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KurtVonnegutRICORDANDOL'APOCALISSEEaltriscrittinuovieineditisullaguerraesullapace
Feltrinelli
TraduzionediVincenzoMantovani
©GiangiacomoFeltrinelliEditore
MilanoPrimaedizionenellacollana“INarratori”settembre2008
ISBNedizionecartacea:
9788807017650
INTRODUZIONE
Hosempreavutolamassimafiduciainciòchescrivo,eglialtrisembranoaverelamassimafiduciainciòchescrivoquantopiùmiesprimodafigliodi
Indianapolis,cheèquellochesono.Comesecifossimopresiatorteinfaccia.COSÌKURT,FACENDOUNBILANCIODEIRISULTATIOTTENUTIDALMOVIMENTOANTIBELLICISTANELCORSO
DELLAGUERRANELVIETNAM
Scrivereerapermiopadreuneserciziospirituale,l’unicacosaincuicredesseveramente.Avrebbevolutometterelecoseaposto,manonpensòmaicheisuoiscrittipotesseroavereungrandeeffettosulloro
andamento.IsuoimodellieranoGiona,Lincoln,MelvilleeTwain.Scrivevaeriscriveva,
ripetendoinfinitevolteabassavoceciòcheavevaappenascritto,gesticolando,cambiandoiltonoeilritmodelleparole.Poifacevaunapausa,restavalìconariameditabonda,
strappavadallamacchinadascrivereilfoglioappenascritto,loappallottolava,lobuttavaviaericominciavadacapo.Ameparevaunostranomododipassareiltempoperunadulto,maerosolounbambinoeignoravotantecose.Inmateriadi
linguaggioavevauna
marciainpiù.Aottant’annierottifacevaancoraicruciverbadel“NewYorkTimes”rapidamenteeainchiostroesenzamaichiedereaiuto.Appenaglispiegaicheilverbostavaall’ultimoposto,fuingradoditradurreaprimavistalaversionedilatinochemiavevanoassegnato
comecompitoacasa,senzaaveremaistudiatoillatino.Isuoiromanzi,idiscorsi,iraccontiepersinoisoffiettideirisvoltidicopertinaeranoscritticongrandecura.ChicredecheiraccontioisaggidiKurtglivenisserofacilmenteofosseroimprovvisatinonsièmaicimentatoinquestaattività.
Unadellesuestoriellepreferiteriguardavauntiziochefacevacontrabbandodicarriole.Ognigiorno,perannieanni,ildoganiereperquisìaccuratamentelacarrioladiquest’uomo.Finalmente,quando
stavaperandareinpensione,ildoganiereglidisse:“Siamodiventatiamici.Ho
perquisitolatuacarriolaognigiornopermoltianni.Dicos’èchefaicontrabbando?”.“Amicomio,iofaccio
contrabbandodicarriole.”SpessoKurtrideva
cosìfragorosamentedellepropriestoriellechearrivavaapiegarsiindue,alzandogliocchiconlatestatralegambe.Selarisata
provocavaunaccessoditosse,lafaccendapotevadiventarepiuttostoinquietante.Quandomilamentai
perchémiavevanodatosolocinquantadollariperunarticolocheavevarichiestounasettimanadilavoro,midissechedovevocalcolarequantomisarebbecostatopubblicareunannuncio
diduepagineperinformarelagentechesapevoscrivere.
Chiunquescrivesseocercassediscrivere,perKurteraspeciale.Eluierasempreprontoadaiutarli.Piùdiunavoltal’hosentitoparlarelentamenteecongrandesollecitudineconqualcheubriaconeche
erariuscitoatelefonarglipersaperecomesifaacostruireunraccontoounastoriellacomequelladellacarriola.“Chiera?”“Nonloso.”
QuandoKurtscriveva,eracomeseandasseincercadiqualcosa.Sapeva,perchéeragià
successo,cheseavessecontinuatoamettereunpiededietrol’altroavrebbepotutoimbattersiinqualcosadibuono,elavorarcisuefarlosuo.Maanchesequestoeragiàaccadutoparecchievolte,Kurtnonavevamoltafiduciainsestesso.Temevacheognibuonaideacheglivenivainmente
potesseesserel’ultima,echeilsuccessocheavevaavutopotesseridursiesfumare.Silagnavadiaverele
gambetroppomagreedinonessereunbuongiocatoreditennis.Noneramai
contento,manonriuscivaanasconderedeltuttolagioiacheprovavaquandoscrivevaqualcosadi
bello.Imomentipiùinfelici
dellasuavitaeranoquelli–mesiemesi,eunavoltaunannointero–incuisisentiva“bloccato”.Letentavatuttepersbloccarsi,maeramoltodiffidenteversolapsichiatria,cheloinnervosiva.Quandoavevoventiquattrooventicinqueannisi
lasciòsfuggirechetemevachelaterapiapotesseriadattarloericondurloallanormalità,equellasarebbestatalafinedelsuolavorodiscrittore.Cercaiditranquillizzarlodicendoglicheglipsichiatrinoneranocapaciditanto.“Senonriescia
scrivereconchiarezza,
probabilmentenonhaineancheleideechiarecomecredi,”midiceva.Sepensatecheinciòchehascrittoc’èqualcosadisciatto,forseaveteragione,marileggetelo,tantoperesseresicuri.
Unragazzochediventamaggiorennenell’IndianadurantelaDepressionedecideche
vuolfareloscrittore,chevuolediventareunoscrittorefamoso,edèpropriocosìcheandrannolecose.Quanteprobabilitàc’erano?Kurttiròunpiattodispaghetticontroilmuroesifecesubitoun’ideadicosasarebberimastoattaccato.
Quandoavevosedici
anni,nonriuscìaottenereunpostodiinsegnanted’inglesealCommunityCollegediCapeCod.Miamadreraccontavadiquandoentravanellelibrerieedandounnomefalsoordinavaisuoilibriperchéfosseroalmenosuibanchiemagariqualcunolicomprasse.CinqueannidopopubblicòMattatoioN.5
efirmòuncontrattodaunmilionedidollariperunaseriediromanzi.Civolleuncertotempoperabituarsi.Oggi,perlamaggiorpartedellagente,cheKurtsiaunoscrittoredisuccesso,epersinofamoso,èunacosa“naturale”.Perme,èunacosachemoltofacilmenteavrebbepotutonon
verificarsimai.Dicevaspessoche
avevadovutodiventareunoscrittoreperchénoneracapacedifarealtro.Noneracapacedifarel’impiegato.Ametàdegliannicinquantafuassuntoperbrevetempodallarivista“SportsIllustrated”.Sipresentò,eglichieserodiscrivereunbreve
articolosuuncavallodacorsacheavevasaltatolabarrieraecercatodiscappare.Kurtfissòilfogliobiancopertuttalamattina,poiscrisse:“Ilcavallohasaltatoquellabarrieradelcazzo”eseneandò,ridiventandounlavoratoreautonomo.Nonhomai
conosciutounapersona
menointeressataalcibodilui.Eraunaccanitofumatore,equestoc’entravaqualcosa.Quandosilagnavachelasuavitaerastatatroppolunga,glidicevocheDioeracuriosodisaperequantesigarettepotevafumareunessereumano,echenonpotevafaramenodichiedersicosasarebbe
uscitolaprossimavoltadallaboccadiKurt.Ciòcherendevadifficileprenderloseriamentequandodicevadiesserefinitoedinonaveraltrodadireerailfattocheavevacominciatoadirlointornoaiquarant’anni,echeaottantaepiùcontinuavaancoraasorprenderelagenteeasfornarerobabuona.
Lacosapiùradicalechepossiamopensare,lapiùaudace,ècheforsevallapenadilavoraresodoemeditareprofondamenteeleggereconattenzioneescriverecolmassimoimpegnoecercaredirendersiutili.Eraunoscrittoreche
credevanellamagiadelprocesso:siaciòchelo
scriverefacevaperlui,siaciòchepotevafareperilettori.Iltempoel’attenzionedellettoreperluieranosacri.Ilsuorapportoconlagenteeravisceraleeaduelivelli,perchésirendevacontocheilcontenutononètuttalastoria.Kurtècomeunadrogaponteouncalzascarpe.Quandoillettorehavarcatola
soglia,altriscrittoridiventanoaccessibili.“C’èancoraqualcuno
chemileggeanchedopoaverfinitolascuola?”
Insegnavacomenarrarestorieeinsegnavaailettoricomeleggere.Isuoiscritticontinuerannoafarloperunpezzo.Eraedèunsovversivo,ma
nonnelsensochecredelagente.Eralapersonamenostrambacheioabbiamaiconosciuto.Nientedroga.Nientemacchineveloci.Hasemprecercatodi
staredallapartedegliangeli.NoncredevachesarebbescoppiatalaguerrainIraq,finchénonscoppiò.Fuperluiungrande
dolore,nonperchégliimportassetantodell’Iraq,maperchéamaval’AmericaecredevachelaterraeilpopolodiLincolneTwainavrebberotrovatoilmododiaggiustarelecose.Credeva,comeisuoiaviimmigrati,chel’Americapotesseessereunfaroeunparadiso.
Nonpotevafaramenodipensarechetuttiisoldichestavamospendendoperdistruggerelecoseeucciderelagenteinunpaesecosìlontano,facendociodiareetemeredalmondointero,sarebberostatispesimeglioinpubblicaistruzioneebiblioteche.Èdifficileimmaginarechela
storianonglidaràragione,senonl’hagiàfatto.
Leggereescriveresonoattisovversividipersé.Quellachesovvertonoèl’ideachelecosedevonoesserecomesono,chetuseisolo,chenessunaltrosièmaisentitocometisentitu.Ciòchepensalagentequandolegge
Kurtèchelecosesonopiùaportatadimano,edimolto,diquantosicreda.Ilmondodiventaunpostounpo’diversosoloperchéhannolettounlibro.Pensate!
Èmoltodiffusal’ideacheKurtfosseunapersonadepressa,macomepertantealtrecosedidominiopubblico,cisonovalide
ragioniperdubitarne.Nonvolevaesserefeliceedicevaunmucchiodicosedeprimenti,maonestamentenoncredochesiamaistatodepresso.Eracomeun
estroversochevuolessereunintroverso,untipoassaisocievolechevuolessereunluposolitario,unapersona
fortunatachepreferiscelasfortuna.Unottimistachefailpessimista,sperandochelagenteglidiaretta.ÈstatosoloconlaguerrainIraq,enegliultimiannidellasuavita,cheèdiventatoveramentecupo.Cifuunbizzarro,
surrealeincidentequandopresetroppe
pilloleefinìinunospedalepsichiatrico,manessunoebbemail’impressionechefosseinpericolo.Ilgiornodopoeralàchesaltavanellasalacomunegiocandoaping-pongefacendoamiciziacontutti.Sembravachesistesseesibendoinun’imitazionenonmoltoconvincentediunapersonaconuna
malattiamentale.All’ospedalelo
psichiatramidisse:“Suopadreèdepresso.Glidaremodegliantidepressivi”.“Okay,manonmi
parecheabbianessunodeisintomichedisolitovedonelladepressione.Nonèdiventatopiùlento,nonhal’ariatriste,capisceancoratuttoalvolo.”
“Hatentatodiuccidersi,”disselopsichiatra.“Be’,quasi.”Con
tuttiifarmacicheavevapreso,nessunodiessiarrivavaaunlivelloditossicità.IllivellodiTylenoleraappenaterapeutico.“Noncredeche
dovremmosomministrarglidegliantidepressivi?
Qualcosadobbiamofare.”“Hosolopensatodi
doverledirechenonmisembradepresso.Èmoltodifficiledirecom’èKurt.Nonstodicendochestabene.”
LadifferenzatraimieifanequellidiKurtècheimieifansannodiesseredeimalatidimente.
Quandogiocavaabaseball,Kurterapiùbravocomelanciatorechecomericevitore.Perluieranormalescrivereedirecoseprovocatorie,enonsempregentili,suisuoifamiliari.Abbiamoimparatoanonfarcicaso.EraKurtebasta.MaquandoioscrissiinunarticolocheKurt,volendoessereun
famosopessimista,forseinvidiavaaTwaineLincolnilorofiglimorti,luisiimbufalì.“Volevosolo
richiamarel’attenzionedeilettori.Eraunabattuta.Solotupoteviprenderlaseriamente.”“Iosocome
funzionanoquestestorielle.”“Anch’io.”Clic,clic,
riattaccammo.
“Sedovessimorire,Diononvoglia.”Ognidueotreanni
miinviavaunaletteraperdirmicosadovevofarenell’eventualitàdellasuamorte.Ognivolta,trannel’ultima,laletteraeraseguitadaunatelefonataconcuimitranquillizzavadicendochenonerail
bigliettodiunsuicida.Ilgiornoprimachemispedissel’ultimodeisuoi“sedovessimorire”terminòildiscorsochedovevapronunciarenell’Indianaperl’aperturadell’annodiKurtVonnegut.Duesettimanedopocadde,battélatestaeruppeinmodoirreversibileilsuopreziosouovo.
Dovettistudiarel’ultimodiscorsomegliodiquasituttiglialtri,perchéchieseroamedileggerlo.Scorrendolo,nonpoteifaramenodidomandarmi:“Comediavolofaafarlafrancaconcagatecomequesta?”.Afarlofunzionarefuilsuopubblico.Inquattroequattr’ottomiresi
contochestavoleggendolesueparoleaunpubblico,eaunmondo,cheerafollementeinnamoratodimiopadreeloavrebbeseguitodappertutto.
“[Sono]celibecomeilcinquantapercentodelcleroeterosessualecattolicoromano”èunafrasesenzasenso.
“Untwerp[è]untiziochesificcaunadentieranelculoperstaccareconidentiibottonidaisedilideitaxi.”“Unosnarfèunocheannusalaselladellebiciclettedelleragazze.”Dove,oh,dovestaandandoasbattereilmiocaropapà?Epoidicevaqualcosacheandavaalnocciolodella
questioneecheerascandalosoevero,etucicredeviunpo’ancheperchéavevaappenaparlatodicelibato,ditwerpedisnarf.1
“Nonfareimaiildottore.Dev’essereilmestierepiùbruttodelmondo.”
Unadellenostreultimeconversazioni:
“Quantiannihai,Mark?”.“Hocinquantanove
anni,papà.”“Seivecchio.”“Sì,papà.”Loamavo
teneramente.
Questiscritti,perlamaggiorpartenondatatietuttiinediti,reggonobenissimodasoli.Nonhanno
bisognodicommentidapartemia.Ancheseilcontenutodiuncertopezzononviinteressa,dateun’occhiataallastruttura,alritmoeallasceltadelleparole.SenonriusciteaimpararealeggereescriveredaKurt,forsedovrestefareun’altracosa.
Leultimeparole
dell’ultimodiscorsochehascrittosonoforselemigliorichepotevasceglierepercongedarsi.
Egrazieperl’attenzione.Iovado.
MarkVonnegut1settembre2007
1Parolesostanzialmente
intraducibiliallequalisiattribuisconodigiornoingiornosemprenuovisignificatirepellentiedisgustosi.[N.d.T.]
Da:SoldatosceltoK.Vonnegutjr.,12102964EsercitodegliStatiUniti.
A:KurtVonnegut,WilliamsCreek,
Indianapolis,Indiana.
Mieicari,midiconoche
probabilmentenessunovihainformatochenonsonomaistato“dispersoincombattimento”.ÈancheprobabilechenonabbiatericevutonessunadelleletterechehoscrittodallaGermania.Dunque,non
mirestaaltrodafarechedarviunmucchiodispiegazioni.Eprecisamente:Sonoprigionierodi
guerradal19dicembre1944,quandolanostradivisionefufattaapezzidall’ultimoattaccodisperatodiHitlerattraversoilLussemburgoeilBelgio.Settefanatichedivisionidipanzerci
hannoattaccatoeisolatodalrestodellaPrimaArmatadiHodges.Lealtredivisioniamericaneainostrifianchisonoriusciteasganciarsi:noisiamostaticostrettiarestareeacombattere.Lebaionettesonopocoefficacicontroicarriarmati:abbiamofinitolemunizioni,iviveriei
medicinali,eilnumerodellenostrevittimehasuperatoquellodichieraancoraingradodicombattere;così,cisiamoarresi.Midiconocheperquestola106maharicevutounaCitazionepresidenzialeeunaDecorazionebritannicadaMontgomery,mamivengaunaccidentese
nevalevalapena.Iosonounodeipochichenonsonostatiferiti.EringrazioIddioperquesto.Dunque,i
superuominicihannofattomarciare,senzacibo,acquaesonno,finoaLimberg,unadistanzadicircacentochilometri,credo,dovesiamostaticaricatiechiusidentro,sessanta
uominiperognicarromercipiccolo,soffocanteenonriscaldato.Nonc’eranoserviziigienici:ilpavimentoeracopertodistercodivaccafresco.Percoricarsinonc’erapostopertutti.Metàdormivanomentreglialtristavanoinpiedi.Abbiamopassatoparecchigiorni,compresoil
Natale,suquelbinariomortodiLimberg.LavigiliadiNatalelaRoyalAirForcehabombardatoemitragliatoiltreno,cheeraprivodicontrassegni.Hannouccisocircacentocinquantadinoi.IlgiornodiNatalecihannodatounpo’d’acquaecihannoportatolentamente
attraversolaGermaniafinoaungrandecampodiprigioniaaMuhlburg,asuddiBerlino.CihannofattousciredaivagoniaCapodanno.Itedeschi,perspidocchiarci,cihannofattofareunadocciabollente.Moltiuominisonomortinelledocceperlochocdopodiecigiornidifame,seteeassideramento.
Maiono.Secondola
ConvenzionediGinevra,ufficialiesottufficialinonsonoobbligatialavorarequandovengonofattiprigionieri.Iosono,comesapete,unsoldatosemplice.Il10gennaiocentocinquantadiquestiesseridisecondacategoriasono
statiinviatiinuncampodilavoroaDresda.Poichéparlounpo’ditedesco,illorocapoeroio.Avevamolasfortunadiaveredelleguardiesadicheefanatiche.Sisonorifiutatediprestarcicuremedicheedidarcideivestiti:cihannofattofarelungheoredilavoriforzatimoltopesanti.La
razionediciboeradiduecentocinquantagrammidipaneneroemezzolitrodizuppadipatatesconditaalgiorno.Dopoavercercatodisperatamenteperduemesidimigliorarelanostrasituazionericevendopertuttarispostadeiblandisorrisi,hodettoalleguardiecosagliavreifattoquando
fosseroarrivatiirussi.Alloramihannodatounpo’dibotteerimossodall’incaricodicapogruppo.Ipestagginoneranoparticolarmenteviolenti:unragazzoèmortodifameeduenehannofucilatileSSperaverrubatodelcibo.Intornoal14
febbraiosonoarrivatigliamericani,seguiti
dallaRAF,econilorosforzicombinatiinventiquattr’orehannoucciso250.000personeedistruttotuttaDresda:forselacittàpiùbelladelmondo.Manonme.Dopodichécihanno
fattolavorareallarimozionedeicadaveridairifugiantiaerei;donne,bambini,vecchi;mortisottolebombe,
nell’incendioosoffocati.Icivilicimaledivanoeciprendevanoasassatementreportavamoicorpialleenormipirefunebriallestiteincittà.Quandoilgenerale
PattonhapresoLipsiasiamostatievacuatiapiediaHellexisdorf,alconfinetralaSassoniaelaCecoslovacchia.Ci
siamorimastifinoallafinedellaguerra.Leguardiecihannoabbandonato.Quelgiornofeliceirussistavanorastrellandosaccheisolatediresistenzanelnostrosettore.Iloroaerei(P-39)cihannomitragliatoebombardato,uccidendoquattordicisoldati,manonme.
Inotto,abbiamorubatouncarroeunapariglia.AbbiamoattraversatoesaccheggiatoiSudetielaSassoniaperottogiorni,vivendodapascià.Irussivannopazzipergliamericani.IrussicihannopizzicatoaDresda.DalàabbiamoraggiuntolelineeamericaneaHallesucamionForddella
leggeAffittiePrestiti.DaallorasiamostatitrasportatiaLeHavreinaereo.Scrivodauncircolo
dellaCroceRossanelcampoperilrimpatriodeiprigionieridiguerradiLeHavre.Mihannotrattatobenissimoedatodamangiarecosedeliziose.Lenavidiretteinpatriasono
strapiene,ovviamente,perciòdovròaverepazienza.Sperodiessereacasaentrounmese.Unavoltalì,midarannoventungiorniperristabilirmiadAtterbury,circa600dollaridipagaarretratae–apriteleorecchie–sessanta(60)giornidilicenza!Hotroppecoseda
dire,ilrestodovrà
aspettare.Quinonpossoricevereposta,dunquenonscrivete.Unabbraccio,
Kurtjr.
29maggio1945
KURTVONNEGUTaClowesHall,Indianapolis,27aprile2007
BackDoor,courtesyKurtVonnegut&Origami
ExpressLLC.
Grazie.Eccomidavantiavoi
comeunmodellodi
comportamento,pergentileconcessionedelsindacoBartPeterson,eDiolobenedicaperquestaoccasione.Senonèunpiacere,
nonsochecosasia.Epensatesoloa
questo:insolitreanni,durantelaSecondaguerramondiale,sonopassatodasoldatosempliceacaporale,lostessogradocheun
tempohannoavutosiaNapoleonecheAdolfHitler.
AttualmentesonoKurtVonnegutjunior.Edècosìcheimieifigli,ormaipiuttostoanziani,comeme,continuanoachiamarmiquandoparlanodimeallemiespalle:“JuniorquieJuniorlà”.
Maognivoltacheguardatel’AyresClockall’incrociotraSouthMeridianeWashingtonStreetpensate,viprego,amiopadre,KurtVonnegutsenior,cheloprogettò.Seèperquesto,luiesuopadre,BernardVonnegut,progettaronol’interoedificio.Eluifuilfondatoredella
OrchardSchooledelChildren’sMuseum.Suopadre,mio
nonno,l’architettoBernardVonnegut,progettò,tral’altro,l’Athenaeum,cheprimadellaPrimaguerramondialeerachiamato“DasDeutscheHaus”.Nonriescoaimmaginareperqualemotivoabbianodovuto
cambiargliilnomein“Athenaeum”,senonperbaciareilculoaunabandadigreco-americani.
CredochetuttivoisappiatechestofacendocausaalfabbricantedellesigarettePallMallperchéilloroprodottononmihaancoraucciso,ehogià
ottantaquattroanni.Stateasentire:hostudiatoantropologiaall’UniversitàdiChicagodopolaSecondaguerramondiale,l’ultimacheabbiamovinto.Egliespertidiantropologiafisica,cheavevanostudiatoteschiumanirisalentiamigliaiadianniprima,dicevanocheavremmodovuto
viveresolotrentacinqueanniogiùdilì,perchétantoduravanoinostridentisenzal’ausiliodellamodernaodontoiatria.
Noneranobeitempi?Trentacinqueanni,ebuonanotte.Va’aparlaredidisegnointelligente!OratuttiiBabyBoomerschesipossonopermettereun
dentistaeun’assicurazionemalattie,poveribastardi,camperannofinoacent’anni!
Forsedovremmometterealbandol’odontoiatria.Eforseimedicidovrebberosmetteredicurarelapolmonite,cheuntempoerachiamata“l’amicadeivecchi”.
Mal’ultimacosachevogliofarequestaseraèdemoralizzarvi.Così,hopensatoaunacosachestaserapossiamofaretuttiinsieme,echecimetteràdecisamentedibuonumore.Credochesipossatrovareun’opinionesullaqualetuttigliamericani,repubblicaniodemocratici,ricchiopoveri,eterosessualio
gay,possonoessered’accordo,ancheseilnostropaeseècosìtragicamenteeferocementediviso.
Laprimaopinioneuniversaleamericanachehotrovatoera“Lozuccheroèdolce”.
Esicuramentenonc’ènulladinuovoinunpaese,comegliStati
Unitid’America,tragicamenteeferocementediviso,esoprattuttoquinelmiostatonatale,l’Indiana.Qui,quandoeropiccolo,entroiconfinidiquestostatoc’eralasedenazionaledelKuKluxKlan,eancheilluogodell’ultimolinciaggiodiuncittadinoafroamericanoanord
dellalineaMason-Dixon,Marion,credo.
Mac’eraanche,ec’èancora,aTerreHaute,cheoggivantaunmodernissimocentroperiniezioniletali,illuogodinascitaelacasadelleadersindacaleEugeneDebs.Debsvissedal1855al1926eguidòunoscioperonazionale
controleferrovie.AndòinprigioneperqualchetempoperchéeracontrarioallanostrapartecipazioneallaPrimaguerramondiale.
Esicandidòdiversevolteallapresidenza,nellefiladelPartitosocialista,dicendocosecomequesta:“Finchéesisteràunaclasseoperaia,ionefarò
parte;finchéesisteràunelementocriminale,ionefaròparte;efinchécisaràqualcunoinprigione,iononsaròlibero”.
Questefrasi,piùomeno,DebslerubòaGesùCristo.Maèmoltodifficileessereoriginali.Provateci!
Matorniamoa
bomba,qualèun’opinionesullaqualetuttigliamericanipossonoessered’accordo?“Lozuccheroèdolce”,sicuramente.Mapoichécitroviamoentroiconfinidiun’università,saremosicuramenteingradoditrovarequalcosacheabbiaun’improntapiùculturale.Elamia
propostaèquesta:“MonnaLisa,ilquadrodiLeonardodaVinciespostoalLouvrediParigi,inFrancia,èunritrattoperfetto”.
Vabene?Alzatelamano,perpiacere.Nonpossiamoesseretuttid’accordosuquesto?
Bene,abbassatelamano.Direicheilvoto
èunanime,cheMonnaLisaèunritrattoperfetto.L’unicoproblema,cheèpoipraticamenteilproblemadituttelecosechecrediamo,èchenonèvero.
Ascoltate:ilnasodiMonnaLisaègiratoleggermenteversodestra,okay?Ciòsignificacheillato
destrodelsuovisoèunpianosfuggente,chesiallontanadanoi.Okay?Madaquellapartenonc’èunarappresentazioneinscorciodeisuoilineamenti,chediauneffettotridimensionale.EquellarappresentazioneinscorcioLeonardoavrebbepotutofarlamoltofacilmente.È
statosolotroppopigroperfarla.EsefosseLeonardodaIndianapolis,mivergognereidilui.
Nonc’èdameravigliarsiseilsorrisodiMonnaLisaècosìstorto.
Eoraaqualcunopotrebbevenirevogliadichiedermi:“Possibile
chetunonsiamaiserio?”.Larispostaè:“Sì,possibilissimo”.Quandosononato,
all’OspedaleMetodista,l’11novembre1922,ealloraquestacittàerarazzialmentesegregatacomeoggilosonolesquadredibasketedifootballprofessionistico,l’ostetricamidiedeunosculaccionesuldidietro
perfarmicominciarearespirare.Maiopiansi?No.Dissi:“Miècapitata
unastranacosamentrevenivogiùperilcanaledelparto,dottore.Unvagabondosièavvicinatoemihadettochedatregiorninonmangiavaunboccone.Alloraglihodatounbelmorso!”.1
Masulserio,mieicariconcittadini,staserahounabuonanotiziaeunacattivanotizia.Viviamonellamiglioredelleepocheenellapeggioredelleepoche.Allora,chealtroc’èdinuovo?
LacattivanotiziaècheimarzianisonoatterratiaManhattanehannopresoalloggioal
Waldorf-Astoria.Labuonanotiziaèchemangianosolosenzatettodituttiicolori,episcianobenzina.
Seiosonoreligioso?Praticounareligionedisorganizzata.Appartengoaunempiodisordine.Cichiamiamo“NostraSignoradellaPerpetua
Costernazione”.Siamocelibicomeilcinquantapercentodelcleroeterosessualecattolicoromano.
Inrealtà–equandoalzocosìlamanodestrasignificachenonscherzo,chedolamiaparolad’onorechequellochestoperdireèvero–inrealtàsonoilpresidenteonorario
dell’AmericanHumanistSociety,avendopresoilpostodeldefuntograndescrittoredifantascienzaIsaacAsimovinquestacaricaassolutamenteprivadifunzioni.Noiumanisticicomportiamomegliochepossiamo,senzaaspettarcinéricompensenécastighinell’aldilà.Serviamo
megliochepossiamol’unicaastrazioneconcuiabbiamounaverafamiliarità,cheèlanostracomunità.
Nontemiamolamorte,enondovrestefarloneanchevoi.SapetecosadisseSocratedellamorte,ingreco,naturalmente?“Lamorteèsoloun’altranotte.”
Comeumanista,amolascienza.Odiolasuperstizione,chenonavrebbemaipotutodarcilebombeatomiche.
Amolascienza,enonsoltantoperchécihadatoimezziperdistruggereilpianeta,enonmipiaceviverequaggiù.Lascienzahatrovatolerispostea
duedellenostredomandepiùimportanti:com’èiniziatol’universoecomeabbiamofatto,noietuttiglialtrianimali,adavereimeravigliosicorpicheabbiamo,congliocchi,ilcervello,irenieviadicendo.
Bene.Cosìlascienzahamandatonello
spazioiltelescopioHubble,perchépotessecatturarelaluceel’assenzadilucedall’iniziodeltempo.Eiltelescopiocel’hafatta.Cosìoggisappiamocheunavoltanonc’eraassolutamentenulla,unnullacosìperfettochenonc’eraneancheilnullaounavolta.Veloimmaginate?No,
perchénonc’ènulladaimmaginare.
Mapoic’èstatoquestogrossoBANG!Edalìèvenutatuttaquestamerda.
Ecomeabbiamofattoamettereinsiemeinostrimagnificipolmoniesopraccigliaedentieunghiedeipiediebuchidelculoe
cosìvia?Grazieamilionidiannidiselezionenaturale.Cheèquandounanimalemuoreel’altrocopula.Lasopravvivenzadelpiùadatto!
Mabadate:sevicapitassediucciderequalcuno,accidentalmenteodiproposito,migliorandolanostraspecie,dopo
noncopulate,perpiacere.Ècosìchenasconoibambini,casomaivostramadrenonvel’avessedetto.
Esì,mieicariconcittadini,enonhomainegatodiessereunodivoi:questaèpropriol’Apocalisse,lafineditutto,comeprofetaronosanGiovanniilDivinoesan
KurtilVonnegut.
Mentreviparlo,puòdarsichel’ultimoorsopolarestiamorendodifameacausadelcambiamentoclimatico,acausanostra.Eiosentiròsicuramentelamancanzadegliorsipolari.Ilorocucciolisonocaldi,teneriefiduciosi,propriocome
inostri.
Questovecchiettohaqualcheconsigliodadareaigiovaniintempicosìdifficili?Be’,sonosicurochesapetecheilnostropaeseèl’unicadellenazionicosiddetteavanzatechehaancoralapenadimorte.Ecamereditortura.Insomma,cerchiamodinonprenderciingiro.
Mastateasentire:sequalcunodeipresentidovessefiniresullettinodiqualchecentroperleiniezioniletali,magariquellodiTerreHaute,eccoqualidovrebberoesserelevostreultimeparole:“Questomidaràcertamenteunalezione”.
SeGesùoggifosse
vivo,louccideremmoconun’iniezioneletale.Eccoquellocheiochiamoprogresso.Lodovremmouccidereperlastessaragionepercuivenneuccisolaprimavolta.Lesueideesonotroppoavanzate,tuttoqui.
Ilmioconsiglioagliscrittoriesordienti?Nonusateilpuntoe
virgola!Èunermafroditatravestitoenonrappresentaunbelnulla.L’unicacosachesuggerisceècheforsehaifattol’università.
Ecosì,primaMonnaLisaeorailpuntoevirgola.Tantovarrebbecheioribadissilamiareputazionedipazzoidediprimacategoria
dicendoqualcosadibuonosuKarlMarx,ritenutocomunementeinquestopaese,edisicuroquiaIndia-nopolis,unodegliindividuipiùmalvagichesianomaiesistiti.Ineffettihainventato
ilcomunismo,chedaunpezzocihannoinsegnatoaodiare,perchésiamotantoinnamoratidel
capitalismo,cheèilmodoincuichiamiamolebischediWallStreet.
KarlMarxsperavacheilcomunismopotesseessereunpianoeconomicopercostringereipaesiindustrializzatiaoccuparsidellagente,esoprattuttodeibambini,deivecchie
degliinvalidi,comeuntempofacevanoletribùelefamiglieallargate,primadiesseredispersedallarivoluzioneindustriale.Eiocredocheforse
sarebbesaggiosmetterediparlarecosìmaledelcomunismo,nonperchélasitroviunabuonaidea,maperchéinostrinipotie
pronipotisonoormaiindebitatifinoagliocchiconicomunisticinesi.Eicomunisticinesi
hannoancheunesercitograndeesuperbamenteequipaggiato,cosachenoinonabbiamo.Siamopocoseri,noi.Vogliamosolobombardaretutticonimissiliatestata
nucleare.
Mac’èancoraunmucchiodigentechevidiràchelacosapeggiorediKarlMarxèquellochedicevadellareligione.Luidicevachelareligioneeral’oppiodelleclassiumili,comesepensassechelareligionenuocevaallagente,evoleva
sbarazzarsene.MaquandoMarx
dissecosì,neglianniquarantadell’Ottocento,l’usochefacevadellaparola“oppio”nonerasoltantometaforico.Alloral’oppioeral’unicoantidolorificodisponibile,perilmaldidentioilcancroallagolaoqualunquecosa.Loavevausatolui
stesso.Comeamicosincero
deglioppressi,volevadirecheeracontentocheavesseroqualcosaconcuialleviarealmenounpo’leloropene,equestacosaeralareligione.Perquestoapprezzavalareligione,enonvolevaabolirladisicuro.Okay?
Oggiavrebbepotutodire,comedicoiostasera:“LareligionepuòessereilTylenolperunmucchiodigenteinfelice,eiosonocontentissimochefunzioni”.
Quantoaicomunisticinesi:evidentementenegliaffarisonomoltopiùbravidinoi,eforseassaipiùintelligenti,
comunistiomeno.Cioè,guardatecomeriescononeglistudimoltomegliodinoi.Ammettiamolo!MiofiglioMark,unpediatra,eratempofanelcomitatoperleammissioniallaHarvardMedicalSchool,edicechesefosserostationestinelleammissioni,metàdeinuoviallievi
sarebberostatedonneasiatiche.
MatorniamoaKarlMarx:inchemisuraonoravanoGesù,ounDioonnipotenteumano,ileaderdiquestopaeseversolametàdell’Ottocento,quandoMarxdisseunacosacosìterribiledellareligione?Avevanoapprovatodelleleggi
cherendevanoperfettamentelegalelaschiavitù,enonavrebberopermessoalledonnenédivotarenédicandidarsiacarichepubblicheperaltriottant’anni.
Tempofahoricevutounaletteradaunuomocheerastatodetenutoinunodegliistitutipenaliamericanida
quandoavevasedicianni.Ogginehaquarantadueestaperuscire.Michiedevacosadovessefare.GlihodettoquellochegliavrebbedettoKarlMarx:“Entrainunachiesa”.
Eoravipregodinotarechehoalzatolamanodestra.Equestosignificachenonsto
scherzando,checredoallaveritàdiquellochediròadesso.Eccoqua:ilfenomenoamericanopiùspiritualmentesplendidoalqualehoassistitonelcorsodellamiavitanonèstatoilnostrocontributoallasconfittadeinazisti,incuihoavutounapartecosìgrande,néilrovesciamentodell’empiocomunismo
operatodaRonaldReagan,perlomenoinRussia.
Ilfenomenoamericanopiùspiritualmentesplendidodellamiavitaèilmodoincuiicittadiniafroamericanihannomantenutolalorodignitàeilrispettodisestessinonostantesianostatitrattatidagli
americanibianchi,siadentroilgovernochefuori,esoloacausadelcoloredellapelle,comesefosserodegliindividuispregevoliedisgustosi,senonaddiritturadeimalati.
Inquestosonostatisicuramenteaiutatidallelorochiese.Eccodunque,dinuovo,KarlMarx.Ecco,dinuovo,
Gesù.
Eineffettiqualèildonodell’Americaalrestodelmondopiùapprezzatodalrestodelmondo?Èiljazzafroamericanoelesuediramazioni.Qualèlamiadefinizionedeljazz?“Sessosicurodellamigliorequalità.”Iduepiùgrandi
americanidelmio
tempo,perquantoneso,sonostatiFranklinDelanoRoosevelteMartinLutherKing.
HosentitodirecheRooseveltnonavrebbeavutounaparticolaresimpatiaperleclassiumili,chesarebbestatosolounaltrostupido,riccoepresuntuosomembrodellaclassedirigente
uscitadallepiùprestigioseuniversitàamericane,seluistessononfossestatoumiliatodallapoliomielite,laparalisiinfantile.Tutt’auntrattolesuegambecessaronodifunzionare.Cosapossiamofare
perilriscaldamentoglobale?Possiamospegnerelaluce,
immagino,mavipregodinonfarlo.Iononriescoaimmaginareinchemodosipossanoriparareidanniall’atmosfera.Ètroppotardi,ormai.Mac’èunacosachepossoaggiustare,eaggiustarequestaserastessa,eproprioquiaIndianapolis.Èilnomediun’altrabuonauniversitàcheavete
costruitodopolamianascita.Mal’avetebattezzata“IUPUI”.“IUPUI?”Vihadatodivoltailcervello?“Ciao,iosonostatoa
Harvard.Tudoveseistato?”“Iosonostatoa
IUPUI.”Conipoteriillimitati
chemisonostaticonferitidalsindacoPetersonperl’intero
anno2007,iorinominoIUPUI“TarkingtonUniversity”.“Ciao,iosonostatoa
Harvard.Tudoveseistato?”“Iosonostatoalla
Tarkington.”Nonèmeglio?
Aggiudicato.
Colpassaredeltempo,nessunosaprà,
osicureràdisapere,chieraTarkington.Cioè,chisenefregaalgiornod’oggidisaperechieraButler?QuestaèlaClowesHall,eineffettiiohoconosciutoalcunideiClowes.Personesimpatiche.Malasciatechevi
dicaunacosa:nonsareiquidavantiavoi,stasera,senonfossestatoperl’esempio
dellavitaedelleoperediBoothTarkington,unfigliodiquestacittà.Nelcorsodellasuaesistenza,dal1869al1946,cheperventiquattroanniècoincisaconlamia,BoothTarkingtondiventòunoscrittorerispettatoedigrandesuccessodicommedie,romanzieracconti.Negliambientiletterari
gliavevanoaffibbiatounsoprannomecheiodareiunocchioperavere:“ilgentiluomodell’Indiana”.Quandoeroun
ragazzo,volevoesserecomelui.Noncisiamomai
conosciuti.Nonavreisaputocosadire.Loammiravotantochesareirimastoaboccaaperta.
Sì,einvirtùdeipoteriillimitaticheilsindacoPetersonmihaconferitopertuttoquest’annochiedochequalcunodeipresentiprovvedaallamessinscenaaIndianapolisdellacommediadiBoothTarkingtonAliceAdams.
Perunastruggentecoincidenza,AliceAdamseraancheilnomedaconiugatadellamiapoverasorella,unabiondastrepitosaaltaquasiduemetricheoragiaceaCrownHillinsiemeainostrigenitori,ainostrinonnieainostribisnonni,einsiemeaJamesWhitcombRiley,loscrittoreamericano
piùpagatodelsuotempo.Sapetecosadiceva
miasorellaAllie?Diceva:“Igenitoritirovinanolaprimapartedellavitaeifiglilaseconda”.JamesWhitcomb
Riley,“ilpoetadell’Indiana”,1849-1916,fuloscrittoreamericanopiùpagatodelsuotempo,perché
recitavalesuepoesieapagamentoneiteatrienellesaledaconferenze.Eccoquantoicomuniamericaniapprezzavano,untempo,lapoesia.Veloimmaginate?
