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La mostra "Città di pietra"

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Architetture per "Progetto Sud" alla 10, Mostra Internazionale di Architettura di Venezia 2006

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EMANUELE FIDONE

Progettisti:Emanuele Fidone (capogruppo), Manuela Cifali,

Sebastiano De Pasquale, Angelo Troia, Francesco Trovato, Marco Tripi.

Consulenti: Carmelo Russo (Ellenia Associati), strutture.Realizzazione plastico: Regina Bandiera, Manfredi Mancuso.

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Davanti a un complesso archeologico così vasto e grandio-so, dove natura e artificio convivono in modo inscindibile, ilprincipio su cui si basa l’idea progettuale è quello del mini-mo intervento. Due principi-base segnano le sceltearchitettoniche: enfatizzare le qualità spaziali delle Latomie(realizzate per sottrazione di materia) integrandole nel pae-saggio urbano; riconnettere lo spazio antistante l’ingresso e ilnuovo museo della città con la spianata del Monumento aiCaduti, riconquistando la relazione diretta con il mare.

L’intervento, modulato attraverso tre elementi distinti mafunzionalmente integrati, segue la naturale pendenza del ter-reno impostandosi sulla quota del preesistente piano di cam-pagna, liberato dalle demolizioni: la corte d’ingresso, il Mu-seo della Città, il Belvedere.

Una grande corte ipetrale, pensata come luogo di passag-gio e di sosta, segna l’ingresso al complesso e raccorda il cor-po del Museo con la vecchia scalinata di accesso alle latomie.

Il secondo elemento, il Museo della Città, è immaginatocome una sorta di grande stoà ellenistica, il cui orientamentoruotato rispetto al belvedere segue il limite della stradapreesistente. Nella parte superiore il basamento a gradonisuddivide le varie sezioni del Museo. Una grande rampagradonata permette l’accesso alla parte superiore del belve-dere collegato con la copertura terrazzata del Museo. Nellaparte bassa, la sequenza ritmica di un lungo portico immettein una dimensione spaziale direttamente a contatto con lamaestosità delle latomie.

Il museo continua in un lungo spazio espositivo ipogeico,realizzato scavando la roccia viva. Questa parte sotterraneadel museo è pensata per evocare le memorie più significativee le immagini emblematiche sulla storia della città. I suoni ele immagini proiettate sulle pareti si intrecciano, nella pe-nombra, con il rumore creato dall’acqua che scorre nel baci-no che chiude a Nord il percorso. In sequenza altri due am-bienti sotterranei segnano il legame diretto con le latomie: lasala rettangolare che intercetta la rampa elicoidale, il lungoe stretto passaggio che si apre alla visione diretta delle latomie.

Nella parte più alta, il corpo del Belvedere si allinea sulmargine dello strapiombo delle latomie su cui si affaccia at-traverso uno stretto e lungo loggiato. Lo zoccolo di questastruttura contiene la spaziosa rampa elicoidale che consentedi raggiungere direttamente la parte bassa delle latomie.

La materia e la modulazione della luce costituiscono imotivi dominanti che sottendono le scelte costruttive e spaziali.La pietra calcarea bianca, utilizzata per le strutture portantiverticali, definisce gli alti pilastri; i blocchi di pietra arenariasono assemblati a secco a formare gli involucri e la corteipetrale di ingresso; le lastre di pietra calcarea grezza mon-tate in “opera poligonale” sono usate per la pavimentazioneesterna. Le lastre di corten vengono utilizzate per il sistemadi modulazione della luce naturale all’interno del Museo, perla struttura del loggione del Belvedere e per l’ingresso secon-dario.