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4 Domenica 12 Agosto 2018 PRIMO PIANO ASSIEME A PIETRO L’evento. Al Circo Massimo a piedi da 195 diocesi Un incontro che guarda al Sinodo di ottobre e alla Gmg L’Italia dei giovani per mille strade dal Papa: siamo qui A Roma preghiera, ascolto, testimonianze Oltre 70mila tra paure e voglia di futuro MATTEO LIUT a fatica di un’intera settimana di cammino? Al mo- mento dell’ingresso al Circo Massimo ieri pome- riggio era già dimenticata, per far spazio alla voglia di fare festa assieme. I 40mila giovani pellegrini di 195 dio- cesi che nei giorni scorsi hanno percorso strade e sentie- ri della Penisola, si sono infine ritrovati a Roma con altri 30mila loro coetanei per la grande festa con papa Fran- cesco. E così l’hashtag (l’etichetta virtuale) #permillestra- de, che ha accompagnato le loro esperienze, ha lasciato il posto a #siamoqui: non solo un’etichetta, ma un’ideale dichiarazione d’intenti, che è stata il senso dell’appunta- mento di ieri, continuato poi nella notte e fino a stamat- tina. Un momento fatto di musica, racconti di testimoni, preghiera, meditazione che è stato voluto dalla Chiesa i- L taliana in vista del Sinodo dei giovani di ottobre. La vivacità della folla del Circo Massimo ha dimostrato che le nuove generazioni sono pronte a rispondere anche quando vengono lanciati loro inviti impegnativi. Un «pro- memoria» prezioso per gli eventi dei prossimi mesi: pri- ma il Sinodo (dal 3 al 28 ottobre), ma poi anche, poche set- timane più tardi, la Gmg di Panama (dal 22 al 27 gennaio 2019). Il cammino, insomma, continua e la veglia di ieri sera con papa Francesco, ma anche la Messa di stamatti- na in piazza San Pietro sono tappe preziose del percorso voluto dallo stesso Bergoglio. La sfida per l’intera comu- nità cristiana è una sola: sapersi mettere in ascolto delle storie dei giovani, di ciò che sgorga dal loro cuore e offri- re loro «cammini» impegnativi ma capaci di dare rispo- ste e liberare le risorse delle nuove generazioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Eleonora Francesco e gli amici: davvero impagabile n cammino «a piedi, ma anche con l’a- nima per capire, confrontarmi con me stessa e con tanti altri ragazzi». Eleo- nora Cusa, 18 anni, della diocesi di Bolza- no-Bressanone è arrivata a Roma «piena di aspettative». «Sono qui – spiega – perché con la mia parrocchia ho iniziato un per- corso ad ottobre e poi perché, dopo aver fatto alcuni giorni di pellegrinaggio in Alto Adige, incontrare il Papa con gli amici è im- pagabile». Si guarda intorno e le brillano gli occhi: «vedere moltissimi giovani, che hanno il coraggio di mettersi in cammino, mi dà fiducia nel futuro, in quello che po- tremo fare». Per Eleonora, dunque, far par- te di quei ragazzi che hanno deciso di riu- nirsi attorno al Papa è un’iniezione di e- nergia e di speranza. Di stima «per la gio- ventù di oggi così come la ho per il mio gruppo» Stefania Careddu © RIPRODUZIONE RISERVATA I Federica «Cercavo una perla da poter condividere» erco di trovare nelle parole del Papa la mia perla così da po- terla condividere con gli altri». Da un anno, Federica Badoni fa parte del Movimento giovanile costruire (Mgc), che trae ispirazione dal carisma di sant’Euge- nio de Mazenod, fondatore dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. E nell’incon- tro dei giovani con Bergoglio si augura «di avere alcune risposte rispetto al cam- mino che ho intrapreso: il tema che stia- mo affrontando è quello del discerni- mento, quindi della riflessione per fare la scelta giusta». Ventitré anni, studentessa di farmacia, Fe- derica è arrivata a Roma dopo una tre gior- ni con il Movimento nazionale e dopo aver camminato sulla via Appia per 18 chilo- metri. Spinta anche da una certa curiosità: «non abito lontano, ma - confida - è la pri- ma volta che vedo Francesco». (S. Car) © RIPRODUZIONE RISERVATA C « Armando Occasione d’incontro e scambio di idee ono qui perché è un’occasione per incontrare altri ragazzi, scambiarsi delle idee e, in vi- sta del Sinodo, cercare di capire cosa vo- gliamo veramente dalla Chiesa e in che modo la Chiesa può aiutarci». Armando Rea, 25 anni, è uno studente di ingegne- ria ed un educatore. È la prima volta che partecipa ad un evento di tale portata e quindi a Roma è arrivato perché voleva «provare a fare questa esperienza», spin- to anche dal desiderio di capire «cosa giornate come queste possono offrir- mi di nuovo rispetto a quello che fac- cio nella mia diocesi, Napoli». «Spero di trovare uno spunto, una scintilla», dice Armando che vede nel Papa «un punto di riferimento, uno dei pochi che abbiamo» dal quale attende «un messaggio di affetto e di conforto per noi giovani». (S.Car.) © RIPRODUZIONE RISERVATA S « Valentina La Messa di notte e il segno dal cielo a fatto una “lunga strada” per