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LA PET THERAPY A cura di Susanna Coletto, Coordinatrice Nazionale Pet therapy FISC LIBERTAS CONI PREMESSA La FISC CNS LIBERTAS, ritiene come valore fondamentale la promozione sociale, l'interazione uomo-cane e i benefici che da essa si possono trarre. Dall’incontro – confronto dell’uomo con l’animale, infatti, possono derivare, talora, effetti benefici che, ripercuotendosi sulla qualità della vita dell’individuo, possono permettere di migliorare le sue funzioni fisiche, sociali, emotive e/o cognitive, nonché la sua salute. Un intenso rapporto uomo animale è un forte stimolo psicologico che coinvolge diversi settori, dal comportamento

LA PET THERAPY - Sport Cinofili · 2016. 10. 4. · Il termine “pet therapy “ è un neologismo di origine anglosassone coniato nel 1961 dallo psichiatra infantile Boris Levinson,

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LA PET THERAPY A cura di Susanna Coletto, Coordinatrice Nazionale Pet therapy

FISC LIBERTAS CONI

PREMESSA

La FISC CNS LIBERTAS, ritiene come valore fondamentale la promozione sociale, l'interazione uomo-cane e i benefici che da essa si possono trarre.

Dall’incontro – confronto dell’uomo con l’animale, infatti, possono derivare, talora, effetti benefici che, ripercuotendosi sulla qualità della vita dell’individuo, possono permettere di migliorare le sue funzioni fisiche, sociali, emotive e/o cognitive, nonché la sua salute.

Un intenso rapporto uomo animale è un forte stimolo psicologico che coinvolge diversi settori, dal comportamento

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sociale ai meccanismi di relazione, dai componenti caratteriali agli aspetti cognitivi.

La presenza partecipata di un animale induce la persona ad “uscire dai suoi problemi” interessarsi all’animale e tramite questo anche agli altri.

Un aspetto molto importante è il gioco,il divertimento e spesso il ridere che suscita l’animale . L’aspetto ludico regala momenti di serenità oltre a indurre a movimenti fisici, l’animale stimola il movimento fino ad arrivare a una vera e propria attività sportiva .

Ed è per questo motivo che si è deciso di attribuire il giusto valore ai tecnici che operano nell'ambito delle attività sociali, come la protezione civile e nell'ambito della Pet Therapy.

CHE COS’ E’ LA PET THERAPY Il termine “pet therapy “ è un neologismo di origine anglosassone coniato nel 1961 dallo psichiatra infantile Boris Levinson, per definire una nuova tecnica di intervento terapeutico che prevedeva il coinvolgimento di animali, in particolar modo cani e gatti, come co-terapeuti nei processi di guarigione rivestendo il ruolo di "mediatori emozionali" e "catalizzatori" dei processi socio-relazionali. Da allora studi ed esperienze sui benefici derivanti dal rapporto uomo-animale si sono susseguiti in tutto il mondo, anche se nel nostro paese la pet therapy con i cani ha iniziato a svilupparsi solamente a partire dagli anni ’90. Tale parola è comunemente usata per indicare una serie complessa di interventi in campo medico, psicologico, educativo, sociale o assistenziale che prevede il coinvolgimento di animali da compagnia in programmi di vario tipo realizzati da équipe multidisciplinari.

Tuttavia, pur essendo ancora largamente usata in quanto breve e di facile memorizzazione, può dare luogo ad equivoci

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poichè non è chiaro se il fruitore della terapia sia l’uomo o l’animale; inoltre il termine “pet” si presta a varie interpretazioni: oltre ad un’ampia differenziazione culturale (ad es. in alcuni paesi taluni animali sono considerati “pets” mentre in altri no), nel corso degli anni tale termine è stato attribuito ad animali che tradizionalmente erano inclusi nella categoria di animali da utilità, quali conigli, capre, suini, asini e cavalli. Appare quindi evidente, che definire il “pet” unicamente come animale da compagnia, da accarezzare è al giorno d’oggi anacronistico. Inoltre, per la zooantropologia applicata l’animale “pet” non è semplicemente un animale che tollera l’evento relazionale, che passivamente si lascia accarezzare, bensì è un animale che desidera e sa interagire attivamente con l’uomo. Sotto questo profilo si attribuisce la connotazione di pet non ad una categoria, ad una specie o ad una razza, bensì ad un soggetto domesticato, ben socializzato, in grado di relazionarsi attivamente con l’uomo, che l’ha adottato e lo accudisce. Oltre a ciò, occorre tener conto del fatto che non tutti i “pet” sono adatti a questa attività in quanto devono essere soggetti ad adeguata selezione e preparazione. Alla luce di queste considerazioni, a partire dagli anni ’80, il programma di pet therapy è stato più correttamente suddiviso in:

