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Jean Louis Andrè Théodore Géricault 1791-1824 Molinari Elena 5F A.S.2005/2006

Jean Luis Gericault

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Jean Louis Andrè Théodore

Géricault1791-1824

Molinari Elena 5FA.S.2005/2006

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La VitaJean louis andrè Théodore

GericaultNasce nel 1791 a RouenMuore nel 1824 a Parigi

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Jean-Louis-André-Théodore Géricault nasce a Rouen il 26 settembre 1791, unico figlio di Georges Géricault e Louise Caruel. Nel 1796 la famiglia si stabilisce a Parigi, dove Théodore compie gli studi presso il Lycée Impérial. Nel 1808 entra come allievo nello studio di Carle Vernet. Dopo aver trascorso due anni presso Vernet, decide di entrare nell’atelier di Guérin. Nel 1812 frequenta l’Ecole des Beaux-Arts, e partecipa al Salon con il quadro L’ufficiale dei cavalleggeri della Guardia imperiale alla carica.

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Dopo una tormentata relazione sentimentale, Théodore decide di partire per l’Italia dove si trattiene dall’autunno del 1816 all’autunno dell’anno successivo. Al suo ritorno Parigi si dedica alla litografia con soggetti d’ispirazione militare e scene di vita romana. Fra il 1818 e il 1819 lavora alla grande tela della Zattera della Medusa che, esposta al Salon, suscita reazioni contrastanti. Al termine di questa impegnativa opera, l’artista si reca a Londra in compagnia del disegnatore Charlet.

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Nel giugno del 1820 la Zattera della Medusa viene presentata con successo all’Egyptian Hall di Londra. Dopo aver fatto visita a Bruxelles al pittore David in esilio, Théodore fa rientro in Inghilterra. Alla fine del 1822 ritorna definitivamente a Parigi. Il suo ritorno in patria è funestato da alcune speculazioni economiche rovinose e da due gravi incidenti a cavallo. Nonostante le precarie condizioni di salute, l’artista realizza numerose litografie e inizia la serie dei ritratti di alienati, per il dottor Etienne-Jean Georget (1822).

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Ormai immobilizzato, Géricault prepara i disegni per alcuni quadri e illustra le opere poetiche di Byron (1823). Muore il 26 gennaio 1824, a trentadue anni, nella sua casa parigina tra le braccia di Dedreux-Dorcy e dei colonnelli Bro e Brack. Al Salon di quell’anno vengono esposti, come gesto di omaggio, due dei suoi ultimi dipinti, Fucina di paese e Garzone che dà l’avena a un cavallo. In quello stesso anno il museo del Louvre acquista, attraverso la mediazione di Fourbin e di Dedreux-Dorcy, la Zattera della Medusa.

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Le OpereDi uno dei più grandi pittori neoclassici-romantici dell’Europa :

Théodore Gericault

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Quest’opera è ispirata ad un fatto realmente avvenuto che sconvolse l’opinione pubblica: il naufragio della Medusa, una nave che trasportava soldati e civili. Erano in 400 e per salvarsi 150 salirono su una zattera e il resto su un canotto. La zattera era legata al canotto ma le persone che stavano sul canotto tagliarono i cavi della zattera che rimase in balìa delle onde. Ci furono anche episodi di cannibalismo. Alla fine i naufragi vennero salvati dalla nave Argus.Gericault sceglie il momento meno mostruoso e quello più intenso e drammatico: l’avvistamento della nave.Affittò uno studio apposta per lavorare a questa tela, vicino l’ospedale per poter fare ogni giorno degli schizzi su dei malati e sui cadaveri. Un falegname gli fece anche una zattera per ispirarlo, su cui egli mise degli uomini di cera ma, non soddisfatto, prese dei modelli. E’ romantico ma anticipa il verismo per la cura scrupolosa dei malati. Rappresenta un crescendo di emozioni, dalla disperazione alla speranza. Questa ha il culmine nel ragazzo di colore che sventola uno straccio.

