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GIANCARLO GALAN, QUALITA’ GARANTITA La legge sull’etichettatura in difesa delle denominazioni di origine UN’ALLEANZA FRA DOP E IGP Produzioni venete unite per rafforzarsi sui mercati FEBBRAIO 2011 N° 01 EDITORIALE UN RADICCHIO, UN IMBALLO Un nuovo brand per il radicchio, che ispiri ducia nei consumatori, è la strada che il Consorzio vuole seguire con forza PAG. 3 PAG. 16 PAG. 24 CONSORZIO RADICCHI UNITI A Fruitlogistica le tre Igp di Treviso e Castelfranco, Verona e Chioggia presentano un progetto di sinergia comune TECNICA CONSERVAZIONE POST-RACCOLTA Consigli per la scelta delle piante migliori e per i metodi più efcaci di conservazione in celle frigo, prima della forzatura PAG. 6 PAG. 12 IL GIORNALE DEL CONSORZIO RADICCHIO DI TREVISO E VARIEGATO DI CASTELFRANCO IGP Anno 2 - Numero 1 - Febbraio 2011 - Periodico Trimestrale - Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE/TV - Contiene I.P. FEBBRAIO 2011 N° 01 E INOLTRE... Vestiamolo con stile L’IDEA DI UNA CONFEZIONE UNICA PER IL RADICCHIO A TUTELA DELLA QUALITÀ E IN DIFESA DELLA TERRITORIALITÀ Identità certicata Packaging e radicchio Unascom difende l’lgp Antica Mostra: com’è andata Chef Cup in Val Badia Il Consorzio su Facebook Master del cibo e del vino Altoatesini in visita Vettorello, uno chef in rosso Uno di noi: Lucio Torresan Iniziative della Strada PAG 5 PAG 9 PAG 13 PAG 14 PAG 14 PAG 14 PAG 15 PAG 18 PAG 19 PAG 20 PAG 21

La Gazzetta del Radicchio - n. 1 2011

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GIANCARLO GALAN, QUALITA’ GARANTITALa legge sull’etichettatura in difesa delle denominazioni di origine

UN’ALLEANZAFRA DOP E IGPProduzioni venete unite per rafforzarsi sui mercati

FEBBRAIO 2011 N° 01

EDITORIALE

UN RADICCHIO, UN IMBALLOUn nuovo brand per il radicchio, che ispiri ducia nei consumatori, è la strada che il Consorzio vuole seguire con forza

PAG. 3 PAG. 16 PAG. 24

CONSORZIO

RADICCHI UNITIA Fruitlogistica le tre Igp di Treviso e Castelfranco, Verona e Chioggia presentano un progetto di sinergia comune

TECNICA

CONSERVAZIONE POST-RACCOLTAConsigli per la scelta delle piante migliori e per i metodi più ef caci di conservazione in celle frigo, prima della forzatura

PAG. 6 PAG. 12

IL GIORNALE DEL CONSORZIO RADICCHIO DI TREVISO E VARIEGATO DI CASTELFRANCO IGP

Anno 2 - Numero 1 - Febbraio 2011 - Periodico Trimestrale - Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE/TV - Contiene I.P.

FEBBRAIO 2011 N° 01

E INOLTRE...Vestiamolo con stile

L’IDEA DI UNA CONFEZIONE UNICA PER IL RADICCHIO A TUTELA DELLA QUALITÀ E IN DIFESA DELLA TERRITORIALITÀ

Identità certi cata

Packaging e radicchio

Unascom difende l’lgp

Antica Mostra: com’è andata

Chef Cup in Val Badia

Il Consorzio su Facebook

Master del cibo e del vino

Altoatesini in visita

Vettorello, uno chef in rosso

Uno di noi: Lucio Torresan

Iniziative della Strada

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intro

Cari Soci,la parola d’ordine nei nostri progetti vogliamo che sia -nalmente l’imballo unico per tutti i produttori di Radicchio rosso di Treviso Igp. Questo non è l’obiettivo del mio man-dato, ma una priorità, una soluzione necessaria, una svolta indispensabile per dare un senso al nostro lavoro in azien-da, al nostro lavoro di tutela e promozione con il Consorzio. Guardandoci indietro per un attimo ci accorgiamo che sedici anni non sono serviti a risolvere i medesimi pro-blemi. Eppure il Consorzio ce l’ha messa tutta, per merito delle varie gestioni, a promuovere il nostro radicchio che non è un ortaggio qualunque. Lo sapete meglio di me cosa costa in risorse e impegno produrlo. Ora però dobbiamo guardare al presente. Ci sono molte esperienze che ci indicano la via e tutte ormai affrontano il mercato facendo un distinguo tra marchio e marca. Il mar-chio è la nostra casa, ovvero è il nostro Consorzio. La marca è lo strumento con il quale ci presentiamo ai consumatori, al mercato. La marca deve essere veloce da ricordare, accatti-vante, simpatica o interessante. Deve far emergere signi cati secondari e portare subito alla mente la qualità di un prodot-to. La confezione unica per tutti noi è un modo per rivolgersi al mercato proprio utilizzando un concetto di marca che faccia distinguere il nostro prodotto. Il consumatore guar-dando il prodotto può anche non comprendere i mille motivi perché l’Igp è migliore. Un brand, un imballo unico, un rap-porto di ducia con il commercio possono fare la differenza. In molti mi chiedono perché dedico così tanto tempo

gratuitamente al Consorzio. Lo hanno fatto in tanti anche prima di me e lo faranno altri anche dopo. Il Consorzio è un nostro patrimonio che non va disperso e che abbiso-gna di un cambio di marcia perché i tempi sono maturi. Anzi, il patrimonio è il nostro lavoro, il nostro modo di fare produzione, il nostro radicchio che deve avere un futuro con più certezze. Questo prodotto Igp va difeso e tutelato nel mercato anche grazie ad un’attività di promozione mirata e volta a creare una comunicazione organica, continuativa che si va ad aggiungere a quella ordinaria di prodotto per met-tere in evidenza la bellezza del ore che si mangia. A noi deve interessare l’Igp che si mangia. Gli esempi eloquenti non mancano. Un consumatore secondo voi legge “mela Dop della Val di Non” o viene accolto sul banco della frut-ta dalla marca “Melinda”? La risposta la sappiamo tutti. E il Tavernello? Che tipo di vino è? Eppure la promozione del brand ha portato alla vendita nel 2010 di un milione di confezioni. Certo è un esempio estremo ma che esem-pli ca la via da seguire. In conclusione chiediamoci se vogliamo che il nostro ra-dicchio Igp sia un ortaggio qualunque o un prodotto che evoca qualità e bontà indiscusse? Guardiamo pure alle esperienze positive degli altri, facciamole nostre e credia-moci no in fondo. Questa è l’unica soluzione che soddis davvero gli interessi dei produttori.Per il Consorzio quella dell’imballo unico deve essere la partita della vita.

“ UN RADICCHIO,UN IMBALLOdi PAOLO MANZAN

Presidente Consorzio TutelaRadicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco

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CREARE UN BRAND NUOVO PER IL RADICCHIO, CHE ISPIRI FIDUCIA NEI CONSUMATORI, È LA STRADA CHE IL CONSORZIO VUOLE SEGUIRE CON FORZA

LA GAZZETTA DEL RADICCHIO N. 1/11 • Periodico Trimestrale • Proprietario Consorzio Radicchio di Treviso Igp e Variegato di Castelfranco Igp - Via A. Guidini, 50 - 31059 Zero Branco Tel 0422 486073 - Fax 0422 489413 - [email protected] • Editore Edimarca sas - Strada comunale delle Corti, 54 - 31100 Treviso Tel. 0422 305764 - Fax 0422 426343 - [email protected]

• Direttore Responsabile Luca Pinzi • In Redazione Paolo Colombo, 347 6987498• Stampa Marca Print snc - Via dell’Arma di Cavalleria, 4 31055 Quinto di Treviso • Registrazione Tribunale di Treviso n. 166/2010 del 15/12/2010 • Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE/TV

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è un solo radicchio rosso di Treviso. E anche un solo variegato di Castelfranco. Prodotti di indiscutibile

pregio, non solo a livello nazionale ma anche al di fuori dei nostri con -ni. Non è certo un caso se il celebre cuoco inglese Jamie Oliver de nisca nel suo libro “Il mio giro d’Italia” il radicchio trevigiano “la Aston Martin dei radicchi”. Un risultato

COME DIFENDERE L’IDENTITÀ DEL RADICCHIO? NE PARLANO IL MINISTRO GALAN E I TRE PRESIDENTI DELLE PROVINCE RIENTRANTI NELL’AREA CONSORTILE: TREVISO, PADOVA E VENEZIA

C’ raggiunto grazie al lavoro nei campi dei molti agricoltori che sudano le proverbiali sette camicie (e spes-so, letteralmente, anche di più) per portare nelle nostre tavole i “ ori d’inverno” in tutto il loro splendore. Fatica che però trova troppo spesso di fronte un mercato frettoloso e con regole spesso infrante, che fan si che vengano immessi radicchi che nulla hanno a che fare con quelli originali

Unico e garantito

e unici. Abbiamo voluto dedicare l’approfondimento di questo nu-mero del nostro giornale proprio a questo tema, ovvero alla difesa dell’identità non solo del radicchio rosso e del variegato ma anche dei molti prodotti agroalimentari di pre-gio della nostra regione. Coinvolgen-do le principali voci istituzionali e i consorzi di produttori agroalimenta-ri. Buona lettura.

