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La comunicazione è al centro della nostra
esistenza, è l’elemento costitutivo della trama dei
rapporti tra le persone.
LA COMUNICAZIONE
La comunicazione è il solo modo mediante il quale
impariamo chi siamo.
LA COMUNICAZIONE
La comunicazione richiede lo scambio continuo di
vari messaggi, che si realizza tramite il linguaggio
verbale e non
verbale.
LA COMUNICAZIONE
Tutti gli individui, in quanto membri di una
comunità linguistica e sociale, possiedono
capacità di produrre e capire messaggi e quindi di
interagire con altri soggetti.
LA COMUNICAZIONE
La competenza comunicativa.
Si riferisce all’insieme delle presupposizioni
reciproche, delle conoscenze e delle regole che
rendono possibile uno scambio comunicativo.
LA COMUNICAZIONE
produrre e interpretare segni verbali;
produrre e interpretare elementi che modulano la
comunicazione: enfasi, cadenza nella pronuncia,
le risate, le esclamazioni etc.;
LA COMUNICAZIONE
Le maggiori abilità di una competenza
comunicativa:
Segue:
LA COMUNICAZIONE
realizzare la comunicazione anche mediante gesti;
usare intenzionalmente un atto linguistico per
realizzare gli scopi della comunicazione;
usare i segni linguistici e non linguistici in
maniera adeguata e funzionale alla situazione e ai
propri scopi;
interpretare correttamente le situazioni sociali, i
rapporti di ruoli e gli elementi che caratterizzano
una cultura.
Segue:
LA COMUNICAZIONE
la quantità di informazioni necessarie per la
comprensione del messaggio (né ridondanti né
superflue),
la qualità delle informazioni da dare (devono
essere vere),
LA COMUNICAZIONE
Le quattro regole d’oro (consentono ai soggetti di
interpretare correttamente la conversazione a cui
prendono parte):
la relazione di queste informazioni con lo scambio
comunicativo (sii pertinente),
il modo con cui il contenuto della comunicazione
viene espresso, che deve essere comprensibile,
evitare la mancanza di chiarezza, deve dare una
organizzazione ordinata e concisa.
Segue:
LA COMUNICAZIONE
La comunicazione non verbale
Ci si esprime più chiaramente con il movimento
che non con le parole. Ma non solo! In ogni gesto il
corpo parla un linguaggio che anticipa
l’espressione verbale.
LA COMUNICAZIONE
?
Cosa dico: 7% (peso delle parole);
Come lo dico: 93% (convinzione, tono di voce,
linguaggio non verbale).
LA COMUNICAZIONE NON VERBALE
La comunicazione non verbale ha diverse funzioni:
esprimere emozioni, comunicare gli atteggiamenti
interpersonali, partecipare alla presentazione di sé,
completare, sostenere, modificare, sostituire il
discorso.
LA COMUNICAZIONE
I segnali non verbali possiedono rispetto al
linguaggio, una maggiore efficacia comunicativa e
veridicità (nonostante i tentativi di controllo o di
simulazione delle emozioni).
LA COMUNICAZIONE
PARLARE IN PUBBLICO
“Parlare in pubblico” è la situazione
comunicativa di maggiore
impegno.
Chi riesce a comunicare efficacemente
nella comunicazione a due avrà difficilmente
problemi di fronte
a un gruppo di persone.
PARLARE IN PUBBLICO
“TESTO e INTERPRETAZIONE
a beneficio della relazione ”
PARLARE IN PUBBLICO
“COMUNICARE SIGNIFICA FAR CAPIRE AD ALTRI
IL NOSTRO MESSAGGIO”
PARLARE IN PUBBLICO
Quindi:
“tutte le volte che il mio interlocutore
non mi capisce la colpa è mia”.
PARLARE IN PUBBLICO
“Sono io infatti che ho la responsabilità di
mettermi in sintonia con gli altri semplificando la
terminologia, usando il linguaggio non verbale,
ma soprattutto verificando che il messaggio arrivi
a destinazione e sia correttamente interpretato”.
