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Poste italiane spa spedizione in abbonamento postale 70% Roma AUT MP-AT/C/RM/AUT.14/2008 www.poliziapenitenziaria.it anno XXII n. 230 luglio/agosto 2015 La nuova geografia dell’Amministrazione penitenziaria ISSN 2421-2121

La nuova geografia dell’Amministrazione penitenziaria · 2018. 6. 18. · di Massimo Montaldi 16 le recensioni Editori: Derive Approdi, Tea, Imprimatur, Ediesse e Bonanno 32 diritto

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www.poliziapenitenziaria.itanno XXII • n. 230 • luglio/agosto 2015

La nuova geografia dell’Amministrazione

penitenziaria

ISSN 2421-2121

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PoliziaPenitenziarian.230luglio/agosto2015

3sommario

Organo Ufficiale Nazionale del S.A.P.Pe.Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

Direttore responsabile: Donato [email protected]

Direttore editoriale: Giovanni Battista de Blasis [email protected]

Capo redattore: Roberto [email protected]

Redazione cronaca:Umberto Vitale, Pasquale Salemme

Redazione politica: Giovanni Battista Durante

Comitato Scientifico:Prof. Vincenzo Mastronardi (Responsabile),

Cons. Prof. Roberto Thomas, On. Avv. Antonio Di Pietro

Donato Capece, Giovanni B. de Blasis, Giovanni B. Durante, Roberto Martinelli, Giovanni Passaro, Pasquale Salemme

Progetto grafico e impaginazione: © Mario Caputi (art director) www.mariocaputi.it

“l’appuntato Caputo” e “il mondo dell’appuntato Caputo” © 1992-2015 by Caputi & de Blasis (diritti di autore riservati)

Direzione e Redazione centraleVia Trionfale, 79/A - 00136 Roma

tel. 06.3975901 r.a. • fax 06.39733669e-mail: [email protected]

web: www.poliziapenitenziaria.it

Registrazione:Tribunale di Roma n. 330 del 18 luglio 1994

Cod. ISSN: 2421-1273 web ISSN: 2421-2121

Stampa: Romana Editrice s.r.l.Via dell’Enopolio, 37 - 00030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare: luglio 2015

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

anno XXIInumero 230luglio/agosto 2015

In copertina:La nuova geografia dell’Amministrazione Penitenziaria

Fotografa questo codice e leggi la rivista sul tuo cellulare

l’editorialeLa riorganizzazione del DAP

di Donato Capece

4 sport e saluteCorrere ...per seminare il diabetedi Emanuele Graziani

20

il pulpitoLo spirito di Corpo che non c’è più

di Giovanni Battista De Blasis

5 dalle segreterieGalatone, Cuneo, Carinola, AlessandriaRoma, Isola d’Elba

21

l’osservatorioLa crisi greca non è solo un caso interno

di Giovanni Battista Durante

6 cinemaSissignore a cura di Giovanni Battista De Blasis

24

il commentoIl Sappe ha scritto la storia del Corpo

di Roberto Martinelli

8 crimini e criminaliLa strage di Erbadi Pasquale Salemme

26

criminologiaTeoria e prevenzione della devianza

di Roberto Thomas

10 sicurezza e lavoroI rappresentanti dei lavoratori (RLS)di Valter Pierozzi

28

il ricordoDieci anni fa ci lasciava Franz Sperandio

di GBDB

13 sport e cultura Sport... educazione, cultura e società di Emanuele Ripa

29

lo sportSciabola: oro a squadre per Aldo Montano

di Lady Oscar

14 come scrivevamoL’astrea è la nostra squadradi Marcello Tolu

26

arte e culturaLe opere del Prof. Vincenzo Mastronardi

di Massimo Montaldi

16 le recensioniEditori: Derive Approdi, Tea, Imprimatur, Ediesse e Bonanno

32

diritto e dirittiIl diritto alla salute dei detenuti

di Giovanni Passaro

19 ultima paginail mondo dell’appuntato Caputodi De Blasis & Caputi

34

Il S.A.P.Pe. è il sindacato più rappresentativo del Corpo di Polizia Penitenziaria

Chi vuole ricevere la Rivista direttamente al proprio domicilio, può farlo versando un contributo di spedizione pari a 25,00 euro, se iscritto SAPPE, oppure di 35,00 euro se non iscritto al Sindacato, tramite il c/c postale n.54789003 intestato a: POLIZIA PENITENZIARIA - Società Giustizia & SicurezzaVia Trionfale, 79/A - 00136 Roma specificando l’indirizzo, completo, dove va spedita la rivista.

Per ulteriori

approfondimenti

visita il sito

www.poliziapenitenziaria.it

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stato pubblicato sulla GazzettaUfficiale del 29 giugno n.148,il DPCM 15 giugno 2015 n.84

“Regolamento di riorganizzazionedel Ministero della Giustizia eriduzione degli uffici dirigenziali edelle dotazioni organiche”.Questo è stato l’ultimo atto dellariorganizzazione del Ministero dellaGiustizia, relativa ovviamente anche alDipartimento dell’AmministrazionePenitenziaria.

Si tratta di un percorso partito nellontano 2006, con la legge finanziariadi quell’anno che ha previsto lariorganizzazione e larazionalizzazione di tutte leamministrazioni pubbliche.Il provvedimento ha disegnato unanuova configurazione del Ministerodella Giustizia per renderlocompatibile con le trasformazioniintervenute con il decentramentodella struttura.Nella parte generale del regolamentoviene illustrato come il dicastero siaincentrato su strutture amministrativecentrali ed altre regionali, come iProvveditorati Regionalidell’Amministrazione Penitenziaria ele neonate Direzioni Regionali e

Interregionali dell’OrganizzazioneGiudiziaria.Nella parte speciale il Regolamentoreca le norme relative allaorganizzazione ed ai compitidell’amministrazione centrale,costituita in quattro dipartimenti,andando anche a definire i compitidel capo dipartimento e dei suoi ufficidi staff.All’articolo 6 vengono delineati icompiti del Dipartimento

dell’Amministrazione Penitenziariache perde la Direzione Generaledell’Esecuzione Penale Esterna afavore del Dipartimento della GiustiziaMinorile. Per le restanti competenze ilDap non subisce modificazioni inquanto restano allo stesso attribuite lefunzioni gestionali del personale edelle risorse finanziarie e strumentalida esercitarsi mediante tre direzionigenerali: la direzione generale delpersonale e delle risorse, la direzionegenerale dei detenuti e deltrattamento e la direzione generaledella formazione.Costituiscono, infine, strutture didecentramento regionale iProvveditorati di cui alla legge 15dicembre 1990, n. 395 e successivemodificazioni, che sono stati ridotti aundici (vedi box).

Nella foto:il Ministero della

Giustizia

nel boxi dati relativi alla

ripartizione dei nuovi

ProvveditoratiRegionali

Donato CapeceDirettore

ResponsabileSegretario

Generale del Sappe [email protected]

PoliziaPenitenziaria

n.230luglio/agosto

2015

È

4

La riorganizzazionedel DAP

l’editoriale

DATI NAZIONALI

47 Case Reclusione - 144 Case Circondariali - 7 Case di Lavoro e OPGtotale 198 istituti

RIPARTIZIONE DEI NUOVI PROVVEDITORATI REGIONALI

PIEMONTE, LIGURIA, VALLE D’AOSTA sede:TorinoPiemonte 13: 8 CC, 5 CR - Liguria 7: 6 CC, 1 CR - Valle d’Aosta 1: 1 CC

VENETO, FRIULI V.G., TRENTINO A.A. sede: PadovaVeneto 10: 8 CC, 1 CR, 1 CRF - Friuli V. G. 5: 5 CC - Trentino Alto Adige 2: 2 CC

LOMBARDIA sede: Milano - Lombardia 19: 14 CC, 4 CR, 1 OPG

EMILIA ROMAGNA, MARCHE sede: BolognaEmilia Romagna 11: 8 CC, 2 CR, 1 OPG - Marche 7: 4 CC, 3 CR

TOSCANA, UMBRIA sede: FirenzeToscana 18: 12 CC, 5 CR, 1 OPG - Umbria 4: 2 CC, 2 CR

LAZIO, ABRUZZO, MOLISE sede: RomaLazio 14: 10 CC, 1 CCF, 3 CR, - Abruzzo 8: 6 CC, 1 CR, 1 CL - Molise 3: 3 CC

CAMPANIA sede: Napoli - Campania 17: 11 CC, 1 CCF, 3 CR, 2 OPG

PUGLIA, BASILICATA sede: BariPuglia 11: 8 CC, 2 CR, 1 CRF - Basilicata 3: 3 CC

CALABRIA sede: Catanzaro - Calabria 12: 10 CC, 2 CR

SICILIA sede: Palermo - Sicilia 23: 17 CC, 5 CR, 1 OPG

SARDEGNA sede: Cagliari - Sardegna 10: 4 CC, 6 CR

H

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Giovanni Battistade BlasisDirettore EditorialeSegretario GeneraleAggiunto del Sappe [email protected]

PoliziaPenitenziarian.230luglio/agosto2015

5il pulpito

Sarebbe utile discutere delle helpingprofessions e del burn out che neconsegue e del fatto che le statistichepongano queste categorie ai verticidelle percentuali di suicidi. Per pura coincidenza sono andato arileggere un mio editoriale di tanti annifa, intitolato “Vogliamo parlarne?”Scrivevo allora: «Qualche tempo fa misono trovato a discutere delle “solitecose” con un caro amico e collega inservizio al Dipartimentodell’Amministrazione Penitenziaria.Tralasciando le chiacchiere, trite eritrite, sul “quando c’era Lui caro Lei”è emerso un ragionamento moltointeressante.Si commentava come un neo agenteveniva catapultato all’interno di unistituto penitenziario al termine delcorso di formazione frequentato pressouna delle Scuole del Corpo.Il mio amico sosteneva che “Negliistituti ci si accorge dell’arrivo di unnuovo agente solo dal modello 14. E soltanto quando questi manda uncertificato medico!“. Se tale considerazione portasse al vero,potrebbe verificarsi il paradosso percui un agente ausiliario, che non siammalasse mai durante il periodo dileva, rimanga sconosciuto - persempre - al direttore e al comandantedell’istituto.Ciò stante, non ci si può meravigliarequando accadono gravi fatti dicollusione o corruzione che, quasisempre, riguardano giovani agentisprovveduti ed abbandonati a se stessi. L’erba del vicino è sempre più verdetitolava un famoso film con Cary Grant,ma in questo caso possiamo parlarnefuor di metafora per andare a guardarenei giardini dei Carabinieri, dellaPolizia di Stato o della Guardia diFinanza. Che succede a un neo carabiniere, a unneo poliziotto o a un neo finanziere ilprimo giorno di servizio?

Lo spirito di Corpo che non c’è più

Ovunque vengano assegnati esiste unprotocollo, che si perpetua negli anni,secondo il quale sono ricevuti dalcomandante della struttura che glipartecipa il benvenuto a nome di tutti icolleghi lì presenti e gli espone eillustra i diritti e i doveri connessi allefunzioni che dovrà andare a svolgere. Soltanto dal secondo giorno, poi, ilneofita andrà a svolgere il propriocompito istituzionale. Che succede, invece, a un neopoliziotto penitenziario il primo giornodi servizio? Ovunque, o quasi, sia stato assegnatonon esiste alcun protocollo relativo alsuo arrivo in istituto e il direttore e ilcomandante sono, spesso e volentieri,troppo impegnati per poterglirivolgere anche solo una parola.L’accoglienza, in senso stretto, delnuovo agente è devoluta al buon cuoredel collega meglio disposto che, tutt’alpiù, si limita a illustrare struttura eorganizzazione della caserma, acomunicare orari dello spaccio e dellamensa dell’istituto e, al limite, a darequalche notizia sul paese o sulla città.Per il resto, il neo assunto potràcontare soltanto sulle tabelle diconsegna, sulle scarne istruzioni delcapo posto e sugli improbabilisuggerimenti di un collega piùanziano, che non gli sarà maiaffiancato.Se il destino del giovane dovesseessere il muro di cinta tutto questoforse, tralasciando l’aspetto umano,potrebbe anche bastare.Ma se il nuovo agente dovrà entrareall’interno di una sezione detentiva,nella maggior parte dei casi, dovràimprovvisare attingendo alla memoriabreve del recente corso di formazione,in attesa che la propria professionalitàcresca con l’esperienza personale. Per fortuna la Polizia Penitenziariadetiene la medaglia d’oro, tra tutte leforze dell’ordine, nella disciplina

genzia Ansa del 12 luglio2015: “Tragedia a Trentola

Ducenta nel Casertano: in seguitoad una lite tra vicini per futilimotivi sono stati uccisi padre,madre e figlio. E c’è anche unaquarta persona morta, secondoquanto riferiscono fontiinvestigative. L’autore della strage èun agente di polizia penitenziaria.”La notizia è di quelle che ti lascianosenza fiato. Di quelle che fannodiscutere su cosa può succedere nellamente umana quando il livello dellostress supera quello dell’intelligenza.E un brivido su per la schiena, per ilfatto che l’autore della strage è uncollega. Non che cambi molto nelladinamica di una vicenda che puòessere ascritta soltanto a pura esemplice follia... ma un ulterioreriflessione sull’ambito lavorativonasce spontanea. E’ fuori discussione il fatto che, sia intragedie come queste che quando siparla di suicidio, qualcosa nellamente dell’autore è andata in cortocircuito.Psicologia e psichiatria spiegano chel’omicidio è la conseguenza di unoscompenso delle proprietà chimico-fisiche dell’organismo di unindividuo, sottoposto a stress internoo esterno. La mente umana, infatti, hala capacità di controllare impulsi,desideri inopportuni e spinte negativeche provengono dall’inconscio. Ma,purtroppo, a volte l’individuo non ècapace di esercitare, o non vuoleesercitare, questo controllo e puòcompiere atti violenti, come omicidioo suicidio.Il suicidio è in genere il risultato dimotivazioni multiple e complesse. Iprincipali fattori causali sonorappresentati da disturbi mentali(depressione in primo luogo), fattorisociali (delusioni e perdite),anomalie di personalità (impulsività eaggressività) o disturbi fisici.Talvolta capita che a monte di omicidie/o suicidi ci siano disturbi post-traumatici da stress.Ma tutti questi ragionamenti finisconoper portarci, inevitabilmente, alnostro lavoro e alle condizioni nellequali esso viene svolto.

A

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calcolato sui valori di mercato del2005, di regola tre o quattro volte piùalti degli attuali. La crisi greca si trascina ormai da unpo’ di anni e gli aiuti dell’UE sonoiniziati già nel 2010. Agli aiuti, però,non è seguito un serio programma diriforme, a cominciare dalla pubblicaamministrazione e dal sistemapensionistico. Se ciò fosse stato fatto,sicuramente la situazione debitoriadella Grecia non sarebbe quellaattuale e l’UE non sarebbe statacostretta ad imporre misure drastiche,come quelle annunciate in questigiorni, in cambio del terzo piano disalvataggio dal 2010 ad oggi, pianoche va dagli 82 agli 86 miliardi circa. Le riforme riguardano l’IVA e le tassein primo luogo. La razionalizzazionedell’IVA comprenderà un unicosistema di tre aliquote al 23, al 13 e al6% e dovrà essere valido per tutto ilPaese. Dovranno essere eliminate leagevolazioni per alcune categorie,come gli agricoltori. Altra riformaimportante riguarda il sistemapensionistico. Atene dovràimplementare le riforme del 2010 e2012: età pensionabile alzata entro il2022 a 67 anni, o 62 con 40 anni dicontributi, penalizzazione deipensionati anticipati ed eliminazioneprogressiva, entro il 2019, dell’Elkass,il sussidio destinato alle pensioni piùbasse. L’Europa chiede ad Ateneprovvedimenti più incisivi entroottobre, a cominciaredall’azzeramento degli effetti delledecisioni sulle pensioni della CorteCostituzionale che annullarono i taglidel 2012. Inoltre, i creditori chiedonoad Atene la riforma del codice diprocedura civile, per lo snellimentodei processi. La richiesta è stata fattaper colmare i ritardi nei tempi dellagiustizia civile, tagliare le lungagginiburocratiche e garantire rispetto deicontratti e certezza dei pagamenti.

