12
I n tutti i giornali sono riportati commenti e stralci dell’intervista rilasciata da Papa Francesco a Padre Antonio Spadaro direttore del periodico “Civiltà Cattolica” e molte espressioni sono state adattate ai propri retroterra culturali, altre estrapolate dal contesto e utilizzate come slogan e titoli di grande effetto per i giornali, provocando, a vol- te, fraintendimenti sul vero significato e valore delle espressioni usate. Le parole: “perdono” “mise- ricordia”, “solidarietà” risuonano nella loro ricca e peculiare dimensione pastorale. Il Papa, infatti, sogna “una Chiesa Madre e Pastora”. La Chiesa è feconda, deve esserlo. Quando mi accorgo di comportamenti negativi di ministri della Chiesa o di consacrati o con- sacrate, la prima cosa che mi viene in mente è: “Ecco uno scapolone”, o “ecco una zitella”. Non sono né padri, né madri. Non sono stati capaci di dare vita”. E poi: “Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più biso- gno oggi è la capacità di curare le feri- te e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia”. Per Papa Bergo- glio “è inutile chiedere a un ferito gra- ve se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo par- lare di tutto il resto…. e bisogna cominciare dal bas- so”. Tra i temi toccati e tanto pubblicizzati figurano anche questioni complesse: quali quelli che riguardano i La cultura dello scarto nega il diritto alla vita Dall’intervista del direttore di “Civiltà Cattolica” a Papa Francesco L a comunicazione va consi- derata componente fonda- mentale e vitale per le singo- le persone, per i gruppi e per le società. La storia dell’umanità è sto- ria di comunicazione, cioè di sviluppo delle attitudini dell’uomo nel comuni- care ad altri uomini intenzioni, deside- ri, sentimenti, conoscenze, esperienze. L’uomo moderno è l’uomo della comunicazione, anche se, paradossal- mente, vive il suo apice di incomuni- cabilità; è un uomo che vive in un mondo di comunicazioni, divenuto grazie ai mass media, un villaggio glo- bale. Un uomo che si trova a vivere in un incessante flusso di messaggi che inte- ressano e strutturano il suo universo, e che contemporaneamente è generatore e formatore di questo universo comu- nicativo, in quanto la comunicazione avviene non solo attraverso una realtà esterna tecnica, ma attraverso la glo- balità dell’uomo stesso, attraverso la sua presenza e il suo agire. Dall’analisi dell’odierno contesto cul- turale di cui i media sono i protagoni- sti, e dalla percezione della nascita di una nuova cultura creata dalla comu- nicazione moderna, cresce sempre più la consapevolezza che la comunica- zione sociale sia un passaggio fonda- mentale dell’impegno della Chiesa per l’evangelizzazione. Infatti la missione della Chiesa, grazie alla crescente potenza dei mezzi di comunicazione, diviene sempre più universale e può meglio rispondere al mandato origina- rio di portare a tutti la Parola di Gesù fino agli estremi confini della terra. Da sacerdote, oltreché da comunicato- re, non mi posso sottrarre dall’inqua- drare la comunicazione anche all’in- terno di un contesto teologico. Una prima riflessione scaturisce dalla con- siderazione di due differenti situazioni comunicative: Dio comunica, o dialo- ga, con la creatura (Adamo); la creatu- ra comunica con il serpente. Mentre la comunicazione divina attua ciò che esprime: e Dio disse e fu..., se mangerai dell’albero certamente…; al contrario il presunto dialogo con il serpente non realizza le premesse, anzi dimostra la fedeltà di Dio alla propria parola. Pertanto si potrebbe pensare che il primo tipo di comunica- zione è autentico, l’altro è inautentico. La creazione è auto-comunicazione di Dio (nel nulla), pertanto la relazio- ne comunicativa è costitutiva dell’es- sere umano (creato ad immagine e somiglianza), ma la libertà dell’uomo ha stravolto il senso autentico della comunicazione. In Gen 3,6 si legge: Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza. In questo versetto si notano tre aggettivi che esprimono giudizio, ma come è possibile se ancora non avevano mangiato dell’albero della conoscenza del bene e del male? E come è possibile la presenza di una creatura, il serpente, che incarna il male, visto che ogni cosa o essere furono creati e subito dopo approvati con l’espressione “…e vide che era cosa buona e giusta”? Tutto ciò ci per- mette di insinuare che forse ci si trovi dinanzi ad un dialogo narcisistico e solipsistico tipico dell’uomo che tende a divinizzare i propri bisogni o, meglio, i propri desideri. Il termine comunicazione deriva dal latino commune facere o agere, che rivela la tensione del mettere in comune, insita in ogni atto comuni- cativo. Per questo, la solitudine, l’as- senza di relazione e di dialogo, è anzitutto la perdita di senso della propria esistenza. Comunicandosi Dio ci renda capaci di comunicare. La comunicazione di Dio A PAG. 3 IL RICORDO DI PIETRO BARCELLONA Catania - anno XXIX - n. 34 - 29 settembre 2013 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it settimanale regionale di attualità (conv. in L. 27/02/ 2004 n o 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” XX GIORNATA MONDIALE dell’ALZHEIMER a pagina 11 IL CAMMELLO E LA CRUNA DELL’AGO di Piero Sapienza a pagina 6 (segue a pagina 2) FESTA della MADONNA di OGNINA a pagina 8 Riflessioni sulla cultura mediatica scaturite dal XXII Master della Fisc “Mons. Alfio Inserra” Giuseppe Adernò La dimensione dialogica della comunicazione Giuseppe Longo (segue a pagina 2) Foto SIR

La dimensione dialogica - Basilica Collegiata Biancavilla › files › Prospettive 29-09-2013.pdf · La storia dell’umanità è sto-ria di comunicazione, cioè di sviluppo

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Page 1: La dimensione dialogica - Basilica Collegiata Biancavilla › files › Prospettive 29-09-2013.pdf · La storia dell’umanità è sto-ria di comunicazione, cioè di sviluppo

In tutti i giornali sono riportati commenti

e stralci dell’intervista rilasciata da Papa

Francesco a Padre Antonio Spadaro direttore del

periodico “Civiltà Cattolica” e molte espressioni

sono state adattate ai propri retroterra culturali, altre

estrapolate dal contesto e utilizzate come slogan e

titoli di grande effetto per i

giornali, provocando, a vol-

te, fraintendimenti sul vero

significato e valore delle

espressioni usate.

Le parole: “perdono” “mise-

ricordia”, “solidarietà” risuonano nella loro ricca e

peculiare dimensione pastorale. Il Papa, infatti, sogna

“una Chiesa Madre e Pastora”.

“La Chiesa è feconda, deve esserlo. Quando

mi accorgo di comportamenti negativi di

ministri della Chiesa o di consacrati o con-

sacrate, la prima cosa che mi viene in

mente è: “Ecco uno scapolone”, o

“ecco una zitella”. Non sono né padri,

né madri. Non sono stati capaci di dare

vita”. E poi: “Io vedo con chiarezza

che la cosa di cui la Chiesa ha più biso-

gno oggi è la capacità di curare le feri-

te e di riscaldare il cuore dei fedeli, la

vicinanza, la prossimità. Io vedo la

Chiesa come un ospedale da campo

dopo una battaglia”. Per Papa Bergo-

glio “è inutile chiedere a un ferito gra-

ve se ha il colesterolo e gli zuccheri

alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo par-

lare di tutto il resto…. e bisogna cominciare dal bas-

so”.

Tra i temi toccati e tanto pubblicizzati figurano anche

questioni complesse: quali quelli che riguardano i

La cultura dello scartonega il diritto alla vita

Dall’intervista del direttore di “Civiltà Cattolica” a Papa Francesco

La comunicazione va consi-

derata componente fonda-

mentale e vitale per le singo-

le persone, per i gruppi e per

le società. La storia dell’umanità è sto-

ria di comunicazione, cioè di sviluppo

delle attitudini dell’uomo nel comuni-

care ad altri uomini intenzioni, deside-

ri, sentimenti, conoscenze, esperienze.

L’uomo moderno è l’uomo della

comunicazione, anche se, paradossal-

mente, vive il suo apice di incomuni-

cabilità; è un uomo che vive in un

mondo di comunicazioni, divenuto

grazie ai mass media, un villaggio glo-

bale.

Un uomo che si trova a vivere in un

incessante flusso di messaggi che inte-

ressano e strutturano il suo universo, e

che contemporaneamente è generatore

e formatore di questo universo comu-

nicativo, in quanto la comunicazione

avviene non solo attraverso una realtà

esterna tecnica, ma attraverso la glo-

balità dell’uomo stesso, attraverso la

sua presenza e il suo agire.

Dall’analisi dell’odierno contesto cul-

turale di cui i media sono i protagoni-

sti, e dalla percezione della nascita di

una nuova cultura creata dalla comu-

nicazione moderna, cresce sempre più

la consapevolezza che la comunica-

zione sociale sia un passaggio fonda-

mentale dell’impegno della Chiesa per

l’evangelizzazione. Infatti la missione

della Chiesa, grazie alla crescente

potenza dei mezzi di comunicazione,

diviene sempre più universale e può

meglio rispondere al mandato origina-

rio di portare a tutti la Parola di Gesù

fino agli estremi confini della terra.

Da sacerdote, oltreché da comunicato-

re, non mi posso sottrarre dall’inqua-

drare la comunicazione anche all’in-

terno di un contesto teologico. Una

prima riflessione scaturisce dalla con-

siderazione di due differenti situazioni

comunicative: Dio comunica, o dialo-

ga, con la creatura (Adamo); la creatu-

ra comunica con il serpente.

Mentre la comunicazione divina attua

ciò che esprime: e Dio disse e fu..., se

mangerai dell’albero certamente…; al

contrario il presunto dialogo con il

serpente non realizza le premesse,

anzi dimostra la fedeltà di Dio alla

propria parola. Pertanto si potrebbe

pensare che il primo tipo di comunica-

zione è autentico, l’altro è inautentico.

La creazione è auto-comunicazione

di Dio (nel nulla), pertanto la relazio-

ne comunicativa è costitutiva dell’es-

sere umano (creato ad immagine e

somiglianza), ma la libertà dell’uomo

ha stravolto il senso autentico della

comunicazione. In Gen 3,6 si legge:

Allora la donna vide che l’albero era

buono da mangiare, gradevole agli

occhi e desiderabile per acquistare

saggezza. In questo versetto si notano

tre aggettivi che esprimono giudizio,

ma come è possibile se ancora non

avevano mangiato dell’albero della

conoscenza del bene e del male? E

come è possibile la presenza di una

creatura, il serpente, che incarna il

male, visto che ogni cosa o essere

furono creati e subito dopo approvati

con l’espressione “…e vide che era

cosa buona e giusta”? Tutto ciò ci per-

mette di insinuare che forse ci si trovi

dinanzi ad un dialogo narcisistico e

solipsistico tipico dell’uomo che tende

a divinizzare i propri bisogni o,

meglio, i propri desideri.

Il termine comunicazione deriva dal

latino commune facere o agere, che

rivela la tensione del mettere in

comune, insita in ogni atto comuni-

cativo. Per questo, la solitudine, l’as-

senza di relazione e di dialogo, è

anzitutto la perdita di senso della

propria esistenza.

Comunicandosi Dio ci renda capaci di

comunicare. La comunicazione di Dio

A PAG. 3

IL RICORDO

DI PIETRO

BARCELLONA

Catania - anno XXIX - n. 34 - 29 settembre 2013 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it

settimanale regionale di attualità

(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”

XX GIORNATA

MONDIALE

dell’ALZHEIMER

a pagina 11

IL CAMMELLO

E LA CRUNA

DELL’AGO

di Piero Sapienza

a pagina 6

(segue a pagina 2)

FESTA

della MADONNA

di OGNINA

a pagina 8

Riflessioni sulla cultura mediatica scaturite dal XXII Master della Fisc “Mons. Alfio Inserra”

Giuseppe Adernò

La dimensione dialogicadella comunicazione

Giuseppe Longo

(segue a pagina 2)

Foto SIR

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Prospettive - 29 settembre 20132

PRIMO PIANOIndietro nel tempointervistandoSanto Mazzarino __________3

Trevico devotaal compatronodel capoluogo etneo _______4

INFORMADIOCESINotizie in breve___________5

Lettera dell’Arcivescovo ____5

Dalla Cancelleria: Nomine __5

DIOCESIXXII Master nazionaleFISC “Mons. Alfio Inserra” _7

Al Monasterodei Benedettinidi Nicolosi una festaper due ricorrenze _________9

Biancavilla:Visita pastorale ___________8

La Comunitàdell Annunziata ___________9

“Il weekend”di Peter Cameron_________11

sommario al n. 32

7Direzione amministrazione

e redazione:

via San Giuseppe al Duomo 2/4, 95124 Catania

Redazione e amministrazione:

tel. 095 2500220fax 095 8992039

www.prospettiveonline.it

E-mail: [email protected]

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Unione Stampa Periodica Italiana

Settimanale associato alla F.I.S.C.(Federazione Italiana Settimanali Cattolici)

Questo numero è stato chiuso

alle ore 13.00 di mercoledì 25 settembre 2013

Fai una domanda e attendila risposta in rete. È nato

con questo intento il social network,Ask.fm, finito al centro delle polemi-che per gli elevati suicidi indotti neipaesi anglosassoni e balzato agli ono-ri delle cronaca italiana per la megarissa organizzata a Bologna tra“ragazzi bene” e “ragazzi poveri”, pia-nificata a suon di insulti sul famososocial. Ask significa chiedi, e per l’ap-punto basta iscriversi (bisogna avere13 anni) o farlo collegandosi con lapropria pagina facebook per ottenereun profilo con tanto di foto e domandepersonali. Domande che fanno partedi una grande intervista collettiva cheperò spesso trascendono l’aspettogoliardico e sforano nella volgaritàfino a diventare dei veri e propri insul-ti per cyber-bulli. Il tutto favorito dal-l’anonimato. Tutti, infatti, possonorispondere senza l’obbligo di regi-strarsi alla community. Tutti hannodiritto a dire come la pensano. E tal-volta sono guai. Il suicidio di una gio-vane adolescente, Hannah Smith di 14anni è stata la punta di un iceberg cheha portato alla luce un problema cheriguarda milioni di adolescenti. Lei siera iscritta su Ask per essere più popo-

lare ma ha trovato la morte. I provoca-tori della rete, i troll, come vengonochiamati in gergo, dopo un suo rifiutoad una relazione con un ragazzo, nonl’hanno più mollata. Insulti che sisono moltiplicati giorno dopo giornofino a spingerla a togliersi la vita. Inrete le auguravano il cancro, e di berepersino della candeggina. Quelleparole, pronunciate probabilmente daun adolescente viziato seduto como-damente davanti ad un pc con la scusadi studiare, l’hanno portata via. E nonsolo. Ma la sua storia non è un casoisolato. Anche Rebecca, adolescentestatunitense, ha deciso di togliersi lavita gettandosi nel vuoto da un fabbri-ca dismessa non lontana dalla propria

abitazione. Anche lei eravittima di bulli della reteche attraverso Kik Mes-senger (altro social net-work) l’hanno terrorizza-ta spingendola a compie-re un gesto estremo. Erasolo una ragazzina di 12anni e pensare che lamadre le aveva fattocambiare scuola, chiusoil profilo facebook, e‘sequestrato’ persino il

cellulare. Nessuno pensava che leingiurie mortali provenivano diretta-mente dal suo smartphone. Il suonome però non è stato l’ultimo, primadi lei è toccato a Joshua Unsworth, 15anni, suicida il 12 aprile scorso dopoaver ricevuto insulti per diverse setti-mane. E ancor prima era toccato adJessica Laney, 16 anni, scomparsa neldicembre scorso. In tutti questi casiesemplari c’è un unico denominatorecomune, il cyber-bullismo che appro-fitta della solitudine degli adolescentiper corroderne le coscienze con con-seguenze talvolta estreme. In realtàsono diverse le applicazioni a disposi-zione dei cyber-bulli come Snapchatche crea messaggi anonimi e poi li

autocancella, utilizzati spesso perinsulti a sfondo sessuale. Senzadimenticare Formspring (social net-work americano lanciato nel novem-bre del 2009 che consente ai suoiutenti di crearsi un profilo, di seguirealtri utenti e fare loro domande) eVoxer (che consente l’invio di mes-saggi, video e foto in tempo reale). Epensate che un genitore sappia tuttoquesto? Allo stesso tempo può essereun social network la causa scatenantedi un disagio molto profondo? Questele domande cui cercano di risponderein tanti in un dibattito mediatico che sista sviluppando in rete nelle ultimeore. Il problema è serio e reale. Unodei fondatori di Ask, nato in Lettonianel 2010 come alternativa europea aFormspring, ha cosi cercato di spie-garne le cause. Queste le parole di IljaTerebin, cofondatore insieme al fratel-lo Mark: “La verità - ha detto in unarecente intervista sul web - è che igenitori non sanno come i figli socia-lizzano. Essi pensano che quando van-no a scuola, per esempio, tutto quelloche fanno è risolvere i problemi dimatematica. Se sapessero ciò di cui iragazzi in realtà parlano, sarebberomolto più spaventati. Su Ask.fm pos-sono vederlo. Ma certe cose accadonoovunque, sia online che offline”. Inumeri sui frequentatori del sito sonoimpressionanti, sono tra i 60 e i 70milioni gli utenti. Il nostro paese è unodei più assidui frequentatori insieme aTurchia, Brasile e Stati Uniti. Secondostime ufficiose almeno un milione diadolescenti italiani passa quotidiana-mente del tempo sul famigerato socialnetwork. Tant’è che si parla addirittu-ra di un superamento su Facebook intermini di preferenze. Inoltre secondola Comscore.it si tratta del 79° sito piùpopolare del mondo, con 13,2 milionidi visitatori registrati giornalmentestando alle ultime rilevazioni delloscorso mese di giugno.

