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Marchionni: Sto bene e corro per la juve La Juve su Campagnaro Speciale Nero su Bianco sito di Marcello Chirico Del Piero: Giovinco Prenderà il mio posto Fiorentina e Cagliari di Sa- bato sera Queste le parole di Alex Del Piero di cui parlano dell’addio di Alex fra 5 anni Data: Giovedì 25 Dicembre 2008 - Anno 2° N. 472 - www.juventusnews.tk Per Info [email protected] Sondaggi di Juventus News Secondo voi la Ju- ve riuscirà ad anda- re ai Quarti batten- do il Chelsea? 1 Si 2 No Puoi votare su juventusnews.tk Vieni su Juventusnews.tk e scarica il Calenda- rio della Juventus 08/09 Prossimo Incontro Su Juventus News.Tk c’è una pagina Champions Lea- gue sulla Juve, che aspetti vieni Vai al Canale You Tube di Juventus News http://it.youtube.com/ newsjuventus L'impressione è che lei, come Buffon, Nedved, Camoranesi, dopo la scelta di restare in serie B vi sentiate un po' comproprietari della Juve. E' così? «Possiedo qualche azione ma non basta per entrare nella stanza dei bottoni. Comunque quello che è accaduto ci ha avvicinato di più al mondo della Juve, ce ne sentiamo una parte». Insomma non entrate mai nelle decisioni? «Magari ci viene chiesto un parere, una riflessione. Succedeva anche prima. Qualche volta». Giovinco è sincero o ruffiano quando dice che sta imparando tutto da lei? «Non ha nessun motivo di essere ruffiano. Tra cinque anni io non ci sarò più e Giovinco sarà al mio posto: il futuro è suo come di Marchisio e De Ceglie». I vecchi però tendono a difendere le posizioni sul lavoro. Non è che pure lei sega un po' le gambe a chi ambisce al suo posto? «Non sono perfetto. Rosico, provo invidia. Come tutti. Tuttavia succede per altre cose della vita, questa invece è una guerra che non mi interessa. Anzi se i giovani, guardandomi, possono crescere ne sono contento. Non sono il tipo che si mette a insegnare un gesto o un colpo, come ho letto che faceva Maradona con Zola. Però in campo parlo e consiglio. Basta ascoltarmi». Lei è il calciatore italiano più richiesto dai pubblicita- ri, insieme a Gattuso. Non è strano che accada a uno che ha fatto della privacy la sua regola di vita? «Le pubblicità le ho sempre fatte, adesso succede di più perché un conto è il personaggio di 20 anni con 3 vittorie alle spalle e un altro avere come biglietto da visita una carriera. Mi diverto, entro nello spirito delle aziende per cui lavoro. E mi diverto anche quando mi chiamano alle "Iene" o a "Paperissima": sono il tipo che scherza, mi piace ridere. Se ho steso sempre un velo sulla mia vita privata e non ho una moglie o una fidanzata che ha fatto la velina, non mi sembra un problema nè un impedimento». Ma il modello del futuro non è Beckham? «No, lui è l'eccezione. Nella sua vita sono successe molte cose, a cominciare dal matrimonio con una ragazza che stava nello spettacolo ad alto livello, che lo hanno esposto al gossip fuori dal calcio e ne hanno fatto il personaggio che è. Ma non c'è qualcun altro come Beckham, che tralaltro è un ragazzo fantastico sotto l'aspetto emotivo e dell'impegno sul lavoro».. Soldi. Popolarità. Ma com'è che si scoprono tanti calciatori sull'orlo della depressione? «E' un mondo competitivo e per noi lo è su due livelli: c'è la competizione per emergere o mantenersi nel calcio e c'è quella che la vita di tutti i giorni ti porta ad affrontare. Ti porti dentro tante cose e non sempre le puoi esprimere anche perché non sempre hai vicino le persone di cui fidarti. Succede così». E' un discorso che l'uomo della strada accetta con difficoltà. «Perché il denaro sembra la misura di tutto e non è sempre così. Quando mio padre si ammalò, avevo i soldi e le conoscenze per chiamare i migliori medici del mondo ma non c'era niente da fare. Anche se mi chiamavo Del Piero, ero un uomo impotente». Del Piero, per lei si chiude un anno straordinario fatto di successi personali e di riscossa juventina, di grandi colpi e di una popolarità forse mai così riconosciuta. Partiamo dal suo inchino al pubblico del Bernabeu che l'applaude, in piedi, mentre lascia il campo contro il Real Madrid? «Sì. Quella è la fotografia del mio 2008, l'episodio più emozionante e significativo, la risposta a una partita eccezionale. E siccome è un omaggio che hanno riservato a pochi e grandissimi calciatori me lo terrò stretto per tutta la vita». Negli ultimi anni le era un po' mancato un riconoscimento internazionale. «Questo è un significato che si è voluto dare in Italia. Ma la realtà non è questa. L'applauso del "Bernabeu" non doveva ricompensarmi di nulla». Dopo 15 anni in cui l'hanno amata soltanto gli juventini, all'improvviso piace quasi a tutti. Cosa è successo? «Credo che si sia visto l'impegno e anche l'amore che ho dimostrato nei momenti difficili e in certe scelte. Questo non paga subito ma con il tempo la gente mi ha apprezzato e mi hanno aiutato anche questi anni magnifici: due volte capocannoniere, certi gol che accendono la fantasia». Ad esempio il «serial» delle punizioni? «Appunto. Quando in tanti pensano "questa volta non ce la fa" e tu ce la fai di nuovo hai risposto a un'attesa e fai colpo». Perché segna di più in una Juve che vale meno di altre nel passato? «Non lo so. Più o meno il gioco è lo stesso e il mio ruolo è quello, da seconda punta. Anzi a volte mi allontano più di prima dalla porta. Evidentemente gli anni affinano. Ognuno che passa sono centinaia di colpi in più che ho provato in allenamento e studiato al video». Al video? «Uno dei segreti di un calciatore moderno è sfruttare le immagini: è il vantaggio che abbiamo sugli attaccanti di una volta». Quanto tempo vi dedica? «Non molto ma con qualità. Ho i giorni fissi in cui mi chiudo per qualche ora in casa e guardo i filmati dell'avversario. Di solito il venerdì e il sabato, se gioco la domenica. E studio anche