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Retrocomputer Magazine Anno 1 - Numero 3 - Maggio 2006 Jurassic News In Prova: Microtek MicroProfesor II Il CP/M sui sistemi Apple II Lory: un racconto di retro-computing da una storia vera Retro-com- puting: istrizioni per l’uso Esclusiva! Emulation: bridges over thrubled wa- ter Costruiamoci un emulatore Z80

Jurassic News - n. 03

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Retrocomputer Magazine in Italian Language

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Retrocomputer Magazine Anno 1 - Numero 3 - Maggio 2006

Jurassic NewsIn Prova: Microtek MicroProfesor II

Il CP/M sui sistemi Apple II Lory:

un racconto di

retro-computingda una storia

vera

Retro-com-puting:

istrizioni per l’uso

Esclusiva!Emulation:

bridges over thrubled wa-

ter

Costruiamoci un emulatore

Z80

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Jurassic News - Anno 1 - numero 3 - maggio 2006

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Jurassic NewsRivista aperiodica di

Retro-computing

Coordinatore editorialeTullio Nicolussi [tn]

Redazione

Sonicher [sc]

Hanno collaborato a questo numero:

Salvatore Macomer [sm]Lorenzo 2 [L2]Besdelsec [bs]

Impaginazione e graficaAnna [an]

DiffusioneLa pubblicazione viene

distribuitain formato elettronico

gratuitamenteper i membri iscritti.

[email protected]

CopyrightI marchi citati sono di copyrights dei rispettivi

proprietari.La riproduzione con qual-siasi mezzo di illustrazioni e di articoli pubblicati sul-la rivista, nonché la loro traduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione.

E’ consentita la diffusione a mezzo elettronico della rivista intera non modifi-cata e in singolo file nel formato originale purché

a titolo gratuito.

Jurassic News promuove la libera cir-

colazione delle idee

Sommario

Editoriale 3

Retrocomputer Istruzioniperl’uso(parte3)

4

LeprovediJN MultitechMicroprofessorII

6

DIR IlCP/MsuisistemiAppleII

12

IlraccontoLory

16

Retro-RivisteBit-n.5dicembre1979

26

Emulatori Costruiamociunemulatore(parte2)

28

EmulazioneEmulation-bridgesovertrubledwater

34

Biblioteca Don’tclickonthebluee!

46

BBS Lapostadeilettori

48

Anteprima Nelprossimonumero...

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InCopertina.

MicrotekMicroProfessorII,uncloneApple//chehaavutounadiffusioneforsesuperioreaisuoimeriti.

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Jurassic News

è una fanzine dedica-ta al retro-computing nella più ampia accezi-one del termine. Gli articoli trattano in gen-erale dell’informatica a partire dai primi anni ‘80 e si spingono fino...all’altro ieri.

La pubblicazione hacarattere puramenteamatoriale e didattico, tutte le informazioni sono tratte da materiale originale dell’epoca o raccolte (e attentamente vagliate) da Internet.

Normalmente il materi-ale originale, anche se “jurassico” in termini informatici, non è privo di restrizioni di utiliz-zo, pertanto non sem-pre è possibile riportare per intero articoli, foto, schemi, listati, etc…, che non siano esplicita-mente liberi da diritti.

La redazione e gli au-tori degli articoli non si assumono nessuna re-sponsabilità in merito alla correttezza delle informazioni riportate o nei confronti di even-tuali danni derivanti dall’applicazionedi quanto appreso sulla rivista.

Editoriale

TerzonumerodiJurassicNews...

Beh,confessatelo,moltiavrannopensatochenoncisaremo arrivati; e poi puntuali come nemmeno le rivisteprofessionalisannofare...epoigratis...Insommaqualchepeccatucciodiimpaginazioneedisintassicelopotetean-cheperdonare! Questonumeropresentaunanuovaimpaginazionere-alizzatadaAnnachehalavoratoparecchio(anchesediceleistessacheintendeperfezionarladinumeroinnumero)dopoaverdecisodicambiarestrumentosoftwaredaMi-crosoftPublisheraAdobeInDesign.Publisherèunbuonprodottomamoltopiùadattoapiccolepubblicazionisenzatroppepretese.Lascelta,dopoavervalutatoancheQuakeXpress,ècadutasulprodottodiAdobeancheperlasuadisponibilitàsiasottoMacOSXchechesottoWindows,caratteristica che l’ha fatto preferire al prodotto dellaQuake,peraltrocompletissimo.IlMACfral’altrosièrive-latalapiattaformaidealeconfermandociquellocheingirosi dice ormai da decenni: -”MAC e grafica vanno a brac-cetto”. Progettando questa fanzine ci eravamo proposti diampliare il più possibile gli argomenti, anche sconfinando in campinontecnici.Bene,manteniamoquestapromessainau-gurandolanuovarubricachiamata(senzatroppafantasiainverità)“Retro-Racconti”. Probabilmente abbiamo tutti qualcosa da raccon-tareinmeritoalnostrohobbydelretro-computing:comel’abbiamoscoperto,qualeèstatalamollascatenateopiùsemplicementecomeavventurosamenteabbiamorecuper-atoquellamacchinacheorafabellamostradisenelnos-troscantinato-garagechepomposamentechiamiamo“labo-ratorio”, strappandola dalle grinfie del tritarifiuti appena l’abbiamovistaspuntaredadentroilcassonettochestavaperesserevuotato... Storiecheraccontanoemozioni.

[tn]

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Retrocomputing

L’utilizzo delle vecchie tecnologie a favore dei paesi meno fortunati, ma con qualche accorgi-mento...

Istruzioni per l’uso (parte 3)

Uno degli aspetti non mar-ginali della passioneper ilretrocomputingèlacapac-

ità di utilizzare proficuamente i sistemi di calcolo datati ma an-corautilizzabilipersvolgerefun-zionidiproduzione.Non stiamo parlando dei sistemihome“primamaniera”,cioè ivariCommodore 64 piuttosto cheAmiga 500, ma dei sistemi ge-nericamentex86 chebuttati daiproprietaripossonodiventareunarisorsainmoltecircostanze.Senza il sospetto di tacciare diminore dignità i sistemi di tipoIBMcompatibilirispettoainobilioggetti home dei primi anni ‘80,diciamo che l’enorme diffusionedei sistemi PChadeterminato lapocaappettibilitàdiquestisiste-mi neldesideriodei collezionisti.Ricordodiavercompratoqualche386-486 in buono stato per cin-quemila delle vecchie lire in unmercatino! E’ facile dedurne chechiunque possa con poco sforzoprocurarsene una buona riservalimitata al più dalla mancanza dispazioin“laboratorio”.La strada dell’utilizzo di questemacchine passa quasi obbligato-riamente per l’utilizzo di soft-ware open source come Linux o,per i più sofisticati un qualche BSD.InfattiseunWindows98èunasceltapossibileinqualchecir-costanza(adesempioper ilwordprocessing), l’attuale diffusionedel paradigma della rete implicala necessitàdi utilizzare i siste-midotandolidellepiùampiepos-sibilità di comunicazione. Questoèpossibileutilizzandoappuntoun

sistemaoperativochedasemprefadellecapacitàdicomunicazioneunsuopuntodiforza.Qualiservizipossiamodelegareadunamacchinacheinevitabilmenteè lenta se paragonata all’attualestandard? Prima di tutto è evi-dentechesepretendiamodicari-care su questi sistemi anche unqualcheserverXcontantodiges-tione delle finestre grafiche, an-dremopoco lontano.Ilsegretoèlimitarsiallasolarigadicomando,scomoda se vogliamo, ma efficacie come, se non più, delle finestre grafiche.Come è facile verificare con il semplice comando top, qualsiasisistemaUnix(eLinux inpartico-lare) se ne sta per buona partedelsuotempoa“girarsiipollici”.Analogaimpressionesihaosserv-andoiltabperformancedeltaskmanagerdiWindows.Maseisis-temipassanoillorodannatotempoad oziare, come mai c’è continu-amentebisognodi nuovapotenzaeilprocessorecheloscorsoannosembrava inarrivabile oggi è de-risoopocomeno?La verità, tolti i casi particolaridiveroimpegnonelcalcolo,ades-empio per elaborare la grafica, la tecnologiainformaticaèmoltoim-perfetta:richiedemoltapotenza,maapicchi.Questosecipensatenoneralasituazionedeisistemiintime-sharing dagli anni ‘70 in su,dove del lavoro da fare ce n’erasempre “a iosa”e l’occasioneperoziarecapitavadiradoalpoveroprocessore(oschedalogicaequiv-alente,chedirsivoglia).Piangeilcuoreilvederecatastedi

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materiale informatico ancora re-cuperabileseguirelaviaperladis-carica.Diconoche li riciclanomasecondomenonèvero,fannounabucadaqualcheparteelibuttanodentro senza tanti complimenticonbuonapaceperl’ecologia.Ecco che sono nate iniziativelodevolinelleintenzionieinqual-che caso anche nei risultati, cherecuperano le vecchie macchine,ci installano un software liberocome Linux e le adattano a variscopi:auleinformaticheperpaesio scuole poco fortunate, serverWeb a basso traffico, spooler per stampanti,...Unadelleapplicazioniclassiche è il firewall, tanto è ve-rocchecisonodistribuzioniLinuxche “boottano” da floppy (non sem-preisistemipre-Pentiumhannoilcd-rom bootabile) e contengonolo stretto indispensabile per farpartire il sistema, riconoscere ilminimo hardware necessario, frailqualeleschededirete,ecari-care una iptable per il filtro dei pacchetti.Misonoimbattutoinunadiquesteiniziative qualche mese fa in oc-casione di una fiera sul tema del consumoequoesolidale.Ungrup-podiamici,tecniciatempoperso,avevano allestito un banchetto edavano dimostrazioni praticheoltreacercarecontatticonper-sone che magari del PC vecchiononsannocomedisfarsene.Questo gruppo, che si chiama“Trash Computer” ha realizzatoin concreto una attrezzatissimaaula informatica per una scuoladell’est Europa con tanto di ac-cessoadInternetetuttiiservizichesipossonodesiderare inam-bitoeducational.TuttobasatosuLinux,naturalmente.C’èperòunaspettodaconsiderarequandosimettonoincamposimiliiniziativeecioèchel’illusionedel“costozero”potrebberivelarsiunboomerang.Primadituttononèdettocheun

hardware troppo vecchio non siriveliunaggravioperchiloriceve,costringendoloasuovoltaadab-bandonarlo in un angolo o peggioa buttarlo in qualche discaricamagari con molta meno speranzachesiaseguitaunaseppurparzialeviadirecuperoingradodiabbas-sarelasogliadiinquinamento.Adesempiounmioconoscentemiharaccontatodiunaanalogainizia-tivainBosniaconl’approntamentodi un ufficio informatizzato: quat-tro PC, stampante laser e scan-ner, il tutto in retecon tantodifile server e printer server. La suaesperienzaèstatadeludente:prima di tutto il balzello chehanno dovuto sborsare passandole varie frontiere e soprattuttoquella bosniaca. Niente di uffi-ciale, semplice corruzione comesiconvieneapaesidiciamo“inviadi miglioramento”, brucia un po’che la “tassa” più alta l’abbianovoluta proprio le guardie bosnia-che,bensapendocheilmaterialeeradestinatoallorostessostato.Tornando dopo qualche mese hatrovato tutto in rovina: la stam-panteerastatarubata,iPCeranoaperti con i pezzi accantonati inuno sgabuzzino. Gli hanno spie-gato che a uno si era guastatol’alimentatore e nel tentativo diripararloavevanopresoipezziunpo’datuttiglialtrisenzacavareilclassicoragnodalbuco.Alimenta-torisenetrovavanoinBosnia,masoloATX!Questaèlaconsegu-enzadellamancanzadidiffusionedellatecnologiapiùvecchia,men-tre magari quella nuova cominciaad essere importata, anche se abeneficio di pochi che se lo pos-sonopermettere.Questavicendamihafattocapireuna cosa: se si vuole veramenteaiutarequestipaesiènecessariomandareloromacchineseminuove,almeno per le funzioni principali,poiqualchePentium166sipuòan-cheadattereaterminale...

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Le prove di Jurassic News

Ecco un sistema Apple II compatibile che tenta di intruffolarsi nel mercato degli home con vocazi-one professional

Multitech MicroProfessor II

La Multitech fa uscire unprodottochesenonsipuòdefinire “anomalo” in senso

stretto, possiede però una suafilosofia ben precisa e diversa dai calcolatori personali concorrenti.L’ideadifondoèquelladicostru-ire un sistema valido sia sul profilo didatticochediquellodell’usopiùserioso,eccoquindilacompatibil-ità a livellodi sorgenti con il piùblasonatoAppleII,madalcostoiniziale contenuto. Parliamo dicostoinizialeperchéineffettisirisparmia solo sull’unità centrale,mentre quanto si cominciano adaggiungereleindispensabiliperif-eriche come monitor, floppy disk e stampante,laconvenienzascendeproporzionalmente.PossiamodirecheilMPF-II,questalasigladel

prodotto, rappresenta una ev-oluzione delle schede educativea microprocessore presentandoinizialmente una connotazione ditipo “non professionale” ma per-mettendo lacrescitadelsistemacon l’aggiunta delle periferichepiù diffuse: stampanti, floppy diskdrive,etc...Lapubblicitàdelprodottosfruttaquestolato“es-pansivo” per mostrare una seriedavveronotevolediaccessorichepossonoessereacquistatiacorre-do.Un’altrocampodoveilsistemacercadidistinguersièquellodellatrasportabilità, enfatizzato dalladisponibilità di una tracolla ap-positamente studiata per conte-nere l’intera collezione di scato-linecheassemblatecostituisconoilcalcolatore.

Una bella immagine d’insieme del MPFII e delle sue periferiche, compresa la cìsacca per il trasporto.

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Primeimpressioni

L’unitàcentrale, inplasticagrigiaeformatadaduegusciperfetta-menteuguali,hapiùomenoledi-mensionidiunlibrodimediagran-dezza:piùomenocomeunfoglioA4espessounpaiodicentimetri,ospita la tastiera formata da 49tasti di gomma bianca e, sempresulla parte superiore, una grigliadi feritoie in corrispoindenzadell’altoparlanteinterno.Sulfron-tale il simbolo grafico “mascotte” delsistema:sitrattaditreesagonicoloratiinblu,verdeerosso,ari-cordarelecaratteristiche“color-ate”dell’uscitavideo.Lepiastrinefrontale e retro sono di metallo;ilsistemavistodafrontemostrauna sagomatura della scatola cherichiama l’esagonalità del simboloadottato dalla casa costruttrice,simbolo che si ritrova su uno deitasti della tastiera esterna mache non ha associata alcuna fun-zione. Un led di accensione dicolorerossoèvisibileaccantoallascritta“Micro-ProfessorMPF-II”posta immediatamente a ridossodella griglia dell’altoparlante. Ladotazionedel sistemacomprendeduemanuali:unoperilBasiceunagenericaUserGuideeovviamente

l’alimentatoreche, essendoesterno nonobbligalapias-tra madre adun dissipamen-to aggiuntivodicalore.

C o n t r a r i a -mente allamaggior partedei sistemihome, il MPF-IIhauscitesiasul retro chesul lato sinis-tro dell’unità.Sul retro ilconnettore dialimentazione,l’uscita TV,le uscite IN/OUT per il registratore a cas-setteuunauscitaper ilmonitor.Sulla sinistra tre connettori: ilpiù grande per l’espansione floppy diskocomunquequalchealtracar-tridge, gli altri due per la stam-pante (centronics) e il joystick ola tastiera esterna (l’uno escludel’altra).Lanecessitàdellatastieraesterna appare evidente quandosi comincia a prendere confidenza

La coopertina della rivista Bit che valorizza le doti di trasportabilità della macchina.

La documentazione è piuttosto ricca, come era normale nei primi home. Si notino le due mascherine per la tastiera.

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con il sistema; infatti latastiera“embedded”Èpiuttostoscomoda

da utilizzare siaper la posizionelogisticacheperil materiale go-mmoso cui sono

fatti i tasti e che non permetteunfeedbackadeguatoadunadigi-tazionemedio-veloce.Latastieraesternahaglistessiprincipicos-truttivi ma una spaziatura moltopiùampiadeitasti; il coloredel-lo sfondo e dei tasti stessi, en-trambi marrone, non sono inveceil massimo per quanto riguardal’ergonomia visiva. Per la tasti-era embedded viene fornita unamascherina adatta alla program-mazioneBasic.Comeunitàacas-settevabenequalsiasimangiacas-settedidiscretaqualitàprovvistodi presa auricolare e microfono.LaMultitechvendeancheunreg-

istratorestudiatoappositamenteper il proprio personal mentrecomemonitor,senonsioptaperlamenocostosaTV,sipuòsceglierefravarimodellichevannodai12”ai17”afosforiverdiibianchiconprezzichevarianodalle250.000alle500.000Lirecirca.