Animal-Assisted Activities (AAA) Animal-Assisted Education (AAE) Animal-Assisted Therapy (AAT)

ANIMAL ASSISTED ACTIVITIES (AAA) Tale termine viene tradotto in "attività svolte con l'ausilio di animali" secondo il Centro di collaborazione OMS/FAO per la sanità pubblica veterinaria e l'Istituto Superiore di Sanità, oppure in "attività assistite dagli animali" dall'Istituto Zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise. Citando

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il sito del Ministero della Salute, “le attività hanno l'obiettivo primario di migliorare la qualità della vita di alcune categorie di persone (anziani, ciechi, malati terminali,ecc.)”. Le AAA consistono in interventi di tipo educativo e/o ricreativo che possono essere erogati in vari ambienti da professionisti opportunamente formati, para-professionisti e/o volontari, insieme con animali che rispondono a precisi requisiti. Le AAA sono costituite da incontri e visite di animali da compagnia a persone in strutture di vario genere, quali centri socio-terapeutici, comunità alloggio, scuole, case di riposo per anziani, ecc....

ANIMAL ASSISTED EDUCATION (AAE)

Accanto alle AAA vi sono le AAE, Animal-Assisted Education (attività educative assistite da animali) che consistono in progetti diretti da professionisti nel campo dell’educazione (insegnanti, educatori…) con finalità più specifiche riguardanti la sfera educativa, cognitiva e dell’apprendimento. Le AAE possono essere erogate in diversi ambienti e con persone di qualsiasi età. Durante gli incontri individuali o di gruppo, l’operatore dev’essere supportato da personale specializzato e questo processo dev’essere documentato e valutato. Come è stato evidenziato nella conferenza organizzata a Rio de Janeiro nel 2001 dalla IAHAIO (International Association of Human-Animal Interaction Organizations), notevoli benefici sono stati riscontrati in studenti affetti da deficit d’attenzione e/o iperattività e aggressività: la presenza di un cane in classe può diminuire l’aggressività e le forme di “bullismo”, attirare la loro attenzione, indurli all’ascolto e ad intervenire nella discussione, motivarli nella produzione di componimenti sugli animali, ecc...

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ANIMAL ASSISTED THERAPY (AAT)

Tale termine viene tradotto in "Terapie effettuate con l'ausilio di animali" o Uso Terapeutico degli animali da compagnia (UTAC) secondo il Centro di collaborazione OMS/FAO per la sanità pubblica veterinaria e l'Istituto Superore di Sanità, oppure, più diffusamente, in "terapie assistite dagli animali" (Istituto Zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise).

Sono interventi con obiettivi specifici predefiniti, in cui gli animali rispondenti a determinati requisiti sono parte integrante dei trattamenti volti a favorire il miglioramento delle funzioni fisiche, sociali, emotive e/o cognitive nonché della salute del paziente. Si tratta di co-terapie dolci, che affiancando i consueti trattamenti, grazie soprattutto alla presenza dell'animale, si rivelano efficaci, anche laddove le terapie in atto non danno i risultati sperati.

Sono terapie di supporto che integrano, rafforzano e coadiuvano le terapie normalmente effettuate per il tipo di patologia considerato.

Le terapie hanno una notevole potenzialità d’applicazione in campo medico-ospedaliero, nel settore psichiatrico e dell’ handicap.

Le TAA sono dirette o gestite da professionisti di sanità umana, nell’ambito dell’esercizio della propria professione.

L’animale può essere condotto da un professionista o da un conduttore sotto la direzione di un professionista.

LAVORO DI EQUIPE Per poter realizzare un programma di AAA/AAE/AAT è indispensabile costituire un’équipe la cui composizione non sarà la stessa per ogni progetto. Nei programmi di attività assistite l’équipe può essere composta solo da alcune figure, quali il conduttore, l’educatore

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o animatore della struttura ed il veterinario. Tuttavia, nonostante non sia richiesta la presenza di una figura di supporto al conduttore dell’animale durante gli incontri, anche se è auspicato l’intervento di personale che aiuti nella gestione delle sedute, è comunque indispensabile in fase progettuale e di verifica dell’andamento del progetto il contributo di figure professionali specifiche (medici, psicologi, educatori, ecc…).