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l “Fiore rosso” di Treviso con-ferma che il Veneto è una delle regioni agricole più importanti del nostro Paese, non solo per volumi di produzione, ma ancor

più per la qualità dei suoi prodotti agroalimentari. Con una storia se-colare, le prime documentazioni del Radicchio Rosso di Treviso Igp ne attestano la presenza già nel 1500 in provincia di Treviso, dove da cibo della povera gente divenne un ortaggio pregiato e ricercato, grazie alle particolari tecniche di forzatu-ra, imbiancatura e condizionamento che lo hanno reso un prodotto di eccellenza.È proprio l’Indicazione geografica protetta a costituire uno strumento importante a garanzia della qualità e contro il rischio di contraffazio-ni alimentari. Le denominazioni d’origine sono, infatti, sinonimo di eccellenza, qualità, legame con il territorio, cultura e tradizione, competitività e occupazione. Il nostro Paese con le sue 217 De-nominazioni di origine protetta e Indicazioni geografiche protette si conferma leader europeo per i prodotti agroalimentari registrati: un giusto premio al lavoro e alla bravura dei nostri operatori, che sanno consegnarci prodotti di ec-cellenza, in grado di affermarsi sui

I MARCHI IGP, DOP E STR, ASSIEME ALLA NUOVA LEGGE SULL’ETICHETTATURA, SONO GLI STRUMENTI PIÙ EFFICACI PER CONTRASTARE IL RISCHIO DI CONTRAFFAZIONI ALIMENTARI

Imercati nazionale, comunitario e internazionale. Un primato che ci comporta da una parte un gran-de ritorno di immagine sul piano dell’esportazione, dall’altra la re-sponsabilità di garantire e dimo-strare che i nostri prodotti sono all’altezza della loro reputazione. Per questo, la qualità dei prodotti agroalimentari è tra le priorità delle politiche di sviluppo della filiera agroalimentare, assieme alla sicurezza alimentare e alla lotta alla contraffazione. L’Italian sounding è una piaga, infatti, che rischia di mettere in serio perico-lo l’agricoltura del nostro Paese, causando, anche se non ci sono dati ufficiali, danni economici pari a circa 60 miliardi di euro ogni anno e danni d’immagine inesti-mabili. Gli strumenti che possono garantire qualità e trasparenza sono proprio la legge sull’etichettatura recentemente approvata all’unanimità e che anche l’Unione europea riconosce essere la strada del futuro, e la difesa delle denominazioni. In questa direzione, stiamo promovendo la qualità del-le nostre produzioni Dop, Igp e Stg, sostenendo la più completa tutela dei prodotti da ogni tipo di contraf-fazione o imitazione, che continua a diffondersi a macchia d’olio in tutto

il mondo e in maniera preoccupan-te, soprattutto su quei mercati che si rilevano più redditizi per i nostri produttori. Sia in termini economici sia da un punto di vista occupazio-nale i prodotti Dop e Igp costitu-iscono l’asse portante dell’intero settore agricolo e agroalimentare nazionale. Le grandi e le piccole produzioni Dop, Igp e Stg sono per il loro territorio di origine una fonte importante di reddito e sviluppo, ed essendo inscindibilmente legate al territorio, non potranno mai subire reali politiche di delocalizzazione.

di Giancarlo Galan, ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali

Garantire qualità e trasparenza

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ono passati più di dieci anni dalla pubbli-cazione del regolamento CE n. 1263/1996 che ha assegnato a questo territorio la pri-ma attribuzione di un’Indicazione geogra- ca protetta per un prodotto della liera

ortofrutticola in ambito nazionale: il radicchio. A questo primato si è aggiunto in questi anni il rico-noscimento ministeriale del Consorzio di tutela del Radicchio, primo in Italia, come agente vigilante del rispetto Igp nei mercati produttivi. Sono questi risultati importanti per un prodotto che negli anni è cresciuto nella qualità, nella nomea e nell’identi- cazione del prodotto tipico legato al suo territorio. Il radicchio Igp è innanzitutto un prodotto certi -cato che ha il pregio di tutelare entrambi i fronti: produzione e consumo. E per questo va tutelato in tutte le sue fasi di lavorazione e distribuzione sul territorio. Dieci anni d’impegno comune, della Pro-vincia e del Consorzio di tutela, puntando proprio all’identità del prodotto, hanno portato questi “Fio-ri d’inverno” a farsi conoscere e apprezzare proprio per la qualità certi cata sulle piazze delle principali città italiane e in molte capitali, in Europa e anche oltreoceano. Dieci anni di lavoro che hanno confermato la valen-za di un progetto di marketing territoriale chiamato “Prodotto, Tradizioni & Territorio”, rispetto al quale i radicchi trevigiani Igp sono inseriti in un paniere di oltre cento eccellenze agroalimentari “made in Provincia di Treviso”.Inoltre, merita menzione anche il lavoro portato avanti nel contempo per il riconoscimento della Strada del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco. In quest’ampio progetto territoria-le rientra anche la volontà comune, della Provincia,

TUTELA DEL PRODUTTORE E DEL CONSUMATORE: I PRESIDENTI PROVINCIALI DEI TRE TERRITORI RICOMPRESI NELL’AREA CONSORTILE RICONOSCONO L’IMPORTANZA DELL’IDENTITÀ DEL RADICCHIO

Sdelle istituzioni e del mondo associativo, di coordi-nare e di fare rete e sistema all’interno del panora-ma delle tradizionali mostre e ere che si svolgono in tutto il territorio di produzione, per conoscere il percorso produttivo e le qualità organolettiche dei radicchi trevigiani Igp e nello stesso tempo le valenze ambientali, turistiche e culturali di un territorio.

di Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso

TUTELARE LE TIPICITÀ

Difesa dell’identità dei prodotti agricoli veneti? Credo che con questa amministrazione si “sfonda” la classica porta aperta. Parlare del Radicchio rosso di Treviso e di quello Variegato di Castelfranco, signi ca soffermarsi su prodotti che fanno parte della nostra storia, della nostra identità e tradizione agricola. Appoggio in modo netto la battaglia del Consorzio del Radicchio di Treviso e Variegato di Castel-franco Igp attraverso questo giornale, per la tutela del pro-dotto. Una battaglia per la tutela dei marchi e dei prodotti tipici che questa Provincia ha iniziato n dall’inizio del suo insediamento.Non possiamo e non dobbiamo permettere che il nostro mercato venga invaso da prodotti di indubbia provenienza, e che non rispettano alcun disciplinare. Nella nostra provincia ci sono agricoltori preparati, consapevoli del fatto che bisogna lavorare esclusivamente per offrire ai consumatori prodotti di qualità. Bisogna di-fendere il mercato da chi propone frodi, attuando una concorrenza sleale e distruggendo quelle imprese locali che hanno le carte in regola, e lavorano seriamente, aggiungendo valore alla nostra economia. E’ inutile negare che servono controlli seri e pene severe per garantire la sicurezza dei prodotti che pro-poniamo ai consumatori, e che spesso varcano i con ni nazionali. Il Radicchio di Treviso e il Variegato di Castelfranco fanno parte del patrimonio enogastronomico del nostro territorio, essi favoriscono la cultura della buona tavola e il turismo enogastronomico nella nostra splendida provincia.

di Francesca Zaccariotto, presidente della Provincia di Venezia

didi L Leoeonanardrdo o MuMurararoro, , prpresesididenentete d delellala P Prorovivincnciaia d di i TrTrevevisisoo

L’identità certi cata dei “Fiori d’inverno”

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di Barbara Degani, presidente della Provincia di Padova

EDUCARE AL GUSTO AUTENTICO

Tutelare la nostra cultura enogastronomica, sostenere i prodotti tipici, promuovere una forma di turismo in larga espansione: sono alcune delle priorità dell’amministrazione provinciale patavina per valorizzare il territorio e rilanciare l’economia. La promozione di prodotti come il Radicchio rosso di Treviso e il Variegato di Castelfranco, dei quali la provincia di Padova è area consortile di produzione, rientra perfet-tamente in questi obiettivi. Spingere il consumatore all’utilizzo di questi prodotti, vuol dire aiutarlo a scegliere cibi più sani, sostenendo al contempo i nostri produttori agricoli e difendendoli da concorrenti sleali. L’educazione al gusto, in particolare, propone una visione diversa e nuova del consumo, del cibo e della convivialità, recuperando valori che fanno parte da sempre della nostra tradizione e valorizzando una componente centrale della nostra identità culturale. Anche perché il gusto rappresenta il baluardo principale contro le frodi alimentari e la scarsa qualità.Tra i molti prodotti tipici del nostro territorio, il radicchio rosso di Treviso e il variegato di Castelfranco sono fra i più conosciuti e fra i più amati, soprattutto per la loro versatilità. Le ricette che li vedono protagonisti, spesso ori all’occhiello di grandi chef di caratura interna-zionale, sono innovative e so sticate rivisitazioni di piatti semplici e tradizionali, espressione delle nostre radici contadine. Sono i migliori ambasciatori della terra veneta nel mondo e soprattutto un’arma contro l’omologazione dominante del gusto e del consumo.

NOVITA’ IN CASA FARDIN:E’ NATA LA NUOVA SARCHIATRICE MECCANICA

La nostra azienda è specializzata nella vendita di attrezzature tecniche per l’agricoltura (oltre che in quella di articoli per il giardinaggio professionale).

Avendo una attrezzata offi cina meccanica e di carpenteria, quest’anno abbiamo potuto realizzare questo attrezzo che agevola moltissimo il lavoro di zappatura interpianta; con il solo ausilio di due operatori ed alla velocità di 2-3 km/h riesce a coprire un impianto di qualsiasi tipo di ortaggi.

Su richiesta si può avere tale attrezzo nella versione monofi la. E’ disponibile anche a noleggio.

E’ possibile vederla al lavoro nel video che troverete nel nostro sito www.fardinmacchine.com nella sezione “News del 25/07/2010” – oppure su Youtube cercando: Zappatrice – Prova in campo nuova zappatrice meccanica.

MECCANICA

3 APRILEOPEN DAY

10 AprileOPENDAY

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lavori in corso

mpostare un ragionamento attorno ad un nuovo packaging è oggi un compito complesso, in quanto il pack non ha più solo una funzione di contenitore e di visualizzatore della marca di riferimento ma rappresenta il primo contatto di relazione con il

proprio cliente. Lasciando al passato la sempre attuale dichiarazione “con Arrigoni compro a scatola chiusa” vediamo di seguito quali possono essere i temi che vanno sviluppati di fronte ad una nuova immagine e ad un nuovo vestito per un prodotto.

Qualsiasi sia il prodotto da “inscatolare” vi pre-senterò qui di seguito alcuni dei temi che legano e coinvolgono il ragionamento attorno alla proget-tazione e produzione di un nuovo contenitore. Se poi il prodotto arriva direttamente dal campo ed è ricco di umidità e di acqua il processo si rende ancor più complesso e s dante. Nel linguaggio comune il packaging indica tutte le attività e i materiali ne-cessari a produrre l’involucro ed il contenitore di un prodotto per la sua presentazione e consumo al pubblico. Oltre a proteggere il prodotto, il packa-ging fornisce informazioni importanti su di esso e lo promuove. Il packaging design, quindi, può essere inteso in quattro modi differenti:- come mezzo di protezione e comunicazione di un

prodotto;- come uno dei concorrenti alla de nizione di un

costo di un prodotto;- come la piattaforma su cui presentare le caratteri-

stiche e i valori del prodotto;- come una componente dell’esperienza del prodotto, oggi direttamente collegato con il mondo web attraverso quel l rouge che gli esperti

chiamano e perseguono outernet.