PoliziaPenitenziaria

n.230luglio/agosto

2015

6

La crisi economicagreca non è soltantoun affare interno

dell’arte d’arrangiarsi e dopo pochimesi anche tutti i nuovi agentiacquistano questa taumaturgica virtù.Ciò non toglie, però, quel velod’amarezza che mi ha assalito quandoil mio amico Mauro mi ha costretto aragionare su uno Spirito di Corpo chenon c’è più...E allora mi permetto di fare un appelloa tutti i miei colleghi che hannol’onere e l’onore dell’incarico dicomandante di reparto della PoliziaPenitenziaria: introduciamo nellaprassi del servizio una regola diaccoglienza formale per i nuovicolleghi, seguiamoli di più e meglionei loro primi giorni di lavoro, perfarli sentire a casa fin dal primomomento. Trasmettiamogli - da subito - ungrande e forte Spirito di Corpo,perché questo non potrà che aiutarlied aiutarci a fare sempre meglio ildelicato compito che lo Stato e lasocietà ci hanno demandato.A tutti gli altri vorrei dire soltanto:Vogliamo parlarne?»Non voglio fare, per l’amor di Dio,alcun collegamento tra questo articoloe la strage di Trentola Ducenta, nétantomeno collegarlo ad alcunsuicidio, ma spero di sollecitare unariflessione sul pericoloso scollamento,umano e gerarchico, che esiste neinostri istituti, uffici, servizi e repartidove nessuno sa niente di nessuno emalesseri, turbamenti,demoralizzazioni e prostrazionifiniscono spesso per essere ignorati,mentre coloro che ne soffronorimangono soli a combattere con lapropria disperazione.Non sono mai stato un laudatortemporis acti ma, pur tuttavia,rimpiango quei tempi in cui, con ladivisa grigioverde, sembravamo unagrande famiglia e ogni comandanteconosceva vita, morte e miracoli diogni suo uomo. E il Capo del Personale di alloraconosceva vita, morte e miracoli diogni suo comandante e, addirittura, diogni suo sottufficiale. Non esagero... ioc’ero.Tredici anni fa scrissi Vogliamoparlarne? Oggi vorrei rilanciarel’invito aggiungendo Vogliamorifletterci? H

il pulpito

a situazione della Greciapreoccupa tutta l’Europa e nonsolo. Infatti, l’eventuale uscita

della Grecia dalla moneta unicaavrebbe effetti negativi ben oltre ilPaese stesso.In Grecia gli effetti della crisi edell’instabilità politica sono devastanti,non solo scontri tra manifestanti eforze dell’ordine, ma anche radicalicambiamenti nello stile di vita dellepersone. Il Foglio ha pubblicato unarticolo sulla situazione di Atene, nelquale si fa riferimento ad post conscritto “Un appartamento o unostudio di due stanze a meno didiecimila euro”. Si tratta di alloggi nelcentro di Atene, a Salonicco, aPatrasso, a Corfù o nell’isola di Creta.Non ruderi da ristrutturare, ma casepronte per essere abitate. E’ un climada svendita del mercato immobiliaredella Grecia in crisi. La città in cui iprezzi sono letteralmente crollatirispetto a cinque anni fa è Atene,soprattutto nel centro della città,abbandonato da decenni al degrado.Quartieri centrali come Kypseli, Patisia,persino il famigerato AgiosPanteleimon, roccaforte dei nazisti diAlba dorata, sono stati gradualmenteabbandonati dai residenti greci,sostituiti da immigrati. Ora anche gliimmigrati se ne vanno. Specialmentegli albanesi, al primo posto tra lecomunità straniere in Grecia, da tempohanno iniziato a tornare in patria. Gliappartamenti in cui vivevano, spesso inaffitto, qualche volta di proprietà, sonorimasti vuoti. E sui proprietari pesanole tasse e i costi di mantenimento. Findallo scoppio della crisi, la proprietàimmobiliare è stata la più sicura fontedi entrate per le casse dello stato. Non c’è solo l’analoga dell’Imu, che inGrecia è chiamata tassa straordinariadi solidarietà, che sarà protratta fino al2016. C’è anche la rivalutazione delvalore catastale, decretato nel 2011 ma

L

l’osservatorio

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PoliziaPenitenziarian.230luglio/agosto2015

7

Giovanni BattistaDuranteRedazione PoliticaSegretario GeneraleAggiunto del Sappe [email protected]

La direttiva europea riguarda anche lagestione delle crisi bancarie che nondovranno più gravare su stati econtribuenti, ma sui privati, quindi icorrentisti con depositi superiori ai100 mila euro. Altro aspettoimportante per i creditori è quellorelativo alle liberalizzazioni cheriguardano il mercato dei prodotti,con aperture domenicali, sconti,proprietà delle farmacie, e quello dellavoro, con l’accesso a professioni esettori chiusi, compreso il trasportovia mare che, invece, Atene avevaescluso. Per quanto riguarda ilmercato del lavoro ad Atene è statachiesta la revisione dellacontrattazione collettiva, comprese lenorme sui licenziamenti. L’Europachiede anche l’istituzione di un fondoindipendente in cui far confluire gliasset da privatizzare. Il fondo, consede ad Atene, sarà gestito dalleautorità greche, con la supervisione diquelle europee. Un’altra condizioneimposta ad Atene è il ritorno dellatroika, BCE, FMI e UE, nel Paese. Il governo dovrà lavorare con le treistituzioni sulla legislazione in areeritenute importanti. Questa è una dellecondizioni più dure da accettare per laGrecia e per Tsipras.Tali misure hanno messo in crisi ilgoverno greco e portato alle dimissionidel ministro dell’economia Varoufakis.Se si legge il programma elettorale diTsipras, si capisce subito il motivodelle forti resistenze ad attuare ilprogramma imposto dall’UE. Ilprogramma di Tsipras prevedeva:• Aumento degli investimentipubblici di almeno € 4 miliardi;• Ripristino di stipendi e pensioni inmodo da aumentare i consumi e ladomanda.• Incentivi a piccole e medie imprese; • Investimenti in ricerca e nuovetecnologie, al fine di far rientrare itanti cervelli greci emigrati all’estero.• Ricostruzione dello stato sociale; Inoltre Tsipras affermava nel suoprogramma: “Noi ci assumiamo laresponsabilità di varare un piano dirinascita nazionale che sostituirà ilmemorandum della Troika appenasaremo al governo, prima eindipendentemente dal risultato deinegoziati con la Ue. Obiettivo:

invertire il trend di disintegrazionesociale e ricostruire l’economia euscire dalla crisi.”Affermava ancora che avrebbero dato:• Elettricità gratis per 300.000 famigliesotto la soglia di povertà fino a 300kWh al mese per famiglia; cioè, 3.600kWh all’anno. Costo totale: € 59,4milioni• Buoni pasto per 300.000 famigliesenza reddito. L’attuazione avverràtramite un ente pubblico dicoordinamento, in collaborazione conle autorità locali, la Chiesa e leorganizzazioni di solidarietà. Costototale: € 756 milioni.• 30.000 appartamenti (30, 50, e 70mq), sovvenzionando affitto a € 3 permq. Costo totale: € 54 milioni, acoloro che erano senza casa;• Restituzione del bonus di Natale,come la tredicesima della pensione, a1.262.920 pensionati con unapensione fino a 700 €. Costo totale: €543,06 milioni.• Assistenza medica e farmaceuticagratuita per i disoccupati nonassicurati. Costo totale: € 350 milioni.• Carta speciale di trasportopubblico per il disoccupati di lungadurata e di coloro che sono sotto lasoglia di povertà. Costo totale: € 120milioni.• Abrogazione del livellamento dellaimposta di consumo speciale sulriscaldamento e gasolio perautotrazione. Portare il prezzo dipartenza di combustibile perriscaldamento per le famiglie a € 0,90al lt, invece degli attuali € 1,20 a lt. Èprevisto Benefit.• Riscadenzamento dei debiti con Statoed enti previdenziali in 84 rate• Stop ad azione penale e sequestroprima casa a chi avvia conciliazione suarretrati fiscali• Stop per un anno a qualsiasi formadi rivalsa su debitori a reddito zero• Abolizione del versamentoobbligatorio del 50% di acconto deldebito in essere per chi è oggetto dicontestazioni fiscali. La caparra saràdecisa da un giudice. Sarà circa il 10%-20%, a seconda delle circostanzefinanziarie del debitore.• Abolizione della tassa unica sullacasa. Introduzione di una tassa sullaproprietà di grandi dimensioni.

Immediata correzione al ribasso deitassi di zona di proprietà per mq. Costostimato: € 2 miliardi. Tale tassa saràprogressiva, con una soglia esentassealta. Con l’eccezione di case di lusso,non si applicherà sulla prima casa. Nonriguarderà piccola e media proprietà.• Soglia esentasse del reddito alzata a12mila euro. Aumento degli scaglionidi imposta per garantire una tassazioneprogressiva. Costo stimato: € 1,5miliardi.• Riduzione del debitopersonale attraverso la ristrutturazionedei crediti in sofferenza di individui eimprese.• Istituzione di una banca di sviluppopubblica e delle banche per usispeciali.• Ripristino del salario minimo a 751€.• Ripristino dei diritti del lavorocancellati dai memorandum dellaTroika.• Ripristino dei contratti collettivi dellavoro.• Abolizione di tutte le norme checonsentono di licenziamenti di massa eingiustificabili, nonché per l’affittodipendenti.

L’accettazione del piano dell’UE e,quindi, la sua votazione in Parlamento,avvenuta nei giorni scorsi, ha portatoad una grave spaccatura all’interno delpartito di maggioranza, tant’è cheTsipras è riuscito a farlo approvare coni voti dell’opposizione. Ciò, moltoprobabilmente, porterà alla crisi delgoverno ed a nuove elezioni, ma lacosa più importante, in questomomento, è sicuramente il destino delPaese, più che quello politico di unapersona o di un partito.H

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er un giovane che oggi entra afar parte del Corpo di PoliziaPenitenziaria (a proposito: un

caloroso benvenuto ai neo Agenti del169° corso, che da pochi giornihanno raggiunto le sedi di serviziodopo il corso di formazione!),l’ambìto e agognato traguardoprofessionale è indubbiamente quellodi essere parte integrante di un Corpodi Polizia dello Stato che ha paridignità con le altre istituzioni delleForze dell’Ordine che compongono ilComparto Sicurezza e Difesa.

Il Corpo di Polizia Penitenziaria,infatti, nelle sue variegate articolazionioperative, è oggi una realtà concretadi istituzione dello Stato seconda anessuno, con le sue specializzazioni, lesue peculiarità, le sue prerogative dipolizia giudiziaria e pubblicasicurezza. E giustamente, come ebbe adire un Guardasigilli nel corso del suointervento alla celebrazionedell’Annuale del Corpo a Romaqualche anno fa, i Baschi Azzurrisono «i nostri piccoli, grandi eroisilenziosi». Eroi che «non possono enon devono essere lasciati soli». E’ sempre bene ricordarlo, questo, sesolo si pensa quale situazione sideterminò nel gennaio 1991 a seguitodell’entrata in vigore della Legge diriforma 395/1990 che sciolse il Corpo

degli Agenti di Custodia e soppresse ilruolo delle Vigilatrici penitenziarie.Uno dei punti di forza della riforma fula “libera sindacalizzazione”, chepermise l’iscrizione dei poliziotti aiSindacati (allora imperavano quelliconfederali, che per altro qualcheanno prima scesero unitariamente inpiazza per chiedere e sollecitare ildisarmo della polizia.). Questo permise che un gruppo diBaschi Azzurri, guidati dall’alloraMaresciallo Maggiore Scelto DonatoCapece, desse vita al primo Sindacato

autonomo, apolitico e apartitico, deipoliziotti penitenziari: il SAPPE.Furono tempi esaltanti sebbene nonfosse facile improvvisarsi sindacalisti:ai tempi ci confrontavamo, nelleprime riunioni con la parte pubblica(in ambito dipartimentale eperiferico), con sindacalisticonfederali che provenivano daitribunali, dalle poste, dalle dogane(taluno anche con qualche trascorsogiudiziario turbolento...), dotatisicuramente di una dialettica forbita edi una lunga esperienza di praticasindacale di cui noi eravamo digiunima che, pur tuttavia, parlavano unalingua che non era la nostra. Fa sorridere a dirlo oggi, ma ricordoche nel corso delle contrattazioni perla stesura del primo Accordo Quadro

Nazionale per il Corpo di PoliziaPenitenziaria scongiurammo, con lanostra fermezza e la nostradeterminazione, la scellerata ipotesi ditogliere i poliziotti penitenziari dagliUffici matricola e dalle Segreteria delPersonale per lasciare il posto aimpiegati civili!E ricordo bene anche le primeriunioni sindacali che andavamo afare nelle carceri, spesso ostacolatidalla protervia di chi vedeva nelSindacato non già una risorsa di tutelae valorizzazione professionale deipoliziotti iscritti ma un ostacolo almantenimento di “sacche diprivilegio” e alla reiterazione degliabusi che fino ad allora subivano tantidi coloro che indossavano la gloriosadivisa degli Agenti di Custodia.Ebbene, in quelle riunioni, sempremolto partecipate, il SAPPE attraversoil suo leader indiscusso DonatoCapece (che girò tutte le carceri delPaese!) parlava di un futuro operativodella Polizia Penitenziaria cheprevedesse il ruolo dei Funzionari edei Commissari del Corpo (perchénon poteva e non doveva esistere unCorpo acefalo che avesse comemassimo rappresentate l’ispettoresuperiore) e dei ruoli tecnici. Parlava, tra l’altro, dellespecializzazioni, dei tiratori scelti,degli istruttori di tiro, dei servizi diPolizia stradale, degli elicotteristi, delServizio navale, di una Sezione diPolizia Penitenziaria addettastabilmente alle attività di Poliziagiudiziaria ed alla collaborazione conla Magistratura, della scorta deiMinistri della Giustizia e delle Autoritàa rischio. Parlava della necessità chesi costituissero aliquote di PoliziaPenitenziaria presso le Sezioni di Pgdelle Procure e in ogni contestointerforze impegnato contro lacriminalità, come la DirezioneInvestigativa Antimafia (la Dia).Lo diceva con convinzione, anche se

Roberto MartinelliCapo Redattore

Segretario GeneraleAggiunto del Sappe

[email protected]

PoliziaPenitenziaria

n.230luglio/agosto

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Il Sappe ha scritto la Storia delCorpo di Polizia Penitenziaria!

il commento

Nella foto:manifestazioneper la Riforma

della Polizia

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qualcuno mal celava qualche sorrisettoironico, pensando che fossero tuttecose impossibili “per la guardiacarcere” e che nessuno altro, ripetonessuno ad eccezione del SAPPE,andava a sostenere.Ci siamo dotati di una Rivista, quellache avete la cortesia di sfogliare inquesto momento e che esce ogni meseda oltre vent’anni, per rivendicare ilnostro senso di appartenenza ed ilnostro orgoglio di poliziottipenitenziari. Volgete per un istante ilcapo all’indietro e guardatedov’eravamo e dove siamo oggi.Tutto, ripeto tutto quello che disse ilSAPPE in quegli anni si è realizzato: ilruolo direttivo del Corpo, lespecializzazioni, migliori condizioni dilavoro, una proiezione professionalestabilmente fuori dalla cintacarceraria...

Una delle ultime chicche, sonol’approvazione della legge che haistituito la banca dati del DNA e illaboratorio centrale per la banca datinazionale del DNA, con la finalità direndere più agevole l’identificazionedegli autori di delitti, affidati ai ruolitecnici della Polizia Penitenziaria. Con l’approvazione della legge85/2009 l’Italia infatti aderì al Trattatodi Prum, firmato da Belgio, Germania,Spagna, Francia, Lussemburgo, PaesiBassi e Austria il 27 maggio 2005, evolto a rafforzare la cooperazione dipolizia in materia di lotta alterrorismo, alla criminalitàtransfrontaliera ed all’immigrazioneclandestina. Il Capitolo 2 del Trattato,in particolare, disciplina l’impegno frale Parti contraenti a creare schedari

nazionali di analisi del DNA e ascambiare le informazioni contenutein tali schedari e sui datidattiloscopici (le impronte digitali),consentendo l’accesso ai dati inseritinegli archivi informatizzati dei registridi immatricolazione dei veicoli. Compito questi affidato, e lo possiamodire e rivendicare con orgoglio, alledonne e agli uomini specializzati delCorpo di Polizia Penitenziaria.Ma non è questo l’unica ragione diorgoglio per tutti i Baschi Azzurri. Dal1 luglio scorso, infatti, sei unità diPolizia Penitenziaria hanno presoservizio presso la DirezioneInvestigativa Antimafia. Il provvedimento del Capo delDipartimento Santi Consolo dàattuazione a quanto già previstodall’art. 8 del Decreto Legislativo 15novembre 2012, n. 218 che prevedeche il personale del Corpo operinell’ambito delle articolazioni centraliper le esigenze di collegamento con lestrutture di appartenenza, per leattività di analisi sullo scambio delleinformazioni di interesse all’internodegli istituti penitenziari. Non è mai bello citarsi, ma ricordoquel che scrissi sul numero 2(novembre 1994) di questa Rivista“Polizia Penitenziaria - Società,Giustizia & Sicurezza” proprioesaminando la specificità della Dia el’ambito operativo che al suo internoavrebbe potuto e dovuto trovare laPolizia Penitenziaria.“… l’inserimento della PoliziaPenitenziaria all’interno dellastruttura della DivisioneInvestigativa Antimafia – esclusa daessa probabilmente perincomprensibili ragioni politichedella Prima Repubblica... - è unadelle rivendicazioni più ricorrenti epiù datate del SAPPE. La specificitàdelle attribuzioni proprie e,soprattutto, l’attività di controlloposta in essere all’interno degliistituti penitenziari, consentono alPersonale di Polizia Penitenziaria,in particolar modo quando inservizio di Sezioni di massimasicurezza, di rilevare e, quindisegnalare, il comportamento e latipologia di appartenenti allacriminalità organizzata di stampo

PoliziaPenitenziarian.230luglio/agosto2015

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Nelle foto:a sinistrail logo della DIA

sopra l’immagine del DNA

mafioso sia in rapporto allapossibile ascendenza sullarimanente popolazione detenuta cheall’adattamento alle regole e agliobblighi propri dell’Ordinamentopenitenziario. Pensiamoall’acquisizione di elementiinvestigativi o di notizie di reato nelcircuito (da noi rilevati e poi“passati” alla Dia), il più delle voltefondamentali per accertare learticolazioni, le connotazionistrutturali, i collegamenti interni edinternazionali delle organizzazionecriminali...”.E così concludevo il mio articolo:“L’adoperarsi, quindi, in ogni sedelegislativa affinchè anche la PoliziaPenitenziaria entri, a pieno titolo eda parità di diritti, nella strutturadella Divisione InvestigativaAntimafia – sì da evidenziarne

ulteriormente la professionale e ilquotidiano impegno contro lacancrena mafiosa – è il doverosoriconoscimento per legittimare lafondamentale collaborazione finoad oggi prestata. Ed uno deiprincipali impegni del SindacatoAutonomo Polizia Penitenziaria,oggi come nell’immediato futuro, èproprio questo”.Gutta cavat lapidem, la gocciaperfora la roccia..Questo scrivevamo noi del SAPPE 21(!) – dicasi ventuno! - anni fa, quandoaltri, esterni alla Polizia Penitenziaria,dopo aver manifestato e chiesto ildisarmo della Polizia, con unasorprendente faccia di tolla venivano achiedere le tessere alle colleghe ed aicolleghi in carcere...

il commento

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alla esperienza relativa a circatrentacinquemila casi diadolescenti devianti, trattati in

quasi quaranta anni di pubblicoministero minorile, è sorta una miateoria generale psico-pedagogica cheho denominato della comprensioneaffettiva, basata sui cinque pilastrieducativi dell'ascolto accogliente,dell'affetto comprensivo , dellamemoria storica, della fiduciaaccordata e della responsabilitàrichiesta.