La zattera della medusa

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Compositivamente è impostato su due direzioni: dalla base al ragazzo e da quello che sta a terra alla vela. Ci sono delle spinte contrarie: i naufraghi che vanno verso la nave e il vento che li spinge dalla parte opposta.Il quadro è composto da due piramidi cha hanno il culmine una con il ragazzo di colore e l’altra con l’albero maestro. Le figure hanno un’influenza classica.Gericault trasforma un dramma di cronaca in un dramma universale senza tempo. E’ ritenuto un’allegoria politica in quanto va contro il governo per il ritardo dei soccorsi ma anche contro la gerarchia accademica

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Il fotomontaggio realizzato da Richard Slye rappresenta, come per Gericault, il dramma della nostra società ma in chiave moderna

Schizzo realizzato da Gericault per la realizzazione del suo quadro più importante e famoso: La zattera della mdusa.

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Tre trombettieri a cavallo

Géricault ebbe una vera e propria passione per i cavalli, sin dall'adolescenza, quando poteva esercitarsi a lungo in prodezze di equitazione. L'acquisto del primo cavallo nel 1808 coincise con la volontà di diventare un pittore di cavalli. Riuscì a entrare nello studio di Carle Vernet, pittore di genere, in quel periodo intento a dipingere scene di battaglie napoleoniche. Dopo un breve apprendistato con Guérin, allievo di David, Géricault s'iscrisse all'Ecole des Beaux-Arts nel 1812 e si dedicò allo studio dei grandi maestri del passato. Ma i suoi interessi erano sempre più rivolti alle immagini di cavalli, fanti, ussari e trombettieri a cavallo, come in questo caso, eseguite con una particolare attenzione al movimento e all'anatomia delle bestie e secondo forti contrasti cromatici e di luce, per esempio nel rosso acceso delle uniformi.

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In questa scena l'artista rappresenta il momento finale della corsa dei cavalli barberi, quando le bestie concludono la loro corsa in un recinto dove li attendono degli stallieri che li imbrigliano. Alla manifestazione, che segnava la fine delle feste di carnevale, Géricault assistette nel 1817 e ne trasse spunto per diversi studi e dipinti in cui poteva concentrarsi sul soggetto preferito dei cavalli. In questo caso l'immagine si lega ai modelli del passato, non solo nel tema degli schiavi abbigliati all'antica, ma nelle forme eroiche e statuarie del nudo a destra e del cavallo, che rievocano i fregi con le centauromachie.

Cavallo fermato da schiavi

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In questa fase di grandi rivolgimenti politici e militari, la realtà prende il sopravvento e irrompe nell'arte, in particolare di Géricault, che ha così l'occasione di comporre grandi scene di battaglie e di azione con i suoi amati cavalli. Del resto lo stesso pittore aveva avuto il suo momento di entusiasmo politico, quando nel 1814 era entrato nel corpo dei moschettieri del re, ricostituito da Luigi XVIII, una vicenda che durò poco, ma che comunque ispirò notevoli composizioni di vita militare, tra cui questo Tiro d'artiglieria, che si caratterizza per il tocco rapido del pennello, quasi al ritmo della cavalcata, e per i punti violenti di luce, quali il fuoco dei cannoni o il riverbero del manto pezzato degli equini.

Tiro d’artiglieria

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Una delle cose che più colpì Géricault a Roma fu la corsa dei cavalli barberi, organizzata a conclusione delle festività del carnevale; lungo la via del Corso, da Palazzo Venezia a piazza del Popolo, venivano lanciati i cavalli senza cavaliere, che alla fine venivano afferrati e rinchiusi dai palafrenieri. Al tema della gara, Géricault, amante della razza equina, dedicò diverse composizioni; questa coglie il momento della partenza, quando i cavalli eccitati sono tenuti a freno da possenti stallieri, che nelle loro proporzioni rievocano le immagini michelangiolesche. L'ambientazione concorre a definire uno spazio "antico", quello dei giochi dell'antica Roma, ai quali partecipava tutta la popolazione.