“Nell’ambito dell’équipe, infatti, devono essere sempre presenti alcune figure professionali definite team prescrittivo, comprendenti:

- psicologo;

- medico veterinario zooiatra;

- medico veterinario o biologo con formazione ed esperienza nelle scienze comportamentali applicate;

- operatore tecnico con specifica preparazione nell’interazione con la specie di riferimento.

Alcune delle competenze professionali succitate possono anche essere assunte da un’unica persona se rispondente agli specifici requisiti richiesti.

Si raccomanda, comunque, di allargare il team a quante più possibili figure professionali per poter cogliere e sviluppare tutte le potenzialità dell’intervento”. A breve verrà aggiunta al team prescrittivi la figura dell’educatore cinofilo esperto di comportamento del cane”1.

Le terapie assistite ”…presentano una maggiore complessità se non altro procedurale e, come tutti i trattamenti terapeutici, si basano su una diagnosi effettuata dal medico e comportano la determinazione di obiettivi di salute e una precisa pianificazione della loro somministrazione.

1 Da: “Carta Modena 2002” CARTA DEI VALORI E DEI PRINCIPI SULLA PET RELATIONSHIP

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In generale, gli interventi hanno obiettivi specifici e predefiniti di miglioramento delle funzioni fisiche, sociali, emotive e/o cognitive (capacità di pensiero ed intellettive) che vengono calibrati su ogni singolo paziente. Gli obiettivi perseguibili possono essere classificati, ad esempio, come fisici (abilità motorie, equilibrio etc.), educativi (linguaggio, memoria, apprendimento etc.), di salute mentale (attenzione, autostima, riduzione dell’ansia e del senso di solitudine etc.) e motivazionali (coinvolgimento in attività collettive, capacità di interagire con gli altri etc.). In ogni caso, l'obiettivo terapeutico deve essere ben definito, chiaro e raggiungibile.

Le TAA vengono erogate da un’ equipe multidisciplinare che può comprendere di volta in volta e a seconda dei casi varie figure professionali che vanno a coprire sia le esigenze relative al beneficio umano ( medici generici, psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, fisioterapisti, logopedisti, educatori professionali, tecnici della riabilitazione psichiatrica, terapisti di neuro e psicomotricità, assistenti sociali, infermieri, pedagogisti, insegnanti, ecc..., sia alla modalità di impiego dell’animale (veterinari comportamentalisti, etologi, educatori cinofili, conduttori cinofili, ecc.) sia alla salvaguardia della salute e benessere animale (veterinari, ecc…)”2. Se i programmi di TAA devono essere diretti e gestiti da professionisti di sanità umana come parte integrante delle loro attività, non necessariamente tutte le figure professionali coinvolte in un progetto di pet therapy devono essere presenti durante lo svolgimento delle sedute, alcune di loro, infatti, possono svolgere una funzione di consulenza, di supervisione o di raccolta dati.

2Dal documento: “Problemi bioetici relativi all’impiego di animali in

attività correlate alla salute e al benessere umani” del Comitato Nazionale

per la Bioetica, approvato nel 2005

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PERCHÉ I CANI? I cani sono gli animali coinvolti con maggiore frequenza nella Pet Therapy; ciò è dovuto alle grandi potenzialità che scaturiscono dal rapporto tra cane ed essere umano: il cane è un animale molto socievole, in grado di comunicare con l’uomo sia attraverso il linguaggio verbale sia quello gestuale e capace di compiere una quantità quasi incredibile di azioni a favore delle persone. Il cane è estraneo alle logiche di giudizio che spesso influiscono sulle relazioni tra esseri umani. Ciò significa che il cane, al contrario degli esseri umani, non è condizionato dall’apparenza delle persone, dal loro stato sociale o dalla loro salute. A dispetto delle convenzioni sociali che sovente impediscono di toccare gli estranei, i nostri amici a quattro zampe si prestano spesso ad essere accarezzati ed il toccare, oltre ad essere il sistema primario di comunicazione (il tatto è il primo senso che si sviluppa nell’uomo e l’ultimo a rimanere in esso), costituisce un vero e proprio bisogno fisico e psichico, che può portare ad una riduzione di ansia e di stress. L’estrema varietà delle caratteristiche morfologiche dei cani consente di adattare queste ultime al carattere ed alle necessità delle persone cui possono venire avvicinati; ad es. cani piccoli e tranquilli possono diventare ottimi compagni di persone allettate o timorose, cani più grandi possono essere accarezzati più agevolmente da persone su sedie a rotelle, ecc… In generale la gente è attratta dalla vista di un cane: ad esempio, se si cammina per strada con un cane è molto più facile essere osservati. Persino i registi “sfruttano” questa dote canina inserendoli in film e spot pubblicitari con il solo scopo di catturare lo sguardo degli spettatori. Ciò significa che un cane, sotto la guida del terapeuta e del conduttore, può attrarre l’attenzione di una persona disorientata. Pazienti che soffrono del morbo di Alzheimer o