Filippo Cannizzo

Social network e cyber-bullismo

Il disagio viene dalla rete

divorziati risposati e le persone omo-sessuali.Il Papa sostiene che “bisogna sempre

considerare la persona. Qui entriamo

nel mistero dell’uomo. Nella vita Dio

accompagna le persone, e noi dobbia-

mo accompagnarle a partire dalla loro

condizione. Bisogna accompagnare

con misericordia”. La Chiesa, quindi,non condanna gli omosessuali, “la reli-

gione ha il diritto di esprimere la pro-

pria opinione al servizio della gente,

ma Dio nella creazione ci ha resi libe-

ri: l’ingerenza spirituale nella vita per-

sonale non e’ possibile”. Quest’affer-mazione non può non riferirsi al rispet-to sempre dovuto alla persona, semmaiad essere stigmatizzati sono i peccati;le presunte aperture o chiusure sonoun’aggiunta dell’uditore.

Nel linguaggio di Papa Bergoglio siregistra un effettivo cambiamento distile e di direzione specie riguardo allequestioni morali, poste sempre dallaChiesa nell’alveo della dottrina e dellarigidità del diritto canonico.Proseguendo l’intervista Padre Spada-ro fa riferimento al sacramento dellaconfessione e per Papa Francesco, ilconfessionale “non é una sala di tortu-

ra, ma il luogo della misericordia nel

quale il Signore ci stimola a fare

meglio che possiamo”. Il manto della misericordia è tantogrande che non può avere confini ebarriere, ecco il significato di alcuneespressioni che possono generare con-fusione e incertezza.La linea del Magistero è chiara «ma

non è necessario parlarne in continua-

zione» ed anche sul ruolo della donnanella società Papa Francesco ha evi-denziato una grande apertura ed haaffermato: “Bisogna lavorare di più

per fare una profonda teologia della

donna”, sottolineando che “il genio

femminile è necessario nei luoghi in

cui si prendono le decisioni importan-

ti. La sfida oggi è proprio questa:

riflettere sul posto specifico della don-

na anche proprio lì dove si esercita

l’autorità nei vari ambiti della Chie-

sa”.Quest’apertura alle donne ha comeesempio proprio Maria che, con la suadisponibilità all’umile servizio, ha avu-to il dono di guidare i primi passi delFiglio di Dio; allo stesso modo unamamma insegna a camminare al bim-bo a cui ha dato la vita.La visione di una Chiesa come un “unospedale da campo”, aperta a tutti, epronta a curare le ferite ha la dimen-sione profetica del futuro innovativoper la Chiesa cattolica.Restano sempre al centro del messag-

gio di Papa Francesco la difesa e lasacralità della vita e, in riferimentoall’eutanasia e all’aborto, ammonisce:«Non esiste una vita umana più sacra

di un’altra, come non esiste una vita

umana qualitativamente più significa-

tiva di un’altra».Il Papa non nasconde la sua preoccu-pazione per il «disorientamento cultu-rale» che sembra aver toccato anche lamedicina. Troppo spesso, infatti, «le

professioni sanitarie sono indotte a

volte a non rispettare la vita stessa»...La professione medica, osserva ancoraPapa Bergoglio, è vittima di una situa-zione paradossale; da una parte con-

statiamo - e ringraziamo Dio - per i

progressi della medicina, grazie al

lavoro di scienziati che, con passione e

senza risparmio, si dedicano alla

ricerca di nuove cure. Dall’altra, però,- avverte il Papa – riscontriamo anche

il pericolo che il medico smarrisca la

propria identità di servitore della

vita», e non si limiti ad esercitare unsemplice “mestiere”. dovendo saperconiugare la dimensione professionalee quella “missionaria” di servizio per ilprossimo.Papa Francesco ha voluto ribadire il “sìdeciso e senza tentennamenti allavita”, come risposta alla “diffusa men-talità dell’utile”, ha usato l’espressioneforte della “cultura dello scarto che

oggi schiavizza i cuori e le intelligenze

di tanti”.«Ogni bambino non nato, ma condan-

nato ingiustamente ad essere abortito,

ha il volto del Signore, che prima

ancora di nascere, e poi appena nato

ha sperimentato il rifiuto del mondo. E

ogni anziano, anche se infermo o alla

fine dei suoi giorni, porta in sé il volto

di Cristo. Non si possono scartare!».

Del resto, ammonisce Papa Francesco,rivolgendosi ai ginecologi riuniti inVaticano dalla Federazione mondialedei medici cattolici, «la credibilità di

un sistema sanitario non si misura solo

per l’efficienza, ma soprattutto per

l’attenzione e l’amore verso le perso-

ne, la cui vita è sempre sacra e invio-

labile».

Quello che emerge dalla lettura dell’in-tervista è la figura di un uomo vero,una persona che si è trovata ad essereeletto Papa, la cui sfida è quella disuscitare la libertà di osare, di scoprirecon stupore e discernimento l’operadel Signore in tutte le cose, di spingerela Chiesa a portare luce e calore nelleperiferie umane e spirituali del mondo.Missione ardua, ma sublime che asso-cia Papa Francesco, successore di Pie-tro, a Cristo nell’azione salvifica dipurificazione e di redenzione.

®

(continua da pag. 1)

LA CULTURA...

non è mai a senso unico: essa tende asuscitare un circuito di risposta chepermette di entrare in relazione inmaniera diretta.Mentre l’uomo, dopo il peccato origi-nale, ha perso questa capacità dicomunicare direttamente con Dio,visto che all’udire il suo passo si coprìe si nascose, necessitando di un mez-zo (frutto proibito, foglie di fico, albe-ri) in quanto tra il Creatore e la crea-tura si è eretta una separazione, unabarriera. Così anche nella relazionecon il prossimo l’uomo ha bisogno diuna mediazione (medium) costituitada strumenti di comunicazione.Per evitare che tale situazione possa

focalizzare l’attenzione sull’oggetto(vedi McLuhan che identifica lostrumento con il messaggio. Oppuresulla pietra su cui fu incisa la legge)anziché sul soggetto, l’uomo, dun-que, deve far suo il compito di pro-seguire la strada inaugurata dalCreatore, ossia di sviluppare la pro-pria esistenza all’interno di un oriz-zonte di relazione e di comunicazio-ne, che è anzitutto dialogo interper-sonale.Attraverso l’evento dell’Incarnazio-ne, una ulteriore mediazione, secon-do la Redemptor Hominis 13, 14,l’uomo torna ad essere “via principa-le della Chiesa” proprio perché “Cri-sto stesso è la via principale dellaChiesa”. L’opera di salvezza di Dio

(cioè il ripristino della comunicazio-ne faccia a faccia tra uomo e Dio),che redime l’uomo attraverso l’uo-mo è la verità irrinunciabile.Di questo e dello stato dei media, inparticolare della stampa cattolica, siè discusso nel XXII Master naziona-le di giornalismo “Mons. Alfio Inser-ra” organizzato dalla Fisc in collabo-razione con il nostro settimanale dio-cesano, dopo che “Il Cammino”,periodico della diocesi di Siracusa,organizzatore e promotore per ben21 anni, ha dato non solo il proprioconsenso, ma anche un valido soste-gno. (Per lo svolgimento dei lavori sirimanda alle pagine 6 e 7).

®

(continua da pag. 1)

LA DIMENSIONE...

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Vivo cordoglio ha susci-

tato non solo a Catania

-la sua amata città dove è nato e l’an-

no scorso è stato insignito del premio

agatino della Candelora d’oro, ha

studiato ed ha insegnato- la morte

all’età di 77 anni di Pietro Barcello-

na, prestigioso intellettuale e pensa-

tore coltissimo di prestigio interna-

zionale, professore emerito di Diritto

privato e di Filosofia del Diritto nel-

le università di Catania, Firenze e

Roma, scrittore, filosofo, giurista,

giornalista editorialista del quotidia-

no “La Sicilia”, già deputato nazio-

nale e componente del Consiglio

Superiore della Magistratura, pro-

motore a Catania dei “Dialoghi d’A-

ragona”.

Ricordo, matricola universitaria nel-

la facoltà di Legge nel nostro Ate-

neo, un giovanissimo prof. Barcello-

na il cui fratello minore Mario diven-

ne anche mio collega; era già assai

“temuto” per la sua severità ed auste-

rità che incuteva soggezione e rispet-

to anche in coloro che lo conosceva-

no da studente nelle scuole dei Sale-

siani di San Filippo Neri di via Tea-

tro Greco, il cui oratorio anch’io,

residente nello stesso quartiere, fre-

quentavo quotidianamente nelle ore

pomeridiane sedendo per il catechi-

smo negli stessi banchi degli allievi

“grandi” del mattino. Nelle aule dei

Filippini, a cavallo degli anni Qua-

ranta e Cinquanta, Pietro spiccava

per bontà, studio e vivacità sotto la

guida un bravissimo docente di lette-

re, don Vincenzo Cumbo, e del miti-

co direttore don Bonaventura Li Pira.

Negli ultimi tempi più volte gli capi-

tava di riferire con orgoglio ad anzia-

ni suoi ex professori ed ex allievi di

essere stato anch’egli educato nei

cortili di Don Bosco. Il sacerdote

salesiano don Salvatore Fronte, allo-

ra docente di musica e direttore del

coro della Casa salesiana filippina,

lo ricorda attento e attivo

non solo nel canto ma

anche nel …giornalismo

perché era promotore e

redattore di un simpatico

giornalino di classe. Non

per niente era figlio di

un giornalista de “La

Sicilia”. In un incontro

in occasione di un con-

vegno all’Istituto S.

Francesco di Sales di

Cibali Barcellona fece

una lunga e cordiale

rimpatriata con don

Fronte che rappresenta la memoria

storica dei Salesiani di Sicilia, in

particolare di quelli di Catania.

Tutti sappiamo come le vicende del-

la vita lo portarono ad abbandonare

l’ambiente cattolico in cui era cre-

sciuto e ad abbracciare l’utopia

comunista. L’amicizia in età matura

e quasi alla conclusione della sua

intensa parabola di instancabile cer-

catore di giustizia e verità con don

Ciccio Ventorino –alla fine degli

anni Cinquanta del Novecento gio-

vane sacerdote diocesano insegnante

di religione nella mia aula ginnasiale

del Liceo Cutelli dove sarebbe attec-

chito il primo seme di Comunione e

Liberazione tramite una mia collega

di classe, la milanese Adriana Oles-

sina- portò Barcellona, come ricorda

il giornalista e scrittore Giuseppe Di

Fazio, a riconsiderare l’ipotesi cri-

stiana, ma non come un’ipotesi intel-

lettuale, dopo una lunga ed appassio-

nata esperienza politica da protago-

nista e da dirigente nel partito comu-

nista, tempo in cui il comunismo gli

sembrava una risposta esauriente alla

sua indomabile domanda esistenzia-

le e “fame di salvezza umana”; ma

con il crollo del Muro di Berlino gli

crollò il mondo addosso anche dal

punto di vista affettivo.

Mons. Ventorino in un articolo pub-

blicato da “L’Osservatore Romano”

ricorda la fine dell’avventura umana

di Pietro Barcellona, nella “consegna

serena e totale della sua anima a Dio

con lo sguardo rivolto a quel suo

Gesù che era tornato ad amare con la

tenerezza e l’ardore di un bambino”.

“Intellettuale”, scrive il prof. Vento-

rino, “docente illustre, militante

comunista, alla fine era ritornato alla

fede cristiana nella quale era stato

educato da ragazzo. Del suo itinera-

rio spirituale sono stato testimone in

questi ultimi anni nei quali egli mi ha

fatto dono della sua insperata e gran-

de amicizia. Pietro ha fatto irruzione,

infatti, in modo imprevisto nella mia

vita di vecchio prete, pur piena di

tante sorprese, ma che non si è mai

abituata al riaccadere del miracolo

dell’incontro cristiano”. Annota

ancora mons. Ventorino: “In uno dei

suoi ultimi libri egli scriveva: ‘Sin da

ragazzo il mio demone mi ha spinto

ad una lotta incessante contro l’insi-

gnificanza degli esseri umani e del

mondo circostante, contro l’indiffe-

renza dell’universo che appare nelle

notti stellate come un cielo lontano e

inattingibile. Ho forse precocemente

avvertito che mi era affettivamente

impossibile rassegnarmi alla contin-

genza assoluta delle cose che mi cir-

condavano non perché non sentissi

legami affettivi fortissimi con paren-

ti e compagni di scuola, ma perché

mi sembrava di vederli contempora-

neamente presenti ed in fuga verso

un nulla che ne cancellava persino le

ombre’. Il testo riportato è tratto da

uno dei più discussi, e “scandalosi”

per i benpensanti, libri “Incontro con

Gesù” (Marietti 2010) il cui incipit

rappresenta la chiave di lettura del

suo ritorno alla fede dei padri: “Per-

ché Gesù mi appare sempre più

Prospettive - 29 settembre 2013 3

Catania. Percorro la via

Etnea che nell’inoltra-

to meriggio settembrino trasmette un

fascino particolare. La sommità del-

l’arteria principale della città presen-

ta un quadro panoramico degno dei

pittori del realismo di fine ottocento:

il vulcano o come preferiscono i

catanesi, “a Muntagna”, si staglia

nello sfondo con i suoi tratti ben

definiti e il pennacchio fumante.

Davanti, la cupola della chiesa del

Borgo con la sua mole abbrunita dal

tempo e con la sua architettura di

stampo barocco completa il quadro

degno di una scenografia dei film di

Zeffirelli.

Mi accompagnano Donato Scuto,

fotografo di professione che con la

sua sensibilità di artista mi fa notare

questo scorcio di struggente bellez-

za, e la moglie Graziella, donna deli-

cata e aggraziata (nomen omen, il

nome è un presagio) degna di quella

cornice di fin de siècle.