le partite della Juve per ripassare i movimenti. Nello scorso campionato ho fatto 4 o 5 gol sempre con lo stesso schema sul passaggio di Zanetti: due con la Roma, a Bergamo, a Livorno». Probabilmente lo faceva anche prima ma i risultati non erano così straordinari. Cosa c'è di più adesso? «In questi ultimi anni sono riuscito a stare bene fisicamente. Ho seguito una preparazione specifica e ho raggiunto una continuità, non ci sono stati gli alti e bassi di forma e di salute». Non è che aveva ragione Capello, a dire che la faceva giocare poco per allungarle la carriera? «Qualcuno lo pensa. Ma qualcun altro può obiettare che se sto così a 34 anni, giocando molto, figurarsi cosa potevo fare quando ne avevo quattro di meno». Le rimane qualche ruggine di quel periodo? «Ho rimosso tutto. Le cose viaggiano a modo loro, l'importan- te è che alla fine si sistemino». Non ritirarsi a una certa età è la sindrome di Peter Pan, il non voler diventare adulti? «Se esiste questa sindrome io non ne soffro: sono convinto che non essere più calciatore sarà diverso però non ne ho paura. Verrà il momento di smettere anche per me ma non è oggi». Cobolli Gigli disse che le lasciava la presidenza della Juve poi ha svelato che lei vuol fare l'allenatore. Qual è la verità? «Non credo che abbia detto proprio così. Non so che farò, non ci penso. Lei non mi vedrebbe ad allenare?». Non le ho mai sentito alzare la voce. «Lo faccio poco, per esperienza non credo che alzando la voce un allenatore si faccia ascoltare di più. Deve farlo soltanto quando serve davvero». A tirarla troppo in lungo non c'è il rischio di finire come Maldini, un fuoriclasse che oggi è coinvolto nelle critiche? «Anche se Maldini avesse giocato gli ultimi tre anni a un livello non altissimo, non dimenticherei mai tutto quello che ha fatto. Le grandi carriere non si rovinano e anche oggi io di Maldini, quando è in campo, mi fido». Il Mondiale non poteva chiudere tutto in gloria? «Sarebbe stata una bella occasione per ritirarsi, cosa avrei potuto vincere di più? Ma si smette per altre ragioni: quando non c'è più il piacere di stare in squadra o la condivisione di un progetto. Se il metro di tutto fosse una vittoria c'è chi non dovrebbe neppure cominciare con il pallone». E la Nazionale? «E' una porta che spero sia ancora aperta fino al 2010 ma di cui adesso è meglio non parlare». Soltanto l'Inter davanti alla Juve. E' una situazione definitiva? «Non la penso così. Il Milan ad esempio ha subito come noi i momenti negativi degli infortuni ma è sempre in corsa». Volevamo sapere se è definitivo che l'Inter starà davanti. «L'Inter, rispetto a noi e al Milan, ha avuto un vantaggio: ha cambiato lo staff tecnico ma in fondo è rimasta la squadra che era negli anni scorsi con Mancini». Ed è l'unica squadra che si è dimostrata superiore alla Juve. «In quella partita che abbiamo perso a San Siro lo è stata». Mancini dice che la forza dell'Inter è nella sicurezza di giocatori che hanno imparato a vincere. Un po' come succedeva alla vecchia Juve. E' d'accordo? «La fame di vittorie è un aspetto importante, non so se loro l'avvertono come capitava a noi e non mi interessa. Se alla Juve ci occupiamo troppo dell'Inter perdiamo di vista noi stessi». Quando voi vincevate dall'Inter arrivavano frecce avvelenate. Oggi vince l'Inter e la Juve tace. Vi hanno vietato le frecce? «La società ha fatto una scelta molto precisa: non si parla di arbitri, non si montano polemiche. Vedo che c'è chi si lamenta come una volta ma per noi è così». Ibrahimovic era meno decisivo nella Juve? «Ha fatto bene anche con noi ed è cresciuto». L'ha più sentito? «No, come altri che sono passati di qui. Credo però che ci sia il rispetto allora come adesso». C'è un giocatore del suo passato con cui vorrebbe giocare ancora? «Sicuramente Zidane».E chi le manca fuori dal campo? «Per dirne uno, Di Livio. Ci eravamo conosciuti al Padova, dividevamo la camera. Per me è stato un punto di riferimento e insieme ci siamo divertiti molto». Era anche l'epoca in cui l'Avvocato la definì Pinturicchio. A distanza di tempo, la chiamerebbe ancora così? «Dovetti consultare l'enciclopedia per sapere chi fosse quel pittore ma l'anno scorso ho visto un suo quadro ad una mostra. Era un quadretto e costava un milione e mezzo di euro. Non è poco». Gli ultimi due anni sono stati complessi. Non ha mai temuto che la struttura della nuova Juve fosse inadeguata al rilancio? «Senza la fiducia nelle capacità di lavoro degli altri non ti esprimi al massimo e non avevo dubbi che saremmo arrivati a questo punto e in questi tempi»..La Juve è un po' differente da come l'avevano pensata. Certi infortuni hanno ripescato Chiellini e Legrottaglie, che dovevano andarsene, oggi c'è un centrocampo diverso da come prospettava l'acquisto di Poulsen. Insomma quando incide la casualità? «Non si può pianificare tutto, ci sta che un progetto subisca delle variazioni in corsa e servono intelligenza e prontezza per adottarle. Mi sembra un merito averlo fatto». Paradossalmente l'equilibrio della Juve è venuto dalle assenze. Cosa succederà al ritorno di Trezeguet? «Non disequilibrerà la squadra, è sempre successo di avere tre o quattro uomini in alternativa e non solo in attacco. Riceveremo una spinta in più dal carattere e dalla voglia di chi ha dovuto stare fermo. Al ritorno in campo di David avremo così tanti impegni, compresa la Coppa Italia, che servirà il contributo di tutti». La Coppa Italia è un dettaglio. La Champions è sempre il sogno? «Sì, da avvicinare a piccoli passi. Il primo è il Chelsea, molto rischioso. Però preferisco un avversario che con il suo prestigio ti obbliga a una concentrazione feroce piuttosto che incontrare lo Sporting Lisbona, che molti attorno a noi avrebbero trattato con sufficienza, quindi nel modo sbagliato». Pag. 6-7 Pag.3 Pag. 9 Pag.2