VoletesaperecosadisseungiornoilgrandescrittorefranceseJean-Paul
Sartre?Disse,naturalmenteinfrancese:“L’infernosonoglialtri”.RifiutòunpremioNobel.Iononpotreimaiesserecosìmaleducato.Sonostatoallevatobenedallanostracuocaafroamericana,chesichiamavaIdaYoung.
DurantelaGrandeDepressionetrai
cittadiniafroamericanisisentivadirequesto,enaturalmentenonsoltantoquesto:“Lecosevannocosìmalecheibianchisonocostrettiatirarsudasoliiproprifigli”.Maiononsonostato
tiratosubenesolodaIdaYoung,pronipotedischiavi,cheeraunadonnaintelligente,dolceedignitosa,fiera
ecolta,articolata,premurosaedibell’aspetto.IdaYoungamavalapoesiaemeneleggevadellepagine.Sonostatotiratosu
beneanchedagliinsegnantidellaScuola43,“lascuolaJamesWhitcombRiley”,epoidaquellidelliceodiShortridge.Alloraigrandiinsegnantidella
scuolapubblicaeranodellepiccolecelebrità.Gliexallievi,diventatigrandi,andavanoatrovarli,riconoscenti,perraccontarelorocomeselastavanopassando.Eiostesso,dagrande,sonodiventatounsentimentalediquestogenere.Madamoltotempo,
ormai,tuttiimiei
insegnantipreferitihannopresolastessastradadellamaggioranzadegliorsipolari.
Illavoropiùbellochepuoifarenellavitaèinsegnare,postochetusiafollementeinnamoratodellamateriacheinsegni,echeleclassisianoformatedanonpiùdi
diciottostudenti.Leclassidinonpiùdidiciottostudentisonounafamiglia,ecomeunafamigliafunzionanoeinfamigliatifannosentire.
QuandopresilalicenzaelementareallaScuola43,conlaGrandeDepressionecheinfuriava,conle
aziendechechiudevanoeconladisoccupazione,econHitlerchesistavaimpossessandodellaGermania,ciascunodinoidovettedireperiscrittocosasperavamodifaredagrandiperfarediquestounmondomigliore.Iodissicheavrei
curatoilcancroconiprodottichimici,
lavorandoperEliLilly.
Devoringraziarel’umoristaPaulKrasnerperavermiindicatolagrossadifferenzatraGeorgeW.BusheHitler:Hitlerèstatoeletto.
Primahoaccennatoalmiounicofiglio,MarkVonnegut.Ricordate?Aproposito
delledonnecinesiedellaHarvardMedicalSchool.Bene,Marknonè
solounpediatranell’areadiBoston,maunpittore,unsassofonistaeunoscrittore.HascrittounbellissimolibrochesiintitolaTheEdenExpress.Èimperniatosuunesaurimentonervosochehaavuto,
robadacellaimbottitaecamiciadiforza.Quandoeraall’universitàappartenevaallasquadradeilottatori.Chemaniaco!Nelsuolibro
raccontainchemodosiriprese,tantodalaurearsiallaHarvardMedicalSchool.TheEdenExpressdiMarkVonnegut.
Manonfateveloprestare.PeramordiDio,compratelo!
Perme,chisifaprestareunlibroinvecedicomprarlo,olopresta,èquellochenoichiamiamotwerp.QuandofrequentavoilliceodiShortridge,unmilionediannifa,laparolatwerpindicavaunapersonachesi
ficcavaunadentieranelculoperstaccareconidentiibottonidaisediliposteriorideitaxi.Mamiaffrettoadire
–casomaicifossequi,stasera,qualchegiovaneimpressionabileche,nonavendonientedafareeappartenendoaunafamigliadisastrata,decidessediprovarea
essere,domani,unverotwerp–chesuisediliposteriorideitaxiibottoninoncisonopiù.Itempicambiano!
TempofahochiestoaMarkcos’èlavita,perchénonneholaminimaidea.Mihadetto:“Papà,siamoquiperaiutarciadarrivareinfondoaquestacosa,qualunquecosasia”.
Qualunquecosasia.
“Qualunquecosasia.”Micamale.Questaèdaconservare.
Ecomedovremmocomportarcidurantel’Apocalisse?Dovremmoesserestraordinariamentegentiligliuniconglialtri,certo.Madovremmoanchefinirla
diesseretantoseri.Lebarzellettesonoungrandeaiuto.Etrovateviuncane,senonl’avetegià.Iomenesono
appenatrovatouno,edèunnuovoincrocio.Permetàèunbarboncinofranceseeperl’altrametàunoshihtzucinese.Èunoshit-poo.2
Egrazieperl’attenzione.Iovado.
1Giocodiparoleintraducibilesubite,“morso”e“boccone”.[N.d.T.]2“Cacca”,dallafusione
dishihtzuepoodle,“barboncino”.[N.d.T.]
DATUTTELESTRADESIALZERANNOLAMENTI
Schizzo,courtesyEdieVonnegut.
Erailsolitodiscorsettochecifacevanoilprimogiornodiaddestramento,pronunciatodaunmuscolosotenentino:“Uomini,finorasietestatideibraviragazziamericani,conl’amoreperlacorrettezzaelalealtàchehannogliamericani.Siamoquipercambiaretutto
questo.Ilnostrocompitoètrasformarvinelbrancoditeppistipiùsporchiepiùcattivinellastoriadelmondo.D’orainavantipotetedimenticareleregoledelmarchesediQueensberryeognialtranormativa.Tuttoèpermesso.Noncolpitemaiunuomosopralacintolaquandopoteteprenderloa
calcisotto.Fatelostrillare,quelbastardo.Ammazzatelointuttiimodipossibili.Ammazzate,ammazzate,ammazzate,misonospiegato?”.Questodiscorsofu
accoltodanervoserisatineedall’ammissionegeneralechel’ufficialeavevaragione.“Hitler
eTojononhannodettochegliamericanisonounbrancodimollaccioni?Ah!Seneaccorgeranno.”EnaturalmentelaGermaniaeilGiapponeseneaccorsero:unademocraziatempratadallecircostanzeproruppeinunfuroreribollenteeirrefrenabile.Fuunaguerradellaragione
controlabarbarie,presumibilmente,elapostaingiocoeracosìaltachelamaggiorpartedeinostrifreneticicombattentinonavevanoideadelmotivopercuisicombatteva:sapevanosolocheilnemicoeraunbrancodibastardi.Unaguerradinuovotipo,incuieraammessaogni
distruzione,ogniuccisione.Itedeschichiedevano:perchévoiamericanicel’aveteconnoi?“Nonloso,madisicuroviromperemoleossa”:eccoqualeralarispostacorrente.L’ideadellaguerra
totalepiacevaaunmucchiodigente:avevauntimbromoderno,incarattereconlanostra
spettacolosatecnologia.Perloroeracomeunincontrodifootball:“Dategliaddosso,addosso,addosso...”.Tremoglidicommerciantidiprovincia,anzianotteegrassottelle,midiederounpassaggiomentrefacevol’autostopdaCampAtterbury.“Nehaiammazzatitantiditedeschi?”michiese
quellaalvolante,mentreparlavaallegramentedelpiùedelmeno.Risposichenonlosapevo.Questofuscambiatopermodestia.Quandoscesidallamacchinaunadellesignoremidiedeunamaternapaccasullaspalla:“Scommettocheoravorrestiandarelaggiùadammazzareunpo’
diqueglisporchigiapponesi,nonèvero?”.Cistrizzammol’occhioinsegnod’intesa.Nondissiaquelleanimesemplicicheerostatofattoprigionierodopounasettimanaalfronte;e,perandarepiùalnocciolo,cosasapevoecosapensavodeglisporchitedeschidaammazzareedella
guerratotale.Laragionepercuiavevolamortenelcuore,alloracomeoggi,riguardaunincidentealqualevennedatopocospaziosuigiornaliamericani.Nelmesedifebbraiodel1945lacittàdiDresda,inGermania,fudistrutta,econessapiùdicentomilaesseriumani.Ioc’ero.Nonmolti
sannoquantoeradiventatadural’America.
IoappartenevoaungruppodicentocinquantasoldatidifanteriacatturatinellabattagliadelleArdenneemandatiaDresdaalavorare.Dresda,cidissero,eral’unicagrandecittàtedescascampataai
bombardamentifinoaquelmomento.Questo,nelgennaiodel1945.Dresdadovevaquellafortunaalsuoaspettopacifico:ospedali,fabbrichedibirra,aziendealimentari,fornituredistrumentichirurgici,ceramica,fabbrichedistrumentimusicalierobasimile.Dall’iniziodellaguerra,lasuaprincipale
attivitàeranodiventatigliospedali.Ognigiornocentinaiadiferitiaffluivanoinqueltranquillosantuariodaestedaovest.Dinottesisentivailrombosordodilontaneincursioniaeree.“StanottetoccaaChemnitz,”dicevamo,chiedendocicomecisipotevasentireaesseresottoaivanibombeche
siaprivanoeaqueivispigiovanotticonilorostrumentieiloromirini.“Graziealcielo,siamoinuna‘cittàaperta’,”pensavamo,ecosìpensavanolemigliaiadiprofughi–donne,vecchiebambini–cheformavanoilfiumederelittoprovenientedallemaceriefumantidiBerlino,Lipsia,
Breslavia,Monaco...Avevanoinvasolacittàraddoppiandonelapopolazione.ADresdanonc’erala
guerra.Sì,gliaereilasorvolavanoquasituttiigiornielesireneululavano,magliaereiandavanosempreinun’altradirezione.Gliallarmieranounintervallorilassantenellanoiosagiornatadi
lavoro,unmomentodisocializzazione,l’occasionedifarequattrochiacchiereneirifugi.Irifugi,inrealtà,eranopocopiùdiungesto,ildistrattoriconoscimentodiun’emergenzanazionale:cantineesotterraneipienidipancheconsacchettidisabbiacheproteggevanole
finestre,perlamaggiorparte.C’eraqualchebunkerpiùadeguatoalcentrodellacittà,vicinoagliufficigovernativi,manulladisimileallarobustafortezzasotterraneacherendevaBerlinoimpenetrabilealsuomartellamentoquotidiano.Dresdanonavevamotivodiprepararsiaun
attacco:equestoèilseguitodell’orribilestoria.Dresdaera
sicuramentetralepiùbellecittàdelmondo.Lesuestradeeranolarghe,fiancheggiatedaalberiombrosi.Eracostellatadiinnumerevolimonumentiegiardinipubblici.Avevamagnifichechiese
antiche,biblioteche,musei,teatri,galleried’arte,birrerie,unozooeunacelebreuniversità.Erastatailparadisodeituristi,chedellebellezzedellacittàpotrebberoparlarepiùalungodime.Mal’impressionechehoioècheaDresda–nellacittàinsensofisico–cifosseroisimbolidellabella
vita:unavitapiacevole,onesta,intelligente.All’ombradellasvasticaquestisimbolidelladignitàedellesperanzedelgenereumanorestavanoinattesa,monumentiallaverità.Tesoroaccumulatoincentinaiadianni,Dresdaparlavaconeloquenzadellesplendidecosedella
civiltàeuropeaversolaqualeabbiamoungrossodebito.Ioerosolounprigionierodiguerra,affamato,sporcoepienodiodioperchiciavevacatturato,maamavoquellacittàevedevolefelicimeravigliedelsuopassatoelegrandipromessedelsuofuturo.Nelfebbraiodel1945
ibombardieriamericaniridusseroquestotesoroincenereecalcinacci;lasventraronoconl’altoesplosivoelacremaronoconlebombeincendiarie.Labombaatomicaforserappresentaunprogressofavoloso,maèinteressantenotarechedueprodottiprimitivicomeiltritolo
elatermiteriuscironoasterminareinunasolanottedisanguepiùpersonediquellechemorirononell’interobombardamentodiLondra.ControinostriavierilafortezzadiDresdasparòunadozzinadicolpi.Tornatiallebasi,bevendouncaffècaldo,essiprobabilmente
osservarono:“Contraereainsolitamentefiacca,stanotte.Be’,èoradiandareadormire”.Iprigionieriinglesi,pilotideicacciadelleunitàtattiche(inappoggioalletruppediterralungoilfronte)disolitorimproveravanoquellicheavevanopilotatoipesantibombardierinelle
incursionisullacittà:“Comediavoloavetefattoasopportarelapuzzadell’orinabollenteedeipassegginichebruciavano?”.Unanotizia
assolutamentediroutine:“LanottescorsainostriaereihannoattaccatoDresda.Tuttigliaereisonotornatiallabase,
saniesalvi”.L’unicotedescobuonoèuntedescomorto:piùdicentomilacattivi,uomini,donneebambini(gliuominivalidieranoalfronte),espiaronodefinitivamenteiloropeccaticontrol’umanità.Percasoincontraiunbombardierecheavevapartecipatoall’attacco.
“Farlononcièpiaciutoperniente,”midisse.Lanotteincui
arrivarononoilapassammonellacellasotterraneadiunmattatoiodovesiconservavanolecarni.Fummofortunati,perchéerailmigliorerifugiodellacittà.Sopralanostratesta,deigiganticalpestavanolaterra.
Primavenneilsommessomormoriodellalorodanzaallaperiferiadellacittà,poiitonfidelloropassopesanteversodinoieallafineglischiantiassordantideilorotacchisopradinoi:edaqui,dinuovo,versolaperiferia.Andavanoavantieindietro:bombardamentoatappeto.
“Hourlatoepiantoegraffiatoconleunghieleparetidelnostrorifugio,”midisseunavecchiasignora.“Hopregato:‘Dio,tiprego,tiprego,tiprego,fermali’.MaDiononmihaudito.Nessunoavrebbepotutofermarli.Continuavanoadarrivare,un’ondatadopol’altra.Eraimpossibilearrendersi;
impossibileinformarlichenoncelafacevamopiù.Nonc’eraaltrodafarechestarelàsedutiadaspettareilmattino.”Suafigliaesuonipoterimaserouccisi.Ilnostropiccolo
carcerefurasoalsuolodall’incendio.Dovetteroevacuarciinuncampofuorimanooccupatodaprigionieri
sudafricani.Leguardieeranodeipoveracci,anzianiVolkssturmerereduciinvalidi.PerlamaggiorparteeranoabitantidiDresdaeavevanoamicieparentiperitinell’olocausto.Primacheiniziassimolamarciauncaporale,cheavevapersounocchiodopodueannisulfronterusso,
ricevettelaconfermachelamoglie,iduefiglieigenitorieranostatiuccisi.Avevaunasigaretta.Ladiviseconme.Lamarciaversoi
nuovialloggiciportòallaperiferiadellacittà.Eraimpossibilecrederecheincentroqualcunofossesopravvissuto.Normalmentela
giornatasarebbestatafredda,malefolatechevenivanoognitantodalcolossaleincendiocifacevanosudare.Enormalmentelagiornatasarebbestataserenaeluminosa,maunanubeopacaetorreggiantecambiòilprimopomeriggioinuncrepuscolo.Unatristeprocessioneintasavalestradecheuscivano
dallacittà;genteconlafacciaanneritaerigatadilacrime,alcunicheportavanodeiferiti,altricheportavanodeimorti.Siraccolseroneicampi.Nessunoparlava.AlcunepersonecolbraccialedellaCroceRossafacevanoquellochepotevanoperlevittime.Sistematiconi
sudafricani,passammo
unasettimanasenzalavorare.Allafinelecomunicazioniconicomandifuronoristabiliteericevemmol’ordinediraggiungereapiedil’areapiùcolpita,aunadozzinadichilometrididistanza.Nullaerasfuggito,nelquartiere,allafuriadell’incendio.Unacittàdiedificiridottiaguscivuoti,di
statuefrantumateealberiabbattuti;ogniveicolofermo,ammaccatoebruciato,lasciatolàadarrugginireoamarcirenellasciadiquellaforzairresistibile.Gliunicisuonidiversidainostrieranoquellidell’intonacochecadevaeiloroechi.Nonsodescrivereadeguatamentequella
desolazione,mapossodareun’ideadiciòcheprovammoconleparolediunsoldatoinglesechedeliravainunospedaledacampodiprigionieridiguerra:“Èspaventoso,velodicoio.Camminavoperunadiquellemaledettestradeesentivomilleocchipuntatisullanuca.Lisentivosussurrareallemie
spalle.Mivoltavoindietroenonc’eraun’anima.Lisenti,neavvertilapresenza,manonc’èmainessuno”.Sapevamocheeracosì.Perillavorodi
“recupero”fummodivisiinpiccolesquadre,ciascunasorvegliatadaunaguardia.Lanostramacabramissioneconsistevanelcercarei
corpi.Cacciagrossa,siaquelgiornocheimolticheseguirono.Cominciammoinpiccolo–quiunagamba,làunbraccio,eognitantounneonato–maprimadimezzogiornotrovammounfiloneinesauribile.Sfondandoilmurodiunacantinascoprimmounfetidoammassodioltrecentoesseri
umani.Lefiammedovevanoesseredivampateprimacheilcrollodell’edificiobloccasseleuscite,perchélacarnediquellichiusidentroavevalaconsistenzadelleprugnesecche.Ilnostrocompito,cispiegarono,eradipassareaguadoquelmacelloeportareallaluceiresti.
Incoraggiatidaceffonieinsultilanciaticonvocigutturali,guadammo.Facemmoesattamentequesto,perchéilpavimentoeracopertodaunliquidonauseabondouscitodallefogneedalleviscerescoppiatedellagente.Moltevittime,chenoneranomortesulcolpo,avevanocercatodifuggireda
unastrettauscitadiemergenza.Inognimodo,c’eranoparecchicorpistipatinelcorridoio.Chiliguidavaeraarrivatoametàscalaprimadiesseresepoltofinoalcollodaimattoniedaicalcinaccichecadevano.Avevaunaquindicinad’anni,credo.Èconuncerto
rammaricocheioquidevoscreditarelanobiltàdeinostriavieri,maragazzi,aveteuccisounnumerospaventosodidonneebambini.Ilrifugiochehodescrittoeinnumerevolialtricomequelloneeranopieni.Anoitoccòesumareilorocorpietrasportarlifinoallemassiccepirefunebri
allestiteneiparchi:loso.Latecnicadellepirevenneabbandonataquandoapparvechiaral’entitàdellaperditadiviteumane.Mancavalamanodoperapereseguirecorrettamenteillavoro,perciòmandaronoachiamareunuomoconunlanciafiammechecremòlevittimelà
dovegiacevano.Bruciativivi,soffocati,schiacciati:uomini,donneebambiniuccisiindiscriminatamente.Pernobilechefosselacausapercuicombattevamo,conquelbombardamentocreammodisicurounnostroBergenBelsen.Ilmetodoeraimpersonale,mal’esitofualtrettantocrudelee
spietato.Questa,temo,èlatristeverità.Quandocifummo
abituatiall’oscurità,alpuzzoeallacarneficina,cominciammoachiedercicos’erastatonellavitaognicadavere.Eraungiocosquallido:“Uomo,bell’uomo,ricco,ladro,galantuomo...”.Alcuniavevanogrosseborsee
gioielli,altripreziosevettovaglie.Unragazzotenevaancoraalguinzaglioilsuocane.Disertoriucrainiindivisatedescadirigevanoleoperazionineirifugipropriamentedetti.Sieranoubriacaticolvinodellecantineadiacentiesembravachequellavorolidivertissemolto.Eraunlavoro
redditizio,perchéspogliavanoognicorpodeglioggettidivaloreprimachenoiloportassimoinstrada.Lamortediventòcosìnormalechepotevamoscherzaresuinostrimacabrifardelliebuttarliquaelàcomealtrettantirifiuti.Nonerastatocosìconiprimi,soprattuttoseeranogiovani:li
avevamocaricatisullebarelle,adagiandoliconqualcheparvenzadilugubredignitànellaloroultimadimoraprimadelrogo.Maladecenzaintimiditaeafflittacedetteilpasso,comedicevo,aunacinicainsensibilità.Allafinediunalugubregiornatacifacevamounafumatinaguardando
l’impressionantecatastadimortichesieraformata.Unodinoigettòlaciccasulmucchio:“Diavolo,”disse,“selamortehadecisodiportarmivia,vengapurequandovuole.Iosonopronto”.Alcunigiornidopo
l’incursionelesirenetornaronoaululare.Questavoltasullatestadeisuperstitiapaticie
affranticaddeunapioggiadivolantini.Hopersolamiacopiadelpoema,maricordochedicevapiùomenocosì:“AllapopolazionediDresda.Siamostaticostrettiabombardarelavostracittàacausadelpesantetrafficomilitaresostenutodallevostreinfrastruttureferroviarie.Cirendiamocontodinon
averesemprecolpitoinostriobiettivi.Ladistruzionedicosediversedagliobiettivimilitarièstatainvolontaria,sonoleinevitabilivicendedellaguerra”.Questospiegòlastrageconsoddisfazioneditutti,certamente,masuscitònonpocodisprezzoperlamiradegliamericani.Èunfattoche
quarantott’oredopochel’ultimoB-17ebbelasciatoilcielodiDresdadirettoaovesteaunmeritatoriposo,battaglionidilavoratorisieranoriversatinegliscaliferroviaridanneggiatieliavevanoriportatiquasiallanormalità.Nessunodeipontiferroviarisull’Elbafumessofuoriuso.Ifabbricantidi
apparecchidipuntamentoperlebombedovrebberoarrossire:sannobenecheiloromagnificistrumentifeceropioverelebombefinoacinquechilometrididistanzadagliobiettivicheimilitaridichiaravanodiaverpresodimira.Ilvolantinoavrebbedovutodire:“Abbiamo
colpitoognichiesabenedetta,ospedale,scuola,museo,teatro,lavostrauniversità,lozoo,eognicondominiodellacittà,maonestamentenoneraquellochevolevamofare.C’estlaguerre.Scusateci,dunque.Inoltre,ilbombardamentoatappetooggigiornoèdigranmoda,losapete”.
C’eraun’esigenzatattica:bloccareleferrovie.Unamanovraeccellente,senzadubbio,malatecnicafuorribile.Gliaereicominciaronoasganciarebombeincendiarieeadaltoesplosivoailimitidellacittà,eagiudicaredaipuntidovecadderodovevanoaverricevutoistruzionidaqualche
mediumincontattoconglispiriti.Fateilcontodeiprofittiedelleperdite.Oltrecentomilacivilieunasplendidacittàdistruttidabombecadutebenlontanodagliobiettividichiarati:leferroviefuronomessefuoriusoperunpaiodigiorni.Itedeschiregistraronolaperditapiùelevatadiviteumanesubitanel
corsodiunsingolobombardamento.LamortediDresdafuunagrandetragedia,inutileepremeditata.Lestragidibambini–piccolicrucchiopiccolimusigialli,oqualunquesiailnemicochepuòriservarciilfuturo–nonsipotrannomaigiustificare.Lafacilerispostaalle
lamentelecomelamiaèilpiùodiosodituttiicliché,“levicendedellaguerra”,elafrase:“L’hannovolutoloro.Noncapisconoaltrochelaforza”.Chil’havoluto?Chinoncapiscealtrochelaforza?Credetemi,nonèfacilerazionalizzarelasoppressionedeivignetidovematural’uvadell’iramentresi
mettonodeineonatiinuncestoosiaiutaunuomoascavaredovecredechepossaesseresepoltasuamoglie.Disicurosisarebberodovuteraderealsuololeinstallazionimilitarieindustrialinemiche,epeggioperchieratantostupidodacercarerifugioaccantoaloro.Malalineadeglislogantipo“Usala
manieraforte,America”,lospiritodivendetta,l’approvazionediognidistruzioneeognistrage,cihaimpressoilmarchiodellapiùoscenabrutalitàedècostataalmondolapossibilitàchelaGermaniadiventasseinbrevetempounanazionepacificaeintellettualmente
feconda.Inostrileader
avevanocartabianca:potevanosceglierecosadistruggereecosano.Laloromissioneeravincerelaguerrapiùinfrettapossibilee,mentreeranomirabilmenteaddestratiperfareproprioquesto,lelorodecisionisullasortedicertiinestimabilicimeli
carialmondointero–inquestocasoDresda–nonsempresonostategiudiziose.Quando,versolafinedellaguerra,mentrelaWehrmachtcedevasututtiifronti,inostriaereifuronomandatiadistruggerequestagrandecittà,dubitochequalcunosisiamaifattoladomanda:“Qualibenefici
ricaveremodaquestatragedia,ealungoandarequestibeneficicomereggerannoalconfrontoconglieffettinegativi?”.Dresda,bellissimacittà,costruitanellospiritodell’arte,simbolodiun’ammirevoletradizione,cosìantinazistacheHitlerlavisitòsoloduevolteintuttaladuratadel
suoregno,centroalimentareeospedalierooggitantonecessario...rasaalsuoloecosparsadisale.GliAlleatihanno
combattutodallapartegiustaeitedeschieigiapponesidallapartesbagliata:suquestononc’èdubbio.LaSecondaguerramondialeèstata
combattutapermotivisacrosanti.Maiorestoconvintochelaformadigiustiziacheabbiamoamministrato–bombardamentiindiscriminatidipopolazionicivili–eraunabestemmia.Cheilnemicol’abbiafattoperprimononc’entranullacolproblemamorale.Ciòchehovistodellanostra
guerraaerea,mentreilconflittoeuropeosiavvicinavaallafine,avevaleirrazionalicaratteristichediunaguerraperlaguerra.Imollaccionidellademocraziaamericanaavevanoimparatoacolpireilbastardosottolacintolaeafarlostrillare.Glioccupantirussi,
quandoscoprironoche
eravamoamericani,ciabbracciaronoesicongratularonoconnoiperlacompletadesolazioneprodottadainostriaerei.Noiaccettammolecongratulazionidibuongradoeconlagiustadosedimodestia,maiosentiialloracomesentooggicheavreidatolavitapersalvareDresdaperlefuture
generazionidelpianeta.Cheèciòchechiunquedovrebbesentireperognicittàdellaterra.
Confetti#44,courtesyKurt
Vonnegut&OrigamiExpressLLC.
GRANGIORNO
Schizzo,courtesyEdieVonnegut.
Quandoavevosediciannilagentemenedavaventicinque,eunadonnafattacheabitava
incittàgiuròchedovevoavernetrenta.Erogrossodappertutto:avevodeibaffichesembravanodilanadiferro.Avevopropriovogliadivederequalcos’altro,oltreaLuVernenell’Indiana,ecredochelastessaIndianapolisnonmiavrebbetrattenuto.Perciòmentiisulla
miaetàemiarruolainell’EsercitodelMondo.Nessunopianse.Non
c’eranobandiere,nonc’eranofanfare.Noneracomeuntempo,quandounragazzocomemepotevaandare,magari,afarsiammazzareperlademocrazia.Allastazionenon
c’eranessunotrannela
miavecchia,elamiavecchiaeramatta.Secondolei,l’EsercitodelMondoandavabeneperifannullonichenonriuscivanoatrovareunlavororispettabiledanessunaparte.Sembraieri,einvece
erailduemilatrentasette.“Sta’lontanoda
queglizulù,”dissela
vecchia.“Noncisonosologli
zulùnell’EsercitodelMondo,ma,’”dissiio.“C’ègentediognipaese.”Machiunquenonsia
natonellaconteadiFloydpermiamadreèunozulù.“Be’,comunque,”disse,“sperochealmenotidianodamangiarebene,conletasse
mondialichecisono.Epoichésembrifermamentedecisoadandarteneconqueglizulù,forsedovreiesserecontentachenoncisonoaltriesercitiincircolazione,cosìnessunocercheràdispararti.”“Èunaforzadipace,
ma’,”dissiio.“Conunsoloesercitononcisarannopiùguerre.
Nonseiorgogliosa?”“Sonoorgogliosadi
quellochehafattolagenteperlapace,”disselei.“Nonperquestoamol’esercito.”“Èunesercitonuovo,
unesercitodiprim’ordine,ma,’”dissiio.“Nontilascianoneanchebestemmiare.Esenonvairegolarmenteinchiesa,nientedolce.”
Lavecchiascosseilcapo.“Ricordasolounacosa,”disse.“Ricordacheanchetueridiprim’ordine.”Nonmibaciò.Mistrinselamano.“Sì,”disse,“finchéseistatoconme.”
Maquandospediiamiamadreunamostrinadellamiaprimaunitàdopo
l’addestramentobase,venniasaperechelafacevavedereatutticomesefosseunacartolinadiDio.Erasoltantounpezzodifeltrobluconl’immaginericamatadiunorologiod’oroeunafolgoreverdecheuscivadall’orologio.Venniasapereche
miamadreraccontavaatuttichesuofiglio
erainunacompagniaalriparodeltempo,propriocomesesapessecos’eraunacompagniaalriparodeltempo,propriocomesetuttisapesserochequellaeralacosapiùimportantenell’interoEsercitodelMondo.Be’,eravamola
primacompagniaalriparodeltempo,eanchel’ultima,senon
riuscirannoacorreggereglierrorineiprogrammidellemacchinedeltempo.Quellochedovevamofareeracosìsegretocheriuscimmoascoprirecos’erasoloquandoeraormaitroppotardipertornareindietro.Ilcomandanteerail
capitanoPoritsky,enonvolledircialtroche
dovevamoesseremoltofieri,perchéc’eranosoloduecentouominisullafacciadellaterracheavevanoildirittodiportarequegliorologi.Avevagiocatoa
footballnellasquadradiNotreDameesembravaunapiladipalledicannonesulpratodiuntribunale.Glipiacevatastarsidappertuttomentreci
rivolgevalaparola.Glipiacevasentirecom’eranoduretuttequellepalledicannone.Cidissecheera
veramenteonoratodicomandareungruppodiuominicosìingambaeconunamissionecosìimportante.DissecheavremmoscopertochemissioneeradurantelemanovreinunpostochiamatoChâteau-
Thierry,inFrancia.Ognitantovenivano
avedercideigenerali,comesestessimoperfareunacosabellaetriste,manessunodicevaunaparoladellamacchinadeltempo.
QuandoarrivammoaChâteau-Thierry,ciaspettavanotutti.Fuallorachescoprimmocheciòchedovevamo
fareeraqualcosadiultradisperato.Tuttivolevanovedereikillerconl’orologiosullamanica,tuttivolevanovedereilgrandespettacolochestavamopermettereinscena.Segiàsembravamo
deiselvaggialnostroarrivo,piùselvaggidiventammocolpassaredeigiorni.Noneravamoancorariusciti
ascoprirecosadovevafareunacompagniaalriparodeltempo.Erainutilefare
domande.“CapitanoPoritsky,
signore,”dissi,piùrispettosamentechepotevo,“hosentitochedomaniall’albadaremounadimostrazionediunattaccodinuovogenere.”“Sorridicomese
fossifeliceeorgoglioso,soldato!”midisselui.“Èvero!”“Capitano,signore,”
dissiio,“ilplotonehasceltomepervenireachiederlesenonpotremmosaperesubitocosadovremmofare.Vogliamoprepararci,signore.”“Soldato,”disse
Poritsky,“ogniuomodiquelplotonehail
moralealto,espritdecorpsetregranate,unfucile,unabaionettaecentocartucce,nonèvero?”“Signorsì,”dissiio.“Soldato,”disse
Poritsky,“quelplotoneèpronto.Epermostrartilafiduciachehoinquelplotone,saràessoaguidarel’attacco.”Aggrottòlesopracciglia.“Be’,”
disse,“nonvuoidire‘Grazie,signore’?”Lodissi.“Epermostrartila
fiduciachehointe,soldato,”disselui,“tusaraiilprimouomonellaprimasquadradelprimoplotone.”Lesuesopraccigliatornaronoadalzarsi.“Nonvuoidire‘Grazie,signore’?”Lodissiun’altra
volta.
“Pregasolochegliscienziatisianopronticomete,soldato,”dissePoritsky.“C’entranopuregli
scienziati,signore?”dissiio.“Finedelcolloquio
soldato,”dissePoritsky.“At-tenti,soldato.”Mimisisull’attenti.“Saluto,”disse
Poritsky.
Salutai.“Avanti,marsc’!”
disselui.Eviachemene
andai.
Dunque,eccomilà,lanotteprimadellagrandedimostrazione,ignaroditutto,spaventatoepienodinostalgia,inserviziodiguardiainunagalleriainFrancia.Erodi
sentinellaconunragazzochesichiamavaEarlSterling,diSaltLake.“Gliscienziatici
aiuteranno,vero?”disseEarl.“Èquellochedice
lui,”risposi.“Avreipreferitonon
saperlo,”disseEarl.Fuori,sopralanostra
testa,scoppiòunagrossagranatacheper
pocononciruppeitimpani.C’eraunfuocodisbarramento,comegigantichegirasseroquaelà,chefacevaapezziilmondo.Eranogranatedeinostricannoni,naturalmente,chescoppiavanocomesefosseroilnemico,comesefosseroarrabbiatissimiperqualcosa.Tuttisieranorintanatinellegallerie,
cosìnessunosisarebbefattomale.Manessunosi
godevatuttoquelrumorepiùdelcapitanoPoritsky,cheeramattodalegare.“Simulatoqui,
simulatolà,”disseEarl.“Questenonsonogranatesimulate,enonèsimulatanemmenolapaurachemifanno.”“Poritskydicecheè
musica,”dissiio.“Diconocheuna
voltaerapropriocosì,nelleguerrevere,”disseEarl.“Noncapiscocomequalcunoriuscisseacavarsela.”“Lebucheoffrono
moltaprotezione,”dissiio.“Maunavoltanelle
buchesirifugiavanosoloigenerali,”disseEarl.“Isoldatistavano
inpiccolebuchesuperficialisenzanessunriparosopralatesta.Equandoarrivavanogliordinidovevanousciredallelorobuche,eordinicosìarrivavanoincontinuazione.”“Immaginochesi
tenesseromoltovicinialsuolo”dissiio.“Quantovicinoal
suolosipuòstare?”
vollesapereEarl.“Incertipunti,lassù,l’erbaètagliatacomesequalcunoavesseusatounatosaerba.Nonunalberoèrimastoinpiedi.Grossicrateridatutteleparti.Comefacevalagenteanonimpazzireintuttequelleguerrevere...oanonarrendersi?”“Lagenteèstrana,”
dissiio.
“Avoltenonlopenso,”disseEarl.Scoppiòun’altra
grossagranata,seguitadaduepiccole:tuttomoltoinfretta.“Haivistola
collezionediquellacompagniarussa?”disseEarl.“Nehosentito
parlare,”dissiio.“Sonoquasicento
teschi,”disseEarl.“Li
hannoallineatisopraunamensolacomemeloni.”“Pazzesco,”dissiio.“Già,collezionare
teschicosì,”disseEarl.“Manonpossonofareamenodiraccoglierli.Cioè,nonpossonoscavareinunadirezionesenzatrovareteschiumanietutto.Dev’esseresuccessoqualcosadigrosso,
lassù.”“Qualcosadigrossoè
successoanchequi,”glidissiio.“QuestoèunfamosocampodibattagliadellaGuerramondiale.Èquichegliamericanihannosconfittoitedeschi.Mel’hadettoPoritsky.”“Duediqueiteschi
avevanodellescheggediproiettile,”disseEarl.“Lihaivisti?”
“No,”dissiio.“Quandoliscuoti,si
sentonolescheggetintinnareall’interno,”disseEarl.“Sivedonoiforidacuisonoentrate.”“Saicosadovrebbero
fareconqueipoveriteschi?”dissiio.“Dovrebberofarvenireunafiladicappellanidituttelereligionicheesistono.Dovrebbero
fareaqueipoveriteschiunfuneraledecoroso,eseppellirliinunpostodovenonsianopiùdisturbati.”“Nonècomese
fosseroancoradellepersone,”disseEarl.“Nonècomeselo
fosseromaistate,”dissiio.“Hannosacrificatolavitaperchépotesserovivereinostripadriei
nostrinonnieinostribisnonni.Ilmenochepossiamofareètrattarebeneleloropovereossa.”“Sì,maalcunidiloro
nonstavanocercandodiammazzareinostritrisavoliochiunquefossero?”disseEarl.“Itedeschicredevano
dimigliorarelecose,”dissiio.“Tutticredevanodi
migliorarelecose.Ilcuorel’avevanoalpostogiusto,”dissi.“Èilpensierocheconta.”Latendainfondoalla
galleriasiaprìeilcapitanoPoritskyentròesceseversodinoi.Selaprendevacomoda,comesefuorinoncifossenulladipeggiodiunatiepidapioggerella.“Nonèpericoloso
andarelàfuori,
signore?”glichiesi.Noneratenutoauscire.C’eranogalleriedappertutto,enessunoavrebbedovutouscirementreeraincorsoilfuocodisbarramento.“Nonèuna
professionepiuttostopericolosaquellacheabbiamosceltodinostraspontaneavolontà,soldato?”michieselui.Mimiseil
dorsodellamanosottoilnasoeiovidicheeraattraversatodaunlungotaglio.“Unascheggia!”disse.Sorrise,poiaccostòlaboccaallaferitaesucchiò.Dopo,quandoebbe
bevutoabbastanzasangue,ciguardòbene.“Soldato,”midisse,“dov’èlatuabaionetta?”
Mitastaiilcinturone.Avevodimenticatolabaionetta.“Soldato,esetutt’a
untrattoarrivasseilnemico?”Poritskyfeceunaspeciediballettocomesefossestatopuntodaunavespa.“‘Scusate,ragazzi...Aspettatequi,chevadoaprenderelabaionetta.’Èquestochediresti,soldato?”
michiese.Scossiilcapo.“Allaresadeiconti,
lamiglioreamicadelsoldatoèlabaionetta,”dissePoritsky.“Èquelloilmomentoincuiunmilitaredicarrieraèpiùfelice,perchéquelloèilmomentoincuivieneacontattocolnemico.Nonèvero?”“Signorsì,”dissiio.
“Tufaicollezionediteschi,soldato?”dissePoritsky.“Signornò,”dissiio.“Nontifarebbemale
cominciare,”dissePoritsky.“Signornò,”dissiio.“Sesonomortic’è
unaragione,soldato,”dissePoritsky.“Noneranobuonisoldati!Noneranodeiprofessionisti!Hanno
fattodeglierrori!Nonhannoimparatoabbastanzabenelalezione!”“Credodino,
signore,”dissiio.“Forsetucredichele
manovresianotroppofaticose,soldato,einvecenonlosonomaiabbastanza,”dissePoritsky.“Secomandassiio,tuttisarebberolàfuorisotto
quelbombardamento.L’unicosistemaperaveredelleunitàveramentevalideèsottoporlealbattesimodelfuoco.”“Albattesimo,
signore?”“Faruccidereunpo’
diuomini,cosìilrestoimpara!”dissePoritsky.“Diavolo,questononèunesercito!Hannotantidi
queidottoriediquellenormedisicurezzachenonvedounapipitadaseianni.Nonsisfornanodeiprofessionistiinquestomodo.”“Signornò,”dissiio.“Ilprofessionistaha
vistotuttoenonsifamaicoglieredisorpresa,”dissePoritsky.“Be’,domanivedraicosasignifica
fareveramenteilsoldato,comenonsivedevadacent’anni.Gas!Tiridisbarramento!Sparatorie!Attacchiallabaionetta!Corpoacorpo!Nonseicontento,soldato?”“Nonsonocosa,
signore?”dissiio.“Nonseicontento?”
dissePoritsky.GuardaiprimaEarl
poiilcapitano.“Ohsì,certo,signore,”dissi.Scossiilcapolentamente,conun’ariamoltograve.“Signorsì,”dissi.“Sì,certamente.”
