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La Basilicata da "Terra dei Re" a "Terra di Nessuno" - E adesso il lavoro
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Sport:
UNA REGIONE IN COMALa Lucania è in coma.
Questa lunga agonia parte da
lontano. È così consumata da
decenni e decenni di corruzio-
ne e malgoverno. È difficile
riprendersi, sia politicamente
che socialmente e non ne par-
liamo economicamente.
Si è così sfiduciati che,
a governare, sia da sinistra che
da destra, non mantenendo ciò
che è stato sperato e promesso.
I nostri politicanti considerano
infatti più vantaggioso presen-
ziare e promettere, anziché ela-
LA VOCE DI GLOBO
Anno VII - n. 23 Venerdì 1 Novembre 2013
Come sei bella Terra dei Forti ...
Periodico di libera informazione contatti: [email protected] in edicola euro 1,00
NON PERCEPISCE E NON CHIEDE DANARO PUBBLICO
Div
ersa
dis
trib
uzio
ne p
rom
ozio
nale
om
aggi
o
a pagina 17
Alla scoperta dei
tesori della
Basilicata
a pagina 23
I SOGNI E LE SPERANZE
dEI GIOVANI
dON MIMMO FLORIO
a pagina 2
SE CI VA BENE
SIAMO ROVINAtI
DaniELE SiLVEStRia pagina 20
ALZA LA VOCE
La paRoLa ai cittaDini
Con il Porcellum una nuova legge elettorale il
“Bugiardellum”
RItORNANO GLI AFFABULAtORI!E AdESSO
IL LAVOROIl problema del lavoro e del-
l’occupazione in Basilicata è
la vera emergenza della
Regione. E tutti i candidati a
queste elezioni, di qualsiasi
schieramento, devono sen-
tirsi obbligati ad indicare
proposte concrete per far
diminuire quella massa di
disoccupati che costituisce
la maggioranza delle perso-
ne che oggi vivono in regio-
ne.
Anche se tutti gli indicatori
attestano che la nostra è
una regione alla deriva
sociale ed economica per
StAZIONE
dEGLI AUtOBUS
“PARCHEGGIO REGIONE”
MANCANO
FINANCHE I BAGNIEgregio Direttore,
Le segnaliamo una situazione
che a dir poco è imbarazzan-
Presto andremo tutti a votare.
Ed ecco le ardite e speranzose
promesse da parte dei nostri
politici! Penso, con tutta fran-
chezza, che così come ci siamo
avviati, ancora una volta ci ritro-
veremo fra 5 anni tali e quali
come adesso, se non peggio !
Concluse le votazioni, si ritorna
La BASILICAtA da “tERRA dEI RE”
a tERRA dI NESSUNORoma. Si accampa dapprima
sul Vesuvio, indi fugge verso
Modena, quindi rifiutando di
passare le Alpi, preferisce il
meridione d’Italia, ed in partico-
lare le imboscate delle zone
lucane.
La violenza nella storia non ha
fine, sia da parte dei servi, che
Spartaco, il mitico eroe tracio,
prima di giungere a Roma col
suo esercito di ribelli, fautori
delle guerre servili, aveva com-
passato la Lucania in lungo ed
in largo.
Disgustato della sua sorte san-
guinaria di gladiatore prima si
rese disertore dell’esercito
romano nel 73 a. C., poi costret-
to alla scuola dei gladiatori di
Capua, fugge con 70 suoi com-
pagni e diventa brigante contro
... continua a pagina 6
... continua a pagina 3
... continua a pagina 3
... continua a pagina 3
... continua a pagina 12
... continua a pagina 18
... continua a pagina 2
INTERVISTA
AL SINDACO
DI RIPACANDIDA
VITO REMOLLINO
... continua a pagina 7
PER UNA POLItICA SENZA VALORI:
L’UOMO UGUALE ALLE BEStIE“Il bestiame si nutre per produrre un utile,
in caso contrario lo si sopprime”.
Nella civilissima danimarca stessa sorte
anche per l’uomo, soprattutto se down.
Oggi mi è capitato di leggere
un articolo che parla dell’inten-
to del governo danese di libe-
rare il territorio nazionale dalla
piaga della sindrome di Down.
Potrebbe quasi apparire come
un intento epico, se non fosse
che lo strumento scelto preve-
de l’eliminazione per via abor-
tiva di tutti i bambini che preve-
dono quella sindrome.
L’articolo continua poi compa-
rando la campagna danese
con le politiche eugenetiche
naziste (e non solo naziste)
POtENZA
ERA UNA PIAZZA
MOLtO AMBItA
A dichiararlo è
Umberto Nappello
attaccante
del Potenza nella
stagione 2008-2009
Delle cinque liste ricusate,
riammessa dal taR di Basili-
cata solo quella di pittella.
La legge è uguale per tutti?!
intanto, c'è chi prova a sfata-
re le accuse di collaterali-
smo. non fa sconti al centro
sinistra il solo avv. aurelio
pace, candidato nelle file del
pdl, che ricorre al consiglio
di Stato per l'esclusione
della "Lista pittella".
... continua a pagina 14
RINNOVO CONSIGLIOREGIONALE
dI BASILICAtA: Le liste e i candidati
A VOI LA
SCELtA
Con atto del 24 ottobre, Giu-
seppe Postiglione è stato
nominato Consigliere del
Ministero degli Affari Regio-
nali, delle Autonomie e dello
... continua a pagina 9
GIUSEPPE POSTIGLIONE
NOMINATO CONSIGLIERE
DEL MINISTERO
DEGLI AFFARI REGIONALI,
DELLE AUTONOMIE
LOCALI
E DELLO SPORT
2 Venerdì 1 Novembre 2013
... SEguE
DaLLa pRiMa pagina UNA REGIONE IN COMAindipendentemente dalle
corazzate che gironzolano in
tutte le contrade della Basilica-
ta, il popolo non crede più in un
miracolo che possa salvare
questa regione, la quale sta tra
l’al di qua e l’aldilà.
I candidati presidenti del Cen-
trosinistra, come se non faces-
sero parte di questo coma
lucano, si sono accapigliati fra
di loro e se le sono cantate di
santa ragione. Ma la gente è
stanca di questi teatrini pre-
elettorali. Il problema vero non
sono le elezioni.
L’esempio di Tramutola, ove vi
è stata una vera e propria rivol-
ta popolare contro le colonne
portanti di questo sistema
comatoso, è indice di un
malessere diffuso, che sta
vivendo il popolo lucano,
anche nei paesi e non solo
nelle province. Nel Centrosini-
stra non è prevalsa la linea
facente capo al triunvirato Bub-
bico-Folino-De Filippo, con
tutte le buone intenzioni che si
riconoscono a questo giovane
brillante, Piero Lacorazza.
Sappiamo che è frutto di un
accordo fatto nelle nostre “bot-
teghe oscure”. Anche se è pre-
valso, invece, il rottamatore
lucano, dr. Marcello Pittella, il
risultato non cambia, perché
anche egli appartenente ad un
sistema logoro e stantio, che
ha portato la nostra regione a
queste condizioni.
Il Centrodestra lucano, come
più volte è stato evidenziato
sulle pagine di questo periodi-
co, vive al contrario un com-
plesso di inferiorità, accompa-
gnato da sudditanza psicologi-
ca, verso la mano Sinistra
Regionale, tanto è vero che
anche loro sono stati coinvolti
nella tangentopoli lucana.
I Grillini, nonostante criticati e
bersagliati da tutte le parti,
hanno dimostrato, con le loro
primarie telematiche, di muo-
versi col giusto calibro.
E il centro? Che si ispira - spe-
riamo non solo a parole - ai
valori cristiani ed alla Dottrina
Sociale della Chiesa, che ruolo
ricopre in questa competizio-
ne? La Lucania è in coma, non
dimentichiamolo! Il Primario
che si appresta a salvarla deve
considerare che il salvataggio
va effettuato a tutto campo e
non solo per la conservazione
delle poltrone e dei privilegi
concessi agli amici e amici
degli amici. Il Primario, se
verrà eletto, si ricordi delle per-
sone che muoiono di fame in
questa terra, ricca di risorse
naturali e di ogni bene. Si ricor-
di, inoltre, che è l’unica regio-
ne a non avere ancora un
aeroporto, ferrovie strade,
autostrade, e infrastrutture
varie degne di questo nome.
nigro giuseppe Domenico
Portavoce dei
Liberi e Forti di Basilicata
Cara mamma, mammina cara come
stai? Mi spiace disturbarti, sono
cosciente del fatto che ora è tutto un
trambusto: tra elezioni, partiti che si
azzuffano, passaggi da uno schiera-
mento all'altro. Anche a livello nazio-
nale hai visto? Il Parlamento è diven-
tato un caso di studio per ornitologi:
dalla piccionaia scendono in migrazio-
ne le colombe. I falchi in risalita hanno
qualche difficoltà. Sembra proprio che
l'autunno, con il cadere delle foglie e
l'incedere del cambio climatico abbia
prodotto un bel big bang a Palazzo.
Insomma, non è che si capisca molto.
Che ne pensi andiamo ad aiutarli?
Non credo tu sia molto d'accordo,
mammina bella, visto che le cose a
casa tua (può darsi nostra) non è che
vadano molto meglio. Se in Parla-
mento tutto si muove sulle note de
"L'autunno" di Vivaldi, qui da noi
suona "La cavalcata delle valchirie". Il
che lascia preludere a una situazione
a dir poco complicata. Della serie "se
va bene siamo rovinati". Sai ultima-
mente anche qui, nella val di non,
succedono cose strane. Pensa, qual-
che settimana fa è stato eletto il tuo
prescelto, Vito De Filippo, alla segre-
teria regionale del PD. Una cosa però
non mi sembra logica: l'articolo 21
dello statuto del PD fa divieto, a chi
Con profondo convincimento sento di con-
dividere quanto egregiamente espresso
dalla Fismc sulla triste vicenda Barozzino -
è quanto dichiarato dal coordinatore dell’in-
tergruppo di minoranza alla Provincia di
Potenza, Aurelio Pace.
«Il Segretario Generale Di Maulo ed il
Segretario Nazionale Roselli, bene fanno a
stigmatizzare un fatto di inaudita gravità.
Non si può – ha continuato l’avv. Pace –
in un momento di così profonda crisi per le
famiglie italiane, assistere indifferenti al
discutibile comportamento del Sen. Baroz-
zino che imbarazza e mortifica la sensibili-
tà di chi tiene a cuore le sorti vere dei tanti
lavoratori in cassa integrazione lucani e dei
troppi disoccupati della nostra terra.
Al netto della manifesta gravità in diritto, la
vicenda supera ogni limite da un punto di
vista etico e morale.
La cassa integrazione, percepita da oltre
sette mesi dal Senatore, reo di non esser-
si messo in aspettativa per incarichi istitu-
zionali, è un sonoro schiaffo alla povertà ed
al disagio.
Lo stipendio a cinque cifre da Senatore
non è forse sufficiente a garantirgli un teno-
re di vita adeguato?
È anche necessario, per il Sen. Barozzino,
accedere alle già misere risorse previste
per le famiglie dei lavoratori che vivono uno
stato di profonda indigenza?»
Il Consigliere Pace ha poi concluso affer-
mando che «A nulla valgono le difese d’uf-
ficio (excusatio non petita, accusatio mani-
festa) dei vari “compagni” di Barozzino su
come siano stati utilizzati dal Senatore i
soldi percepiti per la cassa integrazione.
La beneficenza, quella vera, si fa con le
proprie risorse, non con le misure di soste-
gno, o peggio con gli ammortizzatori socia-
li.
Ricordo a me stesso ed a Barozzino le
parole di un grande Papa che ci riportava
ad un tempo in cui servivano più testimoni
che falsi maestri».
LEttERA dI UN GIOVANE a “Mamma Regione”
Se ci va bene siamo rovinatiricopre cariche istituzionali (presiden-
ti di regioni, sindaci), di essere eletti a
segretari regionali di partito. Cosa
dire: può darsi che non lo sapesse! O
è probabile che questi cavilli e clauso-
le siano scritte talmente tanto minu-
scole che serve un telescopio per
visualizzarle come è dovere! Un po’
come le scritte che si trovano sui
depliant delle offerte dei supermerca-
ti: non le leggi e poi escono le fregatu-
re.Cara mamma, hai visto che cos'è
successo per il Memorandum relativo
al petrolio. Pare che arriveranno pochi
spiccioli e così è stata assestata una
bella pedata nella parte poco nobile
del corpo a tutti i progetti di infrastrut-
ture, indotto lavorativo. Ho pensato, a
questo punto, che sarebbe meglio
ritornare ai tempi della zappa e della
coppola in mano. Se non può esserci
innovazione per noi, almeno l'involu-
zione è consentita.
C'è solo un problema mammina riden-
te: molti di noi la zappa in mano non
sanno tenerla. Abbiamo peccato
(ingenuamente... perdonaci se puoi)
di volontà di studio. Mi sa che anche a
noi giovani, come gli "uccellini" del
parlamento, tocca una transumanza.
Speriamo almeno che qui rimanga
qualcuno.
i tuoi amati pargoletti
Oltre allo stipendio
da senatore
anche la cassa integrazione!
A POTENzA LO TROVI PRESSO LE LIbRERIE:
MONDADORI, UbIkED ERMES
3Venerdì 1 Novembre 2013
... SEguE
DaLLa pRiMa pagina
colpa del lavoro che manca,
la disoccupazione è un
mostro che è possibile scon-
figgere e tutti quelli che si
candidano alla guida della
cosa pubblica devono sentire
il dovere di combatterla
senza tregua.
È riduttivo, e neanche giusti-
ficante, scaricare ogni colpa
sull’attuale congiuntura che
ha prodotto la situazione dei
nostri giorni. Conta poco!
E peraltro neanche vero!
Ciò che conta invece è che la
speranza di poter creare
nuova occupazione va sce-
mando nelle nostre comunità
per colpa di una politica che
ha perso la sua funzione, o
meglio missione.
La soglia della disperazione
è arrivata a livelli insostenibi-
li specie nei giovani, costretti
ad emigrare, e nelle famiglie,
chiuse nella loro tragica con-
dizione di impotenza con figli
quarantenni a carico, ancora
alla ricerca di un lavoro.
Cosa si aspetta perché la
questione del lavoro ed del-
l’occupazione sia posta al
centro delle preoccupazioni
di ogni azione politica?
Cosa blocca la politica luca-
na ad individuare soluzioni
efficaci e condivise?
L’attuale condizione di biso-
gno dell’elettore lucano che
rende di più elettoralmente?
La politica deve ritornare ad
essere lo strumento di soste-
gno alla produzione e al lavo-
ro attraverso una nuova visio-
ne organizzativa e program-
matica del territorio.
Per questo diventa strategico
la scelta degli uomini che
costituiranno la nuova classe
dirigente regionale, che mi
auguro non uguale a quella
attuale: sprovveduta ed inca-
pace nell’interpretare la crisi
e nell’utilizzare le nostre risor-
se naturali; attenta alle carrie-
re politiche personali ma
sorda alle sollecitazioni di
questi anni: dalla Legge
regionale sull’utilizzo del
petrolio del 1997, promossa
dall’Anci di Basilicata, che
avrebbe evitato tante disfun-
zioni oggi denunciate, al
Piano per l’occupazione
avanzato dalla Provincia di
Potenza nel 2005.
Occorre cambiare registro se
non vogliamo irrimediabil-
mente soccombere: mettere
al primo posto i problemi
della gente e dare una svolta
alle politiche economiche e
sociali.
È tempo di ridurre la spesa
pubblica locale e regionale; di
frenare lo sciupio di risorse
che potrebbero essere utiliz-
zate per ridurre le tasse e
dare ossigeno ai cittadini, alle
famiglie e alle imprese; di
sopprimere tanti enti stru-
mentali inutili, che sono solo
fonte di spreco per affini e
parenti; di rilanciare le risorse
petrolifere ed idriche in un
nuovo rapporto di contratta-
zione e di reciprocità con lo
Stato perché tenga in debito
conto anche i beni che un ter-
ritorio mette a disposizione
dell’intera nazione e non sol-
tanto del gettito fiscale pro-
dotto; di finanziare solo quei
progetti che alla chiusura dei
cantieri lascino occupazione
e lavoro (fatta eccezione del-
l’ordinaria amministrazione).
Non sprechiamo questa
occasione!
Diamo la stura ad un nuovo
sistema con l’individuare quei
candidati che seriamente e
disinteressatamente intendo-
no lottare per ridare la spe-
ranza di un futuro ai nostri
giovani, per risollevare que-
sto territorio ridotto fragile e
poco competitivo da una cat-
tiva utilizzazione delle sue
risorse, umane e materiali,
per fare della Basilicata una
protagonista nell’Italia del
domani.
Vincenzo giuliano
... SEguE
DaLLa pRiMa pagina
borare e realizzare. Così ogni
occasione diventa utile per
ammaliare. Preferiscono creare
effetti speciali (e qualche effetto
ha già colpito in questa fase di
presentazione delle liste), pro-
muovere evasioni collettive dalla
realtà, mirando ad un facile ed
immediato consenso. Raramen-
te si soffermano sulla program-
mazione, mai mettono mano
all’organizzazione degli enti o
delle amministrazioni che conta-
no, per migliorarne i servizi,
rimuovere gli incapaci, valoriz-
zare le competenze. Appena
eletti, ringraziano i loro sponsor,
ricompensano in vari modi i
grossi portatori di voti poi, senza
indugiare, salgono alla ribalta ed
iniziano a millantare. Con que-
sto modello di gestione poco o
nulla cambierà nei nostri territori.
Molti giovani, persa anche la
speranza, cercheranno lavoro e
fortuna altrove.
Aumenteranno gli scettici, colo-
ro che pensano non ci sia pro-
prio niente da fare, ma resterà
pressoché immutata la massa di
elettori pronti a farsi suggestio-
nare dal prossimo affabulatore.
Così vanno le cose! Forse è
Con il Porcellum una nuova legge elettorale il
“Bugiardellum”
RItORNANO GLI AFFABULAtORI!
proprio questione d’abitudine!
L’aneddotica sulle false promes-
se dei politici riempirebbe un’en-
ciclopedia. E purtroppo, a dirla
tutta, ciò non accade solo in Ita-
lia, tanto che negli Usa, per
smascherarle, hanno perfino
inventato un gioco online: Real-
Scoop, replicato anche in Slo-
vacchia (lì si chiama Demago-
go). Ma sta di fatto che alle
nostre latitudini nessuno se ne
scusa, anche perché nessuno
chiede mai conto ai politici delle
loro bugie. Anzi, in Italia non si
definiscono bugie bensì giravol-
te di pensiero. E a giustificare
questa convinzione gli esperti
adducono tre ragioni sul perché
il politico nostrano mente.
Primo: il fattore culturale. Siamo
cattolici e la confessione monda
ogni peccato. Un bel perdono
non si nega mai a nessuno!
Anche se nel 1996 monsignor
Bettazzi era corso ai ripari per
fermare questo malvezzo:
aggiungere le balle elettorali alla
lista dei peccati. Non so se
avesse anche pensato per l'as-
soluzione di tali peccati l'assol-
vimento di tutte le promesse
elettorali fatte!
Secondo: il fattore umano.
Abbiamo una classe dirigente
immarcescibile, sicché l’impuni-
tà diventa un corollario dell’ina-
movibilità.
Terzo: il fattore giuridico. Non
perché se porti un politico in tri-
bunale, denunciandolo per non
aver rispettato quanto promes-
so, ci rimetti pure le spese lega-
li (ci sono delle sentenze del
2009 che parlano chiaro). No!
Perché il Porcellum premia le
menzogne di partito, castigando
chi sbatte in faccia la verità ai
capipartito.
E allora, cari affabulatori, con la
coerenza che Vi contraddistin-
gue, perché non approvate un
“Bugiardellum” come futura
legge elettorale!?! Così stareste
a posto anche con la coscienza!
E noi ce ne faremmo una ragio-
ne del vostro desolante compor-
tamento!
Donato Fabbrizio
... SEguE
DaLLa pRiMa paginaE AdESSO
IL
LAVORO
da parte dei padroni. La Lucania
è stata oggetto da secoli di guer-
riglie, assassini, giustizie som-
marie di soldati e civili. Spartaco
cade in Apulia nel 71 a. C, com-
battendo contro M. Licinio Cras-
so; i resti dell’esercito servile
sono battuti da Pompeo e fatti
prigionieri. La figura di Spartaco
anticipa di gran lunga quella del
brigante lucano, che combatte
contro i poteri forti che hanno da
sempre dominato questa remo-
ta provincia.
Questa terra è stata da sempre
oggetto di conquista e di domi-
nio già dai tempi dei romani, che
ci consideravano “infidi”, perché
veniva Pirro e ci alleavamo con
Pirro, veniva Annibale e ci allea-
vamo con Annibale, sempre
contro Roma. Non ne parliamo
poi delle continue dominazioni:
romani, bizantini, longobardi,
normanni, aragonesi, angioini,
spagnoli, francesi, fino agli ulti-
mi tempi, Borboni, piemontesi,
fascisti, repubblichini, pseudo-
cristiani ed infine da un Venten-
nio di regime democratico, che
succede ai precedenti Ventenni
delle ere fasciste, i demo-comu-
nisti.
Il brigantaggio era una protesta
popolare contro i padroni di que-
sta terra. Il conflitto tra cafoni e
galantuomini è la costante stori-
ca lucana, e non solo, del meri-
dione in genere: il più delle volte
i cafoni hanno abbandonato il
campo con l’emigrazione.
