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LA FILIERA CORTA STRUTTURATA Progetto a cura di Dott. Agr. ANTONIO MEGNA – Via Cairoli n. 71 – 97100 RAGUSA – tel. 334-6853374 – E-mail: [email protected] Pagina 1 L’idea nasce dalla constatazione che nel settore dell’agro-alimentare la speculazione di soggetti che intervengono nella filiera produttori-consumatori è notevole e questo genera due effetti negativi: 1) dal lato del produttore la realizzazione di prezzi bassi e quindi produzione di redditi minimi o comunque non remunerativi degli investimenti e i costi di produzione; 2) dal lato del consumatore, la non tracciabilità del prodotto e prezzi di acquisto molto alti. L’esigenza di ottenere prodotti agro-alimentari sempre più sicuri, coltivati in maniera naturale (biologica) ed esenti da prodotti chimici ed a prezzi accessibili, è da sempre una richiesta sempre più pressante da parte dei consumatori e dei piccoli produttori rappresenta la tendenza in atto con molteplici iniziative in tutta Europa, dai GAS (gruppi di acquisto solidali) il cui intento è quello di avvicinare i consumatori per acquisti all’ingrosso di prodotti agro-alimentari stagionali, ai Farmer’s market dove il produttore vende direttamente i prodotti aziendali al consumatore a prezzi più accessibili rispetto alla GDO (filiera corta) in particolari mercati organizzati in diverse località. Tutti gli approcci finora tentati costituiscono per lo più una specie di esercizio dell’emergenza anziché una vera e propria nuova forma di commercializzazione dei prodotti. Un nuovo modello di business in tal senso non è stato ancora sperimentato. Questo progetto ha lo scopo di inventarne e sperimentarne uno nuovo che tiene conto delle tendenze in atto e che però utilizzerà per affermarsi tutte le tecnologie disponibili, ad iniziare dalla strategia di marketing competitivo finalizzata all’acquisizione e fidelizzazione del cliente per giungere alla strategia di espansione e replicazione dell’iniziativa Nel recente passato sono state consumate parecchie esperienze, come la filiera corta, chilometro zero, gas, ecc. In alcuni casi vi sono risultati soddisfacenti, ma in ogni caso la spontaneità, l’improvvisazione, l’incostanza nell’offerta, non sortiscono gli effetti desiderati e il raggiungimento degli obiettivi che tutti auspichiamo: redditi più alti per i produttori che li stimolano a reinvestire in agricoltura, tracciabilità del prodotto, prezzi al consumo più bassi. Pertanto, si tenta con questa idea di perseguire tale obiettivo che ha il duplice effetto di essere un progetto economico e al contempo un progetto socio- politico di sviluppo del territorio, di promozione della cooperazione al fine di creare sinergie necessarie ed utili per accrescere i redditi da impresa agricola. E’ anche un’occasione di lavoro e di creazione di nuovi posti di lavoro per i tanti servizi che dovranno essere resi, affinché il prodotto raccolto nelle campagne arrivi sulle tavole dei siciliani. Anche il modo di concepire la distribuzione dei prodotti creerà la nascita di piccole imprese a gestione familiare, le quali, insediate nei quartieri delle città e dei comuni, ritorna ad essere un modo alternativo di concepire la distribuzione.

La filiera corta strutturata sintesi

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Un progetto rivoluzionario per cambiare in positivo l'organizzazione della distribuzione dei prodotti agroalimentari dando maggiore convenienza e sicurezza ai consumatori e avvantaggiando i produttori locali, che potranno usufruire anche della gestione di una moneta locale (comunale o regionale) per permettere un maggior volume di scambi con la popolazione locale.

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LA FILIERA CORTA STRUTTURATA

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L’idea nasce dalla constatazione che nel settore dell’agro-alimentare la speculazione di soggetti che intervengono nella filiera produttori-consumatori è

notevole e questo genera due effetti negativi:

1) dal lato del produttore la realizzazione di prezzi bassi e quindi produzione di redditi minimi o comunque non remunerativi degli investimenti e i costi di

produzione;

2) dal lato del consumatore, la non tracciabilità del prodotto e prezzi di acquisto molto alti.

L’esigenza di ottenere prodotti agro-alimentari sempre più sicuri, coltivati in maniera naturale (biologica) ed esenti da prodotti chimici ed a prezzi accessibili, è

da sempre una richiesta sempre più pressante da parte dei consumatori e dei piccoli produttori rappresenta la tendenza in atto con molteplici iniziative in tutta

Europa, dai GAS (gruppi di acquisto solidali) il cui intento è quello di avvicinare i consumatori per acquisti all’ingrosso di prodotti agro-alimentari stagionali, ai

Farmer’s market dove il produttore vende direttamente i prodotti aziendali al consumatore a prezzi più accessibili rispetto alla GDO (filiera corta) in particolari

mercati organizzati in diverse località.

