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LA GRECIA PENSA A UNA VALUTA PARALLELA __________ Ecco i dettagli di una delle p delle proposte sul tavolo del governo Tsipras 22/06/2015 DOCUMENTI www.fef.academy

LA GRECIA PENSA A UNA VALUTA PARALLELAvicine al governo di Atene ci hanno rivelato la concreta possibilità che questa proposta possa essere introdotta in caso di mancato accordo

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    LA GRECIA PENSA A UNA VALUTA PARALLELA A oggi la situazione delle trattative fra il governo greco guidato da Alexis Tsipras e le istituzioni europee è ormai giunta ad una fase di stallo. È difficile prevedere se la Grecia resterà all'interno dell'Eurozona e a quali condizioni. La crisi greca - inasprita dall'approvazione di misure di austerità introdotte a partire dal 2010, che hanno portato al blocco di stipendi pubblici, delle pensioni, ad aumenti di imposte e tagli alla spesa pubblica - ha ormai ha ormai assunto proporzioni senza precedenti. Nel 2015 con la vittoria del partito di sinistra radicale Syriza, i creditori internazionali congelano il pagamento delle ultime tranche del programma di aiuti (del valore totale di 7,2 miliardi di euro) in attesa di un nuovo accordo per contrattare un programma di finanziamenti. La proposta, elaborata da uno dei ricercatori del centro studi Levy Institute of Bard College, Robert Parenteau, è datato dicembre 2013 ma contiene una proposta che potrebbe consentire alla Grecia di risollevare lo stato della propria economia ed è da tempo in fase di studio da parte di ambienti governativi greci ed internazionali. Sempre più giornali parlano della possibile introduzione di una valuta parallela e fonti vicine al governo di Atene ci hanno rivelato la concreta possibilità che questa proposta possa essere introdotta in caso di mancato accordo.

       

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    16/02/2015    

    Tax  Anticipation  Notes:    uno  strumento  alternativo  e  tempestivo  di  finanziamento  per  la  Grecia  

     di  Robert  Parenteau  *  

         Nota   del   redattore:   questa   idea   è   stata   recentemente   accolta   da   Wolfgang   Munchau   sul  Financial   Times   come   un   mezzo   per   sostenere   politiche   di   espansione   fiscale,   nonostante  l'ʹattuale   stallo   nei   negoziati   fra   il   governo   Greco   e   il   soggetto   economico   conosciuto  precedentemente  come  Troika.  L'ʹutilizzo  di  Tax  Anticipation  Notes  [letteralmente  “titoli  di  anticipazione  d'ʹimposta”,  nda]  come  titoli  provvisori  che  consentano  alla  Grecia  di  avere  maggiore  spazio  a   livello   fiscale  è  stato  menzionato  dall'ʹautore  di  questo  scritto  già  nel  dicembre  del  2013.      L'ʹelezione   in   Grecia   di   un   partito   apertamente   schierato   contro   le   politiche   di  austerità   ha   scosso   profondamente   il   consenso   rispetto   alla   linea   politica   tracciata  nell'ʹEurozona,   e   riportato   alla   luce   tutta   una   serie   di   questioni   che   erano   state  ignorate  o  addirittura  soppresse  all’interno  del  dibattito  politico.   Il  consolidamento  fiscale   espansivo   ha   dimostrato   la   sua   infondatezza.   In   Grecia,   le   difficoltà   nel  sostenere   una   crescita   del   PIL   tramite   un   avanzo   primario   di   bilancio   sono   assai  evidenti.   Di   conseguenza,   è   risultato   estremamente   difficoltoso   ottenere   un  miglioramento  nel  rapporto  fra  il  debito  pubblico  e  il  PIL.  E  anche  se  da  un  punto  di  vista  aritmetico  si  potrebbe  evitare  di  finire  in  una  situazione  di  trappola  del  debito,  indubbiamente  l'ʹemergere  di  partiti  di  opposizione  rispetto  all'ʹEurozona  suggerisce  che  ci  siano  dei  limiti  a  livello  politico  nell'ʹaccettazione  di  un  consolidamento  fiscale.  Syriza   ha   rilanciato   una   terza   questione   e   ha   apertamente   dichiarato   che   non  accetterà   un'ʹestensione   dell'ʹattuale   programma   di   salvataggio:   uno   schema   Ponzi  dove   i   nuovi   prestiti   sono   finalizzati   a   ripagare   gli   impegni   sul   debito   pregresso,  ancor  di  più  in  un  contesto  nel  quale  i  redditi  nominali  stanno  diminuendo.    La   Troika   ha   risposto   a   queste   osservazioni   ignorando   nella   sostanza   questi  argomenti  che  mettono  in  discussione  le  posizioni  che  da  sempre  porta  avanti,  e  anzi  ha  addirittura  inasprito  la  propria  posizione  negoziale.  La  richiesta  di  Syriza  volta  a  

