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1 Bollettino n. 6 del Rotary Club Sesto Milium Centenario - Distretto 2040 12 marzo 2012 Anno Rotariano 2011/2012 Caro Presidente e Caro Segretario, In questo mese il Rotary è chiamato a riflettere sull’alfabetizzazione, uno dei grandi pilastri che sorreggono lo sviluppo umano nel suo insieme. Parlando di alfabetizzazione, mi torna in mente un personaggio televisivo degli anni Sessanta che svolse la sua missione di “Maestro elementare” grazie alla t e- levisione: mi riferisco al maestro Alberto Manzi, il quale, avendo compreso che il mondo stava cambiando, che andava mutando la società e che occorrevano uo- mini formati e capaci, autosufficienti e liberi, con la sua trasmissione “Non è mai troppo tardi” sfruttò il potere persuasivo della televisione per educare alla lettura e alla scrittura, un gran numero di persone, uomini e donne che, per la prima vol- ta, si videro trattati da cittadini inseriti nell’ambito più vasto di una completa formazione umana. Da quel tempo ad oggi, le cose in Italia sono cambiate: la formazione e l’istruzione hanno raggiunto, indistintamente, ogni strato popolare ed oggi, tutti i cittadini, grazie all’educazione, avvertono e sono consapevoli di essere indivi- dui, unici e irripetibili e, come tali, tesi all’affannosa ricerca di se st essi, come fi- ne e non come mezzo, inseriti all’interno di un determinato circuito sociale e di una specifica condizione storica. Se questo è accaduto per il nostro paese, non è stata la stessa cosa per tanti altri paesi del mondo, nei quali la piaga dell’analfabetismo ancora non è stata sanata e la vera formazione costituisce ancora un miraggio o addirittura una chimera ir- raggiungibile. Né mancano paesi nei quali sussiste una carenza di strumenti che impedisce la piena attuazione di un’istruzione e di un’educazione adeguate. Nell’un caso e nell’altro non si tratta solo di adulti, ma soprattutto di bambini che risultano essere più drammaticamente colpiti da questa atavica piaga. Siamo di fronte a cifre da capogiro: si parla di oltre un miliardo di persone che, in tutto il mondo, sono escluse da tale diritto, nonostante la Dichiarazione del Mil- lennio all’inizio del nostro secolo, in forza della quale quasi duecento paesi sparsi in tutto il mondo si sono impegnati al raggiungimento dell’istruzione primaria universale entro il 2015. Ma tutti sappiamo che tale data non verrà rispettata, an- che se l’intento è encomiabile e fortemente da perseguire con le forze di ognuno. Ancora una volta, di fronte a simili situazioni, io avverto fortemente l’orgoglio di appartenere al Rotary: l’alfabetizzazione, infatti, è sempre stato un punto di forza del nostro sodalizio, che ha avuto il coraggio e persino la lungimiranza di operare fattivamente e con risultati altamente qualificati sia nei territori dove l’alfabetizzazione era del tutto assente, sia in quei paesi dove le iniziative forma- tive, pur essendo presenti, non riuscivano a soddisfare i bisogni dei piccoli e de- gli adulti, con offerte al di sotto delle necessità e delle aspettative della società. I club di tutto il mondo hanno avvertito da sempre l’importanza di tale problema- La Bacheca del Sesto Milium PRESIDENTE Marina Rasnesi E-mail: [email protected] VICE PRESIDENTE Matteo Tiberi E-mail: [email protected] SEGRETARIO Ming San Hu E-mail: [email protected] PREFETTO Davide Pirovano E-mail: [email protected] TESORIERE Dario Corbetta E-mail: [email protected] ROTARY FOUNDATION Alberto Ceppi E-mail: [email protected] INCOMING PRESIDENT Matteo Tiberi E-mail: [email protected] PAST PRESIDENT Federico Santini E-mail: [email protected] SITO INTERNET www.rotarysestomilium.it SEDE: Grand Hotel Barone di Sassj - Sesto S.G REDAZIONE de „LA BACHECA‟: Giovanna Maria Piazzalunga E-mail: [email protected] Annapaola Pozzi E-mail: [email protected] Nona Lettera del Governatore

La Bacheca del Sesto Milium (2011/12, n. 06)

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Bollettino del Rotary Club "Sesto Milium - Centenario" (Marzo 2012)

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Bollettino n. 6 del Rotary Club Sesto Milium Centenario - Distretto 2040 12 marzo 2012 Anno Rotariano 2011/2012