Tutti gli approcci finora tentati costituiscono per lo più una specie di esercizio dell’emergenza anziché una vera e propria nuova forma di commercializzazione

dei prodotti. Un nuovo modello di business in tal senso non è stato ancora sperimentato. Questo progetto ha lo scopo di inventarne e sperimentarne uno

nuovo che tiene conto delle tendenze in atto e che però utilizzerà per affermarsi tutte le tecnologie disponibili, ad iniziare dalla strategia di marketing

competitivo finalizzata all’acquisizione e fidelizzazione del cliente per giungere alla strategia di espansione e replicazione dell’iniziativa

Nel recente passato sono state consumate parecchie esperienze, come la filiera corta, chilometro zero, gas, ecc.

In alcuni casi vi sono risultati soddisfacenti, ma in ogni caso la spontaneità, l’improvvisazione, l’incostanza nell’offerta, non sortiscono gli effetti desiderati e il

raggiungimento degli obiettivi che tutti auspichiamo: redditi più alti per i produttori che li stimolano a reinvestire in agricoltura, tracciabilità del prodotto, prezzi

al consumo più bassi.

Pertanto, si tenta con questa idea di perseguire tale obiettivo che ha il duplice effetto di essere un progetto economico e al contempo un progetto socio-

politico di sviluppo del territorio, di promozione della cooperazione al fine di creare sinergie necessarie ed utili per accrescere i redditi da impresa agricola.

E’ anche un’occasione di lavoro e di creazione di nuovi posti di lavoro per i tanti servizi che dovranno essere resi, affinché il prodotto raccolto nelle campagne

arrivi sulle tavole dei siciliani. Anche il modo di concepire la distribuzione dei prodotti creerà la nascita di piccole imprese a gestione familiare, le quali, insediate

nei quartieri delle città e dei comuni, ritorna ad essere un modo alternativo di concepire la distribuzione.

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Onlus

Consumatori

Coop di Gestione Piattaforma logistica, Distribuzione e venditaProduttori

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Lo schema organizzativo della FILIERA CORTA STRUTTURATA è rappresentato da:

- Una struttura direttiva concepita come ONLUS che avrà il compito di

� Creare il marchio, promuoverlo e tutelarlo

� Creare i disciplinari di produzione a cui dovranno attenersi i produttori

� Organizzare i controlli di qualità dei prodotti

� Stabilire i margini di ricarico sui prodotti necessari alle spese di gestione

� Creare e gestire il software di gestione, amministrativo e di fidelizzazione

� Elaborare bilanci, statistiche, piani di marketing e di comunicazione

� Eseguire tutti i controlli di gestione della filiera

� Realizzare consulenza e formazione verso tutti gli attori della filiera

� Richiedere eventuali sovvenzioni e finanziamenti

� Amministrare e controllare i flussi finanziari tra consumatore, cooperativa di gestione e produttori

- Una Cooperativa di gestione della Piattaforma logistica che avrà il compito di:

� Accettare i prodotti in entrata consegnati dai produttori aderenti o ritirati presso gli stessi

� Eseguire le operazioni di preparazione dei prodotti alla distribuzione ed eventuale stoccaggio temporaneo

� Gestire la sede centrale di vendita al dettaglio

� Effettuare contratti di franchising per la vendita specializzata in punti vendita delocalizzati con ammissione di nuovi soci

� Gestire le operazioni di logistica riguardanti i piani di consegna delle merci

� Gestire la riconsegna ai produttori della merce in scadenza o il riutilizzo in altre fasi di lavorazione

- Un gruppo di produttori selezionati in tutta la Sicilia (prevalentemente in provincia di Ragusa) in funzione del paniere agroalimentare

o I produttori agricoli ammessi avranno la possibilità di aderire ad un accordo di commercializzazione diretta che prevede:

� Il rispetto di un disciplinare di produzione

� Appositi controlli di qualità sia durante il processo produttivo che sui prodotti consegnati

� La consegna dei prodotti in conto vendita con appositi termini e modalità di pagamento

� Il trasporto dei prodotti fino alla piattaforma logistica eseguito direttamente o con richiesta di pick up a proprie spese

