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Facoltà di Architettura e SocietàCds Scienze dell’Architettura
La pianificazione ad Amsterdam: da Berlage a Van Eesteren
Prof. Paola Pucci
E mail [email protected]; [email protected] web: www.netdiap.polimi.it/didattica/pucci
Schema di crescita della città di Amsterdam
Crescita insediativacontinua e radiocentrica, fortemente legata all’orografia dei terreni
Amsterdam Begjnhof
Appare nel 1389 e sino al 1400 era una enclave religiosa/parrocchiale. Subisce una progressiva trasformazione e allargamento con l’introduzione dello spazio verde centrale e la chiesa. Nel 1971 “muore” l’ultimo Begijnhof.
• primo piano urbanistico di Amsterdam• Idea compositiva:
– Sviluppo radiocentrico attorno alla città vecchia
– Le strade sono realizzare sui tracciati dei canali di irrigazione esistenti
– Individuate 2 direzioni prevalenti e tra loro ortogonali
• Spinte speculative portano a processi di segregazione sociale : quartieri operai caratterizzati da taglio alloggi molto piccoli (20 mq circa), formati in genere da 1 sola stanza e un unico affaccio
Il piano Kalf (1875)
Legge sull’abitazione (1901)
Finalità: • Frenare la speculazione fondiaria • Garantire standard minimi di qualità dell’abitare
ContenutiI comuni con più di 10.000 abitanti avevano il diritto/dovere e i mezzi per attivare
prestiti rimborsabili in 50/70 anni per:• Stabilire piani di ampliamento• Espropriare terreni e alloggi insalubri, acquistare nuove aree• Costruire direttamente, o in forma associativa, e gestire gli alloggi di edilizia
economica e popolare
Condizionamenti
Natura del suolo
Presenza di una fitta rete di canali
Il trattamento dell’angolo
Soluzioni alternative
Soluzioni tradizionali (1900-1910)
Isolati realizzati unitariamente
Sperimentazioni di sistemazione del lotto d’angolo (Scuola di Amsterdam)
Il trattamento dell’angolo
Il trattamento dell’angolo
Evoluzione dello spazio centrale dell’isolato
Lo spazio centrale :a. Isolato dalla strada è occupato da giardini
privatib. Giardino comunec. Accesso che porta a una piccola strada o d. Accesso che porta a un giardino comunee. Square pubblicof. Si dissolve come spazio concluso con
l’apertura sul quarto lato dell’isolato che modifica i caratteri dello spazio interno
a. b. c
d e f
Panerai P., Castex J., Depaule J., Isolato urbano e città contemporanea, Clup, Milano, 1987.
• L’isolato di Amsterdam –unità di base per la costruzione del tessuto urano – corrisponde raramente ad un’unità di progetto.
• Più spesso gli interventi sono suddivisi tra più architetti.
Evoluzione dello spazio centrale dell’isolato
Problemi da affrontare:• raccordo con la città esistente• articolare i nuovi interventi rispetto
all’espansione progettata da Kalf
1899 Rijkmuseum nel punto di snodo
Berlage, Plan Zuid, prima proposta del 1902
Le basi del piano di Berlage
Primo piano per Amsterdam Sud (1909)
Amsterdam: articolazione dei quartieri sud e della città vecchia
Berlage, seconda proposta per il Plan Zuid, 1914-1917
• Il confronto tra lo schema del progetto di Berlage (1916) e lo stato attuale consente di evidenziare come, nonostante il piano non sia stato realizzato integralmente, l’essenziale dei suoi principi abbia condizionato la forma urbana della città
Amsterdam: il piano di Berlage
realizzato (1917-1940)
• Sistemazione dei tracciati fondamentali e confronto con lo stato attuale
Amsterdam. Piano di Van Eesteren (1929-1932)
• Obiettivo: contenere l’espansione per ridurre il “consumo” di suolo demaniale disponibile e integrare efficacemente residenza e posti di lavoro, riducendo così il pendolarismo
• Scartate soluzioni di città satellite
• Il piano è concepito come “uno scheletro urbanistico flessibile e adattabile”.
• “L’eventuale forma deve evolversi gradualmente in fasi successive e in ogni momento della crescita va mantenuta una armoniosa relazione tra le funzioni sociali”
• Espansione suddivisa per funzioni, in continuità con la città esistente.
