoltà di diffondersi all’interno di pori e in altri spazi
microscopici per “consolidare”, è una conseguenza dellanatura polimerica della sostanza.
• Non è la dimensione delle macromolecole a rendere difficilela migrazione nei micro-spazi; le macromolecole sonosempre enormemente più piccole delle dimensioni mediedei pori; è la struttura micellare del polimero in soluzione(associazione di macromolecole) e la viscosità che neconsegue a rendere difficile il transito in spazi microscopici.
• Spesso accade che buona parte del consolidante resti insuperficie o nelle immediate vicinanze di essa. L’azione èallora insufficiente o impropria, perché il consolidantetende a fare pellicola in superficie.
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti polimerici in soluzione
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Potenzialità/pregi – limiti/difetti• compatibilità fisica: ottima in alcuni casi (ad es. colla
animale su strati pittorici dei dipinti su tavola); assai dubbiain altri (consolidanti idrofobi su substrati lapidei).
• “compatibilità estetica”: ottimale in alcuni contesti (cfr.esempio precedente) e modesta in altri; nei materialiminerali, naturali e artificiali, l’alterazione cromatica dovutaai differenti indici di rifrazione può determinare effettifalsificanti.
• durabilità: dipende dal tipo di consolidante ma, in generale,trattandosi di sostanze organiche (sia pure a strutturapolimerica e quindi intrinsecamente dotate di una certainerzia), si registra tendenza all’ingiallimento e, talvolta,predisposizione all’ingrigimento dovuta alla facilità diritenzione del particellato atmosferico.
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti polimerici in soluzione
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Si usanomonomeri, e non polimeri e in tal modo si ha :
• buona diffusione del consolidante nei pori, nelle piccolecrettature, nelle discontinuità
• una volta che il monomero sia ben diffuso negli spazimicroscopici, la polimerizzazione che segue, all’interno,assicura un buon effetto consolidante.
Limiti e problemi• Il problema sta nel realizzare, con mezzi congrui ed efficaci, la
polimerizzazione all’interno dei materiali da consolidare.• qualche risultato e stato raggiunto, ma le ricerche sono tuttora in
corso.
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti a polimerizzazione in situ
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Rimedi
• Il ricorso all’uso di radiazioni ionizzanti (raggi X raggi γ perprovocare la radicalizzazione e conseguentepolimerizzazione) è certamente scomodo e moltolimitante.
• Radiazioni più accessibili quali gli U.V. purtroppo nonpenetrano nella materia.
• Rimane il ricorso al calore e alla catalisi chimica che sonole strade attualmente più esplorate, con qualchepromettente risultato.
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti a polimerizzazione in situ
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Il consolidante inorganico non è ‘pronto’ all’uso, ma vienefatto formare in situ.
•Si parte da un precursore, per lo più disciolto in soluzioneacquosa, che viene fatto permeare all’interno del materiale,talvolta a pennello ma più spesso ad impacco.
•Segue una reazione chimica che determina la formazionedel consolidante direttamente nei micro-spazi.
•Nella categoria che per prima consideriamo la reazionechimica è una idrolisi, ossia una reazione del precursore conl’acqua.
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti inorganici per idrolisi
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Sostanze utilizzabili:silicato di etile.
•Il precursore in questo esempio è organico (un esteredell’acido silicico)•il prodotto della reazione, ciò che rimane e che consolida, èinorganico: la silice amorfa idrata.
In passato sono stati proposti e impiegati anche altri prodottiinorganici basati sull’idrolisi (silicati alcalini, fluosilicati...)che hanno dato esiti assai negativi per i sottoprodotti che siformano e in alcuni casi, per la quantità eccessiva e smodata,del consolidante impiegata (es: i fluosilicati).
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti inorganici per idrolisi
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Potenzialità/pregi/cautele
• Elevata durabilità e compatibilità caratterizzano, ingenerale, questi trattamenti che tuttavia devonoessere studiati con molta attenzione prima di essereproposti onde evitare conseguenze negative eimprevedibili.
• il prodotto consolidante deve precipitare nei pori elegarsi chimicamente alla matrice del materiale daconsolidare , in modo da ricostruire una tessitura(è il caso del silicato di etile con i litotipi silicaticima non con quelli carbonatici).
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti inorganici per idrolisi
Laboratorio d i R e s t a u r o -prof. arch. Stefano F. Musso
Meccanismo d’azione
Anche in questo caso, naturalmente, si parte da un precursore.
Il processo è simile al caso precedente e prevede:• permeazione del precursore nel materiale da consolidare• successiva reazione al suo interno: in questo caso una
carbonatazione (reazione spontanea graduale con la CO2atmosferica).
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti inorganici per carbonatazione
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Sostanze utilizzabili:•L’esempio più classico e diffuso (anche nella tradizione passata) èquello dell’acqua di calce (soluzione acquosa satura dell’idrossido dicalcio). Purtroppo l’azione è modesta perché la concentrazione dellasoluzione satura è molto bassa e la quantità di consolidante che entranei pori è, di conseguenza, assai ridotta
•Più favorevole è la situazione con l’idrossido di bario consolidanteche presenta una quantità di pregi se applicato ai manufatti lapideidopo quasi 40 anni di esiti positivi sugli affreschi.
•Altri sistemi fondati sulla carbonatazione: micro-emulsioni di calce(cosidette nano-calci): attraverso la dispersione in emulsione, sisupera il problema della bassa concentrazione della calce insoluzione, fornendo una alternativa agli altri metodi basati su calce.
