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bimestrale dell’Università degli Studi di Cagliari anno 13 - numero 67 febbraio 2012 di Sergio Nuvoli C ome ha sottolineato il professor Melis, il ruolo dell’Università è fonda- mentale per la ricerca e lo svi- luppo”. Questo uno dei passaggi chiave del discorso del Presi- dente della Repubblica, Gior- gio Napolitano, al termine del convegno di studi organizzato dall’Ateneo di Cagliari per il 150mo anniversario dell’Unità d’Italia. “Siamo in tempo per evitare eventuali provvedimenti ingessativi - ha aggiunto il Capo dello Stato con riferimento ad un passaggio del discorso del Rettore - Non si deve tagliare alla cieca: bisogna difendere ciò che non va tagliato, in modo particolare per la cultura”.Il Ret- tore ha consegnato al Presidente il sigillo d’oro dell’Ateneo ca- gliaritano. Il discorso di Napo- litano ha ruotato sulla necessità di pensare nuove strategie per lo sviluppo del Paese: “Non servo- no slogan ideologici - ha chiari- to - ma coraggio e realismo: sarò accanto a chi darà il suo apporto al rilancio dell’Italia e alla rico- struzione dell’Europa”. Nella prima parte del suo intervento, aveva detto di voler “rappresen- tare l’attenzione delle istituzioni per la crisi economica e sociale che la Sardegna sta attraversan- do. Il sentimento della coesione sociale su basi democratiche è una risorsa fondamentale per affrontare le sfide che abbiamo davanti”.“L’autonomismo sar- do è un capitolo a se stante nel meridionalismo, ma la maggiore incompiutezza della nostra uni- tà nazionale resta il divario tra nord e sud, dobbiamo affrontare questo modo irrisolto. Si deve fare un tratto di strada signifi- cativo, devono farlo i partiti in Parlamento e le istituzioni in tut- to il Paese”. Per avviare nuove politiche di sviluppo per il Mez- zogiorno, ha aggiunto, “non si può attendere il risanamento della finanza pubblica”. Prima di lui, dopo i saluti del sindaco Zedda, del Presidente della Pro- vincia Quaquero e del Presiden- te della Regione Cappellacci, l’intervento del Rettore, e quelli di Aldo Accardo, coordinatore del Comitato sardo per le cele- brazioni del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia, e il preside della facoltà di Lingue, Giusep- pe Marci. Il ruolo dell’Università è fondamentale per la ricerca e lo sviluppo Il Presidente della Repubblica Napolitano a Cagliari per i 150 anni dell’Unità d’Italia Giornate di Orientamento in 11mila a Monserrato Prevenzione oncologica: parla Giuseppe Casula Ercolino onlus, il cuore di Pediatria Lilliu e Coroneo, il ricordo dei due studiosi a pagina 2 a pagina 7 a pagina 11 a pagina 12 e 13 L’incontro con il Presidente Napolitano al Teatro Lirico. Il Rettore consegna il sigillo d’oro al Capo dello Stato. all’interno L’ Ateneo in prima pagina dei quotidiani, con la visita del Presidente. Il palcoscenico guadagnato per l’occasio- ne ha consentito di far sentire la voce delle università italiane, e di far vivere alla città una giornata importante, pur in mezzo alle preoccupazioni e alle tensioni provocate dalla dif- ficile crisi con cui la Sardegna deve fare i conti ogni giorno: “E’ la regione più colpita dalla crisi”, ha riconosciuto Napolitano garantendo sollecitazioni immediate nei confronti del Governo nazionale e riaffermando con vigore la necessità della coesione nazionale. La comunità accademica, ma anche quella civile, ha riempito un Teatro Lirico alle prese con finanze dissestate, e ha ascoltato le rassicurazioni del Presidente, ma anche gli inter- venti di Aldo Accardo e Giuseppe Marci sul contributo fonda- mentale dei sardi all’unità d’Italia. Apporto storico che il Capo dello Stato non ha negato, anzi: citando numerose personalità dell’Isola, ha evidenziato il ruolo recitato nello scacchiere na- zionale ancora oggi da tanti sardi, prima di recarsi a Sassari per le celebrazioni del 450mo anniversario dell’ateneo turrita- no e ad Alghero, per una visita privata a Casa Manno.

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bimestrale dell’Università degli Studi di Cagliari

anno 13 - numero 67 febbraio 2012

di Sergio Nuvoli

Come ha sottolineato il professor Melis, il ruolo dell’Università è fonda-

mentale per la ricerca e lo svi-luppo”. Questo uno dei passaggi chiave del discorso del Presi-dente della Repubblica, Gior-gio Napolitano, al termine del convegno di studi organizzato dall’Ateneo di Cagliari per il 150mo anniversario dell’Unità d’Italia. “Siamo in tempo per evitare eventuali provvedimenti ingessativi - ha aggiunto il Capo dello Stato con riferimento ad un passaggio del discorso del Rettore - Non si deve tagliare alla cieca: bisogna difendere ciò che non va tagliato, in modo particolare per la cultura”.Il Ret-tore ha consegnato al Presidente il sigillo d’oro dell’Ateneo ca-gliaritano. Il discorso di Napo-litano ha ruotato sulla necessità

di pensare nuove strategie per lo sviluppo del Paese: “Non servo-no slogan ideologici - ha chiari-to - ma coraggio e realismo: sarò accanto a chi darà il suo apporto al rilancio dell’Italia e alla rico-struzione dell’Europa”. Nella prima parte del suo intervento, aveva detto di voler “rappresen-tare l’attenzione delle istituzioni per la crisi economica e sociale che la Sardegna sta attraversan-do. Il sentimento della coesione sociale su basi democratiche è una risorsa fondamentale per affrontare le sfide che abbiamo davanti”.“L’autonomismo sar-do è un capitolo a se stante nel meridionalismo, ma la maggiore incompiutezza della nostra uni-tà nazionale resta il divario tra nord e sud, dobbiamo affrontare questo modo irrisolto. Si deve fare un tratto di strada signifi-cativo, devono farlo i partiti in Parlamento e le istituzioni in tut-

to il Paese”. Per avviare nuove politiche di sviluppo per il Mez-zogiorno, ha aggiunto, “non si può attendere il risanamento della finanza pubblica”. Prima di lui, dopo i saluti del sindaco Zedda, del Presidente della Pro-vincia Quaquero e del Presiden-

te della Regione Cappellacci, l’intervento del Rettore, e quelli di Aldo Accardo, coordinatore del Comitato sardo per le cele-brazioni del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia, e il preside della facoltà di Lingue, Giusep-pe Marci.

Il ruolo dell’Università è fondamentale per la ricerca e lo sviluppoIl Presidente della Repubblica Napolitano a Cagliari per i 150 anni dell’Unità d’Italia

Giornate di Orientamentoin 11mila a Monserrato

Prevenzione oncologica:parla Giuseppe Casula

Ercolino onlus,il cuore di Pediatria

Lilliu e Coroneo,il ricordo dei due studiosi

a pagina 2 a pagina 7 a pagina 11 a pagina 12 e 13

L’incontro con il Presidente Napolitano al Teatro Lirico.

Il Rettore consegna il sigillo d’oro al Capo dello Stato.

all’interno

L’Ateneo in prima pagina dei quotidiani, con la visita del Presidente. Il palcoscenico guadagnato per l’occasio-ne ha consentito di far sentire la voce delle università

italiane, e di far vivere alla città una giornata importante, pur in mezzo alle preoccupazioni e alle tensioni provocate dalla dif-ficile crisi con cui la Sardegna deve fare i conti ogni giorno: “E’ la regione più colpita dalla crisi”, ha riconosciuto Napolitano garantendo sollecitazioni immediate nei confronti del Governo nazionale e riaffermando con vigore la necessità della coesione nazionale. La comunità accademica, ma anche quella civile, ha riempito un Teatro Lirico alle prese con finanze dissestate, e ha ascoltato le rassicurazioni del Presidente, ma anche gli inter-venti di Aldo Accardo e Giuseppe Marci sul contributo fonda-mentale dei sardi all’unità d’Italia. Apporto storico che il Capo dello Stato non ha negato, anzi: citando numerose personalità dell’Isola, ha evidenziato il ruolo recitato nello scacchiere na-zionale ancora oggi da tanti sardi, prima di recarsi a Sassari per le celebrazioni del 450mo anniversario dell’ateneo turrita-no e ad Alghero, per una visita privata a Casa Manno.

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2 UNICANEWS 67 - febbraio 2012

Universitas

S ono trascorsi 13 anni dal “Salone dello Studente” del 1999, prima occasione di

presentazione dell’Università di Cagliari alle scuole e agli studen-ti della Sardegna. Le “Giornate di orientamento” sono ormai diven-tate un importante appuntamento di confronto e dialogo tra Uni-versità e Scuole della Sardegna. Anche per l’anno 2012 l’Univer-sità ha organizzato le “Giornate di orientamento” dal 22 al 25 febbraio, dalle 9 alle 14, presso la Cittadella Universitaria di Mon-

serrato (S.S. Km.4,500 bivio per Sestu). L’iniziativa è finanzia-ta dal POR Sardegna - Fondo Sociale Europeo - 2007/2013, attraverso il Progetto Orienta-mento Unica. La manifestazione è rivolta agli studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori di tutto il territorio regionale al fine di motivarli nella prosecuzione degli studi e aiutarli nella scelta universitaria in base alla consa-pevolezza delle proprie capacità e attitudini, alle competenze ne-cessarie e alle proprie aspettative

in relazione alla caratteristica di ciascun corso di studi. Duran-te le quattro giornate i docenti dell’Ateneo hanno presentato i corsi di laurea, i manager didatti-ci e i tutor di orientamento hanno fornito le informazioni sui corsi di studio, sulle modalità di in-gresso, sulle conoscenze richieste per l’accesso all’università e sul-le azioni di supporto attraverso corsi di riallineamento anche on-line e attività di tutoraggio didat-tico. All’interno dell’Area Ac-coglienza erano presenti, oltre

agli operatori della Didattica e Orientamento, le segreterie stu-denti, il servizio per la disabilità, la mobilità studentesca, i servizi on-line, il Centro Linguistico di Ateneo, il Centro Universitario Sportivo, l’ERSU e l’Università degli Studi di Sassari. Presenti anche gli studenti universitari per l’attività di assistenza e sup-porto ai giovani visitatori.

Giuseppa LocciDirigente della Didattica e

dell’Orientamento

Monserrato: tutti pazzi per le Giornate di OrientamentoL’evento piace sempre di più, in Cittadella 11mila studenti delle scuole superiori

Le statistiche nazionali ed interna-zionali mostrano con chiarezza che i giovani laureati presentano

un tasso di occupazione superiore ri-spetto a chi non è laureato e che anche la retribuzione cresce con l’aumentare dell’istruzione”. Lo ha detto nei giorni scorsi il Rettore durante la presentazione delle Giornate di Orientamento 2012, la tradizionale manifestazione in cui l’Ateneo presenta agli studenti delle ultime due classi del-le scuole superiori l’offerta formativa del nuovo anno accademico. Un appuntamento al quale l’Università di Cagliari si è presentata profondamen-te rinnovata, con le nuove facoltà e i nuovi dipartimenti, per effetto dell’ap-provazione del nuovo Statuto. All’incontro con i giornalisti hanno par-tecipato anche il Prorettore per la didat-tica, Francesco Atzeni, e il dirigente per la Didattica, Giuseppina Locci.“E’ dunque fondamentale – ha aggiunto il Magnifico – operare la scelta giusta, cioè iscriversi nel corso di laurea più adatto alle proprie aspirazioni, ma an-che più vicino all’andamento del mer-cato del lavoro. Quella che vogliamo stimolare, anche con questa manifestazione, è una deci-

sione consapevole da parte dei ragazzi che si iscrivono”. Ma l’impegno dell’Università di Caglia-ri non si ferma alle Giornate di Orien-tamento: da qualche anno, all’inizio del percorso di studi è infatti obbligatorio un test di valutazione della preparazio-ne iniziale, al quale – in caso di esito non soddisfacente – segue l’iscrizione ai corsi di riallineamento, che l’Ateneo

mette a disposizione degli studenti che debbano colmare eventuali lacune. E poi una serie di servizi per sostenere lo studente nell’iter formativo: un parti-colare impegno è stato riservato alle bi-blioteche (con l’ampliamento delle sale di lettura e studio), ai laboratori didatti-ci e al programma Erasmus: è dei giorni

scorsi il bando per 1347 borse di studio per soggiorni all’estero. “Crediamo si tratti di un’esperienza fon-damentale – ha detto il prof. Melis – che arricchisce il bagaglio culturale degli studenti, facilita lo studio delle lingue, e consente loro di rendersi conto che il loro orizzonte lavorativo può non essere soltanto la Sardegna”. Aumenta, da quest’anno, il numero di corsi di insegnamento di materie uffi-ciali impartiti in lingua inglese. E’ un messaggio chiaro, quello che parte questa mattina dalla Cittadella universi-taria: studiare conviene, perché aiuta a trovare più facilmente un’occupazione stabile e meglio retribuita (dati contenu-ti nelle slide in cartella stampa). Per questo, a partire dal prossimo anno, gli studenti che si diplomano con il massimo dei voti e che decideranno di proseguire gli studi all’Università di Ca-gliari, non pagheranno le tasse per il pri-mo anno. L’Ateneo sta infine studiando particolari forme di sostegno per i figli di lavoratori cassintegrati o che abbiano perso il posto di lavoro. “Non intendia-mo aumentare le tasse – ha concluso il Rettore – perché siamo ben consapevoli della crisi in atto: abbiamo scelto di pre-miare il merito”.

