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L’ isola L’ isola Lachea Lachea

L isola Lachea L isola Lachea. L'Isola Lachea ha una pianta allungata, quasi ellittica con l'asse maggiore di circa 250 m e quello minore di circa 150

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L'Isola Lachea ha una pianta allungata, quasi ellittica con l'asse maggiore di circa 250 m e quello minore di circa 150 m, e consuperficie di poco più di due ettari. Essa rappresenta la maggiore delle minuscole isolette (Faraglioni dei Ciclopi) situate poco al largo di Acitrezza. Le parti sommitali dell'Isola e del "Faraglione grande" sono costituite dalle argille di colore biancastro che ricoprono le formazioni basaltiche. Queste ultime rappresentano i resti di un unico originario laccolite che raggiungendo la lunghezza di circa un chilometro nella sua dimensione orizzontale maggiore, appare oggi parzialmente smantellato dall'azione erosiva del mare.

Questa massa intrusiva subvulcanica è costituita prevalentemente da lave colonnari che, a contatto con le sovrastanti argille metamorfosate dal calore, presentano minerali caratteristici, tra cui l'analcime (silicato di sodio e alluminio). Al contatto con le lave, le argille si presentano deformate e indurite per circa 10-15 metri di spessore formando un orlo termometamorfico attorno all'intrusione magmatica, dovuto all'azione penetrante del calore durante il raffreddamento di quest'ultima.

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Isole dei Ciclopi Nell'area di Acitrezza e Acicastello, nel basso versante sudorientale dell'Etna,

affiorano i prodotti delle prime manifestazioni vulcaniche etnee. Queste sono rappresentate da vulcaniti sottomarine (basalti ad affinità tholeitica) emesse da 500.000 a 200.000 anni fa. 

Le prime manifestazioni di questo vulcanismo risultano contemporanee alla sedimentazione di argille marnose del Pleistocene medio, affioranti estesamente a sud dell'edificio etneo e lungo la costa ionica, che costituiscono il substrato sedimentario del vulcano. Nell'Isola Lachea e nei Faraglioni dei Ciclopi sono esposti magnifici esempi di queste manifestazioni eruttive i cui prodotti risultano intercalati alle argille pre-etnee o poggianti su di esse. Queste masse eruttive sono state interpretate come intrusioni a debole profondità ed in minor misura come effusioni in ambiente subacqueo. Le prime sono costituite da lave massicce e/o colonnari, affioranti nell'Isola Lachea e nei Faraglioni, mentre le seconde sono rappresentate da lave a pillows e ialoclastiti, affioranti nella rupe di Acicastello, lungo le coste a nord di Acitrezza e sulla collina a monte di quest'ultima località.

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LE ORIGINILE ORIGINI

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Nell'area di Acitrezza e Acicastello, nel basso versante sudorientale dell'Etna, affiorano i prodotti delle prime manifestazioni vulcaniche etnee. Queste sono rappresentate da vulcaniti sottomarine (basalti ad affinità tholeitica) emesse da 500.000 a 200.000 anni fa.                                                             

Le prime manifestazioni di questo vulcanismo risultano contemporanee alla sedimentazione di argille marnose del Pleistocene medio, affioranti estesamente a sud dell'edificio etneo e lungo la costa ionica, che costituiscono il substrato sedimentario del vulcano. Nell'Isola Lachea e nei Faraglioni dei Ciclopi sono esposti magnifici esempi di queste manifestazioni eruttive i cui prodotti risultano intercalati alle argille pre-etnee o poggianti su di esse. Queste masse eruttive sono state interpretate come intrusioni a debole profondità ed in minor misura come effusioni in ambiente subacqueo. Le prime sono costituite da lave massicce e/o colonnari,affioranti nell'Isola Lachea e nei Faraglioni, mentre le seconde sono rappresentate da lave a pillows e ialoclastiti, affioranti nella rupe di Acicastello, lungo le coste a nord di Acitrezza e sulla collina a monte di quest'ultima località.