Apertoilsistemasipresentacos-truito su un’unica piastra madrepiuttostoaffollatadicomponentipiù una piastrina aggiuntiva “so-praelevata”,collegataallapiastramadra da uno spezzone di flat ca-ble e fissata con una vite, che va ad occuparelospaziofralatastierael’altoparlante.Latastieraèas-portabiletogliendolequattrovitiche latengonoancorataalsiste-maescollegandoilcavetto.VersoilretrolazonaalimentazioneeilmodulatoreTV(unclassicoAstec)cheforniscel’uscitasulcanale36.Fragli integratispiccailproces-sore6502 della Rockwell, le dueROM da8 Kb ciascuna che ospi-tano Basic e Monitor e la fila di chipdellaRAMdinamicachepuòarrivarea64Kb.Tuttosommato,nonostantelaMultitechspingasulconcettodi “computerdidattico”o“schedaamicroprocessoreevo-luta”, ci saranno poche occasionidi aprire l’unità centrale, vistochemanconodeltuttoslotdies-pansioneperschedeinterne.

L’obiettivodicostruireunsistemasimilemanonesattamenteunclonedeisistemiApple,hacomportatola sceltadello stessoprocessore(il 6502), di unamappaturadellamemoria abbastanza simile masoprattutto di una gestione delvideo compatibile con le modal-itàaltaebassarisoluzioneApplepiù la modalità “mista” tipica deisistemidellacasadellamela,chelasciaquattrorighetestualisottouna finestra grafica. L’ideale per

Hardware

La tastiera, per quanto sacri-ficata è adattabile alla situazi-one di funzionamento tramite delle mascherine di carta.

La piastra madre, si ricono-sce il mp 6�02 al centro, le due ROM con il Basic e la fila dei chip di memoria,

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la programmazione dei giochi diavventura.

Ovviamente tutte le differenzecon il sistema Apple sono docu-mentate,cosÏcomesonofornitiisuggerimenti per adattare i pro-grammiApplealMPF-II(nontuttii programmi saranno adattabili).All’acquisto dell’unità floppy si en-trainpossessodialcuniprogrammidiutilitàfraiqualiancheunochepermette di leggere il formatodischidellaAppledopoavercon-vertitoconproceduraautomaticailDOS3.3 di Apple stessa (cosalegalmentepossibilesesidisponedi unacopiadel softwareApple).Il sistema operativo per il disco,insomma il DOS della Multitech,permette la formattazione difloppy singola faccia a 250 Kb di capacità utilizzando la perifericaanch’essadidimensioniridotte.

Losforzomaggioreprobabilmenteèstatofattoproducendouninter-preteBASICquasiperfettamentecompatibile con il Basic Apple-Soft.Oltreaquestoilsistemaos-pitasuROMunmonitorperillin-guaggiomacchinamoltobenfatto,fraimiglioridisponibilisuquestaclasse di sistemi. I programmipossono essere commercializzatianche su cartridge da infilare nel-loslotdiespansionepresentesulfianco sinistro dell’unità centrale. Il costo di queste espansioni ap-parecomunquenotevole:lospace-invaderscosta150.000Lire!

L’usodiunaespansione,comeap-punto il gioco citato, esclude lapossibilità di usare il floppy o qual-siasialtraperifericachenonsianostampante e joystick dato che ilMPF-IIdisponediunsoloslotdiespansione(perlacronacaèilnu-mero1nell’emulazioneApple).

All’accensione (non ci sono tasti,basta inserire l’alimentatore) ilsistemamostra40colonnesu24righe con una scritta MPF-II alcentro dello schermo (anche quiunacopiaturadiquellocheappareaccendendounAppleII);essendoilBASICinROMilsistemaèsubi-todisponibileperlaprogrammazi-oneopercaricaredacassettaunprogramma. Assieme al sistemastessovienefornitaunacassettadiagnosticaeunademocheesploratutte le capacità grafiche e sonore dellamacchina.

La presenza dell’unità floppy nello slotpredisponeilsistemaalbootda floppy (ammesso che sia pre-senteundischettocon ilsistemaoperativo). Il floppy fornito in do-tazionecontieneilDOSMultitech(release2.1)elacollezionedipro-grammidiutilitàgiàcitata.

Lagestionedelcoloreelamodalitàhigh-ressonolecosepiùinteres-santi. Il sistema grafico permette lavisualizzazionedi seicolori sultelevisore(l’uscitamonitorèsoloB/W) con qualche limitazione didisposizione. Le pagine grafiche ad altarisoluzionesonodueedèpos-sibile scambiarle fra loro con uncomandoBasice farneunahard-copysullastampanteconunCtrl-Pdatastiera.

A proposito delle tastiera notia-mochemanca iltastoESCechequindil’emulazionediunApplenonpotràessereproprioperfetta,adesempio nell’editing dei sorgentidoveApplefalargousodeltastocitato.IltastodiRESETÈstatovistosamente colorato in rosso edisposto in maniera sufficente-mente defilata per scongiurare pressioniaccidentali.

Semplici programmini di bench-

Utilizzo

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marking permettono di stabilirecheleprestazionisonopariaquelledellamacchinadiriferimento(unApple II, appunto), segno che ilprocessoreviaggiaallastessafre-quenzadiclock.

IcostiIl costo del sistema “base” è di990.000Lire,latastieraesternacosta 150.000, il controller perfloppy singolo 110.000 e un drive da 5,25” vale 780.000 Lire. Ris-petto ad esempio all’Apple II,analogamenteequipaggiatoilMPF-II costa la metà posizionandosinellafasciaoccupatadalCommo-dore 64. Da parte sua il MPF-IImette in campo la compatibilitàconilpersonaldellaApple,cosadinonpococonto.LoSpectrumdellaSinclairsiposizionanellafasciadiprezzoattornoalle500.000Lire.

ConclusioniL’ideadelcomputerdidatticochesembraesserequellaspintadallaMultitech con questo prodotto,cozzacontrolelimitazionidelsis-tema stesso in termini di espan-sione; un solo slot di espansionenonèproprioquellochecisias-petterebbe da un computer cos-truitocon l’ideadifarci smanet-tare l’utilizzatore. L’altra anima,quella della compatibilità con unAppleII,Èparimentipenalizzatadallanonperfettaemulazionedelsistemadellamela,cosacheobbli-gaallaconversionedeiprogrammiin Basic e alla rinuncia al parcosoftwarediApplechederivadallapossibilità di usare il Pascal o laschedadiespansioneZ80.

Sull’altro piatto della bilancia ilMPF-II mette la trasportabilitàe la maggior ricchezza del Basic

in ROM oltre che una dotazionericcadimaterialeeducativo.

La costruzione mostra una otti-ma cura dei particolari e una in-gegnerizzazione molto buona chepermetteditrarreilmassimopurcontenendo i costi, sacrificando il minimoindispensabile.

Suicostinonsipuòdireunaparoladefinitiva; forse il vero concor-rentedelMPF-IIsuquestodeli-cato fronte non è tanto l’AppleII che rimane un bel pezzo inavanti nonostante il costodoppiodell’unità centrale, ma il Commo-dore 64 che viaggia nella stessaclassediprezzomachedisponediunparcosoftwarenativo,soprat-tutto ludico,dibenpiùampiadi-mensione.

ChidovrebbeacquistareilMPFII?Forsenessuno,verrebbedadire;a meno che non sia necessariotrasportareilsistemadaunpostoall’altro,cosapocoagevoledafar-siconunaAppleetuttosommatoancheconunCommodore64.

[Sn]

A destra le due facciate di pubblicità apparse sulle riviste specializzate, che enfatizzano le possibilità di es-pansione del MPF II.

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DIR

Il CP/M ha definito lo standard di fatto per i sistemi operativi dei Personal Computer degli anni ‘80

Il CP/M sui Sistemi Apple II (parte 2)

L’articoloprecedentesierainterrottoalmomentodel-la persona-lizzazione del

CP/Mperadattarloallecaratter-istichedelpropriosistema.Perpermetterealsistemaopera-tivo di indirizzare più memoriaRAM dei 48 Kb predefiniti, do-bbiamo ricorrere ad una utilitypresente sul floppy di sistema.SuunamacchinaAppleIIecon64KbdiRAM(cioèconuna“languagecard” installata) è possibile farein modo che il CP/M “veda” fino a 60Kb.

Nellaversionepiùaggiornatadelfloppy di sistema esiste l’utility CPM60,nelleversioniprecedentiilprogrammaCPM56èl’equivalenteutilitycheportalaRAMliberaa56Kb, come dice efficaciemente il nomestessodelprogramma.

L’operazione è banale: inserito ilMasterDisknelprimodrive(A:)eun floppy formattato nel drive B: bastadigitarealprompt:

CPM56B:

Oraeffettuandoilbootconques-to floppy preparato si dovrebbe avere la scritta “56K CP/M” alpostodi “44KCP/M”delsistemapreconfezionato“infabbrica”.

Questa non è l’unica personaliz-zazione ottenibile; infatti grazieall’utility di configurazione chia-mata CONFIGIO (che starebbeperCONFIGI/O).

Per l’utilizzo “normale” dellamacchinanonsarànecessario in-tervenire sulla configurazione, riservata a casi particolari comeadesempiosesiutilizzanoperif-erichenonstandardoadesempiosesivuoleusareunterminalees-ternocollegatoallaportaserialepiuttosto che tastiera e mousenativi.

Crediamo che questo tipo di ne-cessità siamolto remota per chiutilizza oggi il sistema al soloscopo “ludico”, legato alla pas-sione per il retro-computing. Ciriserviamo comunque di tornaresull’argomentoinfuturo;infondocollegarsiall’AppleconunVT100sembra una sfida interessante...

Per curiosità l’utility CONFIGIOè scritta in BASIC Microsoft,uno dei linguaggi resi disponibilidalla presenza del CP/M, e fun-zionaquindi solo con la presenzadell’interpreteinmemoria.

UsodellatastierasottoCP/M

IlsistemaoperativoCP/Mhaunapropriaideasull’usodellatastiera,evidentemente ereditata dalleimplementazioni esistenti, che sirifannoalleconvenzioniinusosuisistemiditipoUnixesimili.Talisistemiutilizzanodifattodei“terminali”ilcuistandarddifattoèlaserieVTdellaDigital)VT100,VT220,tantopercitareduesiglemoltodiffuse).Unapanoramicadelcomportamen-todelsistemaafrontedeitasti“funzione”della tastieraAppleè

Personalizzareilsistema

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esplicatanellatabella1.

Cambiare il floppy.

Abbiamo visto che l’unità discocorrente,esplicatanelpromptdisistema(adesempioA:>)nonpuòessererimossasenzacheneven-ga richiesto l’inserimento al ter-minedell’esecuzionedelcomandoo della sequenza di comandi cherichiedonolashelldisistemares-identeinmemoria.

Quando è necessario cambiarefloppy bisogna comunicarlo al si-stemaeffettuandounWarmBoot(tastoResetoCTRL-C),altrimentiqualsiasi operazione coinvolgenteil floppy darà un messaggio di er-roredeltipo

BDOSERRONA:DiskR/O

Questo succede perché a dif-ferenza del DOS Apple il CP/Mconservainmemoriaunbufferdicolloquio con l’unità, buffer cheovviamente va re-inizializzato alcambiodelsupporto.

I nomi dei file sotto CP/M

AncheilCP/M,comeognisistemaoperativo,dettaleproprieregoleinmeritoacomedeveessereor-ganizzato il file-system e in parti-colareaqualidettamidevonoub-bidire i nomi dei file sul disco.

Laregolaèsemplice:sonoaccet-tatinomilunghimassimo8carat-terisenzacaratterispeciali(comespazio,punto,virgola,etc.)piùtrecaratterimassimodi “estensionedelnome”.

Quest’idea dell’estensione delnomeedellasintassidiseparazi-onefranomeedestensioneconilcarattere“.”(punto)èquellacheritroviamoqualcheannopiùtardinelDOSMicrosoftadequipaggia-

mentodeiPCIBMecloni.

Esempiodinomivalidi:

A:LETTERA.TXTB:PIPPP.DOC

Nonsonoammessiinvecenomideltipo:

“MA CHE BELLA BIONDA.TXT”(spazietroppolungo)

“DODICI?” (il simbolo “?” è uncaratterespeciale.

Il CP/M utilizza due caratterispeciali per raggruppare i file in liste:

“*” (asterisco) sostituisce qual-siasicombinazionedicaratteri.

“?”(puntointerrogativo)sostitu-isce un carattere nella posizioneindicata.

Esempi:

DIR A:*.TXT elenca tutti i file con estensione TXT presenti sulfloppy nell’unità A:

ERAMARI?.DOC Cancella tut-ti i file che iniziano con la strin-ga “MARI”, hanno un caratterequalsiasi nella quinta posizionedel nome e hanno estensione“DOC”. Ad esempio MARIA.DOCeMARIO.DOC,maancheMARIS.DOCeMARIX.DOC.

E’ escluso in questo esempioun eventuale file che si chiami “MARI.DOC” (il quinto caratteredeveesserci).

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1�

IlMasterDisk

Vediamo in dettaglio quali sono iprogrammichelaMicrosoftgen-tilmente elargisce a corredo delsuoportingsuAppledelCP/M.

APDOSpermetteiltrasferimen-to di file binari fra due dischetti, unoDOSAppleel’altroCP/M;perusare il programma è necessarioavere almeno due drive collegatialsistema.

ASM Assemblatore di codice8080

CONFIGIO Programma di config-urazione del sistema operativo.Serve per cambiare gli indirizzidiI/Oafrontediperiferichenonstandard.

COPY Permette di copiare interidischi,compresiquellicontenentiilsistemaoperativo.

CPM56 Utility di configurazione della RAM nella Language Card.Genera una immagine del CP/Mchelasciadisponibili56Kbdime-moria.

DDT Dynamic Debugger Tool èundebuggerinterattivodicodice8080.

DOWNLOADSiusapertrasfer-ire file con un altro sistema CP/M attraversolaportaseriale.

DUMPStampaavideoildumpesa-decimaledelcontenutodeldisco.

EDUneditorditestimoltosem-plificato ma abbastanza efficace.

FORMAT Formatta un floppy.

GBASICBasicMicrosoftcones-tensioniperlagestionedellagra-fica.

LOADConverteuncodiceassem-blato in un file eseguibile di tipo COM.

MBASIC Microsoft Basic; unportingdelBasicMicrosoftperisistemiCP/M.

RW13 Permette la lettura deivecchi floppy a 13 settori su un sistemaa16settori(ilviceversanonèconsentito).

PIP(ilmiopreferitoProgramma-ble I/O Program), trasferisce file fra una periferica e líaltra. Puòessere usato per appendere unfile ad un altro.

STAT Restituisce informazionisullostatodeldisco(spaziooccu-patoespaziolibero).

SUBMIT Serve come file da far eseguirealbootdelsistema.

UPLOAD E’ la controparte diDOWNLOAD per lo scambio difile fra due sistemi attraverso un collegamentoseriale.

XSUB Da usare in unione conSUBMIT, reindirizza l’input dafile piuttosto che da tastiera.

Il primo comando che esamini-amo in dettaglio è DUMP. Essopermettediavereavideoilcon-tenuto esadecimale di un file, come mostrato nella figura 1 dove stiamodisassemblando (anche seilterminenonèproprioesatto)ilfile FORMAT.COM.Sonomostratisedicibyteperriganella classica notazione esadeci-male.Laprimacolonnadiquattrocifre è l’indirizzo relativo dellariga,sempreespressoinesadeci-male.Sitrattadiunostrumentomolto

IlcomandoDUMP

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grezzomanondobbia-modimenticarel’epocaincuisiamo.

Perinformazionequan-dosifannoquestidis-playavideomoltolung-hi è possibile fermarel’output con CTRL-Se riprenderlo con lostesso switch. CTRL-P permette invece direindirizzare l’outputanchesullastampante.

CTRL-C interrompe ilcomando e cancella ilvideo.

IlcomandoCOPYpermettedico-piare due dischi 16 settori. Adesempio inserendo un floppy vuo-to ma formattato nel disco B: el’originaleneldiscoA:ilcomando

COPYB:=A:

copia l’intero dischetto A: sul flop-pyvuotomessoneldriveB:(vedi figura 2)

Si noti la sintassi piuttosto par-ticolarecheprevede l’indicazionedeldrivediarrivocomeprimopar-ametro.Probabilmenteunanalogocomando in un sistema operativo

“moderno”avrebbeunasintassiin-vertita:cioèl’indicazionedell’unitàdi arrivo come parametro finale (adesempio ilDOSMicrosoft facosì). Per giustificare questa scelta fattadaiprogettistidelCP/Mbi-sogna ricondursi alla “filosofia” dei primiannidell’informatica,laqualeeravistapiùcomeunaappllicazi-onedellamatematicaedelcalcoloin particolare, piuttosto che unascienzaasestante.

Laprossimavoltavedremoindet-taglio qualchecomandounpo’ più“eccitante”:-)

Allaprossimapuntata.

[sm]

IlcomandoCOPY

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Il racconto

Storie di vita dove i compu-ter (soprattutto retro computer) c’entrano in qualche modo.