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- Un gruppo di famiglie di consumatori gravitanti in Provincia di Ragusa e aree limitrofe

o I consumatori saranno ammessi previa compilazione di un modello di richiesta ed avranno diritto a:

� Ottenere 1 o più pass elettronici di ingresso (RFID)

� Ottenere 1 o più carte di debito ricaricabili (tipo Postepay) con le quali effettuare gli acquisti

� Acquistare nel centro vendita principale ed in tutti i punti vendita delocalizzati in città ed in provincia

Obiettivi che si intende raggiungere

OBIETTIVI PER I PRODUTTORI AGRICOLI

I produttori agricoli sono oggi costretti a vendere nei tradizionali canali commerciali, laddove non riescono a recuperare neanche una parte delle spese

sostenute e dei costi di produzione complessivi. Talvolta paradossalmente prodotti di elevata qualità restano totalmente invenduti a causa di problemi di

mercato, mentre dall’altro lato i consumatori li possono trovare nelle botteghe e supermercati solo a prezzi che oggi stanno diventando insostenibili rispetto al

bilancio familiare.

Con la partecipazione alla vendita in filiera corta i produttori agricoli potranno ottenere una serie di vantaggi che derivano dall’esclusione dell’intermediazione

parassitaria e di costi di speculazione che non ritornano sul territorio ma si disperdono in tante mani perché la filiera si allunga sempre di più

Del resto è comunque impensabile che il produttore agricolo, dopo aver terminato il suo già gravoso lavoro si vesta da commerciante per andare a portare

singolarmente i propri prodotti presso i singoli consumatori.

La filiera corta strutturata nasce proprio per risolvere queste problematiche, permettendo al produttore agricolo di ottenere un adeguato prezzo per i propri

prodotti che verranno venduti in nome e per conto di esso medesimo, con tutte le norme di tracciabilità e da personale abilitato ed appositamente formato

che per il proprio lavoro otterrà una renumerazione adeguata ma non consentirà speculazioni commerciali e aumenti di prezzo ingiustificati.

Da tutti gli studi condotti e dai risultati che vengono pubblicati ovunque vi siano stati esperimenti di filiera corta ne consegue che il produttore agricolo può

conseguire prezzi di vendita anche doppi rispetto ai normali canali commerciali e ciò consentirebbe incremento dell’occupazione agricola, l’avvio di

investimenti per il miglioramento della qualità dei prodotti e per il miglioramento della qualità della vita dei territori rurali per fare in modo che risulti

equiparabile a quella degli altri settori produttivi e sia quindi ben accettata dai giovani in cerca di occupazione.

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OBIETTIVI PER I CONSUMATORI

La domanda di prodotti agroalimentari è in continua crescita in tutto il mondo e ciò è dovuto all’incremento della popolazione mondiale (entro il 2050 il mondo

sarà abitato da 7 miliardi di persone).

Nonostante ciò si assiste oggi nei paesi Occidentali sostanzialmente a due fenomeni:

- da una parte vi è una flessione della domanda complessiva dovuta in generale alla crisi, alla perdita di occupazione ed alla riduzione generalizzata dei

redditi;

- dall’altra parte si assiste ad una nuova coscienza del consumo consapevole determinato dai rischi derivanti dal consumo di prodotti di scarsa qualità o

che sono stati soggetti a sofisticazioni

I consumatori devono ormai essere molto cauti quindi nella scelta dei prodotti perché oltre al basso valore biologico di alimenti ottenuti con tecniche

inadeguate, sono in commercio anche prodotti che possono essere nocivi alla saluti perché coltivati in aree inquinate, con persistenza di residui di pesticidi,

micoplasmi o virus, OGM non dichiarati, sofisticazioni agroalimentari nelle diverse fasi del processo produttivo, etc. (gli esempi sono innumerevoli: vino al

metanolo, mozzarelle blu, germogli di grano con batteri killer, aviaria, mucca pazza, etc.)

Con l’organizzazione della FILIERA CORTA STRUTTURATA si perseguono entrambi questi obiettivi:

- Riduzione del livello dei prezzi dovuto all’eliminazione del costo di diversi anelli della filiera e annullamento della speculazione commerciale in quanto

gli unici costi saranno quelli derivanti dai costi della logistica e del personale dei centri vendita che verrà normalmente retribuito.

- Acquisizione di prodotti di elevata qualità con certezza dell’area di produzione e tracciabilità completa di tutte le fasi del processo produttivo che dovrà

attenersi al disciplinare concordato e verrà monitorato direttamente in azienda.

- Preferenzialità dei produttori che si attengono ai modelli produttivi biologici e integrati, però sempre sottoposti ai controlli di filiera e dotati di sistemi

di tracciabilità.