• La presenza di varchi verdi che impedisce la realizzazione di un continuum porta a proporre un modello di crescita per quartieri con forte identità e ampliabili per fasi successive
• Espansione “a ventaglio” da ovest a est, mentre il nord è invariato
Idea compositiva
Aree individuate nella carta di Amsterdam del 1934 per il successivo piano di ampliamento generale
L’espansione, a ridosso della città esistente, si costruisce a partire da quartieri residenziali, dal bosco di 900 ha e dalle aree industriali
Viste prospettiche nel piano di Van Eesteren
Amsterdam. Piano di Van Eesteren (1929-1932)
Le industrie sono collocate lungo il Nordzee Kanaal in cui è previsto il nuovo porto (su un’area dio 150 ha )
Verso sud-est è prevista la seconda zona industriale per attività che non hanno legami col porto
A sud-ovest viene collocata l’area industriale “pulita”
Realizzazione di un anello ferroviario sopraelevato per gli spostamenti tangenziali
Parco-bosco di 900 ha a sud (piantumato)A ovest nella zona più vicina al centro si
collocano i quartieri di espansione tra cui il quartiere Slotermeer (11.000 ab)
• Gabellini P., Tecniche urbanistiche, Cap. 10 “grandi riferimenti”, Carocci, Roma, 2001
Amsterdam - quartiere Slotermeer (1940)
Algemeen Amsterdam quartiere Slotermeer
• Il piano particolareggiato definisce la forma del quartiere. Si notano la varietà delle tipologie della residenza (grigio), la distribuzione equilibrata dei servizi pubblici (nero). L’industria è concentrata nell’area a sud servita dalla ferrovia (puntinato).
• I tracciati sono ortogonali e si distinguono in due classi: viabilità locale e collegamenti “interquartieri”
• Gli isolati sono perlopiù lunghi e stretti, tali da costituire una maglia regolare
• I tipi edilizi dominanti sono case mono-bifamiliarialternati a edifici in linea di 4 piani. Nella parte più prossima al lago sono presenti anche edifici più alti (sino a 12 piani)
Gabellini P., Tecniche urbanistiche, Cap. 10 “grandi riferimenti”, Carocci, Roma, 2001
Amsterdam quartiere Slotermeer
• Gli isolati sono perlopiù lunghi e stretti, tali da costituire una maglia regolare
• I tipi edilizi dominanti sono case mono-bifamiliari alternati a edifici in linea di 4 piani. Nella parte più prossima al lago sono presenti anche edifici più alti (sino a 12 piani)
Bos en Lommer (1939)
In Bos en Lommer le condizioni per lo sviluppo “armonioso del quartiere” sono state in parte contraddette dall’adozione del blocco libero-rigido, con distanze tra aree verdi troppo esigue. Le soluzioni tipologiche e compositive, insieme alla struttura sociale, non hanno concorso a fare di questa esperienza l’esemplificazione del “nuovo ordine” urbano e dell’”interesse culturale” dell’esperienza di pianificazione.
Master plan che suddivide l’area in 6 sezioni, separate da arterie stradali
• Ogni area affidata alla progettazione di altrettanti architetti e associazioni di abitanti, coordinati
Geuzenveld (1954)
Slotervaart (1954)
• 1400 abitazioni per ceti a medio-alto reddito• La tipologia è costituita da blocchi di edifici in
linea ad alta densità,
Osdorp, impianto del quartiere, 1958
Osdorp (1958)• Centro dell’area progettata come
shopping center e centro culturale • Edifici alti lungo i canali, destinati a
residenza
Buitenveldert (1958)
I progetti di rinnovo urbano dal 1960 al 1990
Nel settore della casa e del rinnovo urbano, gli obiettivi perseguiti sono:1. la “città compatta”: produzione massima di alloggi all’interno dell’agglomerato urbano in
considerazione del fabbisogno abitativo, attraverso azioni di densificazione o recupero2. “conservazione e recupero”: conservazione della struttura urbana, attraverso un rinnovo
scaglionato nel tempo e nel recupero degli edifici costruttivamente validi.3. “costruire per il quartiere”: piani di recupero che prevedono pluralità di funzioni – affitti altamente
sovvenzionati per rendere le abitazioni accessibili alla maggior parte della popolazione.4. “socializzazione”: recupero da parte del comune degli alloggi privati in cattivo stato di
manutenzione.