Lory-”GuardachedonMariohachia-mato già tre volte!” Mi informamia madre accodandosi mentrepassodavantiallacucina.“Don Mario?” Chiedo per con-ferma e per darle la soddisfazi-one che la sto sentendo. ”DonMario!?”,pensomentrefacciounrapidoesamedicoscienzachemiconforta:nonmisembradiaverenullainsospeso...amenochenonmi stia cercando per affibiarmi un turnodisorveglianzaalcampeggiodellaparrocchia...-”Non vai quest’anno al campeg-gio?” Piùdi una voltahopensatochemiamadrepossa leggerenelpensierodellepersone...enelmieiinparticolare.-”Devostudiare...”cominciomaleiincalza-”Quindici giorni di riposo tifarebberobene!”Sentenzia.“Riposo?”penso,seesisteunpostoal mondo dove è scientificamente provatocheèimpossibileriposaresono proprio i campeggi organiz-zatidaDonMario!Intanto, sempre con mamma arimorchio, sono arrivato in ca-meramia.-”Non lo chiami?” incalza l’unicafemmina della mia vita (per ora,almeno)-”Dopo” cerco di tagliare corto,senzamoltosuccesso-”Chiamalosubito,gliel’hopromes-so!”.Sospirando prendo il cellulare ementre la mamma riguadagna lacucinasonoliconilnumerodiDonMario che lampeggia sul video.Hounostranopresentimentochetrasforma il meccanico gesto di

premere il pulsante di confermainunadecisioneamletica.Sicura-mente mi vorrà affibiare qualche incarico,questoècertissimo!Nonil campeggio comunque! Mi sem-bravadiesserestatoperentorioconluiquandoneabbiamoparlato:niet! Di solito non è uno che in-sistequandohacapitochel’altroè fermamente deciso. Comunqueè meglio ripassare le scuse... piùprobabile che voglia qualche la-vorettosulsuoPC;glihospiegatoche deve dargli l’estrema unzio-ne (beccandomi anche uno scap-pellotto) tanto è vetusta quellamacchina: sedici mega di RAM,CPUPentiuma200MHz,discoda4GigaeWindows95èunacom-binazionechefaticoatenergliinpiedi.Sì,glihopromessoqualchesettimana fa di provare a colle-gargli la stampante a getto chegli hanno regalato, dismessa daqualche ufficio, non si è capito da chi, probabilmente per liberarsidi un oggetto “mangiacartucce”.MaWindows95supportaleporteUSB, che comuque dovrei ag-giungerealsistema?Nonmisem-bra...Dovròpassarloalmenoal98ma non ha il cd-rom, solo il floppy. Insomma devo pensarci ma nonhoancoraavutomaterialmente iltempo.-”Siiii?” La voce di Don Mario,simile al fischio di una locomotiva avapore,miforailtimpanoprimacheriescaadallontanareilcellu-laredall’orecchio.-”SonoAndrea...”-”Ohbravo,comeva?”-”Bene.. bene Don Mario... lamammamihadettochemistava

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cercando...cihopensato,mapro-prio non riesco a liberarmi per ilcampeggio...sa,lostudio...”-”Peccato.Quest’annosonosicurochecidivertiremotantissimo!”Pensoframe:-”Sì,sì...cometuttiglianni...iragazziniafarecasinoenoi“anziani”afarciunculodellamadonna! Almeno lo scorso annoc’era Cristina...”. Poi con Cristinalecosesonoandatecomesonoan-date...-”SentiAndrea,devifarmiunpic-colofavore...”.-”Un piccolo favore?” Ripeto conuntonoincerto.I“piccolifavori”di don Mario di solito implicanogiornateegiornateperseinatti-vitàdellepiùnoiose,comeimbus-taresettemilaetrecentobollettiniparrocchiali (successo veramentenonpiùdiqualchemesefa)ofareunaparteodiosainqualcherecita(donMarioèappassionatoditea-troesidilettanellaregia).-”SàdonMario...”azzardo...“Nonèchehomoltotempo,anziproprioperniente...hounesamefraqual-chegiorno...”-”La tuamammamihadettochehai fatto l’ultimo ieri e fino a set-tembreseilibero...”Cazzo!Me lodiconogliamicicheio confido troppo a mia madre! Ma forse questa scusa dello studiol’hoabusata.Saràilcasoditrova-requalcosad’altroperilfuturo.-”...cosìhopensatosubitoate...”(maguarda!)-”...quandomihannochiesto di trovare qualcuno perdelle lezioni di compiuter...”, donMario loscrivecosìcome lopro-nuncia...-”Lezionidicomputer?”Chiedo.-”Sì,saic’èunaragazzahandicap-pata...”-”...Handicappata...?”nonstòcon-nettendo molto ma lui incalza: -”..sì,manonpreoccuparti..”.Preoc-cuparmi?No,sonoterrorizzato!-”...devi andarci giovedì. Segnatil’indirizzo...” E io segno... -”...alledue,ok?”

-”...ok...ok...madonMario...nonsose...insomma...”-”Nonpreoccuparti,bastachetutipresenti,hogiàlasciatoioiltuonomeaisuoigenitori.Oh,nonfar-mi fare brutta figura!”.-”MadonMario...”stoimplorando,menerendoconto...-”Tranquillo.epoisonosicurocheLory ti piacerà. Ciao. Poi mi faisaperecomeèandata”.-”... va bene... bu.. bu.. buonase-ra...”Cristo,anchelabalbuziemièvenuta! Una handicappata! Cristosanto,machec’entro io?Nochenoncivado,Cristosanto!Cerco di convincermi che non ècosì ma ho sentito chiaramentecheselaridacchiavailpretemen-treriattaccava.Unoscherzo?No,non è lo stile di don Mario. E vabene, giovedì ci vado e mollo giùunascusa,anzimagaritelefonoebasta.-”Tuttobene?”chiedemiamadreappoggiata allo stipite della por-ta.-”Insomma, mica tanto...” tagliocorto. Sono intenzionato a farlecominciaresubitolacura.Maov-viamenteleimicasismontasubito,che mamma sarebbe altrimenti?Comunquedopounpo’milasciadasolo con il mio disappunto di nonaver tenuto testa a quel ciclonedi don Mario. Handicappata! laparolamirisuonanelcervello,giàmivedoacercaredifarcliccaresul mouse ad una specie di mo-stricciattolo sulla sedia a rotelleconduepinzealpostodellemani,gli occhi strabuzzantieunrivolodi bava alla bocca... orribile! Manoncisonogliistitutiappostaperquestepersone?Intantomiconvincoche infondobastache telefoni a questi tizi...come si chiamavano? Ah ecco,Bertolazzi.Chiamo,magaridomanie mollo giù una scusa... Che devopartiremagari...Sìmagari!Anchequest’annoconBruno,ilmiomigli-oreamicoc’èandatabuca,anziè

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andatabucaame: luisièrimor-chiato una discreta brunetta evanno assieme in Spagna. Porcaboia!Verràquelgiorno...Il mercoledì passa in un lampomentre gironzolo fra la facoltàe il campetto da calcio del rio-ne. Pochissimi in giro, la facoltàè praticamente deserta; l’unicovantaggio è che Internet è unascheggia,segnochenonc’èingiropraticamente nessuno. Cavolo,dovevo telefonare a quei tizi...sull’elenco non ci sono, gli unicidueBertolazzisonoinstradedi-verse...che faccio? Provo con ilprimonumeroerispondeunuomoche appena finisco la frase “... lezionidicomputer”questomiag-gredisceletteralmentedicendomidi-“...andarevenderequeicaz-zodicomputerdaun’altraparte”(scusatelacitazioneletterale,mal’energumenocosìsièespresso).Alsecondotentativorispondeunavecchietta(almenodallavocemela figuro sugli anta, molto molto anta)chemimenaunasequelasulfattocheanchesuonipote”...èunmagodelcomputer,sà?E’luicheinsegnaallamaestra...”Capiraichesforzo! Mai incontrata una mae-strachesapessefarequalcosainpiùdiduepaginediWordalPC...D’altra parte c’era da aspettar-selo, le persone intelligenti micaloattivanoiltelefonoconlaTele-com. Ma questi con un malatograveincasa...boh!Insommagiovedìpomeriggio,pun-tualealletresonosottounapalaz-zinarosaditrepianicheoccupailnumero civico dettatomi da quelsant’uomo(l’ppellativoèironico,siècapito,vero?).LafamigliaBer-tolazziesistedavveropurtroppo!Non sono troppo sicuro che siagiustomollare la scusa, anchesepreparata molto bene, in fondodonMarioèunamicodiquelliveri.Quante volte abbiamo parlato emi ha aiutato a capire, a capirmidentro, anche semplicemente as-coltandomi, facendomi parlare di

coseapparentamentebanali.Risponde una voce femminile alcitofonoconilpiùclassicodei“Chiè?”.-”MichiamoAndrea”comincioio“mimandadonMario...”Cavolo,come si chiama di cognome donMario?Propriononmisovviene,dunavitanoilochiamiamosolo“donMario”!-”Terzo piano” fa quella, seguitadallo scrocco della serratura delcancelettoedalpiùpotente“bzu-uu”delportoncinod’ingresso. “Terzopiano”miripetocontinu-amentementresalgo lerampediscale.Dovreiinvecedecidereoraperlascusaevia,masarebbesta-tomegliodirlaalcitofono,difac-cia non mi ci riesce di inventarescuse,mai stato capace! Forse èperquestocheconleragazzenonèmaiandata...Davantiallaportasulpianerottolodelterzopianomistaaspettandouna ragazza sui vent’anni con unbel sorriso e una gran massa dicapellineri.-”Ciao”dicementremiporgeunamanolungaeaffusolatachestrin-gocondelicatezza.“Ciao,...Andrea”“Piacere,Lory.Tifacciostrada”Mentrepercorriamouncorridoiochesiapredaun latosuunsog-giorno ben arredato, guardo dadietro la mia accompagnatrice.“Saràlasorella”Penso“però,micamale...”. Indossa i calzoni bianchidi una tuta leggera che arrivanoa metà polpaccio e una magli-etta corta di colore rosso, noncomunque così corta da lasciarescopertoqualchelembodipelle.“Cisiamo”penso,tornandoallare-altàdelmotivoperilqualemitrovoli.Lascusacheavreidovutocomu-nicarealtelefono,poialcitofonoed infine in cima alle scale se n’è definitivamente andata dai miei pensieri.Menechiedoilmotivo.“Scusa, finisco un attimo...” fa lei, sedendosi davanti al video di uncomputerspento.“Prego...” intanto mi guardo in-

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torno. E’ la tipica camera di unaragazza; non che me ne intendamolto, ma più o meno ritrovo lestessecosechecisonoincameradimiasorella:lasolitacollezionestraboccaante di pelusce (chissàperché alle ragazze in generepiaccionoglianimalettidipezza),posterdicantantiallepareti,unoappesoatesta ingiù,piccoliani-maletti e personaggi di plastica,tipo quelli che si trovano negliovettiKinder,unozainettoapertoappoggiatoalletto.Sentochecominciaabatteresullatastiera,mailsuonoèaccompag-natodaunostranoticchettiochemifagirareaguardarecosastàfacendo. Ma non era spento ‘stoPC? Infatti il video è completa-mentebuio.Chestrano.Miavvicinoattirato dal movimento delle suemanicheoltreapigiaretastisem-braaccarezzinounatastierache,notooraènotevolmentepiùgrossaedingombrantedelnormale.Men-trecercodicapireleiprendeduefloppy colorati sul tavolo, sceglie quello giallo e lo infila nel drive e batteun invio.Mentre il sistemascrive sul floppy con il classico ru-morechefrancamentemisembraunsecolodall’ultimavoltachel’hosentito,leifapassarenuovamentei polpastrelli sul piano della tas-tiera,sottolabarradellospazio,mentreunveloceemolteplicetic-chettio riempie il silenzio dellastanza.Inunlamporealizzo:èunabarraBraille, l’ho vista finor solo in fo-tografia... riguardo la ragazza in viso di profilo... è cieca! I tasselli vanno improvvisamentetutti al loro posto: Lory è il di-minutivo di Lorenza, subito nonavevo collegato. Ma la sua sicu-rezza...miha teso lamanocomesemivedesse,almomentogiusto,ha infilato il floppy nel lettore al primo colpo e prima lo avevasceltoscartandoquellorosso,maevidentemente non era stato il

coloreaguidarla.Oravedochelepupilledeisuoiocchisimuovonoinmanieraincontrollata.Sapròdopocheènormaleneiciechi,noicon-trolliamoilbulboocularestimolatidalle informazioni che viaggianosulnervoottico(maquesta,comealtre cose sui ciechi le ho impa-ratesuccessivamente).Lorysigiraversodimedicendo:-”Ok,hofatto...Scusaminontihodettodisedere...c’èunasediaquidaqualcheparte”.Lasediac’è,maèpienadivestiti.Mentremiguardointornoperve-deredovepossoappoggiarlileimiincalza: -”Metti pure tutto li sulletto”.Macivedeononcivede,mido-mando,mentremisiedopocodis-tanteda lei.Unprofumo leggeroma molto particolare la avvolge.Ora che la vedo difronte a pocadistanzamiaccorgochedavveroèbella...rimangocosì,forsedovreicominciare una conversazione masono letteralmente bloccato. Perfortunaparteleiconunbelsorri-so(dentiperfetti,anchequesti...)scostandosi una ciocca di capellidallaguanciasinistra.-“DonMariomihadettocheseiunmagodelcomputer”Sorride.-”Beh... un mago... me la cavo unpo’... studio Fisica e il computerservemoltissimo...”-”Acheannosei?”-”Ho finito il terzo, ho ancora l’ultimoepoilatesi”-”Iodevofareilsecondo,aSocio-logia...”.Silenzio-“ConoscidonMario?”chiedo.E’una domanda retorica, lo so, maqualcosadevopurdire.-”Sì, certo... Anche se è solo unannochesiamoritornati,hoabi-tato qui fino a quindici anni, poi siamoandatiadabitarefuoricit-tà, ad una ventina di chilometri.Frequentavoanch’ioilgruppogio-vaniemiricordodite...”Infattimiricordodiunaragazzi-natuttapelleeossacieca, sem-

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preassiemeadaltreduechenonfacevano altro che parlottare eridacchiarefraloro...Checambia-mento,ragazzi!-”..ineffettimiricordo...”-”...diquellaracchiacieca...”con-tinua lei, ma sorride, facendomicapirechescherza..-”Qualchecambiamentoc’e’stato”dicoio“...inmeglio”.-”Beh, grazie, sempre cieca sonorimasta,comunque”.-”Manonvediproprioniente?”-”Avoltequalcheombra,dipendedallaluce.Soseègiornoonotte,questosì”.-“Scusasetelochiedo...nonvor-reisembrartitroppocurioso...”.-”Nessun problema, chiedi pure.Dobbiamo pur conoscerci, non tipare? Se sarai indiscreto te lodirò”.-”Ok,solo...michiedevocomecom-portarmi,sainonèchehotantaesperienza con voi... beh volevodire...coniciechi...”-”Comportati normalmente, sehoproblemitelodico”.Così la conversazione proseguema mi sembra giusto riportarlaall’argomento oggetto della miapresenza. Apprendo quindi cheLorenza è iscritta a Sociologia,frequenteràilsecondoannoaset-tembre.Congliesamièmessapiut-tostobene,devedaresolostatis-tica1edèquiilproblema.Perunciecoaverachefareconmatrici,distribuzioni di probabità e grafici è piuttosto difficoltoso. Nel corso usanounprogrammachegirasottoWindows,chesichiamaSPSS,maLorenza non può lavorare su unainterfaccia a finestre muovendosi a colpi di mouse. Infatti più chedi lezioni di informatica le serveun tecnico che le metta a puntodelle procedure testuali, in DOSinsomma,perinteragireconipro-grammi. Mi fa vedere come fun-zionalabarraBraille;midicechein facoltà c’è un PC equipaggiatocontastieraBrailleeaddirittura

stampante,maitecnicinonsannopiù nulladiDOSedeve limitarsiadusarloperbatteretesti.Iltempovolainfrettaeciaccor-giamochesonogià lecinquesoloperché rientra suamadredal la-voro.Melapresentaeleicioffreiltheincucina.LamadrediLoryèunabella signora sulla cinquan-tina, ha lo stesso sorriso dellefiglia, anzi le assomiglia proprio moltissimo.Stabiliamoilprossimoappuntamento e mentre Lory miaprelaportafacciolagaffedellavita: -”Allora ci vediamo domanialletre..oddio,scusa....”.Capite?“Civediamo”aduncieco!Lorenza scoppia a ridere :-”Dai,nessunproblema.Civediamodom-ani Andrea.” e aggiunge -”...gra-zie”.Mentre esco in strada e mi av-vio a piedi sono in un tumulto diidee.Nonprendol’autobusvoluta-mente, ho bisogno di riflettere. Dunquedevoorganizzarmi,nonsomoltodiDOS,chissàsedovròim-parareilBraille(scopriròpoicheperunvedenteèquasiimpossibileleggeresullabarraconledita,almassimo si riesce a decifrare lelettere con la vista). Devo fareunpianodilavoro,cominciareconunproblemaeconcentrarmisudiesso.Forsequalcunochenesapiùdimesarebbeutile.Unavoltauntecnico informatico in facoltàmihaparlatodicertepersonediunacertaetàcheusanoancoraivec-chi computer, tipo Comodore 64e Spectrum che io ho visto soloin fotografia. Qualcuno che si ri-corda del DOS ci sarà pure, nonvipare?Passodallabibliotecaeprendounlibro sul DOS “DOS the Defini-tiveGuide”,credocontengatuttoquellochemiabbisogna.Arrivatoacasamichiudonellamiastanza.Quandomiamadremichiamaperlacenahopraticamentevistotuttoquellochepotrebbeinteressarmi.Hotrascuratotuttalapartedelle

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chiamate inassembly(escludodiavernebisognoperora).Daldorsosuperiore del libro spuntano oradecinedistrisciolinedicartachefungono da segnalibri: config.sys, autoexec.bat,...DopocenamettosuunamacchinavirtualeDOSemilancio in qualche configurazione.L’indomani sono le due meno unquartochegiàsuonoalcampanel-lo(l’appuntamentoeraperledueemezza).Lorymisembraancorapiù bella oggi. Mentre siamo fi-anco a fianco seduti davanti al PC seguo le sue dita che leggono loschermosullabarraBraille:ève-locissima,praticamenteimpieghi-amolostessotempoaleggereleschermate,hosempreimmagi-nato una persona cieca come unimpacciatomamidevoricredereallaprovadeifattiemiricrederòdipiùnelseguito.Pianpianoimieiocchipassanodallesueditaaffu-solateallebracciacheemergononudeesnelledallemanichedellamagliettarosacheindossaoggi.Isuoisenisonobellissimi...tolgolosguardoimbarazzato.Manonpuòvedermi! Mi sovviene... per unavolta posso guardare con calmaunaragazzadavicinosenzapas-sarepermaniaco!E’propriobella,anzibellissima,comeconfermanole due caviglie sottili... peccatoindossi i pantalonidella tuta,madeve avere delle gambe fantas-tiche.-”Seiancoraqui?”Falei.-”Uh? ...Sì... nonmisonomosso”Faccioioingenuamente.-”Questoloso”Ribatte-”Intend-evodireconlatesta”Sorride.Mi sento colto in castagna comeun bambino con le dita nel vasodellamarmellata.Credodiarros-sire,maperfortunaleinonsenepuòaccorgere.-”...dicevochesecondomelame-diaè3,6,ègiusto?Micivuoleunpo’peresaminarelamatrice6x6conidati.-”Credosiagiusto”confermo.

