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La biografia d'artista le Vite di Giorgio Vasari Prof. Sonia Maffei [email protected]

La biografia d'artista - UniBG · per sé solo, a mostrare che cosa sia la perfezzione dell’arte del disegno nel lineare, dintornare, ombrare e lumeggiare, ... • Michael Baxandall

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La biografia d'artista

le Vite di Giorgio Vasari

Prof. Sonia [email protected]

La biografia d'artista

le Vite di Giorgio Vasari

Prof. Sonia [email protected]

I edizione Torrentino 1550

II edizione Giunti 1568

• II edizione• I volti degli artisti

Vite• Modello per vite di artisti successive

• Giovani Baglione, Le vite de’ pittori scultori et architetti, Roma, 1642

• Giovan Pietro Bellori, Le vite de’ pittori, scultori et architetti moderni, Roma1672

• Filippo Baldinucci, Notizie de professori del disegno, Firenze 1681

• Niccolò Pio, Vite de’ pittori, scultori et architetti, Roma 1714

• Leone Pascoli, Vite de’ pittori scultori et architetti moderni, Roma 1730-36

• Giovanni Battista Passeri, Le vite de’ pittori, scultori et architetti, Roma 1772

• Luigi Lanzi, Storia pittorica dell’Italia, Bassano 1789

• Bellori,• Sostituisce al mito di

Michelangelo • Il Mito di Raffaello

• Luigi Lanzi, Storia pittorica dell’Italia, Bassano 1789

• Idea delle scuole regionali

Le Vite di Vasari

Centralità di Michelangelo

Mentre gl’industriosi et egregii spiriti col lume del famosissimo Giotto e de’ seguaci suoi si sforzavano dar saggio al mondo del valore che la benignità delle stelle e la proporzionata mistione de-gli umori aveva dato agli ingegni loro, e, desiderosi di imitarecon la eccellenza dell’arte la grandezza della natura per venire il più ch’e’ potevano a quella somma cognizione che molti chiamanointelligenza, universalmente, ancora che indarno, si affaticavano, il benignissimo Rettore del cielo volse clemente gli occhi alla terra, e veduta la vana infinità di tante fatiche, gli ardentissimi studii senza alcun frut[II. 716]to e la opinione prosuntuosa degli uomini, assai più lontana dal vero che le tenebre dalla luce, per cavarci di tanti errori si dispose mandare in terra uno spirito che universalmente in ciascheduna arte et in ogni professione fusse abile, operando per sé solo, a mostrare che cosa sia la perfezzione dell’arte del disegno nel lineare, dintornare, ombrare e lumeggiare, per dare rilèvo alle cose della pittura, e con retto giudizio operare nella scultura, e rendere le abitazioni commode e sicure, sane, allegre, proporzionate e ricche di varii ornamenti nell’architettura.

Vasari, Vita di Michelagnolo Buonarroti Fiorentino

Ma molto più fece stupire ciascuno che, considerando, nel fare le sepolture del duca Giuliano e del duca Lorenzo de’ Medici, egli pensassi che non solo la terra fussi per la grandezza loro bastante a dar loro onorata sepoltura, ma volse che tutte le parti del mondo vi fossero, e che gli mettessero in mezzo e coprissero il lor sepolcro quattro statue: a uno pose la Notte et il Giorno, a l’altro l’Aurora et il Crepuscolo. Le quali statue sono con bellissime forme di attitudini et artificio di muscoli lavorate, bastanti, se l’arte perduta fosse, a ritornarla nella pristina luce.

Vi son fra l’altre statue que’ due Capitani armati, l’uno il pensoso duca Lorenzo nel sembiante della saviezza, con bellissime gambe talmente fatte che occhio non può veder meglio; l’altro è il duca Giuliano, sì fiero, con una testa e gola, con incassatura di occhi, profilo di naso, sfenditura di bocca, e capegli sì divini, mani, braccia, ginoc[c]hia e piedi; et insomma tutto quello che quivi fece è da fare che gli occhi né stancare né saziare vi si possono già mai.