Juventus News di Giovedì 25 Dicembre 2008

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Juventus News il Quotidiano della Juventus (Auguri di Buon Natale)

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Page 1: Juventus News di Giovedì 25 Dicembre 2008

Marchionni: Sto bene e corro per la juve

La Juve su Campagnaro Speciale Nero su Bianco sito di Marcello Chirico

Del Piero: Giovinco Prenderà il mio posto

Fiorentina e Cagliari di Sa-bato sera

Queste le parole di Alex Del Piero di cui parlano dell’addio di Alex fra 5 anni

Data: Giovedì 25 Dicembre 2008 - Anno 2° N. 472 - www.juventusnews.tk Per Info [email protected]

Sondaggi di Juventus News

Secondo voi la Ju-ve riuscirà ad anda-re ai Quarti batten-

do il Chelsea?

1 Si

2 No

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08/09

Prossimo Incontro

Su Juventus

News.Tk c’è una pagina

Champions Lea-gue sulla Juve,

che aspetti vieni

Vai al Canale You Tube di

Juventus News http://it.youtube.com/

newsjuventus

L'impressione è che lei, come Buffon, Nedved, Camoranesi, dopo la scelta di restare in serie B vi sentiate un po' comproprietari della Juve. E' così? «Possiedo qualche azione ma non basta per entrare nella stanza dei bottoni. Comunque quello che è accaduto ci ha avvicinato di più al mondo della Juve, ce ne sentiamo una parte». Insomma non entrate mai nelle decisioni? «Magari ci viene chiesto un parere, una riflessione. Succedeva anche prima. Qualche volta». Giovinco è sincero o ruffiano quando dice che sta imparando tutto da lei? «Non ha nessun motivo di essere ruffiano. Tra cinque anni io non ci sarò più e Giovinco sarà al mio posto: il futuro è suo come di Marchisio e De Ceglie». I vecchi però tendono a difendere le posizioni sul lavoro. Non è che pure lei sega un po' le gambe a chi ambisce al suo posto? «Non sono perfetto. Rosico, provo invidia. Come tutti. Tuttavia succede per altre cose della vita, questa invece è una guerra che non mi interessa. Anzi se i giovani, guardandomi, possono crescere ne sono contento. Non sono il tipo che si mette a insegnare un gesto o un colpo, come ho letto che faceva Maradona con Zola. Però in campo parlo e consiglio. Basta ascoltarmi». Lei è il calciatore italiano più richiesto dai pubblicita-ri, insieme a Gattuso. Non è strano che accada a uno che ha fatto della privacy la sua regola di vita? «Le pubblicità le ho sempre fatte, adesso succede di più perché un conto è il personaggio di 20 anni con 3 vittorie alle spalle e un altro avere come biglietto da visita una carriera. Mi diverto, entro nello spirito delle aziende per cui lavoro. E mi diverto anche quando mi chiamano alle "Iene" o a "Paperissima": sono il tipo che scherza, mi piace ridere. Se ho steso sempre un velo sulla mia vita privata e non ho una moglie o una fidanzata che ha fatto la velina, non mi sembra un problema nè un impedimento». Ma il modello del futuro non è Beckham? «No, lui è l'eccezione. Nella sua vita sono successe molte cose, a cominciare dal matrimonio con una ragazza che stava nello spettacolo ad alto livello, che lo hanno esposto al gossip fuori dal calcio e ne hanno fatto il personaggio che è. Ma non c'è qualcun altro come Beckham, che tralaltro è un ragazzo fantastico sotto l'aspetto emotivo e dell'impegno sul lavoro».. Soldi. Popolarità. Ma com'è che si scoprono tanti calciatori sull'orlo della depressione? «E' un mondo competitivo e per noi lo è su due livelli: c'è la competizione per emergere o mantenersi nel calcio e c'è quella che la vita di tutti i giorni ti porta ad affrontare. Ti porti dentro tante cose e non sempre le puoi esprimere anche perché non sempre hai vicino le persone di cui fidarti. Succede così». E' un discorso che l'uomo della strada accetta con difficoltà. «Perché il denaro sembra la misura di tutto e non è sempre così. Quando mio padre si ammalò, avevo i soldi e le conoscenze per chiamare i migliori medici del mondo ma non c'era niente da fare. Anche se mi chiamavo Del Piero, ero un uomo impotente».