Considerando che il packaging ha una vita media a scaffale di circa 4/5 anni, il suo design deve rispondere ad un notevole numero di criteri per esser considera-to di successo, come gli aspetti legati all’innovazione, alla sostenibilità, all’informazione e alla coerenza (è fondamentale che il packaging rappresenti in modo concreto la propria “identità” e i “valori” del prodotto,

LA REALIZZAZIONE DI UNA CONFEZIONE ADATTA PER UN PRODOTTO DI PREGIO, COME IL RADICCHIO, COPRE UNA VARIETÀ DI ASPETTI E PROBLEMATICHE

I

del territorio di riferimento e del brand in modo da poterli comunicare e veicolare con “distintività” ed “unicità”).Molti sono gli esempi di packaging che hanno deter-minato il successo di prodotti e produzioni, e anche il Nordest è un laboratorio vincente in questo senso, ba-sti pensare alle grappe Nonino o al caffè Illy, entrambi hanno fatto della loro comunicazione attraverso i loro pack uno degli elementi vincenti dell’impresa e dei loro prodotti. Per il radicchio di Treviso e il variegato di Castelfranco, qualora volesse individuare attraverso il pack un’icona di riconoscibilità, oltre ad affrontare e compiere i temi che ho sopra introdotto, e af nché il

proprio pack possa essere attuale ed in linea con il green spirt di questi anni, la s da maggiore sarà quella di saper individuare un contenitore

capace di raccontare al pubblico degli esti-

matori: il proprio posi-zionamento, la grande

cura e qualità della produzione, la tutela del

prodotto tipico e la genesi in un ter-ritorio che ha portato alcune imprese ad essere leader nei mercati internazionali di riferimento. Non vedo perché non lo possa essere anche il prodotto “tipico” per eccellenza. L’augurio, quindi, è che attorno ad un progetto di packaging del radicchio si cristallizzi anche una strategia di comunicazione complessiva che va-lorizzi l’unicità di questo prodotto e del suo territorio. Unico pack, unico territorio, unico Consorzio.

di Antonio Pasin, esperto in comunicazione

Ideare il packaging vincente

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lavori in corso

e azioni da intraprendere per tutelare meglio la produzione del radicchio sono essenzialmente due: l’ottenimen-to del marchio Dop e una strategia d’immagine che identi chi il prodotto

senza rischi di confusione. Per il primo aspetto c’è una fondamentale differenza fra prodotti Igp e prodotti Dop e francamente non capisco come mai il radicchio non sia ancora consi-derato un prodotto Dop. Questo, innanzitut-to, per garantire che la produzione parta da zero, ossia sin dalle sementi. Ma soprattutto per difendere l’identità stessa del radicchio e farla percepire al consumatore, troppo spesso confuso da radicchi di cui non è ben chiara la provenienza. La Dop rappresenta il contraltare in agricoltura di quello che è il brevetto nell’in-dustria e credo sia la strada da percorrere asso-lutamente. Come il brevetto è unico, allo stesso modo con la Dop si garantisce l’unicità del prodotto, per le sue caratteristiche organolet-tiche, forma e dimensione, e per la provenien-za da un unico territorio. Quest’unicità deve essere seguita da una corretta informazione del prodotto radicchio, che distingua i radicchi originali da quelli che non lo sono, evitando la proposizione di immagini di radicchi che magari possono anche essere uguali per forma, ma non certo per caratteristiche organoletti-che. Questo stato di cose va cambiato, altri-menti si rischia di lasciare tutto al caso. Per

farlo bisogna de nire una volta per tutte le carat-teristiche del prodotto, andando poi a controllare che queste siano rispettate con ispezioni mirate da parte dal Consorzio, e quindi indirizzare la co-municazione per evidenziare al massimo queste caratteristiche. Un esempio concreto potrebbe

Protezione e identità per il radicchio

L’OTTENIMENTO DELLA DOP E LA REALIZZAZIONE DELL’IMBALLO UNICO SONO LE STRADE DA PERCORRERE PER TUTELARE MEGLIO UN PRODOTTO DI QUALITÀ COME IL RADICCHIO

L

essere benissimo quello di creare un’unica con-fezione, riconoscibile immediatamente. Una prova l’abbiamo svolta anche all’Apofv, realiz-zando per il radicchio trevigiano una confezio-ne con l’immagine della piazza dei Trecento. Il consumatore deve capire subito che si trova di fronte ad un radicchio autentico e non ad un’imitazione. Due strategie, quindi: la Dop per brevettarlo e proteggerlo e la confezione unica per consentire una corretta e immediata identi- cazione. Obiettivo nale è quello di garantire il consumatore sulla qualità del prodotto. E per ottenere questo obiettivo dobbiamo essere più rigidi e selettivi sui nostri prodotti, dando un indirizzo preciso. Inoltre, andrebbe mes-sa mano anche sul tema sementi, escludendo qualsiasi forma di ibridazione, perché il seme deve restare nel territorio di produzione, non essere prodotto fuori. Dobbiamo essere nello stesso tempo rispettosi del disciplinare e alleati dei consumatori, garantendo la provenienza dei nostri radicchi.

di Domenico Dal Bo’, procuratore Associazione produttori ortofrutticoli Veneto-Friulana (Apovf)

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lavori in corso

er Cesare Bellò, direttore di Opo Vene-to, organizzazione di produttori orti-coli che opera a livello internazionale, il radicchio rosso tardivo di Treviso è la “Ferrari” degli ortaggi. Un’icona

della terra veneta. La sua immagine, già fortis-sima, va ulteriormente rafforzata. E’ un prodot-to che va legato ancora di più al territorio per esaltarne l’identità e l’unicità, dovute al fatto che cresce su una terra sana, in un ambiente pulito, dove la natura è sostanzialmente tute-lata. Sottolinea Cesare Bellò: “Il consumatore è

spesso sconcertato di fronte a scandali alimentari, come quello recente delle “mozzarelle blu”. Giu-stamente è sempre più preoccupato per la sua sa-lute ed è quindi attento alla sicurezza alimentare; vuole essere certo che quello che mangia è sano e genuino, e può esserlo quando ha la garanzia della provenienza”.

CON L’IGP QUESTA GARANZIA C’È?“C’è, ma credo che si debba fare un ulteriore passo in avanti. Puntualizzata la provenienza, sarebbe bene arrivare ad un’ulteriore de nizione: è un radicchio

proveniente da un’area in cui è certi ca-to uno svilup-po agricolo sostenibile, frutto di buo-ne pratiche agronomiche, attento alle risorse biolo-giche. In altri termini que-sto signi ca garantire che il radicchio come altri prodotti della terra sono sicuramente di qualità e sono coltivati in un ambien-te di qualità. Ecco perché

Oltre l’Igp e la Dop

PER CESARE BELLÒ, DIRETTORE DI OPO VENETO, BISOGNA RAFFORZARE ULTERIORMENTE L’IMMAGINE DEL RADICCHIO CON LA CERTIFICAZIONE DI PRODOTTO “BIODIVERSO”

P

occorre andare oltre l’Igp e oltre la Dop, che resta-no comunque punti fermi e di primaria valenza, ma a questo punto occorre “qualcosa in più” per far svettare in termini di identità, di qualità e di quotazione i nostri radicchi trevigiani. Mi riferisco all’opportunità di far riconoscere come “biodiver-so” il territorio dove essi sono coltivati, creando le condizioni perché lo stesso possa essere certi cato “Biodiversity friend”, amico cioè della biodiversità”.CHE COSA DAREBBE QUESTO “QUALCOSA IN PIÙ”, QUESTA CERTIFICAZIONE?“Vuol dire, per restare ai nostri eccezionali radicchi, che si dà la garanzia di un cibo vera-mente genuino, espressione della nostra terra, della nostra civiltà, della nostra storia agricola, coltivato con metodi che rispettano l’equilibrio naturale degli ecosistemi. Per i consumatori vuol dire sicurezza di un radicchio naturale e sano, con una precisa identità che è valorizzata dalla civiltà di provenienza e dalla coltivazione fatta in condizioni di rispetto per l’ambiente. C’è crescente richiesta di questo tipo di pro-dotto a livello nazionale e internazionale con soddisfazione di chi lo offre, prima di tutto dei coltivatori”.

PER IL RADICCHIO ROSSO DI TREVI-SO E IL VARIEGATO DI CASTELFRAN-CO IGP CI SONO LE PREMESSE E LE CONDIZIONI PER ARRIVARE ALLA CERTIFICAZIONE “BIODIVERSITY FRIEND”? “Direi proprio di sì. Basta pensare che una grossa fetta di produzione si ha dentro il Parco del Sile o negli immediati dintorni, un terri-torio sano in un contesto paesaggistico stra-ordinario. E’ un’area dove è mantenuta una ricca biodiversità animale e vegetale. Si tratta, a questo punto, di migliorare le condizioni con interventi che tutelino ulteriormente l’am-biente naturale e che incentivino l’agricoltura sostenibile. Dobbiamo sempre ricordarci che la nostra orticoltura non può competere sul piano della quantità. Può vincere soltanto sul fronte della qualità e il nostro obiettivo deve essere quindi la competitività sostenibile”.

