La Montagna Magica - Traduzione Dal Fran - Thomas Mann - Renata Colorni (Traduttric

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montagna incantata

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La Montagna Magica - Traduzione dal francese (Meridiano Mond adori) Qui di seguito si riproduce per intero la conversazione mistilingue tra Clawdia Chauchat e Hans Castorp; i brani che nell'originale figurano in francese (si ved a qui alle pp. 494-506) si segnalano in corsivo, sempre nella traduzione di Rena ta Colorni: un giovane molto rigoroso, molto per bene, molto tedesco. Rigoroso? Per bene? ripet lui. Capisco il francese megl io di quanto non lo parli. Vuoi dire che pedante. Ci consideri pedanti, n oi tedeschi... noialtri tedeschi? Stiamo parlando di suo cugino. Ma vero, siete un poco borghesi. Amate l'ordine pi della libert, lo sa tutta l'Europa.par Amare... amare... Chiss che significa! Non ben definita questa parola. Quel che uno possiede, l'altro lo ama, come si usa dire da noi afferm Hans Castorp. Negli ultimi tempi seguit, mi capitato a volte di riflettere sulla libert . Cio ho sentito pronunciare cos spesso questa parola che ci ho pens ato su. Te lo dir in francese, quello che ho pensato. Ci che tutta l'Europa chiama libert forse qualcosa di piuttos to pedante e borghese, se lo si confronta con il nostro bisogno di ordine - seco ndo me cos! Ma davvero! Questo s che buffo. a tuo cugino che stai pensando mentre dici cose cos stravaganti? No, mio cugino davvero un bravo tipo, un'indole semplice, non a rischio, capisci. Ma non borghese, militaresco.ar Non a rischio? ripet lei con sforzo...Intendi dire: una natura solida, sicura di s? Eppure seriamente ammalato, il tuo pove ro cugino. Chi l'ha detto? Qui si sa tutto di tutti. Te l'ha detto il consigliere aulico Behrens? Pu darsi, mentre mi mostrava i suoi dipinti.yphpar E cio: mentre ti faceva il ritratto! Perch no. L'hai trovato riuscito il mio ritratto?ain Ma certo, estremamente riuscito. Behrens ha restituito la tua pelle con grande esat tezza, oh, davvero assai fedelmente. Mi piacerebbe moltissimo essere anch'io un ritrattista, per avere l'opportunit di studiare come lui la tua pelle. parli in tedesco, per favore! Oh, io parlo tedesco anche in francese. Dipingere una sorta di studio artistico e medico - insomma: si tratta di una disciplina umanistica, mi comprendi. E adesso, non vuoi ballare? ?Ma no, infantile. Di nascosto dai medici. E non appena Behrens ritorner, tutti quanti si pre cipiteranno sulle sedie. Sar davvero ridicolo.ar Hai un cos grande rispetto di lui? Di chi? domand lei pronunciando la battuta con uno strano acce nto. Di Behrens. Ma piantala con il tuo Behrens! C anche poco spazio per ball are. E per di pi sui tappeti... Possiamo guardare quelli che ballano. ar S, d'accordo approv lui e si mise a guardare il saltelli o dei pazienti mascherati nel salone e nella sala di scrittura, standole accanto con il suo volto pallido e gli occhi azzurri dallo sguardo pensoso di suo nonno . Nella sala di scrittura saltellavano la suora muta con Enrico l'Azzurro, e la signora Salomon, travestita da cavaliere al ballo, in frac e panciotto bianco, p ettorina rigonfia, baffi dipinti e monocolo, su scarpe di vernice con il tacco a lto che spuntavano innaturali sotto i neri pantaloni da uomo, danzava con il Pie rrot dalle labbra rosso sangue che spiccavano lucide sul volto imbiancato dagli occhi simili a quelli di un coniglio albino. Il greco con la mantella dondolava le sue gambe armoniose rivestite di maglia lilla intorno a Rasmussen in dc ollet dai lustrini scuri; il pubblico ministero in kimono, la moglie del c onsole generale Wurmbrand e il giovane Gnser ballavano addirittura a tre, tenendosi per le braccia; e quanto alla Sthr, danzava con la scopa