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LA RELAZIONE
D’AIUTO
Seminario Progetto White – Università La Sapienza Roma 29/01/2014 Sala EURODESK
Dott.ssa Susanna Gallo
Rapporto interpersonale che intercorre
tra due individui La relazione non si attiva spontaneamente ma va creata e sostenuta
L’elemento centrale è la fiducia.
Anche la fiducia va costruita tramite i suoi elementi di base:
autenticità, disponibilità all’ascolto, coerenza tra parole e fatti.
La relazione non è amicizia quando si realizza in un contesto professionale,
implica responsabilità.
chiunque si avvicini ad una attività di aiuto ne trae soddisfazione e riconoscimento, ma la relazione deve rimanere ancorata all’utente: l’operatore si prende cura dell’altro,
la relazione è asimmetrica, il contesto rimane professionale.
Gli elementi professionali che favoriscono
la relazione d’aiuto
E’ importante che la persona sviluppi delle capacità relazionali che gli permettano di entrare in relazione, esprimendo attenzione, partecipazione, empatia.
Senza di esse l’intervento rischia di collocarsi in un’area routinaria
SONO:
1. Avere coscienza di sé stessi e del
proprio ruolo,
autenticità
L'autenticità,
comprende
la spontaneità,
l'apertura e
la genuinità.
devo avere un buon livello di consapevolezza:
limiti e qualità.
2. L’empatia
il coraggio di
osservare
serenamente
quegli elementi
che l’altra
persona teme.
Implica
accettazione non giudicante:
Culture free.
3. Affiancare la persona per la sua
autodeterminazione ed autonomia Nessuno si può sostituire all’altro e
nessuno può scegliere per l’altro che va invece rispettato.
L'autodeterminazione è l'atto secondo cui l'uomo si determina secondo la propria legge.
4. Atteggiamento maieutico
La componente maieutica della relazione si riferisce alla capacità, attraverso il dialogo, di tirar fuori all'altro pensieri assolutamente personali,
non imporre la propria punteggiatura con la retorica e persuasione, ma lasciar crescere.
5. La flessibilità è la capacità di liberare piuttosto che controllare.
nessuno può imporsi come un’autorità con ordini e procedure, queste sarebbero un ostacolo alla capacità di percepire la realtà fuori dalle categorie preconcette.
6. L’ascolto attivo
Ascoltare è più importante che parlare:
è attraverso l’ascolto attivo che si comprendono le persone, i loro problemi ed i bisogni;
è attraverso l’ascolto
attivo che si attivano
le risorse.
7. La fiducia nel cambiamento Imprescindibile la fiducia che l’altro
possa cambiare
Questa fiducia va ovviamente estesa anche e
all’operatore
sociale stesso
Bibliografia
G. Larson Aiutare chi soffre,
Edizioni Meridiana 1993
T. Gordon Genitori efficaci
Edizioni Meridiana 1999
G.Zilianti B.Ravai Assistenti Sociali professionisti
Carocci Faber 2007
E. Allegri Il colloquio nel servizio sociale
Carocci Faber 2007