Caro Presidente e Caro Segretario, In questo mese il Rotary è chiamato a riflettere sull’alfabetizzazione, uno dei grandi pilastri che sorreggono lo sviluppo umano nel suo insieme. Parlando di alfabetizzazione, mi torna in mente un personaggio televisivo degli anni Sessanta che svolse la sua missione di “Maestro elementare” grazie alla te-levisione: mi riferisco al maestro Alberto Manzi, il quale, avendo compreso che il mondo stava cambiando, che andava mutando la società e che occorrevano uo-mini formati e capaci, autosufficienti e liberi, con la sua trasmissione “Non è mai troppo tardi” sfruttò il potere persuasivo della televisione per educare alla lettura e alla scrittura, un gran numero di persone, uomini e donne che, per la prima vol-ta, si videro trattati da cittadini inseriti nell’ambito più vasto di una completa formazione umana. Da quel tempo ad oggi, le cose in Italia sono cambiate: la formazione e l’istruzione hanno raggiunto, indistintamente, ogni strato popolare ed oggi, tutti i cittadini, grazie all’educazione, avvertono e sono consapevoli di essere indivi-dui, unici e irripetibili e, come tali, tesi all’affannosa ricerca di se stessi, come fi-ne e non come mezzo, inseriti all’interno di un determinato circuito sociale e di una specifica condizione storica. Se questo è accaduto per il nostro paese, non è stata la stessa cosa per tanti altri paesi del mondo, nei quali la piaga dell’analfabetismo ancora non è stata sanata e la vera formazione costituisce ancora un miraggio o addirittura una chimera ir-raggiungibile. Né mancano paesi nei quali sussiste una carenza di strumenti che impedisce la piena attuazione di un’istruzione e di un’educazione adeguate. Nell’un caso e nell’altro non si tratta solo di adulti, ma soprattutto di bambini che risultano essere più drammaticamente colpiti da questa atavica piaga. Siamo di fronte a cifre da capogiro: si parla di oltre un miliardo di persone che, in tutto il mondo, sono escluse da tale diritto, nonostante la Dichiarazione del Mil-lennio all’inizio del nostro secolo, in forza della quale quasi duecento paesi sparsi in tutto il mondo si sono impegnati al raggiungimento dell’istruzione primaria universale entro il 2015. Ma tutti sappiamo che tale data non verrà rispettata, an-che se l’intento è encomiabile e fortemente da perseguire con le forze di ognuno. Ancora una volta, di fronte a simili situazioni, io avverto fortemente l’orgoglio di appartenere al Rotary: l’alfabetizzazione, infatti, è sempre stato un punto di forza del nostro sodalizio, che ha avuto il coraggio e persino la lungimiranza di operare fattivamente e con risultati altamente qualificati sia nei territori dove l’alfabetizzazione era del tutto assente, sia in quei paesi dove le iniziative forma-tive, pur essendo presenti, non riuscivano a soddisfare i bisogni dei piccoli e de-gli adulti, con offerte al di sotto delle necessità e delle aspettative della società. I club di tutto il mondo hanno avvertito da sempre l’importanza di tale problema-

La Bacheca del

Sesto Milium

PRESIDENTE Marina Rasnesi E-mail: [email protected] VICE PRESIDENTE Matteo Tiberi E-mail: [email protected] SEGRETARIO Ming San Hu E-mail: [email protected] PREFETTO Davide Pirovano E-mail: [email protected] TESORIERE Dario Corbetta E-mail: [email protected] ROTARY FOUNDATION Alberto Ceppi E-mail: [email protected] INCOMING PRESIDENT Matteo Tiberi E-mail: [email protected] PAST PRESIDENT Federico Santini E-mail: [email protected] SITO INTERNET www.rotarysestomilium.it SEDE: Grand Hotel Barone di Sassj - Sesto S.G REDAZIONE de „LA BACHECA‟: Giovanna Maria Piazzalunga E-mail: [email protected]

Annapaola Pozzi E-mail: [email protected]

Nona Lettera del Governatore

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tica e si sono fatti carico di articolare la loro azione in migliaia di progetti di di-verso genere a seconda delle esigenze del territorio nel quale operavano, sapendo ben distinguere i bisogni primari da quelli più avanzati, con l’unico scopo di va-lorizzare l’esistente e favorire la volontà di mettersi in gioco. Molti club si impegnano nelle aree sottosviluppate, con costruzione di scuole, in-vio di arredamenti, fornitura di libri e di materiale scrittorio e formazione di per-sonale docente. Contemporaneamente, anche nelle aree più evolute, con progetti per il migliora-mento dell’esistente, grazie alla fornitura di attrezzature idonee sul piano infor-matico e alla disponibilità a fornire spunti per una più fattiva collaborazione allo sviluppo di una educazione internazionale. Il nostro Distretto 2040, in particolare, grazie al progetto della Commissione Al-fabetizzazione, presieduta dal PDG Renato Cortinovis ha predisposto e realizzato un programma di aiuto agli immigrati con strumenti (glossari plurilingue) che permettono loro di avere una conoscenza di base della realtà in cui si preparano a vivere. L’idea innovativa del Progetto Distrettuale è quella di creare le basi di conoscen-ze professionali che permettono di facilitare, agli stranieri immigrati, l’inserimento nelle principali attività lavorative richieste dal mercato, favorendo in tal modo la concreta possibilità di trovare un’occupazione che dia dignità alla persona e promuova, quindi, una convivenza sempre più civile. Per concludere penso sia importante far sentire la nostra collaborazione alle isti-tuzioni educative a noi vicine e penso che si debba continuare sulla linea che tan-ti hanno già tracciato in merito alla alfabetizzazione con iniziative comuni e con altrettante invenzioni personali di grande valore. Possiamo riflettere su quanto è già stato fatto, e si tratta davvero di tanto, ma possiamo e dobbiamo riflettere su quanto sia possibile ancora realizzare in merito a istruzione, educazione e formazione.