Veramente, chi risguarda la bellezza de’ calzari e della corazza, celeste lo crede e non mortale. Ma che dirò io dell’Aurora, femina ignuda e da fare uscire il maninconico dell’animo e smarire lo stile alla scultura? Nella quale attitudine si conosce ilsuo sollecito levarsi sonacchiosa, svilupparsi dalle piume, perché pare che nel destarsi ella abbiatrovato serrato gli occhi a quel gran Duca; onde si storce con amaritudine, dolendosi nella suacontinovata bellezza in segno del gran dolore.

Le Vite di Vasari

Idea dello sviluppo artistico

come una parabola

• Mikrokosmus parvus mundus

Importanza dell’aneddoto

Giorgio Vasari

Giorgio Vasari• Giorgio Vasari (Arezzo, 30

luglio 1511 – Firenze, 27 giugno 1574) è stato un pittore, scultore, architetto e trattatista italiano. Fu allievo di Michelangelo e di Andrea del Sarto.

• Vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri, scritto in due diverse edizioni (1550, 1568) e preceduto da un'introduzione di natura tecnica e storico-critica sulle tre arti maggiori (architettura, scultura e pittura).

Vita di Vasari

• Vasari nasce il 30 luglio 1511 ad Arezzo.• Dopo un apprendistato ad Arezzo presso

Guglielmo di Marcillat• entra giovanissimo nella cerchia medicea

e diventa compagno di giochi di Ippolito de’ Medici (1511-1535) e di Alessandro (1512-1537) suoi coetanei.

• Michelangelo gli fa da maestro

Storia della critica d’arte• Parole• Michael Baxandall• “Da un certo punto di vista tutti i linguaggi sono sistemi di

classificazione dell’esperienza: Le loro parole dividono la nostra esperienza in categorie. Ogni linguaggio compie questa divisione in modo diverso e le categorie incarnate nel vocabolario di un linguaggio non possono sempre essere trasferite in modo univoco in quelle di un altro. Così per esempio l’inglese possiede termini separati per identificare i colori blu e verde mentre altre lingue no, per un linguista l’area di esperienza blu verde è più differenziata in inglese che in iakuti…

• Dal momento che non esiste un termine generico per il concetto di blu/verde” le sue categorie non possono essere evitate, a meno di non dire che siamo incerti.

• Il linguaggio insiste perché noi discriminiamo secondo i suoi modi, in questo senso ogni linguaggio è tendensioso.”

Storia della critica d’arte

• Parole• Michael Baxandall• “Il latino classico impiegava due termini ater,

nero opaco• Niger, negro lucente• Albus, bianco spento• Candidus bianco lucente• Se dunque uno scrittore del 500 voleva scrivere

in latino doveva necessariamente scegliere…

Storia della critica d’arte

• Parole• La storia della critica d’arte non parla

d’arte, ma del modo con cui l’arte è stata analizzata, descritta, concepita..

• Fondamentali sono dunque le parole e le leggi che esse seguono…

Storia della critica d’arte• Quando inizia la storia della critica d’arte?

• Produrre arte è tipico di tutti i popoli• Produrre un “discorso sull’arte” e organizzarlo

per parametri storici è rarissimo.• Conosciamo l’arte antica e le riflessioni sull’arte

antica grazie a due testi

• Plinio il Vecchio, Naturalis historia• Vitruvio, De architectura

Critica d’arte nell’antichità• Vitruvio, de architectura, VII, Praef., 11: • Per primo Agatarco in Atene in occasione di una tragedia di Eschilo, dipinse una

scena e ne lasciò un resoconto (commentarium). Seguendo il suo esempio Democrito e Anassagora scrissero sullo stesso tema, e cioè come convenga, fissato il centro in un luogo determinato, procurare una rispondenza delle linee del disegno all’angolo della visuale e alla direzione dei raggi secondo il rapporto che c’è in natura…

• In seguito .. Teodoro pubblicò un voume sul tempio di Hera a Samo• Chersifron e Metagenes scrissero un libro sul tempio ionico di Artemide ad Efeso..• Ictino e Capione uno sul tempio dorico di Atena sull’acropoli di Atene…

• Primi trattati tecnici a carattere descrittivo e giustificativo.

• L’architettura arrivò ad elaborare una propria letteratura specifica molto prima delle altre arti figurative. Vitruvio racconta che i casi più precoci sono architetti del VI sec. a. C.

