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La privacy tra i banchi di scuola Angelo Gallippi

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La privacy tra i banchi di scuolaAngelo Gallippi

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A queste definizioni del Dizionario Ragazzini della Zanichelli vorrei aggiungerne un’altra, e dire che quando parliamo di privacy parliamo di

RISPETTO.

Se ci si pensa bene, il corretto trattamento dei dati personali - la famosa “tutela della privacy” - altro non è che una questione di rispetto.

È la condizione essenziale per il rispetto (appunto) della DIGNITÀ, dell’IDENTITÀ, del DIRITTO alla RISERVATEZZA di ciascuna persona.

Tu per primo! Vista così, la privacy non è già più… forte?!?

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In tutte le scuole vengono trattate giornalmente numerose informazioni su di voi studenti e sulle vostre famiglie, sui vostri problemi sanitari o di disagio sociale, sulle abitudini alimentari.A volte può bastare una lettera contenente dati sensibili (quelli più delicati) su un minorenne, o un tabellone scolastico con riferimenti indiretti alle condizioni di salute degli studenti, per violare anche involontariamente la riservatezza, la dignità di una persona.Al tempo stesso, la “privacy” viene utilizzata talvolta in maniera impropria, per non rendere pubbliche determinate informazioni, come i risultati scolastici e quelli degli esami.

Oggi vorrei sgomberare il campo da possibili interpretazioni errate e fornire chiarimenti sulla corretta applicazione della normativa sulla protezione dei dati personali, allo scopo di sviluppare in ognuno di voi una sempre maggiore consapevolezza dei propri diritti e dei propri doveri.

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Il concetto fu successivamente riproposto:• nel 1950 dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo• nel 1985 dagli Accordi di Schengen• nel 2000 dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea•nel 1995, dalla Direttiva 95/46/CE del Parlamento e del Consiglio europeo sulla protezione dei dati personali.Il rinnovato interesse per il concetto di privacy, dopo circa un secolo dalla sua formulazione originaria, fu dovuto senz’altro allo sviluppo e alla diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e di Internet in particolare (ad es., in Italia il 1995 fu definito come “l’anno zero di Internet”).

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Tale sviluppo ha reso possibili il trattamento, la memorizzazione e la trasmissione dei dati in modalità estremamente più efficienti del passato, aumentando in maniera proporzionale i conseguenti rischi per la privacy.In particolare, Internet può rendere disponibili praticamente in tutto il mondo e in modo istantaneo i dati di una persona. La direttiva 95/46/EC è stata successivamente recepita dai 27 Stati membri dell’Ue, che hanno adottato leggi sulla protezione dei dati personali e istituito le relative Autorità di garanzia.

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dell’Autorità nazionale di vigilanza in questa materia.

In Italia la normativa di riferimento si trova nel

Lo potete leggere e scaricare dal sito:

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Piazza di Monte Citorio, 121Roma

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Spero così di offrire alla vostra comunità scolastica un contributo che possa promuovere il rispetto reciproco e tutelare il diritto di voi studenti alla riservatezza.

Oggi vi fornirò alcune indicazioni generali sulla privacy a scuola che potrete approfondire, se vorrete, scaricando dal sito Web del Garante alcuni documenti che vi indicherò alla fine.

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La scuola ha l’obbligo di fare conoscere a voi studenti e alle vostre famiglie — nel caso siate minorenni — come usa i vostri dati personali.

Deve cioè rendervi noto, attraverso un’adeguata informativa, quali dati raccoglie e come li utilizza.

INFORMATIVADocumento contenente le informazioni che il titolare del trattamento deve fornire all’interessato per chiarire, in particolare,•se quest’ultimo è obbligato o meno a rilasciare i dati•quali sono gli scopi e le modalità del trattamento• l’ambito di circolazione dei dati•in che modo si possono esercitare i diritti riconosciuti dalla legge.

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Le scuole pubbliche non sono tenute a chiedere il consenso per il trattamento dei dati personali degli studenti.

CONSENSOLa libera manifestazione della volontà con la quale, previa idonea informativa, l’interessato accetta in modo esplicito – per iscritto, se vi sono dati sensibili –un determinato trattamento di dati personali che lo riguardano.

Però gli unici trattamenti che possono effettuare sono quelli necessari al perseguimento di specifiche finalità istituzionali, oppure quelli espressamente previsti dalla normativa di settore.