Infine, il mio apprezzamento più sincero alla efficientissima “Commissione Di-strettuale Alfabetizzazione” del nostro Distretto.

Ettore Roche

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Giovedì 1° marzo: Conviviale del Club

ore 20.00 Aperitivo

ore 20.30 Cena

La serata si svolgerà presso la Fortezza Viscontea di Cassano D’Adda, Piazza Peruc-

chetti, 3, Cassano D’Adda (MI) e si svolgerà in interclub con il club della Martesa-

na, la cui presidente è Elisabetta Ferrario.

Martedì 13 marzo: Conviviale del Club

Ore 20.00 Aperitivo

Ore 20.30 Cena

La serata si svolgerà presso il Grand Hotel Barone de Sassj di Sesto San Giovanni

(MI)

DAL DISTRETTO:

Sabato 25 febbraio, ore 9.30

“Formazione Nuovi Leader” – 4° sessione

“La Struttura del nuovo Manuale di Procedura, l’Amministrazione, Assiduità, Effet-

tivo, Relazioni interne ed esterne”.

SIAM – Via Santa Maria, 18 – Milano

Lunedì 27 febbraio, ore 18.00

3° sessione - “Da soci a Rotariani”Sistemi Formativi Aziendali – Aula Ma-

gna

Via Madonna delle Neve, 27 – Bergamo

Martedì 28 e mercoledì 29 febbraio, ore 20.00

Serata Jazz “International Living Swing Summit”

Teatro Dal Verme

Via San Giovanni sul Muro, 2 – Milano

EVENTI CONSIGLIATI

I prossimi appuntamenti per i soci del Sesto Milium

Gli appuntamenti del club

E quelli del Distretto

Gli appuntamenti del Club

quelli del Distretto

e altri eventi consi-gliati

Rino Taglioretti: 5 febbraio

Pier Mario Biava: 7 marzo

Giuseppe Cassina: 14 marzo

Gli auguri di compleanno

Gli appuntamenti del club

E quelli del Distretto

Gli auguri di comple-anno

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Sinfonia d'autunno, o autunno della Sinfonia? La storia musicale degli ultimi vent'anni è stata segnata, tra i fatti certamente più clamorosi, dalla continua diminuzione delle orchestre sinfoniche operanti nel nostro paese. Tramontati, per svariate ragioni, i tempi in cui la RAI si con-figurava come un Ente di produzione artistica diretta (molti ricorderanno anco-ra alcune "mitiche" stagioni musicali, radiofoniche e televisive) le orchestre sin-foniche sono state vieppiù percepite come un problema economico e gestiona-le, invece che come una risorsa. Il processo - come tutti sanno - è sfociato nella chiusura di tutte le orchestre RAI locali, i cui organici residui sono confluiti nell'Orchestra Sinfonica Nazionale di Torino. Poche sono attualmente le ini-ziative di pari livello artistico; in ambito privato, direi che la più notevole è sta-ta, e rimane, l'Orchestra "Giuseppe Verdi" di Milano. Certo, un'orchestra sinfonica è un ap-parato necessariamente complesso e molto costoso. In questi tempi di crisi viene quindi da chiedersi: il gioco vale ancora la candela? Dietro questa appa-rentemente pragmatica domanda sta, tuttavia, una delicata questione artistica. Dai tempi remoti (il Medioevo) in cui la musica si identificò con una singola, spoglia linea melodica, l'evoluzione musicale ha conosciuto tappe successive nelle quali si è affermata dapprima l'idea di un'arte basata sulla compresenza simultanea di diverse melodie (la polifonia) e poi (dal Barocco fino al presente) una visione "gerarchica" della struttura musicale. In altri termini, il discorso musicale viene concepito come "guidato" da una linea melodica principale, so-stenuta, chiarificata e - a volte - messa in questione da un ricco apparato armo-nico/melodico riduttivamente indicato - nel linguaggio comune - come "ac-compagnamento". Se la funzione di un'orchestra sinfonica fosse unicamente quella di incarnare (certo in modo particolarmente ricco) questa visione, il suo diritto all'esistenza sarebbe davvero messo seriamente in discussione dalle ri-strettezze attuali. Ma le cose non sono così semplici. Permettiamoci, quindi, qualche esempio chiarificatore. Per tutto il periodo (XIII-XVII sec.) nel quale la polifonia prevalse come me-todo compositivo, il discorso musicale fu concepito come un ordinato, per quanto serrato e complesso, dialogo tra soggetti. Una sorta di metafora di una società di singole personalità, profondamente e razionalmente organizzata. An-cora Johann Sebastian Bach, in pieno XVIII secolo, parlava della musica in questi termini attirandosi, per inciso, le ironie dei suoi figli ormai proiettati ver-so il nascente stile sinfonico. Così sono ancora concepiti, nel cuore del XIX se-colo, i meravigliosi Quartetti beethoveniani. Nello stile sinfonico, invece, il discorso musicale è - semplificando - portato avanti da una singola, prevalente linea melodica (il sinfonista Čaikovskij confes-sava apertamente di sentire nella mente un ininterrotto succedersi di idee me-lodiche). Questa linea è affidata, in successione, ai diversi gruppi orchestrali (le diverse sezioni degli archi, dei fiati, gli eventuali solisti) che temporaneamente se ne appropriano - imprimendole il proprio specifico taglio timbrico ed e-