Chi si diploma con il massimo dei voti non pagherà le tasseSarà premiato il merito. Il messaggio chiaro dell’Ateneo: “Studiare conviene”

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3UNICANEWS 67 - febbraio 2012

Universitas

Una difesa appassionata delle pre-rogative delle giovani generazioni “mortificate dalle rigidità del merca-

to del lavoro e spinte verso l’emigrazione”. Allo stesso tempo la valorizzazione del ruo-lo dell’Università, che “sta dimostrando di possedere le risorse culturali, professionali ed etiche che stanno rigenerando l’immagi-ne internazionale del Paese”.Sono due degli spunti contenuti nell’in-tervento del Rettore dell’Università di Ca-gliari, Giovanni Melis, rivolto al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso del conve-gno organizzato dall’Ateneo su “Il contributo della Sardegna all’Uni-tà d’Italia”: “Nel tempo – ha detto il Magnifico – l’Ate-neo è diventato la più importante struttura di alta formazione e di ricerca nell’Iso-la. Nelle sue aule si sono formati i giovani che hanno costituito il nucleo portante della clas-se dirigente che ha trasformato la so-cietà e l’economia regionale”. Il Ret- tore ha consegnato al Capo dello Stato il sigillo d’oro dell’Univer-sità di Cagliari, il massimo riconoscimento accademico, per “ringraziarlo per l’attenzio-ne costante che pone ai problemi dei giova-ni, dei precari, dei senza lavoro, della cultura e dell’Università”. In Sardegna “l’università è stata ed è ancora un potente strumento per alimentare l’ascensore sociale: il 41% dei laureati negli ultimi cinque anni nel nostro ateneo proveniva da una famiglia i cui ge-nitori non erano in possesso di un diploma di scuola media superiore. Ma l’Università di Cagliari è anche un grande ponte virtuale

con il resto del mondo: centinaia i rapporti di collaborazione didattica e scientifica, gli scambi di ricercatori e studenti con atenei di altri Paesi”. “Siamo convinti – ha aggiunto il professor Melis – che nella moderna socie-tà della conoscenza l’impegno nello studio, lo sforzo per migliorare le competenze, la cultura e la realizzazione della propria per-sonalità contribuiscano a formare il capitale umano necessario per operare con compe-titività per la crescita sociale ed economica del territorio. Sentiamo il dovere di essere il riferimento scienti- fico e culturale

d’eccellenza per la realtà territoriale, pronti a interve-nire a sostegno delle iniziative di sviluppo”. Ma il Rettore non ha na-scosto le difficol-tà: “Con gli Atenei del Mezzogiorno siamo fortemente preoccupati per l ’ impostazione prefigurata in un decreto legislativo in gestazione che condiziona il rein-tegro del turnover all’entità delle tasse versate da-gli studenti”. Una

tale misura rischiereb- be di “vanificare l’oculata politica di bilancio degli ultimi anni”: “Non intendiamo partecipare all’au-mento delle tasse”, ha comunque chiarito il prof. Melis. Una speranza potrebbe esserci nel Piano per il Sud: “Le risorse destinate agli Atenei sardi consentiranno di ridurre lo storico divario con le aree più ricche del Paese, fare un deciso salto di qualità, dopo tanti anni”. Il sostegno del Presidente della Repubblica – ha concluso il Magnifico – “dà forza alla nostra missione di contribuire al progresso economico e sociale dell’Isola”. (sn)

Il sigillo d’oro dell’Ateneo di Cagliari al Presidente Napolitano Dal Rettore convinta difesa dell’istituzione universitaria e del suo ruolo sociale

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4 UNICANEWS 67 - febbraio 2012

Accademia

“Mi sono diplomata nel 2001, come perito aziendale cor-rispondente in lingue estere,

capendo ben presto che la ragioneria non sarebbe stato il mio mestiere! La passione per il diritto e la speranza di vivere in un mondo migliore mi spinsero a iscrivermi a Giurisprudenza con l’intento di occuparmi di tutela dei diritti civili. Per un anno studiai con un certo profitto rendendo-mi in seguito conto che ciò che mi attraeva del diritto non erano le norme, quanto il fatto che il diritto fosse la risposta culturale che una società si dà per regolamentarsi e tutelarsi: capii dunque che dovevo cambiare prospettiva e facoltà. Purtroppo, per una erronea sottovalutazione delle facoltà umanistiche, i miei mi persua-sero ad iscrivermi a Lingue, piuttosto che a Lettere, sostenendo che almeno così avrei potuto lavorare in diversi settori. Il loro con-siglio, che inizialmente mi sembrava buono ma ingiusto, mi permise però di avvicinar-mi allo studio di materie a me sconosciute, quali la linguistica e la filologia, che presto diventarono tra le mie preferite. Se infatti la letteratura è stata fin dall’adolescenza una delle mie passioni, studiando queste mate-rie mi resi conto di quanto, tra le righe dei

romanzi, ci fosse un meraviglioso universo da scoprire! La passio-ne per la letteratura e la politica mi avvicinò alle lingue e alle let-terature minoritarie. Nel mentre, per man-tenermi agli studi, fin dall’estate del diploma iniziai a lavorare con

i bambini, sia come baby sitter sia come assistente presso le colonie. Se d’estate mi dedicavo a questi lavori, in inverno davo ri-petizioni e facevo altri lavoretti saltuari; nel 2005 trovai occupazione a Cagliari dove ri-masi per due anni. Dopo la laurea triennale pensavo di cambiare Università per frequen-tare la specialistica, ma i debiti formativi che avrei dovuto colmare mi sembrarono ostacoli insormontabili e desistetti. Iniziai a lavorare prima in un call center, poi facendo le pulizie a ore e, infine, in un ufficio come segretaria, allontanandomi sempre più dal traguardo.Finalmente, nel 2011, la laurea specialistica, e la disoccupazione. Così, con infinita tristezza nel cuore e con la sensazione di tradire la mia terra, sono partita. Ho lasciato tutto e sono venuta a

X. Inizialmente ho lavorato come commes-sa poi, grazie alle esperienze maturate con i bambini, sono stata assunta, con incarico annuale, presso una cooperativa e attual-mente lavoro in una scuola dell’infanzia. Mi occupo di una bambina cerebrolesa; è un lavoro duro, sia fisicamente sia psicologica-mente, ricompensato però dai sorrisi sinceri che la piccola mi regala. Avrei potuto spedir-ti un curriculum dettagliato, una lunga lista di esperienze, nella maggior parte dei casi avvilenti e improduttive, ma ho optato per questo racconto, meno formale sì, ma che mi permettesse di entrare nel dettaglio di ciò che è stata, finora, la mia carriera. Poche righe e scritte di getto che spero ri-spondano alla vostra esigenza. A voi tutti devo molto, per ciò che ho imparato a lezio-ne, e studiando, ma in particolare perché mi avete mostrato, con il vostro esempio, che, nonostante le difficoltà, ne vale la pena! Per un bel po’ non ci ho creduto più; dopo la triennale ho trascurato e rinunciato, ma è per quel semino che avete piantato in me, per avermi aiutato a far crescere le mie ra-dici in un terreno “ammisturato”, che ho deciso, a trent’anni, di riprendere gli studi, di credere che sia la cultura la sola manovra che ci possa salvare”.

”Il seme piantato all’Università di Cagliari porta frutto”Una laureata scrive: “La cultura è la sola manovra che ci può salvare”

Giuseppe Marci.

L’inaugurazione a Porto Torres di un nuovo Centro di Ri-cerche che opererà in stretto raccordo con le strutture di ricerca di Novamont e di Polimeri Europa è stata l’oc-

casione per la firma di una convenzione quadro con il sistema regionale della ricerca. All’incontro, per l’Università di Caglia-ri, era presente il prorettore vicario, Giovanna Maria Ledda. Quello inaugurato da Matrica (la joint venture tra Polimeri Eu-ropa – Eni - e Novamont per la Chimica Verde), è un complesso che si sviluppa su 700 metri quadri che in breve tempo, con l’avviamento della sezione impianti pilota, si amplierà fino a occupare un’area di oltre 3500 metri quadri. La convenzione, siglata dal Presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellac-ci, dal rappresentante del CNR, dal prorettore dell’Università di Cagliari, dal rettore dell’Ateneo sassarese Attilio Mastino e dall’amministratore delegato di Matrica Catia Bastioli, oltre che dall’Ateneo cagliaritano, consentirà di sfruttare in modo ottimale le possibili sinergie tra le rispettive strutture e di va-lorizzare le competenze scientifiche e tecniche per lo svolgi-mento di programmi di ricerca. Catia Bastioli, amministratore delegato di Matrica e di Novamont, ha illustrato le linee diret-trici delle attività di ricerca, anche alla luce delle linee strategi-che europee per la Bioeconomia, ed evidenziato le opportunità offerte al territorio dallo sviluppo del progetto di Bioraffineria di terza generazione. “La collaborazione con i diversi soggetti

del territorio - ha aggiunto - permetterà di acquisire informazioni importanti sulle col-ture autoctone, in vista della progettazione della filiera, e consentirà anche di svilup-pare importanti sinergie sui prodotti della Bioraffineria, quali biolubrificanti, bio-filler e bioplastiche. Convertire il sito di Porto Torres alla chimica verde rappresenta un’opportunità di accelerazione per la cre-scita industriale e dell’innovazione locale. Inoltre sviluppa nuove applicazioni locali

per garantire l’impiego degli intermedi chimici che verranno prodotti da Matrica”. Saranno consolidati i processi produttivi, ha spiegato Bastioli, poi, in fase di industrializzazione, verranno sviluppati la filiera agricola e i nuovi processi applicativi. Si partirà da oli vegetali per arrivare ai prodotti finali, tra cui biolu-brificanti e poliesteri. Saranno create coltivazioni sperimentali per migliorare geneticamente le piantagioni che minimizzino al massimo i trattamenti e analisi d’impatto ambientale. La filie-ra agricola sarà sviluppata con regione, CNR e università. Poi si svilupperanno prodotti biodegradabili come oli, prodotti per catering e aziende. “Si tratta - ha concluso Bastioli - di un caso di partnership pubblico-privato a livello europeo, che formi per-sonale e sia d’esempio per il mondo”. (sn)

Green economy, un nuovo centro di ricercheCollaborazione pubblico-privato per la scommessa sulla crescita

G. Maria Ledda.

Una mia collaboratrice ha chiesto a una giovane laureata di inviare il suo curriculum per un progetto. Quello che segue è il testo ricevuto, con lievi velature intese a tute-

lare gli aspetti privati. Il resto mi sembra costituire un documen-to che dobbiamo conoscere e sul quale è opportuno riflettere.

Aiuta a capire come si studia e si può trovare lavoro ai tem-pi della crisi. E quale sia il valore dell’università, se è capace di insegnare che, come diceva l’antico saggio, non dobbiamo smettere di seminare, soltanto perché tira il vento.