• Teodoro di Samo uno degli architetti dell’Heraion di Samo

• Chersifron e Metaghenes, architetti dell’Artemision di Efeso (che in particolare descrivevano le macchine che avevano utilizzato per innalzare le gigantesche colonne

• Una delle sette meraviglie del mondo

• V secolo• Ictino architetto del Partenone

• Dunque nell’antichità furono gli artisti a scrivere su se stessi e le loro opere

• Problema dello status sociale dell’artista

• Il principio base è l’illustrazione e la giustificazione di un edificio già costruito

• Attorno alla metà del V sec. a. C. una pratica analoga si trasferisce la primissima volta in altri campi: pittura e scultura.

• PITTURA• Due casi assai speciali e isolati • Il primo è il commentarium di Agatarco di Samo per una

scenografia da lui dipinta per una tragedia di Eschilo (460 a. C. circa).

• Interessante la citazione dei due filosofi Democrito e Anassagora , interesse matematico per la prospettiva

• Interessante perché si richiamano non addetti ai lavori• Agatarco è un pittore che è però anche autodidatta di

matematica

• Attorno alla metà del V sec. a. C. una pratica analoga si trasferisce la primissima volta in altri campi: pittura e scultura.

• SCULTURA• Policleto di Argo verso il 450-440 a.

C. produsse una statua in bronzo, il Doriforo, e insieme un libro che mostrava i principi di proporzione.

• Come gli architetti illustra e giustifica una sua opera

• Passo importantissimo• la tradizione di bottega• che implica una trasmissione ORALE, un

sapere specifico, • si è trasferita nella dimensione SCRITTA, • è penetrata in uno spazio diversamente

istituzionalizzato• Lo spazio letterario• Ne ha adottato le convenzioni e il linguaggio

interferendo anche in altri ambiti del sapere (per esempio la matematica)

• Prima conseguenza• Il discorso sulle arti non rimane limitato al

mondo degli “addetti ai lavori”• Ma coinvolge potenzialmente i fruitori e i

produttori di letteratura: • Democrito e Anassagora sono in questo

senso gli esempi più antichi.

• Più tardi gli artisti non si limitarono più a scrivere della loro opera ma trassero da essa lo spunto per ricavare

• NORME GENERALI• Per esempio il trattato sulla pittura che

Apelle dedicò all’allievo Perseo• Esso esponeva precetti etici sulla pittura

sspesso ricorrendo all’aneddoto

• Sutor, Ne supra crepidam

Aneddoto di Apelle che si nasconde non visto dietro una tenda per ascoltare, non visto, le osservazioni del pubblico a un suo dipinto e prende nota diligentemente delle critiche di un calzolaio ai calzari che aveva dipinto. Quando però il calzolaio passa a criticare il resto del quadro Apelle esce dal nascondiglio ed esclama“Sutor, Ne supra crepidam! “(calzolaio, fermati al calzare).

La morale è chiaa, a ognuno la sua techne, ma il pittore, per rappresentare la realtà deve far sue le technai degli altri

Interessante anche il fatto che Apelle dedichi al suo allievo Perseo il suo trattato.Il testo scritto prende il posto della tradizione orale che si instaura tra maestro e allievo.Ma il testo scritto aspira ad un pubblico FUORI

• Sutor, Ne supra crepidam

Interessante anche il fatto che Apelle dedichi al suo allievo Perseo il suo trattato.

Il testo scritto prende il posto della tradizione orale che si instaura tra maestro e allievo.

Ma il testo scritto aspira ad un pubblico FUORI la bottega

• Pamfilo di Anfipoli, scrisse non solo di pittura (IV sec. a. C.)

• ma anche sui pittori• Si inaugura così un nuovo filone che porta,

attraverso la raccolta di notizie biografiche, alla storia dell’arte.

• Importanza crescente dei racconti aneddotici

• Quale era il pubblico di queste opere?

– Pubblico interno alla bottega– Pubblico esterno

• interessato a sua volta a scrivere dell’arte– Perché amante dell’arte– Perché ha interessi letterari

• PASSAGGIO DECISIVO• Vera e propria • letteratura sulla storia dell’arte• Duride di Samo (340-280 a. C.)• Allievo di Teofrasto (scuola di Aristotele), non

pratica la pittura, impegnato nella vita politica, fu anche tiranno dlela sua città nel 301 a. C.

