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ayudas para ser mejores padres
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“L' AVVENTURA
Onlus. Colombia
DI DIVENTARE UNA FAMIGLIA”
Autrice BEATRIZ SAN ROMAN
SINTESI
Scrivere questo libro è stata un' esperienza molto arricchente che mi ha obbligato a
documentarmi e a riflettere su aspetti essenziali della mia famiglia, alcuni dei quali intuivo
appena quando ho iniziato il cammino che mi avrebbe portato a diventare la madre di mia
figlia.
Di quella prima tappa di questa meravigliosa avventura ricordo chiaramente la valanga di
dubbi e timori che sperimentano tutte le madri primipare. Ora che è passato del tempo
sono consapevole che questi timori erano accentuati dal peso dei pregiudizi e dai miti sull'
adozione, che ingenuamente credevo non avessero nulla a che fare con me.
Il primo mito, che forse è anche il più ingannevole di tutti, è che l' amore può tutto e che l'
unica cosa di cui hanno bisogno i nostri figli sono dei genitori che vogliano loro bene.
Indubbiamente ogni bambino ha bisogno dell' amore e dell' appoggio incondizionato dei
propri genitori, ma l' amore cieco non guarisce tutte le ferite. E non elimina tutte le
domande senza risposta. Solo capendo come loro vivono l' adozione ed accettando che
hanno un passato e delle esperienze che hanno contribuito a formare ciò che sono e ciò
che sentono, potremo comprendere di cosa necessitano da noi per crescere sani e felici.
Un altro mito interessante è quello degli estremi, secondo il quale l' adozione è una
questione di testa o croce: o dal primo momento genitori e figli iniziano una vita in comune
piena di felicità e di soddisfazioni, o, al contrario, con l'adozione si crea una situazione
estremamente difficile in cui il bambino non riesce ad adattarsi al nuovo contesto che lo
circonda e la famiglia entra in una crisi continua in cui tutti i suoi membri soffrono
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enormemente. In realtà la maggioranza delle famiglie si trova in una zona intermedia.
Come succede nelle famiglie che si fondano su vincoli biologici, ci sono giorni in cui la
nostra famiglia ci fa sentire incredibilmente felici e fortunati e momenti in cui appena ci si
sopporta. Essere genitore è un' esperienza meravigliosa ed enormemente arricchente,
anche se implica sfide che possono confonderci, stressarci e deprimerci. Nemmeno in
questo siamo differenti dagli altri genitori.
Un terzo mito al quale frequentemente ci afferriamo, è quello di pensare che, a partire dal
momento stesso in cui terminano le pratiche di adozione, siamo una famiglia come tutte le
altre. Sotto molti punti di vista questo è certo: i diritti ed i doveri, sia legali che morali, che ci
uniscono sono esattamente gli stessi. Tuttavia diventare una famiglia non è un processo
istantaneo.
Abbiamo bisogno di tempo per imparare ad essere e a sentirci genitori ed anche i nostri figli
necessitano di tempo per imparare o ricordare come essere figli.
L' adozione crea vere famiglie e sono assolutamente convinta che non vorrei più bene a
mia figlia se l' avessi tenuta nel mio ventre e che è figlia mia allo stesso livello in cui io lo
sono di sua nonna. Ma questo non impedisce che noi genitori adottivi abbiamo per così dire
alcune particolarità in comune. Noi genitori adottivi affrontiamo situazioni che ci
sconcertano e ci preoccupano, ma che sono comuni a molte famiglie come la nostra.
Vedere tuo figlio appena arrivato dare testate contro il muro o ascoltare dalle sue labbra un
“ Tu non sei mia madre!”, carico di furia, può provocare angustia e dolore, soprattutto
quando appare come qualcosa di inaspettato. Tuttavia sono reazioni comuni in molte
famiglie, che non dovrebbero sorprenderci ne' crearci insicurezze.
La maggior parte dei bambini adottati hanno sofferto perdite più o meno traumatiche,
importanti carenze e privazioni di stimoli. C' è dunque da aspettarsi che il loro sviluppo sia
fisico che psichico ed emozionale si sia visto compromesso.
