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LA REALTA’ DEI DSA: DUBBIO, RICONOSCIMENTO E INTERVENTO FORMAZIONE PLENARIA DOCENTI 1 DOTT.SSA ANTONELLA AMMIRATI TIONE, 03 SETTEMBRE 2015

LA REALTA’ DEI DSA: DUBBIO, RICONOSCIMENTO E … · Dal 10 al 25% degli studenti incontra durante il suo percorso scolastico delle difficoltà che in alcuni casi li inducono

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LA REALTA’ DEI DSA: DUBBIO, RICONOSCIMENTO E INTERVENTO

FORMAZIONE PLENARIA DOCENTI

1

D O T T. S S A A N T O N E L L A A M M I R AT I

T I O N E , 0 3 S E T T E M B R E 2 0 1 5

Dal 10 al 25% degli studenti incontra durante il suo percorso scolastico delle difficoltà che

in alcuni casi li inducono all’insuccesso (Stella, 2004).

CAUSE INTERNE

CAUSE ESTERNE

2

L’ INSUCCESSO SCOLASTICO

2

∞ una normale fase evolutiva,

∞ un problema motivazionale,

∞ un mancato consolidamento dei processi cognitivi di base,

∞ una condizione psicopatologica (disabilità o disturbi di personalità),

∞ un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) 2.5-3.5% (Consensus

Conference 3, 2010) 3

ALLA BASE DELL’INSUCCESSO SCOLASTICO

3

È opportuno distinguere tra

4

difficoltà di

apprendimento

disturbo

dell’apprendimento

∞ non innato

∞ modificabile con interventi didattici

mirati

∞ automatizzabile anche se in tempi

dilatati rispetto alla classe

∞ riguardano il 20% della popolazione in

età evolutiva italiana

∞ innato

∞ resistente all’ intervento

∞ resistente all’automatizzazione

∞ riguardano il 2.5-3.5% della popolazione

in età evolutiva italiana (Consensus

Conference, 2010)

DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO: DEFINIZIONE

Si tratta di disturbi cronici, che coinvolgono uno specifico dominio di abilità lasciando intatto il

funzionamento intellettivo generale. Le abilità di lettura, scrittura e di calcolo vengono acquisite

ma non sono automatizzate.

E’ frequente la compresenza nella stessa persona di più disturbi specifici dell’apprendimento o la

compresenza di altri disturbi neuropsicologici (ADHD, ASD) o psicopatologici (ansia, depressione e

disturbo della condotta).

Hanno un’ incidenza che oscilla tra il 3 e il 5 della popolazione in età evolutiva per la lingua

italiana.

Sono diagnosticabili a partire dalla fine della seconda elementare (fine della terza classe per la

discalculia).

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APPRENDIMENTO E …

6

Gli apprendimenti scolastici di base (leggere, scrivere e calcolare) sono compiti che

dovrebbero passare da controllati ad automatici.

I ragazzi con DSA possono leggere e scrivere, sono in grado di leggere le insegne e le

scritte che trovano fuori casa, riescono a leggere un libro o un giornale ma possono farlo

solo impegnando al massimo le loro energie e le risorse attentive e cognitive

supplementari perché per loro la lettura non è un automatismo e ogni volta che leggono

non possono farlo in maniera automatica!

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DOVE SI VERIFICANO LE DIFFICOLTÀ NEL PROCESSO DI

APPRENDIMENTO?

Come riferito dal DSM-V i Disturbi dell'Apprendimento vengono diagnosticati quando i

risultati ottenuti dal soggetto in test standardizzati, somministrati individualmente, su

lettura, calcolo, o espressione scritta risultano significativamente al di sotto di quanto

previsto in base all'età, all'istruzione, e al livello di intelligenza.

I problemi di apprendimento interferiscono in modo significativo con i risultati scolastici

o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura,, di

comprensione del testo, di calcolo, o di scrittura.

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CRITERI DIAGNOSTICI

8

COSA SI TIENE IN CONSIDERAZIONE?

