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di Roberto Nardi VENEZIA Un racconto di storie d'autore dell'Italia del secolo scorso. Una narrazione, quella proposta dal- la mostra «L'Italia dei fotografi», all'M9-Museo del Novecento, a Mestre, fino al 16 giugno prossi- mo, fatta di 230 immagini, ora di forte impronta sociale, come gli omicidi di mafia di Letizia Batta- glia o «I travestiti» di Lisetta Car- mi, ora di suggestive istantanee, percezioni di paesaggi, come per Luigi Ghirri, ora di realtà-fin- zione, come per gli scatti di Ta- zio Secchiaroli sul set di «Ama- cord» dove il vero protagonista è Federico Fellini più che gli atto- ri. L'esposizione curata da Denis Curti, la prima mostra «tempora- nea» promossa dal Museo multi- mediale dedicato al «secolo bre- ve» inaugurato alcune settima- ne fa, si muove lungo una narra- zione a più voci, 24 «storie d'au- tore», chiamate ad offrire più spunti, più letture di un Paese che dopo la fine della Seconda guerra mondiale ha visto la foto- grafia assurgere, anche sulle rivi- ste o sui quotidiani, a una fun- zione di testimonianza di una volontà collettiva di riscossa. Ogni parte del «racconto» per immagini della mostra sembra convergere verso specifiche aree tematiche - La ricerca socia- le, Le città, Il cinema, Il paesag- gio, La sperimentazione e I nuo- vi orizzonti - ma è tale la forza di ogni singolo fotografo che la rap- presentazione finale dell'Italia del '900 è come in un caleidosco- pio frutto di 24 pezzi distinti che formano una visione unica. «Proprio dall'eterogeneità au- toriale e dalle singole personali- tà succedutesi nel Novecento», scrive il curatore in catalogo (edizione Marsilio), «nasce la scelta curatoriale della mostra, che costruisce un percorso attra- verso ventiquattro progetti uni- ci». Il visitatore si imbatte nei ri- tratti dei divi dagli anni Trenta agli anni Cinquanta di Arturo Ghergo, quando l'attrice ritratta «finisce quasi per svenire dallo sforzo al quale è sottoposta sot- to le luci calde dei riflettori», per poi fare un tuffo che dal dopo- guerra porta alle metropoli del 2000. Si attraversa il sociale de «Le vacanze» di Riccardo Mon- calvo o degli istanti «eterni» del- la vita della gente emiliana della fine degli anni '50 di Nino Mi- gliori, dei preti di Mario Giaco- melli, della Milano del «Bar Ja- maica» di Ugo Mulas, degli inter- ni dei manicomi del «Morire di Classe» di Gianni Berengo Gar- din e Carla Cerati (anche impie- tosa «lettrice» delle serate mon- dane scaligere in «Mondo Cock- tail»). Ci si immerge nel paesag- gio, nelle città, nelle mutazioni della società con le fabbriche di Gabriele Basilico, la Venezia not- turna e senza persone di Luca Campigotto, gli spazi saturi di colori di Franco Fontana, la Na- poli di Mimmo Jodice, il «neo- realismo» di Fulvio Roiter, fino alle spiagge con bagnanti degli inizi degli anni '90 di Massimo Vitali, come se fossero per l'auto- re segni-farfalle da studiare per cercare di capire un Paese in ra- pido cambiamento. A offrire al- tre suggestioni, ad aprire altri in- terrogativi, le foto di Olivo Bar- bieri, Giovanni Chiaromonte, Mario Cresci, Mario De Biasi, Maurizio Galimberti, Francesco Jodice, Ferdinando Scianna. ©RIPRODUZIONE RISERVATA LA MOSTRA L’Italia dei fotografi in 230 scatti d’autore Nel Museo multimediale di Mestre un’esposizione di immagini per raccontare a più voci il Novecento del Belpaese Sopra foto di Sgherri, qui una di Migliori e a destra in alto una di Moncalvo Una foto di Massimo Vitali Ci si immerge nel paesaggio, nelle città, nelle mutazioni della società fino alle spiagge con bagnanti degli inizi degli anni '90 di Massimo Vitali ROMA «Per quarant'anni, ci siamo di- vertiti tantissimo». Elegante, gar- bata, ma con quell'ironia sem- pre al momento giusto, Iaia Fia- stri lo ripeteva spesso. Quel «noi» erano lei, Pietro Garinei e Sandro Giovannini, ovvero il trio che insieme alle note eterne del maestro Armando Trovajoli ha inventato la commedia musi- cale italiana (con titoli che han- no fatto però il giro del mondo). Sceneggiatrice e autrice teatrale, Iaia Fiastri se n'è andata, l’altro ieri, a Roma, all'età di 84 anni - proprio mentre il “suo” titolo, Aggiungi un posto a tavola, era in scena al Teatro Brancaccio di Roma - ultima portavoce di que- gli anni e di quel «gran diverti- mento», condiviso soprattutto sulle tavole del Teatro Sistina di Roma. Proprio nella capitale, cui con Garinei e Giovannini dedicò tan- ta parte del suo lavoro, la Fiastri era nata il 15 settembre del 1934, al secolo Maria Grazia Pacelli. Studi in filosofia alle spalle, era stata tra le prime autrici donna dei caroselli con Massimo Sara- ceni. Con quello stile disinvolto e immediato, ma sempre venato di sensibilità e umorismo, passò poi al cinema, nel '64, con un episodio, firmato da Mino Guer- rini, del film L'idea fissa. Dall'in- contro con Franco Brusati nac- quero le sceneggiature per Pane e cioccolata e Dimenticare Vene- zia, il primo con Nino Manfredi operaio emigrato che cerca di farsi accettare in Svizzera, il se- condo sul tema dell'omosessua- lità con anche Mariangela Mela- to ed Eleonora Giorgi, che arrivò alla candidatura per il Miglior film straniero agli Oscar. Ma è nel 1969 l'incontro professiona- le della sua vita, quando Garinei e Giovannini, già coppia d'oro del teatro italiano dopo i trionfi di Rinaldo in campo con Modu- gno, gli show con Delia Scala e Renato Rascel e Rugantino, la chiamano a sostituire Luigi Ma- gni nella stesura di Angeli in ban- diera. Da allora uno dopo l'altro i tre firmano i grandi successi di Alleluja Brava gente. E poi Ac- cendiamo la lampada, Taxi a due piazze, Se il tempo fosse un gambero. Ma soprattutto, Ag- giungi un posto a tavola, che nel '73 portò in scena (con un John- ny Dorelli in stato di grazia, la storia di un Dio così infuriato da infliggere un secondo diluvio universale. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Iaia Fiastri, aggiungi un posto in cielo È morta a 84 anni la scrittrice autrice di commedie per Garinei e Giovannini La scrittrice Iaia Fiastri DOMENICA 30 DICEMBRE 2018 IL CENTRO Società 35