La sinfonia: una “specie musicale” in via di estinzione in Italia

Spazio alla musica del Sesto Milium

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spressivo - per poi "passarla" come in una sorta di grandioso gioco di squadra. Tenuto conto che ogni sezione strumentale costituisce un mondo a sé stante, ricco ed articolato, si comprende a quale ricchezza di espressione musicale (e anche di complessità) possa condurre questa concezione artistica: è altamente indicativo che un gigante della statura di Johannes Brahms esitò fino alla piena maturità (artistica e anagrafica) prima di affrontare la composizione di una Sin-fonia. A questo punto penso possa apparire evidente che la sparizione (almeno in Ita-lia) delle grandi compagini sinfoniche, potrebbe significare innanzitutto il venir meno dei presupposti materiali di un pensiero musicale specifico, che ha dato all'umanità molti tra i suoi massimi capolavori (tutte le Sinfonie di Haydn, Mo-zart, Beethoven, Brahms, Čaikovskij, Prokofiev, Shostakovic, tanto per citare le più popolari). Una volta imboccata definitivamente la via dello smantellamento, sarà ben difficile - o, credo, impossibile - tornare sui propri passi. Una maesto-sa quercia ci mette decenni - e a volte secoli - per crescere e ospitare tra le sue chiome tante altre forme di vita, ma bastano pochi minuti di lavoro di una ru-spa per distruggere un così grande miracolo della natura. Se possiamo, soste-niamo ogni iniziativa volta a tutelare e - se possibile - incrementare questa "specie musicale" in via di estinzione.

Umberto Bombardelli

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La conviviale dello scorso 31 gennaio si è svolta in un'atmosfera quasi surrea-le, dovuta ad una delle prime forti nevicate di quest'ultimo periodo, avveni-mento che, scoraggiando buona parte dei soci, ha fatto sì che pochi intrepidi (tra cui la sottoscritta), incuranti del manto bianco che sembrava sommergere tutto e pregiudicare la strada del ritorno, si riunissero in un clima raccolto e ovattato, per ascoltare insieme le affascinanti parole della nostra socia Adria-na Albini. Ed alla fine della serata, sono certa tutti abbiano pensato: “ne è valsa davvero la pena”!

Ed infatti, nel corso della convi-viale abbiamo appreso come Adriana, ella stessa autrice di numerosi saggi e opere scientifi-che, è, a sua volta, figlia ..per co-sì dire ..'d'arte'. Suo padre è, in-fatti, Umberto Albini, noto ed il-lustre grecista, filologo ed esper-to, oltre che di lettere antiche, anche di letteratura ungherese e di teatro classico. Difficile riassumere i meriti del