Anche i galantuomini sono parti-
ti per lontane mete e lì hanno
conservato il loro grado ed il loro
ordine. Eppure gli emigrati luca-
ni si sono fatti onore ed hanno
riscattato la loro condizione
sociale. I cafoni sono i figli dei
briganti!Oggi la Basilicata, il cui
nome, di origine bizantina, signi-
fica “terra dei re”, è diventata,
invece, la terra di nessuno.
Ci sono i nuovi e soliti padroni: i
massoni supercapitalisti che
sfruttano il nostro greggio, il
nostro gas, il nostro sottosuolo.
Questi sono i padroni economi-
ci. Sono quelli veri! A ridosso, ci
sono quelli politici, che sono
asserviti al Potere costituito, che
oramai, come sottolineava
anche Pier Paolo Pasolini, il
quale – non dimentichiamo – è
venuto apposta a Matera per
girare il suo capolavoro “Il Van-
gelo secondo Matteo”, è diven-
tato, dagli anni settanta a questa
parte centrale. Qui non è mai
esistita la Destra e la Sinistra.
Qui è esistito sempre un Potere
che è stato gestito da una clas-
se massonica che da Potenza
ha esercitato la sua potenza.
Vincenzo capodiferro
Direttivo Liberi e Forti di Basilicata
La Basilicata da “terra dei re”,
è diventata la terra di nessuno
4 Venerdì 1 Novembre 2013
Sono di questi ultimi tempi i dati
relativi alla qualità degli Ospe-
dali Italiani che il Ministero della
Salute ha raccolto per il tramite
di Agenzie specializzate (Age-
nas) e che alcune riviste del set-
tore hanno reso pubblici.
Il fatto sconfortante nasce dalla
considerazione che l’8% dei
decessi verificatisi nei nosocomi
italiani poteva essere evitato.
La rivista specializzata FOCUS
Sanità ha messo in evidenza
che nei pazienti ricoverati per:
“infarto, angioplastica coronari-
ca preventiva,scompenso car-
diaco, bypass aorto-coronarico
valvuloplastica o sostituzione di
valvola, ictus, aneurisma del-
l'aorta addominale non rotto,
tumori al polmone, tumore
gastrico, tumore al colon retto e
al retto, frattura del collo del
femore e bronco pneumopatia
riacutizzata, l'8% è costituito da
mortalità evitabile solo
se alzassimo il livello medio
della qualità delle cure e dell'or-
ganizzazione sanitaria, dal
medico di famiglia all'equipe
ospedaliera.” (dati tratti da
Focus del Marzo 2013)
La Guida Salute di Focus offre
una mappa molto precisa atta a
valutare i reparti degli ospedali
migliori, stilando una tabella
riportante i dati ufficiali della
qualità delle cure per le patolo-
gie più comuni, tratti dallo studio
di oltre 10,5 milioni di ricoveri del
2011 per 7 milioni di pazienti in
1.483 strutture pubbliche e pri-
vate confrontati con i dati più
aggiornati del ministero della
Salute.
Le lacune della medicina lucanaLA PRIMA PARTE del fascicolo
tratta i ricoveri in ospedale per
patologie acute (infarto, ictus,
interventi di bypass aorto-coro-
narico, fratture di femore) e for-
nisce dati certi che consentono
a tutti i lettori di scegliere dove e
come farsi curare in base a
informazioni obiettive, ai suc-
cessi e ai fallimenti delle cure
prestate.
LA SECONDA PARTE dello
speciale è dedicata ai ricoveri
inutili, cioè quelli per patologie
curabili in ambulatorio, come
diabete, asma o influenza, che
non dovrebbero afferire in ospe-
dale se non in casi eccezionali.
Nel capitolo dedicato alla geria-
tria, vi sono suggerimenti per
scegliere la residenza più adat-
ta per i nostri anziani bisognosi
di assistenza, dato che in Italia
mancano ancora standard
nazionali di qualità. I controlli
sulle diverse strutture sono
effettuati con modalità diverse e
i dati non sono resi pubblici.
Dallo speciale emergono le
lacune della medicina del terri-
torio che spaziano dalla caren-
za di flessibilità negli orari degli
ambulatori pediatrici e della
medicina di base, alla mancan-
za di una vera prevenzione;
spiccano le pecche nella cura
degli anziani, come, per esem-
pio, nei casi di frattura del femo-
re, operati spesso con notevole
ritardo con esiti spesso fatali. E
ancora, l'altissimo numero di
parti cesarei praticati con eleva-
to rischio di mortalità della
madre. Poche donne sanno che
il cesareo comporta rischi molto
alti, e nonostante esso sia indi-
cato dall'Oms solo nel 10% dei
casi, in Italia supera il 27%.
Sulla base dei dati forniti dallo
studio si può rilevare che i primi
dieci migliori ospedali italiani,
secondo l’Agenas, sono:
1. San Raffaele, Milano -
2. Spedali Civili, Brescia -
3. Santi Antonio e Biagio,
alessandria - 4. Ospedale
A. Manzoni, Lecco - 5. Azienda
ospedaliera di perugia -
6. Poliambulanza, Brescia -
7. Fornaroli, Magenta -
8. Niguarda, Milano - 9. Alto
Chiascio, gubbio - 10. Santa
Maria del Carmine, Rovereto.
Esiste, inoltre, anche una clas-
sifica Agenas degli ospedali
peggiori:
1. Federico II, napoli - 2. Azien-
da ospedaliera G. Martino,
Messina - 3. Azienda ospedalie-
ra dei Colli Aminei P. Monaldi,
napoli - 4. San Filippo Neri,
Roma - 5. Azienda universitaria
policlinico, napoli - 6. Stabili-
mento ospedaliero di Venere,
Bari - 7. Presidio ospedaliero
San Rocco, caserta - 8. San-
t’Anna, Pomezia - 9. Ospedale
della Val di Chiana - 10. San-
t’Anna e Sebastiano, caserta.
L’Agenas ha analizzato gli ospe-
dali d’Italia sulla base di un
grande numero di indicatori. Se
ne contano 47: si va dalla morta-
lità a 30 giorni dal ricovero, alla
frequenza dei parti cesarei, al
numero degli infarti. I risultati del
“Programma nazionale esiti
2012”, comunque, sono in qual-
che modo influenzati da alcuni
parametri che non dipendono
dalla qualità degli istituti – alme-
no stando a una critica avanza-
ta da Paolo Del Bufalo de Il Sole
24 Ore. La classifica, dunque,
va presa con un po’ di cautela.
Un parametro, infatti, in grado di
distorcere i risultati dello studio,
è la dimensione degli ospedali.
È normale, infatti, che gli istituti
grandi, che raccolgono utenze
di città molto popolate o di pro-
vince intere, si producano in
performance più negative; sono
gli ospedali maggiori ad affron-
tare i casi più gravi, con progno-
si riservate o a scadenza più
lunga.
L’Agenas ha comunque cercato
di ovviare a queste difficoltà di
analisi, aggiustando per quanto
possibile i risultati.
SITUAzIONE
DELL’AzIENDA
OSPEDALIERA
SAN CARLO
DI POTENzA
Il nostro Ospedale per eccellen-
za non se la cava malissimo nel-
l’ambito dello studio del Ministe-
ro della Salute, ma nemmeno
eccelle, se è vero il notevole
flusso migratorio in uscita verso
altre Regioni.
Le ragioni di questo “limbo”
vanno ricercate in fattori che
riguardano specificamente alcu-
ni parametri importanti:
- La mancata specializzazio-
ne. Il nostro ospedale non è da
considerarsi di eccellenza in
quanto non primeggia in alcuna
grande specificità, come in pas-
sato, ad esempio, con la Cardio-
chirurgia, ma, ai pochi grandi
interventi, si associano molti
ricoveri per patologie minori il
cui peso statistico è insignifican-
te e che dovrebbero essere trat-
tati negli ospedali minori e/o sul
territorio;
- La poca dimestichezza
all’apertura al territorio.
L’Ospedale San Carlo resta
arroccato nella sua dimensione
ospedaliera senza alcuna
necessaria partecipazione alle
cure territoriali in qualità di par-
tner dell’Azienda Sanitaria. Ciò
comporta impoverimento sia per
l’uno che per l’altra dal punto di
vista della qualità e dell’intensità
delle cure.
- La migrazione sanitaria in
uscita. Punto dolentissimo della
politica ospedaliera nostrana. La
fiducia percepita dagli utenti nei
confronti dell’Istituzione Ospe-
daliera è ai minimi storici e non
vengono adottate le strategie
necessarie ad invertire il trend.
Mancano i nomi eccellenti
necessari non solo a conquista-
re la fiducia dell’utenza nostra-
na ma anche ad attirare i flussi
migratori in entrata da parte
delle regioni limitrofe.
Scopo della politica sanitaria
regionale dovrebbe essere quel-
la di risanare i bilanci della sani-
tà lucana con interventi mirati a
tagliare le attività improduttive e
investire in quelle altamente
remunerative in termini di quali-
tà delle cure e di alta specializ-
zazione con conseguente, inevi-
tabile, ritorno in termini di imma-
gine.
ciro Romano
Dopo le lunghe discussioni tra
Veneto e Liguria in merito
all’erogazione della terza tran-
che di bonus idrocarburi spet-
tanti agli automobilisti lucani, si
è finalmente giunti alla conclu-
sione.
La terza erogazione annuale
sarà adesso di soli 30 euro,
spettanti agli automobilisti luca-
ni e non 140 euro come previsto
prima che Veneto e Liguria
facessero ricorso al Consiglio di
Stato, riportando a casa una
lauta vittoria.
Ma facciamo un passo indietro
giusto per schiarire le idee.
In Italia la regione Basilicata
possiede il maggiore e produtti-
vo giacimento petrolifero, preci-
samente in Val d’Agri, e rappre-
senta il più grande dell’Europa
continentale, posizionandosi al
quarto posto fra i paesi europei
produttori di petrolio e 49º come
produttore mondiale di petrolio
per quantità (0,1% sul totale
della produzione mondiale).
Da qui si può evincere che nelle
due regioni del Nord non si pro-
ducono assolutamente idrocar-
buri, ma in Veneto e Liguria
sono soltanto ospitati impianti di
rigassificazione.
Sono stati stanziati circa
79 milioni di euro,oltre 70 dei
quali sono royalty che le compa-
gnie petrolifere (Eni e Shell)
hanno versato allo Stato per le
attività di produzione di idrocar-
buri della Val d’Agri.
Il resto dei fondi si riferiscono
alle royalty versate per le attivi-
tà estrattive di Piemonte, Puglia,
Calabria, Emilia Romagna, Moli-
se e Marche.
Cosa accade dunque?
Semplice. I soldi che dovevano
essere destinati ai 319 mila
patentati Lucani, adesso,
andranno divisi anche con le
regioni del Nord che, ricordia-
mo, non possiedono impianti di
idrocarburi ma soltanto impianti
di rigassificazione, quindi il Nord
non solo non mette soldi ma li
guadagna direttamente allun-
gando le mani sull’oro nero della
piccola regione del Sud.
L’assessore regionale al bilancio
della regione Veneto Roberto
Ciambetti si vede soddisfatto del
trionfo che porterà poco meno di
trenta euro ai suoi concittadini,
ovviamente tutto questo senza
avere minimamente il pensiero
di vedere la propria terra inqui-
nata e maltrattata dalle royalty
che da anni marciano e inquina-
no i territori e le falde acquifere
Lucane.
I leghisti erano quelli che soven-
te amavano ripetere uno slogan:
‘Il Sud ruba i soldi del Nord’.
Beh, forse è ora di riflettere.
carla Bottiglieri
Appena trenta euro il bonus idrocarburi
per gli automobilisti Lucani
5Venerdì 1 Novembre 2013
In un periodo di profonda crisieconomica che abbraccia tutti isettori produttivi ci si chiede cosafare per creare reddito e capitaleche possa rilanciare l’economiadel Paese. L’agricoltura risultaforse l’unico settore in cui gliimprenditori possono ancora pen-sare di investire ma molti sono iproblemi da affrontare e per la loroefficace risoluzione è necessarioun duro lavoro sia da parte deglioperatori agricoli che della pubbli-ca amministrazione.Oggi l’azienda agraria ha oramaiperso la sua autosufficienza pro-duttiva in quanto l’agricoltore chelavora, in particolare nell’ambitodell’agricoltura convenzionale, èsempre più costretto ad acquista-re una serie di fattori produttivi (es.sementi e/o piantine, concimi chi-mici e preparati fitosanitari) ritenu-ti indispensabili per ottenerebuone produzioni quanti-qualitati-ve ma in pratica non è così. Ora-mai, l’uso di piante geneticamenteselezionate, che non possiedonopiù i caratteri di rusticità, determi-na oltre la loro minore tolleranzaagli stress abiotici (es. eccessi dicaldo, carenza idrica, ecc.) anchela loro notevole suscettibilità agliattacchi di una serie di parassiti ilcui controllo è oneroso e moltospesso inefficace. L’uso incontrol-lato della concimazione chimica,inoltre, ha determinato sempre piùla mineralizzazione del suolo cheha perso non solo la sua fertilitànutrizionale ma, cosa più impor-tante, la sua vitalità. A tali aspettinegativi si devono aggiungerequelli indiretti che consistono sem-pre più nell’incremento della con-taminazione dell’ambiente e deglistessi prodotti agricoli da parte deiresidui chimici che riducono note-volmente sia la biodiversità del-l’ecosistema che la genuinità deglistessi prodotti.L’imprenditore agricolo impegna laquasi totalità del suo tempo negli
adempimenti burocratici venendosempre più distratto da ciò cherealmente avviene nei suoi campie stalle. Tutto viene visto oramaiin modo strettamente meccanici-stico: l’imprenditore crede chesolo combinando nel modo miglio-re i tasselli che compongono lasua attività produttiva potrà otte-nere i risultati sperati, ma in talecredo si dimentica di considerare ilfattore produttivo primario e cioèl’essenza vitale che impregnatutto ciò che lo circonda e chedeve essere rispettata e alimenta-ta.Come affermava Rudolf Steineruna azienda agricola sana devepoter generare in se stessa tuttoquanto essa richiede o almenoavvicinarsi il più possibile a taleideale. È chiaro che alla base del-l’agricoltura vi è il terreno agricoloche ha in sé una certa vita chedeve essere continuamente incre-mentata. Solo se il terreno agrico-lo viene continuamente vivificatopotrà permettere all’azienda di eli-minare o notevolmente ridurrel’uso di concimi e fitofarmaci conriflessi nettamente positivi sullasua produttività. Quindi, consiglioagli agricoltori di rispettare il leta-me per la sua energia vitale, laquale è disponibile solo dopo unopportuno compostaggio, e diconsiderarlo non un problema, acausa del suo smaltimento, mauna risorsa. Nelle situazioni disovrabbondanza, infatti, si potràrivalutarlo rendendolo disponibilea chi non ne possiede o utilizzarloper la produzione di energia rinno-vabile (es. tramite impianti di bio-gassificazione aziendali o meglioconsortili) utile per il bilancio ener-getico-economico dell’aziendaagraria.Comunque, resta da considerareche per un rilancio dell’agricolturasi devono risolvere tanti altri pro-blemi di competenza extra azien-dale. Una forte riduzione del cari-
co burocratico aiuterebbe nonpoco il rilancio dell’agricoltura.L’agricoltore, infatti, avrebbe piùtempo da dedicare alla risoluzio-ne dei problemi tecnico-produttivie ciò favorirebbe anche l’iniziativae lo sviluppo delle idee dei privati.La tassazione della produttivitàagricola, inoltre, ha raggiunto livel-li non più sostenibili e credo siaora che essa venga notevolmenteridotta, sia per favorire le iniziativedei giovani imprenditori che siaccingono ad investire in agricol-tura e sia per incentivare l’assun-zione di nuovi operai agricoli. Ilmiglioramento delle infrastrutturestradali e ferroviarie ma anchel’eliminazione dell’inefficienza deiservizi di distribuzione dell’acquaper l’irrigazione dei campi ridur-rebbero notevolmente i costi diproduzione delle imprese agrico-le. Il potenziamento della ricercatecnico-scientifica e l’educazionedegli imprenditori al lavoro di grup-po, anche attraverso bandi pubbli-ci che premiano le attività associa-tive, potranno da un lato individua-re le soluzioni tecniche innovativeadatte agli operatori e formare gliimprenditori e i tecnici del settoreanche attraverso il coinvolgimen-to di aziende private, sperimentalie dimostrative e dall’altro permet-tere la costituzione di associazio-ni e/o consorzi che risultano indi-spensabili nel caso della valoriz-zazione e tutela dei prodotti tipici.
Dott. pietro Lo cantore
Agronomo e Dottore di Ricerca
in “Biologia Applicata”
Scuola di Scienze Agrarie,
Forestali, Alimentari ed Ambientali
Università degli Studi della Basilicata
L’ambiente è un argomento chenon conosce confini, né fisici népolitico-istituzionali. Non a casoinfatti a partire dagli anni Settantala questione dell’ambiente è dive-nuta una competenza dellaComunità/Unione europea che, inquanto organismo sovranaziona-le, può indirizzare le proprie diret-tive a tutti i suoi membri e garan-tirne dunque il rispetto e l’applica-zione su tutto il suo territorio. La politica ambientale europea,seppur centrata specificatamente
Giornate europee 2014, II Edizione
Educazione ambientale e sviluppo sostenibileUn’occasione da non perdere per i Comuni Lucani
sull’ambiente e le tematiche adesso legate - acqua, risorse rinno-vabili, gestione dei rifiuti, cambia-mento climatico, ecc. - è allo stes-so tempo una politica orizzontale,nel senso che le norme sull’am-biente sono presenti in tutte lepolitiche dell’UE, da quella indu-striale a quella agricola, passan-do per quella commerciale eregionale. Inoltre, con il Trattato diLisbona (2009) lo sviluppo soste-nibile non è più solo un obiettivoma è divenuto uno dei valori fon-
damentali su cui si fonda l’azione
dell’Unione europea e ciò è
emblematico dell’importanza che
destina al tema ambientale.
In Basilicata come altrove que-
st’ultimo rappresenta una priorità
per i decisori politici ed un diritto
ed un impegno civile per i cittadi-
ni. Negli ultimi tempi sono aumen-tati i vari comitati per la tutela del-l’ambiente, i movimenti e le asso-ciazioni che lottano per la difesadel nostro territorio. Ovviamentele attività di estrazione petrolifera,sempre più compromettenti per ilterritorio lucano, sono le principa-li “ispiratrici” della crescente atten-zione di questa tematica da partedei cittadini. Ma non bisognadimenticare anche i vari incidenticausati nella nostra Regione daidissesti idrogeologici e dalla man-cata cura e prevenzione ambien-tale. Le istituzioni e gli enti, regio-nali e locali, non potendo ignoraretutto ciò hanno dunque anch’essirafforzato il proprio impegno inquesto senso. Molte sono le ini-ziative realizzate anche grazie ein virtù dei fondi provenienti dal-l’UE che, oltre ad affiancare le ini-ziative nazionali e regionali conproprie indicazioni legislative, for-nisce anche gli strumenti e lerisorse per sostenere non solo lacura dell’ambiente ma anche perpromuoverne la tutela e il rispet-to, attraverso soprattutto l’educa-zione ambientale.In virtù di ciò appare particolar-mente interessante segnalareun’importante iniziativa che
Per il rilancio dell'economia regionale
UNA NUOVA POLItICA AGRICOLA
potrebbe trovare nella Basilicataun contesto idoneo ad ospitarla.Nel secondo semestre del 2014l’Italia accoglierà la seconda edi-zione delle “Giornate europee del-l’educazione ambientale e allosviluppo sostenibile”. Si tratta diun’iniziativa promossa dal WEEC,World Environmental EducationCongress, nel corso della quale sidibatterà e si scambierannobuone pratiche sull’educazione acomportamenti rispettosi dell’am-biente. A tal fine è stato lanciatoun appello aperto a tutti gli enti ele città italiane per ospitare l’even-to. Questi ultimi hanno tempo finoal 31 ottobre prossimo per pre-sentare la propria candidaturacome sede dell’iniziativa. I sog-getti interessati a candidarsi pos-sono contattare la segreteriaorganizzativa all’indirizzo mail:secretar [email protected]. Per le città e glienti lucani sarebbe un onore ospi-tare tale evento ma anche un ulte-riore segnale dell’attenzioneverso l’ambiente e la sua preser-vazione, a tutela dei cittadini maanche di un patrimonio che rap-presenta una delle maggiori ric-chezze della nostra Regione.Perciò, candidiamoci!!!
Silvia Sassano
6 Venerdì 1 Novembre 2013
ALZA LA VOCE
La paRoLa ai cittaDiniStAZIONE
dEGLI AUtOBUS
“PARCHEGGIO REGIONE”
MANCANO
FINANCHE I BAGNI
te. Al parcheggio della Regio-
ne, riservata agli autobus di
linea, non vi è neanche
un’ombra di un servizio. Man-
cano addirittura i bagni sia per
l'utenza che per gli addetti.
Siamo circa 50 autisti di linea
provenienti dall'intera provin-
cia-regione costretti a chiede-
re la cortesia ai bar nelle vici-
nanze addirittura per fare la
pipì. Autisti che sostano
mediamente dalla quattro alle
sei ore antimeridiane tutti i
giorni. Senza parlare del-
l'utenza che si aggira intorno
alle 300 unità al giorno.
... SEguE
DaLLa pRiMa pagina
Piazzale della Regione, nuova area sosta per gli autobus di linea.
Assenza totale di servizi igienici, poca organizzazione.
Le saremmo grati se volesse
sensibilizzare chi di dovere a
porre fine a questa situazione
incresciosa ed indecente.
Grazie e complimenti per il
giornale che leggiamo con
interesse perché oltre alla
denuncia dei fatti che avven-
gono nella nostra regione fate
sempre delle proposte concre-
te.