es- serci: prima il pellegrinaggio sul Cammino minerario di Santa Bar- bara, nella zona del Sulcis, poi il viaggio dalla Sardegna fino a Roma per «conclu- dere la Route, ma anche per fare un’e- sperienza unica di fede, con altri giova- ni». Valentina Scema, della diocesi di I- glesias, ha 17 anni e da una decina fa par- te degli scout. Nel cuore porta «tanta fe- licità perché abbiamo vissuto momenti importanti». Tra questi, ce n’è uno, ben impresso: «durante il cammino – rac- conta – abbiamo celebrato la Messa per strada, di notte e ad un certo punto, al- zando gli occhi al cielo ho visto una stel- la cadente e non penso sia stato un ca- so». Valentina lo considera «un segno». Intanto va avanti, fiduciosa e sorriden- te. La domanda che la guida è: «incon- trerò Gesù?». (S.Car.) © RIPRODUZIONE RISERVATA H Federico Se vissuta insieme la fatica costa meno veva sentito tante volte i suoi ami- ci dell’oratorio raccontare la bel- lezza di eventi come la Gmg e al- tri raduni ecclesiali. Così, quando qual- che mese gli hanno proposto di parteci- pare all’incontro con papa Francesco a Roma ha pensato: «perché no?». E «mi so- no buttato», sorride Federico Freddi, 19 anni, della diocesi di Pavia, che con il suo gruppo ha camminato per tre giorni sul- la via Francigena, prima di raggiungere la Capitale. «È stato bello stare insieme, co- noscere altre persone: ci siamo diverti- ti e, in compagnia, anche la stanchezza e le salite sono risultate meno dure», confida Federico, che si è diplomato al liceo scientifico e spera di diventare fi- sioterapista. «Siamo qui, uniti dagli stes- si valori. E questo - sottolinea - è un se- gno che può dare la carica ad altri no- stri coetanei». (S.Car.) © RIPRODUZIONE RISERVATA A L’esperienza. Zaino e preghiera, da Milano la carica dei 1.500 ANNAMARIA BRACCINI ono arrivati nella città e- terna a piedi, sveglian- dosi spesso all’alba, per- correndo le grandi vie dei pel- legrinaggi millenari nel cuore dell’Europa, per vivere – come dice uno di loro – «questa Gmg davvero all’italiana». E se “lo- ro” sono tutti i ragazzi che dal Nord al Sud del Paese hanno camminato e pregato per arri- vare all’attesissima due giorni con il Papa, l’arcidiocesi di Mi- lano non poteva che esserci “in grande”. Non solo per i numeri che parlano di oltre 1.500 pre- senze, di età media tra i 18 e i 23 anni, «anche se i pellegrini am- brosiani sono molti di più per- ché tanti si sono iscritti a livel- lo nazionale», spiega don Mas- simo Pirovano, responsabile della Sezione giovani del Servi- zio giovani e università dell’ar- cidiocesi. «Abbiamo offerto, co- me Chiesa ambrosiana, tre per- corsi: il primo è partito dall’an- tichissima Basilica di San Lo- renzo alle Colonne nel cuore della Milano di epoca romana e, attraverso la Valle dei Mona- ci con le sue grandi abbazie, ha toccato i luoghi del radicamen- to del cristianesimo nelle no- stre terre. Inoltre, 160 pellegri- ni da Orvieto verso Roma han- no riflettuto sul tema del pane e del cammino mentre altri si sono mossi da Ortona, dove vi è la Basilica che custodisce le spoglie di san Tommaso apo- stolo, il “gemello” simbolo del- le domande, anche quelle dei giovani». Insomma, «tutte le strade por- tano a Roma» dove tra i ragaz- zi l’entusiasmo è evidente e contagioso. Come quello di Sil- via Corbetta, universitaria di 21 anni, che è in viaggio da do- menica scorsa su un itinerario che ha percorso la Via Laure- tana fino ad Assisi. «Con 51 a- mici e compagni di oratorio e di parrocchie vicine, sono par- tita da Seregno, la mia città, con lo zaino sulle spalle. Ci sia- mo fermati in ostelli e comu- nità, conoscendo la gente che lì vive. Ogni giornata è stata un’esperienza unica e specia- le. Magnifico il cammino da Loreto a Macerata, ma affron- tare due passi di montagna tra Camerino a Colfiorito, ha si- gnificato molto. Volevo farcela e ci sono riuscita». Molto soddisfatto è don Piro- vano che conclude ricordando anche la presenza del Coro Shekinah, da anni animatore di grandi celebrazioni diocesane, invitato a cantare per la veglia. «Serenità e profondità hanno caratterizzato questi cammini fisici e ideali di avvicinamento. I ragazzi hanno riscoperto il gu- sto di parlarsi e di fare delle scelte, magari anche coraggio- se». Tutte cose che i giovani stanno raccontando, in tempo reale e a modo loro, sulla pagi- na facebook della pastorale gio- vanile diocesana (www.face- book.com/pgfom). © RIPRODUZIONE RISERVATA S Tre i percorsi organizzati per i numerosi pellegrini dall’arcidiocesi ambrosiana, tra abbazie, vestigia delle prime comunità cristiane e reliquie dei santi Papa Francesco mentre passa tra i giovani riuniti al Circo Massimo dopo aver attraversato a piedi il Paese (Ansa) VkVSIyMjVm9sb0Vhc3lSZWFkZXJfU2lyIyMjNTQ5MjVlM2EtZTc1MS00NjFiLThjYjctM2I5ZjMzYzE3NDg2IyMjMjAxOC0wOC0xMlQwODo0NjoyMyMjI1ZFUg==

