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la categorizzazionele ragioni del categorizzare
http://www.mis.informatik.tu-darmstadt.de/Research/Projects/categorization
variabilità e comportamento
• la variabilità si riconosce nelle modificazioni teoricamente illimitate delle situazioni e del comportamento
• le modificazioni che contano sono quelle per cui l’organismo è sensibile e che inducono alternative di comportamento
• i concetti - nella cognizione umana - identificano quei possibili fattori di variabilità che assumono una funzione significativa per lo stato dell’organismo nel contesto della sua relazione con l’ambiente: amore, benessere, sicurezza, sazietà, libertà, ecc.
• variabilità e differenziabilità
i proiettili per quanto perfetti non sono mai assolutamente uguali (esiste variabilità)
non avendo nessun buon motivo per coglierne la variabilità essi non risultano ai miei occhi differenziabili.
ma un poliziotto delle scientifica che può avere interesse per queste munizioni potrebbe individuarne le differenze
le categorie (i concetti) sono un prodotto cognitivo peculiarmente umano e sociale diversamente dai
comportamenti categoriali che evidenziano la continuità dei processi discriminativi osservabili nel regno animale
centipede domestico
cos’è la categorizzazione?
• è l’interazione differenziale e sistematica tra un sistema sensomotorio autonomo e adattativo ed il suo mondo
• questa definizione (Harnad, 2003) porta ad escludere le interazioni ordinarie tra gli elementi fisici dell’ambiente ma non i processi di interazione tra organismi non-umani ed ambiente
• la categorizzazione è un processo di base, che rivela continuità con il comportamento animale e con quello pre-linguistico umano
Stevan Harnad
i comportamenti categoriali basilari: !
attacco-fuga evitamento-controllo
categorizzazione
E’ il processo cognitivo in base al quale vengono resi distinti elementi potenzialmente uguali. Tra i primi, Gordon Allport (1954) ha evidenziato la funzione categorizzatrice del linguaggio e la connessione tra categorie linguistiche e giudizi sociali. Alle categorie corrispondono etichette linguistiche in forma di parole che separano (bello-brutto, alto-basso, bianco-nero, ecc.).
Gordon Allport
i processi categoriali• sono essenziali per la sopravvivenza e la riproduzione
perché...
• favoriscono il controllo della situazione e la prevedibilità degli eventi,
• producono dei criteri decisionali e modelli di risposta con differenti gradi di efficacia
• introducono un principio di stabilità in un mondo instabile in ogni sua componente
• sono indipendenti dalla cultura ma espressione della cultura
Se dovessimo sfruttare a pieno la nostra capacità di registrare le differenze tra le cose e di
rispondere ad esse in modo unico, ben presto saremmo sopraffatti dalla complessità
dell’ambiente circostante. La soluzione di questo apparente paradosso […]
sta nella capacità di categorizzare. La creazione di categorie rende equivalenti cose
discernibilmente diverse, consente di raggruppare gli oggetti e gli eventi in classi e di rispondere ad essi in funzione della loro appartenenza ad una
data classe piuttosto che della loro unicità. !
(Jerome Brune et al., A study of thinking, 1956
riduzione della variabilità
concetti, categorie, etichette
Concetti e categorie sono identificati da etichette linguistiche significative in termini di denotazione
e connotazione. !
i concetti sono “ideologici” le categorie sono “metodologiche”
le etichette linguistiche sono “operative”
• Tale principio si riferisce al tentativo di bilanciare due tendenze contrapposte. La prima tendenza è quella di usare le categorie in modo tale da massimizzare la quantità di informazioni che esse ci forniscono. Questo scopo può essere raggiunto usando quante più categorie è possibile. Tanto più grande è il numero delle categorie tanto maggiore è la possibilità di differenziare eventi diversi.
• Una delle ragioni per avere delle categorie è quella di ridurre la quantità di informazione con cui dobbiamo avere a che fare. Benché sia desiderabile discriminate eventi diversi, è altresì desiderabile raggruppare gli eventi sulla base delle loro somiglianze reciproche così da poter considerare eventi diversi come esemplari della stessa classe.
