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8/19/2019 Jung.la Separazione Da Freud
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Migliore risposta: Jung.La separazione da Freud e il nuovo orientamento della psicoanalisi
Nel 1912 Jung pubblicò il suo testo fondamentale Trasformazioni e simboli della libido, dove erano presenti i
primi disaccordi teorici con Freud assieme al primo abbozzo di una concezione finalistica della psiche. I
disaccordi continuarono nelle conferenze sulla psicoanalisi (Fordham lectures) tenute da Jung lo stesso anno
a New York. L'aspetto centrale delle differenze teoriche risiedeva in un diverso modo di concepire la Libido:
mentre per Freud il "motore primo" dello psichismo risiedeva nella pulsionalità sessuale, Jung proponeva di
riarticolare ed estendere il costrutto teorico di Libido, rendendolo così comprensivo anche di altri aspetti
pulsionali costitutivi "dell'energia psichica". La "sessualità" passa così dall'essere costrutto unico e centrale
nella metapsicologia Freudiana, a costrutto importante ma non esclusivo della vita psichica in quella
Junghiana. La libido è l’energia psichica in generale, motore di ogni manifestazione umana, compresa la
sessualità. Essa va aldilà di una semplice matrice istintuale proprio perché non è interpretabile solo in termini
causali. Le sue “trasformazioni”, necessarie a spiegare l’infinita varietà di modi in cui si dà l’uomo, sono
dovute alla presenza di un particolare apparato di conversione dell’energia, la funzione simbolica.
Il termine "simbolo" è poi inteso secondo una concezione del tutto opposta a quella di Freud, il quale aveva
assimilato il concetto di simbolo a quello di segno, sulla base dell’elemento comune del rinvio. Ma mentre il
segno compone in modo puramente convenzionale qualcosa con qualcos’altro (aliquid stat pro aliquo), il
simbolo è un caso particolare del segno in cui, pur rimanendo l’elemento genericamente semiotico del rinvio,
questo rinvio non è diretto ad una realtà determinata da una convenzione, ma alla ricomposizione di un
intero, come vuole l’etimologia della parola. Ecco qui un’altra differenza con Freud: se egli interpretava le
fantasie inconsce alla stregua di meri segni di pulsioni, inaccettabili per la coscienza, per Jung esse sono, se
interpretate adeguatamente dall’io, simboli di nuove realizzazioni psichiche. Solo così si rende conto del
carattere costitutivamente aperto al nuovo della psiche, invece di ancorare quest’ultima al passato in
un’inarrestabile coazione a ripetere. La funzione simbolica (o trascendente) è capace di superare le
opposizioni di cui la psiche è costituita proprio attraverso la produzione di simboli. Essa opera affinché possa
avere luogo l’individuazione, cioè quel processo sintetico che coinvolge gli opposti che costituiscono l’uomo,
e nel quale l’individuo si riconosce nella sua autonomia dagli stereotipi culturali. L’adattamento trova la sua
ideale prosecuzione in questo processo, diviso in un momento di distinzione degli opposti (da cui si fa un
“passo indietro”) e in uno di integrazione di questi ultimi.
Il conflitto tra Freud e Jung crebbe al congresso dell'Associazione Psicoanalitica, svoltosi a Monaco
nell'agosto del 1913 contro le posizioni psicoanalitiche espresse da Janet durante la sessione dedicata alla
psicoanalisi. Nell'ottobre successivo si ebbe la rottura ufficiale, Jung si dimise dalla carica di direttore dello
"Jahrbuch". Ad aprile 1914 si dimise da presidente dell'Associazione e uscì definitivamente dal movimento
psicoanalitico.
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La psicoanalisi, quale creatura i cui meriti di gestazione erano ascritti al solo Freud, per la cui nascita aveva
pagato con l'isolamento e l'ostracismo da parte del mondo accademico ufficiale, questa psicoanalisi quale
nuova via della conoscenza, per Jung era divenuta più importante dello stesso padre che l'aveva generata.
Era nata dal lavoro di Freud ma adesso si trattava di farla crescere.
L'aspetto che li differenziava di più era la concezione dell'inconscio. Freud affermava che l'inconscio alla
nascita era un contenitore vuoto e durante la vita si riempiva delle cose che la coscienza riteneva "inutili". Al
contrario, Jung asseriva che l'inconscio aveva una sua autonomia creativa già dalla nascita di un essere
umano. Inoltre, secondo Jung, la psicoanalisi di Freud era schematica e teneva poco conto della persona nel
suo contesto vitale. Invece Jung dava importanza alla persona ed al suo contesto, così diede via alla sua
"psicologia analitica" che voleva essere non solo uno strumento per guarire da patologie psicologiche ma
anche una specie di filosofia di vita, o ancor meglio uno strumento per adattare la propria anima alla vita e
poterne cogliere tutte le potenzialità di espressione e specificità individuale. Egli chiamò questo percorso
"individuazione".
Al concetto di individuazione si lega la nozione di archetipo. Jung ipotizza che alla trasformazione della libido
e ai suoi simboli sia sottesa una pluralità indeterminata di “immagini primordiali”, collettiva e immutabile,
intese come una sorta di kantiane “forme a priori” che concorrono, come serbatoio originario
dell’immaginazione, alla formazione dei simboli. La funzione trascendente proietta l’individuo al di fuori di sé,
sul piano di un pensiero inconscio collettivo. Se la coscienza riesce a sviluppare un atteggiamento positivo
nei confronti dei prodotti di questa facoltà, i simboli, l’individuo può liberarsi del suo disagio riaffrontandolo da
un punto di vista diverso, “trascendentale”. Inoltre egli, nel differenziarsi da queste matrici collettive di senso
e dagli istinti primordiali, può integrare i valori universali custoditi dalla cultura, trovando una modalità
personale di attuarli.
Fonte/i:wikipedia :)