premuta sul cuore, e ne accarezzava le setole come fossero i capelli ritti di un essere umano. Facciamolo ripet Hans Castorp meccanicamente. Parlavano sottov oce, tra le note del pianoforte. Stiamocene qui seduti, guardiamo come fos se un sogno. Devi sapere che per me come un sogno stare qui seduto insiem e a te... come un sogno particolarmente profondo, poich bisogna dormire assai profon damente per fare un sogno come questo... Intendo dire: un sogno ben noto, sognato da tantissimo tempo, antico, eterno, s, star seduto accanto a te come adesso l'eternit. plain Poeta! disse lei. Borghese, umanista e poeta eccolo il tedesco fatto e finito, il tedesco come si deve! Temo che non siamo per niente come si deve rispose lui. Da nessun punto di vista. Siamo forse, assai semplicemente, riottosi figli della vita. Che simpatica espressione. Ma dimmi.., Non che questo sogno sarebbe stato cos difficile da sognare gi da un bel pezzo. Il signore si risolto piuttosto tardi a rivolgere la parola alla sua umile serva. A che servono le parole? disse lui. A che scopo parlare? Parlare, discorrere, una cosa prettamente repu bblicana, questo lo ammetto. Ma ho i miei dubbi che sia poetica nella stessa mis ura. Uno dei nostri pensionanti, che diventato un po' mio amico, il signo r Settembrini... Ti ha appena lanciato alcune parole. Gi, non c' dubbio che sia un ottimo parlatore, e inoltre gli p iace molto recitare dei bei versi... ma si pu forse dire che sia un poeta? Mi rammarico sinceramente di non aver mai avuto il piacerei di fare la con oscenza di quel cavaliere. Lo credo bene. Ah! Lo credi. Come? Ma no, quella che ho detto era una battuta senza importanza. Io, te ne sarai accorta, quasi non parlo il francese. Eppure con te preferisco questa l ingua alla mia, perch per me, in un certo senso, parlare francese p arlare senza parlare... senza responsabilit, oppure come parliamo in sogno . Mi capisci? Pi o meno. sufficiente... Parlare seguit Hans Castorp ... una misera faccenda! Nell'eternit non si parla affatto. Nell'eterni t, sai, si fa come quando si disegna un maialino: si spinge la testa indie tro e si chiudono gli occhi. Buona, questa, niente male! Ti ci trovi a tuo agio nell'eternit, su questo non c' dubbio, la conosci a fondo. Devo ammettere che sei un piccol o sognatore abbastanza speciale. E poi disse Hans Castorp, se ti avessi parlato prima, sarei stato obbligato a darti del lei"! Ebbene, hai per caso intenzione di darmi del "tu" per sempre?ard Ma certo. Ti ho sempre dato del "tu" e continuer a farlo in eterno.u187? Questa, devo dire, la trovo un po' forte. In ogni caso non avrai l'opportu nit di darmi a lungo del "tu". Sto per partire.par Ci volle un po' di tempo perch la frase pervenisse alla sua coscienza. Poi balz in piedi, guardandosi attorno confuso, come fosse stato disturbato n el sonno. Quella conversazione era andata a rilento, perch Hans Castorp pa rlava il francese faticosamente e con una specie di assorta esitazione. Il piano forte, che per breve tempo aveva taciuto, ricominci a echeggiare, ora, sot to le dita dell'uomo di Mannheim, che aveva rimpiazzato l'adolescente slavo e av eva messo sul leggio uno spartito. La signorina Engelhart gli sedeva accanto e v oltava le pagine. La sala da ballo si stava svuotando. Un gran numero di pension anti doveva ormai aver assunto la posizione orizzontale. Non c'era pi ness uno seduto davanti a loro. Nella stanza di lettura si giocava a carte.plain Cosa fai? domand Hans Castorp attonito. Parto ripet lei sorridendo, apparentemente sorpresa di vederlo cos impietrito. Non possibile disse lui. uno scherzo.pard Niente affatto. Sto parlando assolutamente sul serio. Parto.d Quando? Domani. Dopo pranzo. Lui si sent come se il mondo intero gli crollasse addosso. Disse: Do ve vai? Molto lontano. Nel