Giuseppe Marci

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5UNICANEWS 67 - febbraio 2012

Accademia

Il lavoro di un de-legato alla ricerca ruota in gran parte

intorno a due semplici priorità: primo, trovare risorse per dare a tutti buone opportunità; se-condo, adottare regole capaci di individuare e di premiare la qualità. Il quadro nazionale nel quale ci troviamo è radicalmente cam-biato. La riforma Gelmini ha dettato regole con cui è inevitabile fare i conti. Il punto essenziale mi sembra sia questo: si creerà per la prima volta una esplicita gerarchia qualitativa tra le università, e a sua volta questa gerarchia creerà le premesse per una differenziazione tra “research universiti-ties” e “teaching universities”. C’è dunque una partita decisiva da giocare per evitare pericolosi declassamenti. Per di più, biso-gna giocarla in in una regione non parti-colarmente ricca e in un quadro nazionale fortemente compromesso dalla crisi econo-mica.Abbiamo però anche noi i nostri punti di forza. Primo, abbiamo una buona legge regionale (LR7/07) sulla ricerca scientifica, una opportunità che aree del Paese, anche molto più ricche di noi, non hanno. Se-condo, esistono risorse del Fondo Sociale Europeo (FSE) attribuite alla Sardegna per finanziare la formazione di capitale uma-no ad ogni livello, incluso quello dell’alta formazione. E’ soprattutto in questi ambiti che abbiamo lavorato per ottenere risorse addizionali. Iniziamo dalla LR7. Nella Consulta -- l’organo di collaborazione istituzionale previsto dalla legge -- abbiamo proposto che le risorse disponibili venissero attri-buite attraverso bandi, incentivi e finan-ziamenti di interesse generale. La legge ha finora predisposto e chiuso quattro bandi in quattro anni di attività. Complessiva-mente sono stati banditi finanziamenti per 38 milioni di euro. Di questi, 20 sono stati attribuiti a progetti presentati dalla nostra università: abbiamo avuto 187 progetti fi-nanziati (il 33,7% di quelli che abbiamo presentato) per un importo medio di cir-ca 110.000 euro. C’è poi la premialità FIRB-PRIN-7PQ che attribuisce appunto un premio a chi ha avuto un buon giudizio in bandi nazionali e internazionali compe-titivi. Questa linea di intervento ha finora distribuito 5 milioni di euro, di cui tre sono andati a nostri ricercatori.Infine, e sempre su nostra richiesta, la LR7 ha attribuito alla nostra università 7 milioni di euro come prima tranche di un finanzia-mento per la costruzione di alcuni impor-tanti “core laboratories”.Risorse importanti sono arrivate anche dai fondi europei. Queste risorse ci hanno consentito di tenere aperte le porte dell’uni-versità ai giovani talenti. Abbiamo chiesto

e ottenuto 8 milioni per posti di ricercatore a tempo determinato, 2,5 milioni per asse-gni di ricerca, 17,5 milioni per borse di dot-torato di ricerca: il tutto co-programmando con la Regione Sardegna la linea “Capitale Umano” del FSE.Credo che queste poche e incomplete ci-fre bastino a mostrare che una leale e non sporadica collaborazione tra università ed ente locale è oggi essenziale per garantirci pari opportunità di successo in un contesto nazionale e internazionale via via più com-petitivo. Così fanno altrove (il Trentino è l’esempio più ovvio, ma la Catalogna è un altro caso ben conosciuto in Europa), così

stiamo facendo noi. Come dicevo, tuttavia, senza regole adeguate le risorse servono a poco. L’università vive della propria ca-pacità di premiare qualità e merito. Risorse mal distribuite fanno il contrario: creano frustrazione tra i più bravi, forniscono pro-tezione a chi non la merita.Per questo abbiamo dato molta attenzione alle regole. I bandi della LR7 prevedono, su nostra richiesta, meccanismi di selezio-ne ispirati agli standard internazionali della peer review con valutatori anonimi. Sappia-mo che fino a oggi il meccanismo adottato ha mostrato molte pecche, e sappiamo che c’è ancora da lavorare per ottenere risultati pienamente soddisfacenti. Ma se si guarda all’opacità con cui molte risorse pubbliche venivano distribuite nel passato, si dovreb-be almeno ammettere che abbiamo fatto numerosi passi nella giusta direzione. Un secondo esempio riguarda la distri-buzione delle risorse interne per i dipar-timenti e per l’ex-60%. In ambedue i casi abbiamo aumentato le dotazioni, che sono di fatto raddoppiate dal 2009 a oggi, e nel farlo abbiamo adottato poche, semplici regole per attribuirle sulla base di indica-

tori di qualità. Per la prima volta abbiamo applicato il criterio di “ricercatore attivo” come base di calcolo delle risorse pro-capi-te (il 50% del totale) da attribuire ad aree e dipartimenti, e per la prima volta abbiamo utilizzato indicatori di performance (Prin, 7PQ. livello di internazionalizzazione della produzione scientifica) per la distribuzione del restante 50%.Molto resta ancora da fare. Per esem-pio, abbiamo migliorato la qualità dei dati presenti nella nostra anagrafe, ma ancora oggi la classificazione delle riviste (e più in generale delle pubblicazioni) soffre del-la difficoltà di adottare ranking di qualità

credibili e condivisi in tutte le aree. Le aree 1-9 sono pronte e disponibili ad essere va-lutate sulla base di indicatori bibliometrici ampiamente accettati dalla comunità scien-tifica internazionale, e già da tempo sono in effetti sottoposte a questo tipo di valu-tazione anche nel nostro ateneo. E’ ora che sistemi simili si estendano a tutte le aree, comprese quelle -- dalla 10 alla 14 -- in cui l’obiettiva difficoltà di individuare ranking autorevoli (e dunque non manipolabili lo-calmente) non deve trasformarsi in un alibi per rinviare continuamente la soluzione del problema. Abbiamo di fronte a noi sfide importanti, dal VQR 2004-2010 all’incremento della quota FFO che verrà ripartita sulla base della qualità della nostra produzione scien-tifica. Dobbiamo fare bene e dobbiamo attrezzarci per fare meglio in futuro. Le ri-sorse che stiamo investendo e le regole che stiamo scrivendo, e che insieme dobbiamo migliorare continuamente, permettono di guardare al futuro con fiducia.

Francesco PigliaruProrettore delegato per la Ricerca

Francesco Pigliaru.

Qualità e merito: reggere la sfida in un contesto cambiatoSenza regole adeguate, le risorse finanziarie servirebbero a poco Punto per punto, il lavoro fatto per guardare al futuro con fiducia

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6 UNICANEWS 67 - febbraio 2012

Il Consiglio di Amministrazione ha ap-provato nelle scorse settimane l’avvio dell’iter che porterà alla realizzazione

della nuova spina dipartimentale della Cit-tadella universitaria di Monserrato. I nuovi edifici ospiteranno il Centro Servizi di Ate-neo per la Ricerca (CESAR) e i laboratori medico-scientifici che attualmente si trova-no ancora in alcuni punti della città.“Si tratta di un progetto – ha spiegato il Rettore Giovanni Melis – cofinanziato dal Piano per il Sud. Contiamo che le risorse del cofinanziamento arrivino, altrimenti si procederà per lotti funzionali. Siamo in li-nea con il piano strategico presentato con il programma elettorale: si razionalizzano così le strutture didattiche e di ricerca su-perando l’attuale dispersione in numerosi edifici”.A progettare l’opera è lo studio cagliari-tano Studio Professionisti Associati srl, dell’ingegner Aldo Vanini e dell’architetto Massimo Faiferri. Questa mattina in Cda è stato presentato il progetto preliminare dell’importante complesso edilizio: “La data dell’avvio è storica – aggiunge a Uni-canews il dirigente dell’Ateneo Antonio Pillai – perché si tratta di una iniziativa che implica il ripensamento di tutti gli spazi che si libereranno in città, compreso l’edificio della Clinica Macciotta che entro l’anno sarà liberata per effetto del completamento del blocco Q a Monserrato, e il San Gio-vanni di Dio”.

Centro servizi per la ricerca, via libera del CdaIn linea con il Piano strategico il progetto cofinanziato dal Piano per il Sud consentirà l’accorpamento a Monserrato dei laboratori scientifici ancora sparsi in città

Accademia

Il nuovo protocollo d’intesa tra l’Università degli Studi di Cagliari, l’Azienda ospedaliero-universitaria e

il Comune di Monserrato per la realizza-zione del progetto integrato “La rete dei servizi”, è stato firmato nei giorni scorsi in Rettorato. Presenti il sindaco di Mon-serrato, Gianni Argiolas, ed il suo porta-voce Vittorio Lamieri. In forza dell’accordo siglato, una parte dell’edificio ex CRIES sito nella zona Cortis ospiterà la Clinica di Odontoiatria dell’Azienda mista, che utilizzerà i loca-li anche per lo svolgimento delle attività didattiche e di ricerca legate al corso di

laurea specialisti-ca in Odontoiatria e protesi dentarie. L’Azienda provvede-rà al completamento dei lavori di recupe-ro della parte di im-mobile assegnata. In sostanza, dunque, le due amministrazioni cogestiranno la strut-

tura: il Comune infatti continuerà ad uti-lizzare una parte dello stabile. “E’ un’ulteriore tappa – dichiara il Ret-tore dell’Università di Cagliari, Giovanni

Melis – del processo di completamento delle strutture dell’Ateneo a Monserra-to, e dell’accorpamento nella zona delle cliniche attualmente sparse in città. Ma si tratta anche di un passaggio fondamen-tale per rafforzare il sistema sanitario dell’area vasta”. Il sindaco di Monserrato Gianni Argiolas, a nome dell’ammini-strazione comunale, ha espresso grande soddisfazione e ha spiegato che “un’altra priorità condivisa da Comune e Ateneo è l’attivazione del Pronto Soccorso, strut-tura indispensabile a completare la capa-cità di offerta dell’ospedale a servizio del territorio”.

E a Monserrato sta nascendo la rete dei servizi La soddisfazione del primo cittadino: “Priorità condivise con l’Ateneo”

Gianni Argiolas.

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7UNICANEWS 67 - febbraio 2012

di Mario Frongia

Il professore usa concetti chiari. Rassicura e preci-sa. Sottolinea con garbo ed

esperienza i passaggi più duri. Ma preferisce muoversi con cautela. D’altronde, il campo è ostico: le patologie tumorali non consentono parole in liber-tà. E per Giuseppe Casula, or-dinario di Chirurgia, la qualità e la cifra umana della medicina, di pari passo con la professio-nalità e la competenza, sono e rimangono una frontiera inva-licabile. “Nonostante i progressi cono-scitivi e l’evoluzione dei trat-tamenti, la sopravvivenza com-plessiva per cancro del colon e del retto a cinque anni non supe-ra, ancora oggi, il 58 per cento. Essendo questo un tumore ad alta incidenza - orientativamen-te 6 individui su 100 sviluppe-ranno un cancro colo-rettale nel corso della propria vita - non è sorprendente che sia non solo la seconda causa di morte per tumore, ma tra le prime in asso-luto nei paesi industrializzati” dice il professore. Che spiega: “Nella grande maggioranza dei casi lo svilup-po della neoplasia maligna (il carcinoma) avviene per la de-generazione, nel tempo, di una neoformazione benigna (il poli-po adenomatoso). Grazie a que-sta caratteristica il cancro colo-rettale può essere considerato uno delle più prevenibili forme

di cancro: basta in-fatti inter-r o m p e r e , median te l’asporta-zione del polipo, la sequenza p o l i p o -cancro per

impedirne l’insorgenza”. Un principio chiave su cui si basano i programmi di scree-ning, avviati oggi in molti Pa-

esi, che solitamente si basano sulla effettuazione della ricer-ca, nella popolazione comune asintomatica dai cinquant’anni anni in su, del sangue occulto nelle feci. I soggetti risultati po-sitivi a tale ricerca vengono poi sottoposti ad un esame endo-scopico del colon, per rivelare

la presenza di eventuali lesioni tumorali che, se di aspetto be-nigno ed asportabili, vengono rimosse nel corso dello stesso esame, se con caratteristiche di malignità avviate al trattamento più idoneo, solitamente chirur-gico. “Lo screening consente quindi non solo di prevenire la formazione del carcinoma, ma anche, qualora la trasformazio-ne sia già avvenuta, di scoprirlo - e quindi di curarlo - nello sta-dio più precoce possibile. Anche questa seconda preroga-

tiva dello screening è di crucia-le importanza poiché, purtrop-po, la grande maggioranza dei carcinomi in fase precoce non producono alcun sintomo e quindi sono diagnosticati in fasi più avanzata di sviluppo. Trattare il carcinoma colo-ret-tale in stadio precoce – sottoli-

nea lo specialista - aumenta le possibilità di sopravvivenza”. Dunque, un percorso consoli-dato e indispensabile per innal-zare la soglia della speranza. E non solo. Infatti, questi pro-cessi di sensibilizzazione del-le popolazioni – spesso con il coordinamento tra mondo medico, scuole, associazioni e volontariato - sono attuati da un pezzo nei più importanti paesi del mondo occidentale. Tra l’altro, gli screening – ap-provati e rilanciati dalle prin-cipali organizzazioni e istitu-zioni sanitarie internazionali – consentono un monitoraggio continuo delle condizioni di sa-lute della popolazione. Ma non basta. La partita si gioca sulla divulgazione diffusa quanto più possibile e su un approccio coinvolgente diretto ai cittadi-ni. “Anche questa esperienza supporta la necessità che ogni sforzo venga attuato perché siano più capillarmente diffusi i programmi di screening e sia adottata una più efficace cam-pagna di comunicazione per una più massiva adesione da parte della popolazione. Le stime che provengono dai risultati ottenuti in altri Pae-si, infatti, fanno ritenere che dallo screening per il cancro colo-rettale si possa ottenere – conclude il cattedratico - una riduzione dell’incidenza di un terzo ed un abbassamento della percentuale di mortalità del 40 per cento”.

