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L E T T E R E

DEL SERVO DI DIO

P. GIACOMO CUSMANO

FONDATORE DEL BOCCONE DEL POVERO

VOLUME I - PARTE III(1887 - 1888)

BOCCONE DEL POVERO - PALERMO

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LE LETTERE DI P. GIACOMOSCAMPATE AL PERICOLO DELLA

GUERRA

P R E F A Z I O N E

Durante la recente infausta guerra, onde evitare i bombardamenti aerei, le popolazioni abbandonavano la città per cercare rifugio nelle campagne o nei piccoli paesi, meno esposti agli aeroplani nemici, che arrecavano ovunque distruzione e terrore. La nostra Palermo, nelle ore pomeridiane, sembrava un deserto. Anche gl'Istituti Religiosi cercavano scampo nella fuga. Le nostre Suore, con i vecchierelli della Quinta Casa, e le Orfanelle di Terre Rosse, nonché i Padri e gli Orfanelli, si sparpagliarono nelle varie Case del Boccone del Povero fuori Palermo, portando con loro quei pochi indumenti, che erano indispensabili.

Entrati nel 1943 gli Alleati in Sicilia, si assistette al doloroso spettacolo dello sbandamento del nostro Esercito. Le città rimasero senza difesa, in modo che gli elementi facinorosi dei bassi fondi sociali, in una selvaggia, oscena scorribanda, si diedero al saccheggio delle case private e degli Istituti, che trovavano incustoditi. Qui in Palermo, per riferire solo delle Case nostre, furono saccheggiati l'Orfanotrofio Femminile e la Casa Madre di via Giacomo Cusmano. La stessa sorte toccò alla Quinta

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Casa al Molo, che abitualmente ricoverava oltre 500 vecchi poveri d'ambo i sessi. Ivi i novelli vandali, non solo ne asportarono tutto il mobilio, i letti, la biancheria, ma anche divelsero gl'infissi, ed estirparono i mattoni.

Nel nostro Bollettino «La Carità» dell'anno 1945, a pagina 6, feci una viva particolareggiata descrizione dello scempio operato nelle tre Case.

In quel trambusto generale la veneranda Madre Ester di s.m., con felice pensiero, curò di salvare le lettere originali del P. Giacomo, mettendole, così alla rinfusa, in una valigia, che portò seco a Ciminna.

Essendo io entrato nella Congregazione del Boccone del Povero, il 20 Luglio 1944, ebbi l'incarico dalla Madre Ester d'interessarmi della pubblicazione delle Lettere e degli scritti del P. Giacomo. Con gioia accettai, e avuta la preziosa valigia, che era stata riportata a Palermo, mi diedi a selezionare quell'ammasso incomposto di vari scritti, nella stanzetta della Casa Generalizia, detta di S. Ignazio. Così dopo non poco tempo ordinai tutte le Lettere per anno per mese per giorno. Per la stampa approntò un primo tributo il P. Capillo, allora Direttore dell'Orfanotrofio Maschile.

Il primo volume parte prima di pagine 659, comprendente le Lettere 1864-1884, venne alla luce nel gennaio 1952. In seguito si pubblicò la seconda parte per gli anni 1885-1886 (Volume di 506 pagine); la presente terza parte di. pagine 466 comprende gli anni 1887-1888. Le Lettere dirette alla sorella Suor Vincenzina, sono state pubblicate in. un volume a solo (Volume II di pag. 500).

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Ci sono altre Lettere sparse qua e là, che si vanno raccogliendo per la prossima pubblicazione, insieme ad alcuni scritti del Servo di Dio.

Per la storia del Boccone del Povero poi, tanto nell'archivio dei Padri, che in quello delle Suore, ci sono molte notizie interessanti, degne di essere conosciute per la stampa. Mi auguro che i giovani Padri, in un tempo non lontano, mettano in atto il mio voto, per una conoscenza più profonda e più completa del P. Giacomo e dell'Opera Sua.

Del valore importante delle Lettere del P. Giacomo (molte delle quali andarono perdute e forse le più interessanti), sebbene scritte in fretta e di primo getto, abbiamo due autorevolissimi giudizi dei due Censori Teologi, che dall'Eminentissimo Cardinale Micara furono deputati, a norma del Diritto Canonico, all'esame degli scritti del P. Giacomo. Tali giudizi fanno parte del grosso fascicolo legato in rosso, esistente nel nostro Archivio, intitolato «Panormitana - Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Jacobi Cusmano... Positio super introductione causae » e da me pubblicati nel Periodico «La Carità» dell'anno 1957 a pagg. 19 e 58. Credo di far cosa gradita ai lettori riportarli nell'appendice di questo volume, perché sono uno dei migliori elogi delle singolari virtù del nostro veneratissimo Padre.

Credo di fare pure cosa graditissima ai Confratelli e alle nostre Suore, riportando alcuni periodi di una delle ultime lettere, forse l'ultima, del nostro Padre. Porta essa la data del 23 Febbraio 1888, precisamente 19 giorni prima della santa morte. Non ne ho trovata al

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tra di data posteriore. La lettera è diretta alla Superiora di San Cataldo, Suor Pasqualina Lauriano. Ecco il tratto saliente:

«La vita vera è nella fede «lustus ex fide vivit » e questa vita si alimenta solamente della volontà di Dio «Et vita in voluntate Domini»; chi possiede questa vita ha già il possesso della vita eterna e per conseguenza conosce che tutto ciò che non è eterno è niente «Quod aeternum non est nihil est» e per conseguenza si spoglia con facilità delle cose terrene e anche di se stesso, anzi ne sente noia di vedersene impacciato e porta tutto in semplice tolleranza, servendosi delle cose e di se stesso in ciò che non può farne almeno, semplicemente per Dio e per l'eternità, dette anime fortunate come dice S. Paolo portano questa vita caduca in pazienza, per questo solamente che serve loro ad acquistarsi l'eterna, e la morte la portano in desiderio, perché la vedono come il principio di quella vera vita, che durerà in eterno, e che qui non possono gustarla per altra via, che per quella della fede nella volontà di Dio.

Vorrei che il Signore mi desse i lumi ed il tempo opportuno per scrivere un volume su questo argomento tanto interessante e necessario, sviluppandolo in tutta la pratica necessaria alla nostra santa, anzi Santissima osservanza...».

Non gli mancava il cuore e la intelligenza..., gli mancò il tempo.

Del resto il volume si trova scritto qua e là nelle sue preziose lettere, e soprattutto è scritto, a carattere di oro, nella sua eroica vita di fede e di carità senza limiti. Il

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tratto della lettera sopra riportato sembra quasi l'ultimo testamento che il nostro Padre ci lasciava alla nostra quotidiana meditazione...

Ora non mi resta altro, che esortare i venerati miei Confratelli Servi dei Poveri e le buone Sorelle a leggere e meditare con interesse quanto scrisse il nostro Padre e principalmente a tradurre in pratica i santissimi suoi insegnamenti, per il continuo e perenne progresso e santità dell'Opera Sua, e a innalzare ferventi suppliche alla Maestà di Dio, perché voglia innalzare agli onori degli altari il suo Servo Fedele.

M.G.A.

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BREVI CENNI SUL PADRE GIACOMO

Il Servo di Dio, P. Giacomo Cusmano, nacque in Palermo il 13 marzo 1834 da agiata e virtuosa famiglia, in seno alla quale, saviamente educato. imparò ad amare Dio e gl'infelici, dando segni non dubbi della missione, alla quale il Signore lo destinava.

Presso i Padri Gesuiti studiò le Lettere e la Filosofia, facendo sviluppare le sue eletti doti di mente e di cuore.

Passato a 17 anni all'Università, si ascrisse alla Facoltà di Medicina, conseguendone con lode la laurea nel giugno 1855.

Per quattro anni esercitò con zelo la professione di medico; ma, intravisti i disegni di Dio, rinunziò alla sua brillante carriera, vestì l'abito e, un anno dopo, il 22 dicembre 1860, venne ordinato sacerdote.

Cambiato così l'oggetto della medicina, sentendo nell'animo il desiderio di consacrarsi ai Poverelli, fece sue le loro miserie, studiando il modo di sollevarli dalle loro sofferenze, con avvicinarli a Dio, e, dopo 7 anni di prove, a cui lo sottopose il confessore, Mons. Turano, ottenne il permesso di chiedere all'Ordinario l’approva-

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zione della sua Opera: «Il Boccone del Povero». Ricevuta la benedizione dell'Opera il giorno 5 agosto 1868. dal S. Padre Pio IX e l'8 dicembre dello stesso anno 1868 da S. E. Mons. Naselli, Arcivescovo di Palermo. dopo 12 anni di eroiche fatiche e di prove durissime, in seguito a un sogno misterioso, riuscì a vestire le prime Suore il 23 maggio 1880, festa della SS. Trinità. Il 4 ottobre 1882 diede l'abito religioso ai Frati, e il 21 novembre 1887 istituì ufficialmente la Congregazione dei Padri Missionari, chiamando gli uni e le altri con l'umile nome di Servi e Serve dei Poveri.

Volendo rendere completa la sua Opera, nel febbraio 1888 riunì, in Comitato permanente di beneficenza, le Dame del Patriziato, e nel discorso inaugurale. presago della sua fine disse: «La mia missione è finita!».

Difatti il 14 marzo 1888, alle ore 4,30 del mattino. ora della morte di S. Vincenzo dei Paoli, morì in faina di santità, in età di 54 anni, compianto da tutti senza distinzione di casta o di partito.

La sua Salma, sepolta nel cimitero dei Rotoli, in luogo di deposito sacro, il 30 aprile 1915 fu esumata alla presenza dell'Em.mo Cardinale Lualdi, e, dopo breve dimora nelle catacombe dei Cappuccini. il 24 maggio 1915, venne traslata all'Orfanotrofio femminile in Via Giacomo Cusmano e deposta ai piedi dell'altare, nella cappella appositamente costruita. È in corso la causa di Beatificazione.

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San Marco, 2 gennaio 1887

Rev.mo Padre Salvatore, (Boscarini)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sia il novello anno pieno per tutti delle benedizioni

celesti per arrivare allo spirito della vera osservanza. Io suppongo che la S. V. sia incomodata e che il viaggio le abbia fatto del male, ma nessuna notizia mi arriva per levarmi da questo pensiero, o per rendermi informato della verità.

Disti alla Superiora tutte le pene che mi ha dato, e come è difficile a potere riuscire nella vera osservanza se dura tuttavia nelle debolezze del suo cuore per nulla proficue piè al corpo né all'anima sua.

Le visite di un momento non farebbero che riaccendere gli affetti per farla ripiombare in maggiori afflizioni e preoccupazioni sino a tradire la propria coscienza anche in cose di nessun bisogno. Bambino? Dolci! Calzette! ed una Superiora senza spirito di osservanza non può sperare spirito nei soggetti della Comunità, né Dio può benedire i suoi sforzi perché questi saranno sempre inutili quando non procedono dal buon esempio «Coepit facere et docere».

Era strana la cattiva rimostranza di Suor Elena ma il di lei procedere l'ha giustifica; gran male fu quella di S. F.na nell'aprire il cassone ma l'esempio del Bam-

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bino e delle calzette questo deve produrre, e Dio ci liberi che le prime inesattezze non producano altri disturbi terribili! Sembra una durezza e sallo Iddio quanto mi costa dover dire queste parole, ma a me sembra che questo affare può aggiustarsi di due modi solamente o coll'andare avanti nello spirito, o col tornare indietro colla carne, la via di mezzo ci mette in tale angustie, in tali disordini da produrre gravissime rovine, delle quali se io sarò debole, essa non potrà essermi grata né in questa vita né nell'altra.

Però se può andare avanti sente tali sofferenze da non poter resistere, da doverci perdere la salute, e l'animo non si presta a questo spontaneo sacrifizio e deve farlo per forza, io non posso né voglio impormi, ma la consiglio a tornare indietro e speriamo con l'aiuto del Signore di darle tutti quegli aiuti che ci saranno possibili per tenerla in casa propria ed in compagnia degli oggetti del suo amore.

Il giorno 5 potrà ripartire la S. V.? Se tuttavia non sarà rimesso avvisi la Superiora Gen. di andare sola e quando potrà ritornerà con le Suore, ma mi avvisi intanto in vista della presente della sua salute. Le tre Suore che devono partire ritorneranno le valige prestate e quella ancora che la Superiora si portò da S. Cataldo. Da Girgentinon ho avuto nessuna notizia, un solo telegramma suo, ed un altro da S. Cataldo sono le notizie che ho avuto di quest'ultimo viaggio disastroso. Fiat.

Ai suoi, al Sindaco, al Clero, al signor Eugenio, al Signor Spina Sgarlata ecc. tante cose per tue e con tutto

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l’affetto ed il rispetto; non dimentichi i Signori Litteri; che io comprendevo nella sua. Oh! quanto sento bisogno che il Signore santifichi la Suora Superiora! a questi grandi passi dovrebbe rispondere la gran fermezza del proponimento ed io non lascio di pregare perché il Signore l'aiuti.

Mi benedica come io la benedico con tutti e con affetto invariabile mi creda tutto suo in G. C.

(Mi dimenticavo dirle che S. M. Stella continua e Si ride della minaccia del ritorno in famiglia. La prego far venire la madre per ripigliarla e la faccia venire fi:1unita di abiti secolareschi).

Palermo, 2 gennaio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Tutte le benedizioni Celesti vi accompagnino lungo

questo nuovo anno, e abbondantissime scendano sopra ognuna di voi per arrivare alla perfetta osservanza; e sopra tutti i Benefattori dell'opera, particolarmente l'ottima famiglia Montana per la quale non si lascia di pregare per vederla abbondata di ogni bene temporale ed eterno.

Comunichi a tutti i nostri sinceri voti per l'aìino novello perché io non ho avuto ne avrò la possibilità di scrivere. A Mons. Vescovo dica che come faceva pel Padre mio così ho fatto e farò sempre per Lui nel momento solenne dell'Altare e ci implori una Paterna benedizione. Ora vengo a domandarle perché mi ha lasciato in silenzio.

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Partirono le Suore con quel tempo rotto, un’accertamento che arrivarono vive non dovea mandarsi? Questa insolita dimenticanza mi ha messo in pensiero di altre sventure; prego volermi scrivere e presto. Qui tutte bene in salute ma in molti travagli. Non so se debbo riscontrare altre sue lettere, me ne parli di nuovo.

Se viene costì la Superiora Generale le ricordi che; deve parlare col Vescovo delle cose di Canicattì e de ve pregarlo caldissimamente che la scelta del confessore e del Cappellano deve farla Lui, perché io suppongo che incontreremo angustie maggiori di quelle di S. Cataldo per questo, se il Vescovo non ne prende la cura paterna e rigorosa.

L'ottimo Padre che dirige la Chiesa dell'Immacolata che da principio mi avevano detto che sarebbe stata ceduta allo stabilimento, nemmeno permise che si avesse potuto fare un comunichino e dal lettorino avessero potuto ascoltare la S. Messa.

Bisogna costruire la Cappella interna: Fiat.La benedico con tutte, e particolarmente benedico

la Superiora Gen. se trovasi costì, perché il Signore la illumini e le dia tutta la presenza di spirito necessaria per aprire e bene avviare quella nuova casa nella pace del Signore con tutta la prudenza e lo spirito del Signore. Mi creda nel Signore.

San Marco, 3 gennaio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Le nervose maniere dell'anima buona conosciuta

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han proceduto di questo modo così strano ed inopportuno. Io procurerò dal canto mio di evitare che queste visite si ripetano, tu dal canto tuo darai disposizione che dove succedessero, tranne una sola che ti farà compagnia, le altre ossequiando decentemente si ritireranno, e questo sistema lo farai tenere per tutti. A te poi non mancheranno modi di troncare con gentilezza la conversazione inutile quando ti accorgi di esser tale.

Io spero venire presto e ci parleremo. Però mi persuado che pria di entrare una qualunque persona, la Superora dovrebbe essere sempre avvertita perché non arrivino a sorpresa. Per la sua ci parleremo di presenza per ora tenga il sistema che ha tenuto. La roba di Canicattì è pronta per potersi spedire? Chi è incaricato di questa spedizione?

La benedico con tutti preghi per me.

Palermo, 5 del 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mandai a pregare il Sig. Ingraita per la spedizione

da farsi a Canicattì, per conseguenza non devi mandare più nulla in San Marco, ma devi sfioccare l'estremità della corda e suggellarla ad ogni cosa e poi, come verrà l'uomo interessato del Sig. Ingraita collo strascino penserà lui a fare il resto.

Ho consegnato il presente all'uomo del Sig. Celestre, servirà per la ricompenza.

La benedico con tutte.

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Terre Rosse, 6 gennaio 1887 (Giorno dell'Epifania)

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La Superiora deve scrivere per inviare la polizza di

carico per il corredo spedito ieri, ed io scrivo due parole per augurarti mille di questi giorni. Che cosa cara poter fondare mille case pria di andare in Paradiso! e potervi entrare ricca di allori celesti per le tante anime strappate a satana e portarle a Gesù vita nostra! Fiat.

Son lieto di sapervi a Canicattì felicemente, spero compensare il mio silenzio scrivendoti a lungo ma non posse dirti in quale passività io sto in tutto il giorno tirato dalle cose a quattro a quattro. Sia tutto corde vuole Iddio.

Profitto di questa occasione per dirti e pregarti di fare sapere al nostro Rev.mo P. Boscarini che giusto oggi ricevo una lettera da Vittoria dal Signor Can.co Gagliani compiegata ad altra di Monsignor Cozzucoli i quali desiderano che si facesse una fusione dell'Istituto nostro con quello delle Figlie di Maria della Speranza per l'impianto delle Case di Misericordia. Vorrei che il Canonico Boscarini mi scrivesse sul proposito le sue idee, perché vogliono pronta risposta. Mi scrivano di tutte e di tutto e benedicendola con tutti nei dolci nomi di Gesù e di Maria mi dico tutto vostro in G. C.

P.S. - P. Salvatore, l'abbraccio caramente, Mi scriva le cose per minuto. È venuto il Milange per le macchine, ed anche questo lavoro è interessante, m'informi

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quali furono le sue trattative e dove sotto le lettere per potere andare avanti col Sig. Guarnaschelli.

Sento dell'arrivo e buon'accoglienza avuta. Vi saluto, augurandovi sempre avanti con Dio. Noi stiamo bene. Dovrà prolungarsi a visitarci.

Palermo, 9 del 1887

Figlio mio in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La posizione nostra finanziaria ha bisogno di molta

fiducia in Dio e di molta carità nei Frati per condurre a buon termine l’impinto fatto dalla colonia Agricola. Sul vino gravano molti debiti per prezzo di fondi di Don Pietro che conviene presto levare, per non pagare frutti, del debito della Galici e della Sig.ra Silvestri, oltre poi abbiamo il censo e la fondiaria, e le spese necessarie della coltura di campagna e i miglioramenti possibili.

Quello che resta, di tutto cuore io sono pronto a darlo ai Poveri senza nemmeno pensare a prelevare una mezza lira né per me, né per Fr. Giacomo, né per Suor Vincenza, né per lei né per gli altri buoni frati, comunque per regolarità di queste prime vestizioni si dovrebbero fare a tutti quelli che ne difettano degli atti di assegno onde metterci in sicuro.

La possibilità però di questa tenue proprietà non presta tutta questa sufficienza, e se la colletta di S. Giuseppe e di tutti gli altri paesi vicini non si anima al punto di potere supplire a tutti i bisogni di cotesta casa,

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non credo possibile di poterla durare senza venire alla distruzione di tutta la proprietà, (la quale se si distrugge levandomi anche i debiti, per autore dei Poveri io sono più lieto di conservarla). Però sento il bisogno di dirle: che bisogna pensarci seriamente alla colletta se non voliamo venire tanto presto alla distruzione perché se pure venderemo tutto il vino a qualunque prezzo potremo parare i frutti dei debiti che abbiamo, i censi, la fondiaria, dare qualche tenue aiuto, ai Poveri, e poi dobbiamo passare a vendere i fondi per continuare per altri pochi mesi a sussidiare i poveri dovendoci debitare e alla fine o la colletta ci aiuta o dobbiamo chiudere, adunque dovendo essere la colletta il cespite nostro, conviene cominciarla da principio e così avere un campo per l'occupazione agricola degli orfanelli.

Ella mi rimprovera perché da qui non si pensa alla povera colonia: ma io credo lei non rifletteva che tutto quello che fin’ora si è fatto costì è venuto da queste povere case o dai debiti che qui si sono contratti.

Se qui si fosse impiantata la Zecca potremo lagnarci anche per le menome cose che da questa non si spediscono, ma quando queste case sono ridotte al punto di mancare di tutto per gli aiuti che hanno dato costì per la fabbrica, per vestiari, per derrate, per danari, medicine, per paramenti sacri, per calzature, per vetture, ecc. ecc. mi pare che con un tantino di prudenza non dovremmo lagnarci affatto degli aiuti che da qui non si mandano.

Ella ha ragione di chiedere del denaro avendo contratto degli impegni; ma distazionarsi in S. Giuseppe fa-

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cendo telegrammi sopra telegrammi, abbondando la Comunità, e scrivendo poi senza considerazione di questa posizione, non mi sembra giusto.

Si consegnarono i campioni &l vino al commissionato della casa estera, ma passerà ancora molto tempo per concertarsi la vendita «se il Signore la farà concertare » in quanto al vino del Sig. Celestre, allora mi aveva detto che avrebbe preso cura di smattirlo tutto lui, poi disse a lei che avrebbe fatto il carretto, finalmente domandò di averne conservate semplicemente 15 botti ultimamente mi disse otto.

Aveva lui spontaneamente detto che compensandosi quello che dovevano avere per la roba presa per S. Giuseppe, il rimanente dovevano pagarlo tutt’assieme, per sopperire a cotesti bisogni, ed io ne profittai.

Benedico lei e la comunità.

Palermo, 20 gennaio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Senza Sua a riscontrare, sebbene abbia da darle la

risposta del Sig. Celestre a cui non ho potuto parlare sin'ora, vero la presente per ritornarle a raccomandane la Giuseppina. Bisogna guardarla assai più da vicino di quanto la S. V. suppone, ma non bisogna osteggiarla con maniere burbere e assolute; potrebbero ripetersi delle scene luttuose e assai terribili, perché l'indole indomita della ragazza, le cattive tendenze naturali, e tutto quello che lascio di dire la mettono a tutti i

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pericoli inconsideratamente! Rifletta che noi non dobbiamo vincere con la nostra violenza, ma dobbiamo guadagnare le anime per mezzo del salutare consiglio, della dolce ed autorevole ammonizione sempre premurosa della gloria di Dio e della salute delle anime, e particolarmente di quella verso la quale il nostro zelo si esercita, mostrando tutto l'interesse di procacciarle il vero bene.

Legga e presto e attentamente la libretta e mi avvisi di quello che in essa trova, perché io non ho idee precise, ma così in aria ritengo che troverà qualche cosa. Non mi oppongo che si canti la messa turinese, ma desidero sapere perché la S.V. la preferisce alle nostre. Tolga con la sua carità ed imparzialità la questione tra canto e commedie! e non s'impunti mai nel pretendere l'ossequio della S. Obbedienza; perché questa virtù ha bisogno del vero aurore per capirsi e potersi esercitare.

La forza reprime, schiaccia, ma non infonde questa S. Virtù ch'è l'espressione del verace amore di Dio dell'unione alla Sua Adorabile Volontà. Tutto per amore, niente per forza. I miti di cuore possederanno il mondo, e attireranno a sé tutti con forza soave.

Badi che voglio vedere i suoi caratteri, e deve scrivermi seguendo le sue idee e non guardando il modo come le scrive, perché con questa tentazione Ella è arrivata alla felice posizione di non scrivermi più. Non voglio affatto segretaria né deve permettere che altri fuor di lei leggesse le mie lettere. Salute di tutte buona così vorrei sempre sentire di voi tutte per l’anima e pel corpo.

Un tempo quando lei sapeva scrivere, io avevo la sorte di ricevere il resoconto, ora che non sa scrivere

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più, il resoconto è finito, e ancora io non sono morto e le cose incominciano a non avere più un centro comune.

Sia tutto come vuole Iddio. Ora è il momento vicino di mandare a servire l'ottimo mio Signor Compare, mi raccomandi al Signore.

L'acchiusa a Suor Adaucta. Dica alla buona Suor Nazarena che mi sono dimenticato di darle la risposta pel teologo che le ha scritto per una che vuol farsi sorella. Gli scriva tutti i requisiti morali e materiali che ha bisogno una vergine per essere ammessa tra le nostre aspiranti, e le consigli di scrivere a me per avere migliori informazioni.

Non ho avuto il tempo di scrivere ad una Sign. madre di una aspirante che forse sarà entrata costì, la quale ha un figlio chierico e dovendo provvedere anche ai di costui bisogni forse non può assegnare il vitalizio della figlia sopra le terre, o sopra le case dove desidera costituire il patrimonio del figlio, non ricordo bene.

Se Ella conosce questa partita me la ricordi, perché io non ho il tempo di ricercare quella lettera, e le dirò come deve scrivere. La benedico con tutte e la incarico di una speciale preghiera.

Palermo, 27 del 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Per quanto mi riesce possibile vengo a rilevarla di

angustia facendole sapere che le Suore Scolastica ed

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Emerenziana arrivarono felicemente e sono alla 5a Casa. Il Rev.mo P. Boscarini trovasi a Canicattì ed io

ancora non l'ho riveduto, mi auguro che venendo mi porterà notizie consolanti di tutti ed io li vorrei ancora per la sua salute che desidero sentire buonissima. Di qui le posso dare le più buone novelle, tutti di nostra Comunità e parentela stanno benissimo.

La benedico con tutte le suore, le Orfanelle, i vecchiarelli e gli ammalati. Preghino per me come fo io sempre per tutti.

Palermo, 30 gennaio 1887

(Riservatissima)

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Fratres, sobrii estote et vigilate: quia adversarius

vester diabolus tanquam leo rugiens circuit, quaerens quem devoret: cui resistite fortes in fide. Tu autem, Domine, miserere nobis. Suora A. esce per comprare far visite, e per divertirsi... la prego avere vera cura di questa anima che ha molti bisogni e dolcemente si faccia fare il resoconto di tutto e per tutti e me lo faccia arrivare senza adibire Segretaria, perché nella di costei accusa ho inteso cose da dovermi grandemente angustiare. Cosi la S.V. avrà il destro di conoscere la posizione e saperla custodire, io vedrò se dice la verità e procureremo di aiutarla. La servirò col Signor Celestre. La benedico con tutte.

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San Marco, 31 del 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Io non ho mai pensato di non voler venire alla 5a

Casa e molto meno di far questo per dare castighi.Vorrei che la S. V. nell'abbracciare la volontà di

Dio vi scorgesse sempre la premura del Padre, e nelle azioni o inerzie degli uomini vi leggesse solamente la sapiente economia di Dio per quello che riguarda la povera anima sua che Dio pure ha ricomprato col prezioso Suo Sangue.

Se in altri giorni non ho avuto un minuto di tempo, in questa settimana di santi esercizi mi sembra anche più difficile. Pure se trattasi di cosa urgente in i avvisi che farò ogni sforzo. Non ho capito interamente la Sua, ma pure mi sembra che non sia molta la quiete del Suo spirito e pur la vorrei in pace, e sempre in pace nell'Adorabile ma incontrastabile volontà di Dio.

Stia di buon animo, figlia mia, e aspetti Dio, Iddio aspettato verrà e non si farà molto desiderare.

La benedico di nuovo con tutti.

Palermo, 6 febbraio 1887

Figlia mia in G. Cristo,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Profitto della venuta del Maestro per fare queste

due parole con maggiore libertà. Di S. A. ho avuto informazioni assai dispiacevoli, ti assicuro che cotesta

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buona figlia ha bisogno di gran sorveglianza sia per gli attaccamenti particolari, sia per la disubbidienza e la mancanza assoluta di rispetto ai superiori.

Questa Superiora non avea nome per lei e arrivò a dire che l'avrebbe presa a schiaffi. Vuol fare sempre la sua testa e arriva a compiere le cose e dentro e fuori la casa perché sa attirarsi le persone e fare dei progetti da eseguirsi senza saperlo nessuno. Ti raccomando di non tenere denaro in suo potere, né sante, né dolci, perché sa trarre profitto d'ogni cosa per riuscire al suo intento.

Il Nonno mi assicurava che non resterà Suora a menoché non volessino lasciarla sempre patrona della sua libertà, perché appena che si contradice se non riesce per le vie indirette a quello che desidera, dirà: me ne voglio andare in casa mia. E il Nonno intendeva parlare per quello che avea esperimentato in casa sua dove perché la persona di servizio non volle lasciarla sola con un uomo ch'era andato a visitarla fece fracassi tali che suo Padre la bastonò, e poi non volle stargli più assieme, e sempre l'odia per questa reminiscenza.

Sarà innocente ma è molta capricciosa e prepotente dove non riesce a fare ciò che vuole, e non può scappare altrove, cade ammalata.... Avrei da scrivere un volume se tutto volessi dirti, mi basta averti avvertito per non lasciarla un minuto di sorveglianza, e per avere tutto lo zelo di procurare la di lei conversione. Altro affare intessante è quello che vengo a dirti.

Il giorno 28 del volgente si devono pagare 3600 e

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tante lire al mio Signor Compare, io sto procurando di raggranellare tutto quello che posso ma se mi manca qualche cosa tu mi potrai dare aiuto? col ritorno del Maestro mi scriverai di tuo carattere per sapere; canto potrai prestarmi.

Dirai a Monsignore che io ancora non ho potuto parlare col Sig. Celestre, perché non ho potuto averlo a solo, e una volta che l'ebbi, mi dimenticai di questo affare, ma procurerò di servirlo al più presto.

Per Canicattì credo che Monsignore, al par di me sia rimasto dolente che le Suore non passarono da Girgenti pria di recarsi in quella benedetta casa, ove io ritengo che si preparino esercizi maggiore di quelli di S. Cataldo. Io spero mandare quanto prima il P. Boscarini per informarlo a voce di tutto, perché scrivendo non potrei riuscirvi, quello che ardentemente desidero si è che Monsignore continuando a farmi da padre scriva spesso alla Sup. per essere di tutto informato e pensi Lui, esclusivamente Lui, alla scelta del Cappellano per la S. Messa e al Confessore perché noi non siano buoni a far questo, ed io senza questa Paterna premura di Monsignore sto molto in pensiero per quella benedetta casa.

Salute di tutti buona anche un pochino più tranquilla la Suor Celeste così mi auguro sentire sempre di voi. Mi auguro ancora di sentire le più belle notizie per la S. Osservanza. Raccomando l’ugualità con tutti e quella maniera che è propria della carità di farti tutta a tutti per guadagnare ogni anima a G. C.

Quando fu in questa il Sig. Settimio dai sopran-

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nomi che egli dava a te e a tutte le Suore mi sembrò di vedere una molta confidenza, per carità Superiora tenghiamo sempre quella sobrietà che tiene tutte a posto. Non posso prolungarmi la benedico con tutti come se fossi presente.

La Superiora l'abbraccia e benedice e le fa sapere che il Maestro le porterà, eseguite, tutte le commissioni.

La benedico di nuovo.

Palermo,7 febbraio 1887

Figlio mio in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sono in premura per mandarle danaro, ma non ho

potuto esigere quello del demanio, e dovrei esigendolo, pagare le L. 100 inviate.

Per combinare delle vendite del nostro vino ho bisogno di aver qui delle capute di buon odore per avere sempre un paio di botti di buon vino in questa casa di S. Marco e così servirà per la 5 Casa, per Terre Rosse e per il Sig. Celestre il quale lo ritirerà secondo il suo bisogno e così avremo la speranza di poter mandare del denaro per cotesti bisogni.

Non posso prolungarmi. La benedico con tutti.P. S. - Se può munirmi di due sapute buone faccia

presto perché qui non l'ho potuto capitare e mandi vino fino di Celeste non di quello che deve vendersi ad altri.

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San Marco, 8 febbraio 1887

Rev.mo Padre Gambino,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Nella lettera di Suor Brigida oltre i tanti saluti e

ringraziamenti per le buone accoglienze avute in cotesta casa, la madre dice di avere spedito alla Modiglia due canne di tela, due maglie e queste le ha già ricevuto, ma dice ancora di aver mandato un vaglia postale che non ha ricevuto e non sa cosa deve rispondere a sua madre su questo proposito.

L'aspirante Cira Calderone dice che le mancano una camicia, tre fazzoletti di faccia bianchi, un paio di stivaletti ed altro di pianelle, una salvietta, tre mezzi fazzoletti bianchi, un paio di calzonetti ed una sottana, e più un oggetto che ha conservato la Superiora e quattro paia di calzette.

L'aspirante Rosina Fiumefreddo dice che le mancano 5 paia di calze, una sottana, una veste, una camicia, un paio di calzonetti, due mezzi fazzoletti, un paio di pianelle, una calza coi ferri e la compagna sbrigata un corpetto di cotone.

L'aspirante Antonina Lomia una camicia, due paia di calzonetti, un mezzo fazzoletto bianco, due fazzoletti a colore, un paio di calzette, un grembiale. Raccomando alla sua carità questo invio.

Se la S. V. può prestarmi delle buone capute di vino, lo farei venire per tenerlo pronto qui in S. Marco per poterlo vendere e mandare aiuti in S. Giuseppe, e si potrebbe tener pronto per queste nostre case.

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Il P. Orlando raccomanda una buona giovane sarta rimasta sola per la morte dei genitori, ha 26 anni, e sembra buonissima, la mando costì o la tengo in questa casa?

In S. Giuseppe è arrivata la moglie del calzolaio ivi ricoverato, è un valente maestro che ivi lavora benissimo, ed io aveva promesso di riceverla in questa finché non si apre la casa di S. Giuseppe; possono farla venire?

La povera Superiora di Canicattì domanda aiuto di Suore che potessero lavorare perché i vecchi e le vecchie ospitate sono pezzi patologici con paralisi, cancri, febbri, etc. Per la colletta non bastano due suore, e dovendo vegliare hanno bisogno di rinforzo valoroso, come fare?

Mi benedica con tutti come io la benedico.

Palermo, 8 febbraio 1887

Figlio mio in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori!Riscontro la sua ultima senza data recatami da D.

Geloso. È un momento di grave angustia al momento anche per l'ammissione della quinta Casa ove dal Municipio si sta attenti per sostituire un altro come vi è una piazza vuota, pure mi premurerò di parlare col P. Gambino; e a lei dico che, se non può facilmente tenerla in San Giuseppe finché io tornerò a scrivere, potrà mandarla alla Quinta Casa subito che sarà premurato di farlo.

L

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L'ammissione del figlio di M° Salvatore Lo Re mi sembrò una specie di necessità sin dalla prima volta che me ne parlarono, attesa la posizione angustievole della povera madre abbandonata e della buona relazione della Donna Eleonora. M° Peppino e famiglia che tanto si prestano per noi, però il ragazzo avea gli occhi ammalati ed io avea detto di ammetterlo dopo che si guariva perché non potea esporre tutta la casa a quel contagio. Se trovasi guarito intieramente può ammetterlo.

Gli inconvenienti accaduti pel primo frate vedovo mi tengono in pensiero per accettarne degli altri, perché quando i figli non hanno la vocazione producono un grande disturbo, ed ancorché l'avessero fa impressione sempre un frate che ha figli nella stessa religione. In atto si prega e si consiglia questa cosa e per conseguenza non posso darle risposta decisiva pel momento, molto più che potrebbe anche essere dubbia la vocazione dello stesso padre e soggetta a molte varianti non piacevoli in una comunità.

Preghi lei anche il Signore che ci illumini sul proposito e in tutte le cose importanti che al momento si trattano.

Se ha disponibili le due buone capute può mandarle piene, e se quì non si troverà altro mezzo di vuotarle farò affittare una botte di caputa e le vuote remo così.

La prevengo che se il vino è colorito o paglino deve essere di colore dritto come suol dirsi e deve essere fino. Non deve però mandare di quello di Celestre, perché

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quello si farà venire quando sarà ordinaio, e penseranno loro a dividerselo. Il vino che deve mandare servirà per venderlo a Terre Rosse e Quinta Casa, facendo compensi se devono avere, e ad altre persone che per mezzo del Sig. Celestre vorranno acquistarlo, per farle arrivare costì il denaro che tanto le bisogna.

I poveri di Corleone speriamo che aprissero l'adito a stabilire la colletta ordinaria in quel comune e così avere il mezzo di toglierei le angustie della Colonia e potere lasciare S. Giuseppe e Sancipirrello per la casa delle Suore che vorrei aprire al più presto se il Signore lo vuole.

Abbiamo aspiranti che possono prendere l'abito? Aspetto che mi dia buone nuove su questo particolare per crescere il numero dei frati sia perché bisognano nelle nostre case, sia perché avrei varie case ad aprire,. e particolarmente una ad Acireale che vorrei aprire e presto.

Se il vedovo si contentasse di stare con noi senza pretendere di essere frate, mi avvisi per vedere cosa possiamo fare pei due orfanelli. L'intonaco fatto alla casa di legno risponde allo scopo? Mi auguro che anche pria di marzo si potesse cominciare la zappa delle vigne e che la puta e l'incanna fossero eseguite a perfezione.

Perché continuano le febbri? Sono recidive per non avere amministrato la quantità del chinino sufficiente? Sono nuove infezioni? Continuano forse ad esservi conigli sotto i pavimenti? Che gran pensiero che questo delle febbri per me! È spuntato l'Eucaliptus? Mi avvisi altrimenti procurerò di averne qui degli alberelli per

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poterlo piantare. I broccoli e le verdure si sono latte buone o ne avete penuria? Avete piantato delle patate? Pensateci.

Quanto prima avremo fra noi un buon Sacerdote da Bisacquino e buone speranze per altri frati; credo che sia buona pepiniera il paese di Giuliana, ma hanno ovunque bisogno di conoscere la istituzione.

Non lasci di curare la dilatazione della colletta, perché è il cespite sul quale dobbiamo contare per poterci levare i debiti e supplire ai bisogni dei poverelli anche pel fabbricato.

La benedico con tutti e mi segno.P. S. - Cosa si è fatto pel carretto che voleva

comprare il Sig. Celestre?

Palermo, 9 febbraio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La sua pervenutami ieri sera, scritta da Suor B.tta,

mi addolorò per le sue sofferenze, e per avermele fatto scrivere da una sorella che le ignorava. L'ultimo periodo era scritto di altro carattere, ed ho creduto che fosse suo; così dovrebbe fare sempre quando si tratta di queste debolezze del cuore, nelle quali se si ferma, ammalerai sempre più la sua salute ed infermerà ancora lo spirito della vocazione, ma se saprà immediatamente offrirle al Signore diverrà sempre più forte, è crescerà sempre nello spirito del Signore.

Ella è dolente pei miei dispiaceri, ma i miei dispiaceri

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originano da queste debolezze, e per conseguenza il mezzo di rilevarmene è appunto il non parlarne.

Si faccia grande animo, figlia mia benedetta, e corra con generosità alla santa unione della volontà adorabile di Dio. Quando questa unione è completa i sensi cune le potenze vengono ad essere assorbite dall'ineffabile dolcezza dell'adorabile volontà del Signore, e in essa gli altri affetti non vengono distrutti ma sublimati in quello amore divino del quale ogni santo ed ordinato amore procede nella carità perfetta di G. C. vita nostra.

Così facendo i nostri interessi e i nostri affetti si confondono e si immedesimano con quelli di Dio, e l'anima nostra viene a possedere una pace inalterabile in ogni cosa e tutti gli eventi, non perché non sente, ma perché è sicura che facendo in tutto la volontà di Dio non può fare nulla di meglio per il ben’essere di ogni singola cosa, anzi se fosse libera di fare a sua volontà non vorrebbe fare altro che la volontà di Dio perché in essa vive, ed in essa possono avere la vita vera tutte le persone e le cose per le quali ha interesse e per conseguenza non può essere più sicura e più in pace che nell'affidare tutta a quel Dio, al quale ha donato tutta se stessa, e per questa perfetta donazione ha raggiunto la pace,

Non pensi più a nulla, figlia mia, e quando questi, pensieri e sentimenti ritornano da se stessi, ne sia contenta sol per questo, che può ritornare a ridonarli continuamente a Dio, a G. C. vita nostra, che per noi sta sempre come Agnello svenato dinanzi al trono del suo Padre celeste e continuamente s'immola per noi. Come, è bello potere ripetere ogni momento: Voi per me vi

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fate vittima continuamente, ed io voglio essere vittima continuamente per amor VOSTRO!

Per la l'accenda della Messa e le altre cose scriverò dopo avere conferito col P. Boscarini o farò scrivere da lui.

Si curi la salute e si faccia santa e allora io sarò contento e la comunità resterà edificata.

La benedico con tutti nel nome del Signore.L'avverto che ì parenti di Suor B.tta vogliono

venire per inquietarla, sappia regolarsi con prudenza se realmente verranno.

La salute di tutti i nostri buonissima. La benedico di nuovo con tutti e mi segno.

Palermo, 14 febbraio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ho ricevuto dall'ottimo Maestro Mauro le lettere ed

il piccolo involto inviatomi con tutta esattezza.Rivedere i suoi caratteri, sebbene per solo P.S. fu

per me una grandissima consolazione, perché mi fa sperare che d'oggi in avanti riceverò sempre le lettere scritte tutte di carattere suo, avendole data questa obbedienza da molto tempo, che ora ripeto, aggiungendo che facendomi scrivere dalla segretaria non le darò risposta.

Io ho volumi di lettere sue, ed ora che più mi serve che lei scrivesse, il demonio la tenta con la superbia di non sapere scrivere! scriva sempre lei senza badare al come scrive, che io saprò sempre capirla purché mi

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fa arrivare, come prima facea, il resoconto della comunità, e mi tenga sempre informato di tutte le cose, ed io mi premurerò a riscontrarla. Spiacemi che Suora Luigia continua col vomito, e desidero sapere se si cura o pur no.

Tanto in questa che in Monreale, detta povera figlia è stata malissimo, ed io la mandai costì, per non mandarla in S. Cataldo aria nativa. Come arrivò qui da Aspiratile, la stessa sera che scese dalla ferrovia ebbe vomito e fortissima febbre, e così è continuata sempre, la costanza a volere morire nella casa del Signore anziché ritornare alla propria casa la fece vestire, ma ora che vestita ha manifestato il desiderio di tornare all'aria natìa.

Mi faccia la carità di farla esattamente curare ed avvertirmi dei risultati. La S.V. mi ha promesso con una Sua e per la centesima volta che sarà tutt'altra di quella che è stata, procuri di usarle carità e di avviarla bene, io ho in mente tutt'altro movimento di quello che la S.V. desidera. per tanti nuovi bisogni che abbiamo e desidero che le mie lettere fossero lette e sapute dalla S.V.; le serva.

Si approssima il momento che io debbo pagare al mio Signor Compare L. 3.600, nei primi del mese avea solamente 1.200 ora ne ho 2.200; spero pria del giorno assegnato il Signore mi manderà le altre lire 1.400 che mi bisognano per pagare l'intera cifra.

Mi premurerò di parlare col Sig. Celestre per la costruzione di codesta Cappella, nella quale se si potesse copiare l'Altare di Terre Rosse sarebbe cosa bel-

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lissima, e se la sacrestia potesse venire come le consigliai io, sarebbe assai utile perché il vaso della chiesetta piglierebbe una forma più regolare e più estesa, e la stanza ultima dopo il coro nelle solennità potrebbe servire al ricevimento delle esterne.

Sia tutto come vuole Iddio. Ho pregato e prego sempre perché il Signore vi faccia crescere sempre nello spirito della S. Osservanza. Oh! che angelico sembiante che prende la Suora osservante! Essa che ne porta il ministero, ne piglia anche le forme quando veramente risponde con la vera fedeltà allo spirito della vocazione.

È questa la grazia che continuamente domando al Signore e alla Vergine Madre nostra, mi aiuti, Figlia mia, in cotesta cosa ed il Suo buon esempio sia il più efficace insegnamento che deve servire al buon avviamento delle Suore che da lei dipendono.

Prego ancora perché il Signore la conservi in buona salute con tutte le buone Figlie per poter servire con maggiore prontezza ed abnegazione l'amato Gesù, ma sento che questa deve precedere e la salute sarà conservata. Spiacemi che la buona Cecilia piange mala regola dice: chi esce non rientri! Per la sorella di Suora Alfonza, bisogna che il Signor Carratello unitamente a mio Compare facciano la carità di aggiustare secondo legge la partita dell'interesse; queste povere figlie si rivolgono a me per aversi quello che loro spetta, io ho pregato le tante volte e nessuno vi pensa e intanto passano gli anni, i fratelli si tengono tutto, e poi chi pagherà?

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Faccia la carità anche di pregare Monsignore per questo, e quando queste cose saranno aggiustate penseremo di usare carità alla terza sorella, e dico carità perché ella non ignora che sono poco abili a qualunque ufficio, e molto angustianti per la loro direzione.

Figlia mia, io non lascio mai di pregare per ognuna di voi, ma particolarmente ho pregato e prego per te perché il Signore t'abbondi delle Sue grazie temporali ed eterne dovendo reggere una casa tanto interessante e di gloria di Dio.

Molto contrasta il demonio cotesta Diocesi e bisogna veramente lo stare in Dio per potere andare avanti nel procacciare la gloria di Dio e la salute delle anime.

Povere anime! Oh! se tutte capissero il gran bene che perdono nell'allontanarsi da Gesù Cristo Vita nostra! come muterebbero!

Noi tutti veramente buoni.La benedico con tutti.P. S. - Le compiegate a Suora Nazarena e Suora

Adaucta.

Palermo, 14 febbraio 188

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sento il bisogno di congratularmi direttamente con

lei per la riacquistata sanità che mi è tanto costata di incessanti preghiere. Veramente io avea gran pena di vederla partire senza essere disposta a quel gran viaggio; sprovveduta assolutamente del corredo necessario.

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Giacché il Signore mi è stato tanto benigno essendo l'anima sua affidata alle mie cure, la richiamo per la presente allo spirito della S. Vocazione; e per aiutarla oltre l'osservanza della S. Regola e la perfetta ubbidienza alla Superiora, vengo a dirle d'impiegare col permesso della Superiora un quarto d'ora per scrivermi ogni giorno il suo resoconto, e minutamente come occupa il suo tempo giorno per giorno.

Quando poi avrà riempito due foglietti col permesso della Superiora me lo manderà. Le raccomando la sincerità per ricavare tutto il bene di questo mezzo salutare. La esorto poi al distacco di tutto e di se stessa a tenere la presenza di Dio, a ricevere tutto dalle mani di Dio, a far tutto per puro amore e gloria di Dio, a stare continuamente nella S. contemplazione che accompagnar deve la nostra attività e spero colla grazia del Signore di vederla tutta di Gesù.

La benedico.

Palermo, 26 febbraio 1887

Rev.mo P. Salvatore Boscarini,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Scrivo per dirle che già le quattro casse colla roba

delle Suore furono spedite a piccola velocità, e se costì può avere influenza è buono che ne solleciti il trasporto. Pria di partire per Terre Rosse feci la comunione alle Suore, e poi ebbero la messa alle dieci dal P. Anzalone.

È qui arrivata una lettera del Vescovo di Girgentiche le compiego dimezzata. Il Sig. Montana dovea dar-

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mi L. 15.000; quando consegnò alla S. V. le L. 12.000 disse che in luglio prossimo avrebbe potuto favorirmi le altre L. 3000. Per l'affare combinato col Sig. D'Amico non si brigò più di avere le dette L. 3000. Ora il P. Gambino approverebbe di accettarle se il Sig. Montana si offrisse. Serva questo di Sua norma, e se coi suoi modi vi riesce, rimedieremo a qualche grave urgenza, sperando negli aiuti del Signore per l'avvenire.

Dovendo lunedì recarsi in Girgenti potrà opportunamente telegrafare al Sig. Carmelo Sorci in Mussomeli ed al Rev.mo Sac. D. Alfio Mazzocchio in Casteltermini, per vedere l'una e l'altra cosa (se riscontrano che saranno pronti a riceverlo) e ci toglieremo dalla grave angustia delle loro lagnanze; però farà conoscere che siamo molto impegnati al presente e mancano i soggetti da poter mandare, e conviene che loro s'impegnano a fare le necessarie riforme nei fabbricati, e speriamo di poterli contentare al più presto.

Mi faccia la carità d'informarmi come fecero per partire, come ebbero il viaggio, e se arrivarono in tempo per la messa e la S. Comunione, aggiungendo altre notizie dello stato di coteste cose. Io ritengo che le norme date nell'ultima mia alla Superiora per la distinzione di ricovero ed ospedale fosse stata capita, e che di buona voglia si volessero mettere d'accordo a procedere nello sviluppo delle cose, per evitare le mormorazioni del pubblico, che debbono essere una necessità, quando noi per le loro strane pretese dovremo essere obligati a rifiutare, contro nostra voglia, i Poverelli di G. C.

Coi suoi modi caritatevoli li persuada che nei sta-

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bilimenti di carità le cose si debbono fare con tutto l'ordine e la convenienza ch'è necessaria perché tutto vada bene, perché "bonum…………...*

Palermo, 27 febbraio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Domani all'ora opportuna manderete il cocchiere a

pigliare il P. Gambino per la S. Messa e così farete, se non vi avviserò diversamente, per gli altri giorni.

Avrei piacere di avere un suo bigliettino che mi dà. ragguagli della visita dei parenti di questa giornata, e se vi sono novità per l'affare saputo.

La benedico con tutti.P. S. - Spedirete l’acchiusa al P. Gambino.

San Marco, 28 febbraio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Presento veramente pentito lu zu Pasquale il quale

ritorna coll'animo di stare al Suo dovere rivolgendosi a lei nelle cose che occorreranno. Per ora lo riceva, domani o verrò io o il P. Gambino e cercheremo di metterli a dovere.

Dica a Suor Orsola che mi faccia un notamento di

* N.B. La lettera termina qui perché manca l’altro mezzo foglietto.

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tutto quello che ha portato meno l'altro beato apostolo che viene a prendersi la colletta.

La benedico con tutti.Se trovasi ancora costì, mi ossequi la fondatrice

Sig.na Annina Capozzi.

Palermo, 20 febbraio 1887

Figlia mia in G. C. (Suor Adaucta),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Lo stato in cui il Signore mi fa vedere l'anima sua è

tale, che io lascio ogni altro affare, comunque urgenti ne avessi moltissimi, per scriverle due parole. Quanto è diversa la Suora Adaucta da quella innocente Giuseppina che ebbi una volta! Essa ora con mia consolazione mi ha promesso che mi darà un minuto e veridico rendiconto ogni settimana, ma comincia ad essere disubbidiente, ed in tale maniera da essere lasciata senza Comunione; e di tale disubbidienza nulla dice al resoconto, e la manifesta, quando per un desiderio inesplicabile... ha pena di essere privata della S. Comunione, e non di avere disubbidito: E dico questo, perché, se avesse avuto pena di aver disubbidito, avrebbe messo ogni impegno di ubbidire per l’avvenire, ed invece, io rilevo dallo stesso resoconto, che ha continuato non solo, ma ha reagito all'ubbidienza, ne ha mormorato, ed ha manifestato innanzi alle altre la sua resistenza contro l'ubbidienza, facendo anche delle impertinenze alla Superiora dinanzi a tutte le Suore, resistendo al savio consiglio di riparare lo scandalo col chiedere scuse alla

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Superiora ed alle Suore; manifestandosi di essere più presto pronta a lasciare l'abito che a tollerare di fare a volontà di Dio, per mezzo della S. Obbedienza.

Figlia mia! la sua posizione è assai pericolosa, e lei non dovrebbe fare il resoconto come lo ha fatto: da tale ora a tale altra ho fatto questo, sono stata lieta o scontenta etc. ma dovrebbe cominciare col fare quello del tempo passato, tanto in S. Marco la prima e la seconda volta, quanto del tempo passato a Terre Rosse, dicendo lutto con verità, e con quello accorgimento che deve avere una Suora che conosce la regola e i propri doveri e non con quelle puerilità che piglia tutto per cosa da nulla, e che abitua a perdere la coscienza delle proprie azioni.

Io, figlia mia, dopo che lei partì fui informato di tutto e da tutti, e per conseguenza la conoscenza di ogni cosa, e per questo mi spinsi a scriverle quella letterina per vedere se il Signore mi dava la grazia di vederla pentita, (come sono le sue compagne), e così potersi mettere in grazia di Dio, per evitare che la morte (la duale può venire quando meno l'aspettiamo) la trovasse in tale spaventevole condizione.

Figlia mia, è il Signore che mi ha affidato l'anima sua, ed io non posso lasciare di fare il mio dovere per guadagnarla a G.C. Ma lei deve dire davvero, deve rendere conto del passato qui, per non renderlo dinanzi alla presenza del Severo Giudice nella eternità dove non potrà più rimediarvi; e deve cambiare assolutamente vita, mettendosi nella più vera e più stretta osservanza.

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Se non aggiusta il passato, non potrà mutare per l'avvenire, e si troverà sempre nella schiavitù del suo cuore e del demonio sempre; lasci stare la libretta nelle titani della Superiora, anzi la informi di tutto. Scriva a me minutamente ogni cosa e mandi la lettera assicurata, e faccia un'altra lettera per chiedere perdono a questa Superiora che disprezzò e fece disprezzare dalle altre, che comunque non parenti, fecero meno di quanto fece lei nel mancarle di rispetto e di obbedienza.

Dopo questo, Figlia mia, faccia una buona Confessione, come di regola, e cominci una vita nuova, una vita di vera Suora, di Sposa vera di G.C.,amante della propria osservanza perché in essa sta il vero amore di G. C. Che grande sventura passare, da questa vita senza averlo conosciuto ed amato! Misero chi non l'ama. Se la grand'ora il chiama. Mai più l'amerà!

Io non so reggere figlia a questo pensiero di vederla non di Gesù, e gemo! e prego per vederla mutata. Iddio la vuole Sposa Sua! la vuole Angelo suo sulla terra!

La benedico con la Superiora e comunità.

Palermo, 1 marzo 1887

Figlio mio in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti cuori.Senza sua a riscontrare, ho inteso da compare

Vitale le notizie angustievoli nelle quali versate per la mancante carità del paese e pel poco numero dei frati, per le infermità che visitano di frequente la casa, e per lo stato invalido di molti poveri che sono costretti a guardare

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sempre il letto, e per questo abbisognano di molta assistenza.

A questo si aggiunge che il vino che si spedisce per la 5ª casa e Terre rosse non è pagato perché hanno credito contro codesta casa. S. Marco avrebbe maggior credito delle altre case, ma pure sarebbe pronto a pagare il vino che si può vendere per mezzo del S. Celeste, ma io interessai M. Vincenzo Pizzurro per chiazzare una stipa di quelle di Celeste per mandarne una botte e un paio di stipe di quello colorito, per mandarne due botti, e così averlo pronto quando ree lo richiedono, ma ora, sono più di quindici giorni, a creder mio, che inviai una mia lettera per questo affare, e non vedo ....

Palermo, 2 marzo 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù agnato da tutti i cuori.Può scrivere alla Superiora che le Dame

nell'occorrenza di unirsi mensilmente in chiesa, e nelle assemblee generali si riuniranno in questa chiesa di S. Marco, ma in circostanze particolari si riuniranno in quelle case leve il bisogno le chiama.

Pel vino ora lo dirò al curatolo Vitale e lo farò venire, intanto se le bisogna potrà mandarlo a pigliare in questa casa di S. Marco se ha la caputa pel trasporto, altrimenti potremo accomodare con un mezzo barile che si trova qui, anzi, ora stesso ne lo mandare il primo mezzo barile suggellato col mio piccolo suggello G. C.

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La retta di gennaio, ancora non si è esatta, ma domani deve fare trovare pronta quella di febbraio, e la darà al P. Gambino.

Io sto meglio. La benedico con tutti.P.S. - Perché le figlie della carità domandano

questo?

Palermo, 2 marzo 1887

Figlio mio in. G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ho inteso da compare Vitale le angustie che costì

vi circondano e non sono diverse di quelle che abbiamo qui, sembra che il Signore voglia provare e addestrare il nostro spirito alle prove della vera povertà e fedeltà; coraggio adunque e avanti.

Il capitale nostro è la fede unita alla adorabile volontà di Dio, finché non smarriremo questo capitale non dobbiamo smarrirci perché Dio è fedele e dopo la tempesta manda la calma e nella stessa tempesta egli ci custodirà.

Stiamo alla preghiera e alla S. Osservanza e fidiamoci di Dio senza mancare ai nostri doveri ed Egli sarà il nostro aiuto ed il nostro conforto nelle più grandi afflizioni. I giorni si succedono, ma non si somigliano: a vespro il pianto a matutino letizia*.

* (Manca l'altro mezzo foglietto)

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Palermo, 11 marzo 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Viene l'ottimo e caritatevole Professore Mauro ed

io vorrei riscontrare le sue lettere e quelle della buona Suor Adaucta, ma mi è mancato il tempo tanto per gli affari sempre crescenti, quanto per l'incomodo sofferto del Superiore della 5ª Casa ed anche di F. Giacomo che ora migliorano. Ho inteso dire che il colera in Cataniadecresce, ed è questa una grande consolazione, e vi interesso di pregare e di far pregare perché il Signore allontani da noi questo flagello purtroppo meritato, estinguendolo là dove è nato.

Preghiamo per l'intercessione della Madre nostra SS. della Verginella S. Rosalia, e allo stesso tempo essendo possibile che detto male per mezzo della ferrovia corra per tutta l'isola, se il Signore non lo arresta, conviene che spesso una cartolina postale comunichi una consolante notizia.

Sino a questo punto che io scrivo siamo affatto esenti di questo flagello di Dio, speriamo che il Signore conservi la bella Palermo, e tutta l'isola e che particolarmente usi questa misericordia nelle nostre case.

Il P. Boscarini mi ha parlato della Gaetani, ed io, se lei crede che, venendo a Terre Rosse, si aggiusterà sono pronto ad accordarla per la salute della di costei anima e pel rispetto dovuto al di costei zio Vicario Foranio in Casteltermini. Però nell'occasione di questa che viene, io tremando mi ricordo che lei mi ha scritto per

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qualche aspirante. Mi scriva di queste adunque pria di far venire la Gaetani, ma mi scriva con dettaglio e precisione per vedere se può accettarsi qualcuna; metta anche le notizie del proprio casato e sopra i mezzi che sono necessari per potere prendere l'abito di nostra santa comunità. Mi scriva anche di Suor Adaucta. C'iscriverà tutto col ritorno del Maestro.

Salute di tutte, salvo le due eccezioni dette sopra, buonissima. Mi avvisi della salute di tutti, perché non mandò la cassa di S. Angela?

La benedico con tutti e mi ripeto.

Palermo, 14 marzo 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La mia salute buona e così quella di tutti di nostra

comunità e ricoverate, il paese tutto in ottima salute.Ieri il Sindaco mi diceva che in Catania non vi era

stato alcun caso di morte, intanto dalla lettera che la V. S. inviò alla Superiora appresi che in Catania il colera faceva stragge, e che una famiglia di là era venuta il giorno 6 volgente in cotesta città di Valguarnera Caropepe e che erano stati attaccati dal male. Questa contradizione nelle notizie che noi abbiamo mi tiene maggiormente angustiato perché mi sembra che il nostro Municipio per non allarmare il popolo faccia diminuire le cattive notizie. La prego quindi di volere formare un bollettino e spedirlo quanto più presto può per avere le notizie di tutte le cose esattamente.

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Se è vero che costì trovasi già l'infezione deve munirsi di una buona quantità di Laudano liquido di Lyduano e appena si ripetono le chiamate in qualunque individuo, se è adulto amministrerà da 15 a 20 gocce di detto rimedio in un poco di zucchero o in un mezzo cucchiaio di acqua, meglio nello zucchero, se giovane da 10 a 15, se bambina da 4 a 10 secondo l'età da ripeterlo ogni qualvolta si ripetono le chiamate o il vomito, mentre fate questo avvertite il medico pel rimanente della cura che può esser varia secondo i sintomi che si presentano, ma se state attenti mettendo la guardia ai cessi, e appena verificato il caso del vomito o della diarrea amministrate il Laudano nella quantità che vi ho detto, arriverete ad avere ottimi risultati con tutti.

E pure necessario essere muniti di una o due siringhette ipodermiche e di tenere pronte le soluzioni di morfina, di muschio, di castoro, di caffeina, perché il medico le trovi pronte ad ogni bisogno. È pure necessario che prepariate molto Rosolio di menta papireta, il quale è necessario per togliere la pena dello stomaco e per frenare il vomito, e spesso il laudano potrebbe amministrarsi in un cucchiaio di detto rosolio di menta. Il rosolio di menta si prepara così: alcool (o spirito) rettificato grammi 500, laudano liquido gr. 10, Essenza di menta papireta grammi 8, Sciroppo 1 litro.

Si mescola, si batte fortemente, e si usa quante volte bisogna a cucchiaio o a sorsi secondo l'età. Terrete pure delle carte senapate, e del Tannino puro, il quale secondo le opportunità si amministra a cartine come il

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medico potrà ordinarlo, e quando la diarrea si ostina si scioglie nello enteroclisma della capacità di un litro per lo meno, e si fa penetrare a poco a poco nello intestino, procurando che l'ammalato lo trattenga quanto più lungamente può da ripetersi più volte nel corso della giornata, come prescrive il medico.

Nei casi che il male si ostina e succedono i grampi terrete pronto lo spirito canforato e farete delle frizioni ove si verificano i grampi che si sciolgono prontamente; se succede lo stato algido che l'auimatato diventa freddo, potreste fare le frizioni di spirito canforato, o col linimento volatile ammoniacale, e le stufe. Mettendo una caldaia d'acqua con foglie di arancio, di menta e le erbe aromatiche che potrete trovare, e immergerete la manta di lana in detta caldaia accavalcata ad un bastone di legno, per non bruciarvi le mani, e poi sollevandola con detto bastone sullo stesso caldaio, terrete pronte due strisce di tavola e stringerete tra esse strisce le due punte estreme della manta, tenendo le strisce dalle due punte fortemente per tenere la manta come in una morsa, e girerete il legno dove la stessa manta per spogliarla dell'acqua bollente della quale è insuppata, e così attorcigliata colle stesse legne la porterete vicino all'ammalato e spiegandola e riducendola a calore appena sopportabile lo avvolgerete in detta manta per procurare di eccitare il calorico.

Intanto avrete pronta la coppa col fuoco, ed un cerchio con altri panni e mante di lana che si riscaldano a secco, e quando quella manta bagnata comincia a raffreddarsi, la toglierete, asciutterete l’ammalato strofinando

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coi panni caldi e poi l'avvolgerete nella manta riscaldata a secco.

Potrete pure fare preparare le cartine con bismuto ed oppio, quelle col tannino e quante altre il nostro ottimo dottore potrà suggerire.

Durante il male, se il Signore non vi libera come io prego, sono sicuro che il Sindaco, i benefattori, vi muniranno di farine per fare il pane di semola per le paste, di carne, di vino, perché è assai utile che si tenesse una igiene sana e regolata per evitare ogni disturbo viscerale possibile, ma se mancherete di questi necessari aiuti e sarete costrette a continuare la colletta, in questo caso estremo, non farete mangiare crudo, ma tutto cotto, e la stessa acqua da bere prima la farete bollire poi la metterete nelle quartare a raffreddarsi o in una giarra e quando vogliono bere berranno di quest'acqua bollita, gli stessi tozzarelli del pane raccolto li bagnerete nell'acqua bollita e li metterete nuovamente al forno e poi li farete mangiare.

La fiducia in Dio e la carità vi infonderanno il coraggio e vi daranno tutti gli aiuti necessari per la protezione della Mamma nostra Santissima, « la quale, se al momento per proibizione espressa del Sommo Pontefice non può da noi, come si deve, onorarsi sotto il titolo della Salette, pure è sempre da noi riverita sotto qualunque titolo come Madre e Superiora nostra » dalla protezione della quale speriamo tutto.

Viva Maria e Gesù. Viva Gesù e Maria e S. Giuseppe, Vincenzo e Francesco in Compagnia. Salute di

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tutti buonissima e tutti vi salutano caramente. Salute pubblica ottima. Scriveteci.

Vi benedico tutti nel nome del Signore.P. S. - Se mai succede, « che Dio non voglia »

qualche caso in casa nostra, bisogna preparare un locale appartato, anzi due: uno per gli uomini e altro per le donne e quelle che li servono non devono mettersi in contatto coi buoni.

Dovete pure munirvi del disinfettante e particolarmente le soluzioni del sublimato nella proporzione che vi dirà il medico, e tutte le robe sporche degli ammalati debbono pria immergersi nel bagno del sublimato poi bollirsi e poi lavarsi sempre separatamente. Il Cappellano dovrebbe stare in casa e disinfettarsi sempre che ritorna in casa, e così dovrebbe fare il medico e le sorelle che escono per la colletta «se vi sarete costrette a continuarla».

Durante l'epidemia lo stabilimento deve essere chiuso a qualunque persona, tranne al medico e al sacerdote.

Vi benedico di nuovo. Speriamo tutto dalla misericordia di Gesù è l'affetto materno di Maria.

Palermo, la vigilia di S. Giuseppe, 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Come stai? dietro l'ultima tua che mi accusavi la

tua caduta, non ho avuto altre nuove, ed ora che tor-

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no da Monreale trovo che Suor Celeste ne fu informata e trovasi in angustia.

Io avea scritto una lunga lettera quando venne il Signor Montana e l'avea passato a Suor Celeste, perché aggiungendovi due parole colla sua firma ti avesse assicurato del suo benessere per toglierti dall'afflizione che tu avevi manifestato.

Ma io non ho potuto sapere se tu la ricevesti, comunque più volte ti abbia scritto questa circostanza per assicurarti che io non sono di te dispiaciuto e che solamente sono gli affari che mi volgono senza posa, che mi rendono impossibile qualunque cosa, che debbo fare per mia elezione.

Ora però, figlia mia, il pensiero è mio di sapere nuove della tua salute e intanto non viene alcuna notizia. Altre volte ti sei servita di Segretaria per scrivermi e ora che vi sarebbe tutto il bisogno non scrive nessuno. Questo silenzio così inopportuno mi fa credere che la tua salute non vada molto bene e t'interessa, per amore di Gesù, di volerci rilevare di tanto pensiero, molto più che Suor Celeste è già infornata e sta molto in pensiero. Veggo che unitamente nell'ultima tua, mi arrivò lettera della Signora Montana e farò presto a riscontrarla, vorrei però fare più presto a venire, ma il S. Giuseppe di domani e le imminenti funzioni della settimana Santa mi tengono esitante sul da farsi.

Ti prego, figlia mia, a farmi arrivare tua lettera a rigore di posta ed io per questa sera conchiudo per fare impostare la presente onde arrivarti domani alle nove e potermi riscontrare a vista... Suor Celeste al suo

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solito in molte faccende per la funzione di domani, Suor Fara è un po' più male del solito, inulte Suore sono in comudature, nel tutto si tira avanti come vuole il Signore.

Ti benedico con le Suore le Dame di Carità e le Orfanelle; pregate tutte per me.

Palermo, 27 marzo 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.A non lasciarla senza mie lettere col ritorno del

Canonico Arena verro la presente per assicurarla della buona salute di tutti, eccetto un numero di ammalate che tirano avanti, e la buona Suor Rufina la quale è gravissima e la raccomando alle vostre preghiere perché il Signore se vuole la conservi, o l'arricchisca della sua grazia. Dovrei riscontrare a lei di mille cose, ma non posso per la premura che ho di fare mille cose; unica ragione del mio silenzio.

La prego però a scanzo di mio travaglio di ritorna re a scrivermi delle cose che vuole risposta e per le postulanti che vogliono entrare mi dia tutte le notizie necessarie se non me le ha date. Dove trova il corredo ed il vitalizio, e la buona fama loro e della famiglia, la salute e l'attitudine al lavoro e la vera vocazione allora mi troverà certamente proclive a riceverle per l'esperimento. Io scrissi al Sig. Luigi Vassallo e la interesso di. aspettare mia lettera pria di fare qualunque novità.

Io pregai il Sig. Vassallo di voler regolarizzare le cose

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e come mi manderà le copie delle deliberazioni, verrò io stesso a ricevere prontamente le Orfane e ad architettare le riforme e l'ingrandimento del locale e tante altre cose che potrebbero farsi.

In punto ricevo un telegramma del Sig. Vassallo che domanda il riscontro all'ultima mia. Mi sorprende questo ritardo perché sono due giorni che io impostai detto riscontro ed ero sicuro che a quest'ora fosse arrivato. La prego di informarlo di ciò e tenermi informato subito. Non posso più prolungarmi, la benedico colle orfane e i poveri vecchi, le Suore e le Aspiranti.

Preghino tutti per noi e per la buona Suor Rufina.

Palermo, 20 marzo 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Due parole per assicurarla che sto bene con tutti

dei nostri e grazie al Signore sin'ora siamo tranquilli a riguardo della pubblica salute. Vorrei più spesso sue let. tere per essere meglio informato delle cose di costì, essendo più di noi vicini a Catania.

Ho parlato col Sig. Ingegniere Piazza per l'affare dell'ospedale dei colerosi, e l'ho interessato di notificare al Sig. Sindaco l'idea che in simili occorrenze l'ospedale deve essere segregato dall'abitato.

Io le inviai una lunga lettera, e forse nel momento stesso che la S. V. m'impostava il resoconto e la sua lettera raccomandata, suppongo che l'avesse ricevuta, e domando se fui felice ad esprimermi per esser sicuro che ci siamo capiti.

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Mi scriva adunque e anche con una cartolina postale; mi tenga avvertito di tutto. Noi preghiamo e speriamo che il Signore vi conservi illesi. La benedico con tutti e mi segno.

San Marco, I5 marzo 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Viene il Sig. Ingegnere Piazza, nostro speciale

benefattore, in Valguarnera Caropepe. Le faccia vedere tutto se non trova il P. Boscarini come egli desidera.

Palermo, 14 marzo 1887

Rev.mo Padre F. Paolo, (Filippello)Sia Gesù amato da tutti i cuori.Riscontro in vista la sua ultima, comunque

premurato ad uscire, per non succedere un altro ritardo involontario dalla S. V. (sciente di tutto) preso come dimenticanza.

Spiacemi moltissimo che la S.V. è stata incomodata, e che il buono Fr. Superiore trovasi tanto male colla recidiva della intermittente.

Io non posso dirle quanto grave angustia mi procaccia questa faccenda, che mi spingerebbe a toglier le tende. Sia tutto come vuole Iddio.

Vorrei volare per venire costì, ma le chiacchere di colera in Catania che fan temere una nuova invasione fra noi, e in una stagione assai più propizia allo svi-

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luppo di questo male, mi obbligano a continuare le pratiche finché ottengo: o un altro locale, per trasportarvi i vecchi e gli orfanelli, per rimanere alla Quinta Casa le sole donne, colla infermeria nella casa degli orfanelli; ovvero che mi costruiscano una baracca nel giardino della Duchessa, che già il Sindaco ha deciso di pigliare per noi, e un dormitorio altrove per i soli orfanelli. E questo per toglierei dall'angoscia, altra voi. la esperimentata, di portare all'ospedale i nostri poveri, e frati, e Suore. Speriamo che il Signore mi aiuti.

Di Catania le ultime notizie sono consolanti, ma pure non dobbiamo trascurare di metterci in guardia, molto più che qualche vaga notizia ci fa temere chele persone che da Catania si sono trasferite in altri paesi, avessero potuto importare il male. Consideri quante sollecitudini per le altre case nostre, ove si pretende trovare aiuti per simili occorrenze, in quali pensieri e corrispondenze mi tengono, essendo l'allarme disteso per tutta l'isola. In questo momento così travagliato oltre l'ordinario, abbiamo avuto gravissimo per polmonite il Superiore della Quinta Casa, e quasi nella stessa condizione e collo stesso male il Frate Giacomo. Ora, grazie al Signore. sono in linea di convalescenza.

Giorno 15. Ripiglio la lettera che dovetti lasciare e trascuro di dirle altro mondo di notizie per pregarla di chiedere scuse per me ali' ottimo P. Don Natale per non avere riscontrato la sua carissima ultima. Pel vino muto, io suppongo che la riposta a voce del curatolo Vitale sarà stata sufficiente per appagare il desiderio del P. Migliore; in ogni modo dirà al Superiore, che se tuttavia

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non ha consegnato allo stesso i sei barili di vino muto, potrà darglielo: fra noi tutto è comune, e al bisogno ci aiuteremo sempre nella carità di G.C. Vita nostra. Se la salute del Superiore esiga di venire in questa, lo animi a venire. Frate Placido tuttavia colla gamba, ed è confinato a letto da molto tempo.

Don Antonio sta bene, Fra Giuseppe col solito disturbo di mente, e non sappiamo come la penserà. Mi auguro che D. Baldassare abbia cominciato a soccorrere le L.800 che mi disse di poter versare per averli il 24 Aprile, ma V.S. dice che si trovano senza mezzi, e questo mi fa dubitare del contrario. Io intanto non ho potuto riuscire a nulla, perché il vino inviatomi non era quello che si voleva dal Seminario.

Per carità se hanno già preparato il colorito me ne mandi un barile per farlo vedere, e vedremo se si riuscirà a fare qualche cosa. Io sono tutto il giorno a cercare mezzi per venire in loro aiuto, raccolgo speranze ma denaro mai. Sopra tutto però prego il Signore per conservare la vostra salute e la vostra pazienza, perché coti questi due elementi, se Dio ci conserva lo spirito della vocazione, riusciremo a tutto.

Per l’incomodo suo la S. V. deve fare uso del Bromuro di potasso, comincia con un grammo sciolto nell'acqua, e lo prenderà in due volte sempre prima di mangiare, e gradatamente lo andrà accrescendo sino a due grammi, e continuerà la doccia avvertendomi di quello che esperimenterà. Pel Superiore, essendo ancora liberi qui del temuto male, lo farei venire anche per farsi una visita e ritornare.

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Suppongo chela zappa di marzo sia a buon posto, come finisce questa coltura farà venire quelli aspiranti che sembrano capaci di poter vestire l'abito.

So che costì difettano di tuniche, ma il Sig. Celestre vuol essere pagato di quello che deve avere per darci la roba, ed anche qui i frati ne hanno bisogno non possiamo averla.

Per la macchina spero servirla al più presto. Non posso più prolungarmi. P. Gucciardi andrà da Caputo le scriverà. Per le mignatte, secondo me fece male ad applicarle perché trattasi di un disturbo puramente nervoso; la doccia è stata buona, aggiunga il bromuro.

M. Baldassare è l'unico che si presta per noi, ed non vorrei rifiutarmi con lui; ma essendo locale di orfani sarebbe un posto levato ad un orfanello. Poi non capisco per quale ragione vuol farlo entrare, è forse per farsi frate? o è discolo e non può correggerlo da se? Mi scriva*.

S. Marco, 5 aprile 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Con tutte le tuie gambe gonfie, questa mattina

andai a pregare il Rev.mo Signor Canonico e mi promise che verrà o in giornata o domani; come verrà farai

* N. B. - Qui termina la lettera di P. Giacomo senza firma, poi vi è una nota del P. Gucciardi che scrive così: Non potendo il P. Giacomo terminare la presente per manco di tempo, ho il bene di acchiuderla ed indirizzarla io, perché Ella legga almeno quel tanto che c'è scritto.

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lo sforzo di recarti al confessionale e procurerai disporti ad una buona confessione per metterti in grazia di Dio.

Noi non sappiamo l'ora nella quale arriverà la morte, e per questo dobbiamo essere sempre preparati, perché il Signore ci avvisa che verrà quando meno lo aspettiamo. Però bisogna avere fiducia nella misericordia di Dio e non disperare mai della sua bontà.

Aspetta in pace, figlia mia, la visita del Signore con piena rassegnazione abbraccia la croce che il Signore ti ha mandata; chi sà, se sarà questa l'ultima visita che il Signore ti farà sulla terra, procura di trarne tutto il profitto, perché è assai assai amara la sorte di coloro che saranno da Lui divisi nella eternità; ed io non ho avuto altro desiderio che di vederti piena dell'amore di Dio. Oh! Signore, accordatemi questa grazia! Ti benedico nel nome di Dio.

Palermo, 26 aprile 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non potendo scrivere quando leggo la vostre, mi

tocca poi a riscontrarle senza averle presenti, e non so le cose che trascurano.

Ho già scritto a S. Ecc. a Ravenna, che il benefattore avrà cura di fare arrivare la promessa elemosina, o a lei, o direttamente al Vescovo, ma accompagnando il danaro con una lettera diretta a Monsignore, talché la S. V. servirà per consegnarle. Però non posso na-

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scondere che il di Lui desiderio era quello, di rivendicare dal potere del Municipio la casa che sempre era stata di pertinenza del Vescovo e ciò per assicurarla per sempre all'uso delle povere Orfanelle.

La promessa del Vescovo, diceva lui, può durare quanto dura la sua vita, che io vorrei lunghissima, ma deve pure finire, o può essere chiamato a Roma etc.: e in ogni maniera potrà rimborsarmi il denaro che io darò, ira non potrà custodire la casa alle Orfanelle; per far questo è necessario che il Vescovo rimborsi il Municipio del denaro impiegato per acquistarla, e quando la casa ritornerà ad essere del Vescovo, allora potremo essere contenti.

Lo stesso, nel mandare la somma, fa patrona la S.V. di poter disporre di quella cifra che crederà opportuna per paramenti Sacri e per adornare l'altare e la Cappella. Oh! se l'altare potesse venire come quello della cappella di Terre Rosse! Oh! se mi contentassero a fare le riforme che io desidero:

n. 1 - sagrestia e confessionali;n. 2 - cappellone e gradette per confessarsi; n. 3 - Navata della Chiesa;n. 4 -Stanza che per mezzo di una gran porta potrà

servire d'ingrandimento alla Nave della cappella nelle occasioni di festività.

Ripeto la figura più grande, e se per salire nel cappellone vi fosse un gradino, guarnito da una piccola balaustra, da servire pure da genuflessorio, sarebbe assai utile perché metterebbe l'Altare più alto e renderebbe a tutti visibili le funzioni.

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Il Maestro mi ha domandato in suo nome, se io permetto che ritiri un piano o meglio quello di Suor Adaucta ed io gli ho detto che questo sarebbe conveniente quando il Municipio, anche temporaneamente, ritira quello che le ha favorito.

Per le Aspiranti è doloroso che quella fornita di corredo e vitalizio sia soggetta a convulsioni,perché queste non fanno per noi; la curi e la guarisca, per la altra di Porto Empedocle, io sono lieto che abbia fatto questa riuscita buona, ma mi duole moltissimo, che l'opinione del nostro istituto si faccia per questo meno aggradevole alle vocazioni provenienti da buone famiglie.

Ma pure rimetto tutto al tuo savio apprezzamento, perché, trovandoti presente, potrai meglio di me calcolare ogni cosa e risolvere quanto sarà opportuno. Valga quanto ho detto anche per le altre, non dimenticando che alla 5 Casa abbiamo la Manganelli, la quale non lascia di aspirare. Oh! Signore illuminateci e fateci fare la vostra S. Volontà senza mancare di carità colle anime senza mancare di riverenza verso la nostra santa Istituzione.

Per la mia salute non so dirti cosa di certo, io sto bene mi sono impinguato, ma le gambe gonfie minacciano di fare qualche piaga e lo stomaco che non permette di potermi cambiare le calzette senza qualche affanno ha impensierito il Medico; io però non so capire perché.

Il mio silenzio è effetto dei continui affari che non mi lasciano un minuto di libertà e la stessa notte, non più di 4 o 5 ore possono avere pel riposo. Preghiamo il

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Signore che ci accordi il Suo spirito, per vivere e morire per Lui e saremo felici.

La benedico con tutti. Se debbo riscontrare altra cosa mi torni a scrivere. S. Celeste sta bene al solito e la saluta.

P. S. -- Compiego una letterina del Sig. Celestre il quale ha scritto pure a Monsignore ed io ho acchiuso detta lettera in altra mia a Monsignore diretta. Come avrà in suo potere il denaro potrà consegnarlo a Monsignore.

Palermo, 17 aprile 1887

Ill.mo Signore,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Riscontrando la sua del 16 corrente, mi permetto di

richiamare alla sua memoria, che anche il Signore fece tante promesse ad Abramo, le quali pel ritardo dell'adempimento fecero vacillare la fede di Sara, ma finalmente si adempirono « quia Fidelis Deus ».

Io ho tante volte promesso di venire nel tempo e ai modo che mi sarebbe riuscito possibile, ciò che non ho potuto ottenere.

Ora, incaricandomi della sua posizione, non mi riesce possibile di fare altrimenti, che mandare uno dei PP. Missionarii, con cui loro potranno trattare tutto.

Mi farebbe piacere se mi avvisasse a quale stazione ferroviaria converrebbe fermarsi e con quale treno dovrebbe partire per trovare il comodo per arrivare al paese.

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Quando il missionario, dopo la sua risposta, sarà per partire, io La terrò avvisata per telegramma.

Accetti le mie più sincere scuse per gl'involontari ritardi delle mie promesse e mi creda.

S. Marco (Palermo), 24 aprile 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.È venuta una nipotina di Suor Clementina la quale

è orfana di padre e Suor Clementina pagherà la retta per custodirla ed istruirla costì; e poi, se il Signore le dà la vocazione, le farà il vitalizio ed il corredo.

Per ora porta il corredo a tre, ma tutto quello che potrà bisognare per compiere questo corredo di orfanella lo avvisi a Suor Clementina che lo farà.

La stessa porta la fede di nascita e quella pure di Ciccina.

La benedico con tutti.

San Marco, 3 maggio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Debbo riscontrare una Sua ultima, e due io credo

dell’E.M. Vescovo, dal quale imploro una speciale Benedizione. Riscontrerò quanto prima, ora mi limito a dirle che invece del Professore Don Melchiorre Mauro viene l'ottimo figlio Don Antonino che in nulla differisce dall'ottimo padre suo.

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Lo stesso ha bisogno di un tantino di distrazione e per questo il suo buono genitore lo manda in sua vece. Mi farà la carità di far sapere a Mons. che Macon, giovane tedesco ultimamente inviato, è contento in mezzo ai nostri della 5. Casa, e mentre s'istruisce nel Catechismo, lavora pure nella Tipografia.

La benedico con tutti e l'accerto della buona salute di tutti, comunque io avessi le gambe gonfie fasciate e la buona Superiora Celeste avesse sofferto un dolore allo stomaco per attrasso di beneficio che ora è passato.

La benedico di nuovo con tutti.