9

Profilo di funzionamento

intellettivo

Prestazione nei compiti specifici

Aspetti emotivi Fattori di esclusione

Attenzione

Memoria

Abilità visuo-spaziali

DSA, LE CAUSE: FATTORI GENETICI VS.

FATTORI AMBIENTALI

I Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) hanno un’espressività multiforme, determinata da

un complesso intreccio tra fattori genetici e ambientali.

“Le disfunzioni neurobiologiche alla base dei disturbi interferiscono con i normali processi di

acquisizione della lettura, della scrittura e del calcolo. I fattori ambientali- rappresentati dalla

scuola, dall’ ambiente familiare e dal contesto sociale- si intrecciano a quelli neurobiologici e

contribuiscono a determinare il fenotipo del disturbo e un maggiore o minore adattamento”.

Consensus Conference 3, 2011

FATTORI DI RISCHIO

Sono indicatori di probabilità (non agenti causali) che tali fattori possano associarsi a questo

quadro clinico. La loro assenza non esclude la comparsa di malattia ma la presenza o la

compresenza di più fattori di rischio aumenta notevolmente il rischio di malattia.

MODELLI TEORICI DI SPIEGAZIONE DELLA DISLESSIA

∞teoria del deficit fonologico (Ramus 2003, Vellutino 2004, Snowling 2001)

∞ teoria del deficit visivo - uditivo (Stein e Walsh 1997, Amitay 2002)

∞ teoria del deficit attentivo (Facoetti 2006, Valdois 2004)

∞ teoria del deficit di automatizzazione (Nicolson e Fawcett 1999)

TEORIA DEL DEFICIT FONOLOGICO

Deficit specifico e primario della processazione fonologica

causato da anomalie di funzionamento delle aree

perisilviane della corteccia temporo-parietale sinistra.

La difficoltà interessa vari aspetti della processazione

fonologica: codificare le informazioni, mantenerla in

memoria di lavoro, recuperarla dalla memoria e avere

esplicita consapevolezza della struttura fonologica di una

parola.

A sostegno di questa teoria c’è la caratteristica difficoltà dei

dislessici nella lettura di non parole e la persistenza delle

difficoltà nelle prove che implicano processazione fonologica

nei dislessici adulti.

TEORIA DEL DEFICIT UDITIVO - VISIVO

Deficit specifico a livello del sistema visivo

magnocellulare ossia della rete di neuroni che, essendo

di grandi dimensioni hanno una bassa risoluzione

spaziale, ed un’alta risoluzione temporale. E’ un’area

specializzata nella rilevazione dei cambiamenti

istantanei nel movimento dello stimolo.

“Un deficit del sistema magnocellulare, fornendo un'alterata e/o

rallentata informazione circa la posizione delle lettere, potrebbe

ostacolare l'attenzione visiva nel corso della lettura impedendo il

processo di focalizzazione delle lettere o parole rilevanti (che

devono essere codificate nel corso della lettura) e insieme

impedendo la soppressione delle lettere e parole irrilevanti e

distraenti che costituiscono il testo da leggere”. Facoetti, 2000

TEORIA DEL DEFICIT UDITIVO - VISIVO

Alcuni autori (Tallal e coll. 1981, Marshall 2001) hanno proposto che il deficit delle vie

magnocellulari possa estendersi alle vie uditive (nuclei genicolati mediali del talamo) .

La difficoltà dei soggetti dislessici sarebbe dunque quella più in generale di analisi percettiva

(uditiva e visiva ) di stimoli a transazione rapida.

TEORIA DEL DEFICIT ATTENTIVO

Il deficit non riguarda l’elaborazione rapida degli stimoli ad alta transizione quanto l’allocazione di adeguate risorse attentive necessarie all’ elaborazione di stimoli visivi e uditivi.

Difficoltà dei dislessici in compiti di ricerca visiva del target: deficit nell’ orientamento dell’ attenzione visiva e distribuzione asimmetrica delle risorse attentive nei due campi visivi (Facoetti, 2006).