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Dati sensibili

Sono quelli che possono rivelare:• l’origine razziale ed etnica•le convinzioni religiose, filosofiche o di altra natura•le opinioni politiche, l’appartenenza a partiti, sindacati o associazioni • lo stato di salute e la vita sessuale.

Vediamo alcuni esempi di utilizzo.

Vi sono alcune categorie di dati personali di voi studenti e delle vostre famiglie che devono essere trattate con estrema cautela, verificando prima non solo la pertinenza e completezza dei dati, ma anche la loro indispensabilità rispetto alle “rilevanti finalità pubbliche” che s’intendono perseguire.

Si tratta dei dati cosiddetti sensibili e di quelli giudiziari.

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• l’assegnazione del sostegno agli alunni disabili;• la composizione delle classi;• la gestione delle assenze per malattia;•l’insegnamento domiciliare e ospedaliero nei confronti degli alunni affetti da gravi patologie;•la partecipazione alle attività sportive, alle visite guidate e ai viaggi d’istruzione.

ORIGINI RAZZIALI ED ETNICHEI dati sulle origini razziali ed etniche possono essere trattati dalla scuola per favorire l’integrazione degli alunni stranieri. 

CONVINZIONI RELIGIOSELa scuola può utilizzare i dati sulle convinzioni religiose al fine di garantire la libertà di credo — che potrebbe richiedere, ad es., misure particolari per la gestione della mensa scolastica — e per la fruizione dell’insegnamento della religione cattolica o delle attività alternative a tale insegnamento.

STATO DI SALUTE I dati idonei a rivelare lo stato di salute possono essere trattati per:

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CONVINZIONI POLITICHE Le opinioni politiche possono essere trattate dalla scuola esclusivamente per garantire la costituzione e il funzionamento degli organismi di rappresentanza: ad es., le consulte e le associazioni degli studenti e dei genitori.

DATI DI CARATTERE GIUDIZIARIO I dati di carattere giudiziario possono essere trattati per assicurare il diritto allo studio anche a soggetti sottoposti a regime di detenzione o di protezione.

Il trattamento di dati sensibili e giudiziari è previsto anche per tutte le attività:

• connesse ai contenziosi con gli alunni e con le famiglie (reclami, ricorsi, esposti, provvedimenti di tipo disciplinare, ispezioni, citazioni, denunce all’autorità giudiziaria, ecc.)

• relative alla difesa in giudizio delle istituzioni scolastiche.

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Per potere trattare i dati personali, le scuole private sono obbligate non solo a presentare un’informativa completa, ma anche a ottenere il consenso puntuale e liberamente espresso dei soggetti interessati (studenti maggiorenni, famiglie…).Nel caso di trattamento di dati giudiziari e sensibili, le scuole private sono tenute a rispettare anche le prescrizioni contenute nelle autorizzazioni generali del Garante, le quali indicano quali siano i trattamenti consentiti.

È possibile, ad es., elaborare informazioni sulle convinzioni religiose degli studenti, al fine di permettere la scelta di avvalersi o no dell’insegnamento della religione cattolica.

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Come indicato nella legge n. 241 del 1990 (e successive modifiche), spetta alla singola amministrazione valutare se esistano i presupposti normativi che permettono di prendere visione e di estrarre copia di documenti amministrativi ai soggetti con un “interesse diretto, concreto e attuale” alla conoscibilità degli atti.

Anche in ambito scolastico, ogni persona ha diritto di conoscere se siano conservate informazioni che la riguardano, di apprenderne il contenuto e di farle rettificare se erronee, incomplete o non aggiornate.

Per esercitare questi diritti è possibile rivolgersi direttamente al “titolare del trattamento” (la scuola) anche tramite suoi incaricati o responsabili.Se non si ottiene risposta, o se essa non è sufficiente, è possibile rivolgersi alla magistratura ordinaria o al Garante.

A tale proposito, è opportuno precisare che l’accesso agli atti amministrativi non è regolato dal Codice della privacy, né vigilato dal Garante per la protezione dei dati personali.

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Non viola la privacy l’insegnante che assegni ai propri alunni lo svolgimento di temi in classe riguardanti il loro mondo personale o familiare.

Restano comunque validi gli obblighi di riservatezza già previsti per gli insegnanti riguardo al segreto d’ufficio e professionale, nonché quelli relativi alla conservazione dei dati personali eventualmente contenuti nei temi degli alunni.