I nostri passi a quell’ora del vespro

risuonano sul selciato che si tinge di

una malinconica luce rosata. Non

posso fare a meno di osservare l’ar-

monia della topografia catanese che

risente dell’influenza di quella roma-

na antica: il cardo, come la strada

che attraversava gli accampamenti

romani, da nord a sud e il decumano

che univa la zona est a quella ovest.

Improvvisamente sento una voce che

così si esprime: <<Cardo e decuma-

no a sua volta dividevano l’accampa-

mento in quattro parti, i quartieri che

poi nel corso del tempo indicheranno

un nucleo autonomo in un agglome-

rato urbano>>.

Chi ha parlato? Chi ha letto il miopensiero? È il frutto della miaimmaginazione? I miei due amici si

sono momentaneamente allontanati

per osservare le vetrine dei negozi,

quando noto un signore di sessan-

t’anni circa, dall’aspetto è un intel-

lettuale, mi si pone accanto e mi

chiede: <<Lei sa dove vivono i Grac-

chi?>> Sono meravigliata per l’inso-

lita domanda e per la straordinaria

capacità del mio interlocutore di leg-

gere il mio pensiero, poi costui si

presenta: <<Mi perdoni, signora Ste-

fania se ho omesso i convenevoli che

solitamente si fanno nelle presenta-

zioni, ma stavo ascoltando il suo dis-

corso mentale che mi ha interessato

particolarmente, sa quando si parla

di storia romana, mi invitano a noz-

ze! Il mio nome? Santo Mazzari-

no>>.

Lo guardo esterrefatta, non credo a

quello che sto vivendo. Sto parlando

col luminare della storia romana,

uno dei pochi personaggi che ha

saputo coniugare il fascino arcaico

degli studiosi dell’antichità e la

coscienza della crisi degli storici

moderni. Ricordo di aver letto tempo

fa uno dei suoi testi “Antico, tar-

doantico ed era costantiniana” e

quello che mi ha affascinato è stata

proprio la sua erudizione storica e la

capacità di sviscerare i problemi di

ieri, trattandoli come fenomeni di

oggi, il tutto presentato con un pia-

cevole linguaggio vestito di classici-

smo e di eleganza, ma senza toni

ostentati. Osservo la sua postura, il

suo incedere e noto una piacevole

armonia, una pacata consapevolezza

acquisita da chi sa che questo tempo

è solo una convenzione e che esiste

una dimensione dilatata che va oltre

le categorie spazio-temporali. Gli

chiedo così gentilmente di parlarmi.

Il mio interlocutore abbassa le palpe-

bre, in segno di assenso e poi questo

mi rivela: <<Catania mi diede i nata-

li nel 1916 e Roma è stata la mia cit-

tà d’adozione. Ricordo gli anni del

liceo, l’università, i riti goliardici, la

laurea, il concorso per docente in

storia romana, il mio trasferimento

nella capitale…quanti sacrifici!

La conoscenza del passato, della sto-

ria di Roma antica mi ha dischiuso

orizzonti inaspettati.

Molti problemi attuali, vari fenome-

ni sociali, sono accaduti nell’antichi-

tà, i personaggi avevano altri nomi,

ma le relazioni socio-economiche e

politiche erano simili a quelle di

oggi: la corruzione, gli intrighi, la

fiducia mal ripagata da parte di chi

confidava nell’aiuto di qualche bene-

fattore, il sentimento di libertà dei

popoli, la ribellione, sono tutte com-

ponenti umane che si registrano nel-

la storia di tutti i tempi. Alcuni titoli

delle mie opere? Tucidide e Filisto

(1939), Stilicone (1942), Dalla

monarchia allo Stato repubblicano.

Ricerche di storia romana arcaica

(1945), Fra Oriente e Occidente.

Ricerche di storia greca arcaica

(1947), Introduzione alle guerre

puniche (1947), Aspetti sociali del

IV secolo (1951), Storia romana e

storiografia moderna (1954), L’

Impero romano (1956), La fine del

mondo antico (1959), Il pensiero

storico classico (1966), Vico, l’

annalistica e il diritto (1971)>>

Lo ascoltavo entusiasta di poter

conoscere il suo pensiero, e gli chie-

si quale personaggio preferisse della

romanità. Costui sorridendo: <<Caio

Gracco che nessuno ha mai comme-

morato e a mio avviso è il più corag-

gioso rivoluzionario della storia d’I-

talia e tra gli Augustei, Orazio, per le

sue umili origini, era figlio di uno

schiavo liberato e nel suo stile di

vita, deducibile dalle sue opere, si

evince un senso di romanità aperta, il

senso della misura e l’attitudine a

cogliere la forza e il valore del

momento>>.

Professore, il dilemma dell’uomo sta

nella ricerca della felicità, da qui la

sofferenza….

<<Mia cara, la vera felicità sta nel-

l’equilibrio delle mozioni dell’ani-

mo. Gli autori dell’’aura mediocri-

tas, vale a dire gli umanisti che nei

loro scritti hanno consegnato per noi

il concetto del vivere secondo il giu-

sto mezzo, ci insegnano tanto, Non

affanniamoci per il domani, il dopo

ci è ignoto; nella cultura latina non

c’è il carpe cras, il cogli il domani,

ma l’hodie, l’oggi, l’hic et nunc,

quindi “Carpe diem”, cogli l’attimo.

Benedetta figliola, la felicità sta nel-

la preziosità di ogni singolo istante

che vivi, non è dato a noi umani di

conoscere quello che ci riserva il

domani>>.

Detto questo svani. La via Etnea si

tingeva di luce rosata

Stefania Bonifacio

La felicità sta nell’equilibrio

delle emozioni dell’animo

Indietro nel tempo intervistando Santo Mazzarino

(segue a pagina 4)

“Non di solo pane vive l’uomo”Pietro Barcellona cittadino buono e giusto ex allievo salesiano

l’intervista

Page 4: La dimensione dialogica - Basilica Collegiata Biancavilla › files › Prospettive 29-09-2013.pdf · La storia dell’umanità è sto-ria di comunicazione, cioè di sviluppo

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A cura del Centro Orizzonte Lavoro

095 320054 / [email protected] opportunità e concorsiOPPORTUNITÀ

L’occasione è stata la par-tecipazione ad un evento

Fidas a San Giovanni Rotondo, manon ci siamo lasciati sfuggire l’oppor-tunità di andare a Trevico, nell’AltaIrpinia, per venerare i resti mortali disant’Euplio, il giovane diacono marti-rizzato a Catania il 12 agosto del 304d.C., dichiarato patrono della cittàcampana e compatrono della città diCatania.Un po’ la curiosità, un po’ la possibi-lità concreta di dimostrare al parrocodell’antica cattedrale di Trevico, donMichele Cogliani, il desiderio diconoscere sempre più il giovane San-to cui è intitolata a Catania una par-rocchia e una strada civica e la cuifestività si celebra ogni anno, in pienaestate, appunto il 12 agosto: questi ipresupposti della visita della piccolacittà di Trevico, che fu importante

sede vescovile finoal 1818 e che oggiconta poco più di1000 anime chevivono in quelloche è chiamato“tetto dell’Irpinia”a 1094 mt, nellacosiddetta Baronia

di Vico, in provin-cia di Avellino.Già sin dal primomomento, all’arri-vo, ed ancor più, amente serena eriposata dopo lefatiche del viaggio,ci è nata forte l’esi-genza di partecipa-re ed estendere l’in-vito a visitare Tre-vico, con le sue

reliquie di Sant’Euplio, a farne unatappa possibile, esaltante ed emozio-nante nei programmi di pellegrinaggioai luoghi di Padre Pio, tra Pietrelcina eSan Giovanni Rotondo. anche tenen-do conto dei facili collegamenti stra-dali.Emozionante la visita, anche per l’ac-coglienza calorosa ed entusiasta diPadre Michele, fine studioso edappassionato ricercatore tra le pieghedella storia, che riserva ai catanesi chevanno a trovarlo e che, a quanto sem-bra, ad oggi sono ancora poco nume-rosi; tanto da accoglierli – come hafatto anche questa volta con noi – conlo scampanio delle campane a festadel tempio.Nell’antica cattedrale, oggi parroc-chia-santuario di S. Maria della Libe-ra, nel lato destro del presbiterio eccol’altare di sant’Euplio, con le reliquie

racchiuse in uno scrigno argentatodopo essere state sottoposte ad accu-rate indagini scientifiche e ormai iden-tificate in quelle di un giovane catane-se del tempo, a seguito delle ricerchecondotte dall’annesso centro di studieupliani.Non ci rimane che dare voce a questolegame intimo - le reliquie di sant’Eu-plio - che accomuna Trevico e Cata-nia, continuando il percorso già inizia-to, seppure a piccoli e timidi passi. Nefacciano tesoro gli organizzatori digite e tour-operator per dare un’oppor-tunità “turistica” diversa dai soliti escontati luoghi da visitare e soprattut-to un “valore aggiunto” in ambito spi-rituale e devozionale per i pellegrini,che non è poca cosa. È un omaggio asant’Euplio, e alla città di Catania.

Vincenzo Caruso

Prospettive - 29 settembre 20134

PRIMOPIANO

come un nodo decisivo della mia edella nostra esistenza, la pietra delloscandalo che diventa angolare, larottura della linearità del tempo conl’improvvisa irruzione dell’impensa-to?”. Di Gesù Cristo, figlio dell’uo-mo e figlio di Dio, del cui Vangelo fuaffettivamente colpito, andò umil-mente a cercare le tracce in TerraSanta. Concludo questo grato ricor-do di un illustre maestro di filosofiae di diritto riportando quanto ebbi adapprendere in uno dei tanti incontriche il prof. Barcellona, ormai in pen-sione, gradiva avere con i giovani e iloro educatori sia in ambiente eccle-siale che accademico.Nel salone parrocchiale S. Maria diOgnina, a metà giugno di due annifa, Barcellona guidò una stimolanteconversazione, di cui demmo ampio

resoconto su queste pagine, con unfolto uditorio costituito in gran parteda professionisti e da ragazzilasciando in modo magistrale unmessaggio socratico ed emblematicoche si può così sintetizzare: “Carogiovane impara a conoscere te stes-so, senza cercare l’approvazionedegli altri. Impara ad educare te stes-so costruendo il futuro, amando fuo-ri dalla passività e dall’indifferenza”.In quella luminosa sera primaverilealle porte dell’estate il professorescosse con un indimenticabile mes-saggio soprattutto i giovani invitan-doli con cuore di padre a reagire esperare per creare con la propriatestimonianza un mondo nuovo,libero e giusto.Ad introdurre la stimolante conver-sazione-lezione dettata dalla mentedi un uomo retto e saggio, fu il par-roco mons. Antonino Fallico,

anch’egli filosofo, docente ed uomodi raffinata cultura teologica, con l’e-videnziare lo “spirito greco” dell’il-lustre relatore rivelatosi negli “ultimitempi educatore, pedagogo e creden-te “amico di Cristo Gesù, da lui sco-perto non come un teorema ma unapersona, un compagno di cammino”.Il professore era dell’opinione chegli adulti del nostro tempo hannocommesso in questi ultimi decenniun grande delitto, quello di mandarealla malora un’intera generazione difigli e di nipoti, senza prospettiveoccupazionali, senza iniziative,motivazioni ad agire e soggetti persopravvivere a rapporti troppo umi-lianti e servili. Una penosa situazio-ne di resa e di rassegnazione che ren-de attuale l’affermazione rivoluzio-naria di Cristo: “Non di solo panevive l’uomo”. Ciò a significare cheogni uomo ha bisogno di essere libe-

ro, perché il “Figlio dell’uomo” eciascuno di noi “è padrone anche delsabato”, cioè della propria vita con-tro ogni formalismo farisaico. Bar-cellona ammoniva che i giovanivivono un profondo disagio per unasorta di “furto dell’anima” che han-no subìto, il furto della vita interioree della libertà di decidere per se stes-si, oppressi come sono dalla malattiadell’alienazione, dell’ipocrisia e delconformismo esteriore che noiabbiamo loro trasmesso. Quellamemorabile lezione di vita si conclu-se con un appello: è necessario ritor-nare ad essere padroni di se stessi,fare una critica continua alla suddi-tanza in cui viviamo perché Cristo èvenuto a dire “Si serve solo Dio”, aliberare l’uomo dall’angoscia, dallaschiavitù riscattata dal Redentore.

Antonino Blandini

(continua da pag. 3)

“NON DI SOLO PANE...

4

S. EUPLIO valica i confini isolani

Trevico devota del compatrono del capoluogo etneo

Page 5: La dimensione dialogica - Basilica Collegiata Biancavilla › files › Prospettive 29-09-2013.pdf · La storia dell’umanità è sto-ria di comunicazione, cioè di sviluppo

Carissimi,

Prima di partecipare al corso degli

Esercizi Spirituali guidati da S.E.

Monsignor Giuseppe Costanzo

presso la Domus Seraphica, deside-

ro rivolgervi queste poche righe.

Anzitutto, per salutarvi e per dirvi

che in questi giorni, con tanto affet-

to, vi terrò singolarmente presenti

nella preghiera. Invocherò dal

Signore per tutti noi rinnovata gioia

e carità pastorale per il servizio che

riprendiamo in questa Sua Chiesa, la

nostra amata arcidiocesi di Catania.

Dopo il ben riuscito Convegno Cate-

chistico, l’inizio dell’anno pastorale

ci offrirà la possibilità di vivere

intensamente speciali momenti di

comunione nel Signore con le sorel-

le e i fratelli a noi affidati.

Inizieremo il nuovo anno con i tre

momenti sperimentati negli ultimi

anni.

II primo momento: 1’ASSEMBLEA

DIOCESANA VENERDI 27 SETTEMBRE.

Si svolgera in Seminario con il

seguente programma:

ore 17,30 Celebrazione dei Vespri.

ore 17.45 Saluto dell’Arcivescovo.

ore 18.00 Relazione di S.E. Monsi-

gnor SANTO MARCIANO, Arcivesco-

vo di Rossano-Cariati, “Dall’Anno

della Fede alia educazione perma-

nente alia fede”.

ore 19.15 Dibattito.

II secondo momento: ASSEMBLEA

NEI VICARIATI. Si svolgera con le

indicazioni fornite dai singoli Vica-

ri foranei.

II terzo momento: CONCELEBRA-

ZIONE EUCARISTICA. Lo vivremo in

Cattedrale il 3 ottobre alle ore

18.00. Ricordando il XXI anniver-

sario di ordinazione episcopale,

condividerò tale gioia con voi e

particolarmente con i fratelli pre-

sbiteri che quest’anno celebrano

speciali ricorrenze giubilari. Nella

stessa occasione ammetterò tra i

candidati agli Ordini sacri tre alun-

ni del nostro Seminario.

Nell’invitarvi cordialmente a parte-

cipare a questi momenti, vi prego

di coinvolgervi le comunità parroc-

chiali e di vita consacrata, come

pure le associazioni, i gruppi e i

movimenti. Una particolare atten-

zione sia riservata ai membri dei

Consigli pastorali parrocchiali e di

vicariati, e a quelle dei Consigli per

gli Affari economici.

In attesa di incontrarvi formulo fer-

vidi auguri di Buon lavoro e rinno-

vo il cordiale saluto.

@ Salvatore, Arcivescovo

P.S. Comunico la nuova composi-

zione del COLLEGIO DEI CONSULTO-

RI e della COMMISSIONE PER LA FOR-

MAZIONE PERMANENTE DEL CLERO.

Mons. Vincenzo Algeri; Sac. Vin-

cenzo Fatuzzo; Mons. Salvatore

Genchi; Sac. Francesco Leonardi;

Sac. Antonino Nicoloso; Sac. Ales-

sandro Ronsisvalle; Sac. Pietro

Sapienza; Mons. Carmelo Smedila.

