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La redazione - iislamezia.gov.it Ipsia.pdf · diagonali; queste ultime si intersecano formando un altro pentagono regolare. Ogni punto di intersezione delle diagonali divide una diagonale

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La presente rivista è nata da un’idea della classe II F. All’ inizio dell’anno scolastico i ragazzi diquesta classe sono stati accompagnati nell’ aula 7 per vedere un cartone animato di Walt Disney.“Un cartone animato a scuola?” Qualcuno potrebbe chiedersi stupito. E avrebbe ragione, se il filmin questione non fosse “Paperino nel magico mondo della “matemagica”, un cortometraggio di 28minuti avente come protagonista il celebre personaggio Disney, che si aggira, imbranato e curioso,nel magico universo della matematica. Ecco il link:https://www.google.com/?gws_rd=ssl#q=paperino+e+il+mondo+della+matemagicaL’ aver unito il mondo fantastico di Paperino a quello razionale della matematica ha creato unamiscela intelligente dal punto di vista didattico, perché dà ai ragazzi la possibilità di rivedere inchiave ludica molti concetti astratti affrontati in classe.L’apprendimento della matematica, se ridotto unicamente allo studio di formule ed equazioni,può apparire noioso ai ragazzi, perché non consente loro di riflettere sul perché di queldeterminato studio, di quel contenuto disciplinare, di quel teorema etc. Portare delle innovazioniin classe rende piacevole l’apprendimento di qualsiasi disciplina e stimola maggiormente lacuriosità degli alunni. Del resto, la letteratura in campo didattico si è già ampiamente espressa intal senso.In questo giornalino, realizzato durante le ore di “Laboratorio matematico” i ragazzi si sonocimentati in un lavoro interdisciplinare, una sorta di contenitore didattico nel quale hanno raccoltogiochi, notizie, curiosità, riflessioni su fatti di attualità, sul mondo della scuola e su tematicheaffrontate in classe durante le ore curricolari. I ragazzi hanno così dimostrato creatività e spirito diiniziativa, dando vita ad una vera e propria “redazione”.Ne è venuto fuori un lavoro interdisciplinare, in quanto i ragazzi hanno scritto articoli e pezzi d’opinione su argomenti di varie discipline.Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione della rivista. E, naturalmente,grazie anche a chi vorrà leggerla.

Antonella Mongiardo

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La redazione

Analizzando il cartone animato di Paperino, èpossibile trarre diversi spunti di discussionecon la classe su temi specifici di matematica,ma anche di arte, botanica, musica, giochi,etc. La voce del narratore spiega ciò cheaccade via via durante lo svolgersi delcartone.Di cosa parla il film? Il cartone animato iniziaproprio con una successione di numeri e conil gioco del Tris, conosciuto da tutti i bambinie spesso proposto in classe come attività ditipo logico argomentativo. In realtà, parlandodi giochi a due, il tris si rivela un giocotutt’altro che banale e nel contempo, data lasua semplicità, un vero e proprio giocomatematico. Se nel gioco del tris il computernon perde mai, non è perché non conosca ladistrazione, ma perché gioca con un metodologico che studia la convenienza di ognimossa, propria e dell’avversario.Durante questo viaggio nella matematicala musica fa da padrona. Eh si, propria la

musica, considerata un’ applicazionedella matematica. Attraverso lo studiodelle leggi numeriche che regolano l’armonia musicale si passa dalla musicaclassica a quella moderna, nei suoi diversigeneri musicali. Il narratore presentaquindi la scuola pitagorica. Una dellequestioni più appassionanti dellageometria pitagorica riguarda lacostruzione del Pentagramma o PentagonoStellato, che nasce dalla costruzione di unpentagono regolare con le sue cinquediagonali; queste ultime si intersecanoformando un altro pentagono regolare.Ogni punto di intersezione dellediagonali divide una diagonale in duesegmenti disuguali tale che il rapportodell’intera diagonale al segmentomaggiore è uguale al rapporto di questosegmento al segmento minore. Questasuddivisione della diagonale è la famosa“sezione aurea”. La proporzione aurea hasempre affascinato matematici, fisici,naturalisti, architetti, pittori, musicisti,

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poiché esprime bellezza e armoniaestetica.In natura troviamo il numero aureo nelladisposizione dei petali della rosa, nellaforma della conchiglia, ma anche neivortici degli uragani e nelle spiraligalattiche.Nella storia dell’ arte, dal Rinascimento inpoi, molti illustri personaggi hanno fattoricorso alla proporzione divina perottenere la perfezione delle proprie opered’ arte. In molti dipinti dello stessoLeonardo, come la Vergine delle Rocce ela Monna Lisa, l’ autore avrebbe stabilitole proporzioni dei volti usando deglispeciali rettangoli in cui il rapporto delledue dimensioni coincide appunto con ilnumero aureo. Un rettangolo di questotipo viene detto “rettangolo aureo”.Dopo aver affrontato un lungo viaggioattraverso le meraviglie della matematica,Paperino sembra esausto; lo “spiritod’avventura” gli propone allora una riletturain chiave matematica dei due scritti di LewisCarroll: la favola di “Alice nel paese dellemeraviglie” e “Dietro lo specchio”. Paperinoincontra la protagonista della fiaba e con leiriflette giocando sul gioco degli scacchi esulle possibili strategie vincenti.Si affrontano poi altre situazioni- gioco comeil baseball, il biliardo o la carambola a tresponde, fino ad arrivare ai giochi dellamente, cioè tutti quegli infiniti giochi che sipossono costruire, come l’immaginare untriangolo inscritto in una circonferenzaimmaginando il movimento in successionedelle costruzioni geometriche risultanti edanalizzando la figura ottenuta nei vari casipossibili. Attraverso le immagini mentali

siamo liberi di immaginarci lo spazio, larotazione di un cono o di un’altra figurageometrica.“Tutte le conquiste scientifiche – spiega lavoce fuori campo- hanno avuto origineda concezioni astratte formulatesi nellamente. Non c’è matita che possadisegnare finemente come l’immaginazione, né carta tanto grande dacontenerla. La mente umana, se usatarazionalmente, non conosce limiti. Infatti,è solo nella mente che si può concepire ilconcetto di infinito. Il pensieromatematico ha aperto tutte le porte delpensiero scientifico. Ogni scoperta neporta con sé molte altre, in una catenainfinita.” Nella scena finale si vede unasuccessione infinita di porte chiuse e ilpovero Paperino che si affanna neltentativo di aprirle, ma non ci riesce. Ilnarratore lo rassicura:” Non agitarti,paperino, sono chiuse perché sono leporte del futuro. C’è solo una chiave peraprirle: la matematica. Dietro questeporte sono chiusi gli infiniti tesori delsapere. Col tempo queste porte siapriranno, sotto la spinta della curiosità edello spirito indagatore delle futuregenerazioni”. E conclude con la celebrefrase di Galilei: “La matematica è l’alfabeto con il quale Dio ha scritto l’universo”.The end!

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Riuscite a contare quanti triangoli sono contenuti in questodisegno….in un minuto?

A cura di: Antonio Scardamaglia, Francesca Frijia, Gianluca Volpe, Caterina Gualtieri

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di Marianna Fiumara

Venerdì 3 e sabato 4 ottobre il bar è statochiuso e noi alunni siamo stati costretti acomprarci il panino altrove. Molti di noisi sono dovuti far portare la colazione daigenitori di altri compagni….Che caos!Il bar probabilmente resterà chiuso ancheper tutta la prossima settimana. E noipoveri alunni ci dobbiamo arrangiarecome possiamo. Oggi, per andare acomprare il panino siamo persino dovutiarrivare fino al Geometra. Che fatica!

Il venerdi 3 ottobre, primo giorno dichiusura, è stato proprio un guaio, perchémolti di noi, non sapendo che il bar fossechiuso, siamo rimasti letteralmente abocca asciutta.Mentre i nostri professori ci parlavano dialimentazione e cibi vari i nostri stomacibrontolavano a voce alta…che concertino!Per me il bar non dovrebbe essere chiusoper tutto il giorno, perché altrimenti noipovere creature in crescita rischiamo disvenire dalla fame !

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Riuscite a contare quantiquadrati contiene il

disegno…in un minuto?

a cura di: Elena De Sarro, Caterina Gualtieri

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Gli studenti dell’ Ipsiahanno augurato buone festeai loro professori, allapreside e alla città diLamezia, attraverso unaletterina indirizzata aBabbo Natale. La lettera,pubblicata dalla rivista“Tecnica della scuola”, èstata letta in occasione diun incontro tenutosi pressol’ IIS “Leonardo da Vinci”.Durante l’ Assembleastudentesca di fine anno,organizzata da FabioRoppa, Stefano Mancuso,Domenico De Sensi,Giovanni Franzè, GennaroPanarello, RosarioMacchione e GianlucaParadiso,

sono intervenuti anchediversi docenti, tra cuiFilippo D’ Andrea e MariaAiello, esperti in materiateologica, i quali, dopo averletto alcuni passi delVangelo, hanno affrontato iltema del Natale nei suoi

vari aspetti, religioso, laico,spirituale e sociale.Il professore LucaCarnevale, dell’ Ipsia, si èsoffermato soprattutto sull’aspetto legato alla famigliae alle tradizioni natalizie.Quindi hanno preso laparola gli studenti, chehanno letto al pubblico laloro letterina, con la voce diAnamaria Clim.

