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KYOSS SPAZI | FEBBRAIO 2012 | 1 KYOSS - MENSILE N. 130 febbraio 2012 - POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NE/PD - EURO 7,00 musica ARTE TEATRO spettacolo DESIGN sport TEMPO LIBERO PERSONAGGI CULTURA CUCINA VIAGGI S P A Z I la rivista specializzata per i geometri, gli architetti gli ingegneri, i geologi, i periti industriali, i costruttori e per tutti i professionisti dell’edilizia febbraio 2012 architettura green interviste materiali tecnologie sicurezza certificazioni ambiente concorsi portfolio innovazioni domotica bioedilizia energie tecniche ricerca esposizioni libri news VENETO

Kyoss Spazi Febbraio 2012

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La rivista professionale specializzata per i geometri, gli ingegneri, i progettisti, i costruttori. Un punto di riferimento innovativo per tutti i professionisti del costruire. Uno strumento di settore per comunicare e far conoscere materiali, strumenti e tecnologie per il mondo dell’edilizia.

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VENETO

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Costruiamo impianti elettrici dal 1979. Nel 2003 abbiamo ottenuto la certificazione ISO.I nostri clienti spaziano dal settore dell’edilizia, al settore commercio e servizi, alle attività produttiveartigianali ed industriali, e siti militari.

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la nostra energia... professionalità e innovazione

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Mensile Kyoss • VENETO

febbraio 2012anno 2 numero 130

Editore, Art Director eDirettore Responsabile:Simone [email protected]

Responsabile di Redazione: Eva [email protected]

Progetto Grafico:Simone Pavan - Anna Fanchin

Redazione: Carla Carlotto - Roberta CozzaAndrea Danzo - Stefano DanzoLeonardo Pavan - Nicoletta Salvadore - Nicoletta Ugolin

Edito da: KYOSS CONCEPTAgenzia di Pubblicità e MarketingVia Bellini 6,36078 Valdagno (Vi)Tel. 0445 [email protected]

Iscrizione al Tribunaledi Vicenza n° 1002 - 28/05/01numero del Repertorio del ROC 19214.

Stampa:Papergraf SpaPiazzola Sul Brenta - Padova - Italy

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È passato un anno dal primo numero di Kyoss Spazi. È una grande soddisfazione sapere che siete in tanti ad aver letto, apprezzato o semplicemente ad esservi incuriositi da questa nuova iniziativa editoriale, che dà spazio alle imprese e alle aziende del territorio e fornisce ai progettisti idee e soluzioni per costruire e rinnovare con qualità. La nostra linea editoriale è ormai ben chiata: “innovare consapevolmente”.Sì, perché entrando in contatto con gli imprenditori, i progettisti, le associazioni di categoria e gli addetti ai lavori del settore edile stiamo percependo una forte e diffusa determinazione a voler ripartire su basi nuove, diverse, puntando su fattori strategici che la crisi economica ha reso non solo opportuni ma necessari. Innovazione, riorganizzazione, tecnologia, qualità, sviluppo di reti commerciali e partnership, marketing e comunicazione sono ormai un dna comune per le imprese che sposano questo nuovo modo di concepire l’edilizia del futuro.Non si tratta solamente di belle parole, utili a riempire i saggi e le riviste: ascoltando i protagonisti siamo convinti che stiano diventando il minimo comun denominatore di un settore chiamato ad affrontare un anno di difficile rilancio •

S P A Z I

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contenuti editoriali portfolio

5 • Madridecoboulevard

interviste, analisi, prodotti, ricerche rubriche, news, esposizioni, eventi, pubblicazioni

8 • Chicagotetti a farfalla

38 • domoticaoff the grid

36 •ricercaedo

28 • da Bruxellesultime novità dall’ Europa

22 • innovazionie tecnologienuovi prodotti

31 • energiepiezoelettricità

10 • Parigila parete verde

44 • esposizioni

40 • news

12 • il tetto reciproco 48 • libri

15 • architetturagiapponese

25 • bioediliziaedifici inmovimento

46 • tecnichewpc

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l’ecoboulevard di Madrid • un silos in città

la fresca energia di un’idea ecosostenibile

Le attuali problematiche energetiche cambieranno non solo il nostro stile di vita ma anche l’aspetto delle città in cui viviamo. Il modello di “città con-centrata” si imporrà perché più effi-ciente e sostenibile, perché è in grado

di crescere in modo compatto, con-centrando le infrastrutture e limitando il consumo di territorio. La nostra “cit-tà diffusa” non è più possibile. La ne-cessità di superare il modello di città diffusa porta a promiscuità funziona-

li: elettrodotti, silos e impianti energe-tici, da sempre occultati al di fuori dei centri abitati, vengono ora integra-ti nella vita urbana. Un esempio inte-ressante è il progetto “Ecoboulevard” degli architetti spagnoli Ecosistema

ECOBOULEVaRD | MADRID ECOSOSTENIBILE

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tre “macchine energetiche” poste al centro di una piazza per riqualificare il tessuto urbano degradato

Urbano nella periferia di Madrid: tre “macchine energetiche” poste al centro di una piazza per riqualificare il tessuto urbano degradato.Ecoboulevard e promette di far di-menticare l’ora della siesta o almeno di renderla più vivibile a molti madrile-ni. Il progetto risponde perfettamente alla necessità più tipica di un quar-tiere periferico, nel caso specifico il quartiere di Vallecas, a sud della città: creare le condizioni migliori per lo svi-luppo di una socialità diffusa a dispet-to del grigiore dei palazzi. Esigenza a cui ancora una volta è l’intervento sul paesaggio e quindi la creazione di un nuovo rapporto uomo-ambiente a costituire la risposta vincente.Lo sa bene la Municipalità di Madrid

che per la riqualificazione ambien-tale di Vallecas ha voluto bandire un concorso, e lo sa ancora meglio Ecosistema Urbano a cui si deve la finalizzazione di queste installazioni bioclimatiche. L’articolazione in tre di-verse strutture-padiglioni ha permesso di trasformare una condizione sfavo-revole, l’estenuante calura estiva, in un vantaggio sociale: grazie infatti al-la regolazione della temperatura, che risulta molto più gradevole e tempe-rata all’interno di ogni complesso, è stato possibile creare dei punti di ag-gregazione nuovi, che spingono ad uscire dalle mura domestiche e ad incontrarsi. L’ecoboulevard si confi-gura come un chiaro invito della na-tura ad uscire e a ritrovarsi al fresco

di strutture che coniugano natura e avanzata tecnologia per offrire nuo-ve zone di convivialità all’aperto, at-traverso un intervento che potremmo definire di eco-socio-sostenibilità. La vera innovazione di questo progetto è nell’unione tra verde (la presenza di giardini verticali all’interno di ogni struttura comporta quei riconosciuti benefici che abbiamo più volte ana-lizzato) e tecnologia (il fabbisogno energetico è dispensato dai pannel-li solari) per cui è possibile parlare dI giardino verticale fotovoltaico.I padiglioni bioclimatici condizio-nano l’aria senza ricorrere ai siste-mi termomeccanici, così dannosi per l’ambiente, permettendo di poter at-tendere con più tranquillità la cresci-

ECOBOULEVaRD | MADRID ECOSOSTENIBILE

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ta dei piccoli arbusti messi a dimora nel territorio circostante, del cui fre-sco si potrà beneficiare non prima di vent’anni.Al loro interno la presenza di un giar-dino verticale costituito da piante rampicanti e di un sistema di venti-lazione, basato sul principio dell’eva-po-traspirazione, permette di creare aria umida abbassando la tempera-tura esterna anche di 10 gradi. Il si-stema fronteggia efficacemente la calura, entrando in funzione automa-ticamente quando la temperatura esterna oltrepassa i 27°.La sostenibilità di tali strutture è nella totale autosufficienza energetica, re-sa possibile dalla disposizione di una serie di pannelli fotovoltaici lungo il

perimetro esterno-alto dei padiglioni. Ogni complesso ha un nome che ne riflette le caratteristiche principali. Air Tree è dedicato totalmente al go-dimento della frescura. A pianta cir-colare, composto da una serie di pannelli curvi, dispensa il piacere di un ombreggiamento naturale e di un’aria resa più fresca dalla nebuliz-zazione di acqua dalle condotte ver-ticali. Ludic Tree è rivolto ai bambini e al piacere del gioco. In questa zona protagonista è il giardino verticale, che conquista e raffresca lo spazio la-sciando alla natura libera crescita sul-la rete metallica della struttura. è al suo respiro ricco d’ossigeno che si de-ve la creazione durante il giorno delle

migliori condizioni climatiche. La not-te la serie di lampade esterne illumina la zona circostante rendendo il luogo più sicuro e idoneo all’incontro. Media Tree si distingue per la presen-za di schermi lungo il perimetro sotto-stante sui quali vengono proiettate diverse informazioni, tra cui la tem-peratura registrata all’interno, media-mente inferiore di una decina di gradi rispetto a quella esterna. Per consen-tire una migliore visione delle proie-zioni e, nello stesso tempo, consentire un’adeguata protezione dai raggi solari lo spazio è caratterizzato dalla presenza sulla sommità di un telone leggero con foro centrale •

www.iocostruisco.it

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CHiCaGO | TETTI A FARFALLA

lari che, grazie alla loro particolare conformazione rovesciata, possono anche accumulare l’acqua delle precipitazioni per riciclarla nei sistemi d’irrigazione, lavare pavimenti o co-me getto di scarico nelle toilette. Un complesso, a prima vista, dall’autosuf-ficienza impeccabile.

ESTETICA E RISPARMIOMa, a giudicare dal parere degli esperti italiani, quello dei tetti a far-falla americani potrebbe essere, più che una vera rivoluzione nella rac-colta dell’acqua piovana, soltanto un vezzo formale portato alla ribalta grazie alla loro innata capacità pub-blicitaria. “Sicuramente - afferma Nic-colò Aste, professore del dipartimento Best del Politecnico di Milano - il com-plesso edilizio di Chicago rappresen-ta un ottimo esempio di architettura bioclimatica urbana, sia per i tetti ro-vesciati per raccogliere la pioggia sia

Tetti a farfalla, ricoperti di pannelli ter-mici e solari, per produrre energia e riciclare acqua piovana. Sono le tet-toie della prima rete di case a zero impatto ambientale di Chicago rea-lizzata dallo studio di architettura ur-bana Farr Associates, per cercare di trasformare la Windy City in una del-le città meno inquinate d’America. L’idea è del farmacista Michael Yan-nell, che ha dato vita a una serie di abitazioni dalla particolare morfolo-gia architettonica, totalmente auto-sufficienti e in grado di produrre più energia di quanta ne consumino. Un accumulo energetico di 11.500 kwh all’anno solo di fotovoltaico, con una serie di sistemi integrati e tecnologie rinnovabili, che hanno fatto ottene-re alle case dal tetto a farfalla il Leed di platino dell’Usgbc, ovvero il più al-to grado di certificazione energetica conferito dall’United States Green Bu-ilding Council.