R.D.
Foto a cura di Lucia Logiodice
NON CI REStA
CHE RItORNARE A ZAPPARE!Un popolo venduto ai suoi mercanti.
Risorge il neolatifondismo rurale
dei nuovi feudatari: i burocrati del Partito-RegioneLa peste della miseria si sta di
nuovo aggirando tra le nostre
famiglie e nelle nostre case,
come maleodorante olezzo di
una cloaca rotta a cielo aperto.
Quando un uomo non ha lavoro
o ha perso quello che ha, ha
perso anche la sua dignità.
La persona è calpestata ed è
costretta verso lidi lontani.
Ma dove andare oggi? Neppure
l'emigrazione assicura più un
futuro certo e questi lidi posso-
no trasformarsi in naufragi di
speranze, come quelli che rac-
coglie la romita Lampedusa.
Eppure questa terra è ricca!
Ma chi si arricchisce del paradi-
so perduto? Del petrolio, dell'ac-
qua, del gas?
Sono i nuovi Signori Mondiali,
che riversano le loro parche ele-
mosine nelle tuniche dei baroni
locali. Questi supercapitalisti
europei e globali, massoni, e
plutocrazie multinazionali e plu-
rinazionali vogliono asservire il
mondo intero.
Il popolo, invece, è povero.
È stato sempre povero.
Un tempo c'era il ceto medio
che equilibrava gli abissi del
cielo ricco e della terra povera.
Adesso non c'è più.
Prima si reclamava la demolizio-
ne dei recinti, la spartizione
delle terre. Oggi il supercapitali-
smo europeo ha distrutto la
nostra Civiltà Contadina, dopo i
tanti lauti riposi ventennali che
hanno arricchito i possidenti ed i
loro figli senza far nulla. Ci resta
solo il museo di Aliano, confino
dei Cristi banditi. E di nuovo
risorge il neolatifondismo rurale
dei nuovi feudatari: i burocrati
del Partito-Regione. E i nuovi
cafoni, la povera gente, di
nuovo,
in silen-
z i o ,
muoio-
no di fa-
me.
Lo vedi
dalle par-
che mense
e dalle
m a m m e
operose che non possono più
mandare i figli a scuola.
Tra poco tutto chiuderà. E questi
castelli in aria, fondati solo sul
terziario, sui servizi, stanno
cadendo. Tutti i politici che
governeranno questa terra,
chiunque essi siano, abbiano a
cuore questa piaga, che di
nuovo dilaga per le nostre terre.
Essi, dopo tanti anni di benesta-
re, forse hanno dimenticato le
loro umili origini di pastori ed
agricoltori. Tutti siamo figli di
pastori e di zappatori. Ed il
popolo, invece, corrotto per più
di venti anni dai falsi lumi del
materialismo, del consumismo e
dell'individualismo, torni ai valo-
ri della solidarietà e dell'amor
fraterno, come quando nei vici-
nati ci si scambiava il tozzo di
pane e l'aglio. Non si lasci
ammaliare dalle false promesse
dei falsi profeti. La povertà può
essere un'occasione di grande
crescita spirituale, perché il
popolo si è venduto. Ha votato i
suoi mercanti per più di venti
anni. Ma adesso i mercanti non
hanno più soldi. Un antico pro-
verbio diceva: mercanti e porci,
pesali dopo morti. Ma costoro
non hanno lasciato nulla, tutto
hanno distrutto nel tarlo dell'ava-
rizia e della cupidigia. Essi sono
come quegli ebrei di dura cervi-
ce che Dio per punizione fece
vagare per quarant'anni nel
deserto! È questo il senso che
dobbiamo dare a questa crisi.
Ognuno, come affermava
Smith, attraverso la luce della
natura e della ragione faccia ciò
che gli giova di più. Il vantaggio
di ciascuno in particolare, sarà il
vantaggio di tutti. Chi con il pro-
prio lavoro si appropria di una
terra non diminuisce, aumenta
anzi le risorse comuni del gene-
re umano. La felicità non consi-
ste nel godere dei più grandi
piaceri, ma nel possedere il
necessario per produrre il piace-
re, che come diceva Epicuro, è
naturale, nulla più!
È opportuno allora che i giovani
tornino all'agricoltura ed alla
pastorizia, risorse che da secoli
e secoli hanno mantenuto gene-
razioni e generazioni di lucani.
Oggi queste risorse sono state
usurpate in nome di un progres-
so mancato.
Ritornare alla
terra! Questo
deve essere il
nostro motto
ed anche il
nostro scopo
p r o s s i m o ,
poiché dalla
terra viene
tutto.
c.V.
7Venerdì 1 Novembre 2013
La legge di conversione del
decreto Energia, D.L. 63 del 4
giugno 2013 convertito in Legge
n. 90 del 3 agosto 2013, ha con-
fermato l'ampliamento delle
detrazioni fiscali per le ristruttu-
razioni edilizie e gli interventi di
risparmio energetico, rispettiva-
mente dal 50 e del 65% fino al
31.12.2013.
Inoltre ha elevato dal 50 al 65%
anche la detrazione per l'ade-
guamento sismico degli immobi-
li adibiti ad abitazione principale
o ad attività produttiva situate
nelle zone sismiche ad alto
rischio.
La detrazione Irpef sulle spese
sostenute per gli interventi di
recupero del patrimonio edilizia
è stato incrementato dal 36 al
50% dal D.L. 83/2012, che ha
anche aumentato il tetto massi-
mo agevolabile a 96.000 euro
per unità immobiliare, per le
spese sostenute fino al
31.12.2013
Dal 1° gennaio 2014, pertanto,
la detrazione tornerà sul limite
massimo di 48.000 euro.
Con la conversione in Legge
98/2013 del D.L. 69/2013 sono
state introdotte alcune modifiche
all'art. Del TUE (DPR380/2001).
Le modifiche sono incluse nel-
l'art. 30, comma 1, lett. a) del
D.L. 69/2013 e sono entrate in
vigore dal 21.08.2013; pertanto,
le detrazioni del 36 e del 50%
sulle ristrutturazioni edilizie del
55-65% sul risparmio energeti-
co possono essere utilizzate
anche per la demolizione di un
fabbricato, seguita dalla sua
ricostruzione con la stessa volu-
metria, senza che sia rispettata
la stessa sagoma preesistente,
con semplice SCIA.
L'agevolazione si estende
anche agli edifici eventualmen-
te crollati o demoliti, purché sia
possibile accertarne la preesi-
stente consistenza, attraverso la
loro ricostruzione.
La predetta agevolazione viene
riconosciuta solo per gli edifici
realizzati legittimamente, non è
consentita la ricostruzione di
edifici abusivi costruiti in viola-
zione della disciplina urbanisti-
ca.
Si ricorda che, nell'utilizzo degli
incentivi, non è possibile usu-
fruire dell'IVA al 4% (sebbene la
nuova abitazione abbia i requi-
sisti di “prima casa” in quanto si
passa da nuova costruzione e
ristrutturazione edilizia, occorre,
di conseguenza, applicare l'ali-
quota IVA del 10%.
Si evidenzia che devono,
comunque, essere rispettati i
seguenti due requisisti: stessa
volumetria e stessa destinazio-
ne d'uso.
geom. pasqualino Laviano
Componente Direttivo Nazionale
UNITEL
(Associazione Nazionale
Tecnici Enti Locali)
Proroga a tutto il 2014 delle detrazioni 65 e 50% sulla ristrutturazione delle case.
Anche mobili ed elettrodomestici!
detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie
PERIODO
DI SOSTENIMENTO
DELLA SPESA
DETRAzIONI RIPARTIzIONETETTO MAX
DI SPESA
01.01.2012 – 25.06.2012 36,00% 10 rate annuali € 48.000,00
26.06.2012 – 31.12.2013 50,00% 10 rate annuali € 96.000,00
01.01.2014 in poi 36,00% 10 rate annuali € 48.000,00
NORMATIVA
EDILIzIA
sino al 20.08.2013 dal 21.08.2013
Art. 3, comma 1,
lett. d) DPR
380/2001
Ristrutturazione edilizia: demolizio-
ne e ricostruzione con stessa volu-
metria e sagoma preesistente.
Ristrutturazione edilizia: demoli-
zione e ricostruzione con stessa
volumetria.
A g e v o l a z i o n e
del 50 – 65%
Per accedere alle agevolazioni
occorre rispettare la stessa volume-
tria e sagoma preesistente.
Per accedere alle agevolazioni
occorre rispettare la stessa volume-
tria ma non la sagoma del preesi-
stente.
Aliquota IVA IVA del 10%, ridotta al 4% se
“prima casa”
IVA del 10%
... SEguE
DaLLa pRiMa pagina
degli anni 30 che prevedevano
la “purificazione della razza” per
mezzo della eliminazione degli
individui impuri.
Non voglio parafrasare l’articolo
né commentare la pochezza
delle argomentazioni di coloro
che cercano di dipingere l’ope-
razione danese con tinte meno
fosche. Ugualmente, non voglio
lasciarmi andare a derive mora-
listiche o a facili denigrazioni del
popolo danese il quale, per quel
che ho visto io, è composto da
gente civilissima, gentile e per
bene.
Il dato di fatto è che la cultura
europea ci sta portando in que-
sta direzione e noi tutti, se
vogliamo effettuare una resi-
stenza efficace, dobbiamo com-
prendere cosa sta accadendo.
I down danesi non stanno
venendo sterminati per debella-
re una malattia (anche perché,
per quanto ne so, i down sono
quasi sempre figli di persone
sane): stanno venendo invece
abortiti per rimuovere dalla
PER UNA POLItICA SENZA VALORI:
L’UOMO UGUALE ALLE BEStIEsocietà una categoria di perso-
ne quasi sicuramente “improdut-
tive”.
Vi porto subito dove vi volevo
portare: per l’aristocrazia finan-
ziaria, noi siamo bestiame.
Il bestiame si nutre unicamente
se serve a produrre un utile
maggiore di quello necessario a
tenerlo in vita.
Gli handicappati (ed i ragazzi
down in particolare) assorbono
normalmente più risorse di
quante non ne generino e, di
conseguenza, è più conveniente
eliminarli.
L’eliminazione degli handicap-
pati è un’operazione complessa
in quanto è difficile inquadrare
quell’atto nell’estetica buonista
del politicamente corretto.
Ci stanno lavorando. Più preci-
samente stanno facendo volen-
terose campagne a favore del-
l’eutanasia.
Per il momento, però, sembra
che i risultati siano limitati.
Per quanto riguarda i down,
invece, è stato trovato un’esca-
motage interessante. Si identifi-
cano alcuni esseri umani con la
loro malattia. Si sostiene che,
senza di loro, la malattia non
sussisterebbe.
Conseguentemente, diviene eti-
camente accettabile eliminarli
sostenendo che, in fondo, si
tratta di vittime di una guerra per
la salute della popolazione. Si
cerca quindi di eliminarle prima
che siano abbastanza grandi da
opporsi con efficacia.
Non illudetevi: il fatto che si
ricorra all’aborto non mette al
sicuro le persone che sono già
nate.Allo stesso modo, non
mette al sicuro voi che credete
di essere sani. Chiunque cono-
sca un minimo di storia e di
sociologia può infatti confermar-
ci che tutti gli stati, compresi
quelli definiti democratici, deli-
berano normalmente la morte
dei loro cittadini.
Cittadini muoiono perché sono
soldati, poliziotti o pompieri. Cit-
tadini muoiono perché sono ter-
roristi e delinquenti. Cittadini
muoiono perché sono troppo
deboli e malati per essere aiuta-
ti. Cittadini muoiono perché non
ci sono i soldi per garantire la
loro sicurezza sul lavoro. Ciò
che varia è la posta in gioco per
cui viene deliberata questa deci-
sione. A volte, si accetta che
servi dello stato offrano le loro
vite per salvarne altre. Nel caso
diametralmente opposto si sop-
prime un poveraccio per spartir-
sene le spoglie. Questa “norma-
lità” che caratterizza l’omicidio di
stato deve darci assolutamente
da pensare.
Quanto sta succedendo in Dani-
marca, infatti, non è un inciden-
te. Si tratta invece di un prece-
dente che fa tendenza ed un
sintomo di quanto sta accaden-
do in Europa. I bambini down
stanno venendo soppressi per il
fatto che la cultura europea ha
rimosso il dogma civico che
imponeva di considerare la per-
dita di ogni singola vita come
una catastrofe. Si è introdotto
così il mito dell’efficienza econo-
mica che fagocita esseri umani
al solo scopo di massimizzare la
produzione di ricchezze. Chi
inceppa gli ingranaggi diviene
una scocciatura da identificare,
rimuovere e rifiutare. Dato che si
tratta di esseri umani, per ora,
non se la sono sentita di propor-
re un’eliminazione diretta.
E’ stata così introdotta la sop-
pressione degli “inetti” da realiz-
zarsi “per semplice abbandono”.
Il disoccupato diventa un fannul-
lone. L’handicappato diventa un
untore. Il cittadino diventa un
corrotto. E tutti quanti diventano
un ostacolo per l’efficienza dello
stato. E l’efficienza è la capacità
dello stato di “pagare i suoi debi-
ti” e cioè far guadagnare denaro
all’aristocrazia finanziaria.
Per questo motivo, salvare i
down è solo un primo passo nel
percorso necessari a salvare noi
stessi. Tutti noi, infatti, prima o
poi diverremo “inetti” ed, in quel
momento, personalmente prefe-
rirei trovarmi in una società che
ritenga la vita umana infinita-
mente più preziosa delle risorse
necessarie a mantenerla.
aurelio pace
8 Venerdì 1 Novembre 2013
Il titolo è forte, un po' estremiz-zato, ma la sostanza ci è moltovicina. Sui social, un genitore hafatto una sintesi concreta: «cistai dicendo che per noi genito-ri con la 104 (cioè con figli disa-bili gravi) al posto del pre-pen-sionamento di 5 anni di cui sidiscute da decenni, toccheran-no cinque anni di lavoro in piùrispetto a tutti gli altri?!? Non c'èmai limite alle assurdità su que-sto tema».C’è da non crederci, per la pale-se ingiustizia della misura, ma èproprio così. Andiamo per gradi.La riforma Fornero ha introdottola "pensione anticipata", stabi-lendo che per andare in pensio-ne prima dell’età anagrafica pre-vista (in questo momento 66anni e tre mesi per gli uomini eun minimo di 62 e tre mesi perle donne) servono (nel 2013) 42anni più 2 mesi di contributi ver-sati per gli uomini e 41 più 2mesi per le donne. La riformaprevede anche che chi fa richie-sta di questa pensione anticipa-ta - che prevede comunque unconsistente requisito contributi-vo - prima dei 62 anni avrà unapenalizzazione dell'1 o del 2% a
seconda dei casi. nel conteg-
gio di questi anni entrano
però - questa è la novità - solo
i giorni «effettivamente lavo-
rati» e non quelli coperti da
contributi figurativi, fatta
eccezione per infortuni,
malattia, servizio di leva e
maternità obbligatoria.
Di fatto chi si presenta allo spor-tello Inps si sente dire che i gior-ni in cui un lavoratore è statoassente per permessi retribuitiper motivi familiari, lutto, dirittoallo studio, donazione del san-gue, sciopero non sono "buoni".Volgare e antipatico, ma i giornisi conteranno in unità o decine.Ma non solo. L’enormità della cosa arriva
qui: non valgono nemmeno i
giorni di assenza per la legge
104/1992 (che riconosce per-
messi retribuiti per l’assisten-
za di un figlio disabile) e addi-
rittura il congedo parentale
(ex maternità facoltativa).
Si tratta di 180 giorni a figlio nelcaso del congedo parentale e di3 giorni al mese nel caso della104 (più il congedo straordinariodi due anni), che in una vita dagenitore di figlio disabile diven-
tano un pesante pacchetto. Se nel computo dei 42 e rotti
anni ci sono delle giornate
così, coperte solo da contri-
buti figurativi, scatta la decur-
tazione dell'assegno (dell'1%
o del 2%, a seconda dei
casi): l'alternativa è una sola,
restare al lavoro per recupera-
re i giorni mancanti (le informazioni più tecniche suhttp://www.vita.it/politica/leggi-norme/in-pensione-con-la-104-s - m a - c o n - u n - a s s e g n o -ridotto.html).carlo giacobini, il direttore diHandyLex, è uno dei più grandiesperti in Italia di diritti e perso-ne con disabilità ed è stato ilprimo in assoluto a sollevare laquestione.Quella che circola è un'inter-
pretazione, un timore, o è pro-
prio vero? Scusi la domanda,
ma suona talmente assurdo…
È vero e non dipende dall’Inps.È scritto nero su bianco nellanorma della manovra Fornero,legge 214 del 2011, articolo 24combinata con art. 14 dellalegge 14 del 24 febbraio 2012.Quei 42 anni e 2 mesi devonoriferirsi a lavoro effettivamente
prestato, eccezionalmente sonoconteggiate come lavoro presta-to le assenze per malattia,maternità obbligatoria, infortu-nio, servizio di leva. Tutto il restoè fuori.come mai la questione viene
a galla solo ora?
L’avevamo segnalato già nel2011, ma in quel momento lasituazione politica era tale chenon si è riusciti a portare l’atten-zione su questo tema come sualtri, altrettanto delicati. La manovra Fornero comunquesi è perfezionata solo a luglio equindi con le prime persone chestanno andando in pensionecon quelle regole la situazione èesplosa.per un genitore con un figlio
disabile, concretamente le
nuove regole cosa comporta-
no?
Questo significa che chi ha frui-to di due anni di congedo dovràlavorare due anni in più permaturare quel diritto. Se non lo fa incorre in penaliz-zazioni di trattamento. Facciamoi conti, la legge 104 dà diritto atre giorni al mese di assenza,che fanno 30 all’anno: questo
significa che il padre di unragazzo con disabilità che oggiha 60 anni e per 20 anni ha usu-fruito dei permessi lavorativimensili, dovrà rimanere in servi-zio due anni in più. Una beffa:quello che era ipotizzato comeun aiuto, alla fine della fieravene fatto pesantemente ripa-gare.tra le famiglie c’è grande
disorientamento. come vi
muoverete ora?
Solo un intervento normativopotrà sanare questa situazione,non c’è altra strada. Tecnica-mente è molto semplice, bastaaggiungere alla legge un perio-do che include i permessi per lalegge 104 e i congedi parentalifra le eccezioni. Il vero nodo daaffrontare sarà quello dellacopertura. È una questione eminentemen-te politica. Noi stiamo già predi-sponendo una proposta di leggeda presentare, ma deve esserciun gruppo trasversale di parla-mentari che poi se ne facciacarico in Parlamento.
(* da "Vita.it -
La politica al di là delle parole")
Hai un figlio disabile? Non vai in pensionedi Sara de Carli *
Con la riforma Fornero i permessi goduti con la legge 104
e la maternità facoltativa non vengono "conteggiati" ai fini pensionistici.
Carlo Giacobini spiega l'assurdità di questa norma,
«che si può cambiare solo con una nuova legge»
APPROPRIAZIONE INDEBITA
Molto intensa e suggestiva si
ostenta la mostra dell’artista
lucano Felice Lovisco, la
quale si staglia dal 23 set-
tembre al 5 novembre del
2013 presso la Galleria Civi-
ca Largo Pignatari a Poten-
za. La mostra è stata inaugu-
rata lunedì 23 settembre alle
ore 17.00, nell’ambito del-
l’anno di fede 2012-2013, ed
è stata curata da don Vito
Telesca. Sono intervenuti il
Vescovo di Potenza mons.
Agostino Superbo, il critico
d’arte prof. Gaetano Mongel-
li, il Pres. dott. Vito De Filip-
po, il sindaco ing. Vito Santar-
siero. Il tema della luce forte ed
intensa, nelle sue molteplici e
svariate sfumature che si perdo-
no nei meandri delle bande dei
colori, attraversa tutte le pale di
Lovisco, apribili come quelle del
‘300, e ripercorre in un abbaglio
di arte sacra tutti i momenti
salienti del dramma umano di
Dio, il Cristo sconosciuto. Si trat-
ta di sette trittici, oltre a bozzetti
minori ed opere scultoree, di cui
sei sono stati realizzati tra il
2011 ed il 2012, mentre il primo
che tratta dell’annunciazione è
stato realizzato nel 2003. Don
Vito Telesca da sempre ed in
particolare da quando rivestiva
la carica di rettore del Semina-
rio minore di Viale Marconi, ha
accolto innumerevoli artisti, di
cui ha saputo, qual novello
Mecenate, valorizzarne i talenti.
Così scrive di Felice, nel catalo-
go approntato all’uopo della
mostra, edito da Moles nel
2013: In questo tempo della dis-
soluzione e del nascondimento
del volto di Dio che ha fatto
anche capolino nell’arte religio-
sa commissionata per la nuova
edilizia sacra e nei nove leziona-
ri in questo ultimo ventennio,
Felice Lovisco rafforza con que-
ste opere la sua presenza nel
panorama nazionale, nella
duplice versione pittorica e scul-
torea, di abile e grande maestro
decisamente figurativo. Il catalo-
go è dedicato a Benedetto XVI,
nel giorno dell’annuncio della
sua abdicazione, l’11 febbraio
2013, un “fulmine a ciel sereno”,
come sostiene appunto don
Vito, un insight, nel senso di
“intuizione”, di “illuminazione”.