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    una  riduzione  del  debito,  basata  in  parte  sul  riconoscimento  dei  punti  sopracitati,  è  stata   sommariamente   respinta.   In   aggiunta,   la   BCE   ha   evidenziato   nelle   proprie  stime   come   il   governo   greco   non   stia   rispettando   gli   accordi   dell’ultimo   piano   di  salvataggio   e   per   questo   motivo   non   accetterà   più   titoli   di   Stato   greci   come  collaterale  per  fornire  liquidità  alle  banche  greche.  Questa  situazione  porta  le  banche  greche  a  finanziarsi  esclusivamente  tramite  l’ELA  [Emergency  Liquidity  Asssistance,  si  tratta   di   un   meccanismo   utilizzato   della   BCE   per   fornire   liquidità   alle   banche   in  circostanze   di   emergenza,   nda],   ma   l’utilizzo   di   questo   strumento   pone   le   banche  Greche   in   situazione   di   instabilità   perché   può   essere   revocato   dalla   BCE   con   un  preavviso   di   due   settimane,   con   la   sola   maggioranza   di   due   terzi   del   consiglio  direttivo.   Se   il   termine   del   28   febbraio   per   l'ʹestensione   dell'ʹattuale   programma   di  salvataggio  non  verrà  rispettato  o   in  qualche  modo  posticipato,   la  Grecia  rischia  di  affrontare   con   molta   probabilità   difficoltà   a   finanziarsi.   Anche   se   molto  probabilmente   Syriza   riuscirà   a   spuntare   un   prestito   ponte,   si   profilano   per  quest'ʹestate  grosse   cifre  necessarie   a   ripagare   il   debito   [la   situazione  nella  quale   ci  troviamo  attualmente,  nda].    L’opzione   nucleare   di   uscita   dall’euro   rimane,   anche   se   Syriza   durante   la   sua  campagna  elettorale  non  ha  mai  esposto  apertamente  questa  opzione  e  dai  sondaggi  realizzati   anche   i   cittadini   greci   non   si   sentono   di   prendere   in   considerazione   tale  ipotesi.   Un'ʹuscita   potrebbe   inoltre   imporre   condizioni,   almeno   nel   breve   periodo,  persino  peggiori  per   i   cittadini  greci.  La  probabile   svalutazione  della  nuova  valuta  porterebbe  ad  un  aumento  probabile  dei  costi  per   i  beni  di   importazione.  Nel  caso  della  Grecia  costituiti  in  gran  parte  da  cibo,  carburante  e  medicinali,  e  questo  non  è  un   problema   da   poco.   Il   sistema   bancario   potrebbe   essere   colpito   da   insolvenze   e  fughe  di  capitali.   I  debiti  contratti  al  di   fuori  della   legislazione  greca  non  potranno  essere   ridenominati   nella   nuova   valuta,   ciò   porterebbe   ad   un   default   o   a   costi   di  ristrutturazione   del   debito   estremamente   onerosi.   In   ogni   caso,   nel   periodo  successivo  all’uscita  dall’Euro,   la  Grecia  si   troverebbe  molto  probabilmente  tagliata  fuori  dai  mercati  internazionali.  Uscire  dall’Euro  è  un’  opzione,  ma  tale  scelta  pone  significativi  costi  sia  politici  che  economici.    Il  compito  dei  partiti  anti-‐‑austerità  come  Syriza  (visto  il  quadro  che  si  va  delineando)  deve   essere   quello   di   trovare   una   strategia   politica   che   gli   consenta   di   eliminare  l’austerità  rimanendo  nell’euro.  In  assenza  di  un  miglioramento  sufficiente  del  saldo  delle  partite  correnti  o  di  un  significativo  aumento  degli  investimenti  di  famiglie  e  di  imprese   compatibili   con   i   loro   livelli   di   risparmio   desiderato,   un   certo   grado   di  autonomia   fiscale   può   essere   riguadagnato   solo   a   condizione   che   si   verifichi   una  crescita  dei  redditi  (e  quindi  dell'ʹabilità  di  ripagare  il  debito).  La  seguente  proposta  introduce   un  meccanismo   governativo   di   finanziamento   alternativo,   integrato   con  