L Italia dei giovani per mille strade dal Papa: siamo qui · L Italia dei giovani per mille strade dal Papa: siamo qui A Roma preghiera, ascolto, testimonianze Oltre 70mila tra paure

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4 Domenica12 Agosto 2018P R I M O P I A N O ASSIEME

A PIETRO

L’evento. Al Circo Massimo a piedi da 195 diocesiUn incontro che guarda al Sinodo di ottobre e alla Gmg

L’Italia dei giovaniper mille strade dal Papa: siamo quiA Roma preghiera, ascolto, testimonianzeOltre 70mila tra paure e voglia di futuroMATTEO LIUT

a fatica di un’intera settimana di cammino? Al mo-mento dell’ingresso al Circo Massimo ieri pome-riggio era già dimenticata, per far spazio alla voglia

di fare festa assieme. I 40mila giovani pellegrini di 195 dio-cesi che nei giorni scorsi hanno percorso strade e sentie-ri della Penisola, si sono infine ritrovati a Roma con altri30mila loro coetanei per la grande festa con papa Fran-cesco. E così l’hashtag (l’etichetta virtuale) #permillestra-de, che ha accompagnato le loro esperienze, ha lasciatoil posto a #siamoqui: non solo un’etichetta, ma un’idealedichiarazione d’intenti, che è stata il senso dell’appunta-mento di ieri, continuato poi nella notte e fino a stamat-tina. Un momento fatto di musica, racconti di testimoni,preghiera, meditazione che è stato voluto dalla Chiesa i-

Ltaliana in vista del Sinodo dei giovani di ottobre.La vivacità della folla del Circo Massimo ha dimostrato chele nuove generazioni sono pronte a rispondere anchequando vengono lanciati loro inviti impegnativi. Un «pro-memoria» prezioso per gli eventi dei prossimi mesi: pri-ma il Sinodo (dal 3 al 28 ottobre), ma poi anche, poche set-timane più tardi, la Gmg di Panama (dal 22 al 27 gennaio2019). Il cammino, insomma, continua e la veglia di ierisera con papa Francesco, ma anche la Messa di stamatti-na in piazza San Pietro sono tappe preziose del percorsovoluto dallo stesso Bergoglio. La sfida per l’intera comu-nità cristiana è una sola: sapersi mettere in ascolto dellestorie dei giovani, di ciò che sgorga dal loro cuore e offri-re loro «cammini» impegnativi ma capaci di dare rispo-ste e liberare le risorse delle nuove generazioni.