Quandoappartieniall’EsercitodelMondo,contuttelenuovefantastichearmichehanno,c’èsolounacosadafare.Devi
credereaquellochediconogliufficiali,anchesenonhasenso.Egliufficiali,lorodevonocredereaquellochediconogliscienziati.Lecosesonoandate
cosìavantichel’uomodellastradanoncapiscepiùniente.Maforseèsemprestatocosì.Quandouncappellanociha
gridato,anoisoldatisemplici,chedovevamoaverefiduciaenonfaredomande,nonsièaccortochesfondavaunaportaaperta.QuandoPoritsky
finalmentecidissecheavremmoattaccatoconl’aiutodiunamacchinadeltempo,cheideeintelligentipotevanovenireaunsoldatosemplicecomeme?
Sonorimastolàsedutocomeunallocco,aguardarel’attaccodellabaionettasulmiofucile.Hochinatolatesta,poggiandol’elmettosullacanna,ehoguardatol’attaccodellabaionettacomesefossel’ottavameravigliadelmondo.Iduecentouomini
dellanostracompagniaeranotuttiinuna
grandetrinceasotterranea,adascoltarePoritsky.Nessunologuardava.Luieracosìcontentodiquellochestavaperaccaderechecontinuavaatastarsiquaelàcomesevolesseesseresicurochenonstavasognando.“Uomini,”dissequel
pazzocapitano,“alle
cinquel’artiglieriapiazzeràduefiledifuochidisegnalazione,aduecentometrididistanzal’unadall’altra.Questifuochisegnerannoilimitidelraggiodellamacchinadeltempo.Noiattaccheremoinquestocorridoio.”“Uomini,”disse,“tra
leduefiledifuochisaràoggieildiciotto
lugliodelmillenovecentodiciotto,leduecosecontemporaneamente.”Iobaciail’attacco
dellabaionetta.Mipiaceilsaporedell’olioedelferro,maapiccoledosi,enonincoraggionessunoaimbottigliarlo.“Uomini,”disse
Poritsky,“vedretecose,làfuori,chefarebbero
incanutireicapelliauncivile.VedretegliamericanicontrattaccareitedeschicomeaivecchitempidiChâteau-Thierry.”Accidentiseeracontento!“Uomini,”disse,“saràunmacelloindescrivibile.”Iofacevosuegiùcon
latesta,cosìl’elmettosembravaunapompae
mipompaval’ariasullafronte.Inunmomentocomequello,anchelepiccolecosepotevanofareungranpiacere.“Uomini,”disse
Poritsky,“nonmipiacedireaisoldatidinonaverpaura.Nonmipiacedireaisoldatichenonc’èdaaverpaura.Questoèuninsulto,perloro.Magliscienziatimidicono
cheilmillenovecentodiciottoanoinonpuòfarepiùnulla,echenoinonpossiamofarnullaalmillenovecentodiciotto.Perloronoisaremodeifantasmi,elorosarannodeifantasmipernoi.Noicammineremoinmezzoaloroelorocamminerannoinmezzoanoicomese
fossimotuttifumo.”Iosoffiaisullabocca
delfucilesenzacavarnealcunsuono.Menomale,perchéavrebbedisturbatolariunione.“Uomini,”disse
Poritsky,“vorreisolochepotestecorrereglistessirischidelmillenovecentodiciotto,irischipeggiorichepotrestecorrere.Così,
passatoquelbruttomomento,saretefinalmentedeisoldatinelsensomiglioredellaparola.”Nessunoosò
discutereconlui.“Uomini,”dissequel
grandeespertomilitare,“credochepossiateimmaginarel’effettosulnemicoquandovedràilcampodibattagliabrulicaredi
tuttiqueifantasmidelmillenovecentodiciotto.Nonsapràpiùacosasparare.”Poritskyscoppiòinunarisata,eglicivolleunpo’ditempopercalmarsi.“Uomini,”disse,“noistrisceremoinmezzoaqueifantasmi.Quandoavremoraggiuntoilnemico,glifaremodesiderarechefossimodeifantasmianche
noi...elofaremopentirediesserenato.”Questonemicodicui
parlavanoneraaltrocheunafiladicannedibambùconattaccatideglistracci,asetteoottocentometrididistanza.NonavrestimaicredutocheunuomopotesseodiareunacannadibambùconunostracciocomelaodiavaPoritsky.
“Uomini,”dissePoritsky,“sequalcunostapensandoditagliarelacorda,eccolavostraoccasioned’oro.Nondovetefaraltrocheattraversareunadelleduefiledifuochieusciredalraggiodellamacchinadeltempo.Cosìsparireteveramentenelmillenovecentodiciotto:
noncisarànulladispettrale.Enonc’èbarbadipoliziottomilitarechesaràtantopazzodainseguirvi,perchéchiattraversaquelconfinenonpuòpiùtornareindietro.”Iomipuliiidenti
davanticolmirinodelfucile.Eroarrivatoapensare,tuttodasolo,cheunsoldatoprofessionistaeraal
colmodellafelicitàquandopotevamorderequalcuno.Sapevochenonsareimaiarrivatoatalialtezze.“Uomini,”disse
Poritsky,“lamissionediquestacompagnianonèdiversadaquelledituttelealtrecompagnie,dachemondoèmondo.Lamissionediquesta
compagniaè:uccidere!Domande?”Ciavevanogiàletto
gliArticolidellaGuerra.Sapevamochefaredomanderagionevolierapeggiocheucciderelapropriamadreacolpid’accetta.Cosìnoncifunessunadomanda.Credochenoncenesiamaistatauna.“Caricare,”disse
Poritsky.Obbedimmo.“Inastarela
baionetta,”dissePoritsky.Obbedimmo.“Andiamo,fanciulle?”
dissePoritsky.Oh,quell’uomosìche
sapevausarelapsicologia!Dev’esserequestalagrossadifferenzatraufficialiesoldati.Chiamarci
“fanciulle”quandoeravamoinvecedeiragazzicifeceandareinbestia,cifeceperdereillumedegliocchi.Avremmofattopiazza
pulitadistracciecannedibambùfinoaprivareilmondo,persecoli,dicannedapescaebizzarretrapunte.
Trovarsinelraggiodiquellamacchinadeltempoeraunmistodiquestetrecose:averel’influenza,portareocchialibifocalifattiperqualcunaltrochenoncivedevabeneedesseredentrounachitarra.Finchénonlamiglioreranno,nonsaràmainésicuranépopolare.Inunprimotempo
nonvedemmonessunodelmillenovecentodiciotto.Lesolecosechesivedevanoeranolelorobucheeillorofilospinato,dovenonc’eranopiùnébuchenéfilospinato.Potevamocamminaresuquellebuchecomeseavesserountettodivetro.Potevamoattraversarequelfilo
spinatosenzastrapparciicalzoni.Noneranostro,eradelmillenovecentodiciotto.C’eranomigliaiadi
soldaticheciguardavano,provenientidatuttiipaesidelmondo.Lospettacoloche
demmofupietoso.Lamacchinadel
tempocirovesciòlostomacoeciresemezzi
ciechi.Avremmodovutolanciareurladiguerrapermostrarelanostraprofessionalità.Inveceandammolàinmezzoaqueifuochidisegnalazione,equasinessunodisseunaparolaperpauradivomitare.Avremmodovutoavanzareaggressivamente,solochenonriuscivamoacapirechieraconnoie
chidelmillenovecentodiciotto.Giravamointornoaostacolichenonc’eranoeinciampavamoinquellichec’erano.Sefossistatoun
sempliceosservatore,avreidettochequellaeraunacomica.Ioeroilprimouomo
dellaprimasquadradelprimoplotonedella
compagnia,edavantiamec’erasolounuomo.Quest’uomoerailnostronobilecapitano.Urlòsolounacosa
allesueimpavidetruppe,eiopensaicheurlassecosìperrenderciancorpiùassetatidisanguedilui.“Arrivederci,boyscout!”urlò.“Scriveteregolarmenteallamammaepuliteviil
nasoquandocola!”Poisichinòepartì
attraversolaterradinessuno,correndopiùfortechepoteva.Iofecidelmiomeglio
perstargliallecalcagna,perl’onoredeisoldatisemplici.Cadevamoecirialzavamocomeunacoppiadiubriachi,sfiatandocisuquelcampodibattaglia.
Nonsivoltòmaiindietropervederecomecelacavavamoioeglialtri.Pensaichenonvolessemostrareanessunocom’eraverdeinfaccia.Iocontinuavoadirglichecieravamolasciatidietrotuttiinostricompagni,maquellacorsamiavevatoltoanchel’ultimopo’difiatocheavevo.Quandodeviòverso
unafiladifuochi,immaginaichevolesseimmergersinelfumodoveglialtrinonpotevanovederlo,perpotervomitareinprivato.Eroappenaentrato
nelfumodopodiluiquandoarrivòuntirodisbarramentodelmillenovecentodiciotto.Quelpoverovecchio
mondosimisea
dondolareearotolare,afriggereealacerarsi,aribollireeabruciare.Terraeacciaiodelmillenovecentodiciottocitrapassaronodatutteleparti.“Alzati!”miurlò
Poritsky.“Èilmillenovecentodiciotto!Nonpuòfartiniente!”“Lofarebbe,se
potesse!”gliurlaidirimando.
Luifececomeperdarmiuncalciointesta.“Tiratisu,soldato!”disse.Obbedii.“Tornaindietro,dagli
altriboyscout,”disse.Indicòunbuconelfumo,nelladirezionedacuierovenuto.Vidicheilrestodellacompagniastavamostrandoaquellemigliaiadiosservatori
comegliespertisieranobuttatiaterraetremavano.“Iltuopostoèquello,”dissePoritsky.“Questoèilmioshow,edèunassolo.”“Prego?”dissiio.
Voltailatestaperseguireilvolodiunmassodelmillenovecentodiciottocheeraappenapassatosopradinoi.
“Guardami!”urlòlui.Obbedii.“Eccodovegliuomini
sidistinguonodairagazzi,soldato,”disse.“Signorsì,”dissiio.
“Nessunoècosìvelocenellacorsacomelei.”“Nonstoparlandodi
correre,”disselui.“Stoparlandodicombattere!”Oh,fuunaconversazionepazzesca.Avevamo
cominciatoaessereattraversatianchedaiproiettilitracciantidelmillenovecentodiciotto.Iocredevochestesse
parlandodicombatterecontroglistraccielecannedibambù.“Nessunosisentemoltobene,capitano,macredochevinceremo,”dissi.“Volevodirecheio
passeròtraquesti
fuochiperandarenelmillenovecentodiciotto!”urlòlui.“Nessunaltroèabbastanzauomoperfareunacosasimile.Oravattene,maledizione!”Capiichenon
scherzavaaffatto.Eradavveroconvintochesarebbestataunagrandeimpresa,seavessepotutosventolareuna
bandieraefermareunapallottola,ancheseinunaguerrafinitadacent’anniopiù.Volevafarelasuaparte,anchesel’inchiostrosuitrattatidipaceeracosìsbiaditochenonsileggevapiù.“Capitano,”glidissi,
“iononsonoaltrocheunsoldato,eisoldatinondovrebberonemmenopensare.Ma,
capitano,”dissi,“nonmisembraunabuonaidea.”“Iosononatoper
combattere!”gridòlui.“Ecomincioadarrugginirmi!”“Capitano,”dissi,
“tuttelecosepercuic’eradacombatteresonogiàstateconquistate.Abbiamoottenutolapace,abbiamoottenutola
libertà,siamotuttifratelli,dappertutto,tuttihannounabellacasaepolloladomenica.”Nonmidiedeascolto.
Camminavaversolalineadeisegnali,versoillimitedelraggiodellamacchinadeltempo,doveilfumodeifuochierapiùfitto.Sifermòunmomento
primadientrareper
semprenelmillenovecentodiciotto.Abbassòlosguardo,eiopensaichenellaterradinessunoavessetrovatounnidodiuccelloounamargherita.Quellocheaveva
trovatononeranéilprimonélaseconda.Miavvicinaievidicheerarittosoprauncrateredigranatadel
millenovecentodiciotto,propriocomesefossesospesoinaria.Inquellamiserabuca
c’eranodueuominimorti,dueuominiviviedelfango.Sapevochedueeranomortiperchéaunomancavalatestael’altroerastatotagliatoinduedaun’esplosione.Sehaicuore,ein
mezzoaunfumofittoti
imbattiinunacosacomequella,nonc’ènient’altrointuttol’universochetisembreràreale.Nonc’erapiùl’EsercitodelMondo.Nonc’erapiùlapaceperenne;nonc’erapiùLuVerne,nell’Indiana;nonc’erapiùlamacchinadeltempo.C’eravamosolo
Poritskyeioelabuca.
Sedovessiavereunfiglio,eccoquellocheglidirei:“Figliolo,”direi,“nonpasticciaremaicoltempo.Tienil’oggiperoggiel’alloraperallora.Esetiperdessiinunfumofitto,figliolo,sta’fermofinchénonsidisperde.Sta’fermofinchénonvedidoveseiedoveseistatoedovestaiandando,figliolo”.
Glidareiunoscossone,aquelbambino.“Figliolo,haisentito?”direi.“Ascoltaquellochedicepapà.Luisa.”Forsenonarriverò
maiavederlo,unfigliomio.Masperopropriodipoterlotoccare,disentirnel’odoreeleparole.Accidenti,secispero.
Sivedevabenechelequattropovereanimedelmillenovecentodiciottoavevanostrisciatoalungoinquellabuca,comelumacheinunabocciaperpescirossi.C’eraunapistachepartivadaognunodiloro–ivivieimorti.Unagranatacadde
nellabucaescoppiò.Quandolamelma
ricadde,solounuomoeraancoravivo.Sigiròsullaschiena
espalancòlebraccia.Eracomeseoffrisselepartipiùindifesedelsuocorpoalmillenovecentodiciotto,inmodocheilmillenovecentodiciottopotesseucciderlosenzafatica,secitenevatantoaucciderlo.Epoil’uomovidenoi.
Nonparvesorpresodivedercisospesiinarialàsopradilui.Nonc’erapiùnientechepotessesorprenderlo.Moltolentamenteecongestigoffitiròfuoriilfuciledalfangoecelopuntòaddosso.Sorrisecomesesapessechieravamo,comesesapessechenonpotevafarcidelmale,comesefossetuttouno
scherzo.Eraimpossibileche
unproiettilepassasseattraversolacannadiquelfucile,tantoeraintasatadalfango.Ilfucilescoppiò.Neanchequestolo
sorprese,esembròchenonsifossefattoniente.Ilsorrisochecirivolse,ilsorrisoprovocatodalloscherzo,eraancora
stampatosulsuovisoquandosirovesciòall’indietroemorì.Ilfuocodi
sbarramentodelmillenovecentodiciottocessò.Qualcuno,
lontanissimo,soffiòinunfischietto.“Perchépiangi,
soldato?”dissePoritsky.“Nonmen’ero
accorto,capitano,”dissiio.Lapellemitiravaegliocchimibruciavano,manonsapevochestavopiangendo.“Piangeviprimae
staipiangendoadesso,”disselui.Allorapiansisul
serio.Sapevoconcertezzadiaveresolosedicianni,sapevodinonesserealtrocheun
bambinocresciutotroppoinfretta.Misedettiegiuraichenonmisareipiùalzato,nemmenoseilcapitanomiavessestaccatolatestaacalci.“Eccoli!”urlò
Poritsky,fuoridisé.“Guarda,soldato,guarda!Americani!”SparòinariaconlapistolacomesefosseilQuattroLuglio.
“Guarda!”Guardai.Sembravaunmilione
diuominichestesseroattraversandoilraggiodellamacchinadeltempo.Venivanodalnulladaunaparte,svanivanonelnulladall’altra.Gliocchieranospenti.Mettevanounpiededavantiall’altrocomesefosserostatiferitida
qualcuno.Tutt’auntrattoil
capitanoPoritskymisollevòcomesenonpesassinulla.“Coraggio,soldato...Andiamoconloro!”gridò.Quelpazzomi
trascinòoltrelalineadeifuochidisegnalazione.Piansieurlaiecercai
dimorderlo.Maera
troppotardi.Nonc’eranopiù
fuochi.Tutt’intornoanoi
nonc’eraaltrocheilmillenovecentodiciotto.Eronel
millenovecentodiciottopersempre.Epoiarrivòunaltro
tirodisbarramento.Eiltiroeraacciaioealtoesplosivo,mentreioerocarne,ealloraera
allora,eacciaioecarneeranoappallottolatituttiinsieme.
Misonosvegliatoqui.“Cheannoè?”ho
chiesto.“Il
millenovecentodiciannove,soldato,”mihannodetto.“Dovesono?”ho
chiesto.
Mihannodettochemitrovoinunacattedraletrasformatainospedale.Vorreipoterlavedere.Sentodagliechichedev’esserealtaeimponente.Nonsonouneroe.Qui,circondatoda
eroi,nonabbelliscoilmiostatodiservizio.Nonhomainécolpitoconlabaionettané
sparatoaqualcuno,nonhomaitiratounabombaamano,nonhomaivistountedesco,senoneranotedeschigliuominiinquellaterribilebuca.Cidovrebberoessere
degliospedalispecialiperglieroi,cosìglieroinonsarebberocostrettiagiacereaccantoaitipicomeme.
Quandovieneasentirmiparlareunonuovo,glidicosubito,sempre,chesonoentratoinazionesolodiecisecondiprimadiesserecolpito.“Nonhomaifattonienteperassicurarealmondolademocrazia,”dico.“Quandomihannocolpitostavopiangendocomeunbambinoecercandodiuccidereil
miocapitano.Seunproiettilenonloavesseucciso,l’avreifattoio,ederauncompatriota.”El’avreifatto
veramente.Edicoancheche
disertereipertornarealduemilatrentasette,seneavessilapossibilità.Sonodueillecitida
cortemarziale.
Matuttiglieroicheabbiamoqui,loro,sembrachenoncibadino.“Vatuttobene,amico,”dicono,“continuaaparlare.Sequalcunoproveràatrascinartidavantiaunacortemarziale,giureremotuttichetiabbiamovistouccideretedeschiamaninude,ecolfuocochetiuscivadalleorecchie.”
Aloropiacesentirmiparlare.Cosìmenestoqui,
ciecocomeunpipistrello,egliraccontocomesonoarrivato.Gliraccontotuttelecosechevedocontantachiarezzadentrolatesta:l’EsercitodelMondo,tutticomefratellidappertutto,paceperenne,nessunoche
hafame,nessunochehapaura.Ècosìchemisono
guadagnatoilmiosoprannome.Quasinessunoquiall’ospedaleconosceilmioveronome.Nonsochièstatoilprimoadaverel’idea,matuttimichiamanoGranGiorno.
Confetti#62,courtesyKurt
Vonnegut&OrigamiExpressLLC.
CANNONIPRIMADELBURRO
Schizzo,courtesyEdieVonnegut.
I.
“Quellochefaièprendereunpollo,tagliarloapezzierosolarlonelburrofusoenell’oliod’olivainunapadellarovente,”disseilsoldatosempliceDonnini.“Unabuonapadellabollente,”soggiunseconariapensierosa.“Aspettaun
momento,”disseilsoldatosempliceColeman,scrivendofuriosamenteinunpiccolotaccuino.“Grossocome,questopollo?”“Unpaiodichili.”“Perquante
persone?”chieseacutamenteilsoldatosempliceKniptash.“Perquattro,”disse
Donnini.
“Nondimenticarechecisonomolteossa,”disseKniptashconariadiffidente.Donninieraun
gourmet;moltevolteglieravenutainmentelafrase“perleaiporci”mentrespiegavaaKniptashcomefarequestooquelpiatto.AKniptashnonimportavanientedelsaporeodell’aroma:
l’unicacosachevolevaeraingozzarsi,spararsiunabombacalorica.Scrivendolericettenelsuotaccuino,Kniptashtendevaaconsiderareleporzionitropposcarseearaddoppiaretuttelequantitàindicate.“Puoimangiartelotuttodasolo,perquelchemiriguarda,”dissepacatamenteDonnini.
“Okay,okay,poichefai?”disseColeman,conlamatitaamezz’aria.“Lorosolidatutt’e
duelepartipercinqueminuti,aggiungisedano,cipolleecarotetritate,esaleapiacere.”Donninisporselelabbracomeperassaggiare.“Poi,mentresicuoce,aggiungiunamisceladi
sherryeconcentratodipomodoro.Copri.Faicuocerepercircatrentaminutie...”Siinterruppe.ColemaneKniptashavevanosmessodiscrivereesieranoappoggiatialmurocongliocchichiusi,ascoltando.“Buono,”disse
Kniptashconariasognante,“masapetelaprimacosachefarò
quandotornerònegliStatiUniti?”Donninisoffocòun
gemito.Lasapeva.L’avevasentitacentovolte.Kniptasheracertochenonesistevaunpiattoalmondocapacedisaziarelasuafame,ecosìneavevainventatouno,unmostroculinario.“Primo,”disse
Kniptashfieramente,
“ordineròunadozzinadifrittelle.Èquellochehodetto,signora,”soggiunse,rivoltoaunacamerieraimmaginaria,“dodici!Poivogliochelemettanounasopral’altraconunuovofrittoperciascuna.Poisapetechefarò?”“Cifaraimettere
sopradelmiele!”disseColeman,che
condividevailbestialeappetitodiKniptash.“Puoiscommetterci!”
disseKniptash,congliocchichebrillavano.“Puah,”disse
apaticamenteilcaporaleKleinhans,laguardiatedescapelata.Donninipensavacheilvecchioavessecircasessantacinqueanni.Kleinhanstendevaaesseredistratto,
sprofondatoneisuoipensieri.Eraun’oasidicompassioneeinefficienzaneldesertodellaGermanianazista.DicevadiaverimparatoilsuopassabileingleseneiquattroanniincuiavevafattoilcameriereaLiverpool.NonavevadettoaltrodellesueesperienzeinInghilterra,limitandosi
aosservarechegliinglesimangiavanotroppo,piùdiquantoconvenisseallalororazza.Kleinhanssiarricciòi
baffiallaKaiserWilhelmesialzòinpiediconl’aiutodelsuoanticoelunghissimofucile.“Voiparlatetroppodicibo.Eccoperchégliamericaniperderannolaguerra:
sietetuttitroppomolli.”EguardòabellapostaKniptash,cheeraancoraimmersofinoalcollonelsuosognodifrittelle,uovaemiele.“Su,su,rimettiamociallavoro.”Eraunconsiglio.Itresoldati
americanirestaronosedutinelguscioscoperchiatodiunedificioinmezzoai
calcinacciealletravicarbonizzatediDresda,inGermania.Eranoiprimigiornidimarzodel1944.Kniptash,DonninieColemaneranoprigionieridiguerra.IlcaporaleKleinhanseralaloroguardia.Dovevatenerlioccupatifacendodividereilmiliardoditonnellatedimaceriedellacittàintumuli
ordinati,mattonesumattone,persgombrarelestradeepermetterelaripresadiuntrafficoinesistente.Ufficialmente,itreamericanieranostatipunitiperpiccoleinfrazionialladisciplinacarceraria.Inrealtà,andarealavorarenellestradeognimattinasottoi
tristiocchicelestidell’abulicoKleinhansnoneranémeglionépeggiodelfatodeiloropiùcorretticompagnidietroilfilospinato.Kleinhansavevasolounapretesa:chefingesserodiessereoccupatiquandopassavanogliufficiali.Ilciboeral’unica
cosa,alpallidolivellodiesistenzadei
prigionieridiguerra,chepotesseaverequalcheeffettosulloroumore.Pattoneraacentocinquantachilometrididistanza.AsentireKniptash,DonninieColemancheparlavanodell’arrivoimminentedellaTerzaArmata,sisarebbecredutochefosseguidatanondallafanteriaedaicarri
armati,madaunafalangedisergentidimensaecucinedacampo.“Su,su,”ripetéil
caporaleKleinhans.Sitolselapolveredell’intonacodalladivisatroppogrande,ilgrigioleggeroescadentedellamiliziaterritoriale,unapateticaarmatadivecchi.Consultò
l’orologio.L’intervallodelpasto,trentaminutisenzanientedamangiare,erafinito.Donninisfogliò
malinconicamenteilpropriotaccuinoperunaltrominutoprimadirimetterloneltaschinoedialzarsifaticosamenteinpiedi.Lamaniadel
taccuinoerainiziataquandoDonniniaveva
spiegatoaColemancomefarelapizza.Colemanavevascrittolaricettainunodeitantitaccuinirubacchiatiinunacartoleriabombardata.L’esperienzaerastatacosìsoddisfacentecheriempireitaccuinidiricetteerasubitodiventata,peritreuomini,un’ossessione.Tracciareisimbolidel
cibolifacevasentireinqualchemodomoltopiùviciniallacosavera.Ciascunodiessi
avevadivisoiltaccuinoinsezioni.Kniptash,peresempio,avevaquattrosezioniprincipali:“Dessertchevoglioprovare,”“Buonisistemipercucinarelacarne,”“Spuntini”e“Varie”.
Coleman,conlosguardocorrucciato,continuòascriverelaboriosamenteneltaccuino.“Quantosherry?”“Sherrysecco,
dev’esseresecco,”disseDonnini.“Circatrequartidiunatazza.”VideKniptashcancellarequalcosanelsuotaccuino.“Chec’è?L’haicambiatoin
quattrolitridisherry?”“No.Noncistavo
neanchelavorandoaquella.Stavoscrivendoun’altracosa.Hocambiatoideasullaprimacosachevoglio,”disseKniptash.“Cosa?”chiese
Coleman,affascinato.Donninitrasalì.
AltrettantofeceKleinhans.Itaccuiniavevanointensificatoil
conflittospiritualetraDonninieKniptash,accentuandoneicontrasti.LericettefornitedaKniptasheranobarocche,inventatelìperlì.QuellediDonninieranoscrupolosamenteautentiche,artistiche.Colemanerapresoinmezzo.Eraunoscontrotrailbuongustaioeilghiottone,tral’artista
eilmaterialista,tralabellaelabestia.Donninieracontentodiavereunalleato,anchesesitrattavadelcaporaleKleinhans.“Aspettaadirmelo,”
disseColemansfogliandolepagine.“Fammitrovarelaprimapagina.”Lasezionepiùimportantediognitaccuinoeralaprimapagina.Di
comuneaccordo,eradedicataalpiattocheciascunosognavapiùdituttiglialtri.SullaprimapaginaDonniniavevascrittoconamorelaformuladell’anatraalcognac.Kniptashavevadatoilpostod’onoreallesueorribilifrittelle.Coleman,incerto,avevaoptatoperunpiattodiprosciuttocon
contornodipatatedolcicandite,mapoineerastatodissuaso.Terribilmenteperplesso,avevascrittosullaprimapaginasialasceltadiKniptashchequelladiDonnini,rinviandoladecisioneapiùtardi.OraKniptashlostavastuzzicandoconunamodificadellapropriaatrocità.Donninisospirò.
Colemansisentivadebole.ForselanuovasvoltadiKniptashloavrebbeallontanatodefinitivamentedall’anatraalcognac.“Nientemiele,”disse
Kniptashintonofermo.“Cihopensatosu.Orasocheètuttosbagliato.Nonvabeneconleuova,ilmiele.”Colemanfeceuna
cancellatura.“Allora?”
disse,fiducioso.“Cioccolatacalda,”
disseKniptash.“Unabellacucchiaiatadicioccolatacalda...Glielaversisopraelascichesispanda.”“Mmmmmmmmmm,”
disseColeman.“Cibo,cibo,cibo,”
brontolòilcaporaleKleinhans.“Tuttoilgiorno,ognigiorno,nonsentoparlareche
dicibo!Alzatevi.Andatealavorare!Voieivostrimaledettitaccuini.Èunfurto,sapete?Potreifarvifucilare.”Chiusegliocchiesospirò.“Cibo,”dissesottovoce.“Chegustoc’èaparlarne,ascriverne?Parlatedidonne,piuttosto.Parlatedimusica.Parlatediliquori.”Sirivolsealcielo
allargandolebraccia.“Cherazzadisoldatisonoquestichepassanotuttalagiornatascambiandosiricette?”“Nonhaifameanche
tu?”disseKniptash.“Cos’haicontroilcibo?”“Iomangioa
sufficienza,”disseKleinhanssbrigativamente.
“Seifettedipaneneroetrescodellediminestraalgiorno...Asufficienza?”disseColeman.“Èpiùche
sufficiente,”ribattéKleinhans.“Iomisentomeglio.Erograssoprimadellaguerra.Orasonoasciuttocomequandoerogiovane.Primadellaguerraeranotuttigrassi,
vivevanopermangiareinvecedimangiarepervivere.”Unpallidosorrisoglisfioròlafaccia.“LaGermanianonèmaistatapiùsana.”“Sì,manonhai
fame?”insistetteKniptash.“Ilcibononèl’unica
cosanellamiavita,nélapiùimportante,”disseKleinhans.“Su,
adesso,alzatevi!”KniptasheColeman
sialzarono,dimalavoglia.“Haiunpezzod’intonaconellacanna,paparino,”disseColeman.Pianopiano,strascicandoipiedi,tornaronosullastradaingombradimacerie,seguitidaKleinhanscheconunfiammiferotoglievaicalcinaccidallaboccadelfucilee
continuavaaimprecarecontroitaccuini.Donniniraccattòun
sassolinotramilionidialtrisassolini,raggiunseilbordodellastradaelodeposeaipiedidiKleinhans.Sifermòunmomento,conlemanisuifianchi.“Facaldo,”disse.“L’idealeper
lavorare,”disseKleinhans,sedendosi
sulcordolo.“Cosafacevidacivile,ilcuoco?”dissedopounlungosilenzio.“Aiutavomiopadrea
gestireilsuoristoranteitalianoaNewYork.”“Iohoavutoun
localeaBreslaviaperunpo’,”disseKleinhans.“Tantotempofa.”Sospirò.“Sembrastupido,adesso,quantotempoe
quanteenergieconsumavanoitedeschisoloperimbottirsidicibo.Chespreco.”GuardòallespallediDonninieaggrottòlafronte.Agitòunditoinariaall’indirizzodiColemaneKniptash,cheeranoinmezzoallastradaconunsassograndecomeunapalladabaseballinunamanoe
untaccuinonell’altra.“Amepareche
dentrocifossedellapannaacida,”stavadicendoColeman.“Metteteviaquei
taccuini!”ordinòKleinhans.“Nonaveteunaragazza?Parlatedellavostraragazza!”“Certochehouna
ragazza,”disseColeman,irritato.“SichiamaMary.”
“Tuttoqui?Nonc’èaltrodasaperedilei?”disseKleinhans.Colemansembrava
perplesso.“IlcognomeèFiske:MaryFiske.”“Be’,ècarinaquesta
MaryFiske?Cosafa?”Colemansocchiuse
gliocchiconariameditabonda.“Ungiornoaspettavochescendesseehoguardatolasuavecchia
mentrefacevaunameringataallimone,”disse.“Hapresounpo’dizuccheroediamidodigranturcoeunpizzicodisale,el’hamescolatoconunpaioditazzed’a...”“Perfavore,parliamo
dimusica.Tipiacelamusica?”disseKleinhans.“Epoicos’hafatto?”
disseKniptash.Aveva
depostoilsuosassoeorastavascrivendoneltaccuino.“Hausatodelleuova,no?”“Perfavore,ragazzi,
no,”supplicòKleinhans.“Certochehausato
delleuova,”disseColeman.“Eanchedelburro.Tantoburroetanteuova.”
II.
FuquattrogiornidopocheKniptashtrovòinunsotterraneoipastellicolorati:lostessogiornoincuiKleinhansavevachiestoinvanoilcambiocomeguardiadellasquadradipunizione.Quandoeranousciti,
quelmattino,Kleinhans
avevaundiavolopercapello,esierascagliatocontroitreprigionieriaffidatiallesuecureperchénonandavanoalpassoeperchémarciavanoconlemaniintasca.“Andateavantieparlate,parlatepuredicibo,donnicciole,”liavevascherniti.“Iononsonopiùtenutoadascoltare!”
Trionfalmente,avevatiratofuoridallagibernaduebatuffolidicotoneeselieraficcatinelleorecchie.“Orapossopensareaicasimiei.Ah!”Amezzogiorno
Kniptashsgattaiolònellacantinadiunacasabombardata,sperandoditrovarviunoscaffaledivasettipienicomequelliche
c’eranonellasuaaccoglientecantinacasalinga.Neuscìsporcoescoraggiato,rosicchiandosperimentalmenteunamatitaverde.“Com’è?”chiese
Colemanfiduciosamente,guardandoipastelligiallo,rosa,violaearancionenellamanosinistradiKniptash.
“Magnifico.Chesaporevuoi?Limone?Uva?Fragola?”Buttòlematiteperterraesopracisputòquellaverde.Eradinuovol’oradi
pranzo,eKleinhanssedevavoltandolespalleaiprigionieriecontemplandopensierosamenteilprofiloscheggiatodiDresda.Duebatuffoli
dicotonebiancoglispuntavanodalleorecchie.“Saicosaandrebbe
bene,adesso?”disseDonnini.“Ungelatoconla
cioccolatacalda,spolveratodinociemarshmallow,”disseprontamenteColeman.“Eciliegie,”disse
Kniptash.“Spiedinialla
romana!”mormoròDonnini,congliocchichiusi.KniptasheColeman
tiraronofuoriitaccuini.Donninisibaciòle
puntedelledita.“Bocconcinidimanzoinfilzatiinunospiedo,allaromana,”disse.“Prendetemezzochilodibocconcinidimanzo,trecucchiainidi
pecorinoromanoe...”“Perquante
persone?”chieseKniptash.“Seinormaliesseri
umani,omezzomaiale.”“Questopiattoche
aspettoha?”chieseColeman.“Be’,sonotantecose
infilzatesuunospiedo.”DonninivideKleinhanstogliersiun
tappodalleorecchieerimetterseloquasisubito.“Èunpo’difficiledadescrivere.”Sigrattòlatesta,elosguardoglicaddesuipastelli.Raccolsequellogialloecominciòadisegnare.Apocoapococrebbeilsuointeresseperilprogetto,econlealtrematiteDonniniaggiunse
ombreggiatureelumeggiature,eallafine,comesfondo,unatovagliaaquadretti.PorseloschizzoaColeman.“Mmmmmmm,”disse
Coleman,scuotendolatestaeleccandosilelabbra.“Accidenti!”disse
Kniptash,pienodiammirazione.“Questipiccolibastardi
praticamentetisaltanoinbocca,nonèvero?”Colemanporse
ansiosamenteilpropriotaccuinoaDonnini.Lapaginaallaqualeeraapertoeraintestatasemplicemente“TORTE”.“PotrestidisegnareunatortaLadyBaltimore?Sai,biancaconleciliegiesopra?”GentilmenteDonnini
ciprovò,eriscosseunsuccessoincoraggiante.Eraunabellatorta,eperabbellirlaulteriormenteDonninicimisesopraunascrittainglassarosachediceva:“Bentornatoacasa,soldatoColeman!”.“Disegnamiunapila
difrittelle...Dodici,”loesortòKniptash.“È
quellochehodetto,signora...Dodici!”Donniniscosseilcapoinsegnodidisapprovazione,macominciòadabbozzarelacomposizione.“Vogliomostrarela
miaaKleinhans,”disseColemanallegramente,tenendolasuatortaLadyBaltimoreaunbracciodidistanza.“Oralacioccolata
sopra,”disseKniptash,colfiatosulcollodiDonnini.“Ach!Mensch!”gridò
ilcaporaleKleinhans,eiltaccuinodiColemanvolòcomeunuccelloferitonelgrovigliodirottamidellaportaaccanto.“L’oradipranzoèfinita!”KleinhansraggiunseagrandipassiDonninieKniptasheglistrappòi
taccuini.Poilimiseneltaschino.“Orafacciamoanchedeibeiquadretti!Tornateallavoro,capito?”Conunampiogestodelbraccioattaccòalfucileunabaionettafantasticamentelunga.“Andate!Los!”“Chediavologliha
preso?”disseKniptash.“Nonhofattoaltro
chemostrargliil
disegnodiunatorta,equelloesplode,”protestòColeman.“Nazista,”dissesottovoce.Donninisimisein
tascaipastelliefeceunpassoindietroperevitarelaterribilespadadiKleinhans.“Gliarticolidella
ConvenzionediGinevradiconocheisoldatisemplicidevono
lavorareperilloromantenimento.Lavorate!”disseilcaporaleKleinhans.Lifecesudareegrugnirepertuttoilpomeriggio.Abbaiavaunordineappenaunodeitremostravaun’inclinazioneaparlare.“Tu!Donnini!Ecco,prendiquelpiattodispaghetti,”disse,indicandoconla
puntadelpiedeungrossosasso.Poisiavvicinòaunpaioditravicellidodiciperdodicichegiacevanoinmezzoallastrada.“KniptasheColeman,ragazzimiei,”sussurrò,battendolemani,“eccoquegliéclairalcioccolatochesognavate.Unoperciascuno.”Miselafacciaapochi
centimetridaquelladiColeman.“Conlapannamontata,”sussurrò.Eraunasquadra
decisamentedepressaquellachesitrascinònelrecintodellaprigionequellasera.Prima,Donnini,KniptasheColemansieranoimpostidiassumereun’andaturazoppicante,comese
fosserostrematidaunlavoroterribilmenteduroedall’implacabiledisciplina.Kleinhans,asuavolta,avevafattounascenata,aggredendolicomeuncanedapastoreinferocitomentrevarcavanobarcollandoilcancello.Orailloroaspettoeraquellodiprima,malatragediacherappresentavano
erareale.Kleinhansspalancò
bruscamentelaportadellabaraccaefecelorosegnodientrareconuncennoimperiosodellamano.“Achtung!”gridòuna
vocedall’interno.Donnini,ColemaneKniptashsifermaronoerimaserolàinpiedi,ciondolanti,conitacchipiùomeno
accostati.Conunoscricchioliodicuoioeunosbattimentoditacchi,ilcaporaleKleinhanspercosseilpavimentocolcalciodelfucileesiersequantoglielopermettevalaschienamalconcia,tremando.Eraincorsol’ispezioneasorpresadiunufficialetedesco.Potevanoaspettarsela
unavoltaalmese.Uncolonnellobassodistaturadentrouncappottoconilcollodipellicciaeduestivaloninerieraritto,agambedivaricate,davantiaunafiladiprigionieri.Alsuofiancoc’erailgrassosergentedellamilizia.TuttiguardaronoilcaporaleKleinhanseitresoldatiaffidatiallesuecure.
“Be’,”disseilcolonnellointedesco,“cos’abbiamoqui?”Ilsergenteglielo
spiegògesticolando,congliocchicastanicheimploravanolasuaapprovazione.Ilcolonnello
attraversòlentamenteilpavimentodicemento,conlemaniintrecciatedietrolaschiena.Sifermò
davantiaKniptash.“Tuèstatopampìnocattìfo,eh?”“Signorsì,èvero,”
dissesemplicementeKniptash.“Tupentitoatesso?”“Signorsì,certo.”“Pene.”Ilcolonnello
giròparecchievolteintornoalgruppetto,canterellandotrasé,fermandosiunavoltapertoccarelastoffa
dellacamiciadiDonnini.“Tucapirekvandoioparlareinklese?”“Signorsì,è
chiarissimo,”disseDonnini.“Tikvaleparte
Americaesseremioakzento?”chieseansiosamenteilcolonnello.“Milwaukee,signore.