L Italia dei fotografi in 230 scatti d autore · 2021. 1. 25. · del maestro Armando Trovajoli ha inventato la commedia musi-cale italiana (con titoli che han-no fatto però il giro

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Page 1: L Italia dei fotografi in 230 scatti d autore · 2021. 1. 25. · del maestro Armando Trovajoli ha inventato la commedia musi-cale italiana (con titoli che han-no fatto però il giro

di Roberto Nardi◗ VENEZIA

Un racconto di storie d'autore dell'Italia del secolo scorso. Una narrazione, quella proposta dal-la mostra «L'Italia dei fotografi», all'M9-Museo del Novecento, a Mestre, fino al 16 giugno prossi-mo, fatta di 230 immagini, ora di forte impronta sociale, come gli omicidi di mafia di Letizia Batta-glia o «I travestiti» di Lisetta Car-mi, ora di suggestive istantanee, percezioni di paesaggi, come per Luigi Ghirri, ora di realtà-fin-zione, come per gli scatti di Ta-zio Secchiaroli sul set di «Ama-cord» dove il vero protagonista è Federico Fellini più che gli atto-ri.

L'esposizione curata da Denis Curti, la prima mostra «tempora-nea» promossa dal Museo multi-mediale dedicato al «secolo bre-ve» inaugurato alcune settima-ne fa, si muove lungo una narra-zione a più voci, 24 «storie d'au-tore», chiamate ad offrire più spunti, più letture di un Paese che dopo la fine della Seconda guerra mondiale ha visto la foto-grafia assurgere, anche sulle rivi-ste o sui quotidiani, a una fun-

zione di testimonianza di una volontà collettiva di riscossa. Ogni parte del «racconto» per immagini della mostra sembra convergere verso specifiche aree tematiche - La ricerca socia-le, Le città, Il cinema, Il paesag-gio, La sperimentazione e I nuo-

vi orizzonti - ma è tale la forza di ogni singolo fotografo che la rap-presentazione finale dell'Italia del '900 è come in un caleidosco-pio frutto di 24 pezzi distinti che formano una visione unica.