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EleonoraFrancesco e gli amici: davvero impagabile

n cammino «a piedi, ma anche con l’a-nima per capire, confrontarmi con mestessa e con tanti altri ragazzi». Eleo-

nora Cusa, 18 anni, della diocesi di Bolza-no-Bressanone è arrivata a Roma «piena diaspettative». «Sono qui – spiega – perchécon la mia parrocchia ho iniziato un per-corso ad ottobre e poi perché, dopo averfatto alcuni giorni di pellegrinaggio in AltoAdige, incontrare il Papa con gli amici è im-pagabile». Si guarda intorno e le brillanogli occhi: «vedere moltissimi giovani, chehanno il coraggio di mettersi in cammino,mi dà fiducia nel futuro, in quello che po-tremo fare». Per Eleonora, dunque, far par-te di quei ragazzi che hanno deciso di riu-nirsi attorno al Papa è un’iniezione di e-nergia e di speranza. Di stima «per la gio-ventù di oggi così come la ho per il miogruppo»

Stefania Careddu© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Federica«Cercavo una perlada poter condividere»

erco di trovare nelle parole delPapa la mia perla così da po-terla condividere con gli altri».

Da un anno, Federica Badoni fa parte delMovimento giovanile costruire (Mgc), chetrae ispirazione dal carisma di sant’Euge-nio de Mazenod, fondatore dei MissionariOblati di Maria Immacolata. E nell’incon-tro dei giovani con Bergoglio si augura«di avere alcune risposte rispetto al cam-mino che ho intrapreso: il tema che stia-mo affrontando è quello del discerni-mento, quindi della riflessione per farela scelta giusta». Ventitré anni, studentessa di farmacia, Fe-derica è arrivata a Roma dopo una tre gior-ni con il Movimento nazionale e dopo avercamminato sulla via Appia per 18 chilo-metri. Spinta anche da una certa curiosità:«non abito lontano, ma - confida - è la pri-ma volta che vedo Francesco». (S. Car)

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ArmandoOccasione d’incontroe scambio di idee

ono qui perché è un’occasioneper incontrare altri ragazzi,scambiarsi delle idee e, in vi-

sta del Sinodo, cercare di capire cosa vo-gliamo veramente dalla Chiesa e in chemodo la Chiesa può aiutarci». ArmandoRea, 25 anni, è uno studente di ingegne-ria ed un educatore. È la prima volta chepartecipa ad un evento di tale portata equindi a Roma è arrivato perché voleva«provare a fare questa esperienza», spin-to anche dal desiderio di capire «cosagiornate come queste possono offrir-mi di nuovo rispetto a quello che fac-cio nella mia diocesi, Napoli». «Sperodi trovare uno spunto, una scintilla»,dice Armando che vede nel Papa «unpunto di riferimento, uno dei pochiche abbiamo» dal quale attende «unmessaggio di affetto e di conforto pernoi giovani». (S.Car.)

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ValentinaLa Messa di nottee il segno dal cielo

a fatto una “lunga strada” per es-serci: prima il pellegrinaggio sulCammino minerario di Santa Bar-

bara, nella zona del Sulcis, poi il viaggiodalla Sardegna fino a Roma per «conclu-dere la Route, ma anche per fare un’e-sperienza unica di fede, con altri giova-ni». Valentina Scema, della diocesi di I-glesias, ha 17 anni e da una decina fa par-te degli scout. Nel cuore porta «tanta fe-licità perché abbiamo vissuto momentiimportanti». Tra questi, ce n’è uno, benimpresso: «durante il cammino – rac-conta – abbiamo celebrato la Messa perstrada, di notte e ad un certo punto, al-zando gli occhi al cielo ho visto una stel-la cadente e non penso sia stato un ca-so». Valentina lo considera «un segno».Intanto va avanti, fiduciosa e sorriden-te. La domanda che la guida è: «incon-trerò Gesù?». (S.Car.)