Dagli studi ed esperienze effettuate oltre alla maggiore garanzia di qualità, la riduzione dei prezzi rispetto ai normali canali commerciali è molto elevata in

alcune categorie di prodotto (es. ortofrutta), minore in altre, ma nel complesso si può raggiungere e superare anche il 35% pur rimanendo presente un maggior

introito per il produttore.

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COSA SERVE PER REALIZZARE IL PROGETTO

COSTITUZIONE DELLA ONLUS

La costituzione della ONLUS è stata studiata per organizzare e dirigere l’intera iniziativa ed evitare i classici difetti individuati nelle sperimentazioni cooperativistiche ed

associazionistiche precedenti che hanno sempre portato al fallimento delle iniziative per i veti incrociati tra produttori e consumatori e per l’infiltrazione di gruppi che possono

agire in contrasto ed al solo scopo di scompaginare il gruppo dirigente e/o favorire iniziative concorrenti. In ogni caso l’ONLUS avrà una gestione trasparente ed un comitato di

gestione nominato annualmente dai fondatori che dovrà prevedere a solo titolo consultivo rappresentanti dei produttori, dei consumatori e della Coop. di gestione della

piattaforma logistica e dei punti vendita.

COSTITUZIONE DELLA COOP DI GESTIONE

La cooperativa che dovrà gestire la piattaforma logistica ed i punti vendita è il punto debole di tutto il sistema e quindi deve ricevere particolare attenzione nella sua

organizzazione. I soci dovranno essere selezionati dopo un apposito corso di formazione e dovrà essere tenuto in conto non solo delle capacità professionali, ma anche degli

aspetti motivazionali. Si tratta di una cooperativa di produzione e lavoro e sarebbe bene che tutti i dipendenti siano soci, anche se la Cooperativa potrà assumere (per eventuali

esigenze stagionali o di emergenza) anche soggetti esterni appositamente formati con professionalità specifiche. La ONLUS preparerà il piano di studi e organizzerà il corso di

formazione da cui selezionare almeno 15 soggetti da avviare alla gestione della struttura.

ADESIONE DEI PRODUTTORI

Per realizzare il progetto non si pone il problema di trovare i produttori agricoli che desiderano aderire, già ci sono molti produttori che aspettano di poter aderire a questa

iniziativa e tutti i produttori contattati (oltre 200) hanno manifestato interesse per l’iniziativa. I produttori aderiranno all’iniziativa in forma singola o associata, sottoscrivendo

un patto di filiera (contratto) che verrà rinnovato annualmente ed in cui saranno indicati tutti gli obblighi, le responsabilità ed i vantaggi. Nell’accordo sarà previsto il recesso in

qualsiasi momento in caso di mancato rispetto delle clausole contrattuali riguardanti le forniture pattuite e le caratteristiche qualitative dei prodotti.

ADESIONE DEI CONSUMATORI

Le adesioni dei consumatori, in un primo momento saranno addirittura da limitare poiché in una prima fase si dovrà fare i conti con le dimensioni delle strutture (e dei

parcheggi attorno alla struttura principale) che sarà disponibile. I consumatori aderiranno all’iniziativa sottoscrivendo un contratto ed accettando le forme di acquisto e

pagamento previste, dal quale potranno in qualsiasi momento ritirarsi con la restituzione di eventuali somme anticipate.

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STRUTTURA: DIMENSIONI ECONOMICHE E FISICHE

Un esempio di businessplan indica che una struttura a cui aderiscono 1.500 famiglie produce un flusso contabile annuale variabile da 2.500.000 a 3.500.000 e può dar lavoro a

15 unità lavorative più numerosi consulenti specializzati. La dimensione minima della piattaforma logistica + area di vendita è di 800 mq, oltre alla necessità di parcheggi per

almeno 200 posti auto.

In merito alla struttura, considerato che non è ancora possibile richiedere contributi per la realizzazione di specifici centri per la Filiera Corta, potrebbe ipotizzarsi una ospitalità

momentanea (2 anni circa) presso una struttura nella disponibilità del COMUNE o di altro Ente territoriale e/o Istituzione Pubblica, poiché trattasi di iniziativa socialmente utile.

In relazione a ciò potrebbe essere fatta una ricerca delle strutture esistenti e non utilizzate cercando di scegliere quella più facilmente adattabile alle Norme di igiene ed alle

esigenze dell’attività.

ALCUNE IMMAGINI DI INIZIATIVE GIA’ AVVIATE IN TUTTA ITALIA

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