Felice Lovisco nasce a Melfi nel
1950. Negli anni settanta si tra-
sferisce a Potenza per insegna-
re discipline pittoriche presso
l’Istituto Statale d’Arte. Nel
1976 è ideatore, insieme ad
altri artisti, del CoS.P.I.M.. Da
allora la sua poliedrica attività
artistica non ha avuto mai fine
e ne è dimostrazione la sua
instancabile attività, visibile
nelle numerose mostre, che
ha presentato dal 1966 fino ad
oggi. Tanto è vero che Gaeta-
no Mongelli nel suo saggio
“Tra sacro e non sacro: Felice
Lovisco pittore e scultore
ricordi note e nuove aggiunte
FELICE LOVISCO
NON FORZARtI NELL’OSCURItA’. tU SEI LA NOStRA LUCEMostra dell’artista lucano a Potenza, Galleria Pignatari, dal 23 settembre al 5 novembre
... continua a pagina 9
9Venerdì 1 Novembre 2013
I commercianti del Centro si
sono inventati lo shopping della
domenica, L’insuccesso dell’ini-
ziativa
Ricordo, appena qualche anno
fa, un Centro Storico di Potenza,
seppur identificato con la
Via Pretoria, nel quale ci si
immergeva nei quotidiani riti di
una cittadina della provincia di
questo pigro quanto accogliente
Sud dello Stivale. Il potentino
che mai avrebbe rinunciato al
caffè mattutino preso in compa-
gnia in uno dei bar della Piazza
e, per qualche nostalgico, il soli-
to ricordo del caffè che Peppi-
nella Barone preparava con la
caffettiera napoletana… l’aroma
dello “schizzetto” di anice mistrà
che la simpatica vecchietta
usava imporre agli avventori
dello storico bar nei pressi del
Municipio; lo stridore dei freni
degli autobus che scaricavano
senza tregua il loro copioso con-
tenuto umano sul marciapiede
di Piazza Matteotti davanti alla
farmacia Perri; il moderno caffè
Dragone e la ferramenta dei fra-
telli Guttieri, e la fermata davan-
ti al marciapiede opposto, ad
accogliere i viaggiatori delle
successive corse. La frenetica
rituale mattina di un giorno qua-
lunque a Potenza. Al Centro
Storico di Potenza, che allora
era semplicemente “sopa
Putenz’”.
Alla domenica non c’era molto di
diverso, solo che dopo questa
«Sopa Putenz’», un’ecatombe di attività commercialiparte del rito, anziché prosegui-
re nel lavoro, la giornata acco-
glieva la discussione sulla squa-
dra del Potenza Calcio, quello
che avrebbe potuto ripetere le
gesta di qualche stagione calci-
stica addietro, la promozione
nella serie cadetta, e tutte le
favole, le bugie, le mezze verità
e i pettegolezzi da Bar dello
Sport, pronunciati nello “stru-
scio”, la passeggiata lungo
Via Pretoria, avanti e indietro, lo
spunto per un nuovo pettegolez-
zo, o piuttosto l’occasione per le
signore di ostentare il nuovo
cappotto di pelliccia.
In tutto ciò, non prendeva corpo
nella maniera più assoluta l’idea
di far compere che non fossero
il vassoio di dolci o la pasta
fresca da cucinare per gli ospiti
“di fuori”.
Il Centro Storico pulsava di vita
sociale, come il resto della città,
nella giornata di riposo dopo
una settimana di lavoro nell’offi-
cina, nello studio tecnico, nell’uf-
ficio o nel negozio. Già, nel
negozio, quello dove per una
settimana intera gli addetti sod-
disfacevano le richieste della
clientela, ma alla domenica
doveva regnare il silenzio, la
domenica è fatta per il riposo,
per chi lo intende come precetto
religioso e per chi religioso non
lo è più di tanto, ma stanco si.
I tempi cambiano, l’economia
s’ingrigisce di una crisi epocale,
e in alcune città bisogna anche
fare i conti con amministratori
che poco hanno del giusto col-
legamento con le esigenze dei
cittadini, e si lasciano andare a
spese e provvedimenti che sor-
tiscono, come risultato, un’eca-
tombe di attività commerciali, la
compressione di livelli occupa-
zionali e l’innesco di una spirale
costo-lavoro che porta al collas-
so del commercio e, più in gene-
rale, delle attività economiche
cittadine.
Si comprende, dunque, che gli
operatori del settore cerchino di
resistere strenuamente median-
te iniziative che a parere dello
scrivente sono semplicemente
sfiorate dai cittadini, senza un
effettivo ed entusiastico coinvol-
gimento poiché comunque sono
iniziative in attrito con le abitudi-
ni degli abitanti della città capo-
luogo.
In questo periodo alcuni com-
mercianti del Centro si sono
inventati lo shopping della
domenica, favoriti dallo scellera-
to provvedimento “del fare” di un
Governo sempre più lontano
dagli imprenditori e troppo più
vicino ad apparati di potere che
brancolano nel buio della crisi
nella quale ci hanno cacciato.
A parere di qualche incompeten-
te burocrate, piuttosto che favo-
rire la ripresa agevolando le
famiglie ed il loro potere di
acquisto, è stato meglio libera-
lizzare totalmente gli orari di
lavoro nel commercio, inne-
scando un processo di “liberti-
naggio” imprenditoriale median-
te il quale vengono favoriti sol-
tanto i grandi gruppi commercia-
li che, contando sulla possibilità
dell’avvicendamento del perso-
nale, possono garantire e
garantirsi l’apertura dei punti
vendita per l’intera giornata e
per l’intera settimana, domenica
compresa, a tutto svantaggio
degli esercizi di vicinato i quali,
nella maggioranza, contano sul-
l’apporto lavorativo del solo tito-
lare o, al più, di un collaboratore,
spesso un familiare.
L’iniziativa intrapresa da un
gruppetto di commercianti del
Centro, quella di tenere aperto il
punto vendita anche la prima
domenica di ogni mese, stride
fortemente con la volontà dei
potentini che, a giudicare dalle
presenze della scorsa domeni-
ca, sembrano non essere entu-
siasti dell’idea. In fondo, non mi
sento di dar loro torto, giacché
se le famiglie non hanno molte
possibilità di spesa durante la
settimana, non vedo cosa
potrebbe cambiare la domenica.
L’idea, poi, di “parcheggiare”
i bambini nel Teatro Stabile,
organizzando un vero e proprio
baby-sitting, a parere di chi
scrive, è quantomeno singolare,
posto che la domenica è ormai
diventato l’unico giorno in cui i
papà riescono ad essere
presenti e a stare con i loro ram-
polli.
Alle considerazioni di carattere
economico, bisogna senza
ombra di dubbio sommare quel-
le di carattere logistico.
In una città nella quale muover-
si è un’impresa piuttosto che
una scommessa, non si potrà
mai ridare vita al Centro sempli-
cemente aprendolo come mer-
cato, dimenticando che esso è
comunque pregno di contenuti
avulsi da un contesto puramen-
te commerciale.
L’insuccesso dell’iniziativa, per-
ché di insuccesso si tratta, visti i
risultati, va ascritto soprattutto
all’ottusa insistenza dell’ammini-
strazione comunale a voler tro-
vare “strade nuove”, non volen-
do ammettere il madornale flop
nell’elaborare commercianti del
Centro si sono inventati lo shop-
ping della domenica, un piano
per il quale non sanno che pesci
pigliare se siamo ormai al deci-
mo mese di sperimentazione e
si vergognano di imporre il
pagamento del biglietto per un
servizio scandalosamente inef-
ficiente. Tornare indietro, a dove
il tutto funzionava, ed ottimizza-
re il sistema adattandolo al
mutato aspetto della città sareb-
be un ottimo inizio, magari effet-
tuando dei miglioramenti in base
alle esigenze attuali, piuttosto
che sconvolgere tutto con i risul-
tati con i quali la comunità si sta
scontrando ormai da tanto, trop-
po tempo.
• S.g.•
... SEguE
Da pagina 8
(1984-2012)”, contenuto nel catalogo men-
zionato, annota: una “lucanità”, invece, che
andava trasfigurata - come si è visto a pro-
posito del fenomeno letterario del brigan-
taggio – in metafora dell’erranza: presup-
posto indispensabile ieri, oggi e domani, sia
del nomadismo artistico che della “libertà di
rapina”. Erranza che per avere senso deve
essere puntualmente tradotta in esperien-
za. Altrimenti non si va da nessuna parte.
Lovisco viene definito, citando una lettera
di felice Cesarino del 1986, come il più bri-
gante dei pittori, perché impegnato a difen-
dere i codici della memoria. L’arte sacra da
secoli ha animato il genio umano. Questa
pagina di Lovisco ne rappresenta una
memoria profonda e sublime, che affonda
le sue radici nella devotio lucanica.
Vincenzo capodiferro
... SEguE
DaLLa pRiMa pagina
Sport. Un giusto riconoscimento
alla professionalità e all'espe-
rienza del Presidente Postiglio-
ne maturata negli anni in cui è
stato alla guida del Potenza
Sport Club e non solo. Postiglio-
ne ha maturato, infatti, diverse
esperienze nel campo della poli-
tica sportiva, avendo ricoperto
tra l’altro il ruolo di consigliere
Federale della serie C, oltre che
aver guidato, con lusinghieri
successi, anche alcune squadre
dilettantistiche di calcio e
GIUSEPPE POStIGLIONE
Nominato Consigliere
del Ministero degli Affari
Regionali, delle Autonomie
Locali e dello Sportbasket. L’impegno di Postiglione
riguarderà, da quanto abbiamo
appreso, specialmente l'avvia-
mento della pratica sportiva ed
il credito sportivo.
Una grande soddisfazione dopo
tante amarezze subite per ingiu-
ste accuse tutte smentite dalla
magistratura.
Sicuramente questo nuovo inca-
rico costituirà l'inizio di una
nuova stagione sportiva di cui
questa Regione ne ha assolutis-
simamente bisogno.
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10 Venerdì 1 Novembre 2013
Si è svolto, anche quest’anno,
a Potenza presso il Teatro Sta-
bile il terzo Memorial Elisa
Claps. Numerosa è stata
la partecipazione di diversi
istituti scolastici di Potenza.
Non ci sono parole per
esprimere tutto il dolore, per
non dimenticare le nostre
Shoah.
Il sacrificio ci ricordi sempre le
vittime della violenza, di
qualunque genere essa sia.
E per voler significare tutta
l'intensità di questa giornata,
abbiamo voluto riportare una
bellissima poesia, preparata
proprio per quel giorno da
Cesira Ambrosio:
Sei ancora tu a destare
antiche gioie/ ed è ancora
l'innocenza tua/ a generar
Poesia./ Quali cieli esplora-
re,/ quali canti inneggiare/
per carezzare la tua anima/ di
un solo anelito?/ Ai margini
fioriti/ di un sentiero incanta-
to,/ sei rosa vermiglia a far
ghirlanda/ al sol che nasce./
Odo il canto degli uccelli,/
sul triste profumo di una
rosa,/ intanto, un ramoscello
di mimosa/ si posa sovrano
sul tuo abito da sposa./ L'alba
nascente indora/ il campo
dove tu riposi/ e mentre il
tuo ricordo/ il nostro cuore
accarezza/ resta sempre viva/
la tua rara dolcezza.
V.c.
terzo Memorial Elisa Claps
OLtRE IL SILENZIO
Potenza – Pienone per la
serata di beneficenza promos-
sa dal Comitato Provinciale
della Croce Rossa Italiana di
Potenza presso il Conservato-
rio Musicale “Gesualdo da
Venosa” di Potenza dal titolo:
“Napoli Buenos Aires: Un viag-
gio sulle ali del tango…” che
ha visto in scena l’artista
Diego Moreno che ha cantato
i suoi successi musicali
accompagnato dai suoi balle-
rini professionisti sulle note del
tango argentino.
La serata organizzata e voluta
fortemente dai volontari del
Comitato della Croce Rossa
Potentina ha avuto come
scopo una raccolta fondi che
vedrà il ricavato dedicato
all’assistenza ed al sostegno
delle tante famiglie che vivono
una situazione di disagio eco-
nomico. Far fronte, soprattutto
in questo periodo di crisi, alle
tante richieste di aiuto che
giungono quotidianamente
alla CRI, costituisce l'impegno
principale della Croce Rossa
lucana per alleviare le soffe-
renze delle famiglie in difficol-
tà.
“Ancora una volta la popola-
zione – afferma il Presidente
del Comitato Provinciale Vin-
cenzo Anobile – ha aderito in
massa dando il proprio contri-
buto, dimostrando, come sem-
pre, tutta la propria solidarietà
e generosità verso i più biso-
gnosi. Inoltre questi eventi
sono anche occasioni per far
conoscere ancora una volta di
più la Croce Rossa e le pro-
prie attività con l’intento di
avvicinare più persone al
nostro movimento. Un ringra-
ziamento, infine, va a tutti i
volontari che si sono impegna-
ti per l’organizzazione del-
l’evento, in modo particolare
alla Sig.ra Spinillo, e a quanti
donano il proprio tempo per
consentire all’associazione di
portare avanti in maniera
egregia e professionale tutte
le attività sociali ed assisten-
ziali.”
Marco Bellezza
“Un viaggio sulle ali
del tango…”CRI Potenza successo per la serata di
beneficenza al Conservatorio
Oltre seicento partecipanti per ascoltare
l’artista diego Moreno ed il suo tango
È stato presentato, presso il
Dipartimento Agricoltura della
Regione Basilicata, dal Presi-
dente del GAL Sviluppo Vulture
Alto Bradano, Franco Perillo,
insieme ai Sindaci dell’Unione
dei Comuni Alto Bradano, di cui
fanno parte Acerenza, Forenza,
S. Chirico Nuovo, Palazzo
S. Gervasio e Banzi, il progetto
“contratto di Foresta”, finaliz-
zato allo sviluppo di azioni
integrate territoriali per la cresci-
ta intelligente, sostenibile e
inclusiva del territorio del Vultu-
re - Alto Bradano.
Con tale iniziativa si intende
adottare una nuova strategia di
gestione dei ben ambientali, dei
boschi lucani, dei sentieri, dei
fabbricati, delle sorgenti e delle
memorie della cultura rurale,
che richiedono, per la loro
gestione di superare le compar-
timentazioni delle singole pro-
prietà e di essere gestite
mediante un approccio basato
sulla partecipazione di tutti i
livelli dei portatori di interesse in
quest’area: pubblici, privati, i
proprietari e utenti.
Si tratta di una iniziativa che ha
il carattere della unicità sul terri-
torio lucano, e che riesce a
superare il concetto sterile di uti-
lizzo delle risorse naturali esclu-
sivamente attraverso le famige-
rate “giornate di forestazione”.
La nostra regione è ricca di
boschi oltre che molte altre
risorse, è giunto, dunque, il
momento di promuovere e valo-
rizzare il nostro patrimonio natu-
ralistico, ambientale e paesaggi-
stico, attraverso la ricerca e spe-
rimentazione di metodi sosteni-
bili di gestione.
in particolare, tale iniziativa è
tesa a favorire e promuovere la
filiera del legno e di frutti del sot-
tobosco e dei castagneti, vere e
proprie ricchezze sino ad ora
mai considerate ai fini dello svi-
luppo territoriale.
È necessario creare opportuni-
tà di reddito attraverso la valo-
rizzazione del sistema agro-
forestale del territorio anche
attraverso la promozione cultu-
rale di tali risorse, al fine di pro-
muovere l’offerta turistica del
cosiddetto patrimonio culturale
minore, sempre più oggetto di
attenzioni da parte del turista
attento.
Altro aspetto rilevante è la
“Certificazione della gestione
forestale sostenibile”, in sostan-
za si promuoverà la certificazio-
ne ambientale dei boschi e la
certificazione della gestione
forestale sostenibile, proponen-
do un elemento di miglioramen-
to alla selvicoltura e alla filiera
foresta-legno, attraverso l’appli-
cazione di uno strumento di
mercato che consenta di com-
mercializzare legno e prodotti
del bosco derivanti da foreste
gestite in modo sostenibile
(mercato dei crediti di carbonio,
o certificati verdi).
In conclusione, il GAL Sviluppo
Vulture Alto Bradano insieme
alla nostra Unione dei Comuni,
prova a mettere in campo azio-
ni indirizzate ad una migliore e
più intelligente utilizzazione
delle nostre risorse naturali.
Propulsione di attività imprendi-
toriali di soggetti privati con il
sostegno di azioni da parte di
soggetti pubblici, questo il ruolo
che le Istituzioni sono chiamate
a svolgere nel terzo millennio.
Mi auguro che questa “buona
pratica” venga recepita e condi-
visa anche dalla Regione Basili-
cata, che purtroppo sino ad ora
non ha nè sostenuto nè ricono-
sciuto la virtuosità di un territo-
rio, l’Alto Bradano che ha deci-
so di essere fautore consapevo-
le del suo sviluppo, uno svilup-
po possibile anche per le nostre
aree interne.
Rossella Quinto
Sindaco di Acerenza
L’UNIONE dEI COMUNI
PER I BENI AMBIENtALI
11Venerdì 1 Novembre 2013
“L’Ente Morale Camillo d’Errico,che mi onoro di presiedere inqualità di Sindaco della cittadinadi Palazzo San Gervasio, fu isti-tuto nel 1914 con R.D. nr. 963,in seguito alla volontà testamen-taria del N.H. Camillo d’Errico.Costui, insigne ed illustre, culto-re dell’arte e della letteratura,allestì nella propria dimora inCorso Manfredi di Palazzo San Gervasio, un vero e propriomuseo, ove si trovavano espo-sti dipinti dell’arte pittorica svi-luppatasi tra il 600 e 700 nelRegno di Napoli. Inoltre, ivi sipotevano consultare testi di anti-ca e pregiata manifattura.Con la legge 1082 del 1939,purtroppo, fu disposta la chiusu-ra della “casa museo” ben cono-sciuta ed anche visitata da tantiappassionati d’arte, con lo spostamento delle opere e deilibri in quel di Matera, alla cuiProvincia allora si appartenevaPalazzo San Gervasio.In seguito ad una intensa attivi-tà, di carattere anche giudiziale,l’Ente Morale “Camillo d’Errico”ha visto riconoscersi la pienaproprietà del patrimonio in que-stione; sulla scia di questanuova stagione, è stato possibi-le esporre in Palazzo San Ger-vasio, presso l’antica e ristruttu-rata sede della “Pinacotecad’Errico” molti e splendidi dipintidella collezione, costituita da
298 tele ed oltre 5.000 volumi.L’ultimo evento, peraltro, anco-ra in corso di svolgimento è rappresentato dalla esposizio-ne di 41 tele. La mostra, deno-minata “Capolavori del Sette-cento Napoletano della Collezio-ne Camillo d’Errico di PalazzoSan Gervasio”, si pone in conti-nuità con le altre due antece-dentemente tenutesi nel palaz-zo d’Errico e rappresenta l’idea-le continuazione con la volontàtestamentari di Camillo d’Errico,che ha voluto valorizzare anchecon la luce dell’arte e della cultu-ra un intero territorio ed un’inte-ra regione, la Basilicata. Ebbe-ne, in questo tempo nuovo, mapur sempre nel rispetto dellevolontà testamentarie di Camil-lo d’Errico, è giusto rimuovereogni ostacolo - anche quelloancora pendente di caratteregiudiziale - al fine di renderecompletamente fruibile l’interacollezione. L’obiettivo può esse-re raggiunto anche attraversomomenti espositivi che guardinoal mondo intero e ci faccianouscire dai campanilismi e dalprovincialismo che tante voltehanno caratterizzato le azionedei vari soggetti che si sonosucceduti nella “gestione” dellapinacoteca. Peraltro, lo sviluppodella cultura è pietra fondante
della nostra CostituzioneRepubblicana la quale all’art. 9,oltre che nell’art. 35, ne procla-ma la promozione e la libertà.È pertanto necessario usciredalle “querelles”, facenti partedella storia più o meno recentedella pinacoteca e sottoscriverefra gli Enti interessati alla gestio-ne dell’enorme patrimonio incapo all’Ente Morale d’Errico,una “carta di intenti e di proget-ti” che lo valorizzi e lo renda frui-bile, anche in virtù dell’art. 6,della L.R. 29/08 “Norme sullavalorizzazione della pinacotecae biblioteca Camillo d’Errico”.Questo è il tempo! Ed infatti,proprio nel momento in cui laCittà di Matera si candida a rap-presentare ed essere essa stes-
sa con l’intera Basilicata, la
Capitale della Cultura Europea,
occorre rafforzare le ragioni di
questa scelta e le opportunità da
essa generate. Invero, oltre ad
altri autorevoli Enti ed Organi-
smi regionali, anche il Comune
di Palazzo San Gervasio, con
atto di Giunta Municipale del
24.07.2013 nr. 100, ha delibera-
to di promuovere ed aderire alla
candidatura della Città di Mate-
ra, quale Capitale della Cultura
per l’anno 2019. La scelta, si
pone, dunque, nell’ottica di col-
laborare e di cooperare in tutti
gli eventi utili al raggiungimento
dell’obiettivo che la Città di
Matera si è prefissato di rag-
giungere. In quest’ottica, allora,
si ripropone la necessità di
riprendere e definitivamente
risolvere ogni questione che
ancora ad oggi sussiste in ordi-
ne alle menzionate vicende del-
l’Ente Morale d’Errico, con la
conseguente approvazione di
un “protocollo di intesa” che
disciplini la collaborazione e le
azioni da realizzare, fra i sogget-
ti pubblici e non, interessati a far
fruire il patrimonio che un lungi-
mirante mecenate aveva colle-
zionato e donato alla collettività
di Palazzo San Gervasio, alla
Basilicata ed a tutti gli amanti
dell’arte della cultura.
Nella certezza di ritrovarci al più
presto ed uniti nella volontà di
sottoscrivere un importante
momento della nostra storia,
porgo i miei più deferenti osse-
qui”.