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che si distraggono dalla realtà, grazie ai cani possono essere riportati a focalizzare la loro attenzione sul presente. Allo stesso modo, persone con problemi di apprendimento con l’ausilio dei cani possono aumentare la loro capacità di concentrazione e, conseguentemente, imparare con maggior facilità. Inoltre i cani possono sollevare il morale dei pazienti, costituendo un diversivo alla routine di tutti i giorni e costituiscono un antidoto contro la depressione. Questo è dovuto alla loro straordinaria capacità di comunicare, anche se in modo diverso dal nostro, di stimolare la socializzazione tra pazienti, volontari ed educatori e/o personale medico. Persone malate, chiuse in se stesse, spesso perdono il desiderio e la capacità di parlare con il prossimo; talvolta i cani, con un gesto, uno sguardo, una moina, riescono a rompere il muro del silenzio e a stabilire un contatto con queste persone.

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QUALE CANE? E’ bene precisare che non tutti i cani possono svolgere attività di pet therapy: sebbene non vi siano preclusioni di razze, prima di inserire un cane in un programma, occorre procedere con una visita sul suo stato di salute, un’accurata valutazione comportamentale e temperamentale da parte di educatori cinofili e veterinari, nonché un’ adeguata preparazione partendo da una buona educazione di base. Inoltre, per il cane gli incontri di pet therapy devono essere rappresentare un momento estremamente piacevole, mai una costrizione; durante le sedute è indispensabile osservare attentamente il comportamento dell’animale, onde evitare di sottoporlo a stress dannosi sia per la sua salute che per i pazienti stessi e misurare con attenzione la durata degli interventi. E’ doveroso rispettare e salvaguardare innanzitutto il benessere del nostro amico a quattro zampe e considerare, inoltre, che un cane stanco e stressato può non prestarsi con entusiasmo alle attenzioni, talvolta esagerate, dei pazienti. Per questo motivo è consigliabile valutare con estrema attenzione il numero e la durata degli interventi.

La conoscenza approfondita dell’animale e l’affiatamento tra conduttore e cane è fondamentale ed è per questo e per i motivi sopra citati che è bene coinvolgere animali di proprietà dei conduttori. le normali procedure di selezione, infatti, non si basano solo sulla valutazione del cane, bensì sull’idoneità della coppia conduttore-animale. Le reazioni del cane devono essere prevedibili da quest’ultimo, in modo da rendere più efficace e più sicuro l’intervento.

I criteri di selezione dei cani includono parametri veterinari, di temperamento e di comportamento.

Requisiti sanitari

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Il primo aspetto è legato al benessere dell’animale stesso e alla prevenzione delle zoonosi, cioè delle malattie trasmissibili all’uomo. Per questo ogni animale, prima di poter essere introdotto in un programma di pet-therapy, deve essere sottoposto ad un accurato controllo sanitario per accertarsi che sia in buona salute, senza parassiti o malattie infettive. Tali controlli devono essere ripetuti regolarmente, secondo un piano stabilito dal veterinario (alcune strutture possono richiedere un certificato di buona salute ad intervalli per precisi).

