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Sport: UNA REGIONE IN COMA La Lucania è in coma. Questa lunga agonia parte da lontano. È così consumata da decenni e decenni di corruzio- ne e malgoverno. È difficile riprendersi, sia politicamente che socialmente e non ne par- liamo economicamente. Si è così sfiduciati che, a governare, sia da sinistra che da destra, non mantenendo ciò che è stato sperato e promesso. I nostri politicanti considerano infatti più vantaggioso presen- ziare e promettere, anziché ela- LA VOCE DI GLOBO Anno VII - n. 23 Venerdì 1 Novembre 2013 Come sei bella Terra dei Forti ... Periodico di libera informazione contatti: [email protected] in edicola euro 1,00 NON PERCEPISCE E NON CHIEDE DANARO PUBBLICO Diversa distribuzione promozionale omaggio a pagina 17 Alla scoperta dei tesori della Basilicata a pagina 23 I SOGNI E LE SPERANZE dEI GIOVANI dON MIMMO FLORIO a pagina 2 SE CI VA BENE SIAMO ROVINAtI DaniELE SiLVEStRi a pagina 20 ALZA LA VOCE La paRoLa ai cittaDini Con il Porcellum una nuova legge elettorale il “Bugiardellum” RItORNANO GLI AFFABULAtORI! E AdESSO IL LAVORO Il problema del lavoro e del- l’occupazione in Basilicata è la vera emergenza della Regione. E tutti i candidati a queste elezioni, di qualsiasi schieramento, devono sen- tirsi obbligati ad indicare proposte concrete per far diminuire quella massa di disoccupati che costituisce la maggioranza delle perso- ne che oggi vivono in regio- ne. Anche se tutti gli indicatori attestano che la nostra è una regione alla deriva sociale ed economica per StAZIONE dEGLI AUtOBUS “PARCHEGGIO REGIONEMANCANO FINANCHE I BAGNI Egregio Direttore, Le segnaliamo una situazione che a dir poco è imbarazzan- Presto andremo tutti a votare. Ed ecco le ardite e speranzose promesse da parte dei nostri politici! Penso, con tutta fran- chezza, che così come ci siamo avviati, ancora una volta ci ritro- veremo fra 5 anni tali e quali come adesso, se non peggio ! Concluse le votazioni, si ritorna La BASILICAtA da “tERRA dEI RE” a tERRA dI NESSUNO Roma. Si accampa dapprima sul Vesuvio, indi fugge verso Modena, quindi rifiutando di passare le Alpi, preferisce il meridione d’Italia, ed in partico- lare le imboscate delle zone lucane. La violenza nella storia non ha fine, sia da parte dei servi, che Spartaco, il mitico eroe tracio, prima di giungere a Roma col suo esercito di ribelli, fautori delle guerre servili, aveva com- passato la Lucania in lungo ed in largo. Disgustato della sua sorte san- guinaria di gladiatore prima si rese disertore dell’esercito romano nel 73 a. C., poi costret- to alla scuola dei gladiatori di Capua, fugge con 70 suoi com- pagni e diventa brigante contro ... continua a pagina 6 ... continua a pagina 3 ... continua a pagina 3 ... continua a pagina 3 ... continua a pagina 12 ... continua a pagina 18 ... continua a pagina 2 INTERVISTA AL SINDACO DI RIPACANDIDA VITO REMOLLINO ... continua a pagina 7 PER UNA POLItICA SENZA VALORI: L’UOMO UGUALE ALLE BEStIE “Il bestiame si nutre per produrre un utile, in caso contrario lo si sopprime”. Nella civilissima danimarca stessa sorte anche per l’uomo, soprattutto se down. Oggi mi è capitato di leggere un articolo che parla dell’inten- to del governo danese di libe- rare il territorio nazionale dalla piaga della sindrome di Down. Potrebbe quasi apparire come un intento epico, se non fosse che lo strumento scelto preve- de l’eliminazione per via abor- tiva di tutti i bambini che preve- dono quella sindrome. L’articolo continua poi compa- rando la campagna danese con le politiche eugenetiche naziste (e non solo naziste) POtENZA ERA UNA PIAZZA MOLtO AMBItA A dichiararlo è Umberto Nappello attaccante del Potenza nella stagione 2008-2009 Delle cinque liste ricusate, riammessa dal t aR di Basili- cata solo quella di pittella. La legge è uguale per tutti?! intanto, c'è chi prova a sfata- re le accuse di collaterali- smo. non fa sconti al centro sinistra il solo avv. aurelio pace, candidato nelle file del pdl, che ricorre al consiglio di Stato per l'esclusione della "Lista pittella". ... continua a pagina 14 RINNOVO CONSIGLIO REGIONALE dI BASILICAtA: Le liste e i candidati A VOI LA SCELtA Con atto del 24 ottobre, Giu- seppe Postiglione è stato nominato Consigliere del Ministero degli Affari Regio- nali, delle Autonomie e dello ... continua a pagina 9 GIUSEPPE POSTIGLIONE NOMINATO CONSIGLIERE DEL MINISTERO DEGLI AFFARI REGIONALI, DELLE AUTONOMIE LOCALI E DELLO SPORT

LA FARFALLA - Edizione di Novembre

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La Basilicata da "Terra dei Re" a "Terra di Nessuno" - E adesso il lavoro

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Page 1: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

Sport:

UNA REGIONE IN COMALa Lucania è in coma.

Questa lunga agonia parte da

lontano. È così consumata da

decenni e decenni di corruzio-

ne e malgoverno. È difficile

riprendersi, sia politicamente

che socialmente e non ne par-

liamo economicamente.

Si è così sfiduciati che,

a governare, sia da sinistra che

da destra, non mantenendo ciò

che è stato sperato e promesso.

I nostri politicanti considerano

infatti più vantaggioso presen-

ziare e promettere, anziché ela-

LA VOCE DI GLOBO

Anno VII - n. 23 Venerdì 1 Novembre 2013

Come sei bella Terra dei Forti ...

Periodico di libera informazione contatti: [email protected] in edicola euro 1,00

NON PERCEPISCE E NON CHIEDE DANARO PUBBLICO

Div

ersa

dis

trib

uzio

ne p

rom

ozio

nale

om

aggi

o

a pagina 17

Alla scoperta dei

tesori della

Basilicata

a pagina 23

I SOGNI E LE SPERANZE

dEI GIOVANI

dON MIMMO FLORIO

a pagina 2

SE CI VA BENE

SIAMO ROVINAtI

DaniELE SiLVEStRia pagina 20

ALZA LA VOCE

La paRoLa ai cittaDini

Con il Porcellum una nuova legge elettorale il

“Bugiardellum”

RItORNANO GLI AFFABULAtORI!E AdESSO

IL LAVOROIl problema del lavoro e del-

l’occupazione in Basilicata è

la vera emergenza della

Regione. E tutti i candidati a

queste elezioni, di qualsiasi

schieramento, devono sen-

tirsi obbligati ad indicare

proposte concrete per far

diminuire quella massa di

disoccupati che costituisce

la maggioranza delle perso-

ne che oggi vivono in regio-

ne.

Anche se tutti gli indicatori

attestano che la nostra è

una regione alla deriva

sociale ed economica per

StAZIONE

dEGLI AUtOBUS

“PARCHEGGIO REGIONE”

MANCANO

FINANCHE I BAGNIEgregio Direttore,

Le segnaliamo una situazione

che a dir poco è imbarazzan-

Presto andremo tutti a votare.

Ed ecco le ardite e speranzose

promesse da parte dei nostri

politici! Penso, con tutta fran-

chezza, che così come ci siamo

avviati, ancora una volta ci ritro-

veremo fra 5 anni tali e quali

come adesso, se non peggio !

Concluse le votazioni, si ritorna

La BASILICAtA da “tERRA dEI RE”

a tERRA dI NESSUNORoma. Si accampa dapprima

sul Vesuvio, indi fugge verso

Modena, quindi rifiutando di

passare le Alpi, preferisce il

meridione d’Italia, ed in partico-

lare le imboscate delle zone

lucane.

La violenza nella storia non ha

fine, sia da parte dei servi, che

Spartaco, il mitico eroe tracio,

prima di giungere a Roma col

suo esercito di ribelli, fautori

delle guerre servili, aveva com-

passato la Lucania in lungo ed

in largo.

Disgustato della sua sorte san-

guinaria di gladiatore prima si

rese disertore dell’esercito

romano nel 73 a. C., poi costret-

to alla scuola dei gladiatori di

Capua, fugge con 70 suoi com-

pagni e diventa brigante contro

... continua a pagina 6

... continua a pagina 3

... continua a pagina 3

... continua a pagina 3

... continua a pagina 12

... continua a pagina 18

... continua a pagina 2

INTERVISTA

AL SINDACO

DI RIPACANDIDA

VITO REMOLLINO

... continua a pagina 7

PER UNA POLItICA SENZA VALORI:

L’UOMO UGUALE ALLE BEStIE“Il bestiame si nutre per produrre un utile,

in caso contrario lo si sopprime”.

Nella civilissima danimarca stessa sorte

anche per l’uomo, soprattutto se down.

Oggi mi è capitato di leggere

un articolo che parla dell’inten-

to del governo danese di libe-

rare il territorio nazionale dalla

piaga della sindrome di Down.

Potrebbe quasi apparire come

un intento epico, se non fosse

che lo strumento scelto preve-

de l’eliminazione per via abor-

tiva di tutti i bambini che preve-

dono quella sindrome.

L’articolo continua poi compa-

rando la campagna danese

con le politiche eugenetiche

naziste (e non solo naziste)

POtENZA

ERA UNA PIAZZA

MOLtO AMBItA

A dichiararlo è

Umberto Nappello

attaccante

del Potenza nella

stagione 2008-2009

Delle cinque liste ricusate,

riammessa dal taR di Basili-

cata solo quella di pittella.

La legge è uguale per tutti?!

intanto, c'è chi prova a sfata-

re le accuse di collaterali-

smo. non fa sconti al centro

sinistra il solo avv. aurelio

pace, candidato nelle file del

pdl, che ricorre al consiglio

di Stato per l'esclusione

della "Lista pittella".

... continua a pagina 14

RINNOVO CONSIGLIOREGIONALE

dI BASILICAtA: Le liste e i candidati

A VOI LA

SCELtA

Con atto del 24 ottobre, Giu-

seppe Postiglione è stato

nominato Consigliere del

Ministero degli Affari Regio-

nali, delle Autonomie e dello

... continua a pagina 9

GIUSEPPE POSTIGLIONE

NOMINATO CONSIGLIERE

DEL MINISTERO

DEGLI AFFARI REGIONALI,

DELLE AUTONOMIE

LOCALI

E DELLO SPORT

Page 2: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

2 Venerdì 1 Novembre 2013

... SEguE

DaLLa pRiMa pagina UNA REGIONE IN COMAindipendentemente dalle

corazzate che gironzolano in

tutte le contrade della Basilica-

ta, il popolo non crede più in un

miracolo che possa salvare

questa regione, la quale sta tra

l’al di qua e l’aldilà.

I candidati presidenti del Cen-

trosinistra, come se non faces-

sero parte di questo coma

lucano, si sono accapigliati fra

di loro e se le sono cantate di

santa ragione. Ma la gente è

stanca di questi teatrini pre-

elettorali. Il problema vero non

sono le elezioni.

L’esempio di Tramutola, ove vi

è stata una vera e propria rivol-

ta popolare contro le colonne

portanti di questo sistema

comatoso, è indice di un

malessere diffuso, che sta

vivendo il popolo lucano,

anche nei paesi e non solo

nelle province. Nel Centrosini-

stra non è prevalsa la linea

facente capo al triunvirato Bub-

bico-Folino-De Filippo, con

tutte le buone intenzioni che si

riconoscono a questo giovane

brillante, Piero Lacorazza.

Sappiamo che è frutto di un

accordo fatto nelle nostre “bot-

teghe oscure”. Anche se è pre-

valso, invece, il rottamatore

lucano, dr. Marcello Pittella, il

risultato non cambia, perché

anche egli appartenente ad un

sistema logoro e stantio, che

ha portato la nostra regione a

queste condizioni.

Il Centrodestra lucano, come

più volte è stato evidenziato

sulle pagine di questo periodi-

co, vive al contrario un com-

plesso di inferiorità, accompa-

gnato da sudditanza psicologi-

ca, verso la mano Sinistra

Regionale, tanto è vero che

anche loro sono stati coinvolti

nella tangentopoli lucana.

I Grillini, nonostante criticati e

bersagliati da tutte le parti,

hanno dimostrato, con le loro

primarie telematiche, di muo-

versi col giusto calibro.

E il centro? Che si ispira - spe-

riamo non solo a parole - ai

valori cristiani ed alla Dottrina

Sociale della Chiesa, che ruolo

ricopre in questa competizio-

ne? La Lucania è in coma, non

dimentichiamolo! Il Primario

che si appresta a salvarla deve

considerare che il salvataggio

va effettuato a tutto campo e

non solo per la conservazione

delle poltrone e dei privilegi

concessi agli amici e amici

degli amici. Il Primario, se

verrà eletto, si ricordi delle per-

sone che muoiono di fame in

questa terra, ricca di risorse

naturali e di ogni bene. Si ricor-

di, inoltre, che è l’unica regio-

ne a non avere ancora un

aeroporto, ferrovie strade,

autostrade, e infrastrutture

varie degne di questo nome.

nigro giuseppe Domenico

Portavoce dei

Liberi e Forti di Basilicata

Cara mamma, mammina cara come

stai? Mi spiace disturbarti, sono

cosciente del fatto che ora è tutto un

trambusto: tra elezioni, partiti che si

azzuffano, passaggi da uno schiera-

mento all'altro. Anche a livello nazio-

nale hai visto? Il Parlamento è diven-

tato un caso di studio per ornitologi:

dalla piccionaia scendono in migrazio-

ne le colombe. I falchi in risalita hanno

qualche difficoltà. Sembra proprio che

l'autunno, con il cadere delle foglie e

l'incedere del cambio climatico abbia

prodotto un bel big bang a Palazzo.

Insomma, non è che si capisca molto.

Che ne pensi andiamo ad aiutarli?

Non credo tu sia molto d'accordo,

mammina bella, visto che le cose a

casa tua (può darsi nostra) non è che

vadano molto meglio. Se in Parla-

mento tutto si muove sulle note de

"L'autunno" di Vivaldi, qui da noi

suona "La cavalcata delle valchirie". Il

che lascia preludere a una situazione

a dir poco complicata. Della serie "se

va bene siamo rovinati". Sai ultima-

mente anche qui, nella val di non,

succedono cose strane. Pensa, qual-

che settimana fa è stato eletto il tuo

prescelto, Vito De Filippo, alla segre-

teria regionale del PD. Una cosa però

non mi sembra logica: l'articolo 21

dello statuto del PD fa divieto, a chi

Con profondo convincimento sento di con-

dividere quanto egregiamente espresso

dalla Fismc sulla triste vicenda Barozzino -

è quanto dichiarato dal coordinatore dell’in-

tergruppo di minoranza alla Provincia di

Potenza, Aurelio Pace.

«Il Segretario Generale Di Maulo ed il

Segretario Nazionale Roselli, bene fanno a

stigmatizzare un fatto di inaudita gravità.

Non si può – ha continuato l’avv. Pace –

in un momento di così profonda crisi per le

famiglie italiane, assistere indifferenti al

discutibile comportamento del Sen. Baroz-

zino che imbarazza e mortifica la sensibili-

tà di chi tiene a cuore le sorti vere dei tanti

lavoratori in cassa integrazione lucani e dei

troppi disoccupati della nostra terra.

Al netto della manifesta gravità in diritto, la

vicenda supera ogni limite da un punto di

vista etico e morale.

La cassa integrazione, percepita da oltre

sette mesi dal Senatore, reo di non esser-

si messo in aspettativa per incarichi istitu-

zionali, è un sonoro schiaffo alla povertà ed

al disagio.

Lo stipendio a cinque cifre da Senatore

non è forse sufficiente a garantirgli un teno-

re di vita adeguato?

È anche necessario, per il Sen. Barozzino,

accedere alle già misere risorse previste

per le famiglie dei lavoratori che vivono uno

stato di profonda indigenza?»

Il Consigliere Pace ha poi concluso affer-

mando che «A nulla valgono le difese d’uf-

ficio (excusatio non petita, accusatio mani-

festa) dei vari “compagni” di Barozzino su

come siano stati utilizzati dal Senatore i

soldi percepiti per la cassa integrazione.

La beneficenza, quella vera, si fa con le

proprie risorse, non con le misure di soste-

gno, o peggio con gli ammortizzatori socia-

li.

Ricordo a me stesso ed a Barozzino le

parole di un grande Papa che ci riportava

ad un tempo in cui servivano più testimoni

che falsi maestri».

LEttERA dI UN GIOVANE a “Mamma Regione”

Se ci va bene siamo rovinatiricopre cariche istituzionali (presiden-

ti di regioni, sindaci), di essere eletti a

segretari regionali di partito. Cosa

dire: può darsi che non lo sapesse! O

è probabile che questi cavilli e clauso-

le siano scritte talmente tanto minu-

scole che serve un telescopio per

visualizzarle come è dovere! Un po’

come le scritte che si trovano sui

depliant delle offerte dei supermerca-

ti: non le leggi e poi escono le fregatu-

re.Cara mamma, hai visto che cos'è

successo per il Memorandum relativo

al petrolio. Pare che arriveranno pochi

spiccioli e così è stata assestata una

bella pedata nella parte poco nobile

del corpo a tutti i progetti di infrastrut-

ture, indotto lavorativo. Ho pensato, a

questo punto, che sarebbe meglio

ritornare ai tempi della zappa e della

coppola in mano. Se non può esserci

innovazione per noi, almeno l'involu-

zione è consentita.

C'è solo un problema mammina riden-

te: molti di noi la zappa in mano non

sanno tenerla. Abbiamo peccato

(ingenuamente... perdonaci se puoi)

di volontà di studio. Mi sa che anche a

noi giovani, come gli "uccellini" del

parlamento, tocca una transumanza.

Speriamo almeno che qui rimanga

qualcuno.

i tuoi amati pargoletti

Oltre allo stipendio

da senatore

anche la cassa integrazione!

A POTENzA LO TROVI PRESSO LE LIbRERIE:

MONDADORI, UbIkED ERMES

Page 3: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

3Venerdì 1 Novembre 2013

... SEguE

DaLLa pRiMa pagina

colpa del lavoro che manca,

la disoccupazione è un

mostro che è possibile scon-

figgere e tutti quelli che si

candidano alla guida della

cosa pubblica devono sentire

il dovere di combatterla

senza tregua.

È riduttivo, e neanche giusti-

ficante, scaricare ogni colpa

sull’attuale congiuntura che

ha prodotto la situazione dei

nostri giorni. Conta poco!

E peraltro neanche vero!

Ciò che conta invece è che la

speranza di poter creare

nuova occupazione va sce-

mando nelle nostre comunità

per colpa di una politica che

ha perso la sua funzione, o

meglio missione.

La soglia della disperazione

è arrivata a livelli insostenibi-

li specie nei giovani, costretti

ad emigrare, e nelle famiglie,

chiuse nella loro tragica con-

dizione di impotenza con figli

quarantenni a carico, ancora

alla ricerca di un lavoro.

Cosa si aspetta perché la

questione del lavoro ed del-

l’occupazione sia posta al

centro delle preoccupazioni

di ogni azione politica?

Cosa blocca la politica luca-

na ad individuare soluzioni

efficaci e condivise?

L’attuale condizione di biso-

gno dell’elettore lucano che

rende di più elettoralmente?

La politica deve ritornare ad

essere lo strumento di soste-

gno alla produzione e al lavo-

ro attraverso una nuova visio-

ne organizzativa e program-

matica del territorio.

Per questo diventa strategico

la scelta degli uomini che

costituiranno la nuova classe

dirigente regionale, che mi

auguro non uguale a quella

attuale: sprovveduta ed inca-

pace nell’interpretare la crisi

e nell’utilizzare le nostre risor-

se naturali; attenta alle carrie-

re politiche personali ma

sorda alle sollecitazioni di

questi anni: dalla Legge

regionale sull’utilizzo del

petrolio del 1997, promossa

dall’Anci di Basilicata, che

avrebbe evitato tante disfun-

zioni oggi denunciate, al

Piano per l’occupazione

avanzato dalla Provincia di

Potenza nel 2005.

Occorre cambiare registro se

non vogliamo irrimediabil-

mente soccombere: mettere

al primo posto i problemi

della gente e dare una svolta

alle politiche economiche e

sociali.

È tempo di ridurre la spesa

pubblica locale e regionale; di

frenare lo sciupio di risorse

che potrebbero essere utiliz-

zate per ridurre le tasse e

dare ossigeno ai cittadini, alle

famiglie e alle imprese; di

sopprimere tanti enti stru-

mentali inutili, che sono solo

fonte di spreco per affini e

parenti; di rilanciare le risorse

petrolifere ed idriche in un

nuovo rapporto di contratta-

zione e di reciprocità con lo

Stato perché tenga in debito

conto anche i beni che un ter-

ritorio mette a disposizione

dell’intera nazione e non sol-

tanto del gettito fiscale pro-

dotto; di finanziare solo quei

progetti che alla chiusura dei

cantieri lascino occupazione

e lavoro (fatta eccezione del-

l’ordinaria amministrazione).

Non sprechiamo questa

occasione!

Diamo la stura ad un nuovo

sistema con l’individuare quei

candidati che seriamente e

disinteressatamente intendo-

no lottare per ridare la spe-

ranza di un futuro ai nostri

giovani, per risollevare que-

sto territorio ridotto fragile e

poco competitivo da una cat-

tiva utilizzazione delle sue

risorse, umane e materiali,

per fare della Basilicata una

protagonista nell’Italia del

domani.

Vincenzo giuliano

... SEguE

DaLLa pRiMa pagina

borare e realizzare. Così ogni

occasione diventa utile per

ammaliare. Preferiscono creare

effetti speciali (e qualche effetto

ha già colpito in questa fase di

presentazione delle liste), pro-

muovere evasioni collettive dalla

realtà, mirando ad un facile ed

immediato consenso. Raramen-

te si soffermano sulla program-

mazione, mai mettono mano

all’organizzazione degli enti o

delle amministrazioni che conta-

no, per migliorarne i servizi,

rimuovere gli incapaci, valoriz-

zare le competenze. Appena

eletti, ringraziano i loro sponsor,

ricompensano in vari modi i

grossi portatori di voti poi, senza

indugiare, salgono alla ribalta ed

iniziano a millantare. Con que-

sto modello di gestione poco o

nulla cambierà nei nostri territori.