Michele Mastro
Sindaco di Palazzo San Gervasio
Lettera aperta del Sindaco di Palazzo San Gervasio al Ministro per i Beni Culturali
e al Presidente della Giunta Regionale di Basilicata
PINACOtECA d’ERRICO
SASSO DI CASTALDA: Il gruppo consiliare di minoran-za “ALTERNATIVA PERSASSO”, ha chiesto comesancito dallo Statuto comuna-le, un locale all’interno delpalazzo municipale, onde svol-gere in modo adeguato ecostante la funzione di control-lo e opposizione a cui è statochiamato con le elezioniamministrative del maggioscorso. Il sindaco, senza nem-meno consultare la propriamaggioranza, ha risposto subi-to seccamente NO. Le motiva-
zioni addotte sono le più incre-dibili che si potessero sentire :NON CI SONO STANZE…!Noi sassesi sappiamo benequanto sprecato sia già di persé tale edificio, nel qualevolendo fare economia, oltre aiservizi amministrative offerti, cisarebbe, volendo, posto siaper l’ufficio postale che per laguardia medica, se non pureper le scuole materne.Ovvio che il motivo del diniegoè strumentale al fatto che NONCI VOGLIONO NELLA STAN-ZA DEI BOTTONI.
ALTRO CHE DEMOCRAZIA!Di tutto ciò i consiglieri d’oppo-sizione, LANGONE GIAMBAT-TISTA E NARDO ROCCHINO,hanno riferito al PREFETTONUNZIANTE, in un’ora di col-loquio cordiale e amichevolesvoltosi in Prefettura. Il PRE-FETTO ha assicurato un suointervento sul SINDACO,augurandosi che la minoranzaconsiliare di SASSO possasvolgere adeguatamente leproprie funzioni istituzionali.
Rocchino nardo
Consigliere d’opposizione
Riceviamo e pubblichiamo:
UNA MINORANZA FUORI dAL COMUNE A conclusione dei lavori
di messa in sicurezza del fron-
te roccioso sovrastante il
km 16+500, dopo mesi di
difficoltà e disagi per i cittadini
campomaggioresi, è stato ria-
perto al transito la S.p. 13
verso l’abitato di Campomag-
giore.
La comunità di Campomag-
giore ritrova il suo vecchio per-
corso con la SS 407 Basenta-
na, chiuso al transito dallo
scorso novembre, a causa del
crollo di un fronte roccioso e
dell’incombente e diffuso
rischio di caduta massi dal-
l’intero versante, lungo oltre
100 metri.
Gli interventi, finanziati in anti-
cipazione dalla Regione Basi-
licata sulle risorse assegnate
dal Cipe lo scorso 16 luglio,
sono stati eseguiti in soli
80 giorni, agosto compreso
e nonostante i vincoli sui
pagamenti imposti dal patto di
stabilità.
Per queste ragioni un ringra-
ziamento ed un apprezzamen-
to sincero è stato espresso,
dall'assessore alla Provincia di
Potenza, Nicola Valluzzi, alle
imprese esecutrici dei lavori
ed alla loro efficace organizza-
zione, grazie alla quale in
tempi da record, in condizioni
impervie e con il supporto
degli elicotteri per il trasporto
dei materiali sono stati realiz-
zati: 800 mq di protezione ed
imbragaggio massi nella parte
alta del versante in frana,
1200 mq di pulizia e disgaggio
di pietre e rocce pericolanti ed,
infine, 2 barriere paramassi
della lunghezza complessiva
di 120 metri per un’altezza di
6 metri.
alessandro Balsamo
RIPRIStINAtA LA S.P. 13
“Campomaggiore
Basentana”
Palazzo San Gervasio, Ingresso Pinacoteca D'Errico.
12 Venerdì 1 Novembre 2013
Sig. Sindaco, in poche battute ci
può presentare il suo comune,
Ripacandida
La domanda è particolarissima
perché descrivere il mio comu-
ne, benchè piccolo, in poche
battute, onestamente mi risulta
difficile.
Si tratta di un comune di tradi-
zioni antichissime, un comune
con una vocazione estrema,
assoluta verso l'agricoltura.
È un comune costituito da an-
ziani, ma anche da tanti giovani.
Un comune da far decollare.
Qual è l'attività economica pre-
valente dei suoi concittadini?
Assolutamente, l'agricoltura.
Ci sono delle attività imprendito-
riali che, dal mio punto di vista,
dovranno essere necessaria-
mente valorizzate, e quindi,
amplificate, alle quali conferire il
giusto valore. Mi riferisco al viti-
vinicolo, al miele, al turismo, in
particolar modo a quello religio-
so.
Quale specificità del suo comu-
ne meriterebbe maggiore atten-
zione dalla Regione?
Sicuramente il turismo religioso.
Noi abbiamo la fortuna di avere
il Santuario di San Donato che
ci è invidiato da molti, un San-
tuario che pone le Sue basi nel
1300, affrescato da allievi di
Giotto.
È un Santuario emozionante.
Ritengo, che la Regione dovreb-
be porre attenzione a questa
opera d'arte, conferendone il
giusto valore, promuovendola.
Fino ad oggi c'è stata o no que-
sta attenzione?
Posso dire poco. Sicuramente
poco.
Ma con il sistema attuale i sin-
daci lucani hanno voce in capi-
tolo nella programmazione
regionale?
Pur essendo un sindaco giova-
ne, pur avendo 54 anni ma
amministrativamente appena
quattro mesi e mezzo, credo di
dover dire che non è proprio
così.
Credo che la crisi, che lo svilup-
po debba passare attraverso un
maggior coinvolgimento e
sostegno delle amministrazioni
comunali, soprattutto quelle pic-
cole.
Ritengo che la Regione in que-
sto senso, latiti abbastanza.
Se lei fosse legislatore regiona-
le quale idea o progetto indiche-
rebbe come prioritario per lo svi-
luppo complessivo della Regio-
ne.
Io personalmente punterei sulle
specificità dei luoghi e delle
nostre comunità, valorizzandoli.
Ripeto, valuterei l'importanza
dell'agricoltura in questa Regio-
ne, non avendo molte altre risor-
se.
Lina paterna
LA VOCE DI GLOBOA cura di Lina paterna - Foto di Lucia Logiodice
Ogni Sabato e Domenica, alle ore 12.30 e 15.30
a Radio Globo Originale, COMUNICARE PER CAMBIARE,
a cura del Direttore Editoriale, Vincenzo Giuliano.
Una rubrica di approfondimento con gli amministratori locali
per indirizzare la programmazione
e la politica comunale e regionale
sui problemi reali della gente e dei territori.
L’ASSISI dEL SUd, RIPACANdIdAIntervista al sindaco di Ripacandida, dott. Vito Remollino
Negli studi di Radio Potenza Centrale: Vito Remollino, Lina Paterna e Vincenzo Giuliano.
Nella foto a sinistra a
Potenza, Parco Baden
Powell, area riservata
ai cani: un vero disa-
stro. Cancello e recin-
to mal ridotti, casso-
netti male odoranti e
non svuotati quotidia-
namente.
Urge una nuova area
riservata ai cani.
Nella foto a destra:
ZTL a Potenza.
Centro storico deserto
per la scelta inoppor-
tuna di chiudere al
traffico il centro stori-
co. Disagi anche per
la mancanza di par-
cheggi a beneficio
della zona a traffico
limitato.
Foto di L. Logiodice
13Venerdì 1 Novembre 2013
San Biagio di Sebaste patrono della Città di Maratea.
San Biagio di Sebaste, patrono
della Città di Maratea, viene
solennemente festeggiato la
seconda settimana di Maggio.
In tale occasione la comunità
sacerdotale e il comitato festa
organizzano una settimana di
manifestazioni religiose e civili,
che accomuna l’intera Città e
richiama fedeli da tantissime
parti del circondario.
San Biagio è patrono di moltis-
sime comunità in Italia e anche
di molte Città straniere.
Santo venerato per i mali di
gola. Nel Santuario a Lui dedi-
cato nell’urna in pietra posta
sotto il busto in argento, si con-
serva il Sacro torace. L'arrivo
delle reliquie del Santo a Mara-
tea, avvenuta, secondo alcuni,
nel mese di maggio del 732.
L’urna era in navigazione per
raggiungere Roma, ma il mare
in tempesta fece fermare la
nave sull’Isola di Santo Ianni
segno evidente che San Biagio
aveva scelto Maratea e i cittadi-
ni lo vollero come Santo patro-
no. Interessante e prodigioso è il
miracolo della Manna. Un liqui-
do di colore giallastro che bagna
le colonne di marmo, il pavimen-
to e l’Urna.
Maratea e Carosino gemellate nel nome di San Biagiopreghiera e una supplica al
Santo, si fa passare con tanta
fede il fazzoletto imbevuto sulla
parte dolorante.
Tra le tante iniziative che il comi-
tato propone vi è sempre quella
del gemellaggio con le comunità
che hanno San Biagio come
Patrono.
Una di queste è la Città di Caro-
sino in provincia di Taranto.
Il 13 Ottobre u.s. si è rinnovato il
pellegrinaggio della Comunità di
Maratea nella Città Pugliese.
Guidati dal rettore della Basilica
Don Biagio Giovinazzo e da
alcuni componenti del comitato
festa, con una cinquantina di
fedeli che sono andati a pregare
il Santo martire Biagio in terra
pugliese. Scambi di doni poi,
anche tra le rispettive ammini-
strazioni comunali che da anni
oramai suggellano il gemellag-
gio in nome di San Biagio.
Per la cronaca Maratea è
gemellata con le comunità di
Cento (Fe), Chiaravalle Centra-
le (Cz) e Avetrana (Ta).
Francesco Rizzo
Savoia di Lucania - Incontro-
dibattito tra la minoranza
consiliare del Comune, apparte-
nente al PDL e la maggioranza
(PD), alla presenza del Consi-
gliere Provinciale del PDL –
Forza Italia avv. Aurelio Pace,
del dirigente provinciale del PDL
Rocco Sarli.
I temi affrontati, riguardanti in
particolare le criticità del territo-
rio salviano, hanno reso vivace il
dibattito suscitando l’intervento
anche da parte dei cittadini pre-
senti, che hanno fatto sentire la
loro voce con critiche appropria-
te sull’azione amministrativa
della maggioranza, dimostratasi
poco incisiva.
Il coordinatore reggente del PDL
salviano, Vincenzo Letterelli, ha
moderato l’incontro.
Il capogruppo della minoranza
dott. Ciro Romano ha affrontato
temi politici locali puntualizzan-
do l’operato del gruppo consilia-
re nei quasi cinque anni trascor-
si e facendo risaltare l’assoluta
incapacità della Giunta comuna-
le a risolvere le problematiche
del territorio, malgrado la mano
tesa, offerta dalla minoran-
za per lavorare insieme, nel
tentativo di risolvere gli
innumerevoli disagi in cui
versa la popolazione. Il
capogruppo, nel suo inter-
vento, ha voluto illustrare la
grande mole di lavoro pro-
dotta dalla minoranza
durante l’ultimo quinquen-
nio, sottolineando il fatto
che mai gruppo di minoranza, a
Savoia di Lucania, ha dimostra-
to tanta coesione, capacità e
produttività.L’intervento del diri-
gente provinciale, Rocco Sarli,
ha spaziato sulle problematiche
regionali e nazionali che vede il
PDL impegnato in una strenua
lotta tesa a salvaguardare i dirit-
ti dei cittadini in termini di tasse,
giustizia e lavoro. I consiglieri
appartenenti al gruppo consilia-
re del PDL, dott. Achille Mastro-
berti e dott. Antonio Rendina, a
loro volta sono entrati nel merito
delle problematiche esistenti,
dimostrando, a chiare lettere,
come andavano affrontati i pro-
blemi della popolazione e soffer-
mandosi sulle proposte fatte dal
gruppo consiliare del PDL alter-
native alle decisioni adottate
dalla maggioranza in merito al
problema scolastico, alla tassa-
zione, alla viabilità comunale ed
hanno puntato il dito sulla totale
incapacità, da parte della mag-
gioranza di produrre azioni
necessarie a risollevare le sorti
socio economiche del territorio.
Non sono mancati anche richia-
mi alla politica regionale che
non ha saputo essere presente
nell’intercettare i bisogni espres-
si dalla popolazione.
L’intervento di alcuni cittadini, è
servito a capire, se possibile, il
grave disagio in cui versa il
territorio quando, senza
mezzi termini, hanno aper-
tamente criticato l’operato
della maggioranza consi-
liare, in special modo l’ope-
rato del Sindaco ing. Feli-
ce Cavallo, incapace di
affrontare e risolvere le
istanze dei cittadini.
L’attesa risposta del Sinda-
co, tesa a giustificare il pro-
prio operato, ha suscitato rea-
zioni molto sostenute per il fatto
che, in alcuni passaggi, ha
dipinto uno scenario idilliaco
completamente diverso dalla
realtà, quasi a voler dimostrare
che la propria azione ammini-
strativa non poteva essere
migliore.
Il successivo intervento del
capogruppo del PDL Ciro
Romano, ha voluto altresì
stigmatizzare l’infondatezza
delle giustificazioni adottate e
l’arroccamento della maggioran-
za nel proprio rifugio dorato
impegnandosi, esclusivamente,
a respingere le proposte prove-
nienti dalla minoranza.
Ha chiuso i lavori il Consigliere
Provinciale avv. Aurelio Pace
che grazie ad una efficace ed
intelligente capacità dialettica ha
saputo individuare i progetti e le
potenzialità del territorio capaci
di creare reddito e aggirare gli
ostacoli posti dalla politica della
“spending review”, dimostrando
che si può fare impresa anche in
periodi di crisi economica.
Egli ha affrontato temi molto
interessanti quali la possibilità
per il territorio salviano di entra-
re nei grandi Parchi Naturali
(gole Melandrine), la politica
delle Royalty petrolifere e lo
sfruttamento turistico del Museo
Salviano, custode, tra l’altro, dei
resti dell’anarchico Passannan-
te. Un vivace battibecco con il
vicesindaco, Rosina Ricciardi,
ha tenuto alto il ritmo dell’incontro.
I lavori si sono chiusi con
l’impressione, da parte di tutti,
che le cose dette nel dibattito
lasceranno un segno indelebile
che accompagnerà l’operato
della giunta fino al termine del
mandato.
c.R.
SI RICOMINCIA A dIALOGARE
Emoz ione ,
stupore e fe-
de, queste le
sensazion i
che i tanti
devoti che
affollano la
Basilica du-
rante il prodi-
gio, provano
nell’asciuga-
re e cercare
di conserva-
re con devo-
zione un faz-
zoletto o una
q u a l s i a s i
cosa che
possa servi-
re a intingere
un poco di
Manna, che
servirà al
momento del
bisogno.
Infatti ogni
M a r a t e o t a
conserva la
Santa Man-
na e quando
il mal di gola
si fa insop-
p o r t a b i l e
allora tra una
14 Venerdì 1 Novembre 2013
Foto a cura di
Lucia Logiodice
Estate Lagonegrese ancora “calda”,
tra polemiche e dubbi sui finanziamenti utilizzati
1) ''partito comunista dei lavorato-
ri'' (candidati: Florenzo Doino, Carlo
Agata Giannoccari, Angela Labella,
Fabio Vincenti); lista provinciale col-
legata: ''partito comunista dei lavo-
ratori'' (candidati Carlo Agata Gian-
noccari, Francesco Anfossi, Maria
Laura Beretta, Carmine D'Elia,
Florenzo Doino, Angela Labella,
Michele Pascale, Francesco Salerno,
Vincenzo Sardiello, Fabio Vincenti).
2) ''Movimento 5 Stelle'' (candidati:
Piernicola Pedicini, Angela Calia,
Saverio Pompeo Castoro, Vincenzo
Toce, Giuseppe Papapietro);
lista provinciale collegata:
''Movimento 5 Stelle'' (candidati
Pietro De Angelis, Angela Tiziana
Menchise, Diego Antonio Lacava,
Gianni Leggieri, Gabriele Di Stasio,
Gino Giorgetti, Vincenzo Cirigliano,
Giuseppe Miccolis, Michele Grieco,
Antonello Andriuolo).
3) ''Matera si muove'' (candidati:
Doriano Manuello, Angelo Angelastri,
Nicola Guanti, Giuseppe Francione,
BenedettoTartamo). Nessuna lista
provinciale collegata presentata a
Potenza.
4) ''Rosa nel pugno - Ecologisti
laici democratici, liberali, credenti''
(candidati Elisabetta Zamparutti,
Maria Antonietta Ciminelli, Carlo Gior-
dano, Gaetano Bonomi, Emma Boni-
no); lista provinciale collegata:
''Ecologisti laici democratici, libe-
rali, credenti'' (candidati Maurizio
Bolognetti, Elisabetta Zamparutti,
Matteo Angioli, Filomena Gallo, Cin-
zia Testa, Sergio D'Elia, Maria Anto-
nietta Farina Coscioni, Marco Pannel-
la,Gaetano Bonomi, Emma Bonino).
5) ''Basilicata 2.0'' (candidati Maria
Murante, Emilia Simonetti, Francesco
Blumetti, Giuseppe Morelli, Domeni-
co Lence); liste provinciali collegate:
''Sinistra ecologia libertà'' (candida-
ti Terenzio Bove, Nicola Carpentieri,
Francesca Di Napoli, Rosalinda
Di Pasca, Donato Pace, Paolo Pesa-
cane, Rocco Picciano, Giannino
Romaniello, Giuseppe Roseti, Valeria
Scavo).
6) ''per la Basilicata'' (candidati Tito
Di Maggio, Annunziata Pizzolla,
Rocco Orofino, Giampaolo Mecca,
Marina Buoncristiano); liste collegate:
''il popolo della libertà''(candidati
Michele Napoli, Romano Cupparo,
RINNOVO CONSIGLIO REGIONALE dI BASILICAtA:
le liste e i candidati
A VOI LA SCELtA
... SEguE
DaLLa pRiMa pagina
Vito Di Lascio, Dario Alfredo Lapolla,
Michele Manzi, Giuseppe Mariani,
Severino Notarfrancesco, Aurelio
Pace, Rocco Sarli, Marino Delia);
''Laboratorio Basilicata'' (candidati
Giuseppe Del Giudice, Mario
Di Nuzzo, Michele Di Trani, Rocco
Faraone, Angelo Masi, Alfonso
Ernesto Navazio, Federico Pagano,
Michele Paolucci, Gianni Rosa,
Anna Maria Calabrese); ''unione di
centro'' (candidati Francesco
Mollica, Giovanni Barbuzzi, Giuseppe
Galizia, Mario Guarente, Maria
Letizia Mongiello, Lucia Pangaro,
Vincenza Troiano,Giovanni Sepe,
Gabriele Ladislao Boccia, Faraola).
7) ''La Basilicata presente'' (candi-
dati Marcello Pittella, Achille Spada,
Vito Giuzio, Luigi Simonetti,
Mariachiara Montemurro); liste pro-
vinciali collegate: ''partito Democra-
tico'' (candidati Piero Lacorazza,
Antonello Molinari, Vito Santarsiero,
Giuseppina Ammirati, Cinzia Angela
Amoriello, Angelo Galgano, Franco
Gentilesca, Vincenzo Carlo La Regi-
na, Carmine Miranda Castelgrande,
Michele Sonnessa); ''Realtà italia''
(candidati Angelo Lamboglia, Teodo-
sio Cillis, Pasquale De Luise, Nicola
Andrea Cicoria, Paolo Galante,
Margherita Galotta, Sergio Lapenna,
Lorenzo Pace, Vincenzo Paolino,
Nicola Pessolano); ''partito sociali-
sta italiano'' (candidati Antonio
Abbruzzese, Antonio Bochicchio,
Biagio Costanzo, Mauro Di Lonardo,
Filippo Pompeo Gesualdi, Rocco
Laurenzana, Francesco Pietrantuo-
no, Antonio Rossino, Franco Simone,
Antonio Vozzi); ''pittella presidente''
(candidati Antonio Annale, Carmine
Caivano, Giuseppe Castronuovo,
Costantino Di Carlo, Domenico
Esposito, Marcello Marino, Mario
Polese, Filomena Pugliese, Vincenzo
Robortella, Pasquale Scavone);
''italia dei Valori'' (candidati Carmine
Ferrone, Francesco Naccarati,
Helena Padula, Lorenzo Raffaele
Petracca, Francesco Antonio Rossi,
Donato Summa, Giovanni Samela,
Giovanni Cosimo Cataldo, Alessan-
dro Angelo Rosella); ''centro Demo-
cratico" (candidati Massimo
Macchia, Sergio Potenza, Emilio
Candia, Antonio Ciancio, Gennaro
Colombo, Nunzio Di Trani, Anna
Stella Laccertosa, Giuseppe Roma-
niello, Franca Romano, Vincenzo
Tito).
La finale di Miss Basilicata aLagonegro, ha sancito la con-clusione dell'estate lagonegre-se 2013, ma ha dato il via aduna valanga di critiche da partedell'opposizione della giuntacomunale, in merito all'organiz-zazione dei PIOT ( pacchettiintegrativi di offerta turistica),utilizzati dagli organizzatoriappartenenti alla schiera diMitidieri. Il Ping pong fra gli esponentidel PDL e l'assessore al turi-smo Mimmo D'Agrosa, ha por-tato alla luce diversi punti divista non molto chiari ma sicu-ramente orientati verso un pen-siero politico molto netto. Chi ha avuto modo di leggereed interessarsi alla questionepuò aver studiato e compresobene quali sono state le finalitàdi entrambe le parti, volte aporre chiarezza dal loro puntodi vista. Ma facciamo un po' diordine elencando i punti chehanno caratterizzato questalunga estate lagonegrese.L'estate lagonegrese sicura-mente non è iniziata con ilpiede giusto. Le locandine del-l'agosto sono state stampate erese pubbliche soltanto l'8 diagosto. L'assessore D'Agrosaha giustificato questo ritardoaffermando che era stata indet-ta una gara di appalto per sce-gliere la tipografia vincitrice cheavrebbe poi stampato il pro-gramma a minor prezzo, pernon gravare troppo sulle spese.