Gli strumenti di governo del territorio redatti:- Programma comunale di rinnovo urbano del ’69 – individua le zone di recupero non definendo
indicazioni circa la metodologia d’intervento da adottare- Programma comunale di rinnovo urbano del ’71 - la scelta dei quartieri per l’intervento comunale si
basa su una approfondita analisi del degrado edilizio ed urbano.- Piano del 1975 - viene introdotto il modello urbanistico della “città compatta”: obiettivo generale è la
riqualificazione della città esistente attraverso una pianificazione spaziale delle attività di ripristino, manutenzione, sostituzione e riuso degli edifici, attuato attraverso interventi diretti dell’ente locale.
Interventi recenti
Programma Vinex
Il Programma Vinex, all’interno del Quarto Rapporto sullo Sviluppo Spaziale (Extra) dei Paesi Bassi interviene:
• sulle scelte localizzative per nuove espansioni residenziali in cui assume centralità il tema dell’accessibilità al trasporto pubblico;
• sulla densità abitativa (standard pianificato 34,3 abitazioni/ha) a partire da tre distinte logiche che individuano tre diverse situazioni tipo:
– infiling locations, in cui la nuova edificazione interessa aree in tessuti edificati e in prossimitàdei centri urbani (distanza massima 5 km, distanza media casa/lavoro inferiore ai 10 km) e di nodi del trasporto pubblico;
– expansion locations, che riguarda aree esterne a una distanza compresa tra i 5 e i 10 km dal centro urbano e tra i 10 e i 15 km dai luoghi di lavoro;
– outer areas, ovvero aree esterne collocate in prossimità di una stazione ferroviaria esistente o in progetto (a più di 25 km dai luoghi di lavoro e a più di 10 km dal centro urbano piùvicino).
Programma VinexFinalità generali:
• Perseguire un modello di città compatta• Preservare dall’urbanizzazione il “Cuore verde” al centro del paese• Privilegiare e incentivare la mobilità in trasporto pubblico• Garantire una grande varietà tipologica per i nuovi quartieri• Destinare 1/3 degli alloggi a residenza sociale
Risultati raggiunti: luci ed ombre• risultati soddisfacenti in termini di densità insediative raggiunte (26,8 contro 34,3 abitazioni/ha previste) e di
contenimento dei tempi di viaggio casa-lavoro (tempo medio pari a 25 min in trasporto pubblici), • più incerti appaiono gli effetti sul mercato immobiliare, in termini di aumento dei prezzi dei terreni
edificabili, inaspettata spinta speculativa che premia sul mercato i promotori privati rispetto al soggetto pubblico nell’acquisto dei terreni più appetibili e difficoltà di “congelare” in un accordo decennale i programmi edificatori in una condizione di variabilità del mercato immobiliare.
• In parte sfumato l’obiettivo di realizzare abitazioni innovative e differenziate per tipologia
1998 – Programma “Vinac”• Incrementa la quota di abitazioni realizzabili al 2010• una piccola quota di quartieri Vinex può essere indirizzata a libera costruzione di case individuali2004 – Nuovo rapporto di pianificazione (governo di destra)• Il “Cuore Verde” subirà un ridimensionamento• Superato il modello di città compatta, di densità, sostituito da quello di networks
Il Masterplan di Leidsche Rijn – da realizzarsi in 20 anni – prevede l’interramento dell’autostrada A2 e la realizzazione di alloggi (30.000), uffici, business park, e uno spazio pubblico sul suolo liberato dall’interramento
progetto Maxwan, 1994)
Leidsche Rijn, Utrecht. Interramento dell’autostrada A2
della strada, trattata come parte integrante dell’intero progetto.L’assetto proposto crea una diversità nei paesaggi urbani e assicura la continuitàdell’asse autostradale che tuttavia viene separato dal canale.Un viadotto corre sopra il livello del terreno, attraversando un sistema di attrezzature pubbliche.Il Masterplan si inscrive all’interno del Programma Vinex del Quarto Rapporto sullo Sviluppo Spaziale (Extra) dei Paesi Bassi.Fonte: Navigator n. 7/2003, Lotus International 110…
Leidsche Rijn, Utrecht. Interramento dell’autostrada A2
progetto Maxwan, 1994)
Il Masterplan di Leidsche Rijn – da realizzarsi in 20 anni – prevede l’interramento dell’autostrada A2 e la realizzazione di alloggi (30.000), uffici, business park, e uno spazio pubblico sul suolo liberato dall’interramento della strada, trattata come parte integrante dell’intero progetto.Il Masterplan si inscrive all’interno del Programma Vinex del Quarto Rapporto sullo Sviluppo Spaziale (Extra) dei Paesi Bassi.