Del Piero, per lei si chiude un anno straordinario fatto di successi personali e di riscossa juventina, di grandi colpi e di una popolarità forse mai così riconosciuta. Partiamo dal suo inchino al pubblico del Bernabeu che l'applaude, in piedi, mentre lascia il campo contro il Real Madrid? «Sì. Quella è la fotografia del mio 2008, l'episodio più emozionante e significativo, la risposta a una partita eccezionale. E siccome è un omaggio che hanno riservato a pochi e grandissimi calciatori me lo terrò stretto per tutta la vita». Negli ultimi anni le era un po' mancato un riconoscimento internazionale. «Questo è un significato che si è voluto dare in Italia. Ma la realtà non è questa. L'applauso del "Bernabeu" non doveva ricompensarmi di nulla». Dopo 15 anni in cui l'hanno amata soltanto gli juventini, all'improvviso piace quasi a tutti. Cosa è successo? «Credo che si sia visto l'impegno e anche l'amore che ho dimostrato nei momenti difficili e in certe scelte. Questo non paga subito ma con il tempo la gente mi ha apprezzato e mi hanno aiutato anche questi anni magnifici: due volte capocannoniere, certi gol che accendono la fantasia». Ad esempio il «serial» delle punizioni? «Appunto. Quando in tanti pensano "questa volta non ce la fa" e tu ce la fai di nuovo hai risposto a un'attesa e fai colpo». Perché segna di più in una Juve che vale meno di altre nel passato? «Non lo so. Più o meno il gioco è lo stesso e il mio ruolo è quello, da seconda punta. Anzi a volte mi allontano più di prima dalla porta. Evidentemente gli anni affinano. Ognuno che passa sono centinaia di colpi in più che ho provato in allenamento e studiato al video». Al video? «Uno dei segreti di un calciatore moderno è sfruttare le immagini: è il vantaggio che abbiamo sugli attaccanti di una volta». Quanto tempo vi dedica? «Non molto ma con qualità. Ho i giorni fissi in cui mi chiudo per qualche ora in casa e guardo i filmati dell'avversario. Di solito il venerdì e il sabato, se gioco la domenica. E studio anche le partite della Juve per ripassare i movimenti. Nello scorso campionato ho fatto 4 o 5 gol sempre con lo stesso schema sul passaggio di Zanetti: due con la Roma, a Bergamo, a Livorno». Probabilmente lo faceva anche prima ma i risultati non erano così straordinari. Cosa c'è di più adesso? «In questi ultimi anni sono riuscito a stare bene fisicamente. Ho seguito una preparazione specifica e ho raggiunto una continuità, non ci sono stati gli alti e bassi di forma e di salute». Non è che aveva ragione Capello, a dire che la faceva giocare poco per allungarle la carriera? «Qualcuno lo pensa. Ma qualcun altro può obiettare che se sto così a 34 anni, giocando molto, figurarsi cosa potevo fare quando ne avevo quattro di meno». Le rimane qualche ruggine di quel periodo? «Ho rimosso tutto. Le cose viaggiano a modo loro, l'importan-te è che alla fine si sistemino». Non ritirarsi a una certa età è la sindrome di Peter Pan, il non voler diventare adulti? «Se esiste questa sindrome io non ne soffro: sono convinto che non essere più calciatore sarà diverso però non ne ho paura. Verrà il momento di smettere anche per me ma non è oggi». Cobolli Gigli disse che le lasciava la presidenza della Juve poi ha svelato che lei vuol fare l'allenatore. Qual è la verità? «Non credo che abbia detto proprio così. Non so che farò, non ci penso. Lei non mi vedrebbe ad allenare?». Non le ho mai sentito alzare la voce. «Lo faccio poco, per esperienza non credo che alzando la voce un allenatore si faccia ascoltare di più. Deve farlo soltanto quando serve davvero». A tirarla troppo in lungo non c'è il rischio di finire come Maldini, un fuoriclasse che oggi è coinvolto nelle critiche? «Anche se Maldini avesse giocato gli ultimi tre anni a un

livello non altissimo, non dimenticherei mai tutto quello che ha fatto. Le grandi carriere non si rovinano e anche oggi io di Maldini, quando è in campo, mi fido». Il Mondiale non poteva chiudere tutto in gloria? «Sarebbe stata una bella occasione per ritirarsi, cosa avrei potuto vincere di più? Ma si smette per altre ragioni: quando non c'è più il piacere di stare in squadra o la condivisione di un progetto. Se il metro di tutto fosse una vittoria c'è chi non dovrebbe neppure cominciare con il pallone». E la Nazionale? «E' una porta che spero sia ancora aperta fino al 2010 ma di cui adesso è meglio non parlare». Soltanto l'Inter davanti alla Juve. E' una situazione definitiva? «Non la penso così. Il Milan ad esempio ha subito come noi i momenti negativi degli infortuni ma è sempre in corsa». Volevamo sapere se è definitivo che l'Inter starà davanti. «L'Inter, rispetto a noi e al Milan, ha avuto un vantaggio: ha cambiato lo staff tecnico ma in fondo è rimasta la squadra che era negli anni scorsi con Mancini». Ed è l'unica squadra che si è dimostrata superiore alla Juve. «In quella partita che abbiamo perso a San Siro lo è stata». Mancini dice che la forza dell'Inter è nella sicurezza di giocatori che hanno imparato a vincere. Un po' come succedeva alla vecchia Juve. E' d'accordo? «La fame di vittorie è un aspetto importante, non so se loro l'avvertono come capitava a noi e non mi interessa. Se alla Juve ci occupiamo troppo dell'Inter perdiamo di vista noi stessi». Quando voi vincevate dall'Inter arrivavano frecce avvelenate. Oggi vince l'Inter e la Juve tace. Vi hanno vietato le frecce? «La società ha fatto una scelta molto precisa: non si parla di arbitri, non si montano polemiche. Vedo che c'è chi si lamenta come una volta ma per noi è così». Ibrahimovic era meno decisivo nella Juve? «Ha fatto bene anche con noi ed è cresciuto». L'ha più sentito? «No, come altri che sono passati di qui. Credo però che ci sia il rispetto allora come adesso». C'è un giocatore del suo passato con cui vorrebbe giocare ancora? «Sicuramente Zidane».E chi le manca fuori dal campo? «Per dirne uno, Di Livio. Ci eravamo conosciuti al Padova, dividevamo la camera. Per me è stato un punto di riferimento e insieme ci siamo divertiti molto». Era anche l'epoca in cui l'Avvocato la definì Pinturicchio. A distanza di tempo, la chiamerebbe ancora così? «Dovetti consultare l'enciclopedia per sapere chi fosse quel pittore ma l'anno scorso ho visto un suo quadro ad una mostra. Era un quadretto e costava un milione e mezzo di euro. Non è poco». Gli ultimi due anni sono stati complessi. Non ha mai temuto che la struttura della nuova Juve fosse inadeguata al rilancio? «Senza la fiducia nelle capacità di lavoro degli altri non ti esprimi al massimo e non avevo dubbi che saremmo arrivati a questo punto e in questi tempi»..La Juve è un po' differente da come l'avevano pensata. Certi infortuni hanno ripescato Chiellini e Legrottaglie, che dovevano andarsene, oggi c'è un centrocampo diverso da come prospettava l'acquisto di Poulsen. Insomma quando incide la casualità? «Non si può pianificare tutto, ci sta che un progetto subisca delle variazioni in corsa e servono intelligenza e prontezza per adottarle. Mi sembra un merito averlo fatto». Paradossalmente l'equilibrio della Juve è venuto dalle assenze. Cosa succederà al ritorno di Trezeguet? «Non disequilibrerà la squadra, è sempre successo di avere tre o quattro uomini in alternativa e non solo in attacco. Riceveremo una spinta in più dal carattere e dalla voglia di chi ha dovuto stare fermo. Al ritorno in campo di David avremo così tanti impegni, compresa la Coppa Italia, che servirà il contributo di tutti». La Coppa Italia è un dettaglio. La Champions è sempre il sogno? «Sì, da avvicinare a piccoli passi. Il primo è il Chelsea, molto rischioso. Però preferisco un avversario che con il suo prestigio ti obbliga a una concentrazione feroce piuttosto che incontrare lo Sporting Lisbona, che molti attorno a noi avrebbero trattato con sufficienza, quindi nel modo sbagliato».