In particolare:

⇒ Le vaccinazioni devono essere in regola (rabbia, corona-virus, cimurro, epatite virale, parvovirosi e leptospirosi) e riportate su un apposito libretto sanitario. In alcuni casi, il responsabile della struttura può richiedere una copia del libretto sanitario;

⇒ Il cane non deve manifestare segni di malattia: per es. ferite, zoppie, esantemi sulla pelle, infezioni agli occhi, vomito, diarrea, ecc….;

⇒ Il cane non deve avere parassiti interni o esterni (gli esami delle feci devono essere fatti almeno due volte all’anno); attenzione, però, a non utilizzare prodotti antiparassitari in polvere o spray il giorno della seduta, in quanto potrebbero provocare reazioni allergiche nell’uomo e togliere l’eventuale collare antipulci 24 prima della seduta;

⇒ Il cane deve essere pulito e spazzolato il giorno prima della seduta (se necessario è bene lavarlo). Particolare cura deve essere prestata al controllo ed alla pulizia di orecchie, occhi e denti; le unghie non devono essere

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lunghe e/o taglienti, per cui non devono essere tagliate il giorno prima della seduta.

⇒ Le cagne in calore non devono essere condotte in seduta.

Requisiti attitudinali e di capacità

La socievolezza, ovvero la capacità d’inserimento del cane nella società umana, è requisito fondamentale per il cane da pet therapy; il cane deve sentirsi appagato dalla sola presenza di un essere umano accanto a sé, deve sollecitare attivamente l’interazione con gli esseri umani, deve provare piacere nell’essere toccato ed accarezzato, essere interessato più all’uomo che agli altri animali verso i quali non deve dimostrare segni di aggressività e/o timore;

Il temperamento è la capacità del cane di reagire più o meno velocemente agli stimoli esterni: in base a tale capacità si distinguono di solito cani vivaci, attenti, normali e “spenti”. Per le attività e le terapie non è adatto un animale apatico che non reagisce agli stimoli, in quanto verrebbe meno il fondamento delle stesse, cioè l’interazione uomo-animale. Allo stesso tempo però una eccessiva vivacità può creare problemi: un cane troppo esuberante potrebbe essere invadente se condotto ad esempio in una residenza per anziani.

Il temperamento va messo anche in relazione al carattere dell’utente con cui il cane lavora: un bambino timido potrebbe preferire un cane più tranquillo, mentre uno più vivace sceglierà preferibilmente un cane più attivo.

La tempra è la capacità del cane di sopportare stimoli ed azioni esterne spiacevoli sia fisiche che psichiche; il cane da pet therapy deve possedere una tempra media o alta, che gli consenta ad esempio di tollerare forti rumori, carezze, a volte rudi, non aver paura di camminare su superfici diverse (quali

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tappeti, rivestimenti in gomma, parquet, ecc…) per partecipare con serenità e desiderio di interagire con l’uomo.

Inoltre, e’ basilare che il cane sia educato e perfettamente controllabile dall’operatore.

E’ importante la docilità, cioè la capacità del cane di accettare il suo padrone come guida e punto di riferimento, rendendosi disponibile e obbediente.

Ciò non vuol dire certamente che il cane debba essere totalmente sottomesso all’uomo, anzi, ciò gli impedirebbe di esprimere al meglio le proprie potenzialità; significa soltanto che chi conduce il cane deve avere la certezza, ad esempio, che esso si avvicini quando invitato e che un comportamento sbagliato possa essere interrotto da un richiamo. Tutto ciò è importante per la sicurezza degli utenti e del cane stesso: se si dovesse creare una situazione potenzialmente pericolosa, il conduttore dovrebbe poter contare sempre sull’obbedienza del proprio cane.

Per alcune attività specifiche (come ad es. le forme di pet therapy che prevedono esercizi di agility ), può essere richiesto un addestramento specifico, basato su metodi non coercitivi, che consenta al cane di avere una conoscenza delle tecniche di base e di essere condotto da persone estranee, non sempre in grado di dare comandi appropriati.

A CHI SI RIVOLGE

In ambito terapeutico, gli interventi di pet therapy sono rivolti a tutte quelle persone che sperimentano nella vita quotidiana una condizione di svantaggio, ad es.: persone portatrici di deficit intellettivi e/o fisici da lievi a gravi, persone con disturbi pervasivi dello sviluppo (ad es. autistici), persone con disturbo della personalità, persone con disturbo dell’adattamento, persone con disturbi d’ansia e umore,