TETTI CON LE ALIGli edifici, rifiniti esternamente da un mix di fibrocemento e legno di cedro, presentano tutte le caratteristiche ri-chieste dall’organizzazione america-na per aggiudicarsi il massimo dei voti. Tra queste, i tripli vetri per imple-mentare l’illuminazione esterna e iso-lare i vani abitativi, pompe e pozzi geotermici dove accumulare il calo-re in eccesso ed attingere l’acqua a uso sanitario e un sistema per la cir-colazione di acqua calda e fredda e dell’aria. E, soprattutto, tetti rovesciati che ricordano la forma di una farfal-la, in grado di produrre energia e al-lo stesso tempo di raccogliere anche l’acqua piovana. A fare delle abita-zioni a farfalla di Chicago un esempio unico nel campo dell’edilizia sosteni-bile, i tetti inclinati. Due ali, ricoperte da un sistema fotovoltaico compo-sto da 48 pannelli esposti a sud-ovest e intervallati da pannelli termici so-

edilizia sostenibile • Chicago “vola” con i tetti a farfalla

Italia all’avanguardia nell’architettura bioclimatica, gli americani puntano sul design più accattivante

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per quello che riguarda il sistema di accumulo delle radiazioni solari. An-che se, per il risparmio energetico presenta ancora diverse pecche ri-spetto ai più avanzati modelli italiani. Forse meno belli esteticamente, ma a livello tecnico e di risparmio energe-tico più funzionali. Ad esempio, uno dei limiti degli edifici statunitensi po-trebbe essere l’uso eccessivo di vetra-te che, non solo isolano meno rispetto al laterizio, ma rischiano anche di fa-re l’effetto serra per chi ci vive dentro - sottolinea Aste - e anche per quel-lo che concerne la raccolta delle ac-que piovane, bisogna sempre fare distinzioni a seconda delle zone in cui viene recuperata: per capire quanto sia conveniente riciclarla. Per esem-pio in Lombardia, dove l’acqua vie-ne prelevata soprattutto dalle falde acquifere è meglio smaltirla piuttosto che accumularla. Mentre la raccolta risulta funzionale in altre regioni, basti

pensare al progetto Aquasave fatto da Enea (Ente nazionale per le nuo-ve tecnologie)”.

ARCHITETTURA BIOCLIMATICA ITALIANAPiù legata al linguaggio architettoni-co tradizionale, l’edilizia ambientale italiana. Ma ugualmente efficiente e, spesso, meno dispersiva e sostenibile di quella americana. Infatti, sono mol-ti i complessi residenziali verdi e distri-buiti in quasi tutte le regioni d’Italia. Tra questi, di particolare rilievo, nel-le Marche la Leaf house di Loccioni con il concept energetico di Federi-co Butero, che prevede un sistema domotico molto più evoluto di quello made in Usa. Oppure le case passive in Umbria, progettate dall’architetto Francesco Masciarelli, che consuma-no mediamente quindici volte meno energia di un edificio normale. Infine, le case ecologiche costruite in Alto

Adige con i mattoni di paglia, ottime sia per l’isolamento termico e acusti-co e in grado di mantenere con le pareti naturali un clima interno sem-pre ottimale, garantendo, grazie alla copertura di intonaco, le stesse po-tenzialità ignifughe di una normale casa in muratura. Tutti complessi resi-denziali italiani e costruiti con gli ac-corgimenti necessari per raggiungere la classificazione A dei progetti edili-zi che, per essere assegnata, preve-de criteri molto più rigidi e standard di risparmio più elevati rispetto a quel-la conferita negli Stati Uniti. “Sul rispar-mio energetico l’Italia è sempre stata avanti, anche rispetto ad altri Paesi europei. Visto che nel nostro Paese le prime normative sull’efficienza ener-getica sono state fatte a partire dagli anni Novanta. Il problema - conclude Aste - è solo quello di applicarle” •

www.corriere.it

“con il fotovoltaico producono energia e nella piega si recupera

l'acqua piovana”

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RiVOLUziONE BOTaNiCa | LA PARETE VERDE

goli di città composti da varie specie di piante rampicanti, donando il ver-de in aree dove non lo si vedrebbe mai. Vi sono due alternative differenti: quella dei tappeti erbosi verticali, do-ve ogni essenza dà la possibilità di creare soluzioni estetiche di forte im-patto, utilizzando categorie e tonalità diverse; ed il prato verticale, realizza-to con l’utilizzo di specifici pannelli di polipropilene ricoperti d’erba, preci-samente di specie che dissimilano in base alla temperatura esterna (mi-croterme per i climi freddi, macro-terme per quelli caldi). Quest’ultimo, in particolar modo, è un modulo stu-diato per essere ripetuto o frazionato, per garantire la completa adattabili-

Se il binomio architettura-natura pia-ce molto di più rispetto a quello archi-tettura-cementificazione, le moderne città densamente urbanizzate neces-sitano di nuovi spazi dove uomo e na-tura convivano in simbiosi.La mancanza di verde tra strade, al-ti edifici e parcheggi ed il partico-lare momento storico, volto alla salvaguardia dell’ambiente e alle forme sperimentali di tutela ecologi-ca e sostenibile, continuano a pro-porre soluzioni rivoluzionarie, tra cui quella della parete verde, cioè un ve-ro e proprio prato verticale. La pare-te verde rappresenta una soluzione conveniente perché contribuisce al-la riqualificazione intera di un conte-sto urbano, consentendo alla città di

assumere un aspetto originale, grazie al proprio cambiamento cromatico e alle svariate soluzioni decorative. Bel-lezza, facilità di manutenzione e costi contenuti di installazione sono fra i nu-merosi vantaggi che comporta que-sta tecnica. Basata sui canoni della bioedilizia, essa determina benefi-ci in termini di assorbimento di CO2, isolamento acustico, filtraggio dal-le sostanze inquinanti e polveri sottili, e bilanciamento termico, grazie alla protezione dai raggi solari ed a una naturale coibentazione invernale. La parete verde può essere interpreta-ta anche come sistema di protezio-ne dal sole, sfruttando la qualità delle piante di regolare il tasso di umidità e di riossigenare l’aria, generando an-

estetica e rispetto per l’ambiente •la rivoluzione botanica ed architettonica della parete verde

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“la parete verde rappresenta una

soluzione conveniente perché contribuisce alla riqualificazione

intera di un contesto urbano”

tà, dotato di un sistema drenante, di un impianto di irrigazione e fertilizza-zione per l’approvvigionamento ne-cessario.La parete verde è composta da quattro strati principali: una struttu-ra portante, che può essere separata dal rivestimento esterno, determinan-do uno strato di ventilazione che fun-ge da isolamento termico; uno strato impermeabile (in PVC) sovrapposto da uno di cartonfeltro in poliammi-de rinforzato, che permette all’acqua del sistema di irrigazione di distribuir-si uniformemente sulla superficie ver-ticale; ed infine lo strato delle piante visibile dall’esterno, che dovranno avere preferibilmente un orientamen-to sud-est, per un’ottimale esposizione

alla luce solare. Le pareti verdi stan-no riscuotendo un enorme successo, che le rende adatte sia ad ambien-ti domestici che commerciali; le loro caratteristiche le rendono idonee a locali interni ed esterni, e possono cre-are strutture autoportanti di qualsiasi dimensione e forma. È inoltre possibile affiancare tecniche diverse, come ad esempio l’uso di vasi dotati di irriga-zione automatica, posti l’uno accan-to all’altro, e l’utilizzo di pannelli solari che permettono di alimentare lam-pade scelte per l’illuminazione di spe-cifiche categorie di essenze •

www.tekneco.it

la parete verde • un vero e proprio prato verticale

Il mUSeo SoStenIBIle QUaI Branly dI Jean noUvel

Il Quai Branly museum si trova a Parigi, a due passi dalla torre eiffel, affacciato sulla Senna e nasce da un progetto di Jean nouvel. è il museo più importante nel mondo dedicato alle arti e alle civiltà primitive di africa, asia, oceania e delle ameri-che e vanta una collezione di circa 30000 pezzi, divisi per area geogra-fica. all’esterno, la fusione con la natura è totale: lo circondano alberi, colline artificiali, specchi d’acqua e piante di ogni tipo attraverso le quali, lungo stradine tortuose, si giunge all’entrata del complesso. all’interno si respira un’aria magica e sacra: pochi e tenui raggi di sole riescono a filtrare attraverso i frangisole in legno illuminando gli oggetti tipici dei diversi Continenti del mondo.oltre alla sua indubbia suggestività, il museo è noto per il grande muro verde che riveste la facciata rivolta verso la Senna. Si tratta di una creazione dell’artista botanico Patrick Blanc, famoso per i suoi prati verticali che impreziosiscono, tra l’altro, anche il Caixa Forum di Her-zog e de meuron a madrid. Quello realizzato per il museo Quai Branly di Parigi, è muro vegetale di 800 mq con 15.000 piante di 150 differenti specie provenienti da Giappone, Cina, europa centrale e Stati Uniti. a contribuire alla sostenibilità del complesso, un impianto di pannelli fotovoltaici riveste le pareti verticali ed i tetti, mentre sonde geotermiche nel sottosuolo, sfruttano l’inerzia termica del terreno per risparmiare energia per la climatizzazione •

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iL TETTO RECipROCO | HOBBIT HOUSE

“la struttura è composta da travi autosostenute, che reggono il peso l’uno dell’altro, disposte in modo circolare”

ni, può capitare di scontrarsi con l’uti-lizzo di una tecnica di costruzione che proviene dal passato, quella del “tet-to reciproco”. Ancora sconosciuta ma fortemente innovativa, la struttura è composta da travi autosostenute, che reggono il peso l’una dell’altra, disposte in modo circolare. Adatto principalmente alle coperture delle abitazioni circolari, il tetto reciproco è un metodo molto semplice di pro-gettazione, che risponde ai requisiti

Quando oggigiorno ci si scontra con le tematiche della progettazione ar-chitettonica, si ha a che fare con con-cetti che riguardano le risorse della natura ed il loro relativo sfruttamento come energia, l’utilizzo di materiali lo-cali attraverso l’integrazione dell’im-mobile con il paesaggio circostante, ed il rapporto stesso fra architettura e vita mediante la trasformazione del territorio. Il termine “Bioarchitettura” è sempre più presente nelle soluzioni

progettuali odierne, dove l’intero siste-ma edificato deve rispondere a esi-genze formali, tecniche e climatiche. Oltre ad utilizzare risorse naturali, le scelte architettoniche devono essere reattive, cioè adeguarsi alle condizio-ni esterne e alla sperimentazione tec-nologica. Se il fine principale è creare luoghi capaci di rapportarsi in modo equilibrato con l’ambiente in cui si in-seriscono, conciliando le preesistenze ambientali ed i comportamenti uma-

il tetto reciproco

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dell’architettura sostenibile. Conside-rato anche opera di design ingegno-sa, il telaio strutturale è composto da due poligoni, uno interno ed uno esterno, a seconda delle intersezioni delle travi primarie e secondarie. Se il poligono interno è definito dall’inter-sezione delle travi, quello esterno è in-vece delineato dalla loro parte finale, finché il numero dei lati del poligono sarà pari a quello delle travi utilizza-te. Vi sono dei requisiti architettonico-

strutturali specifici da rispettare per garantire la corretta progettazione del tetto: fra questi, vi sono il raggio delineato dalle travi, il raggio compo-sto dai punti di intersezione delle tra-vi, e la spaziatura verticale dai punti centrali delle travi ai loro punti di in-tersezione. Oggi, Simon Dale e Tony Wrench hanno sperimentato questa tecnica nella costruzione delle loro abitazioni in Galles. Caratterizzate da un basso impatto ambientale, esse

sono completamente in armonia con la natura; la struttura in legno, l’uso di pannelli solari e di turbine eoliche per la produzione di energia e di isolan-ti provenienti dai materiali della terra (paglia, fango ed erba), le rendono i primi esempi di case completamente ecologico-sostenibili •