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fresche di stagione

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n’alleanza fra produzioni Dop e Igp per informare i consumatori sulle qualità e garanzie che stanno dietro alle eccellenze italiane. E’ con que-sto obiettivo che è stato lanciato il

progetto “Scopri il gusto, scegli la qualità cer-ti cata” che si svolgerà nel periodo che va da gennaio 2011 a marzo 2012. L’iniziativa, che gode del patrocinio delle associazioni regionali di categoria Coldiretti, Cia e Confagricoltura e dell’AOP Veneto Ortofrutta, mira all’informa-zione e alla promozione della qualità e della sicurezza alimentare dei prodotti ortofrutti-coli di punta del Veneto a marchio europeo di qualità (Dop e Igp): il Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp, il Radicchio Rosso di Verona Igp,il Radicchio Rosso di Chioggia Igp, l’Olio Extravergine di Oliva Garda Dop, il Riso Vialone Nano Vero-nese Igp e l’Insalata di Lusia Igp. Il progetto prevede a questo scopo una serie di azioni da realizzare tramite i sog-getti che acquistano e distribuisco-no il prodotto (grande distribuzione e ristorazione), al ne di valorizzare il metodo di produzione tradiziona-le a marchio di qualità Igp e Dop, rispetto al prodotto non certi ca-to, per sensibilizzare gli operatori commerciali e i consumatori sul tema del valore intrinseco delle produzioni di qualità e di sicurezza alimentare.“Scopri il gusto, scegli la qualità certi cata”, che ha come capo la il

Consorzio di Tutela del Radicchio Rosso di Tre-viso e Variegato di Castelfranco, proporrà una scelta delle produzioni agroalimentari di eccel-lenza del nostro territorio attraverso una serie di eventi di promozione. L’intento è quello di creare una partnership tra vari territori della Regione Veneto, ma anche della Lombardia, della Provin-cia di Trento e del Lazio, valo-rizzando alcuni tra i principali prodotti di qualità certi cati con marchio europeo (Igp o Dop), mediante eventi preceduti da incontri di carattere tecnico tra operatori economici del settore, con la presentazione delle aree di produzione e delle modalità di produzione, seguiti da degusta-zioni effettuate in ristoranti che

Dop e Igp alleati per la qualità

AL VIA L’ALLEANZA TRA PRODUZIONI A MARCHIO EUROPEO (IGP E DOP) DEL VENETO E DI ALTRE REGIONI CON L’OBIETTIVO DI CONSOLIDARE LA PRESENZA DI PRODOTTI TERRITORIALI DI QUALITÀ PRESSO RISTORANTI E GRANDE DISTRIBUZIONE

U

seguano ricette classiche e che sottoscrivono un protocollo di utilizzo di questi prodotti a marchio di qualità europeo. I prodotti sopra elencati, per speci ca missione dei loro con-sorzi di tutela, devono essere valorizzati per le loro speci cità ma anche per il loro profondo legame con i territori di provenienza in quanto mezzo di promozione turistica ed economica degli stessi. L’iniziativa vuole quindi favorire la diffusione di tali prodotti ma soprattutto segnalare che il rispetto delle regole di produ-zione previste dai disciplinari di produzione permette di differenziarsi da produzioni indu-striali e con materia prima non tracciata.

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fresche di stagione

LA GAZZETTA DEL RADICCHIO 1| 2011 13

n segnale importante a garanzia della qualità e autenticità del Ra-dicchio di Treviso e del Variegato di Castelfranco, ma soprattutto un invito verso i consumatori a pre-

ferire sempre gli “originali”, invece di quelli la cui provenienza non è molto chiara. Con questo obiettivo è partita un’iniziativa nata dalla collaborazione fra il Consorzio di tutela e Unascom-Confcommercio, la federazione che riunisce tutte le Ascom trevigiane, tesa a far conoscere meglio ai consumatori quali sono i negozi che propongono solo autentici radicchi Igp. E che si è concretizzata con la realizza-zione di una cartellonistica da esporre nei negozi che vendono radicchi di provenienza certa e garantita dal marchio Igp del Consor-zio di tutela. Un passaggio fondamentale per distinguere l’unicità di un prodotto di pregio, troppo spesso svilito da prodotti che ne imita-no il nome, ma non possono certo garantire le stesse qualità come previste dal disciplinare di

produzione. E che rischiano solo di confondere i consumatori, istillando dubbi più che leciti sulla loro origine e provenienza.“L’iniziativa – spiega Renzo Ghedin, presidente del gruppo dettaglianti ortofrutticoli di Una-scom-Confcommercio – è partita con l’ultima edizione dell’Antica Mostra a Treviso, con la distribuzione dei primi cartelli, che continuerà e si estenderà al resto della Marca nei prossimi giorni. Per ora vi hanno aderito una trentina di negozi della provincia, tutti aderenti a Con-fcommercio, che si sono impegnati nel tenere disponibile per i propri clienti solo radicchio a marchio Igp. Ma la speranza è di poter aggiun-gere molto presto nuovi rivenditori ortofrutti-coli, in modo da incrementare la lista attuale. E’ un’iniziativa che intendiamo continuare a por-tare avanti anche in futuro, sempre in collabo-razione con il Consorzio di tutela del Radicchio di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp. Il cui obiettivo primario è quello di offrire ai clienti la certezza di trovare sui banchi solo radicchio ga-

rantito dal marchio Igp. E’ prevista a breve anche una campagna pubblicitaria per far conoscere meglio l’iniziativa. Molti, infatti, sono i negozianti che vendono radicchio, ma sono pochi quelli che puntano solo sull’Igp, quindi sull’autenticità del prodot-to. L’esigenza è di far capire, invece, che c’è e che è disponibile. Cosa che la grande distribuzione, ad esempio, non fa. Noi ci siamo presi quindi l’incarico di mettere in evidenza il prodotto a marchio Igp, la cui qualità è garantita dall’attività di veri ca e controllo svolta quotidianamente dal Consorzio stesso”.

Riconoscere l’Igp autentico

AVVIATA UN’INIZIATIVA ASSIEME AI DETTAGLIANTI DI UNASCOM-CONFCOMMERCIO PER PROMUOVERE L’AUTENTICITÀ DEL RADICCHIO ROSSO E VARIEGATO DI CASTELFRANCO NEI NEGOZI DELLA MARCA

U

I NEGOZIANTI ADERENTIFrancesca Cenci, Garte e Cemal S.a.s. - Cappella MaggioreDenis Dal Bello, Ortofrutta Dal Bello S.a.s. - Castelfranco V.toMichael Conte, Alimentari Martinello S.n.c. - Castello di GodegoGianfranco Stocco, Ortofrutta Godigese - Castello di GodegoLoris Cirotto, Alimentari Cirotto Loris - Cavasagra di VedelagoMichela Magaton, Mini Market S.n.c. - Cavasagra di VedelagoClaudio Toldo, Centro Frutta Conegliano - ConeglianoBruno Della Pietà Casagrande, Della Pietà Casagrande Bruno - Corbanese di TarzoDonella Lunardi, L’angolo della frutta S.n.c. - MorganoAnnunziata Naverro, Ortofrutta Nuci - Ponte di PiaveCosetta Milanese, Milanese Cosetta - PreganziolFranco Salamon, Salamon Frutta - S. Lucia di PiaveMarco Menegazzo, Il Melograno S.n.c. - SpresianoRenzo Sbeghen, Frutta e Verdura Sbeghen Renzo - SuseganaSilvio Paganini, Ortofrutta Paganini - TrevignanoLuigi Contaldo, Ortofrutta Contaldo Luigi - TrevisoCostantino Manzan, Manzan Costantino & C. S.a.s. - TrevisoRenzo Ghedin, Ortofrutta Ghedin Renzo - TrevisoAnna Bottosso, Alimentari Frutta e Verdura Bottosso Anna - TrevisoGiovanni Sartori, Ortofrutta Giovanni Sartori - TrevisoMario Perin, Perin Mario - TrevisoMaurizio Pozzobon, La Tua Bottega S.a.s. - TrevisoAlessandra Tasca, Ortofrutta Tasca S.n.c. - TrevisoRoberto Rui, Frutta e Verdura Rui Roberto - Vittorio Veneto

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Il Re dei radicchi arriva in motoslitta nel Ri-fugio Moritzino, nell’Alta Val Badia, a 2.100 metri di quota. Arriva sontuoso, atteso, tra applausi, pronto a deliziare con la sua re-galità i delicatissimi palati di cuochi blaso-

Il Re dei radicchi arriva in motoslitta nel Ri-

RADICCHIO IN ALTA QUOTA

L’ANTICA MOSTRA SI VESTE DI NUOVOUn’Antica Mostra diversa dal solito, quella tenutosi quest’anno dal 17 al 19 dicem-bre scorso a Treviso. Tanto diversa da stupire persino il vicesindaco Giancarlo Gentilini, che durante l’inaugurazione è rimasto sorpreso nel non vedere il con-sueto tappeto di radicchi in piazza dei Signori. In questa edizione, la 111esima, si è puntato, invece, sulla modernità e sull’immagine, una sorta di segnale di rottura con il passato, posizionando un maxischermo gigante che rilanciava per tutta la durata della mostra le più belle immagini dedicate al ore d’inverno, dalle varie fasi della lavorazione sino ai percorsi della strada del radicchio. Sempre nel ma-xischermo sono state mostrate anche le immagini dei negozi che hanno allestito le loro vetrine dedicandole interamente al Radicchio rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp. Fra gli altri eventi che hanno caratterizzato la manifestazio-ne, da segnalare l’allestimento di una mostra di zucche intagliate, tenuto il sabato presso la Loggia dei Cavalieri, e l’esposizione della miglior produzione di radicchi realizzata da 33 produttori soci del Consorzio, la domenica. Come da tradizione, si sarebbe dovuto eleggere il miglior radicchio della mostra, ma nonostante molti commenti favorevoli della giuria, non è stato scelto nessun vincitore per questa edizione. Fra le autorità presenti in piazza dei Signori all’inaugurazione della mostra di quest’anno, oltre al vicesindaco Gentilini, c’erano anche Fulvio Pettenà, presidente del consiglio provinciale, l’assessore all’agricoltura della provincia di Treviso Marco Prosdocimo e Renzo Ghedin, presidente del gruppo dettaglianti ortofrutticoli di Unascom-Confcommercio.

IL CONSORZIO SU FACEBOOK E YOUTUBECome avevamo annunciato già sullo scorso numero, il Consorzio ha iniziato la sua presenza sui principali social network. I primi passi di questa nuova stra-tegia di comunicazione sono stati l’apertura della pagina ufficiale su Facebook (www.facebook.com/radicchiorosso) e del canale ufficiale su YouTube (www.youtube.com/radicchioditreviso). La presenza su Facebook vuole diventare un punto di riferimento importante per conoscere, sia agli appassionati che ai soci, non solo le attività svolte direttamente dal Consorzio ma anche notizie, informazioni e curiosità legate al radicchio nel mondo. Inoltre vuole diventare anche un luogo per discutere insieme o per inserire idee, fotografie, ricette o quanto altro. Basta diventare “fan” della pagina e sarà possibile interagire con commenti alle notizie o inserendo direttamente anche propri contenuti (com-prese foto e video). Dedicato ai video è invece il canale YouTube, che conterrà sia video prodotti direttamente dal consorzio, con interviste ad esperti e pro-duttori, che i servizi dedicati al radicchio trasmessi delle principali televisioni nazionali, ma anche video di particolare interesse sempre legati al fiore d’in-verno. Sia la pagina Facebook che il canale YouTube saranno legati a doppio filo al sito ufficiale del Consorzio (www.radicchioditreviso.it), che nei prossi-mi giorni uscirà con una veste nuova, più moderna e accattivante, in linea con le esigenze di comunicare sempre al meglio novità, informazioni e prospettive dei nostri prodotti.