L'opposizione ha asserito chesono stati spesi circa 62milaeuro di PIOT per organizzare ilmese di intrattenimento, ma iconti sarebbero un tantino dif-ferenti. In totale sono statidestinati gli ultimi residui diPIOT, circa 27.700 euro, risa-lenti all'anno 2012, dunque nonancora consumati nell'annosolare, per finanziare gli eventilagonegresi che oltre all'orga-nizzazione di serate destinatealla musica ed al pagamentodegli ospiti protagonisti delleserate, comprendevano ancheSIAE, allestimento palchi, sera-te di cabaret e quant'altro.Nell'anno 2012, il paese diLagonegro ha ricevuto circa42mila euro di PIOT, succeden-do al primo paese in classifica,Lauria, che ne ha inveceriscossi 49mila. Ovviamente sesuddetti fondi non vengono uti-lizzati entro un certo periodo ditempo, ritornano nelle casse diprovenienza.Si deve porre una certa atten-zione ai soldi che sono statiinvestiti, invece, per le dueserate del “Festival Delle Arti”che dalla regione hanno ricevu-to circa 24.000 euro per incen-tivare il progetto Monnalisa,soldi utilizzati per finanziare gliospiti che vi hanno partecipato,lasciando alle spalle una scia didubbi sul reale uso di questifinanziamenti ancora non benchiari.
Sempre secondo l'assessore alturismo, l'associazione “Acastagna Ra' Critica” ha ricevu-to ben 9.000 euro dalla regio-ne, per avere un incentivo sulloro operato, volto ad innalzareed aumentare la conoscenzadella cultura lagonegrese e chenel mese di agosto ha portatoavanti una rappresentazionesui misteri romanzati della città,accompagnando il tutto con percorsi gastronomici.Ovviamente bisogna ricordareche i PIOT non possono finan-ziare le feste religiose o patro-nali essendo questi ultimi even-ti che riguardano direttamente iportafogli dei cittadini e deglisponsor che decidono di aderi-re.Bisogna altresì ricordare che aLagonegro il turismo di massamanca da circa venti anni.Basti pensare anche alle pre-cedenti amministrazioni chenon sono riuscite a completareun percorso di intrattenimentoe di attrazione turistica in gradodi divertire o trattenere i lagone-gresi stessi, sempre perchénon si è mai posta la giusta edoverosa attenzione al patrimo-nio storico-artistico che la cittàda sempre offre, considerandoquesta risorsa come un orpellopervenutoci in eredità, invece diun elemento che può contribui-re a rilanciare l'economia delpaese, anche da un punto divista occupazionale.
carla Bottiglieri
Nel Rub Al-Khali il freddo
notturno intirizzisce ossa e
pensieri, e morde senza
sosta i muscoli torniti.
Un silenzio irreale è spazza-
to via dal vento che ridise-
gna il paesaggio dunale, e
da quel respiro affannoso
che si smorza tra i denti a
scandire il passo.
Non c'è tempo per dormire,
è un lusso che non ha dimo-
ra in questo lembo di mondo
dai contorni indefiniti.
Max calderan corre, veloce
e sicuro, sotto la flebile luce
della luna.
Si allena di notte, nei Magre-
di friulani, per abituarsi alle
condizioni estreme delle tra-
versate desertiche.
Il Deserto senza Ombra, che
si espande lungo la Penisola
arabica, è la distesa di sab-
bia più grande al mondo.
Il suo territorio interno è in
larga parte inesplorato, a
causa delle impossibili tem-
perature giornaliere sempre
oltre i 56 gradi e delle dune
alte centinaia di metri.
Le carovane di beduini in
viaggio verso Riad ne batto-
no solo i margini esterni,
attribuendogli un arcano
potere misterico.
Viso bardato da un foulard
leggero, abiti di cotone,
razione di acqua e cibo ridot-
ta all'osso e zaino lasciato a
casa.
Quel che conta, per Max, è
avere la mente libera da
costrizioni e paure.
Ha lasciato una comoda scri-
vania in Italia, certezze con-
solidate nel tempo, per ricer-
care un'esistenza di vita
piena, non auto-imposta
dalle contingenze.
Di sé parla come di un "non
vedente che guarda col
cuore". E con quello ragiona,
aprendo i confini verso una
parabola che non conosce
limite umano.
La medicina sportiva fatica a
spiegarne scientificamente le
capacità, la sua attitudine alla
sopravvivenza in condizioni
estreme, in autosufficienza
alimentare.
Lungo la traversata del Rub
Al-Khali per almeno sette
giorni non ha mangiato e
bevuto.
Ha dormito correndo, dilazio-
nando il riposo in microcicli da
quindici minuti, per quasi tre
ore al giorno.
Per gli abitanti di quelle zone
è semplicemente il Mhadi,
l'uomo ben guidato da Dio,
perché solo ai profeti è dato di
attraversare il deserto in soli-
tudine senza assistenza alcu-
na. Anni prima, per il Progetto
Exodus, ha ripercorso il tragit-
to di Mosé dal Mar Morto sino
al Monte Sinai, correndo 150
chilometri in un giorno esatto.
Un record, utile a sensibilizza-
re rispetto alla sistemazione
dei pozzi d'acqua sul Sinai.
Le sue parole sono sassi,
scagliati verso un mondo
appiattito non più capace di
elevazione: "Mentre corro non
penso a nulla, il pensiero è
una forma demoniaca.
Se invece lasciamo spazio
all'illuminazione, allora le
cose vanno meglio.
Entro dentro un deserto e
vedo una grande luce che
propaga Amore e vedo la mia
famiglia". E il suo esempio
vale molto più di un tentativo
mefistofelico di trascendere i
limiti umani imposti dalla natu-
ra. È una richiesta di senso,
una volontà di uscita, un cor-
rere per rimanere fermi, per-
ché come soleva ripetere
Gibran, solo quando si è vuoti
si è immobili ed in equilibrio.
Rocco pascale
15Venerdì 1 Novembre 2013
Il recente inizio di un nuovo
anno scolastico impone una
riflessione attenta sulle trasfor-
mazioni socio-culturali del
nostro tempo al fine di promuo-
vere la persona umana nel
superamento delle crisi di ragio-
ne e di identità.
Esprimiamo alcune considera-
zioni di possibile applicazione
alla pratica educativa, tanto
complessa e difficile al giorno
d’oggi.
Definiamo i concetti di riferimen-
to: neoumanesimo e post-
modernità.
Il neo-umanesimo indica il desi-
derio di una società nuova che
sia “attraversata” dall’uomo
nella sua pienezza e bellezza.
Quando parliamo di post-
modernità dobbiamo invece rife-
rirci al mondo che ci appartiene,
ovvero al momento storico che
stiamo vivendo. Per essere
chiari dobbiamo partire dalla
“modernità”, termine che si rife-
risce alla trasformazione, al
cambiamento. Il tempo della
modernità è quello delle grandi
filosofie (come l’hegelismo) e
delle grandi ideologie (come il
marxismo, che mise in moto
processi a carattere socio-politi-
co). La post-modernità è il
tempo della destrutturazione
delle ideologie, è il tempo del
“pensiero debole”, capace di
approfondire solo una piccola
realtà del mondo spirituale e cul-
turale.
La post-modernità comincia agli
inizi del Novecento quando è
stata spezzata la continuità di
carattere culturale che partiva
dalla Grecia e arrivava fino a
noi. Per lo sviluppo della nostra
cultura erano stati decisivi tre
concetti: identità, sostanza, non
contraddizione. Anche la scuola
si basava sull’adeguatio rei et
intellectus ed educare non era
così difficile come adesso.
La scuola oggi deve educare o
istruire? Instruere significa met-
tere una nozione sopra un’altra.
La scuola tra istruzione ed educazioneOggi il compito dell’istruzione
può essere assolto dai media,
ma quello che serve all’uomo è
la formazione, è l’educazione.
Educare è difficile perché
manca un fondamento antropo-
logico di riferimento e il proble-
ma della scuola è grandissimo.
La scuola deve essere educati-
va, capace di arrivare al DNA
della persona e svilupparlo, fil-
trando i racconti dei media che
ci investono senza spessore
culturale alcuno.
Voglio accennare anche al pro-
blema della demotivazione. I
ragazzi sono demotivati, perché
è demotivato l’uomo d’oggi, e
per una sazietà esorbitante che
fa rifiutare le cose e per un peri-
coloso eccesso di consumismo.
Noi viviamo il tempo degli even-
ti, per cui l’uomo, mancando di
storia, di orientamento, della
capacità di vedere il proprio
futuro, regredisce da persona a
individuo.
La parola “individuo” indica il
recinto entro cui l’uomo vive e
non comunica con tutti gli altri;
la persona, invece, è il mondo
delle relazioni: io comunico con
gli altri e accetto la comunicazio-
ne che mi viene dagli altri. Vivia-
mo oggi un individualismo sfre-
nato, pericoloso. Ne è un esem-
pio la corruzione di uomini poli-
tici di tutti gli schieramenti, che
vivono per i soldi.
In questa società complessa,
anche quello delle minoranze è
un problema. Un tempo le mino-
ranze desideravano l’inclusione
nella cultura della società princi-
pale. Oggi c’è un’affermazione
eccessiva delle differenze, e
non si vuole essere inclusi nella
vita sociale della società in cui si
abita. Un passo ulteriore è quel-
lo del linguaggio corretto, che
richiede il riferimento alla cultura
di provenienza e il rispetto della
identità.
Vorrei anche aggiungere due
considerazioni sui “passaggi”
dell’uomo di oggi: il primo è
quello dalle ideologie alla bioeti-
ca che induce l’uomo, perduto
ogni riferimento ideologico, a
discutere dall’embrione all’euta-
nasia. L’altro passaggio riguar-
da l’epistemologia : dalle verità
oggettive si passa alla soggetti-
vità, e quindi al relativismo.
La scuola, pertanto, deve punta-
re sul dialogo, per un processo
educativo che tenga conto del-
l’altro. Se vogliamo formare per-
sone che vivono la pratica della
democrazia dobbiamo passare
attraverso il dialogo quotidiano.
La scuola ha il preciso dovere di
educare alla libertà, ed è vera-
mente libera solo la persona
che ha la possibilità di scegliere
tra il bene e il male.
Rina chiari
C H A R A C T E R S
“Storie dell’altro mondo”
a cura di Rocco Pascale
Running
to stand still
16 Venerdì 1 Novembre 2013
Il 1° agosto del 1909 a Piangipa-
ne, in provincia di Ravenna,
nella casa della famiglia Savini
nasce Spiride. Il suo nome è già
presagio della sua vita, impron-
tata ai più elevati sentimenti di
bontà e di carità. Viene educata
cristianamente da genitori devo-
ti. Spiride a otto anni fa la prima
comunione. Da questo primo e
forte momento di fede le si
accende nell’animo il desiderio
di cibarsi frequentemente del
mistico pane e di assistere alla
messa. Sicché giovanissima
scrive ad un'amica: «Senti fred-
do all’anima? Ascolta la santa
messa ed accostati al fuoco
ardente della santa eucaristia.
La vera pace nel cuore non si
trova che nel ricevere Gesù:
fuori di lui non vi sono che affan-
ni ed ingratitudini».
Sotto la saggia guida delle
suore, addette all’educandato
Ghiselli di Ravenna, compie la
sua prima formazione intellet-
tuale e spirituale, distinguendosi
tra le convittrici per la sua indo-
le docile e mite e per le sue non
comuni virtù. Nelle letterine che
invia ai congiunti ed alle amiche
non manca di suggerire sani e
sapienti consigli dai quali traspa-
re tanto il candore della sua
anima eletta: «La preghiera ben
fatta è odoroso vapore che sale
al cielo e discende in pioggia
benefica di grazie!
Pace non regna in chi è dedito
alle umane cose ma sì bene in
chi pensa e desidera acquistare
i celesti beni». A quattordici anni
esce dall’Educandato e per
seguire la madre, passata a
seconde nozze, a Lagonegro, in
Provincia di Potenza. Nella
nuova residenza Spiride appare
come un’anima benefica, che
ama prodigare il tesoro della
sua squisita educazione e la
piena dei suoi gentili effetti.
Quanti la conoscono, la rispetta-
no ed amano: è la ragazza
buona, seria e modesta, che col
crescere negli anni progredisce
notevolmente nella virtù, schi-
vando con diligenza qualsiasi
mondanità. Alla madre che le
prospetta talvolta la visione di un
avvenire di felicità nel mondo,
alle amiche che le parlano dei
loro sogni dorati, Spiride rispon-
de: «Io voglio essere sempre e
solo di Dio, e voglio servire a lui
solo!».
Costituitasi l’associazione di gio-
ventù femminile di Azione Catto-
lica a Lagonegro subito è pre-
scelta e nominata presidente
dalla fiducia del suo parroco che
ne ha apprezzato le rare doti di
mente e di cuore.
Nella delicata mansione di diri-
gente Spiride è la consigliera
affettuosa, l’amica sincera delle
socie e ne promuove con zelo
intelligente e fattivo la cultura
religiosa e la pratica della vita
cristiana.
All’apostolato della parola, avva-
lorata dall’esempio, è caro al
suo cuore aggiungere quello
non meno importante della
carità, sia verso i poveri, ai quali
è larga di soccorsi, sia verso
gli infermi, le cui sofferenze pro-
cura di lenire col balsamo del
conforto cristiano. Verso la fine
di dicembre del 1935 si ammala
di broncopolmonite. Alla madre
ed alle amiche che la assistono
ripete: «Tutto è predisposto da
Dio per il nostro bene».
Con ammirevole rassegnazione
sopporta quanto dalla scienza si
tenta per strapparla alla morte e
sembra che nel dolore trovi la
gioia per rendersi più somiglian-
te a Gesù abbandonato.
Nel vedere la madre afflitta per
le sue sofferenze, le dice
«Mamma, non addolorarti, Gesù
ha tanto sofferto per noi! Rasse-
gniamoci alla sua volontà!».
E sorridente parla con un senso
di soprannaturale letizia del suo
UNA SANtA dIMENtICAtA: SPIRIdE SAVINI
Lagonegro (1909-1936)prossimo viaggio per l’eternità.
Il giorno 8 febbraio del 1936
chiama a sé vicini la madre ed il
patrigno. Elevata insieme una
preghiera alla Madonna di Pom-
pei, ottiene il consenso di farsi
suora, qualora guarisca.
Intanto di giorno in giorno le sue
condizioni di salute precipitano.
Spiride presagisce la fine immi-
nente, dicendo: «Domenica,
quanti fiori e quanti ceri vi saran-
no a casa mia!...».
Ad una signora che la esorta a
cacciare dalla mente quelle
visioni, risponde, rassegnata e
commossa, di esserle apparsa
la Vergine di Pompei, avverten-
dola che la prossima domenica
l’avrebbe premiata, se ella fosse
stata senza febbre.
Giunse la domenica del 16 feb-
braio, fra lo stupore di quanti
amorevolmente la circondava-
no, Spiride è completamente
guarita, per cui si spera in una
benefica fase risolutiva della
sua malattia, ma non si illude
ed alla madre piangente per
la commozione dice ancora:
«Coraggio mamma! Dovresti
piangere se lassù avessi una
figlia che non pregasse per te,
ma io pregherò… La madonni-
na mia mi ha premiata».
Una signora amica le si avvicina
per salutarla ed ella le racco-
manda di non abbandonare sua
madre perché «oggi,» soggiun-
ge, «alle tre pomeridiane dovrò
lasciarla». Alle 14,45 dello stes-
so giorno ancora una volta vuole
che la madre le stia accanto e
stringendole tre volte la mano le
chiede: «Presto! Mamma, non
hai niente da dirmi?».
Dopo qualche istante si agita,
mentre le pupille si dilatano e
con accento di gioia: «Guarda,
mamma! Non vedi che vicino a
me è il vecchietto che mi ha
aperto la porta?». E tenendo
il braccio in alto dice: «Ecco!
La mia porta è aperta…».
Poi non parla più, gli occhi le si
chiudono, il respiro si spegne ed
il suo spirito vola in seno a Dio.
Scompare così dall’effimera
scena della vita terrena a
26 anni nel fiore della giovinez-
za, tutta grazia e giocondità,
tutta bontà e dolcezza, per
librarsi quale candida colomba,
in alto, nel bacio del Signore ed
unirsi agli angeli del Paradiso.
Abbiamo tratto questo notizie
dal “Panegirico di Spiride
Savini”, redatto a Policastro
l’8 novembre 1940, proprio
all’indomani dello scoppio della
Seconda Guerra Mondiale.
Ancor oggi la tomba di Spiride
Savini a Lagonegro, seppure in
stato fatiscente, è meta di pelle-
grinaggi ed è sempre piena di
fiori. Tanto è rimasto vivo nel
cuore del popolo il segno di que-
sta intensa testimonianza.
Speriamo che in un futuro non
lontano la santità di questa gio-
vane donna possa essere rico-
nosciuta e presentata agli onori
degli altari.
capovince
17Venerdì 1 Novembre 2013
Lo scrittore lucano Enzo D'An-drea, nato nel 1972 e viventead Avigliano, ha presentatopresso la Biblioteca Nazionaledi Potenza, con la moderazio-ne della dott.ssa Maria diCarlo, il suo nuovo romanzo,intitolato appunto Le formichedi piombo, edito da 0111 aPadova nel maggio scorso.Enzo D'Andrea ha scritto, tral'altro, una raccolta poeticaOceano di sabbia, ed un'altradi racconti Quel giorno. Quan-do venne sera. Questo ultimoromanzo è ambientato in unamitica Torino nel 1975. Il protagonista Michele, un gio-vane ingegnere, si trova coin-volto in una serie di intrighi epedinamenti spontanei, il tuttoin uno sfondo che rispecchiasolennemente gli anni di piom-
bo. Sebbene non vi siaun'adesione a paraventi ideo-logici, la trama si incentra,infatti, soprattutto sul filo diun'amicizia tra il protagonistaed uno studente, Diego, ilquale mette a repentaglio lasua sicurezza per aiutarlo, siavverte subito il clima arroven-tato dei plumbei cieli degli anniSettanta: Nessuno è perfetto,scrive l'autore, gli uomini sonocome formiche in fila. Le più numerose seguono ladirezione comune, senzadeviare e senza chiedersicosa è giusto e cosa no; le meno numerose, al contra-rio, deviano perché hannobisogno di cercare, di capire,di combattere. Le formiche dipiombo, appunto!
V. c.
Enzo d'Andrea
e il suo nuovo romanzo:
LE FORMICHE dI PIOMBOIl "viggianese" poteva essere l'unico sospetta-to? Sono state seguite davvero tutte le piste?O forse le indagini sono state approssimateperché Ottavia era "una poco di buono" e quin-di indegna di sforzi investigativi? A questedomande hanno risposto i giornalisti FabioAmendolara ed Emanuela Ferrara nel lorolibro "La colpa di Ottavia – contro inchiestasulla misteriosa scomparsa della bambina diMontemurro". Il libro è stato, nei giorni scorsi,nel Palazzo Donadoni di Melfi, alla presenzadell'avvocato Luigi Laviano, della docente diLettere e Filosofia Carmen Cafaro, dellaprof.ssa di Etica e Bioetica Antonia FlaminiaChiari ed dal presidente di BASE - BasilicataSviluppo Europa, Aurelio Pace. L’incontro èstato moderato dall'avvocato Flora Guarini. Gliautori sono stati anche ospiti negli studi diRadio Potenza Centrale affrontando, con ilnostro direttore editoriale, prof. Vincenzo Giu-liano, temi di attualità con particolare riferimen-to alla tutela dell'infanzia e dell'adolescenza.
"LA COLPA dI OttAVIA"Contro inchiesta sulla misteriosa scomparsa della bambina di Montemurro
di Fabio Amendolara e Emanuela Ferrara
ChE FINE hA FATTO OTTAVIA DE LUISE,
LA bAMbINA SCOMPARSA NEL 1975?