Universitas

Giuseppe Casula.

Ricerca. La prevenzione in oncologiaL’analisi e i dati clinici dello staff guidato dal professor Giuseppe Casula. L’importanza degli screening e le attività degli specialisti del Policlinico universitario

Anche nella nostra isola, è in corso il programma degli screening oncologici. Del massiccio lavoro preventivo è fa parte anche l’Azienda Ospedaliero-Universitaria, quale

sede del secondo livello del programma. In pratica, gli specialisti dell’ateneo – coordinati dal professor Bruno Massidda, referen-te Aou per gli screening – impegnati sui tumori del colon retto, chirurgia e clinica, si occupano dell’esecuzione della colonscopia nei soggetti risultati positivi alla ricerca del sangue occulto fecale. Il tutto rientra nelle linee guida del Piano di Prevenzione 2010/12 redatto dal Servizio ad hoc dell’assessorato regionale alla Sanità. Il programma coordinato per la provincia di Cagliari dalla Asl 8, prevede che l’Azienda ospedaliero universitaria curi gli esami endoscopici. Le metodiche innovative vengono eseguite al Presidio di Monser-rato, presso il servizio di endoscopia della Chirurgia generale ad indirizzo colo-rettale. I primi risultati di questa attività confermano in pieno i presuppo-sti della validità dello screening nella lotta contro questo tumore: nei primi 74 soggetti esaminati, tutti asintomatici, sono stati iden-

tificati (ed asportati) polipi nel 48,6 per cento dei casi, mentre nel 6,75 per cento dei casi è stato diagnosticato un carcinoma, che è stato poi rimosso chirurgicamente. Una battaglia che non concede pause: in Sardegna i dati rivelano 1.159 nuovi casi e 478 decessi per anno. (m.f.)

Tumore del colon retto: in Sardegna 1.159 nuovi casi e 478 decessi per anno. Un cancro con una sopravvivenza del 58 %

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8 UNICANEWS 67 - febbraio 2012

Universitas

Erano partiti da “Non gi-rare il mondo per cercare parcheggio”. Uno spot

simpatico. E soprattutto, vero. Da allora, corrono come lepri. E la loro idea di metropolitana leggera conquista adesioni e nu-meri importanti. Lo staff guida-to da Italo Meloni accelera. Gli inventori e ambasciatori isolani della mobilità “verde”, metto-no la freccia. Per un pensare positivo che non inquina, costa meno, regala tempo, moderni-tà e salute, dà un taglio netto a stress e fatica. E anche gli stadi di avanzamento dei cantieri che allungano il tracciato di Metro-Cagliari, sono il termometro col segno più di un progetto nato e pensato nel modo e nel momen-to giusto. Un ok complessivo rafforzato dai contatti dei pas-seggeri. In continua crescita, rapidi nell’elaborare il concetto chiave: spendo meno, viaggio senza preoccupazioni e arrivo in orario. A pensarci bene, una sorta di piccola rivoluzione made in Cagliari. Frutto delle competenze ma anche dell’es-sere un po’ coraggiosi. Il pro-fessor Meloni pilota un gruppo giovane, che studia e ri-pensa i trasporti del terzo millennio con l’entusiasmo adeguato. Un procedere distante da cliché stantii e soluzioni logore, se non definitivamente archiviate dai tempi e dai cittadini. Metro di superficie, bici, taxi elettrico: abbastanza per ribaltare una cit-tà. Nel segno dell’innovazione e di un pensatoio che non cono-sce confini e barriere. L’ultimo messaggio in ordine di tempo, riguarda l’Activity locator. Il Crimm – Centro di ricerche mo-delli di mobilità dell’ateneo di

Cagliari – ne detiene il softwa-re. E per promuovere la Mobi-lità sostenibile e il programma Casteddu Mobility Styles, va a caccia di proseliti. Con una mail ad hoc i trasportisti en-trano nel merito delle abitudini e degli spostamenti di quanti usano, e vorrebbero usare con più frequenza, MetroCagliari.

Un lavoro meticolo-so volto a individua-re il target dell’utente tipo. Con in vista le p r o p e n -sioni e le e s i g e n z e dei viag-giatori. In

palio, per quanti partecipano al programma, un I-phone 4 e dieci buoni spesa da cento euro. “La comunicazione sulle tipolo-gie di trasporto urbano e sulla mobilità fa i conti con diverse variabili abbastanza sofistica-te. Si devono dare certezze e riferimenti operativi, coniugati con elementi comprensibili per un utilizzo proficuo dei mezzi” spiega il professor Meloni. As-sertore di un modello di mobili-tà che veste a pennello Cagliari nelle sue principali direttrici, il direttore del Crimm rilancia: “Il questionario deve “girare”. Ci aspettiamo che i nostri contatti allarghino il tiro coinvolgendo amici, conoscenti, familiari, colleghi e reti di lavoro, social network”. Insomma, la batta-glia continua. Soprattutto, sul terreno della sensibilizzazione. Con un denominatore comune: la promozione dei vantaggi in

termini di costi, tempo e benes-sere. Come? Ad esempio, la-sciando l’auto o la moto a casa e prendendo la metro che collega Cagliari a Monserrato. È questo il dna del progetto del Crimm - in collaborazione con l’Arst - coordinato da Italo Meloni, docente di pianificazione tra-sporti, affiancato dagli speciali-sti Erika Spissu e Silvio Porcu. MetroCagliari, inaugurata il 17 marzo 2008, ha un percorso di circa sei chilometri e mezzo e unisce piazza Repubblica a via San Gottardo, a Monserrato. “Un tragitto – dice il professore - tuttora sottoutilizzato. Ci sono cinquemila utenti giornalieri sui 20 mila possibili. E a 300 metri da ciascuna delle sette fermate, ci sono circa trenta-mila residenti, che diventano cinquantaseimila entro i 500 metri”. Il quesito è obbligato: come si può incrementare la percentuale di utenza”. Erika Spissu taglia corto: “Con tec-

niche di “cambiamento volon-tario di viaggio”. Ovvero, dob-biamo capire i comportamenti di viaggio dei cittadini e aiutar-li a riconsiderarli in termini di costi/benefici. Chi è costretto a viaggiare quotidianamente in auto per recarsi a lavoro, sa bene quale sia la spesa per il carburante” sottolinea l’inge-gner Spissu. Il futuro, dunque, resetta i inconvenienti e ritar-di derivanti dal traffico, dalle code ai semafori, dalla ricerca di parcheggio o dal maltempo. Con la Metro si viaggia rispar-miando denaro e tempo. E si rispettare l’ambiente, riducen-do di un decimo le emissioni di anidride carbonica nell’aria: il 90 per cento in meno nella sola tratta Cagliari-Monserrato. Chi vuole saperne di più può visi-tare il sito www.metrostyles.it , scrivere a [email protected]. Informazioni anche allo 070. 6756405.

Mario Frongia

MetroCagliari, per una vita più salubreEconomico, sicuro, meno inquinante: il dna del progetto di trasporto pubblico del Crimm di Italo Meloni

Da sinistra, Silvio Porcu, Eleonora Sottile, Vincenzo Simonetti, Alessandro Vacca, Benedetta Sanjust, Francesco Porru, Italo Meloni, Fabrizio Illotta. Lo staff del professor Meloni comprende anche Erika Spissu, Fabio Pili e Alberto Licciardi. Un gruppo di ingegneri, fatta eccezione per Silvio Porcu (sociologo).

Italo Meloni.

”La Giunta Cappel-lacci, in questi ul-timi tre anni, ha

creduto nel connubio assi-stenza sanitaria-ricerca e ha voluto investire per migliorare l’alta specializzazione e l’am-modernamento tecnologico delle strutture delle Aziende ospedaliero-universitarie. Un primo passo a cui ne segui-ranno altri, sempre nell’ottica della collaborazione sinergica con Università e in particolare

con la facoltà di Medicina”. Così l’assessore De Francisci ha chiuso il convegno sullo stato dell’arte dell’assisten-za, organizzato dall’Ateneo e dall’Azienda mista per riaffer-mare la specificità dell’ospe-dale universitario. Il preside Piga, introducendo l’incontro, ha auspicato che “una comu-nione di intenti possa permet-tere lo sviluppo del progetto della facoltà di Medicina al servizio dei sardi”.

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9UNICANEWS 67 - febbraio 2012

Universitas

Illustrissimo Magnifico Rettore,sono Francesca Lai, studentessa di 25 anni, iscritta al corso di laurea magi-

strale in scienze giuridiche. Ho vinto una borsa di studio Globus Placement, progetto che prevede un tirocinio della durata di tre mesi in un territorio extra-europeo. Ho svolto il tirocinio presso International Idea (International Institute for Democra-cy and Electoral Assistance), un istituto svedese che si occupa di promuovere la democrazia in tutto il mondo (costruirla o rinforzala laddove assente o debole, svilup-pare i processi di costruzione del consen-so, progettare le istituzioni politiche e le costituzioni, assistere i Paesi nel corso dei processi elettorali, affinché le elezioni poli-tiche siano trasparenti e pluraliste ecc.).L’ufficio International Idea di New York, sede del mio tirocinio, è Osservatore Per-manente dell’Onu, presso cui svolge, in sostanza, una funzione di rappresentanza dell’Istituto ed è il portavoce delle istanze e della missione di Idea.Il tirocinio è stato professionalmente edificante e gratificante. Il mio lavoro consisteva principalmente nel partecipare alle conferenze e riunioni orga-nizzate presso le Nazioni Unite e scrivere dei rapporti su di esse, privilegiando, nella stesura, gli aspetti più significativi per l’Isti-tuto e sottolineando le posizioni espresse dai rappresentanti dei paesi membri di Idea. Sono stata munita di un pass per accedere all’Onu e ciò mi ha consentito di parteci-pare alle riunioni dell’Assemblea generale. In particolare ho assistito alla presentazio-ne del rapporto del Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC), sull’attuazione degli impegni assunti nelle principali conferen-ze e summit delle Nazioni Unite nei campi

economico e sociale, al dibattito sulla rea-lizzazione di un Programma di Azione per una Cultura della Pace. Ho potuto accedere ad alcune riunioni aperte del Consiglio di sicurezza, tra le quali, in particolare, un dibattito sulla questione palestinese, incen-trato sulla perpetrazione di violenze e vio-lazioni dei diritti umani da parte delle forze israeliane nei territori soggetti a insedia-menti israeliani, e sulla richiesta di piena membership delle Nazioni Unite avanzata dalla Palestina. Ho assistito ai lavori della Third Committee che si occupa dei dirit-ti umani, in particolare durante le sessioni che hanno trattato questioni quali la condi-zione delle donne, la promozione e la pro-tezione dei diritti dei fanciulli, i diritti delle popolazioni indigene, la tortura e altre pene

disumane e degradanti, nonché alle sessio-ni in cui sono stati presentati i rapporti di esperti indipendenti su differenti temi.Inoltre ho raccolto e analizzato materiale relativo ad argomenti di interesse per l’Uf-ficio di Idea, quali la situazione in Myan-mar e in Libia, la distribuzione delle risorse budgetarie delle nuova entità delle Nazio-ni Unite sulla promozione di genere, UN Women ecc. Si è trattato di un’esperienza unica che mi ha permesso di vedere in pri-ma persona il lavoro delle Nazioni Unite. Questo tirocinio ha segnato una tappa di un percorso tracciato da precedenti esperien-ze all’estero, quali l’Erasmus e l’Erasmus Placement. Si è trattato di occasioni impor-tanti sia dal punto di vista professionale (ho infatti potuto arricchire il mio curriculum vitae, nonché imparare due lingue), sia dal punto di vista umano, in quanto viaggiare, conoscere e imparare da culture diverse dalla propria sono esperienze impagabili e costruttive per chiunque (quando partii per l’Erasmus avevo 21 anni, lasciai casa con una mentalità per tornare con un’altra, ar-ricchita e notevolmente più aperta).Auguro ai miei colleghi di vivere esperien-ze simili, usufruendo delle possibilità che Unica ci offre. Ringrazio l’Ufficio Relazio-ni Internazionali (in particolare la dott.ssa Anna Maria Aloi che mi ha messo in con-tatto con l’ufficio di Idea in Svezia per la richiesta di tirocinio), i miei docenti Mas-similiano Piras e Gianmario Demuro (che ha rappresentato l’Università firmando l’accordo con International Idea in Svezia) e l’Università degli studi di Cagliari che mi ha concesso la borsa di studio.