IL CONSORZIO SUL WEBInternet: www.radicchioditreviso.itFacebook: www.facebook.it/radicchiorossoYouTube: www.youtube.com/radicchioditreviso

nati e di tanti nobili ospiti, appassionati della buona cucina. E’ lui, il radicchio rosso tardivo di Treviso, freschissimo e croccante, il prota-gonista di una magica serata della Chef’s Cup Südtirol. Forse la serata più originale e più

suggestiva, sicuramen-te molto spettacolare, di una settimana di manifestazioni dedica-te alla grande cucina italiana ed ai prodotti tipici.“Veneto tra le stelle” è stato il tema dell’ap-puntamento gastrono-mico, come stellati i cuochi che hanno par-tecipato al gran gala, in primo piano Giancarlo

Perbellini di Isola Rizza (Verona) e Giorgio Damini di Arzignano (Vicenza). Con loro gli chef del gruppo trevigiano “Ristoranti del radicchio”, presieduto da Arturo Filippini. La serata è stata animata dal giornalista sportivo Ezio Zermiani, che tra gli altri ha intervistato Cesare Bellò, direttore di Opo Veneto, che ha definito il radicchio rosso di Treviso Igp la “Ferrari” degli ortaggi italiani. Alla Chef’s Cup, giunta alla sesta edizione, i prodotti tipici hanno avuto una grande oc-casione per dimostrare la loro eccezionalità in cucina. I “Radicchi d’oro”, riconoscimento che sigla l’amicizia con i Radicchi Igp del Veneto, sono stati consegnati a Claudio Me-lis, Arturo Spidocchi e Norbert Niederkofler, cuochi stellati dell’Alta Badia.

(A. Squizzato)

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fresche di stagioneIL RADICCHIO ALL’UNIVERSITÀPartita la quinta edizione del Master in Cultura del Cibo e Vino, sostenuto anche dal nostro Consorzio

Un’esperienza accademica e lavo-rativa unica, un successo decretato sia dagli studenti che dai docenti e dalle aziende coinvolti nelle pre-cedenti edizioni: queste sono le lusinghiere premesse alla quinta edizione del Master universitario di primo livello in Cultura del Cibo e del Vino, che è ripartito ufficial-mente giovedì 27 gennaio nella prestigiosa sede di Valdobbiadene. E questo Master non poteva dav-vero scegliere sede migliore, dato che il suo obiettivo è coinvolgere i partecipanti in significative espe-rienze presso le più interessanti realtà produttive dell’agroalimen-

tare e di promozione del territorio. Il master, coordinato dal professor Roberto Stevanato di Ca’ Foscari e ideato da Gianni Moriani, si pro-pone di dare una risposta concreta ed efficace alla richiesta sempre più elevata di pro-fili professionali specializzati nella gestione e valoriz-zazione del patri-monio alimentare e vitivinicolo. Dato il carattere interdisciplinare, al Ma-ster in Cultura del Cibo e del Vino possono accedere i laureati triennali o magistrali di qualsiasi discipli-na. Sono previste borse di studio, agevolazioni e facilities. Il Master – patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole – è sostenuto dal Comune di Valdobbiadene, Forum

Spumanti d’Italia, Altamarca, Consorzio Tutela Grana Padano, Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castel-franco, Consorzio Tutela Formag-gio Casatella Trevigiana Dop e da

Bisol, Jeio, Bel Star, Relais Duca di Dolle, Venissa, Latteria Soligo, Pagnan, Forno d’Asolo, Bibanesi, Birra Pedavena, Colomberotto, Labozeta, Salumi De Stefani, Pasta Zara, Corriere del Veneto, Radio Padova e da altre realtà produttive del territorio. Info: 338 69 77 236, www.mastercibovino.it

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fresche di stagione

www.provincia.treviso.it

Il fiore che vive e racchiude il cuore che si mangia... il fiore della Marca

utuando le esperienze di aggrega-zione tra imprese per affrontare la crisi e i mercati, per la prima volta in Italia tre consorzi uniscono le proprie forze per promuovere

prodotti diversi, seppur legati alla stessa matri-

ce, il radicchio. I consorzi dei radicchi IGP Veneti di Treviso, Chioggia e Verona hanno presentato questa inedita strategia commerciale nel conte-sto della Fiera ortofrutticola internazionale Fruit Logistica, tenutasi presso la Fiera di Berlino dal 9 all’11 febbraio scorso, alla presenza del ministro

delle Politiche agri-cole Giancarlo Galan. Dallo stand espositivo della Regione Veneto, Paolo Manzan, presi-dente del Consorzio tutela Radicchio Ros-so di Treviso e Varie-gato di Castelfranco Igp (soggetto capo la del progetto), Lorenzo Ambrosi e Patrizio Garbin, presidenti rispettivamente del Consorzio Radicchio di Verona Igp e del Consorzio Radicchio di Chioggia Igp, han-no illustrato questa iniziativa mirata al consolidamento della posizione del Radic-chio Veneto Igp del mercato internaziona-le, ampiamente rap-presentato all’interno dell’evento berlinese. “I nostri Consorzi rappresentano e tute-lano varietà ben dif-ferenti del radicchio”,

NASCE IL PRIMO CONSORZIO ITALIANO DI PROMOZIONE TRA IGP DI SECONDO LIVELLO. UN PIANO PER VALORIZZARE IL PRODOTTO VENETO CERTIFICATO NEL MERCATO INTERNAZIONALE, CON LA “BENEDIZIONE” DEL PRESIDENTE ZAIA

M

I radicchi veneti Igp si uniscono

I presidenti dei tre Consorzi Igp, a sinistra Patrizio Garbin del Radicchio di Chioggia e Lorenzo Ambrosi del Radicchio di Verona e a destra Paolo Manzan del Radicchio di Treviso e Castelfranco, con il ministro Giancarlo Galan

questo il commento di Paolo Manzan, presidente del Consorzio tutela Radicchio rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp. “Siamo consci del fatto – ha detto Manzan a Berlino – che in questo momento di crisi globale, che penalizza particolarmente le produzioni europee, la solu-zione sia la collaborazione tra le nostre diverse realtà produttive, accomunate da un medesimo proposito: una maggiore incidenza nel mercato internazionale e una migliore comunicazione del nostro prodotto nei confronti del consumatore. Affrontiamo la s da di essere i primi consorzi in Italia a mettere in campo una simile azione sinergica, con la consapevolezza che, insieme, non solo saremo capaci di dispiegare maggiori risorse, ma saremo anche più forti nell’esaltare le nostre peculiarità”.

I presidenti dei consorzi Igp dei radicchi veneti con l’assessore regionale Maurizio Conte e la vicepresidente dell’Unione delle province venete e presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani

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fresche di stagione

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n gruppo di una quindicina di ap-passionati – guidati da Franz J. Mitterrutzner, già direttore del Consorzio Speck Alto Adige – non solo del buon mangiare e bere ma

anche della cultura, del sapere che sta dietro i prodotti che arricchiscono la vita giornaliera. Partiti con l’idea iniziale di vedere “in diretta” la storia incredibile di una verdura che ren-de il suo meglio dopo un lungo percorso di coltivazione, trattamenti e trapianti proprio in quella stagione nella quale la crescita naturale fa una pausa: l’inverno. Ossia di capire dalla “radice”, in tutti sensi della parola, cosa sta dietro questo mito del “ ore d’inverno”. Ma vedere e capire l’origine di un prodotto non può ovviamente mai limitarsi ad uno solo, in quanto è sempre l’insieme degli alimenti e dei piatti tipici di una regione che fa comprendere meglio il singolo. Questo lo sa benissimo il sa-piente organizzatore del viaggio nella “Marca”, Walter Brunello – anche lui non solo appas-sionato buongustaio, ma ricco di esperienza professionale nel settore, come ex-presidente di Buonitalia – e quindi al programma ha aggiunto ovviamente il Prosecco nella sua espressione più nobile, il Cartizze di Bisol, il Raboso di Giorgio Cecchetto, ma ci ha fatto conoscere anche salumi (De Stefani), formaggi (Latteria Soligo) e la stessa città di Treviso con una visita guidata nei quartieri del centro e ad una mostra d’arte (“Il Pittore e la Modella”).

Quindi a questo viaggio non mancava proprio niente, compresi gli incontri con i produttori stessi e una meravigliosa cena con “I prodotti, la carne Italiana” (di Unicarve) preparata dal sa-piente Bruno Bassetto, autore del libro “Fra tagli e frattaglie”. Vini e piatti locali ovviamente al centro in Casa Cecchetto dove potevamo anche analizzare la differenza che può fare il bicchiere nell’apprezzamento di un vino, quando si tratta della produzione di Federico De Majo marchiata Zafferano. Nonostante questo ricchissimo pro-gramma, siamo rimasti comunque impressionati so-prattutto dalla visita all’azienda agricola dei Fratelli Franchet-to, guidati da Lino, già presidente del Consorzio di tutela del Radicchio rosso di Treviso e varie-gato di Castelfranco Igp, con l’articolata e particolarissima storia di questo stra-ordinario prodotto raccontataci poi in serata, mentre lo degustavamo, diret-

Un viaggio del gusto da Bolzano a Treviso

IL RACCONTO DI UN GRUPPO DI PROFESSIONISTI ALTOATESINI DELLA LORO VISTA ENOGASTRONOMICA NELLA MARCA, ALLA SCOPERTA DELLE “RADICI” DEL FIORE D’INVERNO

U

tamente dall’attuale presidente del Consorzio Paolo Manzan. Tanti conoscono il radicchio, ma capire cosa c’è oltre un normale radicchio, a partire dalla funzione della particolare acqua di risorgiva del ume Sile, ci ha lasciati lette-ralmente a bocca aperta. Vedere tutti questi passaggi e trattamenti, quasi tutti apportati ma-nualmente, ci ha fatto venire in mente un unico altro prodotto in qualche modo assimilabile: la carne giapponese del manzo di Kobe, la più co-stosa al mondo per i trattamenti particolarissi-mi dell’animale. Quindi il radicchio tardivo Igp ci sembra poter essere nel settore delle verdure, quello che è il “Kobe” nel settore delle carni. Capire questa storia è fondamentale per riu-scire ad apprezzare nel vero senso della parola questa eccellenza, che non sazia solo lo stoma-co, ma la mente e l’anima. Nel nostro piccolo gruppo siamo riusciti a sentirla, questa storia, e ci ha arricchito non solo un ne settimana, ma la vita, sceglieremo e acquisteremo ora di conseguenza. Grazie a tutti quelli che hanno contribuito.