PARLARE IN PUBBLICO
“PARLARE NON SIGNIFICA NECESSARIAMENTE
COMUNICARE”
PARLARE IN PUBBLICO
La comunicazione,infatti, a differenza del semplice
parlare, si pone sempre un obiettivo:
“far prendere conoscenza di un certo messaggio
all’interlocutore; fargli intraprendere un’azione”.
PARLARE IN PUBBLICO
Dobbiamo farci capire, entrare in sintonia.
PARLARE IN PUBBLICO
“Il processo di comunicazione è, a tutti gli effetti,
un processo di vendita”.
PARLARE IN PUBBLICO
Come nella vendita, anche nella comunicazione è
fondamentale conoscere le aspettative del proprio
interlocutore. Il messaggio, quindi, deve essere
pianificato e sviluppato in funzione del profilo di
chi ascolta.
PARLARE IN PUBBLICO
Prima della presentazione è opportuno porci alcune
domande:
PARLARE IN PUBBLICO
chi sono i miei interlocutori chiave,
se io fossi al loro posto, cosa stimolerebbe il mio interesse,
quali sono le loro aree di interesse,
quali sono i benefici che potrebbero attendersi dalla mia proposta?
PARLARE IN PUBBLICO
Abilità di comunicazione:
convinzione,
metabolizzare positivamente il contenuto della
relazione,
prendere coscienza che l’abilità di
comunicazione risponde a regole ben precise
che possono essere acquisite e applicate,
fare pratica, pratica, pratica.
LA COMUNICAZIONE PARAVERBALE
Elementi che qualificano il modo di parlare: ritmo,
intensità, tono, tempo, timbro, volume.
PARLARE IN PUBBLICO
IL RITMO
E’ dato dalla velocità e accentrazione tonica delle
parole.blablabla
PARLARE IN PUBBLICO
L’INTENSITA’
E’ la forza e il vigore dell’espressione.
PARLARE IN PUBBLICO
IL TONO
E’ l’altezza della voce (alto, basso).
PARLARE IN PUBBLICO
IL TEMPO
E’ il tempo generale di esposizione di una parola,
una frase, una battuta.
PARLARE IN PUBBLICO
IL TIMBRO
E’ la particolare caratteristica della voce, ciascuno
ha il suo.
PARLARE IN PUBBLICO
IL VOLUME
E’ la quantità di voce emessa.
PARLARE IN PUBBLICO
Aspetti che contribuiscono a rafforzare la comunicazione:
linguaggio - pause
abbigliamento
personalità, humor ed
entusiasmo
gestione dello stress
contatto visivo
gestualità
posizione e movimenti
volume e tono di voce
COMUNICARE
Conclusioni
“se volete che il vostro messaggio sia ricordato,
prima dite cosa state per dire; poi ditelo; infine dite
che cosa avete detto”. B. Shaw
Per ogni buona gestione sono necessarie riunioni anche se l’opinione
diffusa su di esse è spesso “ è stata una gran perdita di tempo”.
Dopo una riunione avrete probabilmente sentito o fatto commenti del
tipo:
“Facevo prima a non venire”Non a tutti è stata offerta la possibilità di dare il proprio
contributo
“Non c’entravo niente” Alcune persone si sono sentite escluse dalle decisioni formulate
“Tutte le mie opinioni venivano criticate”
Alcune opinioni hanno suscitato scarso interesse
“Ero lì giusto per far numero” Il risultato era già scontato
Le Riunioni
Affinché le riunioni siano efficaci è necessario dirigerle bene.
Chi presiede dovrà:
Attenersi all’ordine del giorno e
portare a conclusione i lavori
I partecipanti non si irriteranno e non considereranno la riunione una perdita di
tempo
Incoraggiare i punti di vistaIn modo da dare a tutti l’opportunità di
esprimere le proprie opinioni senza sentirsi esclusi
Controllare la discussione In modo da avere il tempo necessario per
considerare i diversi punti di vista.
Terminare la discussione con un riassunto adeguato In modo che la conclusione sia chiara
Verbalizzare ciò che si è deciso
Le Riunioni
Le riunioni sono un mezzo per ottenere uno
scopo di per sé.
Aumenta la probabilità di raggiungere lo scopo per il quale è stato organizzato l’incontro
La conclusione di una riunione di solito coincide
con l’inizio di altre attività.