Molti giovani, persa anche la

speranza, cercheranno lavoro e

fortuna altrove.

Aumenteranno gli scettici, colo-

ro che pensano non ci sia pro-

prio niente da fare, ma resterà

pressoché immutata la massa di

elettori pronti a farsi suggestio-

nare dal prossimo affabulatore.

Così vanno le cose! Forse è

Con il Porcellum una nuova legge elettorale il

“Bugiardellum”

RItORNANO GLI AFFABULAtORI!

proprio questione d’abitudine!

L’aneddotica sulle false promes-

se dei politici riempirebbe un’en-

ciclopedia. E purtroppo, a dirla

tutta, ciò non accade solo in Ita-

lia, tanto che negli Usa, per

smascherarle, hanno perfino

inventato un gioco online: Real-

Scoop, replicato anche in Slo-

vacchia (lì si chiama Demago-

go). Ma sta di fatto che alle

nostre latitudini nessuno se ne

scusa, anche perché nessuno

chiede mai conto ai politici delle

loro bugie. Anzi, in Italia non si

definiscono bugie bensì giravol-

te di pensiero. E a giustificare

questa convinzione gli esperti

adducono tre ragioni sul perché

il politico nostrano mente.

Primo: il fattore culturale. Siamo

cattolici e la confessione monda

ogni peccato. Un bel perdono

non si nega mai a nessuno!

Anche se nel 1996 monsignor

Bettazzi era corso ai ripari per

fermare questo malvezzo:

aggiungere le balle elettorali alla

lista dei peccati. Non so se

avesse anche pensato per l'as-

soluzione di tali peccati l'assol-

vimento di tutte le promesse

elettorali fatte!

Secondo: il fattore umano.

Abbiamo una classe dirigente

immarcescibile, sicché l’impuni-

tà diventa un corollario dell’ina-

movibilità.

Terzo: il fattore giuridico. Non

perché se porti un politico in tri-

bunale, denunciandolo per non

aver rispettato quanto promes-

so, ci rimetti pure le spese lega-

li (ci sono delle sentenze del

2009 che parlano chiaro). No!

Perché il Porcellum premia le

menzogne di partito, castigando

chi sbatte in faccia la verità ai

capipartito.

E allora, cari affabulatori, con la

coerenza che Vi contraddistin-

gue, perché non approvate un

“Bugiardellum” come futura

legge elettorale!?! Così stareste

a posto anche con la coscienza!

E noi ce ne faremmo una ragio-

ne del vostro desolante compor-

tamento!

Donato Fabbrizio

... SEguE

DaLLa pRiMa paginaE AdESSO

IL

LAVORO

da parte dei padroni. La Lucania

è stata oggetto da secoli di guer-

riglie, assassini, giustizie som-

marie di soldati e civili. Spartaco

cade in Apulia nel 71 a. C, com-

battendo contro M. Licinio Cras-

so; i resti dell’esercito servile

sono battuti da Pompeo e fatti

prigionieri. La figura di Spartaco

anticipa di gran lunga quella del

brigante lucano, che combatte

contro i poteri forti che hanno da

sempre dominato questa remo-

ta provincia.

Questa terra è stata da sempre

oggetto di conquista e di domi-

nio già dai tempi dei romani, che

ci consideravano “infidi”, perché

veniva Pirro e ci alleavamo con

Pirro, veniva Annibale e ci allea-

vamo con Annibale, sempre

contro Roma. Non ne parliamo

poi delle continue dominazioni:

romani, bizantini, longobardi,

normanni, aragonesi, angioini,

spagnoli, francesi, fino agli ulti-

mi tempi, Borboni, piemontesi,

fascisti, repubblichini, pseudo-

cristiani ed infine da un Venten-

nio di regime democratico, che

succede ai precedenti Ventenni

delle ere fasciste, i demo-comu-

nisti.

Il brigantaggio era una protesta

popolare contro i padroni di que-

sta terra. Il conflitto tra cafoni e

galantuomini è la costante stori-

ca lucana, e non solo, del meri-

dione in genere: il più delle volte

i cafoni hanno abbandonato il

campo con l’emigrazione.

Anche i galantuomini sono parti-

ti per lontane mete e lì hanno

conservato il loro grado ed il loro

ordine. Eppure gli emigrati luca-

ni si sono fatti onore ed hanno

riscattato la loro condizione

sociale. I cafoni sono i figli dei

briganti!Oggi la Basilicata, il cui

nome, di origine bizantina, signi-

fica “terra dei re”, è diventata,

invece, la terra di nessuno.

Ci sono i nuovi e soliti padroni: i

massoni supercapitalisti che

sfruttano il nostro greggio, il

nostro gas, il nostro sottosuolo.

Questi sono i padroni economi-

ci. Sono quelli veri! A ridosso, ci

sono quelli politici, che sono

asserviti al Potere costituito, che

oramai, come sottolineava

anche Pier Paolo Pasolini, il

quale – non dimentichiamo – è

venuto apposta a Matera per

girare il suo capolavoro “Il Van-

gelo secondo Matteo”, è diven-

tato, dagli anni settanta a questa

parte centrale. Qui non è mai

esistita la Destra e la Sinistra.

Qui è esistito sempre un Potere

che è stato gestito da una clas-

se massonica che da Potenza

ha esercitato la sua potenza.

Vincenzo capodiferro

Direttivo Liberi e Forti di Basilicata

La Basilicata da “terra dei re”,

è diventata la terra di nessuno

Page 4: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

4 Venerdì 1 Novembre 2013

Sono di questi ultimi tempi i dati

relativi alla qualità degli Ospe-

dali Italiani che il Ministero della

Salute ha raccolto per il tramite

di Agenzie specializzate (Age-

nas) e che alcune riviste del set-

tore hanno reso pubblici.

Il fatto sconfortante nasce dalla

considerazione che l’8% dei

decessi verificatisi nei nosocomi

italiani poteva essere evitato.

La rivista specializzata FOCUS

Sanità ha messo in evidenza

che nei pazienti ricoverati per:

“infarto, angioplastica coronari-

ca preventiva,scompenso car-

diaco, bypass aorto-coronarico

valvuloplastica o sostituzione di

valvola, ictus, aneurisma del-

l'aorta addominale non rotto,

tumori al polmone, tumore

gastrico, tumore al colon retto e

al retto, frattura del collo del

femore e bronco pneumopatia

riacutizzata, l'8% è costituito da

mortalità evitabile solo

se alzassimo il livello medio

della qualità delle cure e dell'or-

ganizzazione sanitaria, dal

medico di famiglia all'equipe

ospedaliera.” (dati tratti da

Focus del Marzo 2013)

La Guida Salute di Focus offre

una mappa molto precisa atta a

valutare i reparti degli ospedali

migliori, stilando una tabella

riportante i dati ufficiali della

qualità delle cure per le patolo-

gie più comuni, tratti dallo studio

di oltre 10,5 milioni di ricoveri del

2011 per 7 milioni di pazienti in

1.483 strutture pubbliche e pri-

vate confrontati con i dati più

aggiornati del ministero della

Salute.

Le lacune della medicina lucanaLA PRIMA PARTE del fascicolo

tratta i ricoveri in ospedale per

patologie acute (infarto, ictus,

interventi di bypass aorto-coro-

narico, fratture di femore) e for-

nisce dati certi che consentono

a tutti i lettori di scegliere dove e

come farsi curare in base a

informazioni obiettive, ai suc-

cessi e ai fallimenti delle cure

prestate.

LA SECONDA PARTE dello

speciale è dedicata ai ricoveri

inutili, cioè quelli per patologie

curabili in ambulatorio, come

diabete, asma o influenza, che

non dovrebbero afferire in ospe-

dale se non in casi eccezionali.

Nel capitolo dedicato alla geria-

tria, vi sono suggerimenti per

scegliere la residenza più adat-

ta per i nostri anziani bisognosi

di assistenza, dato che in Italia

mancano ancora standard

nazionali di qualità. I controlli

sulle diverse strutture sono

effettuati con modalità diverse e

i dati non sono resi pubblici.

Dallo speciale emergono le

lacune della medicina del terri-

torio che spaziano dalla caren-

za di flessibilità negli orari degli

ambulatori pediatrici e della

medicina di base, alla mancan-

za di una vera prevenzione;

spiccano le pecche nella cura

degli anziani, come, per esem-

pio, nei casi di frattura del femo-

re, operati spesso con notevole

ritardo con esiti spesso fatali. E

ancora, l'altissimo numero di

parti cesarei praticati con eleva-

to rischio di mortalità della

madre. Poche donne sanno che

il cesareo comporta rischi molto

alti, e nonostante esso sia indi-

cato dall'Oms solo nel 10% dei

casi, in Italia supera il 27%.

Sulla base dei dati forniti dallo

studio si può rilevare che i primi

dieci migliori ospedali italiani,

secondo l’Agenas, sono:

1. San Raffaele, Milano -

2. Spedali Civili, Brescia -

3. Santi Antonio e Biagio,

alessandria - 4. Ospedale

A. Manzoni, Lecco - 5. Azienda

ospedaliera di perugia -

6. Poliambulanza, Brescia -

7. Fornaroli, Magenta -

8. Niguarda, Milano - 9. Alto

Chiascio, gubbio - 10. Santa

Maria del Carmine, Rovereto.

Esiste, inoltre, anche una clas-

sifica Agenas degli ospedali

peggiori:

1. Federico II, napoli - 2. Azien-

da ospedaliera G. Martino,

Messina - 3. Azienda ospedalie-

ra dei Colli Aminei P. Monaldi,

napoli - 4. San Filippo Neri,

Roma - 5. Azienda universitaria

policlinico, napoli - 6. Stabili-

mento ospedaliero di Venere,

Bari - 7. Presidio ospedaliero

San Rocco, caserta - 8. San-

t’Anna, Pomezia - 9. Ospedale

della Val di Chiana - 10. San-

t’Anna e Sebastiano, caserta.

L’Agenas ha analizzato gli ospe-

dali d’Italia sulla base di un

grande numero di indicatori. Se

ne contano 47: si va dalla morta-

lità a 30 giorni dal ricovero, alla

frequenza dei parti cesarei, al

numero degli infarti. I risultati del

“Programma nazionale esiti

2012”, comunque, sono in qual-

che modo influenzati da alcuni

parametri che non dipendono

dalla qualità degli istituti – alme-

no stando a una critica avanza-

ta da Paolo Del Bufalo de Il Sole

24 Ore. La classifica, dunque,

va presa con un po’ di cautela.

Un parametro, infatti, in grado di

distorcere i risultati dello studio,

è la dimensione degli ospedali.

È normale, infatti, che gli istituti

grandi, che raccolgono utenze

di città molto popolate o di pro-

vince intere, si producano in

performance più negative; sono

gli ospedali maggiori ad affron-

tare i casi più gravi, con progno-

si riservate o a scadenza più

lunga.

L’Agenas ha comunque cercato

di ovviare a queste difficoltà di

analisi, aggiustando per quanto

possibile i risultati.

SITUAzIONE

DELL’AzIENDA

OSPEDALIERA

SAN CARLO

DI POTENzA

Il nostro Ospedale per eccellen-

za non se la cava malissimo nel-

l’ambito dello studio del Ministe-

ro della Salute, ma nemmeno

eccelle, se è vero il notevole

flusso migratorio in uscita verso

altre Regioni.

Le ragioni di questo “limbo”

vanno ricercate in fattori che

riguardano specificamente alcu-

ni parametri importanti:

- La mancata specializzazio-

ne. Il nostro ospedale non è da

considerarsi di eccellenza in

quanto non primeggia in alcuna

grande specificità, come in pas-

sato, ad esempio, con la Cardio-

chirurgia, ma, ai pochi grandi

interventi, si associano molti

ricoveri per patologie minori il

cui peso statistico è insignifican-

te e che dovrebbero essere trat-

tati negli ospedali minori e/o sul

territorio;

- La poca dimestichezza

all’apertura al territorio.

L’Ospedale San Carlo resta

arroccato nella sua dimensione

ospedaliera senza alcuna

necessaria partecipazione alle

cure territoriali in qualità di par-

tner dell’Azienda Sanitaria. Ciò

comporta impoverimento sia per

l’uno che per l’altra dal punto di

vista della qualità e dell’intensità

delle cure.

- La migrazione sanitaria in

uscita. Punto dolentissimo della

politica ospedaliera nostrana. La

fiducia percepita dagli utenti nei

confronti dell’Istituzione Ospe-

daliera è ai minimi storici e non

vengono adottate le strategie

necessarie ad invertire il trend.

Mancano i nomi eccellenti

necessari non solo a conquista-

re la fiducia dell’utenza nostra-

na ma anche ad attirare i flussi

migratori in entrata da parte

delle regioni limitrofe.

Scopo della politica sanitaria

regionale dovrebbe essere quel-

la di risanare i bilanci della sani-

tà lucana con interventi mirati a

tagliare le attività improduttive e

investire in quelle altamente

remunerative in termini di quali-

tà delle cure e di alta specializ-

zazione con conseguente, inevi-

tabile, ritorno in termini di imma-

gine.

ciro Romano

Dopo le lunghe discussioni tra

Veneto e Liguria in merito

all’erogazione della terza tran-

che di bonus idrocarburi spet-

tanti agli automobilisti lucani, si

è finalmente giunti alla conclu-

sione.

La terza erogazione annuale

sarà adesso di soli 30 euro,

spettanti agli automobilisti luca-

ni e non 140 euro come previsto

prima che Veneto e Liguria

facessero ricorso al Consiglio di

Stato, riportando a casa una

lauta vittoria.

Ma facciamo un passo indietro

giusto per schiarire le idee.

In Italia la regione Basilicata

possiede il maggiore e produtti-

vo giacimento petrolifero, preci-

samente in Val d’Agri, e rappre-

senta il più grande dell’Europa

continentale, posizionandosi al

quarto posto fra i paesi europei

produttori di petrolio e 49º come

produttore mondiale di petrolio

per quantità (0,1% sul totale

della produzione mondiale).

Da qui si può evincere che nelle

due regioni del Nord non si pro-

ducono assolutamente idrocar-

buri, ma in Veneto e Liguria

sono soltanto ospitati impianti di

rigassificazione.

Sono stati stanziati circa

79 milioni di euro,oltre 70 dei

quali sono royalty che le compa-

gnie petrolifere (Eni e Shell)

hanno versato allo Stato per le

attività di produzione di idrocar-

buri della Val d’Agri.

Il resto dei fondi si riferiscono

alle royalty versate per le attivi-

tà estrattive di Piemonte, Puglia,

Calabria, Emilia Romagna, Moli-

se e Marche.

Cosa accade dunque?

Semplice. I soldi che dovevano

essere destinati ai 319 mila

patentati Lucani, adesso,

andranno divisi anche con le

regioni del Nord che, ricordia-

mo, non possiedono impianti di

idrocarburi ma soltanto impianti

di rigassificazione, quindi il Nord

non solo non mette soldi ma li

guadagna direttamente allun-

gando le mani sull’oro nero della

piccola regione del Sud.

L’assessore regionale al bilancio

della regione Veneto Roberto

Ciambetti si vede soddisfatto del

trionfo che porterà poco meno di

trenta euro ai suoi concittadini,

ovviamente tutto questo senza

avere minimamente il pensiero

di vedere la propria terra inqui-

nata e maltrattata dalle royalty

che da anni marciano e inquina-

no i territori e le falde acquifere

Lucane.

I leghisti erano quelli che soven-

te amavano ripetere uno slogan:

‘Il Sud ruba i soldi del Nord’.

Beh, forse è ora di riflettere.

carla Bottiglieri

Appena trenta euro il bonus idrocarburi

per gli automobilisti Lucani

Page 5: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

5Venerdì 1 Novembre 2013

In un periodo di profonda crisieconomica che abbraccia tutti isettori produttivi ci si chiede cosafare per creare reddito e capitaleche possa rilanciare l’economiadel Paese. L’agricoltura risultaforse l’unico settore in cui gliimprenditori possono ancora pen-sare di investire ma molti sono iproblemi da affrontare e per la loroefficace risoluzione è necessarioun duro lavoro sia da parte deglioperatori agricoli che della pubbli-ca amministrazione.Oggi l’azienda agraria ha oramaiperso la sua autosufficienza pro-duttiva in quanto l’agricoltore chelavora, in particolare nell’ambitodell’agricoltura convenzionale, èsempre più costretto ad acquista-re una serie di fattori produttivi (es.sementi e/o piantine, concimi chi-mici e preparati fitosanitari) ritenu-ti indispensabili per ottenerebuone produzioni quanti-qualitati-ve ma in pratica non è così. Ora-mai, l’uso di piante geneticamenteselezionate, che non possiedonopiù i caratteri di rusticità, determi-na oltre la loro minore tolleranzaagli stress abiotici (es. eccessi dicaldo, carenza idrica, ecc.) anchela loro notevole suscettibilità agliattacchi di una serie di parassiti ilcui controllo è oneroso e moltospesso inefficace. L’uso incontrol-lato della concimazione chimica,inoltre, ha determinato sempre piùla mineralizzazione del suolo cheha perso non solo la sua fertilitànutrizionale ma, cosa più impor-tante, la sua vitalità. A tali aspettinegativi si devono aggiungerequelli indiretti che consistono sem-pre più nell’incremento della con-taminazione dell’ambiente e deglistessi prodotti agricoli da parte deiresidui chimici che riducono note-volmente sia la biodiversità del-l’ecosistema che la genuinità deglistessi prodotti.L’imprenditore agricolo impegna laquasi totalità del suo tempo negli

adempimenti burocratici venendosempre più distratto da ciò cherealmente avviene nei suoi campie stalle. Tutto viene visto oramaiin modo strettamente meccanici-stico: l’imprenditore crede chesolo combinando nel modo miglio-re i tasselli che compongono lasua attività produttiva potrà otte-nere i risultati sperati, ma in talecredo si dimentica di considerare ilfattore produttivo primario e cioèl’essenza vitale che impregnatutto ciò che lo circonda e chedeve essere rispettata e alimenta-ta.Come affermava Rudolf Steineruna azienda agricola sana devepoter generare in se stessa tuttoquanto essa richiede o almenoavvicinarsi il più possibile a taleideale. È chiaro che alla base del-l’agricoltura vi è il terreno agricoloche ha in sé una certa vita chedeve essere continuamente incre-mentata. Solo se il terreno agrico-lo viene continuamente vivificatopotrà permettere all’azienda di eli-minare o notevolmente ridurrel’uso di concimi e fitofarmaci conriflessi nettamente positivi sullasua produttività. Quindi, consiglioagli agricoltori di rispettare il leta-me per la sua energia vitale, laquale è disponibile solo dopo unopportuno compostaggio, e diconsiderarlo non un problema, acausa del suo smaltimento, mauna risorsa. Nelle situazioni disovrabbondanza, infatti, si potràrivalutarlo rendendolo disponibilea chi non ne possiede o utilizzarloper la produzione di energia rinno-vabile (es. tramite impianti di bio-gassificazione aziendali o meglioconsortili) utile per il bilancio ener-getico-economico dell’aziendaagraria.Comunque, resta da considerareche per un rilancio dell’agricolturasi devono risolvere tanti altri pro-blemi di competenza extra azien-dale. Una forte riduzione del cari-

co burocratico aiuterebbe nonpoco il rilancio dell’agricoltura.L’agricoltore, infatti, avrebbe piùtempo da dedicare alla risoluzio-ne dei problemi tecnico-produttivie ciò favorirebbe anche l’iniziativae lo sviluppo delle idee dei privati.La tassazione della produttivitàagricola, inoltre, ha raggiunto livel-li non più sostenibili e credo siaora che essa venga notevolmenteridotta, sia per favorire le iniziativedei giovani imprenditori che siaccingono ad investire in agricol-tura e sia per incentivare l’assun-zione di nuovi operai agricoli. Ilmiglioramento delle infrastrutturestradali e ferroviarie ma anchel’eliminazione dell’inefficienza deiservizi di distribuzione dell’acquaper l’irrigazione dei campi ridur-rebbero notevolmente i costi diproduzione delle imprese agrico-le. Il potenziamento della ricercatecnico-scientifica e l’educazionedegli imprenditori al lavoro di grup-po, anche attraverso bandi pubbli-ci che premiano le attività associa-tive, potranno da un lato individua-re le soluzioni tecniche innovativeadatte agli operatori e formare gliimprenditori e i tecnici del settoreanche attraverso il coinvolgimen-to di aziende private, sperimentalie dimostrative e dall’altro permet-tere la costituzione di associazio-ni e/o consorzi che risultano indi-spensabili nel caso della valoriz-zazione e tutela dei prodotti tipici.

Dott. pietro Lo cantore

Agronomo e Dottore di Ricerca

in “Biologia Applicata”

Scuola di Scienze Agrarie,

Forestali, Alimentari ed Ambientali

Università degli Studi della Basilicata

L’ambiente è un argomento chenon conosce confini, né fisici népolitico-istituzionali. Non a casoinfatti a partire dagli anni Settantala questione dell’ambiente è dive-nuta una competenza dellaComunità/Unione europea che, inquanto organismo sovranaziona-le, può indirizzare le proprie diret-tive a tutti i suoi membri e garan-tirne dunque il rispetto e l’applica-zione su tutto il suo territorio. La politica ambientale europea,seppur centrata specificatamente

Giornate europee 2014, II Edizione

Educazione ambientale e sviluppo sostenibileUn’occasione da non perdere per i Comuni Lucani

sull’ambiente e le tematiche adesso legate - acqua, risorse rinno-vabili, gestione dei rifiuti, cambia-mento climatico, ecc. - è allo stes-so tempo una politica orizzontale,nel senso che le norme sull’am-biente sono presenti in tutte lepolitiche dell’UE, da quella indu-striale a quella agricola, passan-do per quella commerciale eregionale. Inoltre, con il Trattato diLisbona (2009) lo sviluppo soste-nibile non è più solo un obiettivoma è divenuto uno dei valori fon-

damentali su cui si fonda l’azione

dell’Unione europea e ciò è

emblematico dell’importanza che

destina al tema ambientale.