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lezioni giapponesi

dal Sol Levante una serie di spunti progettuali per migliorare anche il nostro modo di costruire

aRCHiTETTURa | SOL LEVANTE

Tecnologicamente avanzato come popolo e soggetto ad una evoluzione di usi e costumi dal ritmo vertiginoso, il popolo giapponese non ha dimenti-cato la propria base culturale e l’at-tenzione storica per la casa come luogo di riposo, meditazione e privacy. L’incontro con le avanguardie archi-tettoniche novecentesche, lo svilup-po economico, l’apertura al mercato globale, lo sguardo costante all’Oc-cidente hanno portato ad un rapido mutamento nello stile di vita e nelle esigenze legate al lavoro e all’abita-re. Le grandi città sono diventate me-galopoli avveniristiche caratterizzate

da una densità di popolazione ano-mala e la crescente richiesta di spa-zio ha spinto all’edificazione in altezza e ad una razionalizzazione dello spa-zio edificabile che, se da una parte ha generato una saturazione territo-riale dai toni allarmanti, dall’altra ha spinto i progettisti ad un’analisi estre-ma degli spazi abitativi e lavorativi nei quali si uniscano comfort, funzio-nalità e ottimizzazione degli ambienti. La cosa che emerge maggiormen-te dall’analisi di un progetto giappo-nese è la capacità dei progettisti di non lasciare nulla al caso, ma di uti-lizzare ogni spazio ed ogni elemento

progettuale al fine di garantire un uso integrale dell’ambiente. Molto spesso l’involucro architettonico si fonde con l’arredamento, donando agli am-bienti un’identità univoca e gli ele-menti di finitura assumono un ruolo funzionale e non più solo estetico.L’abbattimento delle divisioni fisiche degli ambienti, la compenetrazione di zone giorno e zone notte, di spazi accessori e spazi principali, il rovescia-mento dei principi classici dell’abitare genera un corpo abitativo uniforme-mente fruibile in ogni momento del-la giornata.

• Arata Isozaki

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IL CONFRONTOConfrontando il modo in cui gli ar-chitetti giapponesi e quelli italiani affrontano la progettazione, risulta-no immediatamente evidenti i limiti dettati dalla nostra normativa nazio-nale, ingabbiata all’interno di prescri-zioni igienico sanitarie e dimensionali restrittive e ricondotta a schemi pre-costituiti, frutto di decenni di specu-lazioni edilizie, che hanno permesso che certe idee di abitazione si radi-cassero nell’immaginario collettivo, generando tutta una serie di precon-cetti e ataviche paure nei confron-ti dell’architettura contemporanea. Se da una parte le errate dinamiche di mercato hanno condizionato ne-gativamente gli esiti qualitativi del-le stagioni edilizie proficue, dall’altra i professionisti che sono stati artefi-ci di tanto scempio sembra abbiano

dimenticato velocemente l’aspetto etico ed estetico della professione a favore dell’aspetto economico.

IN ITALIAIn Italia un edificio, nella migliore del-le ipotesi, ha una vita media di 50-60 anni: ogni progettista, nel momento in cui si appresta ad affrontare una nuova progettazione, dovrebbe ana-lizzare attentamente l’impatto visivo, urbano e sociale di ciò che si appre-sta a realizzare e considerare qua-le sarà l’ipotetica durata nel tempo della sua creazione. Molto spesso ci si dimentica che un edificio o un inter-vento urbanistico dovrebbero esse-re un atto di rispetto per l’ambiente e la comunità e non un mero capriccio personale o un simbolo di autocele-brazione. Quello che invece emerge dal quadro generale delle città italia-

ne, denota una netta mancanza di identità dell’architettura contempo-ranea in Italia, soprattutto se compa-rata con la grande e solida tradizione storica ed artistica.

IN GIAPPONEIn Giappone, nonostante le città sia-no lo specchio di una continua di-cotomia tra tradizione e progresso, l’attenzione nei confronti dell’impat-to ambientale e della qualità pro-gettuale rimane sempre un punto nodale attorno al quale si svolge la professione dell’architetto. Osservan-do una casa tradizionale o un edifi-cio contemporaneo giapponese, ci si accorge di come la progettazione parta sempre da concetti fortemente slegati dall’aspetto strettamente tec-nico della professione: la cultura sto-rica, le abitudini della quotidianità, i

• Shigeru Ban • Kenzo Tange

aRCHiTETTURa | SOL LEVANTE

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punti focali dell’abitare tradizionale, la simbiosi con il luogo vengono con-tinuamente riletti e riassemblati per dare vita ad ambienti al passo con i tempi e con le rinnovate esigenze del vivere contemporaneo.

ESEMPIEsaminando alcuni interessantissimi progetti di abitazioni di giovani archi-tetti giapponesi, si possono rilevare delle sostanziali differenze con il mo-do di progettare in Italia, differenze legate a prescrizioni normative trop-po restrittive e limitative. Pochi esem-pi: mediamente in Giappone i soffitti hanno altezza pari a 2,40-2,50 m; le scale hanno larghezza pari a 80 cm e un numero medio di 12 alzate; la su-perficie del lotto (solitamente di di-mensioni molto modeste e spesso in posizione proibitiva) è completamen-

te edificabile e molto spesso i giardini vengono portati all’interno dell’abita-zione. Non vi sono prescrizioni partico-lari per quanto riguarda i rapporti di illuminazione e aerazione, anche se vi è un occhio di riguardo per questo aspetto della progettazione: i pozzi di luce, i cavedi e i lucernari sono spesso utilizzati al fine di garantire un’illumina-zione e ventilazione naturale anche nelle situazioni progettuali più sfavore-voli. Non vi è l’obbligo di disimpegna-re zone giorno e zone notte; non vi è inoltre l’obbligo di avere un posto au-to coperto o un bagno di almeno 4 mq; i sottotetti sono parte integrante dell’abitazione, così come i soppal-chi. Se anche in Italia si potessero evi-tare tutta una serie di prescrizioni che molto spesso non trovano un reale ri-scontro funzionale nelle esigenze del-la vita quotidiana, si potrebbe ambire

a generare spazi abitativi più piccoli, più funzionali, di minore impatto am-bientale e soprattutto più economici ed accessibili ad una società sempre più caratterizzata da single e coppie con disponibilità economiche limita-te ed uno stile di vita sempre più in-ternazionale. E inoltre, cosa da non sottovalutare, si arginerebbe il pro-blema degli abusi edilizi e si potreb-bero convertire ambienti non utilizzati o abbandonati in funzionali abitazio-ni minime (loft, mansarde, seminterrati, strutture ad uso agricolo o industriale, ecc) recuperando un patrimonio im-mobiliare in disuso e rivitalizzando e ri-convertendo intere aree urbane •

www.bioarchitetti.com

• Toyo Ito

• Arata Isozaki

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La Isotek realizza inoltre cappotti esterni ad alto isolamento termico con materiali traspiranti e naturali quali lana di roccia e fibra di legno e negli ultimi anni si è specializzata nella finitura e commercializzazione di case bio-climatiche con struttura in legno.

esperienza ventennale per soluzioni perfette

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PUBBLIREDAZIONALE

la convenienza economicadi una stufa a legna

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IL TERMOMETRO DEI COSTI DI CALORELa questione è trovare soluzioni di riscaldamento efficaci e a costi contenuti, laddove la convenienza economica è divenuta un fattore de-terminante a causa del continuo au-mento dei prezzi dei combustibili fossili come il petrolio e il metano. Per avere una panoramica completa delle ti-pologie di impianti disponibili sul mer-cato e dei loro costi si può utilizzare il “termometro dei costi del calore”.Si tratta di un grafico comparativo ri-ferito ad un edificio che necessita di un impianto da 15 kW ed ha un fabbi-sogno calorifico annuo di 15.000 kWh, dunque un edificio appartenente alla categoria “C” della classificazio-ne Casa-Clima. I costi di investimento includono il prezzo di acquisto della caldaia, della cisterna, degli allaccia-menti alla rete del gas, della distribu-zione calore, del silo (per lo stoccag-gio del combustibile legnoso) e del trasporto del combustibile. Come si evince dalla tabella, la legna è in as-soluto il combustibile più vantaggioso.

QUALE COMBUSTIBILE?Nella tabella dati relativi all’ultimo confronto dei prezzi dei combustibili per riscaldamento (ad ottobre 2011).I prezzi qui sopra sono stati determi-nati assumendo come riferimento il consumo medio annuo (15.000 kWh, pari a ca. 1500 litri di gasolio) di una famiglia (edificio della categoria ter-mica classe C). Tali dati possono va-riare sensibilmente, qualora i consumi effettivi siano molto superiori o inferiori rispetto alle nostre ipotesi. Per compa-rare tra loro i diversi combustibili si è provveduto a dividere i rispettivi prez-zi unitari (ad es. 1,275/l per il gasolio) per la resa energetica (ad es. 1 litro di gasolio = 10 kWh). In questo modo si è ottenuto il costo per kilowattora (kWh) di ciascun combustibile. Accanto ai prezzi indicati, altri fattori determinanti per risparmiare sulla bolletta energeti-ca sono il prezzo di acquisto e il rendi-mento dell’impianto di riscaldamen-to, nonché le abitudini di consumo degli abitanti di una casa.

Energia da fornire per ottenere 15000 KWh(Prezzi aggiornati a ottobre 2011)

Termometro dei costi di calore 2011

• Lo schema illustra l’integrazione tra stufa a legna ed impianto idraulico.

COMPUSTIBILE

GASOLIO

GPL

METANO

PELLET (10%)

CIPPATO (30%)

LEGNA (15%)

CONSUMO

1544,80 Litri

2054,79 Litri

1543,21 Mc

3061,22 Kg

4411,76 Kg

3488,37 Kg

COSTO UNIT.