Stiamo facendo assieme degliesecizi di statistica. Lorenza èbrava negli studi, quasi la mediadeltrenta,maorasièscontrataconlastatisticaeperleièpiùdif-ficile lavorare su vettori di numeri diquantolosarebbeperqualsiasipersona“normale”.Pernoiveden-tièbanaleseguirel’andamentodiuna curva di un grafico o dire “a occhio”(appunto)qual’èlamodadiunadistribuzione:vediamoilpic-coeleggiamol’ascissa.Perunnonvedenteèdiverso,develeggeretutti i valori dei punti ricordan-dosi la posizione del più grande,magariscartandolecodeoival-orispurii.Uneserciziomoltodif-ficile.Ecco il significto della frase “far-loadocchichiusi”,cioèqualcosadifacile,dibanale.Mafareaoc-chichiusiuneserciziononbanaleèun’altropaiodimaniche!Fraitantiproblemichedevori-solvereperLoryc’e’quellodiper-metterlediusareSPSScheèunprogramma di analisi statisticache usano in facoltà. Purtropponon ci sono in giro versioni vec-chiechegiranosottoDOSedèimproponibileusareWindows.Lorenzamispiegachecihapro-vato, ha fatto addirittura uncorso speciale all’AssociazioneItalianaCiechi,mafunzionatut-to via sintesi vocale e si perdeun sacco di tempo a muoversisull’interfaccia.Quando ci lasciamo dandoci ap-puntamento per la settimanaprossima sono ormai le 18 pas-sate. Sono stato con Lorenzaquattrooreesonopassateinunlampo. Lei mi saluta sulla portaconun“Ciao”chemifatremareil cuore... che mi stia innamo-rando?No,noÈpossibilemidicoscendendo le scale, “È cieca”.Peròcontinuoapensarcimentrevado verso casae quandopensoa lei la penso comeuna ragazzanormale,unabellaragazzacome

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tutte,senzainfermità.Unaragaz-zaconlaqualecondividereunpro-getto di vita... Oddio come sonodiventato riflessivo!La mattina dopo sono in facoltànell’aulacomputeracercareinIn-ternet una soluzione alternativaper il software statistico. Ce nesarebbeunopossibilesottoLinux,STATAsichiama,anchesefaam-pio sfoggio di GUI mi sembra dicapire si possa pilotare da rigadi comando tramite file di testo. Intanto lo scarico ma certo chedovermetteresuLinuxaLorenzasembra una scelta fin troppo radi-cale.Iltecnicodilaboratoriononmiac-cogliemalamente,lotemevo,vistoche di solito vedono gli studenticome una seccatura. Invece alzagli occhi dal monitor e mi salutacon un -”Ciao, non sei andato invacanzatu?”.Evidentementedeveannoiarsi amorte, con la facolta’desertaetuttiicolleghiinferie.Così gli spiego il problema elui mi sciòrina una serie lun-ghissima di soluzioni che vannodall’installazionedi un cluster ri-dondato, passando per un grid eterminando con l’idea di trovareingirounavecchiaversioneDOSdiSPSS.Quest’ultimamisembrapiù alla mia portata gli confesso.PeròdicechepuressendoinDOSuna qualche interfaccia grafica comunquec’eradimezzo,eques-to è un casino, immagino... L’ideaLinux gli piace, anche se la suavarianteprevedel’installazionediunseverconilDOSdausarecometerminale.-”Ma come faccio a mettere inrete un DOS?” Chiedo, dall’altodellamiaignoranza,dubbioso.Non gli sembra vero di spararmiaddosso un fardello di compe-tenze,ame,giovinedibellesper-anzeepocopiù.Spariscedicendodiaspettarlo, losentofrugare inuna stanza a fianco che da quello chevedodallospiragliodellaporta

è un magazzino super incasinato;ritorna mettendomi in mano unasportadischededireteescatol-ottivariinungroviglioindescrivi-biledicavi,iltuttocopertodaunditodipolvereappiccicosa...-”Idrivertelideviscaricaredallarete,nonciprovoneancheacer-care i floppy” mi confessa.Gliesprimoimieidubbinellariu-scitadell’impresamadavantiallemieprotesteridedivertito:-”Cheproblemac’è?”IncertoglisvelochedevotrovareunamacchinaperinstallareLinux,studiarmi tutta questa questionedellaretesottoDOS...Mi dice di seguirlo. Percorria-mo vari corridoi della facoltàscendendo tre rampe di scale fino a trovarci in quelli che immaginosianoisotterranei.Ilpavimentoeleparetisonodicementograzzomailtuttosembradecentementepulito. Apre una porta di ferrotipo tagliafuoco e ci troviamo inquello che per un paleontologosarebbe stato il mitico “cimiterodegli elefanti”. Decine, ma chedico, centinaia di computer dituttelefogge,monitor,tastiere,stannoaccatastatipiùomenoor-dinatamente su degi scaffali diferro,sormontatiunosull’altrointorri dall’ equilibrio precario. Cisarannocentinaiadiunitàcentra-li,daiclonibeigeindistinguibili,aqualcheoggettopiùriconoscibile,Compaq,IBM,numerosemacchineApple,stampanti,scanner...Qual-chemacchinanonhalacoperturaedal“ventre”apertofuoriesconocavieschedediognifoggia.-”Questoèilparadiso”sussurro.-”Diciamo il purgatorio” Ride ilmioaccompagnatore-”L’infernoèinun’altrastanza.Quiteniamolecosechepossonoservireancora”.Aduncertopunto si fermaemiindicaunoscaffale-”Ecco,questisonomenomale...Qualevuoi?”-”Vuoidirechemenevendiuno?”Faccioioprudente.

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-”Vendere? Fossi matto! Questaè tutta roba dello stato” Ride -”Diciamochetenedouno in co-modato gratuito...” A un’aria es-tremamente divertita “...per unabuona causa” aggiunge. -”Questopotrebbefareal casonostro...Èunabuonamacchina...”.Mentrelatiragiùdalloscaffaleela porta fino ad un tavolino incre-dibilmenteingombrodiroba,pen-sochemipiacequestapersona,hafattodiunmioproblemaunprob-lemaanchesuo.Sgombero un po’ di cianfrusagliamentre tira fuori un cacciavitedalla tasca, ci infila un inserto per levitiacroceeapreilcabinet.C’èunpo’dipolveremadentrosem-bramessobene.-”Credo sia un K7 a 500 o 600MHz” Fa lui -”qua dentro è diffi-ciletrovaredimegliomaperquellochedobbiamofarcièottimo.Frailrestodovrebbefareanchepocorumore”.Raccattaunmonitorchestavaperterraeidueminutiloaccende.Ilfamigliare bit seguito dal ronziodeldiscorigidofannocapirechefunziona.-”PocaRAM”Commentailmioac-compagnatore.Mentre Windows NT cerca dipartireluispegnetuttoespariscenei meandri del magazzino rie-mergendo qualche secondo dopoconunamanciatadistickdiRAM,unharddisk,unpaiodischedeeun drive ottico. Cambia insertoalsuomagicocacciaviteecomin-ciaasmontareerimontarepezziall’internodelcabinet.-”TelacaviconLinux?”Chiede.-”Si” rispondo -”Non è che l’housatotantissimo...”.-”Beh, se hai problemi ti faisentire”tagliacorto.In pochi minuti riaccende lamacchina che ora ha 512Mb diRAM, due HD da 20 Gb, un ma-sterizzatorecd-romeun lettoreDVD,laschedavideoS3da8Mb,

dueserialiaggiuntiveeunasoundblaster (non ho capito quale mo-dello).Rispegne tutto e fa partire ilBIOSdelPC-”Mettoapostogliindirizzidelleseriali”spiega.-”TiconvieneinstallareunaSuSE”aggiunge “potrebbe riconoscertila tastiera Braille... almeno, cosìdicono...”.Mentrechiudeilcabinetmiguardoattorno.Veramente c’e’ da perd-ersi!-”Questecosasono?”Chiedoadditandounapiladiunitàcentralimoltoslimconunlogochenonhomaivisto.-”SonoSun,Sparcstationdiqual-chegenere...nonnehaimaivistauna?”-”No”confesso.-”Montano Solaris, sono bellemacchinemacostoseequindipocodiffuse”Affermalamiaguida.-”Ah Solaris c’e’ anche per PC,vero?”-”Già”faluiepoimidicedipren-deresuunmonitor,“quellolisoprada15”,indica.Saliamo di nuovo in superfice e ca-richiamo tutto nella mia macchi-na.-”Se hai problemi fatti sentire”taglia corto senza perdersi introppifronzoli.Strani‘stitecnici,quandoesconodallorogusciosonolepersonepiùaffabilidelmondo,ma si richiudono velocemente ariccio.A casa scarico tutto in garage ecomincio a pulire resistendo allatentazione di buttarmi a capofit-tonell’installazione.Vieneviaunapatinaneradallospessoreincred-ibile e dentro e’ ancora peggio.Do di aria compressa in manieragenerosa mettendo a nudo le si-gle sulla piastra. E’ una Asus, misegnoilmodello,casomaiservisseun aggiornento del firmware. Poi trasporto tutto in camera miasenzadaretropponell’occhio(nonvorreichemiamadresilanciasseinunodeisuoiconsuetiinterroga-

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tori).Devofareunpianodilavoro.Primadituttoprocurarsiilsoftware:ladistribuzioneLinuxeilprogrammadistatisticaSTATA.Hocomper-ato proprio un paio di settimanefaunarivistaconallegatalaSuSE10, quando avevo paura di anno-iarmidurantelapausaestiva...Parto con l’installazione e tuttofila liscio ma è di una lentezza in-credibilepercuialle11decidodispegnere tutto e proseguire do-mani,ancheperchélamacchinanone’propriosilenziosacomedicevailtecnicoefagiàuncaldoterribile.L’indomani sono in facoltà attac-catoadInternetdalqualescaricoilprogrammadistatisticaetuttala relativa documentazione. E’ unmalloppone incredibile, speriamonondoverloimpararetutto!Nel pomeriggio mi precipito daLorychemiaccoglieconilsuoin-credibilesorriso.Mivieneuncol-poalcuorevedendola,sochemenesto innamorando,segiànon losono,maèunacosachemispaven-ta: cosa direbbe mia madre? Eancora peggio mio padre? Il suogiudizioèquellochetemodipiù.Iltempocorreveloce, leraccon-to dell’incontro con il tecnico eride divertita a sentire come lodescrivo. Facciamo ancora un po’distatisticamentreleimispiegacomefunzionalabarraBraille.-”E’ incredibile che tu possa dis-tinguerelelettereconledita, iononciriuscirei”affermo.-”Non è difficile” obietta “All’inizio sifannomoltierrorimaconmoltapazienzasiriesce”,afferma.-”Fammi provare” le dico avvici-nandomiemettendo lemanisullabarracomehovistofaredalei.Lory mi fa vedere come si usanodeitastispecialiperesplorareloschermoinsuegiùeperspostar-siadestraeasinistra.Labarravisualizzaquarantacaratteri,unasemi-rigaallavolta.Sentoipiccoliaghichedanzanosottoimieipol-

pastrellimentre cambiano le let-tere.-”In effetti non sembra compli-cato”dicoio.-”Aspetta, spegniamo il video.Adesso sì che puoi dimostrarmiquantoseibravo”.Maconilvideospentononriescoadistinguerenemmenole letterepiùfacili.-”QuestaèunaA”,mispiegaLory,mentre guida le mie mani sullabarra. Ad un certo punto prendoio lasuamanoenonla lascio.Leisifermamanonmiguarda(comepotrebbe),pero’rimaneinsilenzio.Ilmomentomagicoduraappenaunattimopoileisiscuote:-”Continu-iamodomani...”.Primadisalutarlasullaportasentoche dovrei dirle qualcosa ma nontrovoilcoraggio.-”Lory....”comincio,senzaaverani-modicontinuare.-”Sì?”-”A domani...” la mia povera con-clusione.-”Ciao,adomani...tiaspetto...”.Dopoiprimiscalinimigiro,decisoa prenderle di nuovo quelle maniaffusolate,delicateedirlequelloche ho nel cuore, ma lei ha gia’chiusolaporta.Domani,forse...DonMarioridedigustoasentirelemiesofferenze.-”Tel’avevodettochetisarebbepiaciuta!Lorenzae’unabellaragazza,oltrechemoltobuonaeintelligente”.Losfotto:-”Comefaleiadirlochee’unprete?”-Sì, sono un prete ma non sonomicauncretino!”-”Nonvolevodirequesto...”.-”Vala’,losocosavolevidire:cheun prete non dovrebbe nemmenoguardarle le ragazze e quindisapereseunaèbellaobrutta.E’unpregiudiziobelleebuono”.-“Insommachedevofare?”-“Amelochiedi?Tusoloconoscilarisposta,ladevicercaredentroiltuocuore”.

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DonMario non è statodi grandeaiuto, o forse sì... Però lui fapresto a parlare, io vedo anche ilati difficili della cosa. Forse non dovrei,forsedovreibadaresoloaquellochemivienedadentro,mami sembra di sentire le persone:-”Hai visto Andrea? Che scemo,mettersi con una cieca... Non neavra’trovataun’altra...”.Devo assolutamente parlare conmiamadre.Stasera!

Mammanonsiscompone:-”Dovevapursuccedereprimaopoi”.-“Come,scusa?”-”Sì, doveva succedereche ti in-namorassisulserio,fapartedellavita”.-”Alloraperteandrebbebene?”-”Seituchedeviscegliere,madacome la descrivi mi sembra checomemammanon potevo speraredimeglio...”.-”Epapà?”-”Forsedovremmodirglieloconunpo’ di calma, non precipitare oralecose,c’ètempo.Poinonèmicadettocheleidivorrà”.Già,checretino!DavoperscontatochesiccomeLoryèciecanonpuo’ambireanulladimegliodelsotto-scritto,comeseperleifosseunafortunacadutadalcielo.-”Hairagione...Bisognavederesemivorrà...”.Miamadreride:-”Macertochetivorrà, tontolone! Guarda che seiunbelragazzo!”.-”Noncredocheperleicontimol-toquestoaspetto...”-”Io credo invece che tu ti stiasbagliando.Diciamochehounbuonpresentimento...”.

Parlareconmammaèstatoimpor-tante,misembradiesserepiùsi-curodime,dinonvedereostacoliinsuperabili,nemmenoconlaSuSEchenonvuoleessereinstallata!Cancello tutto e metto una Man-drake. Questa fila liscia come l’olio einmenodidueorehounaLinux-

Box belle e configurata con STA-TA installato e funzionante. Oradevo passare alla macchina DOSper vedere se riesco ad usarlacome terminale, pero’ devo met-tereinreteLinuxeWindowseilDOSvirtualenellamacchinavirtu-aleVmWare.Civorràtempo...

Lorymi apre la porta con il con-sueto sorriso e mi saluta con uncaloroso“Ciao”chemifadimenti-caretuttalaserata,buonapartedella notte e tutta la mattina acombattere con la rete Linux-Windows-DOS.Senzadirminullarimanedavantiamesullaportaemimettelemanisulviso.-”Scusami... voglio vederti” ag-giungesemplicemente.Rimango così mentre le sue ditasottili mi accarezzano il viso, lafronte, le sopracciglia, il naso, ilmentolelabbra.Quando ripassa le sue dita sullemie labbra le bacio con un bacioleggero.-”Lory...”sussurro“...iotiamo...”-”Anch’io,Andrea...”.