Nel momento in cui gli elaborati vengano letti in classe — specialmente se sono presenti argomenti delicati — è affidata alla sensibilità di ciascun insegnante la capacità di trovare il giusto equilibrio tra le esigenze didattiche e la tutela dei dati personali.

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È necessario prestare attenzione, però, a non fornire — anche indirettamente — informazioni sulle condizioni di salute degli studenti, o altri dati personali non pertinenti.

Non esiste alcun provvedimento del Garante che imponga di tenere segreti i voti dei compiti in classe e delle interrogazioni, gli esiti degli scrutini o degli esami di Stato, perché le informazioni sul rendimento scolastico sono soggette a un regime di trasparenza.

Il regime attuale relativo alla conoscibilità dei risultati degli esami di maturità è stabilito dal Ministero dell’istruzione.

Per il principio di trasparenza a garanzia di ciascuno, i voti degli scrutini e degli esami devono essere pubblicati nell’albo degli istituti.

Ad es., il riferimento alle “prove differenziate” sostenute dagli studenti portatori di handicap non va inserito nei tabelloni affissi all’albo dell’istituto, ma deve essere indicato solamente nell’attestazione da rilasciare allo studente.

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Il diritto–dovere d’informare le famiglie sull’attività e sugli avvenimenti della vita scolastica deve essere sempre bilanciato con l’esigenza di tutelare la personalità dei minori.

È quindi necessario, ad es., evitare d’inserire nelle comunicazioni scolastiche elementi che consentano di risalire, anche indirettamente, all’identità di minori coinvolti in vicende particolarmente delicate.

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Su richiesta degli studenti interessati, le scuole possono comunicare, anche a privati e per via telematica, i dati relativi ai loro risultati scolastici per aiutarli nell’orientamento, la formazione e l’inserimento professionale anche all’estero.

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Non è possibile utilizzare i dati presenti nell’albo degli istituti scolastici per inviare materiale pubblicitario a casa degli studenti.

Infatti la conoscibilità a chiunque degli esiti scolastici (ad es. attraverso il tabellone affisso nella scuola) risponde a esigenze essenziali di trasparenza.

Ciò non autorizza soggetti terzi a utilizzare i dati degli studenti per altre finalità come, ad es., il marketing e la promozione commerciale.

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Svolgere attività di ricerca con la raccolta di informazioni personali — spesso anche sensibili — tramite questionari da sottoporre agli alunni, è consentito soltanto se i ragazzi — o i genitori nel caso di minori — sono stati preventivamente informati sulle modalità di trattamento e conservazione dei dati raccolti e sulle misure di sicurezza adottate.

Gli intervistati, inoltre, devono sempre avere la facoltà di non aderire all’iniziativa.

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Non violano la privacy le riprese video e le fotografie raccolte dai genitori durante le recite, le gite e i saggi scolastici.

In questi casi le immagini sono raccolte per fini personali e destinate a un ambito familiare o amicale e non alla diffusione.Va però prestata particolare attenzione alla eventuale

pubblicazione delle medesime immagini su Internet, e sui social network in particolare.

In caso di comunicazione sistematica o diffusione diventa, infatti, necessario di regola ottenere il consenso delle persone presenti nelle fotografie e nei video.

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La lezione può essere registrata esclusivamente per scopi personali, ad es. per motivi di studio individuale.

Per ogni altro utilizzo o eventuale diffusione, anche su Internet, è necessario prima informare adeguatamente le persone coinvolte nella registrazione (professori, studenti…), e ottenere il loro consenso esplicito.Tuttavia, nell’ambito dell’autonomia scolastica, le scuole possono decidere di regolamentare diversamente o anche di vietare gli apparecchi in grado di registrare (come vedremo più avanti).

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L’utilizzo delle impronte digitali o di altri dati biometrici per rilevare la presenza di un gruppo di individui è giustificato soltanto dall’esistenza di reali esigenze di sicurezza, determinate da concrete e gravi situazioni di rischio.Il sistema di rilevamento delle impronte digitali, ad es., è

stato giudicato sproporzionato rispetto all’obiettivo di consentire agli studenti l’accesso ai servizi di mensa universitaria.