Prof. Albini in poche righe. Cercherò di farlo, scusandomi per l'estrema sinte-si: Umberto Albini è nato a Savona nel 1923, dove è cresciuto per poi laurear-si presso l'Università di Genova nel 1945. Negli anni della guerra ha vissuto la partigianeria e la Resistenza. Nel capoluogo ligure è stato titolare della catte-dra di Letteratura Greca, oltre che Preside della facoltà di Lettere e Filosofia e direttore del Dipartimento di Filologia Classica. Ha insegnato anche nelle U-niversità di Barcellona, Bonn, Colonia, Jena e Madrid. Ma l'attività del Prof. Albini non si è limitata all'ambito accademico: la sua passione per il teatro, ed in particolare per la rappresentazione dei classici, lo

ha portato a collaborare stabil-mente con Il Teatro della Tosse e con il Teatro Stabile a Genova, nonché a ricoprire il ruolo di Presidente dell'Istituto Naziona-le del Dramma Antico di Siracu-sa. Inoltre, egli è stato appassio-nato studioso anche della lette-ratura ungherese, tra i primi a tradurne il teatro e la poesia. Per tale sua opera importantissima di diffusione è stato insignito di

una laurea honoris causa dall'Università di Budapest e della medaglia d'oro per la cultura sia dal Governo ungherese sia dal Governo italiano. Adriana, nel raccontarci dell'illustre figura di suo padre, ci ha dato anche l'op-portunità e il piacere di poter sfogliare alcune delle sue opere: per lo più edi-zioni critiche di oratori greci, saggi di critica teatrale e di letteratura bizantina (Nel nome di Dioniso; 1991 - Atene: L'udienza è aperta (1994) - Riso alla greca

Conviviale su Umberto Albini

Umberto Albini nel 1954, giovane stu-dioso e docente all'Università di Bonn

Gli „intrepidi‟

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(1997) - Euripide o dell'invenzione (2000) - Atene segreta (2002) - Maschere impure (2005)). Ma non solo: la profonda sensibilità e l'eclettica umanità di un uomo che ha dedicato tutta la sua vita all'arte e alla conoscenza, non poteva non esprimersi anche in ambito poetico. E così Adriana ci ha dato la possibilità di leggere qualche brano della sua raccolta di poesie 'Cronache - Il lungo Viaggio', princi-palmente dedicate alla moglie Giovanna e intrise del profondo amore nei con-fronti della sua compagna di vita. Inutile dire che qualsiasi sentimento, se espresso con profondità, sensibilità e pensiero, risulta commovente e toccante e così le parole del Prof. Albini han-no coinvolto emotivamente molti di noi, anche per la bellezza del contrasto tra una personalità così insigne e la estrema semplicità di sentimenti che e-mergeva dalle parole rivolte alla moglie. Vale la pena aggiungere - cercando di non cadere in luoghi comuni – che in un‟epoca così lontana dalla riflessione, dal pensiero fine a sé stesso, dalla pu-rezza e dalla semplicità dei sentimenti, personalità del calibro del Prof. Albini costituiscono davvero dei fari nella nebbia, perché senza conoscenza non ci può essere sviluppo, né alcuna azione utile. E veniamo adesso, appunto, al modo in cui l'eredità di cultura e amore per l'arte e il sapere che il Prof. Albini ha lasciato a tutti noi può essere trasforma-ta in 'azione utile' per la società da parte del nostro Club Rotary. Per commemorare la scomparsa di Umberto Albini, la neo-nata Associa-zione “Cultura è Salute” istituirà un premio di 500 euro per una tesi di laurea o un saggio pubblicato da uno studioso sotto i trent’anni sulla drammaturgia del teatro greco, sul dramma antico, da presentare attra-verso il Rotary Club Sesto Milium. L'associazione Cultura è Salute, in memoria di Umberto Albini, non ha fine di lucro e svolge la propria attività nel settore delle scienze e della medicina, del-la letteratura e della linguistica, incentiva la promozione, la divulgazione e l'approfondimento del sapere tanto scientifico quanto letterario, auspicando la realizzazione dell'unione di queste due diverse facce della cultura e superando quindi la loro caratterizzazione antinomica. L'associazione è su facebook sotto la voce: “Cultura è salute”.

Giovanna Piazzalunga

Senza conoscenza non ci può essere sviluppo, né alcuna azione utile

la neo-nata Associa-zione “Cultura è Salu-te” istituirà un pre-mio di laurea o di saggistica.

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Grazie al nostro socio Riario Sforza abbiamo avuto l‟occasione di passare una piacevolis-sima serata all‟insegna dell‟operetta. Lo scor-so 17 febbraio allo spazio „Arte‟ di Sesto San Giovanni l‟associa-zione „Cuore Martesa-no‟ ha organizzato una serata benefica con

raccolta fondi con quattro splendidi artisti che si sono succeduti nell‟interpretazione delle più famose arie tratte da operette altrettanto famose. Abbiamo spaziato dalle arie di “Cincillà”, a quelle del “Paese dei Campanelli”, alla “Vedova Allegra” e così via, sempre in tono giocoso e divertente. Ma quello che più conta è che abbiamo potuto conoscere una nuova associa-zione che opera nel settore della beneficenza, per il perseguimento, in via e-sclusiva, di finalità di solidarietà sociale ed ha lo scopo di promuovere l‟approfondimento del dibattito culturale, specie nel campo socio-sanitario, nonché di partecipare ad iniziative di carattere sociale ed umanitario. L‟Associazione promuove le proprie finalità in particolare nel territorio della Provincia di Milano e della Regione Lombardia. Le attività dell‟Associazione e le sue finalità sono ispirate a principi di pari opportunità tra uomini e donne e rispettose dei diritti inviolabili della perso-na. E quindi che dire se non un sonoro grazie per l‟occasione avuta, con la spe-ranza di ripetere presto!