“Caro Babbo Natale-scrivono i ragazzi dell’Ipsia- in questi giorni starairicevendo chi sa quante letteredi bimbi che ti chiedono donidi ogni genere. Tra di essequest’ anno troverai anchequella scritta da noi studentidell’ Ipsia, che non siamo piùdei bambini, ma ragazzi che sipreparano ad affrontare la vitada persone adulte. Non tiscriviamo per chiederti deiregali, perché a quelli cipensano i nostri genitori, chenei limiti del possibile cidanno già molto. Abbiamopensato di rivolgerci a Te,

perché tu, nei tuoi varigiri in slitta da una casaall’ altra, possa dire ainostri professori monellidue paroline da parte

nostra. Non che noi non neabbiamo il coraggio,intendiamoci, ma temiamo chese queste due paroline glielediciamo a modo nostro, loropotrebbero non gradirle,cogliendo magari l’ occasioneper rimproverarci, comesempre. Per esempio, meglionon dirgliele con un sms o conwhatsApp, perché ci puoiscommettere che cisequestrano il cellulare. Segliele scriviamo su unfoglietto, vedrai che avrannosicuramente qualcosa da ridiresul nostro italiano, e simetteranno a correggere con lapenna rossa gli erroriortografici. Se chiediamo unpennarello per scriverglielesulla lavagna, i bidelli cifaranno segnare il nome sulsolito foglio, ma saremmo introppi a dover firmare larichiesta e perderemmo ore.Insomma, caro Babbo Natale,noi alunni non sappiamoproprio come fare per dirglienedue ai nostri insegnanti e allapreside. Per questo abbiamopensato di rivolgerci a te, chesai prendere tutti nel versogiusto. Per piacere, digliele Tudue paroline, da parte nostra.

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Digli che, anche se è Natale,noi non ce li dimentichiamo iloro rimproveri, le note, ibrutti voti, i predicozzi e i loromomenti di nervosismo; nonce lo dimentichiamo quando cisgridano perché diciamoparolacce nel nostro gergogiovanile o quando litighiamoin italiano e in marocchino, equando facciamo le nostrebrave scazzottate; non ce lodimentichiamo quando sisforzano di interessarci allepoesie, alle equazioni, alleformule chimiche, allameccanica, ai problemi delmondo, mentre noi siamoimpegnati con un orecchio adascoltare musica da unacuffietta e con l’ altro a giocarecol cellulare. Certo che dueparoline proprio se le meritanoquesti professori, così severi e

fissati con le regole. Anzi, carobabbo natale, a pensarci beneTu un regalo già ce l’ hai fatto:ci hai fatto concedere quest’assemblea di Istituto, che pernoi era diventata ormai unmiraggio….perché, loriconosciamo, in fondo infondo, un po’ monelli certevolte siamo anche noi…..(masolo un po!). Allora, facciamocosì. Visto che oggi, grazie aTe, in quest’ Assembleaabbiamo occasione diincontrarli tutti insieme, glielediciamo noi due paroline aquesti prof che si sono messi intesta di farci diventare, come ciripetono sempre un giorno si el’ altro pure, “persone mature,lavoratori capaci, cittadiniconsapevoli, donne e uomini eonesti e dignitosi. Professori epreside dell’ Ipsia, aprite benele orecchie perché due paroline,oggi, ve le vogliamo propriodire: GRAZIEe…….AUGURI! Da parte ditutti noi studenti”.

Soddisfazione per lariuscita dell’ assemblea difine anno è stata espressadalla preside, PatriziaCostanzo, secondo la quale“misurarsi con l’organizzazione di eventi diquesto tipo, pregni dicontenuti e di momenti dipartecipazione, serve airagazzi per mettere allaprova il loro senso dicollaborazione eresponsabilità. Inparticolare, all’ Ipsia, labuona riuscita dell’Assemblea d’ Istituto è unsegnale concreto delrilancio della scuola, a cuitutti noi stiamo puntando,con impegno e fiducia”.

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Riuscite a collegare i 9 punti con 4 segmenti consecutivi, cioè senza maistaccare la penna dal foglio?

a cura di: Elena De Sarro , Antonio Scardamaglia.

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Tra i vari modelli di scrittura previsti dalla legge per la prima prova scritta dell’Esame di Stato, vi è

la trattazione di un argomento attinente alle seguenti aree culturali: storico-politica, tecnico-

scientifica, artistico-letteraria e socio-economica. Tale trattazione può avvenire in forma di saggio

breve, relazione e lettera, articolo di giornale. Ai ragazzi che devono sostenere l’ esame di Stato,

consigliamo di leggere questo bellissimo articolo di Matteo Bartocci, caporedattore delquotidiano “Il Manifesto".

“Scrivere un articolo giornalistico è solol'ultimo passaggio di un lavoropreliminare molto approfondito. Avere leidee chiare prima di scrivere è necessario.Ecco otto consigli per non fare erroridurante l’esame e scrivere un buon testo.

1) La notizia innanzitutto. Sembrabanale ma non lo è. Ci sono super-

cronisti che fiutano le notizie lontano unmiglio. Ma è un'arte talmente misteriosache nessuno sa come facciano. Igiornalisti “normali” invece sanno chenon c'è nulla di più prezioso delle propriefonti. Perciò studiale bene. Guarda conattenzione il materiale che hai sottomano.

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E’ come il lavoro di un detective. Valutaquali sono le cose più importanti tra tuttoquello che hai a disposizione. Mettile infila temporalmente e scopri i nessi. Pensache cosa ti ha incuriosito o colpito di più.Osserva se tra le fonti che hai adisposizione alcune sono incontraddizione tra loro. Oppure,comparandole o mettendole vicine neltuo scritto, giudica se si rafforzano e siilluminano tra loro come in un gioco dispecchi.2) Pensa al titolo. E' il tuobiglietto da visitanell'occhio del lettore. Sehai in mente un buontitolo hai anche in menteun bell'articolo. Il titolo,essenzialmente, è unadescrizione del tuoarticolo. E il tuo articolo èla descrizione di unanotizia. Che a sua volta èla forma narrativa di unfatto o di una serie di fatti.Perciò cerca di non partire dalla fine.Cerca di non scrivere prima l'articolo epoi titolarlo. Immagina subito un titolo,anche provvisorio, e appuntalo in testa altuo articolo. Poi mettiti al lavoro. Se illettore casca nella trappola che haipredisposto con un bel titolo, è ilmomento di non farlo scappare.Quando scrivi un articolo, le parti piùimportanti e più difficili da scrivere sonoessenzialmente tre: il titolo (a questopunto dovresti averlo almenoimmaginato), l'attacco del pezzo (il"lead") e la conclusione.

3) L'attacco. Se hai un buon attacco haianche il resto dell'articolo. L'attacco diun articolo è come il tappeto rosso difronte a un cinema, è l'invito a entrare, aperdere del tempo prezioso e a leggerequello che hai da raccontare. Metti moltacura nello scrivere il lead. Ci sono diversimodi per farlo e con l’esercizio anche tutroverai il tuo. Ricordati però chenell'attacco, cioè nel primo paragrafo diun articolo, devono essere contenuti in

sintesi tutti gli elementiprincipali della notizia.Le famose "5 W" (chi,cosa, dove, quando eperché, cioè “who,what, where, when,why”) devono esserescolpite nelle tue dita: lanotizia viene prima ditutto. Prima di qualsiasivelleità artistica oemozione personale. Cisono giornalisti chescrivono sotto le bombe

e altri che dettano un servizio in mezzo auna piazza in rivolta. Sempre, in tutti icasi, devono raccontare la notizia. Subito.Ogni riga che perdi è sempre troppotardi. Se riesci a fare questo, però, haifatto solo metà del tuo duro lavorosull'attacco.Perché l'attacco oltre ad avere uncontenuto ben definito (la notizia) è anchela carta adesiva su cui devono attaccarsigli occhi del lettore. Perciò elimina ogniparola superflua finché non ottieni pocherighe semplici, essenziali macoinvolgenti, non piatte né sciatte.

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Devono informare e incuriosire,suggerire al lettore che hai materiale estorie sufficienti per farlo andareavanti. Scrivi l’attacco. Poi vai a capo.E qui comincia il lavoro vero e propriosul corpo dell'articolo.

4) Arrivato a questo punto è davveroinevitabile pensare al tuo lettore. L'haiincuriosito con un buon titolo e haicostruito il portone d'accesso a quanto haida raccontargli con l'attacco. Adesso devidedicarti proprio a lui, al tuo lettore. Chetipo è? Cosa gli interessa? Quanti anniha? Cosa gli piace sapere? Perchédovrebbe ascoltare la storia che hai daraccontargli? Immagina mentalmente untipo di pubblico interessato al tuoarticolo. Dagli un volto. E poi rendigliimpossibile non sapere quello che hai daraccontargli. La pagina bianca è solo unaporta che tu vuoi attraversare perincontrare qualcuno e parlargli. Non c'ègiornalismo senza un pubblico. Perciò latua relazione col lettore è altrettantoimportante della tua comprensione dellefonti. Un buon attacco è come un bel sms

a una fidanzata o a un fidanzato, devedire molto in poco spazio. E' unconcentrato di informazioneprofessionale lungo poche righe.