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    una  serie  di  misure  necessarie  per  evitare  il  rischio  di  un  abuso  di  questo  strumento,  che  potrebbe  raggiungere  l'ʹobiettivo  di  sciogliere  il  bandolo  della  matassa.    Per   fare   in   modo   che   ci   sia   un   ritorno   alla   crescita   grazie   ad   un   aumento  dell’autonomia  fiscale  è  necessario  che  sia  introdotto  unilateralmente  uno  strumento  alternativo  di  finanza  pubblica.  I  governi  federali  a  tal  proposito  potrebbero  emettere  dei  TANs  [Tax  Anticipation  Notes]  a  beneficio  dei  dipendenti  e  fornitori  statali  e  più  in   generale   per   tutti   i   beneficiari   di   trasferimenti   pubblici.  Questi   tax   anticipation   notes,   che   sono   già   ben   conosciuti   e   utilizzati   dai   governi  federali  statunitensi  avrebbero  le  seguenti  caratteristiche:    1.  Nessuna  cedola:  alcun  pagamento  di  interessi  sarà  effettuato  verso  i  detentori  dei  TANs.      2.  Perpetuo:  ovvero  senza  data  di  scadenza  e  quindi  non  sarà  necessario  ripagare  il  capitale,   in  questo  caso   i  TANs  non  andrebbero  ad  incrementare   il  rapporto  debito  pubblico/PIL;   il   tutto   è   molto   simile   all’emissione   effettuata   dalla   banche   di  obbligazioni  perpetue,  che  vengono  conteggiate  come  patrimonio  netto  e  che  aiutano  le  banche  stesse  a  rispettare  i  requisiti  di  capitale.    3.  Trasferibile:  può  essere  venduto  a  terzi  sul  mercato  aperto,  esattamente  come  ogni  titolo  al  portatore.    4.  Accettati  con  un  rapporto  1  TAN  =  1  Euro  dal  governo  federale  per  il  pagamento  delle  passività  fiscali  da  parte  del  settore  privato.    Nel  momento   in   cui   il   governo   realizza   i   suoi   piani   di   spesa,   i   TANs   potrebbero  essere   distribuiti   elettronicamente   sui   conti   correnti   di   imprese   e   famiglie   a   cui  spettano,  tramite  un  sistema  di  transazione  criptato  e  sicuro.  E,  dal  momento  che  ci  sono  ampi  pagamenti  in  sospeso  da  parte  del  governo  greco  e  ci  sono  anche  grossi  arretrati   sul  pagamento  delle   imposte,   i   TANs  dovrebbero   essere   immediatamente  accettati.   In   parole   povere,   il   governo   effettuerebbe   una   cartolarizzazione   delle  future  passività  fiscali  dei  propri  cittadini,  generando  così  dei  crediti  d’imposta.    Questo   credito   d'ʹimposta   non   verrebbe   contabilizzato   come   una   passività   sul  bilancio  del  governo  (i    British  consols  rappresentano  un  esempio  storico  similare),  e  non   richiederà   un   flusso   futuro   per   il   pagamento   di   interessi   –   pagamento   che  aumenterebbe   la   spesa  pubblica,   andando  ad   aumentare   il   disavanzo  pubblico  nei  successivi   bilanci.   I   governi   che   emettono   i   TANs   potrebbero   così   portare   avanti  politiche  di  bilancio  espansive  che  sono  necessarie  per  riportare  le  loro  economie  su  un  percorso  di  crescita  guidata  dalla  piena  occupazione.  