Per quanto concerne il primoprincipio dell'ascolto accogliente delminore “capace di discernimento”afini educativi, esso costituisce, ai sensidel nuovo art. 315 bis, terzo comma,del codice civile, un suo dirittospecifico, sanzionabile, qualora ilgenitore vi si opponga ripetutamente esenza motivo “con grave pregiudiziodel figlio”, con la decadenza dellaresponsabilità genitoriale ex art. 330cod. civ. .Le modalità concrete di ascoltare ilproprio figlio sono assai complesse ediversificate a secondo dei singoli casi.Il primo problema pratico daaffrontare per il genitore consiste neltrovare gli “spazi” giusti di tempo e diluogo per tentare di stabilire la

D comunicazione con il proprio figlio,qualora non sia lui stesso arichiederla (situazione piuttosto rarastatisticamente, visto che igiovanissimi attualmente si ritiranosempre più spesso nel loro mondovirtuale dei social network, chattandosu facebook o twitter, con unacomunicazione globale e partecipatache li isola dagli altri membri dellafamiglia) .Così sarà opportuno “attrarre”preventivamente il minore con lascusa di realizzare un'attività ludicacomune (uscire per passeggiareall'aria aperta in una domenica disole, o per fare acquisti ovvero andareal cinema o alla partita di calcio, adesempio).Durante tali momenti trascorsiinsieme, si dovrà assolutamenteevitare di iniziare un interrogatoriodiretto a inquisire “i perché” ilminore si comporti “stranamente” ein maniera “distaccata” nellafamiglia, utilizzandola quasi solamentecome un albergo, senza alcunapartecipazione o interesseapparentemente affettivo dacondividere al suo interno, rinchiusoquasi sempre nella sua stanzaattaccato al proprio computer.E' bene, invece, affrontare il discorso“alla larga”, prendendo occasione daeventi casuali esterni (quale , adesempio, i risultati sportivi o uncommento al film appena vistoinsieme).Tutto ciò per mettere “a suo agio” ilminore, creando un ambientediscorsivo disteso, oserei direneutrale, e sicuramente privo ditensioni preliminari e didiversificazioni di ruoli troppoaccentuate e pertanto inaccettabili dalminore (quale, ad esempio, “tidomando questo perché sono il tuo

genitore e tu devi rispondere perchései mio figlio”), che , per reazione, sichiuderebbe subito in un ostinatomutismo. E' importante percepire anche lacomunicazione non verbale dei proprifigli che talora precede quellacontenuta nelle parole.Invero, da questo punto di vista, èassai importante notare la loro mimicafacciale, connotata da un arrossire oda un impallidire, che denotano fortiemozioni alla ricezione della domandagenitoriale, così come la gestualità nelmuoversi e nel sedersi, la sudorazionedel viso e delle mani: una intersezionepsicologica variegata di vergogna,sbigottimento, ansia, paura,nervosismo, irritazione, perplessitàche devono essere tempestivamenteinterpretate dal loro interlocutore, percalibrare in maniera migliore le suedomande, onde evitare un bloccototale del figliolo alla reciprocacomunicazione, che costituirebbe ilfallimento di ogni procedura d'ascolto. E' ovvio, poi, che l'osservazione delcomportamento non verbale deipropri figli dovrà continuare anchedurante tutto il tempo del loro ascolto,provvedendosi a modulare difrequente la tipologia delle domandesulle base dei segnali lanciati spessoinvolontariamente e senza parole dagliadolescenti. Attuato questo preliminare“diplomatico” (comprensivo dei giàaccennati comportamenti nonverbali), il genitore dovrà iniziare,gradualmente e con affettiva pazienza,a far percepire al proprio figlio la suavolontà di poter condividere , almenoparzialmente, i suoi problemiesistenziali, comunicandogli di averavuto anche egli, nella sua passataadolescenza, analoghe situazioni di“sofferenza” ( ad esempio a causa di

Nella foto:colloquio

tra genitore e figlio

Roberto Thomasgià Magistrato

minorile, docente dicriminologia

presso l’Università di Roma

la [email protected]

PoliziaPenitenziaria

n.230luglio/agosto

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Teoria psico-pedagogica della comprensione affettiva e prevenzionedella devianza minorile

criminologia

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amori finiti, di tradimentidell'amicizia, di conflitti con i proprigenitori e così via), pur nella diversitàambientale e storica.La percepita parità di esperienze delgenitore da parte del minore ( inquanto è stato già “sofferente” al paridi lui per analoghi “problemi”)mette, in un certo senso, a suo agio ilminore ed è la principale chiave divolta che permetterà di poter iniziareuna comunicazione reciproca sincera,da un lato mettendosi in ascolto delleansie, delle paure, dei sensi di colpa edelle aspettative del proprio figlio,dall'altro vi sarà la tendenza per ilfiglio, piano piano, di aprirsi sempredi più, “svuotando il sacco” delleproblematiche relative allaquotidianità della sua vita. Detto ascolto paritario (quasi comequello tra coetanei confidenti) nondovrà consistere in una reprimendamorale (“ hai fatto molto male acomportarti così, dovrestivergognarti” ), che porterebbeinevitabilmente ad una interruzionedel dialogo da parte del minore che hanecessità di recepire un ascoltogenitoriale in maniera “accogliente”,nel senso di comprendere che perl'interlocutore adulto il suocomportamento oggettivamentecensurabile è valutato come unpassato su cui mettere una pietrasopra e che non deve ripetersi mai più(“va bene, è successo perchéevidentemente doveva succedere,adesso non ci pensiamo più,l'importante è che non si ripeta peril futuro” ).Quindi una modalità di ricezione daparte del genitore improntataall'affetto (“lo sai che in ogni caso ioti vorrò bene perchè sei mio figlio”)e alla massima comprensione dei fattie delle azioni del minore, soprattuttoquando si viene a rendere conto che ilminore, già di per sé, ha acquisito unforte senso di colpa per l'accaduto e sisente in uno stato “confusionale” diperdita della propria autostima e dipaura di essere privato di quellagenitoriale.Allora dovrà subentrare una fase deldialogo improntato, da parte delgenitore, a tentare di ricostituire, conle sue parole comprensive, quella

stima interiore “traballante”nell'animo del proprio figlio,comunicandogli che egli di sicuro,nonostante tutto, ha sempre avuto esempre avrà stima per lui, soprattuttose non ripeterà le azioni sbagliate delpassato.Invero si deve sottolineare la massimaimportanza della molla della fiduciaintesa , da una parte, come messaggiorasserenante che il genitore dovràinviare al figlio, al fine di rinforzarlonella sua autostima, di comprendere lemotivazioni dei suoi erroricomportamentali (“io ti capisco e tisono vicino”, termini sicuramente dimaggior presa della tradizionale frasepaternalistica “io ti perdono”),dall'altra, esprimere soprattuttofiducia nelle sue azioni future,correttive dei precedenti sbagli (“ioho fiducia in te” ),in uncontemporaneo circolo relazionalevirtuoso di avere fiducia e di darefiducia .In questo procedimento di iniezione difiducia, per il genitore occorreràdimostrare l'assoluta parità diposizione dialogante con il figlio,rivelandogli, come già accennato, leproprie esperienze conflittualiavvenute durante la sua lontanaadolescenza, che riproducono inbuona parte quelle vissute attualmentedal figlio, attivando pertanto unamemoria storica significativa delprocesso che ha condotto il genitoreda una situazione adolescenziale difluidità a quella di una piena coscienzadi individuo responsabile. Comunicherà, pertanto, al minore, diricordarsi che anche lui, nella sualontana adolescenza, aveva commessoanaloghe azioni “disdicevoli” (adesempio provando a fumare unospinello o litigando violentementenella sua famiglia di origine), ma chesuccessivamente non le aveva piùripetute, avendone compreso ladannosità per se stesso e il dolore cheprovocavano ingiustamente nei suoifamiliari. Con tale ricordo dovrà scattare unanuova fase della comunicazione con ilfiglio, in cui il genitore, abbandonandoil ruolo paritario fin lì tenuto con lui,dovrà assumerne uno diverso,certamente non autoritario o di vuoto

paternalismo, bensì quello dellaautorevolezza. Si tratta di uno sviluppoprogressivo del dialogo che, dopo ilruolo di amico del figlio assunto dalgenitore nella precitata prima fase(mediante, l'ascolto- accogliente,l'affetto-comprensivo, la memoriastorica e la fiducia accordata), sidifferenzia nell'assunzione dellafunzione di colui che, dopo averacquisito agli occhi del minore unamaggiore autorevolezza, può iniziaread indicargli dei precisi “paletti”comportamentali, iniziando dall'invitoal figlio di voler prendere inconsiderazione la possibilità di unnuovo percorso virtuoso, sollecitandopertanto la sua responsabilità inmaniera graduale - pur essendoconscio della possibilità di ricadutenegli errori già commessi dal minore– che deve trovare riscontro neidoveri di solidarietà sociale, previstinell'art. 2 della Costituzione ( “La

Repubblica riconosce e garantisce idiritti inviolabili dell'uomo, siacome singolo sia nelle formazionisociale ove si svolge la suapersonalità, e richiedel'adempimento dei doveriinderogabili di solidarietà politica,economica e sociale”), al fine dipoter diventare un individuo consciodel proprio destino in manieramatura. Quindi una sollecitazioneautorevole al minore di un percorsoeducativo privato- familiare sullafalsariga del principio programmaticodei doveri di solidarietà sociale,richiesti decisamente dal contenutodel precitato art. 2 della Costituzionein tema di educazione civica pubblica.Il genitore concluderà, così, di essere

Nella foto: ricerca didialogo

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11criminologia

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Nella foto: “non sei solo”

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12 criminologiacerto che gli adempimenti richiestigli“autorevolmente” (ad esempio unmaggior impegno scolastico, unamaggiore partecipazione alla vitafamiliare collettiva e così via )saranno progressivamente attuati,ritenendo che il figlio non rifaràazioni negative, frutto di uno sbagliogiustificabile che può capitare a tuttie che non deve incidere in nessunamaniera sul suo futuro di giovaneresponsabile (“stai tranquillo hocompreso il tuo disagio, so che nonripeterai più queste azioni perchéti considero un ragazzoresponsabile e ti voglio bene. Oranon ti abbattere per il passato ,pensa al futuro e ai dovericomportamentali che ti richiedonel tuo interesse; accettandoli emettendoli in atto, vedrai, tisentirai più sereno con te stesso ; setu vorrai ti sarò sempre vicino perconsigliarti... ricordati non seisolo.”).

Nella predetta sintesi descrittiva hocercato di condensare edesemplificare, il più chiaramentepossibile, i cinque pilastri della miacostruzione teorica educativa che hodenominato teoria psico-pedagogicadella comprensione affettiva basata -giova ripeterlo - nell'ascolto-accogliente, nell'affetto-comprensivo,nella memoria storica, nella fiduciaaccordata e nella responsabilitàrichiesta.Ovviamente quello che ho riferitocome comunicazione intrafamiliarein cinque fasi, effettuata in un unicocontesto temporale, potrà esseresviluppata, a secondo dei casiconcreti, in più momenti distinti

cronologicamente e nonnecessariamente integralmente diseguito, potendosi “mischiare” lasequenzialità, iniziando ad esempiodalla responsabilità per poi passarealle altre quattro linee direttived'intervento. Invero la fluidità psicologica delminore deve determinare, comerisposta educativa, un modellopedagogico non rigido, ma flessibile(con mutamento del ruolo genitorialeda “paritario” ad autorevole , comesi è visto, a seconda delle fasiconsiderate nel modello educativo),che deve seguire con attenzione ilfluire delle sue situazioni di fragilità,instabilità ed imprevedibilità ,attualizzando in concreto – e pertantocon specifiche modalità concrete, dicui sono state segnalate soltanto lelinee guida generali – i cinqueprincipi fondamentali sopracitati cheho riunito nella mia teoria generalepsico-pedagogica della comprensioneaffettiva per i minori e che deveessere realizzata, in prima battuta,nell'ambito della famiglia, teoria cheprende come spunto pratico larecente riforma del diritto di famiglia- avvenuta con la legge sullafiliazione (Decreto Leg.vo 28dicembre 2013 n. 154 ) .Siffatta legge - oltre ad avertrasformato la potestà genitoriale inresponsabilità genitoriale sui figli (nelnovellato art. 316. cod. civ.) - hastatuito, nel combinato disposto delnovellato art. 147 e del nuovo art.315bis, primo comma, del codice civile,quale obbligo per i genitori, oltre aquello tradizionale di mantenere,educare ed istruire, anche quello di“assistere moralmente” i proprifigli, codificando in tal maniera unnuovo e importante pattogenerazionale che prevedeun'innovativa comunicazione fragenitori e figli basata proprio sulprecitato ascolto accogliente,affettuoso, comprensivo, che dàfiducia e tende a responsabilizzare iminori.Invero siffatta assistenza - che nondeve essere intesa solo in sensostretto, quale indicazione di principietici di condotta, bensì in quello piùampio di assistenza affettiva - si basa,

pertanto, proprio in un dialogointerpersonale che consiste nel lasciarsfogare liberamente, anche con rabbia,il minore, assicurandogli unacomprensiva partecipazione emotiva aisuoi problemi esistenziali : il tuttocondito da una vera accoglienza aldialogo schietto che viene a dimostrareil sincero affetto e la fiducia delgenitore.La teoria psico-pedagogica dellacomprensione affettiva, sinteticamentesovraesposta - adattata nelle sue cinquelinee direttive alla singole situazioniambientali concrete- potrà essere attuataanche dagli insegnanti, dagli assistentisociali e dagli psicologi nei campi diloro pertinenza, costituendo un utileaiuto atto a prevenire i fenomeni didevianza e di criminalità minorile.In particolare per quanto concernel'analisi della personalità dei minori daparte degli psicologi, occorredomandarsi se il predetto approcciopsicologico dia certezze o quanto menoutili indizi per poter poi impostare una“terapia” di recupero del minore fluidodalle sue fragilità, instabilità eimprevedibilità .Nella mia lunga esperienza dimagistrato minorile, per i migliaia dicasi che ho seguito in prima persona , astretto contatto con numerosissimipsicologi della famiglia, devo confessareil mio pessimismo, nel 90% dei predetticasi, sull’utilità dell’impostazionedell’intervento psicologico sui minori,soprattutto se lasciato come semplicediagnosi non seguita ed integrata dacorretti interventi “operativi” concreti. Sovente siffatta analisi, a prescinderedalla buona fede dello psicologo che loha attuato, che mi pare indiscutibile, hacausato una “confusione” nel minore -soprattutto quando si sono susseguitidiversi psicologi- che ha “aggravato” leincertezze della sua personalità,“squilibrandolo” ulteriormente .Invero il problema che sorge nellostudio psicologico minorile è che ,soprattutto da parte degli psicologi piùgiovani, si fa un’applicazione rigida deiprincipi teorici appresi nelle auleuniversitarie, quasi che tutti gliadolescenti fossero “uguali”, comecapita per le singole tipologie dellemalattie più gravi che vengono curate –questa volta giustamente, essendo

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Nelle foto:Franz Sperandio

PoliziaPenitenziarian.230luglio/agosto2015

13il ricordociascuna con un contenuto omogeneo- con un unico protocollo ditrattamento medico- farmaceutico.In realtà ogni minore ha un suoproprio vissuto e, conseguentemente,una particolare personalità che deveessere “trattata” con particolarecautela, senza “trionfalismi” diavvenuto recupero, perché la“ricaduta” può essere sempre inagguato, anche quando ogni suaproblematica sembra favorevolmenterisolta .Penso che , in molti casi, più chel’analisi psicologica tradizionale - che,sovente, il minore interpreta comefosse un’indagine per accertare la sua“pazzia” e, pertanto recisamenterifiuta (“che vuole costui da me?Mica sono un pazzo! Non ho alcunbisogno del medico dei pazzi !” ) –sia necessaria un approccio affettuosodei suoi genitori (o almeno delgenitore collocatario, in caso diseparazione ) che, con calma, cerchidi far “aprire” il figlio a esprimere isuoi problemi, dimostrandoglicomprensione e vicinanza affettiva,applicando i cinque principi della giàcitata mia teoria psico-pedagogicadella comprensione affettiva .Mi sembra , invece, più opportuno chegli psicologi debbano supportareseriamente i genitori per affrontareuno schietto dialogo coi loro figli,dando loro indicazioni concrete sulcome rapportarsi correttamente coiminori, anche prima che intervenganogli elementi perturbatoriadolescenziali. Insommaoccorrerebbe una vera e propria“scuola di genitorialità”,riconoscendosi che il “mestiere” delpadre e della madre sono quelli inassoluto più difficili e a cui tutti igenitori, anche i più culturalmenteevoluti, assai spesso non sonosufficientemente preparati.Una corretta e seria applicazioneeducativa della teoria dellacomprensione affettiva porterebbesicuramente a prevenire, in molti casi,la devianza minorile e, cambiando itempi di realizzazione, potrebbecostituire anche un valido aiuto per ilrecupero dei minori deviati o cheabbiano commesso attività di caratterepiù propriamente criminale.H

l 31 luglio di dieci anni fa, nel2005, ci lasciava, dopo una lungamalattia, Franz Sperandio,

giornalista, Capo Redattore di questaRivista e Addetto Stampa del SindacatoAutonomo Polizia Penitenziaria.Nonostante il passare di tutti questianni, ancora echeggiano in SegreteriaGenerale le parole del buon Franz,sempre pronto a dare un consiglio, unsuggerimento o a lanciare un’idea.Ci ha insegnato tanto Franz Sperandio,ci ha insegnato tanto...Nato nel 1948 a Bolzano, ma udinesedi adozione, Sperandio iniziò l’attività

giornalistica nelle radio private deglianni settanta, per proseguirla poi sullacarta stampata.A cavallo tra la fine degli anni ottanta el’inizio dei novanta, Franz si concesseun’escursione in politica fino adiventare il Capo della Segreteria delSottosegretario di Stato alla GiustiziaFranco Castiglione.Nella seconda metà degli anni novantaentrò a far parte della grande famigliadel Sappe, nella quale si inserìtalmente bene da arrivare a sentirsiuno di noi, fino al punto didimenticarsi di non essere unpoliziotto penitenziario.Lui “si sentiva” un poliziottopenitenziario... ed in realtà lo è stato

molto più di tanti colleghi che “nonsentono” la divisa che portano.Era insuperabile nella correzione dellebozze della Rivista. Talmente attento emeticoloso da individuare anche il piùpiccolo refuso. Quando c’era luidifficilmente andava in stampa unnumero con errori, anche veniali.Una cosa in particolare ci hainsegnato: ogni foto, ogni immaginepubblicata deve avere la suadidascalia!Diceva il buon Franz di non dare maiper scontato che tutti, ma propriotutti, conoscessero il soggetto della

foto; anche fosse stato il Papa, cidoveva essere una didascalia conscritto “questo è il Papa”.Io, noi tutti, non dimenticheremo mail’amico e “collega” Franz Sperandio.Oggi, come allora, ciao Franz...