1,27 euro/l

1,28 euro/mc

0,82 euro/kg

0,25 euro/Kg

0,16 euro/kg

0,13 euro/Kg

COSTO KWh

0,131

0,175

0,085

0,051

0,047

0,030

Costo ANNO

Euro 1961,89

Euro 2630,14

Euro 1270,06

Euro 771,43

Euro 710,29

Euro 453,49

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24 | KYOSS Spazi | FEBBRAIO 2012

iNNOVaziONi TECNOLOGiCHE | A CURA DI KYOSS

quando tecnologia e arte si fondono nel mosaico

Europa è un divano speciale in accia-io disegnato dall’artista inglese Ron Arad. Un cono diviso orizzontalmente e deformato serve come base del se-dile e dello schienale. Questo divano, 218 cm di lunghezza è costituito da una lamiera d’acciaio in cromo ni-chel di 1 mm di spessore. Dimensioni:altezza 97 cmlarghezza 218 centimetriprofondità 90 cmaltezza seduta 32 centimetri •

quando il divano è di acciaio

Mosal è un innovativo mosaico in al-luminio ideato e brevettato da Iris Ti-berio, giovane ingegnere veneta, che rappresenta un originale e suggestivo trait d’union tra tecnologia ed arte. Iris Tiberio è in primo luogo un’artista amante dell’antica tecnica del mo-saico, ma è anche una scrupolosa ricercatrice nel campo dell’alluminio ed un’imprenditrice votata all’inno-vazione. Lo sviluppo della sua idea è stato lungo e complesso, tra fogli di al-luminio lasciati a mollo nell’acido nel giardino di casa ed impegnativi espe-rimenti di laboratorio per testarne le caratteristiche. Nel 2004, dopo innu-merevoli migliorie e sperimentazioni, Iris è così riuscita a brevettare Mosal (acronimo di Mosaico in Alluminio) e a fondare la sua azienda Irial che oggi ha sede a San Donà di Piave, nella sua splendida casa-laboratorio. Mosal è un sistema di tessere in allu-minio che permette la composizione di qualsiasi texture ed immagine, at-traverso la capacità di fondere infiniti cromatismi, particolari luminosità e personali esperienze sensoriali.Le innovazioni tecnologiche studiate da Iris permettono infatti l’utilizzo di

tessere diverse per forma, dimensio-ne e finitura superficiale che rendono gli spazi unici ed irripetibili a seconda delle specifiche esigenze della com-mittenza. Leggerezza, versatilità nel montaggio e riposizionabilità fanno di Mosal una seconda pelle da propor-re come rivestimento, complemento d’arredo ma, principalmente, opera d’arte. Irial ha progettato e realizzato pannelli di grandi dimensioni, com-plementi d’arredo, quali specchiere, lampade, e rivestimenti di superfici. Ritratti, fiori, paesaggi fantastici, da pura esperienza visiva si trasformano in quinte sceniche da sperimentare attraverso i cinque sensi. Il successo di Mosal e del lavoro di Iris Tiberio è stato poi ulteriormente confermato da alcuni autorevoli riconoscimenti, tra i quali il Premio per l’Innovazione della Regione Veneto del 2007 e l’in-serimento di Mosal nell’antologia del design internazionale.Oggi il mosaico in alluminio fa bella mostra di sé in alcuni lussuosi negozi di Roma e Londra, ristoranti italiani di New York, navi da crociera, oltre che in numerose ville e stabilimenti indu-striali in Italia e nel mondo •

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Libreria, mensola, comodino o mobile d’entrata. Una gamma di prodotti in alluminio termolaccato o verniciato, disponibile su misura e in molti colori. Vidame Creation ha progettato ap-positamente una macchina per pie-gare e ottenere questa forma, che non può essere realizzata in industrie. Le onde sono concepite per poter ac-cogliere oggeti, libri, lampade, e sono molto pratiche e robuste perchè di-spongono di una superficie piana, af-finché gli oggetti non scivolino.Totalmente epurata, questa libreria da l’impressione di movimento in una stanza. Il montaggio è estremamente semplice e si fa in 15 minuti. La gamma è concepita per potere essere com-posta. Alluminio termolaccato.altezza: 135 cm larghezza: 50 cm profondità: 35 cm •

libreria a muro

Vanity Bamboo • l’unico pavimento naturale che non abbatte gli alberi Nell’ultimo decennio il disboscamen-to incontrollato è diventato una seria minaccia per il nostro pianeta: le più importanti foreste mondiali sono in grave pericolo, ogni anno ne scompa-iono milioni di ettari causando effetti catastrofici sugli equilibri della natura. Ecco una linea di pavimenti in bambù, l’unica vera alternativa naturale ed ecosostenibile al parquet in legno. Ca-ratteristica eccezionale del Bambù sta nel fatto che per produrne le fibre non viene abbattuto neanche un albero. Il Bambù infatti è una pianta classificata come erba gigante e i suoi culmi ma-turano in un tempo che va da sei mesi a sei anni, a seconda della specie. Quella impiegata per la produzione dei pavimenti Vanity Bambù è la Phyl-lostachys edulis, comunemente chia-mato Moso o Mao Bambo, rapidissima nella crescita, tanto che è capace di alzarsi di 30 cm in una notte, senza l’aiuto di fertilizzanti o antiparassitari e può toccare anche i 30 metri di altez-za. Dopo il taglio, la natura provvede alla ricrescita, senza bisogno di reim-pianti: ecco perché le zone vocate

allo sviluppo spontaneo o alla coltiva-zione di Bambù non corrono il rischio del disboscamento. Se pensiamo che il comune legno ha un ciclo di crescita lungo 30 anni, è evidente che preferire il pavimento di Bambù a quello tradi-zionale in legno significa agire con-cretamente in favore dell’ecosistema. Non è soltanto il bassissimo impatto ambientale a fare del Bambù un pa-vimento dal forte carattere, ideale per dialogare con lo stile di ogni ambiente. L’esperienza e le tecnologie messe a punto per valorizzarne le caratteristi-che di durezza e resistenza, in partico-lare nella finitura, fanno del pavimento Vanity Bamboo un prodotto di elevata qualità che non teme di confrontarsi con soluzioni più tradizionali. Le superfi-ci sono infatti rifinite con Bona Natura-le Commerciale UV System, un sistema che protegge, esalta e conserva negli anni la naturale bellezza del pavimen-to in Bambù, il tutto nel pieno rispetto della natura. Grazie alla partnership stretta con Bona, Vanity Bamboo gode di caratteristiche uniche sul mercato in fatto di qualità e di eco sostenibilità •

iNNOVaziONi TECNOLOGiCHE | A CURA DI KYOSS

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BiOEDiLizia | TRA DINAMISMO E STATICITà

l’evoluzione del progresso

dinamismo e staticità qualificano le metropoli contemporanee

• Rotating Tower (David Fisher, Dubai)

Le città moderne sono oggi conside-rate un canale decisivo del consu-mo mondiale di energia, acqua ed aria. La tendenza è quindi quella di creare città che si adattano all’am-biente naturale, senza interrompere la progressiva evoluzione della civiltà. Poiché anche gli edifici stessi consu-mano ed inquinano durante il loro ci-clo di vita, nuove tecniche e soluzioni architettoniche vengono ricercate al fine di garantire un ambiente costrui-to intelligente e fruibile.

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BiOEDiLizia | TRA DINAMISMO E STATICITà

di metri d’altezza in grado di genera-re energia pulita, di auto sostenersi, e in alcuni casi anche di cambiare for-ma.Esempi tangibili sono tre opere simi-li per struttura dinamica, concept, e funzionalità energetica e materica: Rotating Tower (David Fisher, Dubai), Bryant Park (Cook Fox, New York), Lo Storto (Zaha Hadid, CityLife, Milano). Gli elementi comuni dei tre progetti delineano edifici in continuo movi-mento, che generano energia grazie alla presenza di celle fotovoltaiche, pannelli e convettori solari, turbine eo-

Le città modificano le proprie forme sempre più rapidamente, sono capa-ci di innovarsi e di cambiare la propria linea costruttiva. Già alla fine del di-ciannovesimo secolo le torri furono il primo esempio di tecnologia ed inno-vazione architettonica e dei materiali. Se oggi l’imperativo è garantire il be-nessere dell’uomo e del pianeta Terra, anche le grandi strutture delle metro-poli moderne devono assicurare solu-zioni ingegneristiche ed energetiche qualificate. Architetti di fama mondia-le hanno raccolto questa scommessa progettando grattacieli di centinaia

liche. Se l’opera di Fisher è un chiaro esempio di come il fattore tempo pos-sa essere un elemento fondante del-la fruibilità dell’ambiente quotidiano, grazie alla possibilità di orientare parti di edificio a seconda dei momenti della giornata, quella degli americani Cook Fox è il primo esempio di grat-tacielo che ha raggiunto la certifica-zione “Leed Platinum”, poiché è stato classificato il più sostenibile al mondo. L’uso di materiali da costruzione rici-clati o provenienti da fonti rinnovabili, di vetri ad alte prestazioni, di sistemi di recupero delle acque piovane, sono

• Rotating Tower (David Fisher, Dubai)

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KYOSS Spazi | FEBBRAIO 2012 | 29

• Lo Storto (Zaha Hadid, CityLife, Milano)• Bryant Park (Cook Fox, New York)

“edifici in continuo movimento, che generano energia grazie alla

presenza di celle fotovoltaiche, pannelli e convettori solari,

turbine eoliche”

solo alcuni degli aspetti che fanno di questo edificio una dimostrazione della migliore tecnologia applicata, per favorire uno stile di vita salutare, ri-ducendo gli sprechi e garantendo un controllo ambientale ed un’efficienza economica singolari. Movimento e dinamismo identificano la torre di Zaha Hadid, sviluppata ver-ticalmente da una torsione che valo-rizza la percezione e differenzia le vi-ste. L’alto contenuto tecnologico e le soluzioni energetiche rendono l’ope-ra un connubio di struttura complessa ed efficienza perfetta, grazie a carat-

teristiche quali il teleriscaldamento, una facciata cellulare a doppia pelle (doppio strato di vetro avente registri di ventilazione), e un sistema di clima-tizzazione a travi fredde. Se da un lato, il progresso della tecno-logia va di pari passo con quello della civiltà integrata in un sistema ambien-tale naturale e difendibile, dall’altro è ancora oggi presente una critica nei confronti dell’autentica legittimità di questi sistemi innovativi •

www.architetturasostenibile.it

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Da BRUXELLES | A CURA DI SIMONE PAVAN

edilizia sostenibile poco sviluppata e scarsa efficienza energetica: l’UE ci punirà?

La Germania è finalmente arrivata a un invidiabile punto di svolta: la produzione di energia derivante da fonti alternative ha superato quella prodotta dal carbone e dall’energia nucleare. A dirlo è il rapporto dell’as-sociazione per l’industria dell’energia elettrica made in Germany. Secondo la Bundersverband der Energie und Wasserwirtschaft, infatti, la quota par-te di energie rinnovabili sfiora il 20% della soddisfazione del fabbisogno energetico, con un +3,5 rispetto al 2010. Restano dunque indietro l’ener-gia atomica -che crolla di quasi cin-que punti percentuali- e il più classico carbone. Questi dati supportano an-cora con maggior fermezza la scelta

Germania da record: le fonti alternative superano l’energia nucleare e quella da carbone

cosa ci dicono da Bruxelles

Il Governo Italiano non fa abbastanza per incentivare un’edilizia sostenibile e una migliore efficienza energeti-ca degli edifici: è questo quello che emerge dal nuovo ammonimento arrivato da Bruxelles. La notizia arriva dopo un’altra informativa poco allet-tante: l’Unione Europea non ritiene che l’emergenza relativa allo smalti-mento dei rifiuti in Campania sia stata adeguatamente affrontata e risolta. Il Governo Italiano infatti continua a non applicare le norme europee in materia di casa passiva e di riqua-lificazione energetica: in particola-re, l’UE segnala la mancanza di una certificazione energetica attendibile e condivisibile, per una valutazione più congrua di costruzioni sviluppate sotto il concetto della bioedilizia. Una documentazione adeguata in tal senso permetterebbe di conoscere il reale stato dello stabile e il suo valore

di mercato, oltre a garantire un’infor-mazione trasparente agli interessati. Ad esempio, un’abitazione che sod-disfa il proprio fabbisogno energeti-co tramite l’utilizzo di fonti alternative deve essere riconosciuta, certificata e così valutata. L’UE, inoltre, segnala che anche gli impianti di condizionamento hanno seri problemi: l’assenza di controlli successivi all’installazione non garan-tiscono una struttura performante e perfettamente funzionante, oltre al fatto che la mancanza di informazio-ni qualificate rischia di far perdere ai consumatori molte buone occasioni per migliorare le prestazioni del pro-prio impianto. Il Governo Italiano ha due mesi di tempo per sviluppare nuove normati-ve in tal senso ed evitare la multa che l’Unione Europea potrebbe altrimenti infliggere: ce la farà? •

di Angela Merkel di dismettere entro il 2022 qualsiasi centrale nucleare nel paese, a dimostrazione di chi pensas-se fosse solo una reazione emotiva a seguito del disastro di Fukushima. A dif-ferenza del nostro paese, dove sono i pannelli fotovoltaici e l’energia solare a farla da padrone, nello stato tede-sco sono gli impianti eolici a guada-gnare il primo posto, seguiti dalle bio-masse e poi dall’energia fotovoltaica. I risultati sono sicuramente positivi, ma la Germania è un paese -a ragione- ambizioso, vista la sua economia ga-loppante, e punta a raggiungere una copertura pari all’80% del fabbisogno energetico con l’energia pulita •