Palermo, 11 maggio 1887

Rev.mo Padre Aricò,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ricevuta la Sua, immediatamente la inviai alla

Tipografia, perché spedissero con urgenza le stampe che bisognano a Sua Ecc. Mons. Arcivescovo.

Il corriere intanto si presenta e vuol partire con urgenza, farò quindi cercare altro comodo per inviarle.

Il Padre Gucciardi l'ossequia. La prego implorare per me e tutta questa povera Comunità una speciale benedizione di Sua Eccellenza Rev.ma.

Mi creda con profondo rispetto.

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Palermo, 23 maggio 1887

Rev.mo P. Don F. Paolo (Filippello),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Tra le altre ho dovuto aspettare per avere

compratala carta per scrivere la presente. Ella, figlio mio carissimo, ha tutta la ragione di restare dolente pel mio silenzio, ma essendo stato qui, e sapendo come gli affari c i opprimono e manca il tempo a quella quiete necessaria che bisogna per scrivere, non dovrebbe però abbandonarsi alla fantasia, supponendo tante cose che non esistono. Vengono le lettere e ogni giorno ne arrivano tante e da tutti i punti, che spesso, se non si arrivano a leggere, restano poi confuse colle altre lettere, e non si leggono se non quando il Signore le fa ricapitare per le inani. Quando si ha la fortuna di poterle leggere, si trovano commissioni, affari, che debbono eseguirsi per riscontrarle: si vorrebbe far tutto, ma finché non siamo in tanti da potere espletare giornalmente le cose, gli affari si accumulano, e si centuplicano, perché ogni giorno si aggiungono i nuovi: e quando poi si può riscontrare, bisogna ripescare le lettere, e se manca il tempo per ricercarle si fa a mente, e per conseguenza senza l'esattezza che si desidera. Non stia ad angustiarsi senza volere di Dio; il Signore vuole che si custodisca la pace, del nostro spirito, e per questo dobbiamo accettare tutto dalle mani del Signore tranquillamente. Del resto quando io ho avuto cosa da dire gliel'ho detta: e V. S. può ritornare a scrivere finché non ottiene la risposta. La S V. si duole che non fu avvertito di domandare

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la discessoria pria di partire e per questo fa rimproverato da Mons. Cirino: ma se bene si ricorda la S. V. partì tutt’assieme, e per pochi giorni e in un momento di dispiacere, nel quale io non poteva avere altra idea che quella di contentarlo e subito. Poi ha prolungato costì la sua dimora, ed io vi ho acconsentito, ma aspettando sempre che risolva di ritornare. Ora si duole che Mons. Arcivescovo di Monreale si lagna del suo diuturno soggiorno costì senza averlo lui saputo. Era giustissimo che la S. V. partendo si fosse munito di discessoria, e passando di Monreale l'avesse fatto visitare dall'arcivescovo o dal Vicario Generale; ma ripeto non vi era l'animo di far questo, e quando si fece, fu tutto fatto con urgenza e per pochi giorni, e per andare in casa propria, per conseguenza non si pensò e non vi fu il tempo di fare le cose in regola.

Venendo costì Mons. Arcivescovo la S. V. le avrà esposte con sincerità queste cose, e l'Arcivescovo si sarà acchetato; non è vero? Si sereni.

Ora si avvicina il momento della colletta e ritengo che P. D. Natale avrà bisogno che la S. V. lo sostituisse per la scuola, onde potersi occupare della colletta cotanto interessante per la povera casa nostra. Quando poi finirà la colletta, se la S.V. è disposta a ritornare, se il P. D. Natale sarà pronto a ritornare a dormire in Muffoletto, e recarsi in paese per la scuola dopo la Messa, la S.V. mi avvisi che risolveremo il da fare.

L'ultima volta che la S. V. scrisse una cartolina postale nella quale domandava colori, olio di lino, brusce, ecc. io pregai il P. Cacioppo per eseguire le com-

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missioni, lo stesso le scrisse, e per risposta fu rinviata dalla posta la stessa cartolina con una parola che ora non ricordo, e restò tutto in sospeso. Ho aspettato notizie della Sacra Visita, ma ancora non ho saputo nulla; arrivò un mio telegramma per S. E. Rev.ma?

Come vanno i Frati novelli? che si dice nella nostra povera casa? la sua salute come va? Mi scriva di tutto e di tutti, e dove succede che io manchi a rispondere, ritorni a scrivere finché avrà la risposta.

Vennero i due piccoli ciechi da Bisacquino?Quest'anno si deve andare anche a Giuliana per la

colletta, ed il Sig. Biagio Tomasini darà ospitalità ai nostri Frati, ivi sarà possibile che si capitino delle buone vocazioni.

L'abbraccio e benedico con tutti. Dica al buono P. D. Natale che io anche a lui sono debitore di molte lettere, ma pure lo prego di ritornare a scrivermi delle cose che noi dobbiamo conchiudere per sistemare le faccende di cotesta casa.

Mi benedica con tutti di questa povera casa. Si abbia i saluti di tutti i nostri buoni PP. e FF. e mi creda.

San Marco (Palermo) 26 maggio 1887

Figlia mia in G. C. (la nipote Maddalena),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Un vecchierello intese che io dovea operarmi di

fistola, e venne a trovarmi per dirmi che non debbo farmi

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operare, ma invece debbo fare una medicazione semplicissima e sarò guarito.

La medicazione a farsi è la seguente.In una commoda si mette un pezzetto di mattone al

fondo, e su quel mattone si mette un zolfanello acceso, e poi si siede sopra per un bel pezzo finché si ente l'azione del calore di quel vapore che si sviluppa. Se questa sensibilità è molta, quando non si può soffrire si solleva un poco, e si ritorna a sedere.

Io l'ho fatto oggi, e ne ho inteso giovamento, e per questo mando a te il medicinale e ti ho prescritto il metodo curativo per farlo questa sera pria di andare a letto.

Però ti avverto che, se mancando l'aria al vaso lo zolfanello si smorza, è buono riaccenderlo e ritornare a sedere perché l'azione non sia troppo debole, se accende bene e il vapore dura, allora basta farlo una sola volta. Esperimentalo e scrivimi il risultato.

Ti benedico con tutti.

Palermo, 27 maggio 1887

Figlia mia in, G. C.,Sia Gesù amato da tutti i cuori.Siamo nel novenario dello Spirito Santo, ed io

suppongo che le mie care figlie siano tutte intente a perseverare come gli Apostoli, insieme alla tenerissima Mamma nostra Maria, nella S. orazione per ricevere il divin Paracleto nel giorno della Pentecoste, e nell’abbondanza di tutti i suoi doni.

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Oh! quanto è grande questo desiderio nella povera anima mia! Vorrei raggiungerlo a costo della stessa vita, poiché il vivere fuori dello spirito di Dio è morte e morte eterna! Mi contentino, carissime figlie, mi contentino, per altro la loro posizione è abbastanza fortunata, per potere raggiungere questa sorte infinita! Iddio le ha strappate della patria terrena, pel desiderio della patria celeste, ha dato loro la grazia di separarsi dai congiunti secondo la carne, per unirsi a quelli secondo lo spirito, le ha staccate dagli affetti terreni, pel desiderio degli amori celesti, e, chiamate per lo spirito della vocazione ad imitazione degli Apostoli, hanno già abbandonato tutto per seguire Gesù Cristo. Fortunate! un passo avanti nella loro fedele corrispondenza allo spirito di Dio e dei Suoi Santi doni!. Già si trovano nel Cenacolo, nella Casa del Signore, ed insieme a Maria Madre di Dio e Madre nostra, dalla quale, come gli Apostoli ricevono i Santi insegnamenti, per mezzo della S. regola. Le avversità, le persecuzioni, le miserie, le afflizioni non mancano, per vedersi come i SS. Apostoli separate anche dalla consolazione della presenza visibile di G. C. ala questo lungi dallo scoraggiarle, deve loro servire per perseverare con maggiore fiducia e fedeltà a pregare insieme a Maria. G. C. lo disse agli Apostoli essere necessario che lui fosse salito al cielo, al Padre Suo, perché di là fosse disceso lo Spirito Paracleto, che sarebbe rimasto con loro per far loro comprendere le verità che Egli stesso avea loro annunziato.

Ah! si pregate; figliuole mie, pregate affinché questo spirito santo scenda ad illuminare le menti ed i cuo-

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ri vostri, e vi faccia raccogliere il frutto della vostra missione coll'edificazione delle anime che debbono essere convertite a G. C. per mezzo della Mamma nostra santissima e della predica continua del vostro buono esempio nella S. Osservanza. Così sia.

Noi già siamo nella preghiera perché la Mamma nostra allontani il demonio da Valguarnera e restituisca la pace e la tranquillità in ogni cuore. Alla preghiera però abbiamo voluto unire il nostro doveroso buono esempio, e non avendo danaro, perché siamo poveri, ho freso in credito del riso, e già due sacchi spediti a grande velocità devono essere in potere vostro, o potete fare le debite ricerche per farli ritirare dalla stazione.

Dopo questo, a piccola velocità ne arriveranno altri 8 sacchi, e attendo vostre lettere, per mandarvi tutto quello che mi sarà possibile, per evitare che la gente, disperata per fame cada negli eccidi di ogni natura. Parlate col Parroco, col Vicario Foraneo, col Sig. Eugenio, Col Sig. Spina, col Sig. Sindaco, col Sig. Boscarini per combinare il modo come dare sollievo alle famiglie ammiserite, evitando per quanto è possibile la loro umiliazione.

Siamo nel mese della Mamma nostra, pregate il Parroco per intimare una pubblica preghiera, che la Madre di Dio si degni di venire in aiuto del suo popolo, ed arresti il braccio di un Dio indignato da maggiore punizione, per le tante bestemmie, e pei grandi peccati che vitto il giorno e ovunque provocano la giustizia del Signore in più severi castighi.

E voi pregate ed operate con ogni modestia, carità

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e nascondimento, perché tutto sia fatto a maggior gloria di Dio e salute delle anime.

La salute mia alquanto migliorata, ma non è stata guai tale da recare angustie.

Ho sofferto un piccolo catarro, e un pò di sofferenza ho avuto per la fistola che forse ai primi dello entrante dovrà tagliarsi. Volerei costì, ma sarà possibile? a che potrei essere utile? Chiamate l'aiuto della Mamma nostra, e il Signore benedirà l'opera della vostra carità. La salute di tutti i nostri buonissima, nessuno escluso, la sola Superiora Celeste fu un poco sofferente pria del mio incomodo, e ora, comunque non di ottima salute, pure è nell'esercizio del suo Ufficio.

Stia serena e tranquilla ed ami assai il buon Gesù e la Mamma Santissima che l'hanno amato tanto! e li faccia amare dalle nostre buone Suore, dalle Orfane da tutti i Poverelli e da tutto il Paese.

La benedico con tutti e mi segno.Ho passato la carta al P. Boscarini per riempirla e

mandarla subito.

Palermo, 27 maggio 1887

Figlia mia in G. C. (la nipote Maddalena),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Scrivo nel tuo stesso biglietto, giacché ti produsse

tali sofferenze non voglio che tu lo ripeta sino a nuovo ordine. Speriamo che Dio premi l'obbedienza, come fu sempre.

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Io la prima volta, riaccesi lo zolfanello tre volte; non ho orologio da misurare il tempo, ma credo che vi stetti molto di più, intesi sensazione di bruciore nelle partì escoriate dalle marce, ma nella fistola fui alleviato dalle sofferenze, tanto che mi proposi a scriverti per non ritardare il tuo sollievo. Oggi l'ho ripetuto e lo zolfo restò acceso fino a quando mi persuasi di osservarlo, poi ritornai a sedere e vi stiedi a lungo. Momentaneamente intesi bisogno di mettermi a letto pel bruciore delle parti escoriate, e giusto in quel momento arrivò il cocchiere col tuo biglietto; lo lessi e mi alzai per scriverti la risposta e mi sento meglio.

Ti benedico con tutti.

Palermo, 28 maggio 1887

Figlia mia in G. C. (la nipote Maddalena),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Io oggi non ho fatto niente, perché ogni volta che

ritorna il bisogno resto rovinato da che mi osservano.In quanto al profumo mi è sembrato d'avere avuto

qualche alleviamento, ma credo che l'unico rimedio sarà l'operazione.

Se soffri molto, fa la scelta del chirurgo, e faremo venire la Superiora e ci opereremo.

Prega per me, come io prego per te.Dammi notizie. Benedico tutti.

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Palermo, 28 maggio 1887

Rev.mo P. Fr. Paolo (Filippello),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Scrivo due parole per assicurarla che le mie piccole

sofferenze sono seccanti, perché m'impediscono di poter fare il mio dovere in momento di affari assai interessanti, del resto sono piccoli incomodi e come finirà la bronchite mi opereranno e passerà, se Dio vuole, l'incomodo della fistola.

Io non so se la S. V. ed il Superiore ricevettero una mia lettera che consegnai a D. Marco per spedirla unitamente a due fiaschetti di solfato di chinino, uno di salicilato di soda e una boccia grande di vetro piena di bicarbonato.

Dall'ultima sua carissima mi pare che dovette ricevere detta mia, ma non mi dicono nulla se mandano o no il vino del seminario. Il Rettore è lagnatissimo, perché hanno scritto direttamente e non hanno avuto alcuna risposta. Io non so se i prezzi costì si sono accresciuti, ma se avete bisogno di danaro, mandatelo presto il vino.

Io riscontrerò la sua lettera carissima, ma così in fretta, come posso, le dico che il P. Gucciardi colle sue sofferenze non riesce a potere scrivere; è più facile che eseguisse qualche commissione e no che scriva un solo rigo perché poverino soffre molto.

Il P. Boscarini ai suoi ordinari affari, che non può raggiungere, ha dovuto unirsi i miei e qui stesso siamo in tante gravissime angustie per gli affari che non possono espletarsi e ve ne sono taluni veramente vitali.

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Stia tranquillo adunque, Padre mio, e profitti di tutto per apprendere come praticamente dobbiamo assuefarci a fare la volontà di Dio.

Oh! quanto è bella la dolcissima, ma incontrastabile volontà del Signore! Bisogna amarla sempre più finché riusciremo ad amarla unicamente a preferenza li ogni nostro volere, anzi col sacrificio della nostra stessa vita. È questo tutto il segreto della perfezione cristiana: fortunato chi lo raggiunge, bisogna però spogliarsi di tutte le cose nostre, di noi stessi, e colla eroe sulle spalle, calcando le orme insanguinate di G. C. arriveremo a gustare la delizia di questa S. unione, che completamente può godersi nel gaudio del Paradiso.

Io prevedo che lei sarà fortunatissimo, quando applicherà la sua volontà a questa importante ricerca e formerà una gran consolazione dell'anima mia e di tutta la comunità.

Chi va piano va sano e va lontano.V. S. mi dice che in atto vi è un poco di calma

nella nostra casa e che V. S. solamente soffre colle sue vertigini.

Benedico Lei e tutta la Comunità.

Palermo, 29 maggio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La sua lettera mi ha consolato, perché io era in

desiderio di sapere l'esito del loro viaggio, essendo facili i disappunti con le carrozze di Monreale. Sia Dio bene-

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detto che prende tanta cura di noi e ci aiuta sempre con tanta misericordia.

Mi sono pure consolato che cotesta casa continua nella stessa calura e pregherò sempre il Signore per l'increnrento nello spirito della S. Osservanza, che forma tutto l'interesse della nostra vita temporale ed eterna.

La mia salute continua allo stesso modo e forse in breve dovrò operarmi per procurare di riattivarmi nel servizio dei Poveri. È questo, figlia mia, il maggior mio soffrire, per tanti affari che dovrebbero compiersi e non posso affatto trattare; del resto le mie sofferenze sono di pochissimo momento e non possono chiamarsi malattie.

Per la roba delle Suore scriverà la Superiora. Io mi limito a questo, e profittando della festività dello Spirito Santo le auguro tutto quello che ho pregato per lei e per la intera comunità: che il divino Paracleto scenda sopra di voi colla pienezza dei Suoi doni, e vi rimanga per sempre nello spirito della S. Osservanza, colla quale, sono sicurissimo che piacerete al Signore e santificherete tutto il paese.

La benedice con tutte le Suore e le orfanelle. Preghi e faccia pregare la Mamma Santissima, e il buon Gesù per me.

Palermo, 29 maggio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Io tante volte le ho detto che pel mio silenzio non

deve stare mai in pensiero perché in caso grave, la farò

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anche avvisare per mezzo di altri. Sono gli affari, figlia mia, che ci tengono in una continua occupazione senza lasciarci un minuto di tempo, e. bisogna essere uniformati ad accettar sempre tutto dalle mani di Dio altrimenti si perderebbe la pazienza e nulla si conchiuderebbe di bene.

Per coteste benedette aspiranti abbiamo scritto e riscritto tanto da poter fare volumi, ma sembra che non ci fossimo mai intesi. Poi quest'ultima lettera nella quale mi si scrive che una è lunga quanto una canna da stendere, l'altra ha un occhio bianco immobile e un occhio nero che sempre si muove oltre alle convulsioni, e una terza tutta pepe, misero il colmo al criterio delle buone informazioni, per le quali la S.V. crede di poterle provare come modello di ottime Suore.

La S.V. per tanti anni mi ha scritto benissimo, ora che non sa più scrivere c'intenderemo sempre meglio per mezzo della segretaria. Sia tutto come vuole Iddio. Ma io le dico, che se lei lascia l'esercizio di scrivere, riuscirà veramente a non scrivere più e questo quanto sia utile per una superiora saperlo meglio con la sua esperienza. Sia tutto come vuole Iddio.

Ella mi dirà che oltre la lettera della Superiora Celeste, e dell'altra a me diretta per mezzo della segretaria, ve ne era una autografa, ma io ripeto l'assieme era questo: Propongo tre aspiranti, scrive lei, che ritengo riusciranno tre ottime Suore, e la segretaria poi aggiungeva le qualità, come sopra ho detto o nella lettera raia o in quella della Superiora. Canna da stendere, occhio bianco e nero, tutta pepe.

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Io in altra mia le ho detto, che in Girgenti per avere accettato soggetti, che non avrebbe dovuto accettarsi, la nostra istituzione si è molto discreditata.

Lei non mi ha mai giustificato che i detti soggetti pei loro natali, per la loro vita, e per la loro reputazione rispondono ai requisiti che sono necessari nella nostra Istituzione, se hanno le fedi di battesimo in buona regola, se sono ritenute per vergini, se hanno frequentato i SS. Sacramenti, se provengono da ottime ed intemerate famiglie etc. oltre poi a tutto quello che bisogna per essere Suora.

Con questo io non intendo di mettere una severità che non lascia campo ad usare qualche eccezione, quando per la grazia del Signore succedono dei mutamenti tali da fare marcare che vi è l'opera del Signore in favore di quell'anima, ma vorrei che si usasse tale accorgimento e prudenza da non discreditare l'Istituzione.

Io aveva accettato in cotesta casa una buona figlia che volea farsi Suora, ma perché era d'ignoti, io dissi che non potevo accettarla come suora, ma come ricoverata. Mentre io ero fuori questa buona figlia da ricoverata passò ad essere Suora (è riuscita buonissima e questa veramente avrebbe meritato l'eccezione per la sue virtù); ora questa, per una successione, viene ad essere ricercata, e nelle citazioni spedite in diversi Municipi, e in diversi uffici Demaniali si sa che la Tizia di ignoti è Sorella nell'Istituto del Boccone del Povero. Io sento dentro di me una gran consolazione per vedere un'anima così buona avvicinata per questo mezzo al Signore, ma se si fosse usato maggiore accorgimento

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questa pubblicità, ch'è nociva per l'estimazione dell'Istituto, non sarebbe accaduta.

Agevoliamo le anime che il Signore prediligge, facciamo eccezioni per loro quando mostrano i segni di una vera vocazione, ma facciamo in modo da custodire il decoro dell'Istituzione, altrimenti non avremo mai soggetti inciviliti, saremo sempre a cercare una mente che possa guidare e non potremo prestarci ad aprire altre case, che si preparono ovunque, ma non so a chi posso mandare.

Queste buone figlie del resto sono in casa, e volendo possono esercitarsi nella carità, finché veramente il Signore ci convinca della loro vocazione, e ci dà i mezzi e le opportunità di aiutarle senza discapito dell'Istituto.

Quando lei coi lumi del Signore vedrà arrivare questo momento, mi scriverà di suo carattere i giusti motivi che la spingono a proporle e le accetteremo.

Per la chiesa io sono convinto essere necessario che si elevi la tettoia, perché la volta venisse all'altezza proporzionata al vano della Cappella, e il corpo sottostante fosse pure ben regolarizzato. Spendere 5000 lire per non ottenere né l'una né l'altra mi sembra uno sproposito imperdonabile. La interesso quindi di pregare il signor Messina, il signor Ingegnere Sciascia, che ha saputo fare tanto bene con piccole spese, a volermi contentare in questo, ed occorrendo è sempre buono che S.E. Rev.ma impieghi la Sua influente parola, perché tutto vada bene.

Per la Maestra può farla ritornare. Per la Gaetani è un pezzo che la S.V. ebbe il permesso di farla venire come ultimo esperimento, per vedere se si mette in buo-

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na regola. Per quelle che aspirano a farsi Suore, ho detto sopra il da farsi. Per Suor Simpliciana, se le cure fatte sono inutili, aspetteremo un prossimo movimento per farla passare all'aria che consigliano i medici.

Io non so se lei in questo momento trovasi in buona salute, ed è in condizioni di potersi allontanare dalla casa, per venire in compagnia della Maestra.

In ogni maniera, se non può, potrà farla accompagnare da Suor Rosaria; se può, potrà venire lei stessa portandosi la compagua pel ritorno, e potrebbe essere: Suor Adaucta, se sta bene in salute, o qualunque altra a sua scelta. Io verrò come il Signore mi farà la grazia di sbrigarmi di tutte 1P cose che al momento impediscono il mio allontanamento da questa, ho tanto desiderio di venire che non so esprimerlo per Voi, per Monsignore per le Dame...

Per la casa dei Poveri Vecchi, io non vedo ragione che si debbano fare abitare là delle Suore, finché non è arrivata l'ora di ricevere i poverelli. La S.V. d'accordo a Mons. Vescovo e Mons. Spoto, potrà attendere al fornimento della casa, e poi quando sarà l'ora si destineranno le Suore che debbono portarne la direzione ed il servizio. Quanti saranno i vecchierelli mantenuti dallo Stabilimento? Sarà lecito poterne ricevere degli altri a peso della carità cittadina? Saremo liberi ad eseguire il nostro regolamento, o si vorranno adattare delle norme che noi non conosciamo? S'informi di tutto con S. E. Rev.ma per poter conferire se lei viene, o me ne avvisi con lettera, se manda.

Io penso di avere riscontrato o d'aver fatto riscon-

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trare la lettera di mio Compare sig. Montana. Amerei però che se ne informi, per potere supplire alla mia mancanza, se ancora aspettano lettera mia; la prego di fare i miei rispetti con tutti di sì degna famiglia.

Quanto sono contento che il sig. Montana è in campagna ed è venuto al nostro stabilimento: me lo rispetti particolarmente. Io sto meglio per la piccola bronchite sofferta, la fistola si fa sentire, ma in breve i medici la toglieranno. Suor Celeste è sempre sofferente, ma sempre in attività, il resto, tolte quelle che hanno delle piccole sofferenze, tutte buone. Siano al fine del mese di Maria, che io vorrei durasse tutto l'anno, finisce nel Settenario dello Spirito Santo. Oh! quale grande consolazione sarebbe questa se trovandoci nel Cenacolo colla Mamma nostra, si ripetesse il miracolo della Pentecoste!

Preghiamo efficacemente la Mamma nostra, ed il Divinissimo Spirito, per scendere nelle anime nostre ed infiammarci del Suo santo amore, perché nel fervore verace di nostra S. osservanza potessimo compiere i doveri di nostra S. vocazione. Oh! che gran sorte sarebbe per noi! o che gran bene sì opererebbe per le anime!

La benedico a nome di Dio, e della Mamma santissima con tutte le Suore, le orfane, le vecchierelle, le Dame e i Benefattori.

Si è pensato per la colletta dei legumi, delle fave, del grano? non lo dimenticate. Di nuovo la benedico.

P.S. - Si desidera sapere nonne, cognome, ufficio, domicilio della Signora che venne alle 8 1/2 per visitare con tanta gentilezza cotesto stabilimento.

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Palermo,11 giugno 1887

Rev.do Padre Don Giuseppe,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La Carità di G.C, mi spinge a pregarla di farmi la

grazia di accettare la sostituzione della scuola del Padre Migliore, perché lo stesso potesse presenzialmente dirigere i Frati per la colletta.

Sa la S.V. in quale estrema condizione siano in quella povera casa, e come conviene profittare dei momenti della colletta di campagna, per potere prevenire le afflizioni maggiori che ci sovrastano. La prego a nome di G. C. e dei Suoi Poverelli di farmi questo grandissimo favore, e a facilitare questo affare, l'avverto d'avere scritto in pari data al Sindaco e al Rev.mo Padre D'Amore, per volere accordare questo permesso. Sono sicuro che la Sua carità lo farà consentire di buon animo a dare questo grande aiuto pei Poveri, e mi auguro che il Signore benedicesse talmente la colletta, da poter servire a sollievo della casa iniziata non solo, ma per iniziare l'altra nel paese per le povere Vecchie e per le Orfanelle.

Aspetto sua lettera consolante, e pieno di stima e gratitudine con tutto rispetto mi segno.

Palermo, 27 del 1887

Figlio mio in G. C. (al Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Scrivo in fretta, dopo avere fatto cinque lettere, al

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Sindaco, al P. D'Amore e al P. Romano, per ottenere che P. Don Natale fosse libero dalla scuola, per impiegarsi per la colletta, al P. Doti Natale per le nostre relazioni, al P. Don Pasquale per vedere d'influire per questo affare della colletta, per l'incanalatura delle acque in Muffoletto, per ottenere dilazione pel pagamento dei censi, per l'affare delle mule etc...

Io qui non ho lasciato mezzo intentato per avere denaro, ma invece di potere dare aiuto, sono in angustia per gli aiuti antecedenti che ora debbo pagare. È un momento di visita, bisogna crescere nella fiducia in Dia e nella rassegnazione, senza lasciare di mettere ogni opera nostra per guidare al meglio le cose.

Coraggio, figlio mio, e fiducia in Dio.Procuri di vendere il vino.Cosa fece per mezzo di Don Antonio?Io continuo a fare indagini; se il Signore mi aiuta

manderò il denaro, ma qui non ho un centesimo, e non potrei dar nulla al buono M. Baldassare.

Procuri dunque di vendere il vino e speriamo di potere supplire agli estremi bisogni.

Per le vetture vorrei sapere, se vi potessero servire delle giumente come quelle del P. Don Pasquale, per vedere se potrò ottenerle dal nostro medico, e poi le venderemo alla fine della raccolta. Non posso prolungarmi perché mio cugino fa premura. L'abbraccio e benedico con tutti.

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Palermo, 12 giugno 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non ho potuto riscontrare tutte le sue lettere perché

gli affari mi tengono in una posizione che a lei riesce difficile a credere. Da mane a sera senza potere fare né quel che debbo, né quel che voglio, ma quel che viene. Sia fatta sempre l'adorabile volontà di Dio.

Io le ho detto di stare sempre tranquilla, perché non lascerò di tenerla informata di tutto, e per conseguenza, quando non scrivo, non deve stare in pensiero. Non avendo potuto scrivere io, la feci avvertire dal P. Boscarini che la Superiora Veronica avea una colica, ora è buona. Suor Eulalia avea riportato delle forti scottature col caldaio del liscivio, e la buona figlia che avea tanto pregato il Signore di morire, lavorando da martire pel servizio dei Suoi Poverelli, e per evitare le sevizie della madre, che voleva farla uscire coi carabinieri, oggi, domenica 12 Giugno, istanzava con maggiore calore nella sua preghiera per ottenere la grazia di morire il giorno del Corpus Domini.

La stessa alzandosi da letto giovedì, si sentiva poco bene, ed annunziava con la letizia questa notizia alle sue compagne, nella speranza che sua madre l'avesse trovata in paradiso, quando domenica sarebbe venuta coi carabinieri. Domandò il permesso di passare il liscivio nella biancheria e lo passó, poi, volendo riempire il caldaio dove era rimasto il fondo caldo del liscivio, vi cadde dentro e le scottature portate la fecero

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passare da vera martire in paradiso alle ore 10 p. m. del giorno del Signore.

Questa novella, per quanto dolorosa altrettanto edificante, la comunico io mentre aspetto i medici per tagliare la fistola e poi poter venire a consolare la buona Superiora e le buone Suore di Valguarnera e di tutte le altre case, essendo più libero a potere viaggiare, se il Signore mi farà la grazia di liberarmi di tutto.

La prego però a non stare in pensiero e non fare telegrammi per me, perché in questi tempi di carestia questi continui telegrammi potrebbero fare impressione. Di questo mezzo dobbiamo avvalerci in casi gravissimi e di somma urgenza.

Il P. Boscarini oggi stesso va ad Alcamo, ove deve aprire una casa per le orfane, ma io avrò cura di avvisarla, o di farla avvisare da altri per lettera dell'esito del piccolo taglio che i medici hanno osservato esser cosa da nulla.

La benedico con tutte le suore, le orfanelle e i Poverelli. Preghino Gesù e la Mamma per me.

La salute di tutti buonissima.

San Marco, 16 giugno 1887

Figlia mia in G. C. (la nipote Suor Maddalena),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Se i medici fossero stati più indulgenti ai miei

desideri, non avrei perduto per due giorni di celebrare la S. Messa. Oggi me l'accordarono, ed ho offerto per te e per gli operatori l'incruento Sacrificio. S. Germana offrirà il tuo complessivo sacrificio al Signore, insieme a San Ma-

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miliano, nostro Patrono, e la posposizione di un giorno fu da Dio ordinata, per coincidere coll'ottavario del Corpus Domini dove in complesso si unisce il sacrificio all'Amore. Gesù tutto per noi, noi tutti per Gesù! abbracciati a Gesù Crocifisso, amor tuo, alla Mamma Santissima e sotto gli auspici dei SS. Avvocati, sta serenissima che non soffrirai nulla.

Come è bello patire per Gesù! Ti benedico con tutti e mi segno. Noi pregheremo e ti aiuteremo pregando.

San Marco, 16 giugno 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ricevetti una sua, pria di operarmi, e la riscontro

ora che, già operato, col permesso dei medici scesi in chiesa a celebrare la S. Messa. Iddio la rimuneri con tutte le buone Suore e le orfanelle per le preghiere fatte alla Mamma nostra Santissima di Pompei pel buon esito della operazione mia e di Suor Maddalena, che si opererà alle 2 p.m.; pregate. Mi compiaccio che la carità del P. Gambino, mentre geme per la 5 Casa, non dimentica le nostre care orfanelle di Monreale, che il buon P. Parroco ha provveduto di suole e cuoi da potere calzare le povere orfanelle.

Non è approvabile il pensiero di far venire il padre di Suor Carmela per istruire le orfanelle a fare le calzature. A montare una calzoleria bisogna un capitale, che noi non abbiamo, e poi bisognerebbe tanto tempo da non potere arrivare a calzare le orfanelle. Se costì

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vi è una ragazza che può apprendere la calzoleria, si potrebbe mandare a Terre Rosse, dietro stabiliti gli accordi; e ciò per rimediare all'avvenire. Pel momento conviene eseguire l'idea del P. Parroco, il quale dovrebbe pigliare lui un maestro, che pigli a tutte le misure e tagli le calzature, e poi pregare tutti gli altri calzolai, per lavorarne chi un paio, chi due, chi tre etc. a titolo di carità.

Se il P. Parroco protegge questo pensiero e vi aiuta nella esecuzione, lei stessa, Superiora, potrebbe girare per vedere quali calzolai si prestano, ma a consegnare le calzature è buono che il Parroco sapesse i calzolai, che assumono l'impegno di eseguirle. Per la scuola delle Orfanelle, io sono lieto che la buona Suor Nazarena la ricominci colle norme che stabilimmo d'accordo, a se unitamente alla Scuola farà preparare un dialogo per la visita dell'Arcivescovo, tanto piacere.

Ringrazio molto Suor Felice pel regalo fattomi delle primizie del suo orto, ed io avendole accettate moltissimo, le mandai a Suor Maddalena che oggi alle 2 sarà operata. Vi benedico tutti nel nome del Signore, congratulandomi della mediocre salute che in atto vi assiste, speriamo sentirvi sempre meglio come di me e tutti di questa vi assicuro. Vi benedico di nuovo.

San Marco, 19 giugno 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Per seguire il consiglio di Suor Nazarena sono a

letto e per conseguenza scrivo con qualche stento. Vi

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desidero tutte di buona salute e piene dello spirito della S. osservanza, nella quale solamente potrete santificare l'anima vostra.

Scriverò per le altre case domani, come tornerò ad alzarmi per la S. Messa nella quale prego tanto per voi, e desidero che come il Signore mi dà grazia di sentire i consigli delle figlie mie, così le mie figlie sentissero quelli che il Signore mi fa loro suggerire per la S. osservanza.

Benedico tutte e mi segno.

Palermo, 20 giugno 1887

Figlio mio in G. C. (al Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Molto mi sono addolorato, per le sue

sofferenze, e degli altri ammalati, e più ancora, per trovarmi in posizione di non poter venire personalmente, per portarvi rimedio, o per poterli dividere. Sia tutto come vuole Dio.

Venne l'Arcivescovo di Monreale a visitarmi, e mi assicurò che le vostre sofferenze vengono dalle correnti d'aria, non riparate per la mancanza dei cristalli.

Lo stesso vuol contribuire a questa spesa, ma desidera che si desse esecuzione alla sottoscrizione da lui progettata a tal fine, nella quale metterà lui anche la firma.

Ho scritto per detta sottoscrizione al Rev.mo P. Migliore, e la raccomando a lei per non farla dimenticare.

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Viene Baldassare colle due giumente, una ha 8 anni e una ha tre o quattro anni, forse figlia della prima.

Sarei contento se fossero governate, la notte con gramigna ben lavata, ed il giorno con paglia vecchia crivellata e avena e poco orzo mescolati e ben lavati, se di nuova produzione.

La più grande è gravida e per conseguenza si sapranno regolare nel farla faticare, la più piccola è stata molto mansueta, e ritengo che sarà sempre così, non dividendola dalla madre. Le altre due sono in gara di molti pretensori, e per conseguenza spero fare un buono affare, da poterci queste restare quasi a puro guadagno; ma pure io le avrei mandate per supplire al bisogno della colletta, se lei non fosse stato opposto a ritirarsele.

In ogni maniera non sapendo quali saranno gli eventi, raccomando di far maneggiare queste due a chi meglio sa averne cura, per evitare che si guastino. Se è possibile che la sera fossero nella nostra stalla, mi piacerebbe, per poterle meglio curare.

Io fin'ora non ho potuto far nulla per denaro, ma il Signore non ci lascerà sempre in questo modo. Speriamo che si riuscisse ad avere un buon ricolto dalle nostre terre, e che fosse pure abbondante la colletta, e che lei riesca a vendere qualche poco di vino, per fare argine ai bisogni più imperiosi. Non mi ha detto, se mandarono i campioni alle persone parlate da D. Antonio Cupani, e che risultato si ebbero.

Facciamo grand'animo nella provvidenzamisericordiosa del Signore, e procuriamo di lasciarlo contento

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nella S. Osservanza, che Lui non ci abbandonerà trovandoci a servirlo nei Suoi Poverelli.

Il P. Filippello, ho dovuto trattenerlo alla 5 Casa, la quale essendosi privata di frati più provetti, ha molto bisogno di aiuti. Come si sono regolati i frati provetti? Avete avuto la S. Messa? Si conserva la S. Eucarestia nella nostra chiesetta?

Non posso più prolungarmi. L'abbraccio e benedico nel Signore con tutti i Frati, gli aspiranti, gli orfani e i vecchierelli, e con invariabile affetto mi segno.

P.S. - Badi che le giumente bisognano ferrarsi, e per ferrare la puledra deve tenersi a fianco la madre. Ho dato L. 10 a Baldassare, ne pigli nota nel di lui conto. Nell’ammansare la puledra si serva di persone esperte.

Palermo, 22 giugno 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Passai la sua lettera e la nota col denaro alla

Superiora, ma giusto oggi, dovendo fare due collette, le Suore sono tutte uscite e non possono comprarsi. Domani, o per nostro mezzo o per mezzo di Suor Vittoria si compreranno, e venerdì, se ancora non li avrà ricevuto per mezzo di quella delle uova, farà nuovamente venire l'uomo della casa per ritirarli.

Il Signore ha usato molta misericordia verso di me; le mie sofferenze sono state pochissime, avrei potuto celebrare la S. Messa dall'indomani dell'operazione, ma i medici me l'accordarono dopo due giorni e da giovedì

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fin'ora, grazie al Signore, ho avuto la sorte di celebrare e di stare alzato senza soffrire. Ringraziamo per me il Signore per tanto bene. Per Suor Maddalena le cose procedono regolarmente; ma, poverina, ha sofferto molto; sono sofferenze che passano, ma non trascurino di raccomandarla al Signore.

Spiacemi che la S.V. non sta bene come al principio, e desidero che, essendo necessità, si usi tutti i riguardi che le sue sofferenze esiggono, anche mangiando fuori ora.

Preghiamo intanto che il Signore ci faccia crescere tutti nello spirito della S. Osservanza, perché se i mali non passano, questo è il mezzo di poterli portare senza venire meno, e allora sono regali!

Per i paramenti sacri, come fecero l'anno scorso? Desidero saperlo, perché, coincidendo anche per noi la festa, e nella povertà delle nostre cappelle sembra difficile poter provvedere da qui. Far cose nuove? e con quali mezzi? Conviene adunque vedere, se costí potrà provvedersi, e venerdì mi avvisa dei risultati.

Quando lei partì a cotesta volta, non pensò per una sorella che taglia? Per cucire, dovrebbero saperlo diverse; mi scriva pure per questo articolo.

La benedico.

Palermo, 23 giugno 1887

Figlio mio in G. C. (al Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti i cuori!Sua Eccellenza Rev.ma Monsignor Arcivescovo, di

Monreale venne a visitarmi ed esternò di volere sia am-

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messo nella colonia l'orfanello Francesco Lenco del fu Salvatore della fu... d'anni sette della comune di S. Giuseppe. Aspetto però il notamento del corredo di entrata per provvederlo opportuna-mente. Avrà cura adunque di farglielo arrivare in Monreale, come di presenza 10 lo avvertii.

La superiora di Monreale desidera un poco di vino per la comunità e per le messe, avrà cura di provvederla non penso se domandavano pure dell'aceto. Mi scriva della salute di tutti e dell'andamento di cotesta cosa.

La benedico coi buoni frati, orfani e vecchierelli.

Palermo, il giorno di S. Giovanni Battista, 24 giugno 1887

Figlia mia in G. Cristo,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Pregherò per l'anima di suo sig. padre, che Dio

l'abbia nella gloria Sua. La mia salute buonissima, le ferite vanno benissimo nel processo di risanamento. Sia Dio benedetto e lodato.

Per gli arredi sacri, che potranno servire per le 40 Ore, il P. Di Gesù, che venne a visitarmi, mi assicurò che si avranno costì abbondantemente; se però vi bisognerà qualche cosa, scrivete e vi serviremo trattandosi di biancheria.

Per la cassa di Suor Cecilia, io non ho detto di doversi mandare, chi la ha richiesto? Se dovrà ritirarsi, manderò opportunamente la chiave, la quale dovrebbe trovarsi costì.

Non mi sembra opportuno far debiti dal Sig. Cele-

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tre, mentre al momento non si è mostrato pronto a volerne fare.

Spiacemi che i conti non si trovano in regola; perché? non si possono fare? Sia fatta la volontà di Dio.

Speriamo che il Municipio paghi, che la lotteria sia feconda di ricca elemosina, che si ripianino i debiti, e tutto vada in regola.

Fidiamoci della Provvidenza del Signore e non mancherà mai il necessario. Dove manca, Iddio provvede.

Per le calzature in questo momento non ho potuto far niente, nulla con Terre Rosse e 5 Casa. Ella potrà scrivervi direttamente, per vedere se possono aiutarla.

Fa bene a far tagliare i recapiti a quelle ragazze, delle quali i parenti assumono l'impenno della mano d'opera. Pel vino per la tavola e per le messe ed anche per un poco di aceto ho scritto al Superiore in S. Giuseppe; speriamo che presto le arrivi. Suor Maddalena continua tranquillamente nella guarigione.

Tutti di casa nostra bene. Benedicendola nel Signore con tutte le Suore e le orfanelle mi segno.

Come va la salute sua e di tutti?Pregherò il P. Boscarini per mandare la bozza

desiderata da Suor Nazarena.

Palermo, il giorno dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, 29 giugno 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Di riscontro alle sue tanto affettuose lettere vergo

la presente per assicurarla che il processo del mio risa-

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namento va bene, e così di Suor Maddalena. La salute del rimanente di nostra comunità va bene, meno Suor Eldegarda ch'è un pochino sofferente e di Suor Crescenzia.

Come sarò nella possibilità di uscire, spero dare un tantino di rassetto agli affari di questa e prontamente mettermi in giro per visitare le case; non sarà l'ultima quella di Valguarnera e spero che il Signore mi darà la grazia di venirla a trovare benissimo, con tutti della nostra comunità e dei nostri benefattori, che particolarmente per suo mezzo mi fo lecito di ossequiare.

Quest'anno il ricolto sembra ubertoso, e così speriamo sentire che si sollevi l'affligente miseria del paese, e che i nostri poveretti fossero abbondati di generose elemosine. Io prego Iddio che animi di santo zelo il nostro buon cercatore, perché coi suoi modi caritatevoli commuova il cuore di tutti in favore dei Poverelli e raccolga per lo meno una quarantina di salme di frumento, oltre l'orzo, le fave e la paglia che servono pure per le povere bestie, che devono lavorare pei poverelli medesimi.

A tale scopo imploro su di lui una speciale benedizione di Dio, perché lo mantenga in buona salute e lo abbondi di ogni bene temporale ed eterno.

Per Lei domani offrirò il S. Sacrificio della Messa, e, farò applicare la S. Comunione di tutti, perché il Signore la ricolmi sempre della sua abbondanza e la confermi nello spirito della fortezza e della S. Vocazione, perché possa eseguire le orme della Santa di cui porta il nome, e possa sempre allietare la nostra comunità colla virtù del suo buono esempio.

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La prego però di volersi rimettere in buona salute e far di tutto per custodirsi, dovendo lavorare per servire G. C., vita nostra, nei suoi Poverelli.

Fortunata! quanto sono grandi le misericordie che il Signore le ha concedute! Preghi per averne sempre di più, perché è inesauribile la misericordia del Sacro Cuore del nostro Gesù, ed è pronto a darci tutto. Preghi e speri.

Delle buone figlie di costì, io non mi son mai dimenticato, e anche pei particolari bisogni di ognuna ho pregato e sempre prego. .

Oh! quale gioia sarà per me, quando potrò vederle piene di ogni dono di Dio, impegnate nel vero spirito delle S. Osservanza a servirlo nei Suoi Poverelli! Fortunate, se diranno davvero a raggiungere tanto bene! proveranno le gioie del Paradiso sulla terra, e Gesù Cristo sarà la loro eterna mercede in Paradiso, ove, insieme alla Mamma nostra, lo godranno, lo benediranno senza tema di poterlo mai più perdere. Fiat.

La benedico con tutte le Suore, le Orfanelle, le vecchierelle e i vecchierelli e gli ammalati. Benedico ancora i nostri benefattori. Ossequio tutti. Perché mancò il pane e mangiarono fave?

Palermo, 2 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Terrò sempre la memoria del suo sig. padre nelle

mie deboli preghiere.Lunedì può fare venire le Sorelle per comperare

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gli oggetti della chiesa, e poi al ritorno verrà la Superiora Generale con Suora Germana e sistemeranno i conti. Con la Superiora manderà la risposta a Suora Felice.

La salute mia continua bene. Cosi vorrei sentire di voi tutte e particolarmente vi vorrei tutte sante.

La benedico con tutti e mi creda.

Palermo, 7 luglio 1887

Figlio mio in G. C. (il Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti cuori.Non so se avete chinino, se vi manca scrivetelo che

lo manderò, giacché continua il Signore a visitare colle febbri.

Qui siamo in molti timori pei pericoli del colera; speriamo che il Signore per l'intercessione della Mamma nostra e della Verginella S. Rosalia, ci liberasse da tanto flagello.

Vorrei provvedere le case divino, e per conseguenza ho detto a Geloso di vedere le capute vuote che sono qui in S. Marco, andarsi ad informare di quelle che si possono trovare alla 5 casa, e dovrebbero portarlo tutto in una volta e presto, chi sa se le cose incalzano, e non potranno più portarlo, e allora saremo rovinati, perché dovremo comprarlo qui a carissimo prezzo. Il seminario domanda il vino ed è pronto anche a pagarlo a 14 lire al barile. Avverta che il P. Gambino è scontentissimo del vino della 5 casa, perché dice che diventa aceto a due giorni, dovendo durare a lungo conviene mandare una roba sicura. Francesco Geloso mi disse che al semi-

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nario lo portò lunedì, per conseguenza non bisogna mandarlo. Per S. Marco tre botti, per la 5 casa una botte e sono quattro, raccomando che sia tale da poter durare in buono stato. La salute mia e di tutti i nostri bene al solito, preghiamo perché il Signore mi dia forza e coraggio pel travaglio che possibilmente potremo incontrare. Finirono di pesare il nostro frumento? o si bagnò nell'aia? preghiamo a vicenda perché il Signore ci aiuti.

La benedico copi tutti e con invariabile affetto mi segno.

Come sta P. D. Natale? non ho avuto alcuna nuova di lui dopo che ripartì da questa. Si sono consegnate le L. 100 della lana a F. Geloso e forse avranno pur pagato la portatura in L. 1.50.

Se potrà.

Palermo, 9 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Abbiamo fatto gli augurii all'altare pel suo

onomastico offrendo la S. Messa e la Comunione, ma il suo silenzio e le notizie di colera in Palermo ci hanno fatto ritardare a fare i nostri convenevoli per lettera. Ora abbiamo ricevuto le sue lettere e siamo più confortati pel timore del colera, perché tranne un caso di uno venuto da Catania che morì, o col colera, o colla gastroenterite acuta, come dicono, gli altri due casi pure di ragazzi venuti da Catania, che sono in linea di

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guarigione, e forse era colera appellato, perché fu lo stesso padre che andò a denunziarli per avere sussidi dal Municipio, nessun altro caso si è verificato, comunque fossero molti gli arrivati da Catania.

Del nostro paese nessuno attaccato e tutto procede con massima tranquillità.

Speriamo che il Signore per intercessione della Mamma nostra e della Verginella S. Rosalia ci liberi da questo flagello, ma soprattutto dal maledetto peccato ch'è la causa di ogni male ed è assai più terribile dello stesso colera.

Che dire delle nostre inosservanze! che gran terrorore sarà nel momento di comparire dinnanzi al Signore!

Io mi raccomando alla sua materna carità per codeste buone Figlie, e le raccomando quanto di presenza le dissi. Speriamo che Suora Sempliciana si metta al dovere, che la Suora Serafina possa presto guarirsi e rendersi utile presso codeste Orfanelle. Che l'aspirante Dimarco mostri veramente il desiderio di farsi Suora, e che tutte codeste buone Figlie ed Orfanelle attendano al loro dovere ed amino veramente il Signore.

Io e Suor Maddalena procediamo bene alla guarigione, Suor Celeste sta bene al solito suo. La Superiora Gen.le lunedì tornerà a Canicattì e S. Cataldo.

Qui per cautela i nostri stabilimenti sono messi in migliore igiene con gli aiuti del Municipio. Suppongo che costì si farà ugualmente.

Chieda per noi la benedizione a Monsignor Vescovo e come potrò venire, combineremo tutto col di Lui compiacimento.

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Scrivo con le Suore che aspettano per andare ad imbucare la lettera.

Non state in pensiero se non scrivo, purché non mancherò alla promessa di avvertirvi dove ci fosse qualche cosa, fate ugualmente, ma voi dovendo scrivere solamente a noi, potete scrivere più spesso.

La benedico con tutti. Ricevasi i saluti e gli auguri di tutte. Preghiamo a vicenda. La sottoscrizione pel frumento si è fatta? Dica a mio Compare che domando perdono per l'involontario silenzio, ma che non lascerò rasai di pregare per Lui e la famiglia tutta, che benedico.

Palermo, 9 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Tengo varie sue e precisamente ho presente

l'ultima pervenutami ora stesso, nella quale mi parla delle stragi che fa il colera in Catania. Preghiamo, figlia mia, con tutto il cuore il Signore, perché allontani da noi il terribile mostro del maledetto peccato, ch'è la causa di tutti i mali, e con esso si allontaneranno anche i flagelli di Dio, che pure sono mezzi che la Sua divina giustizia adopera per la nostra salute, e per conseguenza mentre ci mostrano la sua indignazione, pure ci manifestano che ci è Padre, e ci bastona per stringerci maggiormente a Lui.

Il colera è un male contagioso come tutti gli altri, e sebbene secondo la scienza potrebbe evitarsi, (colle misure sanitarie) l'introduzione nei paesi che riescono

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a custodirsi bene, pure questa custodia, quando non è Dio che ci custodisce, riesce sempre inutile, e per conseguenza più di ogni cosa dobbiamo affidarci a Dio, il quale volendo può liberarci da ogni male, e soprattutto dobbiamo pregarlo che liberi noie tutte le creature, dal Suo prezioso Sangue redente, dal gravissimo male del peccato. Si faccia animo adunque, figlia mia, e non si abbandoni alle pusillanimità del proprio cuore, ma quanto questi si aumentano, tanto più si fidi di Dio ed in Lui si abbandoni con tutte le cose che le possono essere care; Iddio la sorreggerà e l'aiuterà in tutto come ha fatto pel passato.

Qui vi sono stati tre casi di persone, venute da Catania, chi dice che sia stato colera, chi dice gastro-enterite acuta, questo conta poco, il certo si è che uno morì, due sono in linea di guarigione, e si dice che forse fu speculazione del padre di andare a denunziare i figli al Municipio, giacché per questo mezzo tanto lui che l'intera famiglia è stata soccorsa ed alimentata. Del resto potremo assicurare che presso noi si gode ottima salute, perché in tutta la città, ed anche nei sobborghi, non vi è stato neanco un solo caso sospetto, comunque fosse piombata in questa città mezza Catania.

Speriamo che lo stesso succeda costì, e che il male, che possano portare in Valguarnera i venuti da Catania, non attacchi il paese.

In ogni maniera però è giustissimo che si migliori l'igiene di cotesto stabilimento, e che il municipio ad imitazione di questo di qui vi dia degli aiuti per dare ognigiorno ai poveri un cibo sano.

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Nelle nostre case il Municipio ha disposto di dare 3 giorni pasta caciata ed un pezzetto di arrosto e un quinto di vino, due giorni pasta in brodo e bollito, due giorni pasta caciata e un uovo; per colezione pane e cacio o qualche frutta, limitata e matura. La prego quindi di fare sapere questa notizia all'ottimo sig. Sindaco. Egli è medico e può stabilire quella igiene che crede più opportuna, purché in questo momento pensi ad aiutarvi. In tutti gli eventi, comunque io sia in strettezze ed angustie indicibili, avvisatemi, purché non senta più che si mangiano sole fave. In quanto al sistema da tenere per le diarree che si ripetono, la V. S. dovrebbe avere il metodo che le prescrissi nell'85; se non lo trova, me lo avvisi subito che lo farò scrivere di nuovo.

Ma in principale deve stare munita di buono Laudano di Sydiam per amministrarlo a 20 gocce ai grandi 10, o 15 ai mezzani, 8, o 12 ai piccoli: ripetendolo secondo l'insistenza della diarrea e quando detta diarrea non è colerosa può essere un poco discreta, ma non meno diligente nel tornare ad amministrarlo.

Stia però serena e fiduciosa in Dio, perché il maggior danno in simili congiunture, il timore, è di gravissimo danno. Qui in Palermo sono già tre giorni che non si sente più nulla e tutti delle nostre case stiamo benissimo. Lunedì la Superiora G.le tornerà a Canicattì. Suora Veronica è già ritornata a Girgenti. Io e Suor Maddalena procediamo bene alla guarigione e come potrò viaggiare, verrò costì. Mi tenga informato giornalmente di cotesta casa, mentre benedicendola nel Signore con tutta la comunità e i Poverelli e Benefattori mi segno.

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P.S. - Sono più giorni che il P. Boscarini mi assicura che il litografo spedì le figure dell'Immacolata, come non le ha ricevuto?

Palermo, 10 luglio 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ricevuta lettera e cartolina, portanti l'affligente

notizia. Speriamo che succeda come qui, che, dopo il caso avvenuto nell'individuo venuto da Catania, nessuno di qui è stato attaccato e siamo in piena tranquillità, perché dopo il primo caso altri due ragazzi venuti da Catania furono denunziati dal padre come attaccati dal male, ma si guarirono, e poi non si è ripetuto altro caso, nemmeno tra i nuovi venuti da Catania.

Si faccia animo dunque e speriamo nel divino aiuto, mercè l'intercessione della Mamma nostra e della Verginella S. Rosalia.

Non lasci di tenerci informati, come noi procureremo di fare. La salute di tutti noi buona.

La Superiora Gen.le doveva partire oggi e dovette rimanere, perché vi fu bisogno di Suor Germana a Terre Rosse per la visita della Suora Bastianelli.

La benedico con tutti.

Palermo, 10 luglio 1887

Figlia mia in G. G.

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Qui siamo tranquilli da 4, o 5 giorni, oltre i pri-

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mi tre casi in persone venute da Catania, non vi è stato più nulla. Stiamo tutti bene.

La mia più grave angustia pel momento è la vostra posizione, e ancora non so se avete costì il colera o se le angustie siano solamente per la violenza usata dal Municipio ad invadere le sale di sotto per uso di Lazzaretto, come rilevasi dall'ultimo vostro telegramma.

Io prima di riceverlo avevo scritto al Sindaco, al Sig. Eugenio, al Parroco, al Bar. Boscarini, per interessarli a non voler fare succedere questa violenza, così contraria alle leggi sanitarie, e alla carità verso i Poverelli, che sono riuniti nella casa, e contro anche ogni buona creanza verso di noi.

Ora che ho saputo, che la violenza si è già avverata, ho fatto e continuerò a fare le mie pratiche verso l'autorità competente, per vedere se deve approvarsi un simile errore, fatto da codesto Municipio. Però ho bisogno di un vostro rapporto veridico e circostanziato per potere compiere le mie pratiche.

Vorrei le ali, figlia mia, per volare ora stesso costì, ma la posizione di non potermi muovere ancora dalla casa per la mia località mi costringe a far venire il P. Boscarini, cosa che risolverò domani come lo rivedrò. perché in atto a precauzione pernotta lì.

Il nostro stendardo, figlie mie, è quello della carità di Gesù Cristo e per conseguenza non possiamo mancare ai nostri proponimenti; loro hanno fatto una violenza contro di noi, però non dobbiamo noi reagire per nostra personalità, ma dobbiamo procurare, senza mancare di alcun riguardo, di custodire il sacro deposito dei Poverelli a noi affidati.

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Se noi non avessimo Poveri, potremmo prestarci di tutto cuore ad assistere i Poveri colerosi, ma dovendo custodire la salute e la vita dei poveri, non possiamo farlo, perché ritornando in famiglia porteremmo il contagio fra i poveri, e non siamo in tanti da poterci dividere per riunirci dopo l'epidemia. Però la risoluzione sarebbe quella di andare altrove coi Poverelli, se vi fosse il locale. Ma giacché non hanno pensato nemmeno di passare altrove i Poveri, né di restituirli ai parenti, noi non possiamo abbandonarli, e siamo costretti ad aspettare che le autorità competenti risolvano questo caso per vedere il partito da prendere sempre nella carità di G. C.

Usi dunque verso gli infelici tutta quella carità, che può usarsi senza mettersi in contatto, perché questo sarebbe di danno ai Poverelli a noi affidati, che dobbiamo custodire per quanto ci è conceduto dalla violenza di codesto Municipio ed aspetti le ulteriori disposizioni, tenendomi diariamente avvertito di tutto per via di lettere, ove non occorre per assoluto bisogno di telegrafare.

Se mai sia accaduto che delle sorelle siansi messe in relazione, non permetta che quelle stesse si mettano in contatto coi nostri Poveri, ed usi verso di loro tutta la sollecitudine, usando i disinfettanti che in simili occasioni si usano.

Nelle sue non mi ha detto se ha presente le mie istruzioni inviatele nell'85. Ma io suppongo che i medici non abbiano seguito l'esempio del Municipio, lasciandovi sprovveduti di tutto e delle analoghe istruzioni.

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Coraggio! Viva Gesù nei nostri cuori! è questo il momento di operare con fede nella carità di Gesù Cristo e Dio non le abbandonerà in tanta angustia.

Noi non lasciamo di aiutarvi con la preghiera e con ogni mezzo di cui potremo disporre.

La benedico con tutti nel nome del Signore e della Gran Madre di Dio e Madre nostra.

Scriva e attenda disposizioni.

Palermo, 12 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ieri sera dopo avere spedito le lettere per la S. V.

per D'Amico, pel Parroco, pel B.ne. Boscarini, mi pervenne il seguente suo telegramma: «Venuti carabinieri aprendo violenza stasera comincia divisione salone colerosi. Regolisi Vostra Signoria ».

Leggendolo, io capii, che già erano venuti i carabinieri, avevano a violenza aperto la porta, e dovevano la stessa sera portare gli ammalati di colera, già sviluppato.

Immediatamene mandai il suo stesso telegramma a questo nostro Prefetto, il quale, telegrafò al Prefetto di Caltanissetta, e questo, rispose al nostro Prefetto colle parole che seguono, dietro avere telegrafato a cotesto Sindaco e averne avuto risposta.

Prefetto Palermo - Sindaco Valguarnera assicura che stabiliti lazzaretto altrove non già nel locale municipale adibito ospedale, come lamenta Cusmano».

Questa smentita data da cotesto Sindaco, io capisco

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che sarà un gioco di sole parole, ma colle autorità non si gioca. Egli intende dire che non impiantò il Lazzaretto nelle sale della corsia di sopra, dove sono stati abitualmente gli ammalati, ma intreccia talmente il suo telegramma da far capire che il Lazzaretto è altrove, e non nel nostro stabilimento.

Di questo modo inganna il Prefetto di Caltanissetta, smentisce quello che questo Prefetto telegrafò al Prefetto di Caltanissetta, e tratta da menzogneri e calunniatori e me, e Lei.

Per questo io feci a lei, oggi stesso, un telegramma con risposta pagata, per sapere: se realmente erano venuti i carabinieri ad impossessarsi del salone di sotto, e se vi avevano stabilito il lazzaretto, o se vi avevano portato soggetti già attaccati dal colera.

Qui ho bisogno di dirle: che tanto nelle lettere, quanto nei telegrammi che ho ricevuto, io non ho saputo capire con chiarezza, se avete già ammalati di colera in cotesto paese, (ed ora che li portarono nella nostra casa), dentro il nostro Stabilimento, ma ho dubitato, che voi avete dato il nome di colerosi alle persone venute da Catania, e che il Municipio così violentemente volle portarle in casa nostra per tenerle in osservazione, e perciò in lazzaretto ; perché si chiama Lazzaretto, il locale che si destina ad accogliere le persone che vengono da locali ove esiste il colera.

Questi equivoci nella maniera di esprimervi mi fecero fare oggi il pensiero di mandarvi il telegramma con risposta pagata non perché voi aveste potuto mentire, ma per levare ogni equivoco, e potere soste-

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nere la verità dinanzi a questo Prefetto e quello di Caltanissetta, che in atto, pel telegramma del Sindaco Arena, debbono ritenermi per bugiardo.

Quando vi arriverà la presente, voi già avrete riscontrato il mio telegramma, ma chi sà, se nelle scarse parole di un telegramma, non avrete potuto scrivere con chiarezza tutte le cose, scrivetemi per lettera tutto con precisi dettagli, perché io possa aiutarvi nell'angustia del momento con sicurezza di dire la verità.

I colerosi sono quelli che hanno di sopra effettivamente la malattia del colera, e non quelli che provengono da locale sospetto, o dove esiste realmente il colera. Lazzaretto si chiama quel locale, dove si trattengono per alquanti giorni le persone che arrivano da locali sospetti per vedere, se si sviluppa in loro il male temuto, se non si sviluppa, finito il tempo li ammettono libera niente in commercio; se il male si sviluppa, devono immediatamente trasportarli nell'ospedale dei colerosi.

Né lazzaretto, né ospedale coleroso, secondo le leggi sanitarie possono essere vicini all'abitato, molto meno dentro lo stesso fabbricato di uno stabilimento e stabilimento di Poveri, con tanti punti di contatto, anche per le latrine che sono tutte in comunicazione.

Per questa parte noi abbiamo tutta la ragione di reclamare per custodire i nostri Poverelli; pure io stimo lauto il Sindaco e tutti del Municipio che avrei voluto accomodare le cose senza ricorrere alle autorità, ma quando si opera con tanta violenza ed ingiustizia, non posso fare di meno, trattandosi di custodire i Poveri alle nostre cure affidati.

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Oggi è passata una lunga giornata senza avere ricevuto alcuna vostra notizia, sono sicuro però che domani riceverò qualche lettera chiara e precisa per potere operare come si deve, e confortarmi sullo stato vostra e dei nostri poverelli.

Qui, senza questa vostra angustia, saremmo tranquillissimi, non si è inteso più alcuna cosa nemmeno sospetta, il paese è in piena calma, solamente il Municipio ha trasportato la festa civile di S. Rosalia ai 4 di Settembre, ma la festa in chiesa si farà al solito.

Noi preghiamo e senza stancarci per sentirvi. presto liberi da ogni timore e messe in piena calma. Vi prego tenermi sempre avvertito, facendomi arrivare una lettera dettagliata ogni giorno.

Io spero di riscontrarvi sempre e di fare tutto per aiutarvi.

Vi benedico nel nome del Signore e della Mamma nostra Santissima.

La salute mia e di tutti va benissimo, non abbiamo nulla da lagnarci in questo momento. Voi intanto mettete a profitto questi momenti, crescendo nella fede in Dio che deve aiutarci e nel Suo S. amore.

Vi benedico di nuovo e mi ripeto.Tutti buonissimi.

P.S -Speriamo che il Signore vi faccia fare una buona colletta, e che il buono cercatore non abbia ragione di sospenderla. Però desidero sapere cosa lei ha fatto per migliorare l'igiene, e se vi sono benefattori che si interessano della casa in questi momenti. La S.V.

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non deve dire nulla di quello che io le ho scritto, semplicemente mi informi delle notizie che mi sono necessarie, perché io potessi difendere la posizione nostra, senza offendere nessuno personalmente.

Sono momenti di gran confusione e per conseguenza bisogna maggior calma e maggior carità, ed io mentre sono dispiaciutissimo di quello che ha fatto il Municipio, pure considero che cotesti amministratori si devono trovare in gravi angustie per operare così. Preghiamo il Signore che ci aiuti, facendo Lui quello che non fanno gli uomini e coti tutta fiducia mettiamoci nelle mani Sue e della Mamma nostra Santissima.

La benedico con tutti.

Palermo, 13 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Suppongo che i colerosi non fossero ancora nella

nostra casa, anzi desidero e spero sentire che non fossero nemmeno nel paese. Ma aspetto la vostra lettera assicurata e dettagliata per giustificare la mia e la vostra condotta verso questo Prefetto e quello di Caltanissetta. Ditemi con verità, qual'è la posizione vostra al momento, se veramente vi sia il colera costì.

Noi fin'ora siamo tranquillissimi e nella città e nelle nostre case. Una grande illuminazione si fa ogni sera per tutta la città, in onore della V. S. Rosalia che ci deve liberare. Non posso prolungarmi perché è troppo tardi. Tutti buoni.

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Vi benedico nel nome del Signore ed della Vergine Santa. Ricevuti due telegrammi, aspetto lettera promessa domani.

Palermo, 14 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Questa mattina mi arrivarono tre lettere sue, una

del parroco un'altra del Sindaco. Il Parroco mi dicea che il Sindaco era dolente che io mi diressi al Prefetto, mentre potevo scrivere a lui, ma io non mancai di far questo, fu il Sindaco che non volle usare nessun riguardo e spinse le sue violenze a tal punto, da obbligarmi a rivolgere la mia preghiera all'Autorità competente, per impedire tanto ingiusto procedere. Io lo capisco che, poverino, deve trovarsi in grave angustie, ma non potrà mai giustificarsi da tanto arbitrio.

Se lui si fosse messo in relazione con me, avremmo potuto combinare il possibile per aiutare i poveri ammalati in caso di bisogno; ma non mai dentro lo Stabilimento, avendo poveri da custodire. Questo strano pensare, questa decisione così imprudente, ed ingiusta non so come l'abbiano potuta prendere, e come abbiano avuto il coraggio di portarla a termine con tanta violenza. Dalla lettera del Sindaco rilevai che non si tratta di Lazzaretto, ma di ospedale coleroso, quando questo Sig. Prefetto la lesse, saltò in aria per tanto abuso di potere, contro ogni legge sanitaria, ed io mi auguro pria di tutto che il Signore liberi cotesto paese da tanto flagello, come sin'ora ha liberato il nostro, ma seppure

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avverrà qualche caso, mi auguro che non potranno portarlo nella preparata infermeria. Preghiamo e speriamo nell'aiuto del Signore. Vorrei essere nello stato di poter venire, per persuadere cotesto uomo, che io stimo tanto, che non ho nulla contro di lui, ma che mancherei al mio dovere, se non cercassi ogni mezzo per impedire il male che lui non capisce di fare.

Aspetto ogni giorno vostre dettagliate lettere, per sapere ogni cosa opportunamente. Speriamo che non succeda alcun caso costì, e che succedendo, fossero costretti a fare altrove l'ospedale coleroso, e non dentro lo stabilimento, ove tutto è immedesimato anche le latrine.

Ma se succedesse lo sviluppo del male, avendo in salvo lo stabilimento, vi sarebbero costì sorelle di tanta carità, espertezza, e gravità, da potere stabilire un'ambulanza in aiuto dei poveri ammalati? Di questo desidero che la S. V. con verità e sincerità mi scrivesse quello che ne pensano le Suore e quello che ne pensa la S. V.

Io suppongo che a quest'ora questo nostro Prefetto abbia scritto a quello di Caltanissetta per fare togliere, di dentro il nostro stabilimento, l'ospedale dei colerosi per farlo altrove, ma voi non dovete dir nulla.

Domani scriverò al Sindaco di riscontro al suo ufficio, speriamo che si persuada delle mie ragioni e si rimetta in buona linea di amicizia e carità. Uniti da questo S. legame, se voi vi fidate, piglieremo gli accordi per stabilire una ambulanza per aiutare i poveri ammalati, se mai si sviluppasse il male; ma in tanto disac-

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cordo avremo poco da fare, perché mancherebbero i mezzi opportuni per l'esercizio della carità.

Qui tutti buoni, il paese tranquillissimo in atto suonano le campane della Cattedrale, ove si fa il Vespro di S. Rosalia che intercede per noi. Mi auguro di sentirvi tutti buoni ugualmente.

Resto qui per questa sera. Vi benedico nel nome del Signore e della Mamma nostra Santissima. Scrivete ogni giorno.

Palermo, 15 luglio 1887

Illustrissimo Signor Sindaco (Caropepe),

Venuti ad impiantare costì una casa di Misericordia, dove si è avuta cura dei poveri vecchi, invalidi al lavoro proficuo, delle Povere orfanelle per custodirle ed istruirle in maniera da potersi procacciare da vivere e poter divenire buone madri di famiglia, dei Poveri esterni pei soccorsi che è riuscito possibile il dare, ritengo che un accordo caritatevole dovrebbe far trovare alle Suore uno scudo, una protezione nell'autorità locale, che le ha chiamate ad operare il bene, perché maggiormente si dilati la loro operosità secondo le norme del proprio Istituto.

Se questo è utile anzi necessario in tempi tranquilli, molto più nel caso assai importante di una epidemia o di un qualunque altro flagello, che visita minaccioso un popolo intero.

Nell'amara congiuntura in cui versiamo, io deploro, quanto il colera, il disaccordo che ha rotto il legame

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necessario che legar dovrebbe la sua autorità paterna, all'attività caritatevole delle Suore che, secondo le norme della loro Istituzione, vorrebbero prima lasciare la vita che mancare al sacro dovere di prestarsi in aiuto dei poverelli di Gesù C. La Superiora chiedeva soltanto un pochino di tempo per mettersi in regola coll'ubbidienza, onde potersi prestare alle esigenze del momento; ed io fui pronto a riscontrare per telegrafo, e scrivere alla S. V. Ill.ma per posta; ma i carabinieri, per Suo mandato, avevano compito la missione di sloggiare i Poveri Vecchi, per preparare il Lazzaretto (così allora si diceva) per provenienze sospette.

Avrei mille argomenti per provarle la stima ed il rispetto verace che mi legano alla sua degna persona, come individuo e come autorità del paese, ma è sacro il dovere della giustizia; respinti dalla S. V. i rapporti dell'amicizia, e della paterna protezione, fui costretto ad informare l'autorità competente per esaminare il caso e disporre il da fare.

Se le leggi sanitarie non permettono che il Lazzaretto fosse in rapporto coll'abitato, come la S. V. può persuadersi che possa impiantarsi dentro uno stabilimento l'ospedale dei colerosi? Che vale che muri le porte? Restano le finestre! resta la comunicazione dei cessi! resta l'ambiente atmosferico dello stesso abitato, e tutti quei veicoli incalcolati ancora dalla scienza pei quali, ad onta di ogni sorveglianza, di ogni rigore sanitario, restano deluse le migliori speranze.

Si cerchi adunque di dare un vero aiuto al paese; servano i carabinieri per tutelarci dai malfattori, per

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custodirci l'ordine nell'operare il bene, e non per spaventare le creature che si dedicano ad essere martiri della carità, anche difendendo la giustizia. Faccia la carità, sig. Sindaco, procuri un altro locale, tutti i mezzi di cura e di disinfezione, un medico, un cappellano; e le stesse Suore, che si negano ad accogliere i colerosi dentro lo stabilimento, dove sono obbligate a custodire tanti ammalati, tanti poveri vecchi e vecchie invalide, tante infelici orfanelle, voleranno a chiudersi coi poveri colerosi, e fare il sacrificio della loro vita, per poterli salvare, prestando loro tutti gli aiuti che la religione e la scienza suggeriscono in tali momenti.

Lei mi dice che io sono il Padre dei Poveri, ed io le dico che lei è il Padre di un popolo intero, dal quale i Poveri non vanno esclusi. Sono questi i momenti in cui il Municipio deve prestarsi ad ogni aiuto e per tutti, e, perché il bene dello stesso individuo, è bene comune.

Qui sono sei ospedali, ma per i colerosi si è creato il settimo fuori l'abitato. Vi sono molti stabilimenti, conventi e monasteri, ma nessuno ha pensato di stabilirvi né Lazzaretto né infermerie colerose; perché deve farsi costì questa cosa nell'unico Stabilimento, dove si raccoglie tutta la miseria e l'infelicità del paese? Lasciamo questi malintesi, Ill.mo Sig. Sindaco, e stendiamoci la mano per aiutare gl'infelici. Io dico questo parlando sempre da amico e da buon servo suo.

Prepari altrove il locale, e saremo insieme ad aiutare i poveri colerosi. Se poi nella Sua autorità non crede di accettare le mie preghiere e le mie offerte, io la rispetterò sempre, com'è mio dovere, ma non posso

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transigere cogli interessi dei poveri, alle mie cure affidati. Smentito dal suo telegramma, diretto al Prefetto di Caltanissetta, per l'equivoco di Lazzaretto ed Ospedale dei colerosi, bisogna comunicare la sua stessa nota, ed ora parteciperò questa mia lettera ed una copia della mia precedente; dico questo per conservare verso di lei i sentimenti della più verace amicizia e perché io non mi sono opposto per nuocere alla sua persona, ma per adempire il mio dovere verso quegli infelici che la S.V. stessa mi ha affidati. Avendo fatto questo, ho fatto tutto; il resto è la provvidenza che deve disporlo per l'ordine dei Superiori, che debbono avere il lume di Dio, nello amministrare la cosa pubblica; a me non resta che dividere la sorte dei Poveri, ai quali per Gesù Cristo ho consacrato la mia vita.

Mi creda con profonda stima e rispetto.

Palermo, il giorno di S. Rosalia, 15 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sono stato inutilmente ad aspettare sue lettere, e in

questo momento io ne vorrei almeno una al giorno. Il demonio, invidioso del bene che si è fatto in cotesto paese, ha cercato sempre di distruggerlo, e quello che mi fa maggior pena è appunto questo, che si serve, per distruggere, dei mezzi stessi che dovrebbero servire per edificare. L'ottimo Sig. Sindaco, una delle persone più care, che lavorò tanto per aversi costì l'istituzione, avendola, non l'aiuta, non ne capisce lo spirito, e nei momen-

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ti più interessanti, nei quali la suora vorrebbe dar la sua vita per aiutare i Poverelli che possono essere vittima dell'orrida lue, lungi di operare d'accordo, si mette in linea di tanta ostilità, da impedire l'esercizio di quella carità, che potrebbe essere assai utile nella unione e coll'aiuto della sua valida protezione. Ovunque non hanno le Suore della Carità, in simili congiunture le chiamano e si affidano a loro per operare il bene, per aiutare gli infelici che soffrono. Questo è chiaro che non deve essere il Sindaco che fa queste cose, ma è il demonio che combina degli inganni, da fare vedere il bianco nero ed il nero bianco, e coi suoi inganni produce morte o rovina, ove dovrebbe trovarsi vita e salute.

Oh! se invece di mettersi in questa linea ostile, avesse procurato un locale, preparato tutto l'occorrente per un ospedale coleroso, assegnato un medico curante, un Cappellano e avesse domandato il nostro aiuto per servire quei poveri ammalati, che fossero stati colpiti dal male! chi di Voi non avrebbe spinto calde suppliche per essere scelta a chiudersi con quelli infelici, abbandonati da tutti, per prestarvi ogni aiuto religioso e salutare, per conservarne la vita temporale coi pronti rimedi della scienza, o la eterna colla amministrazione dei Sacramenti, colla parola della pace del Signore? Ma noi non dobbiamo confonderci. Abbiamo fatto il nostro dovere a pregare codesto Sindaco a voler desistere dalla ingiusta idea di creare un ospedale coleroso dentro lo stabilimento, abbiamo resistito finché fu possibile alla violenza, abbiamo ricorso alle Autorità competenti per impedire tanto male. Ora a noi non resta che pregare

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il Signore, perché o allontani il male che ci minaccia o persuada il ben fatto animo del Sindaco a convincersi dello sbaglio ed operare diversamente. Se Dio ci farà la prima grazia, sarà tutto finito e lo loderemo e lo ringrazieremo. Se ci fa la seconda di cambiare il pensiero del Sindaco, chi di Voi sarà pronta a mettere in cimento la sua vita per Gesù, assistendolo nel povero coleroso? Suppongo che lo vorrete tutte, ma io ho bisogno della vostra domanda e del giudizio della Superiora per potervi prescegliere.

La maggior angustia sarà se il Sindaco, al quale ho scritto, persevera ostinato nelle sue idee, perché, in questo caso, qualunque aiuto che da noi potrebbe darsi ai poveri colerosi, sarebbe di danno a quelli che abbiamo l'obbligo di custodire, trovandoci nella stessa casa.

È per questo che io ho bisogno di avere ogni giorno delle vostre lettere, per essere informato di tutto e consigliarvi secondo il bisogno.

Noi qui tutti buoni e così tranquillo tutto il paese come nei tempi normalissimi. Oh! quanto spero di sentire le stesse nuove di costì e di tutti Voi.

Vi benedico nel nome del Signore e della Mamma nostra e prego e fo pregare.

Palermo, 16 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Salute pubblica ottima, io con tutti dei nostri

buonissimi. Viva Gesù, la Mamma nostra e la Verginella S. Rosalia.

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Oggi ho ricevuto due vostre carissime, quella raccomandata che mi ha messo in chiaro di tutto, e l'ultima del giorno 15 che mi portò la consolante notizia che fin'ora costì siete ugualmente liberi del colera, e che l'infermeria preparata è tuttavia vuota. Sia Dio benedetto! e così speriamo che vi mantenga sempre sane e salve. Però la prego a tenermi giornalmente informato di tutto.

Letta la sua raccomandata non posso che lodare il Signore, per averla illuminata, come se in tutto avesse avuto la voce dell'ubbidienza all'orecchio. Per conseguenza si allieti e non stia angustiata per nulla; se il Sindaco ci ha dato una smentita col telegramma diretto al Prefetto, ha smentito se stesso con la lettera che ha a me inviata, nella quale mi dice non esser vero che preparava il Lazzaretto nello Stabilimento, ma l'ospedale dei colerosi. Speriamo che il Signore ci liberi e sarà finita ogni cosa; ma io, non per nuocere al Sindaco che stimo tanto, ma per adempire al mio dovere pei Poveri, che ci hanno affidato, ho notificato alle autorità competenti lo stato delle cose; se loro rimediano, o no, sarò sempre contento d'aver fatto il mio dovere, ed essendo pronto a dividere la sorte dei Poverelli, come sono sicuro esser pronte tutte voi, non ci resta nulla più a fare o desiderare. Preghiamo adunque Gesù Cristo, vita nostra, e la Mamma nostra Santissima, che illumini i superiori; e noi nei loro ordini accetteremo l’adorabile volontà di Dio.

Nella seconda mia lettera, che ieri sera diressi al, sia. Sindaco io gli dicea tutte le ragioni, per le quali, non era giusto di collocare l'ospedale coleroso nel sa-

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lone dello Stabilimento, come era inutile la divisione fatta, come la nostra opposizione nasceva solamente dal dovere che abbiamo di custodire i Poverelli che loro stessi ci avevano affidati, e che le stesse Suore, che avevano sostenuto tanta lotta, se lui prepara altrove l'ospedale pei colerosi, saranno pronte a fare il sacrificio della loro vita, per chiudersi in quell'ospedale per procurare di salvarli colla loro assistenza.

Questo adunque la S.V. deve dire a tutti: non possiamo consentire ad avere l'ospedale, perché dobbiamo custodire i Poverelli che ci hanno affidati, ma se si formerà altrove l'ospedale, speriamo esser pronte collo aiuto di Dio e della SS. Vergine di andare ad assisterli.

In atto non è prudente di accogliere altri poveri nello stabilimento; qui il Municipio ha fatto chiudere il parlatorio, e ha proibito le nuove ammissioni. Ma quando finiranno questi timori, se il Signore farà rimetterci in buona relazione col Municipio, se ce lo permettono, riceveremo noi gli ammalati che loro non vorranno ricevere, val quanto dire, se per mancanza di mezzi loro non li ammettono, li ammetteremo a spese nostre; la Provvidenza non ci abbandonerà, quando faremo tutto per puro amore di Dio.

Faccia la carità di fare sapere ai sigg. Deputati, come va male la colletta di campagna e di città, come la gente mormora contro di noi senza aver colpa, e procuri col suo zelo a fare rianimare le cose.

Mi dica: ci sono stati pria d'ora ammalati che si sono rivolti a voi e voi non avete voluto riceverli?

Nei momenti della carestia che fece provare la fa-

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me a molti nel paese, voi deste degli aiuti a domicilio, faceste minestra per i poveri esterni? Domandate pure alla Deputazione gel cesso dei Poveri vecchie per la loro collocazione. Non possono rimettersi nella stanza dove erano prima? Non temete la persecuzione, essa è stata sempre il distintivo delle anime che seguono Gesù Cristo.

Per ora non possiamo permettere nuove ammissioni, ma appresso. Vi benedico tutti.

Palermo, il giovedì di S. Vincenzo, 19 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ho tardato a scrivere perché, grazie a Dio, qui è

tutto tranquillo e nessuna della nostre case fin'ora si trova in pericolo. Semplicemente Valguarnera mi ha dato molto da travagliare e da scrivere, per la strana pretesa del Sindaco, che gel caso possibile, e Lazzaretto e Ospedale pei colerosi intendeva formare dentro lo Stabilimento. Si è fatta una grave battaglia, per la quale sono stato aiutato da questo sig. Prefetto, e grazie al Signore, sia perché là sono stati esenti, sia pure per queste lotte sostenute, non hanno parlato più di nulla, ma al momento che scrivo mi arriva un altro officio del Sindaco che pretende sostenere le sue ragioni. La vedremo...

In punto ricevo la sua ultima, che mi riferisce la conversazione avuta col Sindaco e col Rev. Parroco. Ha fatto bene ad accettare le trattative per l'orfanotrofio, ma io vorrei che, con modi sempre affabili, potesse la S.V. in-

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durre il Sindaco a scrivermi, fosse anche spalleggiare la lettera che lei dovrebbe farmi per ottenere l'autorizzazione. Ma penso di fare più corto. Ella dirà che io con piacere ho accolto la proposta dell'Orfanotrofio, comunque angustiato per lo scontento del paese, e per la mancata colletta. Ma ciò non ostante, fidando sempre nella Provvidenza, e nelle loro promesse, premurerò l'architetto per la pianta del fabbricato, e con quella occasione concreteremo il da fare.

Godo della buona salute che costì si gode da tutti, e della tranquillità della salute publica, del paese; ma penso che, dovendo dilatare per l'ammissione dei poveri e delle Orfane, è necessario, che si combini, anche nel terreno comprato, una infermeria, che possa servire in tutti gli eventi possibili con tutte quelle condizioni topografiche ed igieniche che assicurino lo Stabilimento.

Nei discorsi fatti però non si parlò di località abbisognevole per l'Orfanotrofio, e questo è buono che si dica, perché, se il denaro che loro hanno potrà bastare per l'Ospedale solamente, l'Orfanotrofio resterà solamente in uno stanzone, e ciò potrà andare? Continui a trattare senza scoraggiarli mai, ma procuri di persuaderli a poco a poco di tutto quello che bisogna, quando si vuol fare una cosa. S. Cataldo è un forte pensiero nella mia mente, e se lei si persuade che il soggetto prescelto, per sovr'intendere in quella casa, potrà rispondere ai nostri bisogni, io non vorrei che ritardasse di molto la sua gita. Si tratterrà poco e farà ritorno, ma procuri di andare, come prima le riesce possibile.