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L’utilizzo di videofonini e di apparecchi per la registrazione di suoni e immagini è in genere consentito, ma esclusivamente per fini personali, e sempre nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone coinvolte, in particolare della loro immagine e dignità.

Non è possibile, in ogni caso, diffondere o comunicare sistematicamente i dati personali di altre persone (ad es. immagini o registrazioni audio/video) senza averle prima informate adeguatamente e averne ottenuto il consenso esplicito.

Le scuole hanno, comunque, la possibilità di regolare o vietare l’utilizzo di registratori audio-video, inclusi i telefoni cellulari abilitati, all’interno delle aule di lezione o nelle scuole stesse.

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Gli studenti e gli altri membri della comunità scolastica devono quindi prestare particolare attenzione a non mettere on line immagini (ad es. su blog, siti Web, social network) o a diffonderle via mms.Succede spesso, tra l’altro, che una fotografia inviata a

un amico/ familiare venga poi inoltrata ad altri destinatari, generando involontariamente una comunicazione a catena dei dati personali raccolti.

Tale pratica può dar luogo a gravi violazioni del diritto alla riservatezza delle persone riprese, incorrendo in sanzioni disciplinari, pecuniarie ed eventuali reati.

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In caso di stretta necessità, le telecamere sono ammesse, ma devono funzionare solo negli orari di chiusura degli istituti.

Se le riprese riguardano l’esterno della scuola, l’angolo visuale delle telecamere deve essere opportunamente delimitato.

L’installazione di sistemi di videosorveglianza nelle scuole deve garantire il diritto dello studente alla riservatezza.

Le immagini registrate possono essere conservate per brevi periodi.

Infine, i cartelli che segnalano il sistema di videosorveglianza devono essere visibili anche di notte.

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È evidente che tutti conosciamo Twitter o Facebook. Questi ambienti virtuali ci comunicano un senso di apparente intimità, eppure le informazioni personali, le foto, i video, che condividiamo on line potrebbero provocare “effetti collaterali” anche a distanza di anni.Ad es., cosa succede se oggi carichi il video di una tua “bravata” che domani, visionato da chi sta per assumerti, finisce per costarti il posto di lavoro?

Le nuove tecnologie semplificano la nostra vita e ci permettono di rimanere costantemente in contatto, ma possono comportare anche dei grandi rischi per la nostra sfera privata. Che ne sai davvero, ad esempio, dei social network?

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Sono le cose che facciamo più spesso su Internet e si basano tutte sull’invio dei nostri dati personali: il nostro profilo, a volte l’indirizzo di casa e il numero di cellulare; la lista dei nostri amici, le nostre abitudini, i nostri … pensieri.

E questi dati (magari sensibili) possono essere letti, salvati, raccolti in enormi archivi, scambiati o addirittura venduti (hanno un grande valore commerciale) anche da chi non conosciamo.

E se scambiamo i dati di qualcun altro? O pubblichiamo senza permesso, magari su YouTube, un video girato in classe di nascosto?Beh, allora si possono passare anche guai seri!

Ci avevi mai pensato?

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rispetto degli altri, ma anche rispetto di sé.Ora che sappiamo quanto valgono (in tutti i sensi!) i nostri dati,

Ricordiamolo sempre:

tutela della privacy = rispetto

abituiamoci a trattarli con cura.

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Secondo un sondaggio condotto su un campione di 25mila bambini e ragazzi in 25 paesi europei, il 38% degli intervistati nella fascia di età dai 9 ai 12 anni dichiara di avere un profilo sui siti di social networking, con una percentuale minima del 25% tra i francesi e un picco del 70% nei Paesi Bassi.Tra i teenager (13-16 anni) il 77% sostiene di avere registrato un profilo.Il 15% dei bambini dai 9 ai 12 anni indica di avere più di 100 contatti sul proprio profilo, tra cui spicca il 47% degli ungheresi.Tra i ragazzi dai 13 ai 16 anni i belgi, i danesi, i greci, gli ungheresi, gli italiani, gli olandesi, i norvegesi, i polacchi, gli svedesi e gli inglesi tendono maggiormente a superare i 100 contatti a persona rispetto ai loro coetanei negli altri paesi.

Infatti sono sempre più numerosi i tuoi coetanei e anche i bambini che hanno creato un profilo su un social network e lo utilizzano in maniera pubblica, ossia visibile a tutti. Vediamo alcuni dati.