Corsa dei cavalli barberi

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Non potendo andare in Oriente a causa della salute cagionevole, Géricault decide di compiere un viaggio a Londra, in compagnia dell'amico Charlet, dove giunge nel 1820. Nella capitale inglese espone La zattera della Medusa, che lo impone sulla scena londinese e favorisce un certo successo economico. Affitta un elegante appartamento nel quartiere di Mayfair da un mercante di cavalli, Adam Elmore. Saputo della passione per i cavalli di Géricault, Elmore gli commissiona un dipinto sul Derby di Epsom, al quale l'artista assiste nel 1821. Nonostante la fervida attività, questo quadro rappresenta l'opera più importante del periodo londinese, l'unico portato a termine, in cui i cavalli sono lanciati al massimo della corsa, al punto da staccarsi da terra. Questo carattere irreale, in qualche modo fantastico, dell'ambientazione e delle figure, ha reso questo quadro autonomo dalla restante produzione di Géricault.

Derby di Epsom

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Dopo aver tentato e fallito il concorso del Prix de Rome, la prestigiosa prova che permetteva al vincitore di recarsi a Roma, per svolgere il perfezionamento artistico come "pensionnaire" all'Accademia di Francia a Villa Medici, Géricault decise di partire per conto proprio alla volta dell'Italia. Doveva vivere anche lui l'esperienza del "grand tour", con cui gli artisti e i gentiluomini completavano la loro educazione estetica; a Roma subì un'impressione profonda al cospetto degli affreschi michelangioleschi della Sistina e delle opere di Raffaello, del Guercino, di Caravaggio. Tuttavia oltre al fascino dell'antico e dei maestri del passato, Géricault fu attratto dalla vita contemporanea, che tradusse nelle sue scene di contadini e gente umile, come questa, che nell'impostazione e negli atteggiamenti riprendono le composizioni classiche.

Famiglia italiana (o Famiglia povera)

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Al tema del mare in tempesta, Géricault ha dedicato alcuni degli ultimi dipinti. Questa Marina, in cui il colore delle acque nero e livido contrasta con quello della roccia chiara, rivela il gusto romantico per la rappresentazione di una natura violenta e incombente, che sovrasta le forze dell'uomo, piccolo in primo piano. Traspare il senso metaforico della morte nel buio dei flutti che ingoiano la vita, così come in altre composizioni in cui vi sono naufraghi o annegati. Tale metafora è rafforzata dal carattere irreale e onirico dell'immagine, per cui il paesaggio non è reso in forma descrittiva, ma secondo macchie di luce e macchie scure, come un'evocazione del sogno.

Marina

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Nella sua breve carriera Géricault ha sperimentato temi e generi molto diversi fra loro. Uno dei soggetti al quale si è dedicato con attenzione, raggiungendo esiti pregnanti, è quello dell'espressione fisiognomica delle patologie e delle alterazioni psichiche della personalità. I suoi ritratti di alienati risentono delle scoperte di quegli anni a opera di psichiatri quali Pinel, Esquirol e Georget, impegnati nello studio della monomania che Géricault traduce con impareggiabile puntualità. La vecchia qui affetta dall'ossessione dell'invidia è colta con impietoso realismo; lo sguardo corrucciato di chi osserva qualcosa che produce quel sentimento che altera tutti i tratti del volto, al punto da venir soprannominata la "iena".

Monomane del l ’ invidia (La iena)

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Schizzo della monomane dell’invidia.Si può notare la particolare tecnica con cui è stato realizzato il dipinto, la bruttezza e l’oscenità del volto di questa donna. Da questo punto di vista pare che Gericault abbia voluto incutere timore e angoscia ma l’epoca in cui egli visse lo portò alla realizzazione dello stesso disegno ma in chiave più armonica se pur sempre angosciante. Lo sguardo, ad esempio, è ammorbidito. Se prima la sensazione era di paura ,adesso la sensazione è più inquietante e dogmatico. Migliore nella seconda pert la realizzazione dell’invidia negli occhi della donna.