Mons. Giuseppe Schillaci; P. Ange-

lico Savarino, Pass., Sac. Ezio

Coco (eletti rispettivamente dal

Consiglio presbiterale, dai Religio-

si e dal Giovane Clero); Sac. Nun-

zio Capizzi; Mons. Salvatore

Genchi; Sac. Massimiliano Parisi

(nominati).

®

L’Arcivescovo

Lunedì 30

•• Ore 10.00 Catania, Chiesa S. Michele ai Minoriti:

celebra la S. Messa.

•• Ore 12.30 Catania, Seminario: celebra la S. Mes-

sa ad inizio della vita comunitaria.

•• Ore 18.00 Biancavilla, parrocchia SS. Salvatore:

(Visita pastorale).

Martedì 1

•• Ore 18.00 Biancavilla, parrocchia SS. Salvatore:

(Visita pastorale).

Mercoledì 2

•• Ore 9.30 Biancavilla, parrocchia SS. Salvatore:

(Visita pastorale).

•• Ore 19.00 Catania, Seminario: celebra la S. Messa

con il Serra Club per l’apertura dell’anno sociale.

Giovedì 3

•• Ore 18.00 Catania, Basilica Cattedrale: celebra la

S. Messa in occasione del suo XXI Anniversario

di Ordinazione episcopale e ammette tra i candi-

dati all’Ordine Sacro alcuni alunni del Seminario.

Venerdì 4

•• Ore 10.00 Biancavilla, parrocchia SS. Salvatore:

(Visita pastorale)

•• Ore 18.00 Biancavilla, parrocchia SS. Salvatore:

(Visita pastorale).

Sabato 5

•• Ore 9.30 Arcivescovado: udienze.

•• Ore 19.00 Misterbianco, parrocchia Beato Card.

Dusmet: celebra la S. Messa e presenta il nuovo

parroco Don Ambrogio Monforte.

Domenica 6

•• Ore 10.30 Biancavilla, parrocchia B.M.V. dal-

l’Angelo Annunziata: (Visita pastorale).

•• Ore 19.00 Biancavilla, Chiesa Madre: celebra la

S. Messa.

®

Dall’Agenda dell’Arcivescovo

Noti

zie

in b

reve d

al 30 s

ett

em

bre

al 6

ott

obre

Ufficio di CancelleriaS. E. Mons. Arcivescovo ha nominato:

- in data 1° giugno 2013, il Rev.do Sac. ANTONIO

COTZA Amministratore Parrocchiale della parrocchia

Nostra Signora di Nazareth oltre Simeto in Catania;

- in data 10 giugno 2013, il Rev.do Sac. VINCENZO

BONANNO Assistente Ecclesiastico della confraterni-

ta S. Carlo Borromeo in Bronte;

- in data 02 luglio 2013, il Rev.do Sac. NUNZIO

CAPIZZI Assistente Ecclesiastico della confraternita

Gesù e Maria in Bronte;

- in pari data, il Sig. ANTONINO FUSSONE Com-

missario Arcivescovile delle Confraternite Riunite S.

Agata Le Sciare in Catania;

- in data 26 luglio 2013, il Rev.do Sac. IGNAZIO

COCO Assistente Ecclesiastico della confraternita S.

Cristoforo alle Sciare in Catania;

- in data 30 luglio 2013, il Rev.do Mons. ANTONINO

VITANZA Amministratore Parrocchiale della parroc-

chia Beato Card. Dusmet in Misterbianco;

- in data 1° agosto 2013, il Rev.do Sac. ALESSAN-

DRO RONSISVALLE Assistente Ecclesiastico della

Compagnia di S. Orsola - Figlie di S. Angela Merici;

- in data 1° settembre 2013, il Rev.do P. VINCENZO

GRECO S.J. Vicario Parrocchiale della parrocchia SS.

Crocifisso dei Miracoli in Catania;

- in pari data, il Rev.do P. ANTONIO VITANZA O.F.M.

Rettore della chiesa S. Francesco in Biancavilla;

- in pari data, il Rev.do P. MASSIMO CORALLO

O.F.M. Vicario Parrocchiale della parrocchia S. Maria

di Gesù in Catania;

- in pari data, il Rev.do P. GIUSEPPE NOTO O.F.M.

Vicario Parrocchiale della parrocchia S. Maria di Gesù

in Catania;

- in pari data, il Rev.do P. MARIO DOMINA O.F.M.

Capp. Parroco della parrocchia S. Maria degli Angeli

in Adrano;

- in pari data, il Rev.do ANGELO ALFIO MANGANO

M.C.M. Parroco della parrocchia S. Nicolò in Mister-

bianco;

- in data 11 settembre 2013, la Dott.ssa GRAZIA

SPAMPINATO Commissario Arcivescovile della con-

fraternita S. Giuseppe e S. Giovanni Battista in Cata-

nia;

- in pari data, il Rev.do Sac. PIO GUIDOLIN Consi-

gliere Spirituale della Misericordia Santa Croce in

Catania.

Si comunica, altresì, che S. E. Mons. Arcivesco-

vo, con decreto:

- in data 19 luglio 2013, Reg. n. 90, fol. 344, ha rico-

stituito il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto

Diocesano per il Sostentamento del Clero di Catania

che risulta così composto: Sac. VINCENZO FATUZ-

ZO, Presidente; Mons. VINCENZO ALGERI, Vice

Presidente; Sac. FRANCO LONGHITANO, Sac.

SALVATORE CUBITO, Not. CONCETTO LOM-

BARDO, Dott. MARIO GIAQUINTA e Avv. FABIO

BUCCHERI, Membri;

- in data 04 settembre 2013, Reg. n. 108, fol. 353, ha

ricostitutito la Commissione per la Formazione Perma-

nente e la Vita Comune di Presbiteri così composta;

Mons. SALVATORE GRISTINA, Arcivescovo; mem-

bri eletti. Mons. GIUSEPPE SCHILLACI, dal Consi-

glio Presbiterale; P. ANGELICO SAVARINO C.P., dal

Clero Religioso; Sac. IGNAZIO COCO, dai Presbiteri

ordinati nell’ultimo quinquennio; Mons. SALVATORE

GENCHI, Sac. NUNZIO CAPIZZI e Sac. MASSIMI-

LIANO SALVATORE PARISI, membri nominati dal-

l’Arcivescovo;

- in pari data, Reg. n. 109, fol. 353 ha rinnovato la mis-

sio canonica presso il Comando Provinciale dei Vigili

del Fuoco di Catania al Diac. SEBASTIANO MAN-

GANO;

- in data 10 settembre 2013, Reg. n. 110, fol. 353, ha

nominato: Mons. VINCENZO ALGERI, Sac. VIN-

CENZO FATUZZO, Mons. SALVATORE GENCHI,

Sac. FRANCESCO LEONARDI, Sac. ANTONINO

NICOLOSO, Sac. ALESSANDRO RONSISVALLE,

Sac. PIETRO SAPIENZA e Mons. CARMELO SME-

DILA membri del Collegio dei Consultori per il quin-

quennio 2013-2018.

®

Prospettive - 29 settembre 2013 555

Corso di Esercizi Spirituali

per Sacerdoti, Religiosi e Diaconi

Dal 4 al 8 Novembre 2013

detterà le meditazioni

Don Rosario Gisana

Vice Presidente Studio Teologico San Paolo di Catania,

Docente di Sacra Scrittura,

Vicario Ep. per la Pastorale,

Direttore Ufficio Catechistico nella Diocesi di Noto

Ai Presbiteri e ai Diaconi dell’arcidiocesi

La mattina di venerdì 20 set-

tembre, nella chiesa parroc-

chiale San Francesco di Paola

alla Civita, limitrofa alla

caserma “Angelo Maiorana”

sede del Comando provinciale

delle Fiamme Gialle, la Guar-

dia di Finanza ha onorato san

Matteo apostolo ed evangeli-

sta, proclamato patrono del

Corpo da Papa Pio XI il 10

aprile 1934, con la santa mes-

sa presieduta dal cappellano militare,

don Francesco De Pasquale, congiun-

tamente al parroco delle due parrocchie

civitote don Giuseppe Scrivano, ai cap-

pellani militari dei Carabinieri don Sal-

vatore Cunsolo e della Polizia di Stato

don Salvatore Interlandi, con la parteci-

pazione dei diaconi permanenti don

Sebastiano Mangano, incaricato dioce-

sano per la pastorale delle Forze Arma-

te, e don Giovanni Cascone.

Alla liturgia eucaristica, animata dal

coro parrocchiale, hanno partecipato

numerosi militari della Guardia di

Finanza, della sezione operativa navale

e della sezione aerea di manovra Cata-

nia-Fontanarossa con il nuovo coman-

dante provinciale col. dott. Roberto

Manna, l’Associazione nazionale

finanzieri d’Italia nonché l’ufficio del-

la Dogana con il direttore dott. Maria

Concetta Calandra, in quanto il santo è

patrono anche dei doganieri oltre che

degli agenti delle imposte, dei cambia-

valute, dei commercialisti, dei ragio-

nieri.

A conclusione della concelebrazione il

col. Manna ha rivolto calorose parole di

ringraziamento e di augurio ai sacerdo-

ti concelebranti e a tutti gli intervenuti

ricordando i finanzieri scomparsi e

auspicando una serena e fattiva colla-

borazione tra gli organi istituzionali

dello Stato e i cittadini. Un momento di

particolare commozione è stata la reci-

ta delle preghiere del Finanziere e del

Doganiere. Al sacro rito erano presenti

anche tanti finanzieri in congedo tra i

quali il decano, maresciallo catanese

ultra nonagenario cav. comm. Carmelo

Pappalardo.

®

San Matteo Patronodella Guardia di Finanza

Il sacerdote salesiano don Paolo Buttiglieri è il nuovo con-

sulente ecclesiastico regionale dell’Unione cattolica stam-

pa italiana. A nominarlo è stata la Conferenza Episcopale

siciliana, nella sua ultima sessione. Don Buttiglieri, nel

ruolo di consulente ecclesiastico per l’Ucsi Sicilia, di cui

presidente è il giornalista Giuseppe Vecchio, succede al

sacerdote secolare don Giuseppe Rabita, giornalista diret-

tore del settimanale diocesano di Piazza Armerina. Don

Paolo, giovane ma già esperto comunicatore nonché

docente di Comunicazione Sociale per la Pontificia Uni-

versità Salesiana Istituto Teologico “San Tommaso d’Aqui-

no” di Messina ringrazia la Cesi e il suo presidente, il car-

dinale Paolo Romeo.

Bethania-Opera Sacerdotale di Siracusa Ucsi: nuovo consulente ecclesiastico regionale

Page 6: La dimensione dialogica - Basilica Collegiata Biancavilla › files › Prospettive 29-09-2013.pdf · La storia dell’umanità è sto-ria di comunicazione, cioè di sviluppo

La sera di giovedì 19 set-tembre, nella sala della

pinacoteca del Museo diocesano,alla presenza dell’ArcivescovoMons. Salvatore Gristina, un’acutariflessione accademica costituita dadue lezioni magistrali sulla profes-sione giornalistica e, in particolare,su comunicazione, turismo e beniculturali, affidata a due relatori dielevato spessore intellettuale edaccademico, Mons. Antonio Staglia-nò, Vescovo di Noto e delegato dellaConferenza Episcopale siciliana emembro della commissione CEI perla cultura e le comunicazioni socialie prof. Giuseppe Vecchio, Direttoredel Dipartimento universitario diScienze politiche e sociali, ha intro-dotto la tematica generale del XXIIMaster nazionale “Mons. AlfioInserra” di aggiornamento per diret-tori, amministratori, fotoreporter egiovani giornalisti dei settimanalicattolici.Dopo la recita comunitaria deivespri guidata dal direttore delMuseo mons. Leone Calambrogio,don Giuseppe Longo, direttore delsettimanale Prospettive e dell’uffi-cio per le comunicazioni sociali del-l’arcidiocesi, ha spiegato il signifi-cato dell’evento che ha fatto affluirea Catania un consistente numero digiornalisti e di direttori, in rappre-sentanza di 186 testate periodichediocesane aderenti alla FederazioneItaliana Settimanali Cattolici e pre-senti in 160 diocesi con 1 milione dicopie a settimana in piena sintoniacon la Conferenza Episcopale Italia-na. A rappresentare la delegazioneregionale Fisc Sicilia era presente ilgiornalista Peppino Vecchio.Mentre il Vice questore aggiuntodella Polizia di Stato dott. Corrado

Fatuzzo, responsabile del program-ma operativo nazionale sicurezzaper lo sviluppo del Mezzogiorno, hasottolineato l’importanza dellacomunicazione informativa e dellastampa in tema di turismo locale,Mons. Gristina, nell’apprezzare lascelta di Catania per un’importanteiniziativa di carattere giornalistico eculturale che riguarda la stampa cat-tolica operante in Italia, ha eviden-ziato il valore della testimonianzacristiana e della deontologia profes-sionale dei laici impegnati nel mon-do dell’informazione.È stata molto significativa la pre-messa del dottor Francesco Zanot-

ti, direttore del settimanale delladiocesi di Cesena-Sarsina, il primogiornalista laico a dirigere la Fisc,che ha focalizzato la preziosa oppor-tunità d’incontro e di scambio diesperienze nel lavoro giornalisticopresso i periodici delle Chiese loca-li, per valorizzare la cultura del ter-ritorio come contributo all’arte del-l’educazione con una lettura dellarealtà vista alla luce del Vangelo.“Noi non siamo giornalisti cattolici,ma cattolici prestati al giornalismo.Il nostro compito è formare lecoscienze con dei giornali fatti bene,

formare informando”, ha detto ilpresidente nazionale della Fisc, “Pernoi è importante essere a Catania eparlare di cultura e turismo perchécon la nostra esperienza cristianapossiamo dare quel qualcosa inpiù…Il tratto più significativo delnostro stare insieme è la fraternitàtra di noi. Benedetto XVI ha parlatodi info-etica, dell’attenzione cheserve quando si parla”.Mons. Staglianò, da teologo e filo-

sofo con lunga esperienza didattica,nel descrivere efficacemente e conaffascinante potenza oratoria ladesertificazione culturale di unasocietà nichilista e materialista, si èrifatto agli orientamenti pastorali deivescovi per il decennio in corso(educare alla vita buona del Vange-lo) per illustrare, anche alla luce del-l’enciclica “Lumen Fidei” di PapaFrancesco e del pensiero cyberteolo-gico del padre gesuita Antonio Spa-daro direttore de “La Civiltà Cattoli-ca”, il fenomeno tecnologico dellacomunicazione nella cultura digitaleavente una rilevanza imponente perl’educazione: la crescita e la diffu-sione planetaria dei mezzi telemati-ci, favorite dal rapido sviluppo delletecnologie digitali, in molti casi

Prospettive - 29 settembre 20136

L’informazione è comunicativa

quando trasmette la verità

L’apertura del XXII Master della FISC “Mons. Alfio Inserra” ha offerto spunti di riflessione di alto profilo culturale

Nel Salone dei Vescovi,per iniziativa della

Scuola di formazione politica curatadall’Ufficio diocesano problemisociali e lavoro e dallo Studio teolo-gico S. Paolo, è stato presentato illibro di don Piero Sapienza “Il cam-mello e la cruna dell’ago. Si puòessere felici in tempo di crisi?”(Libreria Editrice Vaticana, 2013)con la partecipazione dell’Arcive-scovo Mons. Salvatore Gristina edell’autore, le relazioni di Ivan LoBello vicepresidente nazionale Con-findustria, Rosario Faraci ordinariodi Economia e gestione delle impre-se, Gaetano Zito preside Studio S.Paolo e la moderazione di RosariaRotolo segretaria generale CISLCatania.Il dr Lo Bello ha fatto un excursussulla forte mutazione antropologicae sulla dirompente rivoluzione delleregole socio-economiche che hasuscitato un innovativo approfondi-mento degli studi tecnologici e unampio esame anche da parte dellaChiesa. Dalla II rivoluzione alla finedel Novecento il mondo ha avuto unsostanziale sistema che è cresciutoper costante accumulo di tecnologiee sviluppo. Oggi si attraversa unasfida epocale causata da una cesuraradicale sotto il profilo economico etecnologico con inevitabili conse-guenze sulla struttura sociale a tutti ilivelli, di cui nessuno può compren-dere quali saranno gli esiti. La socie-tà in tali condizioni ha bisogno disolidità e di senso della comunitàperché, come sostiene padre Sapien-za, la crisi va guardata positivamen-te come una grande opportunitàanche se ha fatto pagare dei prezzirilevanti a tante realtà come in unapiccola guerra. L’Italia ha peròmigliorato la sua percezione rispettoal rapporto con gli altri: dalla crisidifficilissima e pesante, che fortuna-

tamente si avvicina alla fine, conuno sforzo collettivo si può usciremigliorati, dopo che l’interesse per-sonale e il profitto a tutti i costi haprovocato grossi danni.La crescita ha bisogno di uno Statocoeso e stabile, di un cambio di men-talità da partedegli adulti afavore dell’inte-resse generale, divalori eterni chenon dipendonodalle temperietecnologiche eche siano com-presi e praticatidai giovani. Con-dizione fonda-mentale per fre-nare il declino diun Paese è nonaver paura deicambiamenti tec-nologici.Il prof. Faraci ha fornito una valuta-zione più che positiva del volumedello studioso dal curriculum disicuro riferimento e che ha anticipa-to nel servizio di parroco il messag-gio di Papa Francesco di lavorarenelle periferie. Il libro, destinatoinnanzitutto agli uomini della Chie-sa, affronta in modo semplice pro-fondo il tema della felicità, che comela speranza si apre all’esterno, e sti-mola una serie di riflessioni condivi-sibili. Le cose di cui ha più di biso-gno la Chiesa, come afferma PapaFrancesco, è la capacità di curare leferite e di riscaldare il cuore deifedeli, la vicinanza e la prossimità. Illavoro di padre Sapienza contiene unduplice messaggio: comunicaremeglio il grande bagaglio spiritualee teologico della Chiesa ed intensifi-care l’impegno nelle periferie e,diretto alle strutture educative laicheed ecclesiali, educare alla sobrietà.