Mentre le nostre labbra si toc-canonelprimobaciosentochenonsaròmaipiùfelicecomeinquestomomento.

[Bs]

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Retro-Riviste

La rassegna dell’editoria specializzata dai primi anni ‘80 ad oggi

Bit - numero � novembre/dicembre 1��� - L. 2.000

La teoria dell’evoluzione diDarwin, ora quasi univer-salmente accettata, è sta-

ta messa più volte alla prova deifatti.Unesempiofamosoèstatoil problema dell’anello mancantenell’evoluzione dai dinosauri agliuccelli. In poche parole gli indizibiologicichesembravanoindicarele specie di dinosausi ornitischi(ornithischia) come antenati del-leattualispeciediuccelli,manca-vano di una conferma sul campo.L’anello mancante fu trovato conla scoperta del fossile di un Ar-chaeopteryx (Archaeopteryx li-tographica): un rettile con le alipiumate, inequivocabilepontefraleduespecie.

Seun“info-paleontologo”volesseparimentidimostrareche lerivi-ste di elettronica degli anni ‘70sisonoevolutenellerivistediin-formaticadeglianni ‘90,sarebbedifronteadunanalogoproblema:

qual’è l’anello mancante?Ebbene,iocredochetale“ibrido”, nell’editoria ita-liana, sia stato rappre-sentatodallarivista“Bit”,editadalGruppoEditoria-le Jackson, comparsa nel1978edellaqualepresen-to il numero5, uscitoneldicembre del 1978, esat-tamente un anno dopo lanascitadellarivistastes-sa.

A rileggerlo oggi, questonumero 5, sembra vera-mente di scavare un sitopaleografico alla ricerca di fossili. La qualità gen-eraledellarivistaèbuona(lacartaadesempioèsi-curamentediottimaqual-ità,vistolostatonelqualesièconservata).Lefotoacolorisonopochemacom-pensate dall’abbondantepresenzadifotob/ndalle

dimensioni generose. Anche ladimensione dei caratteri è sod-disfacente,sesieccettuailfontusato nei listati dove sono stateusatedimensioni ridotte,eviden-temente per risparmiare spazio.Eccessiva la presenza di disegni(comequellochesivedeincoper-tina)all’iniziodegliarticoli:diseg-nipocofunzionaliecheoccupanolametàdiognipaginainiziale.

Direchesitrattadiunarivistadi“Informatica” come nel 2001 in-tendiamo, è quantomeno difficile. Basta scorrere l’indice per trov-arviarticolidielettronicapura,sepurconunmicroprocessorecomeprotagonista: un esamecompara-tivodelmicro6502,ilcollaudodiuna scheda di un micro autocos-truito, l’implementazione soft-waredeibreakpointinunsistemaconmicroZ80,uninterpreteBa-sicscrittointeramenteinassem-blyper8080,uncombinatoretel-

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efonico e per finire il controllo diunplasticoferroviario.

Si affacciano timidamentei temi informatici: il solitocorso sul Pascal (evidente-mentetuttiriponevanograndisperanze in questonuovo lin-guaggio), i primi passi nellacomputer graphics e un pro-gramminodidattico inBASICpergiocareaMastermind.

Interessanti lenews:sembrachelememorieabollesoppi-anterannoqualsiasialtratec-nologia di storage (ne sietecircondati, vero?); finalmente un distributore ufficiale ital-ianoper laApple: la IRETdiReggioEmilia;l’Olivettièrius-citaavendere6000terminaliallebanchedanesi (ricordatela mitica “linea 1”?) e per fin-irelasottovalutazione,questavoltaalanciarsiènientemenoche un certo W. Davidow,vice-presidente della Intel:“I processori attuali sono ingradodi faremoltodi più diquantorichiesto,nonc’ènes-sunbisognodiulteriorisvilup-pidellatecnologia”.

L’articolo comparativo sulmicro 6502, per la cronacaprodotto da MOS-Tecnology,Rockwell e Synertek, dimos-tra che nella moltiplicazionefra due interi esso guadagnaben 3 cicli di clock rispettoalla concorrenza (Z80, 8080,6800). Un paginone di bech-mark programmati in BASIC,indica inequivocabilmentecheil 6205 a 2 Mhz se la cavameglio di uno Z80 a 4 MHz(ma forse il benchmark erada utilizzare per comparareleprestazionidegliinterpretipiù che dei microprocessori),pernonparlarepoidell’8080:fanalinodicoda,poveraIntel,morirà?

Gli articoli più interessantiin assoluto sono quelli “elet-tronici”, a riprova della vo-cazione della rivista. Settepagine,dellequaliunaintera-menteoccupatadallistatodel“monitor”, ci guidano al col-laudo della scheda CPU delmicro “picocomputer”, ven-

dutoinscatoladimontaggioalprezzodi150.000lire(nonsicapiscesesitrattadelmicrocompleto o solo della schedabase;presumibilmenteèveralasecondaipotesi).

Un certo signor F. Lura-schi, del Laboratorio Ap-plicazioni Microprocessoridella SGS-ATES di Mi-lano, è l’autore dell’articolosull’implementazionesoftwaredel“singlestep”edel“break-point”inunsistemabasatosuZ80.Adispettodell’apparentecomplessità dell’argomentotre paginette sono suffici-enti a spiegarne la teoria;all’utente metterla in praticasul sistema in suo possesso.GrazieallapotenzadelloZ80il tuttosiriduceasostituirecon delle istruzioni di Inter-rupt software, le istruzionidel programma interessateallatecnica:tuttomoltofac-ile,unapasseggiata...

Cosa,nonaveteuninterpreteBASIC? Eccolo qui belle eprontoinseipagine(aduecol-onne) di istruzioni macchina8080da inserire una ad una:tantoperunmesenondoveteuscirelasera,vero?

Conclusioni.La rivista si rivolge a tecni-ci ed hobbisti interessati almondodell’elettronicadigitalechestàmuovendoisuoiprimipassiperdiventareinformat-icapersonale.Permegliodireiprimipassilihannogiàfattialtrioltreoceano,anoi,diquadell’Atlanticononcirestachesaltaresultrenogiusto:ques-toèilmomento.Misembradiricordarechealloralaconsid-eravounarivista“pesante”daleggereemisembradiaverneavuto conferma in questa ri-letturafattadopo22anni.Ilproblemaèproprionellostranoibridogeneratodallapresenzadiduemondichealloraeranomolto distanti: l’elettronicaprofessionale e l’informaticapersonale. L’incontro deidue genererà molto presto ilfenomeno del personal com-puter grazie alla tecnologiama anche e soprattutto allapassionedituttiquellichecihanno creduto ehanno spesole loro serate programmandoun micro sul tastierino alfa-numerico, non già con un as-sembler,chesarebbestatounlusso, ma proprio inserendo icodicimacchinalocazioneperlocazioneconildatasheetdelprocessoredavanti.

[sc]Il pico-computer in scartola di montaggio

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Emulatori

La sottile arte dell’emulazione parte dalla cono-scenza dei prin-cipi fondamen-tali

Costruiamoci un emulatore (parte 2)

Riassunto della puntata prec-edente.

Dopo aver introdotto i principifondamentali di funzionamento diunaCPUeinparticolarediunmi-croprocessoreZilogZ80,abbiamodefinito le strutture dati per rap-presentare la memoria RAM delsistema simulato oltre che ovvia-menteiregistriinternialproces-sore.La codifica delle singole istruzioni del micro-codice, quelle che ven-gonochiamate “istruzionimacchi-na”vieneaquestopuntocostruitaconfunzionidellinguaggioCcomeadesempio:

//--0x04intz80_inc_b(){ B=B+1; BC=B*256+C; return(0); };

cheèl’istruzionecheincrementail

registroBdiunaunitò.Abbiamo giò discusso del fattocheènecessario“portareavanti”reciprocamente il valore conte-nutoneiregistrisingoli,comeadesempio B, C, etc... con i valoricorrispondentineiregistripersiacoppiecomeBC,HL,DE.

Ogni singola funzione C rappre-senta una istruzione del proces-sore e viceversa. Per contenerlee poterle utilizzare con minimosforzosièsceltalastradadirap-presentare il micro-codice comeun array di 256 indirizzi di fun-zioni:

struct{ int (*fun_addr)(); } microcode[128];

Questa notazione del linguaggioC, per chi non fosse pratico fino a questopunto(infondol’occasionedi usare puntatori a funzione mi

Listato 1void def_microcode(void){ /*

* definizione micro-codice */

microcode[0x00].fun_addr = z80_nop; microcode[0x01].fun_addr = z80_ld_bc_data16; microcode[0x03].fun_addr = z80_inc_bc; microcode[0x04].fun_addr = z80_inc_b; microcode[0x05].fun_addr = z80_dec_b; microcode[0x06].fun_addr = z80_ld_b_data8; microcode[0x07].fun_addr = z80_rlca; microcode[0x76].fun_addr = z80_halt; }; // end of function def_microcode()

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sièpresentatapèochevoltenellavita anche a me) significa che ogni elemento dell’array contiene unindirizzo.

Ilcodicechecarical’arraydiindi-rizzièvisibilenelboxListato1.

Ovviamente il listato 1 riportasolounapartedellefunzioni chedovrannoesserecompletatedopoaverle definite una per una.

A questo punto il nucleodell’emulatore, cioè il codice cheprelevaunaistruzionedallamemo-ria, la codifica simulando la fase di fetch del processore ed infine la esegue,siriduceadunloopmoltosemplice(Listato2).

A parte prelevare il byte di is-truzione dalla memoria (che perl’emulatore è l’array chiamato“ram”,metterlonella variabilediappoggio OP1 ed incrementare ilProgram Counter di una unitò, illoopcontrollachenonsiarichies-ta l’istruzione HALT. Per lo Z80questoequivaleastopparelaCPU,

pernoiafermarel’emulatore.La decodifica dell’istruzione av-viene semplicemente recuperan-do l’indirizzodellafunzionedallalocazione dell’array microcodeall’indicedatodalbytediistruzi-one stesso. Questo significa che all’indirizzo 0 dell’array ci saràl’istruzione per eseguire la fun-zione“NOP”,all’indirizzo1quellapereseguire“LDBC,data16”(cheha codice esadecimale proprio0x01),ecosìvia.L’esecuzione si riduce alla chia-mata:

retcode = (*fun_addr)();

semplice,no?

Perprovarel’emulatoreabbiamobisognodiunafunzionechesimuliiltastodiRESET,inpraticacheinizializziilregistroPCalvalorediindirizzodoveintendiamomet-terelasequenzadelleistruzioni.AbbiamobisognopoidicaricarealcunibytedellaRAMconunpiccoloprogrammaditestcheusi solamente le istruzioni finora

Listato 2

while(1){ // - fetch istruzione // --- preleva primo byte dalla memoria (PC) memcpy(&OP1, (char *)&ram[PC], 1); // --- incrementa PC PC++; // --- se halt ferma la cpu if (OP1 == (byte)0x76){ // HALT // termina break; }; // decodifica istruzione fun_addr = microcode[OP1].fun_addr;

// esecuzione della funzione retcode = (*fun_addr)(); }; // end loop istruzioni

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codificate come ad esempio nel mini-programmachesegue:

ram[0x10] = 0x01;ram[0x11] = 0x3f;ram[0x12] = 0x21;ram[0x13] = 0x03;ram[0x14] = 0x76;

La funzione Reset() predisponel’ambiente inizilizzando i registricomesegue:

B = 0x00;C = 0x00;BC = 0x00;

PC = 0x0010;

Ci serve poi una funzione chestampi a video il contenuto deiregistri in modo da facilitare iprimiapprocciall’emulatore.

Nella figura 1 si vede un esempio di output. L’emulatore è in es-ecuzione su unMACconOSXeambiente IDE Xcode (fra l’altroveloconsiglioproprio;èunodegliambienti di sviluppo più comodicheioabbiamaiincontrato).L’output del programma stampailcontenutodeiregistriprimae

Figura 1

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dopol’esecuzionedelpiccolopro-gramminocheabbiamopredispos-to.

A questo punto dobbiamo ri-tornare un pò indietro e ripar-lare della codifica delle istruzioni della CPU Z80. Una caratteris-tica di questo micro-processoreè quella di disporre di istruzioniaduebyte.Quindiquandoilbytedell’istruzione viene prelevatodallamemoria,questopuòesseresolo il primo al quale segue unsecondobytedaleggereequindicodificare l’istruzione corrispond-ente.

Queste istruzioni doppie sonopoche per fortuna e corrispon-dono tutte ad una sequenza cheiniziaconunodeiseguentibyte:

CB,DD,ED,FD

Perchéquestienonaltri?Sitrat-tadiunadomandacheesuladagliscopiintroduttividiquestaserie.Diciamo che la codifica binaria di questibyteè“comoda”perlaCPUcheèingradodicapiresubitochedeve prendersi anche il secondocodice di istruzione dalla memo-ria.

La maniera più naturale è quelladiinserireilmicro-codicecorris-pondente in strutture come si èfattoper le istruzioniadunsolobyte:

struct{ int (*fun_addr)(); } microcode_CB[256];

struct{ int (*fun_addr)(); } microcode_DD[256];

struct{ int (*fun_addr)(); } microcode_ED[256];

Listato 3while(1){ // - fetch istruzione // --- preleva primo byte dalla memoria (PC) memcpy(&OP1, (char *)&ram[PC], 1); // --- incrementa PC PC++; // --- se halt ferma la cpu if (OP1 == (byte)0x76){ // HALT // termina break; }; if (OP1 == 0xCB){ memcpy(&OP2, (char *)&ram[PC], 1); PC++; fun_addr = microcode_CB[OP2].fun_addr; } else if (OP1 == 0xDD){ memcpy(&OP2, (char *)&ram[PC], 1); PC++; fun_addr = microcode_DD[OP2].fun_addr; } else if (OP1 == 0xED){ memcpy(&OP2, (char *)&ram[PC], 1); PC++; fun_addr = microcode_ED[OP2].fun_addr; } else if (OP1 == 0xFD){ memcpy(&OP2, (char *)&ram[PC], 1); PC++; fun_addr = microcode_FD[OP2].fun_addr; } else { // decodifica istruzione fun_addr = microcode[OP1].fun_addr; }; // decodifica istruzione fun_addr = microcode[OP1].fun_addr;

// esecuzione della funzione retcode = (*fun_addr)(); }; // end loop istruzioni

// esecuzione della funzione retcode = (*fun_addr)();}; // end loop istruzioni

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struct{ int (*fun_addr)(); } microcode_FD[256];

Quisipotrebbeobiettarechenonessendooccupatetuttelecelle,losprecodi256byteperogniarrayèesagerato,tuttaviaciconsentedi trattare questo micro-codiceesattamente come quello ad unbyte durante la fase di fetch,cioè di codifica dell’istruzione.

Un esempio di una funzione concodifica a due byte è la seg-uente:

ED47corrispondente all’istruzione as-semblyLDI,Achecaricailreg-istro I con il valore contenutonell’accumulatore.

La codifica è banale:

// -- 0xED 0x47int z80_ld_i_a(){ I = A; return(0) };

Il loop di decodifica dovrà essere rivisto(siveda ilriquadrocon illistato3).

Un’altra caratteristica chevogliamo considerare è quella

della distinzione fra RAM eROM. Abbiamo predisposto unarray di 64K elementi per codifi-carequestasituazione.Incorris-pondenzadellapresenzadiROMinseriremounvalore1nelbyte,0altrimenti.

Ancoraunavoltanonsitrattadiuna over-definizioneò in fondo si potrebbedirechesiccomesiamonoi che costruiamo l’emulatore,allorasappiamobenissimoaqualiindirizzimetteremolaROM.Nel-larealtàisistemioperativiusanofare una scansione di tutti gliindirizzi di memoria al momentodell’inizializzazione per scoprireappunto lamassimadotazionediRAMdelsistemanelqualesitro-vanoa“girare”.Leistruzionichetentanodiscri-verenellaRAMdovrannotenereconto di questa particolarità erifiutarsi di fare l’operazione qualorailbytedicontrollosiaim-postatoperlapresenzadiROM.

Vediamo un esempio di una is-truzione che rientra in questacategoria:

LD (BC), A

che carica il contenutodell’accumulatore nella locazionedimemoriaindirizzatadallacop-piadiregistriBC.Questaistruzi-onehacodice0x02.

Listato 4// -- 0x02int z80_ld_ind_bc_a(){ word address; address = B * 256 + C; if (mem_map[address] = 0){ memcpy((char *)&ram[address], (char *)&A, 1); return(0); } else return(1); // non possibile la scrittura };

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Lafunzioneè visibile nel listato4.

Non abbiamo ancora discussodelleistruzionicheusanoemodi-ficano i flag nel relativo registro. Questoèunargomentomoltoim-portanteperchèunagrandissimaparte del funzionamento delloZ80,cosìcomedelrestodiqual-siasialtraCPU,ruotaattornoaivalori di questi flag.