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La cosa che inquieta di più, tuttavia, non è l'uso massiccio di questi nuovi strumenti di comunicazione - anche se lascia perplessi l'alto numero di amici virtuali - quanto il fatto che circa 1/5 degli intervistati ha rivelato di avere un profilo pubblico e di avervi registrato il proprio indirizzo e/o numero di telefono. Una tendenza più diffusa tra i bambini dai 9 ai 12 anni rispetto ai ragazzi dai 13 ai 16 anni. Tra i siti preferiti, non solo l'ormai 'classico‘

ma anche:

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Ma c’è un altro fatto, recente e non molto conosciuto.

Verso la metà di aprile molti utenti di Facebook hanno cliccato su un link che prometteva di svelare l'identità dei frequentatori dei profili.

Peccato, però, che si trattasse di spam. Infatti il link rinvia verso un sito olandese che chiede di digitare dei caratteri (un codice Javascript) nella barra dell'indirizzo e di rispondere a un questionario; quindi, automaticamente, invia un invito agli amici dell'utente che utilizza l'applicazione.È un virus che si propaga molto rapidamente ed è in grado di recuperare dal Pc o dallo smartphone infettato identificativi, password o anche d’inviare agli amici in lista messaggi con richieste di denaro legate a una situazione di emergenza.

Secondo il giornale “Le Nouvel Observateur”, in meno di 24 ore circa 11 mila internauti sono caduti nel tranello.

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Gli spammer, è ormai assodato, hanno fatto dei social network il loro nuovo obiettivo: secondo uno studio recente, il 68% degli utenti delle reti sociali ignora la pericolosità legate alla pubblicazione di link sospetti sulla propria bacheca e questo tipo di applicazioni, che promettono di rivelare all'utente chi guarda il profilo sono tra le esche più efficaci.

Secondo la società di sicurezza informatica Symantec :

si tratta di una tendenza nuova: prima i virus venivanotrasmessi tramite spam, ora viaggiano sui social network.

Facebook ha più volte reso noto che:

nessuna applicazione rivelerà mai chi visita il nostro profilo.

Attenzione, dunque, a non peccare di curiosità ed evitare di cliccare sui link che lo promettono.

A metà marzo uno studio ha rivelato che su 500 mila messaggi postati, il 15% puntava su applicazioni dannose.

“E questo è solo l'inizio”, ha aggiunto Symantec, prevedendo una forte escalation di questo tipo di minacce.

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Osservate adesso questa videata, comparsa nel Web da poche ore:

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In particolare, diversi utenti hanno trovato messaggi del tipo:

Sweet! FREE Subway To Celebrate Osamas Death - 56 Left HURRY!

oppure:2 Southwest Plane Tickets for Free - 56 Left Hurry

con l’invito a cliccare sul messaggio.In altri casi l’invito è a cliccare su un link all’URL: http://tiny.cc/ o su un link che rimanda a un presunto “video delle torture”. 

In ogni caso, cliccando sui link si viene reindirizzati a una pagina che ci informa che dobbiamo postare un messaggio per ottenere ulteriori informazioni su come vincere.

Se si scrive il messaggio, si viene ulteriormente reindirizzati auna pagina che ci richiede informazioni quali l’indirizzo diposta elettronica, oppure invita a inviare denaro.

Si tratta, anche in questo caso, di un programma malevolo, di una pubblicità-esca lanciata da cibercriminali poche ore dopo la morte di Bin Laden che, utilizzando l'interesse per la notizia, cercano di ottenere accessi ai Pc e ai dati personali di milioni di utenti della Rete.

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Neanche la morte di Liz Taylor, quella di Michael Jackson e il recente matrimonio dei reali d’Inghilterra sono rimasti immuni dallo sfruttamento da parte dei creatori di virus, che hanno usato queste notizie per diffondere malware.Intanto la società di sicurezza informatica Kasperky Lab ha reso noto che lo scorso mese di marzo: • sono stati bloccati 241 milioni di attacchi di rete• sono pervenuti dal Web 85,8 milioni di attacchi• sono stati neutralizzati 219,8 milioni di programmi malevoli• sono stati registrati 96,7 milioni di verdetti euristici.

Di fatto i creatori di virus sono sorprendentemente veloci nello sfruttare tutti gli eventi che catalizzano l’attenzione del pianeta per attentare alla sicurezza informatica.