La crisi finanziaria è la punta di ice-berg di una più alta perché è di siste-ma, di lavoro, della famiglia, esoprattutto di civiltà, causa di tutte lecrisi.L’autore richiama non la felicità“tatuata” ma quella in senso aristote-

lico e soprattutto in senso cristianolegata al rapporto col prossimo,facendo riscoprire anche il bello del-l’impresa in un contesto totalmentenegativo di completa ignoranza edisattenzione da parte dei politici,senza alcuna funzione sociale. LaDottrina sociale della Chiesa fa rife-rimento all’impresa dell’economiacivile che crea lavoro e rispetta l’uo-mo, non l’impresa del capitalismoselvaggio da rottamare.Il prof. Zito ha affermato che il libroe cioè il suo autore si lascia apprez-zare per almeno cinque ragioni per-ché: ha saputo sapientemente armo-nizzare problematiche del presente eriprende, da qualificato studioso del-la materia e docente dello Studioteologico, il pensiero di Rosmini; laconoscenza di pensatori del passatoè competente, attenta e permette diriscoprire alcuni autori che possonodirci ancora tanto nel presente; samaneggiare i dati statistici contem-

poranei come il magistero socialedella Chiesa. Un libro che ha duebuone ragioni almeno per aver scel-to il tema “tragico” della crisi, comele cronache quotidianamente riferi-scono, con riferimento agli uominidi tutti i tempi da sempre protesi alla

ricerca di un senti-mento profondo delcuore, la felicità. Illibro mette a fuco dueobiettivi ben precisi:l’esigenza di riconse-gnare la centralitàdella questione dellaprofonda mutazioneantropologica, qualevisione di uomo noiabbiamo non solo dalpunto di vista dell’e-conomia, ma anchedal puto di vista del-l’istruzione, dell’edu-cazione, del lavoro,

delle relazioni interpersonali. L’altroobiettivo è quello dell’attualità -intempo di rinnovata e analogica crisiculturale, politica e sociale- dellalezione sulla felicità di Rosmini, cheil preside ha inquadrato nel turbolen-to periodo storico di grandi rivolgi-menti in cui visse, basti pensare allaRivoluzione Francese, alla Rivolu-zione industriale, alla bufera napo-leonica, alla Restaurazione, allaQuestione sociale.Oggi tutti viviamo schiavi di questotempo di crisi e deleghiamo gli altria risolverla. È necessario, pertanto,recuperare alcuni valori ben precisi:la solidarietà, la giustizia sociale, lafamiglia, l’uomo al centro, l’educa-zione, l’etica, il bene comune da cuinessuno deve essere escluso dandoperò il proprio impegnato apporto.“Oggi siamo disposti a far passare ilcammello dell’immoralità dalla pic-cola cruna dell’ago del profitto e del-

Il cammello e la cruna dell’ago

In Arcivescovado presentato l’ultimo libro di Don Piero Sapienza

(segue a pagina 8)

(segue a pagina 8)

Foto: da sx Dott. Francesco Zanotti,Mons. Salvatore Gristina, Mons. AntonioStaglianò, Prof. Giuseppe Vecchio, donGiuseppe Longo

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La sera di venerdì 20 set-

tembre, nella chiesa San-

t’Agata alla Badia, a cura della Fede-

razione italiana settimanali cattolici,

del settimanale Prospettive, dell’Uffi-

cio diocesano comunicazioni sociali e

del Museo diocesano, nel contesto del

XXII Master di aggiornamento per

giornalisti delle testate diocesane, si è

svolto il convegno “Turismo: cultura e

prospettive occupazionali. Dalla

Magna Grecia alla Sicilia 2.0” con

l’intervento della prof.ssa Mariarita

Sgarlata, Assessore regionale per i

beni culturali e dell’identità siciliana, e

di padre Carmelo Signorello, Direttore

dell’Ufficio diocesano beni culturali e

arte sacra, la partecipazione dell’Arci-

vescovo Mons. Salvatore Gristina ed il

coordinamento della dott.ssa Michela

Giuffrida, Direttore di Antenna Sicilia,

che ha rivolto ai relatori stimolanti

domande, a mo’ di intervista, sullo sta-

to dei beni culturali siciliani, anche con

riferimento a quelli “religiosi” o

meglio appartenenti all’autorità eccle-

siastica o pertinenti la cultura cristiana

della nostra tradizione storica.

Una sorta di salutare provocazione nel

contesto della gravissima crisi econo-

mica ed occupazionale nonostante le

straordinarie potenzialità di turismo

culturale-ambientale che la nostra anti-

ca terra potrebbe sviluppare con un’o-

culata politica promozionale da parte

delle istituzioni pubbliche, prima tra

tutte la Regione Autonoma Siciliana,

contrastando così, con il riconosciuto

rilevante valore storico-artistico dei

nostri beni culturali, la concorrenza nel

settore da parte dei paesi rivieraschi

del Mediterraneo, soprattutto nordafri-

cani. La dott.ssa Giuffrida ha precisa-

to un dato veramente sorprendente: il

turismo religioso in Italia pesa sul tota-

le dei flussi turistici solo dell’1,5%,

cioè la fetta di turismo che si muove in

Italia è irrilevante dato il patrimonio

architettonico di chiese e di grandi

eventi religiosi come a Catania la

straordinaria festa di S. Agata che ha

pochissimi paragoni nel mondo.

La nostra isola, ha precisato il giovane

assessore ricercatore universitario di

archeologia cristiana e medievale e

ispettore della pontificia commissione

di archeologia sacra, è un prezioso

macrocosmo di beni culturali, scrigno

inestimabile di risorse turistiche, che

vanno dall’età preistorica all’Ottocen-

to fino al turismo culturale di oggi che

privilegia le città d’arte e le zone

archeologiche ma tende ad essere

superato da quello balneare e più

recentemente da quello naturalistico-

gastronomico. Solo per Catania, inse-

rita nel Val di Noto patrimonio Une-

sco, basti pensare al Castello Ursino, ai

monumenti greco-romani, all’Etna, a

via Crociferi, alle spiagge.

Una corretta distribuzione del persona-

le di custodia e un’opportuna utilizza-

zione dei forestali nella pulizia dei siti

archeologici, secondo la prof. Sgarla-

ta, si prospetta all’orizzonte della

ripresa della valorizzazione e della

fruizione dei beni culturali, senza tra-

scurare l’azione di tutela che comporta

costosi lavori di restauro, manutenzio-

ne e mantenimento. L’assessore ha

ricordato con amarezza la sua espe-

rienza personale come studiosa che

collaborò al catalogo in occasione del-

la magnifica mostra internazionale su

S. Agata che si tenne a Catania nel

1988. Quell’evento di altissimo spes-

sore culturale, lodato dal prof. Paoluc-

ci direttore dei Musei Vaticani, non

ebbe successo di pubblico e non ebbe

nessun ritorno turistico!

Padre Signorello ha evidenziato gli

interventi e le realizzazioni operati dal-

l’ufficio beni culturali ecclesiastici del-

l’arcidiocesi che, in 10 anni di saggia

programmazione nel territorio, a spese

proprie ed utilizzando i fondi 8x1000

erogati dalla Conferenza Episcopale

Italiana ha edito numerose pubblica-

zioni scientifiche, ha gestito diversi

lavori di catalogazione dei beni cultu-

rali nonché di restauro architettonico

conservativo per permettere la riaper-

tura materiale di storiche chiese citta-

dine (c.d. splendore del barocco) e

anche la riapertura funzionale di edifi-

ci di culto tramite convenzioni con enti

pubblici che hanno permesso, negli

anni passati, l’utilizzazione di persona-

le del Servizio Civile.

Il responsabile dei beni culturali dipen-

denti dall’arcidiocesi ha lamentato la

totale assenza della Regione nel finan-

ziamento delle opere che il suo ufficio

promuove e definisce nell’osservanza

delle regole scientifiche sul piano del-

la tutela. Il turismo religioso se sup-

portato dalla corretta e piena utilizza-

zione dei beni storico-culturali eccle-

siastici, in gran parte di attraente valo-

re artistico, potrebbe avere in Sicilia un

vasto bacino di utenza da unire alla

bellezza dei siti e dell’ambiente.

L’Arcivescovo ha concluso l’incontro

sottolineando con soddisfazione il

valore arricchente del Master nonché il

costante impegno dell’arcidiocesi nel-

la valorizzazione e fruizione del pro-

prio prezioso patrimonio culturale

quale motivo di sviluppo turistico e di

nuove possibilità occupazionali per

tanti giovani preparati e qualificati.

Egli ha lodato altresì l’efficienza, l’ot-

timo andamento funzionale dell’uffi-

cio diocesano per i beni culturali eccle-

siastici e delle opere brillantemente

portate avanti con particolare riferi-

mento al direttore don Signorello e al

vicedirettore, dottoressa Grazia Spam-

pinato che, a motivo della sua bravura

unita alla preziosa esperienza nel setto-

re, è stata chiamata anche a collabora-

re, come consulente in materia di cata-

logazione, anche con altre diocesi.

Mons. Gristina ha sottolineato il gran-

de valore del prezioso patrimonio cul-

turale ereditato dai nostri padri e che

noi usufruiamo ma che abbiamo il

dovere di custodire, tutelare, valorizza-

re nel modo più produttivo, trasmette-

re e consegnare alle nuove generazio-

ni. Anche noi siamo chiamati a lascia-

re tracce che domani potranno essere

ammirate. Al centro di tutto c’è sem-

pre il valore della persona umana.

“L’argomento trattato”, ha evidenziato

l’Arcivescovo, “mi porta a ricordare

Don Pino Puglisi che ho avuto la gioia

di conoscere, eravamo grandi amici.

Padre Puglisi è stato un educatore

straordinario. La mafia l’ha fatto fuori

perché capì che era una persona ‘peri-

colosa’ per loro, perché puntava all’e-

ducazione. Padre Pino educatore ed

annunziatore straordinario del Vangelo

aveva un impegno particolare verso i

giovani e i ragazzi. Questo settore dei

BBCC credo che possa avere un lega-

me particolare con le nuove generazio-

ni che auspichiamo possano essere

anche introdotte con competenza e

qualificazione nel lavoro attraverso i

BBCC. La festa di S. Agata è una

splendida occasione per dire che Aga-

ta ha creduto al Vangelo, si è lasciata

conquistare dal Signore Gesù. Noi

dobbiamo sottolineare che devozione

significa imitazione. Anche le feste

religiose certamente costituiscono un

momento straordinario da offrire ai

turisti non soltanto per l’aspetto storico

e folkloristico ma perché sono incita-

mento a comportarci bene. Anche loro

contribuiscono al turismo!”.

Blanc

Il XXII Master nazionale

di aggiornamento

“Mons. Alfio Inserra” è un appunta-

mento consolidato negli anni che da

oltre un ventennio rappresenta un

punto di riferimento per ogni setti-

manale diocesano. Due giorni sono

stati dedicati ai lavori di gruppo

all’interno delle splendide sale del

Museo diocesano. Quattro i livelli a

disposizione degli iscritti provenien-

ti dalle sedi dei 186 periodici dioce-

sani.

Il gruppo dedicato ai direttori, coor-

dinato da Domenico Delle Foglie,

Direttore dell’Agenzia SIR. Sul

tavolo i problemi che stanno afflig-

gendo il mondo dell’editoria in

generale, ed in particolare i giornali

cattolici, definiti da molti di nicchia

ma che svolgono un delicato lavoro

di orientamento delle coscienze in

un periodo storico turbolento.

La sessione dedicata ai principianti

è stata coordinata da Francesca

Cipolloni, Direttore di ‘Emmaus’,

settimanale della Diocesi di Mace-

rata che ha condotto gli “aspiranti

redattori” lungo un percorso che ha

tracciato la strada dell’abc del gior-

nalismo senza dimenticare lo spirito

e il fine che anima un giornale cat-

tolico. Dalle regole per redigere un

buon pezzo giornalistico a quelle

fondamentali che garantiscono la

correttezza delle fonti; elemento

essenziale per un corretta informa-

zione. Altro gruppo di lavoro ha

coinvolto i redattori sotto la direzio-

ne di Claudio Turrini, capo servizio

e web master di ‘Toscanaoggi’, che

si è rivolto a chi già opera quotidia-

namente all’interno di una redazio-

ne. Tanti gli argomenti e le questio-

ni affrontate che hanno animato un

dibattito stimolante e proficuo. Dal-

la carta stampata al web. Questo uno

dei punti su cui si è concentrato il

gruppo di lavoro. Senza dimenticare

in primis come si progetta un setti-

manale cartaceo a cominciare da un

discreto progetto grafico, elemento

imprescindibile. Il tutto supportato

da un piano editoriale ben definito

teso a definire gli elementi di base

della pubblicazione: formato, tipo di

stampa, marginatura, fonti, corpo,

interlinea, giustezza, titolazione,

uso delle foto, eventuali grafismi,

collocazione degli articoli. Poi l’at-

tenzione si sposta ai contenuti, ed ai

vari elementi che regolano una buon

titolazione. Dai titoli cosiddetti

freddi a quelli caldi, i primi più con-

soni alla cronaca, i secondi, di con-

tro, raccomandati per pezzi di com-

mento e di approfondimento. Ma

ampio spazio è stato dedicato al

giornalismo su internet. Scrivere per

il web, infatti, significa arricchire

innanzitutto un contenuto preesi-

stente. Tanti gli elementi che per-

mettono di rendere la notizia più

appetibile e di facile lettura: dai link

testuali ai rimandi a altri contenuti

ed articoli prestando particolare

attenzione all’interazione con i let-

tori grazie ai commenti ai sondaggi,

ai forum e via discorrendo. Infine, il

capo servizio di Toscanaoggi - l’edi-

zione online vanta un accesso di cir-

ca 3mila visitatori giornalieri - ha

stilato una sorta di vademecum, dal

è emerso che scrivere sul web è tut-

t’altra cosa rispetto al mezzo carta-

ceo. Pertanto, la pagina web diviene

un territorio amico dove il lettore

possa ritrovarsi e soffermarsi senza

la necessità di cambiare repentina-

mente pagine e contenuti. Altra

regola fondamentale per chi scrive

su internet è l’uso dell’ipertesto

come strumento dalle innumerevoli

possibilità e potenzialità attraverso

una specifica organizzazione del

lavoro di stesura (attenzione ai link,

ai rimandi esterni, alle parole chia-

ve, ecc.). Altra sessione di lavoro è

stata dedicata ai fotoreporter. In

questo caso il team è stato guidato

da Antonio Parrinello, giornalista

fotoreporter dall’esperienza plu-

riennale. Basta ricordare i suoi

reportage in Sud America, Ecuador,

Colombia, Nicaragua e le numerose

pubblicazioni a carattere internazio-

nale (Time, Paris Match, Geodes,

The Daily Telegraph).