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Page 2: Juventus News di Giovedì 25 Dicembre 2008

Marchionni: Sto bene e corro per la Juve Data: Giovedì 25 Dicembre 2008 - Anno 2° N. 472 - www.juventusnews.tk Per Info [email protected]

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«Per il 2009 spero di non avere problemi. Adesso per fortuna sto bene, ho recu- perato, e sto prenden- do fiducia giocando». Un 2009 senza problemi. E' quello che si augura Mar- co Mar-chionni, tor- nato a cor-rere per la 'sua' Juve. Corre Mar- chionni, e corre tutta la squadra bianconera, verso tra-guardi importanti. «Fino a marzo continuiamo così -dice Marchionni a 'Radio Radio'- e poi vediamo cosa succederà». Tra gli appuntamenti del 2009, c'è anche quello col Chelsea. «E' vero, la Roma ha dimostrato che il Chelsea è battibile -commenta il bianconero-, ma ogni partita fa storia a sè. Noi andre-mo con la consapevolezza che siamo una grande squadra, ma anche con grande attenzione». Marchionni spiega poi di «godersi il momento». «Vivo questa stagione serenamente, visto che ho avuto problemi mi godo il mo-mento -dice- Non rimpiango la scelta della serie B, perché volevo aiutare la Juve a tornare a grandi livelli». E la Juve ci è tornata, grazie anche al lavoro della dirigenza. «Era tutto da rifare, la drigenza ha fatto un buon lavoro e ora si vedono i frutti», afferma Marchionni, che poi elogia il suo capitano: «Del Piero lo vivo tutti i giorni e vedo il campione che è. Sa gestire ogni situazio-ne e fa la differenza tra tanti campioni».

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La Juve su Campagnaro Data: Giovedì 25 Dicembre 2008 - Anno 2° N. 472 - www.juventusnews.tk Per Info [email protected]

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vorrebbe accelera-re i tempi per met-tersi in prima fila. C'è anche un altro giocatore che pia-ce ai bianconeri, l'esterno Marco Padalino, seguito spesso anche dal-la Fiorentina, ma è Campagnaro l'o-biettivo principale.

Stretti rapporti tra Genova, sponda Sampdoria, e Torino, sponda bianconera. E questi rapporti po-trebbero sfociare an-che in un acquisto da parte della Ju-ventus, che nella ro-sa di Mazzarri an-drebbe a pescare un difensore: Hugo Ar-mando Campagna-

ro. Se-guito fin dai tempi del Pia-

cenza, adesso il giocatore ha ac-quisito quella ma-turità che piace al club bianconero e che lo pone come una valida alterna-tiva nella rosa, nel posto dove c'era Andrade e dove c'è Knezevic. Ope-razione in prospet-tiva, ma la Juve

ESPN CLASSIC - SKY CANALE 216 TRIPLETTE BIANCONERE

Dal 29 Dicembre al 2 Gennaio Ore: 20:00

Juventus – Salernitana, 20-12-1998:

lunedì 29 alle 20.00 Juventus – Brescia, 28-04-2002: mar-

tedì 30 alle 20.00 Juventus – Bologna, 10-05-1998:

mercoledì 31 alle 20.00 Atalanta – Juventus, 20-04-2008 :

giovedì 1 alle 20.00 Venezia – Juventus, 20-02-2000: ve-

nerdì 2 alle 20.00

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Amauri in Nazionale diventa un intrigo

Data: Giovedì 25 Dicembre 2008 - Anno 2° N. 472 - www.juventusnews.tk Per Info [email protected]

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Quello di Amau-ri in Nazionale diventa un intri-go... internazio-nale. In attesa della cittadinan-za per l'attac-cante della Ju-ventus, da una parte c'è il desi-derio del presi-dente della Figc, Giancarlo Abe-te, di vederlo in azzurro. «Bisogna attendere la cittadinanza della moglie di Amauri e poi la sua. Speriamo arrivi il prima possibile, perché più gol fa più sentiamo la pressione dell'opinione pubblica che aspetta il giorno in cui diven-ti cittadino italiano». Dall'altra, però, arriva la possibilità di una convocazione con il Brasile. Da Rio de Janeiro rilanciano le pa-role del Ct Dunga, pronto a convocare A-mauri per un'amichevole. La cosa compli-

cherebbe non poco il per-corso per ve-dere il centra-vanti bianco-nero con la Nazionale di Lippi, che da parte sua ha ribadito di non chiudere le porte a nessuno, tan-to meno ad Amauri: «È

bravo, l’ho ribadito mille volte, al limite della nausea. Fino a quando non sarà na-turalizzato preferisco non espormi. Aspet-to. Lo aspetto. Stop», ha dichiarato il Ct. L'attesa, però, potrebbe essere inutile se dovesse effettivamente arrivare la chiama-ta del Brasile, e Amauri dovesse indossare prima il verdeoro che l'azzurro.