Istruirà, prima di andare, la saputa Suora del per-

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sonale di Comunità che andrà a trovare, delle circostanze della Casa e del paese, e le darà tutte le norme sulle quali deve regolarsi, tanto per l'esterno che per l'interno, e poi quando sarà sul luogo, appena arrivata riunirà la comunità, dirà che quella è l'organo che Dio loro manda per esercitarsi nella S. osservanza dell'ubbidienza, e la farà mettere immediatamente in possesso delle chiavi e di tutto, inviando alla stessa tutte le Suore pel reso conto, almeno giornaliero, riservando a sé le cose che ha la necessità di sapere pei saputi antecedenti e così potrà più presto sbrigarsi. Però prima di partire deve lasciare la nuova Superiora con la bussola nelle mani e con quegli indirizzi che le ispirerà il Signore.

La stessa potrà sempre scriverle ed essere illuminata ed aiutata coi suoi consigli.

In tre o quattro giorni che lei potrà mancare lasciando le cose sistemate, per come abbiamo detto, speriamo che il Signore conservi tutto in buona regola; la Mamma SS. deve aiutarla.

Io e Suor Maddalena miglioriamo sempre, il resto tutti bene così i parenti nostri e delle Suore nostre, delle quali abbiamo notizie. Mi fa impressione questa sospensione della colletta di campagna, mentre il Parroco per mezzo dei Sacerdoti avrebbe dovuto raccomandare detta colletta ed il Sindaco ancora coi suoi mezzi avvisando i proprietari per farla.

Questo abbandono nei primi momenti di una fondazione, mi fa impressione non indifferente. Sia tutto come vuole Iddio. Rileggendo la sua mi è venuto il se-

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guente pensiero: se la nuova Superiora in S. Cataldo farà buona riuscita e allora non sarà frequente il bisogno di andare. Se no, quando sarà necessario che V.S. vada là, la farà venire costì, lasciando Suor Gabriella e lei poi partirà per S. Cataldo. La benedico con tutte.

P.S. - Fece bene a domandare la retta, perché noi non avendo i mezzi della carità cittadina non possiamo, se poi promettono che mancando i mezzi daranno i soccorsi, si contenti di questo, purché si obblighino a pagare i debiti.

Palermo, 19 luglio 1887, il giorno di S. Vincenzo

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Hanno fatto la novena a S. Vincenzo? cosa fecero

aggi per la sua festa?Io sono stato due giorni senza tempo a poterle

scrivere, ma non per motivi di salute, che grazie al Signore sto bene come tutti dei nostri, ma per continuazione di affari, non esclusi quelli che in atto si sostengono per cotesta casa o meglio per cotesto Sindaco. Per conseguenza stia serenissima sul conto della nostra salute, ed anche di questo nostro paese, perché siamo in massima tranquillità.

Oggi nella sua fece meraviglia, perché le accennai che un giorno non ricevetti sua lettera, ma nella mia dell'indomani le scrissi che ne avea ricevuto tre, forse il distributore tardò a portarla. Questa mattina di prima ora ricevetti la sua, dove mi comunicava quanto le avea

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detto il Canonico Arena, e un'altra del Sindaco, ove con un gioco di parole vuole che si lascino le cose al posto.

Io vorrei contentarlo in tutto, ma non posso mancare al mio dovere, e .per conseguenza sono costretto a portare avanti le cose, finché si persuaderà che negli stabilimenti non può stabilirvisi un ospedale contagioso e di qualunque malattia. Se i Superiori si persuaderanno come lui crede, allora non avrò più obbligo di brigare, se si persuaderanno diversamente e allora deve desistere da questo impegno.

Voi tenetevi sempre nelle buone, e fate dipendere sempre le cose da me, facendomi scrivere direttamente, ma non lasciando d'informarmi.

Il povero colla gamba rotta è del paese? ha casa dove potersi curare? è straniero? viene da locale sospetto? Avrete dovuto darmi tutte queste notizie per potervi prontamente rispondere. Certamente un povero colla gamba rotta che non può avere cura in casa propria, il Sindaco non potrebbe rifiutarlo e se voi avete facoltà di riceverlo, non potreste rifiutarlo. Pure attese le corde tirate che al momento abbiamo, conviene farlo sapere al Sindaco, sia che lo mantenga il Municipio o la casa; e ciò non solo per evitare altre questioni, ma ancora per non assumere responsabilità in questo tempo che si deve custodire lo stabilimento dal possibile pericolo del contagio. Se il Sindaco non vuole ricevere il povero colla gamba rotta, perché non vuole mantenerlo, ma del resto ordina di riceverlo a spese nostre, lo aiuti che il Signore ci aiuterà, purché sia ricevuto nell'ospedale e venga il medico a curarlo, così dico per la poveretta. Ma il

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Sindaco deve fare l'ufficio d'ammissione, dichiarando che non viene da locale sospetto.

Che la casa della vecchia resti all'ospedale non importa, perché noi non possiamo accettare eredità di nessuno, ed è buono che resti all'ospedale, servirà sempre pei poveri ammalati. Saluti per l'uno e per l'altra. Faccia sapere al Sindaco ch'è pronta a riceverli nella sezione ospedale a spese dello stabilimento quante volte lui non ha difficoltà per altre ragioni sanitarie di ammetterli e ne comunica per ufficio l'ammissione.

Mi scriva con verità e per ubbidienza se sono nel caso di non avere da mangiare regolarmente,

La benedico con tutti.

Palermo, 22 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Questo è il quarto giorno che io non ricevo sue

lettere ad onta delle mie replicate insistenze per avere vostre nuove. Non credo giusto di abbandonarmi a nessuno dei pensieri angustiatiti, che circondano la mia mente, scrivo pregandola di un solo rigo per sapere qualche cosa. Prego caldamente il Signore, perché voglia supplire la mia lontananza e aspetterò sino al momento che potrete riscontrare la presente. Il vostro silenzio a quest'ultima mia mi obbligherà a dirigermi ad altri, per sapere vostre nuove, non degnandosi nessuna di voi a scrivere due parole.

Qualunque avvenimento avrebbe dovuto spingervi a

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scrivere due lettere invece di una, e per conseguenza non so darmi ragione di nulla.

Sia tutto come vuole il Signore.Qui tutto è pace e tranquillità e si gode da tutti

buona salute, cosi mi auguro che la godiate voi e tutti della casa e del paese, e nulla di sinistro visiti cotesto popolo.

Io prego e preghiamo tutti per voi.Non posso più prolungarmi che pregarvi a

scrivermi.La benedico nel nome del Signore con tutte le

Suore e i Poverelli.

Palermo, 21 luglio 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ho ritardato a scrivere per sola mancanza di tempo,

tua, grazie al Signore, posso confermarle le più buone notizie pel paese, e pei paesi ancora, dove sono le case nostre, e tutti dei nostri stanno bene.

Suppongo che ugualmente la godiate costì e ne attendo conferma dalle vostre lettere.

Mi auguro che le Signore Dame avessero spinto per farsi la soscrizione pel frumento. Di tutt'altro che mi scrisse nell'ultima sua, riscontrerò quanto prima. Suor Celeste al solito nella sua piena attività per la S. Osservanza, che raccomando assai.

Io e suor Maddalena procediamo bene nella guarigione. Pei bagni al momento non conviene, se può ed il

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medico l'approva, supplisca in casa anche col lenzuolo. La benedico con tutta la comunità e i Poverelli di G.C. Implori una benedizione dal Vescovo.

Palermo, 22 luglio 1887

Figlio mio in G. C. (il Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ricevetti l'ultima sua letterina, che mi dava l'amara

notizia di altri attaccati di febbre e della poca colletta, e mi informava ancora d'aver venduto il frumento per pagare il censo, e doverne vendere per pagare la fondiaria. Sono contento che sta provvedendo al bisogno dell'acqua, e lunedì Francesco Geloso verrà a pigliarsi i tubi. Al seminario vogliono due barili del solito paglino. Ma si lagnano che il vino colorito si guasta, come si lagnano alla 5 casa e forse ci lagneremo qui. Da che proviene questo guasto? Io non ho potuto scrivere, perché il timore del colera ha invaso tutti i paesi, dove abbiamo delle case e ho avuto molto a contrastare colle strane pretensioni di taluni Sindaci, che hanno pensato di voler preparare il Lazzaretto e l'ospedále per colerosi, se mai si fosse sviluppato il male, dentro lo stesso stabilimento. La salute mia e di tutti buonissima, qui tutto è tranquillità. Spero ricevere dettagliate nuove delle cose di costì. Le giumente hanno reso buon servizio?

Come stanno gli ammalati? Come passano la vita? Sarebbe cosa utile, se due frati potessero recarsi a Giuliana. Lì troverebbero il sig. Tomasini e potrebbero

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fare buona colletta non solo di frumento, ma anche di aspiranti, perché è un paese molto buono. Si trova lì pure quel buon Padre che fu in casa nostra e che era prima al seminario. Questo potrebbe pure essere di aiuto, ma io non ricordo il di lui cognome.

La benedico con tutti e mi raccomando alle vostre preghiere.

Palermo, 22 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sono due giorni che non ricevo sue lettere. Ella per

un solo giorno che non ricevette mia lettera fu grandemente angustiata; comunque noi non ci trovassimo nella vostra posizione, consideri come debbo essere io, essendo già due giorni che non ricevo vostre notizie.

Fiat voluntas Dei. Noi qui duriamo nella stessa tranquilla posizione, e nelle nostre case si gode buona salute da tutti. Da voi non è così; la sua salute è molto invalidata e le angustie per le circostanze attuali han dovuto disturbarla dippiù; oltre poi ai timori del paese e di tutte le circostanze attuali della nostra posizione, avendo la responsabilità di tanti poverelli che si vogliono, a prima occasione, esporre a grave pericolo.

Scriva adunque, figlia mia, e mi dica con verità il motivo del suo silenzio.

Io sto bene, ma ancora non posso uscire di casa; potendo viaggiare mi premurerò a venire presso di voi

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nella speranza di poter mettere la cosa in migliore posizione coll'aiuto di Dio.

Non posso prolungarmi, dovendo fare imbucare la presente.

La benedico con le Suore, le orfane, i vecchierelli e gli ammalati.

Pregate per noi, come noi preghiamo per voi e fidiamo sempre nel divino aiuto.

Palermo, 22 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Porti pure le orfanelle al funerale come ha disposto

il R.mo Padre Parroco. Il dottore Di Bella fu tanto tempo in Monreale non potè osservare la ragazza colla fistola al petto. Parli col Rev. Padre Parroco per le povere ammalate, ma non pensi al momento di portarle in questa, perché, comunque il paese è tranquillissimo, pure si dice qualche caso di colera, vero o non vero non conviene che le ragazze venissero in questa. Pei bagni il medico li ha proibito anche a quelli nella 5 casa, e gli stabilimenti sono chiusi; nemmeno si ammettono le visite dei parenti. Io non scrissi alle sue precedenti, perché mandai il P. Boscarini e per conseguenza, avendo il Missionario, potea rimediare ogni cosa. Le lettere sue le ho ricevute tutte, ma forse vi è cosa che io non ho riscontrato.

Se ha bisogno dell'acito fenico o di qualunque altro medicinale ne parli col Parroco, potrebbero pigliarsi dal Sig. Riccobono e pagarli a poco a poco, però vorrei

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che li sapessero amministrare opportunamente. Le rimetto un poco di acito fenico sciolto nell'alcool; di questo ne metterà pochissime gocce nell'acqua, colla quale deve lavare la fistola, e deve badare a non farlo scorrere per le mani, perché brucia la pelle. Vada dall'Arcivescovo, quante volte è necessario di andare. Noti mi piace la maniera colla quale la S. V. parla del P. Gambino. La benedico con tutte le Suore e le orfanelle.

Nelle nostre case tutti buoni.La benedico di nuovo.

Palermo, 24 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non ho lasciato mai di pregare per la stia salute, si

figuri ora, ma io vorrei che si nutrisse in proporzione delle sue perdite e che potendo si risparmi dai grandi strapazzi, finché il Signore non mi dia la consolazione di sentirla del tutto rimessa.

Oltre ciò vorrei che consultasse il medico per fare quello che conviene, onde potersi guarire; e domando la carità di esserne particolarmente informato.

Oggi finalmente mi ebbi una sua lettera, dalla quale rilevai con immensa gioia che tuttavia il paese è tranquillo e si gode da tutti buona salute. Ma perché un si lungo silenzio? ritengo che lei ha dovuto essere gran. demente sofferente, e nessuno delle suore ebbe testa di scrivermi due parole.

Sia tutto come vuole Iddio. Io non lascerò senza

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ultimata la quistione che ha fatto sorgere cotesto Municipio, giacché tuttavia si persiste nella idea di far servire quella sala per le epidemie e pei mali contagiosi. Ne farò una questione sanitaria, finché si verrà ad una risoluzione legalmente decisa, da potere servire di massima per tutti gli eventi possibili.

E ciò non per avere la pretenzione di vincerla contro il parere di cotesto Municipio, ma per essere discaricato da qualunque obbligo coscienzioso. Se decideranno che non si può fare e allora debbono avere la bontà di abbandonare l'idea non solo ora, ma per sempre.

Se decideranno che può farsi, come vuole il Municipio, e allora mi accheterò, perché non avrò più alcuna responsabilità. Io sto benissimo e così tutti dei nostri; non so perché la S. V. vuol suppormi sofferente, e per causa vostra. Che colpa avete voi delle cose che costì sono accadute?

Non accresca il suo soffrire, figlia mia, ma mettiamo tutto quello che il Signore ci regala come un fascio di mirra dinanzi al Signore, per amore del quale solamente possiamo avere la forza di abbracciarlo.

Non lascino d'insistere nella preghiera, perché la preghiera è onnipotentissima, giacché vince e disarma l'Onnipotente. Presentiamo le nostre preghiere per mezzo della gran Madre di Dio e Madre nostra e saremo sicuri di essere esauditi.

Oh! come sarà bello poterci ricordare in Paradiso di aver sofferto qualche cosa per amore di Dio! è questo il pabulo delle anime amanti; ed io vorrei che fosse

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il pabulo di tutti noi, per essere lieto della più grande e sicura letizia che possa aversi sopra la terra.

I Santi desideravano il patire, e chi studia la loro vita, facilmente si accorge che nessun'altra cosa è tanto desiderabile sopra la terra. Mamma Santissima, Voi che ci generaste ai piedi della Croce, illuminate le nostre menti, per potere ricevere la luce divina, dilatate i nostri cuori, per essere capaci dei grandi desideri dei giusti e fateci vostri ad ogni patto.

Io non potea darle ulteriori notizie del fatto che le rapportai, perché non ebbi più occasione di sapere il resto. Ma quel tanto che io ne seppi, bastò per attaccarmi immensamente a S. Vincenzo e alle Sue opere, che tanto buono odore diffondono, per tutta la terra, della Carità ardente di G. C.

Procurerò, se mi sarà possibile, di ottenere gli annali della propaganda delle Figlie della Carità, e così potrete deliziarvi a leggerli e a spingervi alla Santa emulazione delle loro virtù. La carta finisce e il tempo. La torno a pregare di non farmi mancare le loro notizie ed anche dell'ottimo sig. Ingegnere Piazza, pel quale farò fare una speciale preghiera in tutte le nostre case, perché il Signore ci conservi questo insigne benefattore tutto carità pei poverelli di G. C. Lo stesso mi mandò un biglietto di visita ed un altro l'ottimo di lui figlio: lo ringrazi per me. Gli auguri dell'onomastico semplicemente all'altare. La benedico con tutti.

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Palermo, 24 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La Signora Bastianelli venne finalmente a visitare

Terre Rosse. Restò contentissima e mostrò di pigliare molta premura della mia salute. Io non ho potuto vederla e per conseguenza non so cosa abbia fatto per le nostre Case di Girgenti, e di S. Cataldo, dove lasciò tanto poco contenti della sua visita, o pei modi bruschi dalla stessa usati, o per la poca attitudine delle nostre Suore. Qui le informazioni che ho preso rispondono a farla credere una buona Signora e da noi si regolò molto bene.

Se riesco a vederla, cercherò d'informarmi del giudizio fatto di codeste case. Ieri venne la madre dell'aspirante Duidu. Restammo che farà il vitalizio sulle case, fabbricandovi un piano superiore per potere arrivare al reddito di assegno 15 onze all'anno e che il corredo lo farà in diversi anni mese per mese.

Come ha fatto finora continuerà a fare, cioè mandando ogni mese qualche cosa più del vitalizio per farsi il corredo, finché pagherà le L. 500. La salute nostra e dei nostri tutti buonissima. Si dice qualche chiacchiera nel paese, ma speriamo che fossero soliti timori e si smaltissero come tanti altri. Voi come state? che si dice in Girgenti? Ho inteso dire che le cose che si dicevano di Grotte sono state smentite. È vero? Teneteci avvertiti di tutto. Vi benedico nel nome del Signore e della Vergine Madre nostra. Credetemi.

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Palermo, 25 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Iddio paghi la carità alle buone Suore, alle virtuose

Orfanelle, che ricordandosi della mia miseria vollero, con un tenerissimo, contrassegno del loro affetto, alleviare il giorno del mio onomastico col tenerissimo regalo del crocifisso. Questo bel pensiero mi fa credere che si bella immagine fosse già scolpita dentro il loro cuore, e questa supposizione ha allietato maggiormente l'anima mia. E questa, o figlie mie, è stata la mia preghiera in questo giorno che, nella offerta del sacrificio per la comunità implorai sopra ciascuna di Voi ogni benedizione celeste e la pienezza del divino amore, per vedere in ognuna l'immagine perfetta di G.C. vita nostra. Ho gradito immensamente i vostri sinceri auguri, e centuplicati li desidero ad ognuna, perché la Comunità arricchita di anime piene di tante virtù potessero consolidare la S. Istituzione ed operare veramente per la gloria di Dio e la salute delle anime. Ieri qui vi fu qualche altro caso, ma oggi si è ritornati alla solita tranquillità. Per non lasciarvi senza mia lettera sto scrivendo fra tanti, che sono venuti per visitarmi e complimentarmi i loro auguri pel mio onomastico, e sono in tanto chiasso da non sapere cosa scrivo.

Di certo vi assicuro che in tutte le nostre case si gode buona salute, e cosi mi auguro sentire anche di Voi. Vi benedico tutti nel nome del Signore.

P.S. - Superiora, la prego di volersi curare, e darmi notizia della sua salute.

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Palermo, 26 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Riscontro la sua del 24 volgente, dalla quale rilevo

che solamente il giorno 20 e 21 la S. V. non scrisse, mentre io stiedi 4 o 5 giorni senza sue lettere. Ora, come V. S. rileva, mi perviene la sua del giorno 24, mentre avrebbe dovuto arrivarmi ieri. A scanzo di ogni equivoco V. S. metterà il numero progressivo in ogni lettera che m'invia, cominciando dal riscontro alla presente che io ho segnato col n. 1. Di detto numero progressivo ne terrà puntamento per non dimenticarlo, e così ci accorgeremo, se qualche lettera sarà smarrita dalla posta.

Sono lieto che ancora in cotesto paese non sia accaduto niente di sinistro, io però non ho lasciato di fare, per mettere in regola l'affare di cotesta infermeria; aspettiamo i risultati, e vedremo ciò che risolveranno i Superiori. Qui da noi, e in tutte le altre case si gode ottima salute; nella città si dice essere accaduto qualche altro caso, ma le notizie si asseriscono e si smentiscono, come suole succedere in simili circostanze. E da dirsi però, che essendo vere, il male non presenta almeno sin'ora nessuna grave importanza, perché questi casi si succedono passando giorni ed anche settimane senza succedere nulla. Il Municipale però presta tutti gli aiuti e questo è un grandissimo conforto.

Di tutte le cose che la S. V. mi scrive quella che mi ha fatto maggiore dolore è lo stato di salute dello

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ottimo nostro amico e protettore sig. Piazza. Abbiamo fatto e qui e a Terre Rosse la preghiera, perché il Signore lo conservi alla sua famiglia ed anche ai poverelli e spero che la S.V. mi darà notizie consolanti e mi dica pure quale il male che lo travaglia.

Del sig. Alfonso Spina ho inteso maggiore impressione degli altri, ma ritengo che sarà poco bene; informato delle cose. La S.V. fa bene a non parlarne, ma però conviene che gli faccia sapere, che io scrissi al Sindaco mostrandogli che le leggi sanitarie non permettono quello che lui intende fare, ed io, che debbo custodire la salute dei poveri, che mi hanno affidato, non posso permettere che si facesse nello stabilimento l'ospedale coleroso; ma se mai succedesse, che Dio non lo permetta mai, che si sviluppi il colera in Valguarnera, e faranno altrove l'ospedale dei colerosi, io sarò pronto a permettere che un numero di Suore vadano a servirli, purché siano le cose separate dallo Stabilimento.

Questo la S.V. lo dirà come da me interessata a dirlo, senza metter calore o mostrare lagnanze di quello che ha fatto il Sindaco, ma con quella calma che il dovere e la giustizia, per la quale operiamo, può religiosamente ispirarla. Il Sindaco forse ha taciuto la lettera che io gli inviai e nella quale manifestai questo sentimento: che le Suore, che si erano opposte alla costruzione dell'ospedale coleroso nella casa dei poveri, erano pronte, se il Sindaco lo costruiva altrove, d'andarsi a chiudere in quello ospedale per servire i colerosi col sacrificio della propria vita. Del resto non si curi di nulla, perché dinanzi al Signore siamo sempre pronti a

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consumare la nostra vita, servendolo nei Suoi Poverelli qualunque cosa dicano di noi poco monta.

Sono qui presenti le Suore di S. Marco, ove ho vergato queste due parole, e la salutano particolarmente. Suona l'Angelus, e l'abbiamo recitato mentalmente insieme a voi. Preghiamo, figlie mie, e preghiamo per tutti, perché il Signore usi misericordia ed allontani i suoi flagelli. La benedico con tutti.

Palermo, 27 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi massima serenità, e dalla maggior parte delle

persone si nega che i casi avvenuti nei giorni passati fossero stati veramente colera.

Bisogna dire, le altre volte le cose sono andate diversamente, appena avverato un caso, poi si sono ripetuti in gran numero in ogni punto della città; ora, dopo i primi tre casi, passarono quasi venti giorni, e dopo si verificò essersi attaccata una giovane in via Pesa cannone, e poi una sorella della stessa si era avvelenata; passarono altri 4 o 5 giorni e si disse un altro caso in via Bara, che ora si niega essere stato colera.

Certo si è che questo lento procedere, se pure i casi sono veri, dà a sperare che il Signore non volesse castigarci con molta severità.

Nelle case nostre tutto va bene, anzi si gode migliore salute dell'ordinario non solo in questa, ma anche a Girgenti, a Monreale, a Canicattì, a S. Cataldo

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ed anche a Valguarnera, comunque travagliate dalle strane pretese del Sindaco.

Speriamo che il Signore si limiti semplicemente a spaventarci coi Suoi flagelli e non ci percuota colla Sua giustizia, ma ci converta, ed usi misericordia alla nostra estrema miseria.

Io sto bene, e così Suor Maddalena, ma ancora non possiamo uscire dalla casa, non per sofferenze, ma perché abbiamo bisogno di non essere lontani da quei comodi che si trovano in casa propria.

Vorrei sapere se cotesti medici hanno pensato a premunirvi col prontuario necessario farmaceutico, che in simili occasioni si prepara in tutti gli stabilimenti. Vi siete provveduti di laudano liquido di Sidnam? di cartine col sottonitrato di bismuto, l'oppio ed il tannino? di carte senapate, di soluzioni di morfina, cafeina e di muschino da usarsi per iniezioni epidermiche colla siringhetta adottata a tale scopo? Di misture cordiali ed astringenti? di Rosolio di menta papireta? Di linimenti volatili ammoniacali, di spirito canforato, di foglie aromatiche pei bagni a stufa colle mante lana? Di Enteroclismi con tubi di gomma elastica per fare le iniezioni al retto colla soluzione di tannino etc. etc.

Di queste cose è giusto che fossero provveduti per le occorrenze possibili e con quelle istruzioni analoghe per potere riuscire a fare le buone infermiere.

Oltre ciò il Municipio avrebbe dovuto provvedervi delle soluzioni di sublimato al 2/4000 da servire per le disinfezioni delle latrine ed anche delle mani, delle biancherie, delle stesse stanze, secondo il bisogno, della

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soluzione e dei solfati di rame, insegnandovi come si scioglie, per l'uso delle latrine, ecc.

Di queste cose la S.V. me ne deve informare.Speriamo che non succedesse nulla, ma è sempre

buono essere provveduti.Avrei voluto scrivere all'ottimo sig. Spina, ma il

tempo mi è sempre mancato; se lei crede che sia opportuna una mia lettera al prelodato signore, la farò anche lasciando lei senza mia lettera, e facendola avvertire per di lui mezzo delle nostre notizie.

Ritorno, figlia mia, ad inculcare sempre la preghiera e la S. osservanza, e per questi mezzi salutari che potremo riuscire ad ottenere le misericordie di Dio e per noi e per tutte le povere creature, le raccomandi a tutte le Suore buone ed anco ai poverelli. Preghiamo e speriamo. Finisco perché debbo fare altre lettere e non mi basta il tempo.

La benedico con tutti.

Palermo, 27 luglio 1887

Figlio mio in G. C. (il Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Viene costì l'ottimo amico nostro e benefattore

l'ingegnere Don Francesco Torregrossa, metta a di lui disposizione la giumenta per poter attendere ai suoi lavori, e l'ossequi moltissimo per me. Se avrà tempo passerà da Muffoletto, lo consigli per le cose a farsi e particolarmente per la incanalatura dell'acqua.

Il R.mo P. D. Natale domani farà ritorno. Voglio

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augurarmi che la salute dei nostri migliori, per le preghiere che si fanno a questo scopo, perché veramente è una grande afflizione questo pensiero, per le continuate recidive. Venne il padre della felice memoria di Frate Francesco Petta. Vorrei sapere cosa potremo fare per questo pover'uomo che desidera essere ricevuto in cotesta casa.

Qui è succeduto qualche altro caso, ma così alla spicciolata e senza seguito, preghiamo e speriamo che la misericordia di Dio ci aiuti; il paese è tranquillissimo.

Le scrissi che il vino qui portato ha fatto cattiva riuscita; desidero sapere se vi è ragione che dipenda dallo stesso vino, o se si deve sospettare di quelli che lo portano.

Per lo stazzone che speranze abbiamo? Il P. Gambino vuol sapere, se dovete vendere fave, perché le vorrebbe per conto della 5 Casa.

La benedico con tutti e con invariabile affetto mi segno.

Palermo, 28 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Viva Gesù, figlia mia, nei nostri cuori, e con questo

potentissimo Nome, e con questo Dolcissimo amore, tutto vinceremo, tutto compiremo nella Missione che ci viene affidata.

Da noi stessi noti possiamo nulla, ma tutto potremo in Colui che ci conforta! Coraggio! Adunque, e avanti

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nel Nome di Gesù, non si scoraggi della propria miseria, ma si metta tutta nelle mani di Dio. Si ricordi, che la mascella dell'asino, nelle mani di Sansone, divenne un arma potente per debellare tutti i nemici di Dio, e se lei si consegnerà intera nelle mani del vero Sansone, ch'è Gesù Cristo, potrà divenire uno strumento di vera gloria di Dio, comunque da sé stessa non vale a nulla.

Nella nostra Regola la Superiora non è altro che la prima tra le uguali, ed essa, col suo buon esempio, colla sua inappuntabile Osservanza, deve riempire tutte le sue compagne dello Spirito di Dio. Chi è primo sia l'ultimo, dice il Signore, ed è questa la norma che una Superiora deve cenere per sé stessa.

Per sua nonna riepilogo in tre la nostra esperienza: il 1° Articolo è la presenza di Dio. Ogni anima che abbraccia la nostra Regola, deve adoperare tutta la sua diligenza, perché Iddio ch'è in Cielo, in terra, ed in ogni luogo, sia sempre presente alla sua mente, e non lo dimentichi Guai. Quando l'anima con questo sforzo di diligenza, riesce a tenersi sempre alla presenza di Dio, da questa pratica, nasce l'amore verso questo Dio di bontà: e quando si arriva ad amarlo, allora l'amore accende talmente il cuore che sarà impossibile dimenticarlo un momento solo, e calda di quel fuoco, andrà per ogni luogo, amor cantando amor.

Il 2° Articolo di nostra S. Regola, viene in aiuto del primo. «Ricevere tutto dalle mani di Dio e guardare in tutti l'immagine di G. C. ». Praticando con viva fede questo 2° articolo, ogni anima osservante si calcolerà come sola nella Casa del Signore, e guardando in

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tutti la Sua immagine, non solo accetterà ogni cosa con piena calma dalle mani di Dio, ma sarà premurosa di servirLo in tutti, e per conseguenza porta in sé il vivo desiderio di portare non solo tutto il lavoro della casa sulle proprie spalle, ma sarà lieta, quando potrà fare sue le sofferenze di tutti, per sgravare ognuna dalla porzione che le spetterebbe, e in far ciò sentirebbe nel suo cuore la gioia di sgravare Gesù dall'enorme peso della Croce. Questo secondo articolo, io dicevo, viene in aiuto del primo, perché, guardando in tutti l'immagine del Signore, l'anima lungi dal distrarsi col cadere nell'amore particolare e disordinato delle creature, in ogni creatura ama e vede il suo Dio, e per conseguenza la presenza di Dio sarà continuata in lei, trattando anche con le creature. E per conseguenza non vi saranno mai sgarbi tra le anime osservanti, ma regnerà in tutti ed in tutte le circostanze la gara più elevata della carità di G. C. che si fece crocifiggere pei Suoi crocifissori.

Il 3° Articolo, comanda che dobbiamo far tutto per puro amore e gloria di Dio! Questo, mentre consolida i due articoli precedenti, arricchisce l'anima di ogni tesoro di Dio, perché rende meritevoli di vita eterna non solo gli atti che per se stessi sono buoni, ma anche quelli che sono indifferenti e necessari. Suonala campana per la sveglia, e pel riposo, per la ricreazione e per il lavoro, pel coro e pel refettorio, se l'anima osservante è riuscita a far tutto per puro amore e gloria di Dio, tirerà da orni osservanza lo Stesso merito della vita eterna; e facendo tutto per puro amore e gloria di Dio allo stesso tempo si aiuterà all'osservanza dei due

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primi articoli a tenere cioè la Divina presenza, a ricevere tutto dalle Sue Mani Divine, e guardare in tutti la Sua bella ed amabilissima immagine. Per riuscire però a tale osservanza, che porta alla vera carità, cioè, all'amore di Dio, bisogna che l'anima sia interamente spogliata di sé stessa e per conseguenza la S. Regola nelle sue Costituzioni ci inculca di portare alla contemplazione nell'attività della vita nostra.

Per sostentare le forze del corpo, noi andiamo tre volte al giorno al refettorio e la Regola vuole che ognuna mangi tutto quello che il Signore le dà. Così per tenere le forze dell'anima le Costituzioni inculcano che tre volte al giorno si vada in Coro, perché l'anima pigli il suo cibo nella S. Orazione. E come il cibo materiale del corpo, sorregge le forze materiali per lo spazio di 5 ore, così il cibo dell'anima, rinnovellato tre volte al giorno, deve mantenere le forze spirituali nella perenne contemplazione, o si esce per la colletta, o si va al bucato, alla cucina e a qualunque altro ufficio, bisogna che l'anima si mantenga sempre unita al Suo Dio nella S. Orazione, e di tutto deve profittare per risvegliare e nutrire in sé quello spirito che ha ricavato dalla S. Orazione proposta nel coro del vespro, ricordata pria del riposo, e immediatamente dopo la sveglia, riletta nel coro del mattino, in questa santa conversazione starà nel suo lavoro ed anche nel suo riposo. È un sonno inutile, se il sonno viene, le luci dormono ma veglia il cor, e se la notte si sveglia, il primo pensiero deve essere quello di ricordare la conversazione avuta col suo Signore, per ripigliarla. La S. contemplazione ci fa scor-

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dare di noi stessi e ci fa vivere in Dio e per Dio e per questo s'inculca il silenzio interno ed esterno. Ma oltre questo mezzo che ci spoglia di noi stessi, un altro ce ne impongono le nostre S. Costituzioni. Il resoconto: La Suora è obbligata a rendere conto giornaliero alla Superiora della salute del suo corpo, e della sua anima, della condotta del proprio ufficio e di tutto ciò che ha udito o veduto delle sue compagne non solo, ma anche della stessa Superiora, la quale pure ha bisogno di questa carità di essere avvertita. La Superiora adunque è obbligata nelle ore di ufficio e non in quelle dell'osservanza di dare ad ogni Suora giornalmente 5 minuti di tempo, perché essa faccia con brevità, sincerità, semplicità ed umiltà il suo resoconto giornaliero, ed in questo resoconto, se troverà mancanze volontarie ed avvertite, ricorderà alla sorella che in tali casi la Regola ordina di astenersi dalla Comunione Sacramentale, finché non si sarà riconciliata con la S. Confessione, se non trova mancanze avvertite e volontarie può incoraggiarla a farsi la S. Comunione Sacramentale, purché tolgano lo scandalo, domandando scusa del male fatto senza avvertenza. È questa una osservanza assai importante per la Superiora e per le Suore e dal far bene o no il resoconto dipende lo spirito di ogni sorella e di tutta la Comunità. Dove in una Casa si trova una Superiora caritatevole, che sa curare il tempo per curare l'infermità spirituali delle sue Figliuole ogni giorno, e le Suore sentono l'importanza di questo gran mezzo di salute, e lo rendono bene, la perfetta osservanza non mancherà in quella casa, e tutte acquisteranno la vivezza della fede

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e la vita nella Volontà di Dio, perché cammineranno sempre nella S. Ubbidienza ed ameranno tanto questa sublime virtù da operare miracoli. Dovrei molto dilungarmi in questo articolo del resoconto per dirle tutto minutamente, ma mi manca il tempo e la carta, ed io suppongo che la Sup. Gen.le l'avrà opportunamente informata. La S.V. scrivendomi mi proporrà i dubbi che potrà avere ed io ritornerò sull'argomento. La Suora inoltre è obbligata dalla Regola ad essere sempre sincera, semplice, umile ed ubbidiente sino alla morte e alla morte della stessa croce, per conseguenza deve sempre portare in sé il sentimento di essere la più indegna, deve portare in sé lo spirito della mortificazione e dell'abnegazione, desiderando di volere patire e morire per G. C. servendolo nei Suoi Poverelli; come Egli volle patire e morire per l'anima sua. Oh! che bella anticamera di Paradiso sarà in quella casa dove abitano di tali Suore! Che Iddio accordi a lei questa sorte e la consoli nella sua Missione che io le auguro portare con ogni fedeltà.

Dalla lettera inviatami dalla Sup. Gen.le non chiaramente rilevai, che forse costì vi sarà stato qualche caso di colera. Io nel 1885 mandai le opportune norme, per sapersi regolare in caso che il Signore le avesse visitati. La prego sapermi dire se dette norme esistono o pur no per rimediare al bisogno. Tenga intanto una boccetta di Laudano liquido di Sisduam e quante volte possa succedere che una abbia diarrea, ripetendosi la chiamata ne amministri immediatamente da 15 a 20 gocce in una pietra di zucchero, se è una grande, se è bambina da 10 a 15 gocce, e lo ripeta nelle stesse pro-

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porzioni quante volta la diarrea si ripete. Questo è il rimedio più pronto che ora stesso le dirò, e quando è usato in tempo, spesso basta per arrestare il male. Se non trova le mie norme, mi scriva e le manderò a posta corrente.

Qui si è ripetuto qualche altro caso, ma pure si spera che passerà così.

Mi scriva presto e con verità. Noi tutti bene, e così in tutte le nostre case.

La benedico con tutti.

Palermo, 28 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Per quanto io so, nessuna novità da ieri ad oggi.

Paese tranquillissimo, nelle nostre case perfetta salute. Con piacere ho rilevato le buone nuove che la S.V. mi dà della casa nostra, e di tutto il paese, ed io prego e fo pregare per durare sempre così, per evitare le funeste conseguenze che succederebbero, se il Sindaco vorrà eseguire il suo programma.

Non sarebbero certamente quelle che dice il sig. Lombardo o Berrittella, perché quelli non sanno cosa dicono, ed in tal proposito le manifesto, se il Sindaco avesse forzosamente sciolto il Ricovero, l'ospedale delle malattie comuni, l'Orfanotrofio, facendo uscire tutti per mezzo dei Carabinieri; dopo tanto eccidio, fatto non per colpa nostra, ma per volere invertire la casa in ospedale coleroso; io avrei detto al Sindaco: il delitto di

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avere sciolto lo stabilimento è vostro, ma io non voglio commettere quello di abbandonare i poveri colerosi; se ci volete, ora che i Poveri non sono più con noi. siamo pronti a morire per assistere i colerosi.

Ma giacché il Sindaco non ha sciolto lo stabilimento ma ha voluto introdurre l'ospedale coleroso nello stabilimento, noi che sappiamo, che questo non può farsi senza ingiustizia, non possiamo prestarci ad inoculare il contaggio ai nostri Poverelli, ma nemmeno possiamo abbandonarli; per conseguenza, ci chiuderemo con essi, tenendo la massima cautela che ci sarà possibile: e solo quando il male attaccherà i nostri poveri, potremo prestarci colle dovute cautele a farli scendere nell'infermeria colerosa, se vi sarà maniera decente di poterli assistere, e non saranno tutti assieme uomini e donne, e separando una sezione di Suore dalle altre che devono avere rapporto coi buoni, ci impegneremo ad aiutare tutti.

Se però non vi è separazione di uomini e donne bisogna prontamente farla per poterci stendere la mano. Cosi noi non ci negheremo ad aiutare gli infelici , ma non avremo nessuna responsabilità coscenziosa, perché non abbiamo contribuito a fare nessuna cosa ingiusta, anzi ci siamo opposti per quanto abbiamo potuto.

Ma ci sobbarchiamo a soffrire le conseguenze delle loro inconsiderate disposizioni.

Se la S.V. trova di osservare qualche cosa in contrario a quanto io le ho detto, me la scriva subito che la rifletterò dinanzi al Signore.

L'avverto che la Superiora Gen.le trovasi in Canicattì; e in S. Cataldo trovasi Superiora Suor Pasqualina

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Lauriano, e forse là nel paese avranno avuto qualche caso sospetto, non lo so certo, ma ne ho avuto sospetto e aspetto lettera da quella Superiora per conoscere la verità.

Preghiamo, figlia mia, con verace fervore, perché il Signore ci aiuti ovunque e ci liberi da questo flagello. Si curi e si mantenga sana con tutti.

Vengono i medici? che dicono?La benedico con tutti.

Palermo. 29 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mancai a mettere il numero due in quella di ieri, lo

apporrà lei stessa per così averle tutte ordinate.Ho ricevuto già la prima sua col numero (1) e son

lieto di sentirli tutti buoni e sereni insieme a tutti del paese.

Da noi il paese è serenissimo, ma le chiacchiere che si sentono, tengo, sempre un sospetto. Speriamo che il Signore ci liberi. Nelle nostre case, grazie a Dio, tutti di buona salute, e qui in S. Marco al momento si preparano i complimenti per suor Marta, per la ricorrenza onomastica e vi sono tutte le ziette parate, una delle quali, per mezzo di una rappresentanza, leggerà un indirizzo. Voi da lontano parteciperete alla festa aggiungendo le vostre risate.

Io non mi meraviglio di nessuno di cotesti Signori e Benefattori.

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Sono questi momenti di molta confusione e per conseguenza si possono pigliare facilmente degli sbagli. Speriamo che il Signore abbrevi i tempi dell'afflizione e per la Sua infinita misericordia ci restituisca la calma e la serenità. Allora tutti avranno l'opportunità di riflettere meglio le cose e loderanno, come altre volte hanno fatto, le cose che hanno biasimato.

Anche noi qui abbiamo avuto un pochino di allarmi, perché una delle aspiranti ebbe una colica con diarrea e vomito, ma per misericordia di Dio non avea affatto nessuno che fare col male temuto.

Mi congratulo del miglioramento dell'ottimo sig. Piazza, speriamo che presto fosse in linea di convalescenza. Non lasceremo di pregare, finché non avremo queste buone notizie.

Non posso prolungarmi, perché devo scrivere alla Superiora in Canicattì e in Girgenti. La benedico con tutti. Preghiamo a vicenda.

Palermo, 30 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Riscontro la sua di ieri, e la esorto ad aspettare

sempre da Dio l'aiuto opportuno in ogni tribolazione, e non mettere mai le speranze negli intermedi, dei quali il Signore può servirsi come e quando vuole. In ogni momento, in ogni circostanza, dobbiamo sempre adorare la volontà di Dio ed operare per Sua maggior gloria ed amore.

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Resto contentissimo poi soccorsi dati nei momenti di carestia del paese, e così vorrei che tutti i poverelli, nelle nostre case trovassero il conforto e l'aiuto; e quando non abbiamo la possibilità di aiutare, non può mancare mai ad un'anima caritatevole la parola che conforta, il consiglio, che solleva ed avvia a quella speranza che ognuno desidera.

Di modo che, nessuno abbia argomento di credere mai, che da noi non si vuol fare la carità, ma andar persuasi, che quando non si fa, è perché non si può, o perché mancano i mezzi, o perché non abbiamo la facoltà di disporre, e dobbiamo dipendere dall'altrui volontà. E, quanto possiamo, dobbiamo cercare di procacciare o i mezzi che ci mancano, o i permessi, dei quali abbiamo bisogno, per correre in sollievo del nostro fratello che ce l'ha chiesto, e non abbiamo potuto aiutare prontamente per impotenza di farlo.

Così io fui commosso la prima volta da uno spettacolo di carità, operato dalle Figlie di S. Vincenzo de l'Olivuzza. Un uomo di mezzana età ma colla fronte solcata dal dolore e dalle sofferenze, la barba bianca ed incolta, la fisionomia sconfortata e macilenta, si era presentato un giorno pria a quella buona Superiora, esponendo che da più anni aveva perduto l'impiego. per alimentare la famiglia, avea venduto ogni mobile, ogni utensile della casa, fino ai letti, riducendosi colla moglie e le sue figlie pel nudo terreno, ancora pochi giorni, ed il padrone di casa lo avea minacciato di cacciarlo fuori, e a lui non rimaneva, che la treccia dei capelli dell'ultima figlia, che andava a vendere per mangiare,

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forse l'ultima volta! e farsi trovare tutti morti dagli agenti della giustizia, che dovevano sfrattarli dalla casa. La buona Superiora da pochissimo tempo arrivata in Palermo, senza mezzi da potere sollevare quell'infelice, disse qualche parola di conforto, si notò il di lui domicilio, e pensava nella sua mente e nel suo caritatevole cuore, cosa fare per aiutarlo? Fu proprio in quel giorno che la stessa si era messa all'opera per salvare quella famiglia, che io per la prima volta, andai a fare la conoscenza delle buone Figlie di S. Vincenzo, ed avendo trovato uscita la Superiora, mi stetti ad aspettare, Era un giorno di agosto faceva gran caldo, quando dopo lungo aspettare, vidi venire stanca e trafelata dal sudore, quell'angelica creatura, insieme alla sua compagna, ma piena di S. gioia! Era come l'ape che torna all'alveare caria di miele e cera che pure ha bisogno di riposarsi per la durata fatica.

Fatti i convenevoli, mi rapportò quanto vi ho detto aggiungendo: che nuovi della nostra città, si erano messi sulle tracce di quella desolata famiglia, i curiosi del paese, al vedere per la prima volta quelle cornette, a sentire il loro accento forestiero, si aggiravano a torno a loro in gran folla, specialmente i monelli, che non lasciavano anche di deriderle, senza sapere rispondere alle loro domande, né avere la carità di accompagnarle all'indicato indirizzo.

Bisognarono girare per una mezza giornata, sostenendo tutto il disprezzo e le derisioni, ma non desistettero dall'impegno, finché non trovarono quelli infelici, che veramente senza il loro aiuto sarebbero morti di

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fame per la vergogna. Trovatili, li sollevarono con gli aiuti che aveano per loro procurati, e poi non contenti di quel poco che aveano fatto, andarono a presentarsi al Sindaco, esposero la gravezza del caso, e non finirono di insistere, finché non avessero ottenuto un sussidio giornaliero per quella sventurata famiglia, da sospendersi, appena il padre della stessa poteva capitare un impiego.

Dopo aver fatto questo, travagliando una intera giornata, digiune, e sotto la sferza del sole, si ritiravano a piedi, sino alla loro piccola casa in villa Olivuzza. Fu questa la prima impressione, che mi fece capire quale dovette essere in S. Vincenzo la spinta della carità di G. C., trovandosi così ardente e divampante nel cuore delle Sue Figlie!

Ho scritto e non so cosa ho scritto, ma spero che le vostre anime caritatevoli, sapranno tirare maggiore profitto da questo avvenimento, che dalle mie fredde parole e che, in questo ottavario del nostro S. Patriarca, potessero essere più calde le vostre preghiere per ottenere questo vero spirito di carità, che saprà spingervi a fare bene a tutti e guadagnare tutte le anime a G. C.

Né Lombardo, né Berrittelli, io credo che facciano parte della Deputazione. Non vale che ci stimassero poco o molto, per noi animarci o no a cercare aiuto pei poverelli, e spingerli tutti alla carità.

Per noi i disprezzi servono tanto quanto servono le elemosine pei poverelli; bisogna essere contenti adunque di essere disprezzati, per invogliarci maggiormente a cercare la carità pei poverelli di G. C. E di questo

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modo il guadagno sarà doppio; cosa che non si otterrebbe, se le cose andassero diversamente. Non ci lagniamo usai di quello che potremo avere in sorte di soffrire per amore di G. C. e dei suoi poveri. Fa bene a dire tutto a me, ma la prevengo, che non è buono che altri lo sapesse. Camminiamo sempre alla presenza di Dio, seguendo G. C., e quando arriveremo alla gran sorte di lasciare la vita, come Egli la lasciò per noi sopra la croce, è allora che potremo intonare l'iutio della nostra risurrezione.

Oh! quanto è bella la vita di fede nell'adorabile volontà di Dio! A questo ci educherà la nostra S. Regola, se sapremo fedelmente, e sinceramente osservarla, ed io mi auguro, che le buone figlie mi lasceranno contento. Carità per tutti, anche pei nostri crocifissori.

Gli occhi al cielo da dove soltanto speriamo l'aiuto, il cuore pronto al sacrificio, e raggiungeremo la meta.

Mi consolo ch'è riuscita a collocare bene i vecchierelli. Lodo moltissimo che le chiavi sono al suo fianco che le porte sono chiuse, ed è buono che disponga un campanello, perché potessero avvisare nei loro bisogni.

Il Padre Boscarini, come tutti dei nostri, è buonissimo, non ha scritto a lei, perché ho scritto io, e perché oltre i suoi affari sostiene anche una buona porzione dei miei, non potendo io ancora mettermi in esterna attività per l'operazione subita. Come stanno tutti dei nostri benefattori? Le famiglie Boscarini, Litteri, D'Amico, Spina, ecc.?

Io prego assai che il Signore liberi cotesto paese; aiutatemi colla vostra preghiera, mentre con tutta l'a-

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nima mia vi benedico nel nome del Signore e della Mamma nostra.

Palermo, 30 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Qui si continua nella stessa condizione.Case nostre. tutto buono e tranquillo.Paese tranquillissimo, ma pure si trovano sempre

dei casi sospetti. Ricevetti oggi una sola lettera e fu la sua, per conseguenza non se darle le notizie né di Girgenti né di Canicattì né di S. Cataldo, suppongo che stessero bene, ma non posso assicurarlo.

Nella sua lettera la S.V. mi dice che scrive poco, perché ha la testa confusa, è confusa perché soffre il solito dolore, o per pensieri angustiosi? Io sono stato un giorno intero e trattare affari, e mi sono ridotto sino a questa ora, che sono le 10 meno un quarto, senza avermi detto l'ufficio e senza aver potuto scrivere le lettere, per conseguenza si contenti di queste poche righe per assicurarla del benessere nostro.

Mi congratulo del miglioramento del sig. Piazza e l'ossequio tanto. Benedico lei con tutte le suore i poveri e le orfanelle. Preghiamo.

La prego di scrivere al Sindaco pel prontuario farmaceutico che in simili occasioni deve tenersi in uno stabilimento, perché il colera curato in principio è quasi sempre guaribile, ed il gran male sta, quando si trascura per una stupida disinvoltura.

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Se non pensano di provvederla mi avvisi, che rimedierò da qui. Il dottore Nonganaro, il dottore l'altro, non vengono a visitare gli ammalati?

Non può per loro mezzo farsi provvedere? Cosa ha il soldato ammalato? Di dove vennero questi soldati?

Mi scriva di tutto esattamente.La benedico di nuovo con tutti.

Palermo, 31 luglio 1887

Figlia mia in G. C.,Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non posso scrivere a lungo, perché la sua mi arrivò

questa sera e per conseguenza non ho il tempo, pur tuttavolta non la voglio lasciare senza nostre nuove e l'assicuro che stiamo tutti benissimo e che nel paese la serenità si conserva senza alcuna novità.

Desidero che la S. V. mi dichiari il modo come io le scrissi di regolarsi nel caso che venissero colerosi nel alone, e ciò per esser sicuro che ci siamo intesi.

La S. V. al dott. Di Gregorio dovea dire, che fuori lo stabilimento era pronta a correre per servire i colerosi in locale lontano e ben disposto, ma dentro lo stabilimento non potea prestarsi, se pria, per il contagio apportato, non si fossero attaccati i poverelli, e ciò per non mettere colpa a tanto male.

La credenza del veleno in simili epidemie è figlia dell'ignoranza, per conseguenza bisogna pregare, ma noi in queste cose pubbliche non possiamo disporre, bisogna che disponga il Parroco. Privatamente però l'ho

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detto, e lo seguito a dire: preghiamo perché la preghiera è onnipotentissima, perché vince l'Onnipotente.

Una vecchierella di s. vita disse che il colera non farà strage e il Signore ci libererà. Speriamo tutto nella misericordia del Signore.

Domani spero scrivere più a lungo e consegnerò la lettera al P. Boscarini che sta pure benissimo.

La benedico con tutti.

Palermo, 31 luglio 1887

Figlio mio in G. C. (al Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Si è presentato F. Geloso per avere danari per due

carri di pozzolana, io facendo un grandissimo sforzo gli ho dato L. 5, perché al momento siamo in grandissime angustie morali e materiali. Vero è che il colera non ha pigliato gigantesche proporzioni ma pure è in mezzo a noi ed il palpito nostro trovandoci con tanti poveri e in posizione assai ristretta anzi indebitata, non posso nemmeno esprimerla. Se invece di andarla a comprare si fosse caricata da D. Salvatore avremo potuto rimediare meglio. Noi dobbiamo pagarla a due lire la salma, per conseguenza quando lei la riceve può misurarla, e se non risponde alla misura la pagheremo di meno. Il rimanente adunque la compreremo da D. Salvatore e come avremo danaro la pagheremo.

Intesi da Geloso che lei vuol venire.Ritengo che la presente lo trovi ancora costì,

perché siamo rimasti che pria di venire, mi avviserà, ma

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questa volta io non voglio che venisse. Mi scriva e conferiremo per lettera.

In vece sua, però, vorrei che venissero per restare i tre frati ultimi venuti, Frate Alfonso, Leone, Michelangelo, perché dobbiamo aprire due cucine economiche; ed oltre ciò, non sapendo quello che potrà succedere nei nostri stabilimenti, abbiamo bisogno di detti frati. Io non so se tuttavia dura la colletta del grano e se è finita, e desidererei essere informato. Sinora la città nostra sembra tranquilla; in tutto il periodo che il colera è in Palermo si sono ripetuti, come mi dicea il medico, 10 casi, dei quali 5 sono morti. Nei nostri stabilimenti abbiamo avuto qualche timore, ma di vero non è succeduto niente; ma però il nostro palpito è grande, perché siamo assai sprovveduti, e gravati ancora dalle conseguenze dell'85. Sia tutto come vuole Dio.

Pel ritorno del P. D. Natale non ho inteso nulla; arrivò bene?

Ho qui le due giumente già in qualche modo addestrate a tirare la carrozza, le avea vendute al signor Ruggieri, ma quello scappò pel timore del colera, e le giumente vogliono mangiare; si possono vendere costì?

Che prezzi vi sono pel vino? Il sig. Pivetti deve avere ancora molto danaro pel legno di costì; abbiamo speranza di poterne vendere qualche poco? Geloso mi dice che vi sono gli uomini che zappano le vigne e che lei trovasi senza denaro, e vuol venire per questo; ma quale aiuto posso darle al momento? Se il Signore mi provvede, potrò aiutarlo senza che lei venisse in questa, giacchè al momento non mi sembra prudente che ve-

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nisse, dovendo ritornare. Faccia la carità di tenermi informato colle sue lettere, ed io spero riscontrarlo sempre. Pel corso dell'acqua bisogna compire tutto, altrimenti si perderà nuovamente la spesa fatta. Per la pozzolana se non ha danaro, la prenderemo come le dissi da Rizzuto.

Mi allieti un poco l'animo colle sue lettere. Come stanno in salute costì? La benedico nel nome del Signore con tutti dei nostri e abbracciandolo nei Sacri Cuori di Gesù e Maria mi ripeto.

P. S. - Se la presente lo incontra per via, faccia la S. obbedienza di ritornare. Quanto risultò la timilia? La colletta?

Palermo, 2 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ieri sera successe veramente quello, che lei temeva

per la sera precedente, che io non avessi potuto arrivare ad impostare la mia lettera al suo indirizzo. Gli affari e le persone che vennero furono tali e tanti, che mi fu impossibile di scrivere un rigo sino a tardi, tanto che appena arrivai a recitare l'ufficio. Oggi per la Porziuncola ho avuto il travaglio delle confessioni e appena ho il tempo di assicurarla, che qui, grazie al Signore, le cose non declinano a male. Oggi non ho avuto notizia di nuovi casi; la città è serenissima, nelle nostre case buona salute e pace. Sia Dio lodato e benedetto.

Mi sono consolato delle buone nuove di costì, ma

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desidero sentirla bene in salute e non ho potuto ottenerlo. Del dolore che lei soffre alla mola, ha visto se vi è carie? Da quanto tempo lo soffre? Io vorrei un dettaglio preciso di questo incomodo, e se non è curabile, la faremo tirare.

Speriamo che presto il Signore ci avvicini, e vedremo, se potremo consolarci un poco col rinvigorimento dello spirito, ed anche con qualche cura esatta ed assidua.

Da tutte le case nostre buonissime notizie, e le trasmetto per sua consolazione. Il signor Deputato Puglisi, zio di un mio nipote, avendo inteso le strane pretensioni di codesto Municipio per l'Ospedale coleroso, scrisse al Sindaco una lettera, perché volesse mutar pensiero; ma lui continua nella sua ostinazione, che è necessario che dismetta per ora e per sempre. Preghiamo e speriamo. Di questo che le ho detto tenga secreto. Mi congratulo del miglioramento dell'ottimo Ingegnere Piazza, a cui mando, con tutto il cuore, la Benedizione nel nome del Signore. e della Mamma nostra Santissima. Benedico ugualmente la S.V. colla Benedizione che lei desidera, ma per stare bene e non per soffrire di più, e con lei benedico le buone figlie mie, e tutte le Orfanelle.

Palermo, 3 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Con piacere immenso ho rilevato dalla sua che la

pubblica salute e la vostra ancora è buona e che vi

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trovate in vera tranquillità. Noi siamo sempre nello stesso stato, il male né finisce, né si dilata, ma succedono sempre dei casi sospetti, ove il Municipio accorre; quanti ne muoiono o si guariscono io non lo sò, ma il medico mi dicea questa mattina, che sino ieri erano stati 13 casi, dei quali 8 morti. Ora, credo che sia passato un mese che abbiamo questa visita del Signore, e se in tutto questo tempo sono avvenuti questi soli casi, bisogna dire che il Signore sin'ora non ha voluto flagellarci. Preghiamo e speriamo.

Per l'ingegnere Piazza non posso che approvare quello che ha fatto il Vescovo; non così per le ragazze del signor Sciascia. 1° perché non è giusto tenere le esterne in relazione con le interne per ragione morale. 2° perché di questo modo molti potranno avere la stessa protezione. 3° perché di questo modo, un bel giorno ve le potranno lasciare in casa. 4° perché in questi tempi sospetti, è contro igiene questo traffico coll'esterno. Per conseguenza la prego a trovar modo di persuadere l'ottimo signor Sciascia, che questo traffico esterno noi lo potremmo ammettere, quante volte avremo una località diversa di quella delle Orfane; dovendole mettere assieme non si può, e in tempi sospetti di epidemia non si può affatto, perché non si può assumere questa responsabilità, avendo le Orfane interne. Per la Decidue io dovava mandare la formula del contratto a sua madre, ma sono in ritardo per le molte sollecitudini, che ci attorniano, comunque il Signore ci avesse custoditi sin ora. Se ha occasione di scrivere alla stessa, le faccia le mie scuse che, come avrò tempo, le scriverò. Per la

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colletta mio Compare mi scrivea che dovevano uscire domenica, lei mi dice che uscirono e restituirono la nota colla firma di una sola salma di frumento ed una di fave.

Bisogna istanziare che ritornassero ad uscire, perché nostro dev'essere lo zelo per spingerli a dare la carità; speriamo che s'impegnino a farla. Dirà al mio buon Compare che io bene, comunque ancora non interamente guarito, e così tutti dei nostri godono buona salute, ma io sebbene non ho avuto tempo di scrivergli, pure sono in corso di servirlo, per l'incarico datomi, e scriverò come avrò qualche risultato delle pratiche iniziate.

Speriamo che il Signore allontani il male da Racalmuto e Porto Empedocle, perché sarebbe molto vicino a Girgenti; non faccia desiderare le sue lettere per tenerci consolati. È bella la Madonna che vi mandò la Superiora dell'Ospedale? La ringrazi anche per me.

Sempre così per le prediche dello stabilimento, permesso del Vescovo sempre, orario di Comunità. Di accordo a Mons. Vescovo quando una ragazza grandicella vuole uscire, ed ha pronti ai quali può bene affidarsi, non vedo ragione di trattenerle a forza, particolarmente quando resistono ai savi consigli e si rendono moleste e di cattivo esempio alle altre?

La Sup. Maddalena, Celeste e tutte delle nostre case stanno bene, meno le solite piccole sofferenze. Suor Adaucta e Suor Rosaria sono state disturbate ed ora sono buone, ma io dico cosa hanno avuto? Avete voi gli opportuni rimedi in casa? Laudano liquido di Syd-

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non, le cartine del sottonitrato di bismuto col tannino e l'oppio, il rosolio di menta piperita, una mistura cordiale diafortico, il linimento volatile canforato. Io spirito canforato, le tinture eteree di morfina, di caffeina, di muschio per le iniezioni, le carte senapate, etc.

È buono avere in pronto qualche cosa delle più urgenti; qui teniamo questo piccolo fornimento, e così in tutte le case, e appena si verifica un ritorno al cesso con diarrea e disturbo viscerale che non può caratterizzarsi, facciamo uso del Laudano liquido o delle cartine del bismuto, secondo il bisogno e così si toglie il panico. Mi scriva su questo affare.

Un gran rimedio contro il colera! il sincero ritorno a Dio, ognuno nell'osservanza dei doveri del proprio stato. Suppongo che tutte lo facessero; impegniamoci noi a farlo veramente, e il Signore ci salverà.

La benedico con tutti.

Palermo, 3 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Contento delle buone nuove che la sua di oggi mi

recò per la salute dello stabilimento e del paese, meno il male che miete le piccole creature, che io non capisco qual sia. Vengo a confermarle le mie precedenti pel benessere nostro, di tutti i nostri, e di tutti gli Stabilimenti a noi affidati. Però mi dicono che il male qui da noi continua, colla sparuta proporzione, nella quale si è trattenuto sin'ora; in tutto, è quasi un mese, attac-

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cati 13, morti 8. La città è tranquillissima. Preghiamo e speriamo. Per la ragazza, della quale la S.V. mi parla, trovo giustissima la prescrizione del Dottore, ma al momento non possiamo far nulla. Questo medico ha proibito i bagni anche per quelli della 5. casa, che li hanno dentro. Gli stabilimenti sono chiusi e non si permettono nuove ammissioni, per conseguenza non è affatto prudente che la ragazza venisse; come il Signore ci libera, allora potremo provvedere.

Nella mia precedente domandai dettaglio delle sue sofferenze, e si tratta di mola e di dente, se vi è carie, o è una nevralgia. La pregava di chiamare il medico e fare osservare, se è necessario cavarla, o se può curarsi altrimenti, ma lei mi dice che venne il medico, ma non mi parla di lei né del suo soffrire; la prego scrivermi subito e con verità, anzi la impongo per S. obbedienza.

Vorrei che il Signore mi allungasse le ore del giorno per arrivare a fare quello che debbo fare, particolarmente per la corrispondenza.

In ogni modo, se qualche giorno non riceverà lettera, non stesse in pensiero perché alle volte gli affari e le persone, che vengono, non mi lasciano tempo per scrivere. Stia serena però che, dove ci fosse qualche notizia da dover comunicare, se non potrò scrivere, la farò scrivere da altri.

Fin qui, lodando il Signore, si gode ottima salute da tutti, e siamo in gran pace, perché si è ridestato un poco lo spirito della S. Osservanza, che veramente fa gustare le dolcezze del paradiso.

Oh! che sarà bello, quando in tutte le nostre case,

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si godrà questo spirito; quanto bene non faranno le Suore! Quante anime guadagneranno a G. C.! Come porteranno ovunque l'incendio della carità! Preghiamo, mettiamo l'opera nostra, e otterremo la grazia desiderata, e poi... il Paradiso.

Ho scritto in fretta; speriamo che riesca leggibile il carattere. Amiamo Gesù e Maria e saremo felici.

La benedico con tutti nel nome del Signore.

Palermo, 4 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ho scritto ogni sera; non so perché le lettere non le

arrivano sempre opportunamente. Però la prego a stare serenissima, perché siamo tutti buoni ed il paese nostro continua nelle stesse condizioni.

Ho poco da consigliare per l'affare del povero, che la signora Gaetanina D'Amico vuol ricoverato.

La S. V. è obbligata a seguire il regolamento e mi dice oltre ciò che manca il locale dove riceverlo. Se il regolamento stabilito col Sindaco ha stabilito che quando V. S. ha qualche posto deve fare la proposta al Sindaco, ed il Sindaco è libero ad approvarla o rifiutarla. Bisogna seguire questo regolamento, se il Sindaco dice no, la quistione resta tra D'Amico e il Sindaco, la S.V. non ci entrerebbe per nulla, se dice di si, tutto finisce in bene. Ma se la S.V. lo riceve trasgredendo il regolamento, la quistione resterebbe con lei. Però io non conosco per minuto cotesto regolamento. Se però la

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S.V. riconosce poterlo ricevere, ha il posto, ed il povero veramente ha la necessità di essere ricevuto, lo riceva pure.

Io la benedico, perché nella sua prudenza si regoli nel modo che crede più conveniente.

È tardi, ma le dico di nuovo che voglio il dettaglio delle sue sofferenze. La benedico con tutti.

Io sto benissimo.

Palermo, 5 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Confermo le stesse notizie di tutte le nostre case e

dello stato di questo nostro paese, e mi congratulo delle assicurazioni che la S. V. mi fece colla lettera, oggi ricevuta, della casa di costì e di cotesto paese. Sia Dio benedetto della grande misericordia che ci usa, ma io non potrò lasciare di adempire il mio dovere, finché avrò speranza di poter riuscire a correggere lo sbaglio, preteso da cotesto Municipio; mi aiutino colla preghiera.

Andiamo ora al suo incomodo; se vi è suppurazione bisogna prontamente praticare una piccola incisione per liberarsi dall'enorme dolore. Se poi vi è carie, conviene imbottire il piccolo buco prontamente con un poco di bambagia, insuppata nel laudano liquido di Sydnom per attutire il dolore, e per non tenere il punto cariato in contatto dell'aria, che basta a riprodurre il dolore e la suppurazione, e poi quando cede l'infiammazione potrà ricettarsi il buco della carie, od invece della bam-

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bagia potrà metterci il mastice opportuno, che resta aderente e spesso libera per molto tempo da ulteriori sofferenze.

Io sto benissimo; ma ancora noti si è del tutto rimarginata la ferita prodotta dall'operazione, e per questo non posso allontanarmi dalla casa, e molto meno viaggiare, perché di certo sarei con Voi, e, in principale, per mostrare all'ottimo sig. Sindaco che io non ho nulla contro di lui, ma è il sentimento del proprio dovere che mi ha obbligato a patrocinare la causa della giustizia, ed io credo, che colle buone maniere, e le giuste ragioni avrei potuto, guadagnare assai più di quello che ho guadagnato sino ad ora. Io intanto al punto dove sono arrivate le cose noti posso ritornare indietro, ma sarei lieto se la S. V. facesse una letterina alla moglie del prelodato signore, pregandola a volere intercedere presso di lui per degnarsi ad impiantare altrove l'infermeria colerosa.

Lei dovrebbe esordire dicendo: che dubita che avesse potuto mancare presso il sig. Sindaco nel difendere la causa dei poverelli per allontanare da loro la infermeria colerosa, e questo sospetto lo deduce dal sentire che il sig. Sindaco continua in questo proponimento, non ostante le ragioni e le ripetute preghiere colle quali il Padre Giacomo ha insistito per poterlo rimuovere, e persuaderlo a prepararla altrove, in fabbricato assolutamente separato dall'abitato, ove con prontezza il P. Cusmano avrebbe apprestato il servizio delle Suore. E perché la Sua coscienza potesse rimanere serena, si rivolse alla di lei protezione, per intercedere presso

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il Sindaco, dichiarandosi pronta a qualunque riparazione, ed anco a correre per la prima, se il bisogno, che Dio non voglia, lo esige, per assistere i colerosi. Ho bisogno che la S. V. usasse questo ripiego caritatevole, perché non si dica che dalla parte nostra si mancasse a qualche cosa ».

Noti ho scritto io la bozza della lettera e mi sono limitato alle sole idee, perché lei la facesse colla spontaneità delle sue parole.

Ripeto le più consolanti notizie per la salute di tutti i nostri.

La benedico con tutti. Preghiamo scambievolmente e mi creda.

Palermo, 5 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi mi hanno detto che da ieri sera ad oggi

nessun caso nuovo è succeduto in città.Nelle nostre case buona salute; il paese

tranquillissimo.Io credo di avere riscontrato le sue lettere; se

bisogna riscontrare qualche cosa, torni a scriverla, ma non mi lasci senza sue nuove, di tutta la casa, e di cotesta città.

La benedico con tutti. Preghi per me, io prego per lei e per tutti.

P. S. -- Riscontrerò Montana, Carratello. Ossequio tutti.

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Palermo, 5 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non ho avuto tempo di riscontrare la sua lettera,

ma per non lasciarla senza nostre notizie, vergo la presente, per assicurarla che in tutte le nostre case si gode buona salute, e, per quanto ho saputo, qui in Palermo da ieri notte a questa mattina non vi furono nuovi casi. Il paese è tranquillo, sembra che il Signore voglia usarci misericordia.

La prego non lasciarmi senza sue nuove e della casa e del paese.

La benedico con tutti. Preghiamo a vicenda e stiamo tranquilli nelle mani di Dio.

Palermo, 6 agosto 1887

Figlia mia in G. Cristo (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non è stato colera la sua sofferenza, ma ha fatto

bene a curarla con attenzione e cosi attenta deve essere per tutte, tenendo, come altre volte le ho scritto, una guardia ai cessi, per potere amministrare il laudano immediatamente che una vi ritorna una seconda volta con forma liquida. Tenga sempre un prontuario farmaceutico, per non perder tempo ad aspettare il medico; in principio il male è più vincibile.

Osservanza interna ed esterna, spirito di mortificazione e penitenza, gemito umile di perseverante pre-

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ghiera, sono questi rimedii eroici, perché il male non. ci spaventi, e spesso anche perché si allontani.

Qui da noi le cose continuano con tanta mitezza, che molti credono che sia più il timore che la realtà; e il professore Paternò, interessato della disinfezione, ritiene che fra giorni saranno liberi. Nelle nostre case ottima salute e più il pensiero che abbiamo di voi, che ci siete lontane, di quello che abbiamo di noi stessi.

Si sereni adunque per conto nostro e ci dia giornaliere notizie di lei, di tutti i nostri e della città. Come stanno tutti i nostri benefattori? Monsignor Vescovo? Ci scriva. Non posso prolungarmi, perché il M. Mauro aspetta per bucare le lettere e debbo scrivere alla Sup. di Canicattì e recitare l'ufficio. In tutte le altre Case buona salute. La benedico con tutti. Preghiamo e speriamo.

Palermo, 6 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Senza sua lettera a riscontrare, tranne della prima,

che mi diede le informazioni generali dello stato di codesta casa, vergo la presente, perché mi sono arrivate notizie sconfortanti per la salute pubblica di cotesto paese, e per avere veridiche nuove della salute sua, di tutte le Suore, orfane, e vecchierelli. Qui da noi continuano le cose senza novità. Seppi che il Professore Paternò, interessato della disinfezione del paese, assicurò: che le cose declinano in meglio e si spera col sistema adottato

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(io dico se vuole Iddio) che il male non vada avanti. Preghiamo e speriamo.

Aspetto copia del regolamento da tenere in caso di colera e lo spedirò subito. Prontamente le dico di tenere pronta una boccetta di laudano liquido, per somministrarlo nel caso di diarrea, da 15 a 20 gocce, in una pietra di zucchero, o in un cucchiaio d'acqua, pei grandi, da 10 a 15 per l'età mezzana, da 6 a 10 per l'età piccola, ripetendolo, se la diarrea si ripete e allontanandolo se la diarrea si arresta.

Tenga ancora delle cartine con sottonitrato di bismuto, tannino puro, ed oppio, che farà scrivere dal medico, e queste potranno usarsi allo stesso uso e con lo stesso metodo. Tenga un po’ di rosolio di menta papireta, che si compone, sciogliendo in un litro d'acqua, un litro di zucchero, anche a freddo, e poi aggiungervi un litro di spirito rettificato, e 25 gocce di essenza di menta papireta. Si battono assieme e si amministra per sedare il vomito.

Potrà ancora tenere qualche mistura cordiale, che farà prescrivere dal medico. Mi dimenticavo dirle che nel rosolio di menta papireta, si devono aggiungere 10 grammi di laudano liquido, e si batte, e si amministra alla dose di due cucchiai da tavola ai grandi, uno ai piccoli, quante volte ritorna la nausea del vomito, tenendo quella moderazione che il caso consiglia. Badi che sorvegliando tutti con attenzione, e cominciando ad amministrare il laudano, come una ritorna la seconda volta ai cessi; per lo più si guariscono col solo laudano. Se però ad onta della sorveglianza l'ammalato

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continua col vomito e la diarrea, si sviluppano i crampi, il freddo, la cianosi; in questo caso bisogna il medino, ma quando questi manca, si continua ad insistere nei medicamenti indicati, ma si aggiungono le frizioni dello spirito canforato o del linimento volatile ammoniacale, dove sono i grampi si fanno dei bagni a stufa colle mante di lana bagnate nell'acqua bollente, colle foglie aromatiche, si fanno delle iniezioni di morfina, di muschio, di caffeina, secondo il bisogno, come il medico riconosce e quando succede la reazione, per lo più si vince.

Bisogna avere pieno abbandono nelle mani di Dio e non avere timore del male, perché non è il colera solamente che toglie la vita, possiamo morire ogni momento e con svariate malattie, o disgrazie, come suol dirsi, ma ognuno di noi morirà quando deve morire e con quella malattia che manderà il Signore. Certo che il maggior numero dei morti, non sono morti di colera. Nella sua famiglia due soli sono morti di colera, e parecchi centinaia di mille altre infermità.

Abbandoniamoci nelle mani di Dio che sarà sempre la nostra protezione in eterno e tiriamo avanti tranquillamente. Io al '37, ero nel numero dei viventi, vivo tutt'ora ed è tornato sette volte il colera. Del resto io credo che il Signore questa volta, a quanto pare, vuol chiamarci a sé più pel timore che pel finale. Stringiamoci a Lui nella veracità della fede, procuriamo di vivere nella S. Osservanza e il Signore ci custodirà.

Ho scritto in gran fretta, perché tardi. La benedico con le Suore ed i Poverelli. Mi scriva con verità e presto.

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Palermo, 6 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Avrà ricevuto la mia lettera, nella quale le diceva il

da fare per la sua carie al dente, e se il dottore Manganaro non giudica necessario di estirparlo, spero che sentirà giovamento delle indicazioni prescritte, mi scriva. Alle solite notizie ne aggiungo una consolante, che il Professore Paternò interessato della disinfezione, assicura che fra noi il male decresce, e ritiene che, seguendo nella lodabile attenzione che il Municipio ha usato, fra breve, piacendo al Signore, il male finirà. Nelle nostre case si gode da tutti buona salute

Non abbia timore, figlia mia, dei due casi succeduti alla stazione, Dio è la nostra protezione e i bambini di Babilonia furono custoditi illesi in mezzo al fuoco. Sono passato per sette epidemie colerose e il Signore mi ha conservato la vita. Stia serena, figlia mia, che il Signore ci aiuterà. Per difendere e custodire la salute e la vita dei poveri, abbiamo lottato; ma nel resto mettiamoci pieni di fede e tranquillità nelle mani di Dio. Viva Gesù, viva Maria e S. Giuseppe in Compagnia!

Il dottor Digregorio disse che i farmacisti sono ben muniti, ma io desidero che si provvedesse del prontuario che io le ho detto; perché, succedendo che uno ritorna al cesso, bisogna essere presti ad amministrare i rimedi; nel primo stadio questo male è vincibile, e se ovunque si usasse l'attenzione che le ho detto, molti si guarirebbero.

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Ritorno sempre ad inculcare la S. Osservanza interna ed esterna, lo spirito della mortificazione e della penitenza, la preghiera umile e perseverante, e con questi rimedi non avremo timore del colera.

È qui presente maestro Mauro e la ossequia con tutti. Mi resto qui.

La benedico nel nome del Signore con tutti.

Palermo, 7 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Di riscontro alla sua letterina, vengo a dirle di

scrivere una letterina alla sig.ra Duchessa, senza però dirle che ha saputo di trovarsi molto male, basta dire che ha avuto notizia del di lei incomodo e che le scrive per essere informata della sua salute, e che ha pregato e fatto pregare, e continuerà a farlo, finché non avrà notizia di essersi rimessa in salute.

Non parlerà affatto di libretta, e di qualunque cosa che abbia riguardo d'interesse; basta per ora la premura della di lei salute.

Non posso accordarle il permesso di andarla a visitare, perché queste notizie di colera lo proibiscono. La Duchessa, per come ho inteso, trovasi a Bagheria. Io non ho lasciato mai di pregare per lei, ma ora lo farò con maggiore istanza, par vederla santa e presto sana, ma ho bisogno della sua osservanza per potere ottenere quanto di lei desidero.

La mia salute è buona, ma ancora non posso uscire

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di casa, e per conseguenza debbo ritardare ancora la mia venuta. Aspettiamo, quando vorrà Iddio, ed allora sarà più utile la mia missione.

La benedico con tutte le Suore, la Superiora e le orfanelle. Non lasci di pregare per me e per tutti dei nostri, perché ovunque siamo nello stesso timore ; ma, grazie al Signore, tutto è tranquillo in questo nostro paese e altrove, e nelle nostre case si gode buona salute.

Mi creda.

Palermo, 7 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (in Monreale),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Pria di tutto l'accerto che nelle nostre case si gode

buona salute; solamente ho inteso che Suor Veronica a Girgenti e Suor Pasqualina, Superiora a S. Cataldo, hanno sofferto qualche piccolo disturbo viscerale proprio della stagione, ed ora stanno meglio.

Ovunque però sono in timore per avere il colera vicino, e qui da noi si dice essere entrato; pure si è tenuto con molta discrezione: e tutt'ora, quando succede qualche caso, lo dicono sospetto.

Speriamo che il Signore non permetta che torni a fare le solite stragi, e si spera che si allontani per sempre. La città tranquillissima.

Se mi avesse scritte le difficoltà che incontrano pei conti, avrei procurato di schiarirla per poterli mandare, ma giacché si è diretta a Suor Germana, avrà dalla stessa gli schiarimenti che le bisognano.

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Son contento che andarono al funerale e da Monsignor Arcivescovo, e quando potrà avere occasione di rivederlo, lo informerà che ho fatto sempre la preghiera per lui e l'ho fatto fare, e continuerò a farla e farla fare, come lui desidera, ma imploro la Pastorale benedizione.

Per l'orfanella, se ha il locale, ritengo che come piace al Parroco, è piacere pure nostro di riceverla, e se nullaosta, potrà riceverla e speriamo che la Provvidenza l'aìuti.

Per la salute dello stabilimento mi dice al solito, questo vuol dire che tanto lei che le orfanelle continuano ad essere ammalate. Di questo ne parli al P. Parroco, al quale chiederà per me la S. benedizione, per stabilire il medico ordinario, ed il modo come fare per le vere medicine.

Io sto bene con tutti, solamente ancora non posso allontanarmi di casa, come potrò, verrò. Mi creda.

Preghiamo con perseveranza.

Palermo, 7 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ecco gli effetti prodigiosi della fede nella

preghiera! il terribile temporale finì! Sia benedetto Iddio, che ci ha tanto arricchito; preghiamo e tutto otterremo.

Io non so dirle come va la notizia del giornale del 4 agosto.

8 attaccati, 9 morti, quello che ho avuto riferito da

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medici e da persone che sono alla portata di saperlo, io sempre ho riferito. Ora è qui il dr. Maniscalco, il quale mi dice, oggi nessun caso, e, come le scrisse ieri, il professore Paternò ritiene che la vittoria è certa pel sistema di disinfezione, che si è tenuto. Però ritengo che queste notizie di giornale non siano ufficiali, e per conseguenza può anche dirsi qualche cosa non esatta. Sono lietissimo della vostra buona salute e di tutto il paese.

Qui siamo tanto tranquilli, che molti anche dei savi ritengono che le chiacchiere di colera fossero sostenute da coloro, che guadagnano con la disinfezione. Lasciando la verità come sta dinanzi al Signore, io ho ragione di credere, che il Signore ci ha voluto risparmiare, perché in altre invasioni, noi abbiamo visto crescere il numero degli attaccati e dei morti, coll'aumento giornaliero di centinaia. Ora cresce, decresce, ma sempre in piccolo numero, e con caratteri da dirsi sospetti. Del resto pigliamo il tempo, come viene, e adoriamo in tutto la volontà di Dio.

Nelle nostre case ottima salute e da tutte parti mi arrivano queste notizie. Semplicemente la Superiora Veronica ed una orfanella hanno avuto un piccolo disturbo viscerale, solito del tempo; ma stanno meglio.

Sono lietissimo che si combinò la faccenda del povero. Tutte le Suore la ossequiano. La benedico nel nome del Signore con tutte le Suore e i poveri.

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Palermo, il giorno di S. Gaetano, 7 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sono contento che mi ha assicurato d'avere

ricevuto la mia lettera, e che la comunità sembra che si fosse un tantino rimessa in calma, dopo la visita del P. Gambino. Io però non sono sereno del tutto, perché non mi sembra prudente che la Suor Geltrude la facesse da prima nella colletta; questa povera figlia ha bisogno di una attenzione particolare, perché è piccola di niente, e i suoi nervi la modificano in maniera di aver sempre bisogno di chi la guidi.

Di qualche altra Suora ho inteso qualche cosa che mi addolora, e sento il bisogno di ricevere presto un resoconto di tutte, con tale esattezza, da potermi rilevare dall'afflizione in cui sta il mio cuore, dopo aver appreso le prime notizie. Per la buona Suora Francesca ho pregato tanto il Signore per sentirla presto rimessa in buona salute, e nella confidenza della Superiora; in maniera da non avvertire più lo sconforto del mutamento avvenuto; e questo non è difficile all'anima che si è educata a vedere G. C., la Madre Santissima, in colei a cui Dio l'ha affidata per la buona guida della sua S. osservanza. Dove però vi è insieme alla fede un atomo di affetto personale, allora il passare, che si fa da una Superiora all'altra, reca forti sgomenti. Mi auguro adunque che queste imperfezioni, delle quali il demonio volea profittare, fossero del tutto passate e che già la comunità si fosse avviata per la S. osservanza, in maniera da non

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esservi cosa a deplorare. Però ho bisogno del resoconto giornaliero, per rilevare lo stato veridico di tutte le anime, e coi lumi del Signore potervi indirizzare sempre a far meglio.

Il Canonico Boscarini è tuttavia a trattare la cessione della casa col Principe di Valguarnera; subito che l'avrà ottenuta, sarà costì per conchiudere gli appalti,. ed aiutarla al buono indirizzo della comunità. Ella però per riuscire bene all'incarico che il Signore le ha dato, deve pria d'ogni cosa attendere alla propria osservanza, perché una Superiora, che non bada ad essere modello d'osservanza, non potrà riuscire a guidare le sue compagne. G. C. è il nostro modello, ed Egli essendo Dio uguale al Padre (coepit facere et docere), cominciava ad insegnare coll'esempio delle Sue opere, e così ella deve fare sempre, portando nel suo cuore e nella sua anima il desiderio che portava G. C. di patire tutto da tutti, per evitare ad ognuno la menoma sofferenza, e quando col suo esempio, questo amore caritatevole, questo spirito di vera osservanza di nostra S. regola sarà nel cuore e nell'anima di ogni nostra sorella, allora la comunità avrà tutta la benedizione di Dio, e l'osservanza sarà perfetta, e l'elemosina abbonderà, e la salute sarà prospera, e le forze saranno superiori alle sofferenze, e il vostro buono esempio santificherà le anime alle vostre cure affidate, edificherà la città che vi osserva, e Dio sarà glorificato in ogni vostra opera.

Io desidererei che qualche altra suora potesse acquistare l'esattezza di suor Tecla nel servizio della cu-

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cina, che è tanto importante per l'osservanza dell'orario della comunità ed anche dei poveri ammalati, e quando questo si è ottenuto, farei uscire suor Tecla per la colletta unitamente a suor Geltrude, o a qualche altra, che sa come deve farsi. La suora che va per la colletta, oltre la benedizione della Superiora, chiederà al buon Gesù di essere benedetta e prosperata, pria di uscire a cercar l'olemosina pei poverelli, e quando la domanderà veramente, collo spirito della carità di G. C. non potrà mai mancare il necessario alla vita, perché noi sappiamo che G. C. con pochi pani e pochi pesci sfamò una immensa popolazione, e non è questa la prima volta che il Signore ripete questo miracolo nella casa nostra. Desidero speciali informazioni di suor Clotilde e di suor Susanna, per le quali ho qualche pensiero.