Da segnalare il prezioso supporto di

coordinamento tra i vari gruppi

curato da Carlo Cammoranesi,

direttore de ‘L’Azione’ di Fabriano e

coordinatore della commissione cul-

tura della Fisc che si è adoperato in

sinergia con Francesco Zanotti, pre-

sidente della Fisc, per garantire il

perfetto funzionamento delle varie

sessioni di lavoro.

Filippo Cannizzo

Alla Badia S. Agata i lavori del XXII Master “Mons. Alfio Inserra” entrano nel contesto isolano

Comunicare oggi per comprendere il presente

Diverse le opportunità di aggiornamento per i giornalisti cattolici

Prospettive - 29 settembre 2013 7

DIOCESI

Cultura, prospettiveoccupazionali e comunicazione

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Prospettive - 29 settembre 20138

DIOCESI

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acuiscono il divario tra persone,gruppi sociali e popoli. Il loro ruolonei processi educativi è urgente chesia conosciuto e ben usato perché ciòrappresenta il fattore che decidequale valenza morale possano avere,data la considerevole forza di attra-zione di cui dispone. Noi continuia-mo “a vedere oltre ciò che apparedentro un accecamento universaleche produce la perdita progressivadella coscienza umana, della quale sisa sempre di meno, fino al nulla. Lacoscienza non sa più di sé e non vuo-le più sapere più della realtà né del-la verità. Nella nostra società vorti-cosa la coscienza non vede se stessa,gli altri, nemmeno la realtà. L’eradigitale mette a disposizione stru-menti e tecniche, ma il rischio è chegli umani vedendo attraverso la tec-nologia perdano la vista perché inrealtà hanno dimenticato la luce. Aqualunque religione si appartenga, lapratica giornalistica non è tecnicanarrativa ma consapevolezza critica

a cominciare dal fatto che chiunqueracconti parte da una luce che apre isuoi occhi sulla realtà davedere…L’informazione è comuni-cativa quando comunica la verità.Non è possibile alcuna comunica-zione senza comunione”.Il prof. Vecchio, dopo aver ricordatocommosso il vulcanico e caro amicomons. Inserra nel ruolo di promoto-re di scuole di servizio sociale, dastudioso del diritto, ha analizzato laquestione giuridica del “nominali-smo” (a partire dalla sua radicebiblica presente in Genesi) dei beni,stimati anche economicamente este-ticamente e storicamente significati-vi, che chiamiamo e consideriamouniversalmente culturali, anche conun esauriente excursus cronologica-mente sulla genesi della legislazionecivile italiana di tutela, di fruizione edi valorizzazione dei beni culturali,che affonda le radici nel diritto cano-nico ancora non codificato (ancoranon del tutto distinguibile da quellocivile) e negli illuminati provvedi-menti dei sovrani borbonici con l’i-

stituzione della figura del soprinten-dente (Biscari, Landolina), con par-ticolare riferimento al significatoetimologico e funzionale di turismo(Gran Tour in Sicilia) e al fenomenotipicamente settecentesco dei celebriviaggiatori intellettuali europeivenuti numerosi nell’Isola in visitaall’Etna, all’abbazia benedettina diCatania e alle antichità più rinomatedel nostro territorio, come Taormina,Siracusa, il Castagno dei centocavalli fino ai nostri giorni nei qualiè quanto mai necessaria una correttacomunicazione in tema di beni cul-turali che in gran parte sono di pro-prietà ecclesiastica o di interesse eduso religioso. Secondo lo studioso ibeni culturali sono elementi dicomunicazione dotati della capacitàdi creare comunità. I giornalisti han-no una grande responsabilità anchenei confronti dei beni culturali chepossono essere usufruiti salvaguar-dando le esigenze della tutela e del-la conservazione.

Antonino Blandini

(continua da pag. 6)

L’INFORMAZIONE...

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Anche quest’anno la festadi S. Maria di Ognina ha

richiamato tanti devoti al santuario dio-cesano del Borgo marinaro di Catania.Un programma ricco, secondo tradi-zione, di celebrazioni liturgiche e dimanifestazioni culturali e sportive pro-mosse ed organizzate, in sinergia con ilcomitato dei festeggiamenti presiedutoda Biagio Testa, dalla parrocchia affi-data alle cure pastorali dell’arciprete-rettore mons. Antonino Fallico anchenella veste di fondatore e responsabiledella Famiglia Ecclesiale di vita consa-crata Missione Chiesa-Mondo, si èsvolto con larga partecipazione dipopolo dal 5 al 15 settembre, dall’ini-zio del triduo in preparazione allaricorrenza liturgica della Natività diMaria alla conclusione della festa conla processione della vara con il venera-to simulacro della Madonna per le stra-de del quartiere.Due incontri culturali hanno caratteriz-zato le due settimane di festa: venerdì 6la presentazione della nuova edizionedel libro “Le cinque piaghe della par-rocchia italiana” di mons. Fallico daparte di illustri studiosi: il teologo sac.prof. Rino la Delfa, preside dellaFacoltà teologica di Sicilia, il vescovodi Campobasso mons. Giancarlo Bre-gantini, lo scrittore giornalista prof.Giuseppe Di Fazio, la teologa dott.Aurora Sarcià, e mercoledì 11 la con-ferenza di mons. Gianni Lanzafame,nostro concittadino incardinato nell’ar-cidiocesi di Siviglia, dal tema “Catania

mariana: storia, culto e devozioni”.Come ha sottolineato il nostro Arcive-scovo nella messa vespertina, propriadella memoria della Natività della Bea-ta Vergine Maria, di sabato 14, officia-ta su un altare posto nella piattaformadella spiaggetta del porticciolo, la con-celebrazione eucaristica che precede lasuggestiva processione nel mare dellaScogliera e del Golfo di Ognina costi-tuisce il centro e il momento piùimportante della festa della Madonna.Nell’accogliere gioiosamente il pastoredella Chiesa di Catania, mons. Fallicoha sottolineato il grande valore eccle-siale dell’imminente visita pastoralealla parrocchia e al 5° vicariato foraneodell’Arcivescovo, della ricca religiositàpopolare “pozzo senza fondo e cate-chesi dei nostri padri” e della festa del-la Madonna di Ognina seconda perimportanza dopo quella di S. Agata,anche perché le due feste principali diCatania, città agatina e mariana, s’in-tersecano e si completano nella devo-zione personale e familiare.All’omelìa Mons. Gristina ha eviden-ziato il significato della festa cristianaalla luce della Parola di Dio e della

celebrazione eucaristica:il momento caratteristicoè quello della partecipa-zione alla s. messa perchécelebriamo l’amore delSignore che opera sem-pre meraviglie. La primalettura, tratta dal canticodei Cantici, ricorda il rap-porto nuziale che c’è tra ilSignore e la Chiesa; l’umanità è la spo-sa che Dio ama e sempre invitata a farefesta per l’amore che si è manifestatoin maniera piena e definitiva nella vitadi Gesù. Cristo mostra, secondo il Van-gelo di Luca, con la sua attenzione e lasua tenerezza verso tutti e particolar-mente le persone più bisognose l’amo-re di Dio che raggiunge la misura insu-perabile nel mistero pasquale. Eccol’unico e vero motivo della festa. L’a-more che il Signore ha per noi si rivelain Cristo Crocifisso, Risorto ed Ascesoal cielo. Il Signore promette di essersempre presente in mezzo a noi.“Il nostro non è un Dio indifferente”,ha affermato l’Arcivescovo, “è Padrecol cuore di madre, ci sta vicino, siaccorge delle nostre lacrime che asciu-

ga con misericordia. Questo noi speri-mentiamo quando partecipiamo alla s.messa, motivo della nostra gioia e del-la nostra festa”. “Maria -ha proseguito-è l’Arca dell’Alleanza, in Lei si è fattouomo l’eterno Figlio del Padre. Mariaaccoglie la presenza di Gesù e divienecapace di portarlo agli altri. Ecco lapagina del vangelo dell’Annunciazio-ne. Maria è la Madre del Figlio diDio!...Se noi percepiamo la presenzadel Signore dobbiamo essere comeMaria, magnificare Dio ed esseregioiosi e metterci a servizio degli altri eportare Gesù con amore verso il prossi-mo. Questo dobbiamo fare tutti!”.Mons. Gristina ha spiegato, inoltre, ilsignificato dell’anno della Fede consi-stente nel rapporto personale nostro

con il Signore come esi-ge il Credo che professia-mo: “Maria è modello difede ed è beata perché hacreduto nell’adempi-mento della parola delSignore…Anche noi sia-mo chiamati alla stessabeatitudine, alla stessagioia e sperimentareogni giorno che la paroladi Dio, parola di miseri-cordia e di bontà versotutti, si realizza in noi eattorno a noi…Noi sia-mo chiamati ad offriretutto quello che ricevia-mo”. L’Arcivescovo ha con-

cluso: “Nello stesso tempo, noi messiqui sulla riva dobbiamo esprimereanche la capacità di accoglienza. Ilporto di Ognina sta a significare anchel’approdo per chi viene dal mare.Accoglienza per chi arriva e sappiamoche non sono solo i pescatori e le bar-che da diporto, alle volte queste bar-che sono i barconi dei profughi chegiungono. Catania città più umana,più vivibile è dono del Signore e frut-to dell’impegno di chi democratica-mente è stato eletto anche a svolgeredei compiti a favore della comunità.Catania città pulita, città dove l’onestàe tutte le belle virtù umane risplendo-no è compito di tutti”.

Memorex

Il porto esprime capacitàdi accoglienza

Festa della Madonna di Ognina

In un clima sereno di

spiritualità e di frater-

nità, domenica 22 set-

tembre scorso si è svol-to a Biancavilla l’in-

contro pastorale del-

l’Arcivescovo con iSodàli dell’Associ-

azione “Maria SS. del-

l’Elemosina”, program-mato in occasione dellaVisita Pastorale nel XIIIVicariato diocesano.L’incontro è stato aperto col canto

d’invocazione allo Spirito Santo econ la preghiera mariana dell’An-

gelus. L’Assistente Spirituale, donPino Salerno ha brevementeintrodotto il momento comuni-

tario. Punti centrali dell’incontrosono stati la Relazione sulla vita

associativa pronunciata dal Presi-dente e l’intervento dell’Arcivesco-

vo che si è mostrato compiaciutodell’incontro preparato. Mons. Gri-

stina ha sottolineato la bon-tà della riunione realizzatain continuità alla Celebra-zione eucaristica che haaperto la Visita presso laParrocchia Matrice delcentro etneo; evidenziandoai molti presenti come que-sta debba stare alla base di

ogni percorso formativo e

aggregativo. “La S. Messa

- ha detto il Pastore dellaDiocesi - è il centro della

vita della Comunità da dove si irra-

diano tutte le iniziative di apostolato

a Servizio del Regno di Dio”. L’Ar-civescovo ha poi esortato tutti adessere “testimoni credibili del Van-

gelo” nel tempo attuale e nella

società stando così “al passo diGesù”. Si è mostrato inoltre conten-to per le molteplici iniziative por-

tate avanti dalla realtà associativa

nei diversi ambiti dell’apostolato.Rispondendo ad una sottolineaturadella Relazione formulata, circa ladifficoltà di annunciare il Vangeloalle nuove generazioni, il Presule hastimolato tutti ad avere grande cura

e considerazione del mondo gio-

vanile; ad impegnarsi per la forma-zione e per l’inserimento nella Chie-sa dei giovani; ha altresì incoraggia-to ad avere “creatività” e “passione”nel coltivare i carismi giovanili eattraverso la realtà dell’Associazio-ne, far “appassionare” il giovane aCristo Gesù proponendolo come uni-

ca via che conduce al bene. Ha infi-ne esortato a mettersi alla scuola di

Maria Santissima perché dia forza,fiducia e consolazione al genereumano.Al temine dell’incontro, dopo il can-to dell’antifona “Salve Regina”, iSoci hanno offerto all’Arcivescovo

alcuni doni: una riproduzione

artistica di un particolare dell’I-

cona della Madonna dell’Elemosi-

na (veneratissima a Biancavilla) eun “Servizio da Messa” lavorato adintaglio. Tutto si è concluso con unafoto-ricordo. Ai presenti, l’Associa-zione ha distribuito un’immagine-

preghiera della Visita Pastorale,recante il testo dell’Angelus; stampatra l’altro molto apprezzata dallostesso Arcivescovo.

Giuseppe Santangelo

“Concittadino dei Santi e della Famiglia di Dio”Biancavilla: L’Arcivescovo incontra i membri dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina”

l’appagamento del bisogno materia-le”, a tutti i costi, anche in collusionecon la mafia, pur di risolvere il pro-blema economico-finanziario. Ènecessaria, pertanto, una grande ope-ra educativa come auspica il magi-stero della Chiesa in materia antro-pologica. La crisi interpella special-mente i cristiani a trovare soluzioni.Il prof. Sapienza ha enucleato breve-mente i punti salienti del suo libro,sottolineando che a causa della crisieconomica mancano la speranza e illavoro, aspetti da addebitare piutto-sto ad una crisi globale. Da prete havoluto lanciare un messaggio di spe-ranza e un piccolo contributo per lacrescita indicata dalla direzione del-l’economia civile, già nata nel Sette-cento con l’abate Genovesi, all’eco-nomia di comunione di oggi. Senza ivalori di fiducia e di legalità l’econo-mia non potrà mai partire, aggiun-gendo però, come esorta Papa Fran-cesco, la necessità di praticare quellodella solidarietà.

Dopo diversi interventi, l’Arcivesco-vo ha tratto le conclusioni con l’ap-prezzare gli interventi di altissimolivello culturale dei relatori ha evi-denziato la presenza qualificata,attenta ed assidua delle numerosepersone intervenute all’incontroarricchente e di grande significatodal punto di vista della crescita, checostituisce un’importante tappa di uncammino fecondo che la Chiesa diCatania ha iniziato e non smette diportarlo avanti concretamente grazieanche ad un bel gruppo di personeche stanno crescendo, si stanno for-mando con impegno e responsabilitàper potenziare le iniziative culturali esociali già intraprese positivamente eper promuoverne altre nel segno del-la continuità e del servizio ecclesialenel territorio. Uno dei pregi dell’ope-ra di don Piero è aver additatosoprattutto ai giovani un punto affi-dabile di riferimento anche dal puntodi vista scolastico come rappresentail pensiero di Rosmini.

A.B.

(continua da pag. 6)

IL CAMMELLO...