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Data: Giovedì 25 Dicembre 2008 - Anno 2°

Speciale

Gli auguri di Quasimodo:"Nel 2009 speriamo di celebrare 1,2 e perchè non 3

vittorie"

Ultimo video-editoriale dell'anno per

M.Chir. che si congeda spiegando perchè

ha fatto pace con Ranieri, perché non teme

il Chelsea e perché preferirebbe vedere A-

maurì in verde-oro. Dopodichè, i tradizio-

nali auguri per tutti, coronati magari da tre

vittorie: campionato, Champions e Coppa

Italia "per rinverdire i vecchi fasti, ma mi

accontenterei di una soltanto".

Quando scade la mega-cambiale di Calciopoli?

Già, ci dicano per favore quand’è che finirà il risarcimento postumo di cui sta beneficiando da almeno 2 anni e mezzo l’Inter, perché vorremmo tanto che

fosse finalmente consentito pure alla Juve di giocarsi un campionato ad armi pari coi nerazzurri. Perché finché quest’ultimi beneficieranno di aiutini tipo

Siena ogni rincorsa sarà sempre ad handicap. A Bergamo un occhio l’ha chiuso pure uno degli assistenti di Farina, è vero, ma vogliamo paragonare la rete

segnata da Del Piero con la seconda di Maicon? D’accordo, andavano annullate entrambe, però metterle sullo stesso piano significa cercare assolutamente

alibi anche quando non ce n’è. Chi di fuorigioco ferisce, di fuorigioco perisce. Certo, il gol di Del Piero andava annullato perché macchiato dall’off-side di

Marchionni, non mi costa affatto ammetterlo, proprio come ha fatto Mourinho per la seconda marcatura di Maicon a Siena. Lo Speciale ha esultato, si è

persino prodotto in una corsa sfrenata sotto la curva, ed io non posso festeggiare come lui? E chi me lo vieta? Gli interisti? In nome poi di cosa, di una

ipocrita e finta sportività utile solo a loro a nascondere l’aiutone ottenuto sabato sera in terra senese? Badate bene: uso a proposito il termine “aiuto” e non

“furto” perché detesto sentir parlare ancora oggi di ladrate sulle vittorie juventine. Parolaccia che ho sentito pronunciare anche dopo Bergamo da coloro i

quali Calciopoli continuano a viverla no-stop anche se gli interpreti principali non ci sono più. Allora: la regola vorrebbe che esistesse un regolamento e

che le terne arbitrali si decidessero una buona volta ad applicarlo in tutto e per tutto, evitando le cosiddette “interpretazioni”, in grado di falsare intere

partite. Ma le regole devono valere per tutti. Quindi, se “svista” è stata quella di Siena, di “svista” trattasi pure quella di Bergamo. Pari e patta, tiè! E la

rincorsa bianconera, per fortuna, può ancora continuare, nonostante a Siena sia capitato l’incredibile ed esistesse il rischio concreto che i nostri ragazzi

mollassero il colpo, data la frustrazione di un inseguimento continuamente ad handicap. Vogliamo polemizzare a tutti i costi? Bene, allora vi dico che

vedere l’off-side di Marchionni era molto ma molto più difficile di quello interista al Monte Paschi, dove in fuorigioco c’era praticamente finita mezza

Inter e non se n’è accorto nessuno. Eppoi, un conto è beneficiare di un regalino natalizio alla mezzora del primo tempo, un altro all’82’della ripresa. Un

conto è vincere con 3 gol a favore, un altro portare a casa l’intera posta allo scadere con una rete irregolare. Un conto è un’azione viziata da un fuorigioco

iniziale, nello sviluppo della quale era impossibile prevedere il liscio di un difensore atalantino, l’uscita a vuoto del portiere orobico e la conseguente mar-

catura finale di Alex, un altro realizzare in netto fuorigioco proprio la rete che ha deciso la gara. Vado avanti? Ripeto, affinché sia chiaro pure agli onesto-

ni che leggeranno queste poche righe: entrambe le reti andavano ANNULLATE. Ostinarsi però a paragonare l’episodio di Siena con quello di Bergamo

significa avere la coda di paglia. Così come sa solo di squallido opportunismo affermare con forza la buona fede arbitrale visto che i direttori di gara, in

stragrande maggioranza, sono ancora quelli che arbitravano ante Calciopoli. Se li si difende adesso, non bisognava metterli al muro prima. O forse adesso

vanno bene perché favoriscono qualcun altro? Dire poi, come fa Moratti, che l’Inter vince senza il benché minimo aiuto equivale ad una falsa testimonian-

za: significa dimenticare volutamente la caterva di “errori arbitrali” che avevano contrappuntato gran parte del girone d’andata del precedente torneo.

Quest’anno gli aiutini sono ridotti, ma “scientifici”: arrivano sempre quando occorrono di più. Vedi appunto a Siena. Non voglio minimante pensare ad un

manovratore occulto, così come ad un nuovo regime che orienti il campionato: l’Inter è prima perché è la squadra più forte. Però gli arbitri la smettano di

trattarla col massimo del riguardo. “Abbiamo talmente tanti arretrati quindi, se ci favorisco, va bene così” sostiene una parte della tifoseria nerazzurra.