Le do buone notizie di tutte le nostre Suore di qui, di Monreale, di Girgenti, di S. Cataldo ed anche delle orfanelle di ogni casa, particolarmente di Terre Rosse, dove hanno fatto un bellissimo esame, che ha fatto tanto onore alla buona maestra. Ora si preparano al saggio, e oltre la premiazione, da me promessa che già se l'ebbero col risultato degli esami, avranno quella delle medaglie e dei quadri d'onore, dopo il saggio alla presenza di Sua Eminenza il Cardinal Celesia, nostro Eminentissimo Arcivescovo.

Desidero sentire al più presto che il suo cuore è tutto di Gesù, e che non vive che per lui. Desidero che facendo esercizio di scrivere, possa arrivare presto a scrivere senza segretaria, ma anche, per mezzo della

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segretaria, vorrei vedermi arrivare regolarmente il suo resoconto per lettera assicurata.

Come sta Suor Filomena? le dica che ami assai l'amatissimo suo Gesù, ed otterrà pienezza di grazie.

Quanto desidero di sentire che Suor Rosalia è piena dello Spirito del Signore, e che la sua vita è nella volontà di Dio. Così di tutte le altre Suore.

La mia salute, per come dicea quella S. donna, andrà secondo l'osservanza della comunità.

La benedico con tutte le Suore, le orfanelle, le Aspiranti, i Poverelli tutti.

Palermo, 7 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ricevetti la sua cartolina postale e la ringrazio,

perché, sebbene dentro di me fossi tranquillo che trattasi dei soliti disturbi che sogliono succedere in questa stagione, pure di questi tempi siamo tanto in allarme, che ogni piccola cosa disturba. Però la prego di scrivere in lettera chiusa e non in cartolina postale, comunque si limitasse alle notizie della salute; non mi piace che ciò che avviene nello stabilimento si rendesse di ragione pubblica.

L'orfanella prese in tempo il laudano? le cartine del bismuto? già suppongo che non manca la vostra sorveglianza e che vada pure meglio, e che la presente vi trovi tutte di buona salute, come posso assicurarvi di &ne a dei nostri.

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Qui sembra che il male declini e non ho inteso che vi fossero nuovi attacchi, e oggi che venne la mamà di Suor Rosa, sosteneva che quelli, che si sono dati per attaccati di colera, hanno avuto tutt'altre malattie.

Sia la verità quella che vogliono, di certo abbiamo che il Signore ci scuote, quant'altro, colla minaccia dei suoi flagelli, e il vero rimedio, secondo me, sarebbero la penitenza, e la preghiera.

Uniamoci nella preghiera, figlia mia, nell'ora della S. osservanza, e così riformati nello spirito, speriamo di ottenere la grazia di essere liberati per mezzo della Mamma nostra Santissima.

Non posso prolungarmi, perché ho molte lettere a fare.

La benedico con tutte le Suore e le Orfanelle.Domani aspetto lettera; Suor Celeste lesse la

cartolina e domanda precisi dettagli.

Palermo, 8 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Se io non fossi sereno pell'incomodo suo, la sua

ultima mi avrebbe gettato in una gravissima angustia, parole testuali che riguardano le sue sofferenze e quelle degli altri. «Stanotte ebbi di nuovo diarrea e grampi nella gamba. Il dottore oggi mi scrisse una mistura e spirito canforato per strofinazione nella gamba». Mi hanno detto che Rosina trovasi meglio. «L'orfanella ammalata pare che fosse una malattia interessante. Le assi-

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curo ch'è una pena, perché è una delle migliori ragazze che abbiamo. Preghi la S. V. il Signore, che s'è gloria Sua le ridonasse la salute. «Ne abbiamo altre quattro che vomitano come quelle di Terre Rosse».

A questa si aggiunge la notizia della mamma di Arcangelina Zappardo e si conchiude: «Viva Gesù e la Mamma Nostra SS. che per loro misericordia ci tengono sotto la loro protezione». Io spero tutto per il loro potente aiuto, ma vi prego a scrivere con maggiori dettagli le vostre lettere, e non farmele mancare in questo momento. Qui nelle nostre case si sta bene, il Paese più tranquillo del passato.

La benedico nel nome del Signore con tutti; potendo mi scriva di carattere suo, se soffre a farlo, non si sforzi, ma mi faccia scrivere tutto con chiarezza. Se mi potesse scrivere il Dottore, gli resterei gratissimo.

La benedico di nuovo.

Palermo, 8 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sono dolente che non mi arrivano sue nuove, ad

onta che le ho scritto di scrivermi.La prego di nuovo di volermi scrivere in vista

anche due parole, per darmi le veridiche notizie di lei, di tutti della casa e del Paese.

Qui tranquillità massima, minorativa di casi sospetti.

Le nostre case, ottima salute.

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Palermo, 8 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Riscontro la Sua pervenutami oggi colla data di ieri

ed il numero progressivo (11); il mio dunque dovrebbe essere (12) e non undici, perché fui il primo a numerarle, comunque poi per dimenticanza ne avessi mandato parecchie senza numero. Dal conto però fattomi dalla S.V. avrei dovuto mettere (10) in quella di ieri, e per conseguenza (11) in quella di oggi, ma se la S. V. esamina bene le mie lettere, credo che dovrebbero essere dodici.

Vero è che io una volta non scrissi, ma della S.V. io stiedi 3 giorni senza ricevere lettera.

Fa benissimo a fare perseverare tutti nella preghiera; procuri però d'ispirarle al vero gemito della preghiera umile, unita al divino volere, per amore e gloria Sua, e col sentimento della vera contrizione, e la risoluzione vera di volere essere tutte di Dio, e il desiderio della conversione di tutti e sopra tutto con quella viva fede, che assicura la grazia, perché nostro Signore G. C. ci ha insegnato che, qualunque cosa noi domandiamo in Suo nome all'Eterno Suo Padre, ci sarà accordata. Oltre ciò si ricordino che la Mamma nostra è la stessa Madre di Dio, che Essa è la nostra Superiora, e che siamo nella Sua casa, all'osservanza della Sua regola, e stia. fiduciosa e piena di S. coraggio, che otterrà tutto.

Nessuna notizia ho avuto oggi dello stato del nostro paese, ma tutto è tranquillo e nelle nostre case si gode ottima salute.

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Non è vero che io sia costretto a stare in casa per essermi presto alzato, perché io mi alzai col permesso dei medici e la loro intelligenza l'avrebbe proibito.

Oltre ciò, la loro sorveglianza si sarebbe accorta dei cattivi effetti del mio star alzato, e m'avrebbero potuto ordinare il riposo. Anzi hanno detto sempre che tutto va bene. Speriamo che presto potessero rimarginare la ferita e così esser libero a potere uscire e viaggiare.

La salute mia però è stata sempre buonissima e così in atto la godo insieme a tutti di nostra comunità, perché ogni giorno ho notizia di tutte le case. Per la lettera da dirigere alla moglie del Sindaco, io non credo che potrebbe interpretarsi come un nostro ravvedimento, perché lei deve pregarla per mediarsi a persuaderlo di preparare altrove l'infermeria dei colerosi, e se mai il Sindaco fosse ancora nelle sue idee, perché dolente del nostro regolamento che abbiamo creduto giusto e necessario, siamo pronti a qualunque riparazione; e la prima è questa, di correre a prender cura dei poveri colerosi.

Dovendo esser questa l'idea che deve campeggiare nella lettera, se si ostinano, o se si piegano, noi non abbiamo perduto nulla, ma non potrà dirsi che non ci siamo umiliati. E se succede che dalla parte dei Superiori del Governo viene qualche disposizione, ce lo troveremo più amico.

È arrivato il giornale e conferma le consolanti notizie, talché abbiamo da star tranquilli anche per questo.

Qui si sta facendo eseguire una bella statua della Immacolata come una delle apparizioni di Lourdes. Sa

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se per voi ne bisognerebbe una copia? io avea inteso che vi era un benefattore che volea farla, se è vero? mi dica che somma vuole spendere, perché questa è bellissima. Resto qui perché debbo fare altre lettere.

La prego di applicare il cataplasma al dente, e di fare tutto quello che può giovarle per non essere gravata di quest'altra sofferenza.

Sono sicuro che pregando con fede vera e per ubbidienza, sarebbe liberata. La benedico con tutti.

Palermo, 8 agosto 1887

Figlio mio in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Riscontro categoricamente la sua carissima. Io non

dubito che per lei venire a Palermo non deve averne bisogno, ma per camminare sempre colla S. obbedienza, le avea detto di scrivermi di tutto ed avvertirmi anche quando esperimenta questo bisogno per venire colla S. Obbedienza; in questo momento poi, figlio mio, ancor che me ne avesse scritto, l'avrei pregato di astenersene e per lei e per la Colonia, dove dovrebbe tenersi massima diligenza per evitare il contatto di provenienze infette. Pel povero Fr. F. dice benissimo, deve partire, ma invece di accompagnarlo lei, potrà farlo accompagnare, dopo il 15, dai frati che devono far ritorno, se riusciremo a poter cambiare il personale, in maniera che non si rechi danno costì, e qui potessero avere l'aiuto che potrà, da un momento all'altro, bisognare.

Per la roba io le feci scrivere di Fr. Giacomo, di

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mandarmi il notamento dello stretto necessario, colla possibilità dell'epoca del pagamento, anche a varie riprese, che cercherei di combinare coi fratelli Ingraiti, e ancora non l'ha mandato.

Per l'acqua io le consiglio di dipendere dal parere di Padre Don Pasquale, dietro di aver preso il parere di tutti, e ciò perché reputo che non sarà strano nei suoi consigli, avendo avuto occasione di lavorare coll'acqua, e anche perché conviene tenerlo affezionato all'opera. Non capisco perché bisognano 1000 lire; né lei mi ha informato esattamente delle fatiche fatte, per io potere formare un giudizio.

Per l'acqua dei pioppi che può venire alla casa, se si è fatto tutto il condotto conviene presto murarlo per non perdere le fatiche fatte, colle pioggie imminenti, che il tempo minaccia; se non lo avete fatto tutto, ci contenteremo di raccoglierla e mettere quei tubi che si possono mettere, per assicurare la sorgente ed avere l'acqua pura, rimettendo la continuazione del lavoro, quando avremo il tempo, se loro o il padre D. Pasquale, o Lucido non volessero aiutarci ad espletare ora il lavoro per esserne rifatti a prima possibilità.

Per quella del Bevaio, io mi sarei contentato che si fosse messo un tubo di ferro nell'ultima cuba, dove pria si attingea l'acqua sporca, ricostruendo detta cuba per poterla avere pulita, e mi sarei contentato di quel poco che scorreva, invece di fare altre spese nel momento che non possiamo, ed in un punto meno utile di quello dei pioppi che può portare l'acqua sino alle case.

Ed io avea scritto ed avea mandato a dire col cu-

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ratolo Vitale, e ne avea anche scritto al Padre D. Natale di fare così.

Solo per evitare che si continuasse a bere l'acqua limacciosa.

Per le indulgenze della porziuncola, secondo il decreto ultimo del S. Padre Leone XII, avrebbe potuto lucrarla, facendo le visite nella nostra chiesetta e per tutte le altre potrebbero pure lucrarsi con la carità del padre D. Natale.

Pel Campo Santo mi torni a scrivere, finché io potrò fare tutto. Per la altre cose a dire, di presente potrebbe scrivere o per comodo sicuro, o raccomandandola per la posta. Mi resto qui; per la faccenda dei frati scriverò domani.

La salute pubblica qui continua coi sospetti; ma il paese tranquillo, io non leggo giornali e non so dirvi se oggi vi sono nuovi attaccati, e quanti morti; il certo si è che il panico invade tutte le nostre case, perché la posizione che abbiamo qui, è ovunque in tutte le provincie. Mi aiuti colla preghiera. Col ritorno del Padre D. Natale le manderò un prontuario di medicina, ma io ricordo che qualche cosa la portammo con noi, al momento dell'impianto. È vero? mi scriva.

La benedico con tutti e con invariabile affetto mi segno.

P. S. - Ricevasi altre 5 salme di pozzolana.

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Palermo, 9 agosto 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Il suo silenzio e di tutti di costà mi ha messo in

grave angustia. Se domani ad orario non riceverò alcuna lettera farò un telegramma con risposia pagata.

Noi tutti buoni, nel paese il male procede come al passato. Paese tranquillo.

Scrivetemi con verità; fatelo per amore del Signore, di togliermi da questa angustia.

La benedico con tutti.

Palermo, 9 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Scrivo in gran fretta, perché ho avuto da fare per

impiantare i telefoni con Terre Rosse e Quinta casa.La sua mi consolò, confermandomi le buone nuove

di salute per tutti, ed ugualmente io l'assicuro, perché, se continua qualche caso sospetto nella città, pure sta nelle proporzioni passate, e nelle nostre case grazie a Dio si sta bene.

Da Suor Veronica ricevetti lettera oggi, scritta di proprio carattere, e mi assicura star meglio insieme all'orfanella; era un disturbo ordinario per la stagione. Per l'affare delle orfanelle, che vogliono consegnate, io credo opportuno di fare una lettera che farà copiare

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tante volte quanti sono i Deputati dell'orfanotrofio, e spedirla, allo stesso tempo, a tutti.

Nella lettera narrerà i fatti accaduti per questo riguardo, e poi aggiungerà che non sa capire, perché siasi diffusa questa falsa notizia che le sorelle partiranno. Le suore sono pronte a morire, ma non abbandoneranno mai i Poveri, che il Signore ha affidato alle loro cure, eccetto il caso, pel quale G. C. medesimo prescriveva ai Suoi Apostoli, di scuotere la polvere dei loro calzari e andar via.

Di seguito procurerà interessarli, per proteggere le povere orfanelle, quietando coloro che li pretendono, per lasciarle nello stabilimento.

Se dopo tutto questo, lungi d'interessarsi i sig. Deputati a proteggere le orfanelle, permetteranno che u. scissero, perché senza il loro consenso non deve farle uscire, o tutte o parte. La S. V. dirà che la sua pena è questa, che chi esce non può rientrare e se si osti. nano, le consegnerà.

Spiacemi moltissimo questa continuazione di temporale così terribile, anche pel danno recato ai proprietari, che farà sentire maggiormente la carestia. Signore abbiate pietà di noi. Madre Santissima aiutateci!

Preghino, ed otterranno. Per tenere chiuso lo stabilimento, e non fare mormorare i genitori che voglio. no vedere le figlie, la S. V. può farle loro vedere, facendo affacciare dal balcone o dalla finestra le orfanelle e quelli di fuori li vedranno. Così non possono dire che muoiono di fame, o che sono morte od ammalate; a Terre Rosse si fa così.

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Ripeto, salute di tutti buona.La benedico colle Suore, le Orfanelle, i Poverelli.L'ho servita col Professore Mauro, il quale ogni

sera mi fa la carità di bucare le lettere.Mi consolo che sta meglio.La benedico di nuovo.

Palermo, 9 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Quanto le sono grato per avermi scritto di proprio

carattere, pria di avere ricevuto la mia di ieri sera.Quanto è buono il Signore con noi! io vedo ad ogni

momento maggiore la nostra ingratitudine per la pioggia continua dei Suoi immensi favori! Oh! se sapessimo capire la gran sorte della nostra vocazione! Oh! Se fossimo tanto fedeli da corrispondere con verace diligenza all'osservanza interna ed esterna! Quale felicità non inonderebbe l'anima nostra! Quale incendio di carità si dilaterebbe per tutto il mondo! invece noi siamo freddi, per non dire morti nella fede, e le opere nostre non si differiscono da quelle, che operano gli uomini del mondo; stiamo tuttavia sotto le pressioni del nostro cuore, ci regoliamo con la nostra ragione, ci avvaloriamo delle nostre scaltrezze e non pensiamo che la nuova vita, infusa all'umanità pel nostro divin Redentore, è tutta fondata nella fede e si alimenta dell'adorabile volontà di Dio.

Facciamo senno, figlie mie, e risvegliamoci da questo profondo letargo che può dirsi morte, anziché sonno.

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Al posto del cuore collochiamo l'adorabile volontà di Dio, e sia per noi Essa sola l'unico nostro amore. Al posto della ragione collochiamo la fede, di cui la prima non è altro che ancella, per prestarvi in tutto ossequio ragionevole, e pieni di questa vera vita saremo trasformati nell'uomo nuovo, saremo come il Redentore ci vuole, come bambini semplici, sinceri, umili, innocenti, ubbidienti, ed in tutto vedremo e sentiremo le cose di ben'altra maniera, non più all'umana, ma alla Divina. Per riuscire a questo non bisognano molte fatiche, basta osservare veramente la regola nostra. Credere con viva fede che Dio ci è ovunque presente, e mettere tutta la diligenza per non smarrire mai questa gran verità, è proprio il mezzo più efficace di vivere del suo A more. Ricevere tutto dalle Sue mani e guardare in tutte le umane creature la sua immagine, è proprio un trattare costantemente con Lui, che alimenta e dilata l'incendio dell'amor Suo, che si chiama carità.

Far tutto per puro amore e gloria di Dio è lo stesso che partecipare, come si può, da viatori alla gloria dei beati e degli Angeli. Cosa fanno gli Angeli? stanno sempre alla presenza di Dio. Da chi ricevono gli ordini, i comandamenti? Da Dio. Per quale ragione si accingono ad operare? Per l'amore e per la gloria di Dio. Oh! figlie mie, e non vedete che Dio vi ha prescelto per essere come gli Angeli Suoi sulla terra! perché volete operare ancora all'umana? Signore, fateci secondo il vostro cuore; rivelateci questa nuova vita di fede nella vostra adorabile volontà, e saremo sempre con Voi, perciò sempre felici!

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Il medico venne e non mi portò il metodo di cura e le ricette; spero mandarlo domani. Confermo per noi le passate notizie senza novità, nelle nostre case buona salute. La S. V. mi scrive: sto' meglio e così l'orfanella. Sia Dio benedetto che ci consola così. Il laudano, bene amministrato e opportunamente, è un valoroso rimedio; speriamo che il Signore ci liberi presto del bisogno di usarlo. All'osservanza che è il nostro tesoro unite la preghiera, figlie mie, con umiltà, fede viva ed unione al Divin volere; e la Mamma nostra ci proteggerà in tutto e ci otterrà tutte le grazie dal Suo divino Figliuolo. Scrivetemi giornalmente con verità e dettaglio.

Tutti dei nostri buonissimi e vi salutano. La benedico con tutte le Suore, le orfanelle e i benefattori.

Palermo, 10 agosto 1887

Rev.ma Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori!Ho dovuto fare molte lettere, e non mi resta tempo

di riscontrare la sua. Per non lasciarla senza buone nuove di noi e di questa nostra città, vergo la presente per accertarla, che le cose continuano allo stesso modo, e nelle nostre case si gode ottima salute.

Domani spero avere maggior tempo e scriverle a lungo.

La benedico con tutti, mi congratulo delle grazie ricevute dalla Mamma Santissima e mi segno.

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Palermo, 10 agosto 1887

Rev.ma Superiora,Sia Gesù amato da tutti i cuori.Nelle due di Suor Rosa e della Superiora nessuna

notizia trovai della sua salute, e della casa, e nemmeno del paese.

Noi continuiamo al solito; nelle nostre case buona salute; abbiamo veramente da ringraziare il Signore.

Suppongo che domani riceverò sue notizie ed esatte.

Non posso prolungarmi; il Maestro Mauro aspetta per imbucare la presente.

La benedico con tutte le Suore e le Orfanelle.

P. S. Per la chiesa riscontrerò appresso.

Palermo, 10 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La descrizione che ella mi fa della salute delle

nostre Suore mi mette in grave angustia per le loro sofferenze, e per lo stento che devono durare nel servizio della casa. Vi sono bravi medici costí? Si curano? È vero che vi è un buon oculista? Cosa dice del male agli occhi delle due Suore? Se i medici sono bravi, ed esse si curano, non mi resta che pregare caldamente il Signore per la loro guarigione; se, no, la coscienza mi obbliga ad altre pratiche. Mi risponda. Giacché due o tre alla settimana si attaccano o muoiono, conviene che

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a custodire i poveri infermi si procuri di evitare ogni esterno contatto, che il pane che viene dalla colletta, potendolo, si bagni e si metta nuovamente al forno, se potete, fate uso dell'acqua bollita per bere, e procurate di tenere la più esatta igiene, mangiando con moderazione e cibi sani.

Ha fatto bene ad usare con esattezza il laudano, e a tenersi preparata con gli altri medicinali prescritti,. per tutti gli eventi possibili. Qui da noi duriamo nella: stessa posizione; durano in piccolo numero i casi sospetti, il paese è tranquillo, nelle nostre case buona salute. Tutti la rispettano con le Sorelle. Per la cucina economica, della quale le parlò il Parroco, io acchiudo una lettera per lo stesso, che la S. V. chiuderà, dopo di averla letta, e la manderà all'indirizzo. Oltre quello che ho scritto al Parroco, dico alla S. V. che se risolvono di darle ogni giorno la carne per fare il brodo, tanto per i poveri interni, quanto per gli esterni, e la S. V. crede che potrebbe tutto cuocersi bene nella nostra cucina, allora non hanno bisogno di costruirne una altra. Ma se il numero dei Poveri è tale, che la nostra cucina non basta, bisognano costruirla, ma in una località che sia capace, e che la povera Suora non muoia, pel caldo, e pel fumo, rovinando, per questo stesso che la cucina non sarà bene costruita, lo stesso mangiare. Se però la cucina nostra sarà sufficiente, anche cuocendo una volta per gli esterni, ed un'altra per gl'interni, in questo caso, nella cucina non ci deve essere alcun traffico; le Suore debbono stare colla loro libertà. Poi, ad ora puntata, con le marmitte si porta il brodo ben

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condito, la carne ed il pane, dalla parte dove deve farsi la distribuzione, e coll'assistenza dei componenti la Commissione, e qualche guardia di questura o municipale, si farà la distribuzione, ritirando sempre i buoni, che la Commissione avrà distribuito ai poverelli. Avrà cura di aprire un conto esatto della carne, degli aromi, delle legna, del pane, e di tutto quello che impiega per la cucina, e poi quello che ha ricevuto deve esattamente bilanciare colle razioni, che darete tanto ai poveri interni che agli esterni, e i buoni, che ritirate, dovete voi consegnarli, per giustificare il vostro conto, servendovi di documenti. Se però il Municipio intende darvi della legume per cuocerla e distribuirla, non dovete affatto mischiarvi, perché questo è contro igiene. Se intendono farvi padroni di distribuire anche la carne, il brodo ed il pane a vostro piacimento, non dovete accettare perché senza una Commissione formata dalle persone che io ho nominato, non intendo che voi assumiate alcuna responsabilità. Sono del suo parere, figlia mia benedetta, che il Signore si volesse servire di questo male, come salutare avviso per avvicinarci a Lui, e non come flagello della Sua Giustizia.

Sia lodato e benedetto. La carta è finita e mi resto, benedicendola con tutti.

P. S. - Se non può scrivere la S.V. mi faccia scrivere da qualche altra sorella, ma lei nemmeno ha scritto alla Superiora Generale, perché quella mi ha scritto di stare in pensiero pel suo silenzio.

Per le aspiranti, prima di tutto deve informarsi, se

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vengono da buona famiglia, se sono state a servizio, se hanno sempre tenuto condotta intemerata, se frequentano i Sacramenti, e poi deve far fare la domanda alle stesse aspiranti e ai loro genitori.

Palermo, 11 agosto 1887

Rev.ma Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.In tutte le nostre case buona salute, in questa città

continuano le cose senza novità, tranquillità massima.La sua lettera mi consolò e se vedessi spesso i suoi

caratteri, sarei lieto. Mi spero sentire sempre che stanno tutti bene.

La Superiora ricevette le due lettere e domani uscirà a comprare la tela.

Mi scriva sempre con dettaglio.La benedico con tutti.Preghiamo sempre e speriamo.

Palermo, 11 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La ringrazio della sua seconda lettera, ma al sentire

ch'è sofferente colla testa, che veglia una notte si ed una no, che sono tutte le Suore ammalate e che è tante strapazzata, la esonero di ogni impegno di scrivermi, perché lo farà, quando ha il bisogno di qualche consiglio, ma per avere notizie, vorrei che una qualunque altra Suora, che sa scrivere, potesse informarmi

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della vostra salute, e le notizie interessanti me le scriverà, quando le sarà necessario.

Alla Superiora Generale comunicherò io le notizie che mi farà arrivare.

Benedico particolarmente la buona Suor Faustina e aspetto nuove della sua salute. Vorrei mandarle altre Suore, ma in questi momenti il mutamento d'aria può essere nocivo, e poi dove sono le Suore da poter mandare e avendole, dove potrebbero dormire? Potrei proporre 99 difficoltà, ma le Suore mancano e per conseguenza le difficoltà sono inutili ad enumerarsi. Ciò non ostante io per non saperla in tanto sacrifizio, sono pronto a qualunque sacrificio.

Ella opportunamente mi scriverà in proposito.Mi consolai, stando alle notizie dalla S.V.

comunicatemi, per la salute poca di codesto paese, e di quella della nostra casa, ma pure abbiamo gran bisogno di pregare il Signore, perché ci conforti colla sua grazia, e se nella Sua misericordia vuole rimuovere il temuto flagello. Oh! Mamma Santissima, placate voi il vostro Divin Figlio, otteneteci misericordia, e grazia di vera conversione ed osservanza, perché il peccato è la causa di tutti i mali e, tolta la causa, gli effetti finiscono.

Figlia mia, io raccomando l'osservanza interna ed esterna; lo dica a tutte le buone figlie, e la perseveranza nella preghiera, e otterremo tutte le grazie. Qui continuiamo senza novità; le nostre case sono esenti del male, e da ovunque ho ricevuto questa assicurazione.

La Superiora Celeste e tutte le Suore la ossequiano con tutte le sue compagne. La benedico con tutte le Suore, le Orfane e i Poverelli.

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Palermo, 11 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sono lietissimo delle buone nuove recatemi dalla

sua, pervenutami oggi, per la salute sua, della casa e del paese.

Sia Dio benedetto e lodato in eterno!Di me, delle nostre case tutte, continuano le buone

notizie, del paese nostro ancora, nel senso che il male non si estende, si limita sempre a piccolo numero di casi e casi isolati.

Di questo io sono certo, perché il Municipio è nella stessa attività in cui si mise, quando si verificò il primo caso, venuto da Catania, mentre le altre volte il male si è esteso dopo pochi giorni ed il Municipio ha rallentato la sua attività. Da molte anime buone si sente dire, che questa volta il Signore ci userà misericordia Preghiamo per la conversione di tutti e saremo salvi. Non si angusti di quello che mi ha detto per sola premura della mia salute, io spero essere presto guarito del, tutto e poterci rivedere.

Continuino la incominciata novena alla Mamma nostra delle Salette, speriamo che scomparissero le tracce del male col fine della stessa.

Mi avviserà dei risultati della lettera diretta alla moglie del Sindaco; speriamo che il Signore la benedica

Per la statua spiriamo che il Signore provveda diversamente.

La benedico con tutti.

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Palermo, 12 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Le nostre case tutte esenti sin'ora; salute buona al

solito, nel paese si continua allo stesso modo. Lessi la lettera per la moglie del sig. Sindaco; sta bene. Speriamo che questo mezzo giovi, perché il Sindaco veda le cose per come si dovrebbero vedere.

Della buona salute sua, di tutti di nostra casa e di cotesto paese ne godo sempre più, e non lascio di pregare e ringraziare il Signore.

Non curi le premure che fa il Municipio per avere restituito il quistionario colle notizie che desiderano. Non avendo voi tenuto conto dei poveri esterni soccorsi, non si può dire altro, che si è dato soccorso finché si è avuta possibilità di darlo, ed in queste generalità si risponderà con premura dal P. Boscarini. Non so capire però, perché il Municipio non manda a voi il quistionario stampato, come lo ha ricevuto dal Ministero ed invece lo formula lui in tanti spezzoni separati; e perché vuol da noi la risposta in tante cose che riguardano direttamente il Municipio, e che forse noi ignoriamo. Giusto quando arrivò la sua, il P. Boscarini era presente, e se lo ha pregio per riscontrarlo.

Io domandai le sue scuse pel ritardo al maestro Mauro e manifestai la premura sua, comunque non possa al momento adempire. Oltre ciò domandai al P. Boscarini, se la Superiora Maddalena ha pensato di eseguire l'incarico suo e se ha riscontrato le sue lettere.

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Mi disse che si informerà per la prima parte, e per la seconda mi assicurò che ieri sera le scrisse, e le inviò il ricettario, e il regolamento pel colera.

Sarebbe cosa bella ed utile quella del telefono, ma bisognerebbe molta spesa, e chi potrà farla? e dubito ancora che si incontrerebbe difficoltà dalla parte del Governo a concederla, perché i telefoni dello stato ne sentirebbero danno; pure domanderò.

Suor Veronica assicura star bene e che in Girgenti sono esenti dal male.

Speriamo che finisca in bene la faccenda delle orfanelle. Voi per altro siete in corso di novena alla Mamma nostra, pregate anche per questo.

Di Suor Maddalena avrà ricevuto la lettera, ma io le dico che sta bene, come sto bene io per l'affare dell'operazione, ma aspettiamo la perfetta cicatrizzazione.

Quanto la ringrazio per avermi dato sempre le notizie del Sig. Piazza; mi congratulo del di lui miglioramento e di tutto cuore a nome del Signore lo benedico con tutta la famiglia.

La Suor Pasqualina è in atto la più travagliata di tutti perché nel paese vi è stato qualche caso, e continua con discrezione a ripetersi ed oltre a ciò ha la maggior parte delle Suore incomodate, chi agli occhi, chi con febbre, poverina è caricata sopra le forze, e la mia maggior pena si è, che non posso inviarle un aiuto! Sia tutto come vuole Iddio. Preghiamo a vicenda, figlia mia, e aspettiamo tutti gli aiuti dal Signore.

La benedico con tutti.

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Palermo, 12 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Io sto sicuro che la S. V. Scrive la verità e per

conseguenza mi rallegro immensamente, che il Signore ha esentato cotesta città dal flagello, che minaccia molte altre, e che nella nostra casa si gode buona salute, guardandola sotto questo riguardo, perché a quanto vedo vi sono sempre delle ammalate di malattia ordinaria, e fra queste la buona Bonifacio da due giorni con febbre. Sia Dio benedetto, che ci ha usato tanto misericordia!

La tranquillità massima del nostro paese, ed il mio star dentro, scrivendo, mi priva di sentir notizie, ma da quelle che vengono si dice sempre la stessa co. sa, che non è colera come le altre volte, che i morti non superano il numero ordinario, che suole aversi anche in tempi normali, e non mancano di quelli che credono che queste chiacchiere siano tenute da quelli impiegati, che perderebbero il soldo, se finisse il colera. Però io sto a credere che il colera l'abbiomo e che il Signore ha voluto usarci misericordia, tenendolo così mite. Continuiamo a pregare, figlie mie, e speriamo che il Signore ci liberi e faccia servire questo salutare timore per liberarci dal maledetto peccato, ch'è causa di tutti i mali.

Nelle nostre case sin'ora nessuno avvenimento doloroso; piccoli disturbi che passano col laudano; però in S. Cataldo vi è stato qualche caso nel paese, come qui

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in Palermo, e veramente mi tiene in pensiero quella povera casa, dove la buona Suor Pasqualina è andata da Superiora. Preghiamo particolarmente, perché il Signore liberi quel povero paese e custodisca la nostra povera casa. Ho consegnato la sua alla Superiora Celeste, ch'è qui presente, che bada ad accomodare un piccolo manto all'Assunta e sta inviando le Suore per fare l'acquisto ordinatole e lo invierà per la posta.

La mia salute è buonissima, così Suor Maddalena, Suor Celeste, Suor Vittoria, Suor Amalia, Suor Lucina, Suor Pasqualina, Suor Vincenza, così anche tutte le Suore, le Aspiranti, le Orfane, i vecchierelli e le vecchierelle, non calcolando le solite sofferenze d'ognuna. Io non avevo capito che le ragazze fossero figlie del Signor Sciascia, ma pure lei fece bene, perché comunque di buona famiglia pure le interne non possono ricavare utile del loro rapporto. Speriamo non segua un pregiudizio.

Vorrei dirle qualche cosa pel mio signore Campare, ma la persona interessata non si è fatta vedere e lei farebbe assai bene, se nelle sue lettere mi ricordasse questo affare. Quando ha l'occasione di vedere S. E. Mons. Vescovo implorerà una speciale benedizione per me e per tutti delle nostre povere case. Speriamo che lo scultore potesse far meglio del pittore e che, aggiustando, non si guasti dippiù. La benedico nel nome del Signore e della Mamma Santissima con tutte le suore e le orfanelle ed una benedizione speciale per le ammalate.

P. S. - Si ritirarono le Suore e non riuscirono a comprare né la seta né la tela, la seta perché si desi-

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dera una mostra non maneggiata per essere sicure del punto di colore, la tela perché si desidera sapere di quale larghezza vi bisogna, per non venire il Rocchetto aggiustato.

Scrivano presto e mandino il campione per essere ben servite.

Palermo, 12 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Riceverà dal porgitore gli oggetti che volle

comprati, che costarono gli aghi L. 5.40 e le foglie C.mi 75, totale L. 6.15.

La faccenda del medico potrebbe accomodarsi, assegnando una casuccia all'anno, quanto crede il Rev.mo P. Parroco che possa essere regolare pel medico che deve accettarla, e per lo stabilimento che deve pagarla. Perché, se questo non si fa, dovremmo contentarci di quelle visite che potranno farci caritatevolmente, e saremo sempre a deplorare la stessa angustia.

Del resto la mancanza del medico ha causato tante spese di carrozza per portare in questa le ammalate, e questa si economizzerebbe. Resta a vedere, se vi sono bravi medici, perché si facesse. la scelta migliore, senza pericolo di restare ingannati.

Al momento però io non credo opportuno 'di venire per portare le ammalate, perché, lo stesso venire per poco in questa, può essere dannoso.

Invece se ha la pazienza di scrivermi di ognuna tutte le sofferenze, consulteremo questo Dottore e ve-

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remo, se potrà curarle da lontano, molto più che egli le avrà vedute antecedentemente, e, almeno di alcune, potrà formarne il, giudizio.

La S. V. parla di enteroclismo, che forse costì non avete, io credo che avrete la pompetta aspirante e premente col virmiglione di ferro filato. Qualunque esso sia lo strumento, che avete per questo uso, mandatelo e lo faremo accomodare.

Qui il paese è tranquillo, ma il colera lentamente continua. Nelle nostre case non è accaduto niente. Preghiamo e speriamo che il Signore voglia liberarci di questo flagello.

Salute mia e di tutti buonissima.Di Suor Antonia e di Suor Carmela e delle altre,

visitate da questo medico, scriva anche le cure prescritte e che risultato hanno avuto.

Si è stato ad aspettare l'ovaro e ancora non è venuto. Se non torna oggi. come avea promesso, speriamo che venisse domani.

Raccomando assai la S. Osservanza e la preghiera. Destiamoci, figlie mie, è tempo di dir davvero, perché il Signore ci chiama all'ordine, e vuole che noi vivessimo veramente della vita di fede nella Sua adorabile volontà, per la quale ci ha chiamato in questa Santa osservanza.

Cresca sempre più nei nostri cuori la divozione filiale verso la Gran Madre di Dio e Madre nostra e col Suo valido aiuto speriamo ogni cosa. Questa Superiora e tutte le Suore la salutano, con tutte le Sorelle.

Io La benedico con le stesse e colle orfanelle e mi segno.

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Palermo, 12 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori!Che bel campo di battaglia, che le ha dato il

Signore! Bisogna combattere da valoroso soldato, pregare e sperare molto dall'aiuto di Dio e della Mamma nostra. SS. Coraggio! figlia mia benedetta, la croce porta al cielo: e non saranno coronati se non che quelli, che avranno legittimamente combattuto.

Io ho ricevuto due lettere, una ier l'altro, un'altra ieri ed oggi una cartolina colla data degli 11 volgente. Ho riscontrato alle prime due, ed ora riscontro la cartolina, dalla quale ho rilevato che Lei, suor Vita e suor Giulia, stanno bene ed il resto ammalate, e suppongo i o coi soliti incomodi, perché mi dice al solito. Nella mia di ieri le feci talune domande su tale riguardo, e se la posta di cotesto paese è regolata, come quella degli altri, suppongo che domani avrò le desiderate risposte per vedere cosa debbo risolvere, sia per dare aiuto alle sorelle sofferenti, sia per dare aiuto a lei in codesta casa, sebbene il tempo e le circostanze tutte del momento fossero opposte a questi viaggi e mutamenti di aria. E qui il Municipio ha proibito le nuove ammissioni, e non sappiamo quali altri ostacoli si potrebbero incontrare.

Scrissi alla Superiora G.le che lei avrà cura di scrivere a me o di farmi scrivere ed io comunicherò le notizie.

Ricevette la lettera mia con l'acclusa pel Parroco?

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Viene il Parroco di questi tempi? In quali rapporti sta in atto la casa con l'esterno? Ritengo che la S. V. procura di tenere i Poveri separati da qualunque contatto.

Troverà in questa compiegato un ricettario, con metodo pratico per la somministrazione dei medicinali in caso di colera, secondo i vari sintomi che si sviluppano. Speriamo che non potesse bisognarle mai, ma per tutti gli eventi è buono che se lo studi, e che tenga un prontuario di medicinali per tutte le occorrenze possibili. Il nostro paese continua ad essere tranquillissimo, comunque si verificassero giornalmente dei nuovi casi staccati, alla spicciolata. Io ogni giorno offro l'Incruento Sacrificio per ottenere la Misericordia del Signore, sopra tutti i popoli e particolarmente per le nostre case. « Signore convertiteci e fateci secondo il Vostro SS.mo Cuore » .

Suo fratello sta bene, è stato vari giorni a Terre Rosse, dove per l'occasione del colera abbiamo fatto mettere due penne d'aqua di quella del Rev.mo Mons. Briuccia. Mi diceva il Can.co Boscarini che sta benissimo, e così tutti dei suoi parenti e che con molto affetto ha preso cura di quel lavoro. Se lei non può scrivere, può farmi scrivere da Suor Caterina o Suor Emanuela e all'una e all'altra dirà che ho vedute della prima la Madre, che mi assicurava star bene coi suoi e della seconda la Madre, la Zia e la sorellina Concettina ed il fratellino e stanno tutti bene.

Resto qui rapportandole i saluti di questa Superiora e di tutte le Suore.

La benedico nel Nome del Signore con tutti di cotesta casa.

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Palermo, 13 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Questa mattina ho avuto molto da fare al

Municipio per ragione di fabbrica e di acquisto del Palazzo Magione. Essendo tardi e dovendomi dire tutto l'ufficio, non posso riscontrare la sua e quella di Suor Matilde; lo farò domani, se il Signore mi accorderà il tempo.

Però a non lasciarle prive di nostre nuove, vengo a dirle che, sebbene continuino i casi nel paese, pure nei nostri stabilimenti, qui e ovunque si gode buona salute. Solamente non posso asseverare con sicurezza la stessa notizia di S. Cataldo, perché oggi non ricevetti lettera

Il Maestro Mauro attende per imbucare la presente e saluta tutti.

La benedico con tutte le Suore e le Orfanelle.Pregai il P. Boscarini per recarsi da Langher ad

eseguire la sua commissione.

Palermo, 13 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi sono stato in molte faccende per l'acquisto

della casa di Magione e per la costruzione della nuova fabbrica, che deve farsi alla 5ª Casa, e dovendo parlare col Sindaco e coll'Assessore ho perduto una intera gior-

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nata. Nella novità che costì vogliono fare, la S. V. può sempre pregarli di scrivermi direttamente, e così si libera da queste strane pretensioni, nelle quali sembra esservi un motivo caritatevole, che poi non è carità vera.

L'ospedale dei consunti, qui in Palermo, è separato anche dagli altri ospedali. Ma lei farà così: dirà che dalla parte sua è pronta a fare tutto quello che ordina l'ubbidienza, ma li prega a scrivere a me.

Qui le cose continuano allo stesso modo; nelle case nostre ottima salute.

La benedico con tutti.

Palermo, 13 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi ho avuto molto da fare al Municipio per la

casa di Magione, che si deve acquistare, e per la fabbrica che deve eseguirsi alla stessa 5a Casa. Mancandomi il tempo, non voglio lasciarla senza le nostre consolanti notizie, e dico consolanti, perché lo stesso che il male si tiene sempre così circoscritto e piccolo numero di casi, è grande consolazione, ed oltre questo che il Signore sin'ora ha tenuto illese tutte le nostre case.

La stessa notizia di buona salute posso darla di tutte le case. Non lasciamo la preghiera e speriamo tutto dal Signore che ci usa tanta misericordia.

La benedico con tutti.

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Palermo, 13 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi non ricevetti sua lettera, non volendo dar

campo alla mia, fantasia, suppongo che ci sia stato qualche ritardo per motivo postale e domani ne riceverò due.

Qui tutto al solito, nelle nostre case ottima salute, e così posso assicurarle da Girgenti, Valguarnera, Canicattì, Monreale, S. Giuseppe ecc. Scrivendomi procuri rispondere ai quesiti da me fatti.

Tutti di questa casa di S. Marco l'ossequiano ed io benedicendola nel Signore con tutte le Suore, le orfane e i vecchierelli mi ripeto.

Palermo, 14 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi meno di ieri i nuovi casi. Paese serenissimo.Case nostre ottima salute. Così mi consolo avere

inteso di voi e non posso finire di ringraziare Iddio e la Mamma nostra.

Essendomi messo agli affari per queste pendenze che ho col Municipio, ritengo che non avrò il tempo di scrivere altro che cartoline; se però si fa presto il contratto del Palazzo Magione, e l'appalto della nuova fabbrica alla 5 Casa potrò avere tutto il tempo.

Per questo stesso che sono uscito si rileva che sto meglio, così Suor Maddalena e tutti dei nostri.

La benedico con tutti.

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Palermo, 14 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sono due giorni che non ricevo vostre notizie e

nemmeno il Rev.mo P. Parroco mi ha riscontrato.Voglio supporre che provenisse da disservizio

postale, ma procuri di farmi arrivare sue nuove.Qui oggi vi è stata una sensibile minorativa nel

numero dei nuovi attaccati ed il paese è anche più sereno, nelle nostre case ottima salute e così in tutte le altre.

In atto siete voi il motivo della nostra maggiore sollecitudine; scriveteci.

Ricevette la lettera col ricettario?Domani è il giorno dell'Assunzione della Mamma

nostra. Speriamo che il Signore ci faccia la grazia desiderata.

La benedico con tutte le Suore.

Palermo, 14 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Anche questa sera debbo valermi di una cartolina

per non ritardate la consolante notizia che oggi i casi sono stati meno. Paese tranquillissimo. La case nostre in buona salute.

Ricevetti oggi solamente una lettera dalla Superiora di Valguarnera, di voi di S. Cataldo, mentre questa sera

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mi arrivò quella di Girgenti; all'una e all'altra parte stanno bene e sono esenti.

Sui giornali si è letta una bella nota in favore del Dott. Misuraca pel tanto bene che ha fatto costì. Ne ho goduto immensamente e l'ossequio con tutta stima.

Aspetto vostre lettere. Vi benedico nel nome del Signore e mi segno.

Palermo, 14 agosto 1887

Rev. Salvatore (Gambino),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Domani è giorno di grazia, speriamo che la

Mamma nostra ci accordi questa di poter vedere del tutto rimessa la bambina, e che questo primo timore non porti conseguenze.

Se le cose restano a questo punto, io non vorrei che la S. V. si chiudesse, perché altrimenti sarà inevitabile la pubblicità, dovendo venire un altro Sacerdote per la Messa.

Combini col Dottore il suo regolamento, perché, stando in quel luogo quanto dimora il medico, collo stesso mezzo di disinfezione potrebbe la S. V. tenersi in libertà.

Non domando, se si è usata l'attenzione di amministrare il laudano, perché suppongo che sfasi fatta. Il Dottore venendo da me ci metteremo d'accordo, perché avendo tutti i mezzi di disinfezione, potendosi lui assomere un'incarico, non abbia bisogno del chiasso esterno che porta il Municipio.

Signore, abbiate di noi e per la Madre vostra e

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nostra, concedeteci la grazia che vi domandiamo. Viva Gesù e Maria.

Mi benedica con tutti come io la benedico, purché stanno lieti e pieni di coraggio, fidando nell'aiuto del Signore e della Madre nostra Santissima. Io debbo essere ora al Municipio: se vi sarà da esigere penserò io.

Mi creda sempre.

Palermo, il giorno dell'Assunta. 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Con somma consolazione rivedo i suoi caratteri e

risento le buone nuove del paese e della nostra casa. Vorrei anch'io dirle, che il nostro paese è libero, ma tuttora continuano questi casi staccati, essendo il male in altre forme che non è stato pel passato. Speriamo che da domani in poi scemasse invece di crescere, e che il Signore continui ad accordarci la grazia di tenere immuni le nostre case, come ha fatto fin'ora. Preghiamo e speriamo.

Darò il secondo campione e spero che riuscissero a trovare la seta del colore che deve essere, perché ritengono che questa lavorata si carica sempre.

Ho pregato e farò pregare per la Signora Commare, una a scrivere se non capisco l'affare di mio compare, credo che non avrò tempo, perché in atto, essendovi fabbrica alla 5 casa, ho dovuto uscire io, per trattare gli affari col Municipio e questo mi toglie assolutamente il tempo.

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Non ho presente la sua lettera e per conseguenza non ricordo, se debbo darle qualche altra risposta, in caso la farò dopo.

Al momento qui in S. Marco sono in movimento per condurre in processione il Simulacro della nostra Mamma Assunta in Cielo e vogliono due parole di predica.

Cosa dice il Medico per la buona Orfanella che la S. V. dice che continua?

Speriamo che presto potessi avere la notizia di essersi rimessa in buona salute. La molteplicità degli affari mi ha fatto dimenticare di domandare al P. Boscarino, cosa fece per la grande oleografia che la S. V. desidera.

Non faccia affatto venire la buona donna, per la quale mi scrisse, perché in atto gli stabilimenti sono chiusi e, non può entrare nessuno, anche i Poveri che escono per la colletta restano qui in S. Marco; per ora la soccorra e procuri di farla tener d'occhio dalla Signora Barone e poi dopo questo periodo ci parleremo.

La salute mia, di tutte le Superiore, le Suore, i Missionari, Frati e i Poveri buonissima.

La benedico con tutti compresa la mia Signora Commare e famiglia e mi segno.

Palermo, il giorno dell'Assunta. 15 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La sua cartolina mi consolò per le buone notizie

partecipatemi del paese e della casa.

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Qui le notizie del paese sono le stesse e nelle case nostre per misericordia di Dio tutti bene.

Aspetto e forse domani la sua lunga lettera e spero potervi rispondere pure lungamente.

Da tutte le nostre case buone notizie, il pensiero di tutti era per voi. Speriamo che non si ripeta più nulla.

La benedico con tutti.

Palermo, 16 agosto 1887

Figlia mia in. G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Riscontro la sua ultima, dandole la bella nuova che

oggi i nuovi attaccati furono anche meno di ieri; il Paese con maggiore ragione continua nella sua tranquillità. Le nostre case tutti in buona salute, anche S. Cataldo mi assicurano essere libero, tanto che sospesero l’esecuzione della cucina economica.

Qui gli stabilmenti furono chiusi per ordine municipale come s'intese nuovamente che Catania era attaccata di colera, e così continua tutt'ora; i parenti si lagnano, ma il municipio si ostina. Conviene che la S. V. cerchi di persuaderli colle buone maniere, perché questo si fa per bene delle loro ragazze; del resto non lasciano di vederle dal balcone o dalla finestra, se poi fanno il torpido la S.V. parlerà dolcemente col medico per fare provocare quest'ordine dal Sindaco; se il Sindaco vuole che si ammettono, allora lo farà raccomandando tutto al Signore. Da tutte le case ho ricevuto buone notizie; semplicemen-

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te da Girgenti mi mostrano un pò di turbamento, perché per ordine del Governo dovettero togliere le contumacie e molti di paesi attaccati si siino recati in Girgenti, e per questo temono. Ma noi qui siamo stati a ricevere tutti, perché il municipio non ha impedito che entrassero i venuti da luoghi sospetti. Ma il Signore ci ha protetto, ed il male si è limitato. Preghiamo e speriamo nell'aiuto di Gesù e Maria.

La festa dell'Assunta riuscì carissima.Tutte le Suore la ossequiano insieme a questa

Superiora e gridano un viva Gesù alle loro consorelle, da farlo sentire sino costí. Vediamo, se lo sentono, risponderanno.

La benedico con tutte le Suore, le orfanelle e i Vecchierelli tutti e mi soscrivo.

Palermo, 16 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mi congratulò assai la sua cartolina, per avermi

assicurato tranquillo il Paese. Noi non siamo del tutto esenti; ma i casi di oggi sono anche meno di quelli di ieri, ed il paese che è stato tranquillissimo ; continua ad esserlo anche dippiù. Nelle nostre case buona salute ovunque. Spero che presto la S. V. e G. si rimettessero in buona salute e così le altre con gli occhi ammalati. Mi congratulo ancora per la fede che anima il suo andamento, e non so come e quanto debbo ringraziare il Signore, per tante grazie che ci ha concedu-

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te, rendendo anche così efficaci le medicine usate. Io non ho lasciato di comunicare le sue notizie alla Superiora G.le, ove pure sono esenti e godono buona salute. Per conseguenza potendo lei scrivere una sola cartolina giornalmente, tutto è aggiustato, e le Suore possono attendere ai loro ufficio.

La Superiora e tutte queste Suore la ossequiano e danno a tutti un: Viva Gesù. Se non ha premura, non si affanni a finire la lettera, la manderà quando l'avrà finita. Resto inteso che in atto la Cucina economica non si mette in esperimento e mi congratulo.

Qui ripeto tutti buoni ed in continuo lavoro e preghiera. La preghiera è onnipotentissima, perché vince l'Onnipotente.

La benedico con tutti.

Palermo, 16 agosto 1887

Rev. Superiora (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mi dicono che oggi sono stati anche meno di ieri .i

nuovi attaccati. Paese al solito tranquillissimo. Tutte le nostre case ottima salute. Sin dal primo caso accaduto, per ordine Municipale, tutti gli stabilimenti sono stati chiusi. La S. V. così deve fare anche costì, e se i parenti mormorano, per mezzo del medico o del Signor Messina li farà persuadere che aspettino con pazienza, che finisca ogni timore per riaprire il parlatorio. Qui sono venuti in tutti i tempi e da ogni luogo sospetto e non hanno tenuto altra cautela, che segregare le fami-

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glie, ove si è sviluppato il male; eppure il Signore ci ha usato tanta misericordia, che il male diminuisca invece di diffondersi per tutta la città.

Speriamo che il Signore e la Vergine Santissima continuassero a proteggere cotesta città, e restare illesa. Però la prego di darmi notizia giornaliera. Le auguro tanta provvidenza, da potere compire la cappella.. e presto; spiacemi però che in tempo di tanti sospetti vi fosse nella casa questo traffico di maestri; se siete in punto di sospendere, sospendete.

La nostra salute buonissima, ma in molti travagli per l'igiene degli stabilimenti, ove si mangiano cibi sani e si beve acqua depurata.

La benedico con tutti.

Palermo, 17 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non ricevei oggi sua lettera; mi auguro che

stessero tutti bene e che il Paese duri nelle stesse buone condizioni.

Qui si continua nelle stesse proporzioni. Le nostre case tutte buone.

La benedico con tutti e le raccomando di fare continuare la preghiera, perché il Signore si plachi e ci accordi la grazia completa.

La benedico di nuovo con tutti.

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Palermo, 17 agosto 1887

Rev. Superiora (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Io ricordo di averle scritto per la Cappella, ma farò

eseguire le commissioni, che mi ha date anche per Ingraita, e ritornerò a scrivere, se occorre.

Ripeto le notizie che sempre le ho date, e sebbene la mitezza o meglio la poca dilatazione del male è stata una misericordia di Dio, pure è desiderabile che il Signore ci liberi presto; però sia sempre fatta la sua adorabile volontà. Sin'ora le nostre case libere e da ovunque ho ricevuto le stesse notizie. Preghiamo e speriamo, figlia mia, dalla misericordia del Signore che ci conservi illesi.

Ho premurato la Superiora per la seta e per la tela, la stessa non ha potuto uscire, perché sa sofferto dolori reumatici, che, quando si esacerbano, si trascina a forza. Domani piglierà il chinino. Mi congratulo delle buone nuove datemi. La benedico nel Signore con tutti.

P. S. - I miei rispetti a Mio Compare e famiglia, speriamo sentirlo presto rimesso.

Scriverò a sua madre masi ricordi dei miei consigli.

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Palermo, 17 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ieri sera, dopo aver spedito le lettere, intesi

confermare le notizie che io le avea date, perché le comunicano, contando da una mezza notte all'altra. Oggi ho saputo che ieri ci fu un piccolo aumento. Ma giacché il Municipio continua a mettere le guardie, è da star sicuri che le proporzioni, nelle quali il male si contiene, dev'essere molto limitata. Or ora arriva il professore Mauro, che porta le lettere alla posta e rapporta che i cappellani di questa nostra Parrocchia assicurano, che, in tutto questo quartiere, fin'ora non è morto nessuno di colera.

Nelle nostre case ancora la misericordia di Dio ci ha tenuto liberi.

Preghiamo e speriamo che duri così sino alla fine, che questa fine non si faccia molto aspettare, se la misericordia di Dio lo consente, perché le assicuro che una responsabilità, come questa che noi portiamo, ancorché fosse una sola chiacchiera, la notizia del colera, come taluni pretendono, basta questa per tenerci nelle angustie che la S. V. ha dovuto esperimentare e che ad ogni momento si esperimentano per mille ragioni.

Delle altre nostre case posso assicurarla, eccetto S. Cataldo, perché oggi non ebbi lettera, ma so che stanno bene e il Paese è libero.

Per la lettera della Signora Arena le scrissi ieri sera.

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La benedico con tutti e mi segno.

P. S. - Domani solleciterò il P. Boscarini pel quistionario e per l'orologio di Suor Sesta.

La benedico di nuovo con tutti.

Palermo, 18 agosto 1888

Rev.mo Padre Pagano,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Riscontro la sua del 16 Luglio; meglio tardi che

mai. Ho ringraziato il Signore che finalmente il Signor Ricevitore si è convinto del suo sbaglio; ma la maggiore difficoltà, come la S. V. mi dice, è quella di trovare ora l'annuenza dei genitori. Sia tutto come vuole Dio, ma la S. V. mi farà la carità di far partire a questa volta quelle solamente, che hanno tutto in regola, sia perché effettivamente sono munite di corredo e di vitalizio, sia per l'atto di compromesso dei loro genitori o dei loro benefattori. A maggior buono esempio mi farà la carità di regolarizzare anche la posizione di quelle che vennero e si trovarono qui, perché si levassero taluni di mente che questo rigore si vuol fare ora, mentre pel passato non si fece.

Passato il giorno dell'Assunzione della Mamma nostra, ritengo che non ritarderemo ad avere il bene di rivederla unitamente al Rev.mo P. Arciprete e ai Rev.mi Padri che ci fanno sperare di partecipare con noi al Boccone del Povero. Mi viene in mente, che io diedi all'atto, è con un a carta privata, e dovendosi fare un atto pubblico, desidero che la S.V. mi faccia sapere come codesto Signor

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Notaro l'ha formulato, perché debbo mandarne una copia altrove.

Come sta la moglie dell'ortolano dei poveri? Non mi è pervenuta alcuna notizia, sebbene abbia saputo che già l'ortolano è in esercizio e si presta anche a fare la colletta di campagna. « Sia Dio benedetto » .

Se è impossibile di ritirare la ricevuta delle spese fatte, cosa che dovrebbe farsi sempre munendole di marca da bollo, quando arrivano alla cifra per la quale questa marca si ricerca, allora preghi la S. V. l'ottimo Signor Ingegnere per fare una piccola relazione dei lavori fatti e così ci metteremo in buona regola. La mia salute continua un po' meglio, ma ancora si parla di futura operazione. La S. V. ed il Padre Naro ci resteranno qui o devono ritornare in S. Cataldo? I bisogni sono immensi e la missione barbara ci chiama.

Mi benedica con tutti; presenti a tutti di costì i miei rispetti, e con verace affetto mi creda.

Palermo, 18 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Son contento delle notizie recatemi dalla sua.Qui da noi si continua e forse con qualche

aumento, ma sempre circoscritto, perché il Municipio continua le stesse misure sanitarie.

Nelle nostre case finora nessuno sinistro, qualche panico, che è finito col laudano.

Preghiamo e speriamo che il Signore ci liberi pre-

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sto da questo flagello e ci dia la grazia di rivolgerci veramente a Lui.

Domani spero scriverle più a lungo. Per ora la benedico, nel nome del Signore, con tutte le Suore e le Orfanelle.

Palermo, 18 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Nessuna novità, tranne che vi sia stato qualche

piccolo avvenimento nel numero dei nuovi attaccati.Nelle nostre case buona salute, tranne qualche

allarme, che si vince con un poco di Laudano.Son lieto di avere rilevato dalla sua, che

continuano bene anche nel paese. Il P. Boscarini ha già scritto e spero che domani riceverà la lettera.

Oggi ho avuto molto da fare; domani spero scrivere più a lungo.

La salute mia e dei nostri tutti buonissima.Non lascio di domandare l'aiuto della preghiera.La benedico nel nome del Signore.

Palermo, 18 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ricevetti la sua lettera e spero domini poterla

riscontrare; per ora si deve contentare della presente, per avere notizie che nelle nostre case, grazie al Signore, si gode buona salute, meno qualche panico che è passato con un poco di laudano.

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Nel paese oggi credo che ci sarà stato qualche aumento nei nuovi attaccati; ma tuttavia la insistenza del Municipio nei mezzi di segregazione e disinfezione ci assicura che tuttavia il male sia circoscritto.

Mi sono consolato delle notizie che la S. V. mi ha dato del paese e della casa nostra.

Così l'assicuro di me e di tutti dei nostri, che l’ossequiano con tutte le suore.

La benedico con tutte le suore e le orfanelle e i Poveri e mi raccomando alle vostre preghiere.

Palermo, l8 agosto 1887

Figlio mio in G. C., (il Superiore della Colonia)

Sia Gesù amato da tutti i cuori!È un prezzo che non ricevo sue lettene; ed il Padre

Don Natale, che mi promise di scrivermi, nemmeno mi ha scritto. Lo stesso dovea mandare persona per portare costì le due giumente, pel giorno della fiera, m a da che partì non ho saputo più nulla.

Io avrei dovuto riscontrare la sua per la parte che riguarda i frati, ma non ho avuto il tempo per tanto da fare che in atto qui abbiamo, comunque il male non fosse ancora nelle nostre case, e nel paese non avesse preso le solite e terribili proporzioni. Pure è tale la posizione nostra, che sia per le case di qui, come per quelle delle diverse città, non abbiamo possibilità di raggiungere il lavoro necessario ed inevitabile. Scriverò appresso per dare esatta risposta alla sua, per questa parte che riguarda i frati; per ora mi limito alla necessità, che

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abbiamo, di fare ritornare in questa Fr. Leone e Fr. Alfonzo ed invece ritorneranno costì altri due, che potranno servire da compagni ai buoni frati, che andranno per la colletta. A fare da primi abbiamo costì un numero di soggetti, e per consequenza il ritorno di Fr. Alfonzo e Fr. Leone non sarà a cotesta casa di grave nocumento, ma in questi frangenti è necessario che questi due Frati ritornino. Mi persuado che per lo meno bisognano dodici Frati, per potere continuare la colletta nei paesi, dove già si sono presi gli accordi, e per far questo io immediatamente che arrivano i Frati da costì, farò partire gli altri due, che devono rimpiazzarli.

Ritorna Salvatore Geloso e farò dare allo stesso il peso esatto delle derrate, che questa Superiora le invia, perché lei vidimi, e pigli nota nel suo conto. Lo stesso deve portare due botti di vino per la 5 casa; qui in S. Marco altre due botti si potrebbero ricevere. Per metterci in sicuro io direi di farne venire quattro botti, due per S. Marco e due per la quinta casa, facendole accompagnare da Fr. Leone e Fr. Alfonzo, i quali arrivati a Porta Carini verrebbero a consegnare i due carri qui in S. Marco e ritornerebbero a raggiungere i carrettieri per recarsi alla 5 casa, e col ritorno degli stessi carattieri verrebbero costì.

Oltre ciò io ho bisogno di dirle in segreto che le quattro giungente io le ebbi pel prezzo di Lire 1300, da pagarle l'ultimo di settembre. Compito l'affare in sola parola, molti, che volevano comprare animali, sceglievano quelli da me comprati e l'arrivarono a 1000

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lire per ogni coppia. Però le cose si combinarono talmente che io pensai di mandare le prime due per la colletta, che s’immaginava tanto abbondante, e le altre due che erano più ricercate dovetti cederle per lire 1000 al Sig. Ruggieri, il quale, al primo caso di colera, scappò ed ora, mi scrive che posso venderle, non sapendo lui cosa farne al momento.

Io nella speranza che il colera fosse presto finito l'ho trattenute alla 5 casa; ma ora che il male sembra volere pigliare proporzioni più gravi e che la commissione sanitaria deve venire alla 5 casa, non vorrei farle trovare la stalla piena di tanti animali, e per conseguenza potrà fare venire, insieme ai frati, Pietro Occhipinti, il quale ritornando cogli altri frati avrà cura di custodire le giumente. Se per maggior cautela vuol farlo venire colla giumenta grande, queste due pulledre camminerebbero più quiete. Sebbene, essendo state tanto tempo divise, potrebbe portarsela pure senza di quella.

Dette giumente qui e nell'interesse del Sig. Ruggieri furono attaccate alla carrozza ed arrivarono ad uscire insieme senza Marrone, così si chiama il cavallo vecchio, che si attacca alla carrozza, quando si vuole educare al tiro un animale selvaggio, ma non lasciavano di fare qualche impertinenza particolarmente quella di 4 anni, ch'è un poco più sviluppata ed è tanto forte che non sudò mai. E qui debbo dirle che detta giumenta forte e più inquieta dell'altra, nel lato destro ha come un piccolo gonfiore e avendola fatto osservare da questi veterenari, mi hanno detto esser cosa congenita che non reca nessuna molestia e giusto viene ad essere coverta dalla cinghia e non si vede. Avendole

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tenute alla stalla, nella speranza di consegnarle a Ruggieri, il P. Gambino mi assicura che la più piccola è gravida. Lei tutto quello che spenderà per loro mantenimento, lo noterà a parte, e procurerà di venderla; se ci avremo guadagno, servirà per restare franca una di dette quattro giumente o due; se non potrà venderle con buon prezzo riè in S. Giuseppe riè negli altri paesi, dove potrà mandarle coi frati che vanno per la colletta, e non pensa di ritenerle pel proprio servizio, allora potrà anche cederle pel prezzo stesso che dobbiamo pagare l'ultimo di settembre; ma questo che dobbiamo pagarle a detta epoca, e pel prezzo di lire 1300, non deve confidarlo a nessuno, altrimenti ci rovineranno e pretenderle per poco prezzo. Mi hanno consigliato come preservativo del colera di fare uso dello zolfo polverizzato, mettendolo nelle calzette, tanto sotto la pianta del piede che in tutto il gambale e ciò si fa spargendo la polvere dello zolfo in tutta la calza, in maniera da farla restare, come resta il sacco dove si porta la farina che si attacca a tutte le pareti dello stesso, e poi si mette, ed oltre di metterlo così nelle calze, e chi non porta calze anche nelle scarpe, si strofina della polvere di zolfo leggermente in tutti i punti delle giunture, e particolarmente in quelle dove è più facile il transudamento, cioè alle inguini, sotto il ginocchio, sotto le ascelle e in ultimo sullo stomaco ove per ritenerlo con maggio sicurezza bisogna una pezzuola di lana cosparsa di zolfo polverizzato e legata con una fascia. Di questo modo persona veritiera mi ha assicurato che tutti quelli che ne hanno fatto uso non sono stati mai

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attaccati, ed anche facendo usare questo sistema al momento che si attaccano, mi dicevano, che molti si erano guariti.

A quanto le ho detto, come cura preservativa io aggiungo di pigliare un'oncia, alla sottile, di fior di zolfo finissimo polverato, dividerlo in otto cartine e pigliarne una un giorno sì e un giorno no, oltre di ciò tenere nell'acqua che si usa per bere, una bella pietra di zolfo in permanenza, ciò che voi potreste fare mettendola alla stessa sorgente, dove l'acqua si raccoglie per incanalarsi, ed oltre questo, consiglio di tenere un po' di acido solforico per metterne qualche goccia nell'acqua che si beve. Questo per prevenire il colera. Quando poi si ha, bisogna a questa cura associare i rimedi che si sogliono usare, perché di questo noi non abbiamo ancora esperienza, ma senza sospendere di usarlo, perché può benissimo associarsi l'uno e l'altro.

In una mia lettera le domandai, se del fornimento di medicinali, che lei portò seco dopo l'85, ne trova ancora uno sufficiente, ed avvertirmi di quello che può mancarle, come toreano i carretti col vino mi avvisi ed io mi terrò pronto a riandarle un piccolo abbasto per tutti Ai eventi, che mai potesse bisognare. Qui ieri ed oggi si dice che vi è stato incremento, ma sempre in piccole proporzioni, però sin'ora nelle nostre case abbiamo avuto dei timori, ma, grazia al Signore, non si è verificato niente. Si contrasta per mezzi, per mettere le cose in migliore igiene ed è un travaglio angustiantissimo e continuo. Aiutateci colla preghiera e colle vostre buone opere, e speriamo mercè l’inter-

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cessione della Mamma nostra, che la misericordia del Signore venga in aiuto di tutta l'umanità languente e che riguardi quest'isola nostra e non dimentichi le nostre povere case. Fr. Francesco potrà venire assieme ai due frati e resterà qui in S. Marco, ove lo provvederò d'un vestito e lo farò imbarcare, ma se per timore d'incontrare delle contumacie crederà di poterla trattenere ancora qualche poco costì, potrà mandarlo dopo che finisce questo timore; se non può lo mandi ora stesso e Dio provvederà. La benedico con tutti. Ossequio il nostro P. D. Natale, il P. Riccobono e tutti.

Palermo, 18 agosto 1887

Rev. Superiora

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Questa mattina ho avuto tanto da tare per nuove

aspiranti, per tanti svariati affari, per la colonia agricola, per la Tipografia etc. da mettermi a scrivere ora che sono le otto e mezzo p. m.

Per questo, dovendo fare tante lettere, sono costretto a limitarmi ad una cartolina. Oggi non ho potuto avere notizie sullo stato della salute pubblica, ma ieri fu maggiore il numero degli attaccati, sebbene sempre in una misura limitata, perché il Municipio non ha tuttavia diminuito la sua severa sorveglianza.

Nelle nostre case sono assicurato star bene non solo nella comunità, ma anche pei rispettivi paesi, e nella case; qui si gode buona salute eccettuata una orfanella, la quale, sebbene ammalata di febbre, ha fatto so-

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spettare per essersi sviluppata la diarrea; speriamo però che non fosse il male temuto. Tutti dei nostri buonissimi.

Palermo, 19 agosto 1887

Figlio mio in G. C., (Superiore della Colonia)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Scrivo per rimettere l'acchiusa al buon D. Antonio

che desidero di buona salute e calmo nello spirito, per ottenerci i divini aiuti in questo momento di angustia che spero non arrivi sino a voi.

La prego scrivermi quello che può bisognarle per avere un prontuario di medicinali contro il colera per tutti gli eventi.

Vorrei che tenesse tutte quelle circospezioni, che sono possibili per custodire cotesta casa alle nostre cure affidata.

Può mandare 5 barili di buon vino per mio fratello Pietro, Via Case Nuove N° 35, e non si dimentichi che la Scozzari ne aspetta un barile ogni 15 giorni di quello piglino solito che le ha mandato.

Del temuto male vi è stato un po' di aumento; speriamo che diminuisca.

Nelle nostre case, grazie al Signore, non vi è stato alcun sinistro; ma dei timori che si ripetono ne abbiamo.

Preghi e faccia pregare, perché la Mamma Santissima ci aiuti colla sua valida protezione.

Vorrei presto sentire assicurata la faccenda dell'acqua.

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So che deve venire il Sig. Matteo Fasone per vedere sue capre; potrebbe affidare a lui le due nostre ciaravelle per ritirarle quando avranno il latte.

La benedico con tutti e con verace affetto mi segno.

Palermo, 19 agosto 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Si sereni sul conto della Superiora, perché è meno

sofferente ed è stata sempre alzata con tutti i reumi.Oggi gran minorativa di nuovi casi; qualche panico

a Terre Rosse pel quale il medico ha detto non esservi nulla a temere. Tutte le altre case, ottima salutema forse noti saranno state esenti dal timore che invade tutti. Sebbene nella nostra città sembra tutto al contrario, non si crede affatto da quelli, che la percorrono che ci fosse questo male, tanto è tranquilla. Speriamo che la misericordia di Dio ci preservi e ci liberi presto da questo meritato flagello, per la qual cosa preghiamo perseverantemente.

La ringrazio delle buone notizie che cali ha date di costí. Domani spero scrivere a lungo e potere riscontare le sue.

Palermo, 19 agosto 1887

Rev. Superiora

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Confermo le buone notizie delle case nostre con

maggior consolazione per quello che lei mi scrive nel-

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l'ultima sua, che sali ha assicurato, per superare anche i timori di quei partici, che sempre in questi tempi si avverano e passano poi con un poco di laudano.

Nel paese ieri ci furono un maggior numero di casi, ma oggi assai di meno; però la tranquillità è tale che non si crede affatto che ci fosse il colera.

Affari, passeggi, marina, tutto va nello stesso modo come nei tempi tranquilli, si deve fare un atto di fede per credere che esista il colera. Preghi, figlia mia, e faccia pregare e speriamo sempre. Mi congratulo della visita del Sig. Piazza; lo saluti particolarmente per me. La benedico nel nome del Signore con tutti.

Palermo, 19 agosto 1887

Figlia mia in G. C., (Monreale)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Riscontro la sua ultima, in ordine alla quale ho

ricevuto L. 15 per mandarle a S. Giuseppe ed ordinare il vino che la S. V. vuole, e L. 15 le ho passate alla Superiora per pagarsi le L. 6,15, che avea speso per conto vostro e farvi comprare le altre commissioni, che spero riceverete dal porgitore. Nel resto la sua lettera mi dà notizia del miglioramento di talune sorelle, per le quali mi sono consolato, ma non così per quelle che continuano a soffrire e per lei che trovasi incomodata, e mi dice essere pronta alla partenza, se il Signore la vuole, e che spera nel Signore di soffrire qualche cosa con questo nuovo male. È molto giusto, figlia, che ci tenessimo sempre pronti alla chiamata del Signore, ma non so capire, perché lei emette questi

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desideri e quanto potessero essere corretti questi desideri strani e curiosi.

I santi desideravano patire e non morire, noi siamo tali possiamo avere questi desideri? Procuri, figlia mia, di star bene e di servire quanto meglio può il Signore e stia tranquilla nella sua adorabile volontà. Mi sorprese la notizia dei due casi sospetti; speriamo che più non si ripetano e che il Signore vi custodisca illesi sino alla fine, e la prego, quando viene l'ovaro, mandarmi il bollettino sanitario. Qui le cose continuano allo stesso modo, ma non si avvertono; però chi ha responsabilità soffre sempre delle impressioni ed ogni piccola cosa sembra un caso sospetto.

Preghi e faccia pregare, perché il Signore voglia liberare presto tutta la Sicilia da questo fragello e per ciò accordí a tutti la grazia della vera conversione, perché è il peccato la causa di tutti i mali e bisogna distruggere la sorgente per vedere cessare i rigagnoli. Oh! che gran male è il peccato! Signore, fateci presto secondo il vostro cuore e saremo felici abbastanza.

Il porgitore ha eseguite tutte le commissioni e giusto il conto qui compiegato resta a dare alla Superiora Celeste L.2,60. Oltre quello che si deve al farmacista pel becco da lei voluto e per uno enteroclisma nuovo che le feci comprare e che riceverà dal porgitore.

Enteroclisma si chiama lo strumento che riceverà è di latta dipinta che finisce a forma d'imbuto, giusto nel becco che lascia detto imbuto; lei deve adattare l'estremità del tubo di gomma elastica; detto tubo è lungo due metri e all'altra estremità ha un becco munito di rubinetto: si riempie di acqua la vaschetta del detto

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Enteroclisma e si appende al muro, quanto più alto si può; poi si apre un poco il rubinetto per fare uscire fuori l'aria che può contenere, si ritorna a chiudere e s'introduce per fare il clistere, o la iniezione, e l'acqua pel proprio peso s'introduce da se sola. Badi però che il becco è in due pezzi, e quello che s'introduce se non è ben fermo alle volte può restare dentro o può cadere nel vaso; per conseguenza quante volte si usa, si deve calcare bene. È fatto così perché si può rimuovere detta porzione di becco, quando invece del resto la iniezione vuol farsi altrove e in questo caso al detto punto si deve adattare I' altra porzione del becco, fatta di altra maniera che troverà dentro la vaschetta dell'enteroclisma.

Il becco adattato nel tubo di gomma elastica mandato dalla S. V. è pure dello stesso modo, ed è munito pure di rubinetto, per conseguenza usandolo devono badare che rubinetti in detto tubo ve ne sono due e quello che trovasi nel mezzo debbono sempre tenerlo aperto per potere fare uscire l'aria pria di applicare il becco, perché, se lo aprono dopo, l'aria penetrerà nell'intestino.

Salute mia e dei nostri tutti buonissima. Preghiamo a vicenda e la Mamma Santissima e l'amatissimo Gesù, siano il nostro aiuto ed il nostro conforto. La benedico con tutti, spero aver tempo di riscontrare le buone Suore Nazzarena, Cecilia, Felice che mi hanno scritto, ma le prego a stare tranquillissime nella S. osservanza e nell'amabilissima volontà di Dio pel mezzo della S. obbedienza. La benedico di nuovo colle Suore e le

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orfanelle e la prego di rispettarmi il Rev.mo P. Parroco ed il p. Pennicca che sono tanto caritatevoli verso di noi.

Palermo, 19 agosto 1887

Rev.da Superiora

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ho due sue lettere a riscontrare e non ho avuto

tempo da scrivere. Vergo la presente per dirle che, sebbene ieri i nuovi attaccati furono più dell'ordinario, oggi ritornarono allo sparuto numero solito.

Nelle nostre case, tolto qualche panico come si hanno ovunque, non abbiamo di che dolerci.

Speriamo che la misericordia del Signore voglia Presto liberarci da questo timore e ritornarci la serenità.

La benedico con tutti e interessandola di perseverare nella preghiera mi dico.

Palermo, 20 agosto 1887

Figlio mio in G. C., (il Superiore della Colonia)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ieri ed oggi mi dicono che vi sia stata diminuzione

nel paese; nelle nostre case semplicemente Terre Rosse è stata visitata, ma sin'ora nessun sinistro. Io sono stato un po' disturbato, ma maggiormente mi affliggo che, non essendo le ferite interne intieramente cicatrizzate, non posso avere libertà di allontanarmi dalla casa, avendo tanto bisogno di accudire al Municipio per molte cose, essendomi anche angustiato per la man-

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canza dell'acqua alla 5 casa. Siamo veramente in un campo di battaglia, in mille deficienze e mille angustie; solo col gemito della preghiera, nella quale solamente io fondo e pure insisto nel domandarne l'aiuto. Sin'ora nessun caso di morte. a Terre Rosse; tutte le altre case libere e buone. La Superiora di Monreale mi mandò L. 15, che consegnai a Salvatore Geloso, per darle a lei; la stessa però restò dolente del vino passato; ed ora lo domanda con premura, perché pure a Monreale ci è stato qualche caso sospetto, seguito da morte, ma lo vuole di migliore qualità. È da badare seriamente a questa faccenda del vino, che si guasta, perché anche quello paglino del Seminario tisi assicurano essere divenuto spunto e pretendono restituirmelo: parli con questi buoni figli che lo trasportano per stare al dovere. Spero che lunedì mi scriverà di nuovo, ma perché raion mi scrisse nulla in questa sua dei medicinali che potrebbero bisognarle in occorrenza colerosa? Non lo dimentichi nell'altra sua e prepari sin da ora la lettera.

La benedico con tutti.

Palermo, 20 agosto 1887

Rev.da Superiora (la sorella Vincenzina)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi liete notizie su tutta la linea, minorativa

sensibile nella città che sta sempre nella solita tranquillità. Terre Rosse in buonissimo stato e senza pericoli. Quinta Casa e S. Marco ottimo stato di salute; così tutte le altre case. Ma io questa sera posso scrivere

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semplicemente a lei, perché ho dovuto occuparmi tutto il giorno pel Sig. Sindaco di Valguarnera, che tuttavia mi dà molto da travagliare e dobbiamo doppiamente ringraziare il Signore, che ha tenuto incolume quella città.

Io e tutti dei nostri di buona salute.La benedico con tutti.

Palermo, 21 agosto 1887

Rev.da Superiora

Sia Gesù amato da tutti i cuori.A Terre Rosse si 3 a benissimo, in tutte le case

buona salute, la città nostra migliora, oggi anche meno di ieri; sia Dio benedetto.

Bisogna scrivere a Napoli per l'oleografia desiderata. Le altre risposte appresso.

Salute Suor Celeste, mia, Superiora, nostri tutti buonissimi. Così mi auguro sempre la vostra.

Preghiamo e speriamo tutto dall'Amatissimo Gesù.Ossequio Sig. Compare e famiglia.La benedico con tutti.

Palermo, 21 agosto 1887

Rev.da Superiora

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Anche oggi una sensibile minorativa su quella di

ieri.Sia Dio benedetto. Terre Rosse va benissimo così

tutte le altre case.

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Sia Dio benedetto. Anche dei nostri assicuro ottima salute.

Ieri sera, dietro 15 giorni di febbre infettiva, la ragazza sordomuta cieca e paralitica andò a godere la gloria del paradiso. Fu battezzata sub conditione, cresimata ed estremata; pregherà per noi.

Domani spero scrivere più a lungo.La benedico con tutti.

Palermo, 21 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù agnato da tutti i cuori.Ho letto la sua e mi sono angustiato dell'accaduto

in persona del vecchierello Cataldo Vicari; molto più perché non avendo ricevuto tizia descrizione di tutti i sintomi, resto in sospetto che fosse stato colera, e del modo come la S. V. non dice di averlo separato dagli altri, di avere usato i disinfettanti, resto ad osservare la poca premura che cotesti medici e Municipio prendono della salute pubblica. Qui, appena si verifica una diarrea sospetta, oltre che si amministra il laudano, o le cartine coti mezzo grammo di sottonitrato di bismuto, un po' di tannino e un centigrammo d'oppio, che si ripetono sino a tanto che il bisogno lo esige, alternando secondo i sintomi il laudano, il rosolio di menta peperita, si somministrano altri rimedii anche per iniezioni per la via del retto, e per la via sottocutania. Tutte le deiezioni alvine e i vomiti si disinfettano colla soluzione del sublimato alla proporzione dell'uno per 1000, prima

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di gettarli nel cesso; tutta la biancheria sporca si disinfetta colla soluzione del sublimato dell'1. per 4000, tenendola per qualche tempo immersa nella detta soluzione, poi si, fanno bollire con altra acqua per una buona mezz'ora. e poi si lavano sempre separatamente. L'ammalato, appena è colpito. deve separarsi assolutamente dagli altri, e le Suore che l'assistono debbono separarsi dalle altre, finché dura l'assistenza, e dopo se finisce colla guarigione, o con la morte, debbono disinfettarsi, lavandosi con la soluzione del sublimato alla proporzione dell'1 per 4000, e vestendosi di altre robe, perché quelle usate nell'assistenza debbono pure disinfettarsi, mettendole nella soluzione del sublimato nella detta proporzione dell'1 per 4000, e poi le cose che possono bollirsi, si fanno bollire, quelle che non possono bollirsi si lavano nell'acqua pura, e possono rimettersi in uso.

Così si fa pure dell'ammalato che si guarisce, e della roba di quello che muore, facendo lo stesso anche del letto; il crino vegetale si brucia, le tavole, gli utensili, il pavimento e le mura della stanza, le stesse porte e finestre, le scarpe, tutto insomma, deve disinfettarsi, lavandolo una o due volte con la detta soluzione nella proporzione di 1 per 4000, che vuol dire un grammo di sublimato sciolto nello spirito in un mortaio di cristallo o di porcellana, perché non può usarsi di metallo altrimenti il sublimato lo intacca, e dopo aver sciolto il sublimato nello spirito, si aggiunge un litro di acqua, servendo per disinfettare le deiezioni o i vomiti o i cessi, ma quando serve per disinfettare la

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persona e la roba che deve maneggiarsi colle mani, si mettono 4 litri di acqua.

Perdoni che sono cosi lungo nel dire queste cose, perché il sublimato è un potentissimo veleno, e comunque sciolto nell'acqua, non può tenersi nei vasi di metallo, ma di creta o di cristallo, e deve tenerlo sotto chiave per timore che, credendolo acqua pura, potessero beverla e avvelenarsi, così la provengo che la soluzione nelle proporzioni dell'1 per mille che si usa per le deiezioni, i vomiti e i cessi noti deve farla toccare colle mani, ma con qualche scodella di creta, perché non sappiamo, se lo stesso assorbimento, che può verificarsi, può essere nocivo. Oltre di detta soluzione che si tiene come la più potente per distruggere i germi colerigeni, qui usano il solfato di rame sciolto in acqua calda e serve pure per le deiezioni, i vomiti e le latrine.

Per togliermi di sollecitudine la S. V. deve farmi la carità di scrivermi, a posta corrente, in lettera chiusa, se questo povero vecchio morì, restando in mezzo agli altri poveri, perché in questo caso dovrebbe disinfettare tutto e tutti, oltreché dovrebbe disinfettare la latrina e gli utensili e il dormitorio nel modo descritto, ed ivi nella mia debole preghiera istanserò il Signore che supplisca alla vostra ignoranza, custodendovi e non facendo ripetere altro caso di questi. Se non fu colera, avremo da lodare Iddio senza altre angustie. Ieri io non ebbi tempo di scrivere, perché fui tutto il giorno occupato per scrivere al Sig. Prefetto di Caltanissetta, onde riuscire ad aggiustare certe strane preterizioni del Sindaco di un Comune, che si persuade di fare a modo suo in molte cose.