In Basilicata come altrove que-

st’ultimo rappresenta una priorità

per i decisori politici ed un diritto

ed un impegno civile per i cittadi-

ni. Negli ultimi tempi sono aumen-tati i vari comitati per la tutela del-l’ambiente, i movimenti e le asso-ciazioni che lottano per la difesadel nostro territorio. Ovviamentele attività di estrazione petrolifera,sempre più compromettenti per ilterritorio lucano, sono le principa-li “ispiratrici” della crescente atten-zione di questa tematica da partedei cittadini. Ma non bisognadimenticare anche i vari incidenticausati nella nostra Regione daidissesti idrogeologici e dalla man-cata cura e prevenzione ambien-tale. Le istituzioni e gli enti, regio-nali e locali, non potendo ignoraretutto ciò hanno dunque anch’essirafforzato il proprio impegno inquesto senso. Molte sono le ini-ziative realizzate anche grazie ein virtù dei fondi provenienti dal-l’UE che, oltre ad affiancare le ini-ziative nazionali e regionali conproprie indicazioni legislative, for-nisce anche gli strumenti e lerisorse per sostenere non solo lacura dell’ambiente ma anche perpromuoverne la tutela e il rispet-to, attraverso soprattutto l’educa-zione ambientale.In virtù di ciò appare particolar-mente interessante segnalareun’importante iniziativa che

Per il rilancio dell'economia regionale

UNA NUOVA POLItICA AGRICOLA

potrebbe trovare nella Basilicataun contesto idoneo ad ospitarla.Nel secondo semestre del 2014l’Italia accoglierà la seconda edi-zione delle “Giornate europee del-l’educazione ambientale e allosviluppo sostenibile”. Si tratta diun’iniziativa promossa dal WEEC,World Environmental EducationCongress, nel corso della quale sidibatterà e si scambierannobuone pratiche sull’educazione acomportamenti rispettosi dell’am-biente. A tal fine è stato lanciatoun appello aperto a tutti gli enti ele città italiane per ospitare l’even-to. Questi ultimi hanno tempo finoal 31 ottobre prossimo per pre-sentare la propria candidaturacome sede dell’iniziativa. I sog-getti interessati a candidarsi pos-sono contattare la segreteriaorganizzativa all’indirizzo mail:secretar [email protected]. Per le città e glienti lucani sarebbe un onore ospi-tare tale evento ma anche un ulte-riore segnale dell’attenzioneverso l’ambiente e la sua preser-vazione, a tutela dei cittadini maanche di un patrimonio che rap-presenta una delle maggiori ric-chezze della nostra Regione.Perciò, candidiamoci!!!

Silvia Sassano

Page 6: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

6 Venerdì 1 Novembre 2013

ALZA LA VOCE

La paRoLa ai cittaDiniStAZIONE

dEGLI AUtOBUS

“PARCHEGGIO REGIONE”

MANCANO

FINANCHE I BAGNI

te. Al parcheggio della Regio-

ne, riservata agli autobus di

linea, non vi è neanche

un’ombra di un servizio. Man-

cano addirittura i bagni sia per

l'utenza che per gli addetti.

Siamo circa 50 autisti di linea

provenienti dall'intera provin-

cia-regione costretti a chiede-

re la cortesia ai bar nelle vici-

nanze addirittura per fare la

pipì. Autisti che sostano

mediamente dalla quattro alle

sei ore antimeridiane tutti i

giorni. Senza parlare del-

l'utenza che si aggira intorno

alle 300 unità al giorno.

... SEguE

DaLLa pRiMa pagina

Piazzale della Regione, nuova area sosta per gli autobus di linea.

Assenza totale di servizi igienici, poca organizzazione.

Le saremmo grati se volesse

sensibilizzare chi di dovere a

porre fine a questa situazione

incresciosa ed indecente.

Grazie e complimenti per il

giornale che leggiamo con

interesse perché oltre alla

denuncia dei fatti che avven-

gono nella nostra regione fate

sempre delle proposte concre-

te.

R.D.

Foto a cura di Lucia Logiodice

NON CI REStA

CHE RItORNARE A ZAPPARE!Un popolo venduto ai suoi mercanti.

Risorge il neolatifondismo rurale

dei nuovi feudatari: i burocrati del Partito-RegioneLa peste della miseria si sta di

nuovo aggirando tra le nostre

famiglie e nelle nostre case,

come maleodorante olezzo di

una cloaca rotta a cielo aperto.

Quando un uomo non ha lavoro

o ha perso quello che ha, ha

perso anche la sua dignità.

La persona è calpestata ed è

costretta verso lidi lontani.

Ma dove andare oggi? Neppure

l'emigrazione assicura più un

futuro certo e questi lidi posso-

no trasformarsi in naufragi di

speranze, come quelli che rac-

coglie la romita Lampedusa.

Eppure questa terra è ricca!

Ma chi si arricchisce del paradi-

so perduto? Del petrolio, dell'ac-

qua, del gas?

Sono i nuovi Signori Mondiali,

che riversano le loro parche ele-

mosine nelle tuniche dei baroni

locali. Questi supercapitalisti

europei e globali, massoni, e

plutocrazie multinazionali e plu-

rinazionali vogliono asservire il

mondo intero.

Il popolo, invece, è povero.

È stato sempre povero.

Un tempo c'era il ceto medio

che equilibrava gli abissi del

cielo ricco e della terra povera.

Adesso non c'è più.

Prima si reclamava la demolizio-

ne dei recinti, la spartizione

delle terre. Oggi il supercapitali-

smo europeo ha distrutto la

nostra Civiltà Contadina, dopo i

tanti lauti riposi ventennali che

hanno arricchito i possidenti ed i

loro figli senza far nulla. Ci resta

solo il museo di Aliano, confino

dei Cristi banditi. E di nuovo

risorge il neolatifondismo rurale

dei nuovi feudatari: i burocrati

del Partito-Regione. E i nuovi

cafoni, la povera gente, di

nuovo,

in silen-

z i o ,

muoio-

no di fa-

me.

Lo vedi

dalle par-

che mense

e dalle

m a m m e

operose che non possono più

mandare i figli a scuola.

Tra poco tutto chiuderà. E questi

castelli in aria, fondati solo sul

terziario, sui servizi, stanno

cadendo. Tutti i politici che

governeranno questa terra,

chiunque essi siano, abbiano a

cuore questa piaga, che di

nuovo dilaga per le nostre terre.

Essi, dopo tanti anni di benesta-

re, forse hanno dimenticato le

loro umili origini di pastori ed

agricoltori. Tutti siamo figli di

pastori e di zappatori. Ed il

popolo, invece, corrotto per più

di venti anni dai falsi lumi del

materialismo, del consumismo e

dell'individualismo, torni ai valo-

ri della solidarietà e dell'amor

fraterno, come quando nei vici-

nati ci si scambiava il tozzo di

pane e l'aglio. Non si lasci

ammaliare dalle false promesse

dei falsi profeti. La povertà può

essere un'occasione di grande

crescita spirituale, perché il

popolo si è venduto. Ha votato i

suoi mercanti per più di venti

anni. Ma adesso i mercanti non

hanno più soldi. Un antico pro-

verbio diceva: mercanti e porci,

pesali dopo morti. Ma costoro

non hanno lasciato nulla, tutto

hanno distrutto nel tarlo dell'ava-

rizia e della cupidigia. Essi sono

come quegli ebrei di dura cervi-

ce che Dio per punizione fece

vagare per quarant'anni nel

deserto! È questo il senso che

dobbiamo dare a questa crisi.

Ognuno, come affermava

Smith, attraverso la luce della

natura e della ragione faccia ciò

che gli giova di più. Il vantaggio

di ciascuno in particolare, sarà il

vantaggio di tutti. Chi con il pro-

prio lavoro si appropria di una

terra non diminuisce, aumenta

anzi le risorse comuni del gene-

re umano. La felicità non consi-

ste nel godere dei più grandi

piaceri, ma nel possedere il

necessario per produrre il piace-

re, che come diceva Epicuro, è

naturale, nulla più!

È opportuno allora che i giovani

tornino all'agricoltura ed alla

pastorizia, risorse che da secoli

e secoli hanno mantenuto gene-

razioni e generazioni di lucani.

Oggi queste risorse sono state

usurpate in nome di un progres-

so mancato.

Ritornare alla

terra! Questo

deve essere il

nostro motto

ed anche il

nostro scopo

p r o s s i m o ,

poiché dalla

terra viene

tutto.

c.V.

Page 7: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

7Venerdì 1 Novembre 2013

La legge di conversione del

decreto Energia, D.L. 63 del 4

giugno 2013 convertito in Legge

n. 90 del 3 agosto 2013, ha con-

fermato l'ampliamento delle

detrazioni fiscali per le ristruttu-

razioni edilizie e gli interventi di

risparmio energetico, rispettiva-

mente dal 50 e del 65% fino al

31.12.2013.

Inoltre ha elevato dal 50 al 65%

anche la detrazione per l'ade-

guamento sismico degli immobi-

li adibiti ad abitazione principale

o ad attività produttiva situate

nelle zone sismiche ad alto

rischio.

La detrazione Irpef sulle spese

sostenute per gli interventi di

recupero del patrimonio edilizia

è stato incrementato dal 36 al

50% dal D.L. 83/2012, che ha

anche aumentato il tetto massi-

mo agevolabile a 96.000 euro

per unità immobiliare, per le

spese sostenute fino al

31.12.2013

Dal 1° gennaio 2014, pertanto,

la detrazione tornerà sul limite

massimo di 48.000 euro.

Con la conversione in Legge

98/2013 del D.L. 69/2013 sono

state introdotte alcune modifiche

all'art. Del TUE (DPR380/2001).

Le modifiche sono incluse nel-

l'art. 30, comma 1, lett. a) del

D.L. 69/2013 e sono entrate in

vigore dal 21.08.2013; pertanto,

le detrazioni del 36 e del 50%

sulle ristrutturazioni edilizie del

55-65% sul risparmio energeti-

co possono essere utilizzate

anche per la demolizione di un

fabbricato, seguita dalla sua

ricostruzione con la stessa volu-

metria, senza che sia rispettata

la stessa sagoma preesistente,

con semplice SCIA.

L'agevolazione si estende

anche agli edifici eventualmen-

te crollati o demoliti, purché sia

possibile accertarne la preesi-

stente consistenza, attraverso la

loro ricostruzione.

La predetta agevolazione viene

riconosciuta solo per gli edifici

realizzati legittimamente, non è

consentita la ricostruzione di

edifici abusivi costruiti in viola-

zione della disciplina urbanisti-

ca.

Si ricorda che, nell'utilizzo degli

incentivi, non è possibile usu-

fruire dell'IVA al 4% (sebbene la

nuova abitazione abbia i requi-

sisti di “prima casa” in quanto si

passa da nuova costruzione e

ristrutturazione edilizia, occorre,

di conseguenza, applicare l'ali-

quota IVA del 10%.

Si evidenzia che devono,

comunque, essere rispettati i

seguenti due requisisti: stessa

volumetria e stessa destinazio-

ne d'uso.

geom. pasqualino Laviano

Componente Direttivo Nazionale

UNITEL

(Associazione Nazionale

Tecnici Enti Locali)

Proroga a tutto il 2014 delle detrazioni 65 e 50% sulla ristrutturazione delle case.

Anche mobili ed elettrodomestici!

detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie

PERIODO

DI SOSTENIMENTO

DELLA SPESA

DETRAzIONI RIPARTIzIONETETTO MAX

DI SPESA

01.01.2012 – 25.06.2012 36,00% 10 rate annuali € 48.000,00

26.06.2012 – 31.12.2013 50,00% 10 rate annuali € 96.000,00

01.01.2014 in poi 36,00% 10 rate annuali € 48.000,00

NORMATIVA

EDILIzIA

sino al 20.08.2013 dal 21.08.2013

Art. 3, comma 1,

lett. d) DPR

380/2001

Ristrutturazione edilizia: demolizio-

ne e ricostruzione con stessa volu-

metria e sagoma preesistente.

Ristrutturazione edilizia: demoli-

zione e ricostruzione con stessa

volumetria.

A g e v o l a z i o n e

del 50 – 65%

Per accedere alle agevolazioni

occorre rispettare la stessa volume-

tria e sagoma preesistente.

Per accedere alle agevolazioni

occorre rispettare la stessa volume-

tria ma non la sagoma del preesi-

stente.

Aliquota IVA IVA del 10%, ridotta al 4% se

“prima casa”

IVA del 10%

... SEguE

DaLLa pRiMa pagina

degli anni 30 che prevedevano

la “purificazione della razza” per

mezzo della eliminazione degli

individui impuri.

Non voglio parafrasare l’articolo

né commentare la pochezza

delle argomentazioni di coloro

che cercano di dipingere l’ope-

razione danese con tinte meno

fosche. Ugualmente, non voglio

lasciarmi andare a derive mora-

listiche o a facili denigrazioni del

popolo danese il quale, per quel

che ho visto io, è composto da

gente civilissima, gentile e per

bene.

Il dato di fatto è che la cultura

europea ci sta portando in que-

sta direzione e noi tutti, se

vogliamo effettuare una resi-

stenza efficace, dobbiamo com-

prendere cosa sta accadendo.

I down danesi non stanno

venendo sterminati per debella-

re una malattia (anche perché,

per quanto ne so, i down sono

quasi sempre figli di persone

sane): stanno venendo invece

abortiti per rimuovere dalla

PER UNA POLItICA SENZA VALORI:

L’UOMO UGUALE ALLE BEStIEsocietà una categoria di perso-

ne quasi sicuramente “improdut-

tive”.

Vi porto subito dove vi volevo

portare: per l’aristocrazia finan-

ziaria, noi siamo bestiame.

Il bestiame si nutre unicamente

se serve a produrre un utile

maggiore di quello necessario a

tenerlo in vita.

Gli handicappati (ed i ragazzi

down in particolare) assorbono

normalmente più risorse di

quante non ne generino e, di

conseguenza, è più conveniente

eliminarli.

L’eliminazione degli handicap-

pati è un’operazione complessa

in quanto è difficile inquadrare

quell’atto nell’estetica buonista

del politicamente corretto.

Ci stanno lavorando. Più preci-

samente stanno facendo volen-

terose campagne a favore del-

l’eutanasia.

Per il momento, però, sembra

che i risultati siano limitati.

Per quanto riguarda i down,

invece, è stato trovato un’esca-

motage interessante. Si identifi-

cano alcuni esseri umani con la

loro malattia. Si sostiene che,

senza di loro, la malattia non

sussisterebbe.

Conseguentemente, diviene eti-

camente accettabile eliminarli

sostenendo che, in fondo, si

tratta di vittime di una guerra per

la salute della popolazione. Si

cerca quindi di eliminarle prima

che siano abbastanza grandi da

opporsi con efficacia.

Non illudetevi: il fatto che si

ricorra all’aborto non mette al

sicuro le persone che sono già

nate.Allo stesso modo, non

mette al sicuro voi che credete

di essere sani. Chiunque cono-

sca un minimo di storia e di

sociologia può infatti confermar-

ci che tutti gli stati, compresi

quelli definiti democratici, deli-

berano normalmente la morte

dei loro cittadini.

Cittadini muoiono perché sono

soldati, poliziotti o pompieri. Cit-

tadini muoiono perché sono ter-

roristi e delinquenti. Cittadini

muoiono perché sono troppo

deboli e malati per essere aiuta-

ti. Cittadini muoiono perché non

ci sono i soldi per garantire la

loro sicurezza sul lavoro. Ciò

che varia è la posta in gioco per

cui viene deliberata questa deci-

sione. A volte, si accetta che

servi dello stato offrano le loro

vite per salvarne altre. Nel caso

diametralmente opposto si sop-

prime un poveraccio per spartir-

sene le spoglie. Questa “norma-

lità” che caratterizza l’omicidio di

stato deve darci assolutamente

da pensare.

Quanto sta succedendo in Dani-

marca, infatti, non è un inciden-

te. Si tratta invece di un prece-

dente che fa tendenza ed un

sintomo di quanto sta accaden-

do in Europa. I bambini down

stanno venendo soppressi per il

fatto che la cultura europea ha

rimosso il dogma civico che

imponeva di considerare la per-

dita di ogni singola vita come

una catastrofe. Si è introdotto

così il mito dell’efficienza econo-

mica che fagocita esseri umani

al solo scopo di massimizzare la

produzione di ricchezze. Chi

inceppa gli ingranaggi diviene

una scocciatura da identificare,

rimuovere e rifiutare. Dato che si

tratta di esseri umani, per ora,

non se la sono sentita di propor-

re un’eliminazione diretta.

E’ stata così introdotta la sop-

pressione degli “inetti” da realiz-

zarsi “per semplice abbandono”.

Il disoccupato diventa un fannul-

lone. L’handicappato diventa un

untore. Il cittadino diventa un

corrotto. E tutti quanti diventano

un ostacolo per l’efficienza dello

stato. E l’efficienza è la capacità

dello stato di “pagare i suoi debi-

ti” e cioè far guadagnare denaro

all’aristocrazia finanziaria.

Per questo motivo, salvare i

down è solo un primo passo nel

percorso necessari a salvare noi

stessi. Tutti noi, infatti, prima o

poi diverremo “inetti” ed, in quel

momento, personalmente prefe-

rirei trovarmi in una società che

ritenga la vita umana infinita-

mente più preziosa delle risorse

necessarie a mantenerla.

aurelio pace

Page 8: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

8 Venerdì 1 Novembre 2013

Il titolo è forte, un po' estremiz-zato, ma la sostanza ci è moltovicina. Sui social, un genitore hafatto una sintesi concreta: «cistai dicendo che per noi genito-ri con la 104 (cioè con figli disa-bili gravi) al posto del pre-pen-sionamento di 5 anni di cui sidiscute da decenni, toccheran-no cinque anni di lavoro in piùrispetto a tutti gli altri?!? Non c'èmai limite alle assurdità su que-sto tema».C’è da non crederci, per la pale-se ingiustizia della misura, ma èproprio così. Andiamo per gradi.La riforma Fornero ha introdottola "pensione anticipata", stabi-lendo che per andare in pensio-ne prima dell’età anagrafica pre-vista (in questo momento 66anni e tre mesi per gli uomini eun minimo di 62 e tre mesi perle donne) servono (nel 2013) 42anni più 2 mesi di contributi ver-sati per gli uomini e 41 più 2mesi per le donne. La riformaprevede anche che chi fa richie-sta di questa pensione anticipa-ta - che prevede comunque unconsistente requisito contributi-vo - prima dei 62 anni avrà unapenalizzazione dell'1 o del 2% a

seconda dei casi. nel conteg-

gio di questi anni entrano

però - questa è la novità - solo

i giorni «effettivamente lavo-

rati» e non quelli coperti da

contributi figurativi, fatta

eccezione per infortuni,

malattia, servizio di leva e

maternità obbligatoria.

Di fatto chi si presenta allo spor-tello Inps si sente dire che i gior-ni in cui un lavoratore è statoassente per permessi retribuitiper motivi familiari, lutto, dirittoallo studio, donazione del san-gue, sciopero non sono "buoni".Volgare e antipatico, ma i giornisi conteranno in unità o decine.Ma non solo. L’enormità della cosa arriva

qui: non valgono nemmeno i

giorni di assenza per la legge

104/1992 (che riconosce per-

messi retribuiti per l’assisten-

za di un figlio disabile) e addi-

rittura il congedo parentale

(ex maternità facoltativa).

Si tratta di 180 giorni a figlio nelcaso del congedo parentale e di3 giorni al mese nel caso della104 (più il congedo straordinariodi due anni), che in una vita dagenitore di figlio disabile diven-

tano un pesante pacchetto. Se nel computo dei 42 e rotti

anni ci sono delle giornate

così, coperte solo da contri-

buti figurativi, scatta la decur-

tazione dell'assegno (dell'1%

o del 2%, a seconda dei

casi): l'alternativa è una sola,

restare al lavoro per recupera-

re i giorni mancanti (le informazioni più tecniche suhttp://www.vita.it/politica/leggi-norme/in-pensione-con-la-104-s - m a - c o n - u n - a s s e g n o -ridotto.html).carlo giacobini, il direttore diHandyLex, è uno dei più grandiesperti in Italia di diritti e perso-ne con disabilità ed è stato ilprimo in assoluto a sollevare laquestione.Quella che circola è un'inter-

pretazione, un timore, o è pro-

prio vero? Scusi la domanda,

ma suona talmente assurdo…

È vero e non dipende dall’Inps.È scritto nero su bianco nellanorma della manovra Fornero,legge 214 del 2011, articolo 24combinata con art. 14 dellalegge 14 del 24 febbraio 2012.Quei 42 anni e 2 mesi devonoriferirsi a lavoro effettivamente

prestato, eccezionalmente sonoconteggiate come lavoro presta-to le assenze per malattia,maternità obbligatoria, infortu-nio, servizio di leva. Tutto il restoè fuori.come mai la questione viene

a galla solo ora?

L’avevamo segnalato già nel2011, ma in quel momento lasituazione politica era tale chenon si è riusciti a portare l’atten-zione su questo tema come sualtri, altrettanto delicati. La manovra Fornero comunquesi è perfezionata solo a luglio equindi con le prime persone chestanno andando in pensionecon quelle regole la situazione èesplosa.per un genitore con un figlio

disabile, concretamente le

nuove regole cosa comporta-

no?

Questo significa che chi ha frui-to di due anni di congedo dovràlavorare due anni in più permaturare quel diritto. Se non lo fa incorre in penaliz-zazioni di trattamento. Facciamoi conti, la legge 104 dà diritto atre giorni al mese di assenza,che fanno 30 all’anno: questo

significa che il padre di unragazzo con disabilità che oggiha 60 anni e per 20 anni ha usu-fruito dei permessi lavorativimensili, dovrà rimanere in servi-zio due anni in più. Una beffa:quello che era ipotizzato comeun aiuto, alla fine della fieravene fatto pesantemente ripa-gare.tra le famiglie c’è grande

disorientamento. come vi

muoverete ora?

Solo un intervento normativopotrà sanare questa situazione,non c’è altra strada. Tecnica-mente è molto semplice, bastaaggiungere alla legge un perio-do che include i permessi per lalegge 104 e i congedi parentalifra le eccezioni. Il vero nodo daaffrontare sarà quello dellacopertura. È una questione eminentemen-te politica. Noi stiamo già predi-sponendo una proposta di leggeda presentare, ma deve esserciun gruppo trasversale di parla-mentari che poi se ne facciacarico in Parlamento.