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L’appuntamento é per le16.30 in Cattedrale,

come un normale incontrotra amici per un impegnoche ha il sapore della quo-tidianità. D’altronde furo-no proprio queste esigenzedell’ordinario a far nascerequesta Comunità circaquattro secoli fa. Le trerughe (quartieri) dei Valen-ti, dei Murabiti e dei Vat-tiati chiesero alla Diocesidi Catania di divenire auto-nomi (da Tremestieri)cogliendo l’occasione del-la donazione di una Cap-pella dedicata a Sant’Agatada parte del giureconsultocatanese Lorenzo D’Ar-cangelo.Poi, dopo l’Unità d’Italia,la generica S.Agata (alleSciare) divenne l’attuale

S.Agata Li Battiati.In mezzo alla folla che va e viene,con turisti di ogni parte del mondo,particolarmente numerosi, forseattratti da un sole settembrino anco-ra caldo e accogliente, questo pic-colo gregge attraversa la Porta, sim-bolo del Buon Pastore, intonando ilSalmo 121 -in perfetto Gregoriano-ed entra con gioia nella casa delSignore, come addensandosi inmezzo ai turisti incuriositi cherispettosamente lasciano “passare”il gruppo. Ed ecco che appenaentrati, ci fermiamo davanti al fontebattesimale sentendoci subito “acasa”.Il Coro, completa l’atmosfera diraccoglimento. “Ringraziamo il

Signore, per un Parroco che ci aiutaa cantare così bene” ... commenta-va, uno dei presenti, rivolgendosi alresponsabile della sicurezza. Il qua-le, di rimando, rispondeva, cono-scendo bene luoghi e persone:“Quel Parroco fa tutto bene!”.Dopo aver cantato l’antifona al Fon-te battesimale, ci avviamo verso l’al-tare e quì, accanto al sacello di Aga-ta - il piccolo gregge diviene unacompagine fitta, fitta. Accanto airesti della giovane martire il Pastoreraduna il gregge e descrive con pochitratti la storia della Santa Chiesa diCatania ... i muri parlano: la bellez-za dell’arte si intreccia col diveniredella storia, per coronare quest’An-no della Fede. Iniziato con il 25° del-

l’ordinazione sacerdotale di donCarmelo Signorello - che ha intesofesteggiare così questo momentocosì intimo, assieme alla Sua Sposa.Vivendolo con una intensa formazio-ne, attraverso svariati incontri suidocumenti del C.V. II, come indicatodall’amatissimo Benedetto XVI.Chi scrive -da semplice fedele laico-nel rinnovare la professione di Fedesi è sentito particolarmente arricchi-to - come se, attraverso la luce dellafede, avesse visto meglio ... il Cam-mino che gli sta davanti.Nella festa dell’Esaltazione dellaSanta Croce -a 40 giorni dalla Tra-sfigurazione- si è visto con una lucetutta nuova perché nella Chiesa

Sorella Ortodossa si vive con altret-tanta solennità! Abbiamo avvertitotutti l’importanza della Liturgia checi fa pregare con pienezza interioreed esteriore, come Popolo (papaFrancesco lo ha appena ricordato)ma anche singolarmente. Come per-sone che sperano di riuscire a diven-tare, autentici Annunciatori. Il Cantofinale, col Salmo 150, ci accompa-gna verso l’uscita. Si intitola, non acaso, “Ad gentes” per andare incon-tro a Tutti, nessuno escluso, in unasocietà postcristiana.Pieni di speranza. Ma non privi diinterrogativi. Uscendo, infatti, unasignora (che in verità aveva parteci-pato come accompagnatrice di unaanziana parente) si chiedeva e michiedeva: “Ma esigendo così, controppi canti, non li perdiamo iragazzi?” ... e mi veniva in menteGiovanni Paolo II, appena elettoPapa, con i giovani universitari neiprimi incontri romani, preistoriadelle ormai famose GMG.È proprio vero: sognate e la realtàsorpasserà i vostri sogni!

Salvo di Pina

Prospettive - 29 settembre 2013 9

DIOCESI

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Giornata da ricordare,sabato 22 settembre

nel monastero benedettino di Nico-losi, per la festa del Beato CardinaleBenedetto Dusmet e per il benedet-tino padre Giovanni Scicolone,festeggiato per il 50° anniversario diprofessione monastica.L’Arcivescovo di Catania ha presie-duto la celebrazione eucaristica conla comunità monastica guidata dalpriore padre Vittorio Rizzone. Haanimato la liturgia la corale “G.Recupero” della Madrice di Pedara,diretta da Antonio Pappalardo. Tantii fedeli presenti, che affollavano ilsalone sottostante la erigenda nuovachiesa, tra cui il sindaco di NicolosiNino Borzì, la comunità “casa diNazareth”, gli oblati secolari bene-dettini, i cavalieri di Malta e un fol-to gruppo del comitato “pro serva diDio Giuseppina Faro”. A fare dacorona ai concelebranti, i ministran-ti della basilica S. Caterina di Peda-ra, “Beniamini di Giuseppina Faro”.Profonda e intensa l’omelia diMons. Gristina, che si è detto parti-colarmente lieto di vivere con i con-fratelli benedettini di Nicolosi que-sta particolare giornata, preludiodella festa in onore del BeatoDusmet per il 25° anniversario dellabeatificazione che la diocesi diCatania si appresta a celebrare.Mons. Gristina ha auspicato che

presto possa essere “riconosciuto ilmiracolo” necessario per la canoniz-zazione del Beato Dusmet. “Egli èstato un modello di vero pastore perla Chiesa e - ha continuato - unafigura che ci affascina come grandevescovo e buon pastore rimasto nel-la memoria della Chiesa catanese”.Per l’Arcivescovo, il CardinaleDusmet, come ci invita oggi coninsistenza Papa Francesco, esercitòil suo ministero con il Fuoco dellacarità, il fuoco dello spirito che lo haspinto ad andare verso gli altri, le“periferie” dell’umanità, verso gliultimi. La carità del Beato Dusmet –ha rimarcato l’Arcivescovo – è statauna testimonianza di operositàinstancabile dedita ai poveri e agliafflitti. Il servizio ai bisognosi comeservizio verso il Signore.Mons. Gristina ha quindi rivolto uncaloroso omaggio a padre GiovanniScicolone per il 50° di professionereligiosa continuata e vissuta nelsolco del messaggio di S. Benedetto,

scolpito nel detto “Ora et labora”.L’Arcivescovo ha ricordato i grandimeriti dei benedettini nella storiadell’Europa perché hanno contribui-to a trasmettere i valori della culturaantica, con le tante ore spese, neisecoli, nel lavoro di copiare e tra-smettere gli scritti antichi, un grandelavoro per l’umanità nel chiuso del-le abbazie e dei monasteri e aperto,anche, nel servizio ai fratelli con levarie attività dirette verso il prossi-mo.Il priore padre Vittorio Rizzone si ècompiaciuto per la larga partecipa-zione alla festosa cerimonia ed hasottolineato la fattiva e reale impor-tanza di padre Giovanni per tutta lacomunità di Nicolosi. Entrato nelmonastero di San Martino nel ’54,professo il 15 settembre ’63, il 1°luglio del 1967 è divenuto sacerdo-te. Maestro degli alunni monastici,primo Direttore del restauro dellibro, con specializzazione “all’Isti-tuto Patologico del Libro” di Roma,

dal ’93 si è trasferito definitivamen-te a Nicolosi, dove con il suo lavoroinstancabile e premuroso resta ilpunto di riferimento per la comunitàmonastica e non solo.Padre Giovanni Scicolone, prenden-do la parola, fedele agli insegna-menti di San Benedetto e del beatocardinale Dusmet, ha rinnovato ivoti di stabilità, conversione e obbe-

dienza alle regole monastiche con lapreghiera e la fecondità delle opere.Infine, è stato ricordato, che propriodon Giovanni ha avviato nel mona-stero di Nicolosi, degli incontri sera-li di due ore per lo studio biblico,dei “laboratori” di preghiera, checontinuano e sono aperti a tutti.

Alfio Nicolosi

Il pastore delle periferiedell’umanità

Al Monastero dei Benedettini di Nicolosi una festa per due ricorrenze

Da diversi anni ormai, icittadini paternesi

festeggiano la solennità della Vergi-

ne Addolorata il 15 settembre. Ifesteggiamenti hanno avuto inizio il9 settembre dove si è svolta la pre-sentazione dell’evento “Nella luce

della fede: musica, riflessioni, can-

ti e testimonianze”, che si è svolto il14 settembre in Piazza Indipenden-za, con ospite d’eccezione Paolo

Brosio che ha raccontato la sua espe-rienza di conversionee come ci sotto-linea il prevosto sacerdote Salvato-

re Alì “Celebriamo la festa settem-

brina dell’Addolorata, in quest’anno

della fede, innanzitutto come occa-

sione per rinnovare la nostra fede,

facendo memoria del mistero fon-

dante di essa che è la passione, mor-

te e resurrezione di Cristo, mistero

pasquale. Una festa, che vuole anche

aiutarci a riscoprire il nostro cam-

mino, per mezzo dell’ascolto della

sua Parola, per crescere nel-

la docilità dell’abbandono e

nella fiducia a Dio. L’evento

di sabato 14 settembre è sta-

to concepito proprio come

una grande festa durante la

quale, con riflessioni e testi-

monianze significative abbia-

mo celebrato e testimoniato

la bellezza della fede”.Il 15

settembre, giorno nel qualela Chiesa fa memoria della

Vergine Maria Addolorata,

è stato salutato dallo sparo dicolpi di cannone dal CastelloNormanno e dal suono delle campa-ne. In mattinata si è svolta la solenneCelebrazione Eucaristica presiedutadal Rev.do Prev. Sac. Salvatore Alì,

nella quale si è svolto il rito di acco-glienza di nuovi fratelli nella Con-

fraternita Maria SS. Addolorata.

Nel pomeriggio in Chiesa l’acco-glienza del simulacro del SS. Croci-

fisso. Alle 18.45 circa l’uscita dallaChiesa dell’artistico simulacro dellaVergine Addolorata e del fercolo delSS. Crocifisso accompagnati daiportatori del fercolo, dal Sovrano

Militare Ordine Costantiniano di

S. Giorgio- Roma Napoli, dai

membri dalla Confraternita

”Maria SS. Addolorata”, dalle

socie dell’Associazione

“Dame dell’Addolora-

ta”.

In piazza Indipendenza siè svolta la Solenne Con-celebrazione EucaristicaPontificale presieduta daMonsignore Giuseppe

Schillaci Rettore delSeminario Arcivescoviledi Catania, la solenneEucarestia è stata conce-lebrata dai sacerdoti Sal-vatore Alì, rettore dellaChiesa, e dai sacerdoti

Antonino Pennisi, Salvatore Magrì,parroci della Parrocchia S. BarbaraV. M.. A conclusione della Celebra-zione si è svolta la Processione dellaVergine Addolorata, spettacolo piro-tecnico e ingresso della VergineMaria nella propria Chiesa.

Anita Rapisarda

Paternò: la solennità della Vergine Addolorata

“Popolo” di Annunciatori

La Comunità dell Annunziata

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Prospettive - 29 settembre 201310

Riflessioni sul Vangelo

San Paolo mette a confronto i due compor-

tamenti: quello dei pagani e quello che

deve essere dei cristiani. Per quanto

riguarda i pagani dichiara apertamente

che sono diventati insensibili, si sono

abbandonati alla dissolutezza e commetto-

no ogni sorta di impurità. Individuandone

la causa nell’estraneità alla vita di Dio,

conseguenza dell’ignoranza e alla durezza

del loro cuore. “Ma voi non così avete

imparato a conoscere il Cristo, se davvero

gli avete dato ascolto e se in lui siete stati

istruiti, secondo la verità che è in Gesù”.

Cosa hanno imparato i cristiani? Hanno

imparato: ad abbandonare l’uomo vecchio

che si corrompe seguendo la passioni

ingannevoli, a rinnovarsi nello spirito del-

la loro mente e a rivestire l’uomo nuovo,

creato secondo Dio nella giustizia e nella

vera santità.

L.C.

San Paolo in briciole

CANTERELLANO AL SUONO DELL’ARPA

Non comportatevi più come i pagani Ef 4,17-24

Comportamenti

La parabola del ricco senza nome edel povero Lazzaro è una di quellepagine che ci portiamo dentro comesorgente di comportamenti più uma-ni.Lo stile missionario di una Chiesa èinsieme lo stimolo e il frutto dellasua vivacità vocazionale.È indispensabile la maturazione dirobuste vocazioni laicali. Occorresperimentare itinerari sempre piùcompleti ed efficaci di educazionealle diverse forme della santità laica-le. Senza un laicato adulto non c’è veraChiesa missionaria. I laici hanno uno speciale inserimen-to nel mistero e nel ministero mes-sianico di Gesù e vivono specificheforme di partecipazione alla vitaliturgica, catechistica, caritativa dellacomunità cristiana.

Presenza

Di qui si possono ricavare la luce ela forza per una originale presenzanella società civile e politica, per unserio impegno professionale, per undiscernimento operoso delle formedi pensiero, di costume e di interven-to che promuovono oppure offendo-no la vita, la dignità, la libertà dellepersone umane. Uno speciale impegno missionario èrichiesto alle famiglie cristiane. Essecercano di approfondire la partecipa-zione alla missione in consonanzacon le caratteristiche proprie dellavocazione matrimoniale e familiare.Esse sono quelle di custodire e pro-muovere un bene così essenziale eoggi così in crisi come è la realtà

familiare nella sua globalità. Essereambiti fondamentali di educazionecristiana. Assumere il ruolo di ganglivitali per l’evangelizzazione capilla-re. Intervenire genialmente in queicasi di solitudine, di abbandono, didisadattamento, così tipici dellasocietà attuale, per i quali solo unapresenza familiare può essere effica-ce. Gli impegni urgenti e difficili dei cri-stiani nel mondo d’oggi invocano latestimonianza luminosa dei valoridel Regno. Intervengono qui le voca-zioni di speciale consacrazione, sianella classica forma religiosa, sianella forma più recente degli istitutisecolari e in forme affini. Nella riscoperta del loro carisma ori-ginario esse trovano l’ispirazione persvolgere nella Chiesa d’oggi la mis-sione indispensabile di proclamareprofeticamente la forza del Vangelonei suoi valori essenziali; di offrire aifratelli di fede modi e luoghi di rica-rica spirituale e di preghiera; diimmettere energie generose e prepa-rate nei settori della pastorale, spe-cialmente in quelli più difficili e tra-scurati; di sostenere l’impegno cri-stianamente ispirato per l’edificazio-ne della società.

Carità

Per favorire il servizio della carità,l’evangelizzazione missionariacapillare, l’articolazione fraterna amisura d’uomo delle grosse comuni-tà, occorre valorizzare le vocazionial diaconato permanente. Bisognadelineare la figura teologica, pastora-le, spirituale del diacono permanentee avanzare proposte operative che

potranno certamente sensibilizzare lacomunità su questo ministero cosìimportante per l’azione missionariadella Chiesa.Nel contesto delle vocazioni cristia-ne che si rinnovano, anche la figuradel presbitero viene chiarita e rinno-vata. Essa è a servizio dell’unità edella collaborazione tra le varievocazioni. Demandando giustamentead altri fratelli alcuni impegni e ser-vizi, i sacerdoti possono dedicarsicon libertà maggiore ai compiti del-l’evangelizzazione. Collaborandocon il ministero pastorale del vesco-vo trovano nuove forme di serviziopresbiterale in corrispondenza con lenecessità pastorali ancora scoperte einesplorate. Condividendo la respon-sabilità del vescovo, membro delcollegio episcopale, verso tutte leChiese, si rendono disponibili a svol-gere il ministero anche in altre Chie-se alle quali il vescovo li invia. Que-sto rinnovamento missionario dellafigura del sacerdote mette in piùchiara luce presso i ragazzi e i giova-ni la vocazione al presbiterato e aiu-ta a superare la crisi vocazionale, chesi registra in questo ambito di prima-rio valore per la vita ecclesiale.Occorre imparare a camminare insie-me con umiltà, rispetto e pazienza sustrade che sono ancora troppo nuovee inesplorate. Il rinnovamento voca-zionale e istituzionale è favorito dalcoraggio con cui i singoli e le comu-nità assumono gli atteggiamentimissionari che esprimono l’autenticalibertà cristiana.È necessario adattare all’oggi lo sti-

le che Gesù propone ai suoi discepo-li inviati in missione. Lo stile di

essenzialità cichiede di saperescoprire e presen-tare chiaramentele priorità, le pre-cedenze, le gerar-chie di valore nel-la complessa enon sempre ordi-nata attività pasto-rale che noi svol-giamo. Lo stile di povertàimpone la sobrietànel dotarci di mez-zi e strutturepastorali, l’esem-pio rigoroso dipovertà personale,l’amministrazionedei beni comunita-ri veramente fina-lizzata alla carità,lo scambio anchedi beni economicitra persone ecomunità in vista di una giusta pere-quazione dei beni personali e comu-nitari. Lo stile di gratuità esige che il mini-stero sia un dono vero e totale,distinguendo le prestazioni ministe-riali dalle fonti economiche, che lacomunità saprà trovare per il giustosostentamento dei ministri. Lo stiledi fraternità invita a creare un climadi serenità, di cordialità, di immedia-tezza nei rapporti interpersonali, cosìda mettere ogni persona a proprioagio e da favorire la comunicazionedella fede, lo scambio di esperienze,l’edificazione e la correzione frater-na.