Una finestra attentiva troppo stretta potrebbe impedire o rallentare l’informazione visiva necessaria alla decodifica delle parole (Valdois, 2004). Il deficit attentivo correla maggiormente alla lettura di non parole (decodifica) più che alla lettura di parole (riconoscimento forma).

Con l’automatizzazione della lettura sono necessarie meno risorse attentive sul compito, nei dislessici l’automatizzazione è molto lenta quindi la lettura diviene un compito faticoso sul quale sono concentrate importanti risorse attentive.

TEORIA DEL DEFICIT DI AUTOMATIZZAZIONE

Il deficit di automatizzazione è determinato da

una basilare disfunzione cerebellare che

comprometterebbe in modo più generale

l’automatizzazione di abilità, non solo della

lettura.

Ai quadri di dislessia spesso si associano

difficoltà di lateralizzazione, di coordinazione

oculo-motoria o nella motricità fino o grosso

motoria.

CONCLUSIONI

La difficoltà nel confrontare le diverse teorie eziologiche deriva dal fatto che la dislessia non si

presenta in modo isolato ma co-occorre sia con disturbi di linguaggio sia con disturbi di

coordinazione motoria, i quali nell’ insieme determinano un profilo neurofunzionale eterogeneo

(Menghini, 2010) .

La maggior parte degli studiosi concorda sull’ esistenza di un core deficit fonologico ma ciò che

viene dibattuto è:

∞ se esso costituisca una condizione necessaria e sufficiente a determinare il disturbo;

∞se sia solo il solo core deficit della dislessia o se ve ne siano altri;

∞ se sia primario o secondario agli altri deficit senso-motori spesso associati al disturbo.

Si ritiene più realistico ipotizzare una natura multifattoriale della dislessia (Pennington, 2006).

EVOLUZIONE DEL DISTURBO

GRAVITA’ DEL DISTURBO

CAPACITA’ METACOGNITIVE

LIVELLO COGNITIVO

COMORBIDITA’

IDENTIFICAZIONE PRECOCE

PERSONALIZZAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI

STILI COGNITIVI E DI APPRENDIMENTO

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“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri

musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra

che prova la stessa sinfonia”. (Pennac D., 2008)

problema e produttività dell’eterogeneità

necessario conoscere e valorizzare i diversi stili di apprendimento preferenziali per trovare

l’armonia

Per stile di apprendimento s’intende “ l’approccio all’apprendimento preferito di una persona, il suo modo

tipico e stabile di percepire, elaborare, immagazzinare e recuperare le informazioni” (Mariani, 2000).

preferenze ambientali (come i "luoghi" e i "tempi" dell'apprendimento, la luce, la

temperatura, i suoni, i consumi alimentari ...)

modalità sensoriali (spesso sintetizzate in visiva (verbale o iconografico), uditiva, cinestetica)

stili cognitivi (come le opposizioni analitico/globale, sistematico/intuitivo, riflessivo/impulsivo)

tratti socio-affettivi (come l'introversione e l'estroversione).

INTEGRAZIONE DI DIVERSE MODALITÀ DI APPRENDIMENTO

uditivo

cinestesico

visivo

Si definisce triangolo

scaleno un triangolo i cui tre lati

non sono congruenti.

Vedi anche esempio del gioco medioevale della Zara (probabilità)

QUADRI CLINICI

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Disturbi Specifici dell’

Apprendimento

Dislessia

Disturbo della comprensione

del testo

Disortografia Discalculia

Disgrafia

CRITERI DIAGNOSTICI DSA

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PROFILO COGNITIVO

PRESTAZIONE NELLE PROVE SULLE ABILITA’ SPECIFICHE

Q.I > 70 RAPIDITA’

CORRETTEZZA

al di sotto delle 2 ds*

(*ds= quanto un soggetto si discosta dalla prestazione media della popolazione di appartenenza)

La dislessia e' una difficoltà che riguarda la capacità di leggere in modo corretto e

fluente. Il soggetto dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando

al massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera

automatica.

Perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara in

maniera adeguata. 24

IL DISTURBO SPECIFICO DELLA LETTURA: DISLESSIA

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TRASFORMAZIONE SEGNO-SUONO (parole

regolari, rare, nuove, inesistenti)

RICONOSCIMENTO IMMEDIATO DELLA PAROLA PER

IL SUO ASPETTO VISIVO (parole irregolari, note,

omofone non omografe)

IL MODELLO A DUE VIE (COLTHEART E COLL. 2001)

VIA FONOLOGICA

VIA SEMANTICO-

LESSICALE

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La lettura di un alunno dislessico viene valutata in base alla CORRETTEZZA e alla

RAPIDITA’.

Dal punto di vista degli errori possiamo individuare: ERRORI FONOLOGICI

Confusione di segni diversamente orientati nello spazio (p-d, b-d)

Confusione di segni che si differenziano per piccoli particolari (n-m, f-t)

Aggiunta e ripetizione di fonemi o sillabe (tavovolo-tavolo)

Omissioni di fonemi o sillabe (campo-capo)

Inversioni di fonemi o sillabe (li - il)

Sostituzione di fonemi (fento-vento)

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E’ un disturbo della scrittura di natura motoria dovuto a un deficit nei processi di realizzazione

grafica (grafia).

La grafia risulta poco chiara, irregolare nella forma e nella dimensione, disordinata e poco

comprensibile.

I DISTURBI SPECIFICI DELLA SCRITTURA: DISGRAFIA

L’alunno disgrafico ha

difficoltà nella copia, nella

produzione autonoma di

figure geometriche e il

livello di sviluppo del

disegno è spesso

inadeguato rispetto all’

età.

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È un disturbo della scrittura che riguarda le regole ortografiche e sintattiche.

Possiamo individuare diversi tipi di errori:

ERRORI FONOLOGICI: non viene rispettato il numero e la sequenza dei suoni all’ interno della

parola.

ERRORI ORTOGRAFICI: recupero scorretto della forma della parola dal lessico mentale.

∞ Separazioni illegali (da-vanti, in-sieme)

∞ Fusioni illegali (cisono, lacqua)

∞ Scambio di grafemi omofoni non omografi (quore-cuore)

ALTRI ERRORI:

∞ Omissione o aggiunta di doppie

∞ Omissione o aggiunta di accenti

∞ Punteggiatura e concordanza

I DISTURBI SPECIFICI DELLA SCRITTURA: DISORTOGRAFIA

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IL DISTURBO SPECIFICO DEL CALCOLO: DISCALCULIA

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COMPETENZE NUMERICHE PRE VERBALI

Piaget e Szemiska (1968) pensavano che il concetto di numero (valore cardinale e ordinale) non potesse emergere prima dei 5-6 anni perché costruito su capacità tipiche del pensiero operatorio:

ragionamento transitivo (se A>B e B>C allora A>C)

conservazione della quantità

astrazione delle proprietà percettive (dimensioni, forma, colore)

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COMPETENZE NUMERICHE PRE VERBALI

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“Oggi la ricerca psicologica dimostra che nasciamo predisposti

all'intelligenza numerica tanto quanto a quella verbale. È quindi

importante che la scuola accompagni fin dalla più tenera età non solo lo

sviluppo del linguaggio, ma anche la costruzione di questo altro tipo di

intelligenza”.

Daniela Lucangeli

Capacità innata di percepire il mondo

in termini numerici

L’intelligenza numerica è un’ abilità presente nell’ essere

umano fin dalla nascita e influenza il nostro modo di

interpretare gli stimoli della realtà che ci circonda.

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“La capacità di vedere la numerosità è innata come quella di

percepire i colori: non possiamo evitare di vedere che le mucche in

un campo sono bianche e marroni, ma non possiamo nemmeno

evitare di vedere che ce ne sono tre…come esistono persone con la

cecità ai colori ci sono persone con una sorta di cecità per i numeri”.

B. Butterworth, 1999

NATI PER CONTARE

Butterworth parla di cervello matematico e di circuiti cerebrali

specializzati (modulo numerico) per classificare il mondo in termini

di numerosità. La discalculia “pura” sarebbe causata da una

disfunzione nella cognizione numerica di base.