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Ora vengo a dirle che le notizie di questo nostro paese ieri furono assai confortanti, perché nei giorni precedenti si era verificato un aumento, che ieri fu ridotto a mettà; così speriamo che continui oggi e sempre sino alla totale cessazione del male. Nelle nostre case, grazie al Signore, il primo caso di morte è quello che lei mi annunzia, in data del 17 volgente, ed io mi voglio augurare che non fosse stato colera.

Io non so se lei conobbe in questa casa di S. Marco l'orfanella, che si trovò sette mesi addietro sorda, muta e cieca e paralitica; la stessa è morta ieri sera alle ore 9,30, di febbre infettiva, qui nella casa di S. Marco. Non siamo stati esenti di qualche panico, che finisce con qualche poco di laudano o di rosolio di menta, o con qualche cartina di bismuto, ma di sinistro non abbiamo avuto nulla. Lodo l'attenzione caritatevole e religiosa, colla quale assistettero il povero Cataldo; bisogna una maggiore espertezza nella conoscenza del male e della cura, ma questa non può acquistarsi che colla esperienza e l'istruzione, che dovrebbero dare i medici.

Sia tutto come vuole Iddio, che deve essere la nostra protezione in eterno. La lodo per avermi scritto la verità sulla morte del buon vecchierello e così deve far sempre, perché di questo modo avrò l'occasione di comunicarle qualche istruzione a proposito.

Speriamo che la Mamma Santissima faccia fare presto la Sua festa, che fu trasportata. Ho ricevuto le sue cartoline e la ringrazio. La prego far scrivere Suor Emmanuela per informare i suoi parenti, che stanno

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in molto pensiero, e così desidero che tutti facessero almeno una volta al mese, per non sentire le giuste lagnanze dei parenti. Le lettere che loro scrivono, la S. V. le leggerà, le chiuderà, metterà o farà mettere l'indirizzo ed avrà cura lei stessa di farle impostare; e questo procurerà farlo con qualche premura.

Vorrei mandarle aiuti per potere aiutare i Poveri esterni, anziché proibirla, ma lei può dire al Rev.mo P. Arciprete, al Sindaco, al Sig. Luigi Vassallo, che tanti poveri vengono per aversi soccorso, e lei non si fida di negarlo, perché ne abbiano intelligenza e si cooperino a prestare gli aiuti necessari. Guardi sempre Gesù nel fare l'elemosina al povero ed il Signore l'assisterà. Speriamo che la buona Suor Faustina e tutte le altre ammalate, portando con rassegnazione il loro incomodo, si facessero sante; ed impiegando le loro piccole forze, servendo Gesù, ne potessero avere completa guarigione. Scriva pure alla buona Superiora Lucina e le mandi una mia benedizione, a nome del Signore. Ha fatto bene scrivere a suo fratello e occorrendo potrà scrivergli per serenarlo sul conto suo. Ripeto, tutti dei nostri buoni; il male anche oggi più mite. La benedico con tutti Suo P. in G. C.

Palermo, 21 agosto 1887

Figlio mio in G. C.

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mi congratulo della buona salute che in atto godete

e che al momento la febbre non visita la colonia.

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Qui si continua colle stesse proporzioni; ieri anzi fu meno del giorno avanti. Nelle nostre case buona salute, ma non esenti da timori.

È venuto Pietro col carretto del vino per la S Casa e immediatamente piglierà le giumente e farà ritorno.

Ora, come viene il medico, farò pigliare i medicinali e li porteranno i frati, che verranno lunedì.

La benedico con tutti. Preghino per noi, come noi preghiamo per voi e con tutto affetto mi creda.

P. S. Non si dimentichi il vino per la casa di Monreale.

Palermo, 21 agosto 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Giusto ieri, che non ebbi tempo di scrivere, avevo

da darle la buona novella, che il male declina e oggi mi hanno detto ch'è stato meno di ieri.

Nelle nostre case, tranne di qualche piccolo timore, che passa col laudano, tutto va bene ed abbiamo veramente di lodare Dio.

Non si lagni che non scrivo lunghe lettere, perché come potrò dirle la ragione, mi resterà obbligata.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 22 agosto 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ritorno con un'altra cartolina, per non lasciarla

senza la consolazione, che in tutte le nostre case, gra-

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zie al Signore, tuttavia nessun sinistro. La maggior meraviglia si è quella della S Casa, dove, essendo vecchierelli, sembrerebbero più disposti.

Continui a pregare e speriamo di essere ovunque conservati in buona salute. La promessa fattale, l'adempirò al primo momento possibile, per ora si consoli che il Signore mi accorda grazia di uscire. Ossequio il Sig... e famiglia.

La benedico con tutte le Suore e i Poverelli.

Palermo, 22 agosto 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Avrà ricevuto la mia lunga lettera e mi aspetto le

notizie che mi bisognano. Mi consolò la nuova che continua per tutte la buona salute. Qui oggi un poco di aumento, ma sempre circoscritto. Speriamo che il Signore si plachi e ci liberi presto da questo meritato flagello.

Nelle nostre case, finora, abbiamo veramente da lodare il Signore. Mi aiuti colla preghiera, per continuare così sino alla fine.

La benedico nel nome del Signore, insieme alle Suore e le orfanelle e i vecchierelli.

Palermo, 22 agosto 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Grazie a Dio in tutte le nostre case si sta benissimo,

a Terre Rosse nessuna cosa di grave, tutto va bene.

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Oggi forse vi sarà stato un pochino d'incremento in città, ma sempre con limitazione. Io non ho avuto tempo di pensare a nulla per gli affari che ho avuto pel vino venuto da S. Giuseppe, per affari col municipio, e per la corrispondenza col Sig. Prefetto di Caltanissetta. Oggi non ricevetti vostre nuove.

Mi auguro che durino le stesse buone novelle che mi avete sempre ripetuto. Tutti dei nostri buonissimi.

Non posso prolungarmi, perché debbo scrivere a tutti e già sono le nove.

La benedico con tutti.

Palermo, 22 agosto 1887

Rev.da Superiora, (Suor Veronica Girgenti)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Io le ho scritto ogni giorno; non so perché non le

sia pervenuta la cartolina.Terre Rosse va benissimo. Tutte le altre case

ottima salute, così la godo io con tutti dei nostri.Mi congratulo delle buone nuove, che mi ha dato

per la salute pubblica e dello stabilimento.Ancora per la colletta della Cappella speriamo che

arrivi a compirla.L'oleografia è trovabile a Napoli.Qui oggi un piccolo aumento, ma sempre limitato,Preghiamo sempre, finché il Signore ci userà piena

misericordia. Ossequio il Sig. Montana e tutti dei nostri benefattori. Come avrò tempo, scriverò più a lungo.

La benedico con tutti.

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Palermo, 22 agosto 1887

Figlio mio in G. C. (il Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Vennero Salvatore e Vincenzo Geloso e portarono

botti 1. 2 di vino qui in S. Marco. Intanto io desidero sapere come lei tiene questo conto, perché S. Marco paga dazio e portatura e poi le altre cose consumano. Le ho detto di far conto di tutto il vino venuto qui, anzi ne vorrei una noticina sua colle epoche opportune per confrontarle, e vedere quello che si è consumato qui e quello che si è consumato altrove per fare il debito discarico ai conti correnti di ogni casa, facendo compensare solamente il dazio e le portature pagate; ma il prezzo del vino si caricherà a chi lo ha consumato. Questo giorno non è stato possibile preparare tutti i medicinali, ma domani saranno eseguiti e spero farle una istruzione facile per la somministrazione degli stessi, che mai le potesse servire. Intanto le cose si cumulano e non possono espletarsi, fra le altre, per avere la sicurezza della partenza del saputo soggetto, credo che debbo interessare la questura, perché ha l'animo di volersi assolutamente restare in S. Giuseppe. Sia fatta l'adorabile volontà di Dio.

Dal porgitore riceverà un enteroclisma del P. D. Natale, del quale non so il costo, ed è quello che ha due becchi. L'altro è il nostro e ha un solo becco e lo tratterà nella nostra casa. Riceverà ancora una boccetta di ottimo laudano, fatto da noi stessi, il quale ha dato ottimi risultati. Domani metterò all'ordine, ma in pic-

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cola quantità il prontuario di cui, se Dio ci castiga, potrà avere bisogno, non escluso il più importante disinfettante colla descrizione del coree usarli, ma la spesa sarà qualche cosa. Come arrivarono i frati, mandai i due alla 5 casa, il terzo è con ree; sto facendo la spesa della roba per vestirlo e in questo momento, questo avvenimento mi reca doppio dolore.

Sia fatta la volontà di Dio. Domani dovendomi recare alla questura, farò la pratica per la nostra sepoltura e vedrò, 5e potrò ottenerla direttamente o se avremo bisogno di fare spingere la domanda dal Sindaco di Sancipirrello.

Sento che la vendemmia in parte l'ha fatta il Signore, speriamo che aumenti il vino per potere avere un qualche. compenso. Si dice che ci sia stata minorativa pel colera in città, ma se noti finisce interamente, la posizione è terribile per le leggi sanitarie, che sono ancora le stesse. Il Signore sin'ora ha usato misericordia e domando l'aiuto della preghiera, perché continui ad esentarci da qualche catastrofe. Sia tutto come vuole Dio! Io pure dal canto mio prego per voi e con tutta l'anima mia, perché il Signore vi tenga immuni da questo flagello. Non posso più prolungarmi. I frati vennero pria, che lei se li avesse aspettati; per conseguenza potrebbe dirmi la roba che le bisogna ; il tempo di potere pagare potrebbe essere aprile o in danaro o in vino.

Non posso capire, perché il buono Don Antonio vuol venire. Egli mi ha mostrato di volere fare per amore del Signore e dei suoi Poverelli il distacco dai

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figli, è forse cambiato di opinione? In questo caso io non so quale sarebbe la posizione nei nostri rapporti e ne avrei positivo dispiacere; lo persuada a volere rimarrete costì. Non so come. potrebbero prestarsi ad assistere i colerosi; speriamo che il Signore li tenga esenti, ma avendo una comunità da custodire, non potrebbero esporla, al contagio; il bene verso di uno potrebbe essere il danno verso di un altro ed, essendo comunità, verso di molti. Se vi fosse costì una infermeria di uomini, si potrebbero staccare un paio di frati; ma chi è esperto fra i frati? potrebbe essere lei solamente, e lei come può lasciare la comunità? È certo che noi miriamo a questo, ma sino a quando la comunità noti avrà braccia capaci di prestarsi e rispondere all'ufficio, conviene limitarci alle cose che possiamo mediocremente fare, anziché esporci per non far niente di bene.

Il P. D. Natale usò le dovute preoccupazioni? Io mi auguro che l'avesse fatto. La benedico con tutti.

P. S. Riceverà le pelli conciate; però il Sig. Don Ciccio Soldano ritenne due pelli e mandò due mezzi di suola, per avervi anche i recapiti di sotto.

Le rimetto una lettera di Suor Celeste, per servirlo prontamente.

Il Sig. Francesco Soldano vuole che si mandino due barili di vino alle orfanelle della casa santa, pagandone lui il prezzo; come potranno avere le capute vuote, glielo manderà.

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Palermo, 23 agosto 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori!Sono in debito a riscontrare le Sue lettere per

mancanza di tempo; però non ho lasciato di darle notizia della buona salute, che si gode in tutte le nostre case, come ora le confermo, perché qualche piccolo timore è stato dileguato colla semplice amministrazione del laudano. Oggi, per affari sanitarii della 5 Casa, ho dovuto passare tutta la giornata al Municipio, ove appresi con consolazione che i morti sino alle 5 p. m. erano stati tre solamente dei giorni precedenti. e sette i nuovi attaccati.

Speriamo che la Mamma nostra Santissima ci liberi presto e ci dia la grazia di trarre profitto di questa grande chiamata del Signore.

Aspetto riscontro alla mia per maggiore serenazione. Oggi credo non avere ricevuto sue nuove, e la prego di, non farmene mancare. Sono lieto di quanto penso aver letto nella sua di ieri, che stanno tutti bene e così mi. auguro che il Signore li conservi.

La benedico con tutti.

Palermo, 23 a gosto 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La ringrazio che supplì tanto bene allo sbaglio

dell'indirizzo della cartolina della Superiora Generale. La mamma non volle lasciarla senza nuove di noi ed

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ora io vengo ad allietarla, che i piccoli disturbi di Terre Rosse sono stati alimentati da quel panico, che di questi tempi invade tutti e particolarmente i cuori, che sentono e che sono gravati di qualche responsabilità. Ma il Signore ci sollevò subito, e la visita del medico fu sufficiente per rimettere la calma e le cose al suo posto; e tra le tre ragazze, fra le quali nessuna di quelle da lei conosciute, una avea anche la febbre. Sia Dio benedetto, che sinora ci ha voluto custodire così.

La 5 Casa, S. Marco, Monreale, Girgenti, S. Cataldo ecc. stanno tutti bene; qualche piccolo timore lo hanno avuto pure, ma senza effetti veri. Preghiamo sempre il Signore e la Mamma nostra.

La benedico con tutti.

P. S. Oggi fui al Municipio, sino alle 5. p.m. grande minorativa, tre soli morti dei precedenti, 7 nuovi attacchi.

Palermo, 23 agosto 1887

Rev.da Superiora (alla sorella suor Vincenzina)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi ricevetti la sua lettera e resto inteso di quanto

mi scrive, sperando riscontrarla presto ed estesamente. Otri ho dovuto impiegare tutta la giornata pel municipio per ragioni sanitarie; domani avrò la visita alla 5. Casa per le cose da farsi. Speriamo che faccian eco alle mie pretese tanto necessarie, per migliorare le condizioni sanitarie di quei Poverelli, dei quali questo ottimo municipio prende tanto interesse. Terre Rosse

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va benissimo, il panico sofferto è stato compensato dalla consolazione completa; speriamo che il Signore non faccia ripetere più questi timori. 5 Casa e tutte le altre tranquillissime, così qui in S. Marco e nelle case di tutti i nostri parenti.

Trovandomi oggi al Municipio sino alle 5 p.m. ebbi le notizie certe della giornata, sino a quell'ora, 3 morti dei precedenti, 7 nuovi attaccati, grande minorativa.

La benedico con tutti.

P. S. Totò è stato qui sino al momento che cominciai a scrivere. Tutti buoni.

Palermo, 23 agosto 1887

Ill.mo Sig. Sindaco e Presidente della Commissione Sanitaria di Palermo.

Il Ricovero di mendicità alla 5 casa, che deve la sua esistenza alle solerti premure della S. V. Ill.ma, del Barone Despuches, del Commendatore La Farina, e degli altri Assessori del tempo, nel breve giro di sei anni dal suo impianto, molto ha progredito, ma ancora non ha potuto raggiungere la sua perfezione; poiché alle tante cose, che si son fatte di anno in anno, manca ancora qualche cosa di grave importanza, quale sarebbe la mancanza assoluta di una infermeria, di una baracca in caso di epidemie contagiose, e l'altra, che entrambe le supera, la mancanza di acqua abbondante e perenne, per cui la S. V. si è tanto interessato.

Di tutto la S. V. è pienamente informata ed inte-

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ressata; solo, riguardo alla necessità della baracca, amo esporle una circostanza che la S. V. non può aver presente.

Nell'epidemie del 1885 il Ricovero si conservò immune del morbo sino al 27 ottobre, nel quale giorno furono dichiarati sospetti di colera quattro Poveri, che vennero subito condotti alla VI casa, e quaranta vennero, loro malgrado, trasportati al Castelluccio, dove ben ventiquattro furono colpiti dal male, e di questi soltanto sei guarirono; mentre i rimasti nello stabilimento nulla ebbero a soffrire.

Pare che lo sgomento, più che altro, fosse stato causa del male di quegli infelici, poiché oltre il terrore che apporta il male per se stesso, il trovarsi tra gente estranea, condotti tra la forza pubblica in un luogo, di cui non può quella gente formarsi un'idea troppo felice, deve necessariamente influire a deprimere il sistema nervoso di questi poveri vecchi, ed indurli forse ad occultare il male che, solo combattuto in principio, può essere dominato.

Dal lato sanitario nessun pericolo certamente può venirne alla città per il servizio dei colerosi nella baracca, quando questa è sotto la direzione di un medico, e presenta tutte le garanzie d'isolamento e di disinfezione; anzi è a ritenersi che il male, isolato stella località e non portato per le vie della città, presenti garanzie maggiori per limitarsi.

Non vedo poi, perché la casa dei Poveri debba soffrire un trattamento differente di quello, che si accorda a tutti gli Istituti e ad ogni cittadino particolare.

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Risulta infatti dalla circolare della S. V.al clero e ai sanitarii che ognuno ha diritto di curarsi in casa. Questo stesso diritto io imploro per i miei Poverelli.

Con ogni rispetto.

Palermo, 25 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Per cercare altri locali, onde dilatare i nostri poveri

della 5 Casa, ho dovuto impiegare più giorni senza poterne trovare. Grazie a Dio, però, alla 5 Casa si gode ottima salute, e così in tutte le nostre case compresa Terre Rosse, ed è solo per misura igienica che il Municipio vuole che si dilatino. Solamente abbiamo Suor Prudenziana da tre giorni con febbre a 40, e il medico dubita di potersi salvare.

La sua salute buona, così tutti dei nostri e dei parenti.

Nella città il male nel suo piccolo numero da tre giorni è stato stazionario.

La benedico con tutti.

Palermo, 25 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ieri sera vi lasciai senza notizie, perché non arrivai

a scrivere; la ragione è che ho dovuto accudire col Municipio e col Prefetto per trovare locali per dilatare i nostri poverelli della 5 Casa, ove si gode per misericordia di Dio ottima salute come in tutte le altre case senza eccezioni.

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Io grazie al Signore sto bene e così di tutti dei nostri e dei parenti eccetto Suor Prudenziana, la quale da tre giorni ha sofferto con febbre a 40.

Del male temuto stato stazionario in città.La benedico con tutti.

Palermo, 25 agosto 1887

Rev. Superiora (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Per non lasciarla una seconda volta senza nostre

nuove, pospongo di mangiare per scrivere.Ho dovuto cercare una casa per dilatare i Poveri

della 5 Casa, ma non l'ho potuto trovare. Però tanto alla 5 Casa. che ovunque, si gode ottima salute e nella nostra città il male per tre giorni si è tenuto stazionario. Preghiamo che il Signore si plachi e ci liberi presto, perché, comunque sia piccolo il numero di quelli che muoiono 7 o 8, pure si sta in uno stato di sospensione.

Per l'oleografia conviene fare scrivere dai Signori Montana, che saluto e benedico, che hanno delle relazioni in Napoli.

La benedico con tutti.

Palermo, 25 agosto 1887

Gentilissimo Sig,. Giosuè (Farmacista)

Sia Gesù amato da tutti i .cuori.Nella cassettina che la S. V. mi mandò col

prontuario dei medicinali più necessari, per S. Giuseppe Jato, non trovai la soluzione di morfina, di muschio e di cafeina da servire per l'iniezioni sottocutanie; la

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prego farmeli eseguire prontamente e mandarmeli ben turacciati, perché devono viaggiare.

Le rimetto il termometro, perché lo feci applicare e non agisce affatto, e dovendo mandarlo in campagna, bisogna che sia pareggiato. Le rimetto ancora l’enteroclisma e questo può ritenerlo senza supplicarlo con altro.

Aggiungerà un chilogramma di Tannino puro, anzi due chilogrammi bene avvolti e cautelati, N. 4 contagocce.

La prego di rimetterci un termometro esatto; Le auguro buona salute ed ottimi affari e che il suo Commesso possa guarire. Mi creda.

Palermo, 25 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Per gli affari che mi occupano e per la ricerca di

una casa, onde dilatare i Poveri della 5 Casa ho girato inutilmente tre giorni. Però, grazie al Signore, tanto alla 5 Casa che in tutte le .case nostre si gode ottima salute.

Nella città da tre giorni il finale nel suo piccolo numero di 7 e 8 si è tenuto stazionario.

Preghiamo e speriamo.Solamente abbiamo Suor Prudenziana con febbre a

40, ed il medico è angustiato. Preghiamo per questa buonissima figlia.

La benedico con tutti.

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Palermo, 26 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mi consolò la tua di ieri per le notizie di cotesta

città e del nostro stabilimento, ;sebbene la febbre di Suor Adaucta mi dispiace, e ancora per il miglioramento in salute della Sig.ra Montana e di mia figlioccia e per la lettera che ricevetti di questa Superiora, giusto quando io non avea possibilità nemmeno d'inviarle una cartolina postale, per gli affari continui che mi occupano.

Però ho da notare che l'essere mio più sofferente, la Superiora lo desume dalle mie apparenze, e come si persuade, così scrive. Io sto bene per misericordia di Dio e così tutti i nostri, eccettuate qualle Suore che hanno delle sofferenze cronache con febbri o altri disturbi, ma che non riguardano il male temuto. Solo ho da parteciparle la notizia che la Suor Pudenziana, dietro tre giorni di una febbre terribile, volò al suo eterno riposo, a ricevere la mercede della sua abnegazione, con la quale assisteva caritatevolmente i Poverelli di G. C.. In punto ricevo un telegramma di mio compare, nel quale mi dice: «Costernatissimo! Comare, figlioccia attaccate febbri ostinate, seriamente abbattute. Preghi, faccia pregare. Benedicami

« Emanuele Montana »Faccia la carità di confortarlo e lo assicuri che

abbianco pregato e pregheremo. Io spero scrivergli presto, ma il di lui avvocato è stato in campagna e con tante faccende non ho potuto raggiungerlo.

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Mi scriva di Suor Adaucta, se tuttavia soffre la febbre. Qui in S. Marco abbiamo Suor Brigida con la febbre e ancora continua. Il Signore fin'ora ha liberato tutte le nostre case del male temuto, e tranne Palermo, nessun altro paese, ove sono case nostre, è affetto dal colera, speriamo che ci usi questa misericordia sino alla fine.

Qui si mantiene stazionario nel suo primo numero, e sì è reso così abituale, che sembra recare minore spavento, quasi fosse una malattia comune. Pure preghiamo perché il Signore ci converta e ci liberi da questo suo flagello, che nella sua misericordia non ha altro scopo, che chiamarci al suo santo amore. Per la oleografia se può faccia scrivere dai Sig.ri Montana ai loro corrispondenti, perché io non avrei alcun rapporto sicuro da potere adibire. Per la cappella tutto quello che piace a lei e nella sua prudenza saprà regolarci. Suor Celeste ai reumi ha aggiunto una quantità di usciture alla pelle, ed il medico le fece fare un bagno; so che ha sudato moltissimo e vorrebbe alzarsi, ma io la feci rimanere a letto, sperando che questo sudore le giovasse per diminuire anche i reumi, che di quando, in quando la hanno tormentata molto. Farò sapere al P. Gambino di mandare le fedi da lei richieste. Debbono solo pregare per noi, ed invece di stare in sollecitudine, debbono crescere nella fede che il Signore ci continuerà a custodire. Il colera non è vero che cresce sempre, ha cresciuto e diminuito, ma da più giorni, mi dicono, che si è limitato a 7, o 8, mentre nel passato, massimo furono 20, l'indomani 3, poi 16, poi 7 e così è continuato. Ma la città è tranquillissima.

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La benedico con tutte. Benedico particolarmente Suor Adaucta, mia Sig.ra Corsare, e la figlioccia e quanto possono trovarsi in sofferenza.

Preghiamo a vicenda.

Palermo, 26 agosto 1882

Rev. Suora Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Potrà ricevere la Vecchierella Saveria Stoppo,

figlia delli furono, …come sentirà dal porgitore e vedova del fu Giacomo Barone di anni 80. La stessa è mandata dal nostro benefattore Barone Starrabba, il quale in cambio farà entrare la buona Scinile che costì non sa adattarsi a Malaspina.

La raccomando alla sua carità e benedicendola con tutte le Povere e le buone Suore mi dico.

Palermo, 26 agosto 1887

Figlio mio in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non potendo Francesco Geloso aspettare che si

mettessero nella cassa i medicinali, scrivo queste due parole per darle notizia che nelle nostre case sin'ora nessun sinistro. Se in qualcuna vi è stato qualche allarme, la 5 Casa però è stata pienamente sana. Speriamo che continui sempre così.

Nella città continua con discrezione, ma pure basta saliere che tuttavia trovasi tra noi per stare sempre in angustia e preoccupazione.

Non ho ricevuto sue nuove; con Francesco mi auguro sentirle buone quanto prima.

La benedico con tutti.

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Palermo, 26 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Questa volta non è cartolina postale; ma sa che ho

fatto? ho lasciato di recarmi al Municipio per scriverle, e questo noti converrebbe ai Piccoli Maschi, che, per ordine della Commissione Sanitaria, vogliono che fossero diminuiti, portandone un numero in altra casa o tutti, se si trova casa grande. Sinora, per quanto ho travagliato. non ho potuto. trovarne, oggi però mi suggeriscono di domandare l'ex convento della Zisa all'olivuzza; vedrò domani.

Nelle nostre case sin'ora nessun sinistro, ovunque si gode ottima salute, non perché non vi fossero delle sofferenze subite, ma non vi è colera, né cosa che lo somigli e questo non solo in Palermo, ma in tutte le nostre case, ove anche i paesi sono esenti di detto male. Però il Signore ci ha voluto visitare, chiamando a sé la buona Suor Pudenziana dopo tre giorni di una febbre cocentissima. Fortunata! andò presto a ricevere l'eterna mercede, ch'è promessa alle anime generose, che, col vero spirito della abnegazione, servono G. C. nei Suoi Poverelli, e veramente questa buona figlia ne avea dato luminose prove. Preghino requie per detta annua benedetta, la quale certamente pregherà per noi. A Terre Rosse si sta benissimo, come in tutte le altre case, e il panico per qualche diarrea era pei poveri Superiori, che sempre palpitano, avendo alle loro cure affidate circa 300 bambine. La buona Concettina e tutte

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quelle che V. S. conosce, buonissime, anzi la Concettina è sempre piena di gran coraggio. Nella città vi è molta tranquillità; il colera da più giorni s'è tenuto stazionario nel suo piccolo numero, ma si è ridotto come un male qualunque, non fa più il solito spavento. Speriamo però che produca l'avvicinamento di tutti al Signore, perché la radice di questo male è nel peccato, e la cura più certa, secondo me, per esserne liberati, è l'essere uniti al Signore. Preghiamo e speriamo.

Quest'ultima sua lettera la ricevetti suggellata colla cera lacca, portante una sola lettera un R rovesciato. Mi sappia dire se è questo il bollo che voi avete, perché ho bisogno di saperlo.

Il Sig. Sindaco può avere le sue ragioni per regolarsi così con taluni ammalati e noi non posiamo giudicarlo; ma quando vi sono piazze vuote e l'ammalato si riceve a spese della casa, non si può pregare per ammetterlo senza retta? io credo di si, perché nelle trattative fatte io volli questo diritto di potere avere degli ammalati a carico dello stabilimento.

La S. V. adunque, quando succedono di questi ammalati che il Sig. Sindaco non può ricevere. preghi di ottenere l'ammissione senza retta e Dio provvederà. Speriamo che il S. Protettore ottenga tutte le grazie che bisognano in cotesto comune ed anco nella Casa nostra.

Questo è un gran letterone per questa sera, e la S. V. lo gradirà, perché è pieno della più bella notizia, che ovunque siamo esenti di colera.

Alla 5 casa poi mi sembra un miracolo. I piccoli

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maschi tutti buonissimi; si vogliono trasportare tutti o parte in altra casa, per sloggiarli che sono un poco affollati.

La benedico con tutti.

Palermo, 26 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi non ho ricevuto sue lettere ed io aspettavo le

informazioni che le avevo chiesto dopo aver ricevuto la notizia della morte di quel vecchierello. Nelle nostre case e ovunque nessun caso di colera, si gode buona salute.

Nella città il male da più giorni si è tenuto stazionario, qua per l'abitudine si è reso meno temuto; la maggior parte di quelli che si curano, guariscono, quelli che muoiono sono pochissimi; se dura così si renderà come le altre malattie. Io però vorrei che questo timore non si dileguasse, e che tutti pensassimo di ritornare a Dio, perché la vera conversione di tutti mi sembra il miglior mezzo di allontanare questo flagello di Dio.

Però, mentre il Signore ci ha misericordiosamente custodito in tutte le case nostre di questo male temuto, ho da dirle che la buona Suor Pudenziana, dopo tre giorni di cocentissima febbre, è volata all'eterno riposo. La buona figlia andò a ricevere la corona dei suoi travagli da quel buon Dio che ha promesso il Paradiso a coloro, che lo servono nei suoi Poverelli, e veramente

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lasciò tanta edificazione di sé questa buona figlia nella nostra Comunità, per la vera abnegazione colla quale serviva i Poverelli di G. C.

Pregate requie per quest'anima benedetta, che certamente intercederà per tutti i nostri bisogni.

Le confermo adunque la notizia che tutte le nostre case sono state esenti, ed io non ho potuto scrivere, perché ho dovuto e debbo ancora cercare una casa per passarvi un numero dei nostri piccoli maschi, che nella casa che abbiamo sono molto ristretti, ma, grazie a Dio, sino a questa sera stantio tutti benissimo. La benedico con tutti; la interesso di scrivermi.

La benedico di nuovo.

Palermo, 27 agosto 1887

Figlio mio in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Le rimetto una scatola con un prontuario di

medicinali. Volea consegnare la presente a Salvatore Geloso insieme ai medicinali, ma non ebbi il tempo e consegnai allo stesso la scatola, più una bottiglia suggellata con rosolio di menta papireta. Ora continuo la lettera per dirle, che nella scatola troverà delle cartoline con bismuto ed oppio che amministrerà, quando non ha potuto arrestare la diarrea coll'uso del laudano, o vi saranno dei dolori nelle viscere, dandone una ogni due ore e nell'intermedio il laudano, se la diarrea continua. Troverà anche un altro pacchetto di cartoline con sottonitrato di bismuto, oppio e tannino, che potrà

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amministrare per la stessa indicazione, e quando la, diarrea più si ostina. Troverà una buona bottiglia di laudano, che secondo l'età e la serietà della diarrea potrà amministrare da 10 a 20 gocce in una pietra di zucchero, o in un poco di acqua nel cucchiaro, insistendo a ripeterlo ogni mezz'ora, finché la diarrea continua. li rosolio di menta lo amministrerà a cucchiaia per frenare il vomito e limitare lo sconcerto. Il fior di camomilla può servire per fomenti allo stomaco, facendo l'infuso nell'acqua bollente e aggiungendo dell'aceto. Può usarsi anche per uso interno anche per eccitare la reazione, preparando un decotto d'orzo, e poi facendo bollire detto decotto, si fa l'infuso di camomilla, mettendovi un poco di detti fiori, si cola e si amministra per uso interno a tazzoline. Lo spirito canforato si usa esternamente per sciogliere i grampi, ed internamente in una pietra di zucchero o in un poco di acqua nel cucchiaio, per eccitare la reazione nello stato algido. L'acido solforico serve per metterne tante gocce nell'acqua, finché arriva ad una acidità gradita, quando gli ammalati hanno molta sete, e i senapismi possono mettersi come rivulsivi sullo stomaco, quando il dolore è forte, e si applicano ai piedi ed alle gambe, quando succede al colera lo stato tifoideo. Troverà la siringhetta per fare le iniezioni di morfina, quando il dolore allo stomaco è forte, di caffeina, quando cominciano i disturbi del cuore per l'arresto della circolazione, che si verifica nello stato algido, quando l'ammalato diventa nero e freddo, e in questo periodo si alterna detta iniezione di caffeina, con quella di mu-

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schio, per animare lo stato nervoso e della circolazione. Le iniezioni si fanno così: prima si tira dall'ago il rame filato, che vi si tiene sempre introdotto per non fare ostruire il lume interno, che serve per fare passare il liquido che deve iniettarsi, poi si adatta ben fortemente l'ago alla siringhetta, s'introduce l'ago stesso dentro il liquido che deve iniettarsi e si tira lo stantuffo per riempire coll'aspirazione la siringhetta, poi si caccia quel poco d'aria che può esservi dentro, con la mano sinistra si afferra la pelle del punto, dove deve farsi l'iniezione e si solleva e s'introduce l'ago nella stessa direzione della pelle sollevata; si pressalo stantuffo ed il liquido s'introduce sotto la pelle; si esce l'ago, si fa una piccola frizione colla mano stessa sul punto, dove si è fatta l'iniezione, ed è tutto finito. Lei certamente dev'essere informato di queste cose, avendole sofferto sopra se stesso, e per conseguenza potrà capire, quanto le ho detto. Però se ha difficoltà, mi scriva che procurerò di schiarirle.

Speriamo che questi preparativi restino inutili, e che presto potessi dirle, che anche qui siamo liberi; perché, dalle notizie che ho inteso, sembra sperabile questa consolante notizia, sia per la mitezza che il male presenta, essendo molti quelli che si guariscono, sia ancora pel piccolo numero dei morti dei nuovi attaccati. Fino ora nelle nostre case non è succeduto niente,. Sia tutto come vuole il Signore!

Benedico te e tutta la Comunità.

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Palermo, 27 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Quanto lei mi scrisse nella sua di ieri per via di

posta, avrebbe dovuto rifletterci da principio, e se si fosse ottenuta la fede, su quella avremmo regolato le cose in buona regola. Il fatto di Ambrogio ci dà a credere che le fedi escono per come il Municipio le pubblicò, e per conseguenza per doppia ragione dobbiamo adattarci a continuare nella stessa dicitura, perché abbiamo detto così, e perché il fatto di Ambrogio ci assicura che deve dirsi così. Sia fatta l'adorabile volontà di Dio.

Nel fare la statistica al Ministero, si devono notare tutti i connotati delle orfane, ma delle Suore sarebbe sufficiente dire: più N. 10 Suore dell'Associazione del Boccone del Povero, col titolo di Serve dei Poveri. Se al P. Pennino questo sembra che non basti, metteranno solamente i nomi di comunità ed il proprio cognome, p. e. Suor Maria Amalia Sesti, Suor Maria Caravello, Suor Maria Cecilia Parrinello etc.

Ma io ritengo che il P. Pennino si contenterà della prima dicitura e il Ministero si contenterà, perché non ha altro bisogno che quello di sapere il numero dei commoranti in cotesta casa.

Profitto di questa occasione per darle la consolante notizia che nelle nostre case fin'ora il Signore non ha fatto entrare il male temuto e generalmente si gode buona salute. Però non mancano le note malattie di

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febbre ed altre sofferenze che ella conosce, particolarmente dalle Suore di 5 Casa, Epifania, Prisca, Domitilla, la quale credo sia un po' meglio, perché la vidi al lavoro, e l'altra Suora pure venuta da Monreale, minacciata pure dallo stesso male di petto. Oltre ciò debbo comunicarle una dolorosa notizia che arrivò a noi come ora arriva a lei. La buona Suora Pudenziana, dietro tre giorni di febbre cocentissima, volò all'eterno riposo. La buona figlia diede tanta buona prova della sua abnegazione nel servire i Poverelli e avrà ricevuto la mercede da G. C. promessa a coloro che lo servono nei Poverelli suoi.

Preghino requie per l'anima benedetta, che intercederà presso l’altissimo per tutti i bisogni della nostra comunità.

Qui abbiamo Suor Brigida con febbre pure forte; il medico crede che vi fosse interesse di pleura; stiamo a vedere. Il resto tutti buoni.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 27 agosto 1887

Rev.da Superiora

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Consoliamoci a vicenda e ringraziamo il Signore e

la Vergine Madre nostra. Oggi, per come ho saputo da persone impiegate al Municipio, tre morti dei precedenti, denunzia di nuovi attaccati nessuno.

Pure che domani non sarà così, è sempre da consolarci di tanta misericordia. Nelle nostre case poi non

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possiamo finire di lodarlo e ringraziarlo; tutto è tranquillo; finora non abbiamo avuto alcun caso.

Preghiamo e speriamo che Dio continui ad usarci la stessa misericordia sino alla fine.

La benedico con tutti.

Palermo, 27 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Riscontrerò quanto prima la sua di oggi. Per ora si

contenti sapere la bella notizia che oggi solo tre morti dei precedenti, e nessuna denunzia dei nuovi attaccati. Questa notizia mi fu data verso le 5 p. m. da un impiegato municipale; è da credere che fosse vera, ed è consolantissima.

Nelle nostre case il Signore ci ha conservato ovunque, così speriamo sino alla fine. Preghiamo sempre. Mi auguro che presto il Signore voglia farci la carità di liberarci del tutto, per provvedere a tante cose, che al momento non si può pensare.

La benedico con tutti.

Palermo, 27 agosto 1887

Rev. Superiora.

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Questa sera ho una buona novella da darvi per

come ho saputo. Morti dei precedenti 3, nessuna denunzia di nuovi attaccati.

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Se queste notizie sono vere come io credo perché mi furono date da persona del Municipio abbiano da consolarci.

Nelle nostre case grazie al Signore nessun caso nemmeno sospetto, quante misericordie che il Signore ci ha usato.

Non ho tempo di riscontrare le lettere ma questo che vi ho scritto è tutto quello che potete desiderare.

I nostri tutti buonissimi così tutti dei nostri parenti.La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 27 agosto 1887

Rev. Superiora (Girgenti)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi buona notizia! Tre soli morti dei precedenti,

nessuna denunzia di nuovi attaccati.Speriamo che il Signore ci liberi presto.Nelle nostre case, esenzione intera fin'ora;

preghiamo, perché fosso così sino alla fine.Questa Superiora oggi è stata meglio. Suor Brigida

continua. Il resto tutti buonissimi. Mi auguro sentire buone nuove del Sig. Montana, che benedico.

Così della casa nostra e di tutto il Paese.Come sta Suor Adaucta? Mi scriva.La benedico con tutti nel nome del Signore.

Palermo, 28 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Continuano le buone notizie. Oggi i Sacerdoti, che

Sua Ecc.za Rev.ma riunì in comitato speciale per l'as-

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sistenza dei Colerosi, non furono affatto chiamati. Speriamo che, continuando così, potessi presto assicurarvi che il paese, per divina misericordia, è libero totalmente dal male.

Le nostre case tutte in buona salute e con quella tranquillità che sembra contare sulla misericordia del Signore.

Questa Superiora un po' meglio coi suoi dolori, ma sempre all'impiedi alle cure della comunità. Io e tutto il resto buonissimi, meno Suor Brigida che, comunque meglio, continua nelle sue sofferenze, che il medico non reputa gravi.

Le accludo una lettera di Suor Colomba e l'assicuro dell'ottima salute di tutti. Speriamo che il saputo ammalato si presenti nuovamente al Sindaco per essere ricevuto, e che si trovi mezzo per accomodare il pagamento di codesti fabbricati, che con mia gran meraviglia arriva a L. 40.000.

La fabbrica costì credo che costa più di quanto costa in questa. Se potessi avere una copia della perizia la leggerei con curiosità.

Mi occorre ripeterle che scrivendo, non dovete usare l'avverbio costì o costà per indicare il paese dove voi siete, ma invece dovete dire qui, in questa.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 28 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Contento delle sue notizie per lo stabilimento e pel

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paese, vengo a consolarla, assicurandola che qui il male continua a decrescere. Oggi nessuno andò a ricercare l'assistenza dei Sacerdoti, che l'Em.mo Arcivescovo riunì in comitato per l'assistenza dei colerosi.

Mandai da suo fratello e lo trovarono alzato e fuori di pericolo. Sia Dio benedetto.

Di tutte le nostre case le più consolanti notizie.Dio sia benedetto in eterno!La benedico con tutti e mi ripeto.

Palermo, 28 agosto 1887

Rev. Superiora (Girgenti)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Continuano le buone notizie; oggi come ieri

minorativa nel paese.Il Comitato dei Sacerdoti, eretto dallo Eminentissimo

nostro, non è stato chiamato oggi da nessuno.Sia Dio benedetto! Nelle nostre case nessuna

angustia per questo finale temuto, né qui né altrove. Speriamo che continuando così potessi presto assicurarvi che il Signore ci liberò.

La Superiora un po' meglio coi suoi reumi. Io benissimo con tutti gli altri di nostra comunità, eccetto Suor Brigida che, comunque meglio e senza pericolo, continua nelle sue sofferenze.

Mi congratulo del miglioramento di Suor Adaucta e della Signora Montana.

La benedico con tutti.

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Palermo, 29 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non è mai buono prestar credito al proprio cuore,

perché l'esperienza ci insegna essere, stato sempre il nostro ingannatore. Ed io le ho sempre consigliato di tenere queste massime a buona regola della sua vita. «Un solo amore per l'adorabile volontà di Dio. Un solo odio per il proprio cuore. Una sola diligenza per allontanare da noi tutto quello che disturba la pace interiore del proprio spirito». Se lei dinanzi al Signore esamina la sua coscienza per tutto il periodo della sua vita, troverà che il male, che avrà potuto commettere, è stato sempre consigliato dal proprio cuore. È veramente il nemico più terribile, e molto più, quando noti l'abbiamo per tale, perché ha l'arte di farsi credere come vero amico e sempre ci inganna.

Non abbia fiducia a queste tristezze, che lo stesso procura d'ispirare sempre a solo fine di farci scontenti di quello che il Signore può disporre; l'anima, che ama solamente la volontà di Dio, noti avrà più amarezze, che per crescere con piena unione in questo S. amore. Quando lei era triste, non pensava affatto alla buona Prudenziana, ma la sua tristezza poggiava sul timore d'incontrare qualche cosa che dispiaceva al suo cuore; quando queste cose succedono, ne profitti per fare atti di maggiore unione alla divina volontà, e procuri di disprezzarlo e contrariarlo, collo stare allegra e divagarsi.

Le buone notizie sulla salute pubblica continuano

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nello stesso modo, nelle nostre case tutte; le confermo le nuove della buona salute di tutti non esclusi i Superiori che fin'ora stanno benissimo. Pel ragazzo di sei anni, la S. V. riscontrando con tutta calma al Sig. Sindaco, dirà, ch'è sempre pronta ad accettare i poveri ammalati anche senza retta, fidando nella Provvidenza, che deve aiutarla colla proporzione dei Poveri che affida alle sue cure, ma non può nascondere al Sindaco, ch'è il padre dei poveri in quel comune, che la casa in atto versa in gravissime angustie, per la colletta diminuita, per la necessità di aver dovuto migliorare l'igiene dei poveri, per la circostanza della temuta epidemia; e di fargli ancora notare che, non essendovi altri ammalati, non può farsi economia per questo solo, comunque fosse un bambino, ma pure tuttavolta, finché potrà supplire anche nelle proprie privazioni, lo farà. Notificherà ancora che le mancano le fasce e gli apparecchi necessari e per questi avrà cura di rimettere anche la richiesta del medico, so quello crede di averne bisogno.

La prego però in tutte le occasioni, che potrà avere col Sindaco, di usare tutti quei modi, che noti possono caratterizzarsi male; la verità e la giustizia si sostiene da se stessa e basta annunziarla nelle forme più miti, come nostro Signore ci diede l'esempio nella Sua vita mortale. La carità ha questo carattere, che non si agita mai e non offende mai nessuno, ma tutti comprende ciel suo amore, anche coloro che sono apertamente nemici.

Oggi ho ricevuto due lettere da tutte parti, perché ieri non ne ricevetti, e così sarà delle mie. Vorrei sem-

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pre fare delle lunghe lettere, ma non ho lei sola, debbo fare cinque, sei lettere al giorno e tutte le altre cose, che non sono poche, per conseguenza, mancando le mie lettere, non deve stare in pensiero e ricevendo una cartolina deve essere contenta.

La benedico con tutti e mi ripeto.

Palermo, 29 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi sono stato Molto tempo in casa dell'architetto

per la pianta di cotesta casa, per conseguenza vi contenterete di questa cartolina.

Le nostre case tutte libere e di buona salute, il paese continua nella diminuzione, da tutti anche dai medici si spera che presto fossimo liberi. Mi congratulo che state bene e che S. C. migliora, speriamo che presto potesse nutrirsi bene e rimettersi in buona salute.

Questa Superiora ancora meglio, Suor Brigida continua. Io ed il rimanente dei nostri e dei parenti buonissimi.

La benedico con tutti.

Palermo, 29 agosto 1887

Rev. Superiora (Girgenti),

Sia Gesù agnato da tutti i cuori.Ritengo che le lettere le arriveranno tutte ad una

volta, perché io ho scritto ogni sera.

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La Superiora Celeste è meglio. Suor Brigida continua; io sin’ora sto bene, come stanno bene tutti dei nostri.

Nelle nostre case si sta bene; sin’ora nella città mi dicono che si va sempre meglio.

Mi congratulo che state tutti bene, che la Signora Montana sta meglio e così la bambina e Suor Adaucta. Spero domani avere maggior tempo di scrivere per riscontrare la sua ultima. Stia serena, ancorché non ricevesse mie lettere, perché sarà solo quando mi manca il tempo.

La benedico con tutti.

Palermo, 29 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Continuano le buone notizie. Case nostre tutte

libere, la città migliora. Continui a fare pregare il Signore, perché voglia presto liberarci del tutto. Non so se le comunicai la notizia che suo fratello è già alzato.

Domani spero avere maggior tempo per riscontrare la sua ultima, oggi però non ricevetti sue nuove; forse le riceverò domani.

Se il Signore ci libera presto, spero essere in circostanza di poter venire un momento.

La benedico con tutti.

Palermo, 30 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ho riletto la sua del 26 e nella stessa non fa altro

che lagnarsi, o meglio, esprime il dolore suo, quando

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non riceve mie lettere, perché dà luogo a tanti sospetti. Io però le ho scritto sempre, supplendo con le cartoline, quando non ho tempo di scriverle a lungo, e se qualche volta non l'ha ricevuto, ha dovuto riceverne due l’indomani.

Avendola poi, nella mia, assicurata che siamo liberi e si gode ovunque buona salute, non mi resta altro per questo riguardo a riscontrare.

Per secondo articolo in detta lettera mi diceva di aver parlato al Sig. Spina per l’ammalato di Gresti, e che il Sindaco, se tornerà a presentarsi, è pronto a riceverlo. E di questo io la riscontrai pure. Sarà forse qualche cosa che avrà scritto in altra lettera, della quale attende risposta? Mi ritorni a scrivere, che risponderò.

Per la salute pubblica e per nostri stabilimenti, ripeto le stesse notizie; sembra che il male fosse sulla, fine, e nelle nostre case, grazie al Signore, non abbiamo niente.

Ricevetti una lettera di 16 pagine del Sig. Alfonso Spina, scritta in riscontro alla lettera del P. Boscarini e indirizzata a me. Dalla stessa rilevo che il Sig. Alfonso non è bene informato dell'andamento delle cose, e nemmeno ha preso la questione nella sua realtà, e, per conseguenza, nella sua bontà giudica le cose di un modo diverso di come dovrebbe giudicarle. Come verrà il P. Boscarini, la farò leggere e gli farò fare la risposta.

Ricevetti la mia acchiusa in quella di Suor Colomba? Ritengo che un francobollo era sufficiente.

Quando le dico che in tutte le nostre case si gode buona salute, non intendo parlare solo di quelle di

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Palermo, ma di tutte, perché mi arrivano le lettere ed io comunico l'assicurazione.

Mi farà la carità d'informarmi, se in Catania, o nei paesi della provincia, coi quali Valguarnera ha commercio, continua il colera, perché io non ho tempo di leggere giornali e per conseguenza lo ignoro. Voi per ragione della vicinanza potete avere qualche informazione ed io desidero conoscerla.

Quanta misericordia ci ha usato il Signore! Veramente abbiamo motivo di ringraziarlo con tutto il cuore, non avendo avuto nessuna disgrazia in nessuna casa, e particolarmente alla S Casa, che per tutte le circostanze sembrava quella che a preferenza fosse esposta. Sia Dio benedetto e lodato in eterno.

La benedico con tutte le Suore, le orfane e i poverelli.

Raccomando particolarmente alla sua carità la buona Suor Ninfa, la quale, oltre il difetto di essere molta attempata, non ha dato mai altro motivo di dolerci di lei, sebbene alla prova dei rimproveri e dei castighi ritengo che deve cadere in una specie di afflizione, che l'abbatte e la rende conte fissata nella propria tristezza. Qui rispondeva bene al suo ufficio, era sempre buona ed educata e per questo io ho creduto di farla uscire da Palermo. Essendo impossibile il di lei ritorno in questo momento, la raccomando alla sua carità, per risollevarla un poco e correggerla con dolcezza, e allo stesso tempo la prego a volermi informare con dettaglio della di lei condotta, scrivendomi con lettera raccomandata.

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Mi congratulo delle buone nuove che mi dà della nostra casa e di cotesto paese. La benedico di nuovo e mi segno.

Palermo, 30 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Confermo le notizie di ieri; il male sembra che

voglia allontanarsi dalla città e da tutti si ripete la stessa notizia. Nelle nostre case con certezza ne siamo esenti ed io sento il bisogno di crescere sempre nella preghiera, perché, nel partirsi da noi, non pensi divenirsi a congedare, ma parta da sconosciuto, come si è degnato il Signore di tenerlo sin'ora. Oggi alla 5 Casa non ebbero bisogno del medico, nemmeno per le malattie ordinarie e per telefono risposero che poteva risparmiarsi di andare. Sia Dio benedetto in eterno! La sua cartolina oggi non fu abbastanza chiara; io credo le sue parole e ritengo quanto lei mi assicura che non vi è niente di sospetto né nei sei vecchierelli ammalati, né fra le quattro Orfanelle. Però se scrive in lettera chiusa, mi deve informare dei loro incomodi. Come stanno le Suore ammalate? Mi dia qualche dettaglio di tutte, e quando avrà tempo mi manderà informazioni sulla salita osservanza. Di suo fratello certamente avrà avuto la notizia dell'intera guarigione. Di noi tutti le assicuro buona salute e così di tutte le case nostre. Fece bene a vendere, o meglio a consegnare il cavallo, per come avea disposto il Sig. Luigi Vassallo. Quei conti che cercano a lei e per il nuovo Amministratore,

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io non so cosa dirle, non sapendo dettagli, mi persuado però che questo amministratore ha poco da fare con noi, ma deve curare di esigere le rendite per versarle opportunamente. Nella nostra casa non ha che fare, perché noi abbiano in gabella il fondo e dipende solamente da lei il farlo opportunamente coltivare. Del resto se la S. V. vede cose, che non vanno in regola, può farne una parola col P. Parroco con quella prudenza, che mette l'ordine, senza generare offese e pregiudizii. La Superiora Generale mi ha scritto che sta bene, ma se non sbaglio mi dice che da molto tempo non sa sue nuove.

Questa Superiora e queste Suore la ossequiano e gridano un «viva Gesù!» a tutte le Suore. La benedico con tutte le Suore, le Orfanelle e i Poverelli e mi segno.

Palermo, 31 agosto 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ho presente la sua ultima del 30 spirante nella

quale ripete il desiderio di una risposta della sua del 26. In quella che le arriverà oggi stesso, sentirà che nella sua del 26 non mi resta cosa a rispondere; faccia più breve, mi scriva di nuovo e rispenderò.

Usi col Sindaco tutte le buone maniere, ma per le cose che possono bisognare, mi sembra miglior partito scrivere, invece di mandare imbasciate, nello scrivere tenere le forme più delicate e caritatevoli, senza mai

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entrare in pretenziosi e puntigli; perché, dovendo rispondere il Sindaco non sarà tanto facile ai rifiuti, come potrà fare facilmente a voce. Però procuri di non fare mancare nulla al bambino e di rimediare alla meglio le cose che mancano, o facendo accomodare un letto, eseguendo un buco nella tavola e nel materasso, o facendo eseguire la pala. Se viene il Notaro Sgarlata, esprima i bisogni, senza lagnarsi di nulia, usando sempre quella mitezza ch'è figlia della vera carità. Speriamo che il Signore ci quieti presto per procurare di rassettare le cose, di quel modo che sarà possibile, e dico così, perché nelle piccole comuni non hanno sempre i mezzi di poter fare quello che bisogna, e quando bisogna, ma è mestieri che la pazienza nostra e la carità suppliscano, finché non si raggiunga la meta che si desidera.

Il Padre Boscarini ricevette, tempo addietro, una lettera del Sig. D'Amico nei sensi come lei mi scriveva e suppongo che l'avrà riscontrato, sia come viene, io t’informerò. Spiacemi se il Cav. D'Amico abbia dispiaceri coi Maestri, i quali, se avranno esatto quanto paga il Sig. Litteri ed il Sig. D'Amico, non resterebbero creditori che di L. 10000.

E per dette L. 10000; io credo che i Maestri, da un canto dovrebbero avere la bontà di aspettare; mentre dall'altro, si dovrebbe creare una commissione, per mettersi in giro ad una colletta speciale e procurare di raccogliere a tanto all'anno da tutti del paese e dai proprietari delle miniere l'uguale cifra, che di anno, in anno si andrà scontato ai Maestri.

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Però io l'avea pregato di farmi tenere una copia della relazione per potermi meglio persuadere della fabbrica fatta e del come succede che, volendo spendere assai meno, si arrivi ad impiegare la cifra di L. 40000, senza averla ordinato nessuno. Sia fatto in tutto l'adorabile volontà di Dio.

Le notizie della città continuano buone; oggi mi han detto che il giornale portava 5 morti dei sobborghi, della città nessuno. Nelle nostre case tutto è tranquillo, tranne della ragazza Mareschi a Terre rosse che ha sofferto vomito e diarrea; ma speriamo che finisca come le altre che stiedero tutte bone.

Mi congratulo delle buone notizie che la S. V. mi da della casa e del paese e così spero della cessazione di ogni timore.

Oggi qui abbiamo avuto acqua e tuoni. Speriamo che rinfreschi l'aria e le acque fossero abbondanti per accrescersi le probabilità di vedere finito questo male che, comunque mite, pure tiene in pensiero.

Del telegramma del Sig. D'Amico io non so nulla, il Padre Boscarini me lo avrebbe detto.

La benedico con tutti e mi ripeto.

P. S. Ho scritto tutti i giorni; avete ricevuto sempre le mie lettere?

Palermo, 31 agosto 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi non ricevetti sua lettera, forse sarà ritardo di

posta, ma la prego di non farmela aspettare molto,

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perché mi resta il dubbio dei vecchierelli e delle orfanelle ammalate.

Qui si continua meglio; nelle case nostre si sta bene, ma sola orfanella è stata un poco disturbata; ma speriamo che non fosse cosa grave.

Non ha scritto alla Superiora G.le e poverina sta in pensiero.

La benedico con tutte le Suore, le orfanelle e i vecchierelli e mi segno.

Palermo, 31 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Scrivo due parole per assicurarla delle buone

notizie del nostro paese dove da tutti si dice che il male minore e che nelle case si gode buona salute, meno l'orfanella Marietta Mareschi ch'è stata disturbata un poco e ha fatto angustiare con la diarrea ed il vomito; ma da quanto ne ho inteso ora è meglio.

Preghiamo e speriamo. La sua promessa l'adempierà, quando io sarò costì, non perché io non fossi guarito dalla fistola, ma perché ancora non posso espormi ad un viaggio. Mi congratulo che le ammalate sono già guarite e che le Postulanti o Aspiranti anelano il momento. Preghino esse il Signore, che presto ci liberi dal male e poi ci parleremo, perché vi è qualche difficoltà che deve rimuoversi. Non posso prolungarmi perché debbo fare altre lettere. La benedico nel nome del Signore con tutte le Suore e le orfanelle.

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Palermo, 31 agosto 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ricevasi gli oggetti cambiati ed altra volta è buono

che tutte le notizie e le circostanze si dicessero per evitare gli sbagli.

Se si fosse detto da principio lana di Napoli, ferro, comprato dal Genovese a lattarini, di certo le cose non sarebbero andate così.

Comunque, se la sorella fosse stata più svelta ed intelligente a conoscere le qualità delle cose, ed anche più versata a sapere dove si vendono, si sarebbe potuto evitare questo sbaglio.

Dica a Suor Carmela, a nome di Dio e della Santa Obbedienza di regolarsi da buona Suora nel S. distacco, e lo dica a nome mio, perché questo difetto la espone e perdere la vocazione. Al momento non posso permettere che scendessero le Suore in questa, dovendo poi tornare nello stabilimento e nemmeno per rimanere.

Qui le cose continuano ora meno ora più. Nelle nostre case fin’ora nessun sinistro. Ci aiutino colla preghiera, perché il Signore ci conservi immuni. Mi auguro che il Signore risparmi cotesta città dal terribile flagello e ne fo preghiera costante.

Ricevette il vino? Il Sig. D. Francesco Soldano mi ha incaricato di mandargliene altri due barili; mi avvisi, quando li potrò mandare.

Tutte queste Suore la ossequiano insieme a tutte le sorelle.

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La benedico nel Signore con tutti e mi segno.

P. S. M'informi della Sua salute che io desidero del tutto buona. Il ferro filo non vollero cambiarlo e per conseguenza lo rimetto.

Palermo, 1 settembre 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.L'orfanella va meglio, del resto buona salute per

tutte le case; nel paese sembra tutto tranquillo, ma ancora non siamo liberi.

Godo che il Signore ha preservato cotesto Comune e prego sempre per restare illeso.

Mi consolo moltissimo che tutti godete buona salute, vuol dire che S. E. si è rimessa. Per ricordo scrivetemi voi qualche idea, e ripetetemi le cose da me non riscontrate.

Io ho scritto sempre.Io non so se la lettera di Suor G. arrivò alla

famiglia; vi scrissi di nuovo per ricordarvi di fare scrivere a tutti.

Tutti dei nostri buonissimi. Suor Pasqualina non ha scritto; le altre sì, e stanno tutti bene ed esenti nel paese del male.

Siamo nella novena della Natività della Madre nostra. Preghiamola efficacemente.

La benedico con tutti.

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Palermo, 1 settembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Si scrive sempre la verità, ma voi non vi contentate

di sentire le cose come sono, ma volete a forza che ci fosse qualche cosa dippiù. Suor Celeste ha sofferto quello che si è scritto e niente altro dippiù; il medico ha ordinato i bagni ed è migliorata, ma ancora non è libera.

La ragazza di Terre Rosse è stata meglio, ma ancora non è libera; tutto il resto e in Palermo e fuori buonissimi. Nella città si asserisce la minorativa; ma ancora non siamo liberi. Siamo nella Novena della S. Bambina. Preghiamo e speriamo.

Io non so capire come si fecero tante opere con mille e rotti centinaia di lire; e con cinque mila la cappella non può essere sbrigata. Pure è vero che il Sig. Messina ed il Sig. Sciascia hanno fatto molto con poco danaro.

Forse ritengo che la spesa delle trave di ferro sarà stata molta. Però io non mi fido di dire cosa a D. Salvatore, se ci fosse una perizia circostanziata che fa conoscere il dettaglio delle spese, si potrebbe mostrare allo stesso, per vedere se spontaniamente si pronterebbe; ma domandare così altro danaro per nemmeno compiere l'Altare e gli arredamenti della chiesa, non mi sembra prudente. La S. V. userà tutta la sua amabilità per non disgustare il Sig. Sciascia e procurare di mettere le cose al posto. Suor Brigida continua, speriamo

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che presto migliori e si guarisca. Suor Matilde si cura? È finito il dolore di stomaco a Suor Serafina? Come prima potrò, io verrò. Preghiamo e speriamo. La benedico con tutti.

Palermo, 1 settembre 1887

Rev.da Superiora

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi nemmeno ebbi il piacere di ricevere sue let-

tere; la prego di mandarmi qualche cartolina postale. Qui ancora non siamo liberi, comunque il male fosse attenuato.

Non posso prolungarmi, perché è troppo tardi. Ripeto la preghiera di scrivermi presto.

La benedico con tutti e mi dico.

Palermo, 1 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Tengo la lettera sua e della buona Suor Ninfa e con

tutto l'animo mio la perdono e la reintegro, purché mi faccia la carità di regolarsi come da principio, migliorando il suo spirito, nella vita di fede che deve unirla alla Adorabile volontà, in maniera da esser sempre pronta a patire e morire per Colui, che per la sua anima non esitò punto di patire e morire. È Gesù che ci ha chiamato alla gran sorte di servirlo nei suoi Poverelli, e Lui solo dobbiamo guardare in tutti, se vo-

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gliamo veramente bruciare del suo santo amore, e sentire la sua voce in quella della S. ubbidienza.

Raccomando alla S. V. di usare tutta la mitezza e tutta la gentilezza possibile col Sig. Sindaco, senza ricordare il passato, né muovere mai lamento per cose personali, ma, con le dovute maniere, procuriamo di cercare sempre quello che conviene ai poverelli, che il Signore ci ha affidato, e quando non possiamo ottenere nulla, procuriamo di fare il meglio che ci è possibile e affidarci al Signore.

Le notizie di questa città continuano colla sessa mitezza ultima, ma ancora non siamo liberi; nelle nostre case ovunque buonissimi, la Mareschi continua meglio.

Non mi dice come va il ragazzo e come accomodò pel letto e per tutto l'occorrente abbisognevole.

Spiacemi l'aneddoto dell'ammalato di Gresti e con. viene lasciare la cosa nella sua semplicità. La S. V. lo accettò, credendo alle asserzioni che il Sindaco lo mandava e appresso. avrebbe invialo l'ufficio di ammissione, stia adunque ad aspettare detto ufficio, e in caso, narrerà la storia avvenuta.

Non abbiamo angustie per la Superiora Celeste, perché sono piccole sofferenze. Suor Brigida continua col suo incomodo; speriamo che potesse presto guarire.

Preghiamo in questo S. novenario, perché la Mamma nostra ci liberi intieramente da questo male e ci restituisca la serenità.

Mi congratulo della loro buona salute e di tutto il paese. La benedico con tutti e mi dico.

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Palermo, 2 settembre 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Le mie lettere se tardano, è per la posta, ma io

scrivo sempre.Oggi non ho ricevuto sue nuove e spero che mi

arrivino domani. Qui le cose continuano nella stessa mitezza; la Mareschi già meglio; tutto il resto buonissimi in tutte le case.

Spero sentire le buone nuove solite di cotesto paese e della casa nostra.

Non mi prolungo, perché è tardi. Spero domani ricevere sua lettera per mia serenazione ed io spero poterle scrivere più a lungo.

La benedico con tutti.

Palermo, 2 settembre 1887

Ill.mo Sig. Sindaco (Canicattì),

Sia Gesù aerato da tutti i cuori.Comunque in tempi di molta angustia, ho fatto vive

istanze presso il nostro Architetto e già tutto il progetto dello stabilimento è pronto, lasciando le Suore nel centro del fabbricato, perché prestamente potessero accorrere a prestare il loro servizio ai Vecchierelli del ricovero, alle orfane e all'ospedale. Nell'ospedale si è fatta una sezione per le malattie contagiose, non epidemiche, ed una sezione assolutamente separata per le malattie contagiose, che possono rendersi epidemiche,

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perché le Suore, che debbono assistere tali infermi, fossero anche separate dal rimanente dello stabilimento, per evitare, secondo le leggi sanitarie, la diffusione del male dentro lo stabilimento, che potrebbe anche rendersi nocivo a tutta la città.

L'idea dell'Ingegnere è ottima, per fare che in tutte le sezioni dello stabilimento si trovasse quell'areamento, ch'è desiderabile secondo la buona igiene, e ancora quella separazione, ch'è necessaria alla buona disciplina, perché, facendo tutte centro alla sezione destinata alle Suore che debbono portarne la direzione, aggi classe di ricoverati resterà sempre al suo posto. Però a formare con sano criterio le divisioni necessarie per ogni sezione, ho il bisogno di essere aiutato con premura dai suoi saggi criteri; per la qual cosa mi fo lecito farle le seguenti domande: Per la sezione ospedale quanti ammalati crede che potranno avere bisogno di essere ricevuti nella sezione uomini per malattie comuni? quanti per malattie contagiose? Lo stesso bisognerebbe sapere per la sezione donne. Inoltre l'infermeria separata, per quanti ammalati deve prepararsi? la sezione delle orfane? quella dei ricoverati; per quanti nella doppia sezione uomini e donne? Nel domandare il numero degli infelici che possono avere bisogno di cotesta casa di misericordia, io non intendo limitare il loro numero ai mezzi, che può avere il Municipio pel loro mantenimento, ma al contigente che può aversi secondo il numero degli abitanti di cotesta città, perché son sicuro, che la carità cittadina verrà in aiuto, in maggiore abbondanza, per quanto maggiore

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sarà il bene che potrà farsi agli infelici, e speriamo che, sistemato il fabbricato quanto prima è possibile, non fossimo più nella dolorosa posizione di dovere negare l'aiuto ai Poveri, che ne hanno bisogno, e cotesta casa, come quella del Cottolengo, avesse sempre un posto per ogni povero che non può presentarsi a richiederlo.

Oltre le domande sopra notate, per le quali desidero una Sua pronta risposta, vorrei le sue idee sulla organizzazione dello stabilimento dei trovatelli, perché si potesse pure ideare la maniera come svilupparlo. Io mi persuado benissimo che il Comune non potrà avere i mezzi di fare tutto e presto, ma, come suol dirsi, chi ben comincia è alla metà dell'opera. Il perfetto accordo fra l'Istituzione ed il Municipio nel prendere le iniziative delle cose, in quella maniera che potrebbero raggiungere un ottimo fine, servirà per chiamare il concorso di tutti i cittadini, a cooperare al compimento di un bene si grande, quale quello di prestare aiuto alla misera e languente umanità nelle svariate afflizioni della vita.

Speriamo che presto il Signore ci liberi dal meritato flagello del colera, per avere il bene di poter venire personalmente a portarle la pianta e se mi riesce una pratica, che sarò per tentare, spero di prestare il mio concorso alla costruzione di questo nuovo fabbricato, che presto o tardi sarà una delle più belle decorazioni della città di Canicattì.

Mi congratulo moltissimo che il Signore ha tenuta illesa cotesta Comunità dal meritato flagello, così posso

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assicurarla di tutti i nostri stabilimenti e precisamente della 5 casa, dove si gode ottima salute senza un menomo timore o sospetto del male. Così io credo che si sarebbe conservata quella casa, nella epidemia dell'85, dove sino al 28 Ottobre successero tre casi di semplice diarrea, senza altro sintomo coleroso, e per questa sola, attesi i rigori sanitari, i quaranta vecchierelli furono trasportati alla Castelluccia, e forse per quello spavento della Castelluccia, 22 di questi poveri morirono all'infermeria colerosa, mentre gli altri 300 rimasti alla quinta casa si conservarono illesi.

Per questo dolore che mi è rimasto scolpito nel cuore, ho pregato il Sig. Ingegnere di volere costruire nella estremità del terreno, dalla S. V. comprato per lo stabilimento. una infermeria separata, perché in tutti gli eventi non avessimo il dolore di vedere strappati dalle nostre cure i Poverelli, che il Signore ci ha affidato, per non fare che lo spavento non sia causa di predisporli al contagio, oltre che per questo mezzo potremo renderci utili ai bisogni di tutta la città, che in simili emergenze ha bisogno di una infermeria separata per delimitare il male. Alla S. V. che ama tanto il suo Paese e col paterno e benfatto suo cuore può calcolare le angustie di un momento di epidemia tanto micidiale, che sembra dover spesso visitare, son sicuro che farà ottima impressione questo mio desiderio e vorrà pure approvarlo.

In attenzione di suo riscontro pieno di stima e rispetto mi do di cuore di essere.

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Palermo, 3 settembre 1887

Rev.ma Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Spero riscontrare domani la sua ultima, ricevuta

oggi, ma per non lasciarla priva delle nostre consolanti notizie, veno per la presente a dirle, che la ragazza di Terre Rosse è fuori pericolo, e tutto il resto dei nostri e ovunque godono buona salme.

Io sto pure benissimo, e nella città le notizie sono sempre più consolanti; oggi della città nessuno morto di colera.

La benedico con tutti e raccomandandole la preghiera mi dico.

Palermo, 3 settembre 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuoriNon posso riscontrare la sua; spero poterlo fare

domani. Però non voglio lasciarla senza le consolanti nostre nuove. Marietta Mareschi già fuori pericolo. Tutto il resto dei nostri buonissimi e ovunque.

Io sono in moltissime faccende, ma di buona salute e non posso finire di ringraziare il Signore per le grandi misericordie che ci ha usato e che ci usa.

Speriamo che ci dia anche la grazia di potere rispondere con fedeltà all'immenso Suo amore.

La benedico con tutti e mi segno.

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Palermo, 4 settembre 1887

Figlia mia in G. C., (Caropepe)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Le notizie continuano buone, in città nessu morto;

4 soli fuori città; nelle nostre case tutto tranquillo, abbiamo semplicemente Suor Carolina con qualche disturbo, ma il medico dice non essere cosa positiva. Sia benedetto il Signore. Mi congratulo delle buone nuove che mi dà di cotesto paese e della casa nostra. Godo che il ragazzo va meglio, e che ha saputo accomodare per tutte le occorrenze senza incomodare il Sindaco. Come va il povero ammalato di Gresti? speriamo che stia bene, e che non formi motivo di dispiacere col municipio.

Sono sempre in desiderio di sentire le buone nuove della S. osservanza in cotesta casa, per potere sperare le divine benedizioni, che debbono sorreggerci in tutte le tribolazioni, che da Dio sono disposte a questo gran fine di formare il nostro spirito alla virtù della carità, che deve farci guardare in tutti la immagine di G. C. e ricevere tutto dalle mani stesse di Dio, e per operare unicamente per suo amore e gloria, e per la salute delle anime.

La buona Suor Ninfa come va? io ritengo che vorrà darmi consolazione vera, progredendo nello spirito della nostra S. Regola ed attivandosi con tutta diligenza ai vari uffici, ai quali può essere destinata dalla S. obbedienza. Così di tutte le buone Suore mi auguro ancora, e ne loderò e benedirò li Signore. Il P. Boscarini mi

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disse di avere riscontrato il Sig. Eugenio, nostro singolare benefattore, che io stimo tanto e desidero che prontandosi lo stesso a pagare 15 mila lire ha fatto una vera largizione, e forse pel riguardo di avere fatto rifare la volta, la quale era stata eseguita molto bassa e di avere fatto allagare il salone. Nessuno nella previsione di un fabbricato può calcolare le spese che si fanno all'esecuzione, io stesso sentirei il bisogno di avere l’intiera perizia, e non del riassunto inviatomi, per potermi persuadere da dove viene questo enorme divario, tra la cifra che si presumeva ed il fabbricato fatto. Speriamo che il Signore tolga di mezzo qualunque dispiacere per questo affare, e che le cose si aggiustino bonariamente.

Questa Superiora meglio, le Suore Brigida e Crescenzia continuano, ma sono state meno sofferenti.

La benedico nel nome del Signore con tutte le Suore, le orfane e i Poverelli e mi segno.

Palermo, 4 settembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Io ho scritto ogni giorno e voi non avete ricevuto le

mie lettere, ma lei mi tenne tre giorni senza nessuna notizia e precisamente dopo avermi scritto che aveva sei Vecchierelli e quattro Orfanelle ammalate, oltre le Suore che continuavano. Ieri ricevetti la sua del 30 Agosto, oggi niente.

Ieri sera io non ebbi il tempo di riscontrare la sua

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lettera, ma non lasciai di scrivere le nostre notizie, che. con questa, confermo, per mezzo di una cartolina postale. Ora riscontrando detta sua, pria di ogni cosa le domando. La Superiora Generale la informò delle circostanze tutte di cotesta casa, pria che lei fosse passata a sostenerne la direzione? Se no, mi avvisi, che le darò certe informazioni necessarie, perché il paese è pieno di pregiudizi, e conviene tenerci sempre con tutti in molta gravità e riserva per evitare che le cattive lingue mormorino. Per ora le dico di evitare sempre le conversazioni inutili, di essere sempre con la compagna nelle relazioni esterne, e di evitare sempre qualunque confidenzialità con tutti, tenendo sempre, come la regola suole, la presenza di Dio e guardando in tutti non la individualità delle persone, ma l'immagine del Signore. Ora vengo alla lettera del Padre Gambino pel dispiacere recato al P. Pagano, e a tutti i parenti della buona e santa Suora Pudenziana. Veramente quelle notizie furono partecipate con poca prudenza, ma fu il Signore che dispose così, perché possedeva quell'anima e non volle farla passare per più lungo patire. Informerò di questo il P. Gambino e procurerò di fare riparare al dolore recato con altra lettera, che può molto consolare a chi veramente gode dei beni spirituali, dei quali quell'anima angelica era molto ricca ed in atto lo è ancora di più.

Per la buona Maria Monteleone, ritiri le fedi di Battesimo, Cresima, Buoni costumi, frequenza di Sacramenti e che sia ritenuta comunemente per vergine. La fede di vaccinazione e di buona salute, e me le ri-

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metta. S'informi cosa sa fare, e se è pronta ad abbracciare con vera abnegazione la nostra osservanza e dopo risolveremo l'ammissione.

Io so che in Canicattì sono liberi del male, ma Suor Elena è stata incomodata ed ora va meglio, oggi nemmeno ho ricevuto loro lettera.

Pei giornali ho parlato col telefono alla 5 casa per farli spedire al suo indirizzo per mezzo della posta. Ringraziamo il Signore che ovunque ci ha liberato dal colera, e preghiamolo sempre che ci tenga forti da poterlo servire nei Suoi Poverelli, e quando ci vuole infermi ci desse la grazia di sapere profittare delle sofferenze che ci manda.

Io sono in gran desiderio di fare un giro per tutte le case, ma non so quando il Signore mi accorderà tanta grazia.

Speriamo che il Sindaco l'aiuti pei Poveri esterni e chela provvidenza non manchi mai in cotesta casa, ma lei non lasci di ripetere con ogni maniera caritatevole le sue istanze, finché non avrà ottenuto il necessario.

Queste Suore unite alla Superiora la salutano caramente ricambiandole a coro un Viva Gesù, a lei e coteste loro carissime Sorelle.

Io la benedico con le Suore, le Orfane e i Vecchierelli e mi dichiaro.

P. S. Oggi non mi è arrivata sua lettera. Giacché mi assicura che il Paese è libero e voi state bene non la premuro a scrivermi ogni giorno, ma l'avviso semre quando non ricevo Sua lettera per vedere se si smarriscono, o se realmente non ha scritto.

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Palermo, 4 settembre 1887

Figlia mia in G. C., (Girgenti)

Viva Santa Rosalia!Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sono a ripeterle le stesse buone notizie, ma non.

Posso dirle ancora che siamo già liberi in questa città. Nelle nostre case tutto è tranquillo, tranne Suor Carolina che trovasi un poco disturbata con diarrea che sinora non è stata dichiarata sospetta. Preghiamo e speriamo. Son lieto della notizia che mi dà di cotesta città e della casa nostra riguardo al temuto male, ma iati dispiace sentire che Suor Matilde continua. Mi auguro sentirla meglio al più presto e così spero di Suor Serafina che vorrei sentire piena dello spirito della santa osservanza. Suor Celeste meglio, mercè l'usa dei bagni; la Suora Brigida e Suor Crescenzia continuano, qua più calme dei giorni passati. Io sto benissimo e così tutto il resto dei nostri, come mi sono consolato sentire della Sig. Montana e della bambina che benedico nel nome del Signore. Consegnai la sua lettera a Suor Celeste e la pregai di farmi scendere la risposta per chiuderla insieme alla presente, ma gli affari forse non le diedero il tempo e dovette farla imbucare separatamente.

La benedico con tutte le Suore e le Orfanelle e passo a segnartisi.

Palermo, 5 settembre 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi ricevetti due lettere, aria datate dal quattro

(4); io però non posso riscontrarle, perché sono stato in

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Monreale ed ora è tardi e non potrei arrivare, a scrivere a tutti.

In Monreale vi è stato qualche caso di colera, ma nella casa nostra niente. Tutti vi salutano.

Qui in Palermo le stesse notizie; case nostre buone. Suor Carolina va meglio, sebbene prostratissima di forze.

Domani spero ricevere altra vostra e riscontrerò tutte le lettere.

Desidero presto che l'ottimo Sig. Sindaco riscontrasse la mia lettera, perché l'architetto non può andare avanti, se non si ricevono le notizie che si aspettano dal Sindaco.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 5 settembre 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ritorno da Monreale, dove dovetti andare per

portare un piccolo fornimento di medicinali, giacché il colera ha visitato quel comune. La casa nostra però non ha avuto niente e così mi auguro che il Signore la conserverà.

Qui le notizie continuano della stessa maniera.Le nostre case libere. Suor Carolina meglio, ma

molto spossata. Speriamo che presto si sollevi nelle forze.Domani riscontrerò la sua.La benedico con tutti, purché conservino sempre in

buona salute.

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Palermo, 5 settembre 1887

Rev. Superiora, (S. Cataldo)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Scrivo in fretta, perché sto arrivando ora da

Monreale, dove si è verificato qualche caso di colera e pensai di provvedere la casa nostra dei medicinali e delle istruzioni necessarie.

Grazie al Signore nella nostra casa non vi è nulla, e quelle Suore la salutano con tutte le Suore.

In questa casa, grazie a Dio, si sta bene, eccetto Suor Carolina ch'è meglio, ma molto spassata, speriamo che presto ripigli le forze e si rimetta in salute.

Mi congratulo che costì stanno bene.La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 5 settembre 1887

Rev.da Superiora, (Girgenti)

Sia Gesù amato da tutti i cuori,Ritorno ora da Monreale, dove pure vi è stato

qualche caso di colera, ma la nostra casa è esente, ed io andai per munirli dei medicinali necessari ed istruirli del loro uso, che mai ne abbiano bisogno.

Qui in Palermo le notizie continuano ugualmente. Le nostre case libere. Suor Carolina è meglio, ma molto spossata; speriamo che presto si sollevi nelle forze.

Domani spero riscontrare la sua; per ora si contenti che io la benedica con tutti nel nome del Signore.

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Palermo, 6 settembre 1887

Rev. Superiora,Sia Gesù amato da tutti i cuori.Il Signore non mi ha dato l'opportunità di parlare

col Sig. Di Bella; lo farò quanto prima.Mi consolano le buone notizie che mi date del

paese e della case.Suor Carolina assai meglio; in tutto il resto buona

salute.La città ancora affetta; ma pochissimi casi e pochi

morti.Speriamo che presto il Signore ci liberi.Gli affari e la molteplice corrispondenza mi

obbligano a scrivere in cartolina, perché mi manca il tempo. La notizia che il Signore sin’ora ci ha usato la misericordia di liberarci è quanto basta per stare tranquilli.

Domani spero scrivere più a lungo.La benedico con tutti.

Palermo, 6 settembre 1887

Rev.da Superiora, (S. Cataldo)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Per non lasciarla senza nostre notizie, vergo queste

due parole. Suor Carolina meglio assai; tutto il resto buonissimi.

Questa Superiora è meglio, pure coi dolori che ha sofferto.

Nella città il male è assai minorato, ma ancora non

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finito. Da tutte le altre case le notizie più consolanti.Come avrò tempo scriverò più a lungo.La benedico con tutte le Suore e i Poverelli e mi

segno.

Palermo, 6 settembre 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Il colera sparutissimo, ma tuttavia è con noi.Nelle nostre case assoluta quiete. Suor Carolina

meglio assai.Non si lagni del silenzio del P. Boscarini, perché

scrisse.Ho consegnato la sua a Suor Colomba, che, etto

tutte le Suore che l'ossequiano, sta benissimo.Mi auguro sempre le buone nuove, che fin qui mi

ha dato di cotesta casa e del paese.Non trascuri la preghiera, per la festa della

Bambina, faccia quello quanto prima; ma quello che più accetta la Mamma nostra è quanto noi stiamo in perfetta osservanza.

La benedico con tutti.

Palermo, 7 settembre 1887

Rev.da Superiora, (S Cataldo)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sono stato un intiero giorno in casa nell'impegno di

riscontrare le lettere; ma è stato tale l'attrito degli

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affari da non potervi arrivare. Ora sono quasi le dieci e debbo ricorrere nuovamente alla cartolina.

Il male continua; nelle nostre case buona salute eccetto Suor Carolina, la quale ha forme tali da non potersi dire colera. Nel tutto il medico non ci ha fatto allarmare, ma tuttavia continua colla diarrea, comunque avesse la febbre.

Speriamo che la S. Bambina ci farà intera la grazia.La benedico con tutti.

Palermo, 7 settembre 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Con tutto l'impegno di volere riscontrare le Sue

sono stato in casa, ma le persone che sono venute non mi hanno lasciato un minuto, e arrivato quasi alle 10 p.m. è necessario che mi servissi della presente.

Questa nostra città continua nelle stesse mitissime proporzioni, le nostre case libere, meno le sofferenze di S. Carolina, che, sebbene siasi sviluppata la febbre,. pure continua ad essere sofferente.

Speriamo che la S. Bambina faccia domani la grazia completa.

Tutti dei nostri buonissimi.La benedico nel nome del Signore con tutti.

Palermo, 7 settembre 1887

Rev. Superiora, (Girgenti)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Il colera, comunque piccolo e mite, è ancora fra

noi. Le nostre case libere da questo male, eccetto Suor

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Carolina, la quale non può dirsi veramente di avere il colera, ma ne ha sofferto molti sintomi. Ha la febbre ed intato continua la diarrea, ma non colerosa. Speriamo che la S. Bambina domani ci faccia intera la grazia.

Suor Celeste meglio assai, le sorelle Brigida e Crescenzia continuano meno sofferenti. Il resto tutti di buona salute.

Spero riuscire domani a riscontrare le sue.La benedico e ori tutti.

Palermo, 8 settembre 1887

Rev. Superiora, (Girgenti)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.È incredibile, ma pure è così, non mi lasciano un

minuto per potere riscontrare le lettere.Scrivo in gran fretta le cartoline, per consolarvi che

Terre Rosse questa sera non ebbe bisogno della visita del medico, perché le ammalate sono assai meglio. In tutte le altre case, buona salute, così mi sono consolato di sentire anche la vostra.

Suor Celeste al suo solito, le altre sorelle un po' meglio. Io sto bene ma al momento né io né altro padre possiamo venire; insistete col P. Piazza, altrimenti avvertite Monsignore.

La benedico con tutti.

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Palermo, 8 settembre 1887

Rev. Superiora, (S. Cataldo)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La ringrazio d'avermi spedito la cartolina postale

d'oggi e delle buone notizie che mi comunicò.Badi che le orfanelle e i vecchierelli non facciano

spropositi colle mandorle.Questa sera col telefono da Terre Rosse mi

avvertivano che non aveano bisogno del medico. Sia Dio benedetto! In tutte le nostre case buona salute.