GBDB

Dieci anni fa ci lasciavaFranz Sperandio

Capo Redattore, amico e “collega onorario”

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agno di gloria e d’oro per icolori azzurri a Mosca: aicampionati mondiali di

scherma (13/19 luglio), ha brillato lastella delle Fiamme Azzurre AldoMontano, bravo a condurre sulgradino più alto del podio il team dellasciabola italiana. La squadra hadominato la finale e annichilito ipadroni di casa della Russia,favoritissima alla vigilia. La medaglia d’oro, conquistata da Aldoanche e soprattutto grazie al suoapporto di tecnica ed esperienza, éarrivata a consolarlo dopo una provaindividuale poco fortunata che lo havisto uscire ai sedicesimi per mano deltedesco Hartung. I due più che

trentenni Aldo Montano (37) e DiegoOcchiuzzi, affiancati ai due ventenniLuca Curatoli ed Enrico Berrè hannosaputo imporsi sugli avversaririportando all’Italia un titolo che lemancava da vent’anni esatti, dallarassegna mondiale dell’Aja del 1995.L’oro maschile della sciabola e quellofemminile del fioretto, due dei quattroconquistati a Mosca, fanno sentireancor più il rammarico in chiaveolimpica: per la decisione del CIO di“ruotare” le armi. L’Italia dunque lascerà a casa i duedream team, dovendo affidare le suesperanze di medaglia solo alle proveindividuali e alle altre competizioni asquadre ammesse.

Tornando ai mondiali di Mosca si puòdire che l’approccio degli sciabolistinella finale per l’oro è stato degno delmiglior regista di un gioco di strategia:in avvio Curatoli e Montano sonopartiti a valanga riportando unclamoroso parziale di 10-2; poi il vice-campione olimpico Occhiuzzi hasubito la rimonta del campione delmondo Yakimenko, il quale haricondotto la formazione russa sul 9-15. A quel punto però, tornato inpedana il più giovane del quartetto,Curatoli, a dispetto dei suoi 20 anni siè mostrato all’altezza dei più grandidella disciplina, conservando ilvantaggio di 20-13. Diego Occhiuzzi siè difeso dagli attacchi dell’ex iridato di

Kazan riportando il punteggio su 25-18. Dopo un 3-0 iniziale subito dalneo-campione mondiale, AldoMontano si battuto da veterano e conun’impresa ha alzato a 30-23 ilparziale in favore della nostrasquadra. Poi l’argento olimpicoOcchiuzzi si è sbarazzato del russoIbragimov e Curatoli ha tenuto a badail neo-iridato. Ad Aldo Montano è statoaffidato il compito di chiuderel’incontro e lo ha fatto di mestiere conil punteggio di 45-36 in favoredell’Italia. Per Montano (14esimamedaglia tra Mondiali e Olimpiadi) sitratta del primo oro iridato, che glipermette di superare papà Mario Aldo:ai Campionati del Mondo di Mosca del

1980 conquistò l’argento nella gara asquadre.

MOSCA (13/19 luglio) CampionatiMondiali di scherma - Sciabola M: (1) Alkesey Yakimenko RUS, (2) DarylHomer USA, (3) Tiberiu DolniceanuROU e Max Hartung GER, (10) ALDOMONTANO (64: V/Sun Wei CHN 15-9,32: V/Fernando Casares ESP 15-8, 16:S/Max Hartung GER 11-15);

Sciabola a squadre Maschile:(1) ITALIA/ ALDO MONTANO-LucaCuratoli-Diego Occhiuzzi-Enrico Berrè(32: V/Repubblica Ceca 45-10, 16:V/Messico 45-32, QF: V/Romania 45-32, SF: V/Francia 45-39, F: V/Russia45-36), (2) Russia, (3) Germania.

Lady [email protected]

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14 lo sport

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Campionati mondiali di scherma:oro a squadre per Aldo Montano

Nella foto:Aldo Montano

in uniforme della Polizia

Penitenziaria durante

un’intervista

Nelle foto:la squadra italiana

di sciabolaesultante per lamedaglia d’oro

conquistata a Mosca

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ra coloro che nelle discipline diappartenenza hanno scritto lepagine iniziali in fatto di

medaglie vinte ai primi giochi europeidella storia, dopo il mitico “Johnny”Pellielo, il solo della cui impresaabbiamo dato conto nel precedentenumero data la concomitanza dialcune gare del torneo con i tempi distampa, le Fiamme Azzurre possonoannoverare anche l’argentoindividuale nel pugilato, conquistatoda Vincenzo Mangiacapre ed il bronzoa squadre vinto da Giulia Cantoni nelJudo, arrivati entrambi proprio inchiusura della rassegna continentaledei giochi. Nella gara di pugilato (21/26 giugno)Vincenzo Mangiacapre nel torneo deiSuperleggeri ha ceduto di strettissimamisura (29-28) solo nella finale chelo ha visto opposto al campione dicasa Collazo Sotomayor, cubanonaturalizzato azero. Prima di guadagnarsi la finalissimacontro l’ex cubano, Mangiacapreaveva affrontato, negli ottavi di finale,il turco Adem Avcı vincendo tutte e trele riprese (30-27, 30-27, 30-27). Poinei quarti era risultato vincente persplit decision nel match che lo havisto opposto al suo coetaneofrancese Hassan Amzile, al termine diun combattimento molto equilibrato(29-28, 29-28, 28-29). Il medagliatoolimpico ha ceduto al suo avversariola prima ripresa, ma è poi riuscito avincere in rimonta, garantendosi cosìun podio certo anche in questaimportante competizione. In semifinale, opposto altedesco Kastriot Sopa, si eraimposto all’unanimità in tutte leriprese (30-27 per tutti i giudici ilverdetto finale).

Sempre dal pugilato buone notiziearrivano anche dal fuoriclasseClemente Russo: dopo GiovanniPellielo – pluridecorato campione deltiro a volo che parteciperà alla suasettima olimpiade – anche il campionedi Marcianise, dopo la vittoria sulkazako Anton Pinchuk sul ring diMilano, l’11 luglio, nel padiglione

Tecnogym dell’Expo 2015, ha ottenutola sua quarta qualificazioneconsecutiva (primo pugile dilettante ariuscirci) e disputerà il torneo dei pesimassimi a Rio de Janeiro 2016.Nella gara a squadre di Judo degliEuropean Games di Baku (25/28giugno), che per la spettacolare artemarziale giapponese valeva anchecome Campionato Europeo, larappresentante azzurra della PoliziaPenitenziaria Giulia Cantoni ha coltoun ottimo bronzo. La medaglia riscatta la delusione delleprove individuali in cui i judoka delleFiamme Azzurre Marco Maddaloni,Domenico di Guida e la stessa GiuliaCantoni non sono riusciti a salire sulpodio. In team con con ValentinaMoscatt, Giulia Quintavalle, EdwigeGwend, Assunta Galeone, OdetteGiuffrida ed Elisa Marchiò, l’atleta

della Polizia Penitenziaria hacontribuito alla sconfitta dellosquadrone russo e alla conquista delbronzo (3 incontri vinti a 2 ).

BAKU (21/26 giugno) EuropeanGames di pugilato – 64kg: (1) Collazo Sotomayor AZE, (2) VINCENZO MANGIACAPRE (32:bye, 16: V/Adem Avci TUR 3-0/30-27,30-27, 30-27; QF: V/Hassan AmzileFRA 2-1/29-28, 29-28, 28-29; SF:V/Kastriot Sopa GER 3-0/30-27, 30-27,30-27; F: S/Collazo Sotomayor AZE 0-3/28-29, 28-29, 28-29), (3) ViktorPetrov UKR e Kastriot Sopa GER

MILANO (11 luglio) circuitoOpen APB (semifinale/cartaolimpica) – pesi massimi(91kg) CLEMENTE RUSSO – AntonPinchuk KAZ 3 –0 (77-75, 78-74

BAKU (25/28 giugno) EuropeanGames e Campionati Europei dijudo – 73kg M: (1) Sagi Muki ISR,(2) Nagzari Tatalashvili GEO, (3) RokDraksic SLO e Dirk Van Tichelt BEL,(33) MARCO MADDALONI (64:S/Georgios Azoidis GRE); 100kg M:(1) Henk Grol NED, (2) LukasKrpalek CZE, (3) Toma Nikiforov BELe Cyrille Maret FRA, (9) DOMENICODI GUIDA (32: V/Stefan Jurisic SRB,16: S/Toma Nikiforov BEL); 70kg F:(1) Kim Polling NED, (2) LauraVargas-Koch GER, (3) Bernadette GrafAUT e Szaundra Diedrich GER, (17)GIULIA CANTONI (32: S/Esther StamGEO); squadre F: (1) Francia, (2) Germania,(3) Slovenia e Italia (QF: S/Slovenia 2-3, Giulia Cantoni V/Tina Trstnjak;1Rep: bye, F3/5: V/Russia 3-2, GiuliaCantoni S/Irina Gazieva)H

lo sport

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Nella foto sinistra in alto:Vincenzo Mangiacapre

Dai Giochi europei di Baku altre due medaglie alleFiamme Azzurre

sopra:Giulia Cantoni

a sinistra:Clemente Russo

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er chi si occupa di artel’impegno principale consistenel dover risolvere diversi

dilemmi che riguardano il linguaggiovisivo. Spesso sono costituiti dallacostruzione di una esteticaincomprensibile al gusto comune, matale criterio riguarda ormai solo unadeterminata categoria di opere.

Fin dal primo scorcio del novecentol’avvento dell’arte contemporanea hasovvertito in qualche modol’imperativo del gusto comune cosìcome lo si era inteso fino ad allora, inquanto nell’opera il riferimentoindiretto mediato dall’uso dell’iconaprivilegia l’esteticadell’interpretazione. Questo cambiamento, avvenuto aVienna sul finire dell’800, ha portatosempre più al centro dell’attenzione losguardo mentale dell’artista, piuttostoche la sua abilità di riprodurreesattamente l’immagine così comeveniva percepita dall’occhio umano. I lavori di Klimt sono ad esempio larappresentazione di ovulazioni edestasi orgasmiche femminili, figure didonna abbandonate in un turbiniospermatico che le avvolge; Attoliberatorio del costume femminile,mai esplicitato prima; Egon Schiele,allievo di Klimt, fugge dai canoni di

bellezza classici che avevanoamministrato l’arte per secoli, edipinge personaggi onanistici,deformati dalla rivelazione del vizio edel disturbo mentale; OskarKokoschka si spinge oltre,concentrando la sua attenzione sulleinquietudini della depressione e dellafollia. In questo modo l’immaginereale subisce una distruzione ed unaconseguente riparazione nelle formeche la fantasia, il vissuto, il desiderio,la prospettiva originale dell’artistaipotizzano. Si trattava di una dellepossibili speculazioni alle quali unoggetto, ora soprattutto una emozione,sottraggono al linguaggio visivodell’immagine, riproponendo sullasuperficie di una tela, in una scultura,il tormento e le trame di spaziinteriori. L’artista assume dunque unosguardo particolare e trasforma uncerto avvenimento mentale in unaprospettiva scenografica, come unimago Freudiano deprivato del verbodella coscienza, trae forza eimmanenza espressiva da taleprivazione. L’artista dipinge, scolpisce e manipolala materia, allo scopo di rappresentareun avvenimento mentale, nellecategorie comunicative proprie dellinguaggio dell’immagine. L’imago conil quale sostituisce la realtà visivacomune, diviene imperativo della suaesperienza storica e individuale, inconnessione con l’esperienza storicoculturale alla quale egli è appartenuto.Lo fa utilizzando l’alfabetodell’immagine, che è costituitoessenzialmente da una serie dielementi visivi: lo spazio, il punto, ilsegno grafico, la linea, il colore, ilvolume, la superficie, la luce, e cosìvia. Egli narra sostanzialmente il suopunto di vista dell’immagine che“vede”; questo punto di vista è unico,ha una originalità individuale

paragonabile alla originalità dellagrafia. L’artista, anche il più realista, èinteressato alla filogenesi e ontogenesidell’oggetto, e finisce in ogni caso persignificarlo come elementotestimoniale di una esperienza. Cosaaccade nell’opera qualora un artistadipinge un sentimento puro, unaprospettiva mentale, sostanzialmenteun anima, un temperamento ed uncarattere,e oltre, una devianza delpensiero?Data questa ipotesi, l’artista assume levesti di argonauta, viaggiatore deiconfini di una delle innumerevolipercezioni e delle tante realtà-luogo;viaggia in uno spazio visivo e acusticoche investiga quelle“verità spazio”irriducibili alle semplici categoriedell’estetica del linguaggio visivo. Le opere del Prof. VincenzoMastronardi trattano dilemmi emisteri che stimolano il bisogno disenso, in un certo qual modo nuoviall’arte estetica; e la congiunzioneconsiste in una più complessarelazione di attachment tra l’opera ela ricerca scientifica, qualora essa ètesa a finalizzare e ad aggiungersi ailinguaggi clinici convenzionali. Lo stimolo visivo dell’opera e dellaprospezione dell’altro, ha portanzafigurativa, e illumina l’aspettoarcheologico del trauma; l’operadiviene scavo analitico di un effigelatente, sulla cui forma sono ancoratinuclei generativi di esistenzeproblematiche. Vincenzo Mastronardi è psichiatra ecriminologo forense di famainternazionale, titolare della cattedradi psicopatologia forense pressol’università La Sapienza di Roma. Ha prodotto numerosi libriaccademici e pubblicazioniscientifiche, sui quali si sono formatigenerazioni di psichiatri forensi, èipnotista e si è occupato dimusicoterapia, scrivendo diversi lavorisull’argomento. Insomma, un autoreed uno studioso ricercatore di primolivello, uno dei massimi esperti dellapsicopatologia forense, perito forensein numerosi casi che hannointeressato la cronaca giornalistica etelevisiva; Una lunghissima esperienzaa contatto diretto con la patologiamentale. Lo sguardo dell’uomo e dello

Nella foto: il Professor

Vincenzo Mastronardi

Massimo MontaldiAntropologo

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Dilemmi e misteri delleOpere del Prof. VincenzoMastronardi

arte e cultura

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psichiatra si è mutuato con quello diun artista speciale, che si èconcentrato su immagini econfigurazioni mentali, forme,dimensioni, colore, non sempreevidenti tra le pagine dei numerosi“profili del crimine”. Mastronardi artista, quell’artistaargonauta di cui ho accennato, divieneil modello immaginario delviaggiatore, tra le infinite possibilitàdelle forme mentali della sofferenza,percorsi cromatici e traiettoriegrafiche, emblematiche dei suoi lavoripittorici. La prima lezione che si trae dalle sueopere è legata ad una speculazioneprettamente filosofica, ma ancheinaspettatamente in linea conl’interpretazione positiva: vedere nonsignifica capire, il semplice ascoltarenon si traduce in comprendere. Vi è sempre l’impegno di lavorare suuna dimensione altra, nella quale letante verità possono trovare una lorocoerenza anche attraverso una sorta di“grafica del pensiero”; perché ilcaleidoscopio ideativo della psiche siocculta sovente dietro processisimbolico astrattivi di difficileinterpretazione nei canoni dellinguaggio verbale. Le opere diMastronardi assolvono questo compitodi traslazione decorativa, in cui ilvettore astratto della patologia mentalenel suo manifestarsi grafico,cromatico, non impone un imagoesclusivamente narrativo, dal qualetrarre materia ed energia esplicativa.La grafica e la policromia della follia,può essere fissata sul piano pittorico,e compresa al di la della narrazionestorica dell’individuo. Le opere diMastronardi sono un assemblaggio ditecniche della dimensione un metroper un metro, da leggere in chiave neosurrealistico-cibernetico; lavorate contecnica mista polimaterica costituitadall’insieme di pittura, fotografia,oleografia. Per quanto concerne latecnica ci conducono a Blake,Brauner, Schwitters, ma soprattutto aJoseph Cornell, data l’enfasiassemblatrice di oggettiapparentemente non collegati tra loro,ma che trovano senso nell’insiememetaforico abitato da circostanzeoggettuali e cromatiche, un insieme di

significati che sorprende perché chemuta il piano convenzionale in unaraccolta ornamentale di sogni esuggestioni. L’invito esplorativo èchiaro: trasmette la frammentazionedelle parti del Sé, metafora deglioggetti persi nel tempo e nello spazio.Si nota l’interesse particolaredell’artista per l’irrazionale, eparallelamente il tentativo direstaurazione surreale di un ordineperduto, o mancato, che sembra averobbedito ad un destino.Nell’opera “Paranoia” è evidente laricerca di quelle entità mentaliinvisibili che sono sfuggite allacostruzione del Sé, per poi ricorrereal mascheramento e occultamento diun vissuto che, ormai irriconoscibile,continua ad agire. Nell’operacampeggia una scatola in plexiglassche restituisce un senso di chiusura. Ilsigillo emotivo esibito nella scintillantee luminosa scritta rosso vermiglio(paranoia) pura forma esplicita delmessaggio in un punto luce di estremasuggestione. L’allestimento proseguesu un secondo punto, centrale, oveuna veduta dall’alto di New York èsemicoperta da una macchia rossa eminacciosa. La città appare in unaprospettiva bizzarra di esplosionefallica diffusa; la macchia rossa ha unforte richiamo simbolico all’identitàproblematica. Quest’opera si riferisceal caso di un paziente con tendenzeomicide nei confronti del sessofemminile, trattato nel corso delsetting psicoterapico, e descrive lascena mentale di uno specifico sognodel soggetto.In “Ipotrofia dell’Io”, il caso di unadonna vittima di violenza domestica efamiliare, la metafora marina comedivisione che separa le diverse istanzepsichiche, rivela una profondità in cuipresenze antropomorfe di maschereumane, scrigni colmi di gioielli, sisedimentano nel fondo che trattiene, ascapito di un Io inadeguato costituitoda dita incapaci di afferrare, segnografico di una negazione mortificantealla base dell’ipotrofia dell’Io. I diversipiani del profondo sono ben ottenuticon l’uso tecnico e sapiente dellasfumatura del colore, che gioca sulleillusioni ottiche delle trasparenze.L’opulenza dell’oro nello scrigno