Molti bambini discalculici hanno difficoltà in compiti non verbali che

richiedono organizzazione percettiva e coordinazione oculo-motoria.

Tali difficoltà sarebbero da attribuire ad un deficit delle aree del

lobo parietale posteriore, aree che regolano l’orientamento

dell’attenzione spaziale e temporale (Corbetta e Shulman, 2002).

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RIEPILOGO

∞ Ciò che abbiamo appena visto suggerisce la presenza di una

competenza numerica pre-verbale, innata, che permette sia la

rappresentazione mentale delle quantità sia l’approssimazione del

risultato di una semplice operazione aritmetica.

∞ Esiste un sistema proto numerico comune tra esseri umani e animali

(la gallina che conta: https://www.youtube.com/watch?v=bpSslTL49gY

20:48)

∞ E’ sulla base di questa che la cultura e l’istruzione costruiscono i concetti

matematici.

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SISTEMA DEL

NUMERO

• Aspetti semantici

• Aspetti lessicali

• Aspetti sintattici

SISTEMA DEL

CALCOLO

• Fatti numerici

• Segni delle operazioni

• Procedure di calcolo

LA COGNIZIONE NUMERICA

SEMANTICI • Conoscenza del valore in termini di

quantità subitizing

LESSICALI

• Codifica bidirezionale tra il numero scritto in cifre e in lettere ritmo e coordinazione linguistica

SINTATTICI

• Grammatica del numero (valore posizionale delle cifre) inclusione in classi, gerarchia

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INDICATORI PRECOCI DEL RISCHIO 3-5 ANNI

sviluppo del linguaggio (prime parole dopo 18 mesi, prime frasi di 2\3 elementi dopo i 30 mesi)

pronunciare male parole lunghe, frasi brevi e\o scorrette

sostituire suoni nelle parole, linguaggio personale che è poco comprensibile

difficoltà nel riconoscere e ripetere i suoni che compongono una parola, nel dividerla in sillabe

difficoltà nel ricordo delle sequenze e nel mantenere i ritmi

povertà lessicale

difficoltà nel seguire più indicazioni insieme

poca coordinazione a livello grosso o fino motorio

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INDICATORI DEL RISCHIO 5-7 ANNI

lentezza nell’apprendere la corrispondenza tra lettere e suoni

difficoltà nell’analisi e nella sintesi fonemica

intelligenza vivace ma rendimento scolastico scarso

lettura lenta, priva di espressività e poco fluente

fatica nella comprensione del testo (brani vs. parole, autonoma\da ascolto)

difficoltà di pianificazione nel tempo e nello spazio

difficoltà a leggere l’orologio

impugnatura scorretta, difficoltà a leggere la propria scrittura

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INDICATORI DEL RISCHIO 7-12 ANNI

cercare delle scuse per non leggere

ortografia poco appropriata, produzione testuale scarna

difficoltà nell’apprendimento delle tabelline

raccontare i fatti con pochi particolari e confondere le sequenze

difficoltà con proverbi e modi di dire, ricordare il proprio numero di telefono

difficoltà nell’ utilizzo del diario e nell’ organizzazione del materiale scolastico (astucci,

quaderni)

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INDICATORI DEL RISCHIO OLTRE I 12 ANNI

bagaglio culturale limitato

lettura lenta, poco fluente e\o scorretta

difficoltà nello spelling e nella consapevolezza fonemica

migliori competenze nella valutazione orale

difficoltà a pianificare e comporre un testo

difficoltà a riassumere, a prendere appunti e\o a copiare dalla lavagna

dimentica spesso compiti e\o materiale

facilmente distraibile

troppe ore per fare i compiti a casa

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DIFFICOLTA’ SOCIO-EMOTIVE NEI DSA

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ANSIA FRUSTRAZIONE

RABBIA IMMAGINE

DI SE’ NEGATIVA

IMPOTENZA APPRESA

PROBLEMI DI COMPORTAMENTO

DUBBI..