Il registro dei flag è dichiarato comeunavariabileadunbyte:

byte F; // registro flag

Inoltre abbiamo definito delle mascheraturechecipermettonoditestareilvaloredeisingolibitall’internodelregistro:

#define S_FLAG 0x80#define Z_FLAG 0x40#define H_FLAG 0x10#define V_FLAG 0x04#define N_FLAG 0x02#define C_FLAG 0x01

Ad esempio la funzione che in-crementailvalorediunregistroprovocaunavariazionedeibitnelregistro F in relazione al risul-tatodell’incremento.Adesempioseilrisultatoazzerrailregistro(succedese ilvalore inizialeera0xff), il flag Z sarà settato a 1.

Il significato dei flag disponibili è ilseguente:

S (segno) vale 1 se il byte ènegativo (in pratica replica ilvalore del bit 7 del risultatodell’operazione).Z (zero) vale 1 se il risultatodell’operazioneèzero.H (carry ausiliario) è il riportodalbitnumero3.V (Parità/overflow) viene im-postato con il valore di paritànelle operazioni logiche, indica

l’overflow nelle operazioni arit-metiche.N (sottrazione) viene posto a 1dopo un’operazione di sottra-zione,0altrimenti.C (carry)è il riportodalbitnu-mero7delregistrorisultato.

Per discutere come dovremo in-terveniresulcodiceCcheimple-menta la singola istruzione CPUche ha effetto sul registro F,prendiamo in considerazione unaoperazione abbastanza semplicecome la INC B (codice esadeci-male0x04),ilcuisviluppoloab-biamo definito all’inizio di questo articolo.In realtà possono succedere al-cunecosedurantequestaopera-zione.Unadi questeadesempioè che si verifichi un overflow, cioè che il valore di B fosse0xffprimadell’operazioneechel’incremento lo porti al valore0x00. Questa situazione per laquale all’esaurirsi delle capacitàdiunregistrosi“sfondi”esiri-comincidazerosonomoltoperi-colose nella programmazione edevono essere controllate. Eccoquindi l’idea di predisporre al-cunibitall’internodiunregistro(il registro F, chiamato conven-zionalmente Flag Register nelleCPU) in modo da avere un unicopunto di test per la verifica del risultatodicerteoperazioni.C’èda dire che il processsore dis-pone di istruzioni apposite cheeffettuano ad esempio dei salti“condizionati”dalvaloredialcuniflag.

Nell’articolo successivo vedremonella pratica cosa vuol dire ag-giungerelagestionedeiFlagnelleistruzioni.

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Emulazione

Emulation - bridges over trubled waterby Matt Barton

Premessa.L’articolo che ospitiamo è ap-parsoinversioneoriginalesufreeSoftwareMagazine,issue8,otto-bre2005ede’disponibileon-lineall’indirizzoInternethttp://www.freesoftwaremagazine.org.L’autore è un esperto di sto-ria dei videogiochi ed ha scrittonumerosi articoli e alcuni librisull’argomento.E’unappassionatosostenitore del free software ein questo lungo articolo (ma nonabbiamo voluto tagliarlo in alcunmodo) presenta il suo punto divistasuunargomentocheritienefondamentaleperlasopravviven-za e la conservazione del soft-ware: l’emulazione. Non si trattaperòdelsolito lamentosulcopy-rightsdelleROM,Mattsilimitaarammaricarsene,mapresentaunaideaperqualcheversoinnovativa:ilmovimento“freehardware”chedovrebbe, analogamente al “freesoftware” costituire una solidabase nella libertà individuale diutilizzarecomemegliosicredelatecnologiainformatica.E’ un punto di vista sicuramenteinteressante, fin troppo radicale potrà apparire per qualcuno edinfatti non mancano i critici chenefannoosservareipuntideboli.Inognicasoaldilàdelsognoforseirrealizzabile di disporre di unamacchinafreeingradodiemularetutto il possibile (questa in es-tremasintesiill’ideadell’autore)rimane la lucidacapacitàdianal-izzareilmercatodell’informaticadeglianni2000allalucedelven-

tennio immediatamente prece-dente.

Introduzione.Iltermine“Emulazione”ingeneralesiriferisceaqualcosacheèugualeomolto vicino a qualcosa d’altro.Nell’ambitodell’informaticasiusaquesto termine nel significato di “riprodurre il comportamento diun’altrocomputeroconsoleconiloro sistemi operativi su un’altrosistema”. Ad esempio ricreare ilcomportamento di un NintendoEntertainment System sul SegaDreamcast inmododapoteruti-lizzare la ROM Super Metriondo riusciregiocarecon videogameclassici come Mrs. Pac-Man op-pureOmegaRacesultuoGameboyAdvanceSP.Sicuramente né la Nintendo nélaSegahannomaipensatochesipotesserousareilorosistemiperquestiscopi.

La capacità di emulare il soft-wareconsenteall’utentemaggiorecompatibilita’emaggiore libertà.Questoarticolonone’un“how-to”oppureunaguidaperl’emulazione.ChidesiderasaperecomeemulareunNESsuunsistemaDreamcastdovràcercaremigliorisorgentidiinformazioni.Quellochemiinter-essa discutere qui è il perché lapromozione del software liberodebba occuparsi di questo ar-gomentoparticolare.Comesperodi dimostrare l’emulazione non e’semplicemente un modo per gio-caregliultimititolidellaPS2sulPC o rendere disponibili vecchigiochi alle nuove generazioni. Si

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trattadiaverelalibertàdieseg-uirequalsiasisoftwarecheside-sideri utilizzando l’hardware chesihaadisposizione.

Lespinedell’emulazione.Come abbiamo scoperto spes-so nell’industria del computer,l’emulazione implica un coinvolgi-mentodi interessipubbliciepri-vati. La più grande preoccupazi-onedimoltesoftwarehouseedeicostruttoridihardwareè realiz-zareunasortadidittatura(“lock-in”) sull’utente. Se vuoi giocareun giocodellaNintendo, alloradevicomprareunsistemacostru-itodallaNintendocomeilNinten-do Entertainment System (NES).Vuoi giocare a Metroid (che haigia’acquistatoperilNES)sultuoGameBoyAdvance(GBA)?Bene,laNintendosiaspettachetusborsiulteriori 20 dollari per una copiaautorizzata dello stesso gioco ingradodiessereeseguitasulGBA.Questoancheseètranquillamentepossibile eseguire il codice delNESsulGBAequindinonesistonoimpedimenti tecnici particolari oche richiedano un ingente inves-timentodapartediNintendoperrealizzarequestacompatibilità.Mettiamochesivogliaeseguireunqualche software assemblato perilsistemaAmiga;ciserveunAmi-ga originale oppure c’è una certaCloanto (la quale si e’ assicuratai diritti esclusivi) che è pronta adenunciarci se cerchiamo di fargirareunaqualcheemulazionenonautorizzatadell’AmigasuunPC.E’bennotalastrategiadiMicro-softchecercadiammazzareipro-gettiGNU/Linux,comeèbennotala vicenda per la quale la stessaMicrosofthacercatodiimporreilproprioIEcomesistemaunicodinavigazionesulWeb.L’emulazione rappresenta quindiuna vera e propria spina nel fian-copertuttelesocietàchehannocome base per la loro strategial’utilizzo esclusivo di certi soft-

ware su specifiche piattaforme.Dove sta il problema? Importa aqualcuno se pochi interessati nonsono liberi di emulare un diversohardwaresulproprioPC?Unprob-lema, se vogliamo limitato ma lecuibenpiùimportantiimplicazionisarannochiarepiùavantinellalet-tura, riguarda lamaterialepossi-bilitàdellepersonecheintendonointeressarsiallastoriadeivideog-amesodelsoftwareingeneraledipoterdedicarsitranquillamentealloro interesse senza per questodover possedere materialmentedecine di sistemi, che possonofra l’altro, essere ora difficil-mentereperibili.Questepersone“devono” avere questa possibilitàmentreoralegalmentelacosaèdifattoimpossibile,grazieallepro-tezionilegalicheleindustrieten-donoarivestireattornoaipropriprodotti, financo obsoleti.PerusareunparagonecaroaLar-ryLessig,immaginateseilsistemaviario fosse costruito per accet-taresolocertitipidiautoveicoli,magariintrattidiversi.Perandare,diciamodaMilanoaNapolineces-siterebbero magari tre diverseautomobili: unadaMilano aBolo-gna,un’altradaBolognaaRomaedinfine una terza per raggiungere Napoli.Inquestoscenarioilprimocostruttoreingradodisviluppareunautoveicolocapacediemularnedifferenti altri conquisterebbe ilmercatoaspesedituttiiconcor-renti!Infattichisicomprerebbelemacchinedellaconcorrenzadis-ponendodiunaalternativa,magaripiùcostosa,maimmensamentepiùcomoda all’utilizzo pratico? Evi-dentementenessuno.

Lanascita.L’emulazione nasce praticamentecon la nascita dei computer, masolorecentementee’stataogget-todelle attenzioni (e restrizioni)inaccettabili.Quando IBM rilascio’ il suo sis-tema 360 che andava a sostitu-

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ireilprecedente7070,nel1965,i clienti furono restii a passareal nuovo sistema semplicementeperche’ l’investimento di sviluppodei vecchi programmi rendevatroppo costoso il passaggio. IBMcorseairiparipromuovendolaco-struzionediunemulatore(l’autoreË stato un certo Larry Moss(http://www.zophar.net/articles/art_14-2.html) che permetteval’esecuzionedeivecchiprogrammisulnuovohardware.LafortunadiIBMè stata quella di accorgersisubitodeimotivicherendevanoilpropriosistemapocoappetibileaisuoivecchiclientiel’avercorsoairipari prontamente. Non tutte leemulazioni vengono per nuocere,potremmodire...Se tutti gli emulatori avesseroavuto il successo dell’emulatorediMossperIBM,l’emulazionenonsarebbe ora vista con sospetto,anzi,probabilmenteleaziendeve-drebbero favorevolmente la cos-truzionedegliemulatoriesiado-pererebbero per costruirli lorostesse, infatti finchè gli emulatori sono stati costruiti “in house” ocomunque sotto il controllo di-retto dei costruttori, essi rap-presentavano la classica cilieginasulla torta per il prodotto hard-warepromossodall’azienda.Il problema è che un concor-rentesulmercatopuòfacilmentetrarre vantaggio dall’esistenzadell’emulatore per un sistema ri-valechegirisullapropriapiatta-forma e questo rappresenta unagrave minaccia se l’azienda hacomestrategial’esclusivitàdiuti-lizzodelpropriosoftware.Questo e’ stato certamente ilcasodella Colecovision con il suo“AdattatoreAtari”,rilasciatonel1982. tale aggeggio permettevaalcompratorelasceltadiduepi-attaforme di giochi costruite daaziendeincompetizionefradiloro(Colecovision e Atari, appunto).Comedire:“senonhaiprogrammi

usaquellideglialtri!”Nonc’e’unabuona ragione per comprare unaconsole Atari se puoi giocare glistessigiochisulColecoVisionconunaemulazionepraticamenteper-fetta.L’utenteeraliberodisceg-liereititolipreferitidaduelineediprodotti!Unbelvantaggio,peril compratore e per la Colecovi-sion...unpo’menoperl’Atari.L’emulazionepotrebbeesserean-cheunacattivacosaper ilnuovohardwarecheunaaziendaintendesviluppare. Ad esempio la Com-modore non fece alcuno sforzoper garantire una back-compati-bilitàconilsuosistemaC-64elasua sterminata biblioteca di ti-toli, quandodecisedi svilupparrel’Amiga.Tantoèverochenelnuovosistemanoneraprevisto ilpotercollegare il lettore floppy da 5,25” delCommodoreC-64oalmenounoggetto con esso compatibile.Probabilmente l’assicurare ques-ta compatibilità sarebbe costatotroppo.Diversastrategiaseguìlastessa Commodore con il suo C-128chepotevaswitch-are intremodi diversi: C-128, C-64 e CP/M.Evidentemente ilmercatoeracambiato e l’utente cominciava achiederecheipropriinvestimentiin software non andassero sem-plicementeperduti.La decisione di Sony di renderecompatibilelasuaPS2conilsoft-ware della precedente PS1 peralcuni è stata una “attenzione alcliente”,peraltriunmerocalcolodi mercato: dato che i titoli perPS2eranoinizialmentepochini,lamaggioresceltadititolihacerta-mente favorito la diffusione delnuovosistema.Un’altro aspetto economico daconsiderare è che l’utente non èliberodiutilizzarel’hardwaregia’insuopossesso(adesempioJoy-stick, gamepad, etc..., fra l’altroessi hanno un costo superiore allororealevalorecomeoggetti)susistemi diversi da quello per cui

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sonostaticomprati.Icostruttoridi console per giochi tendono alimitare la liberta’ dei propri cli-enti impedendo loro di utilizzaregli accessori come e dove megliocredono.Qualcuno ricorderà certamenteche lostessojoystickemousesipotevano utilizzare indifferen-temente sull’Atari 800, sul Com-modore64epoisull’Amigasenzaincappare nell’intollerabile prolif-erazionidiconnettoriproprietariche stanno caratterizzando leconsolemoderne.Maquipotrem-mo tirare in ballo il mercato PC,altrettanto in odore di protezi-onismo:pensateallebatterieperportatili, ogni produttore, anziognimodellohalapropria;addirit-tura l’alimentatoreavolteèpro-prietario!).Senza dubbio correremo a com-prare lanuovaconsole incompati-bilecontuttosequestaha“ilgi-oco” senza il quale non possiamovivere. I costruttori e gli svilup-patorideisistemisannobenissimoche l’esistenza di una cosidetta“killer application” permetteràdi vendere il sistema a dispettodellelimitazionichequestohaneiconfronti dei prodotti della con-correnza.Attornoaglianni‘80gliutenti erano chiamati a sceglierefra decine di sistemi di calcoloassolutamente incompatibili fradi loro: Tandy TRS-80, Commo-dore C-64, Apple IIe, tanto percitarnealcuni.Questi competitorsidividevano ilmercatocercandodi fidelizzare il cliente acquisito al loromarchio,spessoriuscendovi.E’notalafedeltàalmarchiodeicli-entiApple.Leaziendechetentanola strada dei “cloni” (ad esempioFranklin con un sistema compati-bile Apple II) sono presto chia-mate all’appello e scacciate dallacittà(cioèespulsedalmercato).Ilprincipioeramoltosemplice: ilbusinessvenivadall’hardwarepro-prietario.UnaassunzionecheMi-

crosoftnonhamaicondiviso,evi-dentemente.

Laguerra.Laguerraper il predominiodi unricco mercato di intrattenimentoècontinuatanell’eradei16bitconmacchine quali Amiga o Atari adispettodella lorocrescenteob-solescenza.La guerra delle console da gi-ocohaavutounandamentosimilefino all’inizio degli anni ‘80, quan-do praticamente tutte le grandiaziende di elettronica offrivanoil loro“televisiongame”.Natural-mente poche famiglie avevano lapossibilitàoritenevanopocoutileacquistarepiùdi unesemplarediuntaleoggettoperciòiragazzicheusavanoleconsoleeranolimitatiagi-ocare i titoli dis-ponibili sul lorosistema: Coleco-vision, Intellivi-sion, Atari 2600,Adventurevision,Astrocade, Odys-sey II, etc... Og-nuno possedeva lapropria caratter-isticae laproprialibreria di titoli,caratteristicheenfatizzate prop-rioperdistinguereil prodotto dallaconcorrenza.A differenza delmercatodelsoft-ware per PC, ognicostruttore diconsole sviluppavainproprioititoliperilsuosiste-ma, nascondendo accuratamenteidentità dei programmatori, tec-niche e tools che potessere inqualche modo costituire un van-taggioper leaziendeconcorrenticheriuscissero,anchecontutti icrismi della legalità, a venirne inpossesso.