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cosa ci dicono da Bruxelles

Lo stato della mobilità sostenibile in Italia: alcune città sono un po’ più evolute, ma lo stato delle piste cicla-bili, del car sharing e dello sviluppo dei mezzi pubblici non è paragona-bile a quanto avviene in molte altre capitali europee. L’iniziativa di Pesaro, pero, sembra andare finalmente nel-la giusta direzione. Deve aver preso spunto dal caso dell’autostrada per le biciclette tedesca la giunta della città marchigiana per pensare a una bicipolitana: si tratta, infatti, di un me-todo innovativo per combattere pol-veri sottili e inquinamento atmosferico che permette la libera circolazione di biciclette (elettriche e non) in zone sicure e dedicate. In parole sempli-ci, il progetto consiste in una sorta di metropolitana di superficie dove pos-sono circolare solo veicoli ecologici a due ruote. Sarà così possibile muover-

mobilità sostenibile in Italia: il caso della bicipolitana a Pesaro

si rapidamente da una parte all’altra della città, seguendo gli appositi per-corsi, in modo del tutto gratuito e con un impatto ambientale nullo. Tutta la città sarà strutturata a misura di cicli-sta, con ben trenta zone ad accesso limitato, allo scopo di garantire un pieno sviluppo sostenibile del territo-rio. Un risultato ambizioso che mira a creare un nuovo modo di vivere e di convivere nell’ecosistema urbano di cui i cittadini sono parte integrante. Restiamo dunque in attesa che tale iniziativa di mobilità sostenibile venga attuata per comprenderne le effetti-ve potenzialità -anche in ottica di di-minuzione dello smog- nella speranza che altre amministrazioni locali possa-no imitare l’idea e fare una proposta adatta allo spazio che sono chiamati a gestire, con un occhio in più alla tu-tela ambientale •

“il Governo Italiano non fa abbastanza per

incentivare un’edilizia sostenibile e una

migliore efficienza energetica degli edifici”

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dai giovani in discoteca alle auto in frenata • le ultime frontiere dell’energia

anche la piezoelettricità si sta facendo strada nel mercato

gettato e realizzato la prima “discoteca sostenibile” dove la richiesta energetica è completamente soddisfatta dalle sol-lecitazioni compiute dalle persone sulla dancefloor piezoelettrica del locale.

ENERGIA ELETTRICA DAL TRAFFICO VEI-COLAREIn Israele si sta valutando di dotare l’in-tera rete viaria di speciali manti stradali integrati con i cristalli piezoelettrici dove la produzione energetica avviene at-traverso il traffico veicolare. È in corso una sperimentazione su un breve trat-to stradale per valutare con precisione costi e resa di questa tecnologia e si è già stimata una resa ipotetica di circa

PRIMI STUDI IN MATERIARisalgono al 1880 i primi studi in materia, quando Pierre e Jacques Curie teo-rizzarono il fenomeno piezoelettrico. Il criterio di funzionamento è nella parola stessa: “Pressione elettrica” ovvero la capacità di alcuni materiali cristallini di creare una differenza di potenziale elettrico se sottoposti a stress mecca-nico. Questi principi trovarono le prime applicazioni per scopi militari durante la seconda guerra mondiale poiché il primo pavimento piezoelettrico non era altro che un particolare tappeto sul quale i soldati americani producevano energia elettrica attraverso gli esercizi che vi svolgevano al di sopra.

STAZIONI METROPOLITANE DI LONDRA E TOKYOOggi i pavimenti piezoelettrici trovano larga applicazione nelle metropolitane, Londra e Tokyo in testa. Migliaia di per-sone quotidianamente sottopongono a stress meccanico queste particolari pavimentazioni grazie al loro semplice passaggio, producendo un quantitati-vo di energia di circa 1,400 kW al gior-no, che può far fronte al fabbisogno per l’illuminazione a led e degli strumenti elettronici delle stazioni.

ROTTERDAM, “L’ECO-DISCOTECA”In linea con gli stessi principi, a Rotter-dam uno studio di architettura ha pro-

ENERGiE | PIEZOELETTRICITà

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ENERGiE | PIEZOELETTRICITà

400kw/km. Uno dei grandi vantaggi è la possibilità di accumulare energia elet-trica in loco, nelle immediate vicinanze dei fruitori principali (residenze, edifici commerciali, aziende) situate in prossi-mità delle strade, ovviando ai noti pro-blemi legati alle infrastrutture necessarie per le reti energetiche. La società che sta portando avanti il progetto è l’Inno-wattech.

SOLAR IVY, L’EDERA PIEZOELETTRICA E FOTOVOLTAICAL’integrazione di queste tecnologie a quella fotovoltaica ha dato vita a “Solar

Ivy”, un nuovo sistema per la produzio-ne di energia sostenibile. Lo SMIT Sustai-nably Minded Interactive Technology di New York che ha progettato questo dispositivo è uno studio che si occupa esclusivamente di design sostenibile. Una delle problematiche riguardante i pannelli fotovoltaici è quella di riuscire a equilibrare aspetti tecnici ed estetici del pannello con quelli dell’involucro edili-zio. La forma, la dimensione e il colore possono diventare elementi di caratte-rizzazione dello spazio architettonico e ”l’edera fotovoltaica” può essere una soluzione architettonicamente valida

per gli edifici esistenti o di progetto, in-fatti la suggestione progettuale di que-sto pannello è legata all’immagine dell’edera che cresce sulle pareti di un edificio. Questa tipologia di pannello è pensata per i privati e per le azien-de che intendono investire nei principi della progettazione sostenibile e della tutela ambientale, poiché oltre a pro-durre energia elettrica a impatto zero, tutti i materiali di cui è composto sono completamente riciclabili e rigenera-bili. Il pannello è modulare e consente diversi livelli di personalizzazione che vanno dal colore al numero, e quindi,

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KYOSS Spazi | FEBBRAIO 2012 | 35

alla densità delle “foglioline fotovoltai-che”. Secondo la produzione di ener-gia si può variare anche la tipologia di materiale fotovoltaico. La struttura di sostegno è in acciaio ed è abbastanza flessibile, in modo tale da poter essere adattata a qualsiasi tipologia di archi-tettura, rendendo quindi unica ogni sua singola applicazione. Può quindi esse-re utilizzato nel settore residenziale o commerciale, sia sull’esistente sia negli edifici di nuova progettazione. Proprio come la sua controparte naturale, Solar Ivy fornisce ombra, mentre raccoglie e converte la radiazione solare in energia.

LE CARATTERISTICHE DEL PANNELLOLe singole foglie sono in silicio amorfo, depositato in film sul supporto, consen-tendo di avere un basso costo di produ-zione più basso rispetto ad altre forme di silicio con struttura monocristallina e policristallina. La base è in polietilene totalmente riciclabile e il film fotovoltai-co protetto da una struttura in Tefzel. Le foglie sono collegate una ad una ad un cavo elettrico e, infine, ad un accu-mulatore. Il costo di ogni singola foglia in silicio amorfo è di circa 16 euro, con una resa di circa 0.75 watt. Nella sua variante in CIGS (composta di Rame,

Indio, Gallio e Selenio) la resa, a parità di costo, sale fino a quattro watt per singola foglia. Le applicazioni legate ai principi della piezoelettricità e la sua unione con altre tecnologie come il fo-tovoltaico stanno trovando largo impie-go in diversi settori. Sicuramente meno popolare rispetto alle altre fonti rinno-vabili, ricoprirà sicuramente un ruolo importante nella produzione di energia sostenibile •

“dai pavimenti alle strade, alle foglie artificiali, per contribuire

alla svolta green delle nostre

città”

Page 36: Kyoss Spazi Febbraio 2012

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pan rispondono ad esigenze qualita-tive e di rispetto dell’ambiente e la maggior parte dei partner osserva i più importanti sistemi di certificazione come ISO 14001, FSC®, CSA, PEFC™ e SFI.iL NUOVO SHOWROOM Lo showroom della nuova sede inau-gurata a giugno, rappresenta il luogo di relazione tra l’azienda ed i clien-ti che possono toccare con mano esempi di installazioni e realizzazioni, visionare i campioni e ricevere una consulenza per offrire un supporto concreto a chi progetta, costruisce, crea.iL FUTUROIl futuro è già delineato dal consoli-damento dei risultati raggiunti in que-sti oltre 30 anni di vita aziendale e con l’ulteriore espansione verso nuo-vi mercati mantenendo come punto cardine la vision: RISPOSTA, RICERCA, SERVIZIO •

Legnopan e il legno: una lunga storia aziendale di eccellenza . Legnopan Spa è un’azienda moder-na flessibile ed attenta alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Una storia aziendale che nasce dal-la famiglia Mattei che dal 1979 si oc-cupa della commercializzazione di semilavorati per l’industria dell’arre-damento moderno. Ora la gestione è nelle mani di Enrico ed Alessandro Mattei che stanno guidando l’azien-da verso il futuro all’insegna dell’inno-vazione e della ricerca.Le categorie di prodotti proposte so-no molteplici e si racchiudono in tre grandi insiemi: i paNNELLi (nobilitati, multistrati, listellari, placcati, mdf, lami-nati), i LaMELLaRi (concepiti princi-palmente per il serramento) e WiD, la sezione dedicata ai prodotti innova-tivi del mondo dell’architettura e del progetto di alta gamma adatti a sod-disfare esigenze di altissimo profilo.Il target di clienti di Legnopan è va-sto e va dal settore della falegna-

meria e dell’arredamento a quello delle aziende contract che servono le grandi catene alberghiere o com-merciali come Emporio Armani, Geox, Gucci e Bottega Veneta.La DiSTRiBUziONELegnopan è un’azienda commercia-le il cui core business è la distribuzio-ne e la puntualità nelle consegne. Questa garanzia è stata ulteriormen-te potenziata dal nuovo stabilimento che si sviluppa su una superficie di ol-tre 10.000 mq e strategicamente posi-zionato all’uscita dell’autostrada che consente di potere essere sempre più vicini ai clienti in tempi sempre più ra-pidi.LE CERTiFiCaziONiDa 10 anni certificata ISO 9001, Legno-pan è particolarmente sensibile alle tematiche ambientali e di responsa-bilità sociale. Dal 2011 l’azienda è cer-tificata anche FSC® (codice di licenza d’uso FSC® C104544) e PEFC™ (codi-ce di licenza d’uso PEFC/18-31-286). I fornitori che collaborano con Legno-

da oltre 30 anni ci occupiamo delle vostre idee

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RiCERCa | BIOINSPIRED

Edo • quando il design è bio-inspireduna pensilina multifunzione ed energeticamente autonoma

l’oggetto di notte. Il resto dell’energia ricavata viene messa a disposizione degli utenti che potranno “scaricarla” in forma di free energy (sfruttando magari i minuti di attesa o di sosta per poter recuperare una quantità di energia “di emergenza”) e attraverso una porta universale poter fornire energia a dispositivi portatili come telefoni, smartphone, lettori musicali, laptop, macchine fotografiche. La possibilità di poter alimentare i propri accessori anche quando si passano molte ore lontano da un luogo dove