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FedericoSe vissuta insiemela fatica costa meno

veva sentito tante volte i suoi ami-ci dell’oratorio raccontare la bel-lezza di eventi come la Gmg e al-

tri raduni ecclesiali. Così, quando qual-che mese gli hanno proposto di parteci-pare all’incontro con papa Francesco aRoma ha pensato: «perché no?». E «mi so-no buttato», sorride Federico Freddi, 19anni, della diocesi di Pavia, che con il suogruppo ha camminato per tre giorni sul-la via Francigena, prima di raggiungere laCapitale. «È stato bello stare insieme, co-noscere altre persone: ci siamo diverti-ti e, in compagnia, anche la stanchezzae le salite sono risultate meno dure»,confida Federico, che si è diplomato alliceo scientifico e spera di diventare fi-sioterapista. «Siamo qui, uniti dagli stes-si valori. E questo - sottolinea - è un se-gno che può dare la carica ad altri no-stri coetanei». (S.Car.)

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L’esperienza. Zaino e preghiera, da Milano la carica dei 1.500ANNAMARIA BRACCINI

ono arrivati nella città e-terna a piedi, sveglian-dosi spesso all’alba, per-

correndo le grandi vie dei pel-legrinaggi millenari nel cuoredell’Europa, per vivere – comedice uno di loro – «questa Gmgdavvero all’italiana». E se “lo-ro” sono tutti i ragazzi che dalNord al Sud del Paese hannocamminato e pregato per arri-vare all’attesissima due giornicon il Papa, l’arcidiocesi di Mi-lano non poteva che esserci “ingrande”. Non solo per i numeriche parlano di oltre 1.500 pre-senze, di età media tra i 18 e i 23anni, «anche se i pellegrini am-brosiani sono molti di più per-ché tanti si sono iscritti a livel-

lo nazionale», spiega don Mas-simo Pirovano, responsabiledella Sezione giovani del Servi-zio giovani e università dell’ar-cidiocesi. «Abbiamo offerto, co-me Chiesa ambrosiana, tre per-corsi: il primo è partito dall’an-tichissima Basilica di San Lo-renzo alle Colonne nel cuoredella Milano di epoca romanae, attraverso la Valle dei Mona-ci con le sue grandi abbazie, hatoccato i luoghi del radicamen-to del cristianesimo nelle no-stre terre. Inoltre, 160 pellegri-ni da Orvieto verso Roma han-no riflettuto sul tema del panee del cammino mentre altri sisono mossi da Ortona, dove viè la Basilica che custodisce lespoglie di san Tommaso apo-stolo, il “gemello” simbolo del-

le domande, anche quelle deigiovani».Insomma, «tutte le strade por-tano a Roma» dove tra i ragaz-zi l’entusiasmo è evidente econtagioso. Come quello di Sil-via Corbetta, universitaria di21 anni, che è in viaggio da do-menica scorsa su un itinerarioche ha percorso la Via Laure-tana fino ad Assisi. «Con 51 a-mici e compagni di oratorio edi parrocchie vicine, sono par-tita da Seregno, la mia città,con lo zaino sulle spalle. Ci sia-mo fermati in ostelli e comu-nità, conoscendo la gente chelì vive. Ogni giornata è stataun’esperienza unica e specia-le. Magnifico il cammino daLoreto a Macerata, ma affron-tare due passi di montagna tra

Camerino a Colfiorito, ha si-gnificato molto. Volevo farcelae ci sono riuscita».Molto soddisfatto è don Piro-vano che conclude ricordandoanche la presenza del CoroShekinah, da anni animatore digrandi celebrazioni diocesane,invitato a cantare per la veglia.«Serenità e profondità hannocaratterizzato questi camminifisici e ideali di avvicinamento.I ragazzi hanno riscoperto il gu-sto di parlarsi e di fare dellescelte, magari anche coraggio-se». Tutte cose che i giovanistanno raccontando, in temporeale e a modo loro, sulla pagi-na facebook della pastorale gio-vanile diocesana (www.face-book.com/pgfom).

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STre i percorsiorganizzati per inumerosi pellegrinidall’arcidiocesiambrosiana, traabbazie, vestigiadelle primecomunità cristianee reliquie dei santi

Papa Francesco mentre passa tra i giovani riuniti al Circo Massimo dopo aver attraversato a piedi il Paese (Ansa)

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5Domenica12 Agosto 2018 P R I M O P I A N O