• Fu autore di varie opere storiche , ma anche di un trattato sui pittori e di un altro sulla scultura in bronzo

• In queste opere la biografia degli artisti aveva un certa importanza, specialmente nella forma dell’aneddoto

• Venivano aggiunti poi elenchi delle opere degli artisti di cui si indicava il momento di massimo fulgore (achmè, floruit).

• Ogni pittore veniva dunque inserito in una griglia cronologica generale

• La storia degli artisti diventava dunque una storia• Storia specializzata, di un ambito specifico che meritava

di essere raccontata• Non a caso Duride scrisse altre storie specializzate, una

sulla tragedia e una sugli agoni e le gare ecc…

Duride di Samo• Con Duride dunque alla figura dell’artista che scrive della

sua arte subentra • La figura dello studioso, dello storico che affronta diversi

argomenti,• Fra cui anche la storia degli artisti e la storia dell’arte• Le arti diventano parte di un sistema enciclopedico di

conoscenze, sono tra le attività dell’ingegno umano di cui si può fare storia

• Così nella grande Cronica Apollodoro di Atene nel 120 a. C. parla accanto ad altri personaggi famosi anche delgi artisti.

Senocrate di Atene I metà III sec. a. C.

• E’ questa la situazione in cui troviamo le due principali fonti di Plinio il Vecchio

• Senocrate di Atene e Antigono di Caristo

• Senocrate di Atene, figlio dello scultore Ergofilo, fu scultore egli stesso della scuola lisippea

• Si forma alla bottega di un allievo del figlio di Lisippo

• Scrisse due opere • de arte sua• De pictura• IMPORTANTE: fu lui il primo a creare il

vocabolario del giudizio d’arte con termini desunti dal linguaggio retorico

• Si giudica un quadro con le stesse parole con cui si giudica una frase, un testo.

Senocrate di Atene I metà III sec. a. C.

• Parabola dell’arte • Apice in Lisippo• L’arte progredisce lentamente fino ad

arrivare ad un culmine e poi lentamente decade.

• Andamento parabolico.

Senocrate di Atene I metà III sec. a. C.

Plinio il Vecchio• Naturalis historia• Morte straordinaria, il 24 agosto del 79 d. C.• Plinio il Giovane descrive la morte dello zio durante

l’eruzione del Vesuvio in due famose lettere a Tacito, che costituiscono anche dei preziosi documenti per la vulcanologia

• Nelle lettere egli racconta come lo zio, Plinio il Vecchio, partito da Miseno con una nave per portare soccorso ad alcuni amici e per la curiosità scientifca destata dal fenomeno eruttivo, fosse poi morto per soffocamento.

Plinio il Vecchio• Nato a Como il 23 o 24 d.C.,

Plinio faceva parte di una famiglia nobile di Como, fece carriera con Vespasiano , dvienendo procuratore della Spagna Narbonense.

• La Naturalis historia era una enciclopedia per la quale, dice Plinio stesso, erano stati consultati 2000 volumi e create 20.000 schede.

Tommaso Rodari, Como Duomo

Plinio il Vecchio• Gli ultimi libri sono dedicati al regno

minerale, in cui è riconosciuta una specie di vitalità biologica, una capacità di trasformazione.

• Le arti sono il luogo privilegiato della trasformazione materiale

• Oreficeria e gioielleria trasformano metalli e gemme

• Scultura trasforma il rame e il marmo• La pittura trasforma le terre colorate…

• Libro XXXIII sull’orificeria• Libro XXXIV sulla bronzistica• Libro XXXV sulla pittura• Libro XXXVI sul marmo Tommaso Rodari,

Como Duomo

Naturalis historia

• Idea di una crescita tecnico formale ininterrotta da artista ad artista

• Ogni artista ne migliora altri, esiste uno scopritore (heuretès) un perfezionatore (teleiotès)

• Visione ottimistica che però dopo l’apice di Lisippo presuppone necessariamente la decadenza

• Presenza di aneddoti