5) Immaginato titolo, attacco e pubblico,è il momento di mettersi a scrivere conumiltà le notizie che hai raccolto.Comincia a sciogliere e a inserire i varielementi che hai reperito nelle tue fonti.Essenzialmente, il "corpo" di un articolo -la sua parte centrale - è una storia basatasu fatti. Senza "cose" da raccontare non c'ènessun articolo. Se nell'attacco e nel titolohai già dato gli elementi fondamentaliadesso puoi dispiegare nel testo le "5 W"con dovizia di particolari. E' a questopunto, dal secondo paragrafo in poi, chepuoi far capire l'importanza per il"mondo" della notizia che stairaccontando.6) E se non ci riesci? Ci sono milioni dipersone che inventano storie moltopiacevoli ma non raccontano nessunanotizia. Il tuo dovere è attenerti ai fatti ealle tue fonti. In teoria, oltre le tue fontic'è il nulla. Spiega i fatti e mettili l'unoaccanto all'altro in modo da far parlare,come si dice, la "forza delle cose". Puòcapitare che nel materiale che hai avutonon si riescano subito a vedere fatti degnidi nota. O che, pur vedendoli, non sisappia come raccontarli in modopiacevole. Se non trovi le notizie alloradevi ricominciare. Se hai le notizie manon sai come raccontarle invece non èniente di grave. Capita a tutti. Un vecchiodirettore diceva ai suoi cronistiparalizzati dall'angoscia della paginabianca: "Non riesci a scrivere? Metti intesta all'articolo 'cara mamma' e poi

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raccontale tutto quello che hai scoperto.Quando hai finito l'articolo, cancella 'caramamma' e metti in pagina così com'è". E'un trucco che ha funzionato anche neicasi più disperati. Fai un bel respiro.Immagina un volto amico e raccontagliquello che hai visto.7) Prima di concludere l'articolo, comenella vita, bisogna salutarsi. E' bello farlocon un "arrivederci" invece che con unaddio. Anche il tuo lettore va salutato concortesia e professionalità. Su questo cisono diverse scuole di pensiero. Gliamericani sono pragmatici e ritengonoche alla fine si debba costruire una viad'uscita dall'articolo aggiungendoelementi di sfondo, fatti magari menocentrali ma comunque importanti. Nellatradizione anglosassone i pezzi hannouna struttura “a piramide” in cui allafine, per così dire, ci sono le cose menourgenti. Tuttavia, se qualcuno ha lettoquello che hai scritto fino in fondo vuoldire che l'ha apprezzato. Perciò metti unacura particolare nell'ultimo paragrafo.Cerca di terminare con una frase di sensocompiuto. Non necessariamente a effettoma comunque degna di nota. E' l'ultimacosa che il lettore saprà del tuo articoloprima di passare ad altro, perciò pensacibene. Nelle redazioni italiane in genere sidice che le cose più importanti di unpezzo stanno all'inizio e alla fine. Inizio e

fine da soli valgono metà dell'articolo. E'come il finale di un film. Un bel film conun finale tirato via, brusco o improvviso,non fa uscire dal cinema soddisfatti.Cerca di evitarlo.

8) Mentre lavori al tuo articolo ricordatiche deve essere un piacere scriverloprima ancora che leggerlo. Come ungrande romanzo, anche un articolo puòrestare nella storia. Ma a differenza di unromanzo, l'articolo di un giornale è ancheun oggetto che si consuma in pochiminuti. Perciò oltre che preciso deveessere anche piacevole. Se quello che staiscrivendo non incuriosisce te per primo èmolto difficile possa interessare un lettorequalsiasi o il tuo professore, cheindaffarato com'è rischia di sottovalutaretutto il tuo lavoro.Perciò, studia le tue fonti, misura leparole, ma soprattutto - benché sia unesame - divertiti.

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di Caterina Gualtieri, Mariangela Strangis

Salve a tutti. Perché abbiamo sceltoquesta scuola? Perché ci piace l’artigianato in genere, in particolare ciaffascina il mondo dei tessuti.Infatti, il nostro indirizzo di studi sichiama “Produzioni industriali eartigianali”.La nostra scuola ci piace molto, abbiamoimparato un sacco di cose interessanti emolte altre ne impareremo a partire dalprossimo anno, quando intraprenderemoil percorso “Artigianato”. Ma c’è ungruppo di nostri compagni che sispecializzerà in “Manutenzione eassistenza tecnica”.Quest’anno abbiamo cambiato insegnantiin diverse materie. Da una parte ci èdispiaciuto, ma ci troviamo bene anchecon i nuovi professori. In questo articoloabbiamo voluto curiosare nel mondodella moda.

La moda tra ieri e oggi è cambiata molto.La moda ieri si basava su unabbigliamento più coprente, per esempiogonne più lunghe e ampi pantalonilarghi, persino i costumi da bagno eranocastigati tanto da sembrare dei pantaloni.Oggi la moda, soprattutto quella seguitadai giovani, è basata sul “casual”,sull’improvvisazione e sull’invenzionecreativa.Si può essere trendy in molti altri modi.Anche i bambini nel loro piccolo seguonola moda. Ad esempio chiedono sempre ailoro genitori un qualcosa di nuovo tipo,come un gioco appena uscito. Perché ènuovo e magari ha funzioni diverse.

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A volte il fashion system è proprio esagerato, addiritturatrash…Guardate un po’!

Come diceva Coco Chanel: “La moda è fatta per diventare fuorimoda… la moda passa, lo stile resta”.

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di Gloria Talamo

Studenti e insegnanti si recano nei corteiper manifestare contro la politica delgoverno su scuole e università. Lamanifestazione ha coinvolto quasi tutte lepiazze di Italia. Anche Nicastro haaderito con lo slogan “LA BUONASCUOLA SIAMO NOI”. “NOI RAGAZZICHIEDIAMO UN FUTURO! VOGLIAMOREALIZZARCI IN ITALIA SENZADOVER SCAPPARE ALL’ ESTERO” .Diversi gli striscioni didisappunto…Eccone uno con su scritto…

”SFRUTTATI A SCUOLA COME ALAVORO”

Tutto questo per la riforma ‘’La BuonaScuola’’ di Renzi. Ma per la buona scuolanon serve un governo, serve un paeseintero. ‘’ VOGLIAMO CAMBIAMENTI?IL PRIMO CAMBIAMENTO

DOBBIAMO ESSERE NOI’’ solo cosipossiamo andare avanti. In particolarel’accento viene posto dai ragazzi sul costoeccessivo dei libri e sulle scuole cheancora cadono a pezzi, mentre il governoparla della necessità di elaborare qualcosadi straordinario, come valorizzare docentimeritevoli e adottare un adeguatomeccanismo di valutazione. Ma peralcuni si tratta solo di belle parole. E’ perquesto che gli studenti hanno deciso discioperare!Ma molti dei docenti di Lamezia nonhanno aderito, forse perché non volevanoperdere un giorno di stipendio, mentrealtri non hanno partecipato perché loconsideravano inutile! Dunque, noisperiamo che questa manifestazionevenga promossa meglio e che il corteo siapiù partecipato. Chiarendo le idee a chipoco ne sa in modo che ora avrà unmotivo in più per far sentire la propriavoce. Chiediamo un futuro, per questosaremo il 24 ottobre nuovamente inpiazza con i lavoratori, perché nonpossiamo permetterci un paese che tagliasui giovani.

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Un playboy vuol fare un originale regalo di Pasqua alle sue otto “amichette”. Acquista in gioielleria

otto anelli, di cui sette identici, mentre l’ottavo, poco più grande, vuole riservarlo alla sua preferita.

Essendo la Pasqua imminente, egli pensa che sarebbe carino far trovare come sorpresa gli anelli

dentro le uova di cioccolato. Così commissiona al pasticcere otto uova di fondente, produzione della

casa, contenente gli anelli, raccomandando di confezionare in modi diverso l’uovo con l’anello più

grande, per poterlo distinguere dagli altri.

Ma il pasticcere…combina un bel pasticcio! Confeziona le otto uova in modo identico, di modo che

non è più possibile individuare quello speciale. E’ anche inutile soppesarli con le mani, perché la

differenza di peso è impercettibile al tatto. Il pasticciere, mortificato, si dichiara subito disposto a

confezionare nuovamente le otto uova, ma il giovanotto non vuol perdere tempo e trova un’altra

soluzione. Si procura una bilancia a due piatti, ad alta precisione, con la quale potrà risolvere il

problema. E dal momento che, oltre ad essere un appassionato di donne, è anche un amante di

giochi logici, dice con tono divertito: “ Non serve rompere le uova, con solo due pesate troverò

l’uovo speciale!”.

Come fa?