(* da "Vita.it -

La politica al di là delle parole")

Hai un figlio disabile? Non vai in pensionedi Sara de Carli *

Con la riforma Fornero i permessi goduti con la legge 104

e la maternità facoltativa non vengono "conteggiati" ai fini pensionistici.

Carlo Giacobini spiega l'assurdità di questa norma,

«che si può cambiare solo con una nuova legge»

APPROPRIAZIONE INDEBITA

Molto intensa e suggestiva si

ostenta la mostra dell’artista

lucano Felice Lovisco, la

quale si staglia dal 23 set-

tembre al 5 novembre del

2013 presso la Galleria Civi-

ca Largo Pignatari a Poten-

za. La mostra è stata inaugu-

rata lunedì 23 settembre alle

ore 17.00, nell’ambito del-

l’anno di fede 2012-2013, ed

è stata curata da don Vito

Telesca. Sono intervenuti il

Vescovo di Potenza mons.

Agostino Superbo, il critico

d’arte prof. Gaetano Mongel-

li, il Pres. dott. Vito De Filip-

po, il sindaco ing. Vito Santar-

siero. Il tema della luce forte ed

intensa, nelle sue molteplici e

svariate sfumature che si perdo-

no nei meandri delle bande dei

colori, attraversa tutte le pale di

Lovisco, apribili come quelle del

‘300, e ripercorre in un abbaglio

di arte sacra tutti i momenti

salienti del dramma umano di

Dio, il Cristo sconosciuto. Si trat-

ta di sette trittici, oltre a bozzetti

minori ed opere scultoree, di cui

sei sono stati realizzati tra il

2011 ed il 2012, mentre il primo

che tratta dell’annunciazione è

stato realizzato nel 2003. Don

Vito Telesca da sempre ed in

particolare da quando rivestiva

la carica di rettore del Semina-

rio minore di Viale Marconi, ha

accolto innumerevoli artisti, di

cui ha saputo, qual novello

Mecenate, valorizzarne i talenti.

Così scrive di Felice, nel catalo-

go approntato all’uopo della

mostra, edito da Moles nel

2013: In questo tempo della dis-

soluzione e del nascondimento

del volto di Dio che ha fatto

anche capolino nell’arte religio-

sa commissionata per la nuova

edilizia sacra e nei nove leziona-

ri in questo ultimo ventennio,

Felice Lovisco rafforza con que-

ste opere la sua presenza nel

panorama nazionale, nella

duplice versione pittorica e scul-

torea, di abile e grande maestro

decisamente figurativo. Il catalo-

go è dedicato a Benedetto XVI,

nel giorno dell’annuncio della

sua abdicazione, l’11 febbraio

2013, un “fulmine a ciel sereno”,

come sostiene appunto don

Vito, un insight, nel senso di

“intuizione”, di “illuminazione”.

Felice Lovisco nasce a Melfi nel

1950. Negli anni settanta si tra-

sferisce a Potenza per insegna-

re discipline pittoriche presso

l’Istituto Statale d’Arte. Nel

1976 è ideatore, insieme ad

altri artisti, del CoS.P.I.M.. Da

allora la sua poliedrica attività

artistica non ha avuto mai fine

e ne è dimostrazione la sua

instancabile attività, visibile

nelle numerose mostre, che

ha presentato dal 1966 fino ad

oggi. Tanto è vero che Gaeta-

no Mongelli nel suo saggio

“Tra sacro e non sacro: Felice

Lovisco pittore e scultore

ricordi note e nuove aggiunte

FELICE LOVISCO

NON FORZARtI NELL’OSCURItA’. tU SEI LA NOStRA LUCEMostra dell’artista lucano a Potenza, Galleria Pignatari, dal 23 settembre al 5 novembre

... continua a pagina 9

Page 9: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

9Venerdì 1 Novembre 2013

I commercianti del Centro si

sono inventati lo shopping della

domenica, L’insuccesso dell’ini-

ziativa

Ricordo, appena qualche anno

fa, un Centro Storico di Potenza,

seppur identificato con la

Via Pretoria, nel quale ci si

immergeva nei quotidiani riti di

una cittadina della provincia di

questo pigro quanto accogliente

Sud dello Stivale. Il potentino

che mai avrebbe rinunciato al

caffè mattutino preso in compa-

gnia in uno dei bar della Piazza

e, per qualche nostalgico, il soli-

to ricordo del caffè che Peppi-

nella Barone preparava con la

caffettiera napoletana… l’aroma

dello “schizzetto” di anice mistrà

che la simpatica vecchietta

usava imporre agli avventori

dello storico bar nei pressi del

Municipio; lo stridore dei freni

degli autobus che scaricavano

senza tregua il loro copioso con-

tenuto umano sul marciapiede

di Piazza Matteotti davanti alla

farmacia Perri; il moderno caffè

Dragone e la ferramenta dei fra-

telli Guttieri, e la fermata davan-

ti al marciapiede opposto, ad

accogliere i viaggiatori delle

successive corse. La frenetica

rituale mattina di un giorno qua-

lunque a Potenza. Al Centro

Storico di Potenza, che allora

era semplicemente “sopa

Putenz’”.

Alla domenica non c’era molto di

diverso, solo che dopo questa

«Sopa Putenz’», un’ecatombe di attività commercialiparte del rito, anziché prosegui-

re nel lavoro, la giornata acco-

glieva la discussione sulla squa-

dra del Potenza Calcio, quello

che avrebbe potuto ripetere le

gesta di qualche stagione calci-

stica addietro, la promozione

nella serie cadetta, e tutte le

favole, le bugie, le mezze verità

e i pettegolezzi da Bar dello

Sport, pronunciati nello “stru-

scio”, la passeggiata lungo

Via Pretoria, avanti e indietro, lo

spunto per un nuovo pettegolez-

zo, o piuttosto l’occasione per le

signore di ostentare il nuovo

cappotto di pelliccia.

In tutto ciò, non prendeva corpo

nella maniera più assoluta l’idea

di far compere che non fossero

il vassoio di dolci o la pasta

fresca da cucinare per gli ospiti

“di fuori”.

Il Centro Storico pulsava di vita

sociale, come il resto della città,

nella giornata di riposo dopo

una settimana di lavoro nell’offi-

cina, nello studio tecnico, nell’uf-

ficio o nel negozio. Già, nel

negozio, quello dove per una

settimana intera gli addetti sod-

disfacevano le richieste della

clientela, ma alla domenica

doveva regnare il silenzio, la

domenica è fatta per il riposo,

per chi lo intende come precetto

religioso e per chi religioso non

lo è più di tanto, ma stanco si.

I tempi cambiano, l’economia

s’ingrigisce di una crisi epocale,

e in alcune città bisogna anche

fare i conti con amministratori

che poco hanno del giusto col-

legamento con le esigenze dei

cittadini, e si lasciano andare a

spese e provvedimenti che sor-

tiscono, come risultato, un’eca-

tombe di attività commerciali, la

compressione di livelli occupa-

zionali e l’innesco di una spirale

costo-lavoro che porta al collas-

so del commercio e, più in gene-

rale, delle attività economiche

cittadine.

Si comprende, dunque, che gli

operatori del settore cerchino di

resistere strenuamente median-

te iniziative che a parere dello

scrivente sono semplicemente

sfiorate dai cittadini, senza un

effettivo ed entusiastico coinvol-

gimento poiché comunque sono

iniziative in attrito con le abitudi-

ni degli abitanti della città capo-

luogo.

In questo periodo alcuni com-

mercianti del Centro si sono

inventati lo shopping della

domenica, favoriti dallo scellera-

to provvedimento “del fare” di un

Governo sempre più lontano

dagli imprenditori e troppo più

vicino ad apparati di potere che

brancolano nel buio della crisi

nella quale ci hanno cacciato.

A parere di qualche incompeten-

te burocrate, piuttosto che favo-

rire la ripresa agevolando le

famiglie ed il loro potere di

acquisto, è stato meglio libera-

lizzare totalmente gli orari di

lavoro nel commercio, inne-

scando un processo di “liberti-

naggio” imprenditoriale median-

te il quale vengono favoriti sol-

tanto i grandi gruppi commercia-

li che, contando sulla possibilità

dell’avvicendamento del perso-

nale, possono garantire e

garantirsi l’apertura dei punti

vendita per l’intera giornata e

per l’intera settimana, domenica

compresa, a tutto svantaggio

degli esercizi di vicinato i quali,

nella maggioranza, contano sul-

l’apporto lavorativo del solo tito-

lare o, al più, di un collaboratore,

spesso un familiare.

L’iniziativa intrapresa da un

gruppetto di commercianti del

Centro, quella di tenere aperto il

punto vendita anche la prima

domenica di ogni mese, stride

fortemente con la volontà dei

potentini che, a giudicare dalle

presenze della scorsa domeni-

ca, sembrano non essere entu-

siasti dell’idea. In fondo, non mi

sento di dar loro torto, giacché

se le famiglie non hanno molte

possibilità di spesa durante la

settimana, non vedo cosa

potrebbe cambiare la domenica.

L’idea, poi, di “parcheggiare”

i bambini nel Teatro Stabile,

organizzando un vero e proprio

baby-sitting, a parere di chi

scrive, è quantomeno singolare,

posto che la domenica è ormai

diventato l’unico giorno in cui i

papà riescono ad essere

presenti e a stare con i loro ram-

polli.

Alle considerazioni di carattere

economico, bisogna senza

ombra di dubbio sommare quel-

le di carattere logistico.

In una città nella quale muover-

si è un’impresa piuttosto che

una scommessa, non si potrà

mai ridare vita al Centro sempli-

cemente aprendolo come mer-

cato, dimenticando che esso è

comunque pregno di contenuti

avulsi da un contesto puramen-

te commerciale.

L’insuccesso dell’iniziativa, per-

ché di insuccesso si tratta, visti i

risultati, va ascritto soprattutto

all’ottusa insistenza dell’ammini-

strazione comunale a voler tro-

vare “strade nuove”, non volen-

do ammettere il madornale flop

nell’elaborare commercianti del

Centro si sono inventati lo shop-

ping della domenica, un piano

per il quale non sanno che pesci

pigliare se siamo ormai al deci-

mo mese di sperimentazione e

si vergognano di imporre il

pagamento del biglietto per un

servizio scandalosamente inef-

ficiente. Tornare indietro, a dove

il tutto funzionava, ed ottimizza-

re il sistema adattandolo al

mutato aspetto della città sareb-

be un ottimo inizio, magari effet-

tuando dei miglioramenti in base

alle esigenze attuali, piuttosto

che sconvolgere tutto con i risul-

tati con i quali la comunità si sta

scontrando ormai da tanto, trop-

po tempo.

• S.g.•

... SEguE

Da pagina 8

(1984-2012)”, contenuto nel catalogo men-

zionato, annota: una “lucanità”, invece, che

andava trasfigurata - come si è visto a pro-

posito del fenomeno letterario del brigan-

taggio – in metafora dell’erranza: presup-

posto indispensabile ieri, oggi e domani, sia

del nomadismo artistico che della “libertà di

rapina”. Erranza che per avere senso deve

essere puntualmente tradotta in esperien-

za. Altrimenti non si va da nessuna parte.

Lovisco viene definito, citando una lettera

di felice Cesarino del 1986, come il più bri-

gante dei pittori, perché impegnato a difen-

dere i codici della memoria. L’arte sacra da

secoli ha animato il genio umano. Questa

pagina di Lovisco ne rappresenta una

memoria profonda e sublime, che affonda

le sue radici nella devotio lucanica.

Vincenzo capodiferro

... SEguE

DaLLa pRiMa pagina

Sport. Un giusto riconoscimento

alla professionalità e all'espe-

rienza del Presidente Postiglio-

ne maturata negli anni in cui è

stato alla guida del Potenza

Sport Club e non solo. Postiglio-

ne ha maturato, infatti, diverse

esperienze nel campo della poli-

tica sportiva, avendo ricoperto

tra l’altro il ruolo di consigliere

Federale della serie C, oltre che

aver guidato, con lusinghieri

successi, anche alcune squadre

dilettantistiche di calcio e

GIUSEPPE POStIGLIONE

Nominato Consigliere

del Ministero degli Affari

Regionali, delle Autonomie

Locali e dello Sportbasket. L’impegno di Postiglione

riguarderà, da quanto abbiamo

appreso, specialmente l'avvia-

mento della pratica sportiva ed

il credito sportivo.

Una grande soddisfazione dopo

tante amarezze subite per ingiu-

ste accuse tutte smentite dalla

magistratura.

Sicuramente questo nuovo inca-

rico costituirà l'inizio di una

nuova stagione sportiva di cui

questa Regione ne ha assolutis-

simamente bisogno.

‘La Farfalla’ è un libero periodico:

Lo trovi nelle migliori edicole

e in distribuzione gratuita

Free-press su internet:

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Page 10: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

10 Venerdì 1 Novembre 2013

Si è svolto, anche quest’anno,

a Potenza presso il Teatro Sta-

bile il terzo Memorial Elisa

Claps. Numerosa è stata

la partecipazione di diversi

istituti scolastici di Potenza.

Non ci sono parole per

esprimere tutto il dolore, per

non dimenticare le nostre

Shoah.

Il sacrificio ci ricordi sempre le

vittime della violenza, di

qualunque genere essa sia.

E per voler significare tutta

l'intensità di questa giornata,

abbiamo voluto riportare una

bellissima poesia, preparata

proprio per quel giorno da

Cesira Ambrosio:

Sei ancora tu a destare

antiche gioie/ ed è ancora

l'innocenza tua/ a generar

Poesia./ Quali cieli esplora-

re,/ quali canti inneggiare/

per carezzare la tua anima/ di

un solo anelito?/ Ai margini

fioriti/ di un sentiero incanta-

to,/ sei rosa vermiglia a far

ghirlanda/ al sol che nasce./

Odo il canto degli uccelli,/

sul triste profumo di una

rosa,/ intanto, un ramoscello

di mimosa/ si posa sovrano

sul tuo abito da sposa./ L'alba

nascente indora/ il campo

dove tu riposi/ e mentre il

tuo ricordo/ il nostro cuore

accarezza/ resta sempre viva/

la tua rara dolcezza.

V.c.

terzo Memorial Elisa Claps

OLtRE IL SILENZIO

Potenza – Pienone per la

serata di beneficenza promos-

sa dal Comitato Provinciale

della Croce Rossa Italiana di

Potenza presso il Conservato-

rio Musicale “Gesualdo da

Venosa” di Potenza dal titolo:

“Napoli Buenos Aires: Un viag-

gio sulle ali del tango…” che

ha visto in scena l’artista

Diego Moreno che ha cantato

i suoi successi musicali

accompagnato dai suoi balle-

rini professionisti sulle note del

tango argentino.

La serata organizzata e voluta

fortemente dai volontari del

Comitato della Croce Rossa

Potentina ha avuto come

scopo una raccolta fondi che

vedrà il ricavato dedicato

all’assistenza ed al sostegno

delle tante famiglie che vivono

una situazione di disagio eco-

nomico. Far fronte, soprattutto

in questo periodo di crisi, alle

tante richieste di aiuto che

giungono quotidianamente

alla CRI, costituisce l'impegno

principale della Croce Rossa

lucana per alleviare le soffe-

renze delle famiglie in difficol-

tà.

“Ancora una volta la popola-

zione – afferma il Presidente

del Comitato Provinciale Vin-

cenzo Anobile – ha aderito in

massa dando il proprio contri-

buto, dimostrando, come sem-

pre, tutta la propria solidarietà

e generosità verso i più biso-

gnosi. Inoltre questi eventi

sono anche occasioni per far

conoscere ancora una volta di

più la Croce Rossa e le pro-

prie attività con l’intento di

avvicinare più persone al

nostro movimento. Un ringra-

ziamento, infine, va a tutti i

volontari che si sono impegna-

ti per l’organizzazione del-

l’evento, in modo particolare

alla Sig.ra Spinillo, e a quanti

donano il proprio tempo per

consentire all’associazione di

portare avanti in maniera

egregia e professionale tutte

le attività sociali ed assisten-

ziali.”

Marco Bellezza

“Un viaggio sulle ali

del tango…”CRI Potenza successo per la serata di

beneficenza al Conservatorio

Oltre seicento partecipanti per ascoltare

l’artista diego Moreno ed il suo tango

È stato presentato, presso il

Dipartimento Agricoltura della

Regione Basilicata, dal Presi-

dente del GAL Sviluppo Vulture

Alto Bradano, Franco Perillo,

insieme ai Sindaci dell’Unione

dei Comuni Alto Bradano, di cui

fanno parte Acerenza, Forenza,

S. Chirico Nuovo, Palazzo

S. Gervasio e Banzi, il progetto

“contratto di Foresta”, finaliz-

zato allo sviluppo di azioni

integrate territoriali per la cresci-

ta intelligente, sostenibile e

inclusiva del territorio del Vultu-

re - Alto Bradano.

Con tale iniziativa si intende

adottare una nuova strategia di

gestione dei ben ambientali, dei

boschi lucani, dei sentieri, dei

fabbricati, delle sorgenti e delle

memorie della cultura rurale,

che richiedono, per la loro

gestione di superare le compar-

timentazioni delle singole pro-

prietà e di essere gestite

mediante un approccio basato

sulla partecipazione di tutti i

livelli dei portatori di interesse in

quest’area: pubblici, privati, i

proprietari e utenti.

Si tratta di una iniziativa che ha

il carattere della unicità sul terri-

torio lucano, e che riesce a

superare il concetto sterile di uti-

lizzo delle risorse naturali esclu-

sivamente attraverso le famige-

rate “giornate di forestazione”.

La nostra regione è ricca di

boschi oltre che molte altre

risorse, è giunto, dunque, il

momento di promuovere e valo-

rizzare il nostro patrimonio natu-

ralistico, ambientale e paesaggi-

stico, attraverso la ricerca e spe-

rimentazione di metodi sosteni-

bili di gestione.

in particolare, tale iniziativa è

tesa a favorire e promuovere la

filiera del legno e di frutti del sot-

tobosco e dei castagneti, vere e

proprie ricchezze sino ad ora

mai considerate ai fini dello svi-

luppo territoriale.

È necessario creare opportuni-

tà di reddito attraverso la valo-

rizzazione del sistema agro-

forestale del territorio anche

attraverso la promozione cultu-

rale di tali risorse, al fine di pro-

muovere l’offerta turistica del

cosiddetto patrimonio culturale

minore, sempre più oggetto di

attenzioni da parte del turista

attento.

Altro aspetto rilevante è la

“Certificazione della gestione

forestale sostenibile”, in sostan-

za si promuoverà la certificazio-

ne ambientale dei boschi e la

certificazione della gestione

forestale sostenibile, proponen-

do un elemento di miglioramen-

to alla selvicoltura e alla filiera

foresta-legno, attraverso l’appli-

cazione di uno strumento di

mercato che consenta di com-

mercializzare legno e prodotti

del bosco derivanti da foreste

gestite in modo sostenibile

(mercato dei crediti di carbonio,

o certificati verdi).

In conclusione, il GAL Sviluppo

Vulture Alto Bradano insieme

alla nostra Unione dei Comuni,

prova a mettere in campo azio-

ni indirizzate ad una migliore e

più intelligente utilizzazione

delle nostre risorse naturali.

Propulsione di attività imprendi-

toriali di soggetti privati con il

sostegno di azioni da parte di

soggetti pubblici, questo il ruolo

che le Istituzioni sono chiamate

a svolgere nel terzo millennio.

Mi auguro che questa “buona

pratica” venga recepita e condi-

visa anche dalla Regione Basili-

cata, che purtroppo sino ad ora

non ha nè sostenuto nè ricono-

sciuto la virtuosità di un territo-

rio, l’Alto Bradano che ha deci-

so di essere fautore consapevo-

le del suo sviluppo, uno svilup-

po possibile anche per le nostre

aree interne.

Rossella Quinto

Sindaco di Acerenza

L’UNIONE dEI COMUNI

PER I BENI AMBIENtALI

Page 11: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

11Venerdì 1 Novembre 2013

“L’Ente Morale Camillo d’Errico,che mi onoro di presiedere inqualità di Sindaco della cittadinadi Palazzo San Gervasio, fu isti-tuto nel 1914 con R.D. nr. 963,in seguito alla volontà testamen-taria del N.H. Camillo d’Errico.Costui, insigne ed illustre, culto-re dell’arte e della letteratura,allestì nella propria dimora inCorso Manfredi di Palazzo San Gervasio, un vero e propriomuseo, ove si trovavano espo-sti dipinti dell’arte pittorica svi-luppatasi tra il 600 e 700 nelRegno di Napoli. Inoltre, ivi sipotevano consultare testi di anti-ca e pregiata manifattura.Con la legge 1082 del 1939,purtroppo, fu disposta la chiusu-ra della “casa museo” ben cono-sciuta ed anche visitata da tantiappassionati d’arte, con lo spostamento delle opere e deilibri in quel di Matera, alla cuiProvincia allora si appartenevaPalazzo San Gervasio.In seguito ad una intensa attivi-tà, di carattere anche giudiziale,l’Ente Morale “Camillo d’Errico”ha visto riconoscersi la pienaproprietà del patrimonio in que-stione; sulla scia di questanuova stagione, è stato possibi-le esporre in Palazzo San Ger-vasio, presso l’antica e ristruttu-rata sede della “Pinacotecad’Errico” molti e splendidi dipintidella collezione, costituita da

298 tele ed oltre 5.000 volumi.L’ultimo evento, peraltro, anco-ra in corso di svolgimento è rappresentato dalla esposizio-ne di 41 tele. La mostra, deno-minata “Capolavori del Sette-cento Napoletano della Collezio-ne Camillo d’Errico di PalazzoSan Gervasio”, si pone in conti-nuità con le altre due antece-dentemente tenutesi nel palaz-zo d’Errico e rappresenta l’idea-le continuazione con la volontàtestamentari di Camillo d’Errico,che ha voluto valorizzare anchecon la luce dell’arte e della cultu-ra un intero territorio ed un’inte-ra regione, la Basilicata. Ebbe-ne, in questo tempo nuovo, mapur sempre nel rispetto dellevolontà testamentarie di Camil-lo d’Errico, è giusto rimuovereogni ostacolo - anche quelloancora pendente di caratteregiudiziale - al fine di renderecompletamente fruibile l’interacollezione. L’obiettivo può esse-re raggiunto anche attraversomomenti espositivi che guardinoal mondo intero e ci faccianouscire dai campanilismi e dalprovincialismo che tante voltehanno caratterizzato le azionedei vari soggetti che si sonosucceduti nella “gestione” dellapinacoteca. Peraltro, lo sviluppodella cultura è pietra fondante

della nostra CostituzioneRepubblicana la quale all’art. 9,oltre che nell’art. 35, ne procla-ma la promozione e la libertà.È pertanto necessario usciredalle “querelles”, facenti partedella storia più o meno recentedella pinacoteca e sottoscriverefra gli Enti interessati alla gestio-ne dell’enorme patrimonio incapo all’Ente Morale d’Errico,una “carta di intenti e di proget-ti” che lo valorizzi e lo renda frui-bile, anche in virtù dell’art. 6,della L.R. 29/08 “Norme sullavalorizzazione della pinacotecae biblioteca Camillo d’Errico”.Questo è il tempo! Ed infatti,proprio nel momento in cui laCittà di Matera si candida a rap-presentare ed essere essa stes-

sa con l’intera Basilicata, la

Capitale della Cultura Europea,

occorre rafforzare le ragioni di

questa scelta e le opportunità da

essa generate. Invero, oltre ad

altri autorevoli Enti ed Organi-

smi regionali, anche il Comune

di Palazzo San Gervasio, con

atto di Giunta Municipale del

24.07.2013 nr. 100, ha delibera-

to di promuovere ed aderire alla

candidatura della Città di Mate-

ra, quale Capitale della Cultura

per l’anno 2019. La scelta, si

pone, dunque, nell’ottica di col-

laborare e di cooperare in tutti

gli eventi utili al raggiungimento

dell’obiettivo che la Città di

Matera si è prefissato di rag-

giungere. In quest’ottica, allora,

si ripropone la necessità di

riprendere e definitivamente

risolvere ogni questione che

ancora ad oggi sussiste in ordi-

ne alle menzionate vicende del-

l’Ente Morale d’Errico, con la

conseguente approvazione di

un “protocollo di intesa” che

disciplini la collaborazione e le

azioni da realizzare, fra i sogget-

ti pubblici e non, interessati a far

fruire il patrimonio che un lungi-

mirante mecenate aveva colle-

zionato e donato alla collettività

di Palazzo San Gervasio, alla

Basilicata ed a tutti gli amanti

dell’arte della cultura.