Allora ci dicano almeno quanti anni deve durare il risarcimento, quando scadono le cambiali. Così almeno, da quel giorno, ricominceremo a giocarci lo

scudetto per davvero. E saranno cazzi, ve lo assicuro.. Intanto accontentiamoci del primo sorpasso: quello di Amaurì su “pallone d’oro di gomma” Ibrahi-

movic in classifica marcatori. Undici reti contro 10. E’ la politica dei piccoli passi: una cosa alla volta.

Dopo la bella serie di Vittorie consecutive,

SI

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è aumentata la tua fiducia a Ranieri?

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Prestiti & Comproprietà: toh chi si rivede, Guzman

A volte ritornano. Come Tomas Guzman, “storico” talento inespresso bianconero che regala la prima perla stagio-nale nell’ultima gara del 2008. Forse per maturare è tardi, ma l’oscar della settimana è suo. Molto male Zalayeta, improponibile in tandem con Denis e sempre meno inseri-to nel progetto Napoli. Pochi minuti ma di grande qualità per Volpe, tanta panchina per gli altri. Capitolo a parte merita Davide Lanzafame. Reduce da un campionato e-saltante a Bari, era tra i giovani italiani più richiesti. Il Pa-lermo lo ha voluto a tutti i costi nell’affare Amauri ma ora i rosanero relegano il talento bianconero all’ultimo posto tra gli attaccanti della rosa preferendogli persino Succi e Mchealidze. Misteri del calcio che speriamo vengano ri-solti nel 2009...continua su www.nerosubiancoweb.com

Atalanta - Juventus vista da NSB

La Juventus non demorde, questo è il messaggio che fuoriesce dallo stadio Atleti Azzurri d’Italia di Berga-

mo, dove i bianconeri hanno conseguito una preziosa quanto netta vittoria contro i padroni di casa. Una

gara difficile, spigolosa, a tratti confusa e caotica, nella quale comunque i bianconeri mai hanno perso la

calma e la concentrazione, dando anzi prova di grande concretezza a cinismo, colpendo gli avversari al

momento giusto e resistendo al ritorno dei bergamaschi nella ripresa. Certo, è stata una gara nella quale si

sono verificati episodi che fanno discutere, ma come al solito si assiste alle discussione a senso unico, di

chi come al solito vuole ridurre una gara ad un momento della stessa e non leggere l’intero andamento. Co-

me al solito si sono scatenati i moviolisti che, molto abili a glissare sul fuorigioco inesistente fischiato a

Marchionni, hanno tenuto invece banco per evidenziare il fuorigioco successivo dello stesso giocatore, di-

menticando che in quella azione, più che il fuorigioco di partenza, sono stati determinanti gli errori del

portiere e del centrale bergamasco, in netto vantaggio su Del Piero, che hanno lisciato in modo balordo la

palla. Cosa ben diversa dal fuorigioco netto e di gruppo degli avanti interisti a Siena, o del fallo da ultimo

uomo di Maldini su Quagliarella, sul risultato ancora di 1 – 0 per i rossoneri, ma del resto, si sa bene, il

messaggio che occorre far passare è sempre lo stesso, le milanesi usufruiscono di errori in buona fede,

semmai è la Juventus ad essere aiutata. Per cui passa in secondo piano la buona prestazione di squadra, o il

fatto che i bergamaschi abbiano adottato la tattica del fallo sistematico su Del Piero e su Marchisio, questo

per fare solo due nomi. Ad ogni modo, con buona pace dei soliti nomi (che non hanno più Moggi, schede

svizzere o fregnacce del genere su cui appigliarsi), la Juventus è viva, non sta perdendo colpi, nonostante

ancora le numerose assenze, non mette in campo star televisive ma giocatori che hanno voglia di far bene e

di non arrendersi mai...continua su www.nerosubiancoweb.com

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Page 8: Juventus News di Giovedì 25 Dicembre 2008

www.golmania.it

GIORNO 10 LA PRIMA PUNTATA DELLA WEB-TV DI GOLMANIA

Lunedì 10 novembre alle ore 21 ci sarà la prima storia puntata della web-tv di Golmania. Questa tratterà della domenica calcistica appena tra-

scorsa, ci saranno approfondimenti su tutti i temi più scottanti del week-end. Collegati da due postazioni video differenti ci saranno Marco

Gori, Caporedattore di Firenzeviola.it, Roberto Immesi, direttore di Rosaneronline.it ed un terzo giornalista misterioso che scoprirete nel corso

della serata... Nel frattempo per coinvolgervi ancora di più in questa nuova iniziativa abbiamo deciso di far decidere a voi il nome del pro-

gramma grazie al sondaggio presente nel sito, ecco le possibili opzioni:

Ieri sui campi

Ieri, oggi e domani...

Il calcio su Golamania

La domenica si gioca...oggi si discute

Il terzo tempo

A noi le chiacchiere, a voi lo spettacolo

Zona-gol

Golmania, in linea con la continua espansione del mondo web, intesa come novità tecnologica ed aumento

costante di interesse verso una realtà che si sta imponendo nel panorama dell’informazione come “Il nuovo

che avanza”, amplia il servizio offerto a coloro che sono interessati al “Pianeta calcio” con un’iniziativa che

potrebbe costituire, a livello nazionale, l’innovazione risolutiva per raggiungere, direttamente, l’utenza ed

interagire con essa.

Golmania prepara la realizzazione di un canale televisivo in streaming a cui seguirà la messa a punto di un

palinsesto settimanale molto ambizioso che prevede l’attuazione di:

-Telegiornali giornalieri riportanti tutte le news.

- Interviste ai giocatori, tecnici ed opinionisti nell’ambito calcistico, registrate ed inviate,periodicamente,in

onda, nel corso della settimana di pertinenza tematica.