Avreigiuratochelei
eradiMilwaukee.”“Potreifarelaspiaa
Milvakee,”dissefieramenteilcolonnelloalsergente.AuntrattoilsuosguardocaddesulcaporaleKleinhans,ilcuipettoeraunpo’sottoillivellodeisuoiocchi.Cosìfacendo,persetuttoilbuonumore.Fecequalchepassoavantiperandareapiazzarsi,
tuttoimpettito,davantiaKleinhans.“Caporale!Iltaschinodellatuagiubbaèsbottonato!”disseintedesco.Kleinhansspalancò
gliocchimentreportavalamanoalrisvoltodeltaschino.Febbrilmente,cercòdiabbottonarlo.L’asolanonarrivavaalbottone.“Haiqualcosain
tasca!”disseilcolonnello,diventandorosso.“Questoèilproblema.Tirafuori!”Kleinhanssfilòidue
taccuinidallatascaeabbottonòilrisvoltoconunsospirodisollievo.“Ecos’haiinquei
taccuini,eh?Unalistadiprigionieri.Demeriti,forse?Vediamo.”Ilcolonnelloglieli
strappòdalleditamolli.Kleinhansroteògliocchi.“Cos’èquesto?”disse
ilcolonnello,incredulo,alzandolavoce.Kleinhanscercòdidirequalcosa.“Silenzio,caporale!”Ilcolonnelloaggrottòlesopraccigliaetenneilquadernettodavantiaséinmodochepotessevederloancheilsergente.
“‘Kvellokefogliomanciareappenaarrìfoacasa,’”lesselentamente.Scosselatesta.“Ach!‘Tòticifritelleconunuofofrittoperciascuna!’Oh!‘Econcioccolatakaltasopra!’”SirivolseaKleinhans.“Èquestochevuoi,poveroragazzo?”disseintedesco.“Echebeldisegnohaifatto,
anche.Mmmmm.”AllungòlemaniversolespallediKleinhans.“Icaporalidevonopensaresempreallaguerra.Isoldatisemplicipossonopensareatuttoquellochevogliono–ragazze,cibo,ebuonecosecomequella–purchéfaccianoquellocheglidiconoicaporali.”Abilmente,comese
l’avessegiàfattomoltevolte,ilcolonnelloficcòleunghiedeipollicisottolestelletted’argentodacaporalesullespallinediKleinhans.Lespallinerimbalzaronorumorosamentecontroilmurocomesassi,infondoallabaracca.“Fortunatisoldatisemplici.”Ancoraunavolta
Kleinhanssischiarìlagolachiedendoilpermessodiparlare.“Silenzio,soldato!”Il
piccolocolonnellouscìboriosamentedallabaracca,stracciandoitaccuinimentrecamminava.
III.
Lamattinadopola
degradazionediKleinhans,Donninieraapezzi,comeKniptasheColeman.Esternamente,Kleinhansnonsembravadiverso.Ilsuopassoeravivacecomesempre,eluisembravaancoracapacedigodersil’ariafrescaeiprimisegnidellaprimaverachespuntavanotrale
rovine.Quandoraggiunsero
lalorostrada,chenoneraancoratransitabile,nemmenoperlebiciclette,anchedopotresettimanedilavoriforzati,Kleinhansnonliminacciòcomeavevafattoilgiornoprima.Nédisselorodifingeredilavorarecomeavevafattoneigiorniprecedenti.Liportò
invecedirettamentealruderedovepassavanol’oradelpranzoefecelorosegnodimettersiasedere.Kleinhansavevaun’ariasonnolenta.Làrimaserotuttiinsilenzio,gliamericanipienidirimorsi.“Cidispiacechehai
persolestellettepercolpanostra,”disseDonniniallafine.
“Fortunatisoldatisemplici,”dissecupamenteKleinhans.“Dueguerrehofattoperdiventarecaporale.Eora,”schioccòledita,“puf!Ilibridicucinasonoverboten.”“Tieni,”disse
Kniptash,convocetremante.“Vuoifumare?Hounasigarettaungherese.”Gliporselapreziosa
sigaretta.Kleinhansrispose
conunpallidosorriso.“Facciamolagirare.”L’accese,tiròunaboccataelaporseaDonnini.“Dachil’haiavuta,
unasigarettaungherese?”chieseColeman.“Daunungherese,”
disseKniptash.Sitiròsulagambadei
pantaloni.“L’hoscambiataconicalzini.”Finironolasigaretta
etornaronoadappoggiarelespallealmuro.Kleinhansnonavevaancoraparlatodilavoro.Sembravadinuovodistratto,immersoneisuoipensieri.“Nonparlatepiùdi
cibo,ragazzi?”disse
Kleinhansdopounaltrolungosilenzio.“Orachehaipersole
stellette,no,”disseKniptashintonograve.Kleinhansannuì.
“Nonc’èproblema.Tantipresi,tantispesi.”Sileccòlelabbra.“Prestotuttoquestosaràfinito.”Siappoggiòalmuroesistirò.“Esapetecosafaròilgiornodellafine,
ragazzi?”IlsoldatosempliceKleinhanschiusegliocchi.“Miprocureròunchiloemezzodispalladimanzoelalardelleròconlapancetta.Poicistrofineròsopraaglio,saleepepe,elametteròinunaterrinaconvinobiancoannacquato...”–lasuavoceeradiventatastridula–“...ecipollee
foglied’alloroezucchero...”–sialzòinpiedi–“...epepenero!Indiecigiorni,ragazzi,saràpronta!”“Cosa,saràpronto?”
disseColeman,eccitato,portandolamanoallatascacheavevacontenutoiltaccuino.“Sauerbraten!”gridò
Kleinhans.“Perquante
persone?”chieseKniptash.“Solodue,ragazzo
mio.Mirincresce.”KleinhansposòlamanosullaspalladiDonnini.“Quantobastaperdueartistiaffamati...eh,Donnini?”Strizzòl’occhioaKniptash.“PerteeColemanprepareròqualcosacheriempiabenelapancia.Cheneditedidodici
frittelleconunafettadicolonnelloperciascuna,eunabellatazzadicioccolatacaldasopra,eh?”
CivilDefense,courtesyKurtVonnegut&Origami
ExpressLLC.
BUONCOMPLEANNO,
1951
Schizzo,courtesyEdie
Vonnegut.
“L’estateèunbuonmomentoperuncompleanno,”disseilvecchio.“Esehaiunapossibilitàdiscelta,perchénonscegliereungiornod’estate?”Siinumidìilditosullalinguaesfogliòlapiladidocumenticheisoldatigliavevano
ordinatodicompilare.Nessundocumentosarebbestatocompletosenzaladatadinascita,ebisognavasceglierneunaperilragazzo.“Iltuocompleanno
puòessereoggi,sevuoi,”disseilvecchio.“Stamattinaè
piovuto,”disseilragazzo.“Bene,allora...
domani.Lenuvolesistannoallontanandoversosud.Domanidovrebbeesserciilsolepertuttalagiornata.”Cercandoriparodal
temporalemattutino,isoldatiavevanotrovatoilnascondigliodove,miracolodeimiracoli,ilvecchioeilragazzoeranovissutitralerovinepersetteannisenzadocumenti:
senza,percosìdire,ilpermessoufficialediesserevivi.Dicevanochenessunopotevatrovarecibooriparoocapidivestiariosenzadocumenti.Mailvecchioeilragazzoavevanotrovatotutt’etrelecosescavandonellecatacombedellecantinesottolacittàdistruttaerubacchiandodurante
lanotte.“Perchétremi?”disse
ilragazzo.“Perchésono
vecchio.Perchéisoldatispaventanoivecchi.”“Me,nonmi
spaventanomica,”disseilragazzo.Eraeccitatodaquell’improvvisaintrusionenelloromondosotterraneo.
Tenevaqualcosadidoratoelucentenelsottileraggiodilucecheentravadallafinestradellacantina.“Vedi?Unodiloromihadatounbottoned’ottone.”Nonavevanonulladi
spaventoso,queisoldati.Poichél’uomoeravecchioeilbambinocosìpiccolo,imilitariavevano
scherzatosuquellastranacoppia:l’unicachefratuttalapopolazionedellacittànonavessefattoregistrarelapropriapresenzainnessunposto,nonfossestatavaccinatacontronessunamalattia,nonavessegiuratofedeltàaniente,nonavesserinunciatoenonsifossescusataper
niente,nonavessevotatoomarciatopernessunoepernientedallafinedellaguerra.“Nonvolevofare
nientedimale,”avevadettoilvecchioaisoldatifingendosiunpo’rimbecillito.“Nonlosapevo.”Espiegòcheilgiornoincuierafinitalaguerraunaprofugagliavevalasciatounbambinotra
lebracciaenonerapiùtornata.Eccoperchéilragazzoeraconlui.Lasuanazionalità?Ilnome?Ladatadinascita?Nonlosapeva.Ilvecchiofece
rotolareconunosteccolepatatesullaceneredelfuocodilegnadelfornelloestaccòlebracidallabucciaannerita.“Nonsonostatounpadremolto
bravo,lasciandotisenzacompleannipertuttoquestotempo,”disse.“Haidirittoauncompleannoognianno,sai,eionehofattipassareseisenzauncompleanno.Esenzaregali.Sidovrebberoriceveredeiregali.”Raccolsecautamenteunapatataelagettòalragazzo,chelapresealvoloerise.“Ecosìhai
decisocheilgiornoèdomani,eh?”“Sì,credodisì.”“Bene.Nonmiresta
moltotempoperfartiunregalo,maqualcosatroveremo.”“Cosa?”“Iregalidi
compleannosonomigliorisesonounasorpresa.”Pensòalleruotecheavevavistosuunmucchiodi
macerieinfondoallastrada.Appenailragazzosifosseaddormentato,avrebbecostruitounaspeciedicarretto.“Ascolta!”disseil
ragazzo.Comeaogni
tramonto,daunastradalontanaarrivarono,sopralerovine,isuonidiunamarcia.
“Nonascoltare,”disseilvecchio.Alzòunditoperrichiamarelasuaattenzione.“Esaichefaremoperiltuocompleanno?”“Ruberemoqualche
tortaalpanettiere?”“Forse...Manonè
quellochestavopensando.Saicosamipiacerebbefaredomani?Mipiacerebbeportartidovenonsei
maistatointuttalatuavita...Doveiostessononvadodaanni.”L’idealoentusiasmòeloresefelice.Questosarebbestatoilsuoregalo.Ilcarrettononcontavaniente.“Domanitiporteròlontanodallaguerra.”Nonsiaccorsecheil
ragazzosembravasconcertatoeunpo’deluso.
Venneilgiornocheilragazzoavevasceltoperilpropriocompleanno,eilcielo,comeavevapromessoilvecchio,erasereno.Fecerocolazionenellapenombradellacantina.Sultavoloc’erailcarrettocheilvecchioavevacostruitodurantelanotte.Ilragazzomangiòcon
unamano,tenendol’altrasulcarretto.Ognitantosmettevadimangiarepermuovereilcarrettoavantieindietrodipochicentimetri,eperimitareilrombodiunmotore.“Chebelcamionha
lì,signore,”disseilvecchio.“Chefa,portadelbestiamealmercato?”
“Bruuum,bruuum.Largo!Bruuum.Fatepassareilmiocarroarmato.”“Scusi,”sospiròil
vecchio,“credevochefosseuncamion.Comunquetipiace,edèquellocheconta.”Lasciòcadereilpiattodistagnonelsecchiod’acquachebollivalentamentesulfornello.“Equestoèsoloil
principio,soloilprincipio,”disseconesuberanza.“Ilmegliodeveancoravenire.”“Unaltroregalo?”“Inuncertosenso.
Ricordicosatihopromesso?Oggiandremoviadaquestaguerra.Andremonelbosco.”“Bruuum,bruuum.
Possoportareilcarroarmato?”
“Selasceraichesiauncamion,soloperoggi...”Ilragazzoalzòle
spalle.“Lolasceròqui,ecigiocheròquandotorno.”
Strizzandogliocchinellalucetroppovivadelmattino,iduesiincamminaronolungolastradadesertaesvoltaronoinunviale
pienoditrafficofiancheggiatodafacciatenuove.Eracomeseilmondofossediventatoall’improvvisofresco,pulitoeintegrodinuovo.Parevachelagentenonsapessecheladesolazionecominciavaaunisolatodaamboilatidiquelvialeelegante,echedalìsiestendevaper
chilometriechilometri.Idue,conlospuntinosottobraccio,camminavanonelladirezionedellecollinecopertedipiniasud,versolequaliilvialesialzavaconunaleggerasalita.Quattrogiovani
soldatiprocedevanoaffiancatilungoilmarciapiede.Ilvecchioscesesullastradaper
cedergliilpasso.Ilragazzosalutòerimasedov’era.Isoldatisorrisero,ricambiaronoilsalutoesidiviseroperfarlopassare.“Fanteriacorazzata,”
disseilragazzoalvecchio.“Hmmmm?”disseil
vecchiodistrattamente,congliocchipuntatisullecollineverdi.“Davvero?Comehai
fattoacapirlo?”“Nonhaivistole
mostrineverdi?”“Sì,questecose
cambiano.Miricordodiquandolafanteriacorazzataerarossaenera,eilverdeera...”Siinterruppe.“Tuttesciocchezze,”disse,quasisgarbatamente.“Nonsignificanulla,eoggicenedimenticheremo.Il
giornodeltuocompleannonondovrestipensarea...”“Rossoenerosonoi
genieri,”lointerruppeilragazzo,moltoserio.“Tuttoneroèlapoliziamilitare,erossoèl’artiglieria,ebluerossolasanità,eneroearancionee...”
Lapinetaeramoltosilenziosa.Iltappeto
secolarediaghidipinoelacappaverdesoffocavanoisuoniprovenientidallacittà.Innumerevolifileditronchimarronescurocircondavanoilvecchioeilragazzo.Ilsole,aperpendicolosudiloro,erasoloungrappolodipuntiniluminositralefittecortinediaghiediramisoprastanti.“Qui?”disseil
ragazzo.Ilvecchiosiguardò
intorno.“No...Unpo’piùlontano.”Puntòildito.“Là...Vedi,trairami?Daquisivedelachiesa.”Ilneroscheletrodiuncampanilebruciatospiccavacontrounriquadrodicielotraduetronchiaimarginidellaforesta.“Maascolta...Sentito?
Acqua.Piùsuc’èunruscello,esecisediamonellasuavallettanonvedremoaltrochelefrondedeglialberieilcielo.”“Bene,”disseil
ragazzo.“Questopostomipiace,mavabene.”Guardòilcampanile,poiilvecchio,eaggrottòlesopraccigliaconariainterrogativa.“Vedrai...Vedraiche
èmoltomeglio,”disseilvecchio.Quandoraggiunsero
ilcrinale,indicòsoddisfattoilruscellosottostante.“Ecco!Echetenepare?Unparadiso!Com’erainprincipio:alberi,cieloeacqua.Questoèilmondocheavrestidovutoavere,ealmenoperoggil’avrai.”“Eguarda!”disseil
ragazzoindicandoilcrinaledall’altraparte.Unenormecarro
armato,cosìarrugginitodaaverelostessocoloredegliaghidipinocaduti,eraaccovacciatosulcrinale,conicingolischiantatiemacchiedicorrosioneintornoalbuconerodoveuntempositrovavailsuocannone.
“Comefacciamoadattraversareiltorrenteperarrivarci?”disseilragazzo.“Nonabbiamomica
bisognodiarrivarci,”disseilvecchio,stizzito.Stringevafortelamanodelragazzo.“Nonoggi.Possiamovenirequiunaltrogiorno,forse.Manonoggi.”Ilragazzocirimase
male.Lasuamanosiafflosciòinquelladelvecchio.“Piùavantic’èuna
curva,eoltrequellacurvatroveremoproprioquellochecerchiamo.”Ilragazzonondisse
nulla.Raccolseunsassoelotiròcontroilcarroarmato.Mentreilpiccolomissilecadevasulbersaglioilragazzo
siirrigidì,comeseilmondointerostesseperesplodere.Dallatorrettavenneunflebileclic,eluisicalmò,comeseinqualchemodofossesoddisfatto.Docilmente,seguìilvecchio.Oltrelacurva
trovaronoquellochecercavailvecchio:unmassosquadratoliscio
easciutto,vicinoalruscelloincassatonellaroccia.Ilvecchiosisdraiòsulmuschioebattéaffettuosamentelamanoperterradifiancoalui,nelpuntoincuivolevacheilragazzosisedesse.Scartocciòlospuntino.Dopopranzoil
ragazzodiventòimpaziente.“C’èungrandesilenzio,”disse
infine.“Ècomedovrebbe
essere,”disseilvecchio.“Unangolodelmondo...comedovrebbeessere.”“Èisolato.”“Èquestalasua
bellezza.”“Mipiacedipiùla
città,conisoldatie...”Ilvecchioloprese
bruscamenteperunbraccio,stringendolo
conforza.“No,nonèvero.Èsolochenonsai.Seitroppopiccolo,troppopiccolopercapirecos’èquesto,quellochestocercandodidarti.Maquandosaraipiùgrandetiricorderai,evorraitornarequi...Moltotempodopochesisaràrottoiltuocarretto.”“Iononvogliocheil
miocarrettosirompa,”
disseilragazzo.“Nonsiromperà,non
siromperà.Mavieniasdraiartiqui,chiudigliocchieascolta,edimenticatutto.Eccoquellochepossodarti...apocheoredallaguerra.”Chiusegliocchi.Ilragazzo,
obbediente,sisdraiòaccantoaluiechiusegliocchi.
Ilsoleerabassonelcieloquandoilvecchiosisvegliò.Glidolevanoleossaesisentivaumido,dopoillungopisolinosullarivadeltorrente.Sbadigliòesistirò.“Èoradiandare,”disse,congliocchiancorachiusi.“Ilnostrogiornodipaceèfinito.”Epoividecheilragazzoerasparito.
Dapprimalochiamòsenzaessereparticolarmentepreoccupato;poi,nonottenendoaltrarispostacheilsibilodelvento,sialzòinpiedieurlò.Apocoapocofu
presodalpanico.Ilragazzononeramaientratoinunbosco,eavrebbepotutosmarrirsifacilmentese
sifosseallontanatoversonord,inoltrandositralecollineenellaforesta.Siarrampicòsuun’alturaegridòancora.Nessunarisposta.Forseilragazzoera
andatodinuovoversoilcarroarmato,eavevacercatodiattraversareiltorrente.Nonsapevanuotare.Ilvecchiosi
affrettòascenderelungolaspondadeltorrente,oltrelacurva,finoadovesivedevailcarroarmato.Nullasimuoveva,ec’erasoloilsuonodelventoedell’acqua.“Bang!”gridòuna
vocina.Ilragazzoalzò
trionfalmentelatestadallatorretta.“Colpito!”disse.
Confetti#36,courtesyKurt
Vonnegut&OrigamiExpressLLC.
SUCONLAVITA
Schizzo,courtesyEdieVonnegut.
C’èstatounmomentoincuierototalmented’accordoconmiopadrenelpensarechediventandounboyscoutrispettoso,audace,fidatoecorteseavreigettatolefondamentadiunavitariccaepienadisoddisfazioni.Madaallorahoavutolapossibilitàdiriflettere
piùrealisticamentesull’educazione,eoggimidomandoseHell’sKitchen1nonsiaunapreparazioneallavitapiùvalidadellasquadrigliadelCastoro.NonpossofaramenodipensarecheilmioamicoLouisGigliano,chefumavailsigarodaquandoavevadodicianni,fossemolto
piùpreparatoadestreggiarsinelcaosdime,cheerostatoaddestratoadaffrontareleavversitàconuntemperinomultiuso,unapriscatoleeunpunzonedacuoio.Iltestdellavirilearte
disopravviverechehoinmenteebbeluogoinuncampoperprigionieridiguerradi
Dresda.Io,ragazzoamericanoeducatoeperbene,eLouis,dissolutoteppistellolacuiprincipaleoccupazione,dacivile,erastatalospacciodihashishalleragazzine,viaffrontammolavitainsieme.RicordoLouis,adesso,perchéiosonoinbolletta,eperchésocheluiviveinvececomeunpasciàin
qualchepartediquestomondochecapiscecosìbene.AndòcosìancheinGermania.Inbasealle
democratichenormedellaConvenzionediGinevra,noi,comesoldatisemplici,dovevamolavorareperilnostromantenimento.Lavoravamotutti,cioè,tranneLouis.Ilsuo
primoattodietroilfilospinatoconsistetteneldichiarareaunaguardianazistacheparlavainglesecheluinonvolevaavernienteachefareconlaguerra,unaguerrachemettevaunfratellocontrol’altroecheeratuttacolpadiRooseveltedeibanchieriinternazionaliebrei.Glichiesisedicevasul
serio.“Sonostanco,per
amordiDio,”disse.“Hocombattutocontrodiloroperseimesieorasonostanco.Hobisognodiriposoemipiacemangiarbene,cometutti.Suconlavita,eh?”“Preferiscodino,
grazie,”dissigelidamente.Mimandaronofuoria
lavorareconunasquadradisterratori;Louisrimasealcampocomeattendentedelsergentetedesco.Louisricevetterazionisupplementariperchéspazzolavaladivisadelsergentetrevoltealgiorno.Iomibuscaiun’erniamentresgombravomaceriedopounbombardamento
dell’aviazioneamericana.“Collaborazionista!”
glisibilaidopounagiornataparticolarmentepesantenellestrade.Luierainpiedivicinoalcancellodellaprigioneconunaguardia,immacolatoetuttoallegro,eaccennandocolcaposalutavaiconoscenti
nellacolonnaimpolverataestanca.Reagìallamiaprovocazionemettendosialmiofiancomentremiavviavoversoidormitori.Miposòunamano
sullaspalla.“Epoipuoivederlacosì,ragazzo,”disse.“Quitustaiaiutandoilcruccoasgombrarelestradein
modocheluipossafarcipassaredinuovocamionecarriarmati.Èquestocheiochiamereicollaborazionismo.Collaborazionistaio?Haicapitoarovescio.Tuttoquellochefaccioioperaiutareilcruccoavincerelaguerraèfumarelesuesigaretteescroccargliqualcosadamangiare.Èuna
bruttacosa,immagino.”Milasciaicadere
sullacuccetta.Louissisedettesuunastuoiavicinoame.Ilmiobracciopenzolavadallaspondadellacuccetta,el’attenzionediLouisfuattiratadall’orologiodapolso,unregalodimiamadre.“Bello,bellissimo
orologio,ragazzo,”
disse.Epoi:“Chissàchefameavrai,dopotantolavoro”.Ineffetti,morivodi
fame.Surrogatodicaffè,unascodelladiminestraacquosaetrefettedipanseccononsonounpastodarallegrareilcuorediunosterratoredoponoveoredidurolavoro.Louismostravagrandecomprensione.
Glierosimpatico;volevaaiutarmi.“Seiunbravoragazzo,”disse.“Tidiròcosapensodifare.Ticombinounbuonaffare.Èstupidopatirelafame.Accidenti,quest’orologiovalealmenoduepagnotte.Èunbuonaffareono?”Aquestopunto,due
pagnotteeranoun’escairresistibile.Era
un’incredibilequantitàdiciboperunasolapersona.Tentaidialzareilprezzo.“Senti,amico,”disselui,“questoèunprezzospecialeperte,edèilpiùalto.Stocercandodifartiunpiacere,capisci?Nontichiedocheditenerelaboccachiusa,senotuttivorrannoduepagnotteperunorologio.
Promesso?”Giuraisututtiisanti
chenonavreimairivelatolamagnanimitàdiLouis,ilmiomiglioreamico.Luitornòdopoun’ora.Siguardòintornofurtivamente,sfilòunalungapagnottadaunagiubbaarrotolataemelamisesottoilmaterasso.Attesichefacesseilsecondodeposito,che
nonarrivò.“Nonsochedire,ragazzo.LaguardiaconcuilavoromihadettocheilmercatodegliorologiècrollatodaquandosonoarrivatituttiquestiragazzidalleArdenne.Troppiorologituttiinunavolta,eccoilguaio.Mispiace,mavogliochetusappiacheLouistihafattoavereil
massimo,perquell’orologio.”Allungòlamanoversolapagnottanascostasottoilmaterasso.“Secredichetiabbiaimbrogliatonondevifaraltrochedirlo,eiomelariprendoetiriportol’orologio.”Ilmiostomaco
brontolava.“Oh,aldiavolo,Louis,”sospirai,“lascialalì.”
Lamattinadopo,quandomisvegliai,guardail’orologiopervederecheoraera.Ealloraricordaichenoneropiùilproprietariodiunorologio.Sistavamuovendoanchel’uomonellacuccettasopralamia.Glichiesil’ora.Luisporselatestadallasponda,eiovidicheavevalaboccapienadipane;mi
caddeaddossounapioggiadibriciole,mentrerispondeva.Dissechenonavevapiùl’orologio.Masticòeinghiottìfinchénonebbevuotatolaboccadallamaggiorpartedelpanechelariempivaefinalmenteriuscìafarsicapire.“DovreiforsepreoccuparmidisaperecheoraèquandoLouismidàduepagnottee
diecisigaretteperunorologioche,nuovo,nonvalevaventidollari?”michiese.Louisavevail
monopoliodeirapporticonleguardie.Lasuadichiarataarmoniaconiprincipidelnazismoconvinseinostriguardianicheeral’unicointelligentetranoi,efummotuttiobbligatiafareil
nostromercatoneroattraversoquestogiudainsedicesimo.SeisettimanedopocheciebberoacquartieratiaDresda,nessunoavevamododisaperecheoraeratranneLouiseleguardie.Dopoaltreduesettimane,Louisavevaalleggeritodellafedeogniuomosposatoconquestoargomento:“Okay,continuapurea
fareilsentimentale,continuacosìemoriraidifame.L’amoreèunacosameravigliosa,midicono”.Isuoiprofittierano
enormi.Inseguitoscopriicheilmioorologio,peresempio,valevacentosigaretteeseipagnotte.Chiunquesappiacosavuoldirefamericonosceràcheeraun
buonprezzo.Louisconvertivaquasituttelesuericchezzenelprodottopiùnegoziabileditutti,lesigarette.Enondovevapassaremoltotempoprimacheglisiprospettasselapossibilitàdifaredellostrozzinaggio.Unavoltaogniduesettimanecidistribuivanoventi
sigarette.Glischiavidelviziodelfumoesaurivanolarazioneinungiornoodue,epassavanoinunaspeciedifrenesiailtempochemancavaallarazioneseguente.Louis,checominciavaaesserenotocome“L’amicodelpopolo”o“HonestJohn”,annunciòchelesigarettepotevano
esserepreseinprestitodaluiaunragionevoleinteressedelcinquantapercentofinoallaprossimarazione.Cosìfacendo,prestovideilpropriopatrimonioaumentaredellametàogniduesettimane.Ioeroterribilmenteindebitato,enonmirestavadaimpegnarealtrochel’anima.Lorimproveraiperlasua
avidità.“Cristohascacciatodaltempiogliusurai,”gliricordai.“Eranosoldiquelli
cheprestavanoloro,ragazzomio,”ribatté.“Ionontistopregandodiaccettarelemiesigarette,no?Seituchemipreghidiprestartenequalcuna.Lesigarettesonounlusso,bellomio.Nondevifumareper
campare.Anzi,probabilmentevivrestipiùalungosenonfumassi.Perchénontelotogli,questobruttovizio?”“Quantepuoi
darmenefinoamartedìprossimo?”chiesi.Quandol’usuragli
ebbegonfiatolescortefinoaunmassimostorico,unacatastrofe,cheluiaspettavacon
impazienza,feceandareallestelleilvaloredellesigarette.L’aviazioneamericanatravolseledebolidifesediDresdaperdemolire,tral’altro,leprincipalifabbrichedisigarette.Diconseguenza,nonsoltantolarazionedeiprigionieridiguerra,maanchequelladelleguardieedeicivilifutagliata
completamente.Louisdiventòunafiguradiprimopianonellafinanzalocale.LeguardiesitrovaronosenzanientedafumareecominciaronoarivendereaLouisinostrianellieinostriorologiaunprezzopiùbassodiquelloacuiliavevanocomprati.Qualcunovalutavailsuocapitaleacento
orologi.LastimadiLouis,però,erapiùmodesta:cinquantatréorologi,diciassettefedinuziali,setteanelliconnomidiscuoleeunacatenelladaorologiocheerauncimeliodifamiglia.“Alcuniorologihannobisognodimoltolavoro,”midisse.Quandodicoche
l’aviazioneamericana
distrusse“tral’altro”lefabbrichedisigarette,vogliodirechenelbombardamentoperìancheungrossonumerodiesseriumani:qualcosacomeduecentomilapersone.Elanostraattivitàpreseunapiegapiuttostomacabra.Cimiseroaesumareimortidalleloroinnumerevolicripte.
Moltidiessiavevanogioielli,eperlamaggiorpartesieranoportatiglioggettipiùpreziosineirifugi.Inunprimotempolischivammo.Anzitutto,alcunidinoipensavanochespogliarecadaverieraunacosaripugnante;einoltre,esserecoltisulfattosignificavamortesicura.CivolleLouis
perfarciragionare.“BuonDio,ragazzo,inunquartod’orapotrestimetteredaparteabbastanzarobaperandareinpensione.Vorreichemilasciasserouscireconvoisoloperungiorno.”Sileccòlelabbraecontinuò:“Tidiròunacosa...Vogliopropriofareinmodochetunondebbapentirti
dellafaticachefai.Trovamiunbell’anellodidiamanti,etifaròfumareemangiaregratispertuttoiltempochestaremoinquestobuco”.Laseradopogli
portail’anello,nascostoinunrisvoltodeicalzoni.Comeapparvechiaro,altrettantofecerotuttiglialtri.Quandogli
mostraiildiamante,scosseilcapo.“Oh,chepeccato,”disse.Esposelapietraallaluce:“Eccochequestopoveroragazzoharischiatolavitaperunozircone!”.Un’accurataispezionerivelòchetuttiavevanoriportatoounozirconeoungranatoounostrass.Inoltre,comesottolineòLouis,ancheloscarso
valorechepotevanoaverequestioggettieraridottoazerodallasaturazionedelmercato.Glicedettiilmiobottinoperquattrosigarette;altriottennerounpezzodiformaggio,qualcheettodipaneoventipatate.Qualcunositennelagemmacheavevatrovato.DitantointantoLouisgli
facevanotareilpericolochecorrevanosefosserostatisorpresiconquelbottino.“Unpoverodiavolonelcampodegliinglesioggièstatofattofuori,”diceva.“Lohannosorpresoconunacollanadiperlecucitanellacamicia.Cihannomessosolodueoreaprocessarloefucilarlo.”Prestoo
tardituttitrovavanoun’intesaconLouis.Pocodopochefu
ripulitol’ultimodinoi,leSSvenneronellanostrabaraccaperun’ispezioneasorpresa.IllettodiLouisful’unicoanonesseretoccato.“Nonlasciamaiilcampoedèunprigionieromodello,”unaguardiafuprontaaspiegare
agliispettori.Quandotornaiacasa,quellasera,ilmiomaterassoerasventratoelapagliasparsasulpavimento.Malafortunadi
Louisnoneraaprovadibomba,perchénelleultimesettimanediguerralenostreguardiefuronoinviateafermarelamarearussa,elìalcampo
venneasorvegliarciunacompagniadivecchiinvalidi.Ilnuovosergentenonavevabisognodiunattendente,eLouissprofondònell’anonimitàdelnostrogruppo.L’aspettopiùumiliantedellanuovasituazioneeralaprospettivadiesseremandatoalavorarecometuttigli
altri.Louissiarrabbiòechieseuncolloquioalnuovosergente.Ottenutolo,sparìperun’oretta.Quandotornò
indietroglichiesi:“Be’,quantovuoleHitlerperBerchtesgaden?”.Louisavevaunpacco
avvoltoinunasciugamano.Loaprìpermostrareduepaiadiforbici,alcune
macchinetteeunrasoio.“Sonoilbarbieredelcampo,”annunciò.“Perordinedelcomandantedelcampodevorendervipresentabili,signori.”“Eseiononvolessi
farmitagliareicapelli?”chiesi.“Alloraletuerazioni
sarannodimezzate.Anchequestoèunordinedel
comandante.”“Tiseccherebbedirci
comehaiottenutoquestanomina?”chiesi.“Nienteaffatto,
nienteaffatto,”disseLouis.“Glihodettosolochemivergognavoadovermimescolareconunbrancodisudicionichesembranogangster,echeluidovevavergognarsidiavereunasimilebanda
nellasuaprigione.Cipenseremonoi,ilcomandanteeio.”Piazzòunosgabelloalcentrodellabaraccaemifecesegnodimettermiasedere.“Tuseiilprimo,ragazzo,”disse.“Ilcomandantehanotatoituoiriccioliemihadettodifarepiazzapulita.”Iomisedettisullo
sgabelloeluimimise
unasalviettaintornoalcollo.Nonc’eranospecchineiqualipoterlovedereallavoro,malesueoperazionisembravanoabbastanzaprofessionali.Feciun’osservazionesullasuainsospettataabilitàcomebarbiere.“Nonènulla,”disse.
“Avoltesonosorpresoiostesso.”Finìillavoro
conlamacchinetta.“Sonoduesigarette,ol’equivalente,”disse.Lopagaiintavolettedisaccarina.NessunoavevasigarettetranneLouis.“Vuoidarti
un’occhiata?”Miporseunframmentodispecchio.“Micamale,no?Elacosamiglioreècheprobabilmenteèillavoropeggioreche
farò,perchésonodestinatoamigliorarecoltempo.”“Mammamia!”
gridai.Ilmiocuoiocapellutosembravalagroppadiunairedaleconlarogna:chiazzedipellenudasialternavanoconciuffidicapelliarruffati,eilsanguecolavadaunadozzinaditaglietti.“Vuoidirecheper
fareunlavorocomequestoturesteraituttoilgiornoalcampo?”ruggii.“Su,ragazzo,
calmati,”disseLouis.“Miparechetustiamoltobene.”Nonc’eranientedi
moltonuovonellasituazione,dopotutto.Perluieratuttocomealsolito.“Siamoaperti.”Glialtri
continuaronoarompersilaschienapertuttalagiornata,eatornareacasaesaustilaseraperfarsidareunaspuntatinadaLouisGigliano.
1QuartierepoveronelWestSidediManhattanchenellasecondametàdell’Ottocentoservìcomebaseanumerosegangnere
eirlandesi.[N.d.T.]
Confetti#46,courtesyKurt
Vonnegut&OrigamiExpressLLC.
LATRAPPOLADELL’UNICORNO
Schizzo,courtesyEdie
Vonnegut.
Nel1067,annoDomini,nelvillaggiodiStow-on-the-Wold,inInghilterra,diciottocadaveripenzolavanogirandosusestessidallediciottoarcatedellaforcadelvillaggio.ImpiccatidaRobertol’Orribile,unamicodiGuglielmoil
Conquistatore,facevanoilgirodell’orizzonteconocchivitreicomequellideipesci.Nord,est,sud,ovesteancoranord,perchénonc’eranessunasperanzaperibuoni,peripoverieperigenerosi.Dilàdallastrada,
davantiallaforca,abitavanoElmeriltaglialegna,suamoglie
IvyedEthelbert,ilfigliodidiecianni.Dietrolacapannadi
Elmerc’eralaforesta.Elmerchiuselaporta
dellacapanna,chiusegliocchiesileccòlelabbra,esentìilsaporedellaruta.SisedetteatavolaconEthelbert.IlpastosieraraffreddatodurantelavisitainattesadelloscudierodiRobertol’Orribile.
Ivyappoggiòlespallealmuro,comeseDiofosseappenapassatodilì.Isuoiocchieranolucidi,ilrespirocorto.Ethelbertguardòil
suopiattofreddoconariainespressiva,cupamente,comeseglifossecascatasullatestalategoladiunatragediafamiliare.“Oh,manonerauno
spettacolograndioso,
Robertol’Orribileinsellaalsuocavallo?”disseIvy.“Contuttoquelferroetuttiqueicolorieilpennacchiosullatesta,el’elegantissimagualdrappadelcavallo?”Fecesventolareglistraccicheindossavaescrollòlatestacomeun’imperatrice,mentreilrumoredeglizoccoli
deicavallideinormannisispegnevainlontananza.“Grandioso,proprio,”
disseElmer.Eraunuomopiccolinoconunagrossatestaacupola.Isuoiocchiazzurrieranoinquietiedimostravanounatormentataintelligenza.Ilsuofisicoinformatoridottoeracomefasciatoda
gibbosecordedimuscoli,lepastoiediunuomoavvezzoausarelatestaecostrettoafareunlavoromanuale.“Èveramentegrandioso,”disse.“Puoidirequelloche
vuoidiquestinormanni,”disseIvy,“certoèchehannoportatounpo’diclasseinInghilterra.”
“Enoilastiamopagando,”disseElmer.“Nessunodànienteperniente.”SeppellìleditatralestoppiebiondastredeicapellidiEthelbert,rovesciòall’indietrolatestadelragazzoeloguardònegliocchicercandoqualcosacheglidicessechevalevalapenadifarequellavita.Videsoltanto
l’immaginespecularedellapropriaanimaafflitta.“Loavrannovisto
tutti,Robertol’Orribile,intestaallacolonna,contuttalasuaarroganzaelasuaspocchia,”disseIvyfieramente.“Aspettasolochevenganoasaperechehamandatoquiilsuoscudieropernominartinuovo
esattoredelleimposte.”Elmerscosselatesta,
aboccaapertaeconlelabbratremanti.Nellavitaerariuscitoafarsiamareperchéeraunuomosaggioeinoffensivo.Oragliavevanoingiuntodiscegliere:orappresentarel’aviditàdiRobertol’Orribileoorribilmentemorire.
“Mipiacerebbefarmifareunvestitodellastessastoffadiquellocheportavailsuocavallo,”disseIvy.“Blu,tempestatodipiccolecrocidorate.”Perlaprimavoltainvitasua,ladonnaerafelice.“Loindossereiconunacertanoncuranza,”disse,“raccoltosullaschienaeconlostrascico...
mentreinvecesarebbetuttocalcolato.Eforse,dopoessermirifattailguardaroba,potreiimparareunpo’difranceseeparlévùconledamenormanne,chesonocosìraffinate.”Elmersospiròeprese
lemanidelfigliotralesue.LemanidiEthelberteranoruvide.Lepalmeeranograffiateelaterraera
entrataneiporiesottoleunghie.Elmerseguìungraffioconlapuntadeldito.“Cometeloseifatto?”disse.“Lavorandoalla
trappola,”disseEthelbert.Sianimò,irradiandointelligenza.“Homessosopralafossadeglialberispinosi,”disseconentusiasmo,“così,quandol’unicornoci
cascheràdentro,glialberispinosiglicadrannoaddosso.”“Dovrebberoriuscire
atrattenerlo,”disseteneramenteElmer.“NoncisonomoltefamiglieinInghilterrachepossonopregustareunacenaabasediunicorno.”“Vorreichetuvenissi
conmenellaforestaperdareun’occhiata
allatrappola,”disseEthelbert.“Voglioesseresicurodiaverlafattabene.”“Sonocertocheè
unabellatrappola,evogliovederla,”disseElmer.Ilsognodicatturareununicornoattraversavacomeunfilod’oroilgrigiotessutodellevitedelpadreedelfiglio.Sapevanobenetutt’e
duechenonc’eranounicorniinInghilterra.Maavevanodecisodifingeredicredereaquestafavola:diviverecomesegliunicorniesistessero;comeseungiornool’altroEthelbertpotessecatturarneuno;comeselaloromiserafamigliaprestoavrebbepotutorimpinzarsidellacarnedi
quell’animale,vendereilpreziosocornoperunafortuna,edaalloraviverefeliceecontenta.“Èdaunannoche
dicichevuoivenireavederla,”disseEthelbert.“Hoavutodafare,”
disseElmer.Nonavevavogliadiispezionarelatrappola,divederecom’eraveramente:un
pugnodiramoscellisopraungraffionelterreno,ingigantitoetrasformatoinungrandemotivodisperanzadall’immaginazionedelragazzo.AncheElmervolevacontinuareacrederlagrandeepromettente.Nonc’eranosperanzedanessun’altraparte.Elmerbaciòlemani
delfiglio,esentìilmiscugliodiodoridicorpoeterra.“Verròavederlapresto,”disse.“Edovrebbe
avanzarmeneabbastanza,diquellagualdrappa,perfarviunpaiodibrache,ateealpiccoloEthelbert,”disseIvy,continuandoasognare.“Nonsarestebelli,conunpaiodibracheblu
tempestatedicrocid’oro?”“Ivy,”disseElmer
pazientemente,“vorreichetificcassinellatestacheRobertoèveramenteorribile.Nontidoneràlagualdrappadelsuocavallo.Nonhamairegalatonienteanessuno.”“Possoalmeno
sognare,credo,semi
va,”disseIvy.“Immaginochesiailprivilegiodelledonne.”“Sognarecosa?”
disseElmer.“Setulavoribene,lui
potrebberegalarmilagualdrappadelcavalloquandosaràtuttaconsumata,”disseIvy.“Eforsetupotrestiriscuoteretantediquelleimpostecheinormanninon
crederebberoailoroocchieungiorno,magari,ciinviterebberoalcastello.”Simiseagirarenellacapannaconariacivettuola,alzandosoprailpavimentosporcol’orlodiunostrascicoimmaginario.“Bongiúr,messié,madám,”disse.“Sperochelevostresignoriestianobene.”