Nella certezza di ritrovarci al più

presto ed uniti nella volontà di

sottoscrivere un importante

momento della nostra storia,

porgo i miei più deferenti osse-

qui”.

Michele Mastro

Sindaco di Palazzo San Gervasio

Lettera aperta del Sindaco di Palazzo San Gervasio al Ministro per i Beni Culturali

e al Presidente della Giunta Regionale di Basilicata

PINACOtECA d’ERRICO

SASSO DI CASTALDA: Il gruppo consiliare di minoran-za “ALTERNATIVA PERSASSO”, ha chiesto comesancito dallo Statuto comuna-le, un locale all’interno delpalazzo municipale, onde svol-gere in modo adeguato ecostante la funzione di control-lo e opposizione a cui è statochiamato con le elezioniamministrative del maggioscorso. Il sindaco, senza nem-meno consultare la propriamaggioranza, ha risposto subi-to seccamente NO. Le motiva-

zioni addotte sono le più incre-dibili che si potessero sentire :NON CI SONO STANZE…!Noi sassesi sappiamo benequanto sprecato sia già di persé tale edificio, nel qualevolendo fare economia, oltre aiservizi amministrative offerti, cisarebbe, volendo, posto siaper l’ufficio postale che per laguardia medica, se non pureper le scuole materne.Ovvio che il motivo del diniegoè strumentale al fatto che NONCI VOGLIONO NELLA STAN-ZA DEI BOTTONI.

ALTRO CHE DEMOCRAZIA!Di tutto ciò i consiglieri d’oppo-sizione, LANGONE GIAMBAT-TISTA E NARDO ROCCHINO,hanno riferito al PREFETTONUNZIANTE, in un’ora di col-loquio cordiale e amichevolesvoltosi in Prefettura. Il PRE-FETTO ha assicurato un suointervento sul SINDACO,augurandosi che la minoranzaconsiliare di SASSO possasvolgere adeguatamente leproprie funzioni istituzionali.

Rocchino nardo

Consigliere d’opposizione

Riceviamo e pubblichiamo:

UNA MINORANZA FUORI dAL COMUNE A conclusione dei lavori

di messa in sicurezza del fron-

te roccioso sovrastante il

km 16+500, dopo mesi di

difficoltà e disagi per i cittadini

campomaggioresi, è stato ria-

perto al transito la S.p. 13

verso l’abitato di Campomag-

giore.

La comunità di Campomag-

giore ritrova il suo vecchio per-

corso con la SS 407 Basenta-

na, chiuso al transito dallo

scorso novembre, a causa del

crollo di un fronte roccioso e

dell’incombente e diffuso

rischio di caduta massi dal-

l’intero versante, lungo oltre

100 metri.

Gli interventi, finanziati in anti-

cipazione dalla Regione Basi-

licata sulle risorse assegnate

dal Cipe lo scorso 16 luglio,

sono stati eseguiti in soli

80 giorni, agosto compreso

e nonostante i vincoli sui

pagamenti imposti dal patto di

stabilità.

Per queste ragioni un ringra-

ziamento ed un apprezzamen-

to sincero è stato espresso,

dall'assessore alla Provincia di

Potenza, Nicola Valluzzi, alle

imprese esecutrici dei lavori

ed alla loro efficace organizza-

zione, grazie alla quale in

tempi da record, in condizioni

impervie e con il supporto

degli elicotteri per il trasporto

dei materiali sono stati realiz-

zati: 800 mq di protezione ed

imbragaggio massi nella parte

alta del versante in frana,

1200 mq di pulizia e disgaggio

di pietre e rocce pericolanti ed,

infine, 2 barriere paramassi

della lunghezza complessiva

di 120 metri per un’altezza di

6 metri.

alessandro Balsamo

RIPRIStINAtA LA S.P. 13

“Campomaggiore

Basentana”

Palazzo San Gervasio, Ingresso Pinacoteca D'Errico.

Page 12: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

12 Venerdì 1 Novembre 2013

Sig. Sindaco, in poche battute ci

può presentare il suo comune,

Ripacandida

La domanda è particolarissima

perché descrivere il mio comu-

ne, benchè piccolo, in poche

battute, onestamente mi risulta

difficile.

Si tratta di un comune di tradi-

zioni antichissime, un comune

con una vocazione estrema,

assoluta verso l'agricoltura.

È un comune costituito da an-

ziani, ma anche da tanti giovani.

Un comune da far decollare.

Qual è l'attività economica pre-

valente dei suoi concittadini?

Assolutamente, l'agricoltura.

Ci sono delle attività imprendito-

riali che, dal mio punto di vista,

dovranno essere necessaria-

mente valorizzate, e quindi,

amplificate, alle quali conferire il

giusto valore. Mi riferisco al viti-

vinicolo, al miele, al turismo, in

particolar modo a quello religio-

so.

Quale specificità del suo comu-

ne meriterebbe maggiore atten-

zione dalla Regione?

Sicuramente il turismo religioso.

Noi abbiamo la fortuna di avere

il Santuario di San Donato che

ci è invidiato da molti, un San-

tuario che pone le Sue basi nel

1300, affrescato da allievi di

Giotto.

È un Santuario emozionante.

Ritengo, che la Regione dovreb-

be porre attenzione a questa

opera d'arte, conferendone il

giusto valore, promuovendola.

Fino ad oggi c'è stata o no que-

sta attenzione?

Posso dire poco. Sicuramente

poco.

Ma con il sistema attuale i sin-

daci lucani hanno voce in capi-

tolo nella programmazione

regionale?

Pur essendo un sindaco giova-

ne, pur avendo 54 anni ma

amministrativamente appena

quattro mesi e mezzo, credo di

dover dire che non è proprio

così.

Credo che la crisi, che lo svilup-

po debba passare attraverso un

maggior coinvolgimento e

sostegno delle amministrazioni

comunali, soprattutto quelle pic-

cole.

Ritengo che la Regione in que-

sto senso, latiti abbastanza.

Se lei fosse legislatore regiona-

le quale idea o progetto indiche-

rebbe come prioritario per lo svi-

luppo complessivo della Regio-

ne.

Io personalmente punterei sulle

specificità dei luoghi e delle

nostre comunità, valorizzandoli.

Ripeto, valuterei l'importanza

dell'agricoltura in questa Regio-

ne, non avendo molte altre risor-

se.

Lina paterna

LA VOCE DI GLOBOA cura di Lina paterna - Foto di Lucia Logiodice

Ogni Sabato e Domenica, alle ore 12.30 e 15.30

a Radio Globo Originale, COMUNICARE PER CAMBIARE,

a cura del Direttore Editoriale, Vincenzo Giuliano.

Una rubrica di approfondimento con gli amministratori locali

per indirizzare la programmazione

e la politica comunale e regionale

sui problemi reali della gente e dei territori.

L’ASSISI dEL SUd, RIPACANdIdAIntervista al sindaco di Ripacandida, dott. Vito Remollino

Negli studi di Radio Potenza Centrale: Vito Remollino, Lina Paterna e Vincenzo Giuliano.

Nella foto a sinistra a

Potenza, Parco Baden

Powell, area riservata

ai cani: un vero disa-

stro. Cancello e recin-

to mal ridotti, casso-

netti male odoranti e

non svuotati quotidia-

namente.

Urge una nuova area

riservata ai cani.

Nella foto a destra:

ZTL a Potenza.

Centro storico deserto

per la scelta inoppor-

tuna di chiudere al

traffico il centro stori-

co. Disagi anche per

la mancanza di par-

cheggi a beneficio

della zona a traffico

limitato.

Foto di L. Logiodice

Page 13: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

13Venerdì 1 Novembre 2013

San Biagio di Sebaste patrono della Città di Maratea.

San Biagio di Sebaste, patrono

della Città di Maratea, viene

solennemente festeggiato la

seconda settimana di Maggio.

In tale occasione la comunità

sacerdotale e il comitato festa

organizzano una settimana di

manifestazioni religiose e civili,

che accomuna l’intera Città e

richiama fedeli da tantissime

parti del circondario.

San Biagio è patrono di moltis-

sime comunità in Italia e anche

di molte Città straniere.

Santo venerato per i mali di

gola. Nel Santuario a Lui dedi-

cato nell’urna in pietra posta

sotto il busto in argento, si con-

serva il Sacro torace. L'arrivo

delle reliquie del Santo a Mara-

tea, avvenuta, secondo alcuni,

nel mese di maggio del 732.

L’urna era in navigazione per

raggiungere Roma, ma il mare

in tempesta fece fermare la

nave sull’Isola di Santo Ianni

segno evidente che San Biagio

aveva scelto Maratea e i cittadi-

ni lo vollero come Santo patro-

no. Interessante e prodigioso è il

miracolo della Manna. Un liqui-

do di colore giallastro che bagna

le colonne di marmo, il pavimen-

to e l’Urna.

Maratea e Carosino gemellate nel nome di San Biagiopreghiera e una supplica al

Santo, si fa passare con tanta

fede il fazzoletto imbevuto sulla

parte dolorante.

Tra le tante iniziative che il comi-

tato propone vi è sempre quella

del gemellaggio con le comunità

che hanno San Biagio come

Patrono.

Una di queste è la Città di Caro-

sino in provincia di Taranto.

Il 13 Ottobre u.s. si è rinnovato il

pellegrinaggio della Comunità di

Maratea nella Città Pugliese.

Guidati dal rettore della Basilica

Don Biagio Giovinazzo e da

alcuni componenti del comitato

festa, con una cinquantina di

fedeli che sono andati a pregare

il Santo martire Biagio in terra

pugliese. Scambi di doni poi,

anche tra le rispettive ammini-

strazioni comunali che da anni

oramai suggellano il gemellag-

gio in nome di San Biagio.

Per la cronaca Maratea è

gemellata con le comunità di

Cento (Fe), Chiaravalle Centra-

le (Cz) e Avetrana (Ta).

Francesco Rizzo

Savoia di Lucania - Incontro-

dibattito tra la minoranza

consiliare del Comune, apparte-

nente al PDL e la maggioranza

(PD), alla presenza del Consi-

gliere Provinciale del PDL –

Forza Italia avv. Aurelio Pace,

del dirigente provinciale del PDL

Rocco Sarli.

I temi affrontati, riguardanti in

particolare le criticità del territo-

rio salviano, hanno reso vivace il

dibattito suscitando l’intervento

anche da parte dei cittadini pre-

senti, che hanno fatto sentire la

loro voce con critiche appropria-

te sull’azione amministrativa

della maggioranza, dimostratasi

poco incisiva.

Il coordinatore reggente del PDL

salviano, Vincenzo Letterelli, ha

moderato l’incontro.

Il capogruppo della minoranza

dott. Ciro Romano ha affrontato

temi politici locali puntualizzan-

do l’operato del gruppo consilia-

re nei quasi cinque anni trascor-

si e facendo risaltare l’assoluta

incapacità della Giunta comuna-

le a risolvere le problematiche

del territorio, malgrado la mano

tesa, offerta dalla minoran-

za per lavorare insieme, nel

tentativo di risolvere gli

innumerevoli disagi in cui

versa la popolazione. Il

capogruppo, nel suo inter-

vento, ha voluto illustrare la

grande mole di lavoro pro-

dotta dalla minoranza

durante l’ultimo quinquen-

nio, sottolineando il fatto

che mai gruppo di minoranza, a

Savoia di Lucania, ha dimostra-

to tanta coesione, capacità e

produttività.L’intervento del diri-

gente provinciale, Rocco Sarli,

ha spaziato sulle problematiche

regionali e nazionali che vede il

PDL impegnato in una strenua

lotta tesa a salvaguardare i dirit-

ti dei cittadini in termini di tasse,

giustizia e lavoro. I consiglieri

appartenenti al gruppo consilia-

re del PDL, dott. Achille Mastro-

berti e dott. Antonio Rendina, a

loro volta sono entrati nel merito

delle problematiche esistenti,

dimostrando, a chiare lettere,

come andavano affrontati i pro-

blemi della popolazione e soffer-

mandosi sulle proposte fatte dal

gruppo consiliare del PDL alter-

native alle decisioni adottate

dalla maggioranza in merito al

problema scolastico, alla tassa-

zione, alla viabilità comunale ed

hanno puntato il dito sulla totale

incapacità, da parte della mag-

gioranza di produrre azioni

necessarie a risollevare le sorti

socio economiche del territorio.

Non sono mancati anche richia-

mi alla politica regionale che

non ha saputo essere presente

nell’intercettare i bisogni espres-

si dalla popolazione.

L’intervento di alcuni cittadini, è

servito a capire, se possibile, il

grave disagio in cui versa il

territorio quando, senza

mezzi termini, hanno aper-

tamente criticato l’operato

della maggioranza consi-

liare, in special modo l’ope-

rato del Sindaco ing. Feli-

ce Cavallo, incapace di

affrontare e risolvere le

istanze dei cittadini.

L’attesa risposta del Sinda-

co, tesa a giustificare il pro-

prio operato, ha suscitato rea-

zioni molto sostenute per il fatto

che, in alcuni passaggi, ha

dipinto uno scenario idilliaco

completamente diverso dalla

realtà, quasi a voler dimostrare

che la propria azione ammini-

strativa non poteva essere

migliore.

Il successivo intervento del

capogruppo del PDL Ciro

Romano, ha voluto altresì

stigmatizzare l’infondatezza

delle giustificazioni adottate e

l’arroccamento della maggioran-

za nel proprio rifugio dorato

impegnandosi, esclusivamente,

a respingere le proposte prove-

nienti dalla minoranza.

Ha chiuso i lavori il Consigliere

Provinciale avv. Aurelio Pace

che grazie ad una efficace ed

intelligente capacità dialettica ha

saputo individuare i progetti e le

potenzialità del territorio capaci

di creare reddito e aggirare gli

ostacoli posti dalla politica della

“spending review”, dimostrando

che si può fare impresa anche in

periodi di crisi economica.

Egli ha affrontato temi molto

interessanti quali la possibilità

per il territorio salviano di entra-

re nei grandi Parchi Naturali

(gole Melandrine), la politica

delle Royalty petrolifere e lo

sfruttamento turistico del Museo

Salviano, custode, tra l’altro, dei

resti dell’anarchico Passannan-

te. Un vivace battibecco con il

vicesindaco, Rosina Ricciardi,

ha tenuto alto il ritmo dell’incontro.

I lavori si sono chiusi con

l’impressione, da parte di tutti,

che le cose dette nel dibattito

lasceranno un segno indelebile

che accompagnerà l’operato

della giunta fino al termine del

mandato.

c.R.

SI RICOMINCIA A dIALOGARE

Emoz ione ,

stupore e fe-

de, queste le

sensazion i

che i tanti

devoti che

affollano la

Basilica du-

rante il prodi-

gio, provano

nell’asciuga-

re e cercare

di conserva-

re con devo-

zione un faz-

zoletto o una

q u a l s i a s i

cosa che

possa servi-

re a intingere

un poco di

Manna, che

servirà al

momento del

bisogno.

Infatti ogni

M a r a t e o t a

conserva la

Santa Man-

na e quando

il mal di gola

si fa insop-

p o r t a b i l e

allora tra una

Page 14: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

14 Venerdì 1 Novembre 2013

Foto a cura di

Lucia Logiodice

Estate Lagonegrese ancora “calda”,

tra polemiche e dubbi sui finanziamenti utilizzati

1) ''partito comunista dei lavorato-

ri'' (candidati: Florenzo Doino, Carlo

Agata Giannoccari, Angela Labella,

Fabio Vincenti); lista provinciale col-

legata: ''partito comunista dei lavo-

ratori'' (candidati Carlo Agata Gian-

noccari, Francesco Anfossi, Maria

Laura Beretta, Carmine D'Elia,

Florenzo Doino, Angela Labella,

Michele Pascale, Francesco Salerno,

Vincenzo Sardiello, Fabio Vincenti).

2) ''Movimento 5 Stelle'' (candidati:

Piernicola Pedicini, Angela Calia,

Saverio Pompeo Castoro, Vincenzo

Toce, Giuseppe Papapietro);

lista provinciale collegata:

''Movimento 5 Stelle'' (candidati

Pietro De Angelis, Angela Tiziana

Menchise, Diego Antonio Lacava,

Gianni Leggieri, Gabriele Di Stasio,

Gino Giorgetti, Vincenzo Cirigliano,

Giuseppe Miccolis, Michele Grieco,

Antonello Andriuolo).

3) ''Matera si muove'' (candidati:

Doriano Manuello, Angelo Angelastri,

Nicola Guanti, Giuseppe Francione,

BenedettoTartamo). Nessuna lista

provinciale collegata presentata a

Potenza.

4) ''Rosa nel pugno - Ecologisti

laici democratici, liberali, credenti''

(candidati Elisabetta Zamparutti,

Maria Antonietta Ciminelli, Carlo Gior-

dano, Gaetano Bonomi, Emma Boni-

no); lista provinciale collegata:

''Ecologisti laici democratici, libe-

rali, credenti'' (candidati Maurizio

Bolognetti, Elisabetta Zamparutti,

Matteo Angioli, Filomena Gallo, Cin-

zia Testa, Sergio D'Elia, Maria Anto-

nietta Farina Coscioni, Marco Pannel-

la,Gaetano Bonomi, Emma Bonino).

5) ''Basilicata 2.0'' (candidati Maria

Murante, Emilia Simonetti, Francesco

Blumetti, Giuseppe Morelli, Domeni-

co Lence); liste provinciali collegate:

''Sinistra ecologia libertà'' (candida-

ti Terenzio Bove, Nicola Carpentieri,

Francesca Di Napoli, Rosalinda

Di Pasca, Donato Pace, Paolo Pesa-

cane, Rocco Picciano, Giannino

Romaniello, Giuseppe Roseti, Valeria

Scavo).

6) ''per la Basilicata'' (candidati Tito

Di Maggio, Annunziata Pizzolla,

Rocco Orofino, Giampaolo Mecca,

Marina Buoncristiano); liste collegate:

''il popolo della libertà''(candidati

Michele Napoli, Romano Cupparo,

RINNOVO CONSIGLIO REGIONALE dI BASILICAtA:

le liste e i candidati

A VOI LA SCELtA

... SEguE

DaLLa pRiMa pagina

Vito Di Lascio, Dario Alfredo Lapolla,

Michele Manzi, Giuseppe Mariani,

Severino Notarfrancesco, Aurelio

Pace, Rocco Sarli, Marino Delia);

''Laboratorio Basilicata'' (candidati

Giuseppe Del Giudice, Mario

Di Nuzzo, Michele Di Trani, Rocco

Faraone, Angelo Masi, Alfonso

Ernesto Navazio, Federico Pagano,

Michele Paolucci, Gianni Rosa,

Anna Maria Calabrese); ''unione di

centro'' (candidati Francesco

Mollica, Giovanni Barbuzzi, Giuseppe

Galizia, Mario Guarente, Maria

Letizia Mongiello, Lucia Pangaro,

Vincenza Troiano,Giovanni Sepe,

Gabriele Ladislao Boccia, Faraola).

7) ''La Basilicata presente'' (candi-

dati Marcello Pittella, Achille Spada,

Vito Giuzio, Luigi Simonetti,

Mariachiara Montemurro); liste pro-

vinciali collegate: ''partito Democra-

tico'' (candidati Piero Lacorazza,

Antonello Molinari, Vito Santarsiero,

Giuseppina Ammirati, Cinzia Angela

Amoriello, Angelo Galgano, Franco

Gentilesca, Vincenzo Carlo La Regi-

na, Carmine Miranda Castelgrande,

Michele Sonnessa); ''Realtà italia''

(candidati Angelo Lamboglia, Teodo-

sio Cillis, Pasquale De Luise, Nicola

Andrea Cicoria, Paolo Galante,

Margherita Galotta, Sergio Lapenna,

Lorenzo Pace, Vincenzo Paolino,

Nicola Pessolano); ''partito sociali-

sta italiano'' (candidati Antonio

Abbruzzese, Antonio Bochicchio,

Biagio Costanzo, Mauro Di Lonardo,

Filippo Pompeo Gesualdi, Rocco

Laurenzana, Francesco Pietrantuo-

no, Antonio Rossino, Franco Simone,

Antonio Vozzi); ''pittella presidente''

(candidati Antonio Annale, Carmine

Caivano, Giuseppe Castronuovo,

Costantino Di Carlo, Domenico

Esposito, Marcello Marino, Mario

Polese, Filomena Pugliese, Vincenzo

Robortella, Pasquale Scavone);

''italia dei Valori'' (candidati Carmine

Ferrone, Francesco Naccarati,

Helena Padula, Lorenzo Raffaele

Petracca, Francesco Antonio Rossi,

Donato Summa, Giovanni Samela,

Giovanni Cosimo Cataldo, Alessan-

dro Angelo Rosella); ''centro Demo-

cratico" (candidati Massimo

Macchia, Sergio Potenza, Emilio

Candia, Antonio Ciancio, Gennaro

Colombo, Nunzio Di Trani, Anna

Stella Laccertosa, Giuseppe Roma-

niello, Franca Romano, Vincenzo

Tito).

