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LA NEBULOSA PLANETARIA NGC 2392 D.Giacoia, G.Benetello, N.Monaco, G.Pecoraro Scuola Navale Militare “F.Morosini”

LA NEBULOSA PLANETARIA NGC 2392 D.Giacoia, G.Benetello, N.Monaco, G.Pecoraro Scuola Navale Militare F.Morosini

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LA NEBULOSA PLANETARIA NGC 2392

D.Giacoia, G.Benetello, N.Monaco, G.Pecoraro

Scuola Navale Militare “F.Morosini”

 

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Le nebulose planetarie

• Una stella di massa piccola o intermedia (inferiore a 8 masse solari) al termine del suo ciclo evolutivo perde la sua atmosfera. Al centro rimane una nana bianca che permette di continuare a vedere il gas disperso fino a che questo si allontana definitivamente dalla stella.

M57 nella costellazione della Lyra

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Oggetto dello studio

• Noi abbiamo studiato NGC 2392, comunemente detta Eskimo.

• L’immagine utilizzata era stata ricavata il 13 Gennaio 2007, con il telescopio di 122cm di diametro dell'Osservatorio Astrofisico di Asiago.

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Ecco le caratteristiche principali dell’oggetto

• Sigle catalogo: NGC 2392 - PK 197+17.1

• Costellazione: Gemini• Coordinate J2000: RA:

7h29m12.00s DE:+20°55'00.0"• Dimensioni: 0.8'x 0.7'

Magnitudine: 8.60• Dimensioni reali: 0.2 a.l.• Distanza: ~5000 a.l.• Mag stella centrale: 10.5

Spettro: O7• Velocità di espansione: 55 km/s

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Dati tecnici relativi all’osservazione

• reticolo da 150 tratti/mm che ha prodotto uno spettro della nebulosa esteso da 3200 a 11700 Angstrom.

• fenditura dello spettrografo larga 300 micron, corrispondenti a circa 3" in cielo.

• tempo di esposizione applicato: 180 sec.

• spettrografo orientato con la fenditura in direzione Est-Ovest e centrata sulla nebulosa in modo da osservare contemporaneamente la stella nana bianca al centro e il gas ionizzato circostante.

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Riduzione dello spettro

• L’immagine è stata elaborata mediante le usuali procedure IRAF usate anche dagli altri gruppi, che non andremo qui a discutere in quanto ben note a tutti i presenti.

• Di queste abbiamo dato descrizione dettagliata nel documento word.

Spettro grezzo

Flat field

Spettro della lampada FeAr

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Lo spettro ridotto

• Questo qui sotto è una immagine dello spettro ridotto. Sono ben visibili le righe in emissione su cui abbiamo lavorato

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Operazioni effettuate sullo spettro ridotto

• identificazione delle righe spettrali presenti nello spettro

• determinazione dell’estinzione mediante le righe della serie di Balmer

• correzione dei flussi delle diverse righe utilizzate

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Determinazione dei flussi corretti

• L’estinzione determinata è stata di 0,3 magnitudini

• Nella tebella a fianco sono riportati i valori di flusso da noi determinati.

Elem.

Λ (Ang)

Flusso (erg*cm-2*s-1)

VALORE DI CORREZIONE

OIII 5007 8,56*10-11 10,44

OIII 4959 2,91*10-11 3,59

OIII 4363 1,38*10-12 0,17

OII 3727 6,69*10-12 0,92

HeII 4686 2,85*10-12 0,36

HeI 5876 7,33*10-13 0,08

NII 6583 5,75*10-12 0,64

NII 6548 1,92*10-12 0,22

SIII 9069 2,23*10-12 0,23

SIII 9532 5,70*10-12 0,57

SII 6724 2,16*10-13 0,03

• Si può vedere che abbiamo identificato righe dell’OIII (ossigeno ionizzato due volte) dell’HeI e II (elio neutro e ionizzato una volta) dell’NII (azoto ionizzato una volta) e del SiII e III (zolfo ionizzato una e due volte).

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Determinazione della temperatura e della densità

• Per il calcolo della temperatura del corpo celeste si sono utilizzate le righe spettrali dell’ ossigeno terzo.

• Per la densità le righe dello zolfo secondo. • Te [OIII] = 14182,6 K

• Ne = 2553 cm-3

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Le abbondanze

• Mediante alcune equazioni ricavate in laboratorio è stato possibile ricavare l’abbondanza dell’ossigeno e dell’azoto e dello zolfo.

• Le abbondanze sono ricavate separatamente per i diversi gradi di ionizzazione.

• Ecco i nostri risultati:

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5,0)(

OO

O

45,2

N

O

444,4 EH

O

476,1 EH

N

651,2 EH

S

100000

58,1

H

O438,1

EH

O

Per l’ossigeno abbiamo ricavato

da cui

Per l’azoto

Per lo zolfo

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Questi risultati sono in buon accordo con le misure ottenute da Barker nel libro The ionization structure of planetary nebulae.