Francesca Lai

Con Globus Placement un tirocinio alle Nazioni UniteLa lettera di una laureata in Scienze giuridiche dopo l’esperienza a New York

Francesca Lai.

Globus è un programma di scambio che promuove la mobilità studentesca in ambito extra europeo e consente di trascorre-re un periodo di studio o tirocinio presso università straniere

non europee. Ci sono tre sotto-programmi Globus: Globus Studio, Globus Tesi e Globus Placement. Il Globus Placement è un pro-gramma di mobilità che consente di svolgere un tirocinio in Paesi Extra-UE. Gli studenti possono scegliere università o aziende di 3 diversi continenti: Americhe, Asia e Oceania. Per conoscere tutte le sedi disponibili è sufficiente consultare i bandi GLOBUS pubbli-cati sul sito dell’Ateneo, nella pagina dedicata al Settore Mobilità Studentesca. Per il programma Globus Placement non ci sono sedi prestabilite e il tirocinio può essere svolto in un’azienda di un qual-siasi Paese extraeuropeo a scelta dello studente. Sarà cura dello stu-dente contattare l’azienda presso la quale intende svolgere il perio-do di tirocinio. Il tirocinio deve avere una durata minima di tre mesi consecutivi. Si tratta di un programma dell’Università di Cagliari nato solo pochi anni fa. Infatti, il primo bando Globus Placement è stato pubblicato dalla Direzione per le Relazioni Internazionali dell’Università di Cagliari nell’anno accademico 2009/2010.Ogni anno vengono pubblicati due bandi di selezione che mettono a disposizione degli studenti in possesso dei requisiti richiesti delle borse di mobilità di € 1000,00 lordi mensili più un rimborso spe-

se di viaggio. Per il primo anno sono state assegnate in totale 50 borse e nel 2010/11 ne sono state assegnate 41. A gennaio 2012 è stato pubblicato il primo bando per l’anno accademico 2011/2012 che mette a disposizione 44 borse da mille euro lordi mensili per tirocini di 3 mesi consecutivi. Il bando è scaduto nei giorni scor-si. I tirocini dovranno avvenire tra il 15 marzo e il 15 dicembre 2012. Il riferimento è il Settore Mobilità Studentesca e Fund Rai-sing – Campus Aresu – via San Giorgio, 12 , ingresso n.2 – 09124 Cagliari. La meta preferita dagli studenti è New York con un’alta percentuale di tirocini svolti, seguono gli Stati Uniti in generale e poi il Sud America, anche se non mancano gli studenti che scelgo-no l’Africa, l’Estremo Oriente, l’Europa dell’Est e l’Australia. Il Globus Placement può essere una risposta alle sfide della globaliz-zazione che impone ai lavoratori, soprattutto giovani, di ampliare le proprie competenze professionali e la necessità di rendere il proprio curriculum vitae competitivo, attraente per le aziende intenzionate ad assumere e rispondente alle richieste del mercato del lavoro. In quest’ottica, il Globus Placement rappresenta un’ottima opportu-nità per gli studenti, ai quali viene offerta l’occasione di svolgere un’importante esperienza lavorativa all’estero in aziende che sono leader mondiali nei lori settori.

Emanuela Rubiu

Viaggiare e studiare fuori dall’Europa Il programma Globus: un tirocinio di tre mesi in azienda

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10 UNICANEWS 67 - febbraio 2012

Accademia

Vola leggero e affascina-to sul territorio. Lo coc-cola con parole scelte

accuratamente. Ne evidenzia disfunzioni e criticità. Lo ac-compagna con foto, schede, tabelle. Pasquale Mistretta e la Sardegna. La “sua” Sardegna. Vissuta come terra perenne-mente in divenire. E altrettanto lenta a capire le direzioni dei venti. Il professore, anche sta-volta, non ci sta. Con “Storia ed attualità di un percorso critico. Documenti di urbanistica” – Cuec editore, 571 pagine cura-te da Luisa Gulli, ingegnere e abile “cucitrice” di oltre mez-zo secolo di professione del già rettore dell’ateneo cagliaritano – sminuzza e indica, strappa e coinvolge. Dai furriadroxius alle Barbagie passando per le tipologie abitative di Stampa-ce e Castello a Cagliari, senza scordare rendite edilizie, piani particolareggiati e aree indu-striali. Una foto a tutto tondo della questione urbana in Sar-degna. Che non accantona, anzi, gli habitat minerari, gli equilibri territoriali volti a un futuro meno caotico e inqui-nato, i beni culturali: il teatro romano di Nora, ad esempio, è il riferimento principe. Ma lo

sguardo dell’urbanista girova-go - capace di fotografare, fil-mare e catalogare le principali metropoli internazionali così come Desulo e Bosa piuttosto che Arzachena e Alghero - non poteva rinunciare alle compa-razioni. Per rafforzare i concet-ti, il volume con prefazione di Giorgio Massacci, preside di Ingegneria, analiz-za il primo incontro delle isole del Medi-terraneo, il modello di assetto di Lione, la politica di rinno-vamento urbano in Olanda a Jordaan e l’habitat tipico del Nepal. Anche da questi capitoli emer-ge il dna dell’autore. Curioso e mai domo nel cer-care nuove strade. E dunque, forte di un’esperienza trasver-sale, capace di riaprire accu-ratamente i temi crocevia per lo sviluppo socioeconomico regionale. Dal rapporto città-territorio alla salvaguardia dell’ambiente, con un occhio di riguardo per le nuove pro-spettive inerenti i piani paesi-stici. Il professore emerito di urbanistica, coglie nel segno. In un percorso tanto storico

quanto attuale e politico. Con un assist perfetto su più fronti per gli amministratori regiona-li, caso mai volessero trovare qualche minuto per coglierlo. Ma questa è un’altra storia. Lo scenario dell’opera abbraccia anche il ruolo e le prospettive dell’ateneo. Non a caso, con evidenti e lievi venature malin-

coniche, il volume si chiude col capi-tolo “L’Università statale in Sardegna: chi educa chi?”. Ma la passione del docente cagliari-tano riappare con veemenza anche nei passaggi dedicati all’area metropoli-tana, ai giovani, a

“un’anima nuova per la nostra città”. Ed è sorprendente, ma fino a un certo punto, il riferi-mento ad alcune intuizioni di Gramsci, col moderno uma-nesimo che si coniuga ai com-piti dell’università del 2000. “Esplorare ciò che accade nel mondo è un compito fonda-mentale della formazione uni-versitaria con l’imperativo di tesorizzare i segni più evidenti della storia e degli habitat che aiutano a comprendere e a dia-

logare con la contemporaneità anche quando, come accade per la piccola isola di Sarde-gna, il confronto di esperienze sembra fuori scala. Il libro – scrive Luisa Gulli nella prefa-zione - suddiviso in capitoli a tema, consente di rileggere e di attualizzare le politiche del territorio regionale, e, attra-verso i rilievi, di focalizzare le matrici di molti habitat identi-tari dell’isola. Questa raccolta consente di leggere in modo culturalmente critico tanti aspetti noti e meno noti delle questioni che hanno segnato l’evoluzione temporale e so-cio economica della Sardegna. Un documento con la valenza di una memoria storica, ma che colpisce per l’attualità con cui caratterizza le tematiche affrontate fino a proporle, in molti casi, con intensità ancora maggiore oggi di allora. Una testimonianza da tener presente per interpretare l’evo-luzione dei processi e ragio-nare in prospettiva, ed anche per comprendere l’importanza dell’approccio multidisciplina-re nell’affrontare le problema-tiche territoriali”..

Mario Frongia

Urbanistica, tra passato, attualità e futuroL’opera di Pasquale Mistretta traccia un percorso critico su una Sardegna a metà del guado

È stato presentato a Cagliari nei giorni scorsi, nell’aula magna “Bachisio R. Motzo” della facoltà di Lettere e Fi-

losofia, il nuovo volume di Giulio Sapelli «L’occasione mancata. Lo sviluppo incom-piuto dell’industrializzazione sarda» (Cuec, 176 pagine, 14 euro). Insieme all’autore ne hanno discusso i due prorettori alla didat-tica e alla ricerca scientifica, Francesco

Atzeni e Francesco Pigliaru, insieme a Gianluca Scroccu ed Andrea Raggio, auto-ri rispettivamente dell’introduzione e della testimonianza che chiude il volume.Nel libro, che ripropone in una nuova ve-ste organica due saggi dedicati in passato da Sapelli al sistema economico sardo, si affronta il problema del mancato sviluppo economico della Sardegna contemporanea come uno dei nodi principali del dibattito storiografico. Richiamandosi alla grande lezione di An-tonio Pigliaru, Sapelli - docente di Storia economica all’Università Statale di Milano dopo aver lavorato in numerose università e imprese italiane e straniere, oltre che edi-torialista del “Corriere della Sera” - centra la sua analisi sulle peculiarità del sistema politico ed economico della Sardegna, in una prospettiva storica che dall’Ottocento arriva all’oggi passando per la stagione del-la Rinascita sino ai giorni nostri toccando tematiche come la questione demografica, i problemi dello sviluppo agrario, il ruolo sociale dell’imprenditore, l’arretratezza del sistema politico e la centralità della coope-

razione come fattore di vera crescita, eco-nomica e morale. La presentazione, tenutasi in un’aula magna al completo anche grazie alla presenza di molti studenti, ha permesso di ritornare su alcune questioni centrali af-frontate dal libro, so-

prattutto grazie agli interventi di Pigliaru e Sapelli. Il tema del resto è essenziale in questo periodo dominato da una grave crisi economica che non ha mancato di mani-festare i suoi effetti devastanti sul tessuto economico-sociale di molte zone dell’Iso-la, a partire dal Sulcis Iglesiente. Un gap di sviluppo che riguarda l’intero Mezzogior-no, carattere peculiare del caso italiano e che aspetta ancora soluzioni in un mondo che la competizione internazionale domi-nata dalla multipolarità e dall’interdipen-denza rende sempre più urgenti.

Gianluca Scroccu

L’occasione mancata, storia di uno sviluppo incompiuto Presentato in facoltà di Lettere e filosofia il nuovo libro di Giulio Sapelli

Giulio Sapelli.