Un progetto che racchiude sapien-temente bio-design, sostenibilità ambientale, nuove tecnologie e aspetti sociali. Il design di Edo nasce dall’osservazione al microscopio SEM di alcune alghe unicellulari marine chiamate Diatomee, organismi parti-colarmente interessanti per il design sostenibile, poiché si presentano come una sorta di “pannello solare” strutturato a forma di ventaglio, costi-tuito da diversi individui aggregati in colonia per accumulare tutta la luce necessaria alla propria sopravviven-

za. Questo elemento a forma di ven-taglio ha ispirato il design della parte superiore delle pensiline, che ingloba una tecnologia fotovoltaica costituita da film flessibile in silicio amorfo. La su-perficie fotovoltaica raccoglie ener-gia solare durante il giorno, che viene accumulata in delle batterie, per poi essere utilizzata in parte per alimenta-re un insieme di led che, attraverso un tessuto fotoluminescente, illuminano la superficie inferiore della pensilina per creare un effetto di luminescenza diffusa e poetica, che accende

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“un progetto che racchiude sapientemente bio-design,

sostenibilità ambientale, nuove tecnologie e

aspetti sociali”

poterli ricaricare completamente è particolarmente utile per coloro che conducono una vita itinerante secondo la tendenza “neo-madica” contemporanea. Possiamo quindi considerare Edo come un elemento di arredo urbano sostenibile, che oltre a garantire riparo dagli agenti atmo-sferici cattura energia solare durante il giorno, fornisce free energy, illumina durante tutta la notte ed alimenta un dispositivo digitale informativo multi-mediale. Grazie a degli schermi touchscreen, integrati alla struttura

della pensilina, è possibile accedere ad informazioni in tempo reale su orari di autobus e calcolo percorsi, mo-nitoraggio del traffico, livelli di inqui-namento relativi a diverse sostanze, possibilità di condivisione di file e dati. Il progetto ha ricevuto la Menzione d’Onore all’ultima edizione della “In-ternational Science and Engineering Visualization Challenge“, la prestigio-sa competizione internazionale di fo-tografia scientifica organizzata dalla “National Science Fundation” e dal magazine “Science” volta a premiare

il “linguaggio visivo nella comunica-zione della Scienza” ovvero l’abilità di ricercatori e divulgatori nell’utilizzare in maniera innovativa mezzi visivi, foto e filmati, per promuovere la compren-sione dei risultati della ricerca scienti-fica. Un progetto estremamente affa-scinante ed interessante. Un progetto che abbraccia molte discipline e che approda ad una sintesi perfetta e ad un mix vincente di design biomimeti-co e tecnologia •

www.scienzaefilosofia.it

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DOMOTiCa | OFF THE GRID

Philips • bio-architetture sostenibili

la casa come organismo vivente

luce, aria, acqua ed energia. Vedia-mo come. Il corpo Off the Grid, si manifesta con una struttura leggera caratterizzata da particolari “fiori”, nucleo fondamentale di tutto i funzio-namento bio-mimetico dell’edificio. A seconda delle necessità questi “fiori ” possono essere aperti (come dei fiori che sbocciano) per lasciar passare più o meno luce, fino a rendere tutto l’appartamento completamente tra-sparente. Questo sistema riduce dra-

Dopo gli elettro-tatuaggi e gli acces-sori sensibili la Philips propone un altro progetto, questa volta destinato alle abitazioni. Senza dubbio più utile dei precedenti e più attento alle proble-matiche ambientali contemporanee e future. Si chiamano Off The Grid - Su-stainable Habitat 2020, e sono le nuo-ve bio-architetture progettate dalla Philips. Ogni palazzo è progettato con una “pelle” particolare che, proprio come un essere vivente, reagisce e in-

teragisce con l’ambiente, recupera le acque piovane, immagazzina calore, scherma o lascia passare tutta la luce che desideriamo, recupera energia pulita.Le nuove architetture Off the Grid hanno un aspetto leggero alla vista e si integrano perfettamente all’am-biente circostante. La struttura ester-na è formata da “pelli sensibili” capa-ci di mutare le proprie caratteristiche fisiche e regolare diversi aspetti come

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“Off the Grid: organismi che dialogano con l’ambiente • un nuovo concetto di casa

ecosostenibile e futuribile”

sticamente l’utilizzo di luce artificiale in favore di quella naturale, favoren-do la salute ed il benessere psicofisico delle persone. Aria: sempre gli stessi “fiori “, destinati a lasciar passare più o meno luce, fungono anche da in-canalatori di aria e vento. Il passag-gio delle correnti di aria all’interno dei “fiori” genera energia pulita destinata ad alimentare l’edificio stesso fornen-do, in più, aria pulita (depurata e pri-vata di agenti allergici o tossici) per gli

interni dell’edicifio e, grazie ai sistemi di canalizzazione, l’aria può anche essere raffreddata naturalmente (per i periodi estivi). Acqua: grazie ai “fiori” è possibile recuperare tutta l’acqua piovana e l’umidità presente nell’aria (anche nei periodi di siccità). Una volta purificata e filtrata è possibile riutilizzarla nel circuito chiuso della casa. Rifiuti ed energia: i rifiuti orga-nici vengono trasformati in energia di biogas utilizzabile per il riscaldamento

dell’appartamento o dell’acqua per il lavaggio. Il progetto è destinato alle megalopoli del 2020, in particolare alle emergenti megalopoli cinesi, ma non sarebbe male avere edifici del genere anche in Italia •

www.architetturaedesign.it

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“agri-tecture” in New York • un percorso verde sospeso

Venezia eco-mobile • ultimo rapporto Euromobility

NEWS | A CURA DI KYOSS

La “High Line” è un antico tracciato ferroviario sopraelevato, di dieci metri dalla quota stradale, inaugurato nel 1929. Nato per la consegna di merci nella parte occidentale di Manhat-tan, si snoda da Gansevoort Street fino alla 30th Street. In disuso dal 1980, questo elegante colosso arrugginito, rischiò a lungo di essere demolito. Gli artisti e gli intellettuali di Manhattan hanno lottato per due decenni allo scopo di salvaguardare quel luogo così suggestivo. Sino al 1999, anno in cui fondarono il comitato “Friends of the High Line” allo scopo di richia-mare l’interesse del pubblico e delle autorità. Sono loro che hanno voluto il progetto di riqualificazione della High Line e affidato l’incarico agli architet-ti Diller, Scofidio & Renfro in collabo-razione con gli architetti paesaggisti “Field Operations”. Il progetto consi-dera il tracciato ferroviario sopraele-vato come percorso verde sospeso, una sorta di parco lineare elevato o come oramai viene chiamato dagli

autori: un intervento di “Agri-tecture”. Sì, perché qui a farla da padrona è la natura: selvaggia e spontanea. Pian-te lacustri e autoctone si insinuano nei percorsi ferrati e in calcestruzzo, ripor-tando l’attenzione sulla biodiversità della flora tipica della Grande Mela. Camminando si incontrano orti segre-ti, aree a prevalenza boschiva, zone lasciate alla proliferazione spontanea del verde selvatico, e ringhiere rico-perte d’edera. Le parti in calcestruzzo a volte sono percorsi e a volte sono panchine. La superficie del percorso è segnata da tagli che lasciano ar-rivare la luce naturale al di sotto del percorso, cosicché la High Line possa essere fruita “above and below”, so-pra e sotto. Questo straordinario spa-zio che vola sulla città è pensato per assorbire completamente il visitatore durante il percorso, grazie ai cultural corridor, agli eco-retail, alle installazio-ni d’arte e all’anfiteatro per teatro e musica all’aperto •

È Venezia la città più “eco-mobile” d’Italia; al secondo e terzo posto ci sono Parma e Torino, secondo l’ultimo rapporto di Euromobility, condotto su 50 città italiane. Gli indicatori di cui si è tenuto conto per stilare la classifica sono stati: le innovazioni introdotte per la gestione della mobilità (Car Sharing, Bike Sharing, mobility mana-ger, ecc) e la loro efficacia; lo stato di salute delle città in relazione alla pre-senza di auto di nuova generazione e all’incremento delle auto alimentate a combustibili alternativi (Gpl, meta-no); l’offerta di trasporto pubblico, le politiche per la ciclabilità; l’ adozione di strumenti di gestione e di pianifica-zione del traffico. Nella “top ten”, che vede sul podio tutte città del centro-nord, ci sono anche Firenze che perde sette posizioni, Brescia che ne guada-gna dieci, Bergamo, Reggio Emilia e Ferrara, oltre Bologna che perde però 5 posizioni. Fanalini di coda nella clas-sifica della mobilità sostenibile, Siracu-sa e Sassari. Sul mobility management non si registrano particolari variazioni rispetto allo scorso anno, restano 41 le città che hanno nominato il mobility manager. Il Bike Sharing, dopo il boom del 2009, fa registrare comunque un incremento sia degli utenti (+51%) sia

delle biciclette (+12%). Sono 16 in tut-to le città che hanno adottato il siste-ma elettronico con tessera magne-tica. Milano si conferma la città più coraggiosa con le sue 1.400 biciclet-te condivise dislocate in 100punti di prelievo e una media di 3.500 prelievi giornalieri, segue Torino che ha avvia-to il Bike Sharing nel 2010 con 300 bici-clette e ben 4.200 utenti e Roma con sole 150 biciclette per 16.800 utenti. Il servizio è stato inoltre introdotto dai Comuni di Cagliari e Venezia. Il Car Sharing, l’auto condivisa, vive invece un momento di stallo. Dopo il trend positivo degli ultimi anni il servizio re-gistra infatti una diminuzione delle auto in flotta (-3,6%) determinata sia dalla revisione del servizio milanese che passa da 133 a 86 automobili, sia dal caso di Modena che ha ad-dirittura cessato il servizio. Le città che possono contare sulla flotta maggiore di auto condivise sono Torino (113) e Roma, che passa da 41 a 105 auto in flotta. Sul fronte degli utenti si registra soltanto un incremento dello 0,7%. È Venezia la città con più utenti (3.300), seguita da Milano (2.885, che però perde utenti rispetto al 2009, anno in cui erano 4.097 gli abbonati) e Torino con 2.390 •

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EDILTECNO di Gianluca BoessoVia A. Volta, 7 - 36010 Monticello C.te Otto (VI)Tel. +39 0444 946633 - Fax +39 0444 [email protected] - [email protected]

EDILTECNO fornisce servizi completi nello sviluppo di progetti edilizi industriali.Ciò che la rende competitiva ed affermata nel mercato è la possibilità di offrire, partendo da una richiesta iniziale di valutazione economica, anche una progettazione strutturale fin nei minimi dettagli esecutivi.Al cliente viene fornito oltre al preventivo di spesa anche un elaborato grafico esplicativo che mostra come sarà il suo fabbricato a montaggio eseguito.Di notevole importanza è anche il collegamento diretto con propri strutturisti, per poter offrire un servizio completo fin dalla calcolazione delle opere di fondazione (anche speciali).