La catechesi è sempre un momentomolto significativo della nostra mis-sione. È molto stimolante meditarespesso sugli incontri di Gesù conalcune persone. La missione dellaChiesa è finalizzata all’incontro diGesù con tutti gli uomini. È impor-tante l’incontro di Gesù con Zac-cheo. L’episodio raccontato nel cap.19 del vangelo di Luca inizia e fini-sce col verbo “cercare”: nel v. 3 Zac-cheo “cerca” di vedere Gesù; nel v.10 Gesù si rivela come il Figlio del-l’uomo venuto a “cercare” e a salva-re ciò che è perduto.

Padre Angelico Savarino

Amici dei poveri nel cuore di Dio

Quasi sempre il benessere e il malaffare

vanno di pari passo. Ma questo è quanto

professa il mondo. Ma i seguaci di Dio

non possono agire così: “Guai agli spen-

sierati di Sion e a quelli che si considerano

sicuri sulla montagna di Samaria … ma

della rovina di Giuseppe non si preoccu-

pano”. Questo ripiegarsi su se stessi non

porta nessun bene. Porta l’ottundimento

dell’intelletto fino a non accorgersi dei

grandi mali che stanno per sovrastare:

“Perciò ora andranno in esilio in testa ai

deportati e cesserà l’orgia dei dissoluti”.

L’esempio della parabola del ricco e del

povero dimostra l’ottundimento del cer-

vello. Il ricco non solo non ha capito nulla

della vita vissuta in mezzo all’agiatezza e

alla ricchezza, ma non ha capito nulla

nemmeno dell’al di là. Se avessero voluto

capire, il ricco e i suoi fratelli ne avevano

tutti gli strumenti: colui che ammonisce,

Mosè e i profeti. L’ottundimento è tale che

neanche se uno risorgesse dai morti sareb-

bero persuasi. L’atteggiamento vero à

quello di essere uomo di Dio che evita il

male e si dà invece alla giustizia, alla pie-

tà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla

mitezza. Sono le vere coordinate del vivere

sociale: la giustizia che vede tutti gli uomi-

ni fratelli e per cui i beni della terra non

sono accaparrabili soltanto da alcuni per-

ché vanno considerati beni di tutti da

amministrare per tutti, in modo tale che

ogni uomo possa usufruirne. La giustizia

non è disgiunta dalla carità, dalla pietà e

dalla fede. Infatti la giustizia da sola non è

nulla, ma unita alle altre virtù dà la

dimensione della piena umanità che rico-

nosce Dio per padre e tutti fratelli in Cri-

sto. Questo l’atteggiamento cristiano.

Leone Calambrogio

XXVI DOM T.O. / C - Am 6,1a.4-7; Sal 145/146,6-10; 1 Tm 6,11-16; Lc 16,19-31

Il Sacerdote sa che nell’iniziativa gratuita di Gesù viene incrociata sempre la nostra ricerca

DIOCESI

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Il 21 settembre si è cele-brata la XX Giornata

Mondiale dell’Alzheimer, istituitanel 1994 dall’Oms e dall’Alzheime-r’s Disease International (ADI), conil motto “Alzheimer: viverlo insie-me”, e nel nostro Paese è stata pro-mossa dalla Federazione AlzheimerItalia. L’Alzheimer e gli altri tipi didemenza sono sindromi degenerativecaratterizzate dalla perdita progressi-va delle funzioni cognitive (memo-ria, attenzione, ragionamento, lin-guaggio, pianificazione) accompa-gnata dalla comparsa di sintomi noncognitivi che interessano la persona-lità, l’affettività e il comportamentoin generale. Una malattia sociale trale più invalidanti, che colpisce preva-lentemente gli anziani (over 65anni), ma può colpire, pur se rara-mente, anche a 30, 40 e 50 anni. InItalia ne soffrono circa 500mila per-sone di cui le donne sono più

aggredite dalla malattia e corri-

spondono al 54,4% della popola-

zione, il 45,5% sono maschi; nelmondo 18 milioni, tuttavia ancoracon poche possibilità di trattamento,per lo più limitate alla sintomatolo-gia.Da qui al 2025 i malati raddoppie-

ranno, ma l’invecchiamento della

popolazione porterà a un incremen-

to progressivo dei malati, e anche dispesa stimata in 203 milioni all’an-no.I costi del disordine mentale dovutoalle demenze nel 2012 sono ammon-tati a 11.439 milioni di euro, pari allo

0,73% del Pil.In più si evidenzia come l’Alzheimere le demenze senili generino una ele-vata pressione anche sulla domandadi servizi ospedalieri. Nel 2010 iltasso di ospedalizzazione per distur-bi mentali senili è stato di 66,2. I tas-si più elevati sono stati registrati inLiguria con 116,4, Provincia Auto-noma di Bolzano con 104,6, Emilia-Romagna con 92,4, Lazio con 86,1 eProvincia Autonoma di Trento con84,2.Il CnAMC (Coordinamento nazio-nale delle Associazioni dei MalatiCronici) di Cittadinanzattiva, chiedeal Ministro della Salute, riferendosi

all’art. 1 sul riordino dell’assistenzaterritoriale, che vengano affrontateanche le questioni del potenziamentodell’Assistenza Domiciliare Integra-ta (ADI), dell’assistenzaterritoriale residenziale esemiresidenziale, nonchédella riabilitazione.In decine di paesi in tutto ilmondo sono stati organiz-zati numerosi eventi, semi-nari, workshop e anchefeste: dalla marcia organiz-zata a Parigi da France Alz-heimer così agli eventi nel-le scuole indiane promossinelle scorse settimane dallaAlzheimer’s and RelatedDisorders Society of India,dall’iniziativa statunitensedi colorare di viola i profiliTwitter o Facebook, allaserata di consapevolezzasulla patologia proposta in Irlanda,naturalmente l’Italia non è da meno,e le iniziative sono state decine inogni regione italiana.Un calendario che si arricchisceanche con gli Alzheimer Cafè, peroffrire assistenza sia alle persone condemenze che alle loro famiglie che

spesso non sanno come affrontare lamalattia. Veri e propri luoghi d’in-contro, nati in Olanda nel 1997 gra-zie al dottor Bère Miesen, in Italia

sono ormai più di 30.Numerosi progetti sono stati portatiavanti per dare aiuto alla patologia, el’associazione A.S.V.A.D., attiva dal1990 che opera nel settore socio-assistenziale, con particolare atten-zione al sostegno delle famiglie disoggetti colpiti dal morbo di Alzhei-

mer, promuove un’iniziativa aperta atutti i cittadini, finalizzata a istaurareun dibattito circa le potenzialità (o ilimiti) del mezzo audiovisivo. Appo-siti spazi saranno rivolti alla raccoltadi video-testimonianze e alla consu-lenza informativa sulla patologia, sti-molando l’interesse verso il mezzocinematografico e la sua mediazione,individuando nel cinema un attivato-re emotivo e cognitivo con un suospecifico linguaggio.Un test clinico dell’università di

Santa Barbara

(Usa) ha cercato diricondurre la malat-tia ad una specificamutazione genetica- spiegando il rap-porto, e ricerche sualcuni farmaci con-tro le placche ami-loidi, anche se falli-mentari in questomomento, ma conti-nueranno in manierapiù ottimistica gra-zie a una molecolamolto promettente,il gantenerumab.Inoltre il 2013 havisto molte ricerche

sul sospetto link tra Alzheimer e dia-bete, che potrebbe avere implicazio-ni enormi. Molto promettenti, spiegail documento, sono anche le ricerchesui biomarker della malattia che pos-sono portare a una diagnosi precoce,che darebbe benefici anche ai farma-ci in sperimentazione.In Sicilia i malati sono circa cin-quantamila, a Palermo attivati quat-tro nuovi centri diurni per l’assisten-za: Carini, Caccamo, Palazzo Adria-no (locali ex stazione ferroviaria), e aPalermo Presidio Enrico Albanese;prossima tappa sarà la riapertura delCDA del Presidio Pisani, come affer-ma Antonio Candela, commissariostraordinario dell’Asp.“La malattia di Alzheimer – spiega ildott. Erminio Costanzo, primarioneurologo, che ha organizzato aCatania proprio in occasione dellaGiornata mondiale una iniziativa alCentro congressi del Cannizzaro daltitolo “I cassetti della mente” - è unapatologia insidiosa, che distruggepoco alla volta le cellule cerebrali,rendendo via via l’individuo che ne èaffetto incapace di una vita norma-le”.Numerosi eventi nella giornata, aCatania, al Cortile Platamone

mostra fotografica contemporanea‘Il vuoto nella Mente’. Al centro del-l’esposizione fotografica il rapportotra arte e malattia negli scatti di undi-ci fotografi emergenti siciliani; men-tre l’A.M.A, (Associazione MalatiAlzheimer) ha organizzato l’evento“Catania nella memoria”, e durantel’apertura dei lavori si è tenuta l’i-naugurazione della mostra fotografi-ca: “Catania nei primi del ’900”. Hamesso anche a disposizione dei visi-tatori uno staff psicologo-medico,che ha dato la possibilità di prenota-re uno screening gratuito per la dia-gnosi di Alzheimer presso il centro.Per informazioni telefonare allaLinea Verde Alzheimer 800 679 679

Lella Battiato

Prospettive - 29 settembre 2013 11

eventi

Commedia umana dellavita, “The weekend”

mette a nudo i precari equilibri deisuoi personaggi con il loro carico difragilità, servendosi di un deus exmachina che irrompe nella vita deglialtri, speranze e illusioni delle nostrevite, il weekend si è appena conclusosenza momenti di felicità cercati,bensì riaprendo vecchie ferite chenon si sono mai rimarginate. Sulpavimento altro non resta che ilfoglio con le tracce di un acquerellobellissimo. Sull’affluente dell’Hud-son, c’è una casa di campagna aun’ora di treno da New York, in cuiJohn e Marian, coppia di facoltosiquarantenni, attendono nella loro vil-la di campagna l’arrivo di Lyle, criti-co d’arte di New York, nell’anniver-sario della morte di Tony, fratello diJohn e compagno di Lyle per noveanni, che però si presenta con il gio-vane Robert. La vicenda si svolge inmaniera allegramente meccanica, maè nelle situazioni più ordinarie - unacena in giardino, una nuotata nel fiu-me vicino - che l’assenza di Tony sifa insopportabile, costringendo i treamici a sollevare il velo di falsa natu-ralezza che maschera ansie inespres-se e antichi dolori. Non si smentisce,dunque, la complessa poetica del-l’autore: nel testo si alternano tor-menti emotivi e creativi.Presentato al Cortile Platamone PeterCameron, la conversazione è stataarricchita da materiale video e con-

dotta da CarmelitaCeli e OrnellaSgroi, mentre leletture sono stateaffidate agli attoriValeria Contadinoe Angelo Tosto,che hanno fattoemergere parolevive e pulsanti.Continua così ilsuccesso di qualitàche caratterizza ilciclo “LibrinSce-na”, premiando ilprogetto del diret-tore del TSC Giu-seppe Dipasquale,mirato ad affermare una politica cul-turale dell’ente teatrale, inteso istitu-to di cultura, aperto al dialogo tra idiversi linguaggi dell’arte. L’edizio-ne di “LibrinScena 2013”, alla cuicura ha collaborato Ornella Sgroi, èsostenuta dal contributo dello Shera-ton Catania Hotel e la realizzazionesi avvale di Trimtravel e Associazio-ne Insula.Lo Stabile, proiettandosi oltre ocea-no, è fautore della seguitissima rasse-gna dedicata alle novità editoriali nelmondo della narrativa e del giornali-smo – approfondendo l’universo let-terario di un ospite di caratura inter-nazionale, dalla scrittura raffinata esofisticata. Cameron e il suo “TheWeekend”, opera degli esordi, risaleal 1994, ma tradotta in italiano solo

nel 2013 per itipi di Adelphi.Dimostra il suotalento fin dagliesordi e conti-nuerà con“Quella seradorata”, fortuna-to romanzo, sto-ria di un falsoletterario e di untriangolo amoro-so ambientata inUruguay, da cuinel 2007 è statotratto il film conAnthony Hop-kins “The City

of your Final Destination”. Contem-poraneamente usciva il romanzo diformazione giovanile “Un giornoquesto dolore ti sarà utile”, da cui l’o-monimo film di Roberto Faenza, cheraccontava le inquietudini adolescen-ziali di un giovane newyorcheseomosessuale proclamato, la versioneanni Duemila de “Il Giovane Hol-den”; e dopo “Coral Glynn” e “Pauradella matematica”.Levigato, di un glamour sotto tono,un vago-retrivo-afflato woolfiano,frasi evocative ma mai complesse. Èun po’ la Vicki Baum dei giorni nostrie lo si può avvicinare a Michael Cun-ningam. “Weekend” è una specie distoria che ti scortica e poi lascia la tuaferita lì, a bruciare e impolverarsi,mentre tu ti poni domande di cui non

vorresti sapere le risposte troppo pre-sto, l’autore ha la rara capacità diprendere un fatto ordinario, un perio-do di tempo in cui sembra non succe-dere nulla e rivestirlo di sentimento esignificato. Un viaggio con il fiume

che correva in un verso e il treno nel-

l’altro, la narrazione ha un andamen-to da pièce teatrale piena di dialoghie riesce a cogliere le debolezze deipersonaggi e i loro errori, il loro pro-cedere nella vita forse a volte con lavoglia di cedere, quasi disillusi. L’autore, ci racconta, “The weekendè stato per me un libro molto impor-tante, perché ha segnato il mio pas-saggio dalla forma del racconto algenere del romanzo. Ho pensato alungo ai personaggi che ne sono pro-tagonisti e ho realizzato quanto ilromanzo potesse darmi la possibilitàdi esplorare il loro universo in ognisingolo momento e in modo più pro-fondo rispetto a quanto non faccianoi racconti nella loro brevità. È statocosì che ho davvero apprezzato illavoro di scrittore”.“Nei miei romanzi cerco di includereun’abilità quasi sensuale con cui ipersonaggi si godono ogni aspettodella vita, è un tratto che mi sembramolto italiano. Insomma, c’è un po’di voi in tutte le mie storie e questopotrebbe spiegare perché amo cosìtanto visitare l’Italia e perché i lettoriitaliani amino così tanto i miei libri”.

Artemisia

“La memoria

è il diario

che ciascuno di noi

porta sempre con sé”

(Oscar Wilde)

Non dimenticare

chi dimentica

XX giornata mondiale di sensibilizzazione Alzheimer

I romanzi richiedono la collaborazione del lettore

“Il weekend” di Peter Cameron, scrittore statunitense per la prima volta a Catania, ospite di “LibrinScena”

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