Gli amici Altoatesini

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chef in red

priamo questa rubrica dedicata agli chef appassionati al radicchio con un vero ambasciatore dei ori d’inverno: Tino Vettorello. Titolare del Ristorante con macelleria Tino a Roncadelle di

Ormelle, da 14 anni punto di riferimento per la ristorazione di qualità. Con la sua “Tino Eventi” lo chef trevigiano ha gestito la ristorazione in manifestazioni di rilevanza internazionale come ai Mondiali di nuoto di Roma, alle Mostre del Ci-nema di Berlino, Cannes e Venezia, alle Olimpia-di Invernali di Vancouver, all’Heineken Jammin’ Festival di Mestre e a molte altre. Ha portato

inoltre la sua cucina a ere enogastronomiche e a rassegne come Vinitaly, Vinexpo di Bordeaux, Anuga di Colonia, Salone del Gusto di Torino, Tut-tofood di Milano, Cibus di Parma e Identità Golose di Milano. In questa intervista ci racconta la sua cucina e soprattutto il suo rapporto col radicchio.

QUAL È LO STILE CHE CARATTERIZZA LA SUA CUCINA?“La loso a della mia cucina è quella di utilizzare sempre e soltanto prodotti di qualità, tutti certi- cati per offrire una maggior garanzia al consu-matore. Propongo piatti della tradizione rivisi-

tati, senza trasformarli in modo eccessivo ma esaltandone piuttosto i gusti e i sapori. Punto molto nel mio ristorante anche sulla libertà di scelta del cliente, che può selezionare diretta-mente dal bancone d’esposizione sia la carne da cucinare, ed ecco il motivo della macelleria an-nessa, sia i vini dalla cantina. E’ una cucina che ho portato in tutti i grandi eventi che ho seguito personalmente, basata sulla qualità certi cata, rispettosa dei disciplinari di produzione delle eccellenze agroalimentari venete ed italiane.

COME UTILIZZA IL RADICCHIO NEI SUOI PIATTI?“Il radicchio è da sempre un elemento forte della mia cucina. Molto apprezzato all’estero, soprattutto in Germania, Russia e nei paesi dell’Est, grazie alla sua grande facilità di abbi-namento, sia con piatti di carne che di pesce.

Tino Vettorello: l’ambasciatore del radicchio

UNA NUOVA RUBRICA PER IL NOSTRO GIORNALE, DEDICATA AGLI CHEF AMICI DEL RADICCHIO ROSSO DI TREVISO IGP. A DEBUTTARE È LO CHEF TINO VETTORELLO, CHE OFFRE AI NOSTRI LETTORI ANCHE UNA SUA RICETTA

A

La ricetta

RADICCHIO ROSSO DI TREVISO IGP MARINATO CON CARPACCIO DI MANZO ALLE ERBE FINI • Mondate il radicchio, lavatelo, tagliatene solo

il cuore circa 4-5 cm con alcune foglie, met-tetelo a marinare (24 ore) con acqua, aceto e aggiunta di un pizzico di zucchero, olio ex-tra vergine di oliva, foglie di alloro, cannella e chiodi di garofano.

• Prendete del carpaccio di manzo (ideale è la parte di girello, preferibilmente di sorana), mettetelo a marinare (24 ore) sotto sale con succo di arancia (anche la buccia), spezie ed erbe fi ni.

• Preparate una cialda di pane (non salato), adagiate da un lato il carpaccio tagliato sotti-le e dall’altro il Radicchio rosso di Treviso Igp.

Indirettamente mi considero un vero amba-sciatore di questo prodotto principe della terra trevigiana, visto che l’ho portato e fatto degusta-re molto spesso e con grande successo”.

QUALI SONO LE SUE PECULIARITÀ?“La qualità migliore del radicchio dal punto di vista gastronomico è la sua estrema versatilità, visto che può essere utilizzato praticamente su tutti i piatti, dagli apertivi ai dolci. Si abbina be-nissimo con tutto, grazie al suo sapore e al gusto. Va benissimo nella classica forma con risotto, ma anche abbinato alla casatella trevigiana, inoltre è un prodotto che si presta molto anche per piatti innovativi, per una cucina creativa. Anche menù completi a base di radicchio vanno benissimo, perché non danno nessuna pesantezza”.

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assione, tradizione e innovazione. Sono queste le leve che hanno spin-to Lucio Torresan ad occuparsi, con successo in orticoltura. Già presidente del Consorzio del Radicchio Rosso

dal 2006 al 2008, è attualmente in pensione ma continua a fornire a sua consulenza ed espe-rienza alla conduzione della “Tenuta al Parco”, di Morgano (TV), oggi gestita dal glio Paolo Torresan, perito agrario in attesa di laurearsi, e dal nipote Carlo Torresan, agronomo. Partita nel 2005 da una precedente azienda zootecnica poi riconvertita all’orticoltura, con gran fatica e molti investimenti, l’azienda oggi produce ortaggi di qualità come l’asparago di Bassano Igt e appunto il Radicchio, grazie anche al grande aiuto fornito dal Consorzio. E fa anche vendita diretta.

CHE TIPO D’INVESTIMENTI SONO STATI APPORTATI ALL’AZIENDA?“Abbiamo voluto sfruttare innanzitutto la

grande opportunità offerta dal Psr, il Piano di Sviluppo Rurale, utilissimo se realizzato con lungimiranza e con correttezza. Ma che richiede d’altro canto un grande impegno. Il contributo del Psr è del 50%, ma ci vuole un agronomo che segua passo per passo l’iter buro-cratico, che prevede numerose regole da rispetta-re. L’idea fondamentale, comunque, è stata quella di portare avanti un’agricoltura più moderna e sostenibile”.

E CON QUEST’OBIETTIVO, QUALE PROGETTO AVETE REALIZZATO? “Il progetto realizzato grazie ai contributi del Piano di Sviluppo Rurale è stato quello di re-alizzare un impianto fotovoltaico per l’azien-da. E’ nato innanzitutto con lo scopo di re-

alizzare un investimento futuro che fosse anche in grado di ridurre i costi aziendali, ma soprattutto con l’idea di avvicinarsi ad una concezione moderna dell’agricol-

LA GRANDE ESPERIENZA DI LUCIO TORRESAN, GIÀ PRESIDENTE DEL CONSORZIO, TRASMESSA A FIGLIO E NIPOTE PER UN’AZIENDA MODERNA E ORIENTATA AL FUTURO, GRAZIE AL FOTOVOLTAICO

P

uno di noi

tura, creando un’azienda più razionale e guardando al futuro. Si tratta sicu-ramente di una strada da percorrere per chi crede

nell’agricoltura ed ha una forte passione per questo mondo”.

COME FUNZIONA, NEI DETTAGLI?“Nel nostro caso si tratta di un impianto foto-voltaico poco al di sotto dei 30 kilowatt, che serve a fornire energia elettrica alle nostre celle frigo ed alle attrezzature per la lavorazione del radicchio. Per realizzarlo abbiamo giù utiliz-zato i contributi in conto energia previsti sino al 31 dicembre. Adesso stiamo a vedere come cambieranno le misure di questi contributi per il prossimo anno, che comunque dovrebbero diminuire. Si è trattato di un intervento diret-to, ma anche di un investimento per l’azienda, che permetterà di diminuire i costi e alla ne si pagherà da solo. Nel giro di 6-8 anni dovrebbe poi cominciare anche a far guadagnare, gra-zie ai contributi previsti dal conto energia ma anche cedendo l’energia prodotta in sovrappiù all’Enel. L’impianto è stato integrato sul tetto del capannone dell’azienda adibito alle celle frigo e con annessi i locali per lo stoccaggio ed il lavaggio del radicchio. Essendo all’interno del Parco del Sile, non abbiamo avuto alcun proble-ma a fare la richiesta d’installazione”.

UN RICORDO DEL SUO PERIODO DA PRESIDENTE DEL CONSORZIO…“E’ stata una bella esperienza, che ho dovuto mollare a causa dei molti impegni di lavoro. Era difficile ad un certo punto conciliare le due cose, il lavoro in azienda e quello istitu-zionale. Ci vuole tempo, passione e dedizio-ne. Quello che vorrei vedere realizzato, però, è il vedere che tutti facciano squadra intorno al Consorzio”.

Radicchio sostenibile

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anno appena concluso ha visto la Strada del Radicchio protagonista di molte ini-ziative promozionali, tese a valorizzare il territorio di produzione del radicchio Igp in stretta collaborazione con il Con-

sorzio di Tutela, la Regione Veneto, le Province, i Comuni e le Pro Loco. Cerchiamo quindi di riassumere in maniera sintetica le attività che maggiormente hanno caratterizzato il lavoro della Strada nel corso del 2010.

CONVEGNI E FIEREMerita senz’altro menzione l’organizzazione della conferenza dal titolo “Arte alimenti, arte paesaggio”, svoltasi il 9 gennaio 2010 nella magni ca cornice della tenuta di Villa Emo a Fanzolo di Vedelago. Il convegno ha registrato un numero elevato di partecipanti e ha visto il succedersi di quattro relatori di nota fama, i quali hanno presentato una serie di apprezzate

Un anno di iniziative

IL BILANCIO DEL 2010 DELLA STRADA DEL RADICCHIO, CON TUTTE LE MANIFESTAZIONI PROMOZIONALI REALIZZATE IN STRETTA COLLABORAZIONE COL CONSORZIO

L’

strada facendo

relazioni connesse ai temi del cibo, dell’arte e del terri-torio nel loro unico e conti-nuo interagire.Un importante strumen-to informativo impiegato dall’Associazione per l’opera di divulgazione della propria attività è stato la partecipa-zione a numerose manifesta-zioni e ere di settore, ciò al ne di stimolare l’interesse di operatori e turisti verso il territorio e le sue eccellenze non solo eno-gastronomiche, ma anche paesaggistiche culturali e artistiche, nonché di divulgare l’importanza e il valore dei prodotti tipici a marchio tutelato. In tali manifestazioni, oltre al contatto diretto con i visitatori, si è garantita la distribuzione di ma-teriale divulgativo e di prodotti in degustazione. In alcune di tali manifestazioni l’Associazione

ha preso parte in forma indiretta mediante fornitura di supporti promozionali usufruendo di spazi promozionali messi a disposizione da altri organismi.Non sono state tralasciate le manifestazioni e ere locali, sem-pre molto partecipate e ricche di iniziative che richiamano le tradizioni agresti del territorio, e come tali di grande valore storico e culturale. In particolare è impor-tante ricordare la partecipazione, in collaborazione con il Consorzio di Tutela e le Pro Loco, agli eventi legati alla rassegna “Fiori d’Inver-no”, svoltasi nei numerosi comuni

ricadenti nell’area di produzione del radicchio Igp. Particolarmente signi cativa è stata l’or-ganizzazione e realizzazione, in collaborazione con la Pro Loco di Scorzè, dell’evento dal titolo “La strada del radicchio incontra”, nell’ambito della festa del radicchio di Rio San Martino, nella quale si sono succeduti diversi momenti culturali e popolari che hanno visto l’intervento di Rai Uno con il programma “La vita in diret-ta”, la partecipazione di Beppe Bigazzi in veste di giudice nel terzo concorso gastronomico per istituti alberghieri e la celebrazione del gemel-laggio con il Comune di Fivizzano.