A seconda delle loro esperienze anteriori e del tempo che hanno trascorso in istituzioni o
famiglie sostitutive, è possibile che i genitori necessitino l' appoggio di professionisti
specializzati nel settore (Pediatri, Assistenti Sociali, Psicologi, etc.), in molti casi in maniera
più o meno puntuale e, in una percentuale di casi molto bassa,per mezzo di terapie
prolungate. Attualmente è difficile trovare quest' aiuto quando se ne ha bisogno, ma c' è da
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aspettarsi che la crescita spettacolare delle cifre dell' adozione ci prepari un futuro in cui gli
specialisti nel campo dell' adozione smettano di essere una “specie rara”.
Fortunatamente la natura ha dotato i cuccioli della specie umana di un' incredibile capacità
di adattamento ed apprendimento ed un contesto familiare caldo e ben strutturato
costituisce un ottimo contesto per il loro sviluppo. C' è il rischio che noi genitori incorriamo
nell' errore di imputare ogni reazione dei nostri figli che non comprendiamo al fatto di
essere adottati, per cui prima di terminare vorrei insistere su un' idea abbastanza ovvia: l'
adozione è una variabile da tenere in considerazione, ma non è l' unica a determinare il
loro comportamento.
I nostri bambini sono, prima di tutto, bambini. Come tutti i bambini hanno i loro giorni ed i
loro momenti, le loro gelosie, i loro momenti di rabbia, i loro dolori, le loro tristezze, le loro
fasi di maturazione, ecc.; e a noi tocca il privilegio di vederli crescere, di tendere loro la
mano per avanzare assieme, di abbracciarli, di comprenderli e soprattutto di godere delle
loro conquiste. Un' avventura appassionante.
“ Essere bambini è un dono della vita,
Essere genitori è abbracciare il dono della vita”
(Anonimo)
“ I figli sono così speciali
che non bisogna andare a cercarli disperatamente;
Bisogna lasciare che loro ti vengano incontro
O meglio.. che ci si venga incontro reciprocamente”
(Anonimo)
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Onlus. Colombia
ADOZIONE
IMPARIAMO A SENTIRCI GENITORI E FIGLI
“Noi adulti tendiamo a vedere l' adozione internazionale come un lungo e tortuoso cammino
di incertezza e burocrazia che culmina con la felicità legata all' arrivo del bambino o della
bambina in famiglia.”
Per loro (i bambini e le bambine), al contrario, l' adozione rappresenta un cambiamento
radicale per cui normalmente non sono preparati: tutto quello che conoscevano sparisce
completamente e si ritrovano all' improvviso in un mondo nuovo che “non capiscono”.
Hanno bisogno di tempo per assimilarlo e sentirsi sicuri nel loro nuovo ambiente, nella loro
nuova casa.
“Sembra che sia stato con noi tutta la vita!” Sono molti i genitori che nelle settimane o nei
giorni successivi al primo incontro con il loro figlio esclamano sorridenti frasi come questa.
Di solito è normale che l' arrivo del bambino o della bambina sia seguito da un periodo
magico in cui i genitori si sentono incredibilmente fortunati ed in cui sembra che i bambini
si siano adattati meravigliosamente alla loro nuova situazione. È quello che gli esperti
chiamano. LA LUNA DI MIELE DELL' ADOZIONE, durante la quale i nuovi arrivati si
dimostrano incantati e si godono estasiati l' attenzione e l' affetto che i nuovi genitori sono
desiderosi di dimostrare.
Spesso, nel corso del loro passato, i bambini hanno imparato che non serve a nulla
piangere, ne' chiedere conforto o aiuto. All' improvviso scoprono dei genitori che reagiscono
davanti al loro più piccolo gesto che danno loro attenzione ed affetto in gran quantità.