Marina Rasnesi

L‟Associazione „Cuore Martesano‟ opera nel settore della bene-ficenza, per il perseguimento, in via esclusiva, di finalità di solidarietà sociale ed ha lo scopo di promuovere l‟appro-fondimento del dibattito culturale, specie nel campo socio-sanitario, non-ché di partecipare ad iniziative di carattere sociale ed umanitario

Conviviale-Operetta del 17 febbraio

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Riprendiamo il nostro viaggio alla scoperta delle Ville di Sesto San Gio-vanni, andando a conoscere meglio altri due Beni Culturali di grande inte-resse: Villa Pelucca e Villa Mylius. Villa Pelucca

Villa Pelucca, ubicata a Se-sto San Giovanni, in via Campanella n. 8/10, era una tenuta agricola che prese il nome dalla famiglia Pelucchi che la abitò dal 1194. Nel XV secolo la te-nuta passò ai Rabia, che, come “cives”, abbandona-rono la città per trasferirsi in campagna.

Al 1518 risale una controversia fra Monza e il Rabia, determinata dal fatto che quest'ultimo voleva far deviare una roggia per poter irrigare i propri fondi agricoli. Tale roggia verrà poi denominata roggia Pelucca. Girolamo Rabia aveva infatti intensificato lo sfruttamento agricolo dei propri terreni attraverso una irrigazione ottimale che favoriva altresì una elevata produ-zione di foraggi e quindi un incremento nei redditi relativi all'allevamento di bestiame. Il cronista contemporaneo Cicereio scrive che Rabia deteneva nei pressi di Monza una campagna fertilissima e ricca di prati ("non longe a Modoetia cele-bri oppido rus possedit cultissimum et bonitate soli celeberrimum et pratorum amplitu-dine et magnitudine pastionis uberrimum"), dove possedeva una magnifica villa adorna di affreschi ("in quo rure medio villam urbanam amplissimam, magnifice extructam, egregiis picturìisque exhornavit"). La Villa viene edificata secondo una disposizione apparentemente ad U, con corpo principale centrale e due ali minori, anche se quest'ultime sono forse da interpretarsi come il frutto dell'intervento di ristrutturazione in-tercorso nell'Ottocento. Tali ali, alleggerite da un portico con archi a tutto sesto e capitelli ionici cinquecenteschi, costituirebbero un importante pre-cedente dello schema ad U barocco. E' ipotizzabile inoltre che anche nel corpo centrale della villa fosse presente in origine un porticato in conti-nuità con quelli laterali. Accanto alla Villa sorge la cappella affrescata, forse dedicata a Santa Cate-rina, che rappresenta l‟ambiente meglio conservato del complesso. Nel 1645 la proprietà passò ai fratelli Bulgari; dai loro eredi la Villa pervenne al Regno Italico che nel 1806 l‟affidò al Viceré Eugenio di Beauharnais. Spenta l‟avventura napoleonica in Italia, la Villa ritornò all‟Imperatore au-stro-ungarico e nel 1816 fu comprata all‟incanto dalla famiglia Puricelli Guerra che la cedette nel 1927 al Comune. La Villa rappresenta il primo esempio compiuto di edificio rinascimentale in Lombardia: non ricorda più il castello fortificato e non è soltanto una cascina agricola in quanto possiede un salone di rappresentanza affrescato nel 1524 da Bernardino Luini (1485 - 1532), l‟allievo prediletto di Leo-nardo da Vinci. Oggi presso la Villa, sede dell‟Istituto geriatrico La Peluc-ca, grazie al nostro Rotary Club Sesto Milium Centenario, sono state ricollocate dieci riproduzioni fotografiche su tela in grandezza originale degli affreschi del Luini, virtualmente “restaurati”.