Principio dell’economia cognitiva
Il Signore disse a Mosè... Questi sono gli animali che potrete mangiare fra tutte le bestie che sono sulla terra. Potrete
mangiare d'ogni quadrupede che ha l'unghia bipartita, divisa da una fessura, e che rumina. Ma fra i ruminanti e gli animali
che hanno l'unghia divisa, non mangerete i seguenti: il cammello, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo
considererete immondo; l'irace, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo considererete immondo; la lepre, perché
rumina, ma non ha l'unghia divisa, la considererete immonda; !
il porco, perché ha l'unghia bipartita da una fessura, ma non rumina, lo considererete immondo. Non mangerete la loro
carne e non toccherete i loro cadaveri; li considererete immondi.
!Levitico 11-1, 11, 7
Categorie: i consumi alimentari mondi/immondi
la differenziazione categoriale
M. C. Escher - Encounter, litografie 1944
!
la differenziazione categoriale !
consiste nell’accentuazione delle differenze inter-categoriali
e nella riduzione delle differenze intra-categoriali
M. C. Escher - Encounter, litografie 1944
!
intolleranza per l’ambiguità
Per cogliere gli oggetti del mondo dobbiamo escludere i luoghi dell’ambiguità, ricercare confini nitidi e aree di
contrasto, individuare categorie che li definiscano.
Le conseguenze percettive della categorizzazione: !
• assimilazione intra-categoriale (due stimoli appartenenti alla stessa categoria sono percepiti più
simili di quanto non lo fossero prima di essere categorizzati)
!• differenziazione inter-categoriale (due stimoli
appartenenti a categorie diverse sono percepiti diversi più di quanto non lo fossero prima di essere
categorizzati)
B
A A A A B B B B
Tajfel e Wilkes (1963)
A
assimilazione
differenziazione
assimilazione
Henri Tajfel (1919-1982)Alan Wilkes
F Esperimento Tajfel e Wilkes (1963): ai soggetti viene presentata una serie di 8 linee, la lunghezza varia del 5%, 3 condizioni sperimentali:
• “classificazione”: le 4 linee più corte vengono etichettate con la lettera “A”, le 4 più lunghe con la lettera “B”
• “non classificazione”: le linee sono presentate senza essere accompagnate da alcuna lettera
• “casualità”: non c’è relazione tra lunghezza delle linee e lettera con cui sono etichettate
Ai soggetti viene chiesto di stimare la lunghezza di ciascuna delle linee, vengono successivamente confrontati i valori delle differenze obiettive con quelli delle differenze stimate. Le linee venivano presentate due alla volta sullo schermo di un computer
La categorizzazione
A A A A B B B B
Differenza reale
0,8 0,9 0,9 0,9 1,0 1,0 1,0
Differenza stimata
1,1 0,8 1,2 1,9 1,3 1,1 1,6
27
• Risultati:
– Solo i soggetti nella condizione sperimentale di classificazione, accentuano le differenze tra le due classi di stimoli A e B
– In particolare viene sovrastimata la differenza che esiste tra gli stimoli di confine (la più lunga tra le quattro più corte e la più corta delle quattro piùlunghe)
– Tendenza a sottostimare le differenza tra linee appartenenti alla medesima categoria
Il processo di categorizzazione comporta raggruppamenti e semplificazioni degli stimoli sia fisici che sociali:
!
• Differenziazione intercategoriale: tendenza ad accentuare le differenze tra gli elementi collocati in categorie diverse
• Assimilazione intracategoriale: tendenza ad accentuare le somiglianze tra elementi che appartengono alla stessa categoria
I processi di categorizzazione si manifestano nei più diversi contesti di giudizio sociale e sono responsabili dei più rilevanti fenomeni nell’attivazione degli stereotipi sociali
• La categorizzazione può essere dipendente dal contesto e moderata dalle situazioni che attivano le relazioni interne al gruppo e tra i gruppi
• si riconoscono differenze individuali che si riflettono nel ricorso alla categorizzazione
http://y.20q.net/anon?N0xhZK-z263Uxh...S1Jt3y_SsdHqCC
categorie e pensiero comune