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1. L’alunno F.M. ritorna dal bagno dopo 20 minuti dicendo che non lo trovava.2. La classe festeggia il Natale con 7 mesi di anticipo. O 5 di ritardo.3. L’alunno B.C. lancia bottigliette d’acqua vuote dalla finestra facendo starnuti finti per

coprire il rumore4. L’alunno B.D. peregrina senza meta per la classe.5. L’alunno T.U. butta il proprio banco e la sedia del suo compagno fuori dalla classe per

motivi ignoti.6. Metà della classe è assente, l’altra metà tenta di convincermi che gli assenti non sono mai

esistiti.7. La classe interrompe la lezione per tagliare i capelli a G.F.8. L’alunno A., assente dall’aula dalle ore 12.03, rientra in classe alle ore 12.57 con un nuovo

taglio di capelli.9. L’alunno M. dopo la consegna del pagellino da far firmare ai genitori riconsegna il pagellino

firmato 2 minuti dopo. Sospetto che la firma non sia autentica.10. Dopo aver fatto scena muta durante l’interrogazione di geografia astronomica V. chiede di

avvalersi dell’aiuto del pubblico11. Si espelle dall’aula l’alunna M. Ilaria perché ha offeso la compagna Sabatino Domenica

chiamandola Week End.12. L’alunno giustifica l’assenza del giorno precedente scrivendo “credevo fosse domenica”.13. P. non svolge i compiti e alla domanda “Per quale motivo?” risponde “Io c’ho una vita da

vivere”.14. L’alunno M. ha fatto l’ennesima scena muta dicendo che risponderà solo in presenza del suo

avvocato.15. Gli alunni P. e A. alle ore 10:25 escono dall’armadio

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di Adriana Aloisio, Caterina Gualtieri, Mariangela Strangis e Gloria Talamo

Il processo in tribunale, se lo conosci lo eviti.Si potrebbe sintetizzare così l’ esperienzavissuta dai ragazzi dell’ istituto Leonardo DaVinci, di Lamezia Terme, che hanno simulatoun processo penale presso il Tribunale deiminori di Catanzaro. L’iniziativa fa parte di unprogetto denominativo ‘’Ciak: un processosimulato, per evitare un vero processo’’,promosso dal centro calabrese di solidarietàdi Catanzaro , in partenariato con il tribunaleminorile, l’ ufficio scolastico regionale ecofinanziato dalla fondazione Casse diRisparmio di Calabria e Lucania. Attraversoquesto percorso, scuola e istituzioniintendono favorire la diffusione della culturadella legalità delle nuove generazioni, chetendono a vedere le regole come un limitealla libertà individuale e non comefondamento per una civile convivenza tra lepersone.

Alla simulazione hanno partecipato due classidell’ ITIS e una classe dell’ IPSIA.Nel primo incontro il Dott. Ivan Falbo e ladottoressa Carlotta Rizzuto e Graziella Napoli

hanno fornito ai ragazzi strumenti conoscitivisia per valutare i rischi e i danni causati dall’uso di alcool e droghe, sia per comprendere ilfunzionamento della giustizia minorile e leleggi che tutelano i diritti dei minorenni.

Gli studenti hanno appreso, cosi, che gliistituti giuridici devono favorire unafuoriuscita celere del minore dal circuitopenale, finalizzando il processo alla ripresadel naturale percorso educativo del minoreche si suppone interrotto o deviatodall’evento-reato. Nel processo penaleminorile risulta pertanto di grandeimportanza la valutazione della personalitàdel ragazzo e la conciliazione tra le esigenzepunitive e quelle educative, attraversostrumenti giuridici, quali il ‘’perdonogiudiziale’’ e la ‘’messa alla prova’’.I ragazzi sono stati, cosi, attori di un processopenale simulato, in una vera aula di tribunaleminorile, a Catanzaro, accompagnati daipropri docenti. Impersonando tutti gli attoridi un processo, giudici, imputato, avvocati,testimoni e pubblico ministero, i ragazzi

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hanno portato in scena un copioneincentrato sul problema della droga, con

tanto di reato, capo di imputazione e arringa,in un’esperienza al confine tra gioco di ruoloe simulazione della realtà quotidiana delproprio territorio. L’obiettivo dell’ iniziativa èstato quello di far acquisire agli allievi unacoscienza sociale e civile, di diffondere ilconcetto di legalità e giustizia, nonchésviluppare strumenti per la valutazione deirischi e delle conseguenze che lacommissione di un reato comporta a se stessie agli altri.

Ecco il cast

IMPUTATI: Mariangela Strangis; Immacolata Giudice;Gloria Talamo;

GIUDICI: Caterina Gualtieri; Antonio Scardamaglia

TESTIMONI: Marianna Fiumara; Elena De Sarro

PUBBLICI MINISTERI (PM): Francesco Ruberto; Angela Tramonti

AVVOCATI: Miryam Lucia; Caterina Curcio

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A cura di: Antonio Raso, Marco Tornese, Simone Settembrino e Badar Amri.

La Briscola è un gioco molto bello e matematico. Si può giocare in 2 persone o più di 2. Sidanno 3 carte a ogni giocatore, dopodiché si pone una carta per terra.Nota bene. TUTTE LE CARTE DELLO STESSO SEME SONO BRISCOLE, l’asso il 3 e il Resono i più forti. I punti sono: la donna (2 punti); cavallo (3 punti); re(4 punti); il 3 (10punti); l’asso (11 punti).La carta maggiore prende, non necessariamente con la briscola ma deve essere dello stessoseme.Nella briscola ci sono dei trucchetti, il più conosciuto dei quali è il “ZINNARSI”Le carte che si “zinnano” sono: ASSO;TRE;RE;DONNA;CAVALLO e SETTE.I punti in tutto sono 120 e si vince totalizzando 61 o più punti.Se la partita finisce a 60 pari, si ripete. Buon divertimento!

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A cura di: Francesca Frijia e Anamaria Clim

Il coniglio pasquale, conosciuto anche come“coniglio di primavera”, “conigliettopasquale” o “coniglio di pasqua”, nei paesi dilingua tedesca e negli Stati Uniti, è unconiglio fantastico che lascia doni per ibambini a Pasqua o in primavera. Ha avutoorigine nelle culture dell'Europa occidentale,dove ha sembianze più simili ad una lepre

che ad un coniglio. La lepre, animaleparticolarmente prolifico, le cui scatenatedanze amorose si possono vedere nei pratiproprio agli inizi della primavera, eranell'antica cultura europea un simbolo diquesto periodo dell'anno, incentrato sullarinascita della natura e sulla fertilità. Periodoche poi, con l'avvento del cristianesimo,venne più o meno a coincidere con la festivitàdella Pasqua.

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Ecco alcuni errori grammaticali grandi come unacasa. Il bello è che non li abbiamo commessi noi studenti, mapersonaggi pubblici importanti. Per loro, una domanda nascespontanea:

Ma che squola avete frequentato ????????!!!!!!!!!

- da Repubblica: la politica Nicole Minetti, in un’ intercettazionetelefonica in cui dà dei consigli ad una sua amica, si lascia andare aquesta bellissima licenza poetica: “non sii timida” !!!

- da Corriere della Sera. Guardate come un senatore scrive “qual è”…“Qual’ è “, con l’ apostrofo!!!

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La chicca più preziosa, però, l’ abbiamo avuta in esclusiva.Guardate come un candidato (promosso!) alla prova scrittadi un concorso per dirigenti statali scrive “del piano”…

dell’ piano?????????

Povera Italia, anzi, povero italiano!!!

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a cura di Miryam Lucia, Leonardo Conace, Curcio Caterina, Caterina Gualtieri,Adriana Aloisio e Francesco Ruberto

I Social Network sono strutture relazionali chehanno lo scopo di connettere persone. Il loroscopo è quello di collegare persone coninteressi o valori comuni. Internet ha dato unenorme sviluppo e creato le condizioni per ladiffusione globale di diversi “social”, comeFacebook, Twitter, Google+, LinkedIn, ask,tumbrl e molti altri. All'interno del Web isocial network sono una componente dellapiù vasta famiglia dei social media.I ragazzi fanno un eccessivo uso dei social, inquanto sono diventati ormai una dipendenza.Che siano usati per parlare con personelontane, o vicine, per videochiamarsi o permandarsi foto, i social occupano ormai l’80%delle nostre giornate.Ma quali sono i pericoli a cui si può andareincontro quando si sta in rete? Ne hannoparlato in un convegno, tenutosi all’ IIS“Leonardo Da Vinci”, due esperti dellaPolizia postale di Catanzaro, Saverio Salernoe Roberto Luciano.

Nell’ambito del Safer Internet Day 2015,tenutosi il 10 febbraio, la Polizia Postale edelle Comunicazioni in collaborazione con ilMinistero dell’Istruzione e il Garante perl’Infanzia e l’Adolescenza, ha organizzato innumerose scuole italiane degli incontri sultema della sicurezza informatica. Nellaprovincia di Catanzaro è stato scelto comesede del workshop l’ Istituto di Istruzione

superiore “Leonardo Da Vinci”, diretto daPatrizia Costanzo.