Daghestan? Sei piuttosto bene informato. Forse, per il momento... Insomma, sei guarita? Quanto a questo... no. Ma Behrens dell'opinione che al momento, qu i, non ci siano per me prospettive incoraggianti. il motivo per cui ho deciso l'azzardo di un piccolo cambiamento d'aria.ar Allora ritornerai! Questo da vedere. E innanzitutto da vedere quando. Per quel che mi riguarda, sai, io amo la libert pi di qualsiasi altr a cosa, e in particolare la libert di scegliere il mio luogo di residenza. Dubito che tu possa capire cosa sia l'ossessione dell'indipendenza. dovu ta, forse, alla mia razza. E tuo marito che sta in Daghestan te l'accorda... questa libert?? la malattia che me la concede. Eccomi in questo posto per la terza volta. Ci ho passato un anno stavolta. Non escluso che ci ritorni. Ma tu allora sarai lontanissimo da chiss quanto tempo. Credi, Clawdia? Mi chiami perfino per nome! Le prendi proprio sul serio le usanze del Carnevale! Sai forse quanto io sia malato?in S... no... come quass si sanno queste cose. Hai una piccola zo na umida l dentro e un po' di febbre, non cos?d Di pomeriggio trentasette e otto o trentasette e nove disse Hans Castorp. E tu? Oh, sai, il mio caso un po' pi complicato... no, non s emplicissimo. C' una cosa in questa branca delle discipline umanistiche detta medicina osserv Hans Castorp che chiamata congestione tubercolare dei vasi linfatici. Ah, si capisce che mi hai spiato, mio caro. E tu, allora... Perdonami! Lascia che io ti faccia una domanda, importante e te la dico in tedesco! Quando quella volta sei mesi fa, mi sono alzato da tav ola per andare alla visita... Tu ti sei voltata un attimo a guardarmi, te lo ric ordi? Che domanda questa? Son passati sei mesi!hpar Sapevi dove stavo andando? Certo, stato un puro caso che... L'avevi saputo da Behrens? Ancora questo Behrens! Oh, ha dato una raffigurazione cos esatta della tua pelle... D'altro canto, un vedovo con le guance in fiamme che possiede un servizio da caf f davvero notevole... lo son convinto che egli conosca il tuo corpo non so lo come medico ma anche come adepto di un'altra disciplina umanistica.r Hai decisamente ragione, amico mio, quando dici di parlare in sogno. Sar... Lascia che io torni a sognare dopo esser stato svegliato cosu236? crudelmente dal campanello d'allarme della tua partenza. Sette mesi mi hai avuto sotto gli occhi... E proprio ora, ora che ti ho conosciuta nella realt4?, mi parli di partenza! Ti ripeto che avremmo potuto conversare anche prima. Tu lo avresti desiderato? Io? No, ragazzo, non credere di svignartela. Stiamo parlando di cose che i nteressano te. Eri troppo timido per avvicinarti a una donna alla quale ora stai parlando in sogno, oppure c' stato qualcuno che te l'ha impedito?par Te l'ho gi detto. Non volevo darti del "lei".hyphpar Frottole. Rispondimi, piuttosto... quel signore che parla cos bene, quell'italiano che ha lasciato la sala... che parole ti ha lanciato poco fa?? Non ho capito assolutamente niente di quel che mi ha detto. Quando i miei occhi ti vedono, di quel signore poco mi importa. Ma tu dimentichi una cosa... n on sarebbe stato cos semplice fare la tua conoscenza in societ. C'er a ancora mio cugino, al quale ero legato, e che ben poco propenso a diver tirsi quass: non pensa ad altro, lui, che a far ritorno nelle terre basse per diventare soldato. Povero diavolo. pi malato, in e ffetti, di quanto non sappia. E non che il tuo amico italiano stia propri o benissimo. Gi, lo dice lui stesso. Ma mio cugino... Davvero? Mi spaventi. Non affatto escluso che muoia se prova a fare il soldato nelle terr e basse. Che muoia. La morte. Parola terribile, vero? Ma strano, oggi questa parola non mi impressiona pi di tanto. Quando ti ho detto "Mi spaventi", ho usato un'espressione convenzionale. L'idea della