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       Molti   hanno   sollevato   la   questione   se   i   TANs,   al   di   là   del   nome,   non   sono   da  considerarsi   come   una   valuta   parallela   a   tutti   gli   effetti,   e   se   i   TANs   potrebbero  essere  scambiati   con   l'ʹEuro  a  un   tasso  di   sconto.  Come  sottolineato  sopra,     i  TANs  saranno  accettati  dal  governo  in  un  rapporto  di  1  a  1  con  l’Euro.  Inoltre,  i  TANs  sono  perpetui,  titoli  al  portatore  privi  di  cedola  denominati  in  euro,  non  in  nuove  dracme.  E  dal  momento  che  i  i  vari  trattati  europei  che  regolano  l'ʹEurozona  lasciano  il  diritto  ai  governi  di  imporre  le  tasse  ai  propri  cittadini  e  di  definire  cosa  accetteranno  per  il  pagamento   di   quelle   imposte,   questo   rende   i   governi   dei   “market   maker”   con  sufficiente  “potere  di  acquisto”  per  sostenere  la  convertibilità  di  1  TAN  per  1  Euro.  Per   esempio,   se   i   TANs   dovessero   essere   scambiati   fra   i   cittadini   con   un   leggero  tasso   di   sconto,     allora   la   domanda   di   TANs   per   il   pagamento   delle   imposte  aumenterebbe  (proprio  perché  questo  sarebbe  il  modo  meno  oneroso  per  adempiere  agli  obblighi  fiscali),  spingendo  così  i  TANs  alla  parità  rispetto  all’Euro.    Molti  hanno  sollevato  la  questione    se  i  TANs  farebbero  scattare  immediatamente  le  clausole  di  default  sui  titoli  di  Stato  esistenti.  Ricordiamo  che  i  TANs  non  sono  stati  concepiti  come  mezzi  per  il  pagamento  di  interessi  o  del  capitale  sul  debito  esistente.  I   cittadini,   inoltre,   avranno   la   piena   discrezionalità   nello   scegliere   se   pagare   le  imposte   in   Euro   o   in   TANs.   È   indubbio   che   i   TANs   rappresentino   un   credito   che  precede  le  entrate  fiscali,  e  quindi  siano  subordinati  rispetto  ai  titoli  esistenti.    Un  costo  esplicito  nell’utilizzo  dei  TANs  potrebbe  essere   l’imposizione  di   sanzioni  nel  caso  in  cui  il  disavanzo  di  bilancio  del  3%  in  rapporto  al  PIL  stabilito  dal  Patto  di  Stabilità   e   Crescita   venga   violato.   Tuttavia,   sia   la   Germania   che   la   Francia   hanno  apertamente  infranto  questa  soglia  nel  2004  senza  ricevere  sanzioni,  ciò  ha  creato  un  precedente  che  può  essere  utilizzato  per  contestare  eventuali  ammende.    Inoltre,  se  le  misure  di    espansione  fiscale  verranno  perseguite  tramite  l’utilizzo  dei  TANs  e  tale  stimolo  avrà  sufficiente  efficacia  nel  rimettere  in  moto  la  crescita  dei  redditi,  allora  le  entrate  fiscali  con  grande  probabilità  aumenteranno  facendo  convergere  il  rapporto  deficit/PIL  sotto  la  soglia  del  3%.  Dopo  tutto,  c’è  da  notare  che  i  recenti  tentativi  di  consolidamento   fiscale     hanno   fatto   salire   e   non   diminuire   il   rapporto   debito  pubblico/PIL.    In   aggiunta   a   quanto   sopra,   se   ci   sono   paesi   con   disavanzi   cronici   delle   partite  correnti   superiori   al   3%   del   PIL,   la   semplice   regola   contabile   della   partita   doppia  implica  che  ci  sono  paesi  che  hanno  bisogno  di  violare  la  regola  del  3%  di  disavanzo  pubblico  in  rapporto  al  PIL,  se  vogliono  che  il   loro  settore  privato  nazionale  non  si  incammini  verso  una  strada  di  indebitamento  netto.  In  caso  contrario,   le  restrizioni  