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Il dipinto fa parte di un gruppo di tre opere, eseguite dopo il rientro dall'Italia alla fine del 1817. Si tratta di paesaggi colti in tre momenti diversi della giornata, Paesaggio italiano all'alba, Paesaggio con tomba romana (Mezzogiorno), questo Paesaggio con acquedotto (La sera), che rispondono maggiormente all'impostazione iconografica dei maestri del Seicento, quali i francesi Poussin, Claude Lorrain e Gaspar Dughet e gli italiani Carracci, piuttosto che a una osservazione diretta e realistica dei luoghi. La diversa incidenza della luce, dovuta alle ore del giorno, in questo caso rende ancora più lirica questa interpretazione ideale del paesaggio, nel quale si percepisce il vagheggiamento nostalgico per un mondo antico e perduto.

Paesaggio con acquedotto (La sera)

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Uno dei tanti motivi di attrazione di Géricault fu l'Oriente, il desiderio di conoscere luoghi lontani e sconosciuti e di vivere avventure fuori dall'ordinario e dagli schemi del mondo occidentale. Non poté realizzare questo sogno per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute, peggiorate notevolmente in seguito a due cadute da cavallo. Le uniche incursioni che fece nei mondi esotici furono attraverso il fedele servitore Mustafà, che conobbe con un gruppo di turchi, forse scampati a un naufragio, nel 1819. A questo periodo appartengono alcuni dipinti e diversi studi di teste di orientali, abbigliati con turbanti e casacche. Anche in questo caso l'osservazione del pittore si rivela penetrante e puntuale nei particolari delle orecchie sporgenti e degli occhi grandi e scuri.

Ritratto di or ientale (Ritratto di Mustafà)

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Anatomical spring

Questa è una delle ultime raffigurazioni interpretate da Théodore Géricault.Particolare di questo dipinto è, come visibile la cruenza e l’essere molto lucubre.Vengono illustrati un braccio ancora attaccato alla spalla e due piedi.L’oscurità dello sfondo dell’opera è spezzato dal rosso vivo del sangue che defluisce dalle membra strappate al corpo.Questo è oltre tutto una sorta di omaggio al progresso della scienza in età romantica(epoca in cui Gericault sviluppò le sue doti artistiche).

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Questo esempio di gusto macabro, tra i più orridi presenti nella storia dell’arte, furono studi realizzati da Gericault per la realizzazione della zattera. La scelta di studiare frammenti anatomici, per le potenzialità espressive che se ne potevano trarre, ci rivelano alcuni aspetti precisi sulla psiche di Gericault, che di sicuro anticipa molti dei tratti più introversi e drammatici che ritroviamo nei successivi artisti romantici, e non solo pittori.  

Teste di giustiziati

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Altra ricerca al limite dell’ossessivo fu quella che Gericault condusse sui pazzi. Questa è solo una delle diverse tele che l’artista dedicò ai malati di mente, in uno studio teso a ritrovare nella inespressività degli alienati le linee di confine tra l’umano e ciò che non è più tale.

Alienata monomane del gioco

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Presentato al Salon del 1814 questo quadro non ricevette il successo attribuito nel 1812 all'Ufficiale dei cavalleggeri della Guardia imperiale alla carica, con cui Géricault aveva esordito; al contrario il Corazziere fu molto criticato per le proporzioni, eccessivamente lunga quella del soldato, e soprattutto per la pennellata concitata, che rendeva l'opera troppo "non finita", quasi un bozzetto. Il soggetto della ritirata dopo la disfatta era con ogni probabilità riferito alla sconfitta subita dall'esercito napoleonico da parte dell'Inghilterra e degli altri paesi europei. Nel clima di Restaurazione era tornato in voga il linguaggio curato in tutte le sue parti di David e il pubblico non era pronto a recepire una stesura così poco rifinita come quella di Géricault.

Corazziere fer ito che lascia i l fuoco

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Gericault, amante dei cavalli, scelse di rappresentarli in molte delle sue opere principali e più belle. Alcune opere sono addirittura interamente dedicate a immagini di cavalli, più o meno tristi.

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Altre opere

La veille ItalienneRappresentante una vecchia donna italiana

Portrait of Bearded:Rappresentante uomo con barba

Uomo italiano

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Alcuni schizzi

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La poplarità e la bravura di Gericault furono premiate e ricordate anche grazie a queste stampe di frasncobolli

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Fine

Anno scolastico 2005-2006 Molinari Elena 5f