“Èquestoilsognopiùbellochehai?”disseElmer,scandalizzato.“Etidarebberoun
nomeillustrecomeElmerilSanguinariooElmerilPazzo,”disseIvy,“etu,ioedEthelbertandremmoinchiesaladomenica,tuttiinghingheri,esequalchevecchioservodellaglebafacesse
troppol’impertinente,lofaremmoportarviae...”“Ivy!”gridòElmer.
“Noisiamoservidellagleba.”Ivybattéunpiede
perterraedondolòlatestadiquaedilà.“Robertol’Orribilenoncihaappenaoffertolapossibilitàdimigliorarelanostracondizione?”disse.
“Diesseremalvagicomelui?”disseElmer.“Èunmiglioramento,quello?”Ivysisedetteemise
unpiedesultavolo.“Seunofiniscepertrovarsisenzacolpaafarpartedellaclassedirigente...”disse.“Quellidevonogovernareperforza,senonvoglionochelagenteperdatuttoilsuo
rispettoperilgoverno.”Sigrattò,conariaschifiltosa.“Lagentedev’esseregovernata.”“Consuogrande
rammarico,”disseElmer.“Lagentedev’essere
protetta,”disseIvy,“ecastelliearmaturenonsonoabuonmercato.”Elmersistrofinògli
occhi.“Ivy,vuoidirmi
dacosasiamoprotettichesiapeggiodiciòcheabbiamogià?”disse.“Vorreifareilconfronto,epoideciderecosamifapiùpaura.”Ivynonlostava
ascoltando.Eraelettrizzatadaunrumoredizoccolichesistavaavvicinando.Robertol’Orribileelasuascortapassarono
davantiallacapannamentretornavanoalcastello,eimuritremaronodavantialpotereeallagloria.Ivycorseallaportae
laspalancò.ElmeredEthelbert
chinaronoilcapo.Dainormannisi
alzaronoallegreesclamazionidisorpresa.“Hein!”
“Regardez!”“Donnezlachasse,
mesbraves!”Icavallideinormanni
s’impennarono,giraronosusestessiesparironoalgaloppodentrolaforesta.“Chesuccede?”disse
Elmer.“Hannoschiacciatoqualcuno?”“Hannovistoun
cervo!”disseIvy.“Lostannoinseguendo,
guidatidaRobertol’Orribile.”Simiseunamanosulcuore.“Nonèatletico?”“Altroché,”disse
Elmer.“CheDioglirafforziilbracciodestro.”GuardòEthelbertcomesesiaspettasseunsuosorrisosardonico.Ilvoltoaffilatodi
Ethelberteraimpallidito.Ilragazzo
strabuzzògliocchi.“Latrappola...Stannoandandonelladirezionedellatrappola!”disse.“Setoccanoquella
trappolaconundito,”disseElmer,“io...”Levenedelsuocollosigonfiaronoelemanidiventaronodueartigli.Robertol’Orribileavrebbesicuramentefattoapezzilatrappola
cheeralapassionedelragazzoappenal’avessevista.“Pourlesport,pourlesport,”disseamaramente.Elmercominciòa
fantasticarediuccidereRobertol’Orribile,mailsognoerafrustrantecomelavita:unaricercadipuntidebolidovenonc’eranopuntideboli.Ilsognofinivaconlaverità,con
Robertoeisuoiuominiacavallograndicomecattedrali,conRobertoeisuoiuominidentroiloroguscidiferro,cheridevanodietrolesbarredellelorovisiere,scegliendoqualcosaapiaceredallalorocollezionedispadoni,catene,mazzeeasce:scegliendol’armamiglioreperfarelafestaaun
rabbiosotaglialegnacopertodistracci.LemanidiElmersi
afflosciarono.“Sedistruggonolatrappola,”dissedebolmente,“necostruiremoun’altra,piùbelladiprima.”Lavergognaperla
propriadebolezzalofacevastarmale.Ilmalesseresiaccentuò.Elmerposòlatesta
sullebracciaconserte.Quandol’alzò,fuperguardarsiintornoconunghignodateschio.Avevasuperatoillimitedirottura.“Padre!Staibene?”
disseEthelbert,allarmato.Elmersialzòinpiedi,
barcollando.“Stobene,”disse,“propriobene.”“Sembricambiato,”
disseEthelbert.“Sonocambiato,”
disseElmer.“Nonhopiùpaura.”Siaggrappòall’orlodeltavoloegridò:“Nonhopaura!”.“Zitto!”disseIvy.“Ti
sentiranno!”“Nonvogliostare
zitto!”disseElmerconpassione.“Faraimeglioa
tacere,”disseIvy.“Sai
cosafaRobertol’Orribileallagentechenonstazitta.”“Sì,”disseElmer,“le
inchiodailcappelloallatesta.Masequestoèilprezzochedevopagare,lopagherò.”Roteògliocchi.“QuandohopensatoaRobertol’Orribilechedistruggevalatrappoladelragazzo,inunlampoaccecantemiè
tornatainmentetuttalastoriadellamiavita!”“Padre,ascolta...”
disseEthelbert,“iononhopaurachedistruggalatrappola.Hopaurachesialuia...”“Inunlampo
accecante!”gridòElmer.“Oh,insomma,”disse
Ivy,spazientita,chiudendolaporta.“Va
bene,vabene,vabene,”disseconunsospiro,“sentiamoinunlampoaccecantelastoriadellatuavita.”Ethelberttiròsuo
padreperlamanica.“Selodicoio,”disse,“quellatrappolaè...”“Idistruttoricontroi
costruttori!”disseElmer.“Eccotuttalastoriadellamiavita!”Ethelbertscosseil
capoparlandotrasé.“Seilcavallocalpestalacordaattaccataall’arbustocheèattaccatoal...”Simorselelabbra.“Haifinito,Elmer?”
disseIvy.“Ètutto?”Eraevidentechenonvedeval’oradirimettersiaguardareinormanni,equestoeramoltoirritante.Allungòlamanoversola
manigliadellaporta.“No,Ivy,”disse
Elmer,innervosito,“nonhofinito.”Conunoschiaffoletolselamanodallaporta.“Mihaipicchiato,”
disseIvy,sbalordita.“Ètuttoilgiornoche
latieniaperta!”disseElmer.“Vorreichenonavessimounaporta!Tuttoilgiornononfaialtrochestareseduta
davantiallaporta,guardandoleesecuzionieaspettandochepassinoinormanni.”Leagitòlemanidavantialviso.“Nonc’èdameravigliarsiselagloriaelaviolenzatihannoconfusoilcervello!”Ivypiegò
miseramentelaschiena.“Milimitoa
guardare,”disse.“Cisisentesoli,eaiutaapassareiltempo.”“Haiguardatoper
troppotempo!”disseElmer.“Eiohoaltrenotizieperte.”“Sì?”disseIvyconun
filodivoce.Elmerraddrizzòle
spallestrette.“Ivy,”disse,“nonvogliofarel’esattoredelleimposteperRobertol’Orribile.”
Ivyrimaseaboccaaperta.“Nonvoglioaiutarei
distruttori,”disseElmer.“Ioemiofigliosiamodeicostruttori.”“Tiimpiccheràsenon
lofai,”disseIvy.“Lohapromesso.”“Loso,”disseElmer.
“Loso.”Lapauranoneraancoratornata.Ildolorenonsierafattosentirequandoavrebbe
dovuto.C’erasololasensazionediaverfattofinalmentequalcosadiperfetto:ilpiacerediunsorsod’acquadaunasorgentefreddaepura.Elmeraprìlaporta.Il
ventoerapiùforte,elecatenedacuipenzolavanoimorticantavanouncorodicigoliilentierugginosi.Ilventospiravadalla
foresta,portandoall’orecchiodiElmerlegridadeicacciatorinormanni.Eranogridache
sembravanostranamentedisorientateeincerte.Elmerpensòchedipendessedalfattocheeranomoltolontani.“Robert?Allo,allo?
Robert?Hein?Allo,
allo?”“Allo?Allo?Hein!
Robert...ditesquelquechose,s’ilvousplaît.Hein!Hein!Allo?”“Allo,allo,allo?
Robert?Robertl’Horrible?Hein!Allo,allo,allo?”IvyabbracciòElmer
datergoegliappoggiòunaguanciaallaschiena.“Elmer,amore,”disse,“ionon
vogliochetiimpicchino.Iotiamo,tesoro.”Elmerlediedeun
affettuosobuffettosullemani.“Eioamote,Ivy,”disse.“Sentiròlatuamancanza.”“Haiveramente
intenzionediandarefinoinfondo?”disseIvy.“Èvenutoilmomento
dimorireperlecosein
cuicredo,”disseElmer.“Eanchesenonfossecosì,dovreifarlocomunque.”“Perché,perché?”
disseIvy.“Perchéhodettoche
l’avreifattodavantiamiofiglio,”disseElmer.Ethelbertglisiavvicinò,edElmerabbracciòilragazzo.Lafamigliolaera
ormaistrettainun
grovigliodibraccia.Itre,allacciati,sidondolavanoavantieindietromentreilsoletramontava:sidondolavanoaunritmochesentivanonelleossa.Ivypiagnucolava
controlaschienadiElmer.“StaisoloinsegnandoaEthelbertcomefarsiimpiccareanchelui”disse.“È
semprecosìsfacciatoconqueinormannichemimeravigliochenonl’abbianoancorascaraventatoinunasegreta.”“Iosperosoloche
primadimorireEthelbertabbiaunfigliocomeilmio,”disseElmer.“Sembravachetutto
andassecosìbene,”disseIvy,escoppiòin
lacrime.“Tiavevanooffertounbelposto,conpossibilitàdicarriera,”disseconvocerotta.“Epensavochemagari,dopocheRobertol’Orribileavevaconsumatolagualdrappa,avrestipotutochiedergli...”“Ivy!”disseElmer.
“Nonfarmisentirepeggio.Confortami.”“Sarebbemoltopiù
facilesesapessicosapensavidifare,”disseIvy.Duenormanni
sbucaronodallaforesta,sconcertatieinfelici.Siguardarono,spalancaronolebracciaesistrinseronellespalle.Unoscostòun
cespuglioconlaspadaepateticamenteguardòsotto.“Allo,
allo?”disse.“Robert?”“Iladisparu!”disse
l’altro.“Ils’estévanoui!”“Lecheval,
l’armement,lesplumes...toutd’uncoup!”“Pouf!”“Hélas!”VideroElmerelasua
famiglia.“Hein!”gligridòuno.“Avez-vousvuRobert?”
“Robertol’Orribile?”disseElmer.“Oui.”“Spiacente,”disse
Elmer.“Nonnehovistoneanchel’ombra.”“Eh?”“Jen’aivupasni
peaunicheveuxdelui,”disseElmer.Inormannitornarono
aguardarsi,desolati.“Hélas!”“Zut!”
Rientraronolentamentenellaforesta.“Allo,allo,allo?”“Hein!Robert?Allo?”“Padre!Ascolta!”
disseEthelbertanimatamente.“Shhhh,”disseElmer
gentilmente.“Stoparlandocontuamadre,adesso.”“Ècomequella
stupidatrappolaper
l’unicorno,”disseIvy.“Neanchequella,hocapito.Sonostataveramentepaziente,conquellatrappola.Nonhomaidettounaparola.Maoravogliopropriodirelamia.”“Parla,”disseElmer.“Quellatrappola
c’entracomeicavoliamerenda,”disseIvy.GliocchidiElmersi
gonfiaronodilacrime.
L’immaginedeiramoscelli,delgraffionelterreno,elafantasiadelragazzodicevanotuttoquellochec’eradadiredellavita:lavitachestavaperfinire.“Noncisonounicorni
daquesteparti,”disseIvy,fieradelpropriosapere.“Loso,”disseElmer.
“Losappiamoanche
noi,Ethelberteio.”“Efartiimpiccare
nonmiglioreràlecose,”disseIvy.“Loso.Sappiamo
anchequesto,Ethelberteio,”disseElmer.“Forselacretina
sonoio,”disseIvy.AuntrattoElmer
sentìilterroreelasolitudineelapenafuturacheeranoil
prezzodellacosaperfettachestavafacendo:ilprezzodiquelsorsod’acquadaunasorgentefreddaepura.Eranomoltopeggiodiquantoavrebbemaipotutoesserelavergogna.Elmerdeglutì.Ilcollo
glidolevaneipuntiincuiilcappioavrebbescavato.“Ivy,amore,”disse,“speropropriodi
sì.”
QuellanotteElmerpregòaffinchéildomaniriservasseaIvyunnuovomarito,aEthelbertuncuoresaldoealuiunamortemisericordiosaeilparadiso.“Amen,”disseElmer.“Forsepotrestisolo
fingeredifarel’esattoredelle
imposte,”disseIvy.“Edovetrovereile
finteimposte?”disseElmer.“Forsepotrestifare
l’esattoredelleimpostesoloperunpo’,”disseIvy.“Soloquantobasta
peresseregiustamenteodiato,”disseElmer.“Dopodichépotrebberoimpiccarmi.”“C’èsempre
qualcosa,”disseIvy.Ilsuonasoeradiventatorosso.“Ivy...”disseElmer.“Hmmm?”“Ivy...Perilvestito
blutempestatodipiccolecrocid’oro,capisco,”disseElmer.“Lodesideroanch’io,perte.”“Elebracheperte
edEthelbert,”disseIvy.“Nonerasoloper
me.”“Ivy,”disseElmer,
“quellochestofacendo...èpiùimportantedellagualdrappa.”“Èquestoil
problema,”disseIvy.“Solocheiononriescoaimmaginarenulladipiùgrandioso.”“Nemmenoio,”disse
Elmer.“Maquestecoseesistono.Devono
esistere.”Sorrisetristemente.“Qualichesiano,”disse,“èperlorocheballeròquandoballeròdomaniattaccatoaunacorda.”“VorreicheEthelbert
tornasseindietro,”disseIvy.“Dovremmostareuniti.”“Dovevaandarea
controllarelasuatrappola,”disseElmer.“Lavitacontinua.”
“Sonocontentachequeinormannisianofinalmenteandatiacasa,”disseIvy.“Nonhannofattoaltrochegridarealloeheinehélasezutepouf,finchémiparevadiimpazzire.Immaginocheloabbianotrovato,Robertol’Orribile.”“Segnandocosìla
miasorte,”disseElmer.Sospirò.“Andrò
acercareEthelbertnellaforestaperriportarloacasa,”disse.“Inchemodomiglioreunuomopotrebbepassarelasuaultimanottesullaterracheriportandoacasasuofigliodallaforesta?”
Elmeruscìnelmondoazzurrinodellanottesottounafalcediluna.
SeguivailsentierotracciatodaipiedidiEthelbert:loseguìfinoall’altaeneramuragliadellaforesta.“Ethelbert!”gridò.Noncifunessuna
risposta.Elmerentrònella
foresta.Iramiglifrustavanoilvisoeiroviglisiaggrappavanoallegambe.
“Ethelbert!”Sololaforcarispose.
Lecatenecigolavano,eunoscheletrocaddeaterraconfracasso.Orac’eranosolodiciassettegiustiziatiinmostranellediciottoarcate.C’erapostoperunaltro.L’ansiadiElmerper
Ethelbertcrebbeelospinseainoltrarsisemprepiùnella
foresta.Raggiunseunaraduraesifermò,ansimando,colsudorecheglipungevagliocchi.“Ethelbert!”“Padre?”disse
Ethelbertdalfolto,davantialui.“Vieniquiadaiutarmi.”Elmerentrònella
macchiaallacieca,tastandoconlemanidavantiasé.
NelbuiopiùprofondoEthelbertpreselamanodisuopadre.“Attento!”disse.“Unaltropassoecadinellatrappola.”“Oh,”disseElmer.
“Cisonoandatovicino.”Scherzosamente,perassecondareilragazzo,parlòconunavocepienadipaura.“Accidenti!Èandata
bene.”Ethelbertglifece
abbassarelamanoeglielapremettecontroqualcosachegiacevaperterra.Elmer,pienodi
stupore,toccòilmantellodiungrossocervoucciso.Glisiinginocchiòaccanto.“Uncervo!”disse.Lavocetornò
indietro,comese
venissedallevisceredellaterra.“Uncervo,uncervo,uncervo.”“Cihomessoun’ora
atirarlofuoridallatrappola,”disseEthelbert.“Trappola,trappola,
trappola,”dissel’eco.“Davvero?”disse
Elmer.“BuonDio,ragazzo!Nonimmaginavochelatrappolafossefatta
cosìbene!”“Bene,bene,bene,”
dissel’eco.“Cisonoancoratante
cosechenonsai,”disseEthelbert.“Sai,sai,sai,”disse
l’eco.“Dadoveviene
questaeco?”disseElmer.“Eco,eco,eco,”disse
l’eco.“Daunpuntoproprio
davantiate,”disseEthelbert.“Dallatrappola.”Elmerfeceunpasso
indietromentrelavocediEthelbertuscivadallafossadavantialui,uscivadallaterracomesevenissedalleportedell’inferno.“Trappola,trappola,
trappola.”“L’haiscavatatu?”
disseElmer,stupefatto.
“L’hascavataIddio,”disseEthelbert.“Èilcaminodiunagrotta.”Elmersidisteseper
terra,svuotato.Posòlatestasullacosciaormaifreddadelcervochecominciavaairrigidirsi.C’erasolounbuconelverdebaldacchinodellaforesta.Daquelbucoentravalalucediunavividastella.Elmervidelastellacomeun
arcobalenoneiprismidellesuelacrimericonoscenti.“Nonhoaltroda
chiedereallavita,”disse.“Questanottemièstatodatotutto...eanchequalcosadipiù.Conl’aiutodiDio,miofigliohacatturatoununicorno.”ToccòilpiedediEthelberteglifeceunacarezzasull’arco.“SeDio
ascoltalepreghiereanchediunumiletaglialegnaedisuofiglio,”disse,“cosanonpotràdiventarequestomondo?”Elmerscivolòquasi
nelsonno,tantosisentivainconsonanzaconl’ordinedellecose.Ethelbertlosvegliò.
“Portiamoilcervoallamamma?”disse.“Unfestinodimezzanotte?”
“Nontuttoilcervo,”disseElmer.“Tropporischioso.Taglieremoqualchebisteccabensceltaenasconderemoilrestoqui.”“Haiuncoltello?”
disseEthelbert.“No,”disseElmer.“È
illegale,losai.”“Vadoacercare
qualcosapertagliare,”disseEthelbert.Elmer,sempre
distesoperterra,sentìilfigliocalarsinelcaminodellagrotta;losentìcercareetrovarepuntid’appoggioperipiedimentresprofondavanelventredellaterra;losentìsbuffareelottareconitronchisulfondo.Quandotornò,
Ethelbertportavaunlungooggettochebrillòallalucedella
vividastellasolitaria.“Questadovrebbeandarbene,”disse.PorseaElmer
l’affilatospadoneaduemanidiRobertol’Orribile.
Eramezzanotte.Lafamigliolasiera
ingozzatadicarnedicervo.Elmersistuzzicavai
denticolpugnaledi
Robertol’Orribile.Ethelbert,diguardia
sullaporta,sipulìlelabbraconunapiuma.Ivy,conla
gualdrappasullespalle,siguardòintornosoddisfatta.“Seavessisaputocheavrestipresoqualcosa,”disse,“nonavreipensatochequellatrappolaeraun’ideatantostupida.”
“Conletrappoleècosì,”disseElmer.Siappoggiòallaspallieraecercòdisentirsisollevatoperchéilgiornodopononloavrebberoimpiccato,oracheRobertol’Orribileeramorto.Matrovòilrinviounafaccendanoiosarispettoaglialtripensierichesirincorrevanosottola
maestosacupoladellasuatesta.“C’èsolounacosa
chedevochiedere,”disseIvy.“Dimmela,”disse
Elmerespansivamente.“Vorreichevoiduela
smettestediprendervigiocodime,dicendochequestaècarnediunicorno,”disseIvy.“Pensatecheiocredaatuttoquellochedite?”
“Ècarnediunicorno,”disseElmer.“Etidiròun’altracosaallaqualepuoicredere.”SiinfilòilguantodiferrodiRobertol’Orribileelobattésultavolo.“Ivy...Staperarrivareungrangiornoperglignomi,ifollettielefate.”Ivyloguardòcon
adorazione.“Sietestati
propriocarini,tuedEthelbert,”disse,“adandarmiaprendereilvestitogiusto.”Siudìunrumoredi
zoccoliinlontananza.“Nascondeteogni
cosa!”disseEthelbert.Inunlamposparì
ognitracciadiRobertol’Orribileedelcervo.Alcuniguerrieri
normanni,armatifinoaidenti,passaronocon
unboatodavantiall’umilecapannadiElmeriltaglialegna.Urlavano,insegnodi
sfidaedipauradegliinformidemonidellanotte.“Hein!Hein!
Courage,mesbraves!”Ilrumoredegli
zoccolisvanì.
November11,1918,
courtesyKurtVonnegut&OrigamiExpressLLC.
MILITEIGNOTO
Schizzo,courtesyEdieVonnegut.
Eranotuttesciocchezze,
ovviamente,quandodisserocheilnostrobambinoerailprimochefossenatoaNewYorkCitynelterzomillenniodell’eracristiana:diecisecondidopomezzanotteilprimogennaiodel2000.Tantopercominciare,ilterzomillennio,comehannofattonotare
innumerevolipersone,nonsarebbeiniziatofinoalprimogennaiodel2001.Dalpuntodivistaplanetario,l’annonuovoavevagiàseiorequandonacquenostrofiglio,perchéeracominciatoseioreprimaall’osservatoriorealediGreenwich,inInghilterra,dovecominciailtempo.Non
contailfattochelanumerazionedegliannidallanascitadiCristopotrebbeesseresoloapprossimativa.Ildatoeramoltooscuro.Echipuòdireinqualeminutonasceunbambino?Quandolatestafacapolino?Quandoèuscitodallamadreperintero?Quandotaglianoilcordoneombelicale?
Poichéc’eranomoltiricchipremidaassegnarealprimonatodellacittànel2000,eaisuoigenitoriealmedicoditurno,fudecisoconlargoanticipocheiltagliodelcordonenoncontasse,perchéilmomentopotevaessereritardatooltrelacrucialemezzanotte.Ci
potevanoesseredeimedici,intuttalacittà,congliocchipuntatisull’orologioeleforbiciinmano,equesto,naturalmente,allapresenzaditestimoni,cheguardavanoleforbicieguardavanol’orologio.Ilmedicovincenteavrebbeavutounavacanzapagatasuunadellepocheisole
doveilturistapotevasentirsiancoraabbastanzasicuro,cheeraBermuda.Cistazionavaunbattaglionediparacadutistiinglesi.Comprensibilmente,imedicipotevanoesseretentatidifalsificarel’oradellanascita,seneavesseroavutol’occasione.Qualichefosseroi
criteriadottati,definireilmomentodellanascitaeramoltomenocontroversochedichiararequandol’ovulofecondatonell’uteromaternodiventavaunessereumano.Aifinidellacontesa,ilmomentodellanascitaerailmomentoincuigliocchiolepalpebredelbambinovenivano
baciatiperlaprimavoltadallalucedelmondoesterno,ilmomentoincuipotevanoesserevistiperlaprimavoltadaitestimoni.Cosìilbambino,comenelnostrocaso,eraancoraparzialmentedentroilcorpodellamadre.Sefossestatounpartopodalico,certo,gli
occhisarebberostatiquasil’ultimacosaadapparire.Edeccoillatopiùassurdodellagarachevincemmo:sefossestatounpartopodalico,oselapiccolaavesseavutolasindromediDownolaspinabifida,ofossestatafigliadidrogatiomalatidiAIDSoquelcheera,sarebbestata
sicuramentesqualificataperqualchecavillorelativoall’oradellanascitapiuttostoche,ocosìavrebberodettoigiudici,perlasuadiscordanzadallacosiddettanorma.Dopotutto,dovevasimboleggiarelaprosperitàelafelicitàdeiprossimimilleanni.
Unacosagarantitadaigiudicierachelarazzaelareligioneelanazionalitàdeigenitorinonpotevanoassolutamenteinfluenzarelelorodeliberazioni.Edèverocheiosonounneroamericanoemiamoglie,classificatacomebianca,ènataaCuba.Manonciha
sicuramentedanneggiatoilfattocheiofossiacapodeldipartimentodiSociologiadellaColumbiaUniversity,ochemiamogliefosseunafisioterapistadelNewYorkHospital.Sonocertochelanostrabambinabattéparecchialtricandidati,compresoun
neonatotrovatoinuncassonettodiBrooklyn,perchénoiappartenevamoalcetomedio.VincemmounaFord
stationwagon,tretessereavitaperDisneyWorldeunaplay-station,conunoschermoaltounmetroeottantaeunvideoregistratoreeunostereocapacedi
suonareognitipodidiscoodinastro,el’attrezzaturaperunapalestracasalinga,eccetera.Elabambinavinseuntitolodistatocheallascadenzasarebbevalsocinquantamiladollari,eunaculladiviminieunpassegginoeunafornituragratuitadipannolini,eccetera,eccetera.Mapoila
bambinamorìquandoavevaappenaseisettimane.Allorailmedicochel’avevaaiutataavenirealmondositrovavaaBermuda,enonvenneasaperedellasuamorte.Lasuamortenonfecenotizianélànéaltroveall’infuoridiNewYorkCity,nonpiùdiquantoavessefatto
notizialasuanascita.Nonseneparlòmoltoneanchequi,perchénessunotranneipromotoridiquellastupidagaraegliuominid’affaricheavevanooffertoipremipreseseriamentetuttolostrombazzamentopubblicitariochesierafattointornoalei,tutteleciancechesieranofattesulletante
meravigliechelabambinarappresentava,lafusionedellerazzenellabellezzaenellafelicità,larinascitadellospiritocheuntempoavevafattodiNewYorklapiùgrandecittàdelmondonellanazionepiùgrandedelmondo,elapace,enonsochealtroancora.
Oggimisembrachefossecomeilmiliteignotodiunmonumentoaicaduti,unfagottinodicarneeossaecapelliesaltatofinoallapazzia.Tral’altro,quasinessunovennealfunerale.Lastazionetelevisivacheavevaavutol’ideadellagarainviòundirigentedisecondopiano,nemmenouna
personalità,edisicurononinviòunatroupe.Chihavogliadiassisterealfuneraledeiprossimimilleanni?Selatelevisionesirifiutadiguardarequalchecosa,ècomesenonfossemaiaccaduta.Puòcancellarequalunquecosa,addiritturaintericontinenti,come
l’Africa,oggiungrandedesertodovemilioniemilionidibambini,conmilleannidistorianuovidizeccadavantialoro,muoionodifame.Fulasindromedellamorteincullaaucciderenostrafiglia,dicono.Èundifettogeneticononancora,eforseperennemente,individuabiledall’amniocentesi.Era
lanostraprimogenita.Ahimè.
Confetti#56,courtesyKurt
Vonnegut&OrigamiExpressLLC.
SPOGLIE
Schizzo,courtesyEdieVonnegut.
SeilgiornodelGiudizioDiochiedesseaPaulqualedeidue,
paradisooinferno,dovrebbeesseregiustamentelasuaeternadimora,Pauldirebbeprobabilmenteche,inbaseaicriterisuoiedelcosmo,l’infernoèilsuodestino...ricordandolacosaignobilechehafatto.L’Onnipotente,intuttalasuasaggezza,potrebbericonoscere
chelavitadiPaul,nelcomplesso,èstatainoffensiva,echelasuasensibilecoscienzalohagiàabbondantementetormentato...perquellochehafatto.Leclamorose
avventurediPaulcomeprigionierodiguerraneiSudetiperseroilloroaspettoinquietanteviaviache
sprofondavanonelpassato,mac’eraun’orribileimmaginechenonvolevacancellarsidallasuacoscienza.Unaseraacenafuronolescherzosepunzecchiaturedisuamogliearievocareciòcheluidesideravaardentementedimenticare.Sueavevapassatoilpomeriggio
conlasignoraWarddellaportaaccanto,elasignoraWardleavevamostratounosquisitoserviziod’argentoperventiquattroche,comeSueappresecongrandestupore,ilsignorWardaveva“liberato”eportatoacasadall’Europaallafinedellaguerra.
“Amore,”lorimproveròSue,“nonavrestipotutoportareacasaqualcosadimeglio?”Erapocoprobabile
cheitedeschiprotestasseroperlarazziadiPaul,perchétuttoilsuobottinoconsistevainunasciaboladellaLuftwaffearrugginitaetuttastorta.Isuoi
compagninellazonarussa,nell’anarchiadeldopoguerrachepersettimaneavevadatosfogoallaliberainiziativa,tornaronoacasacarichiditesoricomegaleonispagnoli,mentrePaulsieraaccontentatodiquellostupidocimelio.Avevaavutodellesettimanepercercareeprenderequellochevoleva,ma
lesueprimeoredaconquistatoreboriosoeprepotenteeranostateancheleultime.Lacosachespezzòilsuospiritoespenseilsuoodio,l’immaginechelotormentava,cominciòaformarsiungloriosomattinodiprimaverainmontagna,l’8maggio1945.APauleaisuoi
compagniprigionieridi
guerraaHellendorf,neiSudeti,occorseunpo’ditempoperabituarsiall’assenzadelleguardie,cheprudentementesieranodateallamacchianelleforesteesullecimedeimontilaseraprima.Luiealtridueamericanipercorseroconariaincertalastradabrulicantecheportava
aPeterswald,unaltrotranquillovillaggiodiagricoltoridicinquecentoanimefrastornatedallaguerra.L’umanitàsimuovevainquerulefiumanechescorrevanoinentrambeledirezioniconl’unanimelamento:“Stannoarrivandoirussi!”.Dopoquattrotediosichilometriin
quell’ambiente,itresisedetterosullarivadeltorrentecheattraversavaPeterswald,chiedendosicomepotevanoraggiungerelelineeamericane,chiedendosiseirussiuccidevano,comedicevaqualcuno,tuttiquellicheincontravanosullalorostrada.Accantoaloro,al
sicuroinunagabbiaprotettadaunastalla,c’eraunconigliobiancoche,albuio,ascoltaval’insolitofracassoprovenientedall’esterno.Ilterzettonon
condividevailterroredilagantenelvillaggioenonprovavalaminimacompassioneperisuoiabitanti.“Diosasequellearroganti
testedilegnononselasonocercata,”dissePaul,eglialtriannuirono,cupamentedivertiti.“Dopoquellocheglihannofattoitedeschi,nonpuoiprendertelacoirussi,qualunquecosafacciano,”dissePaul;eicompagniannuironodinuovo.Làseduti,insilenzio,rimaseroaguardaremadri
frenetichechenascondevanoifiglipiccolinellecantine,mentrealtricorrevanosuperlacollinaedentroilbosco,oabbandonavanolecaseperfuggirelungolastradaconpochipreziosifagotti.Uncaporaleinglese
chevenivaavantiagrandipassicongliocchisgranatiurlò
dallastrada:“Megliodarsiunamossa,ragazzi;sonoappenaarrivatiaHellendorf!”.Unanuvoladi
polvereaovest,ilrombodeicamion,losparpagliarsiquaelàdiprofughiterrorizzati,eirussientrarononelvillaggio,lanciandosigaretteagliabitantisbalorditi,edandobaciumidiedentusiasticia
tuttiquellicheosavanofarsivedere.Paulsaltavaintornoaicamion,ridendoegridando,eprendendoalvololepagnotteeipezzidicarnegettatidaqueiliberatoricheavevanouditoilsuo“Americano!Americano!”sopralenotesfrenatedellafisarmonicaprorompentidai
camionconlastellarossa.Feliciedeccitati,luieisuoiamicitornaronosullarivadeltorrenteconbracciatedirobadamangiareecominciaronoimmediatamenteariempirsilapancia.
Ma,mentremangiavano,glialtri–cechi,polacchi,jugoslavi,russi,
un’ordaterrificantedisdegnatischiavitedeschi–venneroaspaccareesaccheggiareebruciaretuttoperilsemplicegustodifarlo,nellasciadell’ArmataRossa.Sistematicamente,inrisolutesquadretteditreoquattrounità,andavanodicasaincasasfondandoporte,
minacciandoglioccupantieprendendotuttoquellochevolevano.Impedireilsaccheggioeraimpossibile,perchéPeterswalderacostruitalungounrettilineo,duefiledicaseailatidellastrada.SecondoPaul,migliaiadipersonedovevanoaveresploratoognicasadallacantinaal
solaioprimachelalunacominciasseasplenderenelcielodellasera.Luieisuoiamici
rimaseroaguardarequegliassiduirazziatori,scoprendolelabbrainunsorrisoinsulsoognivoltachenepassavaungruppetto.Unacoppiaesultantediscozzesiavevafattoamicizia
conunodiquestigruppienelcorsodiun’allegrascorreriasifermaronoaparlarecongliamericani.Ognunodiessiavevaunabellabicicletta,numerosianellieorologi,binocolidacampagna,macchinefotograficheealtrimirabiligingilli.“Infondo,”spiegò
unodiessi,“nonsiha
vogliadistareincasainungiornocomequesto,enonavretemaipiùun’occasionecosì.Sieteivincitori,èevidente,eavetedirittoatuttoquellochevolete.”Itreamericanine
parlaronotraloro,incitatidaPaul,esiconvinseroavicendachesarebberostaticompletamente
giustificatiseavesserosaccheggiatolecasedelnemico.Insiemeattaccaronolacasapiùvicina,cheeravuotadaprimacheloroarrivasseroaPeterswald.Eragiàstataabbondantementesfruttata;allefinestrenonc’erapiùunvetro;ognicassettoerastatorovesciato,ognicapodivestiariostrappato
dagliarmadi;lecredenzeeranostatevuotate,eguancialiematerassieranostatisventratidaicercatori.CiascunodeipredoniprimadiPauledeisuoiamiciavevaesaminatoimucchidirobascartatidalsuopredecessorefinchénoneranorimastichebrandellidistoffaequalchecasseruola.
Eraquasicalatalaseraquandopassaronoalvaglioquell’ambientemiserando,enonvitrovarononulladiinteressante.Paulosservòche,tantopercominciare,probabilmenteincasanonc’eragranche;chiunqueviavesseabitatodovevaesserepovero.L’arredamento
erascadente,imuriscrostatiel’esternoavevaungranbisognodiessereriparatoeridipinto.Maquandosalìlascalacheportavaalminuscolopianosuperiore,Paultrovòunlocalestraordinariochenonquadravaconlosqualloredell’insieme.Eraunacameradalettodecorataavivaci
colori,conmobiliartisticamenteintagliati,scenedifiabesulleparetiarighineeboiseriesverniciatedifresco.Inmezzoallastanzac’eraunmucchiodigiocattoliscartatidaisaccheggiatori.Intuttalacasagliunicioggettichenoneranostatitoccatieranounpaiodistampelleappoggiate
almuroaipiedidelletto:“Mivengaunaccidente,guardate,stampelledabambino”.Gliamericani,non
avendotrovatoalcunoggettodivalore,deciserocheperquelgiornostavafacendositroppotardiperlacacciaaltesoroeproposerodiandareamangiare.Avevanounagrandequantitàdicibo
cheglierastatofornitodairussi,masieranomessiinmentechequelgiornolacenadovevaesserequalcosadispeciale,conpollo,latte,uova,emagariancheunconiglio.Incercadiquesteprelibatezze,ilterzettosidiviseperandareaperlustrarelefattorieelestalledeidintorni.Paulsbirciònella
piccolastalladietrolacasacheavevanosperatodisaccheggiare.Tutteleprovvisteoglianimalichepotevanoessercistatieranosparitidaparecchieore.Sulpavimentointerrabattutaaccantoallaportac’eranodellepatatechePaulraccolse,enient’altro.Mentrestavaper
andarsene,ficcandosilepatatenelletasche,sentìinunangolounleggerofruscio.Ilrumoresiripeté.Quandoisuoiocchisiabituaronoall’oscurità,Paulvideunagabbiaconungrassoconigliobiancochearricciavailnasorosarespirandoaffannosamente.Erauncolpodifortunasensazionale,ilpiatto
fortedelbanchetto.Paulaprìlosportelloetiròfuoriildocileanimale,tenendoloperleorecchie.Nonavendomaiuccisounconiglioconlesuemani,avevadeidubbisulmododiprocedere.Allafinemiselatestadelconigliosuunceppoeglifracassòilcranioconun’ascia.L’animalescalciò
debolmenteperpochisecondiemorì.Moltosoddisfattodi
sé,Paulcominciòascuoiareepulireilconiglio,tagliandogliunazampaperscaramanzia:gliavrebbeportatofortunaintempisicuramentemigliori.Quandoebbefinito,sostòsullaportadellastallapensandoalla
paceecontemplandoiltramontoelafiumanadiimpacciatisoldatitedeschichestrascicandoipieditornavanoacasadall’ultimasaccadiresistenza.Conloroc’eranoglistanchicivilifuggitilungolastradaquelmattinosoloperessererespintidall’avanzatadeirussi.AuntrattoPaulnotò
trefigurechesieranostaccatedaltristecorteodirigendosiversodilui.Sifermaronodavantiallacasadevastata.Un’ondatadirimorsoedidoloregonfiòilpettodiPaul:“Questadev’esserelalorocasettaelalorostalla,”pensò.“Questecostruzionidevonoappartenereaquel
vecchioeaquelladonna,eaquelragazzinoinvalido.”Ladonnapiangevael’uomoscuotevalatesta.Ilragazzinocercavadiattirarelaloroattenzione,dicendoqualcosaegesticolandoversolastalla.Paulsieratiratoindietropernonfarsivedere,escappòcolconiglioquando
entraronoincasa.Portòilproprio
contributonelpostocheglialtriavevanosceltopercucinare,un’alturadacuisivedevalastallachePaulavevalasciatoattraversounvarconelfilarefrangiventodipioppi.Ilconigliovennemessocolrestodelbottinosoprauntelostesoperterra.