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11UNICANEWS 67 - febbraio 2012

Accademia

di Ivo Cabiddu

Ercolino è nato da poco nel-la Complesso Pediatrico “Macciotta” di Cagliari

e abita con i suoi papà e le sue mamme proprio nella palazzina di via Ospedale 119, dove hanno sede i reparti di Terapia Intensiva Neonatale e Puericultura. Il suo nome completo è Ercolino Onlus

- Fondazione di ricerca sarda per il benessere dei piccolini. Si tratta di un’iniziativa benefi-ca che nasce nel maggio 2010 e comincia a muovere i primi passi nel 2011 operando come Orga-nizzazione non lucrativa di utilità sociale. I soci fondatori sono il prof. Vassilios Fanos (presiden-te), la dott.ssa Melania Puddu (vi-cepresidente) e la sig.ra Patrizia Baire (tesoriere). Gli altri compo-nenti del consiglio direttivo sono i pediatri Giuliana Pal-mas (segretario), Alber-to Pullano, Erica Van-nelli e Donatella Gariel (consiglieri). Il sodalizio conta anche un Comita-to scientifico - coordina-to dal dott. Giovanni Ottonello - e un Comitato per la promozione delle attività, formato dalle dott.sse Alessandra Atzei, M. Elena Baire e M. Elena Panduccio. Per saperne di più abbiamo incon-trato il prof. Fanos - direttore del dipartimento di Scienze Pediatri-che e della struttura complessa di Patologia e TIN, Puericultura e Nido dell’Azienda Ospedaliero Universitaria - che ci ha illustrato molti particolari dell’iniziativa. Scopo peculiare della Fondazione è promuovere la solidarietà socia-le in campo neonatale, favorire e sostenere l’attività di studio e ri-cerca scientifica sulle patologie neonatali e pediatriche. Promuo-

ve inoltre la cultura e la formazio-ne professionale nel campo della medicina perinatale, realizzando incontri e pubblicazioni a livello nazionale e internazionale. Tutto questo con il contributo degli stes-si soci e con raccolte di fondi per finanziare la ricerca in neonatolo-gia, l’attivazione di borse di stu-dio per giovani laureati, l’acquisto di nuove attrezzature e l’organiz-

zazione di corsi di aggiornamento e perfezionamento del personale medico e paramedico. Prof. Fanos come nasce l’idea di Ercolino?Con l’intento di potenziare le atti-vità del reparto. Un fine a cui tutti possono collaborare, diventando soci sostenitori, con donazioni personali volontarie, anche pic-cole, oppure con il 5xmille.Come verranno utilizzati i fon-di raccolti?

Soprattutto per dare as-sistenza materiale e psi-cologica ai famigliari dei neonati ricoverati, perché tutto va pensato per il benessere dei pic-colini. L’umanizzazione

è irrinunciabile in un ospedale, ancora di più quando il paziente è piccolo e critico come nel caso dei prematuri in terapia intensi-va. Grazie a Ercolino possiamo retribuire un pediatra che adesso presta anche assistenza in Pueri-cultura. Allo stesso modo gli studi e la formazione del personale de-vono avere una ricaduta proprio per la salute dei bambini e per il miglioramento del servizio. In quali campi si estende la ri-cerca di Ercolino?Principalmente nel campo della Metabolomica e dell’Epigene-tica, l’analisi di tutte le variabili che possono modificare l’insor-genza delle malattie.

Per i non addetti ai lavori?La natura ci fornisce il patrimo-nio genetico e la predisposizione a determinate patologie, ma in realtà sono l’ambiente, lo stile di vita e la nutrizione che concor-rono a modificare effettivamen-te le nostre condizioni di salute. Qualcuno paragona il nostro ge-noma alla tastiera di un pianofor-te, l’epigenetica è lo studio della musica che si ottiene suonando determinate serie di tasti, anziché altre sequenze. Con quali prospettive?I risultati già ottenuti sono interes-santi e saranno sempre più fonda-mentali. L’obiettivo è quello di una medicina personalizzata, per terapie “sartoriali” (tailored), cioè a misura di ogni singolo paziente. Queste ricerche necessitano di un approccio multidisciplinare e di tecnologie avanzate, ma progre-dendo in questo campo potremo presto passare dalla medicina descrittiva a quella “predittiva” e sempre meno invasiva. Per otte-nere riscontri e diagnosi si potran-no semplicemente analizzare dei campioni di fluidi biologici anzi-ché sottoporre il paziente a biop-sie, tac o risonanze magnetiche.Lei è nato a Medicina, in Emilia - Romagna, e provie-ne dall’Università di Verona. Come si è trovato a Cagliari?Ho scoperto che il complesso pediatrico dell’Università era mi-gliore di molti altri centri italiani, anche del nord. Finora ha servito egregiamente tutta la Sardegna

centro-meridionale, in media con 10mila utenti all’anno, ma è ospitato in locali divenuti troppo angusti e attendiamo che il tra-sferimento al Blocco Q di Mon-serrato avvenga al più presto. La speranza è che in Cittadella arri-vino tutti i reparti, per creare un unico centro all’avanguardia con tutti i servizi, così da coronare l’opera avviata nel 1938 da Giu-seppe Macciotta. Mai desiderato di rientrare?Per niente, devo ringraziare chi mi ha proposto di venire qui. Ho deciso di rimanere perché amo la Sardegna (forse perché somiglia tanto alla Grecia da cui proviene la mia famiglia) e con mia moglie abbiamo fatto una scelta di vita. Ho avuto molte offerte ma qui mi trovo davvero bene, ho tanti ami-ci e lavoro con persone eccezio-nali. Ottimi colleghi e collabora-tori seri e preziosi ai quali stanno veramente a cuore i neonati di cui abbiamo cura e responsabilità. Con i quali abbiamo fatto nascere Ercolino.

Incontro con il professor Vassilios Fanos, promotore di una onlus Ercolino, batte forte il grande cuore di PediatriaAssistenza, didattica e ricerca alla Clinica Macciotta, da tre quarti di secolo

Vassilios Fanos.

Vassilios Fanos. Classe 1957, laurea in Medicina e Chi-rurgia conseguita nel 1982 all’Università di Padova. Specializzato in Pediatria, Igiene e Medicina Preventi-

va, Neonatologia e Patologia Neonatale all’Università di Vero-na, dove ha lavorato (Clinica Pediatrica) dal 1985 al 2003, anno di arrivo all’Università di Cagliari in qualità di professore asso-ciato di Pediatria. Coordinatore di una ricerca multicentrica na-zionale sulle infezioni respiratorie, con la partecipazione di 13 UTIN italiane, ha rivestito numerosi incarichi in associazioni professionali e accademiche e attualmente fa parte dei direttivi della Società Italiana di Neonatologia, della Società Europea di Neonatologia e Perinatologia (di cui è Scientific Officer) e della Società Mediterranea di Neonatologia. Presente come re-latore e incaricato scientifico in molti congressi internazionali, è attivo quale organizzatore di convegni e workshop a livello mondiale, per quattro volte con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana. Membro dell’Editorial Board e Re-visore di riviste (12 Internazionali), svolge attività di ricerca prevalente in ambito neonatologico, infettivologico e nefrolo-gico. Autore di oltre 500 pubblicazioni, con oltre 220 articoli originali su prestigiose riviste nazionali ed internazionali (es. Lancet su invito) e 12 libri scientifici. Ha 198 articoli recensiti su PUB MED con Impact Factor totale di 330. Ha scritto arti-coli divulgativi per il Corriere della Sera e Il Sole 24 ore.

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12 UNICANEWS 67 - febbraio 2012

Universitas

L’archeologo

Il mio vuole essere un breve, deferente e affettuoso saluto ad uno studioso po-liedrico che, nell’ Italia del dopoguerra,

è stato fondamentale nel processo di rifon-dazione della Paletnologia, disciplina quasi inesistente nei curricula universitari.Giovanni Lilliu volle anche connotare que-sta disciplina in maniera peculiare, legando-la alla società sarda. Fondò così la disciplina di Antichità Sarde, oggi Preistoria e Pro-tostoria della Sardegna, conferendo ad essa ruolo di cattedra che occupò con autorevo-lezza, dandole prestigio ed indiscussa fama internazionale.La ricerca delle radici delle comunità, la ricostruzione attraverso una metodologia scientifica rigorosa e puntuale della vita dell’uomo preistorico sardo in tutti i suoi aspetti- la vita quotidiana, l’ideologia funeraria, l’economia, la religione- in una prospettiva antropologica e mediterranea: erano questi gli obiettivi primari da raggiun-gere con profusione di impegno continuo e con passione. Obiettivi che ha raggiunto: la

produzione scientifica ricca e varia lo testi-monia, com’è a tutti noto. Questa sua pro-duzione si caratterizza per la precisione e per la puntualità delle informazioni e delle interpretazioni, per la visione mediterranea dei quadri culturali e per l’onestà intellettua-le profonda che lo portava a ridiscutere e modificare, di per sé, anche parzialmente, ipotesi e notazioni non più attendibili in seguito alle nuove scoperte ed agli studi nel frattempo comparsi.Altro aspetto particolare è l’intensità e il rit-mo veloce della pubblicazione dei risultati delle ricerche, intesa come dovere non solo di uomo di scienza ma anche di uomo di cul-tura ed esponente del popolo sardo.

Il docente

Il metodo archeologico, la ricostruzione e l’ interpretazione antropologica delle comu-nità sarde sono stati riversati nell’insegna-mento a centinaia di giovani. Tra questi gli archeologi preistorici sardi che sono stati tutti suoi allievi sia quelli, non più giovani, che hanno seguito i corsi all’Università, sia quelli che hanno solo studiato i suoi libri, misurandosi con ipotesi, ricostruzioni ed interpretazioni. Ad alcuni di essi affidò come tesi di lau-rea il catalogo e lo studio delle emergenze archeologiche dell’Isola, riconoscibili ed identificabili con l’esplorazione attenta del territorio, posizionate nelle tavolette dell’IGM, all’interno di un progetto scien-tifico organico, complesso e faticoso: l’in-dividuazione del valore e della consistenza del patrimonio archeologico della Sardegna per la realizzazione di un Atlante dei monu-menti archeologici .Poche erano, orami, le tavolette IGM ine-splorate quando lasciò l’insegnamento nel 1985. Si era già posta, però, l’esigenza della verifica e dell’elaborazione della mole enorme di dati così raccolti per una pubbli-cazione che fosse, nello stesso tempo, edi-zione scientifica e divulgativa, strumento di tutela e dispositivo tecnico a disposizione degli Enti locali. Purtroppo questo progetto, condiviso e finanziato dalla Regione Auto-noma Sardegna, non fu mai realizzato per una sorta di blocco invalicabile posto dal ritegno connaturato nell’uomo che era nel contempo docente, archeologo e consiglie-re regionale.All’attività di ricercatore e docente si affian-cò quella di coordinatore, promotore della didattica, come Preside per 19 anni, come Direttore d’Istituto e Direttore della Scuola di Specializzazione in Studi Sardi.

L’intellettuale e l’uomo politico

L’approccio scientifico, rigoroso ed aperto ai contributi di altre discipline, l’attività di ricerca continua dell’archeologo si fondo-no con l’impegno politico dell’uomo che, mentre individua e ricostruisce le radici del-le comunità nuragiche, in esse riconosce le origini del popolo sardo e le sue caratteri-stiche culturali di “costante resistenziale” nei confronti del mondo esterno. Sotto quest’aspetto Giovanni Lilliu è stato un rife-rimento riconosciuto al di là o forse al di so-pra delle differenze ideologiche, ponendosi come epicentro di aggregazione e di unità.Giovanni Lilliu fu anche un vivace intellet-tuale attento a varie tematiche che esulavano dall’archeologia, legate però fortemente alla cultura ed alla lingua della sua amata Sarde-gna. Si occupò infatti di storia, dall’età ro-mana all’epoca contemporanea, di etnogra-fia, di storia dell’arte, di linguistica, di teatro e di tanto altro, a volte scrivendo nella sua “limba” natia. A Barumini in molti abbiamo salutato il Maestro, il Caposcuola che non

è più con noi, ma che ci ha lasciato un pa-trimonio culturale inestimabile di idee, un grande amore per la Preistoria, per la Sarde-gna, per il Mediterraneo.

Giuseppa Tandaprofessore ordinario di Preistoria e protostoria

Un saluto a Giovanni Lilliu, studioso poliedrico, fondamentale nella rifondazione della PaletnologiaHa insegnato il metodo e il rigore scientifico agli archeologi preistorici sardi

Giovanni Lilliu. Giovanni Lilliu con Renato Soru.

Giovanni Lilliu si è spento a 97 anni, nella sua casa cagliaritana. Roberto Co-roneo ci ha lasciati all’improvviso, a soli 53 anni. Si tratta di due stimatissimi stu-diosi, accomunati dall’essere stati presi-di della Facoltà di Lettere e Filosofia.