È normale che almeno durante i primi giorni, le prime settimane o i primi mesi, si dimostrino
incantati e felici. Più tardi appaiono i momenti di rabbia, i pianti sconsolati, le difficoltà per
dormire ed i problemi per mangiare, la manipolazione, le regressioni ed un numero infinito
di conflitti e difficoltà che sembrerebbero rendere critica la situazione ed ovviamente le
relazioni interpersonali con i genitori e la famiglia estesa.
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Ed i genitori si domandano angustiati e sconsolati “ Cosa sta andando storto?” o, ancora
peggio,” In cosa stiamo fracassando?”
Dal punto di vista del bambino o della bambina, l' adozione implica la perdita improvvisa,
inaspettata e spontanea di tutto ciò che conosce: le persone che fino ad allora erano
importanti ed amate nella sua vita, i luoghi familiari, la scuola, gli amici ed i compagni (a
seconda dei casi), o la possibilità di capirsi per mezzo della lingua, le abitudini ed i ritmi
quotidiani della casa precedente, l'indipendenza, l' autosufficienza, la cultura regionale...
E all' improvviso un giorno degli estranei li portano via dal luogo che conoscono e dove si
sentono, in qualche modo, sicuri ed amati e li conducono a dei luoghi che non conoscono.
Tutto, tutto è diverso, distinto e nuovo: gli odori, il cibo, i suoni, le facce, la lingua, le
usanze, la cultura, per citare solo poche cose.
La nostra quotidianità è per loro una valanga interminabile di stimoli nuovi che spesso
superano o oltrepassano tutte le loro aspettative. Alcuni bambini entrano in una fase
passiva, come di letargo; altri reagiscono con un' attività frenetica e incontrollata; altri si
ribellano, si rifiutano o protestano con comportamenti poco o per niente abituali per loro
(bambini e bambine) e sconcertanti per i genitori.
LE NOVITÀ POCO A POCO
Assimilare un cambiamento radicale non è facile per nessun essere umano e ancora meno
per un bambino; in ogni modo i genitori possono aiutarlo limitando, nei primi tempi, la
quantità di stimoli e novità. Ci sarà tempo per sorprenderli con una visita alla zoo, al luna
park, ecc., quando tutto ciò che li circonda non sia più per loro una sorpresa!
Per quanto è possibile dovremmo sforzarci per “adattarli” poco a poco alla loro nuova
realtà, in modo che possano assimilarla a piccoli sorsi, passo dopo passo. Per un bambino
appena arrivato la visita alla nuova città o ad un centro commerciale o una visita di
presentazione alla famiglia ed agli amici... possono risultare delle esperienze
assolutamente pesanti.
I ritmi routinari e gli orari fissi sono di gran aiuto in questa tappa di transizione, perché si va
creando il senso dell' autorità e la cultura familiare in cui loro, i bambini, iniziano ad
incastrare il loro mondo con un nuovo stile di vita che è quello che rispetteranno per
sempre.
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Sapere ciò che succederà successivamente ed avere la conferma che davvero succede,
permette loro di rilassarsi ed aumenta la loro sicurezza.
Lo stesso accade con i piccoli rituali quotidiani, che danno loro la possibilità di percepire il
mondo come qualcosa di ordinato, prevedibile e, pertanto, tranquillizzante.
Non ci sono dubbi sul fatto che l' adozione costruisce vere famiglie. Ciò nonostante non è
meno certo che nel periodo dell' adozione siamo degli sconosciuti che, da un momento all'
altro, si vedono costretti a chiamare le nuove persone “Papà e Mamma!” e a funzionare
come una famiglia. A differenza di ciò che accade nelle famiglie fondate su legami biologici,
ci siamo persi la prima tappa in cui il bebè, per mezzo del soddisfacimento delle sue
necessità primarie e dei ripetuti contatti, stabilisce con i genitori un rapporto di confidenza.