Sesto San Giovanni: conosciamola meglio

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GLI AFFRESCHI DI VILLA PELUCCA Gli affreschi di Bernardino Luini, realizzati tra il 1520 e il 1525, decoravano tre stanze e la cappella della villa, si ispiravano al libro dell‟Esodo e raffigura-vano soggetti mitologici, biblici e scene di vita campestre. In particolare, vi erano rappresentate le Storie dell'Esodo e la Fucina di Vulcano nel salone principale, Storie di Apollo e Pan e Storie di Psiche nelle due stanze attigue; mentre nella cappella, dedicata a S. Caterina d'Alessandria, esisteva nella con-trofacciata un affresco con S. Caterina portata in volo dagli Angeli sul Sinai, di cui rimane in loco la sinopia, mentre sopra l'altare era affrescato l'Eterno

in gloria fra gli Angeli. Probabil-mente le pareti erano affrescate con scene dalle Storie di S. Cateri-na. Interessante la proposta del Mu-lazzani di leggere il ciclo di Ber-nardino Luini come la celebrazio-ne della vita agreste (S. Caterina era venerata come protettrice della

fertilità dei campi). Una parte dei dipinti fu strappata nel 1816 dal restauratore Barezzi di Milano, anno in cui la dimora fu messa all'asta dal demanio austriaco, e portati nella Pinacoteca di Brera. Altri affreschi affiorarono durante le ricerche effettuate dall'architetto Luca Beltrami nel 1906, e anch'essi furono staccati e portati a

Brera. Rimane in loco solo la decorazione della volta della cappella. Per Girolamo Rabia Bernardino Luini aveva affrescato anche il palazzo di città (demolito nel 1875) eretto su progetto dell'architetto Cristoforo Solari (attr.) intorno al 1518 presso la chiesa di San Sepolcro. Del ciclo luinesco si conservano attualmente i soli frammenti (strappati prima della demolizio-ne) raffiguranti il Mito di Europa (Museo di

Berlino) e il Mito di Cefalo e Procri (Washington, National Gallery of Art), entrambi soggetti tratti da Ovidio. Villa Mylius

Che sia stata costruita verso la metà del XVIII secolo e poi acquisita dai Mylius, o voluta, a fine secolo o all‟inizio del successivo, dalla famiglia di origine austro-tedesca, certo è che la Villa deve la sua notorietà ad Enri-co Mylius, che, trasferitosi in Italia, si distinse nella vita imprenditoriale e intellettuale di Milano e provincia.

La residenza sestese, posizionata accanto a Villa Zorn (di proprietà di un so-cio in affari) divenne ben presto un vivissimo salotto culturale, punto di rife-rimento per personalità come Carlo Cattaneo, Massimo D‟Azeglio, Alessan-dro Manzoni e Vincenzo Monti, che vi scrisse la poesia nella quale lodava

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l‟"aer sincero" di Sesto, luogo privilegiato per la villeggiatura ottocentesca. Nota l‟amicizia di Mylius con Goethe e il suo ruolo di intermediario tra la cultura tedesca e quella italiana; altresì nota la storia della torretta della Villa, costruita appositamente perché Barnaba Oriani, astronomo e direttore dell‟osservatorio di Brera, potesse studiare le stelle. Ereditarono il mecenatismo di Enrico i suoi successori, il nipote Giorgio Melchior e la sua sposa, Sophie Vonwiller, con la scomparsa della quale, nel 1895, si conclude la storia della casata dei Mylius. Pochi anni dopo, inizia la trasformazione dell‟edificio. Nel 1921 la villa di-venta sede del Comune che la acquista nel 1928, avviando una serie di inter-venti radicali, proseguiti nei decenni seguenti: la quasi totalità delle decora-zioni scompare sotto la calce; vengono via via abbattuti gli edifici rurali, per far spazio alla nuova viabilità e alle esigenze residenziali. Risale agli anni Cinquanta, l‟aggiunta, verso est, dell‟ala con terrazzo; dello stesso periodo i rifacimenti interni, con sportelli e bussole in vetro per l‟accesso del pubblico attraverso il portico. Col trasferimento degli uffici comunali nel nuovo municipio, la Villa ospita la sede della Vigilanza urbana e, negli ultimi anni, l‟Agenzia Sviluppo Nord Milano. Nel nostro secolo, interventi conservativi e l‟ultimo cambio di destinazione d‟uso: la Villa è affidata, in comodato d‟uso, all‟ISEC, centro studi dedicato alla storia dell‟età contemporanea. Avviato anche il recupero del giardino, conservatosi, ma modificato nella sua conformazione e trasformato, negli anni ‟70, in parco con funzioni di-dattiche. Sul prossimo numero inizieremo la scoperta delle fabbriche e delle industrie storiche di Sesto San Giovanni.