«Proprio dall'eterogeneità au-toriale e dalle singole personali-

tà succedutesi nel Novecento», scrive il curatore in catalogo (edizione Marsilio), «nasce la scelta curatoriale della mostra, che costruisce un percorso attra-verso ventiquattro progetti uni-ci». Il visitatore si imbatte nei ri-tratti dei divi dagli anni Trenta

agli anni Cinquanta di Arturo Ghergo, quando l'attrice ritratta «finisce quasi per svenire dallo sforzo al quale è sottoposta sot-to le luci calde dei riflettori», per poi fare un tuffo che dal dopo-guerra porta alle metropoli del 2000. Si attraversa il sociale de

«Le vacanze» di Riccardo Mon-calvo o degli istanti «eterni» del-la vita della gente emiliana della fine degli anni '50 di Nino Mi-gliori, dei preti di Mario Giaco-melli, della Milano del «Bar Ja-maica» di Ugo Mulas, degli inter-ni dei manicomi del «Morire di Classe» di Gianni Berengo Gar-din e Carla Cerati (anche impie-tosa «lettrice» delle serate mon-dane scaligere in «Mondo Cock-tail»). Ci si immerge nel paesag-gio, nelle città, nelle mutazioni della società con le fabbriche di Gabriele Basilico, la Venezia not-turna e senza persone di Luca Campigotto, gli spazi saturi di colori di Franco Fontana, la Na-poli di Mimmo Jodice, il «neo-realismo» di Fulvio Roiter, fino alle spiagge con bagnanti degli inizi degli anni '90 di Massimo Vitali, come se fossero per l'auto-re segni-farfalle da studiare per cercare di capire un Paese in ra-pido cambiamento. A offrire al-tre suggestioni, ad aprire altri in-terrogativi, le foto di Olivo Bar-bieri, Giovanni Chiaromonte, Mario Cresci, Mario De Biasi, Maurizio Galimberti, Francesco Jodice, Ferdinando Scianna.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

LA MOSTRA

L’Italia dei fotografi in 230 scatti d’autoreNel Museo multimediale di Mestre un’esposizione di immagini per raccontare a più voci il Novecento del Belpaese

Sopra foto di Sgherri, qui una di Migliori e a destra in alto una di Moncalvo Una foto di Massimo Vitali

Ci si immergenel paesaggio,

nelle città, nelle mutazioni della società fino alle spiagge con bagnantidegli inizi degli anni '90 di Massimo Vitali

◗ ROMA

«Per quarant'anni, ci siamo di-vertiti tantissimo». Elegante, gar-bata, ma con quell'ironia sem-pre al momento giusto, Iaia Fia-stri lo ripeteva spesso. Quel «noi» erano lei, Pietro Garinei e Sandro Giovannini, ovvero il trio che insieme alle note eterne del maestro Armando Trovajoli ha inventato la commedia musi-cale italiana (con titoli che han-no fatto però il giro del mondo). Sceneggiatrice e autrice teatrale, Iaia Fiastri se n'è andata, l’altro ieri, a Roma, all'età di 84 anni - proprio mentre il “suo” titolo,

Aggiungi un posto a tavola, era in scena al Teatro Brancaccio di Roma - ultima portavoce di que-gli anni e di quel «gran diverti-mento», condiviso soprattutto sulle tavole del Teatro Sistina di Roma.

Proprio nella capitale, cui con Garinei e Giovannini dedicò tan-ta parte del suo lavoro, la Fiastri era nata il 15 settembre del 1934, al secolo Maria Grazia Pacelli. Studi in filosofia alle spalle, era stata tra le prime autrici donna dei caroselli con Massimo Sara-ceni. Con quello stile disinvolto e immediato, ma sempre venato di sensibilità e umorismo, passò

poi al cinema, nel '64, con un episodio, firmato da Mino Guer-rini, del film L'idea fissa. Dall'in-contro con Franco Brusati nac-quero le sceneggiature per Pane e cioccolata e Dimenticare Vene-zia, il primo con Nino Manfredi operaio emigrato che cerca di farsi accettare in Svizzera, il se-condo sul tema dell'omosessua-lità con anche Mariangela Mela-to ed Eleonora Giorgi, che arrivò alla candidatura per il Miglior film straniero agli Oscar. Ma è nel 1969 l'incontro professiona-le della sua vita, quando Garinei e Giovannini, già coppia d'oro del teatro italiano dopo i trionfi

di Rinaldo in campo con Modu-gno, gli show con Delia Scala e Renato Rascel e Rugantino, la chiamano a sostituire Luigi Ma-gni nella stesura di Angeli in ban-diera. Da allora uno dopo l'altro i tre firmano i grandi successi di Alleluja Brava gente. E poi Ac-cendiamo la lampada, Taxi a due piazze, Se il tempo fosse un gambero. Ma soprattutto, Ag-giungi un posto a tavola, che nel '73 portò in scena (con un John-ny Dorelli in stato di grazia, la storia di un Dio così infuriato da infliggere un secondo diluvio universale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Iaia Fiastri, aggiungi un posto in cieloÈ morta a 84 anni la scrittrice autrice di commedie per Garinei e Giovannini

La scrittrice Iaia Fiastri

DOMENICA 30 DICEMBRE 2018 IL CENTRO Società 35