ASSIEMEA PIETRO

«Cari ragazzi, fate sogni grandiSenza testimoni la Chiesa è fumo»Francesco: nel clericalismo la perversione della comunitàGIANNI CARDINALEROMA

invito a non essere pessimisti, a ri-schiare, a sognare e ad andare a-vanti. Senza la scorciatoia delle pa-

stiglie. L’esortazione a rischiare anche «nel-l’amore vero» - da non confondere con «l’en-tusiasmo amoroso truccato d’amore» - e dinon rinviare il matrimonio per la carriera oaltri interessi. La denuncia del clericalismo,«perversione della Chiesa», che si sviluppaquando non c’è la testimonianza cristiana,perché «dove non c’è testimonianza, non c’èlo Spirito Santo». Papa Francesco ha prepa-rato le risposte alle domande che gli eranostate anticipate. Ma ascoltando le parole e ilcalore con cui vengono scandite, abbando-na più volte il testo scritto e in pratica parlaa braccio. Davanti a sé ha le decine di migliaiadi giovani stipati nel Circo Massimo per l’e-vento di incontro e preghiera promosso dal-la Conferenza Episcopale Italiana in prepa-razione al Sinodo di ottobre.Rispondendo alle domande di Letizia e Luca-matteo il Pontefice ha ribadito che un giova-ne se «non sa sognare è un giovane anestetiz-zato, non potrà capire la forza della vita, i so-gni ti svegliano». «È triste vedere i giovani dadivano – ha aggiunto –. Giovani senza sogni

’Lche vanno in pensione a 22 anni. Il giovane chesogna cose grandi va avanti, non va in pen-sione presto. I sogni grandi sono capaci di se-minare pace, fraternità e pace». Il Papa ha fat-to l’esempio di san Francesco che «ha sogna-to in grande» e che «ha cambiato la storia d’I-talia», anche «se dicevano che era un pazzo...».I sogni, ha spiegato il vescovo di Roma, nonvengono dalle «pastiglie» che «bruciano i neu-roni» e «rovinano la vita», ma sono un «donodi Dio». E poi i sogni grandi, quelli «capaci diessere fecondi, di seminare pace e fraternità»,sono tali «perché pensano a tutti» non conl’"io" ma «con il "noi"». Ricordando sempre

che il contrario dell’"io" non è il "tu" (questo«è il seme della guerra») ma, appunto, il "noi".Papa Francesco cita una frase di san Giovan-ni XXIII: «Non ho mai conosciuto un pessi-mista che abbia concluso qualcosa di bene».«Impariamola, ci servirà nella vita», rimar-cando che «è la paura che ti fa pessimista».Il tema dell’amore, quello vero, il Papa lo af-fronta dopo aver ascoltato la «coraggiosa»Martina, che per la forza con cui ha pronun-ciato il suo intervento potrebbe essere - sor-ride - «la nipote di san Giovanni Crisostomo».«È pericoloso parlare ai giovani dell’amore? –ha detto il Pontefice – No, non è pericoloso,perché i giovani sanno bene quando c’è l’a-more e quando c’è il semplice entusiasmotruccato da amore. L’amore non è una pro-fessione. L’amore è la vita. Se l’amore vieneoggi, perché devo aspettare tre, quattro, cin-que anni, di finire l’università, per farlo cre-scere, per farlo stabile? Per questo io chie-do ai genitori di aiutare i giovani a matura-re. Quando c’è l’amore, che l’amore matu-ri, non spostarlo sempre più avanti». «Nel-la vita – ha insistito il Papa - sempre primal’amore, ma l’amore vero, e lì dovete impa-rare a discernere quando c’è l’amore vero equando c’è l’entusiasmo solo». «L’amorenon tollera mezze misure. O tutto o niente– ha aggiunto –. E l’amore, per farlo cresce-re, non vuole scappatoie: l’amore dev’esse-re sincero, aperto, coraggioso. E nell’amoretu devi mettere tutta la carne sulla grigliata,così diciamo noi in Argentina».L’ultima domanda al Papa l’ha fatta Dario. Inquesto caso papa Francesco ha interamentefatto proprie alcune frasi, «forti», del giovaneinfermiere. E cioè che la Chiesa «sembra sem-pre più distante e chiusa nei suoi rituali». In-fatti «per i giovani non sono più sufficienti le“imposizioni” dall’alto», ma «servono delleprove e una testimonianza sincera di Chiesa».Invece «gli inutili fasti e i frequenti scandalirendono ormai la Chiesa poco credibile ai no-stri occhi». «Dario ha messo il dito nella pia-ga», ha commentato il Pontefice, denuncian-do «lo scandalo di una Chiesa formalista, chiu-sa» e che quindi «non da testimonianza». In-somma «la Chiesa senza testimonianza è sol-tanto fumo». Rispondendo a Dario il Papa haanche affermato che l’attuale traduzione ita-liana della frase «non ci indurre in tentazione»del Padre Nostro, tanto che è stata già «aggiu-stata» - nella Bibbia Cei ma non ancora nellaliturgia - perché suona «equivoca»; mentre u-na versione «più appropriata» è «non abban-donarci alla tentazione», nel senso «trattieni-ci dal fare il male, liberaci dai pensieri cattivi...».Dopo il dialogo-confronto c’è stato il mo-mento di preghiera. All’interno della quale Pa-pa Francesco ha commentato il Vangelo pro-clamato, il passo in cui il giovane Giovannicorre più veloce di Pietro verso il Sepolcro vuo-to. «Non accontentatevi del passo prudentedi chi si accoda in fondo alla fila. – ha esor-tato – Ci vuole il coraggio di rischiare un sal-to in avanti, un balzo audace e temerario persognare e realizzare come Gesù il Regno diDio, e impegnarvi per un’umanità più fra-terna. Abbiamo bisogno di fratellanza. Ri-schiate, andate avanti». «Non abbiamo pau-ra – ha concluso il Papa – Non stiamo allalarga dai luoghi di sofferenza, di sconfitta, dimorte. Quanti sepolcri oggi attendono la no-stra visita. Quante persone ferite, anche gio-vani, hanno sigillato la loro sofferenza met-tendoci - come si dice - una pietra sopra». Èil mandato per il ritorno a casa.