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    sulle   politiche   fiscali   andranno   ad   esacerbare   le   situazioni   debitorie  di   famiglie   ed  imprese,  generando  un  aumento  della  fragilità  del  settore  privato.      Gli   autori   del   cosiddetto   Patto   di   Stabilità   e   Crescita   sembrano   aver   ignorato   le  implicazioni   di   questa   regola   contabile,   creando   il   contesto   per   possibili   rischi  finanziari   nell'ʹEurozona,   come   è   stato   evidente   all'ʹindomani   della   crisi   finanziaria  globale   del   2007-‐‑08.   La   regola   sul   limite   al   deficit   fiscale   introdotta   dal   Patto   di  Stabilità  e  Crescita  merita  di  essere  rivista  e  messa  in  discussione,  non  solo  per  le  sue  involontarie  conseguenze  legate  all’aumento  dell'ʹindebitamento  del  settore  privato,  come   testimoniato   dai   paesi   periferici   dell'ʹEurozona   durante   la   crisi   finanziaria  globale,  ma  anche  perché  queste  politiche  hanno  fallito  miseramente  nel  loro  scopo  dichiarato  di  ridurre  il  rapporto  debito  pubblico/PIL.      È  vero  che  è  improbabile  che  i  TANs  vengano  accettati  dai  partner  commerciali  delle  nazioni  che  li  adotteranno  come  strumento  di  finanziamento  alternativo,  a  meno  che  questi  partner  commerciali  non  abbiamo  passività  fiscali  o  tariffarie  nei  confronti  dei  paesi  che  adottano  questo  meccanismo  di   finanziamento  alternativo.  Ad  ogni  caso,  molto  probabilmente  i  TANs  saranno  utilizzati  nelle  transazioni  sul  mercato  interno,  che   in  questo  modo   avrà  maggiori   quantità  di  Euro  per  pagare   le   importazioni  di  beni  essenziali  come  cibo,  carburante  e  medicine.    Naturalmente,   per   rendere   funzionante   questo   meccanismo   di   finanziamento  alternativo,  dovrà  essere  migliorata  la  capacità  di  riscossione  delle  imposte.  E  anche  una  distribuzione  più  equa  degli  oneri  fiscali  fra  la  cittadinanza  potrà  agevolare  una  più  ampia  accettazione  di  questi  titoli  nelle  transazioni.    Mentre   l'ʹemergere   della   deflazione   dei   prezzi   è   la   preoccupazione   più   recente  nell'ʹEurozona,   alcuni   potrebbero   temere   che   questo  meccanismo   di   finanziamento  alternativo   possa   innescare   una   rapida   accelerazione   dell'ʹinflazione,   se   non  addirittura   un'ʹiperinflazione,   dal   momento   che   i   vincoli   sui   bilanci   pubblici  sarebbero  ridotti.  Per   risolvere  questo  problema,  potrebbe  essere  utile  che   la  banca  centrale   di   ciascun   paese   diventi   responsabile   del   monitoraggio   dell'ʹandamento  dell'ʹinflazione   interna  e  della   creazione  di   efficaci   e   rapidi   sistemi  di   segnalazione.  Entrambe  le  funzioni  possono  essere  supervisionate  e  convalidate  da  una  parte  terza  indipendente   -‐‑   come   il   Fondo   Monetario   Internazionale   o   lo   staff   della   BCE.   Le  regole  potrebbero  quindi  essere  attuate  imponendo  una  riduzione  nell'ʹemissione  dei  TANs  qualora  l'ʹinflazione  dovesse  accelerare  in  un  certo  periodo  di  tempo  specifico  oltre  un  qualche  limite  stabilito.  Potrebbe  anche  essere  introdotto  un  provvedimento  per   diminuire   ulteriormente   l'ʹemissione   di     TANs   nel   caso   in   cui   l'ʹinflazione   non  dovesse  scendere  al  di  sotto  dell'ʹobiettivo  stabilito.    