La finale di Miss Basilicata aLagonegro, ha sancito la con-clusione dell'estate lagonegre-se 2013, ma ha dato il via aduna valanga di critiche da partedell'opposizione della giuntacomunale, in merito all'organiz-zazione dei PIOT ( pacchettiintegrativi di offerta turistica),utilizzati dagli organizzatoriappartenenti alla schiera diMitidieri. Il Ping pong fra gli esponentidel PDL e l'assessore al turi-smo Mimmo D'Agrosa, ha por-tato alla luce diversi punti divista non molto chiari ma sicu-ramente orientati verso un pen-siero politico molto netto. Chi ha avuto modo di leggereed interessarsi alla questionepuò aver studiato e compresobene quali sono state le finalitàdi entrambe le parti, volte aporre chiarezza dal loro puntodi vista. Ma facciamo un po' diordine elencando i punti chehanno caratterizzato questalunga estate lagonegrese.L'estate lagonegrese sicura-mente non è iniziata con ilpiede giusto. Le locandine del-l'agosto sono state stampate erese pubbliche soltanto l'8 diagosto. L'assessore D'Agrosaha giustificato questo ritardoaffermando che era stata indet-ta una gara di appalto per sce-gliere la tipografia vincitrice cheavrebbe poi stampato il pro-gramma a minor prezzo, pernon gravare troppo sulle spese.

L'opposizione ha asserito chesono stati spesi circa 62milaeuro di PIOT per organizzare ilmese di intrattenimento, ma iconti sarebbero un tantino dif-ferenti. In totale sono statidestinati gli ultimi residui diPIOT, circa 27.700 euro, risa-lenti all'anno 2012, dunque nonancora consumati nell'annosolare, per finanziare gli eventilagonegresi che oltre all'orga-nizzazione di serate destinatealla musica ed al pagamentodegli ospiti protagonisti delleserate, comprendevano ancheSIAE, allestimento palchi, sera-te di cabaret e quant'altro.Nell'anno 2012, il paese diLagonegro ha ricevuto circa42mila euro di PIOT, succeden-do al primo paese in classifica,Lauria, che ne ha inveceriscossi 49mila. Ovviamente sesuddetti fondi non vengono uti-lizzati entro un certo periodo ditempo, ritornano nelle casse diprovenienza.Si deve porre una certa atten-zione ai soldi che sono statiinvestiti, invece, per le dueserate del “Festival Delle Arti”che dalla regione hanno ricevu-to circa 24.000 euro per incen-tivare il progetto Monnalisa,soldi utilizzati per finanziare gliospiti che vi hanno partecipato,lasciando alle spalle una scia didubbi sul reale uso di questifinanziamenti ancora non benchiari.

Sempre secondo l'assessore alturismo, l'associazione “Acastagna Ra' Critica” ha ricevu-to ben 9.000 euro dalla regio-ne, per avere un incentivo sulloro operato, volto ad innalzareed aumentare la conoscenzadella cultura lagonegrese e chenel mese di agosto ha portatoavanti una rappresentazionesui misteri romanzati della città,accompagnando il tutto con percorsi gastronomici.Ovviamente bisogna ricordareche i PIOT non possono finan-ziare le feste religiose o patro-nali essendo questi ultimi even-ti che riguardano direttamente iportafogli dei cittadini e deglisponsor che decidono di aderi-re.Bisogna altresì ricordare che aLagonegro il turismo di massamanca da circa venti anni.Basti pensare anche alle pre-cedenti amministrazioni chenon sono riuscite a completareun percorso di intrattenimentoe di attrazione turistica in gradodi divertire o trattenere i lagone-gresi stessi, sempre perchénon si è mai posta la giusta edoverosa attenzione al patrimo-nio storico-artistico che la cittàda sempre offre, considerandoquesta risorsa come un orpellopervenutoci in eredità, invece diun elemento che può contribui-re a rilanciare l'economia delpaese, anche da un punto divista occupazionale.

carla Bottiglieri

Page 15: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

Nel Rub Al-Khali il freddo

notturno intirizzisce ossa e

pensieri, e morde senza

sosta i muscoli torniti.

Un silenzio irreale è spazza-

to via dal vento che ridise-

gna il paesaggio dunale, e

da quel respiro affannoso

che si smorza tra i denti a

scandire il passo.

Non c'è tempo per dormire,

è un lusso che non ha dimo-

ra in questo lembo di mondo

dai contorni indefiniti.

Max calderan corre, veloce

e sicuro, sotto la flebile luce

della luna.

Si allena di notte, nei Magre-

di friulani, per abituarsi alle

condizioni estreme delle tra-

versate desertiche.

Il Deserto senza Ombra, che

si espande lungo la Penisola

arabica, è la distesa di sab-

bia più grande al mondo.

Il suo territorio interno è in

larga parte inesplorato, a

causa delle impossibili tem-

perature giornaliere sempre

oltre i 56 gradi e delle dune

alte centinaia di metri.

Le carovane di beduini in

viaggio verso Riad ne batto-

no solo i margini esterni,

attribuendogli un arcano

potere misterico.

Viso bardato da un foulard

leggero, abiti di cotone,

razione di acqua e cibo ridot-

ta all'osso e zaino lasciato a

casa.

Quel che conta, per Max, è

avere la mente libera da

costrizioni e paure.

Ha lasciato una comoda scri-

vania in Italia, certezze con-

solidate nel tempo, per ricer-

care un'esistenza di vita

piena, non auto-imposta

dalle contingenze.

Di sé parla come di un "non

vedente che guarda col

cuore". E con quello ragiona,

aprendo i confini verso una

parabola che non conosce

limite umano.

La medicina sportiva fatica a

spiegarne scientificamente le

capacità, la sua attitudine alla

sopravvivenza in condizioni

estreme, in autosufficienza

alimentare.

Lungo la traversata del Rub

Al-Khali per almeno sette

giorni non ha mangiato e

bevuto.

Ha dormito correndo, dilazio-

nando il riposo in microcicli da

quindici minuti, per quasi tre

ore al giorno.

Per gli abitanti di quelle zone

è semplicemente il Mhadi,

l'uomo ben guidato da Dio,

perché solo ai profeti è dato di

attraversare il deserto in soli-

tudine senza assistenza alcu-

na. Anni prima, per il Progetto

Exodus, ha ripercorso il tragit-

to di Mosé dal Mar Morto sino

al Monte Sinai, correndo 150

chilometri in un giorno esatto.

Un record, utile a sensibilizza-

re rispetto alla sistemazione

dei pozzi d'acqua sul Sinai.

Le sue parole sono sassi,

scagliati verso un mondo

appiattito non più capace di

elevazione: "Mentre corro non

penso a nulla, il pensiero è

una forma demoniaca.

Se invece lasciamo spazio

all'illuminazione, allora le

cose vanno meglio.

Entro dentro un deserto e

vedo una grande luce che

propaga Amore e vedo la mia

famiglia". E il suo esempio

vale molto più di un tentativo

mefistofelico di trascendere i

limiti umani imposti dalla natu-

ra. È una richiesta di senso,

una volontà di uscita, un cor-

rere per rimanere fermi, per-

ché come soleva ripetere

Gibran, solo quando si è vuoti

si è immobili ed in equilibrio.

Rocco pascale

15Venerdì 1 Novembre 2013

Il recente inizio di un nuovo

anno scolastico impone una

riflessione attenta sulle trasfor-

mazioni socio-culturali del

nostro tempo al fine di promuo-

vere la persona umana nel

superamento delle crisi di ragio-

ne e di identità.

Esprimiamo alcune considera-

zioni di possibile applicazione

alla pratica educativa, tanto

complessa e difficile al giorno

d’oggi.

Definiamo i concetti di riferimen-

to: neoumanesimo e post-

modernità.

Il neo-umanesimo indica il desi-

derio di una società nuova che

sia “attraversata” dall’uomo

nella sua pienezza e bellezza.

Quando parliamo di post-

modernità dobbiamo invece rife-

rirci al mondo che ci appartiene,

ovvero al momento storico che

stiamo vivendo. Per essere

chiari dobbiamo partire dalla

“modernità”, termine che si rife-

risce alla trasformazione, al

cambiamento. Il tempo della

modernità è quello delle grandi

filosofie (come l’hegelismo) e

delle grandi ideologie (come il

marxismo, che mise in moto

processi a carattere socio-politi-

co). La post-modernità è il

tempo della destrutturazione

delle ideologie, è il tempo del

“pensiero debole”, capace di

approfondire solo una piccola

realtà del mondo spirituale e cul-

turale.

La post-modernità comincia agli

inizi del Novecento quando è

stata spezzata la continuità di

carattere culturale che partiva

dalla Grecia e arrivava fino a

noi. Per lo sviluppo della nostra

cultura erano stati decisivi tre

concetti: identità, sostanza, non

contraddizione. Anche la scuola

si basava sull’adeguatio rei et

intellectus ed educare non era

così difficile come adesso.

La scuola oggi deve educare o

istruire? Instruere significa met-

tere una nozione sopra un’altra.

La scuola tra istruzione ed educazioneOggi il compito dell’istruzione

può essere assolto dai media,

ma quello che serve all’uomo è

la formazione, è l’educazione.

Educare è difficile perché

manca un fondamento antropo-

logico di riferimento e il proble-

ma della scuola è grandissimo.

La scuola deve essere educati-

va, capace di arrivare al DNA

della persona e svilupparlo, fil-

trando i racconti dei media che

ci investono senza spessore

culturale alcuno.

Voglio accennare anche al pro-

blema della demotivazione. I

ragazzi sono demotivati, perché

è demotivato l’uomo d’oggi, e

per una sazietà esorbitante che

fa rifiutare le cose e per un peri-

coloso eccesso di consumismo.

Noi viviamo il tempo degli even-

ti, per cui l’uomo, mancando di

storia, di orientamento, della

capacità di vedere il proprio

futuro, regredisce da persona a

individuo.

La parola “individuo” indica il

recinto entro cui l’uomo vive e

non comunica con tutti gli altri;

la persona, invece, è il mondo

delle relazioni: io comunico con

gli altri e accetto la comunicazio-

ne che mi viene dagli altri. Vivia-

mo oggi un individualismo sfre-

nato, pericoloso. Ne è un esem-

pio la corruzione di uomini poli-

tici di tutti gli schieramenti, che

vivono per i soldi.

In questa società complessa,

anche quello delle minoranze è

un problema. Un tempo le mino-

ranze desideravano l’inclusione

nella cultura della società princi-

pale. Oggi c’è un’affermazione

eccessiva delle differenze, e

non si vuole essere inclusi nella

vita sociale della società in cui si

abita. Un passo ulteriore è quel-

lo del linguaggio corretto, che

richiede il riferimento alla cultura

di provenienza e il rispetto della

identità.

Vorrei anche aggiungere due

considerazioni sui “passaggi”

dell’uomo di oggi: il primo è

quello dalle ideologie alla bioeti-

ca che induce l’uomo, perduto

ogni riferimento ideologico, a

discutere dall’embrione all’euta-

nasia. L’altro passaggio riguar-

da l’epistemologia : dalle verità

oggettive si passa alla soggetti-

vità, e quindi al relativismo.

La scuola, pertanto, deve punta-

re sul dialogo, per un processo

educativo che tenga conto del-

l’altro. Se vogliamo formare per-

sone che vivono la pratica della

democrazia dobbiamo passare

attraverso il dialogo quotidiano.

La scuola ha il preciso dovere di

educare alla libertà, ed è vera-

mente libera solo la persona

che ha la possibilità di scegliere

tra il bene e il male.

Rina chiari

C H A R A C T E R S

“Storie dell’altro mondo”

a cura di Rocco Pascale

Running

to stand still

Page 16: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

16 Venerdì 1 Novembre 2013

Il 1° agosto del 1909 a Piangipa-

ne, in provincia di Ravenna,

nella casa della famiglia Savini

nasce Spiride. Il suo nome è già

presagio della sua vita, impron-

tata ai più elevati sentimenti di

bontà e di carità. Viene educata

cristianamente da genitori devo-

ti. Spiride a otto anni fa la prima

comunione. Da questo primo e

forte momento di fede le si

accende nell’animo il desiderio

di cibarsi frequentemente del

mistico pane e di assistere alla

messa. Sicché giovanissima

scrive ad un'amica: «Senti fred-

do all’anima? Ascolta la santa

messa ed accostati al fuoco

ardente della santa eucaristia.

La vera pace nel cuore non si

trova che nel ricevere Gesù:

fuori di lui non vi sono che affan-

ni ed ingratitudini».

Sotto la saggia guida delle

suore, addette all’educandato

Ghiselli di Ravenna, compie la

sua prima formazione intellet-

tuale e spirituale, distinguendosi

tra le convittrici per la sua indo-

le docile e mite e per le sue non

comuni virtù. Nelle letterine che

invia ai congiunti ed alle amiche

non manca di suggerire sani e

sapienti consigli dai quali traspa-

re tanto il candore della sua

anima eletta: «La preghiera ben

fatta è odoroso vapore che sale

al cielo e discende in pioggia

benefica di grazie!

Pace non regna in chi è dedito

alle umane cose ma sì bene in

chi pensa e desidera acquistare

i celesti beni». A quattordici anni

esce dall’Educandato e per

seguire la madre, passata a

seconde nozze, a Lagonegro, in

Provincia di Potenza. Nella

nuova residenza Spiride appare

come un’anima benefica, che

ama prodigare il tesoro della

sua squisita educazione e la

piena dei suoi gentili effetti.

Quanti la conoscono, la rispetta-

no ed amano: è la ragazza

buona, seria e modesta, che col

crescere negli anni progredisce

notevolmente nella virtù, schi-

vando con diligenza qualsiasi

mondanità. Alla madre che le

prospetta talvolta la visione di un

avvenire di felicità nel mondo,

alle amiche che le parlano dei

loro sogni dorati, Spiride rispon-

de: «Io voglio essere sempre e

solo di Dio, e voglio servire a lui

solo!».

Costituitasi l’associazione di gio-

ventù femminile di Azione Catto-

lica a Lagonegro subito è pre-

scelta e nominata presidente

dalla fiducia del suo parroco che

ne ha apprezzato le rare doti di

mente e di cuore.

Nella delicata mansione di diri-

gente Spiride è la consigliera

affettuosa, l’amica sincera delle

socie e ne promuove con zelo

intelligente e fattivo la cultura

religiosa e la pratica della vita

cristiana.

All’apostolato della parola, avva-

lorata dall’esempio, è caro al

suo cuore aggiungere quello

non meno importante della

carità, sia verso i poveri, ai quali

è larga di soccorsi, sia verso

gli infermi, le cui sofferenze pro-

cura di lenire col balsamo del

conforto cristiano. Verso la fine

di dicembre del 1935 si ammala

di broncopolmonite. Alla madre

ed alle amiche che la assistono

ripete: «Tutto è predisposto da

Dio per il nostro bene».

Con ammirevole rassegnazione

sopporta quanto dalla scienza si

tenta per strapparla alla morte e

sembra che nel dolore trovi la

gioia per rendersi più somiglian-

te a Gesù abbandonato.

Nel vedere la madre afflitta per

le sue sofferenze, le dice

«Mamma, non addolorarti, Gesù

ha tanto sofferto per noi! Rasse-

gniamoci alla sua volontà!».

E sorridente parla con un senso

di soprannaturale letizia del suo

UNA SANtA dIMENtICAtA: SPIRIdE SAVINI

Lagonegro (1909-1936)prossimo viaggio per l’eternità.

Il giorno 8 febbraio del 1936

chiama a sé vicini la madre ed il

patrigno. Elevata insieme una

preghiera alla Madonna di Pom-

pei, ottiene il consenso di farsi

suora, qualora guarisca.

Intanto di giorno in giorno le sue

condizioni di salute precipitano.

Spiride presagisce la fine immi-

nente, dicendo: «Domenica,

quanti fiori e quanti ceri vi saran-

no a casa mia!...».

Ad una signora che la esorta a

cacciare dalla mente quelle

visioni, risponde, rassegnata e

commossa, di esserle apparsa

la Vergine di Pompei, avverten-

dola che la prossima domenica

l’avrebbe premiata, se ella fosse

stata senza febbre.

Giunse la domenica del 16 feb-

braio, fra lo stupore di quanti

amorevolmente la circondava-

no, Spiride è completamente

guarita, per cui si spera in una

benefica fase risolutiva della

sua malattia, ma non si illude

ed alla madre piangente per

la commozione dice ancora:

«Coraggio mamma! Dovresti

piangere se lassù avessi una

figlia che non pregasse per te,

ma io pregherò… La madonni-

na mia mi ha premiata».

Una signora amica le si avvicina

per salutarla ed ella le racco-

manda di non abbandonare sua

madre perché «oggi,» soggiun-

ge, «alle tre pomeridiane dovrò

lasciarla». Alle 14,45 dello stes-

so giorno ancora una volta vuole

che la madre le stia accanto e

stringendole tre volte la mano le

chiede: «Presto! Mamma, non

hai niente da dirmi?».

Dopo qualche istante si agita,

mentre le pupille si dilatano e

con accento di gioia: «Guarda,

mamma! Non vedi che vicino a

me è il vecchietto che mi ha

aperto la porta?». E tenendo

il braccio in alto dice: «Ecco!

La mia porta è aperta…».

Poi non parla più, gli occhi le si

chiudono, il respiro si spegne ed

il suo spirito vola in seno a Dio.

Scompare così dall’effimera

scena della vita terrena a

26 anni nel fiore della giovinez-

za, tutta grazia e giocondità,

tutta bontà e dolcezza, per

librarsi quale candida colomba,

in alto, nel bacio del Signore ed

unirsi agli angeli del Paradiso.

Abbiamo tratto questo notizie

dal “Panegirico di Spiride

Savini”, redatto a Policastro

l’8 novembre 1940, proprio

all’indomani dello scoppio della

Seconda Guerra Mondiale.

Ancor oggi la tomba di Spiride

Savini a Lagonegro, seppure in

stato fatiscente, è meta di pelle-

grinaggi ed è sempre piena di

fiori. Tanto è rimasto vivo nel

cuore del popolo il segno di que-

sta intensa testimonianza.

Speriamo che in un futuro non

lontano la santità di questa gio-

vane donna possa essere rico-

nosciuta e presentata agli onori

degli altari.

capovince

Page 17: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

17Venerdì 1 Novembre 2013

Lo scrittore lucano Enzo D'An-drea, nato nel 1972 e viventead Avigliano, ha presentatopresso la Biblioteca Nazionaledi Potenza, con la moderazio-ne della dott.ssa Maria diCarlo, il suo nuovo romanzo,intitolato appunto Le formichedi piombo, edito da 0111 aPadova nel maggio scorso.Enzo D'Andrea ha scritto, tral'altro, una raccolta poeticaOceano di sabbia, ed un'altradi racconti Quel giorno. Quan-do venne sera. Questo ultimoromanzo è ambientato in unamitica Torino nel 1975. Il protagonista Michele, un gio-vane ingegnere, si trova coin-volto in una serie di intrighi epedinamenti spontanei, il tuttoin uno sfondo che rispecchiasolennemente gli anni di piom-

bo. Sebbene non vi siaun'adesione a paraventi ideo-logici, la trama si incentra,infatti, soprattutto sul filo diun'amicizia tra il protagonistaed uno studente, Diego, ilquale mette a repentaglio lasua sicurezza per aiutarlo, siavverte subito il clima arroven-tato dei plumbei cieli degli anniSettanta: Nessuno è perfetto,scrive l'autore, gli uomini sonocome formiche in fila. Le più numerose seguono ladirezione comune, senzadeviare e senza chiedersicosa è giusto e cosa no; le meno numerose, al contra-rio, deviano perché hannobisogno di cercare, di capire,di combattere. Le formiche dipiombo, appunto!

V. c.

Enzo d'Andrea

e il suo nuovo romanzo:

LE FORMICHE dI PIOMBOIl "viggianese" poteva essere l'unico sospetta-to? Sono state seguite davvero tutte le piste?O forse le indagini sono state approssimateperché Ottavia era "una poco di buono" e quin-di indegna di sforzi investigativi? A questedomande hanno risposto i giornalisti FabioAmendolara ed Emanuela Ferrara nel lorolibro "La colpa di Ottavia – contro inchiestasulla misteriosa scomparsa della bambina diMontemurro". Il libro è stato, nei giorni scorsi,nel Palazzo Donadoni di Melfi, alla presenzadell'avvocato Luigi Laviano, della docente diLettere e Filosofia Carmen Cafaro, dellaprof.ssa di Etica e Bioetica Antonia FlaminiaChiari ed dal presidente di BASE - BasilicataSviluppo Europa, Aurelio Pace. L’incontro èstato moderato dall'avvocato Flora Guarini. Gliautori sono stati anche ospiti negli studi diRadio Potenza Centrale affrontando, con ilnostro direttore editoriale, prof. Vincenzo Giu-liano, temi di attualità con particolare riferimen-to alla tutela dell'infanzia e dell'adolescenza.

"LA COLPA dI OttAVIA"Contro inchiesta sulla misteriosa scomparsa della bambina di Montemurro

di Fabio Amendolara e Emanuela Ferrara

ChE FINE hA FATTO OTTAVIA DE LUISE,

LA bAMbINA SCOMPARSA NEL 1975?