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persone con disturbi psicotici, persone senza una diagnosi precisa, ma che hanno problemi di relazione, anziani, bambini, soggetti istituzionalizzati (comunità, carceri, case famiglia, case di riposo, ecc…), convalescenti a seguito di malattie o traumi di vario genere, malati cronici, soprattutto con malattie di tipo neuro-muscolare. Nonostante il campo di applicazione sia molto vasto, la pet therapy è sconsigliata in casi di: patologie o disturbi che possano indurre ad atteggiamenti aggressivi nei confronti degli animali e delle persone, zoofobia, disturbi ossessivo-compulsivi, depressione grave, oligofrenia grave, ipocondria. Inoltre, la presenza di un animale può essere controproducente quando induce alla competizione all’interno di un gruppo oppure quando sopraggiungano atteggiamenti molto possessivi nei confronti dei cani o quando i fruitori abbiano problemi di salute tali da sconsigliare la vicinanza di un animale (ad es. allergie, ferite aperte, deficit del sistema immunitario, ecc…).

MECCANISMI D’AZIONE DELLA PET THERAPY

Alla base della pet therapy vi è il rapporto che si instaura tra il fruitore dell’intervento, contraddistinto dalla diversità interspecifica, ma in che modo l’interazione e la relazione con l’animale può dare benefici all’uomo? Come agisce la pet therapy e attraverso quali meccanismi? ü Meccanismo affettivo-emozionale e correlati

fisiologici:è il più importante meccanismo d'azione

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in quanto maggiore è il legame emozionale tra cane e paziente, tanto più intensi sono i risultati benefici. L’aspetto emozionale è importante per i suoi correlati fisiologici, come dimostrano i recenti studi di Benson dell'Harvard University (USA) nel suo libro "The Relaxation Response" (1975), che illustrano quanto siano stretti i legami tra emozione positiva (come quelle indotti dalla pet therapy), rilassamento ed effetti benefici sulla salute. La pet therapy opera in parte attraverso le stesse vie biochimiche della risposta di rilassamento: il rapporto uomo-animale tranquillante, rassicurante, positivo e, quindi, rilassante potrebbe intervenire nella produzione di adrenalina e altri ormoni cortico-steroidi od "ormoni dello stress" → diminuzione del ritmo cardiaco e respiratorio, della pressione arteriosa e del tono muscolare, con possibile modificazione anche delle onde elettroencefalografiche. (Felten, Department of Neurobiology, USA; Ballarini, 2000)

ü Meccanismi psicologici: il rapporto uomo-animale è un forte stimolo psicologico, che coinvolge diversi settori della psiche umana: il comportamento sociale e i meccanismi di relazione, gli aspetti cognitivi e affettivi: - il legame affettivo che si crea tra uomo e cane,

scaturito da una relazione caratterizzata dalla diversità morfologica e comportamentale dell’animale, può indurre alcune persone a soddisfare alcuni primari bisogni psicologici (es. bisogno di dare e ricevere affetto, sicurezza, fiducia, il prendersi cura e sentirsi utili) e a trasferire tali legami ad altre persone;

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- la relazione tra uomo e animale può essere fonte di stimolazione mentale: la presenza partecipata di un animale induce la persona ad "uscire" dai suoi problemi, dal proprio egocentrismo, interessarsi all'animale quindi riduce il senso di alienazione e isolamento;

- il recupero della fisicità e del contatto fisico: il tatto è una forma primaria di comunicazione e un bisogno psicologico, infatti la limitazione o la privazione del contatto fisico può comportare delle gravi difficoltà di relazione con gli altri e con il nostro Sé;

- facilitazione sociale: l’animale è un “lubrificante sociale” (1975 Mugford e McComisky) infatti la presenza di un animale spesso è un’occasione di interazione con altre persone (es. quando si passeggia con un cane si hanno più occasioni di parlare con altre persone).

ü Meccanismo comunicativo: aspetti della comunicazione infraspecie peculiari e differenti rispetto alla comunicazione uomo-uomo possono rendere la comunicazione con il proprio animale più semplice e piacevole di quella coi propri simili: - la comunicazione tra cane e uomo può, ad es.

essere gestuale o simile al modo con cui si parla ai bambini piccoli: le parole sono semplici, ripetute, il tono è cantilenante e spesso crescente fino alla conclusione spesso interrogativa (baby-talk); questo linguaggio ha un effetto rassicurante e calmante sia su chi ascolta, ma anche su chi parla;

- nel dialogo con l'animale nessuno si sente giudicato, valutato; non si teme di essere contraddetti o criticati per quello che si è detto o fatto: il rapporto è molto più diretto, spontaneo,

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meno stressante di quello con l'uomo e viene meno la competitività

- nell'animale non sono presenti concetti quali menzogna e la falsità: se gli fa piacere in compagnia della persona rimane, altrimenti se ne va.