Quante misericordie non ci ha fatto il Signore!Oggi si è fatta la festa della S. Bambina; l'avete

fatto anche voi?Come avrò tempo, riscontrerò la sua ultima.La benedico nel nome del Signore e mi segno.

Palermo, 8 settembre 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Continuano le cartoline, perché continuano le

persone a non lasciarmi un momento solo.Questa sera mi avvisarono col Telefono da Terre

Rosse che non hanno bisogno del medico; sia Dio benedetto! In tutte le altre case buona salute; nel paese due casi solamente.

La sua raccomandata la ricevetti oggi, come avrò un tantino di tempo, risponderò a tutti. Ritengo però che furono consolati pel mezzo del Telegramma e ne desidero notizia.

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Oggi si è fatta la festa della S. Bambina, così mi auguro che avrete fatto costì.

La benedico con tutti nel nome del Signore.

Palermo, 9 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (Superiora Caropepe)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ieri ricevetti con attrasso la sua raccomandata del 6

volgente, con le lettere delle buone figlie.Come resoconto nelle lettere raccomandate,

ognuna può scrivermi ciò che vuole, ma, invece della propria firma, è meglio che mettano il proprio numero; ma come confessione non può farsi così. Serva ciò di suo regolamento,

Io le feci un telegramma, perché fossero andate, la vigilia della S. Bambina, a confessarsi col Rev.mo Padre Vicario Fichera, perché essendo incomodato, mi sembra molto giusto che invece di farlo venire allo stabilimento, andassero le Suore a trovarlo alla Madrice. La S. V. però, nel farle andare alla Madrice, combinerà prima il puntamento col Rev.mo P. Parroco, perché le Suore non riuscissero d'incomodo alle altre penitenti, e perché non aspettassero lungamente in Chiesa, avendo tanto da fare pel servizio dei Poveri. Oltre a ciò deve badare a sapere combinare il personale, perché la casa non restasse sola, ed il Parroco non dovesse restare ad aspettare in Chiesa le Sorelle. Oltre ciò, bisogna badare che si desse molta edificazione in Chiesa; e questo le raccomando particolarmente.

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Le notizie di questa città continuano della stessa maniera; pochissimi così, ma ancora non è finito. Nelle nostre casi tutto è pace, per misericordia di Dio. Speriamo che il Signore voglia presto liberarci, e mi accordi la grazia di potere viaggiare per mettermi in giro per tutte le case.

Però la interesso di volere perseverare nella preghiera, e di volere persuadere le buone figlie, che, senza l'osservanza della S. Regola, non otterranno nulla, e saremo più ree delle anime che vivono nel mondo; perché, mancandoci lo spirito della s. osservanza, non potremo partecipare alla vita di rigenerazione che ci portò G. C. vita nostra, che la vita di fede nella volontà di Dio. Non vivendo di questa vita di fede, non parteciperemo ai meriti di G. C., e le anime nostre, come quelle che vivono lontane da Dio, saranno guidate dall'amor proprio, il quale, pel predominio del cuore, ci metterà sotto la schiavitù delle passioni, e per questo ci ridurremo, come vi ho detto, più rei di quelli che vivono lontani da Dio, perché, essendo consacrate al Signore, commetteremo le stesse iniquità di quelli che stanno nella schiavitù del demonio. Ad acquistare questa vita di fede basta essere veramente cristiani, seguaci di G. C. e la nostra regola tende a formarci tali, io ve l'ho detto le mille volte e non mi stanco di ripetervelo ancora.

Mettete ogni diligenza per pensare sempre che siete alla presenza di Dio, e quando riuscirete a non dimenticare mai questa grandissima sorte, voi avrete nel vostro cuore il suo divino amore, ed il suo santo

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timore, pel quale sarà difficile di ritornare ad offenderlo, anzi, per questa continua pratica di stare presente a Dio, l’anima nostra, e lo stesso cuor nostro si sentono spinti ad amarlo, perché la pratica genera l'amore, e quando per questo mezzo di viva fede, si acquista la gran sorte di amare Dio, oh! allora ci eleveremo sopra le cose create, e i sensi nostri non potranno più cattivare la povera anima nostra alla schiavitù del peccato, ma elevati per questo amore divino alla vita dello spirito, si gustano le delizie del cielo!... Se a questo primo articolo di nostra osservanza la Suora fedele aggiunge l'osservanza del secondo: « ricevere tutto dalle mani di Dio, guardare in tutti l'immagine di Dio », allora questa presenza di Dio si rende anche sensibile, perché guardando in tutte le creature umane l'immagine del Signore, in questo caso avremo un continuo commercio con Dio, e ci eserciteremo continuamente a fare la sua adorabile volontà, che ci sarà tanto soave quanto il Paradiso, nessuna cosa ci toglierà da questo dolce commercio con Dio, e le cose prospere come le avverse ci saranno sempre care, perché tutte le riceveremo dalle mani di Dio.

Se la suora osservante unisce a questi due articoli della nostra s. Regola anche il terzo « far tutto per puro amore e gloria di Dio », allora sarà come un angelo di Dio sopra la terra. Lontana non solo dalla menoma colpa, ma piena tanto del divino amore da essere pronta a qualunque sacrificio, purché sia in lei compita la adorabile volontà di Dio. Essa non farà più nulla per amor proprio, per rispetto umano, ma sarà

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sempre attiva dove l'amore e la gloria di Dio la spingono ad operare. E allora sarà sempre piena di santa semplicità, di sincerità. di umiltà, di ubbidienza. Perché, stando da viatrici come gli Angeli alla presenza di Dio sempre, non dilettandosi di altro che di vedere ed udire Dio in tutte le creature, e particolarmente nelle umane, che ad immagine e somiglianza Ima sono fatte, e ricevendo tutto dalle sue mani, essa non potrà avere altro desiderio che adoperarsi in tutte le cose che servono al Suo amore e alla sua gloria, e questo commercio continuato con Dio la farà semplice, sincera, umile e ubbidiente sino alla morte e alla inerte stessa della Croce. Fate questo, figlie mie, e sarete felici anche in terra, come io vi desidero. e continuerete ad esserlo in cielo. In terra, perché osservando così la S. regola otterrete lo spirito della S. Contemplazione, che vi farà beare nella perenne conversazione di Dio; in cielo, perché sono queste anime fedeli che riceveranno il premio della eterna gloria.

Volendovi scrivere, ieri sera dovetti lasciarvi tutte senza nostre notizie, perché le persone che vengono, e gli affari che devono compiersi sono tali, che a stento potrei mandarvi una cartolina solamente. A tutte le cose ordinarie si è unita una faccenda molto dispiacevole, che questo nostro Sig. Sindaco è stato colpito di apoplessia e questo mi ha obbligato a stare molto in casa sua; grazie al Signore vi è qualche speranza che potesse in qualche modo rimettersi, ma tuttavia non sente né può parlare. Pregate anche voi, egli è stato tanto buono per noi e per i nostri poverelli ed io

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vorrei che il Signore almeno gli accordasse un momento per potere ricevere i Sacramenti, se nella sua bontà non vorrà accordarci la grazia di rimettersi in buona salute.

Debbo ricordarle, coree altre volte, penso averle detto che la Chiesa ha proibito di mettere sugli altari la Mamma Celeste come comparve alle Salette e come la dipingevano coi due ragazzi ai suoi piedi. Ma l'ha fatto coronata cogli strumenti della passione sul petto senza bambini, e l'ha chiamato col titolo di Riconciliatrice dei Peccatori. Per conseguenza, essendo noi tigli obbedienti della S. Chiesa, non dobbiamo più esporla di quella maniera coi due bambini, ma dobbiamo procurarci l'immagine che la Chiesa ha fatto, e non dobbiamo più distinguerla col titolo delle Salette, ma con quello di Riconciliatrice dei Peccatori.

Serva questo di sua norma.Città tranquillissima, rea ancora succede qualche

caso, le case nostre sinoggi in perfetta calma; tutti buoni comprese ,S. Carolina e S, Benigna. Suor Crescenzia continua meglio, S. Brigida sensibilmente migliorata. Tutto il resto buonissimi. La benedico con tutti.

Palermo, 11 settembre 1887

Rev. Superiora, (S. Cataldo)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ieri non arrivai a scrivere, perché questo ottimo

nostro Sig. Sindaco fu colpito di apoplessia ed io non ebbi tempo di scrivere.

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Nelle nostre case buona salute, anche a Terre Rosse; dove tutte le attaccate dal male si sono guarite. Suor Brigida meglio; Suor Crescenzia soffre il vomito e getta qualunque cosa, ma è meglio per la prima malattia sofferta.

Le raccomando sempre la S. osservanza e la preghiera. La benedico con tutti nel nome del Signore e mi segno.

Palermo, 11 settembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.L'accidente dell'ottimo nostro Signor Barone

Turrisi mi fece restare un giorno senza potervi scrivere, ma quando non scrivo, dovete stare più serene, perché, come vi ho promesso, terrò sempre che, essendovi qualunque cosa di sofferenze, io ve l'annunzio per come è, purché voi non pensate di fantasticarvi sopra e credere più di quello che io vi scrivo. In atto tutte le nostre case sono esenti e sento più ragione di ringraziare il Signore per Terre Rosse appunto per questo, che, essendoci penetrato il male delle 2 attaccate, tutte si sono guarite. Suor Brigida meglio. Suor Crescenza meglio ancora per l'essudato pleuritico, che faceva temere, ma mi angustia perché vomita tutto. Suor Celeste buona, e così io e tutti dei nostri.

Non so capire questo dolore che soffre Suor Serafina. Si è mai curata? Io vorrei che la buona figlia si mettesse con fede alla esatta osservanza. perché spesso

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il Signore premia le Suore di buono spirito e la fede produce miracoli.

Pregasse il Signore che ci liberi di questo male, per potersi verificare la mia venuta e tutto il resto che la S. V. desidera.

Raccomando alla S. V. d'infondere in tutte le Suore, con la sua uguale carità, lo Spirito della S. Osservanza, e fare a tutte capire la grave responsabilità di ogni ufficio, trattandosi di dovere servire Gesù nei Suoi Poverelli; molto più poi quando si è alla custodia delle Povere Orfanelle, che hanno tanti bisogni.

Le raccomando pure la preghiera per potere attenere tutte le grazie che bisognano al suo ufficio e precisamente questa di potere tirare tutte all'osservanza.

Mi auguro che il Signore voglia contentarla per la cappella. Non dimentichi di fare relazionare il lavoro, per presentarlo al Sig. Celeste, nella speranza di potere ottenere qualche altro aiuto. Ma però deve mandare a me della relazione.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 11 settembre 1887

Figlia mia in G. C., (Monreale)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ho fatto imbucare le lettere di Suor Cecilia che io

credeva ricevere aperte. Mi consolano le notizie di buona salute che mi dà di cotesto stabilimento e della città ancora. Da noi abbiamo avuto la grazia speciale di non succedere nessun caso di malate a Terre Rosse,

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dove tuttavia è il male, ma quasi nel suo fine. 5 casa e S. Marco liberi sinora. Preghiamo e speriamo, perché il Signore liberi questa nostra città, dove il male, sebbene sparutissimo, pure tuttavia esiste.

Ho consegnato il danaro alla Superiora; come sarà comodo si faranno arrivare le lire 20 a S. Giuseppe e domani sì compreranno gli oggetti da lei commissionati e si manderanno con l'ovaro. La Superiora però desidera sapere di quale numero o grossezza, dev'essere il cotone grezzo per la macchina; loro comprano quello di quattro mani, perché quello di cinque mani non passa per la macchina; compreranno questo stesso, se lei non arriva in tempo a dire come lo vuole.

Quando date le commissioni dovete scrivere tutti gli schiarimenti possibili, per non succedere poi che non restate contenti.

Suor Colomba da qualche tempo va bene, per conseguenza non ho creduto di passare la sua fraterna. Le persone, delle quali mi domanda con particolarità, stanno tutte benissimo e non hanno sofferto nulla.

Di tutte le case ho ricevuto buone notizie e in tutti i paesi, dove sono le case nostre non vi è colera. Solamente la Sup. Gen.le in quest'ultima scritta di Suor Germana mi dice che ha sofferto qualche disturbo viscerale ed ora ha un poco di febbre, ma non si tratta di colera. Preghiamo e speriamo che il Signore ci liberi presto.

Spiacemi che la buona Suor Carmela continui coi suoi incomodi corporali e spirituali; pregherò perché il Signore la guarisca e la faccia santa.

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Vorrei avere la consolazione di sentire che tutte le buone figlie vivano di fede nell'adorabile volontà di Dio, per mezzo della perfetta osservanza; oh! quanto sarei lieto!

Facciano pure la processione, ma procurino che sia presente il Rev.mo P. Parroco, e che fosse molto limitato, se non può essere assolutamente limitato l'invito.

Se il P. Parroco non sarà presente, allora la farete o di sera, o nell'ora che non vi è nessuno, girandola per tutta la casa e per parterre, e così la farete più quieta, ma vi raccomando dovete farla colla massima devozione.

Non posso prolungarmi, perché l'uomo deve partire.

La benedico con tutti.Ossequio il P. Parroco, il P. Pennicca.

Palermo, 11 settembre 1887

Figlio mio in G. C., (il Superiore della Colonia)

Sia Gesù amato da tutti i cuori!Dal momento che ricevetti la sua, feci comprare il

Blech, ma non è stato possibile capitare un carrettiere; ora è venuto Francesco Geloso e l'ho consegnato a lui. Con piacere lessi il suo resoconto, ma non parlava affatto dello spirito e della S. Osservanza. Bisogna che mi tenga informato di tutto. Non posso capire cosa vuol dire pozzo, lungo il corso dell'acqua, vuol dire che si è dovuta rompere la volta ed il pavimento di antica costruzione, per infossare l'acqua nelle discese iella terra; e l'antica costruzione spezzata non finisce

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col demolirsi interamente? ed incavando il pozzo lungo il corso, l'acqua non si perde? Io sarei contento, ma giacché il finale continua non posso abbandonare il posto.

Vorrei scriverle tante cose, ma non posso al momento. Il Sig. Pivetti deve avere ancora una buona somma per il legnarne costì impiegato, possiamo vendere qualche poco di vino per dargli un acconto? Come faremo, se non si vendono le giumente? prima della fine di settembre? Se si devono vendere il danaro deve essere pronto ed il prezzo non meno di L. 500, per queste ultime venute. Io scriverò per la posta al Padre D. Natale. La benedico con tutti.

P. S. Il Signore ci ha continuato a visitare a Terre Rosse, ma tutte si sono guarite. Quinta casa e S. Marco libere sin'ora così in tutte le altre case.

Palermo, 11 settembre 1887

Figlia mia in G. C., (Caropepe)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Confermo la notizia che in atto le case nostre sono

tutte libere dal temuto male e che nel paese continua nelle forme sparute, che vi ho annunziate.

È rimasta un giorno senza le mie lettere, ma, quando queste mancano, deve stare più serena, perché non lascerò mai di scrivere o di far scrivere, quando vi sarà qualche cosa da temere. E ciò perché sono persuaso, che la notizie, comunicate con verità ed accettate per verità. riescono sempre meno dolorose di quelle che possono avvicinarci inaspettatamente. In atto l’ac-

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cidente dell'ottimo nostro Sig. Sindaco mi tiene molto occupato, e quando manca il tempo non so coane fare. La mia precedente fu molto lunga, e sebbene scritta con tanti che mi parlavano, che potesse riuscire proficua. e come una risposta generale alle esigenze di ognuna di quelle che mi hanno scritto, riservandomi di scrivere singolarmente ad ognuna come ne avrò il tempo.

La prego, appena entra un ammalato, di persuaderlo a fare la sua confessione e mettersi in grazia di Dio, perché questo è il mezzo più sicuro per ottenere la salute del corpo. Fu pel peccato che entrarono le malattie e la morte nel inondo, e per conseguenza il mettersi in grazia di Dio è anche un mezzo per la salute del corpo. Con questo sistema gli ammalati non si scoraggiano, perché si persuadono che debbono far questo, non per la gravezza del proprio male, ma per nostro sistema, secondo il volere della Chiesa, ed eviteremo di restarci il dolore di vederli morire senza Sacramenti. Preghiamo requie per l'anima del povero defunto; ma m’informi di che male era affetto.

Nel ringraziare il Signore dei benefici ricevuti, non so se debbo maggiormente farlo per le case custodite immuni, o per quella di Terre Rosse, ove sono guarite tutte le nove persone, che sono state attaccate; 8 ragazze delle quali da lei conosciute la sola Marietta Mareschi, oggi Suor Benigna, e la Suor Carolina.

Ieri uscendo dalla casa del Sindaco Turrisi, il quale presenta qualche raggio di speranza, andai a dir Messa a Terre Rosse e con piacere trovai tutti bene e preci-

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samente quelle da lei conosciute; semplicemente Suor Benigna e Suor Carolina un poco deboli per le sofferenze patite. Sia Dio benedetto.

La benedico con tutte le Suore, le Orfanelle e vecchierelli e gli ammalati, consolandomi del miglioramento di quelle di Gresti e del bambino fratturato.

Questa Superiora e tutte le Suore la salutano con tutti.

Palermo, 12 settembre 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Vi ringrazio per avermi scritto e ringrazio Signore

per le buone notizie che mi sono arrivate della sua salute, di tutti della nostra casa ed anche del paese; desidero però sapere cosa sia il disturbo di Suor Giovanna. Usate il filtro per l'acqua? tenete ancora qualche riguardo per cibi?

Dalla parte mia confermo le notizie della mia precedente, tranne quella della chiusura della Baracca perché la Suor Carolina ritornò ad avere nuove chiamate liquide, ma non colerose e così la Suor Benigna ed il medico mentre mi assicura pure non ha voluto fatte muovere per non strapazzarle. Tutto il resto buoni. La benedico nel nome del Signore.

Palermo, 12 settembre 1887

Rev. Superiora (S. Cataldo)

Sia Gesù amato da tutti i cuori. Ho ricevuto la sua lettera e son rimasto contento;

come potrò, la riscontrerò. Confermo le buone notizie

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della mia precedente: solamente ritratto quella della chiusura della Baracca, perché il medico la sospese, perché le Suore ebbero delle chiamate liquide: ma assicura non esservi niente di grave.

Mi congratulo delle consolanti notizie datemi nell'ultima sua e spero al più presto sentirle tutte buone o venirlo a costatare di presenza, quando il Signore vorrà.

Il Barone Turrisi un po' meglio. Tutto il resto del nostri buonissimi e cosi speriamo sino alla fine.

La benedico nel Signore con tutti e mi segno.

Palermo, 12 settembre 1887

Rev.da Superiora (Girgenti)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Quando vedo i suoi caratteri, mi consolo, e molto

più quando ricevo buone notizie della salute dello stabilimento e della città.

Spiacemi l'incomodo di mia comare e non lasceremo di preture, finché non sentiamo che stia bene; la sereni sui suoi timori e le dica di stare fiduciosa e tranquilla nell’aiuto di Dio e, della Mamma nostra Santissima.

Confermo le passate notizie e semplicemente ritratto quella della chiusura della Baracca, perché le due ammalate ebbero altre chiamate liquide, il medico la sospese, ma ci dice non esservi nulla a temere.

La benedico con tutti e mi segno.

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Palermo, 12 settembre 1887

Rev.da Superiora

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Una cartolina è buona, quando non si può avere

una lunga lettera. Oggi però, io non ebbi lettera sua. Confermo le notizie della mia precedente, ritrattando quella della chiusura della Baracca, perché Suor C. e Suor B. hanno ritornato ad avare delle chiamate liquide, e per conseguenza il medico sospese l'ordinato passaggio. Però assicura, che non vi è nulla a temere. Preghiamo e speriamo.

Tutto il resto dei nostri buonissimi.Suor Brigida e Suor Crescenzia un poco meglio.L'aspirante di Caccamo è ritornata col solito

incomodo neufritico, ma va meglio.La benedico con tutti.

Palermo, 13 settembre 1887

Rev. Superiora (S. Cataldo)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Nessuna novità affligente; a Terre Rosse si va bene

ed il medico assicura non esservi nulla da temere,In tutte le altre case benissimo. Nel paese picco-

lissime cose; speriamo esser liberi e presto.L'ottimo nostro Sig. Sindaco migliora; speriamo

che il Signore lo liberi e che ci accordi la grazia per la quale preghiamo, e domandiamo l'aiuto della preghiera di tutti.

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Spero aver tempo domani per scriverle a lungo, ma questa basta per tenerla contenta.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 13 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (Girgenti)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mi consolo delle buone notizie che mi ha dato, e

spero sentire anche bene Suor Matilde e Suor Serafina, e anche la mia Signora Commare, alla quale spero scrivere; ma io non so dire come scappa il tempo tra tante faccende.

Terre Rosse senza novità angustianti, le due ammalate stanno meglio ed il medico assicura non esservi nulla a temere. Fuori di dette due ammalate, tutto il resto stanno bene e così in tutte le case nostre.

Suor Celeste bene al suo solito; così sono anche io e tutti dei nostri. Suor Celeste qui al mio fianco mi dice che la seta e la tela è comprata ed è dentro il cassone; ma vi ho detto di scriverle, quanta dev'essere la tela del camice per mandarvela assieme; sembrandole molto poco volume, questo che deve mandarvi, per fare un pacco postale. A Terre Rosse l'Altare ha due gradini ed è buono, perché tutti ascoltassero bene la S. Messa e l'Altare fosse un poco più sollevato, ma io non so perché l'ingegnere si oppone.

È tardi e non posso più prolungarmi. La benedico con tutti, la Superiora e le Suore le danno un «VivaGesù». La benedico di nuovo e mi segno.

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Palermo, 13 settembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.È tale il vivo desiderio che io porto nel mio cuore

per lo spirito della S. Osservanza, che, la sola promessa di farla, mi inebria di consolazione.

Voglio augurarmi però che questa volta il desiderio sia seguito dai fatti, e che le buone figlie arriveranno a gustare le delizie della vita di fede nell'adorabile volontà di Dio, e in questo caso desidero che, ognuna che arriva a gustarla, me ne scriva un tantino.

Mi consolo che arrivarono tutte alla S. Comunione e spero che nessuna la perda per l'avvenire, e che la confessione servisse solamente per aumento di grazia. Mi auguro che il Rev.mo P. Vicario Curato riacquisti la salute e ritorni a venire in casa nostra; ma se questo non precede con gli accordi stabiliti, potrete andare voi.

Spiacemi avere inteso che furono le sue sofferenze che mi privarono di ricevere le vostre nuove, perché vorrei sentirla di buona salute dovendo lavorare tanto pei bisogni della Comunità e dei Poverelli di G. C.

A Terre Rosse nessun'altra novità angustiante, le ammalate sono assai meglio ed il medico mi assicura non esservi nulla che angustia. Tutti il resto buonissimi e così spero che il Signore continui a conservare le nostre case, fino a quando farà la grazia di liberarci totalmente da questo flagello. Si figuri se io ho desiderio del pari di venire, ma il Signore finora non l'ha

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permesso, e per questo io prego e domando l'aiuto della vostra preghiera.

Questo nostro Sig. Sindaco va meglio; ma ancora non abbiamo potuto ottenere quello che da tutti si desiderava, e per questo continuiamo a pregare per ottenere la salute temporale ed eterna.

La ritorno ad assicurare la salute di tatti e benedicendola con le Suore e i Poverelli di G. C. mi pregio.

Palermo, 14 settembre 1887

Figlia mia in G. C., (S. Cataldo)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.In varie mie le ho detto d'aver ricevuto la sua

lettera; lei intanto, nella cartolina d'oggi, mi domanda per sapere se l'ho ricevuta; non ha forse ricevuto giornalmente le mie cartoline?

Oggi poso dirle che in tutte le case siamo esenti dal male, e ritengo anche nella città, perché intesi dire

che il Municipio ha ordinato di sospendersi la disinfezione.

Lei mi dice, che ha dovuto usare il laudano; perché? Preghiamo per la città di Messina, che il male vi infierisce con proporzioni molto serie.

Mi scriva con dettaglio.La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 14 settembre 1887

Rev.da Superiora (Girgenti)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi restai senza sue nuove; voglio augurarmi che

fossero stati gli affari che l'avessero impedito.

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Nelle nostre case assoluta esenzione del male, compresa quella di Terre Rosse. Credo che sia pure così per la città, perché ho inteso dire che il Municipio ha ordinato di sospendersi la disinfezione.

Tutti dei nostri stanno bene, perché da tutte parti ho ricevuto buone notizie.

Ho sicurezza che domani riceverò sue nuove e spero che fossero consolanti anche per la Sig.ra Montana.

La benedico con tutti e mi dichiaro.

Palermo, 14 settembre 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti cuori.Oggi piena consolazione; tutte le case nostre esenti

dal male e forse anche la città, perché ho inteso dire che il Municipio ha ordinato di sospendersi la disinfezione. Però abbiamo il dolore della città di Messina, ove il risale fa molta strage. Preghiamo, perché il Signore la liberi e presto.

Se avrò tempo, scriverò domani più a lungo, per ora si contenti di tanto.

La benedico con tutti e mi aspetto sue consolanti notizie.

Palermo, 14 settembre 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mi congratulo del suo miglioramento e desidero al

più presto sentirla rimessa del tutto.

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Noi tutti buoni ed in tutte le case e sembra che nel paese le cose devono andare bene, perché ho inteso dire che domani sarà sospesa la disinfezione. Abbiamo però la notizia affligentissima che la città di Messina è attaccata di una maniera troppo seria, e che quella povera città è divenuta un deserto e mancano di tutto.

Preghiamo efficacemente, perché il Signore voglia presto liberarla, e voglia custodire quell'ottimo Prelato che con tanta carità è dato tutto ad assistere quegli infelici.

Come sta Suor Giovanna?Scrivetetisi di tutti e di tutto.La benedico con tutte le Suore e i Poverelli e mi

segno.

Palermo, 14 settembre 1887

Figlio mio in G. C. (il Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Francesco prontamente riparte ed io ho due lettere

a riscontrare del Rev.mo P. D. Natale e non ho il tempo di farlo ora stesso.

Rizzuto di Pezzulana mandata ha un credito di L. 42,50, oltre quest'ultimo carro con due salme e mezza, che porta Francesco, e fa premura di essere pagato. Qui la Superiora non ha avuto mezzi di pagarlo, perché in atto le angustie sono immense pei svariati bisogni, che ci circondano.

Pivetti va e viene pel credito del legname ed io le

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avea scritto, se era possibile vendere tiri poco di vino per questo caso.

Spiacemi che continuano così gli ammalati e che vi sia il bisogno di andare il medico dall'ammalato e non possa farsi altrimenti, e veramente è una grave angustia, se è la località che sacrifica la salute di tutti, perché in questo caso io non sto bene in coscienza a condannare tanti a soffrire. Su questo riguardo desidero che lei mi manifesti quello che ne pensa per apportarvi opportuno rimedio. Le pianterelle dell'Eucalptus quante sono? Potrei comprarne un altro numero, per vedere se queste piante possono essere un mezzo di purificare l'aria.

Io non capisco, quali sono i lavori che si fanno per l'acqua; son lieto che lei mi assicura che si la bene quello che si fa? ma terno che quella che potrebbe servire per le case e per lo stagnone non si arrivi a fare. Il suo resoconto m'informa del numero degli ammalati e di quello che si fa, ma non mi da informazione delle case. Capisco che non avrà il tempo.

Le rimetto la latta colle ostie. La benedico con tutti.

P. S. Bastano le stipe per la vendemmia? Si vendono le giumente? se non si vendono, debbono lavorare.

Palermo, I5 settembre 1887

Rev. Superiora, (S. Cataldo)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi non ebbi sua lettera e mi aspettavo schiarimenti

pell'uso del laudano. Questa città sembra vicina

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a liberarsi dal temuto male, ma tuttavia qualche caso continua. Nelle nostre case buona salute, eccetto Suor Carolina, che per la sua debolezza soffre disturbo per qualunque cosa di alimenti.

Mi auguro avere domani sue notizie consulanti, e spero nell'aiuto del Signore che finisse presto questo continuato carteggio. Non trascuri la Preghiera per questo nostro Sig. Sindaco, il quale migliora gradatamente.

La benedico con tutta la Comunità e mi segno.

Palermo, 15 settembre 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Tengo la sua ultima che riscontrerò a prima

possibilità. Intanto non tralascio darle notizia delle case nostre, che tutte sono esenti dal viale, e semplicemente Suor Carolina ha continuato ad avere qualche disturbo per la sua debolezza, che mal sopporta ogni menomo sussidio. Tutto il resto dei nostri, buonissimi, senza eccezione di alcuno, parlo del temuto male. Suor B. va meglio, così io credo che vada Suor Crescenzia, la quale migliorata un poco fece ritorno alla 5 Casa, dove il Signore ha voluto usare sinora misericordia completa. La città sembra che sia vicina a liberarsi totalmente dal male; ma pure ancora qualche caso continua.

La bendico con tutti e nella speranza di ricevere sempre buone notizie mi segno.

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Palermo, 15 settembre 1887

Rev. Superiora, (Girgenti)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Due gradini nell'Altare converrebbero meglio; ma

io non so capire perché il Sig. Ingegnere opina diversamente. Le nostre case esenti dal male; semplicemente Suor Carolina continua ad essere sofferente per la sua debolezza e perché ogni cibo le fa male. Speriamo che presto si rimetta e ci faccia chiudere e per sempre la Baracca. Tutto il resto dei nostri stanno bene, Suor Brigida e Suor Crescenzia meglio, quest'ultima è ritornata alla 5 Casa.

La città sembra vicina a liberarsi dal male temuto; ma tuttavia qualche caso succede. Preghiamo e speriamo. Quanta pena mi fa il silenzio che, senza mia volontà, ho tenuto colla Sig.ra Commare; ma non ho lasciato di pregare per sentirla meglio anzi buona; questa sera spero potere scrivere a mio Sig. Compare.

Non mi lasci senza sue nuove. La benedico con tutti. Suor Celeste la saluta insieme a tutti della comunità. Il M. Mauro l'ossequia e le fa sapere d'avere spedito colla posta le carte che desiderava.

La benedico di nuovo con tutti.

Palermo, 15 settembre 1887

Rev. Superiora, ( Monreale)

Sta Gesù amato da tutti i cuori.La sua commissione è stata eseguita, manca solo il

cotone, perché lo Zingone aspetta quello del colore

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che a lei bisogna; se domani potranno averlo, speriamo trovare il comodo di poterlo spedire.

Nella città dura ancora qualche caso; ma sembra che presto dovesse finire questo meritato flagello di Dio.

Le nostre case tutte esenti; solamente Suor Carolina ha continuato ad avere qualche disturbo per la sua debolezza, che non le fa tollerare alcun alimento; però è un poco meglio e oggi ha pigliato il brodo.

Preghiamo e speriamo!Suo fratello parlò pel Telefono col P. Gambino e la

saluta, e t'assicura che sta bene insieme a Mamà e alla sua Signora.

La benedico con tutti.

Palermo, 15 Settembre 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Case nostre libere. Suor Caterina ha solamente

sofferto dei disturbi causati dalla sua debolezza. La città nella sua minorativa; sembra che sia per finire il male che ci ha disturbato.

Son lieto delle notizie che mi ha partecipato della salute sua, della Comunità e di cotesta città ancora.

Il tempo ci manca per le molteplici faccende e dovete contentarvi delle cartoline, molto meglio quando portano delle buone notizie. Questo nostro Sig. Sindaco gradamente migliora, ed io desidero sempre l'aiuto della vostra preghiera.

I nostri tutti godono buona salute. In giornata spero riscontrare cotesto ottimo Sig. Sindaco che avendo

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occasione ossequierà per me come pratico ancora col Rev. P. Parroco.

Suor Brigida va meglio, sembra che il male volesse risolversi. Si approssima la vendemmia e le molte cose, che ci circondano non lasciano requie. La benedico con tutti nel nome del Signore.

Palermo (Terre Rosse), 15 settembre 1887

Figlia mia, in G. C. (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Io riscontrai la prima sua lettera e tolsi la speranza

di poterle scrivere spesso, perché sebbene ancora non abbiamo il colera, pure il travaglio è tale, e lo spavento che ingenera la legge sanitaria del nostro Municipio, che non abbiamo né tempo né testa. Ogni sospetto di colera viene denunciato, e quella povera famiglia è desolata, perché immediatamente il sofferente è portato all'infermeria galleggiante, i parenti al lazzaretto, i mobili bruciati e la casa chiusa. Questo stesso rigore annunzia che tuttavia non sono che semplici timori, perché, se il colera si fosse effettivamente sviluppato, questi rigori sarebbero inutili. Nelle nostre case tuttavia siano tranquilli; ma le leggi sanitarie ci spaventano più del colera, del quale speriamo esserne esenti per l'intercessione della Mamma nostra e della Vergine S. Rosalia. Ma delle leggi sanitarie chi ci libererà? la punto sento che una Commissione sanitaria si è recata alla quinta casa, o per diminuire il numero dei Poveri, facendone trasportare una quantità all'ex Convento dei

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Cappuccini, o perché vogliono pigliarsi la casa per altri usi. Preghiamo e speriamo, perché il Signore ci liberi di questa grave sventura.

Qui si prepara una infermeria di legno nel giardino, per trovarci in caso un locale separato e non essere costretti a consegnare le Orfane, che per me sarebbe più del colera. Aiutatemi nella preghiera. Di presenza noi ci parlammo di questo affare di colera; ora perché torna a scrivermene? Io le dissi che avendo il carico di uno stabilimento interno, in una casa ristretta e con un numero di Suore appena sufficienti per portare gli uffici interni, non debbono affatto uscire, per andare ad assistere fuori dello stabilimento, 1. perché uscendo, mancherebbe il servizio interno, 2. perché, porterebbero il contagio in casa. Anzi per tale riguardo, se mai succedesse costì il colera, appena che sente il primo caso in città, che non succeda mai, deve intercettare ogni commercio e lo stesso mangiare: o chi fa la spesa deve essere disinfettato coi profumi del cloro, pria di mettersi in commercio con qualch'una dell'interno. Il Municipio vi ha fornito dei disinfettanti, che ovunque si usano? badate a questo, e fatevi dare il cloruro di calce e di zingo, l'acido solforico, e l'acido fenico, facendovi istruire dai medici del come usarli, se fra voi nessuna sa di queste cose.

Ammiro e ringrazio cotesto Municipio per quello che ha fatto in favore di coteste Orfanelle, e sopra tutti l'impareggiabile Signor Messina che ossequio distintamente. Faccia tante scuse a l'ottimo mio Signor Compare, se non ho riscontrato l'ultima sua e non ho

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ancora spedito le commissioni, che in gran parte sono fatte. L'accerto della buona salute di tutti delle nostre case e dei parenti anche di tutte le Suore. Suor Celeste buonissima e così le altre buone Superiori.

La benedico con tutti e l'avverto che ho scritto al Canonico Boscarini di restare in Valguarnera e tenersi pronto, se mai le chiacchiere che fin'ora ci molestano divenissero realtà e si dilatassero per coteste contrade, e ciò a fine di correre in quella, tra coteste tre case, ove ima Suora potesse essere attaccata dal male; che mai sia.

Ritorno a benedirla con tutti. Ricevetti la lettera assicurata, ma non l'ho qui; pria d'impostare la presente passerò da S. Marco e vedrò cosa debbo aggiungere; nei casi difficili consigli sempre il Vescovo.

Benedico particolarmente le due Suore sofferenti e l'Orfanella ammalata; il medico non è venuto a curarla?

La benedico di nuovo con tutti e rapporto gli affettuosi saluti di tutti e per tutti.

P. S. Trovo un'altra mia a te diretta e te l'acchiudo; forse il essa riscontrerò la tua assicurati che ricevetti, ma che non ho tempo di rileggere. Se le notizie, alte quali non trovi risposta, possono riguardare le Orfane; risolvile con Mons. Vescovo; se riguardano le Suore e particolarmente la sventurata S. C. tienila separata, finché darà mostra di vita e non te ne fidare mai.

Ho detto questo, perché al momento non posso fare altro.

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Palermo, 15 settembre 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Quanto mi angustia che non ho il tempo di scrivere

altro che cartoline, e mentre il Maestro Mauro aspetta; sia fatta la volontà di Dio!

Oggi so che vi è stato un piccolo aumento nella nostra città. A Terre Rosse le due Suore assai meglio, ma la ragazza Costa è stata attaccata; speriamo che guarisca come le altre.

Non lasci di scrivermi e d'informarmi dello stato finanziario della casa, perché sto in angustia per la ristrettezza estrema dove stanno.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 16 settembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Resto inteso di quanto mi dice nella sua ultima

dello stato di codeste case e delle angustie delle malattie che la circondano.

È un tempo di flagello di Dio, e desidero che Dio ci accordi la grazia di far sempre con prontezza d'animo la sua adorabile volontà.

Qui il male continua, e mi dicono che oggi vi è stato aumento. Le nostre case tutte libere, tranne Terre Rosse, ove però il Signore ha accordato grazia di guarirsi tutti.

Il P. D. Natale ha ragione di lagnarsi, ma lo non ho potuto riscontrarlo.

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Le giumente, dovendosi vendere per meno di 500 e in contanti, vorrei meglio tenerle per conto nostro, perché sono animali che resistono alla fatica e possono adattarsi tanto per carico, quanto per tiro. Non importa, se si guastano, quando debbono destinarsi al lavoro. Se però non volete far questo, vendetele pure anche per 1600 lire tutte e quattro, per compensare qualche cosa del mantenimento che si è dato, e per pagare al proprietario L. 1300, come segretamente le dissi e L. 300 farebbero un qualche compenso alle spese. Io comprai queste giumente, perché non avevate vetture per fare la colletta e mancava il denaro per comprare le mule; se da principio non si fosse incontrata difficoltà di metterle tutte al lavoro, le cose sarebbero andate più tranquille, e se ora vi persuaderete a travagliarle, le troverete buone, perché sono animali forti e si mantengono come le mule; irta se non volete metterle al lavoro, fate come meglio credete. Il P. D. Pasquale poi è padrone di fare quello che vuole, perché le case nostre sono sue. Informerà di quanto le ho scritto il Rev.mo P. D. Natale, come risposta anche alla sua lettera, alla quale non ho potuto riscontrare.

La benedico con tutti; ossequio P. D. Natale e P. D. Pasquale e tutti del clero e degli amici.

Palermo, 16 settembre 1887

Rev. Superiora (San Cataldo),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi di nuovo senza sue notizie; e quello che più

mi angustia si è, che non ha riscontrato alle mie domande pell'uso del laudano.

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In questa città oggi vi è stato un piccolo aumento.A Terre Rosse le due Suore assai meglio, ma

l'orfanella Costa è stata attaccata, speriamo che si guarisca come tutte le altre. Nel resto delle nostre case, buona salute.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 17 settembre 1887

Rev. Superiora (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi si tiene che il male fosse nuovamente

diminuito nella città, speriamo che questo fosse vero per sentirla libera al più presto.

Nelle nostre case, grazie al Signore, esenti. A Terre Rosse le due Suore o questa sera o domani torneranno in dormitorio. La ragazza, attaccata ieri, è assai meglio. Il Signore in detta casa ci ha afflitto, ma ci ha usato misericordia immensa.

La Superiora è qui presente e la saluta; vuol sapere se gli oggetti inviati arrivarono bene e furono di suo piacimento. Saluta ancora tutte le Suore insieme a tutte quelle di questa casa che gridano forte: un viva Gesù.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 17 settembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mi compiaccio della povera ammalata ricevuta

Ponente, ricevuta nella fiducia della Provvidenza

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di Dio. Ora possiamo essere sicuri che non mancherà nulla del necessario a detta povera ammalata. Vorrei, figlia mia, che questa fiducia fosse grande, assai dentro il suo cuore, perché è la chiave dell'oro non solo ma di tutti gli ausili opportuni in tutte le circostanze. le afflizioni e i pericoli.

Chi possiede questo grande tesoro è patrone di tutto il mondo, ed userà di tutto colla sicurezza di guadagnarsi l'eterna beatitudine non solo per sé, ma per tutte le anime che l'avvicinano. Gridi sempre figlia, «Viva la divina Provvidenza»! e sarà sempre aiutata e protetta da Dio. Però non vorrei, che si facessero mai ostacoli, quando si presenta l'occasione di aiutare gli infelici. Bisogna profittare di ogni piccola occasione, quando senza danno degli altri possiamo prestarci a fare il bene, e se occorre poi di dovere cercare i mezzi per farlo, li cercheremo, e Dio provvederà. Oggi in un momento fu accomodato l'orologio; uvea la corda rotta, forse per essere stata pressata più del dovere. L'orologio è buono e per questo non l'ho cambiato; spero che per lunghi anni le darà buon servizio.

Il timore di aumento del male, che ieri sera le annunziai credo che non sia continuato per oggi. A Terre Rosse si va benissimo, e le Suore C. e B. credo che domani ritorneranno nello stabilimento.

La ragazza, che fu attaccata ieri, è anche meglio. Nel resto delle nostre case siamo tuttavia liberi. Quanto obbligo abbiamo di ringraziare il Signore. Tutti dei nostri buonissimi. Sia Dio benedetto in eterno.

Quante consolazioni mi aspetto da cotesta casa! Da

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coteste buone figlie! Oh! Signore esaudite le mie preghiere. « Distruggeteci se non sono per voi: ma se siamo vostri, fateci vivere dello spirito della S. osservanza. Non posso più prolungarmi.

La benedico con tutti e mi ripeto.

Palermo, 17 settembre 1887

Rev. Superiora (San Cataldo),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi ho inteso dire che il male è nuovamente

minorato; speriamo che finisca presto, se Dio lo vuole.A Terre Rosse le sapute Suore questa sera o

domaci usciranno dalla baracca, perché son guarite.La ragazza migliora benissimo.Mi congratulo delle notizie datemi della casa e del

paese, sebbene sto ad aspettare i dettagli per le domande da me fattele.

Questa Superiora con tutte le Suore la salutano, insieme a coteste loro consorelle.

In tutte le nostre case buona salute.La benedico con tutti e fini segno.

Palermo, 18 settembre 1887

Rev. Superiora (San Cataldo),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La Baracca oggi si chiuse e siamo liberi in tutte le

case. Speriamo che non succeda più di riaprirsi. La città è tornata vicino a zero. Speriamo che il Signore faccia presto la grazia di liberarci.

Come avrò tempo, le scriverò a lungo; questa sera

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a grande stento ho avuto il tempo di vergare queste due parole.

Tutti dei nostri bene.La benedico con tutti della nostra Comunità e dei

Poverelli e mi segno.

Palermo, 18 settembre 1887

Rev. Superiora (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La Baracca oggi si chiuse, ed ora interesso lei di

non farla più riaprire colla ma fervente e fiduciosa preghiera. La città ritornata nella passata diminuzione 1. 2. Speriamo che ritorni a zero e per sempre.

Riscontrerò la sua, come avrò il tempo di farlo, perché gli affari sono senza fine e non mi resta tempo.

La benedico con tutti e l'assicuro della buona salute di tutte le nostre case.

Palermo, 18 settembre 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Dovrei lasciarvi senza lettera, perché il Maestro

aspetta ed io sto cominciando a scrivervi ora, tanto è stato l'andare e venire delle persone e tra le altre la Suor Ferrara colla compagna, che erano contentissime dell'accoglienza ricevuta. Però io ho da darvi la notizia che oggi si chiuse la baracca e non ho voluto postergarla a domani.

Però profitto per ripetervi che se manco qualche volta non è mai che dovete angustiarvi, perché è per gli affari e non per altro.

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Nella città si è ritornati ai minimi termini: 1. 2. Speriamo che si torni a zero e per sempre.

Benedico S. E. e rapporto i saluti di tutte.La benedico con tutti.La Signora Comare Montana ebbe felicemente una

bambina; scrivete congratulandovi.

Palermo, 19 settembre 1887

Rev.da Superiora (San Cataldo),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Questa sera più delle altre ho dolore di non potervi

scrivere a lungo, perché restai molto angustiato della sua lettera. La prego di scrivermi o di farmi scrivere con tutta verità dello stato di sua salate e non lasciarmi un giorno senza informazioni.

Qui, come le scrissi ieri sera, le nostre case sono tutte assolutamente esenti dal male e nella città è grandemente minorato. Da Messina abbiamo saputo pure notizie, che il male diminuisce e che hanno tutti gli aiuti opportuni. Quell'Arcivescovo Mons. Guarino, conte un nuovo S. Carlo Borromeo, porta il viatico ed è sempre in giro a visitare gli ammalati, pregate per tutti ed in particolare per lui.

La benedico particolarmente e la benedico con tutti.

Palermo, 19 settembre 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.È tardi e non posso riscontrare la sua, solamente le

confermo le buone notizie di ieri sera, così per

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Terre Rosse come per tutte le altre nostre case e ancora della città, dove sembra che il male fosse nel suo finire.

Da Messina pure consolanti notizie, perché il finale è diminuito ed hanno tutta l'assistenza ch'è necessaria.

L'Arcivescovo, come un nuovo S. Carlo Borromeo, è sempre in giro per i Poveri ammalati; preghino, perché Dio lo conservi e liberi tutti. La benedico nel cuore del Signore.

Palermo, 19 settembre 1891

Rev.da Superiora (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Gli affari nemmeno mi hanno accordato di leggere

la sua ultima; lo farò pria di andare a letto.Però mi premuro a confermarla nelle notizie

comunicate ieri sera. Terre Rosse libera come le altre case, la città migliora. Messina pure è nel decrescere cd è provveduta di tutti gli aiuti necessari.

Sia Dio benedetto! Mons. Guarino, come un novello Borromeo, in giro per tutti gli ammalati. Pregate per tutti ed in particolare per tanto insigne Prelato.

La benedico con tutti.

Palermo, 19 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ottime notizie per le nostre case e per la città

nostra e di Catania ancora. Non dico di Messina, perché tuttavia sono nell'inizio del male, ma veramente le cose

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non sono come le hanno fatto intendere a lei. Fu un primo momento di scoraggiamento che mise quella città in un grande spavento, ma immediatamente e da Palermo e da Catania hanno avuto aiuti di denaro di medici ed ora le cose procedono con tutta calma. Io ho inteso le notizie mandate da quel santo Arcivescovo, che, come un novello S. Carlo Borromeo, ha visitato fin dal primo giorno tutti gli ammalati, portando ad una gran parte il Viatico colle sue stesse inani; e tutti questi orrori, che hanno fatto credere a lei, non li ho saputi. Lei lo sa che taluni del paese ritengono che ci siamo opposti per l'infermeria colerosa dentro lo stabilimento; perché vogliamo custodire la nostra vita fingendo di pigliare premura per la vita dei nostri Poverelli, ed io ritengo che per metterla a maggior prova la fanno spaventare così, per vedere quello che lei dice, se si spaventa o no della propria vita. Si sereni una volta e non si abbandoni alla pusillanimità.

Se il Signore volea mandare il colera a Caropepe, l'avrebbe avuto pria di Palermo pel commercio diretto che vi è. Il Signore che l'ha risparmiata fin'ora potrà anche liberarla per l'avvenire, ma dato che questo non fosse, si tumore quando vuole Dio e con ogni malattia. Noi siamo stati in mezzo al colera e Dio ci ha salvati; non è morto nessuno di .colera dei nostri; e la buona Suor pudeuziana ci sparì in tre giorni con una febbre inaspettata. Se dobbiamo morire di colera, moriremo di colera, ma quando vuole Iddio; se Dio non vuole, ne ho passate sette sin'ora, non si muore.

Ma io domando per un'anima che si è consagrata

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per patire e morire per amore di Gesù, servendoli nei suoi Poverelli, essendo pronta anche alla morte della croce, qual timore deve incontrare, se muore di colera servendo i poveri colerosi? Che dire poi quando questo spavento s’incontra dopo essere state liberate dalla misericordia di Dio da questo pericolo? Stia serena, figlia mia, ed in tutte le circostanze si fidi in G. C. vita sua e non abbia altro timore che quello dell'offesa di Dio, perché del resto essendo con Dio saremo felici ed in qualunque posizione.

Io non solo che vorrei venire, ma verrei volando però al momento sarebbe un fatto che ha qualche cosa d'impossibile, pure se questi strani timori potessero avere realtà, lascerei tutto per essere con voi. Stia serena, figlia mia, il Signore che ci ha aiutati fin'ora, ci aiuterà sempre, abbia fiducia nel suo aiuto e Dio giustificherà le cose.

Mi scriva però e non lasci un giorno di scrivermi per non lasciarmi in pensiero. La ripeto buona la salute di tutte delle nostre case e la diminuzione del male nella città, che mostra essere al suo termine.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 19 settembre 1887

Figlio mio in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Immediatamente che ricevetti la sua, ieri stesso

procurai la chiave che avevano alla 5 Casa e mandai da Vincenzo Geloso, che partirà oggi alle 11, per consegnargli la chiave. Se una chiave non basta, potrà farne

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eseguire un'altra da Maestro Baldassare; ma alla 5 Casa così questa chiave ed una morsa fanno spesso questo ufficio d'invitare i tubi. Sarebbe utile che i due tubi, che si uniscono per mezzo del manicotto, fossero invitati intieramente, entrando con tutta la vite dentro il manicotto per mettersi in contatto e non permettere che l'acqua trapeli; per fare chiudere bene le viti alla 5 Casa usano, che dopo avere levata la rugine che si trova in dette viti, per renderle più facile ad invitare, vi spalmano un mastice composto di olio e bianchetto, il quale taglia ogni meato al trapelamento dell'acqua.

Vorrei dirle tante cose; ma mi resto qui. Benedicendola nel Signore con tutti.

Palermo, 20 settembre 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Il vostro silenzio oggi mi è stato dolorosissimo;

suppongo che domani riceverò vostre nuove, ma questo ve lo dico con tale serietà da dovermi contentare. Scriva chi può, ma neri mi lasciate senza vostre notizie e con tutta la precisione.

Vi confermo le notizie di ieri per le nostre case e per questa città; anche da Messina ho inteso da fonte sicura notizie confortanti, perché i nuovi attaccati minorano ed hanno tutti gli aiuti.

La benedico con tutti nel nome del Signore.Continuate le preghiere e speriamo in Dio.

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Palermo, 20 settembre 1887

Rer.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sarà questa forse l'ultima cartolina che le invio;

sembra che il Signore ci avesse liberato da che sono tre giorni che nel paese non vi è alcun caso. Le nostre case tutte buonissime.

Ora ci scriveremo anche ogni giorno. secondo il bisogno e le circostanze, ma al mancare delle lettere non dobbiamo sentire angustia.

La salute dei nostri tutti buonissima.Le raccomando continuare la preghiera per

Messina, dove ancora il male continua.La benedico con tutti.

Palermo, 20 settembre 1887

Figlio mio in G. C.,

Sia Gesù amati) da tutti i cuori.Confermo le consolanti notizie per le nostre case e

per la città ancora, sebbene non posso dirle che tuttavia siamo liberi dai soliti timori, per i quali Particolarmente a Terre Rosse continua sempre un certo allarme. Suor Carolina, libera del colera, continua però ancora colle stie solite coliche, che ci angustiano tuttavia.

Però sin'ora la Baracca è chiusa ed è una vera Provvidenza di Dio, perché le povere Suore infermiere erano veramente spossate.

Mi consola sentire che la malattia di Suor Elena neri ha cosa di grave; conce migliora, me lo avviserete e combineremo per farla venire.

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Conviene andare dal Sig. Sindaco per esporre la posizione della casa, giacché lui non si persuade a venire da voi; gli direte quello che si raccoglie tirando per tutte case del paese e che voi non avete la pretenzione di fare mantenere i poveri dal Municipio, ma, non essendo sufficiente la colletta, volete sapere da lui a quale espediente dovete ricorrere, per non fare morire i poverelli di farne. Se lui approva che si facesse un giro per tutte le case distinte per una colletta estraordinaria, allora lo pregherete di farvi due parole di ufficio, nel quale egli stesso vi consiglia di fare detta colletta e vi metterete in giro, cominciando dalla di lui casa pel buono esempio del paese. Dite pure al R.mo Padre Parroco questa posizione, ma regolatevi sempre con quei modi che non rechino dispiacere a nessuno. Io pria d'ora v'avea suggerito questa colletta estraordinaria con preghiera ancora di volersi tutti impegnare ad aumentare la colletta ordinaria per non tornare spesso a questo espediente.

Vi prego intanto di avvertirmi, se veramente restate nella condizione di non potere sfamare i poverelli, per vedere come rimediare a tanto strazio.

Il Sindaco rispose, ammirando la generosità del nostro ingegnere nel rinunziare la sua indennità. Io lo invito a venire; egli in settimana sarà colla pianta espletata, per venire a concertare col Sindaco l'appalto del nuovo fabbricato.

Tori posso più prolungarmi. Ritorni alle cartine, pigliandone una o due al giorno secondo il bisogno, così faccia colle altre Suore, che ne hanno il bisogno e mi avvisi di tutto.

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Tutti dei nostri buonissimi; in Messina Monsignor Guarino sta bene ed opera prodigi di carità. Vi ringrazio e benedico delle preghiere da voi fatte, e che vi invito a fare. Il male lì è un poco diminuito, per come mi scrive; il numero dei nuovi attaccati è meno. Preghiamo.

La benedico con tutti nel nome del Signore.Fr. Giacomo sta bene, la saluta.

Palermo, 20 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La sua di ieri mi lascia tuttavia impressionato di

quei timori che la sua di oggi non tolse, perché non accenna a nessuna cosa di quello che mi scrisse ieri; voglio augurarmi che fosse serena e tranquilla e che la mia di ieri sera le avesse servito per confortarsi di più.

Tuttavia la baracca è chiusa ed io le confermo per tutto le buone notizie di ieri, per le nostre case e per questa città.

Ho inteso leggere una lettera diretta da Monsignore Arcivescovo di Messina, Mons. Guarino, il quale vi ringrazia e benedice per le preghiere fatte e da farsi per quella città e che io molto vi raccomando e poi dice che il male decresce pel numero dei nuovi attaccati; ma tutto va in buona regola. Il Questore ed il Prefetto che morirono di questo male, vittima del loro ufficio, furono in piena regola muniti dei Sacramenti e così tutti i colerosi. Vi sono le Figlie di S. Anna, che assistono le infermerie: il Clero è tutto in attività,

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vi sono becchini, medici, e tutto quello che bisogna. Fu il primo giorno di grande sviluppo del male che vi fu questa confusione, ma poi andarono là tutti gli aiuti da Palermo, Catania col anche da Napoli. State sereni. La prego adunque di non sentire più chiacchere ed di animarsi del suo solito spirito di carità, tenendosi pronta e piena di santo coraggio, per la fiducia in Dio che sarà sempre il nostro aiuto in tutte le circostanze.

Ieri sera, a caso possibile da lei proposto, e che io ritengo che non succederà di sviluppo di colera costì, midomandava il da fare, quante volte portassero i colerosi nel salone. In questo caso farà abolire l'uso dei cessi che comunicano con quello di basso, destinato ai colerosi, mettere le Orfane e i Poveri nel punto più remoto dal salone coleroso, farà eseguire una porta nella tabia eseguita dal Sindaco, e farà eseguire un'altra tabia per chiudere la comunicazione, lasciando libera la scala che salisce all'ospedale. Le Suore, che saranno fortunatamente destinate alla assistenza dei colerosi, resteranno nella sezione degli uomini, per riposarsi e mangiare, ed una Suora, senza venire in contatto colle stesse, metterà le cose che deve soccorrere alla porta intemedia e quando chiude la porta, quelle si avvicinano per pigliare gli oggetti. Tutto questo però facendo l'uso delle disinfezioni necessarie e ciò per coscienza. Le Suore destinate per l'infertneria colerosa si avvicenderanno nel servizio sempre a due e le altre due riposano e si ristorano a vicenda. Di questo però non avrete bisogno, perché il Signore ci ha liberato, ma se mai il Signore vorrà visitarci, farete così al bisogno; ma per

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ora non dovete dirlo a nessuno e ciò perché, come finisce il colera, io intendo fare tutte le pratiche opportuna per distruggere questa ingiusta pretesa del Municipio nell'uso di detto benedetto salone. Mi scriva adunque e mi sereni per questo riguardo. Le ripeto le notizie più consolanti per la salute di tutti. La benedico nel nome del Signore con tutti e mi segno.

P. S. L'orologio fu spedito oggi, ritengo che le arriverà colla presente; spero servirla per le altre commissioni. Mi dica meglio cosa intende per comune del Messale per poterla servire, perché io non crede che isolatamente potrò capitarle; se intende dirmi le aggiunte allora è più probabile.

Palermo, 20 settembre 1887

Rev.da Superiora,Sia Gesù amato da tutti i cuori.Preghiamo e non abbiamo mai terrore di nulla. Il

Signore sarà sempre in aiuto delle anime, che sinceramente si dedicano al suo servizio. Mi auguro di sentire migliori notizie di S. Ecc. e di tutti di cotesta Casa.

A Terre Rosse si continua, ma non si lascia di pregare il Signore, che ci ha usato misericordie infinite.

Tutte le altre case in buona salute. La Superiora di S. Cataldo è stata sofferente e credo che tuttavia continua; ma oggi ebbi lettera di suo carattere e sto in pensiero per lei, che non l'ha riscontrato; le scriva presto, e non faccia trascurare di scrivere ai parenti dalle Sorelle. In tutte le altre case buona salute, così la godo io e tutti dei nostri.

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Pregate il Patriarca S. Giuseppe per la Provvidenza ed abbiate fiducia. La benedico con tutte le Suore e i Poverelli.

Palermo, 21 settembre 1887

Rev. Superiora (S. Cataldo),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi ancora senza sue nuove, questo silenzio non

sta bene ed io ho pregato che, se lei non può scrivere. facesse scrivere da altre le notizie che io mi aspetto con somma premura. Se la mia posizione fosse tale, da poter viaggiare, sarei venuto io invece della presente; ma se mi lasciate in silenzio, sarò obbligato a farlo ad onta di qualunque sacrificio.

Questa nostra città come ieri, le nostre case libere, meno Terre Rosse, ove oggi vi è stato un piccolo disturbo in persona di una orfanella già migliorata.

La benedico con tutti.

Palermo, 21 settembre 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Spero scriverle domani per le commissioni; rice-

vette l'orologio?Questa nostra città continua come ieri, tutte le

nostre case libere, meno un piccolo disturbo a Terre Rosse e immediatamente si sviluppò la febbre. Tutti ilei nostri buonissimi, così mi auguro sentire di voi.

Ho ricevuto la lettera, domani la riscontrerò, perché oggi ho dovuto scrivere molto ed ora manca il tempo. Salute mia buona.

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Messina continua, Mons. Arcivescovo Guarino sta bene; oggi abbiamo ricevuto un telegramma; vi raccomando la preghiera.

La benedico con tutte le Suore e i Poverelli.

Palermo, 21 settembre 1887

Figlio mio in G. C. (il Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Senza sua a riscontrare, non lascio di darle notizia

delle case nostre che, grazie al Signore, continuano ad essere tutte esenti dal male, metro Terre Rosse dove ancora continua qualche caso; ma sinora non abbiamo avuta la sventura di perderne alcuna, tutte si sono guarite, ed è stata questa una grande misericordia di Dio.

Ricevette la chiave dei tubi? a che sono col lavoro dell'acqua? quando fu che denotarono il bevaio? ora che si deve fare nuovamente?

Francesco Geloso mi disse che ha 12 vetture e ne può travagliare una sola; perché non le mette tutte al lavoro? veda che queste giumente di Cagliari mi assicurano che sono fortissime e riescono al lavoro, se noia riesce a venderle, le faccia lavorare e le metta al mantenimento delle mule e ritenga che riusciranno, e se non riescono, sconteranno la spesa, finché non potremo venderle. Le ho detto questo tante volte, e lei mi ripete sempre la stessa cosa; ho tante vetture e ne lavorano due, e ora Salvatore mi dice una. Faccia quello che le dico io e non tema di nulla o al carretto o alla barda lavoreranno.

La benedico nel nome del Signore di unita a tutti

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i Frati, i Poveri e gli Orfanelli; ossequio i Rev.di PP. Pasquale e D. Natale e mi ripeto.

P. S. Io ho già panato le giumente.

Palermo, 21 settembre 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sono in pensiero e desideroso vostre nuove ogni

giorno, finché mi lascerete sereno. Mi congratulo de! miglioramento di S. E. e, quando credete opportuno, organizzeremo il da farsi.

La città nella stessa posizione di ieri, le nostre case al solito tranquille. Semplicemente a Terre Rosse oggi vi è stata una ragazza disturbata e fai mestieri di riaprire la baracca; però, poco dopo, si sviluppò la febbre e per conseguenza c'è da sperare bene.

Spiacemi che non ho il tempo di scrivere a lungo, perché ho dovuto fare tante altre lettere che non tari resta più tempo.

Io sto bene, così tutti dei nostri. Messina continua, l'Arcivescovo sta bene. Abbiamo ricevuto un telegramma, continuate la preghiera con tutta efficacia.

La benedico nel nome del Signore con tutte.

Palermo, 22 settembre 1887

Rev. Superiora (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Spiacemi che Suor M. e Suor S. sono sofferenti, e

vorrei presto sentirle di ottima salate.Terre Rosse un po' meglio; le altre case libere

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ancora del male. Messina continua minorando. Pregate e particolarmente per la conservazione di quel S. Arcivescovo.

Mi congratulo che la Signora Montana sta meglio, ma se non starà bene e presto... La benedico con tutta la famiglia.

Suor Celeste bene, così tutte queste Suore, che la ossequiano e salutano le compagne. Dica alle aspiranti che abbiano pazienza e profittino per avanzarsi nello spirito. Mi sappia dire come sta la madre di Suor Fredesbinda Lopez.

La benedico con tutti.

Palermo, 22 settembre 1887

Rev.da Superiora (S. Cataldo),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La ringrazio della lunga lettera inviatami e spero

riscontrarla a prima possibilità.Dica a Suor E. che ho pregato sempre per lei e la

prego a nome di Gesù di tenersi forte nella Santa Osservanza. Quanto prima le scriverò, se non mi sarà dato fare anche meglio. Spiacemi che Suor C. sia incomodata e ne desidero notizia.

La Superiora G.le è già rimessa in salute, ma un poco debole. Qui tranne la casa di Terre Rosse tutte le altre esenti. A Terre Rosse si va meglio. Messina continua; pregate per tutti e con gran fervore particolarmente per quel S. Arcivescovo.

Tutte queste Suore la ossequiano e danno un viva Gesù a tutte le loro compagne.

La benedico con tutti e mi segno.

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Palermo, 23 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (Suor Emanuela),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Il mio desiderio è stato quello di venire ed in

principale per lei, ma il Signore non l'ha permesso. Ella altra volta andò dal Parroco? se si, vi ritorni. e ciò per non stare senza comunione. Comunque io fo di tutto per potere venire, ma non so quando il Signore me lo accorderà.

In ogni modo io però domando alla figlia mia, perché una si trova senza Comunione deve abbandonare l'Osservanza? ma chi ama Gesù, non dovrebbe anzi impegnarsi a supplire per altra via la sua lontananza dal Suo Sposo Celeste, non dovrebbe raddoppiare le sue Comunioni spirituali

La prego caldamente, figlia mia, di voler fare così per l'avvenire, è una grande sventura quella di dimenticare l'amor di Dio, ed io ne ho pianto dinanzi al Signore.

Sia devota assai della Mamma SS. e sarà contenta.La benedico nel Nome del Signore; aspetto qualche

sua letterina.

Palermo, 23 settembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi due cartoline, ma questa abbondanza non mi

giova, io mi contento di averne una ogni giorno, capisco, che questo è disservizio postale, ma in parte può provenire da voi, se mandate ad imbucare la cartolina

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dopo che parte la posta. Dovete informarvi dell'orario e mandare le lettere opportunamente.

Io credo, figlia mia, che voi non mi avete detto la verità, per volermi tenere meno angustiato, e ritengo che avete auto il colera, e particolarmente lei, Superiora. La prego di scrivermi tutto come sta, perché sarò più sereno, e, quando lei non può scrivere, faccia scrivere qualche Suora per dare queste semplici notizie di salute.

Qui, come le scrissi, il male è nel finire, se il Signore vuol farci tanta grazia, però uno due casi in città succedono ancora, e come le dissi in passato, la Orfanella Lodi fu attaccata, ma oggi ho saputo che va assai meglio, e così tutte le altre che hanno sofferto questo disturbo. In tutte le altre case, grazie al Signore, assolutamente esenti da questo male. Sia Dio benedetto! Le compiego due parole per la buona Figlia mia, Suor Emmanuela. Oh! quanto desidero di vederla piena dello spirito del Signore! Questa grazia la desidero assai. Se vuol farti contento, deve dirmi la verità sullo stato della sua salute e di tutte le Suore e i Poverelli, carissimi nostri, e se nel paese esiste ancora il male temuto.

Vorrei ancora sapere cosa fece il Sindaco pei Poveri esterni, e come voi state in finanza pei bisogni della casa. Mi dica ancora qualche cosa sullo stato interno della casa e sulle esterne relazioni.

La Superiora Gen.le si è rimessa ed io l'ho avvertita, che lei sta in pensiero e desidera suo riscontrare. Vorrei dirle tante altre cose e forse dovrei riscontrare

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qualche cosa che lei mi ha scritto, ma non ho tempo di rileggere le sue.

Si avvicina il tempo della vendemmia; ha pensato lei per raccogliere qualche cosa di musto? Per aversi il vino per i Poverelli

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 23 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (in Monreale),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mi congratulo nel sentirvi tutti buoni, lo stesso

posso assicurarvi di tutti. noi, meno Terre Rosse, ove ancora vi è qualche caso, ma il Signore per ora non ha fatto verificare nessun caso di morte. Preghiamo e speriamo. Io non sapevo nulla che dovessero andare alla badia grande, e non mi sembra giusto che si facessero cose che non sono consuete, senza avvertirmi. Io non so quale sia lo stato sanitario di cotesta città e quanto bene abbiate fatto nel fare venire le ragazze, non essendo una cosa necessaria.

Fece bene a non fare cantare le ragazze. Ma io desidero sapere chi l'abbia invitato per andare alla badia, era cosa da farsi senza avvertirmi? Non mi persuade affatto questo concorso esterno, per la processione della Bambina, molto più in questi tempi.

Dirò al Sig. Scozzari per i piatti; ma voi quando potrete pagarli? Dirò alla Superiora la cosa dei veli; ma quanti ne bisognano? Le saprò dire io, quando potrà tornare alla Comunità: per la veglia potrà fare una prova e miavviserà.

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Preghiamo il Signore per Suor Carmela, ma l'avverta che di questa maniera non fa per suo bene.

Io sto bene e così tutti dei nostri. Non posso prolungarmi. Dirà al P. Parroco le circostanze della donna che mi raccomanda.

La benedico con tutti.P. S. Non deve scendere, finché non le do il

permesso. Non mandai per le vesti a Terre Rosse, perché non è giusto al momento questo commercio con quella casa.

Palermo, 23 settembre 1847

Figlia mia in G. C. (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Le scrissi allora che per la cappella conveniva fare,

quello che diceva il Vescovo. Se però il Vescovo diceva no, perché mancava il danaro e lei ha avuta, l'abilità di trovarlo, potrà ritornare ad informarlo e fare, secondo il Suo consiglio.

Spiacemi l'incomodo di Suor Martina e di Suor Se-rafica e prego il Signore per sentirle di buona salute. Per la buona figlia Buonifacio, se si dovesse fare o no una eccezione alla regola, sarà da vedersi, ma io credo essere conveniente informarla della circostanza a maggior prova della di lei vocazione. La informi lei stessa e non tutto per sapere decidere della impressione, che ne ricevi, e mi avvisi.

A Terre Rosse assai meglio; tutte le altre case esenti; questa città ancora non libera ma pochissimi casi. Messina, mi dicono che minora, io imploro l'aiuto parti

colare della Preghiera anche per quella città e parti-

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colarmente per quel S. Arcivescovo, che con tanta carità si trova tutto il giorno in giro per tutti. Nelle altre nostre case buona salute, Suor Celeste sta bene, io ancora e tutti dei nostri.

Mi farà la carità di riverirmi la mia S.ra Commare e tutti della famiglia Montana e con particolarità mio Sig. Compare, il quale non so se mi ha contentato per un desiderio da me tante volte manifestato. Vorrei dirle tante altre cose, ma dovrei riandare le sue e non ho il tempo. Mi ricordo però che le domandai una notizia per sapere come sta lai madre di Suor Fredesbinda da Lopez. Ricevetti un telegramma del fratello della stessa che mi dicea di mandare costì la detta Suora, per la grave malattia della madre è vero? La benedico con tutti.

Palermo, 23 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sto facendo grandi sforzi per scriverle queste due

parole in .lettera chiusa; il cumolo degli affari che mi circondano è tale che non arriverei nemmeno a scrivere le cartoline, ma in quelle io non posso scrivere tutto, le sole notizie di salute, e queste stesse lo fo a forza, perché non mi piace che si sapessero da altri. Sia come vuole Dio. A Terre Rosse se si va meglio assai; speriamo che .non vi fosse altre novità e potere prestissimo cantare il Te Deum. Nella città, grazie al Signore, uno due così .al giorno e in tutte le altre case nostre esenzione asso-

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luta del finale. Sia Dio benedetto. L'unica Orfanella che in atto è ammalata, ma assai meglio, di cognome chiamasi Lodi. Ora vengo a dirle che il buono D. Alfonzo mi ha trattato benissimo, mandò una prima lettera al P. Boscarini e pensò di indirizzarla a tue, ed in quella lettera scrivendo a suo compare, mi scendeva dalla croce con tutta l’Istituzione. Poi, perché Boscarini ritardava a scrivergli; perché a Terre Rosse ha avuto molto da lavorare, scrisse a me direttamente con lo stesso garbo e gentilezza.

Io ho creduto che questo eccellente galantuomo, credendo giusto che si facesse l'infermeria colerosa dentro lo stabilimento, e per conseguenza esumando come mancanza di carità il mio rifiuto, come si terrà da tutti nel paese, amando la nostra istituzione, e volendo che tutti la lodassero, si è spinto a scrivermi con tanta mala creanza. Mi auguro che, leggendo la mia, sarà tanto buono da ricredersi e scrivermi d'altra maniera; in ogni maniera qui il Sig. Prefetto, il Sig. Sindaco, la commissione sanitaria, il nostro medico, i Superiori ecclesiastici che mi guidano la vedono come la vedo io, e quanti hanno inteso quest'affare si son fatte le gran meraviglie; speriamo che costì col tempo si ricrederanno, ed allora conviene mettere avanti la costruzione di una. infermeria, assolutamente isolata, perché in tutti gli eventi non si ripetessero di simili cose. Questo nostro Sig. Sindaco migliora assai è speriamo che si rimetta del tutto. Come io credo che il Signore fini fece questa grazia per la preghiera che mi hanno fatto in tutte le case, così io mi auguro di otte-

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nere la conservazione in buona salute di Mons. Guarino Arcivescovo di Messina, e la cessazione del flagello in quella povera città. Io ho saputo che là il male va diminuendo. Preghiamo e speriamo.

Nell'ultima lettera del Sig. Alfonzo tra le altre cose diceva che, se io avessi detto tutto con verità al prefetto, non avrebbe dato queste disposizioni. Io non ho detto nulla di falso al Prefetto, non ho fatto altro che esprimere la verità colle, stesse lettere che ho ricevuto dal Sig. Sindaco, ed ignoro assolutamente, quali siano le disposizioni, delle quali così di sfuggita si lagna il Sig. Alfonzo. Lei le conosce?

Se ha inteso cosa, me ne scriva. Tanto io che tutti dei nostri stiamo benissimo, così spero sentire di voi e pel corpo e per l'anima. Questa Superiora e Suore gridano con tutto il cuore un « Viva Gesù » alla S: V. e a tutte le loro compagne. Domani spero fare il pacco delle commissioni datemi, non escluso il Comune del Messale, che si è capitato.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 24 settembre, 1887

Rev.da Superiora (S Cataldo),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mi consolarono le buone notizie, ma avrei voluto i

dettagli che le domandai in una mia.Terre Rosse va benissimo; così in tutte le case

nostre buona salute.Ho avvertito due volte la Superiora G.le per

rispondere alla sua lettera; speriamo che lo faccia pre-

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sto. Li hanno avuto Suor Elena sofferente, e forse questo avrà influito al silenzio; speriamo che presto la riscontrino.

Non posso prolungarmi, perché è tardi.L'assicuro di nuovo della buona salute di tutti e

benedicendola nel Signore mi segno.

Palermo, 24 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sia fatta la volontà di Dio, con questo Sig.

Sciascia, che si è messo a provare la sua pazienza. Ma che vuol fare, lo preghi se vuol contentarla, se no, faccia la volontà di Dio, o lo lasci senza questo affresco, perché dovrà spendere molto e faranno una cosa orribile. Anzi è questo il mio consiglio, lasciarlo senza affresco; si farà appresso, se si vorrà. A Terre Rosse si va benissimo, così in tutte le altre case.

Consulti col Vescovo la faccenda del P. S. Filippo e poi mi avviserà, perché io non ho conoscenza della persona. Se mi avesse detto, che voleva pittare la volta, l'avrei proibito; impedisca, se può, per carità. Pregate sempre, finché sapremo che il colera è ovunque finito. Le nostre Suore hanno assistito a Terre Rosse, noi non bastiamo pel servizio esterno, non possiamo per conseguenza prestarci per l'esterno.

Se il Signore vorrà, accrescerà il numero delle Suore. Ripeto nuovamente, vorrei notizie assicurate e veridiche della salute della madre di Suor Fredesbinda.

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Non è vero che non riscontrò il telegramma, perché io lo comunicai immediatamente alla 5 casa e fecero scrivere la stessa Sorella. Detta benedetta famiglia è stata un vero flagello. Sia tutto come vuole Dio.

La Signora Celeste è qui presente e la saluta; tutte le Suore la ossequiano e danno un « Viva Gesù » alle loro compagne. Mi congratulo del miglioramento in salute di mia Commare, ma la voglio sentire buona con tutti.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 24 settembre 1887

Rev.mo P. Parroco (Canicattì)

Sia Gesù amato da tutti i cuori!La posizione finanziaria di cotesta casa di

Misericordia è troppo angustiante. Io non vorrei affatto angustiare il Sig. Sindaco, né la S. V. Rev.ma; ma quando le Suore, uscendo per la colletta, raccolgono tanto poco da non bastare per l'alimentario giornaliero, è mestieri che si trovi una risorsa per non farli morire di fame, e che si pensi a dilatare l'Associazione, per aumentare la colletta, e così stare al coverto di ogni bisogno. Se da tutti cotesti cittadini si facesse l'elemosina, per come la domanda l'Istituzione, «Un boccone al Povero di orni sostanza » della quale almeno due volte al giorno devono sfamarsi, di certo sarebbe la cosa provveduta di tutte, senza contare le collette straordinarie del ricolto, e della vendemmia, che potrebbero far fronte ad altri bisogni, oltre il giornaliero mantenimento. Il solo

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pane giornaliero a due bocconi al giorno, per ogni individuo, formerebbe in cumulo 48000 bocconi di pane, e se anche mettà dei cittadini non volessero associarsi, sarebbero 24000 bocconi, e certamente si potrebbero mantenere oltre che questo piccolo numero di Poveri, che si sono raccolti, e se unitamente al boccone del pane prelevasse ognuno un filo della sua pasta, un po' di legumi, di olio, di cacio, di vino, e di tutto quello che si può conservare per otto giorni, la casa dei Poveri potrebbe essere al coverto di ogni bisogno, senza incomodare il Sig. Sindaco; ma se la colletta è poca, che cosa si può fare?

La prego adunque di fare portare un pronto rimedio all'angustia del momento, e pensare «per mezzo della predicazione, o per mezzo di una commissione che in giro per tutto il paese persuada ognuno del modo come raccogliere il boccone per i Poveri, di fare in modo, che questa grave estremità non continui nella casa. Se vogliono persuadersi tanto lei che il Sig. Sindaco della colletta che si raccoglie e del modo come si economiza, possono dirlo alla Superiora, che le mostrerà i conti.

Io ho lasciato costì la retta, che da cotesto Comune si paga per le sei aspiratiti, e la troveranno pure nel conto; non si sfrida un grano, si fa tutta l'economia possibile; ma per gli ammalati si deve provvedere, per i buoni non può farsi almeno di sfamarli.

Mi congratulo assai che cotesta città è stata esentata dal flagello di Dio. Così il Signore ha conservato illese tutte le nostre case, meno quella di Terre Rosse, ove vi sono stati vari attaccati, ma tutti si sono salvati.

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Perdoni che son venirlo ad incomodarla; ma è la S. V. ed il Sig. Sindaco che devono aiutare la casa dei Poveri.

Insieme alla presente arriverà costì il Sig. Ingegnere Torregrossa per concertare sulle nuove fabbriche a farsi con la S. V. ed il Sig. Sindaco.

Mi auguro che tutto vada bene e che al più presto cotesta casa potesse raccogliere tutta la mendicità del paese.

Perdoni, se ho dovuto scrivere in ritolta fretta. Mentre ossequiandola con tutto rispetto mi do l'onore di essere.

Palermo, 24 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Il caso di Suor Ninfa mi ha angustiato non poco; io

non so se la S. V. è esperta della malattia del colera o pur no.

Desidero sapere se il vomito e le deiezioni alvine avevano il colore dell'acqua di riso o se erano composte di mangiare il primo, e di fecce colorite le seconde.

Fece bene ad amministrare il laudano, ma a frenare lo sconcerto doveva prima dare il Rosolio di menta papireta, come le avea detto.

Abbiamo da ringraziare il Signore che finì così: ma finì? è questa la mia sollecitudine e vorrei presto sapere tutti i sintomi, perché, se mai fu veramente un caso sospetto, si dovrebbero disinfettare roba, stanza, letto e tutto con la soluzione del sublimato ad uno p. mille, cioè un grammo di sublimato sciolto prima nello

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spirito e poi in un litro d'acqua, e se bisognano mille litri di acqua per disinfettare tutto, si debbono mettere mille grammi di sublimato. Se mai si ripetessero simili casi, se vi è il vomito dia il rosolio di menta, amministri ogni mezza ora da 15 a 20 gocce di laudano per 4.5 volte, e se la diarrea continua, dia le cartine col sottonitrato di bismuto, il tannino e l’oppio, una ogni ora.

Mi resto qui, perché voglio supporre che fosse stata una semplice indigestione; ma la prego di darmi tutti i dettagli a posta corrente, ed io intanto vi affido nelle braccia potente della Mamma nostra.

A Terre Rosse si va benissimo. La ragazza ultima attaccata si chiama Lodi, ma, grazie a Dio, va benissimo come tutte le precedenti, che sono guarite.

Metta le flanelle se soffre di reumi, figlia mia, e non si faccia sottomettere dalla rigidezza del clima.

Fece bene a ricevere il Valente, per non farlo morire esposto all'aria. Ma se altra volta vorrà uscire, lo avvisi al Sig. Sindaco e lo avverte ch'è nostra regola che, chi esce, non può più ritornare, e poi dovrà rivolgersi al Sindaco per potere rientrare, ed il Sindaco lo saprà mettere a dovere.

Nulla mi ha scritto di D. Alfonzo, io gli risposi; il Canonico pure cosa dice? Non posso prolungarmi. L'assicuro che in tutte le nostre case. si sta bene.

La benedico nel Signore con tutti, e mi dico.

P. S. Scriva tutto per carità.

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Palermo, 25 settembre 1887

Rev.da Superiora (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Aspetto le più appurate notizie dietro la visita delle

Sorelle. Ritengo che questa febbretta della Signora Montana passi presto, per sentirla del tutto rimessa. Questa sera ho da darle buone notizie per tutta la linea; città minora sempre, Terre Rosse fuori pericolo, assai meglio tutti, nessun caso nuovo. Le altre case, tutte buone. Questa Superiora sta bene e la saluta con tutte le Suore.

Dica alle nostre Suore di star bene, perché abbiamo tanto bisogno di lavorare pei Poverelli e mi faccia scrivere duo parole di Suor Serafina.

Messina minora, come scrive Mons. Arcivescovo, non lasciate di pregare per lui e per quella flagellata città.

La benedico con tutte le Suore e le Orfanelle.

Palermo, 25 settembre 1887

Rev.da Superiora (San Cataldo),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Riscontro la sua cartolina, contento delle notizie

che mi dà della buona salute di tutti anche del Paese. Così io posso ricambiar le notizie liete per tutte le nostre case, Terre Rose compresa, ove, grazie al Signore. non vi è stato niente di nuovo e tutte le antiche ammalate sono assai meglio e fuori pericolo.

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Mi consolò moltissimo quanto mi dice di S. E. e la benedico particolarmente.

Questa Superiora e Sorelle la ossequiano con tutte le Suore, mentre io la benedico anche coi Poverelli nel nome del Signore.

Palermo, 25 settembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Buone notizie da per tutto, nelle nostre case e nelle

città.Speriamo che presto il Signore ci liberi e poter

sospendere questo continuato scrivere, che mi lascia senza tempo e senza braccia.

Spero che domani partissero le sue commissioni, compreso anche il comune del messale, che si è fortunatamente trovato.

Mi auguro sentire buone nuove di lei e di tutta la comunità.

Messina minora; speriamo che il Signore presto ci liberi.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 26 settembre 1887

Carissimo compare (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mi pervenne il suo telegramma, mentre era qui il

medico, il quale sentendo dire febbri infettive, puerperali, consigliava il chinino a forti dosi ed il lavaggio della vagina, ogni tre ore, con l'acqua fenata al 5 per

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mille. Poi Mi domandava tante cose, alle quali io non poteva rispondere, perché da me non conosciute. Se la S. V. si degnerà di scrivermi, informandomi di tutto, farò leggere a lui la sua lettera. Io non ho potuto scrivere direttamente, ma ogni sera mi sono informato, scrivendo alla Superiora, la quale, alle volte mi ha dato buone notizie, alle volte mi ha angustiato. Per questo non abbiamo lasciato mai di pregare e non lasceremo, finché ci arriverà la consolante notizia di essersi del tutto rimessa in buona salute.

Mi compatisca, se io non sono stato frequente a scrivere, ed anche ho mancato a riscontrare le sue. L'attuale posizione mia è piena di tante angustie e di tanti travagli, che io stesso non riesco ad esprimerle. Lodiamo il Signore nei momenti della tribolazione, come quelli più cari della sua visita, ed aspettiamo in pace il compimento della Sua Adorabile Volontà.