Mentreglialtrisidavanodafareperpreparareilpasto,Paulguardòlastalla,perchéilbambinoerauscitodicasaesistavadirigendoversolastallaallamassimavelocitàconsentitadallestampelle.Sparìnellastallaperuntempoangosciosamentelungo.Pauludìilsuo
gridofiocoelovideaffacciarsiallaportaconlamorbidapellicciabiancadelconiglio.Selapremevacontrolaguancia,epoisilasciòcaderesullasoglia,affondòilvisonellapellicciaescoppiòinsinghiozzi.Pauldistolsegliocchi
enonguardòpiùdaquellaparte.Glialtriduenonvideroil
bambino,ePaulnonparlòdilui.Quandosisedetteroperconsumarelacena,unodeitreringraziòilSignore:“Padrenostro,tiringraziamoperquestocibochehaimessodavantianoi...”.Dirigendosiversole
lineeamericane,passandodistrattamentedaunvillaggioall’altro,i
compagnidiPaulaccumularonountesorodiragguardevolidimensioni.MentrePaul,chissàperché,portòacasasolounasciaboladellaLuftwaffearrugginitaetuttastorta.
TrustMe,courtesyEdie
Vonnegut.
SOLOTUEIO,SAMMY
Schizzo,courtesyEdieVonnegut.
I.
Questaèunastoriadisoldati,manonèpropriamenteunastoriadiguerra.Laguerraerafinitaquandoaccadderoquestecose,perciòimmaginochelasipossadefinireunthriller.Nonungiallo,mapropriounthriller.IlmionomeèSam
Kleinhans.Èunnometedescoe,mispiacedirlo,perqualchetempoprimadellaguerramiopadresimpatizzòperilGerman-AmericanBund1delNewJersey.Quandoscoprìqualieranoisuoiscopi,seneandòsbattendolaporta.Mamoltiabitantidelnostro
quartiereeranoentusiasticisostenitoridelBund.Unpaiodifamiglienellanostravia–ricordo–sientusiasmaronotalmenteperciòcheHitlerstavafacendonellamadrepatriachevendetterotuttoquellocheavevanoetornaronoavivereinGermania.Alcunideilorofigli
avevanopiùomenolamiaetà,equandogliStatiUnitientraronoinguerraeioandaioltreoceanocomefuciliere,michiedevosepercasononmisarebbecapitatodisparareaddossoaqualcunodeimieivecchicompagnidigiochi.Noncredodiaverlomaifatto.Scoprii
successivamentechelamaggiorpartedeiragazzidelBundcheavevanopresolacittadinanzatedescaeranoandatiacombatterecomefucilierisulfronterusso.Qualcunolavoròperilcontrospionaggio,cercandodimescolarsiconletruppeamericanesenzafarsinotare,manontanti.I
tedeschinonsifidavanodiloro:oalmenoèquellocheunodeinostriexviciniscrisseamiopadrenellaletteraincuiglichiedevaunpaccodiviveri.LastessapersonadicevacheavrebbefattoqualunquecosapertornarenegliStatiUniti,eimmaginochetuttilapensasserocosì.
EsseretantovicinialoroeaquellapagliacciatadelBundfecesìcheiomisentissipiuttostoimbarazzatodallemieoriginitedeschequandofinalmenteentrammoinguerra.Devoesseresembratounverostupidoamoltideiragazzi,quandoparlavocomeparlavodilealtà,dibattersiper
unacausaedituttoilresto.Noncheglialtrisoldatinoncredesseroaquestecose:èsolochenoneradimodaparlarne.NondurantelaSecondaguerramondiale.Ripensandoci,soche
erostucchevole.Ricordociòchedissilamattinadell’ottomaggio,peresempio,ilgiornoincuifinìla
guerraconlaGermania.“Nonèmagnifico?”dissi.“Nonèmagnifico
cosa?”disseilsoldatosempliceGeorgeFisher,alzandounsopracciglio,comeseavessedettoqualcosadimoltoprofondo.Sistavagrattandolaschienacontrounpezzodifilospinatopensandoadaltro,
immagino.Ciboesigarette,probabilmente,eforseanchedonne.Farsivederea
chiacchierareconGeorgenoneramoltointelligente.Alcampononavevapiùamici,echiavessecercatolasuacompagniaavevamolteprobabilitàdivedersivoltarelespalledaglialtriedirimanere
isolato.Stavamogirandotuttiintondo,ederastatouncaso–pensaiallora–seGeorgeeiocieravamoincontrativicinoalcancello.Itedeschiloavevano
nominatocapo-campo.Dicevanodiaverlofattoperchéparlavatedesco.Inognimodo,Georgeneavevaapprofittato.Eramolto
piùgrassodelrestodinoi:dunque,probabilmentestavapensandoalledonne.Nessunaltroavevatoccatoquestotastodacircaunmesedopolanostracattura.Campavamodipatatedaottomesi,tuttitranneGeorge,perciò,comedicevo,ledonneeranounargomentopopolarecomelo
studiodellacetraolacoltivazionediorchidee.Dacomemisentivo
inquelmomento,seBettyGrablesifossefattavivaeavessedettocheeratuttamia,l’avreipregatadifarmiunpaninoconburrod’arachidiemarmellata.SolochequelgiornononeraBettyGrablechestava
pervenirciatrovare,mal’ArmataRossa.Noidue,rittisulbordodellastradadavantialcancellodellaprigione,sentivamoilrombodeicarriarmatinellavalle,cheproprioinquelmomentostavanoaffrontandolasalitaperveniresudanoi.Igrossicannoni
schieratianord,cheavevanofattotremarei
vetridelcarcereperunasettimana,oratacevano,eleguardieeranosparitedurantelanotte.Prima,l’unicotrafficosullastradaerastatoilpassaggiodiqualchebarrocciodicontadini.Oralastradaerapienadigentechespingevaegridava,urtandosi,inciampando,lanciandoimprecazioni;gente
checercavadiarrivareaPragaattraversolecollineprimacheirussilacatturassero.Unapauracosìpuò
trasmettersiancheallepersonechenonhannonulladatemere.Nontuttiquellichefuggivanodavantiairussieranotedeschi.Ricordouncaporaleinglese,peresempio,cheGeorgeeio
vedemmocamminare,tuttoimpettito,versoPragacomeseavesseildiavoloallecalcagna.“Megliodarsiuna
mossa,americani!”ansimò.“Irussisonoadueotrechilometri,sapete?Nonvorretemescolarviconloro,eh?”Ilbellodiessere
mezzimortidifame,comeimmaginoche
nonfosseilcaporale,ècheèdifficilepreoccuparsidiqualcosachenonsiaproprioquesto:ilfattochesièmezzimortidifame.“Nonhaicapitoniente,bellomio,”gliurlai.“Daquelchemirisulta,siamodallaloroparte.”“Quellinonti
chiedonodadovevieni,americano.Sparanoa
tuttociòchevedonosoloperdivertirsi.”Esparìdietrolacurva.Ioscoppiaiinuna
risata,maquandomivoltaiaguardareGeorgeebbiunasorpresa.Georgesipassavaleditatozzetraicapellirossi,eilsuofaccionedalunapienaerabiancomentreguardavainfondoallastradanella
direzionedacuisarebberoarrivatiirussi.Eccounacosachenessunodinoiavevamaivisto:Georgeimpaurito.Finoadalloraaveva
saputopadroneggiareognisituazione,siaconnoicheconitedeschi.Avevalapelleduraederasempreriuscitoacavarsela,obluffandooblandendoilsuo
interlocutore.AlvinYork2sarebbe
rimastoimpressionatodaalcunedellesuestoriediguerra.Eravamotuttidellastessadivisione,tranneGeorge.Luieracapitatolìdasolo,edicevadiesserestatoinprimalineadalD-Day.Glialtrieranotuttinovellini,catturati
inunosfondamentomenodiunasettimanadopoesserestatispeditialfronte.Georgeeraunautenticoveteranoeavevadirittoalmassimorispetto.Glielotributavano;adentistretti,maglielotributavano;finoaquandoJerryrimaseucciso.“Dammiancorauna
voltadellaspia,bellomio,etispaccolafaccia,”losentiidireauntalecheavevasentitomormorarecontrodilui.“Saibenissimochefarestilastessacosa,setuneavessilapossibilità.Sestoalgiocodelleguardie,èsolopermangiare.Quellicredonochestiadallaloroparte,ecosìmi
trattanobene.Nonfacciodelmaleanessuno,dunquefattigliaffarituoi!”Questoaccadde
pochigiornidopol’evasione,dopocheJerrySullivanrimaseucciso.Qualcunoavevainformatoleguardiedell’evasione,oalmenocosìpareva.Cistavanoaspettandofuoridalrecinto,
all’imboccaturadellagalleria,quandoJerry,ilprimoauscire,strisciòfuoridalbuco.Noncisarebbestatobisognodisparargli,maquellispararono.ForsenonerastatoGeorgeadirloalleguardie,manessuno,quandoluinonpotevasentirci,gliaccordavailbeneficiodeldubbio.Nessunoglidiceva
qualcosainfaccia.Georgeeragrossoeinbuonasalute–ricordo–ediventavasemprepiùmuscolosoecattivo,mentrenoicistavamotrasformandoinunasquadradisonnolentispaventapasseri.Ora,però,conirussi
chestavanoperarrivare,parevacheaGeorgefosserosaltatii
nervi.“BattiamocelaaPraga,Sammy.Solotueio,cosìpotremofilare,”disse.“Chediavoloti
prende?”dissiio.“Micadobbiamoscappare,George.Abbiamoappenavintolaguerra,etuticomporticomesel’avessimopersa.Pragaèacentochilometri,peramordiDio.Irussi
sarannoquitraun’ora,eforsemanderannodeicamionperriportarcinellenostrelinee.Pigliatelacomoda,George...Nonsisentepiùsparare,no?”“Cifucileranno,
Sammy,questoèsicuro.Tunonsembrinemmenounsoldatoamericano.Quellisonodeiselvaggi,Sammy.Forza,andiamocene
finchésiamointempo.”Sulmio
abbigliamentoavevaragionelui.Erostracciato,rammendatoepienodimacchie,epiùcheunsoldatoamericanosembravounbarbone.George,invece,com’eraprevedibile,avevaancoraunaspettopiuttostoelegante.Leguardie
nonglilesinavanoilciboelesigarette,equesteultimepotevascambiarlenelcampoconquasituttoquellochevoleva.Cosìsieraprocuratodiversicambid’abito,eleguardieglipermettevanodiusareilferrodastirocheavevanonellabaracca,einquestomodoeradiventatol’elegantone
delcampo.Oraperòilgiocoera
finito.Nessunodovevapiùfarescambiconlui,egliuominicheloavevanotrattatocosìbenesen’eranoandati.Forseeraquestochelospaventava,enonirussi.“Andiamovia,Sammy,”disse.Imploravapropriome,unapersonaconcuieravissutogomitoa
gomitoeperlaqualeinottomesinonavevaavutounaparolabuona.“Vaccitu,sevuoi,”
dissi.“Nondevimicachiedermiilpermesso,George.Va’.Iorestoquiconglialtriragazzi.”Nonsimosse.“Tue
io,Sammy,resteremouniti.”Sorriseemipassòunbracciosulle
spalle.Glisfuggiie
attraversaiilcortiledellaprigione.L’unicacosacheavevamoincomuneeranoicapellirossi.Eropreoccupato:nonriuscivoacapirequalefosseilsuotornaconto,eperqualeegoisticomotivovolessediventaretutt’auntrattoungrandeamicomio.EGeorge
eraunadiquellepersonechepensanosemprealpropriotornaconto.Miseguìattraversoil
cortileetornòaposarmiunbracciosullespalle.“Okay,Sammy,staremoquiadaspettare.”“Nonmiimportaun
accidentediquellochefaitu.”“Okay,okay,”rise.
“Volevosolofartiunaproposta:vistochedovremoaspettarealmenoun’ora,perchénonfacciamountrattodistrada,ioete,pervederesepossiamoprocurarcidafumareequalchericordino?Datocheparliamotedescotutt’edue,dovremmocombinarequalcosadibuono,insieme.”
Morivodallavogliadifumare,eGeorgelosapeva.Gliavevodatoimieiguantiincambiodiduesigaretteunpaiodimesiprima–quandofacevaancoraunfreddocane–edaalloranonavevopiùfumato.ConlesueparoleGeorgemifecerifletteresucomesarebbestataquellaprimaboccatadifumo.
Dovevanoessercidellesigarettenellacittàpiùvicina,Peterswald,chesitrovavainfondoaunabellasalitadicinquechilometri.“Chenedici,
Sammy?”Mistrinsinelle
spalle.“Chediavolo...Andiamo.”“Avanti,allora.”“Doveandate?”gridò
unodeiragazzinel
cortiledellaprigione.“Fuori,adare
un’occhiataingiro,”risposeGeorge.“Torniamotra
un’ora,”soggiunsi.“Voleteunpo’di
compagnia?”gridòilragazzo.Georgecontinuòa
camminare,enonrispose.“Sevengonointanti,incasinerannotutto,”dissestrizzando
l’occhio.“Induevabenone.”Loguardai.Avevaun
sorrisoincollatoallafaccia,maquestononmiimpedivadivederecheeraancoramoltospaventato.“Dichehaipaura,
George?”“Deveancoravenire
ilgiornoincuiilvecchioGeorgieavràpauradiqualcosa.”
CimescolammoaquellafollarumorosaeciincamminammoperlablandasalitacheportavaaPeterswald.
II.
Avolte,quandopensoaciòcheaccaddeaPeterswald,cercodellescuse:midicocheerosbronzo,
chedopoesserestatoinprigioneeapanciavuotapertantotempoerounpo’fuoriditesta.Ilproblemaèchenessunomicostrinseafarequellochefeci.Noneroconlespallealmuro.Lofeciperchévolevofarlo.Peterswaldfuuna
delusione.Speravoditrovarvialmenounpaiodinegozidovechiedere
orubaredellesigaretteequalcosadamangiare.Malacittadinaerasolounagglomeratodinonpiùdiduedozzinedicasecoloniche,ciascunadellequaliconunmuroeuncancelloditremetri.Eranostretteinsiemesullacimadiunpoggioverdeggianteedavanosuicampi,formandounasolida
fortezza.Conicarriarmatiel’artiglieriainarrivo,tuttavia,Peterswaldsarebbestataunafacilepreda,enonsembravachequalcunoavessevogliadicostringereirussiabattersiperconquistarla.Quaelàuna
bandierabianca–unlenzuoloattaccatoaunmanicodiscopa–
sventolavaaunafinestradelprimopiano.Tuttiicancellieranoaperti:resaincondizionata.“L’unavalel’altra,”
disseGeorge.Mipreseperunbraccio,mispinsefuoridalfiumedigenteevarcandoilcancellomifeceentrarenellacortedellaprimacasacolonicache
incontrammo.Lacorteerachiusa
sutrelatidallacasaedaifabbricatiagricoli,conunmuroeuncancellolungoilquarto.Guardandodentroleporteapertedellestallevuote,enellefinestredellacasasilenziosa,perlaprimavoltamisentiicom’eroveramente:unostranieropreoccupato.
Finoadalloraavevocamminato,parlatoeagitocomesefossiuncasospeciale,unamericano,inqualchemodoestraneoaquestopasticcioeuropeo,senzanulladicuiaverpaura.Metterepiedeinunacittàfantasmamifececambiareidea...Oforsecominciavo
adaverepauradi
George.Selodicoadessosembreràcheioparlicolsennodipoi...Nonso,nonnesonosicuro.Forse,sottosotto,cominciavoafarmidelledomande.Isuoiocchieranotroppograndieinteressatiognivoltacheiodicevoqualcosa,enonriuscivaanonmettermilemaniaddosso,toccandomi,
lisciandomi,dandomipacchesullespalle;eognivoltacheparlavadiquellochevolevafarediceva:“Tueio,Sammy...”.“C’èqualcuno?”urlò.
Cirisposeprontamenteun’ecodaimuricircostanti,epoiilsilenzio.Georgemitenevaancoraperilbraccio,eglidiedeunastrizzata.“Nonè
accogliente,Sammy?Parechequestopostosiatuttopernoi.”Spinseilcancelloelochiusecolgrossopalettodilegno.Noncredocheallorasareistatocapacedimuoverequelcancello;Georgeinveceloavevaapertoechiusosenzanemmenocambiareespressione.Tornòindietroemisimiseal
fianco,pulendosilemaniesorridendo.“Cosapensidifare,
George?”“Lespoglieal
vincitore...Nonècosì?”Spalancòilportoneconuncalcio.“Be’,entra,ragazzo.Serviti.Georgiehasistematotuttoinmodochenessunocidisturbifinchénonavremofattolanostrascelta.
Va’acercarequalcosadibellopertuamadreeperlatuaragazza,eh?”“Iohosolovogliadi
fumare,”dissi.“Puoiancheaprirequelmaledettocancello,perquantomiriguarda.”Georgepreseun
pacchettodisigarettedaunatascadellagiubba.“Sonoononsonounamico?”disse
conunarisata.“Prendineuna.”“Perchémihaifatto
farequestascarpinatafinoaPeterswaldperunasigaretta,seneaveviunpacchettointero?”Luientròincasa.“Mi
piacelatuacompagnia,Sammy.Dovrestiesserelusingato.Irossidovrebberostareuniti.”
“Andiamocene,George.”“Ilcancelloèchiuso.
Nonc’ènulladicuiaverpaura,Sammy,propriocomedicevitu.Suconlavita.Va’incucinaaprenderequalcosadametteresottoidenti.Èl’unicacosachet’importa.Timangerailemaniperilrestodellavitasetilasciscappare
un’occasionecomequesta.”Mivoltòlespalleesimiseatirarfuoricassetti,vuotandolisulpianodiuntavoloevagliandoneilcontenuto.Fischiettavaunvecchioballabilechenonavevopiùsentitodallafinedegliannitrenta.Iomifermaialcentro
dellastanza,inpredaaunasortadiebbrezza
sognanteprovocatadalleprimeprofondeboccatedifumodellasigaretta.Chiusigliocchi,equandoliriapriiGeorgeavevasmessodipreoccuparmi.Nonc’eranulladicuiaverpaura:l’incubocheavevacominciatoaossessionarmierasparito.Mirilassai.“Chivivevaquiè
scappatoinfrettaefuria,”disseGeorge,semprevoltandomilespalle.Alzòunaboccetta.“Hannodimenticatolamedicinaperilcuore.L’avevaingiropercasalamiavecchia,questarobaperilcuore.”Larimisenelcassetto.“Èugualeintedescocomeininglese.Ilbuffodella
stricnina,Sammy,ècheinpiccoledosipuòsalvartilavita.”Sificcòunpaiodiorecchininellatascarigonfia.“Questirenderannomoltofelicequalcheragazzina,”disse.“Selepiacelaroba
daquattrosoldi...”“Allegro,Sammy!
Chestaicercandodifare,rovinarelafestaaltuoamico?Va’in
cucinaaprendertiqualcosadamangiare,peramordiDio.Tiraggiungotraunminuto.”Quantoall’essereil
vincitoreeadaggiudicarmiqualchespoglia,nonmitiraiindietro,amodomio:trefettedipaneneroeunpezzodiformaggio,chemiaspettavanosultavolodellacucinain
fondoallacasa.Cercaiinuncassettouncoltelloconcuitagliareilformaggioedebbiunapiccolasorpresa.C’erauncoltello,certo,mac’eraancheunapistola,nonmoltopiùgrossadelmiopugno,accantoauncaricatorepieno.Cigiocherellai,guardandocomefunzionava,einfilaiilcaricatorepervedere
seeraproprioquellodell’arma.Eraunbell’oggetto:unbelricordino.Alzailespalle,emiaccinsiarimetterlanelcassetto.Sarebbestatounsuicidiofarsisorprendereconun’armaoggidairussi.“Sammy!Dove
diavolosei?”gridòGeorge.Mifeciscivolarela
pistolanellatascadeicalzoni.“Quiincucina,George.Cos’haitrovato,igioiellidellacorona?”“Meglio,Sammy.”Il
suovisoerascarlatto,equandoentrònellastanzaGeorgeavevailfiatogrosso.Sembravapiùgrassodiquellocheera,conlagiubbaimbottitadituttalarobacheavevatrovato
nellealtrestanze.Sbattésultavolounabottigliadibrandy.“Chetenepare,Sammy?Oratueiopossiamofareunabellafesticciolaperlavittoria,eh?NonpotraitornarenelNewJerseyedireaituoicheilvecchioGeorgienontihaoffertomainiente.”Midiedeunamanatasullaschiena.“Era
pienaquandol’hotrovata,eadessoèmezzavuota,Sammy...Seirimastoindietro.”“Ecosìrimarrò,
George.Grazie,maquestarobaprobabilmentemiucciderebbe,nellostatoincuisono.”Luisiaccomodòsulla
sediadavantiallamia,conungransorrisomaliziososullafaccia.
“Finisciquelpaninoesaraiprontoperuncicchetto.Laguerraèfinita,ragazzo!Èilcasodibrindare,ono?”“Piùtardi,magari.”Nemmenolui
continuòabere.Restòsedutoinsilenzioperunpo’,pensandointensamenteaqualcosa,mentreiomasticavoilmiopanino.
“Cheèsuccessoaltuoappetito?”chiesiinfine.“Niente.Buonocome
sempre.Homangiatostamattina.”“Grazieper
avermeneoffertounpo’.Cos’era,unregalod’addiodelleguardie?”Luisorrise,comese
gliavessiresoomaggiopertuttelefurbatecheavevafatto.“Chec’è,
Sammy...Cel’haiconmeocosa?”“Hodettoqualcosa?”“Noncen’èbisogno,
ragazzo.Seicometuttiglialtri.”Siappoggiòallaspallieraesistirò.“HosaputochealcunideiragazzivoglionodenunciarmicomecollaborazionistaquandotorneremonegliStatiUniti.Pensidifarloanchetu,
Sammy?”Eracalmissimo,sbadigliava.Continuòsubito,senzadarmiiltempodirispondere.“IlpoverovecchioGeorgienonhaunamicoalmondo,eh?Èpropriorimastosolo,vero?Misachetuttivoiandretedrittiacasa,maimmaginochel’esercitovorràfareunachiacchieratacon
GeorgieFisher,nonècosì,eh?”“Seibollito,George.
Lasciaperdere.Nessunohaintenzione...”Sialzòinpiedi,
attaccandosialtavoloconlamanopernonperderel’equilibrio.“No,Sammy,credopropriodiaverevistogiusto.Collaborazionista...È
tradimento,no?Perquestotipossonoimpiccare,no?”“Calmati,George.
Nessunocercheràdifartiimpiccare.”Lentamente,mialzaiinpiedianch’io.“Tidicochehovisto
giusto,Sammy.EssereGeorgieFisherèdiventatoscomodo,ealloracosacredichefarò?”Cincischiòun
po’colcollettodellacamicia,poitiròfuorilepiastrinediriconoscimentoelebuttòperterra.“Diventeròunaltro,Sammy.Direichehoavutoun’ideabrillante,nontipare?”Ilrombodeicarri
armaticominciavaafartremareipiattinellacredenza.Miavviaiallaporta.“Nonmiimporta
unaccidentediquellochefarai,George.Ionontidenuncerò.L’unicacosachevoglioèportareacasalapelle,eoratornoalcampo.”Georgefeceunpasso
avantiesipiazzòtrameelaporta,mettendomiunamanosullaspalla.Mistrizzòl’occhioesorrise.“Aspettaunmomento,
ragazzo.Nonhaiancorasentitotutto.NonvuoisaperecosafaràadessoiltuoamicoGeorgie?Tiinteresseràmolto.”“Addio,George.”Luinonsispostò.
“Megliochetisiediebeviqualcosa,Sammy.Tieniinerviaposto.Tueio,ragazzo,nessunodinoiduetorneràalcampo.Iragazzisanno
chefacciahaGeorgieFisher,equestorovinerebbetutto,no?Credochefaròbeneadaspettareunpaiodigiorni,poiaconsegnarmiaPraga,dovenessunomiconosce.”“Tihogiàdettoche
ionondiròniente,George,edèvero.”“Tihodettodi
sederti,Sammy.Bevi
unsorso.”Erostancoestordito,
eilpaneneroraffermocheavevonellapanciamidavalanausea.Misedetti.“Cosìvabene,”disse
lui.“Nonsaràunacosalunga.Sammy,sevedilecosecomelevedoio.HodettochevogliosmetterediessereGeorgieFisherediventareunaltro.”
“Bene,bravo,George.”“Ilfattoècheavrò
bisognodiunnomenuovoedellepiastrinegiuste.Mipiaccionoletue...Quantovuoiperdarmele?”Avevasmessodisorridere.Nonscherzava:mistavafacendounaproposta.Siprotesesoprailtavoloe,colfaccioneroseoesudato
apochicentimetridalmio,mormorò:“Chenedici,Sammy?Duecentodollariincontantiequestoorologioperlepiastrine.Èquellochecivuole,oquasi,perunaltroLaSalle,no?Guardal’orologio,Sammy...ANewYorkvalemilledollari...Batteleore,tidicechegiornoè...”.Buffo,cheGeorge
dimenticassecheLaSalleavevacessatol’attività.Tiròfuoridallatascadeicalzoniunrotolodibanconote.Itedeschiciavevanopresotuttiisoldiquandoeravamostatifattiprigionieri,maalcunideiragazziavevanonascostodeibigliettidibancanellefoderedeivestiti.George,
accaparrandosilesigarette,erariuscitoaimpossessarsidituttiisoldisfuggitiaitedeschi,finoall’ultimocentesimo.Laleggedelladomandaedell’offerta:cinquedollariunasigaretta.Mal’orologioerauna
sorpresa.Georgeavevamantenutoilsegretofinoaoggi,perottimeragioni.L’orologioera
appartenutoaJerrySullivan,ilragazzocheerastatofucilatoperavertentatodievadere.“Dovehaipescato
l’orologiodiJerry,George?”Georgesistrinse
nellespalle.“Unameraviglia,vero?HodatoaJerrycentosigarette,incambio.Sonorimastoamani
vuote.”“Quando,George?”Nonmiguardavapiù
conquellargosorrisoconfidenziale.Eraarcignoecorrucciato.“Comesarebbeadire,quando?Pocoprimachemorisse,sevuoisaperlo.”Sipassòunamanotraicapelli.“Okay,continua,di’purechel’hofattoammazzareio.Èquello
chepensi,ealloradillo.”“Nonlostavo
pensando,George.Stavopensandoacom’eristatofortunatoafarequelloscambio.Jerrymiavevadettochel’orologioerastatodisuononno,echenonloavrebbecedutoanessunopernullaalmondo.Eccotutto.Erosolounpo’sorpreso
cheavessepoiaccettatodidarloate,”dissisottovoce.“Acheserve?”disse
lui,rabbiosamente.“Comefaccioaprovarechenonhoavutonienteachefareconquellastoria?Voiragazziavetedatolacolpaameperchélecoseameandavanobeneeavoino.IosonostatoonestoconJerry,
euccideròchidicechenonèvero.Eoracontevogliogiocareacartescoperte,Sammy.Vuoilagranael’orologioono?”Iostavopensando
allanottedell’evasione,ricordandociòcheJerryavevadettopocoprimadimettersiastrisciarenellagalleria.“Dio,vorreiavereunasigaretta,”avevadetto.
Ilrombodeicarriarmatieraquasiunboato,ormai.DovevanoaveroltrepassatoilcampoefattogliultimichilometridellasalitafinoaPeterswald,pensai.Nonc’eratempodaperdere.“Certo,George,èunabuonaofferta.Bene,maiochedovreifarequandotisaraimessoneimieipanni?”
“Quasiniente,ragazzo.Dovraisolodimenticarechiseiperqualchetempo.APragatipresentieglidicichehaiperdutolamemoria.LatiriinlungoquantobastaperdarmiiltempoditornarenegliStatiUniti.Diecigiorni,Sammy...Tuttoqui.Funzionerà,ragazzo,perchéabbiamotutt’e
dueicapellirossielastessastatura.”“Ecosasuccederà
quandoscoprirannocheSamKleinhanssonoio?”“IosarònegliStati
Unitieavròsaltatoilfosso.Nonmitroverannomai.”Cominciavaaspazientirsi.“Su,Sammy,cistai?”Eraunpiano
sballato,destinatoalfallimento.Loguardainegliocchi,ecredettidivederechelosapevaanchelui.Forse,inunmomentodieuforia,avevapensatochepotessefunzionare...Masembravacheavessegiàcambiatoidea.Guardail’orologiosultavoloepensaiaJerrySullivan,quandoloavevanoriportatoal
campo,morto.RicordavocheGeorgeliavevaaiutatiatrasportarlo.Pensaiallapistola
cheavevointasca.“Va’all’inferno,George,”dissi.Nonparvesorpreso.
Spinselabottigliaversodime.“Beviungoccioepensacisu,”dissepacatamente.“Staisolocomplicando
lecosepertuttiedue.”Iospinsilabottigliaversodilui.“Complicandomoltolecose,”disseGeorge.“Iovoglioquellepiastrineenehopropriobisogno,Sammy.”Miirrigidii,manon
accaddenulla.Erapiùcodardodiquantopensassi.Georgemimise
l’orologiosottoilnaso,eschiacciòunpulsantecolpollice.“Ascolta,Sammy...Batteleore.”Nonudiiilcarillon.
Fuoric’eraunbaccanoinfernale:lostrepitoassordanteeilrombodeicarriarmati,gliscoppideiritornidifiamma,ecorientusiasticiesfrenati,conalcunefisarmonicheche
suonavanopiùfortechepotevano.“Sonoqui!”urlai.La
guerraerapropriofinita!Oracipotevocredere.DimenticaiGeorge,Jerry,l’orologio...tuttotrannequelmagnificorumore.Corsiallafinestra.Grandinuvoledifumoedipolveresialzavanooltreilmuro,equalcunosimisea
batterealcancello.“Ecco!”esclamairidendo.Georgemistrappò
dallafinestraemispinsecontroilmuro.“Ecco,propriocosì!”disse.Ilsuovisoerapienoditerrore.Mipuntòunapistolacontroilpetto.Strinseleditaintornoallacatenelladellepiastrineemela
strappòdalcolloconunrapidostrattone.Siudìunoschianto
secco,ungemitometallico,eilcancellosiaprì.Dall’aperturafececapolinouncarroarmato,imballandoilmotore,conigrossicingolisoprailcancelloscardinato.AquelrumoreGeorgesivoltò,nelprecisomomentoincuiduesoldatirussi
scivolavanogiùdallatorrettadelcarroedentravanodicorsanellacorte,spianandoimitra.Guardaronoinfrettadaunafinestraall’altraeurlaronoqualcosachenoncapii.“Ciammazzerannose
vedonoquell’arma!”gridai.Georgeannuì.
Sembravastordito,comesesognasse.“Sì,”
disse,ebuttòsulpavimentolapistola,chescivolòsulleassidelpavimentosbiancateandandoafermarsiinunangolobuio.“Mettilemaniinalto,Sammy,”disse.Alzòlemanisopralatesta,voltandomilespalleeguardòversoilcorridoiolungoilqualeavanzavanorumorosamenteirussi.
“Dovevoessereubriaco,Sammy.Erofuoriditesta,”mormorò.“Certo,George...
Certo.”“Dobbiamoessere
unitiinquesto,Sammy,misenti?”“Unitiincosa?”
Avevolemanipenzolonisuifianchi.“Ehi,ruski,comediavolostate?”gridai.
Irussi,dueadolescentidall’ariapiuttostorozza,entraronoimpettitinellastanza,spianandoimitra.Nonsorridevano,nessunodeidue.“Mettetelemaniinalto,”ordinòunointedesco.“Amerikaner,”dissi
debolmente,ealzailemani.Iduemirivolsero
un’occhiatasorpresaecominciaronoaconsultarsitraloroabassavoce,senzatogliercigliocchididosso.All’iniziociguardavanotorvo,maparlandodiventaronosemprepiùgioviali,eallafineeranoraggianti.Forseavevanodovutotranquillizzarsiavicendadicendosiche
noneracontrarioallalineadelpartitotrattarecordialmentegliamericani.“Èungrangiorno
perilpopolo,”dissesolennementequellochesapevailtedesco.“Ungrangiorno,”
riconobbi.“George,offriairagazziqualcosadabere.”Iduesoldati
guardaronofelicila
bottigliaesidondolaronosuipiedi,alzandoeabbassandolatesta,eridacchiando.InsistetteroeducatamentecheGeorgedovevabrindareperprimoaquellocheeraungrangiornoperilpopolo.Georgesorrisenervosamente.Sieraquasiportatola
bottigliaallelabbraquandoessagliscivolòdalleditaecaddesulpavimento,rovesciandoneilcontenutoainostripiedi.“Dio,mispiace,”
disseGeorge.Michinaiper
raccoglierla,mairussimifermarono.“Lavodkaèmegliodiquelvelenotedesco,”disse
solennementeilrussocheparlavatedesco,ecavòunagrossabottigliadalcamiciotto.“ARoosevelt!”disse,prendendounalungasorsataepassandolabottigliaaGeorge.Quattrovoltela
bottigliafeceilgiro:inonorediRoosevelt,Stalin,Churchill,eaHitlerchearrostivaall’inferno.L’ultimo
brindisifuun’ideamia.“Afuocolento,”dissi.Irussilatrovaronopiuttostodivertente,malelororisatesispenserodicolpoquandodalcancelloentròunufficialecheurlandolichiamò.Cisalutaronoinfretta,afferraronolabottigliaecorserofuoridallacasa.Livedemmo
arrampicarsisulcarroarmato,cheuscìamarciaindietroesiallontanòpesantementelungolastrada.Iduesoldatiagitaronolemaniinuncennodisaluto.Lavodkamiaveva
scaldato,intontitoefattosentirbene:eroanchediventatopiùsfacciatoesanguinario.George,quasi
completamenteubriaco,barcollava.“Nonsapevoquello
chefacevo,Sammy.Ero...”Nonfinìlafrase.Accigliato,vacillante,strizzandogliocchi,sistavadirigendoversol’angolodovegiacevalasuapistola.Feciunpassoavanti
elointercettai,estraendolapiccolaarmadallatascadei
calzoni.“Guardacos’hotrovato,Georgie.”Sifermòaguardarla,
strizzandogliocchi.“Misembrapropriocarina,Sammy.”Teselamano.“Fammelavedere.”Tolsilasicura.
“Siediti,Georgie,vecchiomio.”Silasciòcaderesulla
sediacheavevooccupatoio.“Non
capisco,”borbottò.“Nonvorraispararealtuovecchioamico,eh,Sammy?”Mirivolseun’occhiataimplorante.“Tihotrattatobene,no?Nonsonosemprestato...”“Seitroppo
intelligentepercrederechetiavreilasciatoandareconlemiepiastrine,no?Iononsonoamicotuo,etulo
sai,no,Georgie?Finirebbeinunsolomodo:conlamiamorte.Nonl’avevipensatoanchetu?”“Cel’hannotutticol
vecchioGeorge,daquandoicrucchil’hannopresoinquelposto.DavantiaDio,Sammy,giurochenonhomaiavutonienteachefarecon...”Nonfinìlafrase.Scosseil
capoesospirò.“Chedisastro,povero
vecchioGeorgie...Nonhaiavutoneancheilcoraggiodispararmiquandoneavevil’occasione.”Raccolsilabottigliacheavevalasciatocadereeglielamisidavanti.“Saidicos’haibisogno?Diuncicchetto.Vedi,George?...Cen’èancoraunpo’.Nonsei
contentochenonsièrovesciatotutto?”“Nonnevogliopiù,
Sammy.”Chiusegliocchi.“Mettiviaquellapistola,tispiace?Nonhomaipensatodifartidelmale.”“Bevi,hodetto.”Non
simosse.Misedettidavantialui,sempreprendendolodimiraconlapistola.“Dammil’orologio,George.”
Sembròsvegliarsidicolpo.“Èquestochevuoi?Certo,Sammy,eccolo,seconquestolecosesiaggiustano...Comefaccioaspiegarticomediventoquandomiubriaco?Perdoilcontrollo,ragazzomio.”Miporsel’orologiodiJerry.“Ecco,Sammy.Dopotuttoquellochetihafattopassareilvecchio
Georgie,Diosaseteloseiguadagnato.”Puntailelancettea
mezzogiornoepremettiilpulsante.Ilcarillonsuonòdodicivolte,duecolpialsecondo.“Quellovalemille
dollariaNewYork,Sammy,”disseGeorgeconlavoceimpastata,mentrel’orologiobatteval’ora.“Eccoperquanto
tempodeviberedaquellabottiglia,George,”dissi,“iltempocheimpiegal’orologioabatteredodicicolpi.”“Noncapisco.Cos’è
questanovità?”Deposil’orologiosul
tavolo.“Comedicevitu,George,lastricninaèunafaccendacuriosa:apiccoledosipuòsalvartilavita.”
Premettinuovamenteilpulsantedell’orologio.“BeviallasalutediJerrySullivan,amicomio.”Ilcarillontornòa
farsisentire.Otto...nove...dieci...undici...dodici.Nellastanzatornòilsilenzio.“Okay,ecosìnonho
bevuto,”disseGeorgeconunsorriso.“Allora,adessochesuccede,
eh,boyscout?”
III.
Quandohoiniziatoquestastoria,hodettochesecondomeeraunthriller.Nonnesonopiùtantosicuro.Rientrainellelinee
americane,senzadifficoltà,eriferiicheGeorgesieraucciso
accidentalmenteconunapistolatrovatainunfosso.Firmaiunadichiarazioneincuigiuravocheeraandatacosì.Chediavolo,era
morto,enonc’eraaltrodadire,no?Chiciavrebbeguadagnatoseavessidettochel’avevouccisoio?Lamiaanima?L’animadiGeorge,magari?
Be’,ilcontrospionaggiomilitaresentìsubitopuzzadibruciatoinquellaversione.AlcampoLuckyStrike,vicinoaLeHavre,inFrancia,dov’eranoconcentratituttiiprigionieridiguerrarimpatriaticheaspettavanounanavepertornareacasa,miconvocaronosottouna
tendacheviavevapiantatoilcontrospionaggio.Erolàdaduesettimaneeavreidovutoimbarcarminelpomeriggiodelgiornoseguente.Facevaledomande
unmaggioreconicapelligrigi.Avevalamiadichiarazionedavantiasé,ediedeunascorsaallastoria
dellapistolanelfossosenzamostrareunparticolareinteresse.MiinterrogòpiuttostoalungosucomeGeorgesieracomportatonelcampodiprigionia,evollesapereconesattezzacheaspettoaveva.Preseappuntidiquellochedicevo.“Sicurodiavereil
nomegiusto?”chiese.
“Signorsì,eancheilnumerodiserie.Eccounadellepiastrine,signore.L’altral’holasciatasulcorpo.Spiacente,signore,avreivolutoconsegnarlaprima.”Ilmaggiorestudiòla
piastrina,poil’allegòalladichiarazioneemiseiltuttodentrounagrossacartella.VidiilnomediGeorgescritto
sullacopertina.“Nonsobenechealtrofaredituttoquesto,”disse,giocherellandocollegacciodeldossier.“Unbeltipo,GeorgeFisher.”Mioffrìunasigaretta.Lapresi,manonl’accesisubito.Buonanotte.Diosa
come,avevanoscopertotutto,pensai.Avevovogliadiurlare,macontinuaia
sorridereadentistretti.Ilmaggioresela
presecomoda,primadiarticolarelafrasesuccessiva.“Lapiastrinaèfalsa,”disseinfine,conunsorrisetto.“Nell’esercitodegliStatiUnitinonc’ènessundispersoconquelnome.”Sisporseinavantiper
accendermilasigaretta.“Forsefaremmomeglioapassarequestodossieraitedeschi,inmodochepossanoinformareiparenti.”Nonavevomaivisto
GeorgeFisherprimacheloportasseroalcampo,dasolo,quelgiornodiottomesiprima,maavreidovutoriconoscereiltipo.
