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La comunità monastica Al-Khalil (L’amico di Dio) Incastonato tra le montagne come se fosse opera stessa della natura, Deir Mar Musa si trova in Siria, a circa 80 chilome- tri da Damasco. L’esistenza odierna di questo luogo, e della comunità monastica che lo anima, prende le mosse dalla scoperta, da parte di un gesuita italiano, dei ruderi di un antico monastero siro-cattolico co- struito nell’undicesimo secolo attorno a un ancor più antico romitorio. Il gesuita è nato a Roma, e si chiama Paolo Dall’Oglio. La sua riscoperta di questo antico luogo di eremitaggio ri- sale al 1982, e di lì a poco egli decide di avviarne la ricostruzione. Qui, alcuni anni più tardi, nasce una co- munità spirituale cattolica, denominata Al-Khalil, che promuove il dialogo inter- religioso, in particolare tra Cristiane- simo e Islam. Al-Khalil, in lingua araba, significa l’amico di Dio, ed è il modo con cui nor- malmente ci si riferisce al patriarca Abramo.

La comunità monastica Al-Khalil (L’amico di Dio) · Tale approccio è parte integrante della vocazione spirituale dei monaci e delle monache di Deir Mar Musa e dei loro amici laici

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La comunità monastica Al-Khalil (L’amico di Dio)Incastonato tra le montagne come sefosse opera stessa della natura, Deir MarMusa si trova in Siria, a circa 80 chilome-tri da Damasco.

L’esistenza odierna di questo luogo, edella comunità monastica che lo anima,prende le mosse dalla scoperta, da partedi un gesuita italiano, dei ruderi di unantico monastero siro-cattolico co-struito nell’undicesimo secolo attorno aun ancor più antico romitorio.

Il gesuita è nato a Roma, e si chiamaPaolo Dall’Oglio. La sua riscoperta diquesto antico luogo di eremitaggio ri-sale al 1982, e di lì a poco egli decide diavviarne la ricostruzione.

Qui, alcuni anni più tardi, nasce una co-munità spirituale cattolica, denominataAl-Khalil, che promuove il dialogo inter-religioso, in particolare tra Cristiane-simo e Islam.

Al-Khalil, in lingua araba, significal’amico di Dio, ed è il modo con cui nor-malmente ci si riferisce al patriarcaAbramo.

Tale approccio è parte integrante dellavocazione spirituale dei monaci e dellemonache di Deir Mar Musa e dei loroamici laici. La scelta della lingua araba,come lingua della vita sociale e liturgicadella comunità monastica, non è estra-nea a questo orizzonte.

La vocazione al dialogo e il confronto trareligioni sono le caratteristiche fondantidi una comunità monastica che oltre aDeir Mar Musa comprende anche il mo-nastero di Mar Elian.

Preghiera, lavoro manuale e ospitalitàsono gli elementi che scandiscono lavita nei due monasteri, e i cardini su cuisi impernia la vita stessa della comunità.

Padre Paolo Dall’Oglio è stato rapito afine luglio 2013, e da allora non se nehanno notizie.

La comunità cristiana di Deir Mar Musaaffianca alla dimensione interreligiosa,che ne costituisce tratto basilare, anchequella ecumenica, cioè di comunione edi unità fra le Chiese cristiane, senza ri-nunciare alla specificità siriaca e siro-cattolica del monastero stesso.

Deir Mar Musa Al-Habashi (il Monasterodi San Mosè l’Abissino), situato nel desertosiriano, fu fondato nel VI secolo, secondola leggenda, da un membro della famigliareale etiopica chiamato Musa – Mosè – chepreferì la vita monastica al trono.

Egli fuggì dall’ira della sua famiglia, tro-vando rifugio prima in Egitto e poi in Pa-lestina. Successivamente fu eremita inSiria nella valle del monastero, dove sitrovava una vecchia torre di osserva-zione romana e là ottenne la palma delmartirio.

Nell’XI secolo il monastero fu sede di unvescovado e fiorì fino al XVI secolo. In se-guito, cominciò il suo declino e fu ab-bandonato nella seconda metà del XVIIIsecolo.Nei primi anni i soggiorni a Deir MarMusa di Padre Paolo e dei volontari ita-liani e siriani impegnati nella ristruttu-razione erano limitati al periodo estivo.

Deir Mar Musa dalle origini, tra leggenda e storia

La fondazione stabile della comunitàmonastica di Deir Mar Musa inizia a par-tire dal 1991. Nel 2006 la comunità, de-nominata Confederazione MonasticaAl-Khalil, ha ricevuto il nulla osta dellaPontificia Congregazione per la Dot-trina della Fede. Nel 2011 il vescovo lo-cale della Chiesa siro-cattolica di Homs,Hama e Nebek ha riconosciuto ufficial-mente la comunità.

Deir Mar Musa. I pellegrini e gli ospitiche arrivano al monastero (deir) di MarMusa non sono più tanti come una volta,perché le strade oggi sono pericolose.