morte non mi spaventa. Mi lascia tranquillo. Non provo piet ... n del mio buon Joachim n di me stesso sentendoti dire che forse morir. Se vero, la sua condizione molto simile alla mia, e n on la trovo particolarmente sconvolgente. Lui moribondo e io innamorato, che sar mai!... Tu hai parlato con mio cugino nel laboratorio di fotografi e intime, in sala d'aspetto, come ricorderai. Ne ho un vago ricordo. Dunque quel giorno Behrens ti ha fatto un ritratto trasparente! S, certo. Dio mio. E l'hai qui con te? No, l'ho nella mia camera. Ah, nella tua camera. Quanto al mio, l'ho sempre nel portafoglio. Vuoi che te lo mostri? Ti ringrazio moltissimo. Non sono sopraffatta dalla curiosit. La rit engo una visione quanto mai innocente. Io il tuo ritratto esteriore l'ho visto. Ma ancora di pi mi piacereb be vedere il tuo ritratto interiore che tieni chiuso nella tua stanza... Lascia che ti domandi un'altra cosa! Ogni tanto ricevi la visita di un signore russo ch e abita in paese. Chi ? A che scopo quell'uomo viene a trovarti?r Devo ammettere che come spia te la cavi piuttosto bene. D'accordo, ti risp ondo. S, un compatriota, un uomo sofferente, un amico. L'ho conosci uto in un'altra stazione balneare, sono ormai passati alcuni anni. Le relazioni tra noi? Te le dico: prendiamo insieme una tazza di t, fumiamo due o tre p apiri, e chiacchieriamo, filosofeggiamo, parliamo dell'uomo, di Dio, della vita, della morale, di mille altre cose. Ecco il mio resoconto. Sei soddisfatto? Anche della morale! E quali scoperte avete fatto, per esempio, nel campo d ella morale? La morale? Ti interessa questo tema? Ebbene, a noi sembra che la morale no n andrebbe cercata nella virt, ovvero nella ragione, nella disciplina, nei buoni usi e costumi, nella rispettabilit... ma piuttosto nel contrario, e cio: nel peccato, nell'abbandonarsi al pericolo, a ci che ci pu? nuocere, a ci che ci distrugge. A noi sembra che sia pi morale pe rdersi e addirittura lasciarsi deperire che non conservarsi. I grandi moralisti non erano affatto virtuosi, ma uomini che si sono avventurati nel male, viziosi, grandi peccatori che ci insegnano a chinarci cristianamente verso la miseria. T utto questo probabilmente ti ripugna, non cos?n Egli non disse nulla. Sedeva ancora, come all'inizio, coi piedi incrociati ben s otto la poltrona scricchiolante, chinato in avanti verso la donna adagiata con i l tricorno di carta, il suo crayon tra le dita, guardando di sotto in su la sala , che si era svuotata, coi suoi occhi da Hans Lorenz Castorp. Gli ospiti si eran o dileguati. Il pianoforte, nell'angolo opposto del salotto, mandava ancora, int errompendosi spesso, qualche nota sommessa, prodotta con una mano sola dal malat o di Mannheim, al cui fianco sedeva l'insegnante che sfogliava uno spartito appo ggiato sulle ginocchia. Quando il dialogo tra Hans Castorp e Clawdia Chauchat ce ss del tutto, il pianista smise definitivamente di suonare e pos in grembo anche la mano con cui aveva sfiorato i tasti, mentre la signorina Engelha rt seguit a leggere le sue note. Le quattro persone rimaste dopo la grande serata di marted grasso sedevano immobili. Il silenzio dur parecchi minuti. Pian piano, sotto la sua pressione, le teste della coppia seduta al pia noforte presero a chinarsi sempre di pi, quella dell'uomo di Mannheim vers o la tastiera, quella della signorina Engelhart, invece, sullo spartito. Infine, tutte e due nello stesso istante, come per un'intesa segreta, si alzarono con c autela, e piano, in punta di piedi, evitando ad arte di girarsi verso l'angolo o pposto della sala dove ancora c'era qualcuno, con la testa incassata tra le spal le e le braccia rigide lungo il corpo, disparvero insieme - l'uomo di Mannheim e l'insegnante - attraverso la sala di scrittura e quella di lettura.ain Sono