Sonocresciutoconunpaiodiragazzicomelui.Dovevaesserestatounbuonnazistapervenireingaggiatonelcontrospionaggiotedesco,perché,comedicevo,lamaggiorpartedeiragazzidelBundnonselapassaronoaltrettantobene.NonsoquantidilorotornarononegliStatiUnitiallafine
dellaguerra;ancheilmioamicoGeorgeFishernonriuscìatornare,maciandòmaledettamentevicino.
1Organizzazionenazionalista,razzistaeantisemitafondatainAmericanegliannitrentaperinfluenzarel’opinionepubblicaafavoredellaGermanianazista.[N.d.T.]
2EroeamericanodellaPrimaguerramondiale–ilfamoso“sergenteYork”–sulqualesonouscitilibriefilm.[N.d.T.]
Confetti#50,courtesyKurt
Vonnegut&OrigamiExpressLLC.
LASCRIVANIADEL
COMANDANTE
Schizzo,courtesyEdieVonnegut.
ErosedutodavantiallafinestradellamiabottegucciadiebanistanellacittadinacecoslovaccadiBeda.MiafigliaMarta,rimastavedova,scostòlatendaeguardògliamericanidaunangolodellafinestra,badandoanoncoprirmilavisualeconlatesta.“Vorreichesi
voltassedaquesta
parte,cosìpotremmovederloinfaccia,”dissiio,spazientito.“Marta,allargaunpo’lafessura.”“Èungenerale?”
disseMarta.“Ungenerale
comandanteaBeda?”Risi.“Uncaporale,forse.Cheariabenpasciutahannotutti,eh?Aaaaah,quellimangiano...come
mangiano!”Passailamanosuldorsodellamiagattanera.“Adesso,micina,dovraisoloattraversarelastradaperpotergustareperlaprimavoltalapannaamericana.”Alzailemanisopralatesta.“Marta!Tirendiconto,tirendiconto?Irussisenesonoandati,Marta,senesono
andati!”Eoracercavamodi
vederechefacciaavevailcomandanteamericanochestavaentrandonelpalazzodifronte:ilpalazzochefinoaqualchesettimanaprimaerastatooccupatodalcomandanterusso.Gliamericanientrarono,facendosilargotralemacerieeimobili
fracassati.Perqualchetempodallamiafinestranoncifunientedavedere.Miadagiainellapoltronaechiusigliocchi.“Èfinita,lastrageè
finita,”dissi,“esiamovivi.Ciavresticreduto?Unapersonaconlatestaapostopotevaveramenteimmaginarecheallafinedellaguerrasarebbestata
ancoraviva?”“Iomisentocomese
esserevivifosseunacosadicuivergognarsi,”disselei.“Probabilmenteil
mondosisentiràcosìancorapermoltotempo.Tu,almeno,puoiringraziareIddiocheseiarrivataallafinesenz’averetroppecolpedelmassacro.Esserepresiinmezzo
senzapoterfarenullahaquestovantaggio.Pensaalleresponsabilitàchegravanosullespalledegliamericani:centomilamortineibombardamentidiMosca,cinquantamilaaKiev...”“Eleresponsabilità
deirussi?”disselei,impetuosamente.“No...Irussino.È
unodeilatipositivichecisononelperdereunaguerra.Rinuncialletueresponsabilitàinsiemeallatuacapitale,edentrineiranghidelpopolinoinnocente.”Lagattastrofinòi
fianchicontrolamiagambadilegnoefecelefusa.Immaginochelamaggiorpartedegliuominiconunagambadilegnocerchinodi
nasconderequestofattomegliochepossono.Iohopersolagambasinistraquandoerounfanteaustriaconel1916,eportouncalzonepiùcortodell’altropermostrarelabellissimagambadilegnochemisonofattodopolaPrimaguerramondiale.IncisesullagambacisonoleimmaginidiGeorges
Clemenceau,DavidLloydGeorgeeWoodrowWilson,cheaiutòlarepubblicacecaasorgeredallerovinedell’Imperoaustro-ungariconel1919,quandoavevoventicinqueanni.Esottoquesteimmaginicenesonoaltredue,ciascunadellequaliconunsertod’alloro:TomášMasaryke
EduardBeneš,iprimileaderdellarepubblica.Cisonoaltrefaccechebisognerebbeaggiungere,eora,orachelapaceètornataancoraunavolta,forseleinciderò.L’unicointagliochehofattonellagambanegliultimitrent’annièappenaabbozzatoeoscuro,eforsebarbarico:tretacche
profondevicinoalpuntalediferro,peritreufficialitedeschidicuihofattovolarelamacchinagiùdaunamontagnaunanottedel1943,durantel’occupazionenazista.Quegliuominidilà
dallastradanoneranoiprimiamericanichevedevo.Aitempidellarepubblicaavevounafabbricadimobilia
Praga,efecimoltiaffariconibuyerdeigrandimagazziniamericani.Quandoarrivaronoinazisti,persilafabbricaemitrasferiiaBeda,questatranquillacittadinasullecollinepedemontanedeiSudeti.Miamogliemorìsubitodopoperlepiùraredellecause,quellenaturali.Cosìmi
rimasesolomiafigliaMarta.Ora,ringraziando
Iddio,rivedevodegliamericani:dopoinazisti,dopol’ArmataRossadellaSecondaguerramondiale,dopoicomunisticechi,eancorairussi.Saperechesarebbevenutoquestogiornomiavevaaiutatoasopravvivere.Nascostasottoil
pavimentodilegnodelmiolaboratorioc’eraunabottigliadiscotchchealungoavevamessoaduraprovalamiaforzadivolontà.Malalasciainelnascondiglio.Dovevaessereilmioomaggioagliamericaniquandofosserofinalmentearrivati.“Stannouscendo,”
disseMarta.
Apriigliocchievidiunrobustomaggioreamericanoconicapellirossichemiguardavadall’altromarciapiede,conlemanisuifianchi.Sembravastancoeseccato.Unaltrogiovanotto,uncapitano,alto,massiccioelento,econun’aria,apartelastatura,moltoitaliana,uscìagrandipassi
dall’edificioeloraggiunse.Stupidamente,forse,
sgranaigliocchidavantialoro.“Stannovenendoqui!”dissi,eccitatoeimpotente.Entrarono,il
maggioreeilcapitano,consultandounlibriccinobluche,comeimmaginai,contenevadellefrasiinceco.Ilgrossocapitano
parevaimbarazzato,eiomiresicontocheilmaggioreconicapellirossierainvecepiuttostobellicoso.Ilcapitanopassòil
ditosulmarginediunapaginaescosselatesta,sconfortato.“‘Mitragliatrice,mortaio,motocicletta...tank,tourniquet,trincea.’Nientesuschedari,sedieo
scrivanie.”“Cosadiavolosi
aspettava?”disseilmaggiore.“Èunlibroperimilitari,micaperunbrancodiimpiegatifinocchi.”Lanciòallibrettoun’occhiatatorva,dissequalcosadiassolutamenteincomprensibileealzòlosguardoameconun’espressionefiduciosa.“Moltoutile,
questolibro,”disse.“Dicecheèquestochebisognachiedereperavereuninterprete,mailvecchiosicomportacomesefossesanscrito.”“Signori,ioparlo
inglese,”dissi,“eanchemiafigliaMarta.”“Èvero,perdio,”
disseilmaggiore.“Buonperlei,nonno.”
Mifecesentirecomeuncagnolinochegliavesseriportatoabilmente–peruncagnolino–unapalladigomma.Porsilamanoal
maggioreeglidissiilmionome.Luiguardòaltezzosamentelamiamanoetennelesueintasca.Iomisentiiarrossire.“Iosonoilcapitano
PaulDonnini,”dissel’altroinfretta,“equestoèilmaggioreLawsonEvans.”Mistrinselamano.“Signore,”midisse(lasuavoceerapaternaeprofonda),“irussi...”Ilmaggioresbottòin
unepitetochemifececascareilmentosulpettoechesbalordìpersinoMarta,cheavevasentitoparlare
soldatiperlamaggiorpartedellasuavita.IlcapitanoDonnini
eraimbarazzato.“Nonhannolasciatounmobileintatto,”riprese,“emistavochiedendoseleipotrebbefarciaverealcunideimobilichehaquiinnegozio.”“Pensavopropriodi
offrirveli,”dissi.“Èunatragediacheabbiano
spaccatotutto.AvevanoconfiscatoipiùbeimobilidiBeda.”Sorrisiescossiilcapo.“Aaaaah,queinemicideicapitalisti...AvevanoarredatoiloroalloggicomeunapiccolaVersailles.”“Abbiamovistoi
rottami,”disseilcapitano.“Epoi,quandonon
potevanopiùtenersi
queitesori,hannodecisochenondovevaaverlinessunaltro.”Feciilgestodiunuomochedàuncolpod’accetta.“Ecosìilmondodiventaunpo’piùbruttopertuttiglialtri...Perchéitesorisonodiminuiti.Tesoriborghesi,forse,maquellichenonpossonopermettersibellecoseamanol’ideachein
qualchepostocisianoquestioggetti.”Ilcapitanoannuì
amabilmente,maconmiagrandesorpresavidiche,chissàperché,lemieparoleavevanoirritatoilmaggioreEvans.“Be’,comunque,”
dissi,“prendetepuretuttoquellocheviserve.Aiutarvi,perme,saràunonore.”Mi
chiedevosequellofosseilmomentoopportunoperoffrireloscotch.Lecosenonstavanoaffattoandandocomemieroaspettato.“Èpropriosveglio,il
nonno,”disseacidamenteilmaggiore.Auntrattocapii
cos’avevaintesodire.Fuunagrossa
sorpresa.Mistavadicendocheanch’ioeroilnemico.Volevadirecheerocostrettoacollaborareperchéavevopaura;anzi,volevacheioavessipaura.Perunattimomi
sentiidavveromale,fisicamente.Untempo,quandoerounuomomoltopiùgiovaneepiùcristiano,amavodire
chegliuominicheperfarfarelecosecontavanosullapauraeranopatetici,deimalati,edellepersonespregevoliesole.Piùtardi,dopoavervistoinazioneinteriesercitidiuominicosì,miresicontochel’isolatoeroio:eforsecheeroanchepateticoemalato,mapiuttostocheammetterlomi
sareiucciso.Dovevoessermi
sbagliatosulcontodelnuovocomandante.Midissicheerostatosospettosoe–orachesonovecchio,possodirlo–chepertroppotempoavevoavutopaura.MacapiicheancheMartaavvertivalaminaccia,lapaurachec’eranell’aria.Echenascondevala
propriacordialità,comel’avevanascostaperanni,sottounamascherasmortaecompassata.“Sì,”dissi,“prendete
puretuttoquellochepuòfarvicomodo.”Ilmaggioreaprìla
portadelretrobottega,dovedormoesbrigoilmiolavoro.Avevofinitodiessereilpadronedicasa.Tornaia
sprofondarminellapoltronaaccantoallafinestra.IlcapitanoDonnini,adisagio,restòconMartaeme.“Èbellissimoquitra
lemontagne,”dissedebolmente.Cademmoinun
silenziospiacevole,rottoditantointantodairumoridelmaggiorecherovistavanelretrobottega.
Esaminaiattentamenteilcapitano,erimasicolpitodacomesembravatantopiùgiovanedelmaggiore,ancheseerapossibilissimocheavesserolastessaetà.Eradifficileimmaginarlosuuncampodibattaglia,mentreeradifficileimmaginareilmaggioreinunaltro
posto.Sentiiilmaggiore
Evanssbottareinunfischiosommesso,ecompresicheavevatrovatolascrivaniadelcomandante.“Ilmaggiore
dev’esserestatounuomomoltocoraggioso,hatantemedaglie,”disseMartafinalmente.IlcapitanoDonnini
parvegratocheleigliavessedatolapossibilitàdifornirequalchespiegazionesulpropriosuperiore.“Eraedèunuomoestremamentecoraggioso,”disseconcalore.SpiegòcheilmaggioreelagranpartedeisoldatidistanzaaBedaappartenevanoaunadivisionecorazzataa
quantoparefamosache,comelasciòcapireilcapitano,nonsapevacosafosselapauraolastanchezza,enullaamavapiùdiunbelcombattimento.Schioccailalingua,
meravigliato,comefacciosemprequandosentoparlarediunadivisionecosì.Nehosentitoparlaredaufficialiamericani,
ufficialitedeschi,ufficialirussi;eimieiufficialidurantelaPrimaguerramondialedichiaravanosolennementecheioappartenevoaunadivisionecosì.Quandosentoparlarediunadivisionediguerraiolidapartediunvolontarioforsecicrederò,ammessochel’uomosiasobrioeche
abbiaavutoilbattesimodelfuoco.Questedivisioni,seesistono,traunaguerrael’altraforsedovrebberoessereconservatesottoghiacciosecco.“Elei?”disseMarta,
interrompendol’eroicabiografiadelmaggioreEvans.L’ufficialesorrise.“Io
conoscol’Europacosì
pocochenonsaprei–perdonil’espressione–trovareilmiodidietroconlemani.Hoancoraneipolmonil’ariadiFortBenning,inGeorgia.Ilmaggiore...èluil’eroe,dopotreanniininterrottidicombattimento.”“Eionon
immaginavodifinirequassùcomeunaviadimezzotrapoliziotto,
segretariocomunaleemurodelpianto,”disseilmaggioreEvanssullasogliadelretrobottega.“Nonno,voglioquestascrivania.Lastavacostruendopersé?”“Cosamenefareidi
unascrivaniacomequella?Lastavofabbricandoperilcomandanterusso.”“Unamico,eh?”Misforzaidi
sorridere,senzatroppaconvinzione,immagino.“Nonsareiquiaparlareconlei,semifossirifiutatodifarla.Enonsareistatoquiaparlareconlui,senonavessicostruitounlettoperilcomandantenazista:conunaghirlandadisvasticheelaprimastrofadell’innodiHorst
Wessel1sullatestata.”Ilcapitanosorrise
conme,manonilmaggiore.“Questoèdiverso,”disseilmaggiore.“Senzatantipelisullalinguacivienearaccontarecheèstatouncollaborazionista.”“Nonhodetto
questo,”osservaipacatamente.“Nonrovinitutto,”
disseilmaggioreEvans,“èuncambiamentochefapiacere.”Martasparì
bruscamentesuperlescale.“Nonsonostatoun
collaborazionista,”dissiio.“Certo,certo...Ha
lottatocontrodiloroconleunghieecoidenti.Comeno.Loso,
loso.Vengaquiunmomento,lespiace?Vorreiparlarledellascrivania.”Erasedutodietrola
scrivaniaincompiuta,unmobileenormee,perme,orribile.L’avevodisegnatoperfarmibeffedelcattivogustodelcomandanterussoedell’ipocrisiachecircondaisimbolidellaricchezza.
L’avevofattapiùpretenziosaerococòchepotevo,ilsognodiuncontadinorussodiquellachepotevasembrarelascrivaniadiunbanchierediWallStreet.Luccicavadipezzidivetrocoloratoincastonatinellegnocomepietreprezioseederamessainrisaltodaunavernicedacaloriferiche
somigliavaunpo’aunadoratura.Ormaierachiarochelapresaingirodovevarestareprivata,perchéilcomandanteamericanoneerarimastoaffascinatotantoquantoilrusso.“Questosìcheèun
mobile,”disseilmaggioreEvans.“Moltobello,”disse
distrattamenteil
capitanoDonnini.Stavaguardandoversolescaledov’erafuggitaMarta.“C’èsolounacosa
chenonva,nonno.”“Lafalceeil
martello,loso.Volevotogliere...”“Haproprioragione,”
disseilmaggiore.Tiròindietrolostivaleeassestòalmedaglionedilegnomassiccioun
terribilecalcioditraverso.Ilmedaglionesistaccò,rotolòvacillandoinunangoloefinìafacciaingiùconunrourrourrourr...clac!Lagattafecelasuaispezioneebattéinritirata,diffidente.“Quicivaun’aquila,
nonno.”Ilmaggioresitolseilberrettopermostrarmil’aquilaamericanachec’era
sopra.“Comequesta.”“Nonèundisegno
semplice.Civorràunpo’ditempo,”dissi.“Nonèsemplice
comeunasvasticaounafalceemartello,eh?”Dasettimane
sognavodiraccontarelastorielladellascrivaniaagliamericani,diparlarglidelcassettinosegreto
cheavevocostruitoperilcomandanterusso,lapartepiùcomicaditutte.Adessogliamericanieranolì;eiomisentivounpo’diversodaprima:solo,sperdutoesleale.Nonavevopiùvogliadiraccontarenienteanessuno,anessunotranneMarta.“No,”dissi,
rispondendoalla
domandavelenosadelmaggiore.“Nossignore.”Chealtroavreidovutodire?Loscotchrimase
sottoleassidelpavimentoeilcassettinosegretonellascrivaniarimaseunsegreto.
LaguarnigioneamericanaaBedaeracompostadaun
centinaiodiuomini,quasitutti,tranneilcapitanoDonnini,reducidaannidicombattimentinellastessadivisionecorazzataallaqualeappartenevailmaggioreEvans.Sicomportavanodaconquistatori,colmaggioreEvanscheliincoraggiavaafarlo.Iomieroaspettato
moltissimodall’arrivodegliamericani:unarinascitadell’orgoglioedelladignitàperMartaeperme;unpo’dibenessereedicosebuonedamangiare;eperMartalapartemigliorediunavitachevalesselapenadivivere.Invece,c’eralatracotantemancanzadifiduciadelmaggioreEvans,ilnuovo
comandante,moltiplicatapercentonellepersonedeisuoiuomini.Nell’incubodiun
mondoinguerraoccorronodotiparticolaripertirareavanti.Unadiquesteèlacomprensionedellapsicologiadelletruppedioccupazione.Irussinoneranocomeinazisti,egliamericani
eranomoltodiversidagliuniedaglialtri.Nonc’eralaviolenzafisicadeirussiedeinazisti,grazieaDio:néfucilazioni,nétorture.Lacosapiùinteressanteerachegliamericaniavevanobisognodiubriacarsiprimadipotercombinaregrossiguai.DisgraziatamenteperBeda,ilmaggiore
Evanslasciavachesiubriacasseroognivoltachevolevano.Quandoeranoubriachi,spessoevolentierirubavano–nellalorocacciaaisouvenir–,giravanoperlestradeinjeepatuttavelocità,sparavanoinaria,urlavanooscenità,siprendevanoapugniespaccavanolefinestre.Lapopolazionedi
Bedaeracosìabituataatacereeanonfarsivedere,qualunquecosaaccadesse,checivolleunpo’ditempoperscoprireladifferenzaveramentefondamentaletragliamericanieglialtri.Ladurezzadegliamericani,laloroinsensibilità,eramoltosuperficiale,esottoc’eraunaforte
apprensione.Scoprimmochepotevanoesseremessifacilmenteinimbarazzodalledonneodagliuominianzianicheglitenevanotestacomeunpapàounamammaelisgridavanoperquellochefacevano.Questoglifacevapassarelasborniapiùinfrettadiunsecchiod’acqua
fredda.Conquestaideadei
nostriconquistatori,riuscimmoarenderelecoseunpo’piùsopportabili,manontanto.C’eraladeprimenteconstatazionecheeravamoconsideratiilnemico,nonmoltodiversidairussi,echeilmaggiorevolevapunirci.Lapopolazione
fudivisainbattaglionidilavoroefattasgobbaresottoguardiearmate,comeprigionieridiguerra.Ciòcherendevaparticolarmenteinsopportabilequestaattivitàècheessaeradestinatanontantoariparareidannidellaguerraallacittàquantoarenderepiùcomodiglialloggidella
guarnigioneamericana,eacostruireunenormeebruttomonumentoinonoredegliamericanicadutinellabattagliaperBeda.Icadutieranoquattro.IlmaggioreEvansavevatrasformatol’atmosferadellacittànell’atmosferadiuncarcere.Lavergognaeralaregola,eogni
germediorgoglioodisperanzavenivastroncatosulnascere.Nonneavevamodiritto.C’erasolounlato
positivo–unamericanopiùinfelicedinoi–ilcapitanoDonnini.Toccavaaluieseguiregliordinidelmaggiore,eubriacarsi,comecercòdifareparecchievolte,nonavevasudi
luilostessoeffettocheavevasuglialtri.Eseguivagliordiniconunariluttanzaperlaqualesonocertocheavrebbepotutoesseredeferitoallacortemarziale.Inoltre,passavapiùtempoconMartaemechecolmaggiore,equasituttiisuoidiscorsieranocautegiustificazioniperciòchedoveva
fare.Curiosamente,Martaeiocitrovammoadoverconsolarequestotristeebrunogigante,mentreavrebbedovutoessereilcontrario.Pensavoalmaggiore
mentre,rittodavantialmiobancodalavoronelretrobottega,stavoterminandol’aquilaamericanaperilfrontaledellascrivania
delnuovocomandante.Distesasullamiabrandina,Martaguardavailsoffitto.Lesuescarpeeranobianchedipolvere.Avevalavoratotuttoilgiornoalmonumento.“Be’,”dissi
malinconicamente,“seavessicombattutopertreanni,chissàsesareitantocordiale.Diciamolaverità,volentio
nolentinoiabbiamodatouominiematerialichesonoservitiaucciderecentinaiadimigliaiadiamericani.”Indicailemontagneaoccidente.“Guardadoveirussihannopresoillorouranio.”“Occhioperocchio,
denteperdente,”disseMarta.“Quantotempoancoradurerà?”Sospiraiescossila
testa.“Diosacheicechihannopagatocongliinteressi.Manopermano,piedeperpiede,incendioperincendio,feritaperferita,gallonepergallone.”Avevamopersoquasituttiinostrigiovani,traiqualiilmaritodiMarta,inondatesuicideprimadeiprincipaliattacchirussi;elenostrecittà
piùgrandieranopocopiùchedistesedicalcinacciecolonnedifumo.“Edopocheabbiamo
pagato,eccochearrivaunnuovocommissario.Nonsonodiversidaglialtri,”disseMartaamaramente.“Erapuerileaspettarsialtro.”Lasuaterribile
delusione,cheavevo
anch’iocontribuitoarafforzare,lasuaapatiaelasuadisperazione...Diodelcielo,nonriuscivopiùasopportarla!Enoncisarebberostatialtriliberatori.L’unicaforzarimastasullaterraerainAmerica,egliamericanieranoaBeda.Tristemente,mi
rimisiallavoro
sull’aquila.Ilcapitanomiavevadatounabanconotadaundollarodacuicopiarelostemma.“Vediamo...nove,dieci,undici,dodici,tredicifreccestrettenell’artiglio.”Uncolpoesitantealla
portaeilcapitanoDonninientrònellastanza.“Permesso?”disse.“Prego,siaccomodi,”
dissiio.“Avetevintolaguerra.”“Temodinonavere
datoungrandecontributo.”“Ilmaggiorenonha
lasciatoalcapitanonessunoacuisparare,”disseMarta.“Cos’èsuccessoalla
suafinestra?”disseilcapitano.Ilpavimentoera
copertodischeggedi
vetroeunpezzodicartoneimpedivaalventoeallapioggiadientrarenellastanza.“Èstataliberatastanottedaunabottigliadibirra,”dissi.“Hoscrittounbigliettoalmaggiore...perilqualeprobabilmentesaròdecapitato.”“Cos’èchesta
facendo?”“Un’aquilacon
tredicifrecceinunartiglioeunramod’ulivonell’altro.”“Selapassabene.
Potrebbeesserelàfuoriaimbiancareisassi.L’hannotoltadallalistaperchépotessefinirelascrivania.”“Sì,hovistoquelli
chedavanoilbiancoaisassi,”dissiio.“Conisassiimbiancati,Beda
èpiùbelladiprimadellaguerra.Nonsicapirebbemaicheèstatabombardata.”Ilmaggioreavevaordinatodiscrivereconsassibianchiunmessaggioelettrizzantesulsuoprato:CompagniaMP1402,MaggioreLawsonEvansComandante.Sidovevanoprofilareconisassiancheleaiuolee
isentieri.“Oh,nonècattivo,”
disseilcapitano.“Èunmiracolochenesiauscitocosìbene.”“Èunmiracoloche
noinesiamousciticosìbene,”disseMarta.“Sì,capisco.Loso...
Avetepassatomomentiterribili.Ma,be’,ancheilmaggiore.Hapersolafamiglianeibombardamentidi
Chicago,lamoglieeitrefigli.”“Iohopersomio
maritonellaguerra,”disseMarta.“Allora,cosasta
cercandodidirci?Chedobbiamofaretuttipenitenzaperlamortedeifamiliaridelmaggiore?Credechenoivolessimolaloromorte?”dissi.Luisiappoggiòal
bancoechiusegliocchi.“Oh,diavolo,nonso,nonso.Pensavochepotesseaiutarviacapirlo...afarvismetterediodiarlo.Ètuttocosìinsensato,però...sembrachenullapossaessered’aiuto.”“Leicredevadi
poterciaiutare,capitano?”disseMarta.“Primadivenire
qui...Sì,certo.Orasocheiononservoaniente,enonsocosapossaservire.Mifannotutticompassione,accidenti,ecapiscoperchésonocomesono:voidue,lagenteincittà,ilmaggiore,isoldati.Forse,semifossibeccatounapallottolaoqualcunomiavesseinseguitoconunlanciafiamme,forse
sareipiùuomo.”“Eodierebbecome
tuttiglialtri,”disseMarta.“Sì...Esareisicurodi
mecomesembrachesianotuttiglialtri.”“Nonsicuro,
istupidito,”dissiio.“Istupidito,”ripeté
lui,“tuttihannoragionediessereistupiditi.”“Èl’ultimadifesa,”
disseMarta.“Istupidimentoosuicidio.”“Marta!”dissiio.“Saicheèvero,”
disseleiintonodeciso.“Semettesserodellecamereagasagliangolidellestradeeuropee,cisarebberodellecodepiùlunghechedalfornaio.Quandofiniràtuttoquestoodio?Mai.”
“Marta,peramordelcielo,nonvogliosentirtiparlarecosì,”dissi.“Ancheilmaggiore
Evansparlacosì,”disseilcapitanoDonnini.“Maluidicechevuolecontinuareacombattere.Unavoltaodue,quandoerasbronzo,hadettocheavrebbevolutoesserestatoucciso...chea
casanonavevanessunodacuitornare.Hacorsorischienormiincombattimento,esel’ècavatasenzaungraffio.”“Poveraccio,”disse
Marta,“comefaràsenzalaguerra?”“Be’,cisonoancora
delleazionidiguerriglia...Tante,intornoaLeningrado.Hachiestodiessere
trasferitolà,perpotervipartecipare.”Abbassòlosguardoeallargòleditasopraleginocchia.“Be’,comunque,quellochesonovenutoadirleècheilmaggiorevuolelasuascrivaniaperdomani.”Laportasiaprìeil
maggioreentrònellaboratorio.“Capitano,dovediavoloèstato?
L’homandataasbrigareunacommissionecheavrebbedovutoprenderlecinqueminuti,edèingirodamezz’ora.”IlcapitanoDonninisi
misesull’attenti.“Scusi,signore.”“Leisaquelloche
pensodeimieiuominichefraternizzanocolnemico.”
“Signorsì.”Poisivoltòversodi
me.“Allora,cos’èquestastoriadellafinestra?”“L’harottaunodei
suoiuomini,stanotte.”“Oh,cheguaio,nonè
vero?”Eccoun’altradellesuedomandeallequalieraimpossibilerispondere.“Dicevo:oh,cheguaio,nonèvero,nonno?”
“Sì,signore.”“Nonno,devodirle
unacosachevogliocheleisimettabeneintesta.Evogliocheleisiassicurichel’hannocapitatuttiglialtri,incittà.”“Sì,signore.”“Voiavetepersouna
guerra.Capito?Eiononsonoquiperchéleiochiunquealtroveniateapiangermi
sullaspalla.Sonoquiperfareinmodochetutticapiscanomaledettamentebenechehannopersounaguerra,eperfareinmodochenessunocidiadeifastidi.Equestaèl’unicaragionepercuisonoqui.Eilprossimoindividuochemidicecheerapappaecicciaconirussiperchénonpotevafare
diversamentesibeccauncazzottosuidenti.Equestovaleancheperchiverràadirmicheselapassamale.Èancoraniente,rispettoacomepotrebbepassarsela.”“Sì,signore.”“ÈlavostraEuropa,”
disseMartasottovoce.Luisivoltòdallasua
parte,inviperito.“Sefossemia,signorina,fareispianarequesto
casinodalleruspe.Tuttequestemagnifichepersonenonsonoaltrocheunbrancodivigliacchiprontiamettersialseguitodelprimodittatorechepassa.”Rimasicolpito,dinuovo,comeilprimogiorno,dallasuaariaterribilmentestancaeagitata.“Signore...”disseil
capitano.“Silenzio.Nonho
combattutofinquipercedereilpostoaiboyscout.Allora,dov’èlamiascrivania?”“Stofinendo
l’aquila.”“Vediamo.”Gliporsi
ilmedaglione.Imprecòsottovoceesitoccòl’emblemasulberretto.“Comequesta,”disse.“Vogliochesia
esattamentecomequesta.”Scrutaiconla
massimaattenzionel’emblemasulberretto.“Maècomequella.L’hocopiatapariparidaunbigliettodaundollaro.”“Lefrecce,nonno!In
qualeartigliosono?”“Oh...Sulberretto
sononell’artigliodestro,sullabanconota
sononelsinistro.”“Unabella
differenza,nonno:unoèperl’esercito,l’altropericivili.”Alzòilginocchioevispaccòsoprailmedaglione.“Riprovi.Seeratantoansiosodiaccontentareilcomandanterusso,accontentiancheme!”“Possodireuna
cosa?”dissi.“No.L’unicacosache
vogliosentiredaleiècheavròlascrivaniadomattina.”“Macivorrannodei
giorni,perilmedaglione.”“Stiasututtala
notte.”“Sì,signore.”Uscì,colcapitano
allecalcagna.“Cosaglivolevi
dire?”disseMarta,conunsorrisoironico.
“Volevodirglicheicechihannocombattutocontrol’Europacheodiaconlastessaenergiaeperlostessotempochehacombattutolui.Volevodirgli...Ohbe’,matantoacheserve?”“Continua.”“L’haisentitamille
volte,Marta.Èunastorianoiosa,immagino.Volevodirgli
cheioholottatocontrogliAsburgoeinazisti,epoicontroicomunisticechi,epoicontroirussi...Holottatonelmiopiccolo,amodomio.Nonmisonomaischieratodallapartediundittatore,enonlofaròmai.”“Megliochetirimetti
alavorareall’aquila.Ricorda,lefreccenelladestra.”
“Marta,tunonhaimaiassaggiatodelloscotch,vero?”Ficcaiilgranchiodiunmartelloinunafessuradelpavimentoeschiodaiun’asse.Sottoc’eralapolverosabottigliadiscotchcheavevotenutoperilgrangiornodeimieisogni.Eradelizioso,eci
pigliammounabellasbronzatutt’edue.
Mentrelavoravo,tornammoaivecchitempi,Martaeio,eperunpo’fuquasicomesesuamadrefosseancoraviva,eMartafosseancoraunaragazzagiovane,carinaespensierata,enoiavessimoancoracasaeamiciaPraga,e...OhDio,fumoltobelloperunpo’.Martasiaddormentò
sullabrandina,ecanticchiandoioscolpiil’aquilaamericanafinoanottefonda.Eraunlavorogrossolanoefrettoloso,ecercaidinasconderneidifettisottolostuccoeladoratura.Qualcheoraprima
dell’albaincollaiilmedaglioneallascrivania,strinsiimorsettieandaia
dormire.Ilmobileeraprontoperilnuovocomandante,esattamente,trannel’emblema,comeloavevodisegnatoperilrusso.
Venneroaprenderlo,dibuon’ora,unamezzadozzinadisoldatieilcapitano.Lascrivaniasembravailferetrodiunsovranoorientale,
mentrelaportavanoattraversolastradacomeperunfunerale.Ilmaggioreliaccolsesullaporta,gridandoavvertimentiognivoltacheiportatoriminacciavanodiandareasbattereconqueltesorocontroqualchestipite.Laportasichiuse,lasentinellatornòalpropriopostoenoncifualtroda
vedere.Andainellaboratorio,
tolsiitruciolidalbancoecominciaiunaletteraalMaggioreLawsonEvans,CompagniaMP1402,Beda,Cecoslovacchia.CaroSignore,scrissi.
C’èunacosachehodimenticatodidirle,apropositodellascrivania.Seguarderàsottol’aquila,
scoprirà...Nonlaportaisubito
dilàdallastrada,ancheseavevopensatodifarlo.Rileggerlamiavevaunpo’disgustato:disgustochenonavreimaiprovatoselaletterafossestataindirizzataalcomandanterusso,chedovevaessereilprimoariceverla.Pensareaquella
letteramirovinòilpranzo,anchesenonmangiavoabbastanzadaanni.Martaeratroppodepressapernotarlo,anchesemisgridaquandotrascurolasalute.Portòviasenzaunaparolailpiattochenonavevotoccato.Piùtardi,nel
pomeriggio,bevviciòcherestavadello
scotcheattraversailastrada.Porsilabustaallasentinella.“Cos’è,un’altrasulla
finestra,nonno?”disselasentinella.Evidentementel’episodiodellafinestraeradiventatounabarzellettacheavevaavutoun’ampiadiffusione.“No,un’altracosa:è
perlascrivania.”
“Okay,nonno.”“Grazie.”Tornainel
laboratorioemidistesisullabranda,inattesa.Riusciipersinoadormireunpo’.FuMartaa
svegliarmi.“Vabene,sono
pronto,”mormorai.“Prontopercosa?”“Isoldati.”“Nonisoldati...Il
maggiore.Stapartendo.”“Sta...Cosa?”Buttai
legambegiùdallasponda.“Stasalendosuuna
jeepcontuttalasuaroba.IlmaggioreEvansstalasciandoBeda!”Corsiallafinestrasul
davantietiraiviailcartone.IlmaggioreEvanseraseduto
dietro,inmezzoasacchedaviaggio,unsaccoapeloealtraroba.Dall’aspettocheavevasisarebbedettochealleportediBedainfuriasseunabattaglia.Guardavatuttiincagnescodasottol’elmettod’acciaioeavevaunacarabinaaccantoasé,eunacartucciera,uncoltelloeunapistola
allacintola.“Haottenutoil
trasferimento,”dissi,meravigliato.“Vaacombatterei
guerriglieri,”riseMarta.“Dioliaiuti.”Lajeeppartì.Il
maggioreEvansfeceuncennodisalutoconlamanoesiallontanòsobbalzando.L’ultimavoltachevidi
quell’uomostraordinariofuquandolajeepraggiunselacimadiunacollinaallaperiferiadellacittà.Sivoltò,fecemarameoesparìnellavallesottostante.IlcapitanoDonnini,
dilàdallastrada,mivideefeceuninchino.“Chièilnuovo
comandante?”gridai.Sibattéunditosul
petto.“Cos’èunboy
scout?”sussurròMarta.“Agiudicaredaltono
delmaggiore,èqualcosadiassaipocomilitaresco,unapersonaingenuaedalcuoretenero.Shhhh!Eccolochearriva.”IlcapitanoDonnini
sembravaunpo’onoratoeunpo’
divertitodallasuanuovaimportanza.Siacceseuna
sigaretta,pensieroso,emiparvechecercasseditrovareleparoleperun’ideacheglifrullavanellatesta.“Leimihachiestoquandosarebbevenutalafinedituttoquest’odio,”disse.“Arrivaadesso.Bastaconibattaglionidilavoro,bastaconi
furti,bastaconivandalismi.Iononnehovisteabbastanzaperodiare.”Tiròunaboccatadallasigarettaeriflettéancoraperqualcheistante.“MasonosicurodipoterodiarelapopolazionediBedacomel’odiavailmaggioreEvanssedomaninoncomincerannoaricostruirequestacittà
inmodochediventiunpostodecenteperibambini.”Sivoltòinfrettae
riattraversòlastrada.“Capitano,”gridai,
“avevoscrittounaletteraalmaggiore...”“L’hapassataame.
Nonl’hoancoraletta.”“Potreiriaverla?”Mirivolse
un’occhiatainterrogativa.“Be’,
d’accordo...Èsullascrivania.”“Laletterariguarda
propriolascrivania.C’èunacosachedevoaggiustare.”“Icassettifunzionano
bene.”“C’èuncassetto
specialedicuinonsaniente.”Alzòlespalle.
“Venga.”Buttaialcuniattrezzi
inunaborsaecorsinelsuoufficio.Lascrivaniatroneggiavainsplendidoisolamentoalcentrodiunastanzaperaltriversipiuttostospartana.Soprac’eralamialettera.“Puòleggerla,se
vuole,”dissi.Luiaprìlaletterae
lesseadaltavoce:“CaroSignore,c’è
unacosacheho
dimenticatodidirle,apropositodellascrivania.Seguarderàsottol’aquila,scopriràchelafogliadiquerciadell’ornamentopuòesserepremutaegirata.Lagiriinmodocheilpicciolosiapuntatoversol’artigliosinistrodell’aquila.Poipremalaghiandasopral’aquilae...”.Mentreluileggeva,
ioseguiilemiestesseistruzioni.Premettisullafogliaelagirai,ecifuunclic.Premetticolpollicesullaghianda,euncassettinoscattòfuoridallascrivaniadipochimillimetri,quantinebastavanoperconsentireaunapersonadiprenderloedestrarlocompletamente.
“Sembrabloccato,”dissi.Allungaiunamanosottolascrivaniaetagliailacordadapianofortecheavevoagganciatoalfondodelcassettino.“Ecco!”Sfilaiilcassettocompletamente.“Vede?”IlcapitanoDonnini
rise.“AlmaggioreEvanssarebbepiaciutodamatti.Magnifico!”
Rimiseapostoilcassettoelofeceandareavantieindietroparecchievolte,ammirato,colpitodallaperfezioneconcuiilsuofrontalinosiintonavacolrestodelladecorazione.“Mifavenirvogliadiaveredeisegreti.”“InEuropanonsono
moltiquellichenonnehanno,”dissiio.Luimi
voltòlespalleperunattimo.Eiotornaiaficcarelamanosottolascrivaniadelcomandante,infilaiunpercussoreneldetonatoreetolsilabomba.
1GiovaneattivistadelleSAuccisodauncomunistaperquestionididonne,futrasformatodalla
propagandaineroepopolare,eilsuoLieddiventòl’innonazista.[N.d.T.]
BigGoodbye,courtesyKurtVonnegut&Origami
ExpressLLC.
RICORDANDOL’APOCALISSE
Schizzo,courtesyEdieVonnegut.