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La nascita dell'Isola Lachea e dei Faraglioni dei Ciclopi è quindi da fare risalire a circa 500.000 anni fa allorché l'ampio golfo che allora occupava quasi tutta l'area dove attualmente si estende l'Etna fu interessato da un'intensa attività eruttiva a carattere sottomarino. Successivamente si verificò un rapido sollevamento di tutta l'area che determinò l'affioramento delle argille pleistoceniche e lo spostamento delle manifestazioni eruttive che man mano divennero subaeree e coprirono con i loro prodotti gran parte delle precedenti colate sottomarine. Resti delle vulcaniti dovute alle eruzioni sottomarine avvenute nell'ampio golfo pre-etneo oggi si rinvengono soltanto nella zona di Aci Castello, Aci Trezza e Ficarazzi ove sono rappresentate da affioramenti di lave a cuscini (pillows), brecce ialoclastiche (vetro rotto) ed intrusioni magmatiche a debole profondità. Una caratteristica dell'affioramento delle lave a pillows è quella di avere resti di argilla negli interstizi che si aprono tra i pillows, determinata dal fatto che l'effusione si è verificata in un fondale marino poco profondo con sedimenti argillosi ancora allo stato di fanghiglia e quindi facilmente inglobabili.Particolarmente interessante è l'affioramento di lave colonnari che in alcuni punti (Isola Lachea e Faraglioni) conservano nella parte sommitale uno strato di argille cotte dal magma (termometamorfosate), dando luogo ad interessanti fenomeni di formazione di minerali caratteristici, come l'analcime. Queste lave colonnari sono i resti di un'intrusione sottomarina verificatasi all'interno delle argille già depositate. Questo ha causato la "cottura" delle stesse argille che rappresentano attualmente la parte superiore dell'isola Lachea.

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I BASALTI COLONNARI I basalti colonnari sono maestose formazioni basaltiche la cui presenza

evidenzia nel territorio un'attività eruttiva submarina o la presenza di antichi vulcani ormai spenti.

Essi si presentano come colonne a sezione pentagonale o esagonale e possono essere disposti:

1) verticalmente (a canne d'organo) a Nord-Est del Faraglione Grande, dove raggiungono una considerevole altezza, nel porto vecchio di Acitrezza, a Sud dell'isola Lachea.In una zona del porto vecchio, visibile dal Lungomare, si possono ammirare solo le testate dei basalti, poiché le colonne non sono ancora emerse; la zona rappresenta un condotto di alimentazione che il bradisismo e l'erosione ha portato alla luce e ricorda il selciato dei Giganti dell'irlandese Contea di Antrim.

Testate dei basalti colonnari porto di Acitrezza

Testate dei basalti colonnari porto di

Acitrezza

Basalti colonnari a canna d'organo -

Faraglione Grande

Basalti colonnari obliqui - I Faraglionelli

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2) orizzontalmente, come nel lungomare Scardamiano(ACICASTELLO).

Basalti colonnari a ventaglio - Monte Vamboleri

3) a ventaglio, come quelli the si osservano sul Monte Vamboleri o nel secondo faraglione.

I basalti colonnari sono strettamente collegati ai pillows perché costituiscono il condotto di alimentazione da cui è salito il magma proveniente dal mantello attraverso la frattura creata nel fondale marino nel corso dell' eruzione submarina. La caratteristica fessurazione che presentano è dovuta alla contrazione cui la lava è soggetta durante il raffreddamento. In cima ai basalti colonnari, quindi, solitamente, si formano i pillows. Nel territorio di Acitrezza sulle testate dei basalti colonnari i pillows mancano perché la forza demolitrice del mare li ha asportati, mentre essi sono presenti nelle zone che più hanno resistito all'abrasione marina.

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LA FAUNA Il panorama faunistico dell'isola Lachea, anche se alquanto limitato in relazione alle

ridottissima superficie ed alla estrema povertà di ambienti, è abbastanza vario e comprende rappresentanti di parecchi gruppi animali, soprattutto invertebrati, che successivamente alla sua emersione dalle acque l'hanno colonizzata a partire da popolazioni della vicinissima Sicilia; si tratta per lo più di elementi di ampia valenza ecologica che ben sopportano le avverse condizioni ambientali a cui sono soggetti, in particolare l'elevato grado di salinità e le forti escursioni termiche giornaliere. Tra gli invertebrati sono stati rinvenuti componenti di vari gruppi tra cui Isopodi, Diplopodi, Collemboli, Coleotteri, Imenotteri e Lepidotteri. In particolare, tra gli Aracnidi Gnafosidi vanno segnalati lo Zelotes messinai, specie endemica di Sicilia, e l'Urozelotes mysticus allo stato attuale noto unicamente per l'Isola Lachea.