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COMPITI DELLA SCUOLA..PRIMA DELLA DIAGNOSI

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COMUNICARE ALLA FAMIGLIA

LA VALUTAZIONE DIAGNOSTICA

50

VALUTAZIONE

NPI TERRITORIALE O PRIVATO ACCREDITATO AL SSN

PREPARAZIONE DEL BAMBINO

ITER DIAGNOSTICO

COLLOQUIO CONCLUSIVO E RELAZIONE DIAGNOSTICA

VISITE DI CONTROLLO

DALLA FINE DELLA SECONDA PRIMARIA (LETT.\SCRITT.) DALLA FINE DELLA TERZA

CLASSE PER IL’AREA NUMERICA E DI CALCOLO

DOPO LA DIAGNOSI: A SCUOLA PIANO EDUCATIVO PERSONALIZZATO

1. Dati anagrafici dell’alunno;

2. Tipologia del disturbo;

3. Attività didattiche individualizzate;

4. Attività didattiche personalizzate;

5. Strumenti compensativi utilizzati;

6. Misure dispensative adottate;

7. Forme di verifica e valutazione personalizzate.

La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno

per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze.

La didattica personalizzata calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità

ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe.

Legge 170\2010

DESCRIZIONE DEL FUNZIONAMENTO DELLE ABILITA’ STRUMENTALI

Lettura (velocità, correttezza, comprensione), scrittura (errori, produzione testo, grafia), calcolo (a mente e scritto)

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI

Partecipa agli scambi comunicativi, rispetta le regole, collabora in piccolo gruppo, gestisce il materiale scolastico, sa essere autonomo nella programmazione del lavoro, accetta gli strumenti

CARATTERISTICHE DEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO

Memorizzazione delle procedure (poesie, date, formule..), recupero delle informazioni (accesso al lessico specifico), capacità di organizzazione sequenziale e dei processi di automatizzazione

Il PEP va aggiornato e deve far emergere i livelli di competenza dello studente.

DISPENSARE VS. COMPENSARE

MISURE DISPENSATIVE: sono misure che riguardano i tempi di realizzazione

delle attività e la valutazione delle prestazioni dello studente.

SOPRAVVIVENZA!!

La scuola riconosce e accetta i limiti.

MISURE COMPENSATIVE: Sono strumenti tecnologici e non che semplificano

l’attività svolgendo una serie di attività (lettura, scrittura, calcolo,…) che lo

studente con DSA ha difficoltà a svolgere.

AZIONE!!

La scuola fornisce competenze e strategie per ridurre gli effetti

negativi del disturbo. .

MODIFICARE I FORMATI E LA STRUTTURA DEI TESTI

Utilizzare lessico ad alta frequenza, concreto e contestualizzato.

Uso di immagini chiare e pertinenti.

Inserire un esempio chiarificatore della consegna e tipologie familiari di esercizio.

Usare font leggibili (Arial, Times New Roman, Verdana) dimensione 14, interlinea 1.5 e non

giustificato.

Per facilitare la comprensione del testo dividerlo in paragrafi visivamente chiari.

Usare il grassetto per evidenziare le parole chiave (comprensione del testo e consegne).

… ANCORA STRUTTURAZIONE

dare un’idea all’inizio di cosa si farà nel corso della lezione

progettare la lezione nell’ ottica di alternare sottoattività

diverse

chiarire lo scopo della lezione

glossario e appunti della lezione

organizzatore grafico da completare durante la lezione

strutturare le richieste e le spiegazioni esplicitando i vari

passaggi

valutazione graduale (richieste di progressiva complessità)

simboli per individuare gli esercizi con più valore

PROVIAMO A FARE UNA MAPPA

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Il delfino vive in mare aperto, nuota velocemente

saltando spesso fuori dall’ acqua.

Ha un’unica narice posta sulla parte superiore della

testa da cui emette suoni che gli consentono di

comunicare con i suoi simili.

Il delfino è un animale molto intelligente e socievole,

infatti fin dall’ antichità è stato ritenuto simbolo di

amicizia.”