Come finiranno questi travagli, dopo avere adempiti doveri di maggiore urgenza, spero avere il bene di venire un momento, e allora, se non troverò rimessa in salute la mia Signora Commare, la sgriderò fortemente. E con lei pure la farò grossa, perché non vuol mai accontentarmi, e si abbandona, sempre al suo affetto, che lo fa pusillanime. Contenti il S. Cuore di Gesù, abbia fiducia ed il Signore lo consolerà sempre. Vorrei scriverle tante cose, ma mi manca il tempo e debbo andare di fretta.

Benedico specialmente la mia Signora Commare.Benedico lei, con tutta la sua Famiglia e con affetto

invariabile mi segno.

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Palermo, 26 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (Monreale),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Di tutte queste belle notizie non so affatto nulla:

Ora scriverò al P. Parroco, piglierò le debite informazioni, scriverò ancora alla Superiora Gen.le e questo lo farò anche prima.

Per ora lasci le cose al posto, dove si trovano, giacché, il Signore ha disposto così.

Il cotone e gli altri oggetti come prima si potranno; comprare, li manderò.

A terre Rosse, grazie al Signore, vi è un momento di tregua, nel paese ancora qualche cosa continua, le altre case in buona salute.

Non posso prolungarmi al momento e la donna fa' premura di andare.

La benedico con tutti.

Palermo, 27 settembre 1887

Rev. Superiora (S. Cataldo),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mi consolo delle buone nuove che mi dà di tutta la

casa e del paese, così posso assicurarla di tutte le,. case nostre, compresa quella di Terre Rosse, dove, grazie al Signore, siamo pure liberi.

Speriamo che il Signore non faccia più ritornare, questo reale affligente e che presto sia libera la nostra città e quella ancora di Mossina.

Preghiamo e speriamo.La benedico nel nome del Signore, con tutte le

Suore e i Poverelli.

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Palermo, 27 settembre 1887

Rev. Superiora,Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mi sono consolato delle buone nuove che mi ha

dato di cotesta casa, e non potendo scriverle a lungo mi avvalgo nuovamente di una cartolina, per dirle che a Terre Rosse si va meglio e tutte le altre case continuano ad essere libere, come lo sono state più ora. Aspetto notizia per sapere, cosa intendano pel comune del messale; intendono dire veramente il comune o le aggiunte? il comune mi sembra difficile poterlo capitare, a solo, le aggiunte si trovano forse facilmente. Per il comune devono mandarini la misura della stampa.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 27 settembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù, amato da tutti i cuori.Spiacemi moltissimo l'incomodo della mia Signora

Commare e la loro poca fede più della stessa malattia; noi preghiamo e non lasceremo di pregare, finché il Signore ci farà la grazia. Io scrissi ieri sera a mio Compare e mi aspetto sua lettera; speriamo che mi venisse consolante. Da noi ottima salute ovunque; questa sera S. Carolina e S. Benigna tmi domandarono la benedizione per mezzo del telefono. L'orfanella ultima attaccata è fuori pericolo e quanto prima uscirà dalla Baracca, e speriamo che il Signore non la faccia più riaprire. La nostra città ancora conta qualche morto. Messina minora, ma continua. Preghiamo sempre finché

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il Signore ci liberi intieramente. Che impressione brutta mi fa la cappella cogli affreschi mal fatti, non so dirlo; ma pure bisogna rispettare per ora anche il mal fatto, purché si finisca; appresso poi rimedieremo. Aspetto la lettera di Suor Serafina. Qual è il male al cuore di Suor Martina? Qual'è la cura? mi scriva tutto.

La benedico colle Suore e le orfanelle e mi segno. Io sto bene, così Suor Celeste e tutti dei nostri.

Palermo, 27 settembre 1887

Figlia mia in G. C., (Caropepe)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Resto contento di non avere avuto il riscontro, pel

piacere dell'ufficio del Sindaco che ammetteva la povera vecchia nello stabilimento, e voi fortunata che andaste a rilevarla e portarla sino alla casa del Signore.

Sia Dio benedetto e lodato in eterno.Dalle nostre case ottime notizie dappertutto.Questa sera Suor Carolina e Suor Benigna vollero

la benedizione per mezzo del telefono; l'Orfanella ultima attaccata è già fuori pericolo e si aspetta il momento di farla uscire dalla baracca. Speriamo che il Signore ci risparmi per l'avvenire, e che presto il male sparisca dalla nostra città e da quella di Messina, nella quale, sebbene minore, pure continua ad essere terribile.

Le figure di S. Francesco già sono qui e domani le farò spedire insieme al Comune del Messale, la S. V. farà una letterina di sollecito al Rev.mo P. Gambino per la carta intestata.

La salute di tutti i nostri buonissima. Mi conga-

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tulo che il disturbo di Suor Ninfa fu cosa di un momento e che tutti godono buona salute.

La benedico con tutte le Suore e i Poverelli e mi segno.

P. S. Ricevetti la mia lettera il Sig. Spina? ricevette la risposta del P. Boscarini? Io non voglio che lo interroghi ma desidero sapere se è più venuto, e se ha detto cosa.

Palermo, 27 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (Canicattì),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La lettera vostra ieri sera, invece di farla imbucare,

la mandai con un volumetto di cento Richieste per la ferrovia, al Sig. Ingegnere Torregrossa. Suppongo che l'avrete ricevuta e avrete trovato in essa compiegata la lettera pel Rev.mo P. Parroco, che come vi dissi la consegnerete al bisogno. Ma dalla vostra del giorno 24, ultima a me venuta, rilevo, che Tiranno finì di essere tiranno, sebbene il motto siciliano dice: tiranno tiranno si rumpi, e per conseguenza non mi sembra prudente consegnare quella lettera al P. Parroco, ma voi stesse potete suggerire l'idea di fare crescere la colletta per mezzo delle prediche, delle loro insinuazioni o di una commissione che si mette in giro per tutte le case a persuaderli del modo come fare la carità, per così fare in modo che la colletta basti senza bisogno d'incomoda nessuno particolarmente.

Approvo l'economia e tutto il sistema; che lei vuole adottare per ottenerla; ma non mi persuado che l'infer-

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meria possa fare a meno del brodo e delle nova e possa supplire colle patate e le zucche; economizi, ma non manchi alla carità secondo il bisogno; farà ordinare dal medico anche il mangiare, e così uscirà di responsabilità, e quando le circostanze sono tali da dover dare zucche e patate agli ammalati, conviene farlo sapere al medico non solo, ma uscire per cercare quello che manca, dicendolo a tutti gli agiati che avete gli ammalati e non potete dargli altro che patate e zucche, se la loro carità non li aiuta. Perché non procurate di fare le galline, le colombe, i conigli, e così poter supplire al bisogno? Il pranzo può anticiparsi all'una e mezzo p.m.

Collo svolgersi della Comunità si va capendo col fatto, perché S. Vincenzo esclude i soggetti che noi ancora riceviamo. Questi benedetti elementi non vocati sono di rovina e non di aiuto alle comunità, ma la carità vuole che si usi ogni mezzo per aiutarli.

Se questa mia le arriva in tempo e potrà combinare di far partire in vagone riservato te due Suore sapute, raccomandandole all'Ingegnere Torregrossa, se le sembra prudente, mi sembrerebbe utile il farle venire. Se questo precede mi avviserà per telegramma onde farle rilevare alla stazione.

Non mi pregiudico pel motivo che vi fa dirigere a Terre Rosse, per avere pirì dettagliate notizie, ma mi sembra un po' soverchio il non contentarvi delle mie, dovendo io sostenere tanta fatica per darvele, che ieri sera lui tremavano le mani in maniera da non potere più scrivere.

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Terre Rosse migliora generalmente e sembra che il Signore ci volesse dare un poco di tregua, perché non vi sono stati altri disturbi. Le altre case tutte buone e così anche i nostri tutti.

Benedico Suor Elena, Suor Mansueta e tutte le Suore una per una, perché possano avere buona salute onde servire il Signore in buona osservanza sino alla fine della litro vita. Benedico lei con tutte le Suore e i Poverelli di G. C. e te auguro la pienezza dell'amore di Dio per poterlo infondere in tutti e sapere ovunque far divampare il fuoco della carità.

Palermo, 27 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (Superiora di Monreale),

Sia Gesù amato da tutti i cuori!Io ancora non ho avuto tempo di scrivere alla

Superiora G.le per informarmi degli antecedenti e per conseguenza. se non arrivo ad avere le notizie che mi bisognano, non dirò nulla. La S. V. quando le riuscirà opportuno dirà sempre che si sente nelle spine, finché non riceve l’ubbidienza del Superiore nelle cose che si debbono fare.

Ho ricevuto una lettera, ma nella lettera mi si dà l'ordine di fare stampare pagelle e per conseguenza sono anch'io costretto ad ubbidire. Così ad ogni paese piglieremo tiri aspetto diverso. Sia fatta la volontà di Dio!

Le rimetto i medicamenti eseguiti insieme alle ricette, il fiasco con l'etere solforico, o più un piccolo fiaschetto con un poco di essenza di menta papireta.

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Se ha le proporzioni del rosolio di menta, ne prepari un poco mettendovi mettà di detta essenza, secondo le proporzioni descritte. Se non ha le dette proporzioni, alla misteriosa ammalata, di Suor Marianna che non sente più la voce dell'ubbidienza, farà pigliare una roccia di detta essenza o in un poco di zucchero, o in un cucchiaio di acqua dopo il pasto, e speriamo che svanisse a questo benedetto vomito.

Mi congratulo che la S. V. ha riacquistato la sanità, e così spero sentirla sempre. Mi auguro che guarissero le altre ammalate e che le Suore particolarmente seguissero l’esempio della Superiora.

Se il Sig. Francesco Soldano verrà costì a dare il pranzo alle orfanelle, potrà considerarsi come un benefattore che viene appositamente da lontano paese, e farete quello che si fece pel Sig. Celestre, che in una stanza separata si fece mangiare, servendolo la Superiora ed un'altra Suora; se il Signore vorrà, spero esservi anche io. Io però non ricordo d'aver dato questo invito, ed il mio timore sta in questo: che domani un altro darà un pranzo alle orfanelle e viene pure a pranzare. e così dove andremo?

Io non capisco, perché cotesta benedetta casa abbia tutte queste novità. Sia fatta la volontà di Dio, e speriamo che le cose potranno mettersi in chiaro coi tempo ed ogni cosa a suo posto.

Io non diedi il danaro alla donna da voi mandata per fare comprare il cotone, perché supponeva che la Superiora avesse tuttavia il campione, ma ora sento che il campione fu rimandato. Giacché voi potete ser-

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virvi di detta donna, mandate direttamente colla stessa, perché così rei sembra che perdiate molto tempo voi e molto anche io. senza conchiudere nulla.

Le nostre case, compresa quella di Terre Rosse, tute esenti dal reale; speriamo che presto il Signore ci liberi anche nella città ed in cotesto paese, dove a riguardo dello stabilimento mi sembra che si tenesse poca o nessuna cautela.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 28 settembre 1887

Figlio mio in G. C. (il Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ricevuta la ultima, anzi le due ultime, mandai dal

Sig. Rù il quale è pronto a darmi i 4 tubi dello stesso diametro, colle 4 imbucchetti o raccordi che mancano in cotesti tubi. Mandai prontamente al fondaco, pregai di mandare il primo carrettiere che si fosse presentato, anzi Frate Giacomo trovò Vincenzo che stava per partire e assicurò che sarebbe venuto Francesco per pigliarseli ed ancora si aspetta.

Io però noti capendo intieramente quello che si è fatto, e che si vuol fare, perché non ho avuto preventive informazioni, suggerisco talune idee, chi sa, vi potessero servire.

L'acqua dei Pioppitelli lei mi dice essere già raccolta sulla località, e portata coi tubi di ferro sino alla punta dello stabilimento, e si crede che il livello la porti sino a 30 cm. sopra il fondo delle attuali pile,

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motivo per cui si opina, di abbassare le dette pile, ciò che porterebbe un'altra spesa e metterebbe il suolo della cucina in una posizione assai difficile.

Io vorrei che al momento ci contentassimo di por. tare l'acqua nelle attuali pile, mettendola alla maggiore altezza che l'acqua stessa ci permetterà, e farla pure fluire nello stagnone, preparato dinanzi la porta della stessa cucina. E così avremo nella cucina l'acqua che potrà servire, e quando ne bisogna quantità maggiore, si potrebbe pigliare dallo stagnone; se il livello dell'acqua non supera i cm. 30, come io voglio augurarmi, allora potremo con una piccola pompetta farla passare in un momento dallo stagnone alle pile, senza bisogno di demolirle e costruirle di nuovo sotto il suolo della cucina medesima; ma questo potrà farsi appresso, per ora basta fare entrare l'acqua sotto la finestra o un poco più avanti, e se realmente l'acqua arriva a 30 centimetri, si può fare sotto un piccolo infossamento, dove collocheremo una forma a quella profondità che si crede regolare, per mettervi sotto il rubinetto e caldaie, e quartare ed altri recipienti, dei quali fate uso per raccogliere l'acqua, e quella che scorresse dalla forma, potrebbe avere l'uscita nella creta, ove il Padre D. Pasquale voleva costruire il recipiente da servire per bevaio e per uso dello stagnone.

Per fare però che l'acqua entrasse in cucina e nello stagnone bisognano i tubi a « T » non solo, ma bisogna che venisse un maestro aggiustatore meccanico, coi ferri necessari per tagliare i tubi dov'è necessario tagliarli, e fare cogli strumenti adatti le impanature necessarie,

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perché coi necessari raccordi l'acqua facesse le voltate che sono necessarie, e alle stesso tempo, che costruisse le giarrotte coi ritorni necessari, perché l'acqua da principio salisse al suo maggior livello per le pile della cucina, e poi scendesse nello stagnone e da quello per mezzo del suo livello scendesse nel sopradetto recipiente, da costruirsi nella terra della creta insieme ai sopravanzi della cucina. Voi intanto cui domandate solamente quattro tubi e quattro raccordi; ma come farete a fare entrare l'acqua nella cucina etc? Se avete costì un maestro che sa fare tutto, e che ha i ferri adattati, coi quali senza muovere il tubo dalla sua posizione lo taglia, vi costruisce la vite, e vi adatta il gomito, o il T nel punto opportuno, allora fate voi, e pure vi bisognerebbero i T che io vi dico. Ma se questo maestro, e questi ferri costì non li avete, e pensate fare innesti con tubi di creta, pure vi bisognerebbero quelli di piombo per adattarvi i rubinetti.

Io, figlio mio, non avrei fatto assolutamente nessuna spesa per l'acqua degli 8 migliaia, solamente avrei accomodato l'ultima cuba o piccolo serbatoio da dove voi colla zabara portavate l'acqua al tinello, e vi avrei fatto adattare il tubo di ferro invece di quello di zabara, contentandomi di quella poca acqua che poteva venire. Avrei solamente pensato a questa dei Pioppi pel comodo della casa e pel futuro stazzone. Ho inteso dire che il bevaio fu demolito, e vero? e perché si demolì? Se viene Geloso, io prontamente manderò i 4 tubi, e i 4 raccordi, o collaretti che costì vi mancano. Pei rubinetti aspetto, per sapere se vi servano colla impanatura

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per metterlo col raccordo proporzionato nel tubo di ferro, o se dovete adattattarli con la colla in tubo di piombo, e ciò perché nell'uno o nell'altro caso debbono essere diversi. Io avea scritto se era possibile vendere un poco di vino per dare qualche cosa al Sig. Pivetti; ora aggiungo anche a mio fratello. perché qui si è fatto quanto è stato possibile, ed al momento non si può fare nulla, perché siamo in gravissime angustie.

Mio cugino Dott. Gioacchino mi avea detto che, volea vendere una delle sue tine, che mi assicura in ottimo stato, e mi dice che vi erano vari attendenti. Io risposi di accudire con lei, perché se la piccola nostra non può più servire per noi, e si sarebbe trovato compratore, e lei si trovava in posizione di poter aggiungere quel tanto dippiù che avrebbero pagato la sua, si fossero combinati direttamente. Ora mio cugino mi scrive e che la tina sua fu apprezzata da M. Vincenzo per lire 150 e che si aspetta una mia risposta. Io questo affare lo rimetto a lei, per fare quello che può e che crede conveniente, e così scriverò a mio cugino. Le partecipo che viene costì per un poco di mutamento d'aria il nostro P. Torregrossa e che io raccomanderò a mio cugino per pigliarsi il pensiero del di lui mangiare, non Basendo questo un momento di potere avere da noi un esatto servizio, quale bisogna per la di lui salute. Però mi raccomando a lei per fornirlo del letto e della biancheria e coperture necessarie. Lo stesso trovandosi costì, potrà essere di aiuto nel magazzino per la vendemmia, giacché io sia per i miei incomodi, sia

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perché ancora qui coi timori del colera ed in tante pendenze da non potermi allontanare, probabilmente non potrò venire.

L'avverto che l'ultimo vino cerasolo è ammuffato caso, ciò importa che nel magazzino di costì vi debbano essere stipe prese di muffa, e se M. Vincenzo non rimedia a questo, perderemo altro vino; le faccia quindi osservare bene per evitare tale inconveniente.

Prontamente in tutte le nostre case, senza alcuna eccezione, siamo esenti di colera, nella città continua accora qualche caso, speriamo che questo finisse presto. Ma finché continua in Messina, dove ha fatto grande strage, abbiamo sempre il timore di una ripresa più terribile, se Dio non ci libera. Le auguro buona salute con tutti della casa nostra, ed anche ottima vendemmia, per che avendo mio cugino e P. Torregrossa credo che potrà sopportare la mia mancanza. Il povero giovane Leopoldo Arbustini che tanto dolore ci ha dato sotto il nome di F.te Francesco, arrivato in Napoli lacerò la carta di passaggio che la Questura gli avea fatto per mezzo mio. Scrissi una lettera che miti fece venire per la via di Melara, scio paese, nella quale mi caricava di insulti per averlo obbligato a ritornare in patria, e poi mi diceva che ad onta mia sarebbe ritornato in S. Giuseppe. Pria di arrivarmi detta sua lettera egli fu nuovamente in Palermo e poi costì, da dove come lei e P. D. Natale mi scrivevano era di notte ripartito. Dopo mi scrisse una altra lettera insultante dalla Piana dei Greci, e finalmente una terza che unisce l'insulto alla preghiera, pretendendo che io lo faccia accettare dal Rev.mo Pa-

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dre Arciprete come sagristano. Non ho nulla contro quel povero giovane, dinanzi al Signore non credo fargli un bene nel farlo ritornare in S. Giuseppe, anzi vorrei che lui ritornasse in famiglia; e potesse collocarsi in modo, da potersi salvare l'anima, colla sorveglianza dei suoi genitori. In ogni modo se lui non vuole apprezzare questo savio consiglio, potrebbe andare in qualunque città per aversi un posto di sagristano. Raccomando a lei questa faccenda e all'ottimo nostro Padre D. Natale per la di lui anitra e pel buon nome .della nostra Istituzione.

La benedico con tutti.

Palermo, 28 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Lieto per le vostre buone notizie ricevute, vi

confermo anche le nostre. A Terre Rosse oggi mi domandavano per telefono il permesso di cantare il Te Deum, ma siccome aveano fatto la benedizione dopo la messa, non si potè fare; lo faranno appresso. La Baracca si è tornata a chiudere, ed è a sperare che non vi fosse più motivo di riaprirla, comunque non fosse per noi tanto terribile, essendosi guarite tutte le ammalate.

Nella città però continua ancora qualche caso, ed in Messina il male continua decrescendo. Tutte le nostre case, e dei nostri, liberi da questo male, speriamo così sempre.

Scrivo quasi al buio, e per conseguenza non so cosa scrivo.

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Venne il lume, e ora vedremo se scrivo meglio al lume o col lume.

Ricevetti la lettera di D. Alfonso da lei inviatami; bastava avere riscontrata la sua per capire che l'avea ricevuto.

Il detto Signore ancora non risponde e a me piace, perché ho tanto da fare, e sono tanto in travagli, che questo Sig. Spina sarebbe utile che non vi fosse. Che sorta di teste? Veramente dovette venire dal Municipio il suggerimento di quelle lettere strane ed inconcludenti. Speriamo che presto si ravvedino e si emendino. Però è da tirare profitto di questi momenti preziosi, nei quali l'anima nostra può conformarsi all'immagine del Crocifisso. Quando tutto è gioia, tutto è favore, guai alle anime che sono esposte a questo genere di tentazioni allettanti, la loro caduta è più facile. Di questo modo colla croce sulle spalle le anime si consolidano niella virtù e più vicina sentono la presenza di Dio, per cui solamente amano patire e morire, in ogni dolore. Sia benedetto Iddio, che vi ha accordata tanta grazia. La benedico con tutti, raccomandandomi fortemente alle vostre preghiere, perché da tutti i punti è una continua battaglia. Sia lodato e benedetto Dio.

La mia salute è buona, tra ho le piaghe ad una gamba, motivo per cui il medico mi vuole a letto, ma io non poso starvi, perché quand'altro debbo dire la messa e debbo scrivere.

Questa notizia a lei non piace per sé stessa, e perché le sembra che ritardi la mia venuta costì; ma, se Dio vuole, succederà.

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Domani spero riscontrare il Sig. Previtera; la prego però di farlo avvertire, perché io comunque impotente, non lascerò di fare quanto posso per l'affare suo e premurare anche per questo la mia venuta.

La benedico con tutti.

Palermo, 28 settembre 1887

Figlia mia in G. C. (Girgenti)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Cotesti dottori conoscono il proprio dovere; la

prego fare curare con tutta attenzione la buona Suor Martina e darmi esatte notizie del suo stato. Io pregherò e farò pregare, ma è un momento di prova del Signore, e bisogna avere coraggio ed unione alla Sua volontà, volontà con fede vivissima e così speriamo di ottenere le Sue misericordie. Mi congratulo sentir meglio mia Signora Commare, ma mio Compare non mi ha scritto vuol dire che questo miglioramento non lo consola.

Per la volta benedetta non mi deve dire niente; faccia sbrigare tutto presto anche lasciandola incompleta; io non sò come lei colla sua intelligenza si fece per. suadere a fare affreschi; il Vescovo per economia non volle lo stucco lucido e lei spenderà il doppio, per ottenere delle mostruosità: sia come vuole Dio.

Come ha fatto pel danaro? pagò il Municipio la fabbrica che apparteneva a lui di fare? quanto ha speso sinora? quanto resta a spendere? E l'altare? Ha da farmi una lunga lettera con tante domande. Qui e ovunque le nostre case sono libere dal male, però in città continua ancora qualche caso. Messina continua minorando.

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Perché tre mignatte e non più a primo tempo, essendo bene indicate fanno buonissimo effetto. Mi auguro sentire buone nuove. Benedico Suor Martina e tutte le ammalate di nostra Comunità. Benedico mia Commare.

Desidero sapere come sta lei, con le gambe e vorrei sapere se ha fatto mai la fasciatura per diminuire detto gonfiore; se l'ha fatto e le ha giovato s'informi se costì si trovano delle calzette elastiche, ne compri un paio adattate e ne faccia uso permanente, se costì non si trovano, mandi un paio di calzette che le comprerò qui e le manderò. Se però non ha uso della fasciatura, lo faccia ora facendo una lunga fascia che basti a fasciare dal piede sino al punto dove si estende il gonfiore, e poi coti ulano uguale chi è più destra delle Suore faccia la fasciatura e mi saprà dire se le giova. Badi però a cominciare dal piede e salire poi per tutta la gamba. La benedico con tutta la Comunità e mi segno.

Palermo, 28 settembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.E sia sempre lodato, benedetto e ringraziato per le

misericordie infinite che ci ha fatte e che ci fa, non sò altro dirle pel sofferto suo incomodo. Però è giusto sapere che la Superiora come può dispensare le Suore per giusto motivo, così può dispensare se stessa. Non mi dice nulla, se in cotesto paese dura il male, ed io le raccomando di non riaprire il commercio della casa, se pria non lo dice il Medico ed il Parroco. Le racco-

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mando la buona igiene e di dividere in tutti il lavoro per essere più comportabili, e le più deboli le farà riposare in ore straordinarie e fuori osservanza. Qui a Terre Rosse oggi volevano cantare il « Te Deum » e non si potè perché aveano fatto la Benedizione dopo la S. Messa. La Baracca è chiusa e sembra che non dovesse riaprirsi. Ma Dio è il Patrone. Nella città dura ancora qualche caso. Messina continua. Preghiamo e speriamo. Le acchiudo una letterina per Suor Emmanuela. Tutte le nostre case libere dal temuto male, speriamo così sino alla fine.

Sono aspettato e ho scritto in gran fretta.La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 28 settembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sono contentissimo della sua lettera e molto più la

incoraggio a sperare nella grazia del Signore, il quale, essendo Padre nostro, non vuole altroché il nostro bene e la nostra eterna salute e fossero i nostri peccati quanto l'arena del mare, appena coti sincero dolore ci rivolgiamo a Lui, è sempre pronto a riceverci nelle Sue braccia anzi dentro il Suo cuore. Però, volendo anche io tutto il suo bene, le ricordo che quando lei arrivò costì io mi trovavo presente, e la intesi più volte, e lei avrebbe potuto avere tutto il comodo di parlarmi quanto voleva. Il suo male, figlia mia, cominciò a Terre Rosse per quella benedetta compagna che le tolse l'amore alla osservanza e alla obbedienza. Fu allora, figlia

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mia, che lei perdette l'avviamento alla vita della fede nella volontà di Dio. Perdendo questa bussola che guida i nostri passi all'unione, all'amore di Dio, viene per conseguenza che, uscendo dalla vita di fede, si capita nella vita naturale, la quale per propria corruzione tende al demonio, ch'è il promotore di ogni male e per conseguenza non si dice indi basta; da un male si passa all'altro senza riparo, le cose di Dio sembrano stupidaggini, nullità e non si trova realtà che nella colpa. Senta adunque, figlia mia, il mio consiglio faccia forza a se stessa, anche col pericolo della stessa vita per ricominciare a vivere di fede nella volontà di Dio. Credo fermamente che Dio l'è presente e lei trovasi in Lui (per un esempio materiale, come il pesce è nell'acqua) Dio è in lei in una maniera più intima dell'intimo suo stesso, e con fede viva nella presenza di Dio, non solo si ritirerà dal male, ma si sentirà spinta a praticare il bene, ad amarlo, e ad amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente, e con tutte le forze. Riceva tutto dalle mani di Dio, e tanto nei Superiori che negli uguali e nei subalterni non creda altro che l'irnmagine del Signore. Faccia tutto per puro amore e gloria di Dio, si eserciti nella S. Orazione, nel silenzio, nella preghiera e diverrà: umile, sincera, semplice e ubbidiente. Allora, figlia mia, comincerà a sentire il dolore dei suoi peccati e speriamo che in quel tempo le verrà un Missionario o la farò confessare al Parroco. Però non lasci di fare continui atti di verace contrizione e di ripetere quanto più può la Comunione Spirituale. Ingrata! come ha potuto negare il suo cuore a G. C. vita sua? La benedico nel nome del Signore.

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Palermo, 29 settembre 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Avendole comunicato le più consolanti notizie che

torno a confermarle, mi sono dato a fare qualche cosa importante che finora ho abbandonato per scriverle; per conseguenza la prego a non angustiarsi, quando mancano le mie lettere.

Il comune del Messale e le figure di S. Francesco furono spediti.

Le benedico con tutti assicurandola della buona salute nostra e dei nostri tutti.

Palermo, 29 Settembre 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti cuori.Le confermo le buone notizie comunicatele, oggi si

cantò il « Te Deum ».Se non fosse l'incomodo di Suor Brigida, si

potrebbe dire essere in un momento di tregua universale per le nostre case.

Da due giorni in città nessuna novità; speriamo che non ritorni più niente. Messina migliora. Monsignore benissimo.

La sua pensata io l'approvo; procuri una compagnia.

La benedico con tutti.

Palermo, 30 Settembre 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Le mie sofferenze sono sempre piccola cosa, perché

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sono sofferenze e non vere malattie. Spiacemi la posizione di Suor E., non lasciate di amministrare il bromuro e di sorvegliarla, finché non troverete la compagnia di farla venire, o che uno di noi non potrà venire costì, cosa che non varrebbe tanto. quanto una buona Suora che possa scontrarli.

Gli affari mi obbligano a scrivere così brevemente.Le mie gambe colle calzette elastiche migliorano.Suor Brigida continua sofferente. Tutto il resto

buonissimi, e sino a mezzo giorno nessun nuovo attaccato in città. Speriamo che si ottenessero per la terza volta i due O. O.

La benedico con tutti.

Palermo, 30 settembre 1887

Rev. Superiora (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Il Maestro Mauro qui presente vuol sapere se

ricevette le carte di musica, che portavano nel mezzo una fede di vita della Rametta.

Le confermo le buone notizie delle nostre case e ancora della città; è la terza sera che non vi sono né morti né nuovi attaccati di colera. Speriamo che continui così.

Resto contentissimo delle notizie della Sig.a Montana alla quale scriverò domani.

Suor Celeste sta bene, così chi scrive e tutti dei nostri. Spero domani avere maggior tempo di poterle scrivere, per ora si contenti delle buone notizie, che le ho date.

La benedico con tutti.

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Palermo, 30 settembre 1887

Rev. Superiora (S. Cataldo),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La prego tenermi giornalmente avvertito, ancorché

io non le scrivessi, perché qui siamo liberi nelle nostre case, non solo ma sembra ancora che lo fossimo nelle città, perché son tre giorni che non vi sono stati altri casi.

Suor Brigida, che ha sofferto con una pleurite, il giorno che già era libera capitò in un dolore di testa che le continua ancora e la disturba, poverina! non ha potuto scrivere a suo Padre, ma lei può informarlo del perché.

La benedico con tutti.

Palermo, 1 ottobre 1897

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non ho motivo di lagnarmi di lei fin’ora, fuori del

modo come lui comnnica le notizie del colera di costì. Io capisco che desidera scansarmi una sollecitudine, Ina più me la eccita, perché mi fa sospettare forse più di quello che effettivamente vi sia. La prego darmi informazioni esatte e se non può farlo, la prima volta che viene il P. Pagano l'ossequierà da parte mia e lo pregherà a scrivermi Lui su questo particolare.

Io ho bisogno di dirle che circa un mese addietro Suor Brigida entrava nella stanza dove mi fermo io, quando vengo qui sopra in S. Marco e domandava alla Superiora il permesso di mettersi sul letto ed aveva la

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febbre. Il medico venuto le trovò una pleurite, la quale uvea lasciato in seguito un essudato, che il medico volea curare colla punzione. E siccome Suor Crescenzia alla 5 Casa, avea lo stesso incomodo, si pensò di tenere prima un congresso e si fece venire la detta Suor Crescenzia qui in S. Marco.

Quando si verificò la giunta. i medici trovarono tale miglioramento, che sospesero l'idea della puntura. Suor Crescenzia migliorata ritornò alla S Casa e Suor Brigida dovea l’indomani alzarsi, perché era del tutto buona.

Fatto sta che l'indomani non potè alzarsi, perché avea un forte dolore alla testa, e questo dolore continua ostinatissimo, ad onta di ogni rimedio, tanto da fare come una pazza. Oggi si applicarono tre mignatte, perché le altre tre indicate dal medico non vollero affatto applicarsi, e dopo questo continuava della stessa maniera; però ha riposato e al momento che scrivo riposa. Ma quando si volta dice che soffre della stessa maniera: io vorrei che lei facesse chiamare l'ottimo padre di questa buonissima figlia, per informarlo che sua figlia è incomodata e per questo non ha potuto riscontrare l'ultima sua lettera, e pregarlo a stare sereno, che io procurerò d'avvertirlo dello stato di salute di sua figlia. Indirettamente però e da persone sicure dovrà informarsi, se nella famiglia di questa buona Suora vi sia stato qualche caso di pazzia, ma questo deve farlo in maniera da non far venire alcun sospetto a nessuno.

Nelle nostre case buona salute, oggi però mi dissero

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che in città vi è stato qualche caso. Preghiamo, e particolarmente per Messina, dove il male minora, ma continua.

La benedico con tutte e mi congratulo delle. buone nuove di S. Emmanuela. Sia Dio benedetto.

Palermo, 1 ottobre 1887

Figlia mia in G. C. (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Proibisca assolutamente la pittura della chiesa e

pria di farla, da se stessa faccia sentire a Monsignor Vescovo l'idea strana del Signor Sciascia, al quale anche in mio nome potrà dare questa preghiera.

Per Suor Matilde e Suor Martina non può farsi prontamente tiri congresso costì con altro medico importante?. Non può scriversi un rapporto medico per consultarlo con questi medici pria di fare questo viaggio, tanto difficile nello stato di loro sofferenze e tanto pericoloso pel colera, che ancora è in città, perché oggi furono denunziati altri due casi al Municipio?. Questo mi sembra che fosse il partito più savio pel momento. Nelle nostre case tutte in buona salute; Suor Celeste non ha cosa in contrario. Suor Brigida continua col suo dolore alla testa, che sembra volere impazzire. Sia tutto conte vuole Dio.

Tutto il resto delle nostre Suore, meno Suor Epifania e Prisca, contuano al loro solito. Non mi prolungo, perché ho molto da fare. S. Celeste e tutte le Suore le danno un Vivo Gesù con tutte le sue buone compagne, colle quali benedicendola insieme alle orfanelle e mi segno.

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P. S. Mi congratulo della migliorata salute di mia Sig.ra Comare che benedico con mio Comp. e tutta la famiglia.

Palermo, 1 ottobre 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ella colle buone maniere potrà procurare di

ottenere quello che manca nella infermeria pel migliore servizio degli ammalati, non tanto per evitare il proprio strapazzo, quanto pel maggior comodo degli infelici ammalati. Son lieto che la povera vecchierella fu levata dalle estreme sofferenze, in cui giaceva, e mi ricolmo di Santa letizia per la carità colla quale voi l'assistite, egualmente per la giovanetta operata.

Non curino mai quello che dicono, quando è secondo lo spirito di Dio, ma preghino per gl'infelici che non capiscono la carità, perché il Signore possa illuminarli. In questo non è da fare meraviglie, perché senza la grazia del Signore noi avremmo potuto far peggio. Fecero bene a pigliare le vie più nascoste, ma mi dispiace che si fossero per questo messe a pericolo di rovinarsi.

Conviene per questo domandare al Sig. Sindaco, che facesse accomodare quella strada per tutti gli eventi possibili.

Il Sig. Spina è un buonissimo galantuomo, che io stimo tanto, ma gli argomenti che tratta fanno partire la testa, perché non sta alla logica delle promesse e col suo buon cuore si trasporta in maniera, che confonda

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la giustizia, la carità l'interesse e ne forma un imbasto da matassa imbrogliata, in modo che ci vuol tempo sfaccendato per poterlo leggere.

Io lo stimo assai, e per conseguenza riscontrerò anche a questa seconda lettera; ma veramente mi angustia che debbo perdere questo tempo. Fiat. La casa fu fondata per ospedale e per ricovero, e nella parola Ricovero di Mendicità o Deposito di Mendicità s'intendono e vecchi ed orfani.

Ma io voglio concedere quello che non é, che fosse stata fondata per solo Ospedale; questo che importa che fossero portati i colerosi dentro l'ospedale ordinario? Figlia mia, ci vuole la pazienza dei Santi per sentire questi discorsi. Ma poi i ricoverati, te orfane non sono entrati per ordine del Sindaco o della Commissione?

Non parliamo più di queste cose, giacché il Signore pose rimedio coll'esentarvi dal finale. Però è giusto pensare a preparare un locale separato anche vicino a noi, purché abbia tutte quelle condizioni volute dal consiglio sanitario, perché potessimo avere la coscienza serena di neon importare il finale nello stabilimento, e poi saremo pronti, colla grazia di Dio, a morire per assistere i colerosi e qualunque altro male di contado; sono lietissimo della carità usata dal Sig. Autonino Boscarini e dalla sua Signora, preghiamo il Signore che li compensi di tanto beneficio e li ringrazi anche a nome mio. Spero al più presto farle tenere l'ufficiatura del S. Natale, in musica s'intende, perché gli uffici pei salmi e le lezioni suppongo che le avranno, e le farò copiare anche « Ah! sol per te! ».

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Ora non mi resta altro che benedirla e, lo fo con tutto il cuore e come il Signore la benedice dall'alto dei cieli insieme alle sue compagne e a tutti i poverelli, mentre queste suore gridano a tutti un Viva Gesù.

Suor Brigida continua con l'ostinato dolore di testa, che la fa uscir pazza, perché ostinato ad ogni rimedio.

Suor Epifania e suor Prisca coll'attacco al polmone. Preghiamo per tutti e non dimentichino Messina e quel santo Prelato, dove il male continua.

Da noi buona salute in tutte le case; in città mi dissero che oggi vi è stato o uno o due casi.

La benedico con tutti di nuovo.

S. Marco, 2 ottobre 1887

Figlia mia in G. C. (la nipote Giuseppina),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Le tue passate leggerezze, che con mio dolore

necessariamente debbo ricordare, tengono in continua penosa sollecitudine i tuoi genitori, i quali credono, o per lo meno sospettano fondatamente che tu a malincuore, e forse per puntiglio o altro qualsiasi movente umano, vuoi rimanere tuttavia nella casa dei Poveri e non ismettere l'abito.

Inutili per loro le ragioni che si addicono per convincersi altrimenti; essi non sanno tranquillarsi e vivono sempre inquieti per te.

Perché io non mi neghi ad un opera di carità, e perché possa conoscere a fondo il tuo cuore, son venuto nelle determinazione di accertare i tuoi parenti sulla tua volontà, ed è perciò che ti dò facoltà di sce-

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gliere a tuo piacere un confessore, con cui aprire l'attimo tuo e far conoscere primieramente la tua volontà, ove mai l'avessi fatto fin'ora per viti motivo qualunque.

Potresti scegliere l'antico tuo confessore il Canonico Mammana o qualche altro cui hai fiducia e confidenza. E siccome il difetto dell'udito ti rende necessario lo scrivere o il leggere in iscritto quel che ti verrà detto, puoi servirti del mezzo delle lettere che farai giungere a me suggellate, onde io farle capitare al confessore che sceglierai.

Comprendi bene che essendo questa una delle tante eccezioni, che si son fatte a riguardo della tua salute, non posso non consentire che tu, se ne hai bisogno, l'usi a profitto anche dell'anima tua che, oltre orni cosa, mi è carissima. Spero se tu senti questo bisogni di manifestarti ad altri che il Signore voglia compiacersi di fargli conoscere la Sua volontà adorabile e così riuscire a tranquillare lite e i tuoi parenti e te stessa, di quanto io ti scrivo non hai bisogno di manifestarti a nessuno, appositamente desidero che tu ti servissi delle lettere per mezzo mio. Potrai dire alla Superiora che ricevesti una mia lettera e devi riscontrartisi, e potrai nel riscontro della mia acchiudere quella pel confessore che sceglierai.

Così sapremo io e tu sola questa eccezione, e spero che ti riuscisse salutarissima pel corpo, ed in principale per l'anima.

Ti benedico nel nome del Signore e della Mamma nostra e mi segno.

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S. Marco, 2 ottobre 1887

Figlia mia in G. C. (la nipote Giuseppina),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Era questa la risposta che da te Lui aspettava, né io

ho avute mai alcun dubbio in contrario, né il P. Boscarino è scontento di te, né sa nulla della lettera che io t'inviai. Io ti scrissi in quei sensi, perché così i buoni tuoi Genitori, che tanto ti amano, pensano a riguardo tuo! Credono che tu dal primo momento che entrasti. sei rimasta scontenta di questa osservanza, e, se mostri il contrario, credono che questo provenisse dai nostri suggerimenti o dall'amor proprio tuo, che non vuole chiaramente manifestarsi né al P. Boscarino né alla Superiora, e nemmeno a me. Per questo mi piacerebbe assai, se tu scrivessi una lettera al P. Mammana, tuo antico confessore e confessore attuale dei tuoi, e quegli secondo quello che tu gli scriverai, saprà mettere le cose a posto.

Però ti prego di scrivergli senza alcuna angustia o timore, perché io e tu solamente sapremo questa cosa e non la saprà nessuno.

La lettera pel Canonico voglio che tue l'acchiudi, e se puoi suggellata.

Fa quanto ti dico, perché di questo modo riusciremo a serenare i tuoi Genitori. Sta lieta pel resto e conserva l'unione al divino volere per mezzo della S. obbedienza e sarai felice. Ti benedico nel Signore e mi segno.

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Palermo, 3 ottobre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Le nostre notizie continuano buone, tanto per le

nostre case che sono libere, quanto per la città che tutti dicono libera.

Abbiamo l'angustia di Suor Brigida, la quale continua colla meningite e si teme molto per la di lei vita. Domando l'aiuto della sua preghiera e di tutta la Comunità, perché non succeda un secondo caso, dopo l'evento doloroso di Suor Pudenziana. Pregate.

Mi addolora moltissimo lo stato di salute delle buone figlie Matilde e Martina; mi auguro che il consulto medico desse buoni risultati e ne desidero notizie. Si trova l'acqua della Madonna? ricorriamo alla Mamma nostra perché, ci consoli. Mi congratulo moltissimo della salute della Signora Montata, e mi auguro che mio Compare voglia contentare il Buon Gesù, come le tante volte è stato contentato.

Dipenda da Monsignor Arcivescovo per l'affare della Cappella.

Mi congratulo che Suor Adaucta si è rimessa; sempre così.

Io sto bene, le mie sofferenze mi tolgono dall'attività, ma non intaccano la salute. Suor Celeste al suo solito, Suor Paolina sofferente coll'antico dolore di stomaco, le Suore Perpetua e Epifania continuano pure; nelle grandi famiglie non mancano mai le infermità.

Non mi ha detto niente per le sue gambe ed io ho

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premura di portarvi rimedio. Mi scriva come vanno e se le fasciature giovano o no.

Ho ricevuto la lettera di Suor Serafina e la riscontrerò quanto prima.

La benedico con tutti.

Palermo, 3 ottobre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ho inteso con molto dolore le sue sofferenze e mi

sono molto pentito di averla fatto ripartire appena guarita; ora sento dire che codesti medici mettono molta importanza, per la sua salute, al ritorno in questa aria, che veramente le fece tanto bene, ma che lei è opposta a questo ritorno e piange inconsolabilmente. Figlia mia, è questo il primo caso che a me succede, di sentire che una Suora abbia opposizione di ritornare alla Casa Madre; finora ho osservato il contrario e ne ho saputo capire il motivo, perché si ritorna in quella casa dove si è raggiunto il S. scopo della vocazione, dove si sono ricevuti le primizie dello spirito, dove si è abbracciata per la prima volta la S. Regola, che forma tutta la felicità della nostra vita temporale ed eterna, dove si trova il padre che ha la direzione della nostra coscienza etc. etc. Questo mi fa credere, che io avessi mancato nelle paterne premure, che dovrebbero legare il mio zelo alla sua eterna salute e che lei ne fosse tanto dispiaciuta, da non volervi più ritornare. Ma io non credo però di averla trattata differentemente da tutte le altre, e per conseguenza non so affatto persua-

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dermi di questo suo abborrimento, quando si tratta per bene della sua salute. Stia serena, figlia mia, non è per qualche suo ritorno che io qui la richiamo, ma perché i medici asseriscono che arrivata qui si rimetterà senza bisogno di medicinali, e, appena guarita, lei potrà fare ritorno. Però quello che io desidero, è appunto questo, che lei ritornasse anche con suo piacere, perché il contrario mi dispiacerebbe, tanto da non saperlo esprimere. Io non lascerò di pregare per lei; mi sonoro che lei mi tratterràla Padre. La benedico nel nome del Signore.

Palermo, 3 ottobre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ero a lei solamente che io avevo detto di mandarmi

giornaliere notizie, perché tuttavia non sono sereno dello stato pubblico di cotesta salute, ed oggi non ebbi piacere di vedere suoi caratteri. Io non lascio di informarla della buona salute che si gode in tutte le nostre case, e nella città comunemente si tiene Che non vi sia più niente; io vorrei crederlo pure, ma noia so asserirlo. Suor Brigida continua e le assicuro che comincia la faccenda a disturbarmi non poco; oggi che la visitai, mi disse che avendo scritto a suo padre gli avea annunziato che era stata sofferente con catarro, ciò importa che dovette scrivere nel principio della sua malattia. Ora però la malattia è un'altra; soffre una meningite, la quale sinora dura ostinata ad ogni rimedio, e si sviluppò, giusto il giorno che doveva alzarsi, dopo il catarro sofferto. Io per questo nell’ul-

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tima mia l'avea pregato di partecipare la notizia alla famiglia della stessa, e, non sapendo se l'ha fatto, ritorno a pregarla di renderli avvertiti e di aiutarci con la preghiera, perché dopo il doloroso fatto di Suor Pudenziana, di felice memoria, mi dispiacerebbe al doppio, se succedesse un'altra sventura. Sia tutto come vuole Dio.

Non posso prolungarmi, perché debbo fare altre lettere. Mi auguro che domani riceverò sue nuove. La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 3 ottobre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Quanto è fortunata, figlia mia, a farla da angiolo

consolatore alle buone anime, che si preparano alla gran partenza; io da lontano l'aiuto colla preghiera, perché il Signore le accordi le forze sufficienti di potere sempre continuare colle buone compagne nella consolazione e sollievo degli affitti, e con quella fede che fa vedere Gesù nel Povero sofferente. Oh, quanti obblighi abbiamo al Signore, per averci chiamato a sorte si grande! Come dovrebbe essere pieno il nostro cuore del divino suo amore! Si, amiamolo, figlie mie, che Egli solo è degno di essere amato, e ogni altro amore è nel suo Cuore che dobbiamo versarlo, perché, purificati e santificato, con quello suo si mescoli e si unifichi per consumarci tutti per Lui. Fiat Fiat.

Case nostre libere; così si crede che fosse la nostra città; anzi questa sera mi dissero che il giornale annun-

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ziava: Morti niente, e ciò anche per malattie ordinarie si può credere.

(Suor Brigida continua colla meningite, pregate il Signore perché ci liberi da un secondo dolore, dopo la perdita di Suor Pudenziana).

Tutto il resto dei nostri stanno bene.La mia salute nulla soffre in contrario; le mie

piccole sofferenze non intoccano la mia salute, ma impediscono la mia attività, come il Signore vorrà met-termi in esercizio, finiranno tutte le cose.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, giorno del Patriarca S. Francesco, 4 ottobre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La ringrazio per la lettera inviatami, sebbene io al

momento non posso riscontrare la sua, spero farlo presto.In detta lettera la S. V. non mi dice di avere

partecipato alla famiglia di Suor Brigida, che la stessa è ammalata colla meningite, per conte le ho scritto due volte. La malattia per se stessa è gravissima; però abbiamo il conforto di averla curata con tutta attenzione e dopo il primo congresso, domani se ne terrà un secondo alla 1 e mezza È già puntato.

Ora le compiego due paroline per lo stesso padre; ma la S. V. mi farà la carità di consegnarla, dando qualche notizia di quelle che io le ho comunicato, perché io mi terrò sulle generali.

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Intanto domando l'aiuto della preghiera delle Suore e delle orfane, perché è in questa che io spero, che nei rimedi.

Le accerto buona la salute di tutti (parlo sempre del temuto male) ed anche della città.

La benedico con tutti.

Palermo, 4 ottobre 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Trovami queste cartoline, e non avendo tempo vi

scrivo per non lasciarvi senza notizie di S. Brigida, la quale questa notte ci fece vegliare ed io dovetti amministrare l'estrerna unzione; ma oggi è stata più serena, ricevette il S. Viatico e per questa sera ci ha lasciati un poco più sereni; però il male è terribile e, senza una grazia particolarissima, non avremo nulla a sperare.

Preghiamo adunque e speriamo.Colera niente nelle nostre case; nella città non so

dirvi nulla di certo. Il padre di Suor Brigida è qui; speriamo, che il Signore lo consoli, e consoli tutti. Mi auguro sentire migliori notizie di S. E. e le più belle consolazioni di cotesta casa. Tutti dei nostri buonissimi e vi salutano.

La benedico con tutta la comunità e i poverelli di G. C. e mi segno.

Palermo, 5 ottobre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ricevetti la seconda sua oggi e la ringrazio per

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avere avuto la premura di comunicare ai genitori di Suor Brigida la notizia della sua grave malattia.

Oggi vi fu il secondo congresso, e i medici approvarono tutto quello che si era fatto e ordinarono di insistere nella cura, sebbene tutti convenivano, con nostro positivo dispiacere, essere un male terribile, del quale raramente gli ammalati si liberano, e quando questo caso succede, spesso restano o sordi, o ciechi, muti, o paralizzati, e alle volte riuniscono o in parte o in tutto queste funeste conseguenze. Noi però preghiamo ed abbiamo domandato l'aiuto della preghiera in tutte le case, e nella efficacia della preghiera abbiamo poste tutte le nostre speranze; comunque non si lascia di mettere in opera, con tutta carità ed esattezza, i rimedi ordinati pei medici. Si bisognarono tagliare i capelli per tenere stilla testa perennemente la neve e si amministrarono i rimedi secondo l'orario prescritto dai medici. Siamo tranquilli che non si è mancato di di nulla, e così speriamo, finché il Signore ci farà la grazia che imploriamo caldissimamente.

Sento che il buono Signor Arcangelo Cammarata vuol venire a vederla, ed io vorrei pure che venisse; però, se viene solo, potrò accoglierlo nella mia casuccia, se viene con la famiglia, non avrò come riceverlo, e poi non mi sembrerebbe prudente che venisse tutta la famiglia, mentre ancora succede qualche caso di colera in città, il mutamento dell'aria potrebbe essere nocivo.

L'avverto però che oggi la buona figlia non è stata sempre in pieno uso d'intelligenza: spesso non sente né conosce, perché il male è alle membrane del cer-

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vello ed esercita una specie di compressione, che fa perdere l’ntelligenza. Questa mattina, infatti, io non potei portarle il Divinissimo, come ho fatto negli altri giorni, per farle la S. Comunione e sto ad aspettare il momento per poterla comunicare in forma di viatico.

Le nostre case esenti tutte dal temuto male; Messina continua minorando, nella città continua qualche caso.

Oh! quanto mi consolerebbe S. E. se stesse ferma nei santi proponimenti! io sarei pronto ad accettare qualunque penitenza, che mi volesse imporre il Signore per sentirla tutta piena del Suo amore e di ogni virtù; la preghi in mio nome e nel nome SS. di Gesù e le dica che mi scriva.

Non posso neppure riscontrare la sua prima lettera, perché molto occupato.

Faccia pregare, mentre io, benedicendola nel Nome del Signore e della Mamma SS. con tutta la Comunità e i Poverelli di G. C., mi ripeto.

Palermo, 5 ottobre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Siamo in travaglio ovunque, alla 5 Casa stanno

male diverse, ma maggiormente Suor Epifania e Suor Prisca con male al petto. A Terre Rosse Suor Prassede e S. Carolina. Qui abbiamo la buona Suor Brigida, la quale sembra essere assai grave delle altre; la meningite è un male terribile che veramente si lascia vincere, ma quando questo succede, suol lasciare terribili con-

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seguenze. Oggi si tenne un secondo consulto, fu approvata la cura fatta finora, prescrissero d'insistere negli stessi rimedi e aggiunsero l'uso del jodoformio. Però la speranza, che noi abbiamo, è nella preghiera e per conseguenza imploriamo il vostro aiuto e di quante anime buone potete interessare a pregare.

Aspetto con desiderio le notizie di miglioramento di coteste due buone figlie; ma perché i rimedi usati non giovarono? Il medico curante cosa dice?.

Speriamo che il miglioramento di Suor Matilde continui e cominci ancora quello di Suor Martina, e come prima potranno sostenere il viaggio e le condizioni sanitarie lo permettono, potrebbero fare ritorno, se i medici l'ordineranno.

Qui in città continua qualche caso; le nostre case seno libere e cosi altrove.

Spiacemi che lei non ha saputo trovare un momento per fare eseguire la fasciatura, potrebbe farlo all'alzarsi dal letto; ma io ritengo neanche le fascie sono preparate. Mi auguro però che mi contenterà presto.

Io vo meglio con le gambe, Suor Celeste è al suo solito in mille travagli e la saluta. Tutto il resto stanno bene e le danno un Viva Gesù con tutta la Comunità.

Mi congratulo che la Signora Montana continua meglio; ma non sarò mai contento, finché mio Compare non fa quello che il Signore vuole da lui e dal di lui fratello.

La benedico con tutti.

P. S. Chiese per me la benedizione a Monsignor Vescovo?

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Faccia tutto quello che Monsignore dispone per la Cappella, e non si pigli più dispiaceri.

Palermo, 5 ottobre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ho ricevuto la sua, dietro avere parlato coi padri

delle due aspiranti che andarono per fare l'atto. È molto giusto che le aspiranti prontamente entrassero costì per fare la prima prova e tane qui passare dopo che la S. V. potrà assicurarle per lo spirito della vocazione ed ancora per la buona salute. Per questo è buono che loro si dicesse, ed io, quando domando le fedi, domando quella della vaccinazione e della buona salute, perché se questa manca, formeremo l'infermeria e non la casa delle Suore.

Però, se esse si occultano ed il Signore non fa il miracolo di risanarle, dimorando in cotesta casa, per qualche tempo, si vedranno le buone e le ammalate. Il loro dormitorio, non potendosi separare, è necessità che si facesse in una delle estremità, e quella più vicina a voi mi sembra la più che conviene, e si possono separare dalle orfane per mezzo di una tendina, se la credete necessaria.

Pel mangiare da principio potete fare delle eccezioni, elle la vostra carità desidera, anche per vedere se loro desiderano o no il mangiare che hanno i Poveri e le suore di osservanza.

Ma per venire qui debbono essere abituate al mangiare di comunità.

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Per le magie e le calze si lavora per servirvi, e come sarà sbrigato il lavoro, avrò cura d'avvertirvi per mandare a ritirare il pacco che si farà.

Al R.mo P. Pennicca domando tante scuse, e mi premuro di scrivergli e servirlo quanto prima. Ogni mi è stato impossibile, e così prevedo sino al giorno di S. Stanislao, ma dopo quel giorno lo servirò.

Oggi sotto entrate 13 Aspiranti da Trabia e per conseguenza vi è stato molto traffico.

Questa Superiora colle Suore la ossequiano insieme a tutte le loro compagne di costì. Suor Margherita ieri era meglio e senza febbre le altre due della 5 casa non le ho vedute.

Tolgano i debiti. Ottengano L. 2000 dal Municipio, facciano lavorare i telai dalle aspiranti ed istruire le orfanelle. Per le aspiranti è buono che una Suora di spirito ne avesse sempre la sorveglianza e l'istruisse nel Catechismo e nello spirito della S. osservanza, ma, poi farete scendere qui quelle che rispondono alla vocazione e le altre aspetteranno, finché si formano.

La benedico con tutte le Suore e le orfanelle.Il Padre Parroco deve scendere qui;

nell’affermativa, lo provenga, che ho bisogno di vederlo un momento.

La benedico di nuovo.

Palermo, 5 ottobre 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Iddio abbia nella sua gloria le due anime benedette,

che coll'assistenza caritatevole vostra passarono da que-

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sta vita all'eterno riposo. Io non lascio ogni giorno di pregare per tutti i defunti e particolarmente per quelli, che sotto qualunque rapporto ci appartengono. L'una e l'altra ebbero qui il purgatorio, e, spirate nella pace del Signore, saranno a partecipare di quella sorte, che forma il desiderio di tutta la vita. Oh, se tutte le anime creature pensassero a questa gran sorte, come sarebbe diversa la vita del mondo. L'incomodo di Suor Brigida procede ad onta di ogni rimedio.

Oggi si è temuto un secondo consulto, e le speranze nostre sono più nella preghiera, che ho implorato per tinte le case, che nei rimedi che i medici prescrivono, poiché essi stessi vi sperano poco.

La meningite è un reale terribile che per lo più reca la morte e se alcuno si salva, sono tali e tante le conseguenze che vivono assai male; pure noi preghiamo e speriamo, comunque colla massima esattezza si facessero tutte le prescrizioni dei medici.

Questa grave e dolorosa angustia, unita alle molte faccende, rei ha impedito di riscontrare la seconda lettera del buono Sig. Spina, che ossequio; spero poterlo fare quanto prima.

Del colera le nostre case tutte sono esenti, in città continua qualche caso, Messina minora ma continua. Preghiamo.

La descrizione della morte di cotesta buona figlia di Maria mi ha ricolmato di S. Letizia. Quanto è preziosa la morte dei giusti!

La vecchierella non fu pure da voi seppellita?Son lieto che il Signore conservò in casa la povera

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Orfanella; dell'altro fatto non credo esserne io la cagione, forse sarà vero quanto asseriscono, o sarà per ben altre ragioni.

Oggi le spedii un pacco colla carta intestata, appressa le spedirò le carte di musiva e gli uffici del S. Natale.

Non posso prolungarmi, continuino ad aiutarmi colla preghiera.

La benedico con tutti.

Palermo, 6 ottobre 1887

Padre mio in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Oggi una nuova amarezza è venuta su di me e forse

non potrò cerabrare l'Incruento Sacrificio.Ieri sera dovea recitare le ore, e come la S. V. mi

lasciò, mi ritirai in camera; finite le Lodi mi addormentai, e quando mi svegliai, guardai l'orologio e a vista mia segnava le 11 e 20. Lieto di trovarmi ancora in orario, bevetti un poco d'acqua e cominciai la recita dell'ufficio.

Detta prima, mi andarono gli occhi all'orologio a trovai che segnava le 12 e 5. Posso dire la Messa? Io mi persuado che dovevano essere le 12 precise, quando bevetti, ed il mio sbaglio nacque che le due sfere che segnano le ore erano unite, e l'asse che serve per puntare la sveglia credetti che fosse stato quello dei minuti; avendo bevuto alle 12 precise, posso celebrare la S. Messa?

Metta un si o un no e mi tolga di questa agonia,

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perché io dovetti vegliare tutta la notte e sono come un tizzone bruciato.

Mi benedica e mi creda.

Palermo, 6 ottobre 1887

Rev.da Superiora (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ieri notte Suor Brigida ci fece vegliare e bisognai

amministrare l'Estrema Unzione. Oggi però è stata più serena e domandò il S. Viatico. I medici non ci fanno sperare e perciò speriamo solamente nella preghiera, aiutateci. Questa sera è più serena e speriamo riposare. Al momento qui siamo molto angustiati, e, in tanti affari questo dolore è preoccupante.

Di colera sono esenti tutte le nostre case, per la città non ho notizie certe.

La benedico con tutti e desidero buone nuove delle due Suore ammalate. Mi creda.

P. S. Perché non scrisse oggi?

Palermo, 6 ottobre 1887

Rev. Superiora (S. Cataldo),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.È qui il padre di Suor Brigida, la quale ieri notte ci

fece vegliare e bisognai amministrare l'estrema unzione. Oggi però è stata più serena e lei stessa domandò il. S. Viatico. Il male è terribile, e poco speriamo nei rimedi dell'arte medica, però insistiamo e speriamo nella preghiera e per questo imploriamo aiuto.

Colera niente nelle nostre case; nella città non so dir nulla.

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Ho ricevuto tutte le sue lettere e la ringrazio; spero riscontrarle appresso; al momento si persuade che siamo molto angustiati e il tempo manca.

La benedico con tutti nel nome del Signore e mi segno.

Palermo, 6 ottobre 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Lei soffre senza notizie ed io mi sforzo per non

privarnela. Suor Brigida ieri notte ci fece vegliare e si bisognò amministrare l'Estrema Unzione; oggi però è stata più tranquilla e domandò essa stessa il S. Viatico. Il male che la travaglia è terribile e i medici ci danno poca speranza e per questo tutta la nostra speme è nella preghiera; aiutateci per carità.

Le nostre case libere assolutamente del temuto. male; in città non so dirle notizie certe.

Mi auguro ricevere buone nuove di voi, come di tutti questi nostri l'assicuro, e benedicendola con tutti mi segno.

Palermo, 7 ottobre 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.L'Angelica Suora Maria Brigida oggi alle 15, al

primo tocco delle campane che ricordano la morte del Nostro SS. Redentore, spirava l'anima sua nella pace del Signore. Volò quell'anima benedetta all'eterno amplesso di Dio, che amò tanto e servì sulla terra, vedendolo nei Suoi Poverelli e per quanto grande è la de-

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solazione dei nostri cuori nella perdita di un soggetto modello di tante virtù, altrettanto grande è la sicurezza che sentiamo che trovasi nel gaudio eterno, a pregare per noi che tuttavia ci troviamo nel pericoloso viaggio. Pregate requie per quell'anima benedetta, e seguitela belle sante virtù. Nessuna novità ho da darvi per le nostre case, grazie al Signore continuano le buone notizie che vi ho dato nei giorni passati, e nella città, mi dicono che oggi non vi è stato niente, e Domenica si canterà il Te Deum. Messina pure migliora assai, perché i medici che partirono da qui sono già ritornati. Sia Dio benedetto!

Dal Signor Arcangelo Cammarata, che, con tanta edificazione nostra, ha saputo offrire al Signore la perdita della figlia benedetta, ho inteso che cestì il colera ha tolto circa 200 individui. Lodiamo il Signore che ci ha custodito.

Non mi prolungo per fare riposare un poco il buono Sig. Arcangelo, mentre io sono obbligato a recitare l'ufficio e nemmeno posso scrivere alle altre case.

La benedico con tutte le Suore e i Poverelli.

P. S. Riceverà dal porgitore le spugne e i pettini.

Palermo, 8 ottobre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.È dolorosa la notizia che io debbo darle, ma pure è

piena di celesti consolazioni. La buona Suor Brigida, per la quale abbiamo pregato tanto, ottenne

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la grazia di volare al cielo, piena di meriti per le sue rassegnate sofferenze. Venerdì, al tocco della prima campana che ricordava la morte del nostro Santissimo Redentore, volava al cielo quell'anima benedetta per riunirsi eternamente al suo Divino Amante, per cui solamente aveva sospirato sulla terra. La Comunità è tutta desolata per sì gran perdita, mancandole, inaspettatamente, un sì bel tipo di virtù e di osservanza, che molto prometteva pel suo buono esempio, e pel suo verginale candore, ma pure porta la sicurezza di avere un altro soggetto al cospetto di Dio, che può tanto bene patrocinare la causa della nostra Istituzione, tanto da lei amata, e dei Poverelli.

Procuriamo d'imitarla nelle sante virtù e non lasciamo intanto di pregare requie per la di lei anima.

Tutti bene. Domani si canterà il Te Deum per disposizione di S. Em.a Mons. Arcivescovo.

Non posso prolungarmi.La benedico con tutti.

Palermo, 9 ottobre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ieri sera non arrivai a scriverti per comunicarti

notizia della buona Suor Brigida. Venerdì alle ore 15, e precisamante al primo suono delle campane, che ricordano la morte del nostro Santissimo Redentore, quell'anima avventarosa, volò al cospetto di Dio, lasciando questa Comunità, per quanto addolorata della sua perdita, altrettanto sicura del suo eterno riposo, nelle

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amorose braccia del suo Divino Amante. Essa per quanto sappiamo l'amò teneramente sin dalla sua infanzia, e fu sempre sua a costo anche di pene e sofferenze acerbissime.

Lasciò un grato profumo delle sue virtù, in questa ed alla 5 casa, dove con amore immenso lavorò nel servizio dei Poverelli. Imitiamola nelle virtù, e non lasciamo, per come è nostro dovere, di pregare requie per l'anima sua benedetta. Non parliamo più di colera, perché oggi, per ordine dell'Eminentissimo nostro, si è cantato il Te Deum in ringraziamento, e per conseguenza, ceduto questo panico, scriveremo secondo il bisogno e non più giornalmente.

Mi consolai nel sentire migliorate le Suore Matilde e Martina. Spiacenti che non fu dai medici osservata bene la Suora Serafina, e che, poverina, sia costretta a continuare la colletta, e molto più perché non ho braccia da poter mandare. In atto siamo molto ristretti ed angustiati pel personale della nostra Comunità e bisogna che il Signore venga in nostro aiuto, colle vere vocazioni. Speriamo che la virtù di cotesta Suora sia tale, da equivalere alla più esatta cura, e lavorando con vera fede, per alimentare il bambino Gesù, potesse ad un tempo ottenere la desiderata guarigione.

Per la Signora Montana la prego farle sapere di tenere la nutrice, finché si sentirà le forze di allattare sola la bambina, ma non conviene che si astenga del tutto.

Suor Celeste è al coro, è stata molto amareggiata per la perdita avuta, e quanto prima avrà un gran trava-

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glio, perché queste Suore andranno ad unirsi a quelle di Terre Rosse, dovendo in questa casa stabilire i Padri della Missione.

Preghi il Signore che tutto sia per la sua gloria ed in compimento della Sua adorabile volontà. Le Suore ammalate continuano, ma sin'ora non vi è cosa di grave, sebbene per talune i medici non lasciano speranza di guarigione.

Sono otto anni e ne contiamo dodici nella casa centrale, dove speriamo riunirci tutti colla grazia del Signore.

La benedico con tutte le Suore e le orfanelle e mi segno.

Palermo, 11 ottobre 1887

Rev.da Superiora (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non ho potuto scrivere per gli affari che mi

circondano.Salute mia e di tutti, grazie al Signore, bene.Spero domani trovare un tantino di tempo per

riscontrare le lettere, che ho portato meco inutilmente sinora.

Desidero sentire buone nuove di coteste Suore ammalate e delle due orfanelle.

Non tralasci di scrivermi, ad onta del mio involontario silenzio.

Suor Celeste bene, al suo solito, le ammalate con-tinuano senza novità.

La benedico con tutti.

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Palermo, 11 ottobre 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Per non tenerla angustiata, le dico che tanto io che i

nostri tutti godiamo buona salute.Gli affari non mi hanno lasciato un momento per

riscontrare le lettere, che ho portato addosso per tre giorni inutilmente. Spero potervi arrivare domani.

Non trascuri intanto di scrivermi che io poi spero di fare compenso.

La benedico cura tutti e misegno.

Palermo, 11 ottobre 1887

Rev.da Superiora (S Cataldo).

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non avendo avuto tempo per riscontrare le sue

scrivo questa cartolina, per assicurarla della mia salute e di tutti, comunque addolorati per la perdita avuta della buona S. Brigida.

La prego mandare qualche imbasciata ai buoni genitori della stessa ed informarmi della loro salute.

Mi auguro sentire buone nuove della sua salute e di tutti di cotesta casa, come di noi tutti l'accerto, meno le solite ammalate che continuano senza novità.

La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 11 ottobre 1881

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Scrivo per non tenervi in pensiero, assicurandovi

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della buona salute mia e di tutti, eccetto le suore che sapete ammalate le quali continuano senza novità.

Gli affari non mi hanno lasciato un momento libero per potervi scrivere, comunque ne avessi avute e ne ho tutt'ora un gran desiderio, portando sempre riseco le lettere che non ho riscontrato.

Mi auguro che potessi sapere buone nuove da voi e delle cose tutte di costì. Domani se non potrò, altrimenti andrò sopra per scrivervi, speriamo però che mi riuscisse di farlo.

La benedico coli tutte le suore i Poverelli e mi segno.

Palermo, 14, ottobre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Telefonai a Terre Rosse e ora mandano la cassa e,

se questa buona donna se la porterà, l'avrà costì. Per le cose di costì non so quale mezzo debbo usare. La suscettibilità degli ottimi soggetti, che pigliano interesse per cotesta casa è tale, che non trovo mezzo di ottenere lo scopo, evitando di recargli dispiacere. Il mezzo più opportuno lo trovo nella sua ubbidienza, e V. S. ad ogni cosa nuova domanderà il tempo per informarne il Superiore pria di accingersi all'opera. E come fece ora per l'aspirante maestra di telai, farà sempre se loro lo comportano; a poco a poco si educheranno a farvi osservare la regola, se no passerete alla regola del Boccone del Povero di Monreale.

Oltre a ciò, come arriverò a riscontrare la lettera del P. Pennicca, gli dirò qualche parola e vedremo

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cosa succederà. Intanto che le cose vanno così, speriamo che il Signore ci aiuti per mettere le cose in regola.

Per l'aspirante non mi dice né l'età né la salute né parla di buoni costumi, pure se il P. Parroco crede che avesse tutti i requisiti anche quella di conoscere bene i telai e che il padre non sarà negativo ad aiutarla con tutte le agevolazioni possibili, se, fatta la prova risponderà allo spirito della vocazione si provvederà.

Ha fatto bene a comperare il frumento e farà il pane in casa; badino però a comprare il frumento che si chiama gigante, e che sia di buona qualità, e se vogliono fare maggiore economia, compreranno due parti di gigante e una parte di Timilia o Tumminia e con queste proporzioni, la mescoleranno e verrà pane buonissimo. Lodiamo Iddio per l'aneddoto del Sig. Celestre. Penserà la Provvidenza.

Se viene la famiglia Ingraiti, farete come io aveva detto per la famiglia del Sig. Francesco Soldano. Regali pure le ramette al Sig. Celestre, serviranno al culto del Signore e l'offerta del povero è più accetta da Dio.

Scenda pure Suor Marianna, se avete tale urgenza, glia non spendete sei lire per comprare 10 lire di roba, perché questo non entra nella convenienza di cotesti affari.

Suona mezzogiorno, io ancora non ho celebrato la S. Messa ed ho un cerchio di persone per affari. Sia Dio benedetto!

La benedico con tutti e mi segno.

P. S. Le rimetto la vita di S. Vincenzo, che mi farà

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la carità di consegnare con infiniti ringraziamenti al Rev.mo Canonico Parroco Carlotta.

Riceverà pure la cassa.

Palermo, 16 ottobre 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Lodo il novenario e la festa fatta pel nostro

Patriarca S. Francesco e son lieto che nutrite il desiderio d'imitarne le S. Virtù. Le Suore ammalate continuano; il Signore con questi mezzi ci chiama; rispondiamo al suo amore colla S. osservanza, vivendo di fede nella volontà Sua adorabilissima. Qui vi sono state delle grandi pioggia, si avverte il freddo, ma non abbiamo avuto il temporale che voi mi descrivete. Sia tutto come vuole Iddio!

Io non lascio di curarmi, ma tuttavia son costretto a guardare la casa; se non avessi voluto rispettare gli ordini del medico, sarei con voi. Non stia in pensiero, quando non riceve mie lettere, io di questo l'ho avvertito più volte; non vi è più il timore dei giorni passati ed ho tanto bisogno di accudire agli affari, che sempre mi schiacciano. Se cosa vi fosse da doverle notificare, scriverei o farei scrivere, come spero che farà sempre lei, per non tenerci scambievolmente in pensiero. Dica al Sindaco che in tutto quello che potremo servirlo, con sacrificio nostro, saremo sempre pronti a servirlo, e per conseguenza, supplendo dalla casa, non metteremo in retta il giorno di entrata e di uscita degli ammalati, inviati del Municipio; ma per giustizia delle

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cose si fa lecito fargli osservare, che spesso gli ammalati vengono di buon'ora, ed escono dopo il pranzo, e se gli piace potete con maggiore esattezza notare nel conto l'ora dell'entrata e dell'uscita, proporzionando la loro retta al soccorso che loro si è dato, e così vedrete, se si contenta.

Per la giovanetta dirà al Dottore che non possono dire una menzogna, che saranno sempre pronti a far tutto poi poveri avendone i mezzi, ma che noi possono affatto mentire. Come va la ragazza operata al gengive? Resto inteso che ricevette il pacco delle carte e dei registri. La mia meraviglia non era, perché voi seppelliste la ragazza, ma volea sapere, se non seppellite anche voi i poverelli. Sono lieto che l'orfanella è rimasta.

Dirò alla Superiora Celeste ed a quanti altri potranno riuscire nell'impegno, che la S. V. vuole il seme della zucca rossa e del pelle giallo ed altre cose che potranno venire nel suo orto. Spero che Suor Colomba finisca presto la copia della carta di Musica e manderò tutto assieme.

Abbiamo qui 6 aspiranti e ne aspetto 2 o 3 da Borgetto, 2 da S. Nicola, 10 da Trabia, 4 da Girgenti, 1 da baro, 2 da Nicosia; da Catania vi sarebbero molte, ma è interessante che le Suore capissero lo spirito della S. osservanza e l'osservassero con fedeltà, altrimenti le nuove si modellano sulle antiche, e saremo sempre allo stesso posto. In questi giorni queste Suore si uniranno a quelle di Terre Rosse, e qui si aprirà la casa dei Missionari. Farò sapere a P. Gambino quanto la S. V. mi scrive.

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Abbiamo un'altra anima che intercede per noi in Paradiso, è questa sola la consolazione che mi resta per la perdita della buona suora Brigida.

Questo suo soffrire mi addolora, perché misembra che non si dà cura; se mi contentasse in questo, sarei più sereno; sebbene sono sicuro che il Signore la guarirà. Anche in S. Giuseppe abbiamo perduto 5 o 6 vettura ed ultimamente una bella giumenta. Speriamo che il Signore la provveda per poterne comprare un'altra. Le compiego una lettera pei Sigg. Previtera e Stupia, dopo averla letto la chiuderà e la farà capitare all'indirizzo.

Non si curi delle pretese locazioni, nel caso che volessero fare questo, lo faccia sapere al Sig. Letteti e D'Attico. La mia venuta dipende dalla cessazione di questi piccoli incomodi, che noia mi permettono di mettermi in viaggio; come prima potrò, verrò. Ora questa lettera vale per ritolte cartoline. L'avverto che la posta con un francobollo di 20 centesimi non permette che 15 grammi di peso in una lettera, e se per poco arriva a 16 fanno pagare 40 centesimi di multa; e l'ho pagato due volte. Preghiamo il Signore, perché potessimo convertire tutti a lui, così finiranno le miserie, le malattie, e le sventure e godremo tutti la pace del Signore. La preghiera mia è sempre per voi.

Speriamo che il Signore vi consoli presto. Il Sindaco è Sindaco o no? La benedico per l’elemosina che far ai poverelli che vengono, così il Signore l'abbonderà.

Se si fosse aggiustata con carità la faccenda del velo, forse non vi sarebbe tanto disturbo per S. N.

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Speriamo che potesse venire presto il Missionario; in ogni modo chiami il Confessore. Non ho più carta; scriverò appresso. Noi tutti bene.

La benedico con tutti.

Palermo, 19 ottobre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Come prima potrai, insieme a Suor Santa ti

recherai alle Terre Rosse, senza dir nulla ed ivi troverai un'altra compagna pel ritorno, ch'è Suor Provvidenza Calderano. Ti benedico con tutte le Suore e le recluse. Preghino per lire.

Palermo, 22 ottobre 1887

Figlia mia in G. C., (San Cataldo),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Sono stato in Monreale e per questo non ho potuto

riscontrare le sue; spero farlo, presto.Riceva pure il poverello; ma faccia a tutti osservare

che questa è una grande eccezione, per la incostanza che questo povero non ha la testa a posto.

La saltate di tutti, grazie a Dio, bene al solito.Trovasi qui Suor Germana per accompagnare Suor

Elena e Suor Mansueta. Partirà lunedì con altra compagna, perché queste debbono curarsi.

La benedice con tutti.Mi congratulo che coteste ammalate migliorano, e

spero sentirle del tutto rimesse.La benedico di nuovo.

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Palermo, 26 ottobre 1887

Em.mo Card. Carlo Marziale Lavigerie, (Arcivescovo di Cartagine)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La nuova della sua visita alla Quinta Casa mi

pervenne in S. Cataldo, insieme a quella della sua partenza. Avendomi privato il Signore della gran sorte di fare la sua conoscenza e di potere ricevere una sua benedizione, prostrato al bacio della sacra porpora; avrei voluta raggiungerla al più presto con una mia lettera, da esternarle la mia grande emozione per un avvenimento così importante. Però trovandomi lontano dalla mia guida, sofferente pel mio cronico incomodo e occupatissimo per la visita delle case fondate e da fondarsi, volli aspettare il mio ritorno in Palermo, ove, per le fatiche del colera, è ora che trovo un momento di adempiere a questo dovere.

Ho creduto sempre di dovere nascondere nel mio povero cuore e di comprimere sempre dentro di esso il desiderio ardente della missione, come una tentazione di raffinata superbia. La mia inutilità, il piccolo numero dei Sacerdoti e dei Frati riuniti da pochissimo tempo, che tuttavia abbiamo bisogno di formarci nello spirito, e soprattutto il non essere stati riconosciuti finora dalla S. Sede, mi ha fatto tenere non essere ancora noverati fra le anime generose elette alla gran sorte di combattere nella battaglia del Signore, e, temendo più di distruggere che di edificare, ho gemuto e pregato.

L'alta degnazione però dell'Eminenza Vostra Re-

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verendissima di venire sino alla nostra misera inutilità per invitarci a sì grande Impresa, se non mi ha animato del tutto ad intraprenderla, pure mi ha fatto credere che il Signore ha voluto guardare la nostra miseria per disporci all'altissima impresa, e mi ha fatto sperare che sarà breve il periodo della nostra infanzia, e confortati presto dalla voce della S. Ubbidienza, sebbene non coverti di corazza e di scado, né destri al maneggio delle amni, potremo colla fonda alle mani avventurarci nelle imprese del Signore.

Ora che il Signore mi ha data grazia di scriverle. mi metto tutto nelle mani sue, mi faccia la carità di manifestarmi i suoi comandi ed io rassegnerò opportunamente la nostra posizione, perché l'Eminenza Vostra, coi lumi di Dio, mi sappia dire ciò che il Signore vuole da questa nascente istituzione e agli ordini suoi, come a quelli di Dio, ci metteremo all'impresa.

Prostrato al bacio della Sacra Porpora imploro su di me e su tutta questa povera Comunità una speciale Benedizione e con profondo rispetto mi segno.

Palermo, 30 ottobre 1887

Rev. Superiora (Girgenti),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Si contenterà certamente che io l'assicuri del

benessere di tutti, non potendole scrivere a lungo.La presenza del Padre Boscarini supplirà alle mie

lettere e metterà nella tranquillità la S. V. e tutta la Comunità.

Come prima potrò, scapperò per Valguarnera e poi

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dovrò essere necessariamente in questa, pria di venire costì. Gli affari sono molti e quelli dei poveri incontrano tante difficoltà da non finirli mai; sia tutto come vuole Iddio. Preghino sempre che il Signore illumini i ricchi per aiutarsi, soccorrendo i poveri, perché la mancanza della carità mi fa gemere per le loro anime.

Suor Celeste bene al solito, bisogna sempre portare la croce, risa si tira avanti. Lei come sta?

La benedico con tutti.

Ricevette le calze elastiche? come va? Ricevette la cassa?

Palermo, 30 ottobre 1887

Rev.da Superiora (San Cataldo),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Il mio silenzio l'avrà tenuto in pensiero; ma le

assicuro che non abbiamo cosa in contrario, si tira avanti come vuole il Signore, senza gravi angustie per la salute. Gli affari non mi lasciano tempo e invece delle mie lettere verrà costì il P. Boscarini; speriamo che possa consolare tutte le anime e lasciarla serena; lo informi di tutto.

Io dopo l'ottava dei Morti spero recartisi in Valguarnera, risa non potrò fermarmi costì per questi affari, che si aumentano sempre.

La benedico con tutti di cotesta comunità, elce raccomando sempre al suo zelo caritatevole.

La benedico con tutti.

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Palermo, 7 novembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Se piace al Signore, profittando del Pulman,

mercoledì colla corea del Diretto, che parte da questa alle 6 e 40. a. in partirò per Valguarnera.

Se i medici credono opportuna l'aria di Caropepe per le due Suore ammalate, e le dette Suore sono nello stato di poter viaggiare, dovrebbero incontrarsi a S. Caterina Xirbi, partendo da costì colla corsa delle 6.40.

Se dovrò differire la mia partenza, avviserò con telegramma.

Per accompagnare le dette Suore o sino al mio incontro o a Valguarnera, disponga lei, come crede opportuno. Se non possono viaggiare, non trovandole, tirerò avanti. Tutti buoni. La benedico con tutti e specialmente le ammalate.

Terre Rosse, 10 novembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Qui dal giorno 28 Ott. si è goduta buona salute e si

gode tuttavia.Alla 5 Casa il giorno 24 detto mese si attaccarono 3

vecchie 4 o 5 Orfanelli. Immediatamente 40 Vecchi e gli Orfanelli furono trasportati alla Casteldaccia, e i 9 attaccati alla 6 Casa. Alla 5 Casa non vi fu più nulla, tranne del caso del Superiore, che già si è rimesso in salute. Però dalla Casteldaccia altri Vecchi sino a com-

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pire il n. di 22 sono stati alla 6 Casa, dei quali un numero sono morti e taluni sono ritornati guariti.

Ancora il colera è in Palermo: ma speriamo che non pensi di tornare fra noi.

S. Marco sempre buono. Monreale del pari; i casi successi in quella città si limitarono ai tre soli e non andarono avanti. Delle nostre Suore, Suor Provvidenza e Suor Michela furono vittime; pregate requie per le anime loro benedette. Di queste Orfanelle dite sole morirono.

Accordi pure alla Macaluso di affidare dalla Signora Cacciatore, purché sappia che non può più ritornare. Forse pria della presente sarà arrivato, fra voi il Rev.mo P. Boscarini; il Vescovo sarà stato soddisfatto in tutto duello che desidera. Fate le mie congratulazioni à Monsignore per la temporalità avuta. speriamo che il Signore lo illumini a scovrire tutto e a mettere in regola detta amministrazione. Speriamo che la presenza del Missionario serva a consolidare lo spirito della S. Osservanza in tutte le Suore, ma per talune io ritengo che bisogna venire ad altre misure .... Gesù mio, misericordia! Sono angustiato. perché non so se il Sig. Ingraita ha fatto la spedizione delle commissioni da molto tempo eseguite dal carissimo mio Compare Montana; se mai non l'ha ancora ricevuta, mi faccia il piacere lei stessa di scrivergli dite parole per sollecitarlo. Non si meravigli che io la incarichi di tanto. In atto P. Gambino è immobilizzato alla 5 Casa, perché tuttavia ivi si aggirano i Signori Sanitari, e per conseguenza non si possono lasciare un momento soli. Il Fratello

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Superiore è tuttavia convalescente e non lo facciamo muovere dalla nostra casetta di S. Marco. P. Filippello non può uscire dalla Castellaccia, dove è chiuso con altri 6 Frati, gli Orfani e il resto dei Vecchierelli. Io sono qui a Terre Rosse ed impegnato a tutta l'agibilità esterna del Municipio ed altre, per provvedere al necessario in tanta miseria e calamità. P. Datino mi ha fatto la carità di dormire nel nostro quartino in S. Marco per tutti i bisogni possibili. Il Can. Pennino ed ora il Can. Mammana hanno detto la Messa e per conseguenza si passa da una cosa all'afra, senza sapere cosa si fa. Salute di tutti buona, come mi auguro sentire di Lei e di tutta codesta città, particolarmente Famiglia Montana, Messina e tutti dei nostri benefattori: Come stanno in casa Carratello? Vorrei notizie dettagliate. Ossequio carissimamente il Rev.mo nostro Padre Boscarini e desidero vedervi suoi caratteri. Iddio abbia ricevuto nella Sua Gloria i parenti della Suor Cecilia, e santifichi questa figlia e la faccia tutta Sua.