Considerare le riunioni un metodo costruttivo di
prendere decisioni vi renderà più facile indirizzare
i vostri sforzi Le riunioni sono un mezzo per
ottenere uno scopo di per sé.
Utilità delle Riunioni
1. Lo stadio costruttivo
I partecipanti elaborano le loro
posizioni e cercano di capire
(cortesemente) quelle degli altri.
Tentando di conoscere
l’atteggiamento e i punti di vista
degli altri e cercando di capire le
regole del gioco
?? ? ?
?
?
?
Cosa succede durante le riunioni?
2. Lo stadio bellicoso
Una volta a proprio agio,le persone cominciano a mettere le carte in tavola.
Possono lasciarsi andare a piccole schermaglie verbali.
E’ qui che la gente si sfida ed esamina le proprie impressioni, rafforzandole se necessario.
Cosa succede durante le riunioni?
3. Lo stadio produttivo
Con il procedere della riunione
si sviluppano idee e si
raggiungono compromessi e
accordi affinché la situazione
si evolva.
Cosa succede durante le riunioni?
4. Lo stadio risolutivo
In questo stadio finale le
persone creano consenso
e producono soluzioni
poiché vogliono giungere
ad una conclusione.
TEAMWORK!
Cosa succede durante le riunioni?
Le decisioni prese da un gruppo di
persone in genere sono diverse da
quelle che ciascun partecipante
avrebbe preso individualmente.
Ciò avviene in virtù di una sorta di
istinto del branco che induce a seguire
le spinte prevalenti.
Il fenomeno influisce sul dibattito e
quindi sulla decisione stessa.
Le dinamiche di gruppo
Nel gruppo gli individui
temono le figuracce.
Spesso non modificano
quello che pensano o
cominciano a dubitare di
quello che pensano. La
pressione del gruppo può
avere i seguenti effetti:
1.Le persone che esprimono dubbi
vengono forzati ad accettarla.2.Le persone che prendono una
posizione avranno l’impressione di fare
una brutta figura se tornano sulle loro
idee.
3. Le persone incapaci di esprimere i
loro punti di vista in modo adeguato
finiranno con l’essere d’accordo “per
gettare la spugna”.
4. Le persone che hanno dubbi o opinioni diverse resteranno in silenzio per non essere considerate “devianti”.
La Pressione del gruppo sul dibattito
Ogni riunione dovrebbe avere un ordine del giorno=
documento di lavoro che funge da bussola per mantenere tutti quanti su una determinata rotta.Il suo scopo è evitare che l’argomento meno importante occupi la maggior parte del tempo
1. Scopo, data, ora e luogo della riunione
2.Nominativi dei partecipanti
3. Argomenti base da discutere
4. Varie ed eventuali
L’ordine del giorno determina l’andamento della riunioneDovrà essere studiato in modo da iniziare con gli argomenti più
semplici ed arrivare agli aspetti più difficili
Di Cosa Discutere
Per dirigere efficacemente una
riunione è importante, nella fase di
preparazione dell’ordine del giorno,
suddividere il tempo per argomenti
e tenerne conto durante la
riunione.
Organizzare i tempi
1) Attenersi all’ordine del giorno
2) Ricondurre la riunione ai suoi obiettivi
3) Notare segni di stanchezza
4) Usare le competenze
5) Dare suggerimenti
6)Sostenere le opinioni
Dirigere la Discussione
Non sempre le riunioni
procedono in maniera ordinata. A
volte il comportamento di alcuni
può impedire i progressi e le
battute rancorose possono
produrre scontri frontali.
È assolutamente necessario
• Dichiarare che non si tollerano attacchi personali
• reagire al disaccordo chiedendo suggerimenti costruttivi
• Ricordare gli obiettivi della riunione
Gestire i Comportamenti turbolenti
Ad un certo punto della riunione occorre fare un
passo avanti e cercare di raggiungere un
consenso generale sull’argomento discusso.
Per arrivare ad una conclusione potete:
• Definire i punti d’accordo e di
disaccordo
• Fare domande per accertarvi
di aver capito bene
• Riassumere le conclusioni
Concretizzare l’accordo