produzione e vendita di capannoni prefabbricati in cemento e strutture prefabbricate

per l’edilizia industriale,commerciale ed agricola

Aziende partners

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la città verde in Cina •ecco Dongtan, il sogno ecologico cinese

rivoluzione energetica ed ambiente • la scelta “biologica” dell’Hotel Crystal in Austria

NEWS | A CURA DI KYOSS

Finalmente un mondo ecososteni-bile. Questa la speranza per il futuro, ed Ecocity o Dongtan che dir si vo-glia, città che dovrà nascere sull’isola di Chongming nei pressi di Shanghai, ne è solo un esempio. Sembra essere stata definita la “versione Green” di Manhattan, non solo ecologia dun-que, ma high-tech, grattacieli e mol-to altro. Solo a guardare le immagini sembra proprio che il futuro sia già sot-to i nostri occhi e se si pensa poi che anche l’Università di Torino ha dato il suo contributo, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, possiamo senza dubbio dire che l’Italia anche questa volta mette la sua parte, non indifferente, di professionalità al servi-zio di un progetto mondiale. Ecco in-fatti che a Dongtan, città “verde” per eccellenza, non potevano mancare tecniche di agricoltura biosostenibi-le: ben 86 km2 dell’ecocity saranno quindi dedicati all’agricoltura a km zero. È incantevole pensare che un progetto simile nasca a pochi passi da Shangai. Una “cinta verde” intorno alla città, un’oasi di pace, che possa

migliorare la qualità della vita urbana in un progetto senza dubbio ambizio-so. Ma come sarà suddivisa Dongtan? Spazi abitabili per oltre 500 mila per-sone e tre grandi quartieri uniti da un centro comune. Ambiente ecologico, vita sana e di livello qualitativo altissi-mo, probabilmente il top che si possa desiderare, acqua ed elettricità che verranno fornite utilizzando sistemi di risparmio energetico, dal fotovoltaico alle turbine di micro ventilazione. Una città che a livello di consumo, potrà essere considerata autosufficiente. Se già pensavate di trasferirvi in que-sto Eden naturale che in quanto ad hi-tech sembra non avere alcuna la-cuna, dovrete però attendere anco-ra un po’… ecco che che prima del 2050 un progetto così ambizioso sarà difficile possa esser realizzato! •

Tra le energie alternative e rinnovabili dell’era moderna, il geotermico rive-ste una posizione insostituibile ma allo stesso tempo ancora poco conside-rata. Basata sullo sfruttamento del ca-lore naturale della Terra, oggi rappre-senta solamente meno dell’1% della produzione mondiale di energia. Poi-ché il principio base è trasferire calore ad una temperatura quasi costante, per riscaldare un ambiente d’inver-no, e cederlo durante l’estate per raffrescarlo, viene utilizzato il sistema abbinato sonda geotermica-pompa di calore. Il processo è stato sfruttato da un rinomato edificio alberghiero di Obergurgl in Austria, l’Hotel Crystal, il quale viene alimentato solo da fonti energetiche rinnovabili. L’impianto completo prevede l’uso di 76 sonde geotermiche che sfruttano il calore del terreno a 120 metri di profondità, assieme all’impiego di pannelli so-lari che catturano l’energia del sole. È considerato un hotel biologico, a basso impatto ambientale, poiché la parola d’ordine è risparmiare e servir-si dell’energia rinnovabile: in questo

modo viene prodotta l’energia suffi-ciente per riscaldare un albergo e un centro benessere, rinunciando com-pletamente a fonti quali il petrolio ed il gas. Inoltre la struttura, costituita da ampie vetrate e determinati ma-teriali, quali acciaio, legno e pietra, definisce ulteriormente la linea cor-rente dell’edificio, volta al risparmio, alla bioedilizia e al riciclo. Pochi dati tecnici possono dare l’idea della fun-zionalità e dei benefici del sistema: le 76 sonde sono accostate a 5 pompe energetiche, che producono energia sufficiente a riscaldare un edificio di circa 40.000 metri cubi, e 300 metri quadri di collettori solari.È il primo esempio di albergo in Eu-ropa che utilizza esclusivamente ge-otermico e solare; siamo quindi di fronte ad una scelta coraggiosa ed alternativa, che fa fronte ai numero-si costi e relativi vantaggi, ma che si proietta verso il futuro più imminente •

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La nostra società opera nel settore del legname daoltre 50 anni e fu fondata dal padre. Dal 1985 la gestioneè passata ai figli i quali hanno ampliato la gammadi materiali e prodotti disponibili a magazzino,coprendo oltre al settore edile anchequello dell’arredamento e dellefalegnamerie in genere.

BRESSAN LEGNAMI SRLVia Manzoni, 3 36010 Monticello Conte Otto (VI)Tel. 0444 595028 • Fax 0444 [email protected]

• Travi lamellari o massicci per la realizzazione di tetti in legno e pompeiane

• Legname da costruzione

• Vasta gamma di pavimenti prefiniti in vero legno o laminati

• Porte da interni classiche e moderne

• Pannelli, legname e affini per il settore dell’arredamento

il legno nelle nostre case

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Energia 2012www.atuttambiente.org Pisa, Stazione Leopolda

dal 17 al 19 febbraio

La Fiera-convegno si rivolge, oltre che al grande pubblico, ad Enti e Istituzio-ni, alle moltissime aziende operanti nel settore dell’energia rinnovabile e dell’edilizia sostenibile, ad ingegne-ri, architetti, tecnici e progettisti, che vogliono idee e soluzioni innovative in questi settori, agli stessi operato-ri del settore in cerca di informazioni aggiornate, agli studenti di tutti i livelli ma anche semplicemente a tutti co-loro che sono sensibili all’efficienza energetica e alle energie alternative.Anche quest’anno la kermesse offri-

rà una panoramica esauriente sulle nuove tecnologie, fonti rinnovabili, bioedilizia e risparmio energetico, al fine di migliorare le conoscenze del settore e fornire uno spazio di comu-nicazione agli addetti ai lavori, ed agli utenti per affrontare ed approfondire il tema del risparmio energetico at-traverso un approccio diretto con le aziende e con gli Enti •

www.piacenzaexpo.it Piacenza, Fieradal 17 al 19 febbraio

Questo evento è l’occasione ideale per i produttori e fornitori di materiali da costruzione per mostrare i loro pro-dotti più recenti e migliori e materiali per i partecipanti e quindi offre per esporre tutte le più recenti progressi fatti in questo campo e servire come uno degli eventi più importanti per il edilizia. Mostra Edil che copre una su-perficie 10.000 metri quadrati, fornirà agli operatori del settore privato e ai

visitatori di interagire in un ambiente favorevole per le attività di business. Dal momento che l’industria del-le costruzioni ha un impatto diretto sull’economia di un paese, questo è un evento molto significativo. Realiz-zato su una superficie di 10000 metri quadrati, Mostra Edil illuminerà i par-tecipanti con i nuovi materiali e tec-nologie che riguardano il settore del-le costruzioni •

Edilshow 2012

Reggio Emilia, Fieradal 16 al 19 febbraio

Nella sua 6° edizione, Ecocasa&Ecoimpresa Expò svilup-perà in particolar modo le seguenti tematiche: l’identificazione di un mo-dello mediterraneo, inteso quale mo-dello di architettura sostenibile adatto al clima italiano; l’individuazione del-le tecniche di intervento necessarie alla riqualificazione e all’efficienza energetica degli edifici esistenti, che costituiranno, nei prossimi anni, il mag-gior impegno nel settore dell’edilizia; lo sviluppo delle energie rinnovabili a seguito dell’abbandono del nucle-are. La manifestazione proporrà un vasto programma di iniziative, che andranno a coinvolgere oltre ai pro-gettisti (architetti, ingegneri,geometri, periti) anche i cittadini e specifiche

EcoCasa 2012 www.fierereggioemilia.it

categorie di soggetti, coinvolti an-che indirettamente nel processo di sostenibilità degli edifici ( installatori, amministratori condominiali, tecni-ci comunali, agenti immobiliari, no-tai, avvocati, commercialisti, ecc.) Ecocasa&Ecoimpresa Expò vuole porsi, quindi, quale importante mo-mento di incontro tra le aziende pro-tagoniste della green economy e tut-ti i soggetti interessati. In ogni settore dell’edilizia: civile, sociale, industriale, terziario, l’attenzione verso il risparmio energetico, la salubrità degli edifici, gli accorgimenti costruttivi e le tec-nologie che favoriscono il comfort, la sicurezza, l’accessibilità, la qualità complessiva, è in costante crescita •

ESpOSiziONi | A CURA DI KYOSS

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ESpOSiziONi | A CURA DI KYOSS

Colonia, Salone dell’Architetturafino al 3 marzo

L’AIT, ArchitekturSalon di Colonia, pre-senta una selezione di progetti firma-ti dallo studio Zaha Hadid Architects sul tema della torre, esponendo una rassegna esclusiva di disegni, modelli e proiezioni animate. L’evento si inse-risce all’interno del ricco program-ma di PASSAGEN 2012, Interior Design Week a Colonia, dedicato alle ten-

Parametric Tower Research

www.ait-architektursalon.de

denze attuali del design. Il tema della “Parametric Tower Research”, soffer-mandosi sullo studio del parametri-smo, prende inizio dalla scala ridotta del progetto per poi svilupparsi in sca-la sempre maggiore divenendo parte di un ampio strumento di pianificazio-ne urbanistica •

Pieve di Cento (Bo)26 marzo

Il 26 marzo presso il Museo Magi ‘900 di Pieve di Cento l’arte entra in cit-tà ponendo Pieve di Cento al cen-tro dell’urbanistica e architettura nazionale e internazionale. Anche quest’anno si è rinnovata infatti la collaborazione tra l’Università Ameri-cana di Architettura di Notre Dame, Indiana, e la Facoltà di Ingegneria di Bologna. Dopo i lavori sviluppati per Pienza, l’impegno e l’interesse dei due corsi di laurea si sono concentrati sulla realtà di Pieve di Cento. Verranno esposte in un evento aperto a tutta la cittadinanza di Pieve le otre 90 tavole di disegni acquerellati a mano. Sergio Maccagnani, Sindaco del Comune di Pieve di Cento insieme al promotore

dell’iniziativa, Cav. Giulio Bargellini, daranno il benvenuto agli ospiti ed apriranno la conferenza di presenta-zione dei lavori. Interverranno il Diret-tore della sede romana dell’Università Americana di Notre Dame Prof. Ste-ven Semes, il Prof. Ettore Maria Maz-zola (Coordinatore di uno dei quattro gruppi di lavoro), l’Ing. Luca Venturi e l’Ing. Fabio Paoletti per l’Università di Bologna i quali avranno il compi-to di proseguire i lavori sviluppando i progetti Urbanistici fino ad arrivare al dettaglio architettonico costruttivo e l’Ing. Fabrizio Campanini quale coor-dinatore locale dei progetti Urbanisti-ci ed Edilizi •

Pieve di Cento Project

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48 | KYOSS Spazi | FEBBRAIO 201248 | KYOSS Spazi | FEBBRAIO 2012

TECNiCHE | IL WPC

il wpc • un materiale innovativodesign, resistenza e sostenibilità per un prodotto di successo

chimici ovvero acidi, alcali, soluzioni saline o clorate. Il sistema di certifica-zione internazionale LEED (Leadership in Energy & Environmental Design) del Green Building Council presente in Italia dal 2008, classifica il bambù come la pianta più sostenibile per il suo rapido ciclo di vita per ricavarne materia prima utile alla sua industria-lizzazione: parliamo di una media di 5 anni. Il legno ne richiede almeno 10 e in questo caso parliamo del piop-po, le cui caratteristiche prestazionali sono di gran lunga inferiori al bambù. Ciò si traduce per i progettisti nella reale possibilità di conseguire ulteriori punti al processo di valutazione am-bientale secondo il citato protocollo ma anche altri in uso in Italia, come l’ITACA.