Dica a Suor Matilde che ami veramente Gesù è che s'informi veramente allo spirito della S. Regola. Se non penserà ad amarlo veramente in terra non potrà amarlo nel Cielo, e questa sarebbe una gravissima sventura.

Faccia bene l'esame particolare e s'impegni a strappare le radici del vizio che si annida nel suo cuore. Figlia mia, lei dice sempre mediocre, perché non buona?

La benedico con tutte le Suore e i Poverelli di G. C.Preghino per me.

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Valguarnera, 11 novembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non ho potuto scrivere prima d'ora, perché non lo

avuto alcuna possibilità. Al momento che scrivo ho tre Canonici ed un chierico che mi parlano. Arrivato a S. Caterina Xirbi, ero sicuro di trovare Suor Matilde e Suor Martina accompagnata o da Lei o da Suor Rosaria. Mi restai deluso ed ho desiderio di sapere, per quale motivo non vennero. Se i Medici lo sconsigliarono va bene, se non erano in possibilità, mi addolora, se fu un disappunto qualunque, vorrei che si riparasse, mentre io sono qui, perché, se non sarà loro giovevole, al mio ritorno le condurrei a Palermo. Io qui starò sino al giorno 18; in detto giorno farò ritorno, perché il 21 deve inaugurarsi la Casa dei Missionari.

La S. V. se risolve di mandarle o di condurle mi avvisi per telegrafo, che farò trovare la carrozza alla stazione, però mi deve dire il numero di quelle che vengono, se no, mi scriva per levarmi di sollecitudine.

La benedico con tutti e le rapporto i saluti di questa Superiora e Comunità tutta.

Valguarnera, 11 novembre 1887

Rev.mo P. Salvatore (Boscarini),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Vi sarete lagnato del mio silenzio, ma la S. V. avrà

interpretato la ragione e mi avrà scusato presso tutti.

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Io ebbi felice viaggio; non può esser meglio in Pulman e qui sono stato bene con tutti dei nostri. L'affare, pel quale son venuto, finora è tale, quale io lo contemplava da lontano. Il Sig. Litteri non vuol sentire nulla. Il Sig. Eugenio non può pagare oltre 10000 lire, e la faccenda è molto imbrogliata. Pure io ho detto che la casa sconterà il debito, mettendo alla Superiora l'obbligo di raccogliere una cifra proporzionata, o un terzo, o un quarto o un decimo della colletta e al fine dell'anno si verserà o nelle mani dei creditori, o alla Cassa di risparmio, purché i poveri lavoratiti fossero pagati, ma ancora non si viene a nulla di concreto. Sono sicuro che, se il Sig. Litteri s'inducesse a fare qualche cosa, la farebbe d'amico, ma senza di questo non avremo che fare.

Suo Sig. Padre insieme al suo carissimo fratello Ciccio, il cognato, e un di lui figlio vennero questa mattina a visitarmi, ed io preparo la presente che il buono fratello suo avrà cura di recare alla S. V. e lei farà la gentilezza di fargli girare coteste case.

Papà fece il progetto di fare riunire i primati del paese, per ottenere a rate il mutuo da pagare gli appaltatori del salone, ma questo potrò farlo quando si escluderanno i Signori impegnati in detto affare.

L'indomani del mio arrivo, cioè ieri, mi recai a visitare il Sindaco in sua casa, ma era uscito, e dopo poche ore egli venne gentilmente a trovarmi; fummo soli per quasi due ore, ed in affetto di vera amicizia, ma queste notizie le darò al mio ritorno.

Preghi intanto e faccia pregare, per ottenere il

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risultato che si desidera e scriva a quanti può scrivere per impegnare tutti ad aiutarmi.

Mi benedica con tutti, come io la benedico con tutti. Non posso più scrivere, perché già l'ora è suonata.

Palermo, 22 novembre 1887

Rev.ma Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Le presento la buona giovane Maddalena Russo da

Borgetto, la quale reca anche le fedi della sorella Maria Giuseppa, che al momento non Può venire per lo zio Sacerdote che trovasi incomodato. La stessa porta il corredo e l'atto di assegno fatto dalla madre, che verrà a consegnarla, però con sicurezza si avrà ogni anno quel tanto, che si ricaverà dalla proprietà che le spetta, quando i parenti non potranno supplire il resto.

Quando verrà la sorella, potrà pure riceverla colle stesse condizioni.

La benedico con la Superiora Celeste e tutta la Comunità e le Orfanelle.

Palermo, 25 Nov. 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Feci il telegramma per non tenerla in pensiero, ma

del mio silenzio non deve angustiarsi in questo momento di tanti travagli e di tante novità.

Questo silenzio lo compenserò appresso, come ci

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rassetteremo in questa casa dei PP. Missionari che Dio ha benedetto.

Per ora le assicuro la buona salute di tutti, e che siamo nell’impegno di procurare un Predicatore pel novenario dell'Immacolata. non potendo spedire al momento nessuno dei nostri.

La benedico con tutti, attenda mia lettera più estesa.

S. Marco 27 Nov. 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La porgitrice Rosalia Marsiglia figlia del fu

Girolamo, e di Antonina Marsiglia di anni 33 da Palermo, Maestra di telai sebbene per motivi di salute non può più lavorarvi, ma solamente li dirige, cucitrice a macchina, abile per tagliare e cucire. stirare, lavorare, ecc. desidera farsi Suora. Ha un mezzo corredo e forse più e desidera essere accettata.

Dubitando per la salute ho pregato il nostro Dottore di osservarla, e la puntò per Terre Rosse. La mando a lei per sentirla insieme alla Superiore Celeste e formarsi il concetto, facendola pure osservare dal Medico

La benedico con tutti.

Palermo, 30 novembre 1887

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Due parole per non lasciarla in angustia. Grazie al

Signore si gode ottima saltate da tutti, meno le piccole sofferenze che si portano per amore di Dio.

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Si fece tatto quello che era possibile per capitare un predicatore per la novena di costì, ma fa impossibile ogni tentativo. Sino al giorno che le spedì per telegrafo la risposta pagata, io sperava avere qualche buono risultato, ma quando ogni speranza fu finita telegrafai d'invitare il Rev.mo P. Torregrossa, per suggerimento del P. Boscarini.

Non curi il mio silenzio, né lo apprenda con angustia, nemmeno ho avuto il destro di consegnare quanto la S. V. m'incaricò, tanto le occasioni attuali mi tengono occupato da mane a sera. Sistemandomi, sarò più esatto a scrivere a tutti.

Ossequio tutti cotesti benefattori.La benedico con tutte le Suore e i poverelli di G. C.

e mi segno.

Palermo, 30 Novembre 1887

Figlia mia in G. C. (Monreale),

Sia Gesù amato da tutti i cuori!Riscontro la sua mandata colla porgitrice per dirle

che io avrei servito pria d'ora l'ottimo P. Pennicca, ma non ho potuto, perché l'Eminentissimo ha dato molto lavoro d'urgenza alla stamperia, essendo prossima la sua partenza per Roma.

Come finiranno questi lavori d'urgenza, la servirò per come di presenza promisi. Ricevetti un'altra sua colle tre aspiranti, delle quali una deve innestarsi il vaiolo, e, come saranno pronte cogli atti e le fedi, entreranno. Mi consolo che fate il pane in casa; speriamo che duri ed io possa venire a gustarlo.

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Duolmi moltissimo la faccenda dello spirito e mi raccomando a Dio ed alla sua carità e a tutte le buone figlie mie.

La mostra dei lavori per mancanza di locale si è trasportata a giorno di S. Giuseppe. Come fare con Suor Cecilia per gli occhi? mi progetti come fare, e se sarà possibile lo faremo; intanto se le sembra impossibile lo stare della stessa in dispensa, o la cambia d'ufficio o passa la dispensa in altra stanzetta migliore.

Vedendo suo fratello la servirò; tutti buoni al solito in queste nostre case e ovunque, ma ciò vuol dire che in atto non abbiamo mali interessanti.

La benedico con tutti. Ossequio il P. Parroco ed il P. Pennicca.

Palermo, 4 Dicembre 1887

Rev.da Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Presento Lucia Guzzardo del fu Matteo e di Maria

Gianfilippo di anni 42 da Caccamo, la stessa mandò le fedi e dovrebbe averle la Superiora Celeste, porta il letto ed il corredo a 6, e, alla morte della madre, avrà una casa che le darà un tanto annuo, oltre che si spera di aver fatto il contratto di assegno o della madre o del fratello.

La S. V. adunque potrà riceverla.La benedico con tutti.

P. S. Il P. Nunzio Russo che la presenta è fratello delle due Suore Perpetua ed Epifania e son pure la madre e le sorelle.

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Palermo, 6 Dicembre 1887

Figlia mia, in G. C. (Monreale),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.È ottima cosa che la dispensa si tolga da quel

locale tanto malsano, che Suor Cecilia attenda alla scuola di lavoro sotto la sua sorveglianza, non trovo difficoltà, né anco per l'uscita di S. Letizia con Suor Fr. per la colletta. Venga pure Suor Cecilia con Suor Maria per le colli missioni; così potremo farla visitare dal medico, ma per far questo è necessario che si stabilisca il puntamento col medico, pria che la stessa venisse, altrimenti potrebbe darsi che andrà a vuoto il suo viaggio. In quanto poi a provvedere a cotesta casa delle Suore, che lei desidera, non manca il mio pensiero, ma aspetteremo l'opportunità, e sarà tutto fatto.

Suor Margherita è meglio, ma non è guarita; farò domandare al medico, e, dice di sì, la farò ritornare. Per le pagelle di P. Pennicca spero servirlo al più presto. Mi congratulo dell'entrata della buona figlia a 15 anni; per ora bisogna applicare tutta l'attenzione a mettere in su l'arte di tessere, perché la casa non ha mezzi d'istruire le ragazze sopra altri lavori; se vi venissero ordinati, potrebbero farsi eseguire in questa, finché manca costì la maestra che può guidarle. Il desiderio che la S. V. ha di una sorella che possa fare da maestra di musica e di canto, l'ho ancora io e speriamo poterlo raggiungere presto; ma intanto è necessario che la S. V. mandi al più presto il melodium, perché il maestro lo vuole, e poi quando avremo la

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Suora, che suona, lo ritorneremo; con questa occasione il maestro lo farà accomodare, altrimenti si perderà del tutto ed il povero maestro ha ragione di farne positive lagnanze.

Ho indirizzato il canonico per capitare la reliquia che lei desidera; speriamo che la trovi; lei intanto scriva spesso per questo affare.

Dirò a frate Giacomo pei piatti di rame.La benedico con tutti e n ii segno.

Palermo, 6 Dicembre 1887

Rev.da Superiora

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La porgitrice Francesca Carbonaro mi dice che

tempo addietro si era presentata per essere accettata come aspirante e non potè ottenerlo, perché mancante di mezzi. Ora desidero sapere, se in tutto il resto opinate, che fosse capace, perché pei mezzi vedremo.

Palermo, 7 Dicembre 1887

Rev. Superiora

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La porgitrice è madre di Maria Concetta Aiello del

fu Gaetano, Monsignor Cirino desidera che la stessa potesse visitare estraordinariamente la figlia, essendo il giorno suo onomastico.

La madre porterà seco uno dei fratelli, essendo visita estraordinaria potremo contentarla.

La benedico con tutti.

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Palermo, 7 Dicembre 1887

Figlio mio in G. C. (il Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Con piacere lessi la sua, sia per le buone nuove

della S. osservanza sia ancora per le consolanti notizie sulla salute di tutta la comunità.

Nella Messa di domani pregherò per l'anima del buon vecchio Vaccaro, ch'è volato all'eterno riposo. Questa notizia rilevata dal certificato della dichiarazione, fatta in cancelleria dell'avvenuta morte, m'impegnerà a non dimenticare, se il Signore mi aiuta, a fare le pratiche pel cimitero.

Più della morte è anche angustievole la notizia dei debito, ma essendo questo un male che può avere rimedio e da temersi inetto. Io, se mal non capisco, credo che fu effettuata la cambiale della banca di Corleone e forse è da me firmata; mi avvisi se questo è vero e procuri il modo di pagarla puntualmente, perché pagandola puntualmente potrebbe immediatamente passarne un'altra, e così restituire in pochi giorni la somma a chi potrà favorirla.

La difficoltà di vendere il vino è assai angustievole, dovendo pagare censi. fondiaria etc. etc. perché anche io qui sono in gravissime angustie pel pagamento del Sig. …….. che sta iniziando un giudizio di espropria a carico mio pel pagamento di L. 3000, delegatomi nel contratto di vendita dal Sig. Pignataro.

Oltre ciò ho la faccenda di mio fratello, al quale non ho un grano1 da dare, se non mi viene da costì.

1 Corrisponde a 2 centesimi.

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Sia tutto come vuole Iddio, padrone supremo di tutte le cose.

Fra Giacomo ha pagato, credo io, 45 lire a mio cugino Gioacchino Patti in conto del tino e delle stipe; le serva da norma.

Il danaro del vino in L. 182 furono pagate a Geloso, il quale ne lasciò 100 lire a Fr. Giacomo e del resto le darà conto.

Mi auguro che la S. osservanza farà fare a tutti e sempre la S. Comunione e che la pietà religiosa cresca nel cuore di tutti.

La prego d'ossequiarmi il Rev.mo P. Don Natale e tutti del Rev.mo Clero.

Vorrei far sapere a P. Don Pasquale la urgenza che abbiamo dello stazzane, per potere presto aprire la casa delle Suore, la quale non potrà aprirsi, se pria non si costruisce il magazzeno in Muffoletto.

Questo pensiero se non mi si mette ora in movimento, non arriveremo in tempo pel prossimo aprile.

La benedico con tutti.

Palermo, 7 Dicembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non posso riscontrare la sua, perché quando venne

Geloso a portarla era nel traffico di rassettare i letti degli orfanelli e non ho potuto trovarle. Questa mattina, a maggior gloria di Dio, non avuto il tempo di fare colazione ed ora, che da un quarto è sonata la tavola, sono a scriverle assicurandola che sto bene con tutti, come avrei voluto sentire di voi, e Geloso non sa dirmi nulla.

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Ho qui un vecchierello venuto da Bisacquino; è ammalato, non posso mandarlo alla S casa, perché non vi è posto, qui abbiamo gli orfani e mancando di braccia non so cosa devo fare prima. La prevengo che non devono fare venire qui i poveri, se pria non si sa che possiamo riceverli.

La lettera del P. Romano non la feci al momento che lei partiva, ora le acchiudo due parole, perché anche mi manca la carta e gli anviluppi; mifarà la carità di munirla di una busta e la presenterà lei stesso o la manderà come crede meglio.

La benedico con tutti.

Palermo, 8 Dicembre 1887

Rev.da Superiora (Madre Maddalena),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La Sig.ra Russo, non sapendo che deve venire la

domenica, trovasi qui venuta appositamente da Borgetto per vedere la figlia. La contentino per questa volta, e appreso verrà la domenica.

La benedico con tutti.Viva Maria Immacolata.

Palermo, 9 Dicembre 1887

Rev.mo P. D. Cataldo,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Da moltissimo tempo avrei avuto il desiderio di

scrivere alla S. V. e per svariati motivi; la mia posizione è tale, che non posso mai fare quello che voglio, ma quello che l’mpero delle circostanze, che mi attor-

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niano, mi obbliga fare. Forse la S. V. avrà potuto avere buona ragione di credermi indifferente presso la sua dignissima persone, eppure non è così. Dei suoi dolori ho avuto dolore anch'io e più per le mene del demonio, che ha cercato di nuocere cotesta casa per tutte le vie, ed anche nelle anime che più hanno vagheggiato il principio della S. Istituzione. Pure non è il momento che io potessi sfogare colla S. V. tanto buona verso di me, ma per aggiungere amarezza ad amarezza.

Si è presentato qui per la prima volta il Sig. Calogero Alessi e solamente per portar via i suoi figli, credendo di doverli trovare in ogni sorta di sofferenze.

Restò contento del modo come li trovò, ha fatto ragione a tutte le mie opposizioni, ma pure è compromesso che deve portarli seco in S. Cataldo, e per conseguenza anche con l'opposizione dei propri figli li porta via.

Sia tutto come vuole Iddio.La prego farmi rimettere l'uniforme, perché non

posso lasciarlo.La ossequio e la prego di ossequiare per me il Rev.

P. Arciprete e tutti dell'ottimo Clero e dei Signori Benefettori dell'Opera.

Mi benedica con tutti di questa povera casa e dei Missionari e mi creda sempre.

Palermo, 9 Dicembre 1887

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Il Sig. Calogero Alessi venne a piglirsi i due suoi figli.

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Ho procurato invano di dissuaderlo; è ostinato e sono costretto a consegnarli.

Lo stesso viene per vedere la sorella e partire.La benedico con tutti.

Palermo, 14 Dicembre 1887

Figlia mia in. G. C. (Monreale),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Il P. Gambino mi disse che Suor Antonia era in

ufftcio e non era ammalata, così Suor Mansueta e per questo le ho fatto ritornare per la penuria, nella quale voi vi trovate non potendo rimediare altrimenti.

Insista col Rev.mo P. Parroco per la faccenda del frumento, e speriamo che le cose a poco a poco si aggiustino, e che posso contentarla in tutto, ed amo poter contentare il Rev.mo P. Pennicca che ossequio.

Ricevasi i medicinali, che la corriera andrà a pigliare a Terre Rosse, ove sono pronti.

Intanto che non ha chi suona, mandi il melodium per aggiustarlo; lo mandi presto.

Si fa la novena del S. Natale?La benedico con tutti.

Palermo, 15 Dicembre 1887

Figlia mia in G. C., (Monreale),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Si è ricevuto il melodium, la chiave e la cerniera

rotta; speriamo che fosse nello stato di non recare grave incomodo all'ottimo Maestro Mauro, che, dopo tanta gentilezza e fatica, deve avere l'interesse di farlo accomodare.

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Spiacemi che il Rev. P. Pennicca o il P. Parroco non pensano per la novena del S. Natale: la prego di farla, leggendo il libro con tutta devozione, se loro non ci pensano, e far cantare le ragazze il Tu scendi dalle stelle, scegliendo un piccolo numero di voci, bene accordate e a mezza voce, senza quelle lunghe cantilene che fanno perdere la devozione. Il S. Natale è la festa nostra ed io non vorrei che si trascurasse.

Non ho potuto far nulla sin'ora delle pagelle, perché vi è molto lavoro di premura dell'Eminentissimo: come sarà possibile, servirò il P. Pennicca.

Aspettiamo la rinnovazione del breve per la Comunione nella gran Messa della mezza notte; come arriverà lo comunicherò regolarmente, per poterne voi profittare, se piace al Signore.

Riceverà i medicinali e la carta per Suor Nazarena, se arriva in tempo dalla 5 Casa.

La benedico con tutti e mi farà piacere informandomi della salute di tutti.

Per l'orologio bisognano 5 lire e l'incaricato a ritirarlo, non avendo avuto le 5 lire, non l'ha ripigliato. Spedisco ora stesso per la reliquia, se arriverà in tempo, la manderò.

La benedico di nuovo con tutti.

Palermo, 17 Dicembre 1887

Figlia mia in G. C., (Monreale),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ho ricevuto la sua con lire 12, e già spedisco

persona per ritirare orologio e reliquia.

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Desidero sapere se l'orologio debbo mandarlo costì o consegnarlo a Suor Crescenzia e per qual mezzo debbo mandarlo.

Mi consolò la notizia che il P. Pennicca predica la novena; e che S. Vincenzo prospera cotesta casa. Spero presto mandare le pagelle.

Mi sono molto rallegrato che state tutte meglio, e mi auguro che del pari lo sarà Suor Margherita. Noi tutti bene.

La benedico con tutti.

Palermo, 19 Dicembre 1887

Figlio mio in G. C. (Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Finalmente capitai l'unica sua dopo esserci veduti e

vengo a riscontrarla con tanto ritardo.Da Bisacquino hanno fatto domanda per aversi le

Suore, perché vogliono impiantare colà il Ricovero di mendicità; se voi avete Poveri di là, conviene istanzare per aver l'elemosina, a patto di non ritornarvi, quando vi sarà stabilita la Casa, e allora vi sgraverte dei Poveri di là, ed anche io manderò quello che abbiamo qui. Non per contare su i centesimi, ma per avere altri Poveri più abbandonati.

Ho scritto a tutti i Parroci e ai Sindaci, compreso anche quello di Bisacquino; scriverò al Capo delle Guardie rurali, come mi dirà il nome e cognome dello stesso. la pari data ho ringraziato il Rev.mo P. Romano per avere accettato l'incarico del magazzeno.

Mi auguro che i nostri buoni Frati fossero tornati

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con ogni abbondanza di colletta il giorno della Mamma nostra, e che fosse stato pieno di ogni gioia spirituale e temporale il giorno del suo Immacolato Concepimento. Qui è riuscito ovunque benissimo. Spero che F. Pietro fosse pure rimesso e che tutti godessero buona salute, come l'assicuro di noi tutti colle debite eccezioni.

Portò pure la tunica il povero ex Frate Angelo? bisogna capitarla, a signatis cave, dice lo Spirito Santo. Come fare per le L. 700 di Zimoldi?

Il Sig. Vitale desidera un'altra botte dello stesso vino? M'informerò del prezzo dei tubi per vedere, se la pretensione del Sig. Rù risponde al valore e l'avviserò.

Pel censo preghi che aspettassero; la fondiaria deve pagarsi.

Frate Giacomo esasse L. 206 dal seminario, delle quali si pagarono L. 23 a Geloso pel dazio del primo vino, e 46 per dazio e portatura di quest'ultimo vino, del resto tolte le L. 100 del mercoledì, restano L. 5; salvo errore ed omissione.

Riceverà il conto vino dimenticato. Non tempo di, riscontrare la carissima lettera del P. D. Natale; gli domandi per me e tutti la benedizione; scriverò a prima possibilità.

Aspetto sue lettere, e benedicendola con tutti mi segno.

Palermo, 21 Dicembre 1887

Figlia mia in G. C., (Monreale)

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Dica alla buona Suor Catalda, che ringrazi Dio per

me, pel ritorno dei due orfanelli, che rivedo con piacere

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tra noi. Speriamo che il padre non ritorni più per riprenderli. Il melodium è tuttavia qui; il Maestro non ha mandato per farlo accomodare, ma io non posso pregarlo per rimandarlo costì, se pria non si dice che lo volete comprare e lo pagherete o in contanti o a mese. Il Maestro è dispiaciutissimo per detto melodium, perché lo portò seco pel giorno dell'apertura della casa, e per il P. Parroco lo volle lasciato; ma quando dopo due anni cercava di essere pagato, ed il melodiuin era tutto rovinato, si ebbe la risposta, che non l'aveva pregato nessuno di lasciarlo. Ora lo strumento è qui tutto guasto, mi deve fare la spesa per accomodarlo e rimandarlo; non mi fido pregarlo di tanto, se pria non si concerta la compra. Per conseguenza parli col P. Parroco e scriva direttamente al Maestro, se vogliono avere il melodium per la sacra veglia. Preghino per Suor Prisca che si è viaticata ed è lietissima ad aspettare il momento della morte.

Nella continua premura di togliervi dall'umido, ho trovato un signore monrealese che abita qui a Palermo, il quale ha la sua casa vicino alla Casa Santa ed è pronto a venderla, a darcela a censo o in affitto; io non ricordo il nome di detto Signore, ma voi potreste informarvi coi dati di sopra e potrete vedere, se si presta detta casa ai nostri bisogni e combineremo. Le auguro tutte le benedizioni del cielo nella ricorrenza del S. Notale che suppongo festeggerete in Chiesa ed in casa. La benedico con tutti. Speriamo che giovi la copia -- il breve --.

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Palermo, 21 Dicembre 1887

Gentilissimo D. Vincenzo,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Per la festività prossima del S. Natale sono sicuro

che la S. V. penserà al solito pel numeroso stuolo delle orfanelle nostre a Terre Rosse, per far loro gustare il dolce proprio del tempo. Però debbo pregarla per questa casa di S. Marco, ove ora sono riuniti i P. P. Missionari dell'Opera, e in questo anno verrà a funzionare il Rev.mo P. Parroco Palazzotto con tutto il Clero della sua Parrocchia, e ciò perché la Chiesa parrocchiale è in fabbrica. Dovendo dunque fare la cena per tutti, mi bisognano cento mustacciuole e tiri avviserà del prezzo, che quanto prima mi riesce possibile, manderò a pagare.

Verrà qualche volta a farci una visita?Ringraziandola con tutto affetto mi segno.

Palermo, 24 Dicembre 1887

Figlia mia in G. C. (Monreale),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Suppongo che i Sacerdoti verranno per la sacra

veglia; ma se realmente non vengono mi avvisi per telegrafo, che procurerò venire, se mi sarà possibile. La prevengo però che non deve stare in pensiero, se ad onta del suo telegramma non potrò venire.

Buon Natale.La benedico con tutti.

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Palermo, 28 Dicembre 1887

Figlio mio in G. C. (il Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.È venuto il Barone Tortorici per trattare la

fondazione di Bisacquino; ma quel Sindaco, rispondendo alla circolare che io da più giorni spedì a tutti i Sindaci e Parroci delle comuni, che mi fece segnare, mi diceva che i Frati sono stati a raccogliere l'elemosina nella sua comune e lui non ha impedito che l'avessero fatta, pel concorso alle fabbriche, però si scusa, perché vuol fare la casa nello stesso paese.

La S. V. adunque se può fare a meno di fare ritornare i Frati per la colletta ordinaria in quel paese, se ne asterga, se ne ha bisogno li farà ritornare, finché loro non diranno basta, poiché, finché le Suore non saranno là, non vedo ragione di non potervi ritornare, perché senza le Suore non credo che riuniranno i Poveri.

Mi aspetto il riscontro di altri Sindaci e Parroci, una sin'ora ha riscontrato questo solo di Bisacquino.

Mi sono molto consolato della buona salute di tutti, della vestizione dei 27 Terziari, e dell'abito dato a 50 della Mamma nostra del S. Carmelo, della S. Novena fatta con tanta pietà. Sia Dio benedetto.

Aspetto notizie del ritorno dei Frati. Per crescere costì il numero dei Frati ne vedo il bisogno, ma mancano i soggetti, quando crede di avere Aspiranti idonei li mandi, e premureremo la vestizione. Per ora potrei darle un ottimo cuoco, un vecchierello della 5 Casa il quale ancora può lavorare in cucina, e potrebbe servire

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per istruire a poco, a poco i Frati a cucinare. Se lo vuole, lo faremo venire al più presto.

Preghi per le vocazioni dei Frati, perché bisognano qui alla 5 Casa e costì.

Ho anche una lettera del P. Romano, che mi scrive di avere accettato; come prima potrò, lo ringrazierò per me e per lei.

Sono lieto che si fa il bucato in casa, ma per rattoppare e rinacciare come faranno? Oh! se il sarto fosse buono per questo e potesse educare qualche ragazzo dei più delicati a questo mestiere, sarebbe assai utile. Procuri per ora di accomodaro alla meglio le cose per non togliere la colletta dei paesi, che ci è tanto necessaria e speriamo che il Signore ci provveda presto dei Frati.

Salute nostra buona al solito.Oh! se Peppino Lorè fosse chiamato dal Signore

alla nostra vocazioneLa benedico con tutti, ossequio il P. D. Natale e il

P. Romano e tutti del clero e degli amici.Che mi dice del mio Comp. Vitale?La benedico di nuovo e per parte mia e di tutta la

Comunità auguro felicissime le feste del S. Natale e tutto l'anno novello in ogni pienezza di celesti benedizioni.

P. S. Dica al P. Romano di mandare il danaro dell'associazione presa dalla Massoneria.

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Palermo, 29 Dicembre 1887

Figlia mia in G. C.

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Di riscontro al suo telegramma, se lo crede

opportuno la faculto a venire con Suor Feliciana ed altra compagna, lasciando l'ubbidienza a chi crede più prudente. A tal'uopo le acchiudo una scheda libera per fare la domanda l'altra le servirà di modello per riempire quella bianca che è solo firmata da me. Dietro troverà tutta la dicitura - le parole con la barra sotto, sono quelle che devono trascriversi. Ci avvisi la partenza. Alla stazione di S. Cataldo presenteranno lo scontrino e la richiesta, - avrà restituito lo scontrino, che presenterà insieme ai biglietti alla stazione di Palermo.

Procurino di avere lo scompartimento riservato verrà lei, Suor Feliciana e un'altra Suora che le servirà di compagna al ritorno. Sarà rilevata alla stazione; ma in ogni modo si dirigerà a Terre Rosse. Stiano attente nel riempire il modulo. Prima di scriverlo lo studino con la guida di quello annullato.

Le benedico con tutti nel nome del Signore.

Mufoletto, Palermo, 30 Dicembre 1887

Rev.da Suor Germana, Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori!Mi congratulo teco, perché avesti la sorte di

raggiungere il tuo S. desiderio e giusto nella festività del S. Natale ch'è l'origine e la vita della nostra Istituzione.

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Il nome di Suor Germana sia in te per impegnarti ad amare presto e molto il Signore; e non per finire presto i tuoi giorni in questa terra di esilio, ove abbiamo tanto bisogno di durarvi per servirlo nei suoi Poverelli ed insegnarci ad amarlo davvero.

Ed io ti auguro questo vero amore per una vita lunga sincera e laboriosa nel suo santo servizio, onde potere arricchire l'anima ma di tutte le benedizioni di colui che ti ha prescelto a tanta sorte. Farai i miei auguri a tutte le Suore e particolarmente alle tue compagne di vestizione. Scrivendo in famiglia farai altrettanto domandando tante scuse per me che quest'anno non riuscì a farlo direttamente. Di pure una parola al buono Ignazio che abbraccio e benedico. Sono le tre ant. e così intirizzito di freddo vado a prepararmi un poco per trovarmi pronto alla S. Messa, giacché il Superiore deve partire.

Ti benedico di nuovo e mi segno.

Palermo, 31 Dicembre 1887

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.È l'ultimo giorno dell'anno 87; quanti motivi non

abbiamo di rendere infinite grazie al Signore, per le infinite grazie che ci ha usate, e quante calde preghiere non dobbiamo a Lui rivolere pel nostro fedele regolamento nell'avvenire! Io con tutti della Comunità abbiamo pregato e pregheremo per questo, implorando tutte le celesti benedizioni sopra di voi ed in tale abbondanza da parteciparne, per la vostra edificazione,

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tutta cotesta città, ed in particolare le anime al vostro zelo affidate, augurandovi ogni bene temporale ed eterno.

Il Rev.mo P. Pagano, venuto qui, mi ha chiesto di venire a visitare la sua cugina e l'altra paesana sua, ed io profittando della di lui venuta scrissi al Rev.mo P. Parroco per la cosa di Ferì, per vedere, se può essere utile per noi, finché cotesta casa non sarà migliorata, e se sarà possibile porterà la reliquia.

Raccomando a lei e per tutti la S. Osservanza e benedicendola con tutti nel nome del Signore mi segno.

Palermo, 20 Luglio 1887

Ad una Superiori Serva dei Poveri2

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Riscontro la sua di ieri, e l'esorto ad aspettare

sempre da Dio l'aiuto opportuno in oni tribolazione, e non mettere mai le speranze negli" intermedi, dei quali il Signore può servirsi come e quando vuole. In ogni momento, in ogni circostanza, dobbiamo sempre adorare la volontà di Dio. e vivere per sua maggior gloria ed amore.

Resto contentissimo pei soccorsi dati nei momenti di carestia del paese, e così vorrei che tutti i poverelli, nelle nostre case, trovassero il conforto e l'aiuto, e quando non abbiamo la possibilità di aiutare non pilò mancare mai ad un'anima caritatevole la parola che

2 La presente lettera e quella che segue sono riportate dal librettino: «Lettere del P. Giacomo Cusmano » pag. 140 e pag. 96 pubblicate dal P. Mammana nel 1898.

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conforta, il consiglio che sollieva ed avvia a quella speranza che ognuno desidera. Di modo che, nessuno abbia argomento di credere mai che da noi non si vuol fare la carità, ma andar persuasi, che quando non si fa, è perché non si può, o perché mancano i mezzi, o perché non abbiamo la facoltà di disporre, e dobbiamo dipendere dall'altrui volontà.

E quanto possiamo, dobbiamo cercare di procacciare o i mezzi che ci mancano, o i permessi, dei quali abbiamo bisogno per correre in sollievo del nostro fratello che ce l'ha chiesto, e non abbiamo potuto aiutare prontamente per impotenza di farlo. Così io fui commosso la prima volta da uno spettacolo di carità operato dalle Figlie di S. Vincenzo dell'Olivuzza. « Un uomo di mezzana età, ma colla fronte solcata dal dolore e dalle sofferenze, la barba bianca ed incolta, la fisonomia sconfortata e macilenta, si era presentato un giorno pria a quella Superiora, esponendo che da più anni aveva perduto l'impiego e per alimentare la famiglia, aveva venduto ogni mobile, ogni utensile della casa fino ai letti, riducendosi colla moglie e le sue figlie sul nudo terreno; ancora pochi giorni, ed il padrone di casa lo aveva minacciato di cacciarlo fuori, e a lui che non rimaneva che la treccia di capelli dell'ultima figlia, che andava a vendere per mangiare, forse l’ultima volta, e farsi trovare tutti morti dagli agenti della giustizia che dovevano sfrattarli dalla casa. La buona superiora da pochissimo tempo arrivata in Palermo senza mezzi da potere sollevare quegl'infelice disse qualche parola di conforto, si notò il di lui domicilio, e pensava nella

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sua mente e nel suo caritatevole cuore cosa fare per aiutarlo. Fu proprio in quel giorno che la stessa si era messa all'opera per salvare quella famiglia, che io per la prima volta, andai a fare la conoscenza delle buone Figlie di S. Vincenzo, ed avendo trovato uscita la Superiora mi stetti ad aspettare. Era un giorno d'Agosto faceva gran caldo, quando dopo lungo aspettare, vidi venire, stanca e trafelata dal sudore, quell'angelica creatura, insieme alla sua compagna, ma piena di santa gioia! Era come l'ape che torna col fuscello carico di miele e cera, che pure ha bisogno di riposarsi per la durata fatica.

Fatti i convenevoli mi rapportò quanto vi ho detto, aggiungendo che nuove della nostra città, si erano messe nelle tracce di quella desolata famiglia. I curiosi del paese, al vedere per la prima volta quelle cornette, a sentire il loro accento forestiere, si aggiravano in gran folla attorno a loro, speciamente i monelli che non lasciavano anche di deriderle, senza sapere rispondere alle loro domande, né avere la carità d'accompagnarle all'indicato indirizzo.

Bisognarono girare per una mezza giornata, sostenendo tutto il disprezzo e le derisioni, ma non desistettero dall'impegno, finché non trovarono quegli infelici, che veramente senza il loro aiuto sarebbero morti di fame per la vergogna. Trovatili li sollevarono con gli aiuti che avevano per loro procurati, e poi non contente di quel poco che avevano fatto, andarono a presentarsi al Sindaco, esposero la gravezza del caso, e non finirono d'insistere, finché non avessero ottenuto

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un sussidio giornaliero per quella sventurata famiglia da sospendersi, appena il padre della stessa poteva capitare un impiego!...

Dopo aver fatto questo, travagliando una intiera giornata, digiune e sotto la sferza del sole, si ritirarono a piedi, sino alla loro piccola casa in villa Olivuzza. Fu questa la prima impressione, che mi fece capire, quale dovette essere in S. Vincenzo la spinta della carità di G. C. trovandosi così ardente e divampante nel cuore delle sue figlie! Ho scritto. e non so cosa ho scritto, ma spero che le vostre anime caritatevoli, sapranno tirare maggior profitto da questo avvenimento che dalle mie fredde parole e che in questo ottavario del nostro S. Patriarca, potessero essere più calde le nostre preghiere per ottenere questo vero spirito di carità che saprà spingervi a far bene e guadagnare tutte le anime a Gesù Cristo.

Non vale che ci stimassero poco o molto, per noi animarci o no a cercare aiuto pei poverelli e spingerti tutti alla carità. Per noi i disprezzi servono tanto quanto servono le elemosine pei poverelli, bisogna esser contenti adunque di esser disprezzati per invogliarsi maggiormente a cercare la carità pei Poverelli di G. C.

E di questo modo, il guadagno sarà doppio, cosa che non si otterrebbe, se le cose andassero diversamente.

Non ci lagniamo di quello che potremo avere in sorte di soffrire per amore di Gesù Cristo e dei suoi Poveri.

Cominciamo sempre alla presenza di Dio, seguendo Gesù Cristo, e quando arriveremo alla gran sorte di

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lasciare la vita per Lui, come Egli la lasciò per noi sopra la croce, è allora che potremo intuonare l'inno della nostra risurrezione.

Oh! quanto è bella la vita di fede nell'adorabile volontà di Dio! A questo vi educherà la nostra S. Regola se sapremo fedelmente e sinceramente osservarla, ed io mi auguro che le buone figlie mi lasceranno contento.

Carità per tutti anche pei nostri crocifissori.Gli occhi al cielo da dove soltanto speriamo l'aiuto

e il cuore pronto al sacrificio, e raggiungeremo la meta. Mi consolo ch'è riuscita a collocare bene i vecchierelli.

Io prego assai che il Signore liberi cotesto paese; aiutatemi colla vostra preghiera, mentre con tutta l'anima mia vi benedico nel nome del Signore e della Madonna nostra.

Palermo 7 settembre 1887

Ad una Superiora

Rev.ma Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La interesso di voler perseverare nella preghiera...Mancandoci lo spirito della santa osservanza non

potremo partecipare alla vita di rigenerazione, che ci portò Gesù Cristo vita nostra, che è la vita di fede nella volontà di Dio.

Ad acquistare questa vita di fede basta essere veramente cristiani, seguaci di G. C., e la nostra regola

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tende a formarci tali, io ve l'ho detto le mille volte e non mi stanco di ripetervelo ancora.

Mettete ogni diligenza per pensare sempre che siete alla presenza di Dio, e quando riuscirete a iloti dimenticare trai questa grandissima sorte, voi avrete nel vostro cuore il suo divino amore e il suo santo timore, pel quale sarà difficile di tornare ad offenderlo, anzi, per questa continua pratica di stare presente a Dio, l'anima nostra, e lo stesso cuor nostro si sentono spinti ad amarlo, perché la pratica genera l'amore, e quando per questo mezzo di viva fede, si acquista la gran sorte di amare Dio, oh! allora ci eleveremo sopra le cose create, e i sensi nostri non potranno più cattivare la povera anima nostra alla schiavitù del peccato, ma elevati per questo amore divino alla vita dello spirito, si gustano le delizie del Cielo. Se a questo primo articolo di nostra osservanza la Suora fedele aggiunge la osservanza del secondo, «riguardare in tutti l'immagine di Dio e ricevere tutto dalle mani di Dio», allora questa presenza di Dio si rende anche sensibile, perché guardando in tutte le creature umane l'immagine del Signore, in questo caso avremo un continuo commercio con Dio, e ci eserciteremo continuamente a fare la sua adorabile volontà, che ci sarà tanto soave quanto il Paradiso; nessuna cosa ci toglierà da questo dolce commercio con Dio, e le cose prospere come le avverse, ci saranno sempre care, perché tutte le riceveremo dalle mani di Dio.

Se la Suora osservante unisce a questi due articoli della nostra santa Regola anche il terzo, in far tutto

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per puro amore e gloria di Dio, allora sarà come un angelo di Dio sopra la terra, lontana non solo dalla menoma colpa, ma piena tanto del divino amore da essere sempre pronta a qualunque sacrifizio perché sia in lei compita la adorabile volontà di Dio. Essa mai farà più nulla per amor proprio, per rispetto umano, ma sarà sempre attiva dove l'amore e la gloria di Dio la spingono ad operare. E allora sarà sempre piena di santa semplicità, di sincerità, di umiltà, di ubbidienza. Perché stando da viatrice, come gli Angeli sempre alla presenza di Dio, non dilettandosi di altro che di vedere e di udire Dio in tutte le creature e particolarmente nelle umane che ad immagine e somiglianza sua son fatte, e ricevendo tutto dalle sue mani, essa non potrà avere altro desiderio che adoperarsi in tutte le cose che servono al suo amore e alla sua gloria, e questo commercio continuato con Dio la farà semplice, sincera, umile, ed ubbidiente sino alla morte e alla morte stessa della croce. Fate questo, figlie mie, e sarete felici in terra, come io vi desidero, e continuerete ad esserlo in cielo. In terra, perché osservando così la santa Regola otterrete lo spirito della santa contemplazione che vi farà beare nella perenne conversazione di Dio; in cielo, perché sono queste anime fedeli che riceveranno il premio della eterna gloria.

Volendovi scrivere, ieri sera dovetti lasciarvi tutti senza nostre notizie, perché le persone che vengono, e gli affari che devono compiersi sono tali che a stento potrei mandarvi una cartolina solamente. A tutte le cose ordinarie si è unita una faccenda molto dispiacevole,

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che questo nostro signor Sindaco è stato colpito d'apoplessia, e questo mi ha obbligato a star molto in casa sua; grazie al Signore vi è qualche speranza che potesse in qualche modo rimettersi, ma tuttavia non sente né può parlare. Pregate anche voi, egli è stato tanto buono per noi e pei nostri Poverelli, ed io vorrei che il Signore almeno gli accordasse un momento per poter ricevere i Sacramenti, se nella sua bontà non vorrà accordarci la grazia di rimetterlo in buona salute.

Debbo ricordarle, come altra volta penso averle detto, che la Chiesa ha proibito di mettere sugli altari la Mamma come comparve alla Salette e come la dipingevano coi due ragazzi ai suoi piedi, ma l'ha fatto coronata cogli strumenti della passione sul petto senza bambini, e l'ha chiamato col titolo di Riconciliatrice dei peccatori. Per conseguenza. essendo noi figli obbedienti della Chiesa, non dobbiamo più esporla in quella maniera coi due bambini, ma dobbiamo procurarci l'immagine come la Chiesa ha stabilito e non dobbiamo più distinguerla col titolo della Salette, ma con quello di Riconciliatrice dei peccatori. Serva questo di sua norma.

La benedico con tutti.

Palermo, 1 Gennaio 1888

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ho fatto i miei auguri nella S. Messa per le feste

natalizie e per il novello anno, non avendo affatto tempo di scrivere per la successione continua degli affari.

Ella sarà in pronto per venire o per fare venire

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Suor Feliciana. Se trovasi in tempo avvisi Suor Lucina a Valguarnera, la quale manderà o accompagnerà Suor Susanna, perché potessivo unirvi a S. Caterina Xirbi.

Se non è in tempo di fare questo, parta pure col suo comodo e non ritardi il suo viaggio per questo.

Noi tutti bene; avrà inteso che la buona Suor Prisca con molta edificazione della comunità è partita per la patria nostra a ricevere l'eterna corona dell'amatissimo Sposo celeste, che con molto gaudio e molte finezze venne a rilevarla da questa terra di esilio. Si prepara a tale viaggio la buona Suor Epifania e con disposizioni, ancor essa, edificantissime, che allietano e non addolorano la comunità. Pregate che fossero sempre per tutti così, i momenti e le disposizioni della partenza, perché così dovrebbero essere, uscendo dallo esilio per ritornare alla patria, ai congiunti, alla libertà, al gaudio eterno!

La benedico con tutti.

S. Marco, 2 Gennaio 1888

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.La porgitrice Teresa di Giuseppe delli furono

Francesco ed Angela Alfano, di anni 48, da Brancaccio, assicurata dal nostro P. Noto, col vitalizio di tre carlini al giorno ed altre proprietà, col corredo a 6, è pronta ad entrare.

Oltre il mio esame, l'ho voluto mandare al vostro; ma credo che vada bene. Sa leggere e un poco scrivere, è pronta a qualunque fatica.

La benedico.

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Palermo, 7 Gennaio 1888

Rev.mo P. Giovanni

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Il P. Gambino esigerà in questa mettà del mese, e

verrà personalmente a saldare il suo conto, e se tarderà qualche giorno, sarà effetto solamente di ritardo nella esazione, perché, esigendo, indubitatamente verrà a pagare.

La prego quindi di non voler compenetrare il conto della casa di S. Giuseppe con questo,. e farmi la gentilezza, potendo, di pagare al porgitore Francesco Geloso l'importare del vino, perché altrimenti non potrà pagare il dazio dello stesso.

Perdoni se la vera povertà mi ha spinto a domandarle tanto favore per quella povera casa, postergando, ancora per poco, il suo giusto rimborso:

Quando verrà il P. Rettore? Se la S. V. avrà opportunità di scrivergli, l'ossequi per me.

Mi creda pieno di stima e rispetto.

S. Marco, 17 Gennaio 1888

Rev. Superiora,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Potrà ricevere la giovanetta Concetta Dinoto col

titolo di aspirante.La stessa è figlia di Giovan Battista e Giuseppa

Caronna, da Piana dei Greci. La stessa porta il corredo a 6, il letto e le coverte di està e d'inverno, oltre ciò farà l'atto di contentamento con l'assegno della mezza

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lira al giorno, ma darà quel tanto che sarà a lei possibile.La benedico con tutti.P. S. Le fedi, mi hanno detto, che trovasi presso di

lei.

Palermo, 17 Gennaio 1888

Figlio mio in G. C., (Superiore della Colonia),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Il gran freddo di S. Marco mi ha fatto calcolare,

quale deve essere quello che voi avete dovuto patire in cotesta casa, così scautelata, bisogna il Bambinello di Betlem, per poterlo soffrire senza disagio! Gesù, per amor vostro, noi voliamo incontrare qualunque patire, il vostro amore soltanto ci sarà sufficiente a portarlo in pace, anche con santa letizia!

Io credo avere ricevuto tutte le sue lettere e di averle riscontrate tutte, anzi di quella, alla quale accenna, ricordo qualche cosa di averle detto; che conviene visitare anche dove ci mostrano poca accoglienza, perché vi saranno sempre i buoni. Io, per la parte che riguarda vecchi e orfani, anche fondando le case delle Suore, dove voi sarete intradotti per le elemosine ordinarie, procurerò di lasciarvi libero il campo e poi combineremo per non fare che s'incontrassero nelle collette.

Per gli Orfani poi saremo sicuri che verranno sempre alla Colonia e per conseguenza avremo sempre un titolo per insistere a farla.

Le trattative con Bisacquino vanno, sebbene un

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poco lente, e per conseguenza non potremo temere che facessero cattiva accoglienza; del resto, se manca un paese, potremo pigliarne un altro; ed io la circolare la, feci a tutte le Comuni, che lei mi fece scrivere.

Insista adunque e speriamo che Dio benedica i travagli dei nostri buoni Fratelli, che benedico nel nome del Signore.

Se dovete trattare affari con le banche, debbono, essere varie e con scadenze tali da esigerne una per pagarne un'altra, in modo che se avremo la perdita dei frutti, non avremo quella della gran confusione delle scadenze, perché di fronte a questa io sceglierei di svendere il vino.

Mi scriva con esattezza su questo particolare.Salute qui ugualmente buona, ma affari senza

misura e angustie senza fine.Ossequio P. Don Natale, P. Romano, P. Riccobono

e tutti del clero.La benedico con tutti e mi segno.

Palermo, 20 Gennaio 1888

Figlia mia in G. C. (Suor Maria Fiorito),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Non ho riscontrato la sua lettera e non ho accordato

il permesso di andare a vistare la Principessa e la Dachessa, perché si trovavano in Bagheria. La notizia della morte della Principessa arrivò a me, come a lei, tutto ad un colpo, però abbiamo da consolarci, perché quell'anima benedetta era tutta di Dio, degna

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di nuora della Signora Duchessa e quando il Signore la trovò degna di sé, la tolse dal patire e la portò alla gloria beata del Paradiso. Pure a noi tocca di pregare per suffragare quell'anima benedetta.

La buona Duchessa fu pure ammalata dello stesso modo e soffrì moltissimo; sembra che il Signore avesse voluto purgare queste due anime buone pria di chiamarle direttamente all'eterno riposo. Fortunate! hanno ricevuto il premio delle loro durate fatiche per suo amore; e poco dopo della morte della Principessa,forse dopo quindici giorni, volò anche al cielo la buona Duchessa.

Io ho celebrato la messa per le loro anime, ed il giorno 26 vi sarà il primo funerale, il 30 il secondo. Preghi anche lei per le loro anime benedette.

Stia serena per la sua coscienza; le tentazioni non sono peccati, e quando l'anima resiste, colla grazia di Dio, non solo non pecca, ma guadagna meriti e meriti assai grandi. - Io le ricordo il rimedio dello spillo e quando l'ha fatto, stia serena e si faccia la S. Comunione. - Le raccomando la S. ubbidienza e se ha la virtù di vincersi, può dire tutto alla Superiora. La benedico con tutte.

Palermo, 20 Gennaio 1888

Figlia mia in G. C. (Monreale),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Mi congratulo molto nel sentirvi di buona salute e

lo stesso vi posso assicurare in genere di noi tutti, eccetto la buona Suora Epifania, che sembra vicina a

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voler seguire la Suor Prisca. Pregate per la stessa, perché il Signore la conforti sino all'ultimo respiro, e mi accordi grazia di poterla visitare altra volta.

Non penso di avere ricevuto lettera con L. 15 pel Maestro Mauro, ma come lo vedrò, avrò cura d'informarmene per tenerla avvertita, chi sa mi fossi dimenticato di questo affare.

Frate Giacomo mi dice avere ricevuto L. 12 e più L. 1.50 per mezzo del Sig. Nino, ed ha pagato L. 10 per le teca e reliquie, lire cinque per l'orologio e L. 2,75 per l'ultimo medicamento. Per Suor Cecilia desidero sapere, se ha fatto uso dei medicinali prescritti dal medico, descrivendomi come l'ha usato e quali effetti ha prodotto, per sapere dire tutto al medico.

Non trovai nella busta la santina, che lei mi diceva, quando mi scrisse della visita del P. Parano. In tanti anni io non ricordo aver ricevuto complimenti! perché questo sistema? il libro nemmeno l'ho ricevuto.

Pel vino diedi la commissione, e scrissi al superiore lo stesso giorno, che mi arrivò, suppongo che vi fosse arrivato; conviene però che foste munite di caputa sufficiente.

Prego e pregherò sempre per la Santa Provvidenza; ma la preghiera più efficace sta nella viti di fede, che noi dobbiamo fare, mercè la S. osservanza, che non finirò mai di raccomandare.

La benedico con tutti e mi segno.

P. S. Il Parroco come sta? Nel presentargli i miei rispetti ricordi che aspetto riscontro.

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Palermo, 2 Febbraio 1888

Figlia mia in G. C. (Caropepe),

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ho ricevuto un suo telegramma, dove mi domanda

richiesta per lei S. N. A. e S. C. Un precipizio così fulminante mi ha fatto molta impressione, e avrei creduto più conveniente che mi avesse scritto per lettera, invece di telegrafare, per potere conoscere con dettaglio i motivi che la spingono a tanto e con tanta fretta.

Sono sicuro però, che riceverò domani la sua lettera e sarò pronto ad inviare la richiesta, persuaso dei giusti motivi che la inducono a questo.

Nella moltitudine però delle angustie suppongo qualche sinistro o per S. N. o per S. A. e prego il Signore che mi aiuti con la grazia sua con un rimedio della sua infinita misericordia. Prego però e l'una e l'altra che fossero docili a sentire la voce della S. obbedienza, che non cerca altro che il loro bene. Io non capisco perché S. N. mi debba dare simili dispiaceri e S. A, perché ha preso in tanta mala parte il trovarsi costì; mentre fu fatto unicamente per la sua salute. In ogni modo sono pronto a far tutto che possa giovarle, e se il caso è tanto urgente da non potere aspettare la richiesta, faculto la S. V. a prendere i biglietti e poi brigheremo, per ottenere la diminuzione accordata. Però se può aspettare, m'informi che sarà mia cura farle arrivare la richiesta al più presto possibile.

Non posso fare a meno di comunicarle che la buona S. Epifania, lasciando a noi il grato profumo delle sue

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virtù, con grande edificazione di tutti volò al suo eterno riposo, il giorno 31 del passato Gennaio.

La S. V. procurerà il modo di comunicare questa dolorosa notizia alla buona S. Perpetua.

La benedico con tutti, l'assicuro del benessere di tutti e mi segno.

Palermo, I Febbraio 1888

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Ricevuto il primo telegramma sarei a qualunque

costo venuto, se qui non fosse stato ugualmente male Suor Epifania e la Superiora Celeste.

La prima, nella pace del Signore, è volata all'eterno. riposo il 31 dello spirato mese. lasciando un gratissimo profumo delle più elette virtù e una santa invidia di poterne copiare l'esempio. La seconda ci fece spaventare, ma fu tutto effetto di debolezza, perché da più tempo si è astenuta di cibarsi, ed ora grazie al Signore, mercè una limentazione igienica, si aspetta che ritorni in forza.

Io non so, percliè questa buona figlia trovi tanto ostacolo a nutrirsi regolarmente; è questa una faccenda che mi ha sempre angustiato, ma come ora non mai.

Non posso prolungarmi, figlia mia, perché già è tardi e bisogna inbucare la presente.

Questa sera Suor Celeste mi assicurava che non è questa la prima volta che la buona Suor Adaucta soffre il vomito e l'intolleranza di ogni alimento; nelle ultime sofferenze qui sofferte arrivò al punto di far temere la

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morte, ma poi per divina misericordia, si rimetteva in maniera da non far credere quanto avea sofferto. Se questa è la posizione attuale di Suor Adaucta mi avvisano con verità coscenziosa, perché, a dir vero, è un momento che presenta ostacoli insormontabili per la mia venuta, e se il caso sarà realmente tale (cosa che io non vorrei) da dover venire a qualunque costo, dovrei ritornare nella stessa giornata.

Mi affido dunque alla sua saviezza, figlia mia, per farmi venire se realmente il caso è tale, e di rassicurarmi di venire appresso se il caso non è così urgente.

Scriva con chiarezza e verità.Ilo scrissi a Mons. Vescovo, mentre era a Roma e

cotesto segretario mi avvisò d'aver ricevuto la mia lettera e che la teneva in pronto per presentarla a S. E. R.ma, appena ritornato da Roma. Non posso prolungarmi.

Benedico specialmente, la buona Suor Adaucta ed attendo consolanti notizie. Benedico tutti unitamente a S. Adaucta e singolarmente ognuna com-prese le orfane e le vecchierelle.

Alla famiglia Montana e tutti dei nostri benefattori, alla famiglia Zuppardo tante cose per me.

La benedico di nuovo e mi segno.

Palermo, 4 Febbraio 1888

Eccellenza Rev.ma e Padre mio in G. C.3,

La sua preziosa lettera, in occasione della canonica istituzione di questa casa di Missionari dei Poveri, mi

3 Il Cardinale Guarino allora era Arcivescovo.

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scosse dal letargo, dove l'anima mia si trovava sprofondata come stupefatta dalle divine misericordie, e annientata per le continuate ingrate corrispondenze che la rendono impotente anche a sperare di potersi muovere. La sua parola fu proprio il Surge et ambula detto alla porta speciosa del tempio; e se tardi arrivo a renderle testimonianza della mia gratitudine, e per l'affollamento di tutte le cose che debbono farsi ad un tempo, essendo ogni cosa nostra nello stato di formazione.

Ribocca di allegrezza il suo cuore, ed io la sento, perché è arrivata sino al cuor mio, a questo cuore paralitico per l'amore di Dio, mentre per sé stesso mostra di avere ancora molta attività, e la ho sentita direi nella causa che l'ha prodotta, nell'aggraziato cuor suo, per aver concorso col suo zelo verace a generarci nello spirito del Signore. Si allieti dunque, o Padre nostro carissimo, guardandoci come frutto del suo zelo per la grazia di Dio che ci ha portato fin qui, ma non ci guardi da lontano, donde tutto sembra bello ed ammirevole. Ella vede in noi ciò che ha fatto e che fa Dio, ma non può vedere quello che siamo noi, A quanto bisogno abbiamo delle sue paterne premure.

Venga, si avvicini un momento, venga per poco a rinfuocare la sua casa, donde, per arcana disposizione di Dio si è dovuta materialmente allontanare, affidandola a chi non ha saputo custodirla. Non siamo noi che dobbiamo conservarle una cella, ma è l'E. V. che deve esaminarci se siamo degni di salirne le scale. Una sua visita in questo momento di formazione, non che

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utile ma necessaria deve vederla innanzi al Signore, ed io ne lascio tutto il peso alla sua intemerata coscienza. Perdoni, se il bisogno che io sento della presenza sua, mi fa profferire qualche parola non misurata al riguardo che le devo, e che sento profondissimo nel cuor mio, ma dalle ammirazioni e desiderii della sua lettera sebbene piena di benedizioni e di tutta l'effusione del cuor suo, io ho rilevato il dolorose sentimento che l’E. V. non ci calcola più come cosa sua, e domanda se la casa dei Missionari del Boccone del Povero riceva vescovi. Ma neri seno usciti da questa casa lasciandoci come orfani, i Vescovi che domandano di esservi ricevuti? Non ritardi dunque la sua venuta: sua è questa casa, sua è l'opera che ammira in noi, suoi siamo noi stessi, e potrebbe dirsi un vero abbandono se pur ritarda a venire.

È già ritornato alla Sede, ha già versato sul suo gregge le abbondanti benedizioni largitele senza misura dal S. Padre nostro Leone XIII; venga come prima lo può, in questa povera casa, sarà per pochissimi giorni, troverà sempre pronta la sua cellatta ed il comodo ancora per l'ospitalità della sua corte. Venga, a benedirci di presenza, a indirizzarci nella fedele corrispondenza alla santa vocazione. Non posso dirle per lettera i gravi motivi che mi spingono a domandar tanta grazia con istanze così vive ed ardite, però crederà certamente che farà molto per la gloria di Dio, per la salute delle anime e per quelle che il Signore vorrà affidare al nostro zelo dall'E. V. Reverendissima bene avviato. Sono tanto convinto di questo gran bene che non mi stan-

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cherei mai di ripeterne le più vive istanze, finché non mi fosse data la sorte di vederla pochi giorni fra noi.

La ringrazio intanto della tenerissima lettera colla quale ha voluto allietare il più bel giorno della vita nostra, e la ringrazio a coro con tutti questi RR. PP. mentre con essi, prostrato al bacio del sacro anello, imploro per tutti la Paterna benedizione.

Palermo, 11 Febbraio 1888

Figlia mia in G. C.,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.È qui il P. Gambino e mi dice che passò nella

stamperia il modulo della pagella del P. Pennicca, ma non sa se fu fatta; come saranno sbrigate le manderò; desidero sapere però quante copie ne vuole.

Pei piatti posso assicurarla, perché li consegnai io stesso, erano 28 e vi era pure la fattura del Signor Scozzari. La S. V. farà avvertito il Rev.mo P. Parroco di questo aneddoto e penserà lui quello che crede di fare.

Salute di tutti bene al solito; gli affari però sono sempre in aumento e si sperimenta difetto di soggetti idonei.

La benedico con tutti. Fanno costì il carnevale le nostre orfauelle? come? La benedico di nuovo.

Palermo, 23 Febbraio 1888

Figlia mia in G. C. (alla Superiora Pasqualina Lauriano in S. Cataldo),

Sia Gesù amato da tutti i cuori!Riscontro la sua ultima pervenutami insieme a

quella di Suor Pacifica.

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La vita dell'uomo sopra la terra è, come dice lo Spirito Santo, una milizia continuata: ed il soldato o trovasi in guerra, o anche in pace, si prepara alla guerra per essere sempre pronto a sapersi difendere, e non restare vergognosamente vinto o prigioniero del suo nemico.

Talune Figlie o per mancanza di giusto criterio o per pigrizia spirituale o per strano indirizzo spirituale, non capiscono lo spirito della loro vocazione, o sapendolo non si risolvono a dir davvero per abbracciarla, o anche volendola abbracciare, per precedente strano indirizzo, non cercano il Dio delle dolcezze, ma le dolcezze di Dio e per questa via non la troveranno mai.

La vita vera è nella fede Iustus ex fide vivit, e questa vita si alimenta solamente della volontà di Dio Et vita in voluntate Domini; chi possiede questa vita ha già il possesso della vita eterna e per conseguenza conosce che tutto ciò che non è eterno è niente: Quod aeternum non est nihil est e per conseguenza si spoglia con facilità delle cose terrene e anche di se stesso, anzi ne sente noia di vedersene impacciato e porta tutto in semplice tolleranza, servendosi delle cose e di se stesso in ciò che non può farne almeno, semplicemente per Dio e per l'eternità; dette anime fortunate, come dice S. Paolo, portano questa vita caduca in pazienza, per questo solamente che serve loro ad acquistarsi l'eterna, e la morte la portano in desiderio, perché la vedono come il principio di quella vera vita. che durerà in eterno, e che qui non possono gustarla per altra via, che per quella della fede nella volontà di Dio.

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Vorrei che il Signore mi desse i lumi ed il tempo opportuno per scrivere un volume su questo argomento tanto interessante e necessario, sviluppandolo in tutta la pratica necessaria alla nostra santa anzi Santissima osservanze, perché le buone figlie mie ad ogni singolo caso potessero trovare un sicuro indirizzo nelle svariate circostanze, nelle quali il nemico infernale cerca di combatterle; ma questo volume ogni buona Suora, che ha lo spirito della Vocazione, deve trovarlo nella Superiora della Casa ove il Signore la manda, e dipendendo in tutto dal suo cenno come dall'oracolo di Dio potrebbero sempre rinnovellarsi nello spirito della fede per combattere sempre e restare vittoriose di tutti i nostri nemici.

Esse invece conferiscono tra loro, si allontanano dalla Superiora, alla quale solamente dovrebbero confidare tutto il proprio cuore, e comunicandosi per questa trasgressione le loro infermità e debolezze vengono a confusione tutte contrarie alla loro eterna salute.

E questo avviene anche quando trattano di cose spirituali tra di loro e in occulto alla Superiora, con la quale solamente debbono trattarle; anzi è in questa occasione che il demonio reca maggior danno, perché le anime si lusingono che quello che fanno è per la gloria di Dio e per la loro eterna salute.

Dica alle buone tre figlie mie, che si ricordino lo spirito di loro vocazione e, animate di santa fede, capiscano che il Signore le ha mandate costì per operare il bene a gloria Sua e a salute dello anime, seguendo in tutto la voce della Santa ubbidienza.

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Fiduciose in questa santa virtù si mettano tranquillamente in ufficio, che il Signore l'aiuterà e staranno bene di anima e di corpo.

Scriverò a Suor Pacifica, a Suor Emerenziana e a Suor Camilla per ora l'esorto a stare tranquille a mettersi in regola per fare la S. Comunione e fare quanto più possono per servire il Signore nei suoi Poverelli.

Le raccomando intanto alla sua carità per metterle in confidenza.

La Suor Pacifica credo che soffre mancanze e non saprà dirle le sofferenze che la travagliano; la S. V. cercherà di metterla in buono rapporto, conte farà con le altre e speriamo che presto potrò avere buone notizie.

La benedico con tutte le Suore, le Orfanelle e i Vecchierelli.

Palermo, 9 luglio 1887

Figlia mia in G. C. (Monreale)4,

Sia Gesù amato da tutti i cuori.Tanto io che Suor Maria procediamo bene alla

guarigione e stiamo bene con tutti e contenti, che le notizie del colera sembra che si allontanino per non dire finite del tutto, e ciò perché gli arrivi da Catania possono nuovamente metterci in angustia. Della nostra città nessuno è stato effetto, i tre casi, veri o non veri, furono in persone venute da Catania, dei quali uno solo morì e due sono guariti. Preghiamo e speriamo che la Mamma nostra, la Vergine S. Rosalia, ed il Patriarca S. Vincenzo ci liberino del tutto; ma sopra ogni cosa

4 Questa lettera e quella che segue sono state trovate quando le lettere precedenti erano in macchina.

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preghiamo che si estingua il maledetto peccato causa di tutti i Inali assai più orrido dello stesso colera!...

Signore, a riguardo della Mamma nostra, fateci conoscere tutto l'orrore dell'inosservanza per evitarla; perché se saremo osservanti, non temeremo alcun male, essendo sempre con voi.

Andiamo alle 40 ore per la ricorrenza della Festività del nostro S. Vincenzo. Io al momento non posso venire per rettificare le cose con S. E. Rev.ma Mons. Arcivescovo, per conseguenza dobbiamo seguire le di lui disposizioni con ogni prudenza. Se Monsignore spontaneamente sospendesse le 40 ore, sarei più lieto che si facesse la festa di S. Vincenzo senza concorso di popolo, e questo, io credo, che sarebbe anche conveniente sotto l'aspetto anche sanitario, trovandoci in momento tanto critico per timore del colera.

Ma se Monsignore vuole che si facciano, in questo caso, voi preparerete per la prima volta l'altare, in maniera che le candele non potessero bruciare i fiori o i parati, se ne faranno, e poi consegnerete al P. Pennicca, o chi potrà essere incaricato dall'Arcivescovo, il vino e tutto l'occorrente che voi potrete apprestare. Ascolterete la S. Messa e farete la S. Comunione pria d'aprirsi la chiesa al culto pubblico, e come voi sarete sopra, all'ora che Monsignore stabilirà, farete la scampanata e farete aprire la grata da Maestro Pietro, perché potesse venire chi vuole. Senza scendere più in chiesa, due sorelle attenderanno sempre in coppia, per caffè dei Sacerdoti celebranti, che devono prenderlo nelle due stanzette di sotto, e non sopra, perché questo sa-

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rebbe contro il volere di Monsignore Arcivescovo, che desidera anche in Chiesa la clausura. Altre due Sorelle potrà destinare per stare attente nella porta di sopra, quante volte quelle, che staranno nella corsea di sotto, potranno avere bisogno di qualche cosa e suoneranno il campanello senza chiamare a voce. Le Sorelle, che prestano servizio sotto, procureranno con santa disinvoltura di non intrecciare nessun discorso o dal fare molte cerimonie, e non mostreranno nessun dispiacere delle disposizioni, date da S. E. Monsignore, nemmeno facendo eco ai discorsi che da qualcuno si potranno fare.

Quando poi sarete sole, andrete a pulire la chiesa e a fare le lampadi lasciando tutto rassettato, come il Sacerdote incaricato le lascia, rimettendo il vino, l'acqua, le ostie e qualunque altra cosa che dovete voi rifornire, e la riconsegna della chiesa ve la farete alla fine delle 40 ore. Se volete adorare il Signore, lungo il giorno, lo farete da una delle stanze che potrete destinare; e al Signore le vostre visite saranno più accette per la vostra obbedienza al Pastore.

Il coro per detti giorni lo farete nella stanzetta destinata per le visite; la ricreazione delle ragazze la farete in punto che non si fanno vedere dal pubblico, che viene in chiesa e così si faranno le 40 ore, si farà l'ubbidienza dell'Arcivescovo e le cose andranno bene.

Scriverò opportunamente al Rev.mo P. Pennicca, perché si metta in tutto di accordo con Mons. Arcivescovo senza fare alcuna difficoltà, e poi quando io potrò avvicinarlo, aggiusteremo le cose per l'avvenire.

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In quanto a Lei, la prego di stare bene e tranquilla e non pensare ad altro, che al suo dovere, per come restò con la Superiora Generale ed io ora le ho scritto. Per le cose passate non pensi a nulla, quando saremo di presenza ci parleremo.

Se mai dispiace a Monsignore che le Sorelle asistano per caffè, potrete consegnare il caffè acconciato e misurato a Maestro Pietro e avrete cura di rifornirlo a mezza scala, quando finisce.

In tutto cercherete di accomodarvi alle disposizioni dell'Arcivescovo senza ostacolo, e Dio vi benedirà dal cielo, come io vi benedico qui in terra.

Stia bene tranquilla con tutti.La benedico di nuovo.

Palermo, 13 agosto 1887

Ill.mo Sig. Assessore (Municipio di Palermo),

La S. V. Ill.ma conosce abbastanza le vive istanze da me fatte sin dall'ottantacinque per ottenere la costruzione di una o due baracche nel giardino della Duchessa Montalbo, da servire in tempi ordinari come dormitori, e di infermerie isolate in caso di qualunque epidemia; le ripetute istanze per la costruzione dei saloni della seconda elevazione del braccio, destinato alle donne, per li quali arrivai ad ottenere, per ordine del Sindaco Verdura, un preventivo di L. 14.000 circa, senza venire all'esecuzione; le istanze per le riparazioni necessarie nel pavimento dell'antica cappella, oggi parterre, per l'accaduta rovina del fabbricato, anteriore alla nostra occupazione della 5 Casa, ad oggetto di conservare

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abitabili i corpi sottostanti, che ora sono inumiditi per le acque piovane e dichiarati inabitabili; le istanze, ripetute fino alla molestia, per ottenere l'acqua potabile del corpo forzato all'ultima elevazione, e come, dietro. averla ottenuta, sono stato costretto ad istanzare e supplicare per vederla rimessa, giacché h iene ad intervalli ed ora manca assolutamente da tre giorni; le istanze anche importune per ottenere che il Municipio acquistasse per me dal Demanio il Palazzo idi Magione a fine di passarvi le donne e lasciare la 5 Casa pei vecchi e pei piccoli maschi, esibendomi a dare cauzione anche su immobili di mia proprietà, finché non potrò esibire l'apoteca in saldo del pagamento fatto al Demanio.

Ho desiderato da tre mesi addietro la visita sanitaria, per fare maggiore urgenza ai provvedimenti necessari, onde trovarci in regola in tempo opportuno. Venuta ora detta visita ha disposto in parte quello che io ho desiderato, irta dichiarando che la casa da me diretta “non risponde niente affatto ai precetti d’igiene” e attesa l'urgenza ha motivato i 10 articoli, che la S. V. Ill.ma ebbe pure comunicati.

Nella mia estrema miseria a Terre Rosse io non mi trovo nelle condizioni della 5 Casa, e per dare pronta esecuzione agli ordini emanati dal Sig. Assessore Paternò, in ordine alla 5 Casa, nulla posso fare senza il suo provvido e paterno aiuto.

E per questo che, ancora non guarito, supplico la S. V. di volermi accordare una particolare udienza per discutere sul da fare e prendere con urgenza le risoluzioni necessarie.

Con ogni osservanza.

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A P P E N D I C E

RIPORTIAMO GLI AUTOREVOLI GIUDIZI DEI DUE CENSORI TEOLOGI, COME È DETTO NELLA

PREFAZIONE.

Il giudizio del primo Censore

Roma, 30 gennaio 1945

Eminenza Reverendissima,Per assolvere l'onorifico incarico affidatomi di

esaminare ai sensi del canone 2068 gli scritti del Servo di Dio Sac. GIACOMO CUSMANO, ho percorso i quattro densi volumi contenenti copie delle lettere scritte dal Servo di Dio negli anni 1861-1888.

Si tratta di lettere oli vario genere, molte occasionali e brevi senza particolare importanza, altre lunghe ed elaborate contenenti direttive e consigli spirituali, dirette di preferenza alle Suore del suo Istituto.

Posso tranquillamente affermare di non aver riscontrato mai in tali lettere alcunché contrario alla fede e ai buoni costumi; di avervi invece trovata larga ed efficace materia di alta edificazione.

Ricostruire la figura morale del Servo di Dio da questi scritti, quantunque oli natura modesta ed intima, redatti per la maggior parte in fretta, sotto l'assillo dell'urgenza non è troppo agevole: tuttavia è facile dedurre quali fossero le virtù caratteristiche e dominanti del suo spirito.

È un'anima ardente, esuberante, come è confermato anche dalla fluente naturale eloquenza delle sue espressioni. Lo zelo per la gloria di Dio e per la salvezza spirituale e

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per il soccorso materiale dei suoi prossimi - specialmente dei più umili coi infelici - è la nota dominante oli questi scritti.

La carità più accesa ed impavida, di fronte anche alle prove più dolorose, ispira e muove il Servo di Dio, che veramente appare « omnibus omnia factus » per tutti salvare.

Le direttive poi che impartisce, talvolta con notevole ampiezza, alle anime che cooperano con lui alla redenzione dei poveri, sono soprannaturalmente sapienti e fondate sulle più sicure ed austere basi dell'ascetica e della mistica cattolica.

Vuole dalle sue Suore rinnegamento di sé stesse, spirito ali umiltà e di obbedienza schietto e senza limiti, assidua preghiera confortata dalla più filiale e confidenza nel Signore. I suoi maestri e modelli sono S. Francesco d'Assisi e S. Vincenzo de' Paoli, che dovrebbero essere le guide e gl'ispiratori del suo umile Istituto.

E' difficile accennare alle pagine migliori di questi scritti, ridondanti ed impregnate di santità. Noterò tra le più belle, a modo di esempio: nel I° volume la lettera n. 80 con mistiche elevazioni sulla SS. Eucaristia, la 81 sul dolore; nel II° volume la 35 sull'elemosina, la 293 sulla generosità; nel quarto, la 4 in cui ci dà una specie di storia della sua opera. Per la sapienza e prudenza delle sue direttive spirituali, mi sembra che emergano le lettere 291 del II° vol., la 30 del secondo le 47, 203, 211, 217 del quarto.

Si nota anche un progressivo elevarsi detta perfezione del Servo di Dio quanto più si avvicina la fine della vita.

Oltre alle virtù soprannaturali è dato ammirare nelle lettere la prudenza e la naturale perspicacia dell'uomo, la sua instancabile attività, il suo spirito pratico, l'abilità non comune anche negli affari temporali e cognizioni non ordinarie della medicina e della farmacologia.

Il suo ingegno dovette essere sveglio e buoni i suoi studi particolarmente letterari. come è dimostrato dall'unico opuscoletto stampato allegato agli scritti (Palermo 1871) «Sopra alcune deliberazioni del Consiglio direttivo del deposito di

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mendicità» squisito componimento letterario-giuridico che avrebbe fatto onore al più abile avvocato del foro.

Concludo formulando sommessamente il voto e l'augurio che questa bella figura di sacerdote benefattore dei poveri possa presto essere proposto alla venerazione dei fedeli, ora specialmente che le inaudite devastazioni della guerra hanno reso più urgente l'esercizio della carità verso le schiere innumerevoli dei poveri e degli abbandonati.

Sottomettendo con la più grande umiltà il mio voto alla sapienza dell'Eminenza Vostra, mi onoro prostrarmi al bacio della S. Porpora e professarmi

dell'Eminenza Vostra Reverendissima umil.mo obbl.mo dev.mo servo

Il giudizio del secondo Teologo CensoreRoma, 10 Gennaio 1946

Eminenza Reverendissima,In adempimento del venerato incarico ricevuto da V.E.

ho letto con la massima attenzione gli scritti del Servo di Dio Sacerdote palermitano Giacomo Cusmano.

Questi scritti sono stati riuniti in quattro grossi volumi e consistono in un copioso epistolario, in cui la prima lettera ha la data del 16 agosto 1861 e l'ultima è del 1888.

La maggior parte di queste lettere sono state scritte dal Rev. Cusmano alla propria sorella Vincenzina, divenuta poi una delle « Serve dei Poveri » da lui istituite; le altre rappresentano la sua corrispondenza con Suore della stessa Associazione per guidarle e confortarle spiritualmente; con i fratelli e i parenti che molto amava; con i Sacerdoti che Egli aveva stretti a sé in un'altra Associazione. alla quale aveva dato il nome di «Missionari del Boccone del Povero»; con persone varie, con le quali era in relazione di affari a causa delle opere caritative che il Cusmano aveva create dal nulla e che riu-

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sciva a tenere in vita mediante l'impiego di un'attività ingegnosa e al tempo stesso intensissima.

Quasi tutte le lettere del Sac. Cusmano incominciano con la espressione di un desiderio santo: « Sia Gesù amato da tutti i cuori ».

Esse rivelano un'ardente anima sacerdotale, incessantemente protesa a perfezionare sé stessa mediante l'esercizio di ogni virtù col anche a sorreggere e ad illuminare le anime, e sembra fossero molto numerose, che si affidavano al suo zelo di apostolo.

Devo notare, a questo proposto, un fatto che mi ha colpito vivamente durante la lettura e che non è privo d'importanza. Il Servo di Dio Don Cusmano non possedeva, a mio avviso, una vasta e nutrita cultura né teologica, né filosofica, né letteraria, giacche uscito dal Seminario non aveva continuato a studiare e quindi ad approfondire quei vagii problemi di carattere scientifico, i quali sui banchi della scuola, vengono appena enunciati. Egli non era uomo di studio, ma di azione. Tuttavia in ciascuna delle lettere che trattino esclusivamente argomenti religiosi o contengono discussioni con anime deboli nella fede o tormentate dal dubbio, il Cusmano, trascinato e illuminato dal fuoco della sua carità, non solo diviene eloquente e in sommo grado stringente e persuasivo nelle sue argomentazioni che desume spesso dalla Sacra Scrittura, commentata col applicata con rara perizia; ma appare un vero ed espertissimo maestro di mistica e di ascetica. Il suo stesso stile, asciutto e pedestre affrettato e asintattico, in queste lettere, alcune delle quali sono lunghissime, raggiunge quasi sempre, in specie nelle perorazioni, le altezze di un affascinante lirismo sacro. Non è parola, ma fuoco divampante, perché incontenibile! Leggendo e confrontando, ho pensato più di una volta, a quel tempo lontano dell'Antico Testamento, in cui la mente del Profeta era direttamente illuminata dal Divino Spirito.

Ho detto «Confrontando».Il confronto si fa, necessariamente, con le altre lettere del

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Sac. Cusmano, di argomento affaristico, le quali rivelano un diverso aspetto della sua complessa personalità.

Vi appare infatti dotato di una buona dose di astuzia, c collerico fino al punto da perdere il controllo di se stesso, lasciandosi sfuggire una frase che colpisce subito e suscita una ingrata meraviglia.

Manca in essa quel riserbo linguistico che sa e usa dire cose aspre senza ricorrere alla scurrilità della parola. Astuto mi è sembrato il Sac. Cusmano quando enuncia, sia pure a fine di bene, questo principio: «la bugia non si deve dir mai, ma la verità non si deve dire sempre », il qual principio ricorda molto la famosa opinione del Macchiavelli che il fine giustifica i mezzi (Vol. I pag. 68, lettera del 4 aprile 1872). Altrove, egli scrive ad uno dei Sacerdoti che erano entrati nell'Associazione da lui fondata: « Per la posizione di queste cose, V. S. mi consiglia di poter mandare in cotesta casa talune Poverelle di queste? Mi scriva, perché sarebbe una bella risorsa: divide et impera » (Lettera n. 83 del Vol. I).

Dall'intero epistolario si deduce integra e luminosa la figura del Servo di Dio Sac. Giacomo Cusmano, così come appare fortissimo nel sopportare una vergognosa infermità (una fistola anale) che deve averlo tormentato per tutta la vita, senza che per questo egli si concedesse un istante di riposo. «Una sola cosa di buono - esclama - offre questa bassa e misera vita, col è il patire per amor di Dio » (Lettera del 24 Settembre 1874. alle sorelle Calascibetta).

E la sua fervida pietà? La Madonna è da Lui chiamata, sempre, « la Mamma santissima ». A pag. 80 del volume primo lego una splendida pagina sulla Eucarestia. La notizia che due ricoverati in uno dei suoi Istituti sono morti nel giorno di Pasqua del 1886, senza assistenza di un Sacerdote che si era rifiutato di accorrere gli fa chiedere subito: «Erano stati viatificati? se no, il mio dolore sarebbe senza misura e desidero saperlo per fare tutte le istanze perché un simile caso non si ripeta».

Ho riscontrato anche un suo accenno ad una unione con

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Dio che sembra più intima di quanto possa accadere ordinariamente ad anime pur sante. Il 28 maggio 1864, scriveva il Sac. Cusmano alla sorella diletta, divenuta poi Suora: «Dio imprime in essa (vuol dire nell'anima mia) la sua impronta che si riserba di svelare appreso, lasciandomi per ora in una sorpresa ed in uno stupore che io non so affatto spiegare. Oh! come sono arcane col incomprensibili le vie di Dio! Egli solo sa quello che fa ». Questa lettera (Vol. I pag. 27) dichiara oli scriverla per « imposizione di obbedienza »; era « riserbata » alla sola sorella e questa era pregata di lacerare il foglio, appena letto: la qual cosa non fu eseguita. Pochi giorni prima aveva scritto alla predetta sorella: « Oli soave e dolcissima volontà di Dio, tu sei la vera felicità in cielo e in terra ».

Ciò premesso, esprimo il seguente

V O T O

1) Negli scritti del Servo di Dio Sac. palermitano Giacomo Cusmano nulla ho riscontrato che sia contrario ai dogmi e alle dottrine sia teologiche, sia filosofiche della Chiesa, nei riguardi della Fede; nulla che possa offendere i buoni costumi. Quanto a due sue affermazioni che, considerate in astratto,non concordano con gl'insegnamenti della morale cattolica («la verità non si deve dire sempre » e « divide et impera ») mi è risultato, nel corso della lettura, che esse non rappresentano l’habitus mentis del Servo di Dio, ma sono due espressioni suggerite a lui da causa occasionale e per la necessaria migliore soluzione di due casi particolari.

2) Gli scritti rivelano, nel Servo di Dio, un'indole amabile e schietta, vivacissima e generosa. Dai medesimi è facile dedurre che la sua fede in Dio era illimitata. la sua speranza incessante, la sua carità, verso il prossimo e verso le anime che a lui ricorrevano per averlo come guida della loro vita spirituale, pronta ed inesauribile; appare anche prudente nella trattazione di affari pravi o molesti, temperante in ogni cosa che riguardasse la sua persona, fortissimo nel sopportare avversità di ogni genere e una infermità corporale di cui non potè mai liberarsi completamente.

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Errata corrigeNonnò Nonno Pg. 14 r. 12avvisase Avvisare Pg. 73 r. 16cencedute concedute Pg. 203 r. 28vecchierellie vecchierelle Pg. 283 r. 25Tuttl tutti Pg. 284 r. 26Cillà città Pg. 286 r. 27Affarr affare Pg. 380 r. 20Natate Natale Pg. 428 r. 27O Io Pg. 449 r. 21

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Correzioni apportate

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