- Una trasmissione settimanale (probabilmente al lunedì) che tratti i temi della domenica calcistica. Tale

trasmissione sarà condotta nella postazione principale di riferimento da un collaboratore dello staff di

golmania. Nelle altre postazioni video saranno presenti altri collaboratori di golmania oltre a giornalisti,

opinionisti e coloro, appartenenti al mondo del calcio e/o dello sport in generale, che accetteranno l’invito

per una partecipazione ad un sereno e costruttivo dibattito. Nel corso della trasmissione sarà possibile

effettuare interviste telefoniche.

- Altre trasmissioni settimanali potrebbero, eventualmente, trattare argomentazioni riguardanti eventi o

news di rilevanza tale da richiedere un approfondimento delineato da un confronto con i vari “addetti ai

lavori” nel mondo del pallone.

-Un appuntamento televisivo sarà riservato alla presentazione della successiva giornata calcistica con

valutazioni e pronostici riguardanti le partite oltre alle probabili formazioni delle squadre che scenderanno

in campo.

-Chiaramente il tutto non può prescindere da una puntata domenicale di informazione rigardante, in tempo

reale,i risultati delle partite in corso. “Qui Golmania….a voi Stadio” (con il nome dello stadio

interessato)potrebbe essere il titolo della trasmissione ed ,eventualmente, la frase introduttiva alla

comunicazione del cambiamento di un risultato.

-Durante le trasmissioni il pubblico potrà interagire con i conduttori e gli ospiti utilizzando la chat o

telefonando in diretta.

Questa iniziativa, innovativa a livello nazionale, potrebbe proiettare golmania e, di riflesso,

TuttoMercatoWeb in una dimensione di proporzione tale da far assurgere i due siti associati ai primissimi

posti del panorama giornalistico nazionale sui canali televisivi web che rappresentano, in modo prospettico,

una nuova realtà destinata,probabilmente,a sopravanzare le testate cartacee e televisive.

Questo progetto prevede una nuova distribuzione dei ruoli all’interno dello staff in modo tale da poter

coprire, nel migliore dei modi, entrambi i servizi che saranno offerti da golmania: Sito web e canale

televisivo streaming.

Per ulteriori informazioni contattare:

[email protected]

[email protected]

Visitare: www.golmania.it

Page 9: Juventus News di Giovedì 25 Dicembre 2008

Fiorentina e Cagliari di Sabato sera

Data: Giovedì 25 Dicembre 2008 - Anno 2° N. 472 - www.juventusnews.tk Per Info [email protected]

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La Lega ufficializ-zato anticipi e po-sticipi per le pri-me partite del gi-rone di ritorno. Nella prima gior-nata la Juventus anticipa al sabato sera il match con la Fiorentina. La partita, in programma allo stadio O-limpico di Torino, si giocherà infatti sabato 24 gennaio alle 20.30. Alla terza di ritorno ancora un anticipo casalingo: Juventus-Cagliari è anti-

cipata a saba-to 31 gennaio alle 20.30. De-finiti anche an-ticipi e postici-pi per i primi turni dell’anno nuovo del campionato Primavera.

Nella terza giornata di ritorno, il derby Torino-Juventus si gio-cherà domenica 1 febbraio alle 11.30.

Page 10: Juventus News di Giovedì 25 Dicembre 2008

Lippi: Juve e Del Piero i migliori del 2008

Data: Giovedì 25 Dicembre 2008 - Anno 2° N. 472 - www.juventusnews.tk Per Info [email protected]

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Marcello Lippi è convinto: la Ju-ve è stata la squadra miglio-re del 2008. E, sempre secon-do il ct, nessu-no in campo ha fatto meglio di Del Piero. «La Juventus è la squadra più po-sitiva dell’anno solare. Dopo una stagione in serie B è arrivata terza, ora è seconda a sei punti dall’Inter e ha conquistato con largo anticipo la qualificazione a Champions League. Tutto senza l’apporto di Buf-fon, Trezeguet, Camoranesi, Poulsen. Insomma, tanto di cappello». Qual è il segreto? «La solidità di un gruppo straordinario, senza dubbio». Gli Oscar del 2008 a chi vanno? «Alla Juventus come squadra. E a Del Piero come sin-golo giocatore. Ovvio». Insomma, per Lippi è stato un anno in bianconero. A proposito di Alex, però, sorge un dub-bio: se è stato così bravo, perché ulti-mamente la nazionale la vede solo col cannocchiale? «Nessuno porta nel cuore certi giocatori come li porto io - risponde il ct azzurro - ma non posso dimenticare che il Mondiale si dispute-rà nel 2010 e che devo allestire un gruppo che sia competitivo per quella

data. Ho il dovere di collaudare giocatori nuovi, di consentire a chi non frequenta le manife-stazioni internazio-nali di ac-cumulare

esperienza. La mia squadra adesso è costituita da 30-35 giocatori, poi scremerò e giungerò fino ai fatidici 23». Questo a proposito dei “vecchi”. Ma in giro ci sono anche tantissimi giovani interessanti. Solo a Torino, tra Juve e Toro, ci sono Giovinco, De Ceglie, Marchisio, Aba-te. «Giocatori che seguo - spiega Lippi - ma che fino a giugno ho in-tenzione di lasciare a disposizione di Casiraghi. Giuseppe Rossi invece no, lo considero pronto e non a ca-so l’ho chiamato in nazionale». Ine-vitabile, di questi tempi, chiedere di Amauri. «È bravo, l’ho ribadito mille volte, al limite della nausea. Fino a quando non sarà naturalizzato pre-ferisco non espormi. Aspetto. Lo a-spetto. Stop».

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Data: Giovedì 25 Dicembre 2008 - Anno 2° N. 472 - www.juventusnews.tk Per Info [email protected]

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Juventus La Passione è Ser-vita è già in E-

dicola

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