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LA GAZZETTA DEL RADICCHIO 1| 201122

Il bilancio del 2010 può in de nitiva ritenersi positivo, considerando anche che l’Associazione opera senza proprio personale ma con solo alcune collaborazioni esterne. Grazie infatti all’apporto volontario di molte persone e dei soci che credo-no nei principi ispiratori dell’Associazione, è stato possibile realizzare molte delle attività esposte. Nella consapevolezza che molte cose sono ancora da fare per dare il giusto risalto al nostro territo-rio, invitiamo a collaborare con

strada facendo

noi quanti abbiano idee o consigli per rendere più ef caci le nostre iniziative. Siamo consape-voli che solo attraverso la sinergia e lo scambio di idee e di conoscenze è possibile migliorare la capacità di comunicazione ed accrescere l’inte-resse verso il radicchio Igp e i luoghi da cui trae origine.

2010: GLI EVENTI DELLA STRADA DEL RADICCHIO LUOGO INIZIATIVA PROMOZIONALE PERIODO

VERONA Vinitaly 10 APRILE

PARMA Cibus 9-13 MAGGIO

BIBIONE Summer Wine Festival 25-26 GIUGNO

TREBASELEGHE Fiera dei Mussi 7 SETTEMBRE

NOALE Fiera del rosario 3 OTTOBRE

ISOLA DELLA SCALA Fiera del Riso Vialone gemellaggio 2-3 OTTOBRE

TORINO Salone del gusto 21-25 OTTOBRE

CASTELFRANCO V.TO Festa del Ringraziamento 7 NOVEMBRE

RIO SAN MARTINO Festa del radicchio rosso Igp 19-21 NOVEMBRE

VINCI (FI) 500° anniversario Leonardo Da Vinci 20-21 NOVEMBRE

CASELFRANCO V.TO Festa del radicchio variegato di C. 16-19 DICEMBRE

TREVISO Radicchio in piazza con maxischermo 18 DICEMBRE

Altro momento importante che ha suggellato l’amicizia e la sinergia tra diversi territori e prodotti tipici della Regione Veneto è stato il gemellaggio della Strada del Radicchio con la Strada del Riso Vialone. La cerimonia si è svol-ta a Isola della Scala in occasione della Fiera del Riso Vialone con la partecipazione delle autorità e della Confraternita del Tabarro, ad essa è seguita una degustazione con piatti tipici preparati dal nostro ristoratore “La Pasina”.

LA STRADA IN TASCACon l’intento di dotarsi di un adeguato strumento editoriale, che non sia il semplice opuscolo illustrativo o la classica brochure, la Strada del Radicchio ha rea-lizzato il volume “La strada del radicchio”, di 100 pagine, prezio-samente rilegato e dall’aspetto accattivante, che riassume oltre agli itinerari della strada anche le bellezze naturali, artistiche e culturali presenti nei diversi tragitti. Questo strumento edi-toriale si presta quale adeguato biglietto da visita di un territorio unico nella sua ricchezza di ambienti, tradizio-ni, monumenti. Il volume, itinerante raccolta di gusti e luoghi, può essere consultato anche nel sito uf ciale dell’associazione (www.strada-delradicchio.it). A tale volume si è aggiunta la realizzazione di un depliant illustrativo con in-serita una piantina stradale, i punti di interesse artistico e culturale, i luoghi dove degustare il radicchio e dove alloggiare;Un’altra attività quali cante è stata la predi-sposizione, in collaborazione con le Strade dei Vini e dei Prodotti Tipici del Veneto, di una se-rie di proposte turistiche, supportate da guide distribuite presso i principali tour operator. Ed è ormai in dirittura di arrivo anche la realiz-zazione della cartellonistica stradale indicante gli itinerari del radicchio Igp, attività svolta in collaborazione con i Comuni e le Province interessate. Una particolare attenzione in ne è stata data all’aggiornamento del sito www.stra-dadelradicchio.it, implementato con i luoghi di interesse, la storia, le ricette, dove mangiare, dove dormire e tutte le informazioni sul territo-rio di produzione del radicchio.

Page 23: La Gazzetta del Radicchio - n. 1 2011

dal campo

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Page 24: La Gazzetta del Radicchio - n. 1 2011

La conservazione post-raccolta

COME SCEGLIERE, PREPARARE E CONSERVARE NELLE CELLE FRIGORIFERE LE PIANTE DI RADICCHIO TARDIVO PRIMA DI METTERLE IN FORZATURA

di Federico Nadaletto, tecnico Opo Veneto

completa maturazione in campo dell’ecotipo che dobbiamo conservare, questo perché nel periodo di conservazione, che varia dai 60 ai 90/110 gior-ni, la pianta subisce degli stress termici dovuti alle basse temperature che la portano a matura-zione completa per la forzatura.Le piante da conservare devono essere completa-mente sane, quindi non devono presentare sin-tomi di Oidio (muffa bianca), Alternaria (chiazze nere tondeggianti), Sclerotinia (imbrunimenti al colletto), Botrite (chiazze prima chiare e poi con muffa grigia) e ovviamente le radici devono es-sere completamente sane e ben sviluppate, senza malformazioni evidenti al colletto. Apro una pa-rentesi su Oidio, Sclerotinia e Botrite. Il primo è una patologia subdola, in quanto molte volte non riusciamo a riconoscerla, ma nel momento della forzatura, inibendo le attività siologiche della pianta, la rende incapace di difendersi da patolo-gie peggiori come Sclerotinie, Batteriosi e Botrite.

Le seconde (Sclerotinie e Botrite), sono patogeni che lavorano anche a basse temperature, infatti, sono attive anche attorno ai 0° C.

a conservazione post raccolta del ra-dicchio può sembrare un’operazione semplice ma va sempre tenuto a mente il concetto fondamentale che dobbiamo conservare un “essere vivente”. Infatti,

dopo la conservazione in ambiente protetto o in cella frigorifera, il radicchio di Treviso tardivo dovrà andare in forzatura, quindi i parametri dello stesso devono essere atti a far riprendere alla pianta un’attività biologica non indifferen-te. Ma partiamo dall’inizio.

LA SCELTA DELLE PIANTELe piante atte alla frigoconservazione devono essere di un ecotipo Tardivo, normalmente classi cate a raccolta “Gennaio”, perché si trat-ta di ecotipi più rustici, che sopportano molto meglio le basse temperature grazie anche all’ap-parato fogliare molto vigoroso. La raccolta delle stesse deve avvenire nel periodo che precede la

L LA FRIGOCONSERVAZIONEInnanzitutto bisogna preparare le piante, che debbono essere asciutte, quindi bisogna toglie-re tutte le foglie senescenti, quelle che nor-malmente, sorreggendo la pianta eretta per il ttone, cadono verso il basso. Vanno sistemate verticalmente su casse che poi possono essere messe nei bins; non debbono essere troppo pressate e nella sistemazione nei bins devo-no avere dei piccoli spazi per permettere una buona circolazione dell’aria. Nello stesso modo i bins vanno posti in cella frigo con degli inter-spazi tra di loro. Stoccati i bins in cella (ovvia-mente solo il radicchio da conservare), la cella va regolata a -2° C, ricordando che nelle ope-razioni di prelevamento del prodotto bisogna essere molto celeri, in quanto gli sbalzi termici sono deleteri per la durata del prodotto.La conservazione, senza grosse perdite, può va-riare dai 60 a 120 giorni, ma ovviamente questo dipende dal prodotto che abbiamo stoccato. Durante la frigoconservazione, la pianta subisce un congelamento e una disidratazione, quindi, prelevato il prodotto dalla cella, è bene lasciarlo

un paio di giorni in ambiente fre-sco e protetto prima di metterlo in forzatura.A titolo di curiosità, con Veneto Agricoltura, alla ne degli anni ’90, sono state fatte delle prove di frigo-conservazione ad atmosfera con-trollata, praticamente aumentando la CO2 e portando l’ossigeno a circa il 2%. Si sono avuti ottimi risultati, portando il prodotto completamente sano per più di 120 giorni.

dal campo

LA GAZZETTA DEL RADICCHIO 1| 201124

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Le idee non hanno un colore, ne hanno tanti.

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La conservazione post-raccolta

COME SCEGLIERE, PREPARARE E CONSERVARE NELLE CELLE FRIGORIFERE LE PIANTE DI RADICCHIO TARDIVO PRIMA DI METTERLE IN FORZATURA

di Federico Nadaletto, tecnico Opo Veneto

completa maturazione in campo dell’ecotipo che dobbiamo conservare, questo perché nel periodo di conservazione, che varia dai 60 ai 90/110 gior-ni, la pianta subisce degli stress termici dovuti alle basse temperature che la portano a matura-zione completa per la forzatura.Le piante da conservare devono essere completa-mente sane, quindi non devono presentare sin-tomi di Oidio (muffa bianca), Alternaria (chiazze nere tondeggianti), Sclerotinia (imbrunimenti al colletto), Botrite (chiazze prima chiare e poi con muffa grigia) e ovviamente le radici devono es-sere completamente sane e ben sviluppate, senza malformazioni evidenti al colletto. Apro una pa-rentesi su Oidio, Sclerotinia e Botrite. Il primo è una patologia subdola, in quanto molte volte non riusciamo a riconoscerla, ma nel momento della forzatura, inibendo le attività siologiche della pianta, la rende incapace di difendersi da patolo-gie peggiori come Sclerotinie, Batteriosi e Botrite.