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17arte e culturasembra assumere un ruologerminativo di una ambivalenzaipertrofica dell’Io violento qualerisposta reattiva e compensativaall’ipotrofia. Nell’opera “Isterismo - il bambinod’oro”, il caso di paralisi isterica diuna donna, successiva ad unacondottaninfomane,vienerappresentatoda unaimmaginementale che siconfiguradurantel’esposizione diun sogno,questa voltaproposto dalterapeuta allapaziente, esostanzialmentedominato dallapresenza di unbambinorivestito d’oro eposto al centrodi una voltaceleste di colorescuro. All’invitodi descrivere leimmagini e leazioni evocate,la pazientemostravadisinteresse arimuovere lapatina d’oro cherivestiva ilbambino,rinunciandoquindi ad unareale e concretarelazione,lasciandomantenere unacopertura d’orosul corpo delbambino. Indifferenza e anaffettività,rivelate dalla implicita difficoltà diumanizzazione del bambino,costituiscono la metafora di un bloccoproblematico della sessualità, la cuiresistenza interiore trova orizzonte nelsintomo isterico. L’opera è unacomposizione assemblata di materiali

Nelle foto: le opere “Paranoia”,“Ipotrofia dell’Io”e “Piromania”

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Nelle foto:in alto

la copertina del“Manuale per

operatori criminologici”

e, sotto, l’opera “Sessuofobia”

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18 arte e culturavari. In basso diviene una costante laenunciazione patologica, posta sulpiccolo blocco di travertino. In altouna donna bionda atteggiata nellapostura fisica del darsi è racchiusa inuna cartolina dallo sfondo rosso delpiano sottostante, nel quale nonpartecipa. Proietta solo un ombra deimargini entro i quali è confinata. Il bambino d’oro, richiamo alla popart dei primi anni 70 del 900, soggiacein uno spazio stellato. Egli è posto allimite inferiore dello scibile stellato,quasi a voler esprimere il suo

desiderio diessere notato edal contemporestituiscel’effetto di unaincomunicabilità.Le braccia sonoallargateleggermente suifianchi e tra i duesoggetti vi è unaseparazionecarica didrammaticità chesottolinea unamancanza. Sessuofobia èl’opera che più dialtri esplicita ecerca di dareforma grafica allaviolenza suibambini da partedi un genitore. Si tratta di uncaso trattato dalProf. Mastronardiin collaborazionecon l’alloraMinistro di Grazia

e Giustizia On. Prof. Giuliano Vassalli, epubblicato in una monografia dal titolo“Manuale per operatoricriminologici”, Giuffrè Editore,Milano. In questo caso una donna di32 anni in trattamento permanifestazioni comportamentaliviolente in danno dei figli di 8 e 4 annidi età, sottoposta a ipnosi rivelaepisodi significativi della sua infanziacirca le violenze notturne nei confrontidella madre e perpetrate dal padre,mentre faceva finta di dormire insiemealle sue sorelle e fratelli in uno spazio

ristretto e misero costituito dal loroalloggio. Durante il karma ipnotico la pazienteesplode in atteggiamenti collericiriferendo frasi che invocano unqualche aiuto per la madre, vittima delpadre, implorando clemenza e di noninfierire sulla di lei madre. E’ un caso di maltrattamento subito edergo esercitato che si manifestaspecificamente all’indomani dellacerimonia di nozze con suo marito, equindi in seguito allo spostamento deiruoli sociali psicologicamentepercepiti. Solo allora la sua posizioneindividuale muta assumendo ilfantasmatico del vissuto precedente.L’opera attraversa simbologie storicheindividuali immerse in un rossobruciante, e la sospensioneminacciosa costituita dal dilemmavulcanico rende drammatico il vasorovesciato che assume il significato diuna sessualità rifiutata. E’ presente l’eloquente ambivalenzadell’immagine separata dal contestocentrale, espediente tecnico pittoricotipico nei lavori di Mastronardi, cheantepone la presenza di un altrocontenitore, un bicchiere trasparentenel quale è immerso lo stelo di unfiore giallo. Poco vicino al vasorovesciato un serpente emerge dallesfumature rossastre dello sfondo,come volendo cercare il liberoaccesso all’inconscio-vagina. In basso sottolinea la naturasessuofobica del Se, e del viaggioipnotico di ricerca verso i confini dellapsiche, confermando l’intuizione circa“l’artista argonauta” Mastronardiche rintraccia l’emozione-spazio delsoggetto durante lo spostamentoipnotico. L’opera è in tecnica mista e presentadiversi punti focali che partecipano aldiscorso cromatico, luminoso ecarnale. Il concetto di spazioesistenziale entro il quale è la trama,definisce il centro dell’interesseinconografico di VincenzoMastronardi. L’essenzialità del simbolodona esplicita chiarezza ai passaggiregressivi della patologia, rifiuto delsintonico e opposizione traarcheologia e superficie, passato epresente. Un trionfo delle cornici edelle separazioni prende corpo, è

l’area in cui è posta l’idealizzazione diuna realtà invisibile dell’agito. Di fronte a queste opere si ha lapercezione di come la dimensioneartistica si relazioni con quellapsichica, purché si è consapevoli chela sostanza dei confini e degli steccaticostituisca il vulnus autentico che daforma al contenuto psichico, nell’attografico rivelatorio. I pittori viennesidell’ultimo scorcio dell’800 entraronoin connessione con la nascentepsicoanalisi, occupandosi di unasoggettività che rivendicava e rivelaval’inquietudine nelle prerogativedell’iconografia. Le forme ed i segnicontemporanei di VincenzoMastronardi indagano e rivendicanoanch’esse tale possibilità insita nellasuperficie pittorica viaggiando aiconfini di quelle cornici e margini,alla ricerca di una ontologia delcaotico. Dare loro colore, spessore emateria, significa anche dinamizzare erimettere in gioco emozioni di unvissuto psichico bloccato. La tavolozzaè una sintesi tra bellezza dellaespressività in opposizione allestatiche tensioni del perpetrarsitraumatico. L’idea della tela convenzionale dellacomposizione artistica, affida aimateriali il compito di riordinare leforme espressive dello strappo nellatela ben più intima dell’esistenza.Come il medico Alberto Burri fecedelle bende insanguinate chemaneggiava durante il secondoconflitto mondiale il suo discorsoiconografico della distruzione, ed unpiano sul quale fondare l’esplicitorifiuto della dimensione convenzionaledella comunicazione, le bendeinsanguinate dello psichiatra forensesi materializzano attraverso lametafora della trasformazione inimmagine pittorica dello psichico,tradotto tra le cornici ed i giochi diombre e policromie. Antichi abbandoni, linee e segni diostacoli interiorizzati prendono formae luce in un duplice campo diinteresse, di cui quello pittoricodelinea il volto desolato di unasofferenza originaria. Questa posizione “non oggettiva” èfervida di analogie tra aspetto formalee narrativo.H

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Giovanni PassaroSegretario [email protected]

Il diritto alla salutedei detenuti

a Costituzione Italiana definiscela salute come “fondamentalediritto dell’individuo” e come

“interesse della collettività”,rilevando due aspetti, quello del dirittoe quello dell’interesse, distinti macoordinati. Il diritto alla salute, inteso quale valorecostituzionale supremo, non è stata lasua valenza originaria, come a noi oggiappare del tutto scontata, ma è fruttodi un’evoluzione giurisprudenziale. Fin dai primi anni dalla sua entrata invigore, vi era la tendenza a qualificareil diritto alla salute più come unprincipio programmatico che come undiritto soggettivo del cittadino. Fu solo grazie all’intervento da partedella giurisprudenza della CassazioneCivile a Sezioni Unite e della Cortecostituzionale, che si iniziò a valutareuna diversa natura giuridica del dirittoin esame. Si cominciò, in particolare, con ilriconoscimento di una precettivitàimmediata di quell’espressione deldiritto alla salute consistente nellatutela dell’integrità psico-fisica daattentati provenienti da pubblici poterio da privati, ritenendo così del tuttoassimilabile la struttura del diritto allasalute, a quella di qualunque altrodiritto di libertà (1). Ma la valorizzazione in termini positividel diritto alla salute, cioè, nonimpostata unicamente sulla tutela inordine alla conservazione del diritto,ma riconoscendo anche un altroaspetto del diritto medesimo, quale lapretesa a fruire di trattamenti sanitari,avvenne più tardi. Così, nelle sentenze nn. 103 del 1977e 175 del 1982, la Corte costituzionaleha riconosciuto “che ogni personache si trovi nelle condizioniobiettive stabilite dalla legislazionesull’erogazione dei servizi sanitariha pieno e incondizionato diritto afruire delle prestazioni sanitarieerogate, a norma di legge, comeservizio pubblico a favore deicittadini”, e precisa inoltre che, taleaspetto del diritto alla salute è soggetto“alla determinazione deglistrumenti, dei tempi e dei modi diattuazione” della relativa tutela adopera del legislatore ordinario. Il che significa che sebbene il diritto

alla salute è riconosciuto quale valorecostituzionale fondamentale, la relativatutela, costituzionalmente obbligatoria,debba comunque avveniregradualmente, dovendolaragionevolmente bilanciare con altriinteressi o beni, che godono parimentidi tutela costituzionale e dovendo,inoltre, valutare le concrete possibilitàdi risorse per la medesima attuazione.Ai fini della nostra trattazione, èopportuno esaminare, se, e in chemodo, tali situazioni giuridichesoggettive trovano tutela all’internodell’ordinamento penitenziario. Sotto il profilo della tutela dell’integritàpsico-fisica della persona dinanzi alleaggressioni o condotte, comunquelesive, da parte di terzi, “il diritto allasalute è un diritto erga omnes,immediatamente garantito dallaCostituzione e, come tale,direttamente tutelabile e azionabiledai soggetti legittimati nei confrontidegli autori dei comportamentiilleciti” (2). Tale diritto quindi, è suscettibile diimmediata attuazione dinanzi lamagistratura ordinaria, sulla base dellasola garanzia costituzionale edindipendentemente da un intervento diattuazione da parte del legislatore odella pubblica amministrazione, e puòessere azionato, inoltre, sia neirapporti tra privati, sia quando ilcomportamento lesivo sia stato postoin essere dalla pubblicaamministrazione. Data la peculiarità della materia,molteplici sono le previsioni legislativenell’ordinamento penitenziario, volte adelimitare la legittimità dell’intervento“fisico” degli operatori penitenziari. A titolo d’esempio, gli operatoripenitenziari possono utilizzare la forzafisica nei confronti di detenuti einternati solo quando sia“indispensabile per prevenire oimpedire atti di violenza, perimpedire tentativi di evasione o per

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19diritto e diritti

vincere la resistenza, anche passiva,all’esecuzione degli ordiniimpartiti”, e ancora, si specifica che“non può essere usato alcun mezzodi coercizione fisica che non siaespressamente previsto dalregolamento e, comunque, non vi sipuò far ricorso ai fini disciplinarima solo al fine di evitare danni apersone o cose o di garantirel’incolumità dello stesso soggetto;l’uso deve essere limitato al tempostrettamente necessario e deveessere costantemente controllato dalsanitario”(Art. 41 comma 1 e 3 Ord.Pen.).

Nei confronti del direttore dell’istitutosi configura un obbligo alla streguadell’art. 331 comma 1 c.p. Infatti, èproprio in ossequio a questo dovereche il secondo comma del citato art.41 Ord. Pen. prescrive “al personaleche, per qualsiasi motivo, abbiafatto uso della forza fisica neiconfronti dei detenuti o degliinternati, deve immediatamenteriferirne al direttore dell’istituto ilquale dispone, senza indugio,accertamenti sanitari e procede allealtre indagini del caso”.

Note(1) In tal senso, A. PENNISI, Diritti deldetenuto e tutela giurisdizionale, cit.pag. 84. (2) Corte costituzionale, sentenza del1990, n. 455.

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uante volte, andando dalmedico, che sia stato ilproprio medico di famiglia,l’endocrinologo, il

diabetologo, il cardiologo o ildietologo, ci si è sentiti dire: “devecambiare abitudini di vita: dieta eattività sportiva!”.

Ma tutte le volte, tutti i miglioripropositi da cui siamo animati sonosvaniti in un lampo, pensando: “e orache devo fare?”, o “ma sarà poivero?”, “e la mia pancia, che finefarà? ...di qui, l’inesorabile sconfitta:“per non sbagliare, non faccioproprio nulla ...che non sia prenderele mie medicine!”.Errore!!! ed ecco perché: propriol’esercizio fisico, ed in particolarel’attività aerobica (cioè quell’attivitàfisica prolungata in cui la frequenzacardiaca non sale molto), è il primopresidio terapeutico che si deveadottare nel caso si sia affetti daDiabete Mellito di Tipo 2.Di letteratura scientifica, in questoambito, ce n’è in abbondanza a partire

dal 1926, anno in cui Lawrence,medico inglese e diabetico, pubblicòsul British Medical Journal unarticolo in cui dimostrava su se stessoche una iniezione di 10 unità diinsulina rapida produceva unabbassamento glicemico moltomaggiore e più rapido se era seguita

da un esercizio fisico piuttosto che sesi restava a riposo. Da allora gli studisi sono moltiplicati e tutti concordanocon l’osservazione del sinergismod’azione del lavoro muscolare edell’insulina. L’attività fisicaraccomandata ai pazienti diabetici èsempre di tipo aerobico. In assenza dicomplicanze, è utile e raccomandabilel’affiancamento di un programma diallenamento contro resistenza(utilizzando per esempio pesi concarichi leggeri).

L’AllenamentoL’organizzazione di una seduta diallenamento tipo prevede in generale:1. una fase di riscaldamento: 5-10minuti di attività aerobica a bassa

intensità. Serve a preparare il cuore,l’apparato muscolo scheletrico ed ipolmoni ad un progressivoincremento dell’esercizio. A seguire,andranno effettuati altri 5-10 minuti distretching muscolare dolce.2. una fase centrale caratterizzatadall’attività fisica programmata: circa40 minuti di camminataveloce/corsetta leggera ad unafrequenza cardiaca che segua questasemplice espressione matematica:[(220 - gli anni d’età) : 100] x 70.3. defaticamento al termine dellaseduta: 5-10 minuti di camminatasempre più lenta fino a fermarsi perriportare gradualmente la frequenzacardiaca a livelli basali e farestretching degli arti inferiori(allungamento muscolare).

Le PrecauzioniPrima di iniziare un’attività fisica inmaniera continuativa è opportunovalutare alcuni parametri e prenderealcune precauzioni:• innanzitutto, capire se cuore, reni,fegato ed i capillari venosi delmicrocircolo funzionino bene. Ciòavvalendosi delle competenze delproprio medico di famiglia o di undiabetologo che prescriverà leopportune analisi del sangue e delcardiologo o medico dellosport attraverso un test da sforzomassimale al cicloergometro;• poi valutare se la terapia orale e/oinsulinica sia adeguata all’attivitàsportiva che si andrà ad effettuare:sarà sempre il medico di famiglia o ildiabetologo a valutare se il dosaggiodei farmaci che si assumono vannoaggiustati in base all’attività fisicache si svolgerà, il motto è: “mai ditesta propria!”Inoltre, è necessario aver presentecome l’esercizio fisico aumentil’azione dell’insulina per diverse oredopo l’esercizio, con conseguenterischio prolungato di ipoglicemia, ecome l’assorbimento sottocutaneo diinsulina possa essere aumentatodall’esercizio se l’iniezione avviene inuna zona coinvolta dall’attivitàmuscolare. Infine, il rischio diipoglicemia è più alto quandol’esercizio è praticato nel periododopo i pasti. Pertanto:

PoliziaPenitenziaria

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20 sport e salute

Correre per ...seminare il diabete

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Emanuele GrazianiMedico chirurgo

Specialista in Medicina dello Sport

[email protected]

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PoliziaPenitenziarian.230luglio/agosto2015

21dalle segreterie

Nelle foto:il podio e icomponentidella squadradel Dojo Bushidi Galatone

H

• monitorare sempre, prima e dopol’allenamento, la glicemia attraversogli stick rapidi;• è buona norma effettuare le sedutedi allenamento lontano dai pastiquando i livelli di insulina sono bassi;• se possibile programmare l’attivitàfisica lontano dalle iniezioni diinsulina;• evitare l’esercizio fisico durante ilpicco di azione dell’insulina;• ridurre la dose di insulina quandol’esercizio fisico è programmato, esotto controllo medico;• somministrare insulina in aereenon coinvolte dall’attività muscolare;• può essere utile disporre di cibicontenenti carboidrati a basso, medioed alto indice glicemico (barretteenergetiche) durante e dopol’esercizio;Si deve inoltre tener presente come ildiabete produca un cattivofunzionamento del microcircolosoprattutto a livello degli artiinferiori, quindi:• utilizzare scarpe da ginnastica ecalze sportive in cotone per tenere ilpiede asciutto e minimizzare i traumi;• idratarsi bene prima dell’esercizio,durante e dopo;• portare con se durante gliallenamenti documenti ed elencodelle patologie di cui si è affetti.