I vertebrati, a parte gli Uccelli, sono presenti in misura molto ridotta. Del tutto assenti rane e rospi (Anfibi), essi sono rappresentati da qualche Mammifero Roditore e da pochi Rettili Sauri; questi ultimi annoverano l'elemento certamente più caratterizzante l'intera fauna dell'isoletta, la lucertola Podarcis sicula ciclopica; si tratta di sottospecie endemica, cioè che non si trova al di fuori dell'Isola Lachea. Anche se resta ancora da confermare con studi moderni se essa abbia il valore di una vera sottospecie oppure sia una semplice varietà, in ogni caso rimane il fatto che la popolazione di lucertole dell'isola Lachea è da lungo tempo isolata, probabilmente diverse migliaia di anni, e si è evoluta indipendentemente e diversamente da quelle che vivono sulla costa siciliana antistante e dalle quali è quasi certamente derivata.

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Altri rettili sono l'Hemidactilus turcicus turcicus e la Tarentola mauritanica mauritanica), volgarmente noti col nome locale di "zzazzamiti", sauri abituati alla vicinanza dell'uomo e legati alla sua attività e che si incontrano molto frequentemente sui muri, anche delle abitazioni.

Più elevato è il numero di specie di Uccelli che si possono incontrare sull'isola Lachea; data lagrande mobilità di questi animali, praticamente la maggior parte dell'avifauna che vive nell'antistante litorale, sia stanziale che di passo, vi si può trovare.Poche specie utilizzano questi luoghi come sito dinidificazione, come la passera sarda(Passer hispaniolensis) e l'elegante ballerinagialla (Motacilla cinerea).

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Più numerose sono le specie che visitano occasionalmente quest'isoletta e i vicini Faraglioni soltanto per la ricerca di cibo oppure come luogo di sosta; oltre alla diffusissima gazza (Pica pica),al verzellino (Serinus serinus), al fanello (Cardueliscannabina), alla sterpazzolina (Sylvia cantillans),alla tottavilla (Lullula arborea), all'occhiocotto (Sylviamelanocephala) e al piropiro piccolo (Actitis hypoleucos),non è raro incontrare anche rapaci come il falco di palude(Circus aeruginosus), il falco pellegrino (Falco peregrinus)e persino trampolieri e limicoli. La Lachea offre anche rifugio durante il periodo di svernamento ad uccelli marini, quali il gabbiano reale mediterraneo (Larus cachinnans), il gabbiano comune (Larus ridibundus) e il cormorano (Phalacrocorax carbo).

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LA FLORA Conseguentemente al pesante e prolungato disturbo antropico, l'isola Lachea risulta

interessata da una vegetazione molto degradata con aspetti alquanto eterogenei e poco tipificabili. Le specie presenti sono quasi tutte da ascrivere ad aspetti nitrofili e molte sono quelle introdotte a scopo ornamentale (Casuarina equisetifolia, Thuja orientalis, Pittosporum tobira). Ben rappresentate le alofite rupicole dei Crithmo-Limonietea quali Reichardia picroides var. marittima, Lotus cytisoides, Crithmum maritimum,Allium commutatum, Inula crithmoides, come pure Suaedavera, specie alonitrofila.                      

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Nelle piccole depressioni soggette agli spruzzi delle onde si insedia una particolare vegetazione effimera alosubnitrofila che, per la presenza di Plantago coronopus, Paraphoplis incurva, Catapodium maritimum, Frankenia pulvurulenta, rientra nei Frankenietalia pulvurulentae. I restanti aspetti vegetazionali per la presenza di Olea europaea oleaster, Artemisia arborescens e Asparagus albus, potenzialmente, potrebbero evolvere verso aspetti di macchia dell'Oleo-Ceratonion.

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Programma Operativo Nazionale “La Scuola per lo Sviluppo”Annualità 2005 PROGETTO PON 1-1H-2005-25 HELIANTHUS II-Educazione ambientale Modulo 8

Liceo Scientifico Galilei

Prof: Giovanni La Villa

Alunne: La Spina Francesca

Andronico Roberta

Classe: 2 P