Prezioso tesoro della Lucania, ilSantuario di Santa Maria d’An-glona di Tursi è un’incantevoletestimonianza di arte bizantina enormanna. Maestosa e sublime,la facciata della chiesa romani-ca lascia stupito ed estasiatochiunque giunga fino alla som-mità del sacro colle di Anglona.Fra le basse alture circostanti, adividere i fiumi Sinni e Agri (gliantichi Siris e Akiris), svetta lacollina dove anticamente sorge-va l’antico insediamento di Pan-dosia, da cui nacque la città diAnglona. Grazie alla natura fer-tile del terreno e alla posizionestrategica, in un territorio pocodistante dalla città di Tursi, que-sto centro abitato della Lucaniasi insedia fin dall’Età del Bronzoe perdura, con qualche interru-zione, fino al Medioevo. Visitatoanche da papa Urbano II nel1092, il borgo di Anglona nelXIV secolo fu distrutto da unincendio, a seguito di un eventobellico, e fu abbandonato. Daallora la chiesa, luogo di cultodedicato alla Natività dellaBeata Vergine Maria, divennemeta di pellegrinaggi. Dell’anti-ca cittadina oggi si conservaesclusivamente il Santuario.Non si hanno notizie certe rela-tivamente alle origini del cultoalla Vergine e circa la data diedificazione della più antica fab-brica. Certamente la prima

costruzione risale a un periodoprecedente all’anno mille, ipotiz-zabile attorno al VII-VIII secolo.L’antica chiesetta in stile roma-nico, di cui oggi rimane visibilela zona della cappella oratorio,venne poi riedificata fra l’XI e ilXIII secolo, si pensa proprio inoccasione della visita alla città diUrbano II. Secondo importantistudi recenti la parte più antica -l’impianto longitudinale e l’avan-corpo - sono databili all’XI seco-lo, mentre il transetto e il coroappartengono a un rifacimentodel XIII.Di chiara impronta romanica, ilportale che dà accesso allachiesa è sicuramente ciò chepiù di ogni altra cosa attira l’at-tenzione e affascina al primosguardo della chiesa.Precede il portale un nartecequadrangolare, aggiunto nel XIIIsecolo riutilizzando dei portalidella fine dell'XI che presentanointeressanti decorazioni diinfluenza normanna. Le teste diuomini ed animali sovrappostead un toro che animano la ghie-

ra esterna richiamano molto lecaratteristiche teste piatte deiportali normanni d’Inghilterra. Aldi sopra dell'arco si trovano for-melle di tufo calcareo con bas-sorilievi che raffigurano i simbo-li degli Evangelisti, l’Agnus Deie altre figure simboliche. L'arcoesterno è seguito da un secon-do portale che immette nell'atriovero e proprio voltato a crociera.Sulla sinistra della facciata spic-ca il campanile di stile romanico,quadrangolare, poco slanciato,con quattro bifore a doppiecolonnine.La muratura esterna, realizzatain tufo e travertino, oltre per inotevoli elementi architettonicispicca soprattutto per il meravi-glioso effetto cromatico, creatodall’accostamento di blocchilapidei e mattoni e visibile in par-ticolar modo nell’esterno absida-le, dove si ammirano ornamentiad intagli, lesene, archetti pen-sili, mensole ed un finestronecentrale adornato di colonnine.Sul rivestimento parietale ester-no del coro e della sacrestia unaserie di mattonelle di terracottastampigliate con figure di anima-li, esseri fantastici, mostri e alle-gorie rappresentano uno straor-dinario esempio di bestiariomedievale posto a monito delpellegrino e del fedele che varcala soglia del sacro. Tra le formel-le originale è quella raffigurante

la chimera: immagine questapiuttosto rara nei repertorimedievali ed inedita per la suadifficoltà interpretativa.Varcato il suggestivo atrio diingresso ci si addentra nellospazio interno della chiesa che,pur risentendo degli interventi diampliamento e restauro susse-guitisi nei secoli, risalta per lapresenza di pregevoli dipintiparietali. Purtroppo dell’interociclo di affreschi che in originericopriva interamente le muratu-re, oggi non rimangono chepoche tracce, rese visibili agliinizi degli anni ’80 grazie a unintervento di restauro. Da alloragli affreschi di Santa Maria d’An-glona sono stati al centro dell’in-teresse di numerosi studiosiimpegnati a dare loro una cor-retta datazione. Ad oggi la criticaè concorde nel riferire gli affre-schi ad un’età tardo bizantinaper lo stile molto vicino alla cul-tura figurativa bizantina dei primidel ‘200. Secondo le ipotesi piùaccreditate il ciclo lucano èopera di pittori “italo-greci”, atti-

vi attorno al 1200 circa, più pre-cisamente nel primo ventenniodel secolo. C’è anche chi hasupposto una datazione agli ulti-mi anni dell’età normanna (fineXI secolo) e chi invece ha parla-to anche di una datazione giàtrecentesca, per alcuni accennidi spazialità. In realtà mancanegli affreschi un minimo tenta-tivo di dare profondità alle scenee non c’è nelle figure alcun effet-to plastico; mentre un intensonaturalismo si dispiega nelladescrizione dei tipi fisici deglianimali e delle persone.Attualmente sulla parete destradella navata centrale sonoancora ben visibili i due registricon scene del vecchio testa-mento. Si possono ammirare ilmartirio di S. Simone, la Torre diBabele, la creazione con Adamoed Eva, l’uccisione di Abele edaltre scene bibliche. La paretesinistra, rifatta probabilmente aseguito di un crollo, è invecenuda ma doveva raffigurarescene del nuovo testamento.Dichiarata nel 1931 monumentonazionale ed elevata nel 1999 aPontificia Basilica Minore dapapa Giovanni Paolo II, SantaMaria di Anglona è sicuramenteuna delle più belle e suggestivechiese della Basilicata, capacedi estasiare gli occhi e l’intellettodi ciascun visitatore.

Virginia giuliano

Alla scoperta dei tesori della Lucania

LA BASILICA PONtIFICIA dI SANtA MARIA d’ANGLONA

Gli autori, Amendolara e Ferrara, ospisti negli studi di Radio

Potenza Centrale.

Page 18: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

18 Venerdì 1 Novembre 2013 Sport

Di fermarsi non ne vuole pro-

prio sapere il Rossoblu Poten-

za di Pinuccio Camelia sempre

più primo e protagonista indi-

scusso del campionato di

Eccellenza. L'organico sta met-

tendo in luce le doti balistiche

del giovane Jacopo Murano

(classe '90), capocannoniere

dei potentini e lieta sorpresa di

questo raggiante inizio di sta-

gione. Segna e fa segnare,

dando spesso e volentieri la

scossa in partite equilibrate che

non si sbloccano come contro il

Viggiano quando una sua gio-

cata servì a fare breccia all'in-

terno della difesa valdagrina. In

seconda piazza c'è la sorpren-

dente ed arcigna Murese di

mister Felice Ragone che è riu-

scita ad imporsi anche nel

derby contro il Picerno con un

2-0 inaspettato, ma meritato

alla luce di quanto prodotto in

campo. Il binomio Murese –

Ragone sembra funzioni anco-

ra dopo l'ottima scalata condot-

ta lo scorso anno con la salvez-

za dei biancorossi in corso

d'opera, dopo un avvio shock

che ha indotto la società al

cambio di guida tecnica. Poco

più sotto le altre big del campio-

nato, Lagonegro, Picerno e

Il Rossoblu Potenza

protagonista del

campionato di EccellenzaTolve. I rossoneri sono stati

spietati nella trasferta su un

campo ostico come Tolve, sba-

ragliando il S. Rocco per quat-

tro reti ad una culminata da una

prova di grande qualità del neo

acquisto Somma e del sempre-

verde Salomone, centravanti

che si dimostra tra i più prolifici

dell'intera regione. Il Tolve è par-

tito tra luci ed ombre. Gialloros-

si forti davanti grazie alla vena

realizzativa del due volte capo-

cannoniere Vito Arpaia e del

giovane Ardino che sta attiran-

do su di sé numerosi apprezza-

menti. Forse manca qualcosa a

livello di personalità viste le

troppe distrazioni che sono

costate gol evitabilissimi. Il

Picerno dopo un avvio a rilento

sembra essersi ripreso a fronte

delle due larghe affermazioni

interne al cospetto di Pietragal-

la (5-1) e Moliterno (9-0). Chiu-

dono la classifica il Marconia

con solo un punto preceduto da

Fst Rionero e Vitalba fermi a

due punti e alla ricerca dispera-

ta di autostima e qualche risul-

tato positivo onde evitare di

cadere nel baratro della retro-

cessione.

Dopo la salvezza ottenuta nella

passata stagione, la Junior

Sport Club Campomaggiore si

prepara ad affrontare il prossimo

campionato con auspici diversi.

La rosa messa a disposizione di

mister Eufemia è sicuramente

più attrezzata per raggiungere la

permanenza in seconda catego-

ria senza grossi affanni, sono

arrivati alla corte dei gialloverdi

diversi nuovi elementi, Carbo-

nella e Cavuoti dal Pietraperto-

sa, Insabato dal Barrata, Filardi

La Junior Sport Club Campomaggiore

attrezzata per la seconda Categoriadall’Atletico Albano, Larocca,

Bochicchio e Vaccaro, importan-

ti anche le conferme di Orsellini

e Rotunno. Il presidente Santo-

ro si ritiene soddisfatto del lavo-

ro svolto fin ora: “l’obiettivo sta-

gionale è quello di migliorare il

penultimo posto ottenuto nello

scorso campionato, sono stati

fatti degli sforzi economici

importanti per far si che il calcio

a Campomaggiore continuasse

a vivere, abbiamo allestito una

rosa competitiva, siamo riusciti

a riportare a casa Insabato, che

dopo una lunga militanza nel

Barrata, ha deciso di ritornare a

giocare nella squadra del pro-

prio paese, di sicuro la sua

esperienza sarà utile ad un

gruppo giovane che ha bisogno

di crescere partita dopo partita,

in conclusione il mio auspicio è

quello di vedere i miei ragazzi

lottare su ogni pallone e soprat-

tutto di uscire dal campo ogni

domenica convinti di aver dato

tutto per la squadra del loro

paese”. La nuova rosa della

Junior Sport Club Campomag-

giore è cosi composta: Balsamo

Ale., Trivigno, Carbonella,

Vaccaro, Albano, Paternoster,

Eufemia, Loguercio, Orsellini,

Cioffi, Rotunno, Filardi, Conte,

Bochicchio, Carbone, Larocca,

Cavuoti, Balsamo Alb., Insaba-

to, Abriola, Garramone, Fanelli.

L’appuntamento è per il prossi-

mo 20 ottobre, data di inizio del

prossimo campionato di secon-

da categoria.

Balsamo alessandro

Di proprietà del Palermo ma

attualmente in prestito al Forlì,

compagine di Seconda Divisio-

ne. Si tratta, di Umberto Nappel-

lo, attaccante di buone speran-

ze classe 1991. Nappello nasce

a Napoli il 9 Marzo 1991 e il suo

percorso calcistico inizia proprio

in Campania con la maglia del-

l’Avellino, con cui disputa il cam-

pionato giovanissimi. Viene

acquistato dal Siena con cui

gioca tra il 2006 e il 2008. Due

campionati tra gli allievi regiona-

li e quelli nazionali. Nella stagio-

ne 2008-2009 passa al Potenza

in Prima Divisione e l’esordio in

prima squadra contro il Sorren-

to, il 2 Aprile 2009, contribuendo

al pareggio dei suoi nei minuti

finali. La sua avventura termina

dopo due anni quando il Poten-

za viene escluso dal campiona-

to di Seconda Divisione per ina-

dempienze economiche.

Quali sono i tuoi ricordi di Poten-

za?

“Calcisticamente Potenza rima-

ne una grande piazza. Con la

POtENZA ERA UNA PIAZZA MOLtO AMBItAA dichiararlo è Umberto Nappello

attaccante del Potenza nella stagione 2008-2009maglia rossoblu

non ho vissuto un

buon momento ma

ho trovato persone

che mi hanno volu-

to bene come Roc-

co Galasso, Vin-

cenzo Palmieri e

mister Pasquale

Arleo. Ringrazio

però su tutti il presi-

dente Postiglione.”

Due stagioni in terra lucana con

la maglia rossoblù. Quale è

stato il calciatore più forte con

cui hai giocato? Il miglior allena-

tore che si è seduto sulla pan-

china del Viviani?

“Indubbiamente Ciro De Cesare

anche se arrivò a Potenza al ter-

mine della sua carriera.

Non posso non ricordare mister

Pasquale Arleo, il quale mi lan-

ciò in campo a soli diciassette

anni. E’ stato un papà calcistico

ma soprattutto grande uomo e

grande allenatore”.

Arrivasti a Potenza nella stagio-

ne 2008-2009, dopo l’esperien-

za nel settore giovanile del

Siena. Cosa ti spinse ad accet-

tare la proposta del club lucano?

“Mi spinse il progetto illustrato

dal presidente Postiglione ma

anche il buon contratto trienna-

le. Non mi sono pentito della

scelta che feci anzi, è stato il

mio trampolino di lancio, e di

questo sono ancora grato e chi

mi volle in quella compagine: il

presidente Postiglione”

Hai vissuto l’esperienza del-

l’esclusione da un campionato

di calcio. Cosa ricordi di quella

stagione calcistica?

“Un campionato affrontato con

dignità e con tanto

sudore. Ogni dome-

nica una battaglia

nonostante una

retrocessione già

decisa.

Tanti sacrifici senza

stipendio e rimet-

tendoci anche de-

naro.”

Dopo la mancata

iscrizione del Po-

tenza, il tuo trasferimento al

Palermo. Raccontaci la tua

esperienza…

“Un sogno allenarsi con campio-

ni come Miccoli, Pastore e Ilicic

ma alla fine nemmeno ci fai

caso. Sempre in prima squadra

collezionando dieci panchine

senza mai esordire in A”.

Nelle scorse stagioni hai vestito

le maglie di Monza e Gubbio in

Prima Divisione. Cosa ti ha por-

tato a scendere di categoria?

“A Gubbio solo nove presenze

nel girone di andata e poi fui

messo fuori rosa, insieme ad

altri due compagni di squadra.

Dopo sei mesi di stop ho prefe-

rito non aspettare e accettare la

proposta del Forlì. Voglio dimo-

strare il mio valore.”

Infine, cosa ti aspetti dal tuo

futuro calcistico?

“Mi aspetto la salvezza del Forlì

con il raggiungimento della Lega

Pro unica. Ho un altro anno di

contratto con il Palermo e il mio

obiettivo resta quello di tornare

in Serie A. Sogno di ritornare a

vestire la maglia del Potenza e

magari proprio in Prima Divisio-

ne, e perché no con il ritorno

anche del presidente Postiglione”.

Leonardo Volturno

Page 19: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

19Venerdì 1 Novembre 2013Sport

Un piccolo pezzo di Basilicata

lascia il segno a Castrovillari, sul

campo in erbetta sintetica del-

l’ASD Queen’s Tennis Club, in

occasione del V torneo King’s e

Queen’s di 3a e 4a categoria sin-

golare maschile e femminile.

Il suo nome è Gabriele Galeazzo

(classifica FIT 4.1), sempre lui, la

piccola promessa del tennis luca-

no. Di Policoro, in forza al Circolo

Tennis Matera si è aggiudicato il

quarto posto nel tabellone inter-

medio che contava 48 iscritti, bat-

tendo negli ottavi di finale Giusep-

pe Gallicchio (classifica FIT 4.2)

con il punteggio di 6-0/6-1, nei

quarti ha poi avuto la meglio sul

beniamino di casa Giovanni

Gullotta (classifica FIT 4.1) al ter-

mine di una partita equilibrata

come testimonia il punteggio di

7-5/5-7/6-3. Questa scalata gli

consente di accedere per la prima

volta nella sua giovanissima car-

riera, nel tabellone di terza cate-

goria dove deve combattersela

contro Zurzolo Gian Carlo (classi-

fica FIT 3.4). Gabriele non si com-

porta male, si destreggia, lotta,

dando sfoggio di bei colpi, di note-

vole pregio i suoi passanti milli-

metrici che colgono più volte in

castagna l’avversario, cultore del

serve&volley, ma alla fine deve

cedere al più esperto calabrese

La promessa del tennis lucano: Gabriele Galeazzocon il punteggio di 6-3/6-3.

Abbandonato il tabellone di terza,

il giovane tennista perde la semi-

finale del tabellone conclusivo

intermedio, cede infatti in tre set a

Giuseppe Stamati (classifica

FIT 4.1) con il punteggio di 6-3/

4-6/6-2, mandando alle ortiche la

possibilità di diventare Principe

del Queen’s 2013.

Ma per Gabriele c’è tanta soddi-

sfazione, oltre al bel tennis

mostrato, si distingue sempre per

il suo atteggiamento in campo di

estrema educazione e positività e

ciò gli vale il rispetto, la stima e

l’ammirazione del numeroso pub-

blico del Queen’s e degli organiz-

zatori che spendono per lui paro-

le lusinghiere e cariche di fiducia,

eleggendolo “miglior talento del

torneo”. A ciò si aggiunge anche

un riconoscimento in denaro con-

cesso dall’imprenditore Pasquale

Senatore di Castrovillari e compa-

gno di doppio di Gabriele in Cala-

bria. Anche se per quest’anno

non è stato incoronato, il giovanis-

simo Galeazzo è stato tra i prota-

gonisti delle premiazioni a Castro-

villari e gli addetti ai lavori e l’en-

tourage tennistico calabrese sono

fermamente convinti che prima o

poi, in un futuro imminente il pic-

colo lucano riuscirà a salire su

questo prestigioso trono.

Nel tabellone femminile, altre

belle presenze lucane, con Asia

Trotta (classifica FIT 4.4) del TC

Vallenoce Lauria-Lagonegro che

cede in semifinale a Pellegrini

Alessandra (classifica FIT 4.3).

La corsa di Anne Cosenza e di

Maria Franca Fittipaldi, sempre

del circolo lauriota, si arresta inve-

ce al secondo turno.

La manifestazione promossa dal

circolo calabrese ha avuto un indi-

scutibile successo, altissima la

partecipazione con ben 106 iscrit-

ti nel torneo maschile e 16 in quel-

lo femminile. La macchina orga-

nizzativa ha funzionato alla perfe-

zione, dimostrando che la passio-

ne, la volontà, la perseveranza,

l’unione di intenti possono supe-

rare qualsiasi ostacolo e che le

risorse umane, le capacità del

gruppo, lo spirito di iniziativa e

l’applicazione riescono a supera-

re anche i gap infrastrutturali, che

lo scoraggiamento è il nemico più

infido da combattere.

Inevitabile quindi unirsi al coro

delle lodi per l’ASD Queen’s

Tennis Club di Castrovillari, un

esempio logistico sicuramente da

seguire, un circolo da cui attinge-

re idee e proposte. Oltre che per

l’organizzazione e per la profes-

sionalità, il circolo calabrese

emerge per la sua irrefrenabile

fantasia, per la spiccata originali-

tà, per la capacità realizzativa che

unisce senso pratico ed inventiva.

Altra particolarità del torneo è

stata la diretta streaming di tutti gli

incontri disputati, con la cronaca,

i commenti tecnici e le interviste a

bordo campo, ancora una volta

professionalità unita a competen-

za e divertimento, un modo per

rendere tutti protagonisti, i gioca-

tori, gli organizzatori ed il pubblico

e così il Queen’s entra nella case,

non quelle vittoriane che circon-

dano i campi in erba del fratello

maggiore britannico, ma le nostre,

quelle degli appassionati che

hanno avuto l’opportunità di

seguire amici e conoscenti, di tifa-

re per loro e di partecipare alle

loro vicende tennistiche fino all’in-

coronazione finale del Re e della

Regina del Queen’s di Castrovil-

lari, dove come spiega con elo-

quenza il sottotitolo al torneo:

“vincere qui non conta per la clas-

sifica e, forse, neanche per la car-

riera, vincere qui conta perché

vincere qui ti fa sentire un RE o

una REGINA”.Livia adinolfi

Page 20: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

20 Venerdì 1 Novembre 2013

"Juke box con Gianluigi" è una esclusiva di Radio Potenza Centrale.

Ogni sabato, dalle 15.00 alle 18.00,

news, concerti, anteprime discografiche ed interviste telefoniche esclusive.

È stato in con-

certo a Pignola

e noi di "Juke

Box con Gianlui-

gi" di Radio

Potenza Centra-

le, lo abbiamo

incontrato poco

prima di salire

sul palco. Ecco

quello che ha

detto ai nostri

microfoni.

Allora… un tour

pieno di novità e

soprattutto coin-

v o l g e n t e …

c o m i n c i a m o

dalla formazio-

ne… è stata definita una

sorte di superband!

Perché uno vuole dare dei

nomi altisonanti, ma a dir

la verità è semplicemente

la band dei miei sogni.

Sicuramente mi sono tolto

una bella soddisfazione,

tra l'altro in un momento

storico non indicativo per

fare scelte che allargano e

aumentano costi e paghe.

Una band composta da

elementi nuovi, su un

gruppo solido, che hanno

dato una linfa nuova abba-

stanza sorprendente.

Anche perché il concerto è

fatto per essere diverso di

sera in sera.

i successi storici… che

emozione è… vederli

cantare dal pubblico?

Una grandissima emozio-

ne e lo è ancora di più

quando succede su cose

che non te lo aspetti o su

cose nuovissime o appena

nate. Sto portando sul

palco cose inedite, una in

particolare è una canzone

con degli scioglilingua una

delle più richieste, Stizzi-

scitici", che sta ottenendo

un grande riscontro dal

pubblico e che, di sera in

sera cambia, inserendo io

degli scioglilingua locali,

del posto di cui io mi trovo

a cantare.

"Stizziscitici" hai deciso

di pubblicarla anche su

spotify per permettere a

tutti (quindi anche quelli

che non potranno ascol-

tarti in tour) di sentirla…

Si… Un po' perché mi

sembrava stupido non

farla esistere in qualche

modo, in una forma sem-

plice ed immediata, tra l'al-

tro senza costi. ma poi

anche perché su spotify,

ho la possibilità di poterla

aggiornare e quindi di

cambiarla con i vari scio-

glilingua del posto.

tra poche ore sarai

in concerto a pignola,

nella rassegna

" p e r c o r s i

DiVersi".

che rapporto

hai con la

B a s i l i c a t a ?

Quanto la

conosci?

Al di là di qual-

che amicizia

importante, con-

fesso di avere

probabilmente

percorso (e

quindi "cono-

sciuto") questa

regione, per lo

più passandoci.