Pubblicità della Com-modore per il Vic20. Lo presenta il CEO della società in per-sona

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Quando quattro programmatori(inclusoqueltaleDavidCranechesuccessivamente sviluppò Pitfall,un gioco di enorme successo) la-sciaronoAtarinel1979perfond-are una loro propria e non auto-rizzata casa di produzione dititoli per il sistema Atari 2600.Il tentativo “di fuga” determinòl’immediatareazionediAtarichetentòintuttiimodi(perdendo)diproteggere il proprio monopolio,cosi’comepocopiu’tarditento’difare la Nintendo proprio controlastessaAtari.All’epocaleazio-ni della Atari erano ad un livellomoltoaltoeaisuidirigentimancò

lavisionediquan-to sarebbe sta-to utile per lorodisporre di unparco softwarepiùvastodiquello“nativo” per fa-cilitarelevenditedelloroprodotto.Nel 1982 Atariperselecausein-tentate contro ipresunti violatoridei propri dirittidi copyrights,proprio nell’annoincuilaColecovi-sionfeceuscireilsuofamoso“adat-tatore Atari”.Atari fece causaa Colecovisione perse un’altra

volta. Nel 1983 il mercato delleconsole per videogiochi collassòimprovvisamente, sostituito nelbrand ludico-educativo dai Per-sonalComputer,rendendodifat-to inutili tutte queste lotte fraproduttori.Data laproliferazionedellepiat-taformeèevidentecheglisvilup-patori indipendenti tendessero arealizzaretitolichepotesseroes-serevendutisuunavastaseriedipiattaforme,inmododamassimiz-

zare il ritorno dell’investimento.Appaiono le prime pubblicità digiochi(comeFrog,lafamosaranachetentadiattraversarelastradasenzaessereschiacciatadaivei-coliintransito)chesifocalizzanosul prodotto software piuttostichesull’hardware:“giocatelodovevipare”èsostanzialmenteilmes-saggio chedeveessere veicolatoepercepitodaipotenzialiclienti.In questo modo gli sviluppatorisi svincolavano definitivamente daunapiattaformae,fortidellesentenzechesancivano l’assolutalegittimitàdisviluppareperqual-sivoglia sistema, realizzaroropraticamente da zero il mercatodei videogiochi con i principi an-coraoggiinessere.Per attirare clienti i costruttoridihardwarepotevanosolo of-frire sistemi con la grafica mi-gliore della concorrenza, ancheperchè il concettodi prestazioniin termini di velocità si affacciasolo dopo qualche anno, propriosottolaspintadeititolisoftwarechepretendonohardwaresemprepiùpotente.A questo punto i produttori dihardwarenondevonosolotenerein pugno i clienti, come avevanofatto fino a questo momento, ma ancheglisviluppatori:senonpos-sonoobbligarliarilasciareititolisoloperlaloropiattaforma,devo-noalmenocercarediconvincerliafarloattraversoladisponibilitàdihardware piu’ sofisticato rispetto allaconcorrenza,oppureincorag-giare essi stessi l’emulazione dialtrepiattaformesullapropria.Questasituazioneduratutt’oggi,dovecontapiùlapresenzadititoli“importanti” che la sofisticazione dell’hardwaredellaconsoleche ilclientedecidediacquistare.L’equilibriofraiproduttorichede-siderano lapresenzadisoftwaresofisticato solo sui loro sistemi e iproduttorichedesideranolapiùampiadiffusionedeiloroprodotti

Otto modi per giocare a Frogger. Giocalo dove ti pare... ma giocalo!

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sigiocasugliinteressicontrastan-tidelledueparti.

Eiclienti?Treattorisonoingioco:iprodut-toridihardware,glisviluppatoridisoftwareegliutenti,ognunaconipropri interessi in conflitto con gli interessialtrui.E’divertentepen-sare a cosa potrebbe succederesel’equilibriofossespezzatoeunadiquestiattoripotessedettareiterminidellacontesa.Iprodotturidihardwarevoglionocheiclientiacquistinosoloilloroprodotto e per fare questo ob-bligherebbero gli sviluppatori arealizzare titoli esclusivamenteper la loro console. In paralleloessi cercherebbero di rendere illoro prodotto hardware il più in-compatibilepossibileconiprodot-tidellaconcorrenza.Gli sviluppatori, i cui interessidipendono da quanti utenti com-prano il loro prodotto, imporreb-berohardwarestandardsulqualefargiraresoftwarestandard.An-cheilportingfrapiattaformecos-tamoltolavoro,glistandardsem-plificherebbero di molto il rilascio deititolisututtelepiattaforme,oalmenolamaggiorpartediesse,disponibilisulmercato.Glisvilup-patoripero’vorrebberocheilcli-ente continuasse a comprare piu’volte lo stesso gioco se desideragiocarlo sui device diversi chepossiede.Contemporaneamente gli utentivoglionohardwareapertoe soft-wareaperto,unasituazionepossi-bilesoloinregimediconcorrenzaperfetta dove non esistono mo-nopoli. Alla fine il consumatore non desidererebbe più un Apple, maqualcosa che si comporti “come”un Apple. L’utente infine vorrebbe poter comprare periferiche chefunzioninosututtiisistemi,senzaessereobbligatoadacquistareungamepad specifico di ogni console, perfino quando acquista la versione

piu’recentedelprodottogiàinsuopossesso.Attualmente il cliente, c’era daaspettarselo, è l’anello debole diquestacatena,quellodovesiscar-icanoletensionidelmercato,vit-timadesignatasenzapossibilitàdidifendersi. L’emulazione è l’unicaarmaasuadisposizione,eccoper-chéèimportantechesidiffonda.Se il mondo degli sviluppatori èriuscitoadaffrancarsidaiprodut-tori, così non si può affermareper l’emulazione. Rimarrà sempreun problema fino a che i produt-toridihardwareeiproduttoridisoftware proprietario stretta-mente collegato a tale hardware(adesempioWindowsoTigerdellaApple),vorrannomantenereilcon-trollo totale sulla diffusione deiloro prodotti ricavandone profitti all’infinito.SonyeNintendohannobattagliatoa lungoper laserieFinalFantasyenonèpensabilecheladecisionedellaCortediaccettareleragionidi Sony, contro gli interessi diNintendocheèstatadifattoes-tradatadalmercatoneglianni‘90,possaripetersi.Similiesempisonoaccadutispessoinpassato.Adesempio ilCommo-dore Amiga sarebbe morto moltianniprimasefossestatodisponi-bileunapparecchiocomeilVideoToast(unaperifericadicontrollodei segnali video che permettevala produzione o la post-produzi-one di filmati sul computer) sul PC IBMosuunMachintoshdellaAp-ple.Appledalcantosuohadifesol’invenzionedelsuosistemaopera-tivo grafico spingendosi fino a inti-mareaMicrosoftdinonchiamare“cestino”lafunzionedicancellazi-one dei file!Alla Microsoft, indiscusso re deisistemi operativi proprietari,va riconosciuto il merito di avercontribuito a rompere il legamehardware-software offrendo ladisponibilità del proprio sistema

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operativo DOS sui sistemi IBM,convincendo il produttore a nonsvilupparne uno in casa. Dal mo-mentochelaMicrosofthamessoun piede attraverso la porta, al-triproduttorisisonointruffolatinella stanzadi IBMgenerando ilfenomenodeiclonimacosapiùim-portante,determinandounostand-ard.AnullasonovalsiglisforzidiIBM di recuperare la situazionedal latosoftwarecon ilprogettoOS/2 e dal lato hardware ricor-rendoallatecnologiaproprietariamicro-channel. I cloni eseguivanoilDOSepoiWindows inmanieraadeguata oscurando qualsiasi mi-glioramentopotesseesserefattoalla piattaforma hardware; cosìvinsero la battaglia contro il gi-ganteIBM.E’ noto a chiunque che il fenom-enodeicloniIBMhapermessoladiffusionedelPersonalComputeral livello attuale, cosa altrimentiimpossibile perché IBM e gli al-tri costruttoridi sistemi propri-tari si sarebbero ben guardatidall’abbassarneilprezzo!

E’questoultimoaspettocherap-presenta una sfida dell’emulazione aisistemiproprietari:seiopossoemulare efficacienemente su un hardwareliberoisistemiproprie-tari,alloranonc’e’ragionedipos-sedere tali sistemi che avrannocomunquequalcosadimenodaof-

frirerispettoalsistemaingradodi emularli, a dispetto della lorovera o presunta innovazione tec-nologica.Se posso emulare i giochi dellaconsoleNintendoDSsuunaPlay-stationSony (sullaPSPadesem-pio),manonviceversa,chimelofafaredicomprarmil’hardwareorig-inale Nintendo? Se un emulatoregenerico come il GP32 (http://www.wikipedia.org/wiki/GP32) e’in gradodi simulareentrambe leconsole,nonvedoragionedipren-dere uno dei modelli proprietari.Analogamente se il mio modernoPC puo’ emulare tutte le nuove ovecchieconsole,sareiunpazzoadinvestiredeldenaropercomprareisistemioriginali.Perparafrasareun vecchio slogan della Commo-dore:“Perche’comprareunsiste-masepuoiavereunemulatore?”.Nonsiamosorpresinelconstatarecome la Nintendo si sia sbizzar-rita nell’inventarsi periferichedel tutto originali: teme eccomel’emulazione.ha ragione la Nintendo ad averepaura? Forse. Nel 1999 e’ statorilasciatounemulatoreperlacon-sole Nintendo 64, vecchia di treannimaancoracommercializzata,UltraHLE.Essohadimostratochee’ possibile emulare le moderneconsoledagiochiadunlivelloac-cettabiledisponendodiunPCbenequipaggiato. Molto presto altriemulatoripersistemidigiocodi-versisonostatiresidisponibili.Ilrilascio di UltraHLE ha rappre-sentatounsaltodiqualitànelmon-do dell’emulazione, fino ad allora concentrata sull’emulazione dellevecchie console. Ora il softwaredi emulazione puo’ essere usatoper copiareedistribuire il soft-warepiùrecentesulmercato.Moltissimi sostenitoridell’emulazione hanno sottoline-atodinonessereinteressatiallapirateria o alla distribuzione nonautorizzatadelsoftware.Queste

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persone sostengono che pur es-sendo tecnicamente illegale, èeticamente giustificabile rendere disponibili i vecchigiochinonpiùcommercializzati su un sistemain grado di eseguirli, ma fare lastessacosacon inuovititolinonloèaffatto.Se non posso comprare “Gorf”,cosa c’è di sbagliato a scaricarele ROM da Internet? E cosa c’èdi sbagliato nell’eseguirlo su unemulatore, dal momento chel’hardware originale sul quale gi-rava non e-siste piu’? Come pos-siamo riconoscere ad un tempocerto software come privato enellostessotempodeciderecheilsuostatodiabandonwarelorendedifattopubblico?Laleggenonfaalcuna distinzione fra copiare edistribuirenuovoovecchiosoft-ware, infatti nessun software èufficialmente “pubblico” fino a che l’autorenonneharilasciatoidir-itti.Un’altropuntochetoccal’aspettoeconomico dell’emulazione è cheun PC equipaggiato al meglio perl’emulazionedeitrebigdelmondoconsole potrebbe alla fine costare moltodipiùdelsempliceacquistodell’hardware originale. Tuttavianonsitrattadiungapdaconsid-erareperilfattocheintervengo-no altre considerazioni, la primadelle quali è che normalmente ilPCnonsiacquistaall’unicoscopodigiocarementrelegameconsoleoffronodal lorocantoaltricom-portamenti che potrebbero pe-sarenellavalutazionedell’acquisto(adesempioilnonaverelecompli-cazionitecnichediunPC,esseredirettamente collegabili ad untelevisore,garantireuningombrominimo, disporre di sofisticate periferiche di input ed infine es-sere immunidaviruseaggiorna-mentisoftware).

La sfida dell’emulazione.Assumiamochesiastatocostruito

unsistemaoperativoliberochesuunhardwarestandardocomunquenon eccessivamente dispendioso,che tale accoppiata hardware-software possa emulare, magarianche più efficaciemente, Micro-soft Windows. Oggi è possibileemulare il Commodere C-64 el’Amigaconunavelocitàmairag-giuntadaquestisistemi,emulareunmodernoPCsuunsistemapiùavanzato sarà sicuramente pos-sibilefrapochianni.L’emulazionedel sistema operativo MicrosoftWindows sarà ancora significati-vamente determinante? Avendoa disposizione una macchina piùavanzata determinerà l’uso diWindows ai soli fini “storici” e di ricerca.

Emulare un sistema in un’altro èun task difficile perché richiede al sistemaospitenonsoltantodisupportare le componenti del PCsul qualegira,madiemularean-chetuttelealtrepossibiliespan-sionidelPCchesidesideraemu-lare. In prima battuta possiamoaffermarechelarelazionefrailsistema X che ospita il sistemaemulatoY,èesponenziale,cioèlapotenzadiXdeveesserequalcheordine(almenouno)digrandezzasuperiorealsistemaY(almeno10voltepiùpotente).Facciamounesempio.Supponiamodi essere chiamati a ricoprire il

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ruolodiunfamosochirurgoinunafiction di prossima realizzazione. Dovremononsoltantoimpararelanostraparte,mastudiaretuttoilpossibile sul comportamento del

personaggio, ad esempio le tec-niche di comportamento in salaoperatoria,peroffrireunacredi-bile interpretazione. Supponiamodiaverspesogiorniadosservarevarichirurghiallavoroall’internodeipropriospedaliedaltrettantigiorni davanti allo specchio perprovare i gesti più importanti econvincenti. Chiunque sia statoin contatto con il mondo cine-matografico sa bene quanto sia un lavoro duro preparare adeguata-menteunpersonaggio.Bene, possiamo paragonare ques-toimpegnoaquello ri-chiestodalla realizzazione di un emula-tore, quello che in gergo tecnicosichiamaun“port”delsoftware.Il risultato non è esattamente ilsistemaoriginale,maciassomigliamolto, tanto da convincerci, noiutilizzatori,diesserloveramente.Cioè non si può chiedere ad unattore di essere veramente unchirurgo, ma di apparire cometale.Gliattorimigliorisonoquelliche possono passare dal ruolo di

chirurgo in un film al ruolo di in-gegnere nucleare nell’altro con-vincendo lo spettatore di essereveramente il personaggio che in-terpreta. L’alternativa, se par-liamodellarealizzazionedibuoniprodotti cinematografici, sarebbe quelladitrovareunchirurgochesiaancheunbravoattoreperunainterpretazione e un analogo in-gegnere nucleare altrettanto ca-pacedi recitare per l’altra: cioe’non si potrebbero fare buoni film!Questoesempio,seppurenonper-fetto, rende l’idea di cosa chie-diamoadunsistemaquandodevesimularne un’altro: non soltantodi apparire come qualcosa di di-verso, ma anche di essere sestesso. Tenendo bene in mentequestoprincipiosicapisceperchél’emulazione si rivolge principal-mente al mondo delle console dagioco “fuori produzione” e per-chéperemulareunsistemacomel’AmigaservaunPCbenbeneeq-uipaggiato.SistemidiemulazioneperPCobso-letievecchieconsolesonodisponi-bilie,cosaancorapiùimportante,leROMpertalisistemisonodis-ponibiliavoltelargamentesuIn-ternet.ROMèunacontrazione,inquesto caso, di “ROM Image Defi-nition”.Nonsipuòsemplicementeinfilare una cartridge del NES dentroilPC(questoèun’altrodeivantaggi delle game-console). Datempoglihackerhannotrovatoilmododiriversare ilcontenutodiqueste cassette in file binari noti universalmente come “immaginiROM”. Questi file possono essere caricati nell’emulatore che avràcura di simulare con essi quellache era la presenza fisica della cartidge nello slot della consoleoriginale. In Internet si possonotrovareparecchiediquesteROMliberamente scaricabili perché ilcopyright é stato rilasciato dailegittimiproprietari.Andrew Wolan, manager del sito

Anche la piattaforma MAC dispone di buone chance: qui la simpatica immagine di installazione del prodotto MacMame

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EmulationZone.org, afferma che“Internethacontribuitoalvelocesviluppodelmondodell’emulazionepermettendo la condivisione alivello mondiale della conoscen-za in questo settore”, togliendol’emulazione dalla ristretta cer-chiadihackerdal qualeeranataperdiffondersiamacchiad’olio.Il defunto sistema di giocoDreamCast della Sega è stato lagemmachehadato il viaaques-to mondo che poi si è evuluto fino all’emulazione delle console piùmoderne. GNU/Linux è il princi-paletooldisviluppo,mailportdeiprogrammidiemulazionesulsiste-maoperativoWindowsègenerica-mentedisponibile,soprattuttoperquelle emulazioni più popolari. IlMultipleArcadeMachineEmulator(MAME)èdisponibileperunavas-tapopolazionedisistemisiacom-puter che console.MAMEmeritaunpostoasénell’emulazioneper-chéicosidetti“giochidabar”sonostati tradizionalmente ancora piùprotettiechiusideigiochidacon-sole,bastipensarecheognunodiessi richiedevaunappositohard-ware.ChiunquepossiedaunPCsuf-ficientemente recente può giocare deititoli“dabar”allavelocitàchenonsarebbemaistataimmaginatadailorocreatori.Maiprimanellastoriaèstatopos-sibileaveradisposizioneunatalepletoradigiochi.Migliaiaoanchedecinedimigliaiadititolipossonorisiederesuinostrihard-disk.Unaquantitàdititolicheforsenonsiriesce nemmeno a giocare com-pletamente per via della loro nu-merosità.

Ilfuturodell’emulazioneeilfreesoftware.Forse l’aspetto più significa-tivo dell’emulazione software èche esso offre la più grande in-dipendenzadalla piattaformamairealizzata fino ad oggi. Eserciti di hackereordedientusiastihanno

usatoInternetperavereciòchel’industria aveva a loro semprenegato: la libertà di giocare qua-lunquetitolosullapiattaformachesi desidera. Se voglio giocare aDonkeyKongCountrysullamiaPSPlo posso fare! Se voglio avere ildesktopAmigasulmioPCdicasa,posso averlo, magari in una finestra diXP! La sceltanon stapiù nellemanidi produttoridihardwareesviluppatori di software. Siamoarrivati al punto in cui il termine“piattaforma” ha perso di signifi-cato. Un generico hardware puo’ospitare un altrettanto genericosoftware e l’equivalente del sis-tema operativo specifico della pi-attaformaèunafunzione internadell’emulatoreingradodiospitareal suo interno il softwarescrittopertutt’altrodevice.Questa idea è tutt’altro chenuova, come dicevamo all’inizio.Un’altro esempio èJava: una “pi-attaforma” portabile in grado dieseguire qualsiasi software suqualsiasihardwaresupportato(poisappiamo che questa è forse piùunasperanzadiSuncheunaveraepropriarealtà).

