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LA PREVENZIONE LA PREVENZIONE DIDATTICA DEL DIDATTICA DEL LA PREVENZIONE LA PREVENZIONE DIDATTICA DEL DIDATTICA DEL DIDATTICA DEL DIDATTICA DEL DISAGIO SCOLASTICO DISAGIO SCOLASTICO DIDATTICA DEL DIDATTICA DEL DISAGIO SCOLASTICO DISAGIO SCOLASTICO Maurizio Muraglia Maurizio Muraglia ITC Pareto ITC Pareto 09 febbraio 2009 09 febbraio 2009

LA PREVENZIONE DIDATTICA DEL DISAGIO SCOLASTICO

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LA PREVENZIONE LA PREVENZIONE

DIDATTICA DEL DIDATTICA DEL

LA PREVENZIONE LA PREVENZIONE

DIDATTICA DEL DIDATTICA DEL DIDATTICA DEL DIDATTICA DEL

DISAGIO SCOLASTICODISAGIO SCOLASTICO

DIDATTICA DEL DIDATTICA DEL

DISAGIO SCOLASTICODISAGIO SCOLASTICO

Maurizio MuragliaMaurizio Muraglia

ITC ParetoITC Pareto

09 febbraio 200909 febbraio 2009

Le tappe del discorso

09.02.2009 – Fenomenologia del disagio scolasticoDisagio, Insuccesso, Dispersione, AbbandonoLa motivazione allo studioVariabili che “accerchiano” lo studente a scuola

M.Muraglia - 09.02.2009

16.02.2009 – La didattica per la prevenzioneDebiti e recuperoLa dimensione laboratoriale delle disciplineLa valutazione che dà forma – condotta e profittoMediazione didattica e modelli relazionali

IL DISAGIO SCOLASTICO

“La scuola è…un ambiente ‘privilegiato’ della insorgenza del disagio, perché chiede ai ragazzi di impegnarsi in compiti che si discostano da quelli affrontati negli altri

M.Muraglia - 09.02.2009

discostano da quelli affrontati negli altri contesti. Infatti, la rinuncia e la fatica richieste negli impegni di studio comportano una capacità di tollerare la frustrazione che in certi ragazzi provoca situazioni di rifiuto” (L. Rondanini, Voci della Scuola VI/2007, p.176)

I DOCENTI CONTRO IL DISAGIO

“La capacità dei docenti di gestire le relazioni e i processi di apprendimento in classe rappresenta la condizione più significativa di

M.Muraglia - 09.02.2009

la condizione più significativa di prevenzione e contrasto del malessere vissuto da tanti ragazzi” (L. Rondanini, Voci della Scuola VI/2007, p.179)

LA SECONDARIETA’ FA EMERGERE IL DISAGIO

“Le età della scuola media e della scuola secondaria sono quelle che presentano per gli insegnanti i problemi maggiori, perché quando la motivazione affiliativa tipica della scuola elementare cede all’intensificarsi del valore dell’interazione fra pari, al bisogno di sperimentare parti di sé non soggette al monitoraggio degli adulti, alla faticosa costruzione di un’identità di genere attenta

M.Muraglia - 09.02.2009

faticosa costruzione di un’identità di genere attenta anche alle relazioni con l’altro sesso, diminuisce progressivamente l’interesse alla propria condizione di studente alle prese con compiti di studio scarsamente motivanti” (A.M.Ajello, Oltre la scuola della sufficienza, per una scuola attuale, Scuola e città 2/2006).

DISPERSIONE E SELEZIONE“La dispersione rappresenta il modo di darsi della

selezione nell’epoca della società conoscitiva, in una stagione storica, cioè, in cui il sapere non può più essere appannaggio della sola classe dirigente, dell’elite sociale dominante, per cui basta ‘selezionare’ chi ha le capacità per far parte di questa. In questa epoca è necessario, per la stessa efficienza del sistema socioeconomico, che il sapere sia adeguatamente diffuso nella grande

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il sapere sia adeguatamente diffuso nella grande maggioranza della popolazione, perciò la perdita di studenti rappresenta una ‘dispersione’, uno spreco di risorse umane, oltre che un tradimento del diritto a pari opportunità formative per tutti i cittadini” (M.Baldacci, Didattica e successo formativo, 2004)

DISPERSIONE COME RITORNO ALL’OMEOSTASI

DEL SISTEMA SCUOLA

La dispersione è il momento compensativo della perturbazione

dovuta alla non adeguatezza di

M.Muraglia - 09.02.2009

compensativo della perturbazione dovuta alla non adeguatezza di

una parte della popolazione scolastica allo standard

formativo previsto

M.Muraglia - 09.02.2009

LE VARIABILI ESTERNE

Variabili esterne all’alunno

CONTESTO EXTRASCOLASTICO (non pertinenti)

livello socioculturale contesto

atteggiamento del contesto verso la scuola opportunità formative del territorio

M.Muraglia - 09.02.2009

opportunità formative del territorio

CONTESTO SCOLASTICO (pertinenti)

organizzazione

clima relazionale

collegialità docente

metodologie didattiche

progettazione curricolare

LE VARIABILI INTERNE

Variabili interne all’alunno

(pertinenti)

COGNITIVE

Requisiti di ingresso

Stili di apprendimento

Variabili interne all’alunno

(non pertinenti)

Classe sociale di appartenenza

Ansia di base

…………………………

M.Muraglia - 09.02.2009

Stili di apprendimento

Competenze presenti

EMOTIVE

Autostima scolastica

Motivazione verso l’apprendimento scolastico

Interesse per la materia

…………………………

…………………………

QUALE RELAZIONE TRA VARIABILI ESTERNE (f1) ED

INTERNE (f2)?