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Sopra, l’abbracciodel Papa a unagiovane che gli ha posto unadelle domande.Accanto, il concertodei The Sunche ha precedutol’arrivo del Papa.Sotto, giovani alCirco Massimo.A sinistra, il donodi un «pastorale» di legno al Papa(Siciliani/Ansa)

Il fattoNel dialogo con i giovaniitaliani il no alle pastiglie chebruciano la vita, il bisognodi più fraternità. Sul PadreNostro: anziché non indurcila traduzione giusta è nonabbandonarci alla tentazione

Il gesto. E nella notte di Romale chiese restano aperteSTEFANIA CAREDDUROMA

oma ha abbracciato le migliaia di ragazzi ar-rivati "Per mille strade" per incontrare papaFrancesco. A dare il primo benvenuto però

sono stati un centinaio tra parrocchie e istituti reli-giosi che hanno dato la disponibilità ad ospitare 3500pellegrini per la notte del 10 agosto. «Abbiamo ac-cettato subito l’invito fatto qualche mese dalla dio-cesi e ben volentieri abbiamo accolto, con sempli-cità e amicizia, 140 giovani di Perugia-Città della Pie-ve», racconta don Donato Le Pera, parroco dellachiesa di San Pio V, nel quartiere Aurelio, non lonta-no dal Vaticano. «Considerato il periodo di vacanza,molte famiglie sono fuori città e così abbiamo mes-so a disposizione dei ragazzi, che erano ovviamen-te attrezzati di sacco a pelo, i locali della parrocchia»,

spiega il sacerdoteche ha fatto gli onoridi casa insieme al vi-ceparroco e ad alcu-ni gruppi giovanili,condividendo con gliumbri la cena e qual-che riflessione. «In vi-sta del Sinodo, del ri-pensamento dellecomunità sul ruolodei giovani e dell’ur-genza di trovare nuo-ve forme di relazionecon i ragazzi, anchequesto vuole – sot-tolinea – don Le Pe-ra essere un segno,un messaggio: Ro-ma è una comunità

pronta ad accogliere, come avviene da secoli». Durante la Notte Bianca, altre 19 chiese, collocate nel-l’area tra il Circo Massimo e piazza San Pietro, sonorimaste aperte dalla mezzanotte alle sei per dare mo-do ai ragazzi di confessarsi, di raccogliersi in preghierao in adorazione dell’Eucaristia, di partecipare ad ap-puntamenti di spiritualità, di cultura ed arte, ma an-che di teatro e animazione. A promuovere e curare idiversi eventi sono stati associazioni, movimenti,gruppi della Capitale e non. Nella chiesa di Santa Ma-ria in Via, la diocesi di Forlì-Bertinoro ha portato inscena “Il fiore del deserto”, un musical dedicato allafigura di Annalena Tonelli, la volontaria uccisa in So-malia nel 2003, mentre a Santa Prisca l’Ufficio dellapastorale del tempo libero, turismo e sport della Ceiha proposto lo spettacolo “Don Tonino Bello, sentie-ro di pace”, curato dalla “sand artist” Stefania Bruno.Nella chiesa di San Salvatore in Lauro le diocesi del-le Marche hanno animato la veglia che ha avuto il suoclou nella catechesi dell’arcivescovo prelato di Lore-to, Fabio Dal Cin, ed è proseguita con la preghiera da-vanti al Crocifisso di San Damiano e alla statua dellaVergine di Loreto, i simboli degli italiani alle Gmg che,al termine della messa di oggi, saranno benedetti dalPapa per poi essere donati dalla Chiesa italiana a quel-la di Panama, durante il prossimo raduno mondialein programma Oltreoceano dal 22 al 27 gennaio.