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13UNICANEWS 67 - febbraio 2012

Universitas

Roberto Coroneo, uno storico dell’arte appassionato della realtàPersona amabile e studioso rigoroso, si è battuto per la necessità di una coscienza civica alla base della valorizzazione del patrimonio

di Rossana Martorelli*

Roberto Coroneo è scom-parso lo scorso 11 genna-io, a Cagliari, dopo una

breve malattia, a soli 53 anni, nel pieno della vita e dell’attività la-vorativa. Non aveva ancora ulti-mato il mandato di Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, af-fidatogli per elezione all’unani-mità nel 2008, dopo essere stato già Presidente del Corso di Ope-ratore Culturale per il Turismo e Direttore del Dipartimento di Scienze Archeologiche e Stori-co-Artistiche, tutto in un ristretto arco di tempo, dal 2003 a quel 17 ottobre 2011, quando è stato ricoverato per accertamenti, non prevedendo certamente un esito così drammatico.Personalità poliedrica, dalle mol-teplici sfaccettature non sempre catturabili neanche da chi lo fre-quentava assiduamente, era so-prattutto però uno storico dell’ar-te, che amava studiare in tutte le sue espressioni. Spinto dal desi-derio della “conoscenza”, aveva la capacità di cogliere il più pic-colo – e per altri spesso insigni-ficante – dettaglio nella grande opera come nella quotidianità, al quale sapeva dare la giusta collocazione nella ricostruzione di un percorso artistico o di vita vissuta, con ampiezza di vedute e capacità gestionali, che lo por-tavano sempre a vedere “oltre” il momento contingente. Proprio la sete di “conoscenza” lo spingeva a travalicare i confini regionali, oltre i quali ha espor-tato il patrimonio culturale sardo (sulla scia degli insegnamenti della sua maestra Renata Serra),

in una dimensione dinamica di inquadramento del monumento isolano nel panorama ben più ampio degli eventi che segnaro-no il medioevo mediterraneo e dei legami con le coeve correnti artistiche, senza mai svalutare la specificità della storia e dell’arte locale. Apprezzato e stimato in campo nazionale ed internazionale per le sue doti umane e di studio-so, di Roberto Coroneo storici dell’arte ed archeologi ricorda-no l’amabilità insieme al rigore di un metodo scientifico, che lo guidava nell’analisi dell’opera mai avulsa dal suo contesto, con un’attenzione particolare alla fonte storica e al legame con il territorio, al fine di non lasciarsi trascinare dall’entusiasmo di in-terpretazioni fantasiose. Era però l’entusiasmo, alla base di tutto, che lo spingeva ad ap-profondire e ad esplorare nuovi orizzonti geografici. Attratto dal vicino mondo orientale, dalla cultura bizantina ed araba, dopo aver dedicato molti anni allo stu-dio dei monumenti e dei fenome-ni artistici sardi ed occidentali, aveva di recente indirizzato le ricerche sull’antica Bisanzio e la Turchia, meta dei suoi viaggi più recenti, viaggi che nel tem-po libero lo avevano portato in quest’ultimo decennio anche in Egitto, Marocco, Giordania, Tunisia, Iran e, fino all’Estremo Oriente, in Thailandia e Cambo-gia nel 2011. Spesso piacevoli vacanze, da cui scaturivano quasi sempre nuovi spunti di ricerca.Non di rado silenzioso e medita-tivo, poteva sembrare all’esterno

talvolta ombroso, ma si trattava di un silenzio costruttivo e mai apatico, che generava di solito una nuova idea. Nonostante fosse di poche e ben assestate parole, in realtà aveva fatto della comu-nicazione al grande pubblico uno dei punti forti della sua attività. Molti ricorderanno, infatti, la se-rie di trasmissioni televisive andate in onda nel 2002-2003, al fine di portare i monumenti nelle case; forse pochi sanno, però, che con un pullman di studenti ci si recava a tali monu-menti, dove venivano registrate le puntate secondo una modalità di botta e risposta, a cui parte-cipavano anche i più giovani, con un linguaggio accessibile a tutti senza troppi “tecnicismi”. Lo stesso linguaggio usato nel-le innumerevoli conferenze in giro per l’isola, o nelle lezioni in diverse Università della III età. Con Roberto Coroneo, si può dire che lo storico dell’arte sia sceso in piazza, allo scopo di di-vulgare il bellissimo patrimonio locale, ma anche di elevare (sia pure con uno stile semplice) il livello culturale, sempre più ab-bassato dai media attuali. E che Roberto Coroneo fosse amante delle piazze, ovvero del contatto con la realtà, lo attestano il suo aprire l’Università al mondo del lavoro, le prese di posizione pubbliche in merito a questioni di salvaguardia e tutela dei mo-numenti, o la partecipazione in prima linea, con cartelli recanti slogan, alla protesta studentesca contro il progetto di Riforma dell’Università fin dall’ottobre 2008, proprio agli inizi del suo mandato di preside. Sempre a fianco degli studenti, come è stato giustamente messo in risalto dagli stessi in diverse

occasioni in questi ultimi giorni: alla didattica Roberto Coroneo dedicava molto del suo tempo, in aula, ma più spesso davanti all’opera d’arte. Ai suoi allievi, che considerava una famiglia, non voleva insegnare le nozioni, ma il metodo di lettura dell’im-magine e l’amore per il patrimo-nio culturale, che va tutelato e valorizzato prima ancora che di-vulgato, con semplicità ma pro-prietà di linguaggio, impensabili senza le basi solide della cono-scenza. Ha lasciato molti pro-getti incompiuti: alla sua scuola e a coloro che l’arricchiranno in futuro il compito veramente impegnativo di portare avanti le molteplici iniziative, ma soprat-tutto le linee di fondo della sua esperienza di studioso. L’eredità è infatti questa, la trasmissione del senso di una coscienza civi-ca alla base della valorizzazione del patrimonio, che va studiato con una metodologia rigorosa, ma poi divulgato con semplicità a tutti coloro che abbiano voglia di conoscerlo. In questo senso potranno fiorire i frutti del mandorlo che merco-ledì 15 febbraio è stato piantato su desiderio ed iniziativa degli studenti nel cortiletto interno del Dipartimento di Scienze Ar-cheologiche e Storico-Artistiche alla Cittadella dei Musei, dove Roberto Coroneo ha passato 13 anni (dal 1998), conducendo le sue battaglie, ma trascorrendo anche momenti di serena e alle-gra convivialità con i colleghi e gli allievi, che così lo vogliono ricordare.

Cagliari, 22 febbraio 2012

* professore associato di Archeo-logia cristiana e medievale

Roberto Coroneo.

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14 UNICANEWS 67 - febbraio 2012

Tribuna

La “Summer School” ha lo scopo di av-viare allo studio comparato dei diritti fondamentali nella loro dimensione

europea. La conoscenza di tali tematiche è centrale nella formazione di un giurista europeo, stante il ruolo che i diritti umani rivestono nel processo di consolidamento dell’Unione. La “Summer School” vedrà la partecipazione di docenti e di studenti, pro-venienti da tre Università straniere, la Uni-versity of Glasgow, la Universidad Rey Juan Carlos di Madrid, la Universitat di Marburg e sarà divisa in due moduli.Nel corso del primo modulo sarà analizzato l° “International Human Rights system” con lezioni in lingua inglese sui seguenti temi: 1. Introduction to Human Right System: the UN and the EU 2. The civil and political rights: religion, ex-pression, self determination.3. The social and economic rights: work, healthcare, education.4. Business and Human Rights: the ultima-te challenge for Human Rights.5. Human Rights and Terrorism : an endless war? Il secondo modulo, “Human rights in Euro-pe: Regional Experiences”, pur strettamen-te collegato al primo, si sviluppa in chiave delle diversità regionali. La tutela dei diritti fondamentali viene infatti studiata in un’ot-tica più circoscritta rispetto ai temi trattati nel primo modulo, con un’inquadratura che ogni Università partner ha deciso di appro-fondire nella dimensione territoriale. • Scotland: The civil and political rights: re-ligion, expression, self determination.

• Spain: Human Rights and Terrorism: an en-dless war?• Italy: The social and economic rights: work, healthcare, education.• Germany: Business and Human Rights: the ultimate challenge for Human RightsAlle lezioni frontali

farà seguito un lavoro di approfondimento da parte degli studenti che saranno divisi in 5 gruppi, da 8-10 persone.A ogni gruppo sarà assegnato un argomento di quelli trattati nel primo modulo di lezio-ne, sul quale dovranno elaborare un paper in lingua inglese. Ogni gruppo sarà affian-cato da uno o più tutors che seguiranno gli studenti nell’analisi e nello studio del ma-teriale didattico, preventivamente messo a disposizione nel sito Internet della Summer School. Attraverso un proficuo confronto tra studenti provenienti da diversi paesi eu-ropei, e con l’ausilio di personale docente a loro disposizione, i gruppi dovranno pro-durre documenti contenenti delle analisi dei temi loro prospettati, e laddove possibile, prospettare delle soluzioni innovative. Tali documenti potranno essere indirizzati alle istituzioni internazionali e/o comunitarie, con specifiche competenze in materia di di-ritti umani. L’impegno al rispetto dei diritti fondamentali potrà così essere ancorato alla dimensione sovranazionale e costituzionale dei diritti fondamentali e di quelli sociali ri-conosciuti nella Carta di Nizza. Dimensione

che, nel farsi diritto comunitario, diventa la vera dimensione costituzionale del Trattato di Lisbona. Infatti, se è vero che le Costitu-zioni nelle tradizioni del costituzionalismo garantiscono la democrazia e, di conseguen-za i diritti, ci troviamo di fronte ad un Tratta-to che ha questa finalità caratterizzante. Non a caso Habermas, si è chiesto in un recente saggio Perché l’Europa ha bisogno di una Costituzione e la risposta è già nella premes-sa: l’Europa ha bisogno di regole condivise per regolare la sua futura integrazione. Ha bisogno di regole fondamentali per tenere insieme la multilateralità, per mantenere alto il principio fondante della società europea. La tolleranza ed il rispetto dei diritti uma-ni sono l’elemento identitario fondante che volgiamo perseguire nella pratica di questa Summer school. In questo contesto non è tanto importante sapere se la UE abbia già una Costituzione scritta, quanto la circostan-za che tutti gli studenti e i professori parteci-panti possano riconoscersi in una narrazione condivisa su regole fondamentali. Da questo punto di vista la ratifica del Trattato di Li-sbona è stata ancor più “costituente”, posto che dà una risposta definitiva alla dimensio-ne sopranazionale e, nel contempo, costitu-zionale dei diritti fondamentali. Basti sola-mente pensare ai diritti di terza generazione che diventano diritto comunitario, come ad esempio i diritti in materia ambientale e i di-ritti dei bambini. Di tutto questo discutere-mo anche per dare un nostro contributo alla soluzione della crisi economica.

Gianmario Demuro

Una Summer school per l’identità europeaGiurisprudenza, nasce una scuola estiva sui diritti umani. Lezioni dal 20 luglio al 4 agosto. Interviene il direttore, Gianmario Demuro

Gianmario Demuro.

Nei giorni scorsi si è tenuta, nei lo-cali della facoltà di Lingue, una giornata d’informazione sugli

studi in Francia. Erano presenti studenti interessati alla mobilità, e una classe del liceo scientifico “Mariano IV d’Arborea” di Oristano. La giornata è stata aperta ufficialmente da Andrea Dore, console onorario di Francia a Cagliari, dai docen-ti Antonietta Marras e Albert Abi Aad, che hanno sottolineato l’importanza del plurilinguismo. Anne Marijnen, addetta di cooperazione universitaria dell’Am-basciata di Francia in Italia, ha quindi spiegato il funzionamento degli studi in Francia: alla laurea triennale corrisponde la licence, alla laurea specialistica corri-sponde il Master, e al Master italiano un “Mastère spécialisé”. Ogni anno l’Uffi-cio culturale dell’Ambasciata di Fran-cia realizza un opuscolo che presenta le principali borse di studio e di ricerca in Francia, e può essere scaricato dal sito http://www.ambafrance-it.org/. Anche

l’Università italo-francese cerca di favo-rire la collaborazione tra Francia e Italia, in particolare col programma Vinci che propone delle borse di dottorato di ricer-ca in co-tutela e dei contributi alla mobi-lità di dottorandi in co-tutela (sito www.universita-italo-francese.org). Stéphane Miglierina, lettore di scambio all’Univer-

sità Roma 3 ha presentato il sito internet dell’agenzia per la promozione dell’in-segnamento superiore francese Campus

France: http://www.italie.campusfrance.org/ . Il sito permette di trovare l’elenco dei percorsi di formazione universitaria in Francia e propone un catalogo di fi-nanziamenti. Propone inoltre schede su diverse città che danno informazioni sul costo della vita e l’alloggio. Anna Aloi, capo dell’Ufficio Erasmus, ha insistito sulla vitalità degli accordi Erasmus tra gli atenei francesi e l’Università di Cagliari e sull’importanza della mobilità: diver-si studenti hanno raccontato con molto entusiasmo la loro esperienza Erasmus o Erasmus Placement in Francia e han-no detto quanto ha cambiata la loro vita. Raffaele Cattedra, professore all’Univer-sità Montpellier 3, ha infine raccontato la sua esperienza di mobilità dall’Italia alla Francia ma anche nel senso contrario: dalla Francia alla Facoltà di Economia dell’Università di Cagliari col program-ma “Rientro Cervelli”.