Prezioso tesoro della Lucania, ilSantuario di Santa Maria d’An-glona di Tursi è un’incantevoletestimonianza di arte bizantina enormanna. Maestosa e sublime,la facciata della chiesa romani-ca lascia stupito ed estasiatochiunque giunga fino alla som-mità del sacro colle di Anglona.Fra le basse alture circostanti, adividere i fiumi Sinni e Agri (gliantichi Siris e Akiris), svetta lacollina dove anticamente sorge-va l’antico insediamento di Pan-dosia, da cui nacque la città diAnglona. Grazie alla natura fer-tile del terreno e alla posizionestrategica, in un territorio pocodistante dalla città di Tursi, que-sto centro abitato della Lucaniasi insedia fin dall’Età del Bronzoe perdura, con qualche interru-zione, fino al Medioevo. Visitatoanche da papa Urbano II nel1092, il borgo di Anglona nelXIV secolo fu distrutto da unincendio, a seguito di un eventobellico, e fu abbandonato. Daallora la chiesa, luogo di cultodedicato alla Natività dellaBeata Vergine Maria, divennemeta di pellegrinaggi. Dell’anti-ca cittadina oggi si conservaesclusivamente il Santuario.Non si hanno notizie certe rela-tivamente alle origini del cultoalla Vergine e circa la data diedificazione della più antica fab-brica. Certamente la prima
costruzione risale a un periodoprecedente all’anno mille, ipotiz-zabile attorno al VII-VIII secolo.L’antica chiesetta in stile roma-nico, di cui oggi rimane visibilela zona della cappella oratorio,venne poi riedificata fra l’XI e ilXIII secolo, si pensa proprio inoccasione della visita alla città diUrbano II. Secondo importantistudi recenti la parte più antica -l’impianto longitudinale e l’avan-corpo - sono databili all’XI seco-lo, mentre il transetto e il coroappartengono a un rifacimentodel XIII.Di chiara impronta romanica, ilportale che dà accesso allachiesa è sicuramente ciò chepiù di ogni altra cosa attira l’at-tenzione e affascina al primosguardo della chiesa.Precede il portale un nartecequadrangolare, aggiunto nel XIIIsecolo riutilizzando dei portalidella fine dell'XI che presentanointeressanti decorazioni diinfluenza normanna. Le teste diuomini ed animali sovrappostead un toro che animano la ghie-
ra esterna richiamano molto lecaratteristiche teste piatte deiportali normanni d’Inghilterra. Aldi sopra dell'arco si trovano for-melle di tufo calcareo con bas-sorilievi che raffigurano i simbo-li degli Evangelisti, l’Agnus Deie altre figure simboliche. L'arcoesterno è seguito da un secon-do portale che immette nell'atriovero e proprio voltato a crociera.Sulla sinistra della facciata spic-ca il campanile di stile romanico,quadrangolare, poco slanciato,con quattro bifore a doppiecolonnine.La muratura esterna, realizzatain tufo e travertino, oltre per inotevoli elementi architettonicispicca soprattutto per il meravi-glioso effetto cromatico, creatodall’accostamento di blocchilapidei e mattoni e visibile in par-ticolar modo nell’esterno absida-le, dove si ammirano ornamentiad intagli, lesene, archetti pen-sili, mensole ed un finestronecentrale adornato di colonnine.Sul rivestimento parietale ester-no del coro e della sacrestia unaserie di mattonelle di terracottastampigliate con figure di anima-li, esseri fantastici, mostri e alle-gorie rappresentano uno straor-dinario esempio di bestiariomedievale posto a monito delpellegrino e del fedele che varcala soglia del sacro. Tra le formel-le originale è quella raffigurante
la chimera: immagine questapiuttosto rara nei repertorimedievali ed inedita per la suadifficoltà interpretativa.Varcato il suggestivo atrio diingresso ci si addentra nellospazio interno della chiesa che,pur risentendo degli interventi diampliamento e restauro susse-guitisi nei secoli, risalta per lapresenza di pregevoli dipintiparietali. Purtroppo dell’interociclo di affreschi che in originericopriva interamente le muratu-re, oggi non rimangono chepoche tracce, rese visibili agliinizi degli anni ’80 grazie a unintervento di restauro. Da alloragli affreschi di Santa Maria d’An-glona sono stati al centro dell’in-teresse di numerosi studiosiimpegnati a dare loro una cor-retta datazione. Ad oggi la criticaè concorde nel riferire gli affre-schi ad un’età tardo bizantinaper lo stile molto vicino alla cul-tura figurativa bizantina dei primidel ‘200. Secondo le ipotesi piùaccreditate il ciclo lucano èopera di pittori “italo-greci”, atti-
vi attorno al 1200 circa, più pre-cisamente nel primo ventenniodel secolo. C’è anche chi hasupposto una datazione agli ulti-mi anni dell’età normanna (fineXI secolo) e chi invece ha parla-to anche di una datazione giàtrecentesca, per alcuni accennidi spazialità. In realtà mancanegli affreschi un minimo tenta-tivo di dare profondità alle scenee non c’è nelle figure alcun effet-to plastico; mentre un intensonaturalismo si dispiega nelladescrizione dei tipi fisici deglianimali e delle persone.Attualmente sulla parete destradella navata centrale sonoancora ben visibili i due registricon scene del vecchio testa-mento. Si possono ammirare ilmartirio di S. Simone, la Torre diBabele, la creazione con Adamoed Eva, l’uccisione di Abele edaltre scene bibliche. La paretesinistra, rifatta probabilmente aseguito di un crollo, è invecenuda ma doveva raffigurarescene del nuovo testamento.Dichiarata nel 1931 monumentonazionale ed elevata nel 1999 aPontificia Basilica Minore dapapa Giovanni Paolo II, SantaMaria di Anglona è sicuramenteuna delle più belle e suggestivechiese della Basilicata, capacedi estasiare gli occhi e l’intellettodi ciascun visitatore.
Virginia giuliano
Alla scoperta dei tesori della Lucania
LA BASILICA PONtIFICIA dI SANtA MARIA d’ANGLONA
Gli autori, Amendolara e Ferrara, ospisti negli studi di Radio
Potenza Centrale.
18 Venerdì 1 Novembre 2013 Sport
Di fermarsi non ne vuole pro-
prio sapere il Rossoblu Poten-
za di Pinuccio Camelia sempre
più primo e protagonista indi-
scusso del campionato di
Eccellenza. L'organico sta met-
tendo in luce le doti balistiche
del giovane Jacopo Murano
(classe '90), capocannoniere
dei potentini e lieta sorpresa di
questo raggiante inizio di sta-
gione. Segna e fa segnare,
dando spesso e volentieri la
scossa in partite equilibrate che
non si sbloccano come contro il
Viggiano quando una sua gio-
cata servì a fare breccia all'in-
terno della difesa valdagrina. In
seconda piazza c'è la sorpren-
dente ed arcigna Murese di
mister Felice Ragone che è riu-
scita ad imporsi anche nel
derby contro il Picerno con un
2-0 inaspettato, ma meritato
alla luce di quanto prodotto in
campo. Il binomio Murese –
Ragone sembra funzioni anco-
ra dopo l'ottima scalata condot-
ta lo scorso anno con la salvez-
za dei biancorossi in corso
d'opera, dopo un avvio shock
che ha indotto la società al
cambio di guida tecnica. Poco
più sotto le altre big del campio-
nato, Lagonegro, Picerno e
Il Rossoblu Potenza
protagonista del
campionato di EccellenzaTolve. I rossoneri sono stati
spietati nella trasferta su un
campo ostico come Tolve, sba-
ragliando il S. Rocco per quat-
tro reti ad una culminata da una
prova di grande qualità del neo
acquisto Somma e del sempre-
verde Salomone, centravanti
che si dimostra tra i più prolifici
dell'intera regione. Il Tolve è par-
tito tra luci ed ombre. Gialloros-
si forti davanti grazie alla vena
realizzativa del due volte capo-
cannoniere Vito Arpaia e del
giovane Ardino che sta attiran-
do su di sé numerosi apprezza-
menti. Forse manca qualcosa a
livello di personalità viste le
troppe distrazioni che sono
costate gol evitabilissimi. Il
Picerno dopo un avvio a rilento
sembra essersi ripreso a fronte
delle due larghe affermazioni
interne al cospetto di Pietragal-
la (5-1) e Moliterno (9-0). Chiu-
dono la classifica il Marconia
con solo un punto preceduto da
Fst Rionero e Vitalba fermi a
due punti e alla ricerca dispera-
ta di autostima e qualche risul-
tato positivo onde evitare di
cadere nel baratro della retro-
cessione.
Dopo la salvezza ottenuta nella
passata stagione, la Junior
Sport Club Campomaggiore si
prepara ad affrontare il prossimo
campionato con auspici diversi.
La rosa messa a disposizione di
mister Eufemia è sicuramente
più attrezzata per raggiungere la
permanenza in seconda catego-
ria senza grossi affanni, sono
arrivati alla corte dei gialloverdi
diversi nuovi elementi, Carbo-
nella e Cavuoti dal Pietraperto-
sa, Insabato dal Barrata, Filardi
La Junior Sport Club Campomaggiore
attrezzata per la seconda Categoriadall’Atletico Albano, Larocca,
Bochicchio e Vaccaro, importan-
ti anche le conferme di Orsellini
e Rotunno. Il presidente Santo-
ro si ritiene soddisfatto del lavo-
ro svolto fin ora: “l’obiettivo sta-
gionale è quello di migliorare il
penultimo posto ottenuto nello
scorso campionato, sono stati
fatti degli sforzi economici
importanti per far si che il calcio
a Campomaggiore continuasse
a vivere, abbiamo allestito una
rosa competitiva, siamo riusciti
a riportare a casa Insabato, che
dopo una lunga militanza nel
Barrata, ha deciso di ritornare a
giocare nella squadra del pro-
prio paese, di sicuro la sua
esperienza sarà utile ad un
gruppo giovane che ha bisogno
di crescere partita dopo partita,
in conclusione il mio auspicio è
quello di vedere i miei ragazzi
lottare su ogni pallone e soprat-
tutto di uscire dal campo ogni
domenica convinti di aver dato
tutto per la squadra del loro
paese”. La nuova rosa della
Junior Sport Club Campomag-
giore è cosi composta: Balsamo
Ale., Trivigno, Carbonella,
Vaccaro, Albano, Paternoster,
Eufemia, Loguercio, Orsellini,
Cioffi, Rotunno, Filardi, Conte,
Bochicchio, Carbone, Larocca,
Cavuoti, Balsamo Alb., Insaba-
to, Abriola, Garramone, Fanelli.
L’appuntamento è per il prossi-
mo 20 ottobre, data di inizio del
prossimo campionato di secon-
da categoria.
Balsamo alessandro
Di proprietà del Palermo ma
attualmente in prestito al Forlì,
compagine di Seconda Divisio-
ne. Si tratta, di Umberto Nappel-
lo, attaccante di buone speran-
ze classe 1991. Nappello nasce
a Napoli il 9 Marzo 1991 e il suo
percorso calcistico inizia proprio
in Campania con la maglia del-
l’Avellino, con cui disputa il cam-
pionato giovanissimi. Viene
acquistato dal Siena con cui
gioca tra il 2006 e il 2008. Due
campionati tra gli allievi regiona-
li e quelli nazionali. Nella stagio-
ne 2008-2009 passa al Potenza
in Prima Divisione e l’esordio in
prima squadra contro il Sorren-
to, il 2 Aprile 2009, contribuendo
al pareggio dei suoi nei minuti
finali. La sua avventura termina
dopo due anni quando il Poten-
za viene escluso dal campiona-
to di Seconda Divisione per ina-
dempienze economiche.
Quali sono i tuoi ricordi di Poten-
za?
“Calcisticamente Potenza rima-
ne una grande piazza. Con la
POtENZA ERA UNA PIAZZA MOLtO AMBItAA dichiararlo è Umberto Nappello
attaccante del Potenza nella stagione 2008-2009maglia rossoblu
non ho vissuto un
buon momento ma
ho trovato persone
che mi hanno volu-
to bene come Roc-
co Galasso, Vin-
cenzo Palmieri e
mister Pasquale
Arleo. Ringrazio
però su tutti il presi-
dente Postiglione.”
Due stagioni in terra lucana con
la maglia rossoblù. Quale è
stato il calciatore più forte con
cui hai giocato? Il miglior allena-
tore che si è seduto sulla pan-
china del Viviani?
“Indubbiamente Ciro De Cesare
anche se arrivò a Potenza al ter-
mine della sua carriera.
Non posso non ricordare mister
Pasquale Arleo, il quale mi lan-
ciò in campo a soli diciassette
anni. E’ stato un papà calcistico
ma soprattutto grande uomo e
grande allenatore”.
Arrivasti a Potenza nella stagio-
ne 2008-2009, dopo l’esperien-
za nel settore giovanile del
Siena. Cosa ti spinse ad accet-
tare la proposta del club lucano?
“Mi spinse il progetto illustrato
dal presidente Postiglione ma
anche il buon contratto trienna-
le. Non mi sono pentito della
scelta che feci anzi, è stato il
mio trampolino di lancio, e di
questo sono ancora grato e chi
mi volle in quella compagine: il
presidente Postiglione”
Hai vissuto l’esperienza del-
l’esclusione da un campionato
di calcio. Cosa ricordi di quella
stagione calcistica?
“Un campionato affrontato con
dignità e con tanto
sudore. Ogni dome-
nica una battaglia
nonostante una
retrocessione già
decisa.
Tanti sacrifici senza
stipendio e rimet-
tendoci anche de-
naro.”
Dopo la mancata
iscrizione del Po-
tenza, il tuo trasferimento al
Palermo. Raccontaci la tua
esperienza…
“Un sogno allenarsi con campio-
ni come Miccoli, Pastore e Ilicic
ma alla fine nemmeno ci fai
caso. Sempre in prima squadra
collezionando dieci panchine
senza mai esordire in A”.
Nelle scorse stagioni hai vestito
le maglie di Monza e Gubbio in
Prima Divisione. Cosa ti ha por-
tato a scendere di categoria?
“A Gubbio solo nove presenze
nel girone di andata e poi fui
messo fuori rosa, insieme ad
altri due compagni di squadra.
Dopo sei mesi di stop ho prefe-
rito non aspettare e accettare la
proposta del Forlì. Voglio dimo-
strare il mio valore.”
Infine, cosa ti aspetti dal tuo
futuro calcistico?
“Mi aspetto la salvezza del Forlì
con il raggiungimento della Lega
Pro unica. Ho un altro anno di
contratto con il Palermo e il mio
obiettivo resta quello di tornare
in Serie A. Sogno di ritornare a
vestire la maglia del Potenza e
magari proprio in Prima Divisio-
ne, e perché no con il ritorno
anche del presidente Postiglione”.
Leonardo Volturno
19Venerdì 1 Novembre 2013Sport
Un piccolo pezzo di Basilicata
lascia il segno a Castrovillari, sul
campo in erbetta sintetica del-
l’ASD Queen’s Tennis Club, in
occasione del V torneo King’s e
Queen’s di 3a e 4a categoria sin-
golare maschile e femminile.
Il suo nome è Gabriele Galeazzo
(classifica FIT 4.1), sempre lui, la
piccola promessa del tennis luca-
no. Di Policoro, in forza al Circolo
Tennis Matera si è aggiudicato il
quarto posto nel tabellone inter-
medio che contava 48 iscritti, bat-
tendo negli ottavi di finale Giusep-
pe Gallicchio (classifica FIT 4.2)
con il punteggio di 6-0/6-1, nei
quarti ha poi avuto la meglio sul
beniamino di casa Giovanni
Gullotta (classifica FIT 4.1) al ter-
mine di una partita equilibrata
come testimonia il punteggio di
7-5/5-7/6-3. Questa scalata gli
consente di accedere per la prima
volta nella sua giovanissima car-
riera, nel tabellone di terza cate-
goria dove deve combattersela
contro Zurzolo Gian Carlo (classi-
fica FIT 3.4). Gabriele non si com-
porta male, si destreggia, lotta,
dando sfoggio di bei colpi, di note-
vole pregio i suoi passanti milli-
metrici che colgono più volte in
castagna l’avversario, cultore del
serve&volley, ma alla fine deve
cedere al più esperto calabrese
La promessa del tennis lucano: Gabriele Galeazzocon il punteggio di 6-3/6-3.
Abbandonato il tabellone di terza,
il giovane tennista perde la semi-
finale del tabellone conclusivo
intermedio, cede infatti in tre set a
Giuseppe Stamati (classifica
FIT 4.1) con il punteggio di 6-3/
4-6/6-2, mandando alle ortiche la
possibilità di diventare Principe
del Queen’s 2013.
Ma per Gabriele c’è tanta soddi-
sfazione, oltre al bel tennis
mostrato, si distingue sempre per
il suo atteggiamento in campo di
estrema educazione e positività e
ciò gli vale il rispetto, la stima e
l’ammirazione del numeroso pub-
blico del Queen’s e degli organiz-
zatori che spendono per lui paro-
le lusinghiere e cariche di fiducia,
eleggendolo “miglior talento del
torneo”. A ciò si aggiunge anche
un riconoscimento in denaro con-
cesso dall’imprenditore Pasquale
Senatore di Castrovillari e compa-
gno di doppio di Gabriele in Cala-
bria. Anche se per quest’anno
non è stato incoronato, il giovanis-
simo Galeazzo è stato tra i prota-
gonisti delle premiazioni a Castro-
villari e gli addetti ai lavori e l’en-
tourage tennistico calabrese sono
fermamente convinti che prima o
poi, in un futuro imminente il pic-
colo lucano riuscirà a salire su
questo prestigioso trono.
Nel tabellone femminile, altre
belle presenze lucane, con Asia
Trotta (classifica FIT 4.4) del TC
Vallenoce Lauria-Lagonegro che
cede in semifinale a Pellegrini
Alessandra (classifica FIT 4.3).
La corsa di Anne Cosenza e di
Maria Franca Fittipaldi, sempre
del circolo lauriota, si arresta inve-
ce al secondo turno.
La manifestazione promossa dal
circolo calabrese ha avuto un indi-
scutibile successo, altissima la
partecipazione con ben 106 iscrit-
ti nel torneo maschile e 16 in quel-
lo femminile. La macchina orga-
nizzativa ha funzionato alla perfe-
zione, dimostrando che la passio-
ne, la volontà, la perseveranza,
l’unione di intenti possono supe-
rare qualsiasi ostacolo e che le
risorse umane, le capacità del
gruppo, lo spirito di iniziativa e
l’applicazione riescono a supera-
re anche i gap infrastrutturali, che
lo scoraggiamento è il nemico più
infido da combattere.
Inevitabile quindi unirsi al coro
delle lodi per l’ASD Queen’s
Tennis Club di Castrovillari, un
esempio logistico sicuramente da
seguire, un circolo da cui attinge-
re idee e proposte. Oltre che per
l’organizzazione e per la profes-
sionalità, il circolo calabrese
emerge per la sua irrefrenabile
fantasia, per la spiccata originali-
tà, per la capacità realizzativa che
unisce senso pratico ed inventiva.
Altra particolarità del torneo è
stata la diretta streaming di tutti gli
incontri disputati, con la cronaca,
i commenti tecnici e le interviste a
bordo campo, ancora una volta
professionalità unita a competen-
za e divertimento, un modo per
rendere tutti protagonisti, i gioca-
tori, gli organizzatori ed il pubblico
e così il Queen’s entra nella case,
non quelle vittoriane che circon-
dano i campi in erba del fratello
maggiore britannico, ma le nostre,
quelle degli appassionati che
hanno avuto l’opportunità di
seguire amici e conoscenti, di tifa-
re per loro e di partecipare alle
loro vicende tennistiche fino all’in-
coronazione finale del Re e della
Regina del Queen’s di Castrovil-
lari, dove come spiega con elo-
quenza il sottotitolo al torneo:
“vincere qui non conta per la clas-
sifica e, forse, neanche per la car-
riera, vincere qui conta perché
vincere qui ti fa sentire un RE o
una REGINA”.Livia adinolfi
20 Venerdì 1 Novembre 2013
"Juke box con Gianluigi" è una esclusiva di Radio Potenza Centrale.
Ogni sabato, dalle 15.00 alle 18.00,
news, concerti, anteprime discografiche ed interviste telefoniche esclusive.
È stato in con-
certo a Pignola
e noi di "Juke
Box con Gianlui-
gi" di Radio
Potenza Centra-
le, lo abbiamo
incontrato poco
prima di salire
sul palco. Ecco
quello che ha
detto ai nostri
microfoni.
Allora… un tour
pieno di novità e
soprattutto coin-
v o l g e n t e …
c o m i n c i a m o
dalla formazio-
ne… è stata definita una
sorte di superband!
Perché uno vuole dare dei
nomi altisonanti, ma a dir
la verità è semplicemente
la band dei miei sogni.
Sicuramente mi sono tolto
una bella soddisfazione,
tra l'altro in un momento
storico non indicativo per
fare scelte che allargano e
aumentano costi e paghe.
Una band composta da
elementi nuovi, su un
gruppo solido, che hanno
dato una linfa nuova abba-
stanza sorprendente.
Anche perché il concerto è
fatto per essere diverso di
sera in sera.
i successi storici… che
emozione è… vederli
cantare dal pubblico?
Una grandissima emozio-
ne e lo è ancora di più
quando succede su cose
che non te lo aspetti o su
cose nuovissime o appena
nate. Sto portando sul
palco cose inedite, una in
particolare è una canzone
con degli scioglilingua una
delle più richieste, Stizzi-
scitici", che sta ottenendo
un grande riscontro dal
pubblico e che, di sera in
sera cambia, inserendo io
degli scioglilingua locali,
del posto di cui io mi trovo
a cantare.
"Stizziscitici" hai deciso
di pubblicarla anche su
spotify per permettere a
tutti (quindi anche quelli
che non potranno ascol-
tarti in tour) di sentirla…
Si… Un po' perché mi
sembrava stupido non
farla esistere in qualche
modo, in una forma sem-
plice ed immediata, tra l'al-
tro senza costi. ma poi
anche perché su spotify,
ho la possibilità di poterla
aggiornare e quindi di
cambiarla con i vari scio-
glilingua del posto.
tra poche ore sarai
in concerto a pignola,
nella rassegna
" p e r c o r s i
DiVersi".
che rapporto
hai con la
B a s i l i c a t a ?
Quanto la
conosci?
Al di là di qual-
che amicizia
importante, con-
fesso di avere
probabilmente
percorso (e
quindi "cono-
sciuto") questa
regione, per lo
più passandoci.
Anche se,
facendo un mestiere che
mi permette di scegliere
dove fermarmi, devo dire
che più di una volta ho
scoperto angoletti della
vostra Regione che mi
sono sembrati affascinan-
ti, zone che potrebbero
essere meravigliose e che
se collocate altrove
potrebbero significare turi-
smo e quindi risorse.
Quando nel '94 hai vinto
il "premio tenco", ti
saresti aspettato, quasi
20 anni dopo, di diventa-
re uno dei più grandi
cantautori italiani?
Ammesso che lo sia
diventato, sicuramente no.
