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La canzone ebbe grande successo non solo in NY, ma in tutti i negozi affiliati della Wapp sparsi negli States. Senza che John avesse un contratto, la sua canzone era diventata una hit. La Wapp organizzò una serie di eventi dal vivo per pubblicizzare l’album e vollero che John si sarebbe esibito. Il problema? John non aveva una band! “Runaway” fu una delle tracks che egli aveva registrato alla Power Station con musicisti vari che lo avevano aiutato per il pezzo. Allora John decise di chiamare gli amici di vecchia data: il tastierista David Bryan , alla batteria Tico Torres e un bassista del New Jersey (luogo di origine di tutti i Bon Jovi) Alec John Such . Alla chitarra John chiese ad un amico; John adesso aveva la band per suonare! Nel backstage, durante uno di questi concerti, fu avvicinato dal chitarrista Richie Sambora . Quest’ultimo dichiarò che sarebbe stato il chitarrista per la sua band. Sebbene inizialmente diffidente, John fu sorpreso della tecnica di Sambora e poi ascoltandolo suonare fu sorpreso anche dal suo talento. Così, quando John Bongiovi stipulò un contratto con la “Mercury Records” (con la quale segnò gli album di maggior successo) la band rimase quella di sempre – per più di dieci anni- nonostante le tante dicerie. Seguendo il consiglio della sua etichetta (label) eliminò la “h” nel suo nome e de- etnicizzò il suo cognome. Lui si riaffermò come Jon Bon Jovi e nacque la band BON JOVI.

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La canzone ebbe grande successo non solo in NY, ma in tutti i negozi affiliati della Wapp sparsi negli States. Senza che John avesse un contratto, la sua canzone era diventata una hit. La Wapp organizzò una serie di eventi dal vivo per pubblicizzare

l’album e vollero che John si sarebbe esibito. Il problema? John non aveva una band! “Runaway” fu una delle tracks che egli aveva registrato alla Power Station

con musicisti vari che lo avevano aiutato per il pezzo. Allora John decise di chiamare gli amici di vecchia data: il tastierista David Bryan, alla batteria Tico

Torres e un bassista del New Jersey (luogo di origine di tutti i Bon Jovi) Alec John Such. Alla chitarra John chiese ad un amico; John adesso aveva la band per

suonare!Nel backstage, durante uno di questi concerti, fu avvicinato dal chitarrista Richie Sambora. Quest’ultimo dichiarò che sarebbe stato il chitarrista per la sua band.

Sebbene inizialmente diffidente, John fu sorpreso della tecnica di Sambora e poi ascoltandolo suonare fu sorpreso anche dal suo talento.

Così, quando John Bongiovi stipulò un contratto con la “Mercury Records” (con la quale segnò gli album di maggior successo) la band rimase quella di sempre

– per più di dieci anni- nonostante le tante dicerie. Seguendo il consiglio della sua etichetta (label) eliminò la “h” nel suo nome e de-etnicizzò il suo cognome. Lui si

riaffermò come Jon Bon Jovi e nacque la band BON JOVI.

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Jon fu contattato da un manager che promise di fare i Bon Jovi il gruppo più famoso del mondo, così da adesso Doc McGhee supervisionava la carriera della

band. Loro aprirono un concerto dei ZZ Top al Madison Square Garden prima che la casa discografica (la loro etichetta) avesse realizzato l’omonimo album di

debutto “Bon Jovi”, nel febbraio dell’84. L’album includeva ovviamente la hit “Runaway”, di cui fu realizzato anche un singolo: la canzone uscì fra le top 40 del

periodo ed MTV trasmise il video della band consacrandola come uno dei maggiori gruppi emergenti.

Come la moda dell’epoca (metà anni ’80), il look della band era particolare: pantaloni aderenti, foulard colorati, ornamenti varissimi, volutosi capelli “cotonati” ed eyeliner…questa era la norma. Le performance dal vivo

erano ancora legate ad altre band, quali Scorpions negli USA ed i Kiss in Europa. Il debutto solista si ebbe nel tour in Giappone ed il tutto esaurito certificò

il primo album d’oro della band.

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Nella Aprile 1985 realizzarono 7800° Fahrenheit. Vennero prodotti i tre singoli (con relativi video): “Only Lonely”,”In & Out of Love” e la ballad “Silent Night”. Mentre l’album non riscuoteva grande successo in termini di vendite, fu concesso ai Bon Jovi di ritornare nuovamente in tour, esponendoli ad un pubblico più vasto e rifinendo i loro live show.

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Nell’Aprile dell’86, dopo sei mesi di lavoro in studio realizzarono il loro terzo album Slippery When Wet, prodotto da Bruce Fairbairn e registrato e mixato da Bob Rock. Naturalmente seguirono i vari singoli “You Give Love a Bad Name”, “Livin’ on a Prayer” e “Wanted Dead or Alive” (che rappresentano tutt’oggi le colonne portanti del repertorio dei Bon Jovi!).