62

DELFINO

CARATTERISTICHE FISICHE

UNA NARICE

SUONI PER COMUNICARE

NUOTA VELOCEMENTE,

SALTI

CARATTERISTICHE EMOTIVE

MOLTO INTELLIGENTE E

SOCIEVOLE

SIMBOLO DI AMICIZIA PER GLI

ANTICHI

PERCHÉ LE MAPPE FUNZIONANO?

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facilitano l’elaborazione, la memorizzazione e la comprensione

perché si basano sull’ organizzazione logica dei concetti.

poiché si basano sull’ analisi grafica aggirano la difficoltà di

decodifica del testo.

usare una mappa facilita l’argomentazione (sia scritta sia orale)

perché visualizzano l’ordine da seguire.

esplicitano i processi di rielaborazione personale dei contenuti.

minimizzano i punti deboli dell’ alunno con DSA.

INSEGNARE LE MAPPE

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• Mappa come strumento di comunicazione

• Confrontare più mappe sullo stesso argomento

• Modificare una mappa

LAVORARE SU MAPPE GIA’ ESISTENTI

• Differenziare i concetti dai legami e assegnargli delle etichette adeguate

ESPLORARE IL TESTO

• Leggere il testo e osservare bene la pagina

• Cosa si sa di quell’ argomento?

• Selezionare e ordinare i concetti principali

• Individuare le parole-concetto

• Comporre la mappa e rileggerla...spiegarla ad un’altra persona

COSTRUIRE LA MAPPA

TUTTO FA LEZIONE …

stimolare le domande e la riflessione

“cosa sapete di questa parola? L’avete mai sentita? Cosa vi fa

venire in mente?”

imparare … a tempo di spot!!

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/m

edia/ContentItem-ad6aa49b-7998-45d0-

9c75-77f6ea2cedd4.html

biografie, curiosità, motivazione

Carl Friedrich Gauss (1777 - 1855) all'età di 10 anni stupì il suo insegnante di matematica, un

certo Buttner, persona ben nota per essere piuttosto cinica e irrispettosa (sopratutto nei

confronti degli studenti di famiglie povere come era quella di Gauss). Un giorno che gli studenti

erano particolarmente turbolenti, Buttner diede loro, come punizione, il compito di calcolare la

somma dei primi 100 numeri (dall' 1...fino a 100) pensando così di tenerli impegnati per lungo

tempo ad eseguire un centinaio di somme. Ma dopo solo pochi minuti, fu interrotto dalla vocina

di Gauss che gli pose sotto gli occhi il risultato (5050) che egli aveva già calcolato.

APPRENDIMENTO SOCIALE

Ognuno ha margini di miglioramento, ognuno, come dice Vygotsky,

ha la propria zona di sviluppo prossimale, ognuno cioè ha la possibilità di

sviluppare al massimo le proprie qualità grazie all'intervento collaborativo

degli altri.

laboratorio..anche solo delle idee

favorire i momenti di condivisione

gruppi di lavoro e per livello

stimolare alla condivisione e allo scambio

del materiale (ANCHE PER I DOCENTI)

FOCUS METACOGNITIVO

“Il primo strumento compensativo per un alunno con DSA: un efficiente metodo di

studio”

C. Cornoldi

Per metacognizione si intende la consapevolezza

del soggetto rispetto ai propri processi cognitivi e il

controllo esercitato su questi.

La didattica metacognitiva sviluppa nell’alunno

consapevolezza di quello che sta facendo, del

perché lo fa, di quando è più opportuno farlo

ancora e in quali condizioni.

insegnamento esplicito delle strategie di studio: l’alunno DSA non può studiare

semplicemente leggendo più volte i concetti, inoltre ha difficoltà nel recupero

delle informazioni e nella percezione\gestione del tempo.

riflessione sul tempo impiegato a, oppure fare e verificare previsioni

organizzazione del materiale e dell’ambiente

planning settimanale

PROMUOVERE L’AUTONOMIA

FAVORIRE LA COSTRUZIONE DI UNA BUONA IMMAGINE DI SÉ

SI RIVELA FONDAMENTALE AVERE LA PERCEZIONE DI ESSERE IN RETE

Dislessia oggi. Prospettive di diagnosi e intervento in Italia dopo la Legge 170. Giacomo Stella, Enrico Savelli, Ed.