Subito dopo l’incidente nucleare in Giappone, i cibercriminali hanno realizzato link ingannevoli, collegati a “ultime notizie dal Giappone”, che rimandavano a siti Web che richiedevano l’invio di soldi per far fronte alla distruzione del paese nipponico.

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La Commissione europea sta monitorando l’applicazione dell’accordo, e a breve pubblicherà la prima tranche dei risultati delle sue valutazioni.

• i gestori dei siti di social networking• i produttori di apparecchi mobili e console di giochi• i provider di servizi Internet• i fornitori di applicazioni e contenuti per dispositivi mobili• le associazioni di tutela dei consumatori• i ricercatori e le organizzazioni per la tutela dei minori.

Tuttavia l’Ue intende rivedere l'attuale quadro di autoregolamentazione alla luce dell'uso sempre più precoce della Rete e dei social network, e del crescente utilizzo dei dispositivi mobili.

Vuole anche coinvolgere il più alto numero possibile di parti interessate, invitando ad aderire a questa piattaforma di scambio:

Per tentare di limitare l'esposizione dei minori alle diverse incognite celate in Rete, soprattutto sui siti che facilitano la socializzazione, gli operatori europei dei siti di social networking hanno firmato un accordo in cui s’impegnano ad apportare una serie di modifiche ai servizi offerti per tutelare la sicurezza dei minori e rendere la Rete più sicura.

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Anche il Garante italiano ha assunto una iniziativa interessante, avendo bandito un concorso dal titolo:

PRIVACY2.0.I giovani e le nuove tecnologie

per realizzare una campagna d’informazione sui temi della privacy.

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Il concorso:• prevede la realizzazione di un cortometraggio della durata massima di 3 minuti relativo ai valori connessi alla protezione dei dati personali• ha come termine il 30 ottobre 2011• mette in palio numerosi premi, il primo dei quali di 5mila euro.Il concorso è riservato agli studenti delle scuole secondarie superiori, tuttavia, se qualcuno di voi ha un fratello o un amico più grande, e si sente la vena del regista, dello sceneggiatore o dell’attore, può sempre collaborare con lui nella realizzazione di questa iniziativa.

In fondo un film è sempre il frutto di un lavoro congiunto di un gruppo di persone.

Potrete trovare tutte le informazioni sul sito del Garante, che vi ho già indicato.

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Se qualcuno volesse approfondire i temi che abbiamo visto oggi, vi indico alcuni documenti utili che si possono consultare sul sito Web dell’Autorità:

1. Sulla attività generale del Garante:- Relazione al Parlamento anno 2009 e precedenti

2. Sul trattamento dei dati nelle scuole pubbliche e private:

- Autorizzazione n. 2/2009 del 16/12/2009 (doc. web. n.1682956)

- Autorizzazione n. 3/2009 del 16/12/2009 (doc. web. n.1682967)

- Newsletter del 12 maggio 2006 (doc. web. n.1278310)

3. Sui temi in classe:- Comunicato stampa del 10 marzo 1999 (doc. web. n.48456)

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8. Sul rilevamento delle presenze con dati biometrici:

- Newsletter del 12-18 gennaio 2004 (doc. web. n. 567037)

7. Sulle recite, gite scolastiche e foto di classe:- Comunicato stampa del 6 giugno 2007 (doc. web.

n.1410643)- Newsletter del 8-21 dicembre 2003 (doc. web. n.

476650)

6. Sui questionari per attività di ricerca:- Newsletter del 11-24 aprile 2005 (doc. web.

n.1120077)- Provvedimento del 23 dicembre 2004 (doc. web.

n.1121429)

5. Sulle circolari scolastiche:- Comunicato stampa del 21 marzo 2000 (doc. web.

n.46989) 

4. Sui voti, scrutini, tabelloni, esami di stato:- Comunicato stampa del 28 agosto 2008 (doc. web. n.1543188)- Provvedimento del 17 luglio 2008 (doc. web. n.1541699)- Newsletter del 14 giugno 2005 (doc. web. n.1136703)- Comunicato stampa del 3 dicembre 2004 (doc. web. n.1069385)

9. Sui Videofonini, filmati, mms:- Parere del 29 novembre 2007 (doc. web. n.1466996)- Provvedimento generale del 20 gennaio 2005 (doc. web. n.1089812)- Provvedimento del 12 marzo 2003 (doc. web. n.29816)

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