Una vita da social” è un progetto sviluppatodalla Polizia Postale e delle Comunicazioni,con l’obiettivo di aiutare gli utenti della rete anavigare in sicurezza. Il valore educativodell’ iniziativa è quello di insegnare airagazzi come sfruttare le potenzialitàcomunicative del web e delle communityonline senza incorrere nei rischi connessiall’adescamento, cyberbullismo e violazionedella privacy, evitando comportamentipericolosi per sé o per gli altri.Gli assistentiSaverio Salerno e Luciano Roberto, dellasezione Polizia Postale di Catanzaro, hannoesposto agli studenti lametini i rischi che sipossono correre navigando in internet,invitandoli ad essere il più possibile attenti ediffidenti verso il mondo virtuale.Il computer, che in molti casi è un utile mezzodi informazione e disvago- ha affermato Saverio Salerno- certevolte può riservare brutte sorprese, come le

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trappole tese da malintenzionati che siintroducono nel web allo scopo di danneggiaregli altri. Perciò è importante la prevenzione”.Quindi Luciano Roberto ha illustrato alpubblico alcuni rischi della rete, suggerendoutili accorgimenti: Il pc potrebbe essereinfettato da virus- ha affermato- i datipersonali possono essere rubati da qualcunoche potrebbe utilizzarli in modo illecito. Maicliccare su link sconosciuti o aprire filesospetti. Inoltre, è bene proteggere il pc conun antivirus o un firewall. Per aumentare lasicurezza- ha consigliato inoltre- è megliousare password difficili, anche prive di senso,con caratteri alfanumerici o speciali.Gli agenti di polizia hanno poi affrontatoil delicatissimo aspetto dei social networkche, se non utilizzati con prudenza,possono essere veicolo di gravi azioni.Durante l’ uso di programmi e chat comeMSN, C6, MIRC , etc- ha affermato Salerno-vi può capitare di essere contattati dasconosciuti che inviano o vi chiedono diinviare foto o video. Queste persone,approfittando dell’ anonimato, si spaccianoper vostri coetanei, vi chiedono il numero ditelefono o l’ indirizzo per incontrarsi con voinella vita reale. Con questa modalità sonoaccaduti episodi spiacevoli a ragazze e ragazziminorenni.A tal proposito sono stati mostrati deivideo che riproducevano, con attori enomi fittizi, fatti realmente accaduti. Hasuscitato particolare interesse e un vivacedibattito tra gli spettatori ilcortometraggio ispirato alla storia vera diun adolescente ricattato sul web dabalordi che lo hanno irretito perestorcergli denaro.Salerno e Roberto si sono soffermati, inparticolare, sulla tracciabilità in internet,

cioè la possibilità di indentificarechiunque utilizzi la rete per comunicareo pubblicare qualcosa.“Ecco perché- hanno messo in guardia- bisognafare attenzione, non solo a ciò che si può subire,ma anche a ciò che si può fare agli altri, magariper leggerezza, andando

contro la legge”. E’ stato preso inconsiderazione un reato informatico moltodiffuso, cioè la violazione della privacy, che sicommette pubblicando foto o videocompromettenti all’ insaputa di altri. “ Questonon si fa – ha ribadito Saverio Salerno- perché èun reato punibile per legge. L’ autore di unsimile gesto viene facilmente identificato e poideve risponderne. Tempo fa un genitore hadovuto pagare un risarcimento di 15 mila europerché il proprio figlio aveva utilizzato laconnessione di casa per fare cose sconvenientisu internet. Il mondo virtuale è pieno di insidie,eppure molta gente abbassa la guardia dinanzi alpc. Stranamente, la diffidenza che ci guida neirapporti personali a volte viene meno quando ilcontatto è mediato dal computer. Mentre,invece, dovrebbe essere il contrario. Nel mondovirtuale, così come in quello reale- ha ribadito-bisogna avere comportamenti educati erispettosi dell’ altrui dignità. E non solo,bisogna anche acquisire quel senso diresponsabilità che ci porta a proteggere chi èvicino a noi e si trova in pericolo. Il consiglioche diamo, dunque- ha concluso- è di usareinternet con prudenza, consapevolezza e buonsenso. E, soprattutto, non fidarsi mai ”.

(tratto da Il Quotidiano del Sud)

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Ilrettangolo dei misteri

C’è un quadrato , dentro questo quadrato vi sono 2 quadrati e 3 triangolipiccoli , mentre all’ esterno ci sono 3 triangoli e 3 quadrati sempre piccoli.Collegateli. Arrivati alla fine delle operazioni di collegamento noterete che vene rimarrà uno da solo. Dove va collegato?

di Antonio Scardamaglia e Badar Amri

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L’ importante festa americana dedicata aCristoforo Colombo ha origini calabresi. L’idea di far riconoscere il Columbus Day comefesta nazionale venne, alla fine degli annisessanta, ad un avvocato italo-americano,Gino Iannone, calabrese oriundo diBotricello, e vice console a San Diego. Lasorella Antonia e le nipoti Antonietta, Feliciae Antonella ci raccontano alcune curiositàsulla vita di questo importante personaggio,al quale l’associazione culturale “Calabresinel mondo”, presieduta da Aldo Viscomi, hadedicato grande attenzione, con convegni,mostre itineranti, persino un museopermanente vicino Botricello.“Forse nessun personaggio storico o politicoè amato nel nuovo continente quantoCristoforo Colombo, venerato quasi allastregua di un santo”- era il commento che ildiplomatico soleva fare a proposito del

navigatore genovese. A riferirlo è la stessanipote di Iannone, Antonietta Vincenzo,scrittrice di successo nei campi dellanarrativa e della divulgazione scientifica.“Incommensurabile- racconta - il senso digratitudine nutrito dal popolo d’ oltre oceanonei confronti di Colombo che, con la suascoperta, ha dato al continente americano lapossibilità di essere conosciuto in tutto ilmondo”.

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La ricorrenza nazionale “Columbus Day”viene celebrata in America dal 1971. In realtàla giornata dedicata a Colombo era già natadue anni prima a San Diego, dove venivafesteggiata a livello locale dalla cittadinanza,per iniziativa dell’ associazione degliitaloamericani. Iannone, che trascorse i primianni della sua giovinezza in Calabria, dopo lalaurea in legge, anziché inserirsi nel proprioambiente, armatosi di ambizione e coraggio,preferì scegliere la via più avventurosa:varcare l’ Oceano e intraprendere quello chenegli anni ’50 rappresentava per moltigiovani di belle speranze il cosiddetto sognoamericano. Di brillante personalità eseducente oratoria, il giovane avvocato nonincontrò difficoltà ad inserirsi nel non facilecontesto americano. Nel giro di pochi anni,oltre ad avviare a San Diego una delle piùimportanti agenzie di viaggi, riuscì anche adintraprendere con successo la stradadiplomatica. Diamo una scorsa alle preziosecarte custodite dai parenti di Jannone,testimonianza inedita di una pagina dicronaca americana.

In un documento datato 9 ottobre 1971, il viceconsole d’ Italia Gino Iannone, nel rivolgere ilsaluto all’ Associazione italoamericana di SanDiego, esprime il suo ringraziamento “per lacollaborazione accordatami – si legge- sia nelnormale esercizio delle mie funzioniconsolari, sia, soprattutto, per aver

appoggiato le mie idee e la mia azione nel farriconoscere il giorno di Cristoforo Colomboquale festa nazionale”.Nello stesso documento il diplomaticoprecisa che la solenne ricorrenza è il primoColumbus Day celebrato in tutta l’ America,mentre per San Diego, che ne era stata lapromotrice, rappresentava il terzoanniversario. Per ottenere il riconoscimentonazionale Iannone, nel 1961, si era recatopresso la Casa Bianca, a Washington, comeriporta un giornale dell’ epoca. La gioia dell’associazione californiana, nel vedersiriconosciuto il Columbus Day come festanazionale fu talmente grande che laricorrenza – riferisce un quotidiano del 1971-fu celebrata con particolare solennità, conconcerti musicali, discorsi ufficiali, una paratadi carri allegorici e la sfilata delle autoritàcittadine.Quanto grande e immutato nel tempo fosserimasto l’ amore per l’ Italia lontana, doveegli aveva lasciato le sue radici, i genitori, unfratello e una sorella, con i quali mantenevafrequenti contatti telefonici, l’ uomo, giuntoall’ apice del successo , lo manifestava in ognipubblica occasione. “Per ricordare questo suosconfinato sentimento per la terra che avevaabbandonato, ma mai dimenticato- raccontala sorella Antonia- alla sua morte, neldicembre del ’98, mentre le sue cenerivenivano disperse nelle acque dell’ OceanoPacifico nella baia di San Diego, in Calabriaabbiamo voluto collocare una sua fotografiain una piccola cappella del cimitero diBotricello, accanto ai suoi cari scomparsi”.L’ultima telefonata dello “zio Gino” allenipoti calabresi è un emblema di coraggio eforza d’ animo. “Negli ultimi anni, a causa diuna malattia- riferiscono le nipoti, la – lo ziosubì l’ amputazione di una gamba. In un

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primo momento ciò rappresentò un durocolpo per lui, abituato com’ era ad una vitaattiva e dinamica. Così, per reazione decise dirimettersi a studiare per diventare notaio. Altelefono mi raccontò quanta gioia aveva

provato nel ritrovarsi ad affrontare una provaconcorsuale insieme a molti altri giovani. Perlui fu come un’ iniezione di gioventù . L’esame lo superò a pieni voti. L’ ultimavittoria della sua vita”.

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Gli studenti dell’ Istituto “Leonardo DaVinci” hanno dedicato una Assemblea d’Istituto al giorno della Memoria, in ricordodelle vittime dello sterminio nazista.A distanza di pochi giorni dalla giornatamondiale del Migrante e del Rifugiato, che sicelebra il 18 gennaio, i ragazzi dell’ Ipsiahanno approfondito il tema dell’immigrazione con Suor Manuela Simoes eAlessandra Cugnetto, operanti presso ilCentro interculturale “Insieme” dell’ Ufficiodiocesano “Migrantes”.

Il 27 gennaio è stato vissuto, dunque, dairagazzi del professionale non come semplicerievocazione del passato, bensì comemomento di riflessione su problematicheimportanti della nostra società, quale è,appunto, quella dell’ immigrazione. Unaspetto molto attuale e presente a LameziaTerme, la città più multietnica della Calabria,dove si registrano circa 4290 emigrati, pari al6 % della popolazione residente, la maggiorparte proveniente da Marocco e Romania.