Erickson, 2011 (per approfondimento aspetti neurobiologici del disturbo di lettura).

Demone Bianco. G. Cutrera, 2008. (storia di un dislessico adulto, ora vicepresidente AID)

Un insolita compagnia: la dislessia, F. Barbera. Ed. Veneta

Diario di scuola, D. Pennac. Ed. Feltrinelli

Come leggere la dislessia e i DSA. G. Stella e L. Grandi, Giunti scuola 2011.

Dislessia e altri DSA a scuola. LE GUIDE Erickson, 2013. (guida consigliata per generale rassegna sul tema DSA)

http://tv.unimore.it/media/medicina/110505_dislessiaadulti/index.html

Convegno “Dislessia e DSA dopo i 18 anni”, Modena 5 maggio 2011 (testimonianza dislessici adulti, intervento 13)

Leggere i DSA con Piperita Patty. © 2012 Peanuts Worldwide LLC e Ufficio Scolastico Regionale dell’ Emilia Romagna.

Normativa nazionale e provinciale sui DSA

http://sportellodsa.erickson.it/normativa/normativa-locale/

http://sportellodsa.erickson.it/normativa/normativa-nazionale/

RIFERIMENTI

www.aiditalia.org

www.erickson.it

www.airipa.it

www.anastasis.it

http://www.fantasylands.net/aiuto-dislessia (per le mappe concettuali)

http://www.studioinmappa.it

http://biancosulnero.blogspot.it/ (informazioni dedicate ai docenti)

Come può essere così difficile?- documentario sulla dislessia, R. D. Lavoie

http://www.youtube.com/watch?v=9Wb7vS3k2Lc

Stelle sulla Terra, (film) Aamir Khan 2007

https://www.youtube.com/watch?v=zRcqRQRL_TQ&feature=youtu.be

http://www.regione.piemonte.it/noproblem/video.htm (video sui DSA)

Competenze compensative. Tecnologie e strategie per l'autonomia scolastica degli alunni con dislessia e altri DSA. F.

Fogarolo, C. Scapin, ed. Erickson 2010.

Con-Pensare i DSA-2, guida per insegnanti. F. Barbera, C. Cornoldi 2012.

Guida alla dislessia per genitori. AID, 2010.

Dislessia. Strumenti compensativi per la lingua inglese. Kvilekval P.,Rialti E., Libriliberi 2010.

Lingue straniere e dislessia evolutiva. Teoria e metodologia per una glottodidattica accessibile. Daloiso M., UTET 2012.

Dislessia nei giovani adulti. Strumenti compensativi e strategie per il successo, Genovese, Ghidoni, Guaraldi, Ed. Erickson,

2012.

Discalculia nei giovani adulti. Indicazioni e strumenti per uno studio efficace. Genovese, Ghidoni, Guaraldi, Ed. Erickson,

2013.

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http://www.regione.piemonte.it/noproblem/dwd/vademecum.pdf (Vademecum strumenti compensativi)

http://www.regione.piemonte.it/noproblem/supporto.htm (strumenti di supporto allo studio)

http://www.regione.piemonte.it/noproblem/strategie.htm strategie didattiche)

BES a scuola: i 7 punti chiave per una didattica inclusiva. Le Guide, ed. Erickson

Alunni con Bes. D. Ianes, S. Cramerotti. Ed. Erickson, 2014

Prime mappe, B. Pontalti, F. Zambotti. ed. Erickson, 2015

Materiali IPDA per la prevenzione delle difficoltà di apprendimento, M. L. Tretti. ed. Erickson, 2014

Capire la mia dislessia, R. Grenci. ed. Erickson 2015

http://people.unica.it/disabilita/files/2014/12/questionario-DSA2014-1.pdf (questionario screening dislessia

adulti)

CONTATTI

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