I VantaggiTenute presenti le avvertenze e leprecauzioni di cui sopra, un eserciziodi intensità medio bassa per 3-4 voltealla settimana per almeno 30-60minuti, porta al miglioramentogenerale dei parametri di controllometabolico, ovvero:• aumento della sensibilitàall’insulina;• prevenzione delle malattiecardiovascolari;• riduce i livelli di VLDL;• aumenta il colesterolo HDL;• riduce il colesterolo LDL;• riduce i livelli di pressionearteriosa in modo rilevante neipazienti con iperinsulinemia;• favorisce la perdita di peso;In conclusione, prima di cominciarela vostra nuova vita sportiva, parlatecon il vostro medico, e ...correte perseminare il diabete!!!H

[email protected]

ei giorni 27 e 28 giugno si ésvolto nella cittàdi Siracusa il 9° Open di Sicilia,

una tra le più difficili e importanti garedi karate, inserita nel circuitonazionale e valida per la formazionedel ranking nazionale. Il Dojo Bushi,la scuola di Arti Marziali di Galatone(Le), porta a casa la prestigiosamedaglia d’argento di GiuliaMusardo (figlia del nostro vicesegretario provinciale di Lecce) nellacategoria Esordienti B 47 kg,che, dopo una stupenda faseeliminatoria approda in semifinaledove incontra una avversaria forte edeterminata, finalista nei precedentiCampionati Italiani. Giulia non le dàtregua, subisce due penalità permancato controllo e a quarantasecondi dalla fine piazza un calcio alviso veloce e preciso... é ippon, tre

Grande successo per ilDojo Bushi al IX Opendi Sicilia di Karate

Galatone punti! I secondi successivi sono alcardiopalma con Giulia che invece didifendere cerca, rischiando anche unpo’, di tenere sempre l’iniziativa. Lavittoria la proietta in finale dove cededi misura (1 a 0) contro una ragazzacon la quale ingaggia un duello bello eleale. É argento, sofferto e meritato.�

arissimi Colleghi, vi ringrazioper i sacrifici che giorno e�notte fate per rendere orgoglio

all'Istituzione del Corpo di PoliziaPenitenziaria.Un grazie di vero cuore va a tutte levostre famiglie che con voicondividono tantissimi sacrifici.Il mondo dove noi lavoriamo non è�facile e per questo che dobbiamosostenerci, affinchè ogni difficoltàpossa trovare soluzione.E’ vero è un periodo difficile, sembrache le istituzioni ci abbianoabbandonato: contratto scaduto, taglisugli straordinari, arretrati spettanti dagennaio che ancora non si vedono,vestiario con il contagocce se seifortunato con le misure...Certo, vi chiederete, ma i sindacati chestanno a fare?Credetemi è una lotta continua, anchese� la bacchetta magica non ce l’ha�nessuno, vi posso solo dire che noi del

Sappe non siamo mai stati alla finestraad aspettare, siamo sempre stati inprima linea, sempre vicino ai colleghi.Magari a volte abbiamo sottovalutatoqualche problema (nessuno èperfetto) però, abbiamo semprecercato di migliorare il nostro lavoro esoprattutto abbiamo sempre lottatoper il bene e nel rispetto delle donne edegli uomini che rappresentano ilglorioso Corpo della PoliziaPenitenziaria.Noi del Sappe abbiamo sempre lottatoe continueremo a farlo per il benecomune, senza nasconderci dietro anessuno, a differenza di qualche altrosindacato.La nostra forza siete voi, continuate adarci forza e sostegno per far arrivarenelle stanze di potere, la nostra voce,in un unico coro. Più dignità allaPOLIZIA PENITENZIARIA..Fraternamente il vostro collega Carmelo Patanè.

Lettera aperta a tutti colleghi della C.C. di Cuneo

N

C

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Carinola

Messa in onore delPatrono San Basilide

PoliziaPenitenziaria

n.230luglio/agosto

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[email protected]

l 30 giugno nella locale Casa diReclusione, alla presenza di tuttoil personale, è stata celebrata una

Santa Messa in onore di San Basilide,Protettore della Polizia Penitenziaria.

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l 26 maggio, presso uncaratteristico ristorante del centrodi Roma, è stata organizzata una

cena, alla presenza del SegretarioGenerale Dott. Donato Capece, deiSegretari Generali aggiunti GiovanniBattista De Blasis, Giovanni BattistaDurante e Roberto Martinelli, delSegretario Regionale Maurizio Sommaunitamente ai rappresentanti dellaSegreteria regionale. Il Segretario Generale ha lungamenteesposto, nel corso della cena, le varieargomentazioni che il Sappe staportando avanti nel duro e faticosoconfronto sia con l’AmministrazionePenitenziaria che con il mondopolitico. Questo secondo incontrotenutosi nella Regione Lazio,ardentemente reclamato dal SegretarioGenerale Donato Capece è stato laprova della grande unità e del costante

Roma

I

e vivo rapporto che lega la SegreteriaGenerale ai Quadri sindacali del Lazio ea tutto il personale della Regione.Durante il convivio hanno fatto dapadrone gli argomenti relativi al Corpodi Polizia Penitenziaria, ampiamentediscussi da parte di tutti; sono statiraccolti numerosi suggerimentiprovenienti dalla periferia sicuramenteutili per i prossimi incontri sindacali. Come nel precedente incontro ilSegretario Generale Donato Capece haribadito che il Sappe non abbandoneràmai nessuno ma, anzi, continuerà

H

Si riuniscono i quadridel Sappe Lazio

omenica 12 luglio la PoliziaPenitenziaria di Alessandria hapartecipato con due moto in

forza al NTP (per la prima volta nellastoria della sfilata) alla 70esimaedizione del più grande motoradunointernazionale del nord ovest svoltosi

dalle segreterie

sempre più forte la lotta affinchènessuno possa mai restare indietro.

Maurizio Somma

Alessandria

La Polizia Penitenziariasfila al motoraduno

presso la Chiesa "Madonnina deicentauri" sita a Castellazzo Bormida(AL). La manifestazione ha avuto unnotevole successo con oltre mille motopresenti all’evento.

DH

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al 4 al 10 luglio 2015, ilpersonale del Corpo di PoliziaPenitenziaria, congiuntamente

ad un piccolo contingente diCarabinieri, è stato impegnato per lavigilanza delle prove scritte delconcorso a 340 posti per Magistratoordinario, indetto con D.M. 5novembre 2014, presso la Fiera diRoma. Il servizio è stato prestato conimpegno e professionalità dalpersonale della task force e da un

Nelle foto: la coppae la formazionevincente dellaPoliziaPenitenziaria

PoliziaPenitenziarian.230luglio/agosto2015

23dalle segreterie

[email protected]

Servizio di sorveglianza della Polizia Penitenziariaalle prove scritte per ilconcorso da Magistrato

Roma

D

onclusa ufficialmente la 5ªedizione del Torneo Calcio acinque 2015 Interforze, con

la finale disputata il 2 luglio 2015dedicata al fondatore DamianoDamiani, con il trionfo per il secondoanno consecutivo della PoliziaPenitenziaria. Così il Podio:• 1° Classificata: Polizia Penitenziaria(sconfiggendo in finale la squadradella Guardia Costiera 10-9 (padronadi casa);• 2° Classificata: Guardia Costiera; • 3° Classificata: Polizia Municipale.Questa la formazione vincente:Calabrese, Ferraiuolo, Costanzo,Cennamo, Cecere, Amatiello, Amato,Bozzini, Pellegrino. All. Amatrudo.

Torneo di calcio a 5:vince ancora la PoliziaPenitenziaria

Isola d’Elba Resp. Vice Comm. PerriniNel "Galà della premiazione” svoltosipresso il Comando della GuardiaCostiera di Portoferraio, coppe emedaglie e applausi per tutti con ilringraziamento da parte delComandante Zatelli dei Carabinieri edel Comandante della PoliziaPenitenziaria Vice CommissarioPerrini... insomma una bella serata .

Pasquale AmatoHC

n pensione dal 1993, cioè al compimento del 60° annodi età, ha svolto la carriera in gran parte degli Ufficiministeriali, anche se sovente dava la propria

disponibilità per andare a ricoprire incarichi in istituti insofferenza. Lo ricordiamo sempre con il sorriso, con unagiovialità innata e una serenità d’animo davvero convincenti,

gruppo di allievi agenti. Sono statirinvenuti numerosi oggetti nonconsentiti in particolare, ben occultati,un telefono cellulare ed unapparecchio elettronico per arginarel’inibitore di cellulari.Parole di elogio sono pervenute perl’operato del personale dal Presidentedella Commissione.

in grado di distrarti e di farti dimenticare ognipreoccupazione. Il Suo attaccamento al dovere e al Corpolo hanno contraddistinto sempre per impegno eprofessionalità. Tutti gli amici, e sono davvero tanti, non lodimenticheranno, perchè ha saputo offrirci in ognicircostanza un animo sincero.

Giuseppe Nubile, per tutti gli amici Peppino, ci ha lasciato

IH

H

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scar Pettini, interpretato daUgo Tognazzi, è l’autistatuttofare di un noto industriale

soprannominato l’Avvocato (GastoneMoschin). A causa della guida sfrenata espericolata della propria fuoriserie,l’Avvocato provoca un gravissimoincidente stradale nel qualerimangono uccise quindici persone.Per evitare condanna e carcere,l’Avvocato convince Oscar adassumersi la responsabilità dellatragedia in cambio di una cospicuasomma di danaro.Un po’ per i soldi, un po’ per nonperdere il lavoro, e anche un po’ percompiacere il padrone, Oscar sidichiara colpevole e viene condannatoper omicidio colposo.Iniziano, così, mesi di detenzionedorata, nel lusso più sfrenato e con untrattamento da albergo a cinque stelle.Trascorsi questi tre anni più cheagiati, grazie alle premuredell’Avvocato, Oscar esce di prigionee si trova subito a dover fare un altro“sacrificio” per il proprio datore di

lavoro: deve sposarel’amante di lui per offrirgliun’adeguata copertura.Dopo il matrimonio, Oscar si trova adover sostituire formalmente il suopadrone sia per gli affari privati cheper quelli pubblici, senza però potergodere dei benefici della suaposizione.Oscar si ritrova, infatti, a vivere unavita lussuosa senza avere una lira econ una moglie bellissima che puòfrequentare solo pubblicamente. Nel frattempo l’Avvocato, tra le tanteazzardate speculazioni, finanzia la

a cura di Giovanni Battista

de [email protected]

PoliziaPenitenziaria

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24 cinema dietro le sbarreRegia: Ugo TognazziBasato sul testo di Luigi MalerbaSoggetto: Luigi Malerba, Tonino Guerra, Franco IndovinaSceneggiatura: Tonino Guerra,Luigi Malerba, Ugo TognazziFotografia: Giuseppe RuzzoliniMontaggio: Marcello MalvestitoScenografia: Luciano RicceriMusica: Berto Pisano (la canzone “Attimo per attimo” è cantata da Mina)Costumi: Ezio Altier

Produzione: Mario Cecchi Goriper Fair FilmDistribuzione: Euro InternationalFilm - General Video

Personaggi ed Interpreti:Oscar Pettini: Ugo TognazziMaria Tommaso: Maria G. BuccellaL’Avvocato: Gastone MoschinMaggiordomo: Franco FabriziCalandra: Ferruccio De CeresaFacchetti: Franco GiacobiniRagazza Americana: SirenaGiuseppe Terranova, Giovanni Ivan Scratuglia, Donatella Della Nora

Genere: CommediaDurata: 105 minuti, Italia, 1968

la scheda del film

costruzione di una nave ultramoderna,che affonda appena varata, ma per laquale aveva stipulato una lucrosapolizza assicurativa.A questo punto Oscar, dopo avertentato invano il suicidio, è costretto atornare in carcere al postodell’Avvocato, che continuerà, però, arendergli più agevole possibile ladetenzione.All’interno della sua cella di lusso,scoprirà infine di diventare “padre” e,sopraffatto dalla commozione, sicongratulerà con la “moglie”,nell’auspicio di poter anche lui ungiorno permettersi un autista fidato.

Sissignore

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Nelle foto:la locandina

e alcune scenedel film

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SanRaffaeleTermini - Poliambulatorio Specialistico

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e liti di condominio, o sevogliamo di vicinato, sonoall’ordine del giorno e, a volte,

capita che i toni si scaldino e lecondotte delle persone si animino piùdel dovuto tanto da sfociare in uno opiù reati. La situazione non cambia sesi vive nella grande città o nel piccolopaese di provincia. Io stesso sonocresciuto in un contesto abitativo incui i miei genitori, e di conseguenzaanche noi figli, non rivolgevano ilsaluto ai dirimpettai per liti di vicinatodelle quali, peraltro, nessuno avevapiù memoria da quale episodiotraessero origine.

A volte ci si limita ad uno scambio dibattute, altre volte si propone querelanei confronti del proprio vicino perviolenza privata (art. 610 c.p.), perminaccia (art.612 c.p.) o per attipersecutori (612-bis c.p.), permolestie (art. 660 c.p.). Gli episodiche danno origine alle liti sonoinnumerevoli: il vicino scrolla lebriciole della tovaglia nel terrazzinosottostante; il vicino tiene il volumedella televisione troppo alto; il canedel vicino abbaia in continuazione; ilvicino accende la lavatrice alle 6,00del mattino. La casistica è infinita malo spirito di sopportazione, ovvero illimite di tolleranza per utilizzare untermine riportato nel Codice Civile, acausa di svariati fattori soprattuttopsichici, si è assottigliato sempre dipiù. Addirittura a volte assistiamo a

condotte persecutorie di condominitanto che la Suprema Corte diCassazione ha coniato, in unarecentissima sentenza (Cass. Pen. N.39933/2013), il termine di “stalkingcondominiale”. Non voglio dilungarmi ulteriormentesull’argomento delle liti di vicinatoma, quando i rancori tra vicini sono ilmovente per cagionare la morte diquattro persone, vuol dire che questasocietà è seriamente malata. E’ l’11 dicembre del 2006, ad Erba,una piccola cittadina in provincia diComo, nel condominio del Ghiaccio,al civico 25 di via A. Diaz, ValeriaCherubini si accinge ad uscire di casaper portare fuori il cane; il marito,Mario Frigerio, sentendo delle urlaprovenienti dal piano sottostante,invita la moglie ad aspettare prima discendere le scale. Non era la primavolta che nell’appartamentosottostante, abitato dalla famigliaMarzouk, si sentisse litigare. Tornato ilsilenzio la donna si era decisa aduscire, aveva fatto un giro col cane everso le 20.15 stava risalendo le scaleper rientrare, quando vide del fumouscire dalla casa dei Marzouk, ebbeappena il tempo di gridare: «Marioscendi, brucia la casa».Mario Frigerio, che abita al pianosuperiore, si precipita di sotto e,mentre cerca di entrare, vienedapprima sollevato da dietro e poiscaraventato a terra, per poi esserepreso per la testa e per la gola con uncoltello. Attirati dal fumo, alcuni vicini di casaaccorrono nella palazzina salendo lescale frettolosamente per dirigersi alprimo piano dove è localizzatol’appartamento in fiamme. A ridossodel pianerottolo trovano un uomoferito, appunto Mario Frigerio,sdraiato con la testa dentrol’appartamento ed il corpo fuori. La porta dell’abitazione è socchiusa,per cui i soccorritori entranoscoprendo subito un corpo senza vitae in fiamme di una donna.Trasportano il corpo della donna sulpianerottolo, spegnendo le fiammeche lo avvolgono. Purtroppo il fumo sifa sempre più denso e questi devonoabbandonare in fretta l’appartamento. Con l’arrivo dei Vigili del Fuoco di

Erba, che riescono a domarel’incendio in una mezz’ora, le fiammevengono spente e dietro la cortina difumo vengono ritrovati quattro vittimedell’incendio, almeno è quello chesembra in un primo tempo. In realtànon si tratta di un semplice incendio,le vittime sono stata dapprima uccise epoi, probabilmente, l’incendio è statoappiccato per mascherare la strage. Le quattro vittime sono: RaffaellaCastagna (31 anni), figlia di una dellepiù note e ricche famiglia di Erba, laquale è stata aggredita e colpitaripetutamente con una spranga e con12 coltellate per poi essere sgozzata;Paola Galli (60 anni), madre diRaffaella, colpita da diverse coltellate esprangate; Yousself Marzouk, di solidue anni, figlio di Raffaella Castagna eAzouz Marzouk, a cui è stato recisal’arteria carotidea e morto perdissanguamento; Valeria Cherubiniaggredita con diverse sprangate e con34 coltellate. Mario Frigerio, l’unicosopravvissuto di questa mattanza, èstato percosso e accoltellato alla gola,ma è sopravvissuto grazie ad unamalformazione congenita dellacarotide, che peraltro disconosceva diavere, e che gli ha impedito didissanguarsi completamente.Ricoverato al nosocomio cittadino, sirisveglierà dall’anestesia dopo duegiorni. Nelle primissime oreinvestigatori e media indicano una solapista, lo straniero extracomunitario,Azouz Marzouk, nato il 28 aprile 1980a Zaghouan (Tunisia), marito diRaffaella Castagna e padre di YoussefMarzouk, che aveva precedenti penaliper spaccio di droga ed era uscito dalcarcere grazie ad un indulto. Sebbene Azouz Marzouk abbia un alibidi ferro, perché la sera della strage sitrovava in Tunisia a casa della madre,gli inquirenti ipotizzano unregolamento di conti compiuto controdi lui a causa delle sue vicissitudiniper lo spaccio di droga. Tuttavia, dasubito, i Carabinieri notano uncomportamento anomalo da parte didue vicini di casa delle vittime, OlindoRomano e Rosa Bazzi, contro cuiRaffaella Castagna aveva in passatoproposto ben cinque denunce-querele,di cui quattro definite con laremissione. Per una denuncia in

Nelle foto:sopra

Olindo Romano

a destra Rosa Bazzi

Pasquale SalemmeSegretario

Nazionale del Sappe [email protected]

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La strage di Erba

crimini e criminali

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particolare, per i reati di minaccia,diffamazione, percosse e ingiuriacommessi il 31.12.2005, dovevacelebrarsi il processo qualche giornodopo la strage, il 13.12.2006. Lacoppia, nonostante la gravità dei fattiaccaduti, si era disinteressata allavicenda. Tali sospetti avevano portatogli inquirenti a sequestrare alcuniindumenti dei coniugi e a metternesotto controllo l’abitazione el’automobile. Ma altri episodi, neigiorni successivi al massacro,destarono l’attenzione degli inquirenti:il fatto che entrambi presentasserodelle ferite (il marito una ecchimosialla mano e una all’avambraccio, lamoglie una ferita sanguinante ad undito). Le intercettazioni ambientali inauto dove i due si sentivano più alsicuro, aumentarono ulteriormente isospetti. Inoltre, la testimonianza diMario Frigerio, sentito in ospedaledue settimane dopo la tragedia, portò

gli inquirenti a disporre degliaccertamenti tecnici sull’automobile ea scoprire tracce di sangue nell’auto,poi attribuite a Valeria Cherubini. Il 9gennaio del 2007, dopo un lungointerrogatorio, i coniugi OlindoRomano e la moglie Rosa Bazzivengono arrestati. Ma chi erano i duepresunti assassini? Romano Olindo eRosa Bazzi si sposano nel 1987, nellachiesa di San Maurizio di Mevate adErba. Olindo, nel 1989 viene assuntoalla Econord, una ditta che si occupadello smaltimento dei rifiuti. La casa,adiacente a quella dei Castagna,l’acquistano nel 2000: piano terra, colgarage nel centro di Erba. La casa saràil loro nido d’amore che va difeso adogni costo e il loro un rapportomorboso che non accetta intrusioniesterne. L’11 gennaio 2007, i coniugi

