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Jean-Baptiste Lamarck Francesco Piazz

Jean baptiste lamarck (Piazza Francesco)

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Jean-Baptiste Lamarck

Francesco Piazza

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Biografia Jean-Baptiste Pierre Antoine de Monet cavaliere di

Lamarck, nato a Bazentin-le-Petit il 1° agosto 1744 e deceduto a Parigi il 18 dicembre 1829, fu un biologo, zoologo e botanico francese. Fu lui a coniare il termine “Biologia” e ad elaborare il Lamarckismo.Dopo aver partecipato alla Guerra dei Sette anni, andò e si stabilì a Parigi, dove si dedicò allo studio della Biologia,della meteorologia e della botanica, ottenendo la laurea in Scienze Biologiche e specializzandosi in Zoologia e Botanica all' Università di Parigi nel 1774.Durante la sua vita fece anche un viaggio attraverso l'Europa come accompagnatore del figlio di Buffon, un famoso evoluzionista, ed al suo ritorno lavorò alla Encyclopédie methodique, completando il lavoro di Diderot.Ricevuta la cattedra di zoologia al Museo Nazionale di Storia Naturale, decise di dedicarsi a tale disciplina, concentrando i suoi interessi soprattutto sui molluschi e sui fossili. E’ nel 1809 che pubblica la sua opera più importante: la Philosophie zoologique.

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La TeoriaLa Teoria di Lamarck, viene spiegata per la prima volta con la pubblicazione del 1809 de “Pholosophie Zoologique”.Con questo lo zoologo giunse alla conclusione che gli organismi, così come si presentavano ai suoi occhi, fossero il risultato di un processo graduale di cambiamento che avveniva sotto la pressione delle condizioni ambientali.Per spiegare quella che sembrava essere una prima teoria evoluzionista, Lamarck basò la sua teoria su 3 idee.

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1. La Varietà Dei ViventiEssendoci una grande varietà di essere viventi al mondo, Lamarck riteneva che poche specie fossero riuscite a mutare nel corso degli anni. Pensava inoltre che gli animali non sono stati sempre come li conosciamo adesso, ma che abbiano raggiunto la loro “perfezione” attraverso piccole trasformazioni che hanno migliorato le loro condizioni di vita.

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2. L'uso e il Non uso degli Arti

Infatti, secondo Lamarck, le specie avevano con il tempo sviluppato gli organi del loro corpo che permettevano di sopravvivere e di adattarsi all'ambiente.

Per spiegare questa idea ricorse all'esempio delle giraffe: in un primo momento, secondo il biologo francese , sarebbero esistite solo giraffe con il collo corto; queste ultime, per lo sforzo fatto per arrivare ai rami più alti, sarebbero poi riuscite a sviluppare collo e zampe anteriori e ad avere quindi organi adatti alle circostanze.

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Nell’ipotesi avanzata da Lamarck, l’allungamento del collo della giraffa, come qualsiasi altro adattamento, è prodotto da una tendenza al miglioramento, propria dell’organismo animale: una vera e propria “Spinta Interna”.

Gli antenati della giraffa, nei quali non è sorta questa spinta interna, sono rimasti a pascolare l’erba e hanno dato origine ad altre specie di erbivori, quali potrebbero essere le antilopi della savana.Così da un unico gruppo di animali, eguali fra loro, si sono prodotte le giraffe ed altre specie i cui caratteri, col passare del tempo, sono diventati sempre più diversi, in seguito all’adattamento all’ambiente.

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3. L'ereditarietà dei caratteri acquisiti

Lamarck credeva che le specie tramandassero i caratteri acquisiti (il collo e le zampe più lunghi nel caso delle giraffe) ai discendenti delle generazioni future. Fino a quando, a furia di continui piccoli adattamenti, venisse fuori una specie completamente diversa da quella di partenza.

Una giraffa che cerca di allungare il collo e ne aumenta di poco la lunghezza, trasmette quindi per via ereditaria un collo più lungo ai suoi figli.

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E’ però ormai certificato che le mutazioni somatiche (che riguardano cioè il corpo) non si possono trasmettere ereditariamente, perché esse non intervengono sul patrimonio genetico dell'individuo che sarà poi trasmesso alla progenie.

Il concetto base della ereditarietà dei caratteri acquisiti è infatti stato ampiamente respinto nel ventesimo secolo.

Patrimonio genetico: insieme dei messaggi contenuti nei geni dei genitori che vengono trasmessi ai loro figli determinando in essi la comparsa di caratteri ereditari.

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Il patrimonio genetico di un organismo, e quindi la trasmissione di un particolare carattere alla prole, può essere modificato solamente attraverso cambiamenti dell’acido desossiribonucleico (DNA).

“Soft inheritance” (Eredità Soft) è il termine coniato da Ernst Mayr per includere idee del lamarckismo. È però in contrasto con le idee moderne di ereditarietà , che Mayr chiama “Hard inheritance” (eredità difficile). Da Mendel, la genetica moderna ha dichiarato che il materiale genetico ereditario è impermeabile alle influenze ambientali (tranne, naturalmente, per effetti dovuti alle mutazioni).

Ernst Mayr

Mendel

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La sua teoria era già stata respinta anche da August Weismann nel 1880 quando sviluppò la teoria della successione, secondo la quale il plasma germinale (le cellule sessuali, in seguito ridefinite come il DNA), è rimasto separato e distinto dal soma (il resto del corpo), quindi nulla di ciò che accade al soma può essere trasmesso con il plasma germinale.

Questo modello è alla base della concezione moderna di ereditarietà dei caratteri genetici.

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In conclusione, possiamo affermare che Jean-Baptiste Lamarck, nonostante le sue ipotesi sull’ereditarietà dei caratteri si siano poi rivelate errate, avviò il genere umano allo studio e alla scoperta di nuove teorie evoluzionistiche, in netto contrasto e scontro con le idee di creazionismo, dogma della Chiesa cattolica.

Inoltre, dalle ricerche di Lamarck, presero forma gli studi sulla selezione naturale di Charles Darwin cinque anni dopo.