Davide Pirovano

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La Riviera del Conero è certamente uno dei suoi luoghi più affascinanti della costa Adriatica. Sotto un monte che s'innalza d'improvviso a picco sul mare, ci sono lunghe spiagge di ciottoli bianchi e graziose calette nascoste. Tra baie, grotte e pinete che si affacciano sul mare, l'acqua limpidissima cambia colore virando dai toni dell'azzurro al verde smeraldo. Questa oasi di pace e natura è il parco del Conero, il cui cuore è l‟omonimo Monte (572m). Esso presenta un‟eccezionale varietà di specie di fauna e di flora, tanto da essere divenuto il primo parco della Regione Marche. Infatti, la sua rigogliosa vegetazione è sempre stata il rifugio naturale di specie rare di animali come il rondone pal-lido, il passero solitario e il falco pellegrino, quest‟ultimo simbolo del parco. Uno dei luoghi più ameni della riviera del Conero è certamente la località Portonovo, nata in seguito ad una frana, ed ora divenuta attrazione turistica grazie alla sua spiaggia di bianchi ciottoli e al suo mare limpidissimo. In que-sti luoghi, meritano d‟essere visitati la chiesa Santa Maria, un piccolo eremo di origine romana costruita tra il 1034 e il 1048, e il Fortino Napoleonico dal quale si difendeva la costa dalle incursioni dei pirati e della flotta inglese, ora divenuto un elegante hotel. Anche le cittadine di Numana e Sirolo sono due gioielli situati all‟interno del parco. Numana, che è da tempo una rinomata località turistica, ha la caratteristica di essere divisa tra il centro storico (Nu-mana Alta) e il porto (Numana bassa). Essa offre ben 6 km di spiaggia e ghia-ia ed un porto turistico tra i più attrezzati della riviera adriatica. In questa cit-tadina merita anche d‟essere visitato il museo archeologico Antiquarium che conserva i resti della civiltà picena: un popolo che risiedeva in questi luoghi in età preromana del quale si conservano ancora preziosi oggetti come pu-gnali, lance, elmi, collane, bracciali, vasi attici e ceramiche apule che testimo-niano il loro stretto legame con i greci, gli etruschi e gli italici. Altrettanto suggestivo è il paese di Sirolo il cui nome deriva dal condottiero Sirio al quale venne attribuito questo territorio dopo aver sconfitto i Goti. Il paese è soleg-giato e ventoso, disposto fra il mare cristallino e le colline coltivate a grano, vite e ulivo. Magnifica è la vista che si gode dall‟ampia terrazza della piazzetta di Sirolo dalla quale si può ammirare buona parte della riviera e, naturalmen-te, il verdissimo Monte Conero. Il territorio circostante il paese dà l‟impressione di essere ancora incontami-nato, con le sue spiagge di ciottoli bianchi, le rupi scoscese, le grotte e le roc-ce ricoperte di pinete che s'affacciano su acque trasparenti e profonde.

Marco Ganassini

Luoghi da Scoprire: la Riviera del Conero

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GUACAMOLE (di Sergio Airaghi) Salsa messicana di avocado (antipasto o accompagnamento a riso, verdure cru-de, gallette di mais, insalate miste, pesce al vapore) Ingredienti 1 avocado maturo (per scegliere l‟avocado, è importante tastarlo e al tatto deve risultare leggermente cedevole) 1 cucchiaio di succo di limone 1 piccolo pezzetto di peperoncino piccante o paprica dolce in alternativa ½ spicchio d‟aglio ** (da regolare a gusto) o erba cipollina 1 pezzetto di cipolla o scalogno * sale marino integrale q.b. Preparazione Sbucciare l‟avocado e rimuovere il nocciolo. Frullare la polpa dell‟avocado in-sieme a tutti gli altri ingredienti fino ad ottenere una crema omogenea. Servire a temperatura ambiente o fresca ma non fredda. Si conserva in frigori-fero per alcuni giorni in contenitore a chiusura ermetica, coprendo la superficie con un filo d‟olio (la salsa si ossida e potrebbe cambiare un po‟ il colore ma non qualità e le proprietà)

LA CUCINA DEL CLUB

LA CUCINA DEL CLUB Ricette di cucina tratte dal libro della nostra socia Adriana Albini ‘La Salute in Tavola’. AVOCADO: è ricco di grassi monoinsaturi (“buoni”), e povero di carboidrati e zuccheri semplici. E‟ un‟ottima fonte di vitamina E, potassio e vitamine del gruppo B. Tra le so-stanza attive contenute nell‟avocado ricordia-mo i carotenoidi, im-portanti per l‟elimi-nazione dei radicali li-beri, il beta sitosterolo in grado di ridurre i li-velli di colesterolo ematici ed il glutatione che ha un‟importante azione antiossidante. Bisogna però ricordare che l‟avocado è un frutto molto calorico (fino a 231KCal in 100 g) e dunque non biso-gna eccedere nelle quantità.

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Gentili Socie e Cari Soci,

con l'avvicinarsi del mese di marzo, de-sidero dedicare la striscia di questo mese a tutte le donne: madri, mogli e figlie!

Buona lettura e felice 8 marzo!

Ming San Hu

"Essere donna è così affascinante. È un‟avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai"

(Oriana Fallaci, da “Lettera a un bambino mai na-to”)

LA STRISCIA DI MING

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