Le seconde (Sclerotinie e Botrite), sono patogeni che lavorano anche a basse temperature, infatti, sono attive anche attorno ai 0° C.

a conservazione post raccolta del ra-dicchio può sembrare un’operazione semplice ma va sempre tenuto a mente il concetto fondamentale che dobbiamo conservare un “essere vivente”. Infatti,

dopo la conservazione in ambiente protetto o in cella frigorifera, il radicchio di Treviso tardivo dovrà andare in forzatura, quindi i parametri dello stesso devono essere atti a far riprendere alla pianta un’attività biologica non indifferen-te. Ma partiamo dall’inizio.

LA SCELTA DELLE PIANTELe piante atte alla frigoconservazione devono essere di un ecotipo Tardivo, normalmente classi cate a raccolta “Gennaio”, perché si trat-ta di ecotipi più rustici, che sopportano molto meglio le basse temperature grazie anche all’ap-parato fogliare molto vigoroso. La raccolta delle stesse deve avvenire nel periodo che precede la

L LA FRIGOCONSERVAZIONEInnanzitutto bisogna preparare le piante, che debbono essere asciutte, quindi bisogna toglie-re tutte le foglie senescenti, quelle che nor-malmente, sorreggendo la pianta eretta per il ttone, cadono verso il basso. Vanno sistemate verticalmente su casse che poi possono essere messe nei bins; non debbono essere troppo pressate e nella sistemazione nei bins devo-no avere dei piccoli spazi per permettere una buona circolazione dell’aria. Nello stesso modo i bins vanno posti in cella frigo con degli inter-spazi tra di loro. Stoccati i bins in cella (ovvia-mente solo il radicchio da conservare), la cella va regolata a -2° C, ricordando che nelle ope-razioni di prelevamento del prodotto bisogna essere molto celeri, in quanto gli sbalzi termici sono deleteri per la durata del prodotto.La conservazione, senza grosse perdite, può va-riare dai 60 a 120 giorni, ma ovviamente questo dipende dal prodotto che abbiamo stoccato. Durante la frigoconservazione, la pianta subisce un congelamento e una disidratazione, quindi, prelevato il prodotto dalla cella, è bene lasciarlo

un paio di giorni in ambiente fre-sco e protetto prima di metterlo in forzatura.A titolo di curiosità, con Veneto Agricoltura, alla ne degli anni ’90, sono state fatte delle prove di frigo-conservazione ad atmosfera con-trollata, praticamente aumentando la CO2 e portando l’ossigeno a circa il 2%. Si sono avuti ottimi risultati, portando il prodotto completamente sano per più di 120 giorni.

dal campo

LA GAZZETTA DEL RADICCHIO 1| 201124

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L NUOVO REGIME DEI CONTRIBUENTI MINIMI

ovità assoluta per chi non supera i 30 mila euro

primo gennaio 2008 decorre il nuo-egime semplifi cato di tassazione dei tribuenti minimi persone fi siche, i li potranno “saldare” i conti con il o con il pagamento di una impostaitutiva pari al 20% in sostituzione versamento di IRPEF, IRAP, ADDI-NALI. Inoltre, saranno esonerati li adempimenti I.V.A. e dal relativo amento, oltre ad essere esonera-agli studi di settore, dai parametri tabili e dalla dichiarazione IRAP.

UTTO CIO’ CHE ISOGNA SAPERE

uindi introdotto a partire dal 2008 nuovo regime semplifi cato riserva-lle persone fi siche che esercitano vità d’impresa e di lavoro auto-

mo con ricavi o compensi pari o eriori a euro 30.000. Accesso riser-o ai soggetti che nel triennio pre-

dei soggetti che presentano i requisiti previsti per l’accesso. È possibile opta-re per il regime ordinario; l’opzione è vincolante per un triennio. In via transitoria l’opzione per il regime or-dinario esercitata per il 2008 può esse-re revocata con effetto dal 2009. Sono previste regole particolari per il passag-gio dal regime ordinario al regime dei minimi per evitare salti e duplicazioni di imposta ai fi ni delle imposte diret-te; ai fi ni IVA è previsto l’obbligo di rettifi ca della detrazione per i beni strumentali e per gli altri beni non ancora utilizzati (ad esempio giacen-ze di magazzino al 31.12.2007).

SOGGETTI ESCLUSI Sulla base di quanto stabilito dalla Cir-colare n. 73/E dell’Agenzia delle En-trate si afferma che: “Non sono compatibili con il regime dei contribuenti minimi i regimi spe-

del dDPR n. 633/72); editoria (art. 74, primo c. del dPR n. 633/72); gestione di servizi di telefonia pubblica (art. 74, primo c. del dDPR n. 633/72); rivendi-ta di documenti di trasporto pubblico e di sosta (art. 74, primo c. del dPR n. 633/72); intrattenimenti, giochi e altre attivita’ di cui alla tariffa allegata al dPR n. 640/72 (art. 74, sesto c. del dPR n. 633/72); agenzie di viaggi e turismo (art. 74-ter. del dPR n. 633/72); agritu-rismo (art. 5, comma 2, della legge 413/91); vendite a domicilio (art. 25- bis, comma 6, del dPR n. 600/73); ri-vendita di beni usati, di oggetti d’arte, d’antiquariato o da collezione (articolo 36 del d.l. n. 41/95); agenzie di vendite all’asta di oggetti d’arte, antiquariato o da collezione (articolo 40-bis del d.l. n. 41/95).” È previsto che ulteriori dispo-sizioni per l’applicazione del regime siano contenute in un Decreto attuati-vo in corso di emanazione.

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La difesa dalle malattie fungine del radicchio

causati da Rizoctonia e Sclerotinia o che determinano danni all’ap-parato fogliare come oidio, Cerco-spora, Alternaria e Botrite. Queste malattie non sono facili da curare dato che la coltura sta in campo per un lungo periodo e spesso con condizioni climatiche molto

Quando si parla di difesa fungina delle insalate normalmente ci si riferisce alla Bremia, ma nel caso del radicchio questo è l’ultimo dei problemi. Molte altre sono le malattie che lo possono dan-neggiare: malattie che portano a marciumi radicali come quelli

favorevoli all’instaurarsi di questi parassiti fungini.

Per una difesa effi ciente è fonda-mentale la prevenzione: ampie rotazioni, asportazione dei residui colturali, eliminazione dei ristagni d’acqua e concimazioni bilancia-te. Questo però non basta e, a integrazione delle buone pratiche colturali, è indispensabile ricorre-re alla difesa chimica con prodotti caratterizzati da elevata effi cacia e dal buon profi lo ecotossicologico.

ORTIVA® e SWITCH® sono due fungicidi indispensabili per la difesa del radicchio. ORTIVA® appartiene alla famiglia chimica delle strobilu-rine ed è caratterizzato da uno spettro d’azione molto am-pio che include tutti i princi-pali parassiti fungini. E’ infatti attivo nei confronti di Oidio, Alternaria, Cercospora oltre ad alcune malattie del terreno come Rizoctonia ed in parte sclerotinia. Inoltre Azoxistro-bin, principio attivo di ORTI-VA®, oltre ad essere effi cace sulle malattie precedente-mente citate, agisce su alcuni processi metabolici della col-tura che risulta più resistente a condizioni climatiche diffi cili

informazioni per le aziende

ed appare più rigogliosa. Questo comporta un miglioramento sia qualitativo, che quantitativo della produzione. Il periodo ottimale d’impiego risulta quindi essere quello del post-trapianto quando il fungicida protegge il radicchio anche da Rizoctonia favorendo-ne il superamento della crisi di trapianto e durante lo sviluppo vegetativo quando ci sono condi-zioni predisponenti lo sviluppo di oidio, Cercospora ed Alternaria.

SWITCH® è invece il fungici-da specialista per il controllo di Sclerotinia e Botrite. Per il primo patogeno si consiglia di utilizzarlo nelle prime fasi del ciclo bagnan-do abbondantemente la base del-la pianta. La Botrite normalmente si sviluppa più tardivamente con pianta sviluppata e SWITCH® va impiegato in questa fase. Un trattamento con SWITCH® in pre-raccolta inoltre favorisce la conservazione del radicchio nei magazzini.

ORTIVA® E SWITCH®: DUE FUNGICIDI INDISPENSABILI PER LA DIFESA DELLA COLTURA

a cura di: Syngenta Crop Protection

FUNGICIDA AD AMPIO SPETTRO DI AZIONE PER LE COLTURE ORTICOLEORTIVA® è un fungicida particolarmente ef cace per via preventiva nei confronti di numerose malattie delle colture orticole. La sostanza attiva Azoxystrobin si depo-sita in parte sulla vegetazione trattata e in parte viene assorbita e si ridistribuisce in modo uniforme all’interno delle foglie (anche con movimento translaminare).ORTIVA® è caratterizzato da basse dosi d’impiego, breve intervallo di sicurezza ed è selettivo nei confronti di api, bombi e artropodi utili.

COMPOSIZIONEAzoxystrobin 23,2%(250 g/l)INDICAZIONI DI PERICOLON - pericoloso per l’ambienteFORMULAZIONEsospensione concentrataNUMERO DI REGISTRAZIONE10161 del 24.9.99

FUNGICIDA ANTIBOTRITICO PER VITE E COLTURE ORTICOLE, SPECIFICO ANCHE CONTRO MONILIOSI DELLE DRUPACEE E MACULATURE BRUNA DEL PEROSWITCH® è un fungicida particolarmente ef cace nei confronti della Muffa grigia e di altri marciumi di numerose colture. Grazie all’associazione complementare e sinergica di Fludioxonil (fenilpirrolo) e Cyprodinil (anilinopirimidina), si distingue per livello di ef cacia e durata della protezione, anche nei confronti di popolazioni di funghi resistenti o solo parzialmente sensibili ad altri fungicidi in commercio. Selettivo nei confronti delle api e dei più comuni e importanti insetti ed acari utili, SWITCH® si adatta perfettamente ai programmi di difesa integrata.

COMPOSIZIONECyprodinil 37,5%Fludioxonil 25%INDICAZIONI DI PERICOLON - pericoloso per l’ambienteFORMULAZIONEgranuli idrodisperdibiliNUMERO DI REGISTRAZIONE9578 del 2.4.98 Foto di Paolo Spigariol e Mara Zanato

LA GAZZETTA DEL RADICCHIO 1| 2011 27

Page 28: La Gazzetta del Radicchio - n. 1 2011

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