C’è stato però un tempo, non ancoralontano, in cui nel corso di un anno siarrivava a contare anche 35.000 visita-tori, con punte di 150 ospiti a notte.

Tuttavia, la comunità monastica oggi èpresente al monastero con sette per-sone, tra cui un sacerdote, Padre Jihad,una monaca, Suor Houda, due monaci,due novizi e un ospite permanente.Inoltre ogni giorno, dalla vicina città diNebek e dai suoi dintorni, arrivano cin-que operai, di cui due musulmani.

In questo periodo, in cui purtroppo ilmonastero è pressoché isolato, la comu-

nità lavora al suo restauro e alla realizza-zione di alcune costruzioni necessariead accogliere al meglio gli ospiti, nellasperanza che in un prossimo futuro dipace Mar Musa torni a essere meta diviaggi e luogo di incontro e di preghieraper persone provenienti da tutto ilmondo, così come è stato in passato.

Queste attività sono anche un modoper dare lavoro agli operai e sostenta-

mento alle loro famiglie.

A causa della guerra, però, non si puòpiù contare sulle donazioni degli ospiti,e per lo stesso motivo anche le venditedei prodotti del monastero – come for-maggio, erbe medicinali, oggetti inlegno – si sono ridotte di molto.

Il monastero comunque, compatibil-mente con le risorse disponibili, è sem-pre pronto all’accoglienza, e vaincontro alle esigenze delle famiglie bi-sognose che bussano alla sua porta.

Tutto ciò accade grazie alla generosità

di tanti donatori – cristiani o musul-mani, indifferentemente – provenientidal resto del paese oppure dall’estero.

Deir Mar Elian. Il monastero di Mar

Elian si trova in una splendida oasi a ri-dosso di un’area semi-desertica, e a dif-ferenza di Mar Musa è vicino al centroabitato, in prossimità della città di Al-Qaryatain, un antico insediamento lecui origini risalgono al terzo millennioavanti Cristo.

La sua posizione lo vede al centro di untriangolo i cui vertici sono Damasco, Pal-myra e Homs, ciascuna distante circa130 chilometri.

A Mar Elian la comunità è rappresentatada Padre Jacques Murad (il sacerdotesiro-cattolico che ne è cofondatore in-

sieme a Padre Paolo), aiutato periodica-mente da altri membri della comunitàstessa e da collaboratori e operai locali.Il monastero è considerato un luogo disosta e di ristoro per l’anima e per ilcorpo, dove gli ospiti di Dio – siano essiviaggiatori o pellegrini, musulmani ocristiani – possono riposarsi dalla faticadel viaggio, trovando cibo, accoglienzae le preghiere dei monaci.

Qui, come a Mar Musa, la giornata è com-presa tra la preghiera del primo mattino ela Messa serale, poco prima della cena.

Durante il resto del giorno ci si dedica allavoro della terra e all’accoglienza dei vi-sitatori in modo che, da dovunque pro-vengano, possano vivere l’esperienza diMar Elian in un’atmosfera di pace e sem-plicità.

Anche qui, però, i conflitti hanno cam-biato molte cose. Da quando i combatti-menti sono arrivati nella regione, ilmonastero ha accolto e protetto mi-gliaia di profughi, con punte di duemilaunità nello stesso periodo.

I profughi, cristiani e musulmani, sisono potuti sistemare tanto all’internoquanto nel giardino e nei terreni che cir-condano il monastero, e si sono aiutatia vicenda organizzando cucine comuni.

Accogliere e dar da mangiare a così tantepersone è stato possibile grazie ad aiutiumanitari provenienti in parte dal JesuitRefugee Service.

Lo scorso ottobre il monastero ha orga-nizzato, in collaborazione con la comu-nità musulmana, un incontro della

durata di alcuni giorni per bambini cri-stiani e musulmani. Lo scopo è statoquello di offrire ai piccoli un’opportu-nità di ritrovo, serenità e gioia attraversoil gioco e la condivisione di momenticonviviali.

Un aiuto per chi aiuta

Le donazioni – sia che provengano dal restodella Siria, sia dall’estero – sono fondamentaliper permettere alla comunità monastica Al-Khalil di proseguire nel suo cammino, e per far

sì che possa aiutare gli altri. Anche nelle enormi difficoltà del presente, in-fatti, la comunità ha deciso di continuare a es-sere un punto di riferimento e un segno

tangibile di speranza, di dialogo e di convi-venza.Aiutarci a farlo è, in qualsiasi parte del mondo,un modo di farne parte.

C/C postale 909010Intestato a MAGIS(Movimento e Azione Gesuiti Italiani per lo Sviluppo)Causale: DEIR MAR MUSA

bonifico bancario presso Intesa SanpaoloIBAN IT 07 Y 03069 03200 100000509259Intestato a MAGIS(Movimento e Azione Gesuiti Italiani per lo Sviluppo)Causale : DEIR MAR MUSALe donazioni sono fiscalmente detraibili.

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