Nel suo intervento suor Manuela si èsoffermata, in particolare, sulle cause che

spingono ipopoli a

migrare,ripercorrendo la storia dell’ emigrazioneitaliana verso le Americhe, dal 1876 al 1946, ericordando le difficoltà vissute allora dainostri connazionali, vittime di razzismo e di“luoghi comuni”. “Gli stessi luoghi comuni –ha affermato suor Manuela- che oggivengono usati dai movimenti xenofobi perdiscriminare gli stranieri che cercano in Italiacondizioni di vita migliori. La storia dell’emigrazione si ripete– ha detto- e noi nondobbiamo mai dimenticare che siamo tuttimigranti. Nel Mediterraneo i popoli si sonosempre mescolati tra loro. Chi non accetta laconvivenza con gli stranieri non ha il sensodella storia.”

Le esperte hanno quindi risposto alledomande dei ragazzi, sottolineando l’importanza della cultura dell’ integrazione edel rispetto delle differenze. “La presenza distranieri in Calabria ha fatto ringiovanire lapopolazione, ci ha consentito di conoscereculture, religioni e tradizioni diverse dallenostre, ci ha fatto recuperare lavori che nonavevano più manodopera, ha cambiato ilvolto delle nostre scuole”, rimarcando inoltrecome “nella nostra città servirebbero piùstrutture e servizi adeguati a questa realtàmultietnica. Anche se- hanno affermato- quiil senso dell’ integrazione c’è. E lo dimostranoi molti cittadini immigrati che scelgono direstare a Lamezia, nonostante la mancanza dilavoro”.

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Lo dimostrano anche i figli di immigrati che aLamezia si sono ben inseriti , soprattutto nel

contesto scolastico. Come Anamaria, diorigine romena, la quale racconta di averincontrato difficoltà iniziali, a causa dellalingua e della diffidenza di qualcuno, ma diessersi poi perfettamente inserita, riuscendo atrovare dei veri amici. O come Joseph eMoustafà, provenienti dal Marocco, chedicono di vivere bene a Lamezia, sereni e benintegrati nella propria classe.

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Luca Giurato: “Siamo collegati in diretta con la famosa astrologa Margherita Hack

Pronta la risposta della scienziata: "La devo correggere. Sono astrofisica e non astrologa. Siinformi meglio" !

ecco un’ altra autorevole papera…

Lilly Gruber: "Siamo in collegamento con l' astrofica Margherita Hack" !

Fonte: trasmissione radiofonica Radio2

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la redazione

Una delle sfide più entusiasmanti a tuttele età è quella di trovare un quadrifoglio,ritenuto un grande portafortuna: questaricerca però, in realtà è sempre fonte didelusione. Se è ragionevole pensare cheda qualche parte vi sia un quadrifoglio,allora perché la natura è così avara diquadrifogli? Osservando i fiori si nota chela maggior parte di essi è composta dacinque petali, numero che ritorna anchenella disposizione

dei semi: è possibile osservarlo tagliandouna mela al suo “equatore”, notando che isemi sono sistemati all’ interno di unabella stella a cinque punte. Nel mondovegetale prevalgono quindi i numeridispari, mentre in quello animale i pari (lezampe sono sempre pari). Un’ indaginepiù accurata rivela che anche altri numerisono piuttosto ricorrenti tra le piante:esaminando un ananas o una pigna sinota che hanno file spiraliformi che sisusseguono dalla cima alla base, l‛una insenso opposto all‛altra. Di solito queste

file in un ananas sono 8 e 13, mentre inuna pigna 13 e 21 o 21 e 34. Anche nei

girasoli si possono individuare spire disemi che vanno dal centro all‛esterno insenso orario e antiorario, il loro numero èsolitamente di 34 e 55 o 55 e 89. I numeri8, 13, 21, 34 e 55 sono i più comuni: non èun caso, esiste un legame profondo tranatura e matematica, natura e numeri diFibonacci.Fibonacci era un matematico del XIIsecolo. Fu lui a scoprire questa sequenzadi numeri, che comincia con due 1,dopodiché ogni numero successivo è lasomma dei due che lo precedono:1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55… e via diseguito.Fibonacci giunse a questa sequenzacercando una legge che descrivesse lacrescita di una popolazione di conigli, inseguito si è scoperto che è unasuccessione che ha profondi legami con lanatura osservando i numeri di petali e difoglie: esse sono quasi sempre due, tre ocinque: ecco perché è più facile trovare untrifoglio che un quadrifoglio.

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A prima vista il gioco del filetto, comunemente chiamato “tris”, sembra poco più che un

passatempo per bambini. In realtà è un gioco molto interessante sotto il profilo matematico, perché

si presta a tutta una serie di varianti e considerazioni strategiche. Nella terminologia della teoria dei

giochi, il filetto è un gioco a due persone, “finito” ( cioè con un risultato determinato), senza

elementi dovuti al caso e giocato con “informazione perfetta”, nel senso che tutte le mosse sono

note ad entrambi i giocatori. Se viene giocato “razionalmente” da entrambi i lati, termina alla pari.

L’unica possibilità di vincere è nel far cadere l’avversario in una trappola che permetta di

completare una fila alla mossa successiva in due modi, uno solo dei qual può essere bloccato.

La chiave sta nella scelta iniziale.

Delle tre possibili aperture- casella d’angolo, di centro e di lato, la più forte è quella d’angolo,

perché l’avversario può evitare di essere intrappolato alla mossa successiva con una sola delle otto

possibili scelte: il centro. Dunque, se il vostro avversario mette la x in un angolo, voi dovete

piazzare la O al centro( fig 1).

Se l’avversario mette la x al centro, voi potete bloccarlo solo occupando un angolo( fig. 2).

Se il vostro avversario piazza la x su un lato, può essere controbattuto solo occupando una delle

quattro caselle che stanno sulla riga e la colonna della x( fig. 3).

( tratto da “Enigmi e giochi matematici” di Martin Gardner )

Fig 3Fig 1 Fig 2

ox o oo

o ox

o o

x x

ox x

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Che dolci …tradizioni!di Francesca Frijia e Anamaria Clim

L'uovo di Pasqua è un dolce della

tradizione pasquale, divenuto nel tempouno dei simboli della stessa festività dellaPasqua cristiana, assieme alla colomba.Nel Cristianesimo, simboleggia larisurrezione di Gesù dal sepolcro.Anche in Arabia l'uovo di Pasquarappresenta la resurrezione di Gesù.La tradizione del classico uovo dicioccolato è recente, ma il dono di uovavere, decorate con qualsiasi tipo didisegni o dediche, è correlato alla festapasquale sin dal Medioevo.

In diverse tradizioni pasquali l'uovocontinua a mantenere un ruolo per tutto ilperiodo delle festività. Durante il periododi Quaresima, in virtù del digiuno, leuova vengono spesso non consumate edaccumulate per il periodo successivo.Nella tradizione balcanica e greco-ortodossa l'uovo di gallina, cucinato sodo,

da secoli viene colorato, tradizionalmentedi rosso, simbolo della Passione, ma inseguito anche con altri diversi colori, ingenere durante il giovedì santo, giornodell'Ultima Cena, e consumato a Pasqua.Il giorno di Pasqua, in molti riti, sicompie la benedizione pubblica delleuova, simbolo della resurrezione e dellaciclicità della vita, e la successivadistribuzione tra gli astanti.Prima del consumo, in particolare nellatavolata di Pasqua, ognuno sceglie ilproprio uovo e inizia una gara(τσούγκρισμα) con i commensali,scontrandone le estremità, fino adeleggere l'uovo più resistente. Questoviene considerato di buon augurio. Oggi,le colorazioni vengono effettuate concoloranti alimentari tipici dellapasticceria, ma in passato si utilizzavanoprodotti vegetali, tra cui la buccia esternadelle cipolle di varietà rossa.In seguito, prevalentemente nell'ultimosecolo, è invalso l'uso dell'uovo dicioccolata, arricchito al suo interno da unpiccolo dono. Se fino a qualche decenniofa la preparazione delle classiche uova dicioccolata era per lo più eseguita per viaartigianale da maestri, oggi l'uovo diPasqua è un prodotto commerciale dellagrande distribuzione.La preparazione delle uova di Pasquadelle più svariate dimensioni ha inizioanche più di un mese prima di Pasqua,come effettivamente accade anche per

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l'albero di Natale nel periodo natalizio. Laproduzione delle uova di cioccolato, inItalia, è affidata per la maggiore allegrandi ditte dolciarie. Attualmente, però,

sembrano trovare ampi campi didiffusione le uova a tema, cioè uova diPasqua incentrate su un cartone animato,un film o una squadra di calcio.

Ciò nulla toglie alle classiche uova di

cioccolato preparate artigianalmente che sonotuttora molto diffuse in vari Paesi. In alcunidi essi, come la Francia, è tradizione istituirein aree verdi la caccia pasquale al tesoro, incui le uova, preparate artigianalmente e didimensioni ridotte, vengono nascoste fra glialberi e devono essere trovate dai bambini.Questa tradizione sta oggi però

Scomparendo per via della diffusione globaledell'uovo pasquale prodotto e distribuitodalle grandi catene commerciali.In molti altri paesi, infine, all'uovo dicioccolato viene ancora anteposto l'uovo digallina solitamente cucinato sodo. Anche neipaesi di religione ortodossa permane latradizione delle uova di gallina, in rispostaalla diffusione delle uova prodottecommercialmente, giudicate dagli ortodossiuna strumentalizzazione consumistica dellaPasqua. In Italia l'uovo sodo, come simbolopasquale, è rimasto presente soprattuttoaccompagnato alla tradizionale colombapasquale.