Suzanne Fernandez

Studiare in Francia, un’opportunità da sfruttareGiornata di informazione sugli studi negli Atenei d’Oltralpe

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15UNICANEWS 67 - febbraio 2012

Vita d’Ateneo

Luca Fanfani, professore ordinario di Minera-logia, è stato insignito

nei giorni scorsi di uno dei due “Distinguished Service Awards” assegnati per il 2012 dalla International Association of GeoChemistry (IAGC), una delle più prestigiose associa-zioni geochimiche internazio-nali, il cui obiettivo principale è promuovere la cooperazione tra studiosi della disciplina di diversi Paesi. L’attività scienti-fica del professor Fanfani, già preside della facoltà di Scienze, in passato prorettore dell’Ate-

neo e direttore del dipar-timento di S c i e n z e della Ter-ra, è stata concen-trata fino al 1976 sulla de-terminazione strutturale e la classificazione cristallochimica di alcune specie mineralogiche. Successivamente al trasferi-mento a Cagliari il suo interes-se scientifico si è concentrato

sui processi di interazione fra minerali ed acque con l’obiet-tivo della valorizzazione delle risorse (prospezione mineraria e geotermica) e la protezione dell’ambiente (riduzione dei rischi di contaminazione ed individuazione delle tecniche di risanamento con particolare attenzione alle aree minerarie abbandonate).Tra gli altri risultati che la IAGC considera ottenuti da Fanfani, autore di oltre 60 pubblicazioni, c’è il riconosci-mento, molto prima dei suoi colleghi, del collegamento tra

geochimica e mineralogia per comprendere il trasporto e il posizionamento di elementi no-civi e tossici per l’ambiente in prossimità della superficie.Il Society Award 2012 asse-gnato dall’Associazione inter-nazionale di Geochimica va ad un docente del quale è noto l’impegno per aver contribuito al riconoscimento e alla strut-turazione della mineralogia e della geochimica ambientale in Italia, dando vita ad un gruppo di ricerca che continua ad es-sere un punto di riferimento a livello internazionale.

Ad oltre duecento anni dalla loro realizzazione, le Cere anatomiche di

Clemente Susini dell’Universi-tà di Cagliari continuano a far parlare di sé e a caratterizzare gli studi di Medicina nel mondo. E stato infatti recentemente pub-blicato un nuovo atlante spon-sorizzato stavolta dalla Società Russa di Anatomia, che presen-ta – insieme a figure ottenute con le più moderne tecniche di imaging - qualche decina di immagini delle cere conservate nel museo curato da Alessandro Riva per l’Ateneo cagliaritano. Si tratta dell’atlante ufficiale su

cui studiano e studieranno gli studenti russi di Medicina, edito dalla Geotar, primario gruppo editoriale dell’ex Unione Sovie-tica. Fondata nel ’95, la Geotar è leader nel suo Paese per le pub-blicazioni medico-scientifiche, e stampa ogni anno centinaia di testi, riviste e manuali destinati allo studio di sedici diverse disci-pline. Dal 2006 porta avanti un progetto nazionale di salvaguar-dia della salute pubblica, avviato dall’allora viceprimo ministro, oggi presidente, Dmitry Med-vedev. Collabora con l’Accade-mia russa di scienze mediche e con le più importanti istituzioni

scientifiche del mondo. La Geo-tar ha inserito nel nuovo Atlante alcune fotografie delle Cere del Susini che recano il copyright dell’Università di Cagliari, che dal giugno ’91 le ha ufficial-mente affidate al promotore del museo e oggi professore emerito di Anatomia umana, Alessandro Riva. Alcune cere cagliaritane sono state, su richiesta, esposte in prestigiose sedi museali di grandi metropoli, quali la Villet-te di Parigi, la Hayward Gallery di Londra, il National Science Museum di Tokyo, la Triennale di Milano. Custodita nella “sala pentagonale” della Cittadella

Universitaria dei Musei di Piaz-za Arsenale, quella dell’Univer-sità di Cagliari è considerata una delle collezioni più belle e scien-tificamente più interessanti esi-stenti al mondo: su di essa hanno studiato generazioni di medici. L’inserimento delle immagini delle cere costituisce un indub-bio riconoscimento al valore scientifico di Francesco Antonio Boi (Olzai 1767-Cagliari 1855) primo Titolare della Cattedra di Anatomia del nostro Ateneo ed autore delle accuratissime dissezioni, poi magistralmente riprodotte in cera da Clemente Susini.

Francesco Mola, profes-sore ordinario di Sta-tistica della Facoltà di

Economia, è stato eletto nelle scorse settimane nel Council dello IASC (International As-sociation for Statistical Com-puting) per il quin-q u e n n i o 2011-2015. Lo IASC è l’associa-zione inter-nazionale che riuni-sce gli sta-tistici com-putazionali di tutto il mondo ed è una delle

sezioni dell’ISI (International Statistical Institute). La mis-sion dello IASC, fin dalla sua istituzione (1977), è creare un ponte tra le metodologie della statistica tradizionale e la tec-nologia informatica al fine di

trasformare i dati in in-formazione e conoscenza. La statistica computazio-nale è quin-di vista, in senso molto ampio, come “Statistics in the Commu-nication and C o m p u t e r Age”.

Additivi e Tossici negli alimenti: questo il ti-tolo del libro a cura

di Marinella Melis, associa-to della facoltà di Farmacia, uscito nelle scorse settimane per le edizioni libreriauniver-sitaria.it. Il volume focalizza l’ attenzione sulle sostanze indesiderabili, di origine naturale o indotta, e su quel-le necessariamen-te aggiunte, che rappresentano un rischio potenziale, o scientificamen-te provato, per la salute del consu-matore. L’ opera, rivolta sia a studenti univer-sitari (Facoltà di Farmacia, Agraria, Veterinaria e affini) sia a coloro che frequenta-

no corsi post lauream, può rappresentare una preziosa consultazione anche per i do-centi che operino nell’ ambito della sicurezza alimentare. Marinella Melis è titolare de-gli insegnamenti di “Chimica degli Alimenti” per il Corso di Laurea in Tossicologia, di

“Additivi e tossi-ci negli alimenti” nella Facoltà di Farmacia e dell’in-segnamento di “Chimica degli ali-menti” nella Scuo-la di specializza-zione in Scienza dell’Alimentazio-ne, attivo in Facol-

tà di Medicina e Chirurgia. Presidente del Consiglio del-la Classe di Laurea L29 per il triennio 2010-2013.

L’associazione Internazionale di Geochimica premia Luca FanfaniAl docente di Mineralogia è stato assegnato uno dei Society Award 2012

Anche in Russia si studiano le Cere anatomiche del Susini

Riconoscimento per Franco MolaEletto nel council dello IASC

Additivi e tossici negli alimenti

Francesco Mola.

Luca Fanfani.

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Direttore editoriale: Giovanni MelisDirettore responsabile: Sergio NuvoliHanno collaborato a questo numero: Francesca Demartis, Emanuela Rubiu, Ivo Cabiddu, Mario Frongia, Stefano Cocumelli, Francesco Pigliaru, Giuseppe Marci, Giuseppa Tanda, Rossana Martorelli, Suzanne Fernandez, Gianmario Demuro, Gianluca Scroccu, Giuseppa Locci, Francesca Lai.Foto: Francesco Cogotti, Ivo Cabiddu, archivio Unicanews.

Stampa: Tiemme - Chiuso in tipografia il 29 febbraio 2012 - UnicaNews n. 67 - Registrazione tribunale di Cagliari n. 464-27/10/83Poste Italiane S.p.A. - Spedizione A.P.D.L. 24/12/2003, n. 353, conv. in L. 27/02/2004 n. 46Redazione: Rettorato, via Università 40, 09124 Cagliari. Tel. 0706752216 - 0706752215, fax 070669425. E-mail: [email protected]. Web: www.unica.it

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L’Anciu, Associazione nazionale circoli italiani universitari, coinvolge 43 circoli ricreativi. In un’ottica di miglioramento della comunicazione e maggior coinvolgimento dei soci, il Consiglio direttivo ha deciso di mettere a disposizione degli associati una serie di iniziative a carattere nazionale e internazionale. Tra queste, si segnalano: crociera della Costa denominata Da-nimarca e fiordi norvegesi dal 21 al 28 luglio 2012 (scadenza 15 marzo); Palio di Siena, dal 30 giugno al 3 luglio 2012 (sca-denze 15 marzo e 30 maggio); Quarta edizione concorso di poesia e fotografia per dipendenti universitari e loro familiari (scadenza 30 aprile 2012); Giornate europee del turismo di Pavia, dall’8 al 10 giugno 2012. Info su www.anciu.it

È in fase di organizzazione la XIX edizione del torneo inter-no di Calcio a 5 VIII Memorial Salvatore Masella. Il torneo avrà inizio in marzo e si svolgerà nei campi della Provincia in via Cadello (parco di Monte Claro). All’iniziativa sono ammessi a partecipare i soci Cruc e le se-guenti categorie di personale: dipendenti delle cooperative in servizio nelle strutture universitarie; dipendenti della biblio-teca universitaria; personale con contratto co.co.co; persona-le azienda ospedaliero-universitaria. Possono inoltre partecipare i familiari dei soci Cruc (massi-mo due per squadra) e i lavoratori con contratto di lavoro in appalto nelle strutture dell’ateneo (massimo uno per squa-dra). Info su www.unica.it/cruc.

Hanno avuto particolare successo le iniziative culturali del circolo che si sono svolte nella sala degli specchi di Sa Duchessa. Il 6 gennaio c’è stata la tradizionale festa della Befana curata da Mario Agus. Il 12 febbraio, invece, con la collaborazione dell’asso-ciazione Palazzo d’inverno, Elisabetta e Francesca Oro hanno dato vita alla festa di Carnevale per bambini e adulti. Tra le altre attività del Cruc, è confermata la mostra di arti figurative e del concorso di fotografia e poesia che si terranno il prossimo novembre nella sala mostre della Cittadella dei musei di Cagliari. L’evento è curato da Sergio Matta con la collaborazione dell’Intercral Sardegna.

Si è svolta in gennaio, a Pozza e Vigo di Fassa, la XXVIII edizione dei campionati nazionali di sci per dipendenti universitari organizzati dall’Anciu. L’università di Firenze si è aggiudicata la ma-nifestazione con 15.862 punti, precedendo Ge-nova con 12.624 punti e Camerino con 10.469 punti. La nostra rappresentativa si è classificata al penultimo posto (18esima su 19 atenei pre-senti) ottenendo 1.160 punti (427 nel Fondo tecnica classica, 202 nell’Eccellenza, 531 nello Slalom gigante). Erano presenti: Ezio Carboni, Luca Fanfani, Gregorio Ibba, Gianni Loy, Ser-gio Matta, Carlo Saba.

Sono in arrivo le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali dell’Intercral Sardegna. Le urne saranno aperte dal 5 all’8 marzo (16.30 - 19) e il 12 marzo (16 - 17.30) nella sede dell’associazione in via Pergolesi 28. Tra i candidati anche Sergio Matta, ex presidente del nostro circolo e attuale vicepresidente dell’Intercral. È inoltre convocata, il 12 marzo alle 17, l’assemblea per l’approvazione del bilancio 2011.

Anciu, iniziative per tutti Memorial Salvatore Masella

Befana, grande successo

Campionati di sci

Elezioni Intercral

Pagina a cura di Stefano Cocumelli