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R

Terminato l’incontrocon il Pontefice, c’èstata la possibilitàdi fermarsi a pregare,di confessarsi, maanche di parteciparea momenti di culturae arte. Molti istitutie parrocchie si sonoaperti all’accoglienza

La mostra. Santi della porta accanto, storie e volti di giovaniGIORGIO BERNARDELLI

è Filippo Gagliardi, gio-vane ingegnere cresciu-to in oratorio a Novara.

E poi Carlotta Nobile, musicistagià affermata o Giulio Rocca atrent’anni volontario dall’altraparte del mondo per l’Operazio-ne Mato Grosso. Sono «I santi del-la porta accanto», giovani testi-moni della fede a cui è dedicata u-na mostra promossa dall’Asso-ciazione don Zilli e dal Centroculturale San Paolo che inizia inqueste ore da Roma il suo cam-mino per l’Italia per accompa-gnare il Sinodo dei giovani. Sono ventiquattro i profili sceltidal giornalista Gerolamo Fazzini,che ha ideato e curato l’iniziativacon la collaborazione di Stefano

’CFemminis, Ilaria Nava, Mariagra-zia Tentori e dell’artista cameru-nese Afran che ne ha ridisegnatoi volti. Sono tutti giovani che unamalattia, un incidente oppure u-na mano violenta ha strappato al-la vita e dei quali in molti casi è incorso il processo di beatificazio-ne. Ma sono soprattutto «santidella porta accanto», come scrivepapa Francesco nell’esortazioneapostolica Gaudete ed Exsultate,cioè modelli vicini all’esperienzaquotidiana di un giovane di oggi.Testimonianza, dunque, di quan-to le storie di una fede vissuta inpienezza siano molto più diffuserispetto a quanto si pensi anchetra i ragazzi e le ragazze di oggi. Per iniziativa del Servizio nazio-nale di pastorale giovanile e delForum degli Oratori Italiani, que-

sta mostra è una delle tappedella Notte bianca della fede. Apartire da ieri pomeriggio è sta-ta allestita in un luogo estre-mamente significativo: la Chie-sa Nuova, quella fatta costrui-re da san Filippo Neri per i gio-vani accolti dalla Congregazio-ne dell’oratorio in quello che èoggi corso Vittorio EmanueleII, nel cuore di Roma. Trentadue i pannelli: ventiquat-tro dedicati ai profili e gli altri confrasi di papa Francesco sui giova-ni e la santità oggi. Si parte da al-cune figure del Novecento anco-ra straordinariamente attuali og-gi: i beati Pier Giorgio Frassati, Te-resio Olivelli e Alberto Marvelli,ma anche Mario Fanin e RosarioLivatino. E poi tanti giovani ita-liani, in grande maggioranza lai-

ci, vissuti tra gli anni Ottanta e glianni Duemila. Persone legate adesperienze ecclesiali tra loro di-verse a testimonianza di quantonessuno abbia l’esclusiva di unavita cristiana feconda. C’è spaziopoi anche per qualche figura pro-veniente da altri continenti, per-ché la santità non costruisce mu-ri ma apre al mondo.Realizzata in più copie e in unamodalità facilmente allestibile,dopo quest’esposizione a Romala mostra resterà a disposizionedi diocesi, parrocchie e realtà gio-vanili che desiderino proporla co-me segno nell’anno del Sinododei giovani.Per informazioni e prenotazioni:[email protected]

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Sono 24 testimonidella fede scelti perfarli conoscere ai lorocoetanei di oggi. Apertadurante la Notte biancaappena vissuta a Romaracconta la loro vitaalla luce della fedeUna bussola versoil Sinodo di ottobre

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