Caroamico,possoavereun
minutodeltuotempo?Noncisiamomaiconosciuti,mamiprendolalibertàdiscrivertiperchéuncomuneamicomihaparlatoassaibenedite,definendotiunapersonamoltoaldisopradellamediacomeintelligenzaecomeinteresseperil
prossimo.Acausadell’impatto
cheognigiornohannosudinoileultimenotizie,ciriescemoltofaciledimenticarerapidamenteimportantiavvenimentidiqualchegiornoprima.Lascia,dunque,chetirinfreschilamemoriaapropositodiunavvenimentochefecetremareilmondo
cinquebreviannifa,echeèormaiquasicompletamentedimenticato,trannechedapochidinoi.Alludoaquellocheoggièconosciuto,perbuoneragionibibliche,comeArmageddon.1Forsericorderaii
suoiconvulsiinizialPineInstitute.Confessocheandaialavorare
comeamministratoredell’istitutoconunsensodivergognaediridicolo,enessun’altraragionecheildenaro.Avevomoltealtreofferte,mailcacciatoreditestedell’istitutomioffrìunapagacheeraildoppiodiquellacheprendevailmigliorediloro.Eropienodidebiti,dopotreannidimiseria
comestudenteuniversitario,ecosìaccettaiilposto,dicendomichecisareirimastoperunanno,avreipagatoidebitiefattoeconomie,trovatounlavororispettabile;echeavreisemprenegato,dopodiallora,diessermimaitrovatoamenodicentosessantachilometridaVerdigris,
Oklahoma.Grazieaquesto
momentodidisonestà,hofinitoperessereassociatoaunadellefigureveramenteeroichedelnostrotempo,ildottorGormanTarbell.Lerisorsecheportai
alPineInstituteeranogeneriche,soprattuttolacompetenzachesiacquistaconuna
specializzazioneinbusinessadministration.Avreipotutoapplicarealtrettantofacilmentequestecapacitàalladirezionediunafabbricaditricicliodiunparcodivertimenti.Noneroinalcunmodol’ideatoredelleteoriecheportaronoadArmageddon.Ioentraiinscenapiuttostotardi,
quandomoltedellepiùimportantielaborazionieranogiàstatefatte.Spiritualmente,ein
terminidisacrificio,ilnomedeldottorTarbelldovrebbeessereilprimonellalistadicolorochehannoveramentecontribuitoallacampagnaeallavittoria.Cronologicamentela
listadovrebbeforse
iniziarecoldefuntodottorSeligSchildknechtdiDresda,inGermania,chespese,tuttosommatoinfruttuosamente,lasecondametàdellavitaelapropriaereditàneltentativodiconvincerequalcunoaprestareattenzioneallesueteoriesullamalattiamentale.Quelloche
Schildknechtdiceva,ineffetti,erachel’unicateoriaunificatadellamalattiamentalechesembrassemettered’accordotuttiifattieralapiùantica,chenoneramaistataconfutata.Luicredevacheimalatidimentefosseropossedutidaldemonio.Loscrisseinunlibro
dopol’altro,tutti
stampatiasuespese,poichénessuneditorevolevatoccarli,edesortòainiziarericercheperscopriretuttociòcheerapossibilescopriresuldemonio,lesueforme,lesueabitudini,isuoipuntidiforza,isuoipuntideboli.Ilsecondodellalista
èunamericano,ilmioexdatoredilavoro,
JessieL.PinediVerdigris.MoltiannifaPine,petrolieremilionario,ordinòsessantametridilibriperlasuabiblioteca.Illibraioapprofittòdell’occasioneperliberarsi,traaltregemme,delleoperecompletedeldottorSeligSchildknecht.PineritennecheivolumidiSchildknecht,
poichéeranoinunalinguastraniera,contenesserobranitroppopiccantiperesserestampatiininglese.Così,perfarselileggere,ingaggiòildirettoredeldipartimentodiTedescodell’Universitàdell’Oklahoma.Invecediarrabbiarsi
perlasceltadellibraio,Pineerafelicissimo.
Pertuttalavitasierasentitoumiliatodallapropriamancanzad’istruzione,edeccocheavevatrovatounuomoconcinquediplomiuniversitarilecuibasifilosofichecoincidevanoconlesue,valeadire:“L’unicacosaalmondochenonvanellagenteècheildiavolosièimpossessatodi
qualcuno”.SeSchildknecht
avessepotutorestareattaccatoallavitaunpo’piùalungo,nonsarebbemortosenzaunsoldo.Fattostachemancòdidueanniappenaall’appuntamentoconlafondazionedelJessieL.PineInstitute.Dalmomentodellafondazioneinpoi,ogni
gocciadipetrolioschizzatafuoridametàdeipozzidell’Oklahomafuunchiodopiantatonellabaradeldemonio.Ederaunagiornatapropriofiaccaquandonessunopportunistadiqualsiasigenerefosse,prendevailtrenoperraggiungereilmarmoreopalazzochesorgevaaVerdigris.
Lalista,sedovessicontinuarla,sarebbepiuttostolunga,perchémigliaiadiuominiedonne,alcunidiessiintelligentieonesti,cominciaronoaesplorarelelineediricercaindicatedaSchildknecht,mentrePinetenacementeseguivaconsacchididenarofresco.Malamaggiorpartediquesti
uominiedonneeranogelosieincompetentiprofittatoridiunadellepiùgrandimangiatoiedellastoria.Iloroesperimenti,disolitostraordinariamentecostosi,eranoinsostanzadellebeffeaidannidell’ignoranzaedellacredulitàdellorobenefattoreJessieL.Pine.Datuttiqueimilioni
spesinonsarebbesaltatofuorinulla,eio,peresempio,avreicontinuatoariscuoterelamiastrabiliantebustapagasenzatentaredimeritarmela,senonfossestatoperilmartireviventediArmageddon,ildottorGormanTarbell.Erailmembropiù
vecchiodell’istituto,eilpiùrispettabile:sui
sessant’anni,pesante,basso,appassionato,conlunghicapellibianchi,convestiticheglidavanol’aspettocheavrebbeavutoseavessepassatolenottisottoiponti.EraandatoinpensioneneiparaggidiVerdigrisdopounasplendidacarrieracomefisicoinungrandelaboratoriodiricercheindustriali
dellacostaorientale.Passòdall’istitutounpomeriggio,mentreandavaafarlaspesa,pervederecosadiavolofacevanoinquegliimponentiedifici.Fuiiochelovidiper
primo,esapendocheeraunuomodiprodigiosaintelligenzamiincaricai,piuttostoimbarazzato,didirglicosasiproponevadi
farel’istituto.Dalmioatteggiamentosicapivache,“restitranoidue,cheabbiamostudiato,maquestesonotuttefesserie”.Nonapprezzòil
sorrisocondiscendenteconcuiioparlavodelprogetto,einvecemichiesedivederequalcosadegliscrittideldottorSchildknecht.Gli
procuraiilvolumeprincipale,cheriassumevaciòchedicevanotuttiglialtri,easpettairidacchiandoconariad’intesamentrelosfogliava.“Avetedeilaboratori
liberi?”disseluiallafine.“Be’,sì,ineffettine
abbiamo,”dissiio.“Dove?”“Be’,tuttoilsecondo
pianoèancoralibero.Gliimbianchinilostannofinendo.”“Qualestanzaposso
avere?”“Intendedirecheèin
cercadilavoro?”“Cercosilenzio,
tranquillitàeunpostoperlavorare.”“Leicapisce,signore,
chel’unicotipodilavorochesipuòfarequidev’essere
connessoallademonologia?”“Un’idea
assolutamentedeliziosa.”Guardaifuorinel
corridoioperaccertarmichePinenonfosseneiparaggiemormorai:“Leicrededavverochepotrebbeesserciqualcosadivero?”.“Chedirittohodi
pensarladiversamente?Leipuòprovarmicheildiavolononesiste?”“Be’,volevodire...
Peramordelcielo,nessunapersonaistruitacredeche...”Bam!Ilsuobastone
siabbattésullamiascrivaniaaformadirene.“Finchénonavremoprovatochenonesiste,ildiavoloè
realecomequestascrivania.”“Sissignore.”“Nonsivergognidel
suolavoro,ragazzo!Inciòchesifaquic’ètantasperanzaperilmondoquantacen’èintuttoquellochesifainognilaboratoriodiricerchesull’atomo.‘Abbiatefiducianeldemonio,’dicoio,enoicontinueremoa
crederglifinchénonavremoragionipiùvalidediquellecheabbiamopernoncredergli.Questaèlascienza!”“Sissignore.”Eviacheseneandò,
lungoilcorridoio,ascuotereglialtri,epoisualsecondopianoascegliereillaboratorio,eadireagliimbianchinidi
spicciarsi,perchétuttodovevaessereprontoperilgiornodopo.Loseguiialpianodi
sopracolmodulodelladomandadilavoro.“Signore,”dissi,“lespiacecompilarlo,perfavore?”Luilopresesenza
guardarloeseloficcònellatascadellagiacca,cheeragonfiacomeunabisaccia–
notai–didocumentigualcitidiognigenere.Noncompilòmailadomanda,macolsuosemplicetrasferimentocreòunincuboamministrativo.“Dunque,signore,
perilsalario,”dissi,“quantovorrebbe?”Scartòcon
impazienzaladomanda.“Sonovenutoafarericerca,
nonatenerelacontabilità.”Unannodopovenne
pubblicatalaPrimaRelazioneAnnualedelPineInstitute.Ilprincipalerisultatosembravaesserequesto:cheseimilionididollaridiPineeranostatirimessiincircolazione.Lastampadelmondooccidentalescrissecheeraillibro
piùcomicodell’anno,eriprodussealcunibranichelodimostravano.Lastampacomunistalodefinìillibropiùlugubredell’anno,ededicòarticolisuarticoliallastoriadelmiliardarioamericanochestavacercandodistabilireuncontattodirettocoldiavoloalloscopodiaumentareisuoiprofitti.
IldottorTarbellrimaseimpassibile.“Siamoarrivatiallostessopuntoincuiuntempoeralafisicarispettoallastrutturadell’atomo,”disseallegramente.“Abbiamodelleideechepiùcheideesonomateriadifede.Forsesonoridicole,marideresarebbedaignoranti,enonscientifico,finché
nonavremoavutoiltempodimetterleallaprova.”Sperdutetrale
pagineepaginedisciocchezzedellaRelazionec’eranotreipotesisuggeritedaldottorTarbell.Cheildiavolo,poiché
lamalattiamentaleinmolticasivenivacurataconl’elettrochoc,potessetrovare
sgradevolel’elettricità;chealdiavolo,poichéinmolticasimenogravilamalattiamentalevenivacurataconlunghediscussionisulpassatodelpaziente,potesseroripugnaregliinterminabilidiscorsisullasessualitàesull’infanzia;cheildiavolo,seesisteva,apparentementesi
impossessavadellagenteconunaforzamisurabileinvarigradi;chedaalcunipazientipotevaesserescacciatoconleparole,chedaaltripotevaesserescacciatoconl’elettricità,echeinaltricasiancoranonpotevaesserescacciatosenzacheilpazientemorissedurantel’operazione.
EropresentequandoungiornalistaintervistòTarbellsuquesteipotesi.“Stascherzando?”disseilreporter.“Seintendedireche
presentoquesteideescherzosamente,sì.”“Allorapensache
sonocavolate?”“Stiaattaccatoalla
parola‘scherzo,’”disseildottorTarbell.“Ese
studieràlastoriadellascienza,miocaroragazzo,credochetroveràchelamaggiorpartedelleideeveramentegrandisonoscaturitedaunmodointelligentedischerzare.Tuttalaburberaesussiegosaconcentrazionesuccessivainrealtànonèaltrocheunmododimettereunpo’
d’ordineaimarginidellegrandiidee.”Mailmondo
preferivalaparola“cavolate”.EcolpassardeltempoleridicolestoriediVerdigriscominciaronoaesserecorredatedaimmaginialtrettantoridicole.Unaeradiunuomoconunacuffiache,facendoglipassareunapiccolacorrente
elettricanellatesta,avrebbedovutotrasformarloinunpostoscomodoperildiavolo.Dicevanochelacorrenteeraimpercettibile,maioprovaiunadellecuffieescopriichelasensazioneeraestremamentesgradevole.Unaltroesperimentofotogeno,ricordo,concerneva
unapersonalievementesquilibratacheparlavadelpropriopassatomentreerasottounagrandecampanadivetro:inquelmodosisperavachelacampanapotessecatturarequalcheindividuabilesostanzadeldemonio,cheinteoriavenivaespulsopezzoapezzo.Eviadicendocontuttele
immaginipossibili,ciascunadellequalisembravapiùassurdaecostosadell’altra.Epoivennequella
cheiochiamail’OperazioneTanadelTopo.AcausadellaqualePinefucostrettoacontrollareilpropriocontoinbancaperlaprimavoltaintantianni.Eciòchevidelospinseafarenuove
prospezionipertrovarealtrigiacimentipetroliferi.Poichélespesesarebberostatespaventose,iomiopposiall’iniziativa.MaildottorTarbell,scartandolemieobiezioni,convinsePinechel’unicomodoperverificareleteoriesuldiavoloeralasperimentazioneconungrupponumerosodi
persone.L’OperazioneTanadelTopo,dunque,fuuntentativodisdemonizzareleconteediNowata,Craig,Ottawa,Delaware,Adair,Cherokee,WagonereRogers.Comecontroprova,laconteadiMayes,inmezzoallealtre,dovevaesserelasciatasenzaprotezione.Nelleprimequattro
conteefuronodistribuite97.000cuffie,cheaifinidell’esperimentodovevanoessereportategiornoenotte.Nelleultimequattrofuronoistituitideicentridovelepersonedovevanorecarsialmenoduevoltelasettimanaavuotareilsaccosulloropassato.Passailadirezionedi
questicentriaunassistente.Nonsopportavoqueiposti,dovel’ariaerasempreimpregnatadiautocommiserazioneedellelamentelepiùnoiosechesipotesseroimmaginare.Treannidopoil
dottorTarbellconsegnòaJessieL.Pineunrapportoconfidenzialesullo
statodiavanzamentodegliesperimenti,epoifuricoveratoall’ospedaleconunesaurimentonervoso.AvevadettocheilrapportoeraprovvisorioedesortatoPineanonmostrarloanessunofinchénonsifosserofattialtrilavori,moltialtrilavori.Fudunqueuna
terribilesorpresa
quandoTarbell,ascoltandolaradionellasuacameraall’ospedale,sentìunannunciatorepresentarePinesuunnetworknazionale,esentìPinedire,dopounpreamboloincoerente:“Nonc’èstatauna
personapossedutadaldemonionelleottoconteechestiamoproteggendo.Molticasi
vecchi,manessunonuovo,trannecinquechenonhannorispostoalledomandeediciassettechehannolasciatoesaurirelebatterie.Intanto,proprioinmezzo,abbiamolasciatochegliabitantidellaconteadiMayessidifendesserodasolimegliochepotevano,equellisonoandati
puntualmenteall’inferno...“Ilproblemadi
questomondoèedèsemprestatoildiavolo,”conclusePine.“Be’,loabbiamoespulsodall’Oklahomanordorientale,trannelaconteadiMayes,eiocredocheriusciremoascacciarloanchedalà,eacancellarlodallafacciadellaterra.La
BibbiadicecheungiornocisaràunagrandebattagliatrailBeneeilMale.Seèvicinacomecredoio,alloraèquesta.”“Quelvecchio
imbecille!”gridòTarbell.“MioDio,orachesuccederà?”Pinenonavrebbe
potutoscegliereunmomentostoricomigliore,sevolevache
ilsuoannuncioscatenassereazioniesplosive.Considerateitempichestavamoattraversando:ilmondo,comeperqualchemalevolamagia,erastatodivisoinduemetàostili,ederainiziataunaseriedimosseecontromossechepotevanosolo–cosìpareva–finireinundisastro.Nessuno
sapevacosafare.Sembravacheildestinodell’umanitàfossesfuggitoalcontrollodegliesseriumani.Ognigiornotraboccavadiun’impotenzadisperata,edinotiziepiùbruttediquelledelgiornoprima.Inquelmomentoda
Verdigris,Oklahoma,arrivòl’annunciocheil
veroproblemaeracheildiavolosiaggiravaliberamentesullaterra.Econquestoannuncioarrivòl’offertadiprovarloelapropostadiunasoluzione!Ilsospirodisollievo
chesialzòdalpianetadev’esserestatouditonellealtregalassie.Ilproblemanoneranoirussiogliamericanioicinesiogliinglesiogli
scienziatioigeneralioifinanzieriogliuominipoliticio,sialodatoIddio,gliesseriumanidiognipartedelglobo,poverini.Lagenteeraaposto,sveglia,dignitosaeinnocente,ederaildiavolochefacevainacidirelelorogeneroseiniziative.L’amorpropriodiogniessereumanosimoltiplicòpermillee
nessuno,tranneildiavolo,perselafaccia.Uominipoliticidi
tuttiipaesisiprecipitaronoaimicrofoniperdichiararecheeranocontroildiavolo.Glieditorialidiognigiornalepreserolastessaintrepidaposizione:controildiavolo.Nessunoeraafavore.
AlleNazioniUnite,lepiccoleapprovaronounarisoluzionecheesortavalegrandiaprendersipermano,daquellefiglieaffettuosecheinfondoeranoveramente,eacacciarviapersempredallaterraildiavolo,illorouniconemico.Perparecchimesi,
dopol’annunciodiPine,fuquasi
necessariobollireunanonnaafuocolentooimpazzareconunascureinunorfanotrofioperavereunpo’dispazionellaprimapaginadiungiornale.TuttelenotizieriguardavanoArmageddon.Uominicheavevanodivertitoilorolettoriconstravaganticronachedelleattivitàdi
Verdigrisdiventarono,dallaseraallamattina,giudiziosispecialistiinmateriecomeigongdiabolicibratpuhriani,l’efficaciadellecrocisullesuoledellescarpe,lamessaneraefolkloresimilare.ComeaNatale,lepostefuronosubissatedilettereall’ONU,afunzionaridelgovernoealPineInstitute.
Quasitutti,evidentemente,avevanosempresaputocheildiavoloerailproblemadiognicosa.Moltidicevanodiaverlovisto,equasituttiavevanodelleideepiuttostobuoneperdisfarsidilui.Quelliche
giudicavanotuttalafaccendaunafolliasitrovarononellastessa
posizionediunassicuratoresullavitaaunafestadicompleanno,eperlamaggiorpartesistrinseronellespalleetennerolaboccachiusa.Quellichenontenevanolaboccachiusanoneranocomunquepresiinconsiderazione.Traidubbiosic’erail
dottorGormanTarbell.
“Santocielo,”dicevatristemente,“nonsappiamocos’abbiamodimostratoconinostriesperimenti.Eranosolouninizio.Ètroppoprestoperdiresestiamofacendounlavorosuldiavoloono.OraPineconquestocasinohafattocredereatuttichebasteràaccendereunpaiodimacchinenuoveperché
laterraridiventiunparadiso.”Nessunoloascoltò.Pine,checomunque
erafallito,cedettel’istitutoalleNazioniUnite,ecosìvenneformatalaCIDNU,laCommissioned’InchiestaDemonologicadelleNazioniUnite.IldottorTarbelleiofummonominatidelegati
americaniallacommissione,chetennelaprimariunioneaVerdigris.Iofuielettopresidentee,com’eraprevedibile,diventai,acausadelmionome,ilbersagliodimoltebattutedicattivogustosulfattocheerol’uomoidealeperquelposto.Fumoltodeprimente
perlacommissione
essersiaspettati–averpreteso,anzi–tantodaloro,eaverecosìpocheinformazionisucuilavorare.Ilmandatocheavevamoricevutodallapopolazionedellaterranoneradiprevenirelamalattiamentale,madieliminareildemonio.Apocoapoco,tuttavia,esottoterribilipressioni,buttammogiùun
piano,stesoperlamaggiorpartedaldottorTarbell.
“Nonpossiamopromettereniente,”disselui.“Tuttociòchepossiamofareèapprofittarediquestaoccasionepercondurreesperimentisuscalamondiale.Stiamolavorandosusempliciipotesi,dunquenon
sarebbemaleformularnequalcun’altra.Ipotizziamocheildiavolosiacomeunamalattiaepidemica,eoperiamocomeselofosse.Forse,seglirendiamoimpossibiletrovareunpostocomodoinognunodinoieinogniluogo,spariràomoriràoandràsuqualchealtro
pianeta,oquellochefaildiavolo,seesiste.”Calcolammoche
muniredicuffieelettricheogniuomo,donnaebambinosarebbecostatocirca20.000.000.000didollari,piùaltri70.000.000.000didollaril’annoperlebatterie.Tenutocontodeicostidelleguerremoderne,ilprezzoera
abbastanzagiusto.Mascoprimmosubitochelagentenoneradispostaaspenderetantoperqualcosadimenodiunbelmassacroreciproco.Alloralapiùpratica
sembròlatecnicadellaTorrediBabele.Parlarecostapoco.Diconseguenza,laprimaraccomandazionedellaCIDNUfudicrearedei
centriintuttoilmondo,ediincoraggiarelagentedappertutto,inunmodoonell’altro,ricorrendoametodicoercitivitradizionalicomeunabustarella,unabaionettaolapauradelladannazione,arecarsiregolarmenteinquesticentripersgravarsideiproblemidell’infanziaedellasessualità.
Lereazioniaquestaprimaraccomandazione,questosegnoinizialechelaCIDNUstavadavveroaffrontandocongrandeefficienzailproblemadeldiavolo,rivelaronounacorrentesottomarinadidisagioinquellamareadientusiasmo.Moltileadersimostraronoesitanti,evaghe
obiezionifuronosollevateinterminiconfusicome“andarecontrolanostragrandetradizionenazionaleperlaqualeinostriavisisacrificaronorisolutamente...”.Nessunofutantoimprudentedavolersembrareunprotettoredeldemonio,malacautelaraccomandatadamoltiesponenti
dellealtesfereavevaunaforterassomiglianzaconlacompletainazione.Inunprimotempoil
dottorTarbellpensòchelareazionefossedovutaallapaura:pauradellerappresagliedeldiavoloperlaguerrachevolevamofargli.Successivamente,dopocheebbeavutoil
tempodistudiarelacomposizioneeledichiarazionidell’opposizione,disseallegramente:“Perbacco,lorocredonocheabbiamounapossibilità.Ehannotuttiunagranpauradinonaverelapossibilitànemmenodiarrivareafarel’accalappiacani,seildiavolonongira
liberamenteinmezzoallapopolazione”.Ma,comedicevo,a
noisembravadiaveremenodiunapossibilitàsuuntrilionedicambiareilmondoinunamisurachenonfosseinfinitesimale.Grazieaunincidenteeallacorrentesottomarinadiopposizione,lepossibilitàbalzarono
benprestoaunacontrodieciallaquattordicesima.L’incidenteebbe
luogopocodopolaprimaraccomandazionedellacommissione.“Qualunqueidiotasaqualèilmodopiùrapidoepiùfaciledisbarazzarsideldemonio,”sussurròundelegatoamericano
all’altrodurantel’assembleageneraledelleNazioniUnite.“Èunacosadaniente.Perrimandarloall’infernobastafarlosaltareinarianelsuoquartiergeneralealCremlino.”Credevacheilmicrofonocheavevadavantiallaboccafossespento,einvecenonavrebbepotutocommettereunerrore
piùgrande.Ilsuocommentofu
diffusodatuttiglialtoparlantiedebitamentetradottoinquattordicilingue.Ladelegazionerussaabbandonòlasalaetelegrafòacasachiedendounareazioneadeguata.Dueoredopoeranodiritornoconunadichiarazione:“Conlapresenteil
popolodell’UnionedelleRepubblicheSocialisteSovieticheritirailproprioappoggioallaCommissioned’InchiestaDemonologicadelleNazioniUnite,poichésitrattadiunaffareinternodegliStatiUnitid’America.Gliscienziatirussisonopienamented’accordo
conleconclusionidelPineInstitutesullapresenzadeldiavolointuttigliStatiUniti.Usandolestessetecnichesperimentali,questiscienziatinonhannotrovatolaminimatracciadiattivitàdiabolicheentroiconfinidell’URSS,ediconseguenzaritengonocheilproblema
riguardiesclusivamentegliamericani.Ilpopolodell’URSSauguraalpopolodegliStatiUnitid’Americadiriuscirenelladifficileimpresa,perchéalpiùprestopossaessereprontoadappartenereapienotitoloallafamigliadellenazioniamiche”.InAmerica,
l’immediatareazionefu
didichiararecheognisforzodapartedellaCIDNUinquestopaeseavrebbesignificatoun’altravittoriapropagandisticaperlaRussia.Altrenazionifecerolostesso,dichiarandosigiàsdemonizzate.EperlaCIDNUquestafulafine.Francamente,permefuunsollievo.LaCIDNUcominciavaa
diventareun’autenticaseccatura.Fulafineanchedel
PineInstitute,perchéPineerarimastoinbollettaenonebbealtrasceltachechiuderebottegaaVerdigris.Quandofuannunciatalachiusura,lecentinaiadiciarlatanicheaVerdigrisavevanotrovatoricchezzae
distensionediederol’assaltoaimieiuffici,eiomirifugiainellaboratoriodeldottorTarbell.Quandoentrai,luisi
stavaaccendendounsigaroconunsaldatorerovente.Misalutòconuninchinoesocchiudendogliocchinellanuvoladifumoabbassòlosguardoaidemonologisfrattati
chesiaccalcavanonelcortilesottostante.“Eraoracheceneliberassimo,sevolevamofarqualcosa.”“Siamostati
licenziatianchenoi,sa?”“Ioperoranonho
bisognodisoldi,”disseTarbell.“Hobisognodielettricità.”“Sispicci,allora...
L’ultimoassegnochehospeditoallaSocietàElettricaerascopertocomeilsuoculoquandofaladoccia.Cos’èquelcosoacuistalavorando,inognimodo?”Luisaldòuna
connessioneauncilindrodiramecheeraaltocircaunmetroeventieavevaundiametrodiunmetroe
ottanta,euncoperchio.“SaròilprimoexalunnodelMITadattraversarelecascatedelNiagarainunbarile.Credechepossadiventareunmestiere?”“Seriamente.”“Cheragazzo
equilibrato.Primamileggaunacosaadaltavoce.Quellibrolà...Vedeilsegno?”
Illibroeraunclassiconelcampodellamagia,Ilramod’orodiJamesGeorgeFrazer.Loapriidovec’erailsegnoetrovaiunbranosottolineato,quellochedescrivelaMessadiSaint-Sécaire,cioèlaMessaNera.Lolessiadaltavoce:“‘LaMessadiSaint-
Sécairepuòesserecelebratasoloinuna
chiesainrovinaoabbandonata,dovelecivettechiurlanolugubremente,doveipipistrellisvolazzanoall’imbrunire,dovedinottesirifugianoglizingariedoveirospisenestannoaccovacciatisottol’altaresconsacrato.Làsirecanottetempoilpretespretato...ealprimodegliundicirintocchi
cominciaafarfugliarelamessadallafine,elaconcludenelprecisomomentoincuigliorologisuonanolamezzanotte...L’ostiachebenediceèneraehatrepunte;luinonconsacrailvino,mainvecebevel’acquadiunpozzoincuièstatogettatounbambinononbattezzato.Failsegnodellacroce,ma
perterraecolpiedesinistro.Efamoltealtrecoseallequalinessunbuoncristianopotrebbeassisteresenzadiventarecieco,sordoemutoperilrestodellapropriaesistenza.’Uff!”dissiio.“Dovrebbeattirareil
diavolocomel’allarmeantincendioattiral’autoscaladei
pompieri,”disseildottorTarbell.“Nonpenserà
davverochefunzionerebbe!”Luialzòlespalle.
“Noncihoprovato.”Auntrattolalucesispense.“Buonanotte,”sospirò,edeposeilsaldatore.“Be’,quinonpossiamofarealtro.Andiamoacercareunbambinonon
battezzato.”“Nonvuoledirmia
chedovrebbeservireilcilindro?”“Balzaagliocchi.È
unatrappolaperildiavolo,ovviamente.”“Naturale.”Sorrisi
debolmenteefeciunpassoindietro.“Ecomeescametteràunafettaditortadeldiavolo?2”“Unadelleprincipali
teorieuscitedalPineInstitute,ragazzomio,ècheildiavoloèdeltuttoindifferenteallatortadeldiavolo.Peròsiamosicurichenonèaffattoindifferenteall’elettricità,esepotessimopagarelabollettadellalucepotremmofarpassarel’elettricitàattraversoleparetieilcoperchiodiquestocilindro.Così,
tuttoquellochedobbiamofare,appenaildiavoloèdentro,ègirarel’interruttore,einquestomodol’abbiamoinpugno.Forse.Chissà.Chièmaistatotantopazzodaprovarci?Maprima,comedicelaricettadellospezzatinodiconiglio,prendeteilconiglio.”Avevosperatodi
vedereperunpo’lafinedellademonologia,enonvedevol’oradipassareadaltrecose.MalatenaciadeldottorTarbellmiindussearestareconlui,pervederedoveisuoi“scherziintelligenti”ciavrebberoportatolaprossimavolta.Eseisettimanedopo
ildottorTarbelleio,
tirandocidietroilcilindrodiramecheavevamocaricatosuuncarrettoesrotolandodelfilodaunrocchettochetenevosullaschiena,scendemmocongrandecautela,dinotte,finoalfondodellaMohawkValley,dadovesivedevanolelucidiSchenectady.Tranoieilfiume,in
cuilalunapienasi
specchiavaabbacinandoci,c’erauntrattoabbandonatodelvecchiocanalenavigabileErie,ormaiinutile,sostituitodacanalidragatinelfiume,pienodiun’acquastagnanteesalmastra.Sullaspondac’eranolefondamentadiunvecchioalbergocheuntempoeraservitoagli
equipaggidellechiatteeaiviaggiatorisuquelcorsod’acquaormaidimenticato.Eoltrealle
fondamentac’eralastrutturaligneadiunachiesascoperchiata.Ilvecchiocampanile
sistagliavasullosfondodelcielonotturno,risoluto,indomabile,inunaparrocchiadispettriedirovine.
Quandoentrammonellachiesa,unrimorchiatorechetrainavadellechiatteamontedelfiumesuonòlasirena,elavocearrivòfinoanoi,echeggiandoattraversol’architetturadellavalle,funereaegrave.Unacivettaemiseil
suogrido,eunpipistrellocifrullòsopralatesta.Ildottor
Tarbellfecerotolareilcilindrofinoaunpuntodavantiall’altare.Iocollegaiauninterruttoreifilicheavevosteso,econaltricinqueoseimetridifilocollegail’interruttorealcilindro.L’altrocapodelfiloeraconnessoaicircuitidiunacasacolonicasulfiancodellacollina.
“Cheoresono?”mormoròildottorTarbell.“Leundicimeno
cinque.”“Bene,”disse
debolmentelui.Avevamotutt’edueunafifablu.“Orasenta,iocredochenonsuccederàproprioniente,masesuccedesse–intendodireanoi–holasciato
unaletteranellacasacolonica.”“Allorasiamoin
due,”dissiio.Lopresiperunbraccio.“Senta...Esesospendessimotutto?”gliproposi.“Seildiavoloesisteveramenteenoicontinuiamoacercaredimetterloconlespallealmuro,sicuramentesela
prenderàconnoi...Edèimpossibileprevederecosafarà!”“Leinonètenutoa
restare,”disseTarbell.“L’interruttorepossogirarloio,immagino.”“Èdecisoadandare
finoinfondo?”“Anchesesono
terrorizzato,”disse.Mandaiunsospirone.
“Vabene.Diol’aiuti.Gireròio
l’interruttore.”“Okay,”disselui,con
unpallidosorriso,“simettalacuffiaprotettiva,eandiamo.”Lecampane
dell’orologiodelcampanilediSchenectadycominciaronoabattereleundici.IldottorTarbell
deglutì,siavvicinòall’altare,scostòun
rospoconlamanoediedeinizioallaraccapricciantecerimonia.Avevapassato
settimanealeggereeprovarelasuaparte,mentreioandavoincercadiunpostoadattoedelsinistromaterialenecessario.Nonavevotrovatounpozzoincuifossestatogettatounbambino
nonbattezzato,maavevotrovatoaltriarticolidellostessogenerechesembravanoabbastanzaorribiliperesseredeisoddisfacentisurrogatiagliocchideldiavolopiùdepravato.Ora,innomedella
scienzaedell’umanità,ildottorTarbellmisetuttal’animanella
celebrazionedellaMessadiSaint-Sécaire,facendo,conun’espressioneinorriditasullafaccia,ciòchenessunbuoncristianoavrebbepotutovederesenzadiventarecieco,sordoemuto.Inunmodoo
nell’altroiosopravvissicontuttiisensiintatti,emandaiunsospirodi
sollievoquandol’orologiodiSchenectadybattéledodici.“Mostrati,Satana!”
urlòildottorTarbellmentreecheggiavanoirintocchi.“Ascoltaituoiservi,SignoredellaNotte,emostrati!”L’orologiobatté
l’ultimodeidodicicolpi,eildottorTarbell
siafflosciòcontrol’altare,esausto.Sirialzòdopounattimo,alzòlespalleesorrise.“Chediavolo,”disse,“nonsisamai,finchénonhaiprovato.”Sitolselacuffia.Iopresiun
cacciavite,preparandomiastaccareifili.“Econquesto,speriamo,laCIDNUeilPine
Institutesonoliquidati,”dissi.“Be’,iohoancora
qualcheidea,”disseildottorTarbell.Epoisimiseaurlare.Alzandolosguardolo
vidi,congliocchisbarrati,un’espressionemaligna,etuttotremante.Cercavadidirequalcosa,madallagolagliuscìsoloun
gorgogliostrozzato.Poiebbeiniziola
lottapiùfantasticacuiunuomoassisteràmai.Dozzinediartistihannocercatodirappresentarla;manessuno,perquantodipingaildottorTarbellcongliocchifuoridalleorbite,rossoinfacciaeconimuscolicomecordeannodate,saràmai
capacediesprimerealtrocheinmisurainfinitesimalel’eroismodiArmageddon.Tarbellcaddein
ginocchioe,comelottandocontrocatenestrettedaungigante,cominciòastrisciarecentimetropercentimetroversoilcilindrodirame.Isuoiindumentieranozuppidisudore,eluiriusciva
soloadansimareeagrugnire.Piùvolte,mentresifermavaperriprenderfiato,futiratoindietrodaforzeinvisibili.Alloratornavaamettersiinginocchio,epalmoapalmoriguadagnavafaticosamenteilterrenoperduto.Finalmente
raggiunseilcilindro,sialzòinpiediconuno
sforzoerculeo,comesollevandounpesoimmane,esilasciòcaderedentro.Losentiiscivolarecontrol’isolamentointerno,mentreilsuorespirorimbombava,amplificatodalcilindro.Erosbalordito,non
riuscivonéacrederenéacapireciòcheavevovisto,enonsapevochefare.
“Adesso!”gridòildottorTarbelldall’internodelcilindro.Lasuamanoapparveperunattimoechiuseilcoperchio,poiancoraunavoltaluigridò,conunavocefiocachesembravaveniredalontano:“Adesso”.Alloracapii,e
cominciaiatremare,efuisommersoda
un’ondatadinausea.Capiicosavolevachefacessi,cosamistavachiedendoconl’ultimoframmentodell’animacheildiavologlistavaconsumando.Perciòchiusiil
coperchiodall’esternoegirail’interruttore.Graziealcielo,
Schenectadyeravicina.Telefonaiaunprofessoredi
ingegneriaelettricadelloUnionCollege,einmenoditrequartid’oraluiideòeinstallòunacamerad’equilibriodifortunaattraversolaqualesipotevarifornireildottorTarbelld’aria,d’acquaecibo,machetenevasempreinfunzioneunabarrieraelettrificataaprovadidiavolotraluie
l’esterno.Certo,l’aspettopiù
straziantedellatragicavittoriasuldemonioèildeterioramentodellamentedeldottorTarbell.Nullaèrimastodiquellosplendidostrumento.C’èinvecequalcosacheusalasuavoceeilsuocorpo,cheblandiscegliinterlocutoriecercadiconquistarelaloro
simpatia,elalibertà,urlando,traaltreperfidebugie,cheTarbellèstatoscaraventatonelcilindrodame.Semièconcessodirlo,lamiapartenonèstatasenzapenaesacrificio.Poichél’affare
Tarbell,ahimé,ècontroverso,epoiché,perragionipropagandistiche,il
nostropaesenonpuòammettereufficialmentecheildiavoloèstatocatturatoqui,laFondazioneperlaDifesadiTarbellnongodedisussidigovernativi.Lespeseperlamanutenzionedellatrappolaantidiavoloeperilmantenimentodelsuocontenutosonostate
sostenutedadonazionidipersoneanimatedasensocivicocomevoi.Lespeseei
preventividispesadellaFondazionesonoestremamentemodestisemessiaconfrontoconivantaggiconseguitidatuttal’umanità.Quantoallemiglioriedell’impianto,nonabbiamofattonullapiùdellostretto
necessario.Lachiesaèstatacoperta,dipinta,isolataecircondatadaunarecinzione,letravimarcesonostatesostituite,evisonostatiinstallatiunimpiantodiriscaldamentoeungeneratoreausiliario.Ammetteretechequestecoseeranoindispensabili.Tuttavia,nonostantei
limitifissatiallenostrespese,laFondazionetrovacheilsuotesoroègravementeintaccatodaglieffettidell’inflazione.Lapartecheavevamoaccantonatoperpiccolemigliorieèstataassorbitadallapuraesemplicemanutenzione.LaFondazioneimpiegaunostaffridottoal
minimoditreguardianiretribuitichelavorandointreturnidiottooredannodamangiarealdottorTarbell,tengonoabadaicercatoridiemozioniecuranolamanutenzionedell’impiantoelettrico,cheèdivitaleimportanza.Questopersonalenonpuòessereridottosenzacorrereilrischiochela
vittoriadiArmageddonpossadiventareunasconfittainunsoloistantedidisattenzione,producendoundisastroirreparabile.IdirigentidellaFondazione,mecompreso,prestanoserviziononretribuito.Poichéoltrealcosto
dellamanutenzionesonoaumentatelenecessità,dobbiamo
cercarenuoviamici.Eccolaragionepercuiviscrivo.L’alloggiodeldottorTarbellèstatoingranditodopoqueiprimimesidaincubonelcilindro,eoracomprendeunacameraisolataconleparetidiramelargatremetriealtaquasidue.Maquesta,ammetterete,èunabenmiseraabitazioneperciòche
restadeldottorTarbell.Nutriamolasperanzadipoterampliareilsuoalloggio,grazieallavostragenerosità,finoacomprendereunpiccolostudio,unacameradalettoeunbagno.Eleultimericercheindicanocheesistelasperanzadicostruirgliunafinestrapanoramica
elettricamenteprotetta,ancheseilcostosaràelevato.Maqualunquesiail
costo,nessunodeisacrificichepotremofareèparagonabileaciòcheildottorTarbellhafattopernoi.Eseicontributideinuoviamicicomevoisarannoabbastanzagrandi,noisperiamo,nonsoltantodiampliarel’abitazione
deldottorTarbell,maanchedipoterglierigereunmonumentoadeguatodavantiallachiesa,conlesuesembianzeeleparoleimmortalichescrisseinunaletteraqualcheoraprimadivincereildemonio:“Sestanotteavrò
avutosuccesso,ildemoniononsaràpiùtragliuomini.Non
possofaredipiù.Ora,sealtrilibererannolaterradallavanità,dall’ignoranzaedalbisogno,l’umanitàpotràviverepersemprefeliceecontenta.Dr.GormanTarbell”.Ilpiùpiccolo
contributosaràilbenvenuto.Distintisaluti,
Dr.LuciferJ.MephistoPresidentedelConsigliodiAmministrazione
1Continuamentericordatonelmondoanglosassone,quasicompletamenteignoratodanoi,Armageddonè,nellaBibbia,illuogodell’ultimabattagliatrailBeneeilMale,enellasuaaccezionepiùestesaindicalastessa
Apocalisse.[N.d.T.]2Devil’sfoodcake,tipico
dolceamericanoabasedicacao,pannaeuova.[N.d.T.]
Confetti#8,courtesyKurt
Vonnegut&OrigamiExpressLLC.
INDICE
IntroduzionediMarkVonnegutDa:SoldatosceltoK.Vonnegutjr.,12102964EsercitodegliStatiUnitiKurtVonnegutaClowesHall,Indianapolis,27aprile2007
DatuttelestradesialzerannolamentiGranGiornoCannoniprimadelburroBuoncompleanno,1951SuconlavitaLatrappoladell’unicornoMiliteignotoSpoglie
Solotueio,SammyLascrivaniadelcomandanteRicordandol’Apocalisse