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…i lavori all’ Ipsia

tratto da Il Quotidiano del Sud

C’è molta attenzione daparte di studenti, professorie cittadini sullo stato deilavori di ampliamento dell’Ipsia, ripartiti a settembre2014, dopo un fermo duratosette anni. Lavori che, però,in questi mesi sonoproceduti assai a rilento,tanto da far esplodere lapolemica. Sono scaduti,infatti, i cinque mesi ditempo previsti dallaProvincia di Catanzaro perl’ultimazione dei lavori diampliamento del plesso, mail nuovo edificio non è statoancora completato.

La polemica ha preso corpoin una lettera aperta a firmadei docenti, indirizzata alpresidente dell’amministrazioneprovinciale, Enzo Bruno e,per conoscenza, alvicepresidente VittorioPaola. “Da anni sentiamo direche la Provincia ha avviato deilavori edilizi per la costruzionedi una nuova sede dell’ Ipsia-scrivono i professori-Eppure, questa nuova sede,malgrado le promesse e iproclami, non l’ abbiamoancora vista. Sicché, da anni,aspettiamo con pazienza.

Mentre, nel frattempo, aldanno si è aggiunta la beffa,perché dai giornali abbiamoappreso che nel catanzarese, ea Lamezia, la Provincia haristrutturato e ammodernatolicei, istituti tecnici eprofessionali, uno dopo l’ altro.All’ Ipsia, invece, nulla. Soloproblemi burocratici erallentamenti. Una storiainfinita. La nostra pazienza,però non è infinta. Ognidipendente pubblico ha ildiritto di lavorare in unambiente efficiente e sicuro. Edè dovere delle istituzionigarantirglielo. A dicembre ci

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eravamo rallegrati vedendo chei lavori procedevano, anche sea rilento. Ma al rientro dallevacanze natalizie ci siamoaccorti che i lavori si sononuovamente fermati. Noidocenti sentiamo il bisogno diintervenire, chiedendorassicurazioni eaggiornamenti sullo stato deilavori direttamente all’ Enteresponsabile. Anche noiabbiamo il diritto di dire lanostra, dal momento che iproblemi dell’ Ipsia li viviamoin prima persona, sulla nostrapelle, tutti i giorni, da anni”.L’attenzione sulla vicendaIpsia iniziata nel 2007, si èrisvegliata lo scorso anno,in seguito alle denunce deimedia e, soprattutto, all’interessamento attivo dellanuova preside Patrizia

Costanzo, la quale più volteha contattato e sollecitato l’ente intermedio. Tuttavia, ilavori stanno procedendomolto a rilento, e la nuovasede non è stata consegnataentro febbraio, come erastato promesso dallaprovincia.Intanto, sul sito dellaRegione è stato pubblicatoun bando rivolto a comunie province, per l’ accesso afinanziamenti in materia diedilizia scolastica. Il piano,che metterà a disposizione40 milioni di euro nelprossimo triennio, sarà unostrumento a disposizionedegli enti locali perl'ammodernamento, lamessa in sicurezza e ilcompletamento degli edificiscolastici, oltre che per la

realizzazione di nuovestrutture. Entro il 12 marzo,“le province – si legge nelbando- possono presentareun massimo di 3 domandedi finanziamento e nessunEnte potrà inserire più diun intervento per ciascunpiano annuale diattuazione”. La speranza ditutti è che, almeno questavolta, sia data priorità all’Ipsia di Lamezia Terme.

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di Anamaria Clim,Francesca Frijia,Marianna Fiumara

Salve a tutti! Siamo tre studentesse dellaII °F dell’Istituto “Leonardo Da Vinci”Ipsia. In questo articolo vorremmoesprimere le nostre opinioni e giudizisulla scuola. Vi vogliamo descrivere inostri pensieri che sono sia positivi, sianegativi. Abbiamo scelto di frequentarequest’istituto per approfondire le nostreconoscenze sulla nostra passione: “lamoda”. Tra le materie diapprofondimento studiamo tecnologie etecniche di rappresentazioni grafiche elaboratorio tecnico e, dal prossimo anno,studieremo anche i materiali e le tecnichedell’ artigianato. Impareremo persino arealizzare un vaso in ceramica. Propriocome la bellissima Molly (Demi Moore)nel film cult “Gosth”,

di cui è rimasta famosa la scena d’ amoredavanti al tornio. Speriamo che neiprossimi anni di scuola potremo faremolta pratica in laboratorio, per acquisirecompetenza nel settore artigianale, cheoffre molti sbocchi lavorativi.

Nel frattempo, inquesto primo biennio, stiamo studiandoanche materie basilari, come italiano,storia, matematica, scienze, e altrematerie che ci aiutano a sviluppare unaformazione di base. Quest’anno le regolesono diventate più rigide dell’annoscorso, la maggior parte dei professorisono cambiati, ma la struttura dellascuola è rimasta la stessa da diversi anni.Infatti dovrebbe essere ristrutturata,perché non è sufficientemente funzionale.Speriamo con tutto il cuore che i lavorifiniranno presto e che potremo passare iprossimi anni di scuola, in un istituto piùsicuro e confortevole.

La specializzazione riguardante il settore dell’artigianato si chiama “Produzioni industriali eartigianali” nel biennio, e “Artigianato” neltriennio. Ciò significa che in questo indirizzo glistudenti devono conoscere tutte le arti e imateriali che fanno capo al settore dell’artigianato. L’ identità dell’ indirizzo è riferita adattività professionali che si esplicano in settoriproduttivi generali, come: arredamento eindustria del mobile, economia del mare,abbigliamento, produzioni multimediali etelevisive, edilizia ed altri. In particolare, nell’articolazione “Artigianato” si studiano lemetodologie relative all’ ideazione, progettazionee realizzazione di oggetti, prodotti con tecnicheartigianali e legati alle tradizioni artistiche locali,ma sempre con uno sguardo rivolto all’innovazione tecnologica.

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Il Museo archeologico, uno dei più pregiati

tesori culturali della citta di Lamezia, è stato

visitato e apprezzato da Alberto Angela, noto

giornalista e conduttore televisivo.

Un inaspettato “fuori programma” si è

verificato mercoledi, in occasione della visita

a Lamezia di Alberto Angela, per presentare

il suo ultimo libro “I tre giorni di Pompei”,

reportage dettagliato sulla tragedia che

distrusse la città di Pompei. Secondo le

intenzioni del giornalista e degli

organizzatori, infatti, l’ evento si sarebbe

dovuto tenere nei locali del museo

archeologico lametino. Tuttavia, il grande

afflusso di visitatori ha reso necessario

trasferire il pubblico nel più spazioso

auditorium del teatro Grandinetti.

Ma, terminato il convegno, Angela ha

espresso il desiderio di visitare il museo

archeologico, dove è stato accompagnato dal

sovrintendente ai beni culturali e direttore

del Museo, Gregorio Aversa.

Il Museo archeologico è ospitato al primo

piano del complesso monumentale di San

Domenico, nell'antico convento dei padri

domenicani. Esso custodisce numerosi reperti

archeologici rinvenuti in diversi siti della

zona, attraverso cui è possibile seguire le

evoluzioni storiche del territorio dal

paleolitico fino all'età tardo-medievale. Il

percorso di visita di Angela è iniziato dalla

sezione preistorica, in cui sono esposti gli

strumenti utilizzati dai primi cacciatori del

paleolitico che abitarono la Calabria e vari

materiali attestanti la presenza di agricoltori

neolitici nella piana.

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Ci si è spostati, quindi, nella sezione classica,

riservata a Terina, la colonia greca fondata tra

la fine del VI e gli inizi del V secolo a.c. dai

crotoniati. Nelle vetrine delle due sale sono

conservate antiche monete rinvenute nella

Magna Graecia, due importanti documenti

epigrafici in bronzo riferibili alla città di

Terina, materiali di età greco-romana e

oggetti di uso comune presenti nelle case.

Infine, è stata visitata la sala medievale, dove

i frammenti esposti testimoniano la vita e la

storia del castello di Lamezia Terme, dalla

fase normanna a quella vice-regnale.

Il giornalista ha avuto modo, così, di

ammirare gli importanti reperti esposti. In

particolare, ha osservato con interesse i

bellissimi manufatti in ceramica realizzati dal

laboratorio di archeologia sperimentale dell’

ingegner Rocco Purri, titolare di “Impianti

Tecnici” presso l’ Istituto professionale per l’

industria e l’ artigianato di Lamezia Terme.

Si tratta di riproduzioni di reperti di

ceramiche medievali rinvenuti nel Castello

normanno-svevo di Nicastro e nell’ Abbazia

Benedettina di Sant’ Eufemia Vetere.

Purri, supportato dal Dipartimento di Fisica

dell' Unical, dalla Sovrintendenza ai beni

Archeologici della Calabria e dalla

Associazione Archeologica Lametina, ha

condotto ricerche accurate sui reperti, che

sono stati studiati nella morfologia, nelle

decorazioni e nell’ intero processo

produttivo. Alcuni manufatti sono in

ceramica graffita poi decorata “in giallo

ferraccia” e “verde ramina”, altri invece, sono

stati realizzati in policromia grazie al

contributo del maestro Antonio Saladino.