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti inorganici per carbonatazione
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Potenzialità/pregi• alta durabilità e buona compatibilità (salvo eccezioni)
Cautele/limiti• richiedono il rigoroso rispetto dei protocolli di applicazione
i quali, effettivamente, possono risultare non semplici, seconfrontati con quelli dei consolidanti polimerici.
• Basandosi su reazioni chimiche di precursori, di natura,talvolta, assai alcalini, possono riscontrarsi incompatibilitàcon particolari materiali, ad esempio nei dipinti murali, conalcuni leganti organici e con alcuni pigmenti.
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti inorganici per carbonatazione
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Meccanismo d’azioneinterazione del consolidante con il substrato• il consolidante si forma in seguito a una reazione tra il
precursore (precedentemente fatto permeare all’interno) e ilmateriale costitutivo del manufatto.
Sostanze utilizzabili:• E’ il caso dell’ossalato di ammonio su substrati calcarei,
(allo studio alcune interessanti alternative).
Lo stesso silicato di etile fonda l’effetto consolidante nontanto sulla formazione di silice amorfa per idrolisi, quantosui legami a ponte d’idrogeno che si instaurano tra la silicee gli ossidrili della pietra silicatica. Tanto è vero che sullepietre carbonatiche l’azione risulta assai modesta
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti inorganici per interazione con la matrice
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Sostanze utilizzabili:
• Anche nel caso del ‘bario’, il carbonato di bario (l’agenteconsolidante) viene a formarsi fondendo il proprio reticolocristallino con quello della Calcite, quindi attraverso unaevidente interazione di tipo cristallografico.
Limiti e cautele• Basare un intervento di restauro su una trasformazione del
materiale originale non sarebbe di per sé operazione apriori accettabile, se non, naturalmente, a fronte di precisegaranzie e condizioni.
CONSOLIDAMENTI ‐ Consolidanti inorganici per interazione con la matrice
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Il “consolidamento” con il metodo del bario è adatto per superfici solfatate e decoese. Si utilizza per il consolidamento delle pellicole pittoriche di affreschi ed è stato sperimentato anche sul marmo.
Metodo dell’idrossido di bario: consolidante e riadesivo
sostanze di partenza:calcio solfato
sostanze intermedie:ammonio solfatocalcio carbonatocalcio solfato
sostanze finali:bario solfatobario carbonato
bario idrossido
ammonio carbonato
In realtà:
• il restauro è per molti un po’ il luogo di ragionevolicompromessi dove, cercando di modificare il menopossibile – in realtà sempre qualcosa viene modificato erarissime sono le operazioni realmente reversibili – sicercano vie accettabili per prolungare l’esistenza delletestimonianze culturali materiche del passato.
• Quali sono le condizioni che consentono di accettare ilprincipio su cui si fonda l’ossalato di ammonio (ed altri chepotranno venire sviluppati in futuro)?
CONSOLIDAMENTI
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• Che le trasformazioni indotte siano minimali e controllabili, e questo in effetti risulta possibile.
• Che l’adozione del metodo sia riservato a situazioni in cuimetodi alternativi siano pochi o inesistenti.
• Questo può essere il caso dei manufatti carbonatici porosi,esposti all’aperto e soggetti a flussi di soluzioni saline; unasituazione assai complessa sotto il profilo conservativo mapurtroppo assai ricorrente, per la quale l’impiego diconsolidanti polimerici a solvente ha messo in luce, neltempo, serie complicazioni, e dunque una situazione in cui,effettivamente, non esistono molte alternative.
CONSOLIDAMENTI
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Metodo Nonfarmale
Fasi principali:
• Velinatura applicata con alcol polivinilico in soluzione piuttostoconcentrata
• Asciugatura della superficie dopo la velinatura
• Stesura della miscela consolidante prima a spruzzo e poi apennello, in fasi successive (iniezioni se la superficie fosse moltosporca)
• Dopo un mese, ad evaporazione del solvente avvenuta, rimozionedella velinatura
• Pulitura della superficie
• Completamento del consolidamento mediante applicazione aspruzzo
Pre-consolidamenti mediante velinatura
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Corso di T e c n i c h e d i R e s t a u r o -prof. arch. Stefano F. Musso
A PENNELLOSono stati applicati quattro diversi prodotti consolidanti e protettivi:
- Silicato di Etile (Esteri etilici dell’acido silicico)- Resina acrilica (Paraloid B72)- Elastomero fluorurato (Akeogard LTX)- Miscela di resine acriliche (Safe Stone®)
• Non filmogeno• Permeabile al vapore
• Non alterare le caratteristiche cromatiche• Buona capacità di penetrazione
CONSOLIDAMENTI – TECNICHE DI CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE
I consolidamenti della materia sono in genere attuati medianteimpregnazione con sostanze consolidanti, applicate con metodi diversi:
• per immersione• a tasche• per colatura• sottovuoto• a pennello• per semplice contatto• a spruzzo• mediante iniezioni• per fleboclisi• …
• prodotti inorganici:− idrossido di bario− silicato di etile− latte o acqua di calce− malte di diversa composizione
• prodotti organici:−colle naturali e artificiali− resine acriliche− resine acrilsiliconiche− resine epossidiche−…
Metodi di applicazione Sostanze consolidanti
CONSOLIDAMENTI – TECNICHE DEL CONSOLIDAMENTO
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CONSOLIDAMENTO PER IMPREGNAZIONE
A SPRUZZO A TASCHE
L’impregnazione si basa sulprincipio fisico della capillarità.
I parametri che regolano ilprocesso della penetrazionesono sostanzialmente:
a) la viscosità del fluido;
b) Il diametro dei pori delmateriale;
c) la distribuzione dei poriall’interno del materiale;
d) la bagnabilità del materiale;
CONSOLIDAMENTI – TECNICHE DI CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE
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