Romano, davanti al PubblicoMinistero, ammettono di essere gliesecutori della strage, descrivendo conminuzia i singoli omicidi. Il successivo 10 ottobre, invece, alcospetto del Gup, Olindo dichiara diessere innocente e ritratta la suaconfessione. Anche la moglie Rosaritira la sua confessione. Il 12 ottobreOlindo Romano e Rosa Bazzi sonorinviati a giudizio. Il 29 gennaio del2008, innanzi alla Corte di Assise diComo si apre il processo a loro carico.Il 26 novembre 2008, la Cortedichiara colpevoli i due coniugi di tuttii reati ascritti nei sette capi diimputazione e li condanna alla penadell’ergastolo, con isolamento diurnoper anni tre. «Un progetto atrocevissuto come necessario e giusto pereliminare tutto ciò che agli occhidegli imputati poteva costituire unaminaccia di quel loro equilibrioaffettivo blindato e autosufficiente»si legge nelle motivazioni. I giudicidescrivono l’equilibrio affettivo dellacoppia «costruito su una relazioneesclusiva a due che negli anni nonha mai accettato intrusioni, e che èdivenuto l’unico punto di forza,l’unica ragione di vita per entrambi,arrivando ad annientarli comesingoli e costringendoli ariconoscersi solo in una dinamica dicoppia: tant’è che non dimostranoalcuna sincera resipiscenza perquello che hanno fatto, sonototalmente privi di stimoli affettivirispetto a tutto ciò che li circonda esono capaci di reazioni emotive soloquando sono messi di fronte allaprospettiva per loro insopportabile,di dover fare a meno l’unodell’altro».Due individui che si uniscono perperpetrare un crimine non danno nésocialmente, né psicologicamente, unrisultato equivalente alla semplicesomma di entrambi. Per quantoconcerne gli aspetti psicopatologici,l’affezione che colpiscecontemporaneamente due o piùpersone che vivono a stretto contattotra di loro è definita DisturboPsicotico Condiviso, forse meglioconosciuta come Folie a deux. IlDisturbo psicotico condiviso del DSM-IV-TR3 è caratterizzato dalla comparsa

Nelle foto:sopraMario Frigerio

al centroAzouz Marzouk

a sinistra la casa della tragedia

PoliziaPenitenziarian.230luglio/agosto2015

27crimini e criminalidi un delirio sviluppatosi in unsoggetto in stretta relazione conun’altra persona già delirante, definita‘induttore’ o ‘caso primario’.Le convinzioni deliranti dell’induttorevengono condivise dal secondo nellarelazione, in toto o in parte. Ildisturbo del secondo nella relazionenon è meglio giustificato da un altrodisturbo psicotico o da un disturbodell’umore con manifestazionipsicotiche e non è dovuto agli effettifisiologici diretti di una sostanza o auna condizione medica generale. Le diagnosi più comuni del ‘casoprimario’ sono la schizofrenia, undisturbo delirante o un disturbodell’umore con manifestazionipsicotiche. Il contenuto dei deliricondivisi può dipendere dalla diagnosidel caso primario e può comprenderedeliri relativamente bizzarri, deliricongruenti con l’umore oppure delirinon bizzarri che sono caratteristici del

Disturbo Delirante. I soggetti chearrivano a condividere convinzionideliranti sono per lo più uniti davincoli di consanguineità o dimatrimonio, hanno a lungo vissutoinsieme, spesso in condizioni direlativo isolamento sociale(L’aggressività della coppia criminale:la strage di Erba analizzata nell’otticadella coscienza intersoggettiva di D.Stern). Il 20 aprile del 2010, la Corted’Assise d’Appello di Milano haconfermato l’ergastolo ai coniugi RosaBazzi e Olindo Romano. Secondo igiudici d’Appello, l’odio di Olindo eRosa nei confronti della famigliaCastagna era “sorto da anni e amano a mano cresciuto edaccumulatosi fino a rendereinvivibile l’esistenza dei dueconiugi”.

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L’odio, secondo i magistrati, è allabase del movente “forte, insistitotanto da Rosa che da Olindo (e daquesti così ripetuto ai suoiinterlocutori, negli appunti dellaBibbia, nella lettera a padre Bassani,tanto da costituire una specie diossessione)”. I due coniugi conl’omicidio, si legge nelle motivazioni,volevano “realizzare il desiderio divoler dimostrare a se stessi che loro,due, deboli, ad un certo momentopotevano umiliare i potentiCastagna”. Nella parte dellemotivazioni in cui i giudici spieganoche Olindo e Rosa erano capaci diintendere e di volere, e chiariscono imotivi del rigetto della periziapsichiatrica richiesta nel corso delsecondo grado dalla difesa, i magistratifanno anche un discorso più generalesul cruento fatto di sangue. “Nelcomune sentire - si legge nellemotivazioni - vi è senz’altro latendenza a riconoscere che un fattoefferato come quello di Erba èpossibile metterlo in atto solo se vi èuna forma di anomalia psichicarilevante, ma ciò è frutto dellatendenza a difendere la propria‘normalità’ con l’attribuire solo asoggetti infermi di mente la capacitàdi commettere gesti di tale ferocia”.La Corte spiega, ancora, che nella vitadi Olindo e Rosa, prima delquadruplice omicidio, “non siravvisano elementi che indichino undisequilibrio, un’alterazionepatologica dei rapporti tra di loro econ l’esterno”. La prima sezionepenale della Cassazione, il 3 maggiodel 2011, dopo quattro ore di cameradi consiglio, ha confermato l’ergastoloper Olindo Romano e Rosa Bazzi. Sono ormai passati più di otto annidalla strage di Erba, e nonostante laconfessione dei due colpevoli c’èancora chi crede nella loro innocenzatanto da fondare un comitato a lorosostegno “Comitato Rosa - Olindo:giustizia giusta”, che si pone propriol’obiettivo di promuovere una serie diiniziative e attività volte a dimostrarel’ingiusta condanna della coppia.Attualmente Olindo Romano èrinchiuso nel carcere di Milano Operae Rosa Bazzi in quello di MilanoBollate. Alla prossima...H

n questo articoloparleremo deirappresentanti dei

lavoratori per la sicurezzanei luoghi di lavoro.Oltre ad essere firmataridel documento dellavalutazione dei rischiart.28 del D.lgs 81/08,sono di prima istanza peri lavoratori sulle problematicheinerenti alla loro attività lavorativa.Gli stessi sono eletti tramite leorganizzazioni sindacali maggioritariein campo nazionale, con liste deicanditati, presentate dalrappresentante di lista.I criteri e le modalità delle elezionisono previste dall’accordo quadronazionale collettivo, con riunionepreventiva con il datore di lavoro e irappresentanti di lista delle OOSS.Nella riunione si elegge un presidentedi seggio di comune accordo delleparti si individua uno per ogni siglasindacale, deputato allo scrutinio dellospoglio degli aventi diritto al voto.Il direttore comunica, tramite bachecadel personale i giorni e gli orari, perle votazioni dei canditati.Il quorum per la validità delle lezioni epari al 50% più uno.Dopo lo scrutinio, il presidente e gliaddetti al seggio, redigono un verbalecon i risultati delle votazioniportandolo al direttore, che a sua voltacomunica l’esito delle votazioni alpersonale tramite bacheca delladirezione.Il direttore invia al PRAP i nominatividei canditati eletti, per l’eventualeformazione da farsi prossimamente.I rappresentanti durano in carica treanni, qualora il canditato eletto rifiutila designazione, è inserito il primocanditato non eletto.I rappresentanti dei lavoratoridebbono avere una formazioneparticolare di 60 ore di cui 36 tramite

aziende accreditate e di 24all’interno del proprioistituto, tramite il serviziodi prevenzione eprotezione.I rappresentanti debbonoavere una stanza a loroadibita con pc, stampantee telefono, percomunicare e relazionare

le visite nei luoghi di lavoro attribuitidal loro mandato.I rappresentanti dispongono per laloro attività di 60 ore annue,comunicando preventivamente aldatore di lavoro il giorno della visita inistituto.Le attribuzioni ai rappresentanti sonostabilite dall’art.50 del D.lgs 81/08,essi non possono subire pregiudizioalcuno a causa del loro mandato e siapplica la tutela prevista dalla leggeper la rappresentanza sindacale.Un monito alle OOSS: la legge deveessere applicata anche e soprattuttonell’accordo quadro (copia e incolla)per non omettere alcuni commiimportanti per i rappresentanti.Qualora nonostante l’invitodell’amministrazione a presentare leliste dei candidati, da parte delle OOSSnon vi sia riscontro, l’amministrazionepuò avvalersi dei rappresentantiterritoriali art.48 del D.lgs 81/08,ovvero il datore di lavoro chiede alleOOSS di inviare un lororappresentante, che abbia leconoscenze e l’attestazione dirappresentante territoriale sindacale.Si invitano i colleghi tutti, su dubbi osu problematiche in seno al posto dilavoro ad inviare un email [email protected] (tutto inminuscolo) o per cose urgenti al n.340.3863237. Ringraziando i lettoriper l’attenzione, si rimandano altrenotizie al prossimo numero.Valter Pierozzi, Dirigente SappeEsperto di Sicurezza sul lavoro

I rappresentanti dei lavoratori (RLS)(art.47 del D.lgs 81/2008

I

sicurezza sul lavoro

H

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bi societas ibi ius.Questa è la locuzione su cui sifonda, perlomeno secondo i

sostenitori delle teorieistituzionalistiche come Santi Romano,la nostra civiltà, il nostro viverecomune, il nostro diritto. Ovunque cisia una formazione sociale ci sonoregole da rispettare, proprio comenello sport. Infatti, cos’è lo sport senon una formazione sociale, unaistituzione, alla cui base vi sono lacondivisione di regole, l’accettazionee, soprattutto, il rispetto delle regoleche si sono condivise. Attraversol’apprendimento delle regole nellosport, colui che lo pratica interiorizzae comprende l’importanza e lanecessità di avere delle regole in ogniattività sociale, e, cosa fondamentale,impara a rispettarle. Non è un casoche tra gli elementi del trattamentoprevisti dalla Legge 26 luglio 1975 n.354 (Ordinamento Penitenziario), lacui finalità è la rieducazione delcondannato, vi siano proprio le attivitàricreative e sportive. Questo perchél’attività sportiva si inserisce, per suanatura, in un sistema di valori che èparticolarmente affine, se nonaddirittura complementare, al sistemadi valori alla base dell’educazione.È perfino l’Europa a ribadire e asancire, con la Dichiarazione di Nizzadel 2000, l’importanza della funzionesociale, educativa e culturale dellosport. Nell’allegato IV dellaDichiarazione, al punto numero “3”, èstabilito che “lo sport è un’attivitàumana che si fonda su valorisociali, educativi e culturaliessenziali. È un fattore diinserimento, di partecipazione allavita sociale, di tolleranza, diaccettazione delle differenze e dirispetto delle regole”.Inoltre con la decisione n. 291 del 6febbraio 2003, il Parlamento e ilConsiglio Europeo hanno proclamatol’anno 2004 “Anno Europeodell’educazione attraverso lo sport”.Con lo slogan “move your body,stretch your mind” sono stati messiulteriormente in risalto i valorieducativi dello sport sottolineando laforte correlazione tra attività sportiva eattività educativa. L’allora commissario europeo allo

sport e alla cultura, Viviane Reding, inuna conferenza stampa tenutasi aBruxelles, dichiarava che “il ruolointegrativo che lo sport rappresentanell’educazione e nella vita di ognisingola persona deve essereulteriormente rafforzato, poiché leattività sportive possono contribuirepositivamente allo sviluppo generaledelle persone e delle loro capacitàsociali, come pure allaconsapevolezza del sé e all’alterità”.A questo si deve aggiungere il “Librobianco sullo sport”, dell’11 luglio2007, presentato dalla Commissioneeuropea al Consiglio, al Parlamentoeuropeo, al Comitato delle regioni e alComitato economico e sociale europeo[COM(2007) 391] nel quale vienedata una definizione precisa deltermine intendendo per sport“qualsiasi forma di attività fisicache, attraverso una partecipazioneorganizzata o non, abbia perobiettivo l’espressione o ilmiglioramento della condizionefisica e psichica, lo sviluppo dellerelazioni sociali o l’ottenimento dirisultati in competizioni di tutti ilivelli”. Anche il C.O.N.I. (ComitatoOlimpico Nazionale Italiano), il 10luglio 2012 ha presentato, presso ilsuo Salone d’Onore, il “Libro biancodello sport italiano” con l’obiettivo di“aumentare la cultura sportiva nelpaese, attraverso analisi oggettive eindicazioni concrete sui percorsi daseguire, gli obiettivi da raggiungere, imeccanismi di finanziamento e latempistica di realizzazione”.Per il prof. Matteo Venza “lo sport èconsiderato come strumento percerte “funzioni”, quali essere unbravo cittadino, avere uno stile divita sano e un comportamentocorretto. Ma ha anche scopi moltopiù qualificanti per la persona, inquanto stimola e forma ai valoridella pace, dell’integrazione

Nella foto: la copertina del libro biancodello Sport italiano 2012

PoliziaPenitenziarian.230luglio/agosto2015

29cultura e societàEmanuele [email protected] Sport... educazione,

cultura e societàculturale, etnica e sociale, dellasalvaguardia dell’ambiente. Lo sportè, pertanto, funzionale a finalitàeducative e formative che nedefiniscono il valore nellacostituzione della personalità”. Lo sport, quindi, ha la pretesa diessere un formidabile, quasiindispensabile, strumento perveicolare nella società i valori chesono essenziali per il nostro viverecomune. Esso insegna che nessunsuccesso o obiettivo si può otteneresenza sacrifici, sudore, abnegazione. Nulla è concesso, ma tutto è sognato,agognato, voluto, conquistato. Insegna a soffrire, a resistere, asopportare la fatica. Ti fa conoscere ilsapore amaro della sconfitta, ma tiinsegna a trovare la forza di reagireper ripartire più determinato di prima.Insegna a controllare le proprieemozioni e a frenare i propri istinti. Insegna ad accettare sempre ecomunque la decisione di un giudice oarbitro di gara. Educa al rispetto delle regole edell’avversario, e ai valori della lealtà ,della solidarietà e dellacollaborazione. Lo sport concede atutti coloro che lo praticano le stessepossibilità, al di là della razza, dellalingua, della religione, dellecondizioni sociali e personali (cosìcome sancito all’art. 3 della nostraCostituzione) ed ecco perché esso èconsiderato un potente mezzo diinclusione sociale, con risultatisensazionali anche per coloro i qualisono affetti da disabilità. Consente,inoltre, di migliorare la propriacondizione fisica e, di conseguenza, ilproprio stato generale di salute, anchementale (mens sana in corporesano). Investire nello sport ad ognilivello, dunque, significa investire nellaeducazione, nella salute e nellacultura. Significa investire nel nostrofuturo e in quello della nostra civiltà.H

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iù di venti anni dipubblicazioni hannoconferito al mensile Polizia

Penitenziaria - Società Giustizia &Sicurezza la dignità di qualificatafonte storica, oltre quella diautorevole voce di opinione. La consapevolezza di aver acquisitoquesto ruolo ci ha convintodell’opportunità di introdurre unarubrica - Come Scrivevamo - checontenga una copia anastatica di un articolo di particolareinteresse storico pubblicato tantianni addietro. A corredo dell’articolo abbiamoritenuto di riprodurre la copertina,l’indice e la vignetta del numerooriginale della Rivista nel quale fupubblicato.

a cura di Giovanni Battista

de [email protected]

PoliziaPenitenziaria

n.230luglio/agosto

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P30

L’Astrea è la nostra squadradi Marcello Tolu

e contro il fato lotti ma perdi.Ma non è di questo che voglio parlare.Voglio fare un’analisi di quel chesignifica risalire la china, di quel chesignifica ritrovare le chiavi di letturagiusta di una situazione che non puòessere assolutamente quella definitiva.Probabilmente la voglia di far bene, lavoglia di ottenere un risultato diversoda quello degli altri anni, ha creatouna tensione tale tra i giocatori alpunto di paralizzarli sia mentalmenteche fisicamente, come è avvenutopurtroppo a partire dalla secondagiornata con la maledetta partita diVasto.Ora visto il comportamento dellasquadra nelle ultime tre partite credosi stia trovando la strada giusta, esoprattutto ci si sia definitivamenteliberati da quella tremenda spada diDamocle che è rappresentata daldovere vincere a tutti i costi.Noi dobbiamo risalire la classifica congrande umiltà punto dopo punto,prestazione dopo prestazione, consempre maggiore convinzione inquello che siamo e rappresentiamo.Siamo infatti una realtà unica nelcalcio nazionale, certamente non vistamolto bene dalla Federazione - vediarbitraggi spesso pessimi -, che develottare ovunque forte della propriacondizione.Ragazzi, dobbiamo sentire ognidribbling e ogni contrasto come ilsegno del riscatto di tutto il Corpo diPolizia Penitenziaria, di tutti i vostricolleghi che quotidianamenteprofondono sacrifici indescrivibili peruno Stato che sovente si dimentica diloro.Si perchè, cari ragazzi, io so quantosiete attaccati alla maglia dell’Astrea eso quanto siete consapevolidell’importanza che avete nel portarein tutta Italia l’immagine del Corpo.Una sola cosa è certa, è che avetebisogno dell’aiuto di tutti noi. Avetebisogno dell’aiuto del pubblico eprincipalmente della considerazione edell’attenzione costante di chi al