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La fiera Expo rimandata … in ingleseQuel refuso sui cartelloni di Expo.La scritta recita «But your ticket», invece doveva essere «Buy your ticket».Una «t» al posto della «y» rende incomprensibile la frase. L’errore corretto con una toppa

Tratto dal web (di Federica Bandirali)

La comunicazione su Expo di nuovorimandata in inglese. Dopo i moltissimistrafalcioni sul sito ufficiale, ora è diventatoun «caso» sbeffeggiato sul web quello deltotem di Fiera Milano che invita i turisti a

comprare un biglietto per Expo. La traduzioneinglese della frase «Acquista in fiera il tuobiglietto» è stata vittima di un refuso. Lascritta recita infatti «But your ticket» inveceche «Buy your ticket». Una «t» al posto della«y» che rende incomprensibile la frase

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(«but» significa «ma»).

Un errore che ha costretto FieraMilano acorrere ai ripari, mettendo una vera e propriatoppa sulla lettera sbagliata.

Il totem di Expo sbagliato

Ma non finisce qui: in inglese di solito ledate non si scrivono 1 May - 31 October,come invece si legge nella traduzione,diciamo così, «all’italiana». Semmai «May1st» e «October 31st», o «1st of May»,«31st of October». Doppio errore in un

unico totem che dovrebbe rappresentarela Milano pronta per ospitare milioni dipersone da tutto il mondo. Urge corsointensivo di recupero: May 1st (il PrimoMaggio) è vicino.

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“L’artigianato è il primo

volano di uno sviluppo

economico sostenibile

anche in aree che

presentano problemi di

ritardo di sviluppo”.

Leggete cosa scrive l’

associazione Borghi antichi

d’ Italia: “La creatività

artigianale è la prima

manifestazione che ha

accompagnato la comparsa

dell’umanità. Prima ancora

di ogni altra forma

evolutiva, organizzativa e

produttiva, hanno costituito

la prima testimonianza

identitaria della presenza

della vita. In questo senso,

gli oggetti dell’artigianato

concorrono a creare

l’identità di un popolo,

intesa come l’insieme delle

tradizioni, delle conoscenze

e dei tratti distintivi che ne

sanciscono la riconoscibilità

e unicità.

Le creazioni dell’artigianato

sono quindi da considerarsi

come espressione della

cultura materiale, legata

all’ambiente umano e

sociale in cui sono

realizzate. Pertanto, gli

oggetti dell’artigianato

tradizionale vanno

considerati opere dei

popoli, recanti un

messaggio spirituale e

culturale, nonché

testimonianze delle

tradizioni e della creatività

da trasmettere alle

prossime generazioni.

La creatività artigiana è

“sapienza di comunità”.

L’artigianato rappresenta,

oltre che un patrimonio

culturale e un servizio per i

cittadini, una risorsa

economica e produttiva

fondamentale: un tessuto

produttivo diffuso

costituito da microimprese,

da laboratori e da piccole e

medie imprese fortemente

radicate nei territori di

appartenenza, il cui valore

economico non è

trascurabile all’interno del

valore prodotto dai settori

manifatturieri.

L’artigianato costituisce un

patrimonio culturale unico

che caratterizza le comunità

locali dei borghi nelle loro

diverse epoche di sviluppo.

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Le imprese artigiane sono le

promotrici di una

tradizione artistica e

produttiva secolare,

depositarie di conoscenze

materiali e immateriali,

radicate nei territori di

appartenenza. Allo stesso

modo sono portatrici di

valori culturali “universali”

in quanto imprese attente al

design, al progetto, alla

storia e che entrano spesso

in rapporto con settori

culturali molto diversi tra

loro.

Le imprese artigiane

producono beni e/o

realizzano servizi di

prossimità che concorrono

significativamente a

determinare il grado e il

livello di qualità di vita di

una comunità locale.

L’artigianato è portatore di

un “valore sociale” che il

settore crea attraverso

l’interazione con i soggetti

economici e sociali del

territorio, con la collettività

e con l’ambiente

circostante.

L’artigianato genera infatti

un forte radicamento nel

territorio di riferimento, è

parte integrante della

cultura e influenza la

società locale. In

quest’ottica si può

inquadrare il tema della

trasmissione dei mestieri:

infatti, oltre che per la

salvaguardia delle

tradizioni e del saper fare,

tale trasmissione è

fondamentale per la tutela

del tessuto sociale dei

territori.

L’artigianato è infatti una

forma di occupazione

diffusa che alimenta

l’economia locale e le

piccole produzioni di beni e

servizi, creando

occupazione, stabilità

sociale, e possibilità di

sviluppo futuro. Molti

territori sono caratterizzati

da produzioni di antica

tradizione a rischio di

estinzione a causa della

mancanza di ricambio

generazionale.

L’artigianato è inoltre il

primo volano di uno

sviluppo economico

sostenibile anche in aree

che presentano problemi di

ritardo di sviluppo”.

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Je suis charlie?di Caterina Gualtieri

In questi giorni, e ancoraoggi, in televisione siparla della vicendaaccaduta in Francia. Cosaè successo?La Francia è stataattaccata da terroristi chesi muovevanoliberamente nel cuore diParigi. Erano a voltocoperto, bardati digiubbotto antiproiettile earmati kalashnikov.Iniziarono a sparare conprecisione, non acasaccio, ma scegliendobene i bersagli daeliminare. E’ stata unastrage.

A quanto pare l’attacco èpartito da 3 uomini,contro la sede delgiornale, a Parigi .Hanno colpito laredazione di CharlieHabdo, aprendo il fuococon i kalashnikov.Hanno perso la vita 14giornalisti, un ospite, edue agenti.Dopo di ciò è iniziatasubito la caccia dei killerin tutta la Francia.Verso sera i 3 uominiperò sono statiidentificati.I due fratelli sono statiriconosciuti grazie alla

carta d’ identità ritrovatadalla polizia.Dopo qualche giorno lihanno trovati, due alsupermercato, l’altroinvece era in unatipografia.Allora hanno mandato iservizi speciali. E sonoriusciti a prenderli.Dopo tutto questo, iocredo che occorre agire,in modo duro eadeguato.Prima che succedaqualche altro attacco.

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Si narra che quando il matematico Gauss era bambino si trovò a dover risolvere un

problema di aritmetica e che ci riuscì in maniera molto ingegnosa. Un giorno, la sua

maestra elementare dovendo compilare delle carte, per tenere occupati gli alunni, diede

loro da risolvere un esercizio un po’ lunghetto: sommare i numeri da 1 a 100.

Il piccolo Gauss, dotato di forte intuito e spirito di osservazione, individuò in brevissimo

tempo la formula che permette di rispondere alla domanda posta, senza effettuare le

somme dei 100 numeri. Egli notò che, sommando il primo con l’ultimo, il secondo col

penultimo, il terzo col terzultimo, ecc, si otteneva sempre come risultato 101, cioè il

numero successivo a quello dato. Dunque il problema si può scomporre così:

1 – 100

2 – 99

3 – 98

.

.

.

50 – 51

Come si può osservare, i numeri della prima colonna crescono, mentre quelli della

seconda colonna decrescono, dando via via come somma su ogni riga sempre 101.

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Perciò, invece di contare tutti i numeri da 1 a 100, si può sommare 101 tante volte quante

sono le righe, cioè 50 volte:

101* 50 = 5050

Applicando la stessa logica possiamo facilmente generalizzare il calcolo per qualsiasi

numero naturale, sia pari che dispari.

Infatti, se il numero n è pari, analogamente a come abbiamo fatto per il numero 100,

scomponiamo la somma degli n numeri nelle due colonne:

1 – n

2 – n-1

3 – n-2

.

.

n/2 – n/2 + 1

Essendo la somma dei numeri su ogni riga, il risultato dell’ addizione sarà sempre (n+1).

Perciò la somma totale è data da n + 1 per il numero di righe, cioè: ( n + 1 )* n/2.

E se n è dispari (e quindi n/2 non è un numero intero) come procediamo? Osserviamo,

semplicemente, che se ne è dispari il numero che lo precede, n – 1, è pari. Ora, per n – 1

abbiamo dimostrato valere la relazione:

1 + 2 +…n – 1 = ( n – 1 ) * n/2

Dunque, 1 + 2 +…(n – 1) + n sarà uguale a

( n – 1 )/2 * n + n = n * ( n + 1 )/ 2

Quindi, la formula vale per ogni numero, sia pari che dispari.

Facciamo un esempio. Per sommare i numeri da 1 a 10, basta eseguire il velocissimo

calcolo: 10x11 diviso 2, ovvero 5x11, che dà come risultato 55.

Per sommare i numeri da 1 a 11, si effettua il calcolo 11x 12 diviso 2 = 66

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La nostra avventura redazionale, per ora, finisce qui.Vi abbiamo fatto divertire? Riflettere? Ridere? Piangere?Sbadigliare?In ogni caso, grazie per averci letto. Ora vi dobbiamoproprio salutare. Prima che finisca l’ intervallo vorremmoconsumare il nostro mitico panino…

…rigorosamente “piastrato”

E lo sapete perché?

Perché…

Bibliografia

“Il Quotidiano del sud”

“Enigmi e giochi matematici”, MartinGardner

“Giochi matemagici”, AntonellaMongiardo, Antonietta Vincenzo

Internet