Non ero nemmeno sicuro
potesse essere questo il
mio mestiere! Sicuramen-
te sapevo che scrivere
canzoni sarebbe rimasta
una delle mie passioni più
grandi ma arrivare al suc-
cesso proprio non lo avrei
potuto preventivare e
posso dire, con felicità,
che la mia vita artistica è
andata ben al di là di quel-
lo che io stesso immagina-
vo.
dANIELE SILVEStRI
21Venerdì 1 Novembre 2013
Antonio Motta chi era? È statoun grande padre, un sapientemaestro, un saggio amico, checi ha sostenuto nella nostra cre-scita e nella nostra formazioneculturale, ma soprattutto umana.Abbiamo ripreso un’antica testi-monianza per ricordarlo e viabbiamo aggiunto le note perso-nali, per colorarla, ma soprattut-to per esprimere tutto il nostrofiliale affetto e la stima cheabbiamo provato per quest’uo-mo di tecnica e di cultura, comeabbiamo sottolineato nel titolo diquesto inserto, che abbiamoripreso da un antico memoriale,per rievocare la figura diquell’“intellettuale di frontiera”,come amava definirsi, il girova-go, il camminatore-pensatoreper le vie.Ci affidò alle sue amorevoli maniDon Salvatore Vigilante, insie-me all’editore Paolo Laurita.Quante volte avevamo accom-pagnato Don Salvatore con lasua 126 bianca in giro per lestrade di Basilicata! E fu proprioAntonio ad insistere a pubblica-re l’opera sui moti legittimisti del1860 nel Lagonegrese, seguen-do la traccia della tesi che ave-vamo sostenuto coll’emeritoProf. Vittorio Vidotto all’Universi-tà di Roma. Ci fece fare una listadi tutti i rivoluzionari, che eranocirca cinquecento, con tutte leloro generalità. Dopo meticolo-se ricerche ed approfondimentiil lavoro uscì col sintomatico tito-lo “Storia di una rivoluzione d’ot-tobre” e fu presentato al premioBasilicata quando ancora eravivo don Tommaso Pedio.Come era solito fare ci seguivacogli occhi da ingegnere, comeveramente ci ha formato nellospirito della ricerca. Il lavoro fupoi pubblicato da Paolo Laurita,col titolo “Una Domenica di san-gue”, nei “Quaderni di bacheca”,riecheggiante questa volta larivoluzione russa del 1905.Quando il giovane AntonioMotta era a Bari a studiare inge-gneria, ci raccontava che avevaemendato le bozze di Benedet-to Croce per la Laterza. Eranotempi duri e per guadagnarsiqualcosa per vivere faceva ilcorrettore. Lamentava molto ilfatto di non avere potuto studia-re le lettere classiche, peròaveva avuto la fortuna di avereuna moglie, Emilia, che eraesperta di greco e di latino e checompletava quel suo vuoto cul-turale. Per questo prima di mori-re ci chiese di tradurre l’epistolain latino di Giacomo Castelli, unintellettuale carboniense del‘700. Si trattava di un importan-te itinerario antico del Regno diNapoli, che egli dopo anni diricerche era riuscito a trovare inun biblioteca di Venezia. E noi lofacemmo. Lo facemmo conquell’amore filiale, quasi pertenere contento un padre chetante volte ci aveva accolto aPotenza. Non facemmo neppu-re in tempo a finire e rivedere lo
Antonio Motta:
un uomo di tecnica e di culturascritto che egli morì improvvisa-mente. Ci siamo rimasti pietrifi-cati dal dolore.Ci decidemmo allora di divulga-re lo stesso il lavoro che fuaccolto da Michele Nigro, cheringraziamo profondamente,nella sua rivista “Nugae” di Bat-tipaglia. Non avevamo i fondiper finanziare una pubblicazio-ne tanto importante. Non potre-mo però mai dimenticare quelvolto cordialeed umano,quelle suemani stanchee sofferentiche ritiravaquando vole-vi stringerle.A Potenzanel suoappartamen-to c’era unab i b l i o t e c astorica moltoimportante.Q u a n d oandavamo làci fermavamoad ore a farericerche edegli ci stavadietro col suofare accorto e cortese. Anche dadon Tommaso, come lo chiama-vamo, c’era uno studio dove ti ciperdevi. Per noi giovani studiosiera come entrare in un paradi-so. E ci portò da lui l’amico Pep-pino Cracas, che lo conoscevabene, perché aveva lavoratoalla Corte d’Appello di Potenzae don Tommaso prima di fare lostorico era avvocato. Quandoandammo da lui ci sembrava disognare e si mise a fare quelledomande affettuose sulla storia,da grande maestro per tastarela nostra modesta preparazione,e noi tutti intimoriti balbettavamole nostre strofette, come se fos-simo a fare un esame e poi eglici portava con gesti di grandio-sa nobiltà d’animo al suo impa-reggiabile livello di cultore.Come dimenticare quando chie-se: «da dove vieni?». Ed noi:«Da Castelsaraceno». E lui:«Ma tu lo sai che a Castelsara-ceno il primo febbraio del 1861furono fucilati nove giovani …».Noi non sapevamo niente per-ché quel fatto era stato cancella-to dalla memoria. Ed in memo-ria di quei nove giovani poifacemmo fare una lapide che fuaffissa in piazza. Non vi diciamoil profondo dispiacere e ramma-rico quando scendendo alpaese, ci siamo accorti che lalapide dei nove giovani nonc’era più. È stata tolta per deilavori di ristrutturazione e poinon è stata più rimessa. È comese il cuore infranto assieme aquella lapide fosse stato dilapi-dato. E quando venne a presen-
tarci a Castelsaraceno si ricordòdelle strade provinciali cheaveva fatto costruire, mentre iproprietari si erano attruppatiper far passare la strada dadove piaceva a loro. E facendopassare un asino davanti loseguivano tracciando la carraia.Ci raccontò degli studi del giova-ne Petrucelli Della Gattina, dicome i baroni preferivano man-giare i passeri nella polenta.
Quel giorno si mise a pure anevicare e dovette scapparesubito a Potenza, non poté fer-marsi neppure per la cena. Dob-biamo molto ad Antonio Motta,perché fu egli ad iniziarci, percosì dire, allo studio della filoso-fia. Un giorno regalando unostudio di Franco Venturi - cheegli aveva conosciuto nel suoconfino ad Avigliano - su NicolasAntoine Boulanger, disse: «gio-vane mettiti al lavoro!». All’inizionon avevamo capito cosa inten-desse. Egli ci teneva tanto a faredelle ricerche su quel pensatoreilluminista, perché oltre ad esse-re un filosofo, era un ingegnere,come lui. Ci fece tradurre la“Vita di Boulanger” attribuita aDiderot, dal francese. Ed alloraci mettemmo all’opera e daquelle ricerche uscì il primo stu-dio di filosofia su Boulanger “Ladittatura di Dio”. Come Boulan-ger aveva fatto per le vie dellaSciampagna, così il Motta avevagirato metro per metro la Luca-nia e la conosceva a fondo. Lasua storia nasceva dalla direttaesperienza sul campo, comeproferiva Giustino Fortunato, «ilMezzogiorno è frutto della storiae della geografia». Perciò sifaceva chiamare non storico,ma geostorico, ricordando comeBacone avesse inteso che veri-tas filia temporis, ed anche -perché no? - filia loci. AntonioMotta da giovane era un attivi-sta politico che militava nel PCI.Anche egli, come tanti letteratilucani avevano preso la via del-l’esilio dell’emigrazione, però
dopo era riuscito a tornare aPotenza. Dopo la primavera diPraga, come tanti intellettuali disinistra preferì non fare lo yesman ma autenticamente seguìlo spirito del socialismo vero e siavvicinò alla cultura cristiana,soprattutto ad Agostino ed aquella ideale Città neoplatonicae comunistica. Era nato a Lau-renzana, un piccolo paese del-l’entroterra lucano, Antonio
Motta si è spento a Potenza nel2006, lasciando un vuoto incol-mabile culturale, e soprattuttoumano. Viveva nel Capoluogolucano, ove si era inurbato dal-l’immediato dopoguerra. È statoper molti anni Ingegnere Capodell’Ufficio Tecnico dell’Ammini-strazione provinciale, dove haavuto modo di approfondire letematiche legate al territoriodella Basilicata nella realizzazio-ne di notevoli interventi nel set-tore della rete viaria: questaspecifica esperienza si ritrovanegli scritti da lui successiva-mente pubblicati, di cui si anno-vera una vasta bibliografia. Insi-gne storico e studioso ha sapu-to ben conciliare gli interessi dellavoro con quelli della cultura,cui si dedicò totalmente dall’etàdella pensione. A questo propo-sito ricordiamo quanto ci rac-contava. Lamentava spesso lacorruzione nei lavori pubblici evisto che gli avevano offertoincarichi importanti, rifiutò e pre-ferì andare in pensione prima,pur prendendo di meno. Edisse: «Ho appeso il cappotto!».Molte volte ripeteva la frase indialetto potentino, o “potenzese”nel gergo locale: «non sono lepoltrone che fanno i culi, ma iculi che fanno le poltrone!».Ricordava il Machiavelli che pro-feriva: non sono i titoli che fannole persone, ma le persone chefanno i titoli. Antonio Mottaapparteneva a quella sconsola-ta e ribelle generazione di anti-fascisti. È stato amico di Sini-sgalli. Aveva conosciuto Scotel-
laro, il poeta martire socialistadelle masse contadine. È statosocio del Circolo Culturale “Sil-vio Spaventa Filippi” nel cuiambito è stato tra i fondatori del“Premio Letterario Basilicata”,nonché socio della Deputazionedi Storia Patria della Lucania edell’Associazione per la StoriaSociale del Mezzogiorno e del-l’area del Mediterraneo, delCentro “Conoscere il Vulture” edell’Istituto Nazionale di StudiRomani. Si è fatto conosceredagli studiosi di storia già dal1981 con il suo “Memorandumper il Centro Storico di Potenza”e nel 1989 con il volume “CarloAfan De Rivera. Burocrate edintellettuale Borbonico. Il sistema viario preunitario”, alquale fu assegnato dalla Giuria,presieduta da Tommaso Pedio,il “Premio Basilicata per la Sag-gistica”. Dall’elenco delle sueopere si evince che ha collabo-rato con numerose riviste conricerche e studi relativi a temati-che di storia del territorio conspecifico interesse per la storiadella viabilità meridionale eregionale «con l’intento di forni-re una presentazione compiutae una verifica concreta sullarealtà locale e settoriale dellaBasilicata moderna e contempo-ranea». Tra questi studi si cita-no ad esempio: “Per le monta-gne di Basilicata, per tutti queipaesi più o meno alpestri”,“L’abbiamo a piedi percorso,erborizzando”, apparsi sul Bol-lettino Storico della Basilicata;“Totila e la Lucania” sulla rivista“Radici”. Tra i suoi scritti piùimportanti, la maggior parte pub-blicati dall’editore Paolo Lauritadi Potenza, soprattutto nella col-lana “Quaderni di bacheca”,ricordiamo, oltre a quelli citati:“Oltre Eboli” (1998); “GiovanniAndrea Serrao Vescovo” (1999),una sua memoria sul 1799 luca-no con peculiare riferimento alprelato potentino sacrificato sul-l’altare della rendita fondiaria.Doveva uscire l’ultimo suo sag-gio su Potenza: “I cateti deltempo sulla Città”, in cui si raf-frontava con l’agostiniana “Cittàdi Dio”. In campo letterario nonè stato da meno, già dal 1977con le “Considerazioni perun’etica della presentazione”, in“Rassegna itineraria di versi eimmagini”. Tra le raccolte poetiche si ram-mentano “Frammenti dall’esilio”(1999) e “Versi di Babele. Babe-le di versi” (2003). Quest’ultima,in particolare, raccoglie i versidal 1956 al 1966, «dalla mortedi nonno Antonio,» come ilNostro scrive, «al matrimoniocon Emilia, scritti tra Bari,Potenza e Laurenzana». Abbia-mo ricordato i nostri giganti,sulle cui spalle sicuri guardava-mo al mondo.
prof. Vincenzo capodiferro
22 Venerdì 1 Novembre 2013
Potenza, grazie al suo piccolo
gioiello qual è il Teatro Stabile,
ha saputo regalare la prima
opera assoluta del compositore
lucano Francesco Stabile:
“Lo sposo al lotto”, un’opera
buffa fatta di intrighi e di equivo-
ci tra promesse spose e preten-
denti veri e fasulli.
L’opera giocosa in due atti è
stata interpretata magistralmen-
te dagli attori-interpreti, studenti
del Conservatorio guidati dal
maestro Gerardo Spinelli ed altri
professionisti, che nell’opera
indossava i panni del Sindaco, e
diretta dall’Orchestra del
Conservatorio Gesualdo da
Venosa.
La messa in scena dell’Operina
inedita è stata resa possibile dal
teatro Stabile - Opera in due atti
Attori-interpreti, studenti del Conservatorio di Potenza
LO SPOSO AL LOttOprogetto “Ragazzi all’opera” nel-
l’ambito dell’Intesa interistituzio-
nale Regione-Province, dal-
l’Apofil in collaborazione con
l’Ateneo Musica Basilicata e il
Centro di Drammaturgia Euro-
peo.
Protagonisti dunque i giovani
allievi del Liceo artistico e musi-
cale di Potenza e Melfi, l’Ipsia di
Moliterno e il Liceo delle scienze
umane di Potenza.
A loro è toccato l’allestimento,
dalla scenografia ai costumi.
Sotto la direzione artistica di
Giovanna D’Amato il progetto
ha preso forma ed ha avuto un
enorme successo.
Due serate (sabato 19 e dome-
nica 20 ottobre) cariche di suc-
cesso per la giocondità dell’ope-
ra e per la bravura di tutti gli
interpreti.
Siamo davvero grati a tutti gli
artisti, in primis all’autore Fran-
cesco Stabile (e al prof. Angelo
Lucano Larotonda per averla
“scoperta” e riportata alla luce),
per aver trasmesso la magia
dell’Opera che apre i cuori
all’ascolto e dà spazio alla fan-
tasia e al sogno, all’allegria e
alla possibilità di una realtà tra-
sformata nel grottesco di una
comicità che spinge al lieto fine.
Ora vogliamo solo sperare di
poter godere ancora di queste
serate, perché l’arte – nelle sue
molteplici forme – può rinnova-
re e promuovere una società
elevandola a nuove visioni.
Maria de carlo
23Venerdì 1 Novembre 2013
Nell’ambito della rubrica “I Par-roci: testimoni della speranza”,per una riflessione più approfon-dita sulle realtà delle comunitàparrocchiali della Diocesi diPotenza, Muro Lucano, MarsicoNuovo, abbiamo incontrato DonMimmo Florio, Parroco di SantaCecilia in Potenza, già segreta-rio del compianto Mons. Giusep-pe Vairo, Arcivescovo di Poten-za negli anni dal 1977 al 1993,per una sua testimonianza ariguardo.
Don Mimmo, da quando è par-
roco della parrocchia Santa
cecilia di potenza?
Sono parroco da nove anni.Qual è la situazione sociale e
religiosa della comunità?
La situazione sociale dellacomunità è caratterizzata da unceto prevalentemente benestan-te, anche se non mancanosituazioni più o meno gravi difamiglie indigenti e in difficoltàeconomiche. Uno degli impegnipastorali più significativi edintensi della nostra comunità,infatti, è proprio l’assistenza disvariati nuclei familiari che ver-sano in disastrose condizionifinanziare. La vita religiosa dellacomunità riflette quella che èspesso la situazione generaledel nostro paese : una frequen-tazione mediocre alle celebra-zioni, poco interesse per le atti-vità pastorali, una visione dellaChiesa come agenzia di cultodove ci si presenta per chiederei sacramenti, qualche documen-to, qualche benedizione e cosìvia.La partecipazione alla vita
parrocchiale è intensa?
L’intensità della partecipazionealla vita parrocchiale, come giàricordavo precedentemente,non è molto forte, soprattutto semessa in relazione col numerodi abitanti del quartiere, uno deipiù popolosi della città. Tuttaviai numeri restano alti: quasi uncentinaio di battesimi lo scorsoanno, oltre quattrocento bambi-ni e ragazzi che frequentano lacatechesi per l’iniziazione cri-stiana, circa quaranta coppie difidanzati che si preparano allenozze cristiane ogni anno. Inol-tre va riconosciuto l’impegno difedeli, mamme, papà, famiglie,giovani che intensamente si pro-digano con entusiasmo alle sva-riate attività di catechesi, volon-tariato, servizio, animazione
La Parrocchia è la casa dove tutti trovano affetto, gioia e solidarietà
CON I SOGNI E LE SPERANZE dEI GIOVANI
sociale, culturale e liturgica dellacomunità.Quale fascia generazionale è
più interessata?
La fascia più interessata è sicu-ramente quella dei bambini chefrequentano le nostre aule dicatechismo, anche se solo peralcuni anni (dalla seconda ele-mentare alla seconda media),ma che poi non partecipano conassiduità alla messa domenica-le. Gli adulti e anche in parte lepersone anziane assicuranouna presenza più costante equotidiana anche nel tempo.Quale metodo pastorale sug-
gerisce per avvicinare i giova-
ni che oggi sono molto indif-
ferenti alla vita ecclesiale?
Fin dai primi anni del mio sacer-dozio quando monsignor Giu-seppe Vairo, arcivescovo diPotenza, di venerata memoria,volle affidarmi il delicato e affa-scinante compito di incaricatoper la pastorale giovanile, hodedicato molto del mio tempoall’animazione di iniziative checoinvolgessero i giovani, conpassione ed entusiasmo. Il frut-to di quella esperienza mi hafatto raggiungere la consapevo-lezza che con i giovani bisognastarci a tempo pieno, condivi-derne i sogni e le speranze,
conoscere il loro linguaggio,apprezzare le infinite qualità dicui sono dotati, aiutarli neldiscernimento e affiancarli negliimmancabili momenti di crisi cheattraversano. Non credo chesiano poi così indifferenti allavita ecclesiale… avete mai par-tecipato ad una Giornata Mon-diale della Gioventù??? Provatea fare per una volta questaesperienza straordinaria e poine riparliamo!!!L’uso dei social network, che
Lei ben conosce nella sua
esperienza di parroco, risulta
utile?
Devo ammette-re, pur con unacerto imbaraz-zo, che questistrumenti nonsono proprioalla mia portata,né tantomenosono in grado diutilizzarli effica-cemente. Rico-nosco peròquanto sia utilee necessarioper la comunitàp a r r o c c h i a l el’uso ordinato ecorretto deisocial network .
Sulla scorta dell’entusiasmo
pastorale suscitato dall’ele-
zione del nuovo pontefice,
quanto conta il carisma per-
sonale, che molti riconosco-
no anche a Lei, nella pastora-
le?
Papa Francesco è una grazia diDio non lo si può negare!!! La sua semplicità, lo stile pove-ro e amabile, la prossimità allagente, la forza delle sue parole,l’attenzione agli ultimi e tantoaltro hanno sicuramente diffusouno slancio di entusiasmo nellaChiesa e nel mondo intero. Per-sonalmente mi sono convintonel tempo che il carisma perso-nale può essere un elementosostanzioso nello svolgimentodel ministero presbiterale, damettere a disposizione delpopolo di Dio ma anche, e direisoprattutto, dei più lontani.Ritiene che la pietà popolare
possa ancora essere veicolo
dei forti valori cristiani per tra-
smetterli ai giovani?
Apparentemente si ha l’impres-sione che i giovani non sianotanto interessati alle varie formedi pietà popolare, ma credo cheuna festa religiosa, un pellegri-naggio, una processione, seorganizzati coinvolgendo consaggezza giovani ben formati econsapevoli, potrebbero ravvi-vare nel mondo giovanile quelbisogno di spiritualità e di divinoche è custodito nell’intimo ditanti giovani autentici e sinceri.c’è la possibilità che la par-
rocchia torni ad essere la
casa comune dove tutti si
ritrovano ed in cui si ricono-
scono?
Mah… secondo quanto insegnala parabola del Padre Misericor-dioso (Lc 15) il figlio che è anda-
to via di casa ritorna perché ha
conquistato la consapevolezza
che vivere con il Padre è una
vera fortuna. Certo, il figlio
obbediente rimane all’esterno…
mi piacerebbe immaginare che
alla fine il Padre buono sia riu-
scito a convincerlo ad entrare.
Se la parrocchia mostrerà que-
sto dolce volto del Padre sicura-
mente potrà tornare ad essere
(ma secondo me lo è sempre
stata!!) la casa dove tutti trovano
affetto, gioia e solidarietà.
in questi tempi di crisi sociale
ed economica, Lei da sacer-
dote come vede il futuro?
Anche da sacerdote devo
ammettere con angosciosa sin-
cerità che l’attuale crisi econo-
mica fa paura perché non si
intravvedono interventi risolutivi
e immediati. I tempi di uscita da
questa situazione economica
saranno lunghi e i nostri gover-
nanti non sembrano ancora in
grado di fornire risposte rassicu-
ranti, mentre la gente vive il
dramma quotidiano dell’impove-
rimento e della solitudine. Ma,
sempre da sacerdote, devo
affermare con audacia che la
paura non è un sentimento cri-
stiano!!! Più volte nella Bibbia si
incontra il grido: “Non temere!” e
il Beato Giovanni Paolo II, che
fra non molto tempo sarà dichia-
rato Santo, urlava alla gente:
“non abbiate paura!”. Dunque
non lasciamoci frenare dalla
paura e camminiamo con fiducia
verso un futuro che appare
incerto, ma che tutti insieme,
credenti e non, possiamo
costruire con sacrificio, coraggio
e perseveranza.
Donato Vallano
Don Mimmo Florio, parroco di Santa Cecilia.
24 Venerdì 1 Novembre 2013