ü Meccanismo ludico: gioco e il divertimento portano benefici psicosomatici: consentono di fare movimento, di liberare le proprie energie e di ricavare sensazioni di benessere e calma

ü Meccanismi associati: I singoli meccanismi agiscono quasi sempre associati tra loro, basti pensare alla passeggiata quotidiana con il proprio cane che è fonte non solo di attività fisica, ma anche di giochi, di risate e di incontri al parco...diversamente da un’ ora di ginnastica in salotto

POSSIBILI OBIETTIVI NELLE ATTIVITA’ E

TERAPIE ASSISTITE DA ANIMALI

AREA PSICOLOGICA-AFFETTIVO-

RELAZIONALE

• Stimolazioni a livello affettivo ed emotivo • Acquisizione di sicurezza • Potenziamento dell’autostima e dell’autoefficacia • Riduzione di vissuti di depressione e ansia • Miglioramento delle capacità relazionali

AREA COGNITIVA • Potenziamento delle capacità di concentrazione e

attenzione • Potenziamento delle capacità di memorizzazione • Attribuzione di finalità ad azioni

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• Comprensione ed esecuzione di compiti • Potenziamento del concetto spazio-temporale • Potenziamento del concetto di quantità • Sviluppo di interessi • Acquisizione di nozioni riguardanti i cani e

l’attività cinofila

AREA LINGUISTICA ED ESPRESSIVA • Arricchimento del linguaggio verbale • Potenziamento dell’azione gestuale e mimica • Potenziamento della volontà comunicativa

AREA COMPORTAMENTALE • Miglioramento delle capacità di autocontrollo • Diminuzione dell’aggressività • Accettazione e rispetto di regole e limiti • Diminuzione di atteggiamenti stereotipati • Incremento del senso di responsabilità

AREA MOTORIA

• Stimolazioni sensoriali • Favorire il rilassamento • Sviluppo della coordinazione motoria

• Acquisizione ed integrazione dello schema corporeo

• Potenziamento della motricità globale • Potenziamento della motricità fine

• Controllo o diminuzione dei movimenti atetosici e/o delle ipercinesie

• Miglioramento delle posture

ASPETTI LEGALI

A tuttora in Italia non esistono protocolli di legge nazionali che regolino le AAA/AAE/TAA. Tuttavia il Governo, nel Consiglio

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dei ministri del 28 febbraio 2003, ha approvato, su proposta del Ministro della salute Sirchia, un decreto che recepisce l'accordo fra Governo e Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano, stipulato il 6 febbraio 2003, che fissa i principi fondamentali per il benessere degli animali da compagnia e per lo sviluppo della pet therapy (in neretto sono riportate le parti inerenti all’argomento trattato): Presidenza del Consiglio dei Ministri Decreto 28 febbraio 2003 (Gazzetta ufficiale 4 marzo 2003 n. 52) Recepimento dell'accordo recante disposizioni in materia di benessere degli animali da compagnia e pet-therapy Il Presidente del Consiglio dei Ministri Visto il Testo unico delle leggi sanitarie, approvato con Regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265; Visto l'articolo 24 del regolamento di polizia veterinaria, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320; Vista la legge 14 agosto 1991, n. 281, recante: "Legge-quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo"; Considerato che l'Italia ha firmato la "Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione degli animali da compagnia", approvata a Strasburgo il 13 novembre 1987; Visti gli articoli 2, comma 2, lettera b), e 4, comma 1, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281; Visto l'accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, relativo al benessere degli animali da compagnia e la pet-therapy, stipulato il 6 febbraio 2003; Visto l'articolo 2, comma 3, lettera q), della legge 23 agosto 1988, n. 400; Sulla proposta del Ministro della salute; Decreta:

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Articolo 1 1. Il presente decreto recepisce l'accordo di cui all'allegato 1, stipulato il 6 febbraio 2003 tra il Ministro della salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, che disciplina il particolare rapporto di affezione tra l'uomo e l'animale, al fine di rendere più omogeneo l'intervento pubblico nel complesso scenario della protezione degli animali da compagnia(*). 2. In particolare il testo dell'accordo prevede, da parte del Governo e delle Regioni, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, l'adozione di disposizioni finalizzate ad: a) assicurare il benessere degli animali; b) evitarne utilizzi riprovevoli, sia diretti che indiretti; c) consentirne l'identificazione, attraverso l'utilizzo di appositi microchips, su tutto il territorio nazionale; d) utilizzare la pet-therapy per la cura di anziani e bambini.