“I nostri figli avranno bisogno di tempo per capire il nostro amore incondizionato e
permanente, per identificare le attitudini e le espressioni dei loro genitori. Allo stesso
modo i genitori avranno bisogno di tempo per comprendere la trasformazione dei
figli, mediante attitudini e messaggi positivi”. (sì! Nel QUI ED ORA è assolutamente
necessario cambiare il loro “antico disco duro”, gentilmente, affettuosamente,
opportunamente, teneramente e provvidenzialmente)
Nessuno nasce sapendo ciò che gli aspetta e loro non sono mai stati i figli di nessuno, o
almeno non lo sono stai per molto tempo o è possibile che la loro esperienza come figli non
sia stata precisamente piacevole e soddisfacente.
Se nel passato tutti gli adulti che si sono occupati di loro sono scomparsi dalle loro vite,
perché dovrebbero pensare che adesso sarà diverso? Avranno bisogno di metterci alla
prova mille volte per assicurarsi che il nostro amore non è qualcosa di temporaneo e
capire che possono avere fiducia in noi e che non li abbandoneremo mai.
È importante che i genitori spieghino le basi di questa nuova relazione in modo semplice ed
adatto alla loro età: “Ti vorrò sempre bene e mi occuperò sempre di te perché sono la tua
mamma per sempre”. “Siamo i tuoi genitori ed il nostro dovere è prenderci cura di te fino a
quando sarai grande come noi”. È molto importante, forse è la cosa più importante, che
passiate molto tempo con il nuovo arrivato, potenziando le attività che favoriscono il
contatto visuale e fisico in modo gradevole e piacevole. Il bambino ha bisogno di
sperimentare più volte la realtà per poter credere in lei. Genitori e figli abbiamo bisogno di
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passare del tempo e di divertirci assieme per consolidare la nostra relazione. I giochi, le
carezze e la soddisfazione prolungate delle necessità del bambino sono la base per la
creazione del vincolo. Per questo è così essenziale che siano i genitori, e solo loro, le
persone che, nei primi tempi, alimentino i figli, facciano loro il bagno e li consolino.
LA RABBIA: UNA REAZIONE NATURALE.
Immaginiamo per un momento di ricevere una stravagante offerta che comprende un
lavoro migliore di quello che abbiamo, una casa più grande e comoda in un paese straniero
ed una nuova coppia di cui non sappiamo nulla, ma che è disposta a fare di tutto perché ci
sentiamo felici.
Immaginiamo adesso che questa decisione ci viene imposta e che siamo obbligati a
rompere i legami e la comunicazione con ciò che è stata la nostra vita fino al presente.
Anche se quello che ci viene proposto è obiettivamente migliore, non ci sentiremmo tristi e
arrabbiati?
Per quanto siamo convinti che ciò che si guadagna con l' adozione è più di ciò che si
perde, non dovremmo dimenticare che la rabbia e i capricci del bambino sono delle
reazioni naturali di fronte alla perdita di tutte le sue identità ed i suoi affetti. Tuttavia questi
sentimenti spesso non vengono riconosciuti, in parte per il fatto che non si manifestano
immediatamente.
Il bambino è troppo occupato a scoprire e a godersi le novità per soffermarsi ad elaborare il
lutto per ciò che ha perduto.
È possibile che, come accade frequentemente nel caso dei lutti infantili, la tappa di
negazione si prolunghi per settimane o mesi. Quando finalmente questa rabbia affiora, il
bambino non riesce ad esprimerla verbalmente, ma lo fa con comportamenti che
sconcertano i genitori: pianti inconsolabili, attacchi di furia, attitudini ostili o chiaramente di
sfida. Alcuni bambini sembrano voler dire: “Se alla fine anche tu mi lascerai, terminiamo
con questa relazione prima possibile”.
In una situazione come questa è facile che i nuovi genitori si sentano rifiutati, mentre i
realtà non sono loro la causa dell' ira del bambino. Un comportamento irrazionale o un'
arrabbiatura di intensità sproporzionata rispetto al motivo che apparentemente la scatena,
forse sono il segno di un timore o di un' angustia che il piccolo non riesce ad esprimere in
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altro modo.