Anche se,

facendo un mestiere che

mi permette di scegliere

dove fermarmi, devo dire

che più di una volta ho

scoperto angoletti della

vostra Regione che mi

sono sembrati affascinan-

ti, zone che potrebbero

essere meravigliose e che

se collocate altrove

potrebbero significare turi-

smo e quindi risorse.

Quando nel '94 hai vinto

il "premio tenco", ti

saresti aspettato, quasi

20 anni dopo, di diventa-

re uno dei più grandi

cantautori italiani?

Ammesso che lo sia

diventato, sicuramente no.

Non ero nemmeno sicuro

potesse essere questo il

mio mestiere! Sicuramen-

te sapevo che scrivere

canzoni sarebbe rimasta

una delle mie passioni più

grandi ma arrivare al suc-

cesso proprio non lo avrei

potuto preventivare e

posso dire, con felicità,

che la mia vita artistica è

andata ben al di là di quel-

lo che io stesso immagina-

vo.

dANIELE SILVEStRI

Page 21: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

21Venerdì 1 Novembre 2013

Antonio Motta chi era? È statoun grande padre, un sapientemaestro, un saggio amico, checi ha sostenuto nella nostra cre-scita e nella nostra formazioneculturale, ma soprattutto umana.Abbiamo ripreso un’antica testi-monianza per ricordarlo e viabbiamo aggiunto le note perso-nali, per colorarla, ma soprattut-to per esprimere tutto il nostrofiliale affetto e la stima cheabbiamo provato per quest’uo-mo di tecnica e di cultura, comeabbiamo sottolineato nel titolo diquesto inserto, che abbiamoripreso da un antico memoriale,per rievocare la figura diquell’“intellettuale di frontiera”,come amava definirsi, il girova-go, il camminatore-pensatoreper le vie.Ci affidò alle sue amorevoli maniDon Salvatore Vigilante, insie-me all’editore Paolo Laurita.Quante volte avevamo accom-pagnato Don Salvatore con lasua 126 bianca in giro per lestrade di Basilicata! E fu proprioAntonio ad insistere a pubblica-re l’opera sui moti legittimisti del1860 nel Lagonegrese, seguen-do la traccia della tesi che ave-vamo sostenuto coll’emeritoProf. Vittorio Vidotto all’Universi-tà di Roma. Ci fece fare una listadi tutti i rivoluzionari, che eranocirca cinquecento, con tutte leloro generalità. Dopo meticolo-se ricerche ed approfondimentiil lavoro uscì col sintomatico tito-lo “Storia di una rivoluzione d’ot-tobre” e fu presentato al premioBasilicata quando ancora eravivo don Tommaso Pedio.Come era solito fare ci seguivacogli occhi da ingegnere, comeveramente ci ha formato nellospirito della ricerca. Il lavoro fupoi pubblicato da Paolo Laurita,col titolo “Una Domenica di san-gue”, nei “Quaderni di bacheca”,riecheggiante questa volta larivoluzione russa del 1905.Quando il giovane AntonioMotta era a Bari a studiare inge-gneria, ci raccontava che avevaemendato le bozze di Benedet-to Croce per la Laterza. Eranotempi duri e per guadagnarsiqualcosa per vivere faceva ilcorrettore. Lamentava molto ilfatto di non avere potuto studia-re le lettere classiche, peròaveva avuto la fortuna di avereuna moglie, Emilia, che eraesperta di greco e di latino e checompletava quel suo vuoto cul-turale. Per questo prima di mori-re ci chiese di tradurre l’epistolain latino di Giacomo Castelli, unintellettuale carboniense del‘700. Si trattava di un importan-te itinerario antico del Regno diNapoli, che egli dopo anni diricerche era riuscito a trovare inun biblioteca di Venezia. E noi lofacemmo. Lo facemmo conquell’amore filiale, quasi pertenere contento un padre chetante volte ci aveva accolto aPotenza. Non facemmo neppu-re in tempo a finire e rivedere lo

Antonio Motta:

un uomo di tecnica e di culturascritto che egli morì improvvisa-mente. Ci siamo rimasti pietrifi-cati dal dolore.Ci decidemmo allora di divulga-re lo stesso il lavoro che fuaccolto da Michele Nigro, cheringraziamo profondamente,nella sua rivista “Nugae” di Bat-tipaglia. Non avevamo i fondiper finanziare una pubblicazio-ne tanto importante. Non potre-mo però mai dimenticare quelvolto cordialeed umano,quelle suemani stanchee sofferentiche ritiravaquando vole-vi stringerle.A Potenzanel suoappartamen-to c’era unab i b l i o t e c astorica moltoimportante.Q u a n d oandavamo làci fermavamoad ore a farericerche edegli ci stavadietro col suofare accorto e cortese. Anche dadon Tommaso, come lo chiama-vamo, c’era uno studio dove ti ciperdevi. Per noi giovani studiosiera come entrare in un paradi-so. E ci portò da lui l’amico Pep-pino Cracas, che lo conoscevabene, perché aveva lavoratoalla Corte d’Appello di Potenzae don Tommaso prima di fare lostorico era avvocato. Quandoandammo da lui ci sembrava disognare e si mise a fare quelledomande affettuose sulla storia,da grande maestro per tastarela nostra modesta preparazione,e noi tutti intimoriti balbettavamole nostre strofette, come se fos-simo a fare un esame e poi eglici portava con gesti di grandio-sa nobiltà d’animo al suo impa-reggiabile livello di cultore.Come dimenticare quando chie-se: «da dove vieni?». Ed noi:«Da Castelsaraceno». E lui:«Ma tu lo sai che a Castelsara-ceno il primo febbraio del 1861furono fucilati nove giovani …».Noi non sapevamo niente per-ché quel fatto era stato cancella-to dalla memoria. Ed in memo-ria di quei nove giovani poifacemmo fare una lapide che fuaffissa in piazza. Non vi diciamoil profondo dispiacere e ramma-rico quando scendendo alpaese, ci siamo accorti che lalapide dei nove giovani nonc’era più. È stata tolta per deilavori di ristrutturazione e poinon è stata più rimessa. È comese il cuore infranto assieme aquella lapide fosse stato dilapi-dato. E quando venne a presen-

tarci a Castelsaraceno si ricordòdelle strade provinciali cheaveva fatto costruire, mentre iproprietari si erano attruppatiper far passare la strada dadove piaceva a loro. E facendopassare un asino davanti loseguivano tracciando la carraia.Ci raccontò degli studi del giova-ne Petrucelli Della Gattina, dicome i baroni preferivano man-giare i passeri nella polenta.

Quel giorno si mise a pure anevicare e dovette scapparesubito a Potenza, non poté fer-marsi neppure per la cena. Dob-biamo molto ad Antonio Motta,perché fu egli ad iniziarci, percosì dire, allo studio della filoso-fia. Un giorno regalando unostudio di Franco Venturi - cheegli aveva conosciuto nel suoconfino ad Avigliano - su NicolasAntoine Boulanger, disse: «gio-vane mettiti al lavoro!». All’inizionon avevamo capito cosa inten-desse. Egli ci teneva tanto a faredelle ricerche su quel pensatoreilluminista, perché oltre ad esse-re un filosofo, era un ingegnere,come lui. Ci fece tradurre la“Vita di Boulanger” attribuita aDiderot, dal francese. Ed alloraci mettemmo all’opera e daquelle ricerche uscì il primo stu-dio di filosofia su Boulanger “Ladittatura di Dio”. Come Boulan-ger aveva fatto per le vie dellaSciampagna, così il Motta avevagirato metro per metro la Luca-nia e la conosceva a fondo. Lasua storia nasceva dalla direttaesperienza sul campo, comeproferiva Giustino Fortunato, «ilMezzogiorno è frutto della storiae della geografia». Perciò sifaceva chiamare non storico,ma geostorico, ricordando comeBacone avesse inteso che veri-tas filia temporis, ed anche -perché no? - filia loci. AntonioMotta da giovane era un attivi-sta politico che militava nel PCI.Anche egli, come tanti letteratilucani avevano preso la via del-l’esilio dell’emigrazione, però

dopo era riuscito a tornare aPotenza. Dopo la primavera diPraga, come tanti intellettuali disinistra preferì non fare lo yesman ma autenticamente seguìlo spirito del socialismo vero e siavvicinò alla cultura cristiana,soprattutto ad Agostino ed aquella ideale Città neoplatonicae comunistica. Era nato a Lau-renzana, un piccolo paese del-l’entroterra lucano, Antonio

Motta si è spento a Potenza nel2006, lasciando un vuoto incol-mabile culturale, e soprattuttoumano. Viveva nel Capoluogolucano, ove si era inurbato dal-l’immediato dopoguerra. È statoper molti anni Ingegnere Capodell’Ufficio Tecnico dell’Ammini-strazione provinciale, dove haavuto modo di approfondire letematiche legate al territoriodella Basilicata nella realizzazio-ne di notevoli interventi nel set-tore della rete viaria: questaspecifica esperienza si ritrovanegli scritti da lui successiva-mente pubblicati, di cui si anno-vera una vasta bibliografia. Insi-gne storico e studioso ha sapu-to ben conciliare gli interessi dellavoro con quelli della cultura,cui si dedicò totalmente dall’etàdella pensione. A questo propo-sito ricordiamo quanto ci rac-contava. Lamentava spesso lacorruzione nei lavori pubblici evisto che gli avevano offertoincarichi importanti, rifiutò e pre-ferì andare in pensione prima,pur prendendo di meno. Edisse: «Ho appeso il cappotto!».Molte volte ripeteva la frase indialetto potentino, o “potenzese”nel gergo locale: «non sono lepoltrone che fanno i culi, ma iculi che fanno le poltrone!».Ricordava il Machiavelli che pro-feriva: non sono i titoli che fannole persone, ma le persone chefanno i titoli. Antonio Mottaapparteneva a quella sconsola-ta e ribelle generazione di anti-fascisti. È stato amico di Sini-sgalli. Aveva conosciuto Scotel-

laro, il poeta martire socialistadelle masse contadine. È statosocio del Circolo Culturale “Sil-vio Spaventa Filippi” nel cuiambito è stato tra i fondatori del“Premio Letterario Basilicata”,nonché socio della Deputazionedi Storia Patria della Lucania edell’Associazione per la StoriaSociale del Mezzogiorno e del-l’area del Mediterraneo, delCentro “Conoscere il Vulture” edell’Istituto Nazionale di StudiRomani. Si è fatto conosceredagli studiosi di storia già dal1981 con il suo “Memorandumper il Centro Storico di Potenza”e nel 1989 con il volume “CarloAfan De Rivera. Burocrate edintellettuale Borbonico. Il sistema viario preunitario”, alquale fu assegnato dalla Giuria,presieduta da Tommaso Pedio,il “Premio Basilicata per la Sag-gistica”. Dall’elenco delle sueopere si evince che ha collabo-rato con numerose riviste conricerche e studi relativi a temati-che di storia del territorio conspecifico interesse per la storiadella viabilità meridionale eregionale «con l’intento di forni-re una presentazione compiutae una verifica concreta sullarealtà locale e settoriale dellaBasilicata moderna e contempo-ranea». Tra questi studi si cita-no ad esempio: “Per le monta-gne di Basilicata, per tutti queipaesi più o meno alpestri”,“L’abbiamo a piedi percorso,erborizzando”, apparsi sul Bol-lettino Storico della Basilicata;“Totila e la Lucania” sulla rivista“Radici”. Tra i suoi scritti piùimportanti, la maggior parte pub-blicati dall’editore Paolo Lauritadi Potenza, soprattutto nella col-lana “Quaderni di bacheca”,ricordiamo, oltre a quelli citati:“Oltre Eboli” (1998); “GiovanniAndrea Serrao Vescovo” (1999),una sua memoria sul 1799 luca-no con peculiare riferimento alprelato potentino sacrificato sul-l’altare della rendita fondiaria.Doveva uscire l’ultimo suo sag-gio su Potenza: “I cateti deltempo sulla Città”, in cui si raf-frontava con l’agostiniana “Cittàdi Dio”. In campo letterario nonè stato da meno, già dal 1977con le “Considerazioni perun’etica della presentazione”, in“Rassegna itineraria di versi eimmagini”. Tra le raccolte poetiche si ram-mentano “Frammenti dall’esilio”(1999) e “Versi di Babele. Babe-le di versi” (2003). Quest’ultima,in particolare, raccoglie i versidal 1956 al 1966, «dalla mortedi nonno Antonio,» come ilNostro scrive, «al matrimoniocon Emilia, scritti tra Bari,Potenza e Laurenzana». Abbia-mo ricordato i nostri giganti,sulle cui spalle sicuri guardava-mo al mondo.

prof. Vincenzo capodiferro

Page 22: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

22 Venerdì 1 Novembre 2013

Potenza, grazie al suo piccolo

gioiello qual è il Teatro Stabile,

ha saputo regalare la prima

opera assoluta del compositore

lucano Francesco Stabile:

“Lo sposo al lotto”, un’opera

buffa fatta di intrighi e di equivo-

ci tra promesse spose e preten-

denti veri e fasulli.

L’opera giocosa in due atti è

stata interpretata magistralmen-

te dagli attori-interpreti, studenti

del Conservatorio guidati dal

maestro Gerardo Spinelli ed altri

professionisti, che nell’opera

indossava i panni del Sindaco, e

diretta dall’Orchestra del

Conservatorio Gesualdo da

Venosa.

La messa in scena dell’Operina

inedita è stata resa possibile dal

teatro Stabile - Opera in due atti

Attori-interpreti, studenti del Conservatorio di Potenza

LO SPOSO AL LOttOprogetto “Ragazzi all’opera” nel-

l’ambito dell’Intesa interistituzio-

nale Regione-Province, dal-

l’Apofil in collaborazione con

l’Ateneo Musica Basilicata e il

Centro di Drammaturgia Euro-

peo.

Protagonisti dunque i giovani

allievi del Liceo artistico e musi-

cale di Potenza e Melfi, l’Ipsia di

Moliterno e il Liceo delle scienze

umane di Potenza.

A loro è toccato l’allestimento,

dalla scenografia ai costumi.

Sotto la direzione artistica di

Giovanna D’Amato il progetto

ha preso forma ed ha avuto un

enorme successo.

Due serate (sabato 19 e dome-

nica 20 ottobre) cariche di suc-

cesso per la giocondità dell’ope-

ra e per la bravura di tutti gli

interpreti.

Siamo davvero grati a tutti gli

artisti, in primis all’autore Fran-

cesco Stabile (e al prof. Angelo

Lucano Larotonda per averla

“scoperta” e riportata alla luce),

per aver trasmesso la magia

dell’Opera che apre i cuori

all’ascolto e dà spazio alla fan-

tasia e al sogno, all’allegria e

alla possibilità di una realtà tra-

sformata nel grottesco di una

comicità che spinge al lieto fine.

Ora vogliamo solo sperare di

poter godere ancora di queste

serate, perché l’arte – nelle sue

molteplici forme – può rinnova-

re e promuovere una società

elevandola a nuove visioni.

Maria de carlo

Page 23: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

23Venerdì 1 Novembre 2013

Nell’ambito della rubrica “I Par-roci: testimoni della speranza”,per una riflessione più approfon-dita sulle realtà delle comunitàparrocchiali della Diocesi diPotenza, Muro Lucano, MarsicoNuovo, abbiamo incontrato DonMimmo Florio, Parroco di SantaCecilia in Potenza, già segreta-rio del compianto Mons. Giusep-pe Vairo, Arcivescovo di Poten-za negli anni dal 1977 al 1993,per una sua testimonianza ariguardo.

Don Mimmo, da quando è par-

roco della parrocchia Santa

cecilia di potenza?

Sono parroco da nove anni.Qual è la situazione sociale e

religiosa della comunità?

La situazione sociale dellacomunità è caratterizzata da unceto prevalentemente benestan-te, anche se non mancanosituazioni più o meno gravi difamiglie indigenti e in difficoltàeconomiche. Uno degli impegnipastorali più significativi edintensi della nostra comunità,infatti, è proprio l’assistenza disvariati nuclei familiari che ver-sano in disastrose condizionifinanziare. La vita religiosa dellacomunità riflette quella che èspesso la situazione generaledel nostro paese : una frequen-tazione mediocre alle celebra-zioni, poco interesse per le atti-vità pastorali, una visione dellaChiesa come agenzia di cultodove ci si presenta per chiederei sacramenti, qualche documen-to, qualche benedizione e cosìvia.La partecipazione alla vita

parrocchiale è intensa?

L’intensità della partecipazionealla vita parrocchiale, come giàricordavo precedentemente,non è molto forte, soprattutto semessa in relazione col numerodi abitanti del quartiere, uno deipiù popolosi della città. Tuttaviai numeri restano alti: quasi uncentinaio di battesimi lo scorsoanno, oltre quattrocento bambi-ni e ragazzi che frequentano lacatechesi per l’iniziazione cri-stiana, circa quaranta coppie difidanzati che si preparano allenozze cristiane ogni anno. Inol-tre va riconosciuto l’impegno difedeli, mamme, papà, famiglie,giovani che intensamente si pro-digano con entusiasmo alle sva-riate attività di catechesi, volon-tariato, servizio, animazione

La Parrocchia è la casa dove tutti trovano affetto, gioia e solidarietà

CON I SOGNI E LE SPERANZE dEI GIOVANI

sociale, culturale e liturgica dellacomunità.Quale fascia generazionale è

più interessata?

La fascia più interessata è sicu-ramente quella dei bambini chefrequentano le nostre aule dicatechismo, anche se solo peralcuni anni (dalla seconda ele-mentare alla seconda media),ma che poi non partecipano conassiduità alla messa domenica-le. Gli adulti e anche in parte lepersone anziane assicuranouna presenza più costante equotidiana anche nel tempo.Quale metodo pastorale sug-

gerisce per avvicinare i giova-

ni che oggi sono molto indif-

ferenti alla vita ecclesiale?

Fin dai primi anni del mio sacer-dozio quando monsignor Giu-seppe Vairo, arcivescovo diPotenza, di venerata memoria,volle affidarmi il delicato e affa-scinante compito di incaricatoper la pastorale giovanile, hodedicato molto del mio tempoall’animazione di iniziative checoinvolgessero i giovani, conpassione ed entusiasmo. Il frut-to di quella esperienza mi hafatto raggiungere la consapevo-lezza che con i giovani bisognastarci a tempo pieno, condivi-derne i sogni e le speranze,

conoscere il loro linguaggio,apprezzare le infinite qualità dicui sono dotati, aiutarli neldiscernimento e affiancarli negliimmancabili momenti di crisi cheattraversano. Non credo chesiano poi così indifferenti allavita ecclesiale… avete mai par-tecipato ad una Giornata Mon-diale della Gioventù??? Provatea fare per una volta questaesperienza straordinaria e poine riparliamo!!!L’uso dei social network, che

Lei ben conosce nella sua

esperienza di parroco, risulta

utile?

Devo ammette-re, pur con unacerto imbaraz-zo, che questistrumenti nonsono proprioalla mia portata,né tantomenosono in grado diutilizzarli effica-cemente. Rico-nosco peròquanto sia utilee necessarioper la comunitàp a r r o c c h i a l el’uso ordinato ecorretto deisocial network .

Sulla scorta dell’entusiasmo

pastorale suscitato dall’ele-

zione del nuovo pontefice,

quanto conta il carisma per-

sonale, che molti riconosco-

no anche a Lei, nella pastora-

le?

Papa Francesco è una grazia diDio non lo si può negare!!! La sua semplicità, lo stile pove-ro e amabile, la prossimità allagente, la forza delle sue parole,l’attenzione agli ultimi e tantoaltro hanno sicuramente diffusouno slancio di entusiasmo nellaChiesa e nel mondo intero. Per-sonalmente mi sono convintonel tempo che il carisma perso-nale può essere un elementosostanzioso nello svolgimentodel ministero presbiterale, damettere a disposizione delpopolo di Dio ma anche, e direisoprattutto, dei più lontani.Ritiene che la pietà popolare

possa ancora essere veicolo

dei forti valori cristiani per tra-

smetterli ai giovani?

Apparentemente si ha l’impres-sione che i giovani non sianotanto interessati alle varie formedi pietà popolare, ma credo cheuna festa religiosa, un pellegri-naggio, una processione, seorganizzati coinvolgendo consaggezza giovani ben formati econsapevoli, potrebbero ravvi-vare nel mondo giovanile quelbisogno di spiritualità e di divinoche è custodito nell’intimo ditanti giovani autentici e sinceri.c’è la possibilità che la par-

rocchia torni ad essere la

casa comune dove tutti si

ritrovano ed in cui si ricono-

scono?

Mah… secondo quanto insegnala parabola del Padre Misericor-dioso (Lc 15) il figlio che è anda-

to via di casa ritorna perché ha

conquistato la consapevolezza

che vivere con il Padre è una

vera fortuna. Certo, il figlio

obbediente rimane all’esterno…

mi piacerebbe immaginare che

alla fine il Padre buono sia riu-

scito a convincerlo ad entrare.

Se la parrocchia mostrerà que-

sto dolce volto del Padre sicura-

mente potrà tornare ad essere

(ma secondo me lo è sempre

stata!!) la casa dove tutti trovano

affetto, gioia e solidarietà.

in questi tempi di crisi sociale

ed economica, Lei da sacer-

dote come vede il futuro?

Anche da sacerdote devo

ammettere con angosciosa sin-

cerità che l’attuale crisi econo-

mica fa paura perché non si

intravvedono interventi risolutivi

e immediati. I tempi di uscita da

questa situazione economica

saranno lunghi e i nostri gover-

nanti non sembrano ancora in

grado di fornire risposte rassicu-

ranti, mentre la gente vive il

dramma quotidiano dell’impove-

rimento e della solitudine. Ma,

sempre da sacerdote, devo

affermare con audacia che la

paura non è un sentimento cri-

stiano!!! Più volte nella Bibbia si

incontra il grido: “Non temere!” e

il Beato Giovanni Paolo II, che

fra non molto tempo sarà dichia-

rato Santo, urlava alla gente:

“non abbiate paura!”. Dunque

non lasciamoci frenare dalla

paura e camminiamo con fiducia

verso un futuro che appare

incerto, ma che tutti insieme,

credenti e non, possiamo

costruire con sacrificio, coraggio

e perseveranza.

Donato Vallano

Don Mimmo Florio, parroco di Santa Cecilia.

Page 24: LA FARFALLA - Edizione di Novembre

24 Venerdì 1 Novembre 2013