FINITURAParticolare è la finitura della superficie completamente antiscivolo, perfetta per un utilizzo in aree bagnate, bor-di piscina, stazioni balneari e termali,

La sigla WPC - Wood Plastic Compo-site - significa: composito di fibre a base legnosa, derivate dalla canna di bambù, e di plastica. Si tratta di un materiale innovativo, ecosostenibile e per le sue caratteristiche prestazio-nali è particolarmente indicato per ambienti esterni (outdoor design). Il composito in bambù è un prodotto ecosostenibile in quanto utilizza le plastiche (PE) termo fondibili, quelle riciclabili per capirci, permettendo così di ridurre il volume di rifiuti plastici, perfettamente in linea con la diretti-va europea 2008/98/CE, e soprattutto di evitare ulteriori consumi di petrolio. Il processo di fabbricazione impie-ga due diverse tecnologie: iniezione della pasta in appositi stampi oppu-re l’estrusione. In ogni caso sono ne-cessarie macchine professionali che lavorino ad alte temperature e pres-sioni. La composizione della pasta può variare a seconda delle carat-teristiche prestazionali desiderate dal cliente, in generale possiamo dire che

è costituita da un 60% di bambù, un 30% di PE e da un 10% di additivi. Dal processo di estrusione è possibile ot-tenere barre con lunghezze standard che raggiungono i 3 metri.

IL PRODOTTOSi tratta di un prodotto inserito in un ampio progetto di ecosostenibilità ambientale e all’insegna dell’eco-design. Esso risulta infatti riciclabile al 100%, mantenendo la naturale ele-ganza del legno nella finitura super-ficiale, al tatto, oltre che all’olfatto. Straordinarie sono le sue prestazioni in termini di sicurezza d’uso, poiché non si scheggia, non fessura né si imbarca, non necessita di manutenzione né di ulteriori trattamenti dopo la posa. Es-sendo resistente all’acqua e all’umi-dità il WPC non è sensibile alle aggres-sioni esterne animali o vegetali come insetti, termiti, funghi e altri microrga-nismi, come pure non risente delle condizioni climatiche più difficili quali pioggia, neve o gelo, o agli agenti

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pontili e sentieri costieri o lacustri. In fase di produzione vengono utilizzati sistemi di misurazione del colore molto precisi, in grado di garantire nel tem-po una superficie colorata uniforme senza soluzione di continuità. Relativa-mente alla sua resistenza ai raggi UV, gli additivi di protezione minimizzano gli effetti sbiadenti del sole. Nella co-lorazione, inoltre, l’utilizzo di pigmenti altamente riflettenti e inorganici ridu-cono l’assorbimento dell’energia del sole. Anche allo zenit infatti sarà mini-ma l’accumulazione del calore, man-tenendo-costantemente-una tempe-ratura confortevole della superficie del materiale. Per le caratteristiche prestazionali eccellenti, i prodotti in WPC non hanno necessità di manu-tenzione o trattamenti speciali, quali tonalizzanti o vernici per aumentarne la durabilità. Per le normali operazioni di pulizia è sufficiente utilizzare acqua e uno sgrassatore neutro, risciacquan-do con acqua tiepida. Esiste comun-que la possibilità di trattare la super-

ficie con uno specifico prodotto che lo rende antimacchia. Eventuali graffi e abrasioni superficiali si attenueran-no con l’azione usurante del normale utilizzo.

INSTALLAZIONEL’installazione delle doghe in WPC ri-sulta rapida e semplice, eseguita con l’impiego di utensili tradizionali per la lavorazione del legno. La doga viene fissata su appositi listelli dello stesso materiale, con un sistema di clips in acciaio o plastica a scomparsa, av-vitate sul listello stesso che funzionano anche come distanziatori tra le do-ghe (3-4 mm.). La singola doga potrà essere posata scegliendo di disporre a vista una delle due facce, entram-be antiscivolo. Il WPC è garantito fino a 20-25 anni per l’impiego residenzia-le, mentre per quello pubblico e com-merciale fino a 15-20 anni. Oltre che per le pavimentazioni, il WPC con specifiche doghe trova lar-go impiego anche come rivestimen-

to parietale sia interno che esterno, date le sue particolari caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici, agli urti e ai raggi UV. Nello sviluppo della ricerca dei vari campi di appli-cazione funzionale ed estetica del WPC sono stati progettati e resi dispo-nibili nel mercato più di 50 tipologie di profili che possono essere utilizzati nei diversi ambiti della progettazione, dalle doghe per pavimentazione ai ri-vestimenti parietali, dai padiglioni alle recinzioni, dai pontili ai tavoli e sedie, corrimano e vasi da fiori ecc. Questi prodotti rivolti al campo dell’edilizia e dell’architettura e a quello del pae-saggio trovano sempre più mercato e sviluppo d’impiego nelle principali città orientali della Cina, della Corea, del Giappone, come pure in quelle occidentali degli Stati Uniti e del Ca-nada, cominciando a diffondersi ora anche nei Paesi europei •

“risultato di una felice combinazione

tra tecnologia e sostenibilità ambientale”

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LiBRi | A CURA DI KYOSS

Autore Norman DonaldEditore Giunti

Prezzo 14,50

la caffettiera del masochista

Autore Alessandro Rocca Editore Sassi

Prezzo 24 euro

architettura low cost/low tech

Autori: Anthony Reid, I. Katerinov Editore Rizzoli

Prezzo 16 euro

architettura senza architetti

A chi non à mai capitato di spingere una porta invece di tirarla o di rinun-ciare a lavarsi le mani perché non rie-sce ad azionare il rubinetto? In questi casi la sensazione di incapacità per-sonale è molto forte: eppure, sostiene Norman, la colpa non è dell’utente, bensì di chi ha progettato questi og-getti d’uso comune senza conside-rare le normali attività mentali la cui conoscenza è essenziale per la pro-

gettazione di un ambiente ben orga-nizzato e rispondente alle esigenze della mente. L’autore nel corso del libro passa in rassegna un gran nu-mero di oggetti, accompagnando l’analisi del design con aneddoti e analizzando atti mancati, errori pic-coli e grandi, incidenti, dimostrando che il responsabile è il design che in-duce ad errore •

Le difficoltà dell’economia mondia-le hanno generato una condizione nuova: quando è necessario ridurre i costi la sobrietà diventa interessante e attraente, e le capacità di ricerca e sviluppo dei giovani architetti pro-ducono edifici di una nuova genera-zione. Oggi si costruisce con budget limitati e si trasforma la ridotta dispo-nibilità di denaro in energia creativa. Edifici meno costosi e più intelligenti, meno lussuosi ma più amichevoli e accoglienti. Questo volume mostra

più di venti progetti, scelti dall’archi-tetto e scrittore Alessandro Rocca, che delineano i diversi volti di una nuova avanguardia mettendo in luce le invenzioni, le opzioni e le strategie che danno forma e significato al mito della produzione sostenibile. La nuo-va architettura, low-cost e low-tech, risponde a una più attenta compren-sione dell’ecologia umana e diventa simbolo di un profondo rinnovamento tecnico ed estetico che riguarda ogni aspetto della vita contemporanea •

Un viaggio attraverso l’architettura spontanea di tutto il mondo: dai fienili della Pennsylvania alle mongole, dai sassi di Matera alle chiese lignee d’Eu-ropa. Questo atlante illustrato docu-menta i tentativi dell’uomo di rispon-dere alle primordiali esigenze di riparo sfruttando le risorse con un impatto più lieve sull’ambiente. Tende e caver-ne, palafitte, case a corte, capanne di tronchi e torri di fango testimoniano la varietà dell’edilizia popolare di ogni paese e la ricca storia culturale degli

stili architettonici spontanei. Di fronte ai problemi che minacciano in modo sempre più pericoloso l’esistenza stes-sa del nostro pianeta, è arrivato il mo-mento di attrezzarsi per lo sviluppo di un’architettura sostenibile. Attraverso un ricco apparato iconografico, que-sto volume illustra un’interessante rac-colta di esempi di strutture pensate e progettate “a misura d’uomo” e sot-tolinea l’importanza di una questione fondamentale per la nostra epoca •

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La ricerca di Lynch è stata per quasi mezzo secolo ed è tuttora punto di rife-rimento di buona parte della progetta-zione urbana, tanto pubblica che priva-ta, negli USA. Le riflessioni sulla necessità di inventare una diversa e più comples-sa cartografia per riuscire a dar conto dei “paesaggi invisibili”, le analisi dei rapporti tra organizzazione dello spazio,

morfologia urbana, modelli culturali e forme di potere economico e politico, la messa a punto di criteri per rendere più sicuri e vivibili gli ambienti urbani, la comprensione dei processi cognitivi nei vari gruppi d’età sociali e culturali e dei comportamenti devianti nei contesti urbani, sono esperienze di ricerca che devono molto al contributo di Lynch •

Cusl riporta alla luce dopo quasi 50 anni con una ristampa anastatica il libro “Amate l’Architettura”, di Gio Ponti, pubblicato nel 1957 e subito tra-dotto in USA e in Giappone. Questo grazie ad una collaborazione con la famiglia Ponti e con il DiAP (Diparti-mento di Architettura e Pianificazio-ne) della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. “Amate l’Archi-tettura” è un dono prezioso fatto da Gio Ponti alla cultura architettonica

contemporanea: ci troviamo di fron-te ad una sorta di autobiografia ar-chitettonica, un racconto avvincen-te che si legge con vero piacere da cima a fondo perchè è scritto bene, ha un buon ritmo. Ma anche un bel-lissimo progetto grafico, una piccola architettura da tasca, fatta di strati di fogli variamente colorati di carta po-vera, svelati dalla taglierina del rilega-tore •

Nel saggio, alla seconda edizione dopo quella del ‘67, si sostiene che l’architettura non è soltanto un’arte che risponde ad una funzione, ma qualcosa che serve anche a comu-nicare: la cultura, l’ambiente, gli usi e i costumi di una nazione. Questa com-ponente semantica è presente nelle costruzioni di ogni tempo e paese, ma oggi si avvale dei più recenti stru-

menti informativi, i mass media; anzi, l’ipotesi di De Fusco è quella di con-siderare l’architettura stessa un mass medium. A tal proposito egli distingue un’architettura nata per rispondere alle esigenze della cultura di massa e un’altra che segna una caduta nei mass media. Spetta allora alla critica effettuare le opportune distinzioni e una efficace azione informativa •

Autore Kevin Lynch Editore MarsilioPrezzo 20 euro

l’immagine della città

Autore Gio PontiEditore Cusl

Prezzo 30 euro

amate l’architettura

Autore Renato FuscoEditore Dedalo

Prezzo 18,50

architettura come mass medium

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LOTUS Italian Swimming Pool - Via Caboto, 8 - 36015 Schio (Vicenza)Tel 0445/510337 - Fax 0445/514138 - [email protected] - www.lotuspiscine.it

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