Sopra la copertina

del numero dinovembre

1994

come scrivevamo

un peccato che il grandepubblico, il pubblico dellegrandi squadre, non conosca

la passione che accompagna lepiccole, che le sostiene quando sonoin difficoltà, e le saluta quando siottiene qualcosa di più della solitastriminzita salvezza. Si tratta di unsentimento bello, sincero, intenso cheho provato costantemente da quandoho iniziato a seguire l’Astrea.Si perchè l’Astrea, oltre ad essereovviamente una squadra senza sinergiealle spalle come i grandi club, è anchela squadra formata esclusivamente damiei colleghi, da persone che vestonola mia stessa divisa e che fanno il miostesso lavoro.Quest’anno abbiamo visto l’Astrearipresentarsi, dopo ben quattro anni dipermanenza, sul palcoscenico dellaserie C2 con lo stesso entusiasmo delladebuttante, con la stessa voglia di benfigurare nel mondo dello strapagatocalcio professionistico.Anzi l’intento era quello di farequalcosa di più, di cercare di giungerealmeno nelle prime cinque classificatee disputare così i play off necessariper approdare in serie C1.Nella consapevolezza mia personale,ma anche credo di tutto l’ambiente, diavere una squadra formata da elementimolto validi, esperti, dotatiagonisticamente e tecnicamente nonera assolutamente utopistico pensaredi poter ottenere un simile risultato.Ora ci ritroviamo dopo otto giornatenelle ultime posizioni con un climaintorno alla squadra di caccia allestreghe, di mestizia, di abbattimento.L’Astrea ha iniziato bene conl’incontro di Coppa Italia contro laTorres, ma non era una partita dicampionato e il pubblico l’ha vissutacome il preludio, il rodaggio, ilcollaudo degli scontri dell’imminentecampionato senza capire, a mio avviso,che quella era la vera dimensione dellasquadra. Già in quella giornata gioiosaho percepito le prime critiche. Unvaticinio. Era fatale che andasse male,

È

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Dipartimento decide le sorti dellasquadra. Solo così potrete condurrefino in fondo lo vostra battagliadomenicale nel calcio professionistico esolo così potranno arrivare i risultatisenza alcun limite di sorta.E a proposito della considerazione perquello che rappresenta l’Astrea, nonriesco assolutamente a capire come mainel discorso pronunciato dal DirettoreGenerale in occasione dellacelebrazione della festa del Corpo,siano state citate e poi anche premiate,peraltro giustamente, le FiammeAzzurre e non già l’Astrea che esiste eporta lustro al Corpo dal 1948 eche da cinque anni consecutivi milita inun campionato professionistico.Sarebbe stato per i nostri ragazzi oltreche un giusto riconoscimento in unaoccasione così importante, anche unostimolo nel sostenere ancora meglio igrandi sacrifici che sopportanoquotidianamente nell’imporsi metodo,disciplina, allenamento, dieta, perdimostrare a tutti noi quello chevalgono e che finchè ci saranno loro,con il loro carattere e la loro grinta,l’Astrea continuerà o darci grandisoddisfazioni.

Astrea, la storia continuaDal 1952 al 1972, l’Astrea ha sempremilitato nella categoria “promozionelaziale” con una sola parentesi negativanell’anno 1962, quando la squadraretrocedette.Ma fu comunque un incidente dipercorso, un episodio isolatocircoscritto solo a questo sfortunatofrangente.L’anno successivo, infatti la nostracompagine vinse il campionatoconquistandosi a pieno titolo il diritto adisputare nuovamente il campionato dipromozione. In questo ventennio,benchè non abbia mai vinto ilcampionato di promozione,I’Astrea non ha disputato campionatianonimi, anzi ha sempre lasciato lapropria importante traccia. A testimonianza di ciò ci sono i costantipiazzamenti nelle prime posizioni,unitamente a prestazione di granderilievo su ogni campo.I giocatori che si alternarononell’organico della squadre in questianni furono sempre di ottimo livello sia

sotto il profilo tecnico che agonistico,al punto da far suscitare un interessecontinuo da parte delle due maggiorisquadre romane per alcuni di essi. Aquesto proposito vorrei ricordare lelettere inviate dalla A.S. Roma e dallaS.S. Lazio rispettivamente nel luglio1951 e giugno 1952, con le quali sirichiedeva alla nostra società ilcartellino del giocatore SpinelliGiuseppe. Nella stagione agonistica 1972-73,l’Astrea vinse il campionatoclassificandosi prima nel girone diappartenenza. E’ questa la prima verasvolta epocale della sua storia, poichèriuscì ad approdare in quarta Serie -Girone D, la nostra attuale C2.L’impresa assunse ancor più rilevanzasoprattutto in considerazione del fattoche nel campionato vinto militavanosquadre molto titolate come il Rieti,allenato dal Sig. Menichelli -exgiocatore della Juventus -, e chevantava inoltre tra le proprie file lapresenza di Leonardi che per moltianni era stato l’ala tornante titolaredella stessa Juventus e della NazionaleItaliana. Su uguale livello e con lemedesime ambizioni di vittoria delRieti, si presentavano ai nastri dipartenza del campionato anche ilMaccarese e il Ladispoli. L’Astrea nonpartiva con grandi ambizioni diclassifica e si presentò all’inizio delcampionato 1972-73 con unaformazione giovane ma con elementidotati e da sicuro rendimento.Ricordiamo il centravanti Sarmiento,il mediano Villanova, e soprattutto ilcentrocampista Gianfranco Ricciautentico talento dell’allora calciodilettantistico.L’Astrea sorprendendo tutti gli addetti

come scrivevamo

ai lavori condusse un campionatoeccellente che ebbe il suoentusiasmante epilogo solo all’ultimagiornata con la vittoria per 4 a 1sulla squadra della Pineta Sacchetti,che gli consentì di mantenereinalterato il vantaggio di un puntosulle dirette inseguitrici e di vincerecosì il campionato.

La gioia per la promozione fùenorme, al punto da spingere ilDirettore Generale dell’epoca PietroManca a portare la squadra per 10giorni in Spagna per partecipare adun torneo al quale aderirono leomologhe rappresentative spagnolee tedesche.

Nei box:la vignetta e ilsommario delnumero di novembre 1994

H

Nella foto:una formazionedell’Astreadegli anni ’50

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32 le recensioni

hi ha scritto questo“vademecum di resistenza”penitenziaria non è un

personaggio qualsiasi. Ricciardi, dopo gli studi tecnici e illavoro, in un cantiere edile prima e inqualità di tecnico delle ferrovie delloStato poi, ha militato nell’areadell’autonomia operaia e nel 1977 èentrato a far parte delle Brigate Rosse,nella colonna romana. Viene arrestato nel 1980 e fu tra gliorganizzatori della rivolta nel carcerespeciale di Trani. Condannato all’ergastolo, alla fine

degli anni ’90usufruisce dellasemilibertà e, dopotrent’anni didetenzione, hariacquistato la libertà.Il carcere, secondolui, altro non è chel’istituzionetotalizzante pereccellenza, “daodiare”, articolazionedi uno Stato che lui e isuoi indegni sodalihanno tentato diabbattere con le armiin pugno, uccidendo emacchiando con ilsangue di innocenti lestrade di troppe cittàdel Paese nel periododella follia terroristica.«Abbiamo fatto cosenon previste dalleleggi, vietate, illegali,per la ripetizione disignificati stabiliti,per dare una spinta

alla modificazione delle regole insenso più includente ed aperto.Perchè ogni pensiero critico, maanche ogni pensiero in sé, si

sviluppa fuori della legge, altrimentiè qualcosa di stagnante, non è unpensiero». O, ancora: «In carcere non c’è tempoperché non c’è attività. L’attività siconquista quando si opera contro ilcarcere, nei preparativi per unaevasione o una rivolta. Nel segare le sbarre, scavare un buco,imboscare un arnese, costruire uncoltellaccio, intrecciare una cordaeccetera ci si rimpossessa del tempoe dello spazio, e il carcerato in quelleore torna a essere un soggettosociale», scrive tra l’altro Ricciardi. Pentimenti? Autocritiche? Macchè. Ricciardi rilancia: «labattaglia contro il carcere vaintensificata con la convinzione chestavolta non siano i detenuti asoccombere ma il carcere. Che finisca. Che venga abolito».Ritroviamo nel suo “vademecum”tutto l’armamentario sociologico eideologico che vorrebbe spiegarecome il mondo non va come pensi tu,l’idea leninista dell’avanguardiacosciente e del popolo corrotto erecalcitrante da salvare suo malgrado.Ma la lettura di questo pamphlet ècomunque necessaria e importante:perché ci aiuta a capire come non sidebba mai abbassare la guardia. Men che meno verso le ricostruzioni ele valutazioni ideologiche di chi pensadi aver fatto e di aver agito beneimbracciando il mitra contro lo Statoitaliano.

n ricco collezionista senzascrupoli muove pedinenell’ombra per rimettere

insieme un tesoro dimenticato: settecavalieri d’oro scolpiti dal grandeBernardo Corradini per ordine diLorenzo de’ Medici nel 1478, ai quali èlegata una maledizione foriera dimorte e di sventura.

Uno spietato serial killer, che amafirmarsi lasciando sulle sue vittimeun’enigmatica filastrocca in spagnolo,minaccia di sterminare una notafamiglia della Napoli bene. Il potere occulto di una potentissimasetta, l’Ordine dei Cavalieri Neri, statramando piani di morte edistruzione, mettendo in pericolopersino l’ordine costituito... Tre fronti aperti per il commissarioRenzi, milanese di nascita enapoletano di cuore, e la suaimprobabile squadra: il barbiereEttore, il gobbo Tatillo, detto Gùgol, etutta internos, la straordinaria rete deivicoli di Napoli. Tre casi da risolvere, uno piùcomplicato e misterioso dell’altro. Tre indagini solo all’apparenzalontane tra loro, ma che nascondonopiù di un elemento in comune. E la soluzione i nostri amici latroveranno, come sempre un po’ percaso, proprio nell’immenso labirintodi gallerie che si apre nel ventre diNapoli, dove misteri millenari sinascondono... Dopo “Gli amanti di vico SanSeverino”, Manzò si confermascrittore appassionato e coinvolgente,che inchioda alla lettura edaccompagna il lettore nelle strade diNapoli, popolate dai suoi personaggioriginali: il barbiere Ettore, il gobboTatillo, detto Gùgol, e tutta internos,la straordinaria rete dei vicoli diNapoli.

uanti sono gli uomini aservizio della giustizia che siprestano per salvare la vitaagli altri rischiando – a volte

perdendo – la propria? Poliziotti, agenti di scorta, carabinieri,vigili del fuoco, militari. Uomini che,senza cercare alcun protagonismo,

a cura di Erremme

[email protected] Salvatore Ricciardi

COS’È IL CARCERE.Vademecum di resistenza

DERIVE APPRODI Edizionipagg. 128 - euro 12,00

C

U

Nicola Manzò

SETTE CAVALIERID’ORO. I delitti del barbiere

TEA Edizionipagg. 383 - euro 14,00

Q

Maurizio Lorenzi

EROI SENZA NOME.Quando il senso del dovere diventa esemplare coraggio

IMPRIMATUR Edizionipagg. 220 - euro 15,50

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rischiano quotidianamente la propriapelle. Sono loro, è vero, a scegliere disvolgere quel mestiere, talvolta pernecessità. Ma questo non toglie il fatto che sianoeroi. Vestono divise diverse ma hannouno scopo comune: preservare la vitaaltrui, anche a costo di sacrificare lapropria. Questo libro racconta lastoria di alcuni di loro, della loroidentità reale di protagonisti dellacruda cronaca che li costringe ascontrarsi contro le ingiustizie, idisperati, i malviventi.

e donne sono una percentualeminoritaria dell’interapopolazione detenuta italiana,

appena il 4%.Questa loro scarsa presenza, invece dirappresentare la garanzia di maggioriopportunità e miglior gestione degliistituti che le ospitano, si traducetroppo spesso in invisibilità eirrilevanza, e porta con sé unaomologazione all’immagine delladetenzione maschile che cancella ognidifferenza di genere e ogni analisi chela includa e la comprenda.Questo libro si basa su interviste adonne detenute nelle sezioni femminilidelle carceri di Sollicciano, Empoli ePisa, e nasce dal desiderio di indagarela soggettività delle donne detenute edare ad esse voce, senza assecondarevisioni «patologizzanti» del reato alfemminile né facili stereotipi sulla«debolezza» delle donne detenute. Al contrario, lo sforzo è di rintracciarenelle loro biografie, nelle loroautoriflessioni e valutazioni duediverse «mappe»: quella dellesofferenze, dei fattori di stress e deimomenti critici indotti dallacarcerazione, da un lato; e dall’altro,quella delle risorse, delle strategiepersonali, in una parola della forza e

dei fattori di tenuta, resistenza eresilienza, che consente loro non solodi «tenere» durante la detenzione, maanche, nonostante tutto, di apprenderee immaginare un futuro.Interessante la parte nella quale siapprofondiscono le relazioni con lefigure professionali che lavorano incarcere: “la figura percepita dimaggiore vicinanza è quelladell’Assistente di Poliziapenitenziaria. Vengono poi leeducatrici e, ancor più distanti, lepsicologhe”. E, sottolineano le autrici, “lavicinanza come ‘costanza di presenza’si trasforma di frequente invicinanza di sostegno affettivo:questa funzione divicinanza/capacità di ascolto è benpresente alle donne agenti econsiderata elemento chiave dellaloro professionalità”.Le autrici compiono un’analisi criticadell’istituzione carcere che guarda apossibili trasformazioni: purconsapevoli dell’irrisolvibile,ontologica sofferenza inflitta dalladetenzione, le ricercatrici si muovononel solco di un «riformismodisincantato», volto a contrastare laquota di «sofferenza aggiuntiva»,inutile e ingiusta, basata su uninsufficiente riconoscimento di dirittiumani e civili inalienabili. Con l’obiettivo di promuovere unacultura e una prassi che supportino –invece che limitare o osteggiare – lestrategie di «tenuta» che la differenzafemminile mette in campo.

ase occupate, sale concerti,“spazi non conformi”: luoghidove far politica, volontariato e

praticare il “fascismo sociale”

PoliziaPenitenziarian.230luglio/agosto2015

33le recensioniall’insegna di un’ibridazione simbolicache vede coesistere Mussolini e CheGuevara, Ezra Pound e Rino Gaetano,Julius Evola e Corto Maltese. Luoghi anche di auto-riconoscimentosubculturale fatto di pub, lettureselezionate, rock identitario, masoprattutto opposizione a un’estremadestra partitica descritta comeautoreferenziale e stantia. È così che si presenta CasaPound Italiaall’interno e all’esterno del propriouniverso sociale e valoriale. Attraverso un’ineditaretorica del “Fascismo del Terzo Millennio”,CasaPound legge l’attualecrisi economica, politica edi partecipazioneattraverso forme diattivismo deliberatamentealternative rispetto allamobilitazione politicatradizionale della propriaarea. Categorieideologiche ispirate alfascismo storico erivitalizzate attraverso unconnubio di idea-azione acui non è estraneo l’usodella violenza hannopermesso al gruppo di farbreccia tra le generazionidei più giovani e lecategorie sociali piùcolpite dalla crisieconomica.Questo volume analizza ipercorsi di militanza,l’attivismo politico e leforme di mobilitazione diCasaPound Italia,ricostruendone le radiciideologiche e gli orizzontivaloriali, approfondendo il progetto identitariosubculturale ediscutendone le strategiepolitiche a livellonazionale ed europeo. Un lavoro attento nato dainterviste, conversazioni,partecipazione a riticollettivi, manifestazioni politiche delgruppo, che costituisce un contributoalla comprensione della naturapolitica dei nuovi fenomeni dicoinvolgimento al tempo della crisi.

Susanna RonconiGrazia Zuffa

RECLUSE. Lo sguardodella differenza femminile sul carcere

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L

CH

M. Albanese, G.Bulli,P. Castelli, Gattinara,C. Froio

FASCISTI DI UNALTRO MILLENNIO?Crisi e partecipazionein CasaPound Italia

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34 l’ultima pagina

il mondo dell’appuntato Caputo

Corso di aggiornamentodi Mario Caputi eGiovanni Battista

de Blasis© 1992-2015

PoliziaPenitenziaria

n.230luglio/agosto

2015

ALLORA CAPUTO...UN DETENUTO NATO AD ACQUAVIVA DELLE FONTI E RESIDENTE A RAPALLO, CHE HA COMMESSO UN REATOA MADONNA DI CAMPIGLIO, A QUALE PROVVEDITORATOAPPARTIENE?

Minori e giovani adulti stranieri: L’attualenormativa, garanzia di tutela e sicurezzaSeminario tematico rivolto a Comandanti di Repartidegli I.P.M. ed ai Coordinatori dell’Ufficio Matricola

ll’Istituto Centrale di Formazione, nel mesedi luglio si è tenuto un seminario diapprofondimento sui temi che riguardano la

gestione dei detenuti stranieri minorenni e adultiappartenenti alle varie etnie, anche alla luce delle nuovenormative intervenute che hanno determinato l’aumento deigiovani adulti negli Istituti penali per i Minorenni. I temi alcentro del confronto con esperti della Polizia di Stato hannotoccato principalmente aspetti relativi all’assistenza ed alla

tutela dei minorenni comunitari ed extracomunitari, lemodalità di identificazione degli stranieri e le varie formedi espulsione secondo le regolamentazioni vigenti. Con

questa iniziativa si vuole anche mettere un tasselloalla necessità di costruire una collaborazionesempre più efficacie con le Forze di Polizia cheoperano sul territorio. Tale progetto prevedeulteriori giornate di approfondimento sullo stessotema, rivolte ad altre figure appartenenti ai Servizi

della Giustizia Minorile. Al Seminario del 14 luglio 2015sono intervenuti quali Rappresentanti delle Istituzioni, ilDirettore Generale Dott. Luigi Di Mauro del Dipartimentoper la Giustizia Minorile ed il Dirigente Dott. FabrizioMancini della Polizia di Stato.

Ciro BorrelliReferente Sappeper la Formazione

e Scuole G. [email protected]

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Raccolta antologica delle vignette dell’Appuntato Caputo

pubblicate dal 1994 al 2014 sulla Rivista mensile Polizia Penitenziaria - Società Giustizia & Sicurezza

Per oraé uscitoil libro!

Formato 15 x 23 cm Copertina morbida240 pagine a coloriISBN: 9788891092052

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