Allegato 1 (pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 3 marzo 2003 n. 51) Accordo 6 febbraio 2003 (Gazzetta ufficiale 3 marzo 2003, n. 51) Accordo tra il Ministro della salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano in materia di benessere degli animali da compagnia e pet-therapy Articolo 7 Programmi di informazione e di educazione 1. Il Ministero della salute promuove programmi di informazione e di educazione per favorire la diffusione e l'applicazione dei princìpi contenuti nel presente decreto e per affermare il rispetto degli animali e la tutela del loro benessere sia fisico che etologico, ivi compresa la preparazione di cani per i disabili e l'utilizzazione degli animali da compagnia ai fini della pet therapy. Detti programmi, rivolti, in particolare, a coloro che sono interessati alla custodia, all'allevamento,

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all'addestramento, al commercio e al trasporto di animali da compagnia, richiamano l'attenzione sui seguenti aspetti: a) l'addestramento di animali da compagnia per i disabili o per la pet-therapy o a fini commerciali o da competizione deve essere effettuato soltanto da parte di persone con cognizioni e competenze specifiche; b) le eventuali conseguenze negative per la salute ed il benessere degli animali selvatici, del loro acquisto o inserimento come animali da compagnia; c) i rischi di aumento del numero degli animali non voluti ed abbandonati, derivanti dall'acquisto irresponsabile di animali da compagnia; d) la necessità di scoraggiare: 1) il dono di animali da compagnia ai minori di 16 anni senza l'espresso consenso del loro genitore o di altre persone che esercitano la responsabilità parentale; 2) il dono di animali da compagnia come premio, ricompensa o omaggio; 3) la riproduzione non pianificata di animali da compagnia. e) la promozione della rilevanza dell'iscrizione dei cani all'anagrafe territoriali. 2. È rimessa alla valutazione discrezionale delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, avvalendosi dei servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali, la promozione di programmi di informazione e di educazione analoghi a quelli di cui al comma 1. 3. Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, avvalendosi dei servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali, promuovono ed attuano corsi di formazione o di aggiornamento sul benessere animale rivolti ai medici veterinari, al personale di vigilanza e alle associazioni di volontariato. Articolo 9 Tecniche di pet therapy accoglienza degli animali e cimiteri

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1. Ai fini di agevolare una più ampia diffusione dei nuovi orientamenti clinico-terapeutici con i cani per disabili e con le tecniche della "pet-therapy", le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano valutano l'adozione di iniziative intese a: a) agevolare il mantenimento del contatto delle persone, anziani e bambini in particolare, siano esse residenti presso strutture residenziali, quali case di riposo e strutture protette o ricoverate presso istituti di cura, con animale da compagnia di loro proprietà o con animali comunque utilizzabili per la "pet therapy"; b) rendere tutti i luoghi pubblici, ivi compresi i mezzi di trasporto, accessibili anche per i cani di accompagnamento dei disabili. 2. Le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano possono promuovere, a livello alberghiero e dei maggiori centri turistici, ivi comprese le spiagge e gli stabilimenti balneari, l'accoglienza temporanea dei cani e dei gatti e degli altri animali da compagnia. 3. Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano possono disciplinare la realizzazione di cimiteri per animali da compagnia, destinati a mantenerne viva la memoria. Pur non essendoci leggi nazionali, la diffusione che tale attività sta avendo nel nostro paese in questi ultimi anni, le necessità legate ad una sempre maggior professionalità degli operatori e l’esigenza di protocolli comuni che garantiscano l’efficacia degli interventi ed il benessere psicofisico degli animali coinvolti nei programmi, ha indotto alcune regioni italiani, come il Veneto, la Puglia, il Lazio e il Piemonte, a promulgare leggi regionali. Alla luce di quanto sopra esposto, appare evidente quanto sia importante la formazione di tecnici e di binomi cane-conduttore altamente qualificati, compito, questo, che la FISC CNS Libertas ha assunto con grande professionalità attraverso la

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Susanna Coletto

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