Ovviamente non possiamo permettere che questi attecchi d' ira minaccino la sua integrità
fisica e quella di altre persone, ma dovremmo fare uno sforzo per ampliare il rango di
comportamenti che consideriamo accettabili e cercare di attaccare le radici della sua
rabbia, più che di estinguere il comportamento con cui si esprime. I nostri figli hanno
bisogno che gli offriamo consolazione, che li aiutiamo ad identificare e a tradurre in parole
ciò che stanno sentendo e che riaffermiamo loro ancora una volta il nostro amore
incondizionato. Una dosi extra di coccole, abbracci e carezze ha un effetto balsamico sulle
loro ferite e le loro paure.
GODERSI ASSIEME LE REGRESSIONI
Le regressioni sono una difesa psicologica che molti bambini utilizzano quando si sentono
sopraffatti dall' intensità delle loro emozioni. Durante un periodo più o meno esteso perdono
le abilità ed i conoscimenti che avevano già acquisito: si dimostrano incapaci di controllare
gli sfinteri, di vestirsi o di mangiare da soli o presentano comportamenti che corrispondono
ad una tappa anteriore del loro sviluppo. È come se il bambino si bloccasse e cercasse di
tornare ad un passato che ricorda più felice e meno stressante.
Nel caso dei bambini adottati, gli specialisti segnalano che questi comportamenti spesso
riflettono necessità che a suo tempo non sono state soddisfatte. I genitori non dovrebbero
perdere la pazienza ne' preoccuparsi troppo. Le regressioni ci offrono un' opportunità unica
per recuperare le tappe che ci siamo persi nella formazione del nostro legame. Cambiare i
pannolini, imboccare o giocare ad essere dei bebè possono regalarci momenti di felicità
condivisa che ci avvicinano al bambino e rafforzano la nostra relazione.
SENZA FRETTA…
Durante l' adattamento sono molti i cambiamenti che il bambino deve assimilare e molte le
nuove conoscenze che necessita acquisire. Le cose più importanti sono, senza dubbio,
capire il ruolo fondamentale della sua nuova famiglia ed imparare a sentirsi sicuro e
fiducioso in seno ad essa.
La maggior parte dei bambini adottati proviene da ambienti in cui la stimolazione è stata
scarsa e dunque presentano privazioni, carenze e ritardo nel loro sviluppo. I nuovi genitori
possono desiderare con ansia che i bambini raggiungano le conoscenze e le capacità che
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si suppone dovrebbero avere per la loro età. Conviene ricordare che un bambino insicuro e
stressato difficilmente potrà concentrare la sua attenzione sull' acquisizione di nuove
capacità.
Ogni bambino è unico e, se ci abituiamo a non fare confronti, potremo goderci le sue
piccole grandi conquiste ed evitarci stress non necessari. Ci saranno epoche in cui
sembreranno bloccati ed altre in cui faranno progressi a gran velocità. Ricordare quale è
stata la sua evoluzione a partire dal giorno in cui ci siamo conosciuti può aiutarci a
recuperare la prospettiva e a sorprenderci, ancora una volta, delle sue conquiste. La
maggior parte dei bambini adottati stabilisce solidi vicoli con i nuovi genitori, ma il processo
non è istantaneo.
Diventare una famiglia, come costruire qualsiasi rapporto importante, richiede tempo e
dedizione. Capire come vive nostro figlio l' inserimento nella nuova famiglia e a che punto
si trova, sia psicologicamente, sia emozionalmente, ci aiuterà a capire di cosa ha bisogno
per avanzare in questa meravigliosa avventura di imparare a sentirsi genitori e figli.
CHIAVI DEL PRIMO ANNO
1. Il tempo è la cosa più importante è valida in questa prima tappa, pertanto
“DEDICAGLI MOLTO TEMPO”.
Costruire legami affettivi è un processo che richiede il suo tempo e realmente è LENTO,
richiede di ripetizioni e pratica per avere fondamento e creare sicurezza. L'ora del bagno, la
lettura di racconti infantili, ascoltare musica assieme sono momenti piacevoli dell' intimità.
Godetevi la realizzazione di attività che richiedano contatto visivo e fisico.