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Dopo alcuni sporadici ma sensazionali concerto-eventi, Jon decise di ritornare con la precedente produzione, per produrre un nuovo album di successo anche se a distanza di circa tre anni. Nacque così New Jersey, nell’Ottobre del 1989, forte dei singoli “Bad Medicine”, “Born to be my Baby”, “I’ll be There for You” e “Living in Sin”. Un altro tour mondiale seguì l’uscita dell’album (89-90). Visitarono più di venti Paesi, 150 esibizioni non-stop l’atto finale fu di tornare a casa…per un ultimo concerto, a conclusione del tour mondiale, a casa loro nel fantastico Giant’s Stadium, dove si registrò il tutto esaurito. Al termine, senza alcun progetto per il futuro e stanchi delle proprie fatiche, si decise di tornare a casa.

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Fu chiesto a Jon di scrivere le colonne sonore di alcuni film, fra i quali spicca “Young Guns II” e dal quale derivò il primo album solista Blaze of Glory del ’90.

Con alcune importanti nomination, in seguito alla sua carriera solista, il futuro della band era terribilmente incerto.

Nel ’91 Jon decise di fare il manager della sua stessa band, richiamando i suoi vecchi compagni, per incidere l’anno seguente il loro quinto album Keep the

Faith. Un album più complesso che segna il passaggio dal loro “pop metal” al genere “grunge rock”, più adatto quest’ultimo alla moda degli anni ’90. Al singolo “Bed of Roses” seguì il tour (anche in nazioni dove la band non aveva mai fatto

tappe).

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A marcare l’inizio di una nuova fase fu l’uscita nel 1994 di un greatest hits che prese il nome di Crossroad, a cui vennero aggiunte gli inediti “Someday I’ll Be Saturday Night” ed il pezzo più celebre dei Bon Jovi “Always”, che restò in testa alle classifiche per ben 32 settimane e vendendo circa tre milioni di copie. Solo in seguito all’annessione nella band del nuovo bassista Hugh McDonald, potè iniziare il tour relativo all’ultimo album.

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È proprio durante il tour che esce nel Giugno del 1995 il nuovo album These Days, a cui però non mancarono le prime critiche circa il nuovo stile più esotico assunto dalla band. Nonostante tutto la popolarità crebbe tanto da trasformare il tour di Cross road nel tour del neonato album, a cui seguì un bellissimo concerto registrato nel Wembley Stadium. Terminato il successo dell’ultimo album la band, contrariamente a quanto successo dopo New Jersey, decisero di prendersi due

anni liberi, in cui fiorirono le carriere soliste dei membri del gruppo. Nel 1997 Jon realizzò un suo secondo album, Destination Anywhere, e

focalizzò la sua attenzione sulla carriera di attore che aveva già iniziato nel ’94. Anche gli altri membri della band realizzarono dei loro propri progetti (con ottimi

risultati).

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Alcuni movimenti si videro solo a partire dal ’99 e proprio l’anno seguente i Bon Jovi realizzarono il loro settimo album Crush. Subito vendette 7.5 milioni di copie e

di tre singoli “It’s My Life”, “Say It isn’t so”, “Thank You for Lovin’ me”. All’album seguì uno storico tour in Giappone ed in Europa in tutto il 2001, suonando per più di un milione di fans in meno di trenta date. Il più trionfante concerto fu realizzato nel luglio del 2001 con il celebre “One Last Wild Night”, due serate conclusive del tour

nel celebre stadio (ormai di casa) degli Giants.Proprio durante il tour dell’ultimo album uscì per la prima volta dei Bon Jovi un

disco dal vivo, che raccoglieva insieme diversi pezzi registrati dalle origini sino a quest’ultimo tour, prendendo il nome di One Wild Night:Live 1985-2001.

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A conclusione di tutto i membri dei Bon Jovi decisero per un breve periodo di riposo prima di iniziare il loro prossimo album in studio. Quello che successe però l’11 settembre cambiò il mondo. Jon e Richie iniziarono una lunga serie di eventi per ricordare ed aiutare tutti coloro che vennero colpiti da questa immane tragedia. Non dimenticando ciò che era accaduto, nel 2002, i Bon Jovi firmarono un altro successo. Il titolo Bounce si riferisce proprio alla capacità, non solo di NY ma di tutta l’america, di lasciare dietro e ricominciare, di fare un balzo in avanti senza però dimenticare. Nel frattempo Jon fu il testimonial della NFL (National Football League), suonando prima in un concerto di apertura a Times Square e subito dopo durante una partita degli Giants. “History was made”!

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Dopo un lungo tour a Bon Jovi venne l’idea di una performance acustica che però non fu realizzata. Non abbandonando del tutto l’idea si decise di re-interpretare i loro maggiori successi in chiave acustica. Nacque così This left feels right, il primo

album acustico in studio (con la partecipazione anche di altri artisti).A quest’album però non seguì alcun evento, anzi tutti i membri del gruppo

rimasero per un po’ dietro le scene; ma proprio nel 2004 si celebrava il ventesimo anniversario dei Bon Jovi, pubblicando il box set 100,000,000 Bon Jovi fans can’t

be wrong, una collezione di pezzi raccolti in più cd, la band si ispirava (come si può ben vedere in copertina) alla mitica figura di Elvis Presley e celebrando così una

sorta di tributo.

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Mentre tutto ciò accadeva, la band pensava già al futuro. Jon iniziò a lavorare per il nono album da studio che sarebbe poi uscito nel 2005. Il titolo fu l’omonimo del primo singolo Have a nice day, al quale seguì anche il relativo tour, per quasi tutto il 2006.