Ilproblemaèchemancaun’analogomovimento“freehardware”paral-leloall’esistentemovimento“freesoftware”. Il motivo non è dif-ficile comprenderlo: la proget-tazionedialcunepartidelPC(ad

L’emulatore forse più famoso: Mame, qui il programma di ges-tione.

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esempio la CPU) è un processomolto più costoso dello sviluppodel software e solo le maggioriindustriehannoloskillperfarlo.Moltodell’hardwareneiPCmod-ernièpraticamentelostessodelPC originale di IBM e le stesseconsolesievolvonopartendodalmodello precedente, usandonegranpartedella tecnologia.Nonsipuòcherimanereimpressiona-tidall’evoluzionedellatecnologiainformatica in poche decine dianni, ma stiamo parlando prati-camentediunaevoluzionediideeoriginali,nondivereepropriein-venzioni.Quantipiccoliprogressisonostatifattidagliingegnerisuimotori a vaporeprimachequal-cunoscoprisseilpotenzialedellabenzina,cosachehacatapultatol’industria nell’era attuale? Iltipodi “super-computer”chehoin mente, capace di realizzareunaemulazioneadaltolivellononè possibile senza significative (e aperte)innovazionidell’hardware.Questosognodicomputersareb-be in grado di eseguire GNU/Linux,Windows o qualsiasi altroambientesidesiderassefarcigi-rare,offrendomagarinuoveop-portunità ora impensabili. Se unPC moderno ha ora una velocita’diclockattornoai3GHz,questasupermacchinadovrebbeagirar-si attornoalTerahertz.Questonon dovrebbe essere patrimoniodi una sola o di poche industrieproduttrici, ma rimanere apertoallo scopo di consentire ad unavasta popolazionedi persone in-teressate la partecipazione allosviluppo dello stesso, fra l’altroabattendoneicosti.Le emulazioni possibili con unatale macchina affosserebberoil principiodellepiattaforme in-dipendenti ed obbligerebberoproduttori e sviluppatori a real-izzare componenti standard, al-trimenticheselicomprerebbe?Questosognoèderisodaicinici

chehannosempreargomenticon-traridaporresulpiattodellabi-lancia o la mera considerazionechelostatusquoèassolutamenteimpossibile da scalzare. GeorgeAiry, un importante scienziatoall’epoca di Babbage, si adoperòper convincere la maggioranzadegliinglesichemaiunsistemadicalcolo meccanico avrebbe rag-giuntolavelocitàel’accuratezzaneicalcolidegliumanifattiutiliz-zandoregolietabellediconver-sione.Nessunocheabbiastudiatocomemelastoriadellascienzasachelaparola “impossibile”èprivadisignificato. Spesso invece che concentrareglisforzinellasoluz-ionedelproblema,sisprecanoen-ergieadimostrarel’impossibilitàdi realizzare quanto sarebbeinvece estremamente necessa-rioperl’evoluzionetecnologicaedell’umanità.Una assunzione sbagliata è adesempio che noi riteniamo che icomputer di domani saranno piùveloci semplicemente perché laCPUsaràalimentatadaunclockpiu’veloce;nonpensiamoallerea-liinnovazionidell’interaarchitet-turadelsistema.Dobbiamoascol-tare la voce dei veri innovatori,non soltanto i portavoce ufficiali diInteloMicrosoft!

Conclusioni.Coloro di noi che hanno a cuorenon i profitti delle major industri-alimalamassimizzazionedelpo-tenzialetecnologicoel’evoluzionegli utilizzatori, devono rimanerefocalizzati sull’emulazione. Dob-biamo combattere leggi come ilDMCAcherendonoilreversein-gegnering una attività criminale.Dobbiamocostruireilnostrosis-temaoperativoliberoeprogetta-relanostraarchitetturaapertainmanieratalecheessipossanonon soltanto far girare in mani-era efficacie il software libero

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che costruiremo,ma chepossanoemulareWindowsoqualsiasialtroprodotto possa apparire sulmer-cato.Libertà vo cercando, che m’è sicara...

Copyright.2005MattBarton.Licenza Creative Commons “by”2.0

L’autore.Matt Barton e’ un professore diinglese presso il St. Cluod StateUniversityofMinnesota.E’votatoalfreesoftware,alWikieaiprin-cipi della Creative Commons. hastudiatoescrittosullastoriadeivideogame.

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Biblioteca

Monografie vec-chie e nuove analizzate e rivisitate.

Don’t click on the blue e!By Scott Granneman

La

“Grande eBlue” di cuiparla il titoloè natural-mente l’iconadi InternetExplorer, ilbrowserdella

Microsoft che è al centro di po-lemichepraticamentedaquandoènato. Anche questo è un primato,se vogliamo, per quanto poco in-vidiabile.L’autorelaprendedalontanointro-ducendoildiscorsodalleoriginidiInternetedallanascitadelWebediconseguenzadeiBrowser.Que-stapartepuòessereunapiacevoleerilassante letturaretrospettivasia per coloro che sono stati at-toriohannoassistitoinprimaper-sona agli accadimenti narrati, siaperchimagarisichiedeoggiqualisianostateleoriginieilperchésisiaarrivatiallostatoattuale.

Internet Exporer (IE) viene defi-nito nel testo “The Achilles Heelof Windows Security”, giustificata dallanumerositàdibugchehannoafflitto questo prodotto fin dalla suaapparizione,macosaancorapiùgraveaparermio,daibugchesonocontinuatiaspuntarecomefunghipatchdopopatch.Alcunierrorier-anodavverobanalieveramentecisièchiestodovestavailcontrolloqualitàincasaMicrosoft!Compiutaquestamissionenelgirodel primo capitolo l’autore offrela soluzione: FireFox al quale è

dedicata tutta la restante partedella monografia, con l’eccezione dell’appendice A dove si fa unbreveexcursusdiquellichesonoi browser alternativi come Op-era(davveropococonsiderato)eSafari della Apple, quest’ultimodetienepraticamenteil100%delmercatodeibrowsersuMACOSX.CheFirefoxsial’argomentodelli-brodel restoèpaleseanchedalsottotitolocherecita“SwitchingtoFirefox”.Si tratta di un manuale a tuttotondoche tratta tutto lo scibilerelativoalprodottoOpenSourceforse più noto in assoluto dopoLinux,almenodallatodesktop.Si partedescrivendone leoriginiche vedono sfilare Netscape navi-gatore ilsuosuccessoreMozillacomeprotagonisti,siproseguepoicon l’installazione sulle varie pi-attaforme (Firefox è disponibilequasi per qualsiasi ambiente), laconfigurazione, l’aggiornamento on-line pre proseguire con unadettagliataanalisidelleopzioniedellepossibilitàdipersonalizzazi-one.

Conclusione.E’ un libro che definirei “balneare” perchidiinformaticanemasticaqualcosina.Non vedo quale possaessere il target preciso di unasimile pubblicazione: immaginocheilcosidettoutentemediousaquello che si trova installato sulPCequindiIEebuonanotte.Chela monografia serva a convincere qualcuno a non fidarsi di IE e pas-sare ad un’altro prodotto è pos-

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sibile;altroobiettivopotrebberoessere gli utenti “precisini” chevoglionoconosceretuttodeipro-grammicheusanoalduplicescopodistupiregliamiciedi rendersil’usodellamacchinapiacevolmentepersonalizzatoilpiùpossibile.La verità è che simili monografie sonomoltonumerosenegliStates,dove si riesce praticamente avendereditutto,bastaavereunabuonaorganizzazioneeunaqual-chereputazionetecnicadaspen-dere e si producono testi a raffica suqualsiasiargomento,inpartico-laretecnico.C’èunaveraepropria“corsaalmanuale”chenonsapreicome giustificare. Esimi sociologi neavrannocertamenteparlatoedanalizzato la fenomenologia ed aessirimandiamoilquesito.

[sn]

Tableofcontents

CopyrightPrefaceAudienceforThisBookOrganizationofThisBookConventionsUsedinThisBookWe’dLiketoHearfromYou SafariEnabled Acknowledgments

Chapter1.TheProblemwiththeBlueESection1.1.Long,LongAgo...inInternetTimeSection1.2.MosaicSection1.3.NetscapeSection1.4.Microsoft,IE,andtheBrowserWarsSection1.5.ALongShotThatPaidOffSection1.6.IEandWindows:JoinedattheHipSection1.7.TheBlueE:TheAchillesHeelofWindowsSecuritySection1.8.TheRedLizardandItsChildrenSection1.9.WheretoLearnMoreChapter 2. Installing and Configuring Fire-foxSection2.1.InstallingFirefoxSection2.2.RunningFirefoxfortheFirstTimeSection2.3.StartingFirefoxSection2.4.JusttheWayYouWantIt:OptionsSection2.5.CustomizeYourToolbarsSection2.6.Help! Section 2.7. Firefox Profiles

Section2.8.WheretoLearnMore

Chapter3.FirefoxFeaturesSection3.1.GettingStartedwithFirefoxSection3.2.MakingLifeEasierSection3.3.SidebarsSection3.4.ManagersSection3.5.WheretoLearnMore

Chapter4.KillerFirefoxAdd-OnsSection4.1.InstallingPlug-InsforMulti-mediaandMoreSection4.2.ChangingtheLookandFeelwithThemesSection4.3.AddingFeaturestoFirefoxwithExtensionsSection4.4.WheretoLearnMoreChapter5.AdvancedFirefoxSection5.1.SearchingSection5.2.LiveBookmarksSection5.3.CounteractingWebAnnoy-ancesSection5.4.SafetyandSecurity Section 5.5. Advanced ConfigurationSection5.6.Contribute!Section5.7.WheretoLearnMoreAppendixA.OtherWebBrowsersSectionA.1.OperaSectionA.2.CaminoSectionA.3.KonquerorSectionA.4.SafariSectionA.5.OmniWebSectionA.6.LynxSectionA.7.WheretoLearnMoreAppendixB.FirefoxOptionsSectionB.1.GeneralSectionB.2.PrivacySectionB.3.WebFeaturesSectionB.4.DownloadsSectionB.5.AdvancedSectionB.6.WheretoLearnMoreColophonIndex

SchedaAutore: Scott GrannemanEditore: O’ReillyAnno : 200�ISBN : 0-��6-00�3�-�Pagine: 28�Lingua: InglesePrezzo: 1�,�0 $Soggetto: Internet, Brows-er WebParole chiave: Firefox, Web Browser, Internet Explorer.

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BBS

Il colloquio con i lettori

Posta

DaMassimoeLuigi.Ciaoatuttalaredazione,èstranochesiacomparsainretela vostra rivista proprio mentreanch’io progettavo di realizzarequalchecosadelgenere.Noisiamosoloindueequestomipreoccupaunpochinoancheseilnostroobi-ettivoèlimitatoallarealizzazionedi due, massimo tre numeri/anno.Principalmentevolevamooccuparcidi retro-gaming anche perché èl’unicocampochecisembraabbor-dabiledatelenostrescarsecono-scenze di hardware. Vedendo lavostrainiziativacisiamochiestisenonvalgainvecelapenarinunciareal progetto personale per aggre-garciavoi,magariseciassegnateuna rubrica fissa...

Rispondetn.E’verocherealizzareunafanzine,anchedisponendodi collaboratorie di tempo libero non è affattosemplice. Attualmente noi siamoin quattro più una persona chesi è presa in carico la questionedella grafica e dell’impaginazione. Ci siamo prefissati di pubblicare quarantapaginepernumerogiudi-candofattibileunadecinadipag-ineinmediaperpersonaogniduemesi. In realtà, come succede intutte le famiglie, c’è chi producedi più e chi meno. L’importante ènon stabilire troppe rigidità cherischiano di disamorare i collabo-ratori.Credochepossiatefareunottimo lavoro anche se siete soloindue,l’importanteècrederci!Sepoidecidetediraggiungereilnos-tro gruppo siete i benvenuti, dapartenostraquellochechiediamo

èunminimodiserietàediimpeg-no.Ilcorrispettivoèpariazero,nel senso che tutto è fatto subasevolontariaelespesediman-tenimentodelsitoeacquistodelsoftwareèfruttodiautotassazi-one. Non abbiamo una redazioneovviamente,citeniamoincontattotramiteInternetecivediamo inmediaogniquindicigiorniperunapizza.Per quanto riguarda una rubricasulretro-gaming,questal’abbiamoincantiereeilnostroLorenzo2cistalavorando,malospazioperac-coglierealtricontributièsempredisponibile.Aspettiamoquindilavostrainizia-tivaoviaspettiamo.Buonlavoro.

DaSerena.Per lamiatesi insociologiadellacomunicazione sto raccogliendomateriale da vecchie riviste diinformatica che vanno dal 1985al1995.Hoquindisempregooglepuntato sulle parole “Magazine”,“Riviste”,“oldcomputer”,etc...E’cosìchehoscopertolavostrariv-ista.(...omissis...)Prima di iniziare non immaginavoneesistesserocosìtante!Miman-cano parecchie testate soprat-tutto numeri dalla seconda metàdegli anni ‘80, non è che potetedarmiunamano?

RispondeSonicher.Non ho ben capito cosa ti servema temo che non sia possibilefarti fotocopie o scansionidi in-terinumeri.Fral’altro,comenonmistancomaidiricordareachimi

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chiedelestessecose,c’èlaleggesul diritto d’autore che in Italiaèaddiritturaeccessivaamiopar-erre,maancheaparerediillustrigiuristi.Quellochepossofareèeventual-mentelafotocopiadiqualchepa-gina.Ilproblemaèovviamente“dichecosa?”.Credocheticonvengametterti incontattoconqualchegrande biblioteca universitaria oconlaBibliotecaNazionaleCent-ralediFirenzeoconquachealtraistituzione che può essere benfornitadelmaterialechetiserve.Credo sia perfettamente inutiletentaredicontattareglieditori,comesuggerisciinunpassodellatuaemail,moltihannochiusoeperesperienzapersonaletipossoas-sicurare che anche quelli ancoraesistentinonhannogranvogliadicollaborare.Inboccaallupo!

Damz3do.(...omissis...) l’iniziativa è buonamapuòesserefattamoltomeglio.Le due recensioni apparse finora (Apple II e ZX80) contengonoparecchi errori ed in ogni casonondicononulladinuovo(...omis-sis...).

Rispondetn.Mio nonno buon’anima diceva: -”Per quanto tu possa fare beneunacosa,cisaràsemprequalcunoprontoasosteneredipoterlafaremeglioeaminorcosto”.Miononnoavevaragione.Aspettiamoconansialetuediin-iziativeeditoriali.

DaSandro.Nell’articolo sullo ZX80 c’è unaaffermazione che non ho capito:riguarda il presunto fallimentodella catena di negozi GBC doveioholavoratoquasiquindicianni.Quale sarebbe questa “causa dideclino”?

Rispondesn.Premettoche iopossoavereunavisione molto parziale comunquerafforzata dal fatto che poiquestinegozidiinformaticasonodi fatto scomparsi in pochi anni.Quando comincia ad interessar-mi all’elettronica digitale (più diventiannifa)inegoziGBCeranopraticamente l’unica fonte dovereperire componenti. Un giornomirecaipressounodiquestine-gozi perché mi serviva uno zoc-coloperintegratiasedicipiedini.L’integratoeraun74LS...nonri-cordopiùchecosa,comunquenonuna cosa rarissima. Il commessovoleva a tutti i costi rifilarmi uno zoccolocon14piedinisostenendocheavevopresounabbaglioechenonvenivanocostruitiintegratia8+8piedini,maalmassimocon7+7.Meneandainonprimadiaverdatodell’ignoranteall’impiegato.Parecchimesidopoci tornai percomprareunaROMda8Kper loZX80,dispositivochelotrasfor-mavainpraticainun“quasi”ZX81.Alnegoziononsapevanoesistesseequandoglimisi sotto il naso lapubblicità della stessa GBC chene dimostrava l’esistenza, questimi dissero che per averla avreidovuto sborsare 15.000 lire inpiù perchésostenevanoche “noneramercechetrattavanonormal-mente”. Questi episodi mi sonorimasti impressi e l’ho più volteconsiderati nella mia carrieracomeesempidicomeuncollabo-ratorepossaguastare l’immaginedell’aziendadovelavora.Venendo alla questione specifica credo che GBC non abbia inves-titonellaformazionedelperson-aleelamiopiadeidirigentiatut-ti i livelli non abbia fatto capirel’importanza della rivoluzione in-formaticacheavevanodifronte.Unaprece.

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Il CP/M sui sistemi Apple //La terza parte della serie.

La prova hardware dell’Olivetti M2�, un sistema che in Italia ha fatto scuola.

RetroComputing - istruzioni per l’uso: l’etica e il copyright.

Continua il dibattito sulle pros-pettive dell’emulazione dal punto di vista tecnologico ma soprattutto filosofico.

Filo diretto con i lettori in un interessantissimo confronto di opinioni.

Retro-CodeAncora l’Integer Basic Applesoft

Recensioni di monografie e riviste.

Per la rubrica “Emulatori” il più famoso emulatore di giochi da bar: MAME