2. Parlagli costantemente sarà sempre un vincolo di comunicazione durevole, anche
se sembra inutile perché il bambino è piccolo per capire o non capisce la lingua. È molto
utile abituarsi a raccontarle quello che succederà, i progetti per la giornata, ecc. così come
parlare della relazione paterno-filiale trae moltissimi benefici (come: “Siamo i tuoi genitori,
sempre ti ameremo e ci occuperemo di te”). Questo aumenta la sua sicurezza e riafferma
la sua fiducia in te. Perciò è molto importante PARLARGLI MOLTO, PARLARGLI
SEMPRE.
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3. LA ROUTINE E LA COERENZA sono fattori chiave per la sua educazione,
considerando i molteplici cambiamenti che sono avvenuti in poco tempo. Passati tutti questi
momenti la routine e la semplicità sono i migliori alleati al momento di assimilare il
cambiamento. Mantenere un ambiente tranquillo, stabilire degli orari per i pasti, per fare il
bagno e per andare a dormire, creare dei piccoli rituali per le attività quotidiane, oltre a dare
disciplina, stabiliscono un ordine nelle attività quotidiane.
4. TEMPO PER TE. L'arrivo della nuova persona cambia completamente le priorità dei
genitori ed in generale della famiglia, richiede molto tempo ed energia. Dei genitori esausti
e depressi difficilmente garantiscono al loro figlio un ambiente di felicità e calma. Dedicati
del tempo ogni giorno: i bambini assorbono così tante energia che fare dei programmi, soli,
in coppia o con adulti è indispensabile per mantenere una buona salute mentale. Staccare
dal ruolo di padre per alcuni momenti al giorno migliorerà notevolmente la capacità di stare
bene in compagnia del proprio figlio o della propria figlia. Prenditi cura di lui e PRENDITI
CURA DI TE!!!.
Dal libro:
“L' AVVENTURA DI DIVENTARE UNA FAMIGLIA ”
Autrice: Beatriz San Román
Estratto y adattato.
Onlus. Colombia
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FRASES AMOROSAS SUGERIDAS
TE AMAMOS
SOMOS PAPI Y MAMI Y ESTAMOS ACA PARA CUIDARTE.
ERES MUY IMPORTANTES PARA NOSOTROS
TE VAMOS A CUIDAR Y A TENER SIEMPRE CON NOSOTROS.
NO TE PREOCUPES, NO TEMAS PAPI Y MAMI ESTAN PARA
AMARTE Y CUIDARTE SIEMPRE.
TE QUEREMOS, ERES MUY BELLA
TE AMAMOS. ERES LA NIÑA DE PAPI Y MAMI
NOS HACES MUY FELICES, SOMOS MUY FELICES CONTIGO.
Todas estas “caricias” relacionadas con el “lenguaje del amor” tienen gran importancia al iniciar la formación de vínculos afectivos y de correlación padres e hijos. El manejo de frases y palabras que sean conocidas por ellos, les ofrece a los niños mas seguridad, tranquilidad y confianza. Estas frases deben siempre estar acompañadas de caricias físicas, besos, abrazos. pueden decirse o repetirse durante el ritual del baño y el arreglo personal (colaborar y supervisar la peinada, la vestida, etc.) antes de acostarse pueden hacerles un masaje en los pies, los brazos, las piernas, realizados con aceites, diciéndoles nuevamente algunas de estas frases que complementen ese momento de interacción y unión fraternal. Puede además acompañar las frases con preguntas: TU TAMBIEN ME AMAS?. TE QUIERO MUCHO. Y TU?. Es importante que l@s niñ@s sientan propios los padres, pero más importante es que reconozcan que estos son papi y mami definitivos y para siempre, recordemos que son “personitas” que apenas están experimentando el sentimiento de que !por fin! alguien es de verdad SUYO o PROPIO, y tambien le PERTENECEN a alguien.
DIOS LOS BENDIGA PAPITOS Y BENDIGA ESTA NUEVA Y HERMOSA EXPERIENCIA FAMILIAR