ADDITIVA

Rischio dispersione = v1 + v2

INTERATTIVA

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INTERATTIVA

*Rischio dispersione = v1 v2

*Modificabilità nel medio-lungo periodo di v2 a causa di v1

PREVENZIONE o RECUPERO?

“Concentrarsi sul solo recupero significherebbe rinunciare ad intervenire sui fattori scolastici della dispersione, creando una sorta di meccanismo di Sisifo, per cui gli

M.Muraglia - 09.02.2009

meccanismo di Sisifo, per cui gli interventi sarebbero volti a porre rimedio a problemi di cui, in parte, è responsabile la scuola stessa” (Baldacci cit. 41).

L’APPROCCIO SISTEMICO DI PERTINENZA DELLA SCUOLA

I modelli organizzativi

La collegialità docente

Il clima relazionale complessivo

Progettazione curricolare

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Progettazione curricolare

• Qualità della riflessione sui saperi

• Qualità della riflessione sui metodi

• Qualità della riflessione sulle relazioni

• La motivazione è “distribuita”

• La motivazione è nel contesto di apprendimento (famiglia-scuola-studenti) più che nelle singole

SUPERARE GLI STEREOTIPI SULLA MOTIVAZIONE

M.Muraglia - 09.02.2009

studenti) più che nelle singole persone

• La motivazione ha carattere co-evolutiva rispetto ai i contesti di apprendimento (famiglia-pari-scuola)

MOTIVAZIONE CONCETTO SISTEMICO

• MOTIVAZIONE COME

RAPPRESENTAZIONE

• MOTIVAZIONE COME

M.Muraglia - 09.02.2009

AUTOREGOLAZIONE

DELL’APPRENDIMENTO

• MOTIVAZIONE (INTRINSECAMENTE

INTESA) COME ATTIVAZIONE

DELL’INTERESSE

MOTIVAZIONE COME RAPPRESENTAZIONE

MOTIVAZIONE COME RAPPRESENTAZIONE DI:

� obiettivi e risultati del comportamento:

sviluppare la propria competenza:

atteggiamento costruttivo verso esiti negativi

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atteggiamento costruttivo verso esiti negativi

avere una bella prestazione:

atteggiamento rinunciatario verso esiti negativi

� capacità di affrontare compiti di apprendimento

� aspettative risultati futuri

Influenze sulla rappresentazione: famiglia –

gruppo dei pari – clima scolastico

MOTIVAZIONE COME AUTOREGOLAZIONE

“Autoregolarsi significa usare strategie sia metacognitive che motivazionali” (Boscolo)

M.Muraglia - 09.02.2009

(Boscolo)

– usare la volontà

– sapere chiedere aiuto

– resistere alle distrazioni

MOTIVAZIONE COME ATTIVAZIONE DELL’INTERESSE

Messa a fuoco dell’attenzione

�Aumento del funzionamento cognitivo

�Coinvolgimento affettivo

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�Coinvolgimento affettivo

�Reattività a situazioni significative

�Obiettivi di padronanza vs. di prestazione

MOTIVAZIONE INTRINSECA ED ESTRINSECA

CONTROLLO ED AUTODETERMINAZIONECONTROLLO (mot. estrinseca)

regolazione esterna (imperativo eteronomo) regolazione interna (imperativo autonomo)

AUTODETERMINAZIONE (mot. intrinseca):

M.Muraglia - 09.02.2009

AUTODETERMINAZIONE (mot. intrinseca): volontàoperatività autonomia coinvolgimento

Dal controllo all’autoregolazione

L’INTERIORIZZAZIONE

BISOGNI SOGGIACENTI ALL’INTERIORIZZAZIONE

�competenza: voler essere efficaci nel proprio ambiente

�autonomia: esercitare volontà e

M.Muraglia - 09.02.2009

�autonomia: esercitare volontà e spirito di iniziativa

�socializzazione: provare affettività positiva

IL BISOGNO DI COMPETENZA

� legato all’apprendimento per scoperta

� impossibile da realizzare pienamente a scuola

� più vivo nei primi anni di scuola

più difficile nei contesti successivi, più

M.Muraglia - 09.02.2009

� più difficile nei contesti successivi, più controllati da:

valutazione

gestione della disciplina

scansione rigida orari

DALL’ESTRINSECO ALL’INTRINSECO (O

VICEVERSA?)• Regolazione esterna: studio una certa materia per

dovere imposto • Regolazione introiettata: studio una certa materia

per dovere morale • Regolazione per identificazione: studio una certa

M.Muraglia - 09.02.2009

• Regolazione per identificazione: studio una certa materia che non mi piace perché è importante per i miei obiettivi

• Regolazione integrata: studio una certa materia perché mi sono convinto fortemente della sua importanza

• Motivazione intrinseca: studio una certa materia perché mi interessa e mi stimola ad imparare