andati via tutti quanti disse la signora Chauchat. Questi erano gli ultimi; si fatto tardi. Ebbene, finita la festa di Carne vale. E alz le braccia per togliere con entrambe le mani il cappellino di carta dai capelli rossicci raccolti in una treccia che cingeva il suo capo c ome una corona. Lei sa, signore, con quali conseguenze. Ma Hans Castorp fece segno di no con gli occhi chiusi, senza peraltro mutare pos izione. Rispose: Mai, Claudia, mai ti dar del "lei", un mai della vita e della morte, se cos si pu dire... bisognerebbe poterlo dire. Questa forma per rivolgersi a una persona, che tipica del coltivato Occid ente e della civilt umanistica, a me sembra quanto mai borghese e pedante. Che senso ha, in fondo, la forma ? La forma la quintessenza della pedanteria! Tutto ci che voi, tu e il tuo sofferente compatriota, avete stabilito a pr oposito della morale credi seriamente che mi sorprenda? Mi prendi per un idiota? Dimmi, che cosa pensi di me? Non un tema sul quale ci sia molto da riflettere. Sei un ragazzo pe r bene, di buona famiglia, dai modi attraenti, un docile allievo dei suoi precet tori il quale tra non molto far ritorno nelle terre basse, per scordare che qui una volta ha parlato in sogno e dire che co ntribuisce a rendere grande e potente il suo Paese grazie all'onesto lavoro che svolge nel cantiere. Ecco la tua fotografia intima, fatta senza apparecchio. La trovi esatta, spero. Le mancano alcuni dettagli trovati da Behrens.ar Ah, di dettagli i medici ne trovano di continuo, son cose di cui si intend ono, loro... Parli come il signor Settembrini. E la mia febbre, allora? A che cosa dov uta? Suvvia, un contrattempo senza conseguenze che passer in frett a. No, Clawdia, lo sai anche tu che quello che dici non vero, e lo dic i senza convinzione, di questo son certo. La febbre del mio corpo e il battito d el mio cuore stremato e il tremito delle mie membra sono l'opposto di un contrat tempo, non essendo altro. .. e il suo volto pallido dalle labbra tremanti si chin ancor pi? profondamente verso di lei... non essendo altro che il mio amore per te..., s, questo amore che mi ha colto nello stesso istante in cui ti ho vista, o meglio, in cui ti ho riconosciuta , s, quando ho riconosciuto in te... ed stato l'amore, evidentement e, a condurmi in questo posto... Che follia ! Oh, l'amore non niente se non follia, se non una cosa insensata, proibita, un'avventura nel male. Altrimenti una gradevole ban alit, buona per ricavarne pacifiche canzoncine nelle terre basse. Ma quant o al fatto di averti riconosciuta e di aver riconosciuto il mio amore per te... s, vero, io ti ho gi conosciuta tanto tempo fa, te e i tuoi o cchi meravigliosamente obliqui, e la bocca e la voce con cui parli... gi u na volta, ai tempi del liceo, ti ho chiesto una matita per poter fare ufficialme nte la tua conoscenza, poich io ti amavo al di l di ogni ragionevole zza, ed senza dubbio da l, da quel mio antico amore per te che mi s ono rimasti i segni che Behrens ha trovato nel mio corpo e che indicano che anch e in passato sono stato malato... Batteva i denti. Aveva estratto un piede da sotto la poltrona scricchiolante men tre fantasticava, e intanto che quel piede lo spingeva innanzi, aveva gi t occato con l'altro ginocchio il pavimento, sicch ora era inginocchiato acc anto a lei, con la testa china e il corpo che tutto gli tremava. Io ti amo balbett ti ho amata da sempre perch sei il Tu della mia vita, il mio sogno, il mio destino, il mio anelito, il mio eterno desiderio... Suvvia, suvvia! disse lei. Se ti vedessero i tuoi precettori... Ma lui scosse la testa disperato, il viso rivolto al tappeto, e rispose: Non me ne importerebbe, non me ne importa niente di tutti quei Carducci e della Repubblica con la sua eloquenza e del progresso umano nel tempo, perch? io