Fonte: Navigator n. 7/2003
ABC location policy
Promossa dal Ministero dell’Abitazione, Pianificazione e Ambiente (1990), si fonda sulla finalità di concentrare attività ad alta domanda di mobilità in luoghi dotati di buoni livelli di accessibilità al trasporto pubblico, accompagnando tale opzione con una politica di restrizione nell’offerta di aree per la sosta auto.
La politica ABC consiste nel definire una strategia di localizzazione di attività (imprese e servizi) incrociando il “profilo di accessibilità” del sito al “profilo di mobilità” dell’attività (in termini di persone e merci), distinguendo così tra:profilo di «tipo A», attività terziarie e servizi caratterizzati da molti addetti o grandi attrattori di visitatori/utenti raggiungibili con trasporto pubblico connesso alle reti di trasporto nazionali; si tratta di siti in vicinanza di nodi ferroviari, metropolitani, di tram e bus, e in ogni caso presso le stazioni ferroviarie;
• profilo di «tipo B», attività per le quali è necessario garantire accessibilità veicolare, oltre che al trasporto pubblico; si tratta di aree situate in connessione con le reti di trasporto pubblico, ove queste coincidano con tratte di grandi arterie urbane, quindi nei luoghi di interscambio, la cui attrattività è individuabile in base a criteri di buona raggiungibilità in trasporto pubblico e in automobile;
• profilo di «tipo C», situate nelle immediate vicinanze di svincoli autostradali, in particolare su assi di grande scorrimento connotati da importanti flussi di traffico.
ABC location policy
Esempio di indicatori per valutare i profili di mobilità di imprese (fonte: Martens Griethuysen, 1999)
Industria, imprese di logistica e trasporto
Attività manifatturiere,
ospedali
Uffici, servizi, amministrazioni
pubbliche, attrezzature pubbliche
Esempi di settori di attività
FORTEMEDIADEBOLEDipendenza dal trasporto merci su gomma
DEBOLEMEDIAFORTEDensità dei visitatori
FORTEMEDIADEBOLEDipendenza dall’auto per gli spostamenti di lavoro
DEBOLEMEDIAFORTEIntensità di addetti
Tipo CTipo BTipo A
Nel 1996 la ABC policy è stata oggetto di una prima valutazione relativa al periodo 1990-1995 da cui è emerso:
• Una difficoltà da parte delle amministrazioni locali nell’attuazione delle politiche proposte nei loro piani, in particolare nei processi di negoziazione con le imprese; spesso le municipalità, per garantire incrementi occupazionali e “trattenere” le attività nel proprio territorio, attenuano alcune norme previste, in particolare le norme in materia di sosta e parcheggi,
• La % dei siti industriali /commerciali inseriti nei profili Abc nel 1996 era pari solo al 17%; • L’incremento di attività e di addetti sono superiori nei sito B e C, mentre tende a diminuire la
quota di attività in siti con profilo di accessibilità A• In rapporto all’insieme di attività, la percentuale di uffici in zona A è passato da 5,7% a
7,2% tra il 1990 e il 1995, ma nello stesso periodo per le stesse attività in zone B si èpassati da 6% a 10,7% e in zone C da 1,9% a 3,5%
• Il passaggio da una localizzazione di tipo C a una localizzazione di tipo B o A induce una trasformazione modale importante a condizione tuttavia che anche la politica della sostavenga condotta limitando i posti disponibili.
• Le norme per la sosta sono lo strumento più efficace per incidere sulla ripartizione modale
ABC location policy
Densificare sui nodi: Amsterdam Arena Boulevard-centro direzionale sud-est
Riferimenti bibliografici
Gabellini P., Tecniche urbanistiche, Carocci, Roma , 2001, pp. 147-148 Casabella n. 215, 1957Benedetto Gravagnuolo, La progettazione urbana in Europa 1750-1960, Edizioni
Laterza 1994Het Nieuwe Bouwen, Amsterdam 1920-1960, Delft University Press 1983, Stedelijk
MuseumMorbelli G., Città e piani d’Europa. La formazione dell’urbanistica contemporanea,
Dedalo, Bari, 1997. Panerai P., Castex J., Depaule J., Isolato urbano e città contemporanea, Clup,
Milano, 1987.