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    Inoltre,   specifici   colli   di   bottiglia   dal   lato   dell'ʹofferta,   che   potrebbero   contribuire   a  pressioni   inflazionistiche   potrebbero   essere   individuati   e   affrontati   mediante   una  spesa  in  infrastrutture,  formazione  professionale,  o  incentivi  fiscali  tramite  i  TANs.  I  TANs   potrebbero   anche   essere   utilizzati   per   implementare   una   politica   per   la  creazione  di  posti  di  lavoro  incentarata  sullo  schema  del  datore  di  lavoro  di  ultima  istanza   (Employer   of   Last   Resort,   ELR),   che   potrebbe   anche   avere   un   effetto  stabilizzante   sull'ʹinflazione.  Rania  Antonopoulos,  Vice  Ministro  del  Lavoro   e  della  Solidarietà  Sociale   in  Grecia,  ha  già  eseguito  una  simulazione  di  prova  dell'ʹELR   in  Grecia,  ed  è  pronta  a  estenderlo  nel  suo  nuovo  incarico  (puoi  vederne  un  abbozzo  e  una  simulazione  di  come  potrebbe  essere  implementato  qui)  .  Non  è  difficile,  in  altre  parole,   creare   meccanismi   di   politica   economica   sia   dal   lato   della   domanda   che  dell'ʹofferta   che   potrebbero   ridurre   le   probabilità   di   un'ʹinflazione   in   costante  accelerazione.   Ed   è   questo   esito   che   spaventa   e   sembra   motivare   la   propensione  verso  il  rigore  fiscale  da  parte  di  molti  responsabili  politici  dell'ʹEurozona.  La  Troika  sembra  ossessionata  dai  fantasmi  dell'ʹinflazione  della  prima  Repubblica  di  Weimar,  mentre  ha  completamente  dimenticato  che  furono  le  devastanti  politiche  di  austerità  fiscale  di  Bruning  che  hanno  aperto   le  porte  al  Terzo  Reich.  La  storia  mette   in   luce  che   il  danno  è  stato   fatto   in  entrambe   le  direzioni,  quindi  cerchiamo  di   imparare  a  pieno  le  lezioni  della  storia,  piuttosto  che  ripetere  gli  stessi  fatali  errori.    L'ʹausterità  ha  dimostrato  di  essere  un  disastro  su  quasi  tutti  i  fronti.  Le  imprese  sono  state   condotte   alla   bancarotta,   le   famiglie   sono   cadute   nella   povertà   assoluta,   le  banche   hanno   perso   capitale   a   causa   delle   perdite   sui   prestiti   effettuati,   le   entrate  fiscali  sono  diminuite  oppure  sono  state  dirottate  verso  il  servizio  del  debito  (debito  che  è  stato  emesso  in  ultima  istanza  per  socializzare  le  perdite  derivanti  dai  prestiti  bancari  deteriorati),  e  il  debito  pubblico  in  rapporto  al  PIL  è  aumentato.  Le  economie  non   sono   evidentemente   proiettate   verso   percorsi   di   crescita   guidata   dalla   piena  occupazione   quando   strumenti   come   la   politica   fiscale,   il   tasso   di   cambio,   e   la  sovranità   monetaria   sono   drasticamente   circoscritti,   in   modo   che   i   prezzi   siano  apparentemente   liberi   di   adattarsi   alle   forze   di   mercato.   Avremmo   dovuto  apprendere   queste   cose   dalle   teorie   di   John   Maynard   Keynes,   Irving   Fisher,   e  Hyman  Minsky,  e  adesso  dovremmo  saperlo  anche  per  l'ʹesperienza  storica  vissuta.  Eppure   questa   fatele   idea   neo-‐‑liberista,   che   poggia   sulle   proprietà   di   auto-‐‑regolazione   dei  mercati   senza   vincoli,   è   stata   la   premessa   centrale   dietro   l'ʹUnione  Monetaria   Europea,   insieme   al   fondamentale   impianto   di   creazione   difettoso  dell'ʹEuro.    I   paesi   possono   essere   in   grado   di   uscire   da   politiche   di   austerità,   senza   dover  affrontare   le   numerose   sfide   derivanti   da   un'ʹuscita   dall'ʹeuro.   Potrebbe   essere  possibile   sciogliere   il   nodo   politico   dell'ʹEuozona.   Attraverso   il   meccanismo   di  finanziamento  alternativo  dei  TANs,  paesi  come  la  Grecia  potrebbero  essere  in  grado  

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    di  contrastare   la  minaccia  di  un   taglio  dei   fondi  da  parte  della  Troika.  Simulazioni  politiche   sull'ʹutilizzo   di   TANs   da   parte   degli   economisti   del   Levy   Economics  Institute   appaiono   assolutamente   plausibili   (guarda   da   pag.   11   in   poi   nella   parte  Analisi   Strategica,   pubblicata   un   anno   fa   dal   Levy   Institute).   Dopo   troppi   anni   di  devastante   austerità   guidata   da   scelte   politiche   disinformate   e   assolutamente  sbagliate,  i  paesi  possono  essere  in  grado  di  recuperare  un  po'ʹ  di  controllo  sulla  loro  politica   fiscale,   e   infine   creare  un  percorso  per   tornare  alla  piena  occupazione.  Dal  momento  che  le  posizioni  della  Troika  hanno  fatto  emergere  un  partito  anti-‐‑austerità  come   Syriza,   arrivato   in  posizione  di   governo,   la  Grecia   ha   la   possibilità   di   aprire  una  via  d'ʹuscita  dall'ʹausterità  senza  uscire  dall'ʹeuro.  Yanis,  prenditi  un  TAN.      ___________    *  Rob  Parenteau  CFA,  è  proprietario  unico  di  Di  MacroStrategy  Edge  e  ricercatore  associato  del  Levy  Economics  Institute.      Link  documento  originale:  http://www.levyinstitute.org/publications/tax-‐‑anticipation-‐‑notes-‐‑a-‐‑timely-‐‑alternative-‐‑financing-‐‑instrument-‐‑for-‐‑greece              

    Traduzione:  David  Lisetti  –  Daniele  Della  Bona  

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