ti amo! Lei gli accarezz dolcemente con la mano i corti capelli sulla nuca.rd Piccolo ragazzo borghese! disse. Grazioso borghese con una piccola zona umida. Davvero mi ami tanto?ard E lui, esaltato da quel contatto, ormai genuflesso su entrambe le ginocchia, la testa tra le spalle e gli occhi chiusi seguit a dire: Oh, l'amore, sai... Il corpo, l'amore, la morte, son tre cose che ne fanno una sola. Poich il corpo, il corpo malattia e volutt, ed 2? lui che fa la morte, s, sono entrambi carnali, l'amore e la morte, ed questo il loro spavento e la loro grande magia! Ma la morte, capisci, 2? da un lato una faccenda malfamata e impudente che fa arrossire di vergogna; dall'altro, per, una potenza quanto mai solenne e maestosa... assai pi elevata della vita che se la ride guadagnando quattrini e riempiendosi la pancia. .. assai pi venerabile del progresso che da un tempo all'altro non fa che blaterare... perch la morte la storia e la nobilt e la piet e l'eternit e il sacro che ci fa togliere il cappello e c amminare in punta di piedi... E comunque il corpo, anch'esso, e l'amore del corp o sono una cosa indecente e incresciosa, e il corpo sulla sua superficie arrossi sce e impallidisce per imbarazzo e vergogna di se stesso. Ma nel contempo una gloria immensa, degna di essere adorata, immagine miracolosa della vita org anica, sacra magnificenza della forma e della bellezza, e l'amore per lui, per i l corpo umano, altres una inclinazione estremamente umanitaria e un a potenza pi capace di educare di tutta la pedagogia di questa terra!... O h, incantevole bellezza organica che non fatta n di pietra n di colori a olio, bens di materia vivente e corruttibile, colma del segret o febbrile della vita e della decomposizione! Guarda la simmetria meravigliosa d ell'umano edificio, le spalle e i fianchi e le floride mammelle ai due lati del petto, e le costole graziosamente appaiate, e l'ombelico nel bel mezzo del tener o ventre, e il sesso buio tra le cosce! Osserva le scapole che si delineano sott o la pelle setosa della schiena, e la spina dorsale che scende verso la duplice e fresca magnificenza delle natiche, e i grandi rami delle vene e dei nervi che partendo dal tronco si diramano fino alle ascelle, e come la struttura delle bra ccia corrisponda a quella delle gambe. Oh, le dolci regioni dell'interno dei gom iti e delle ginocchia con la loro dovizia di organiche sensibilit sotto i loro cuscinetti di carne! Quale immensa festa carezzare quelle zone deliziose de l corpo umano! Una festa dopo la quale si vorrebbe morire senza un lamento! Oh, Dio mio, lascia che io senta l'odore che emana la pelle della tu a rotula sotto la quale l'ingegnosa capsula articolare secerne il suo olio scivoloso! Lascia che i o posi devotamente la mia bocca sull'Arteria femoralis che batte sulla parte ant eriore della tua coscia per diramarsi pi in basso nelle due arterie della tibia! Lascia che io senta il profumo che esala dai tuoi pori e sfiori la tua pe luria, umana immagine di acqua e albumina destinata all'anatomia della tomba, e lascia che muoia, le mie labbra sulle tue! Dopo aver parlato non riapr gli occhi; rimase com'era, la testa fra le spa lle, le mani con la piccola matita d'argento tese davanti a s, tremando e barcollando sulle ginocchia. Lei disse: Sei un tipo galante che sa fare la corte in maniera approfondita, proprio alla tedesca. E gli mise sulla testa il cappellino di carta. Addio, mio principe Carnevale! Le predico che stasera avr qualche br utta linea di febbre. E in quel mentre scivol gi dalla sedia, slitt lungo il tappeto verso la porta, esitando tra i suoi battenti, voltata a met e con un brac cio nudo sollevato, la mano sullo stipite. Al di sopra della spalla disse sottov oce:E non si dimentichi di restituirmi la matita. E usc.ar