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Percorso di ricerca-azione della rete degli istituti comprensivi del distretto faentino nell’ambito del progetto nazionale «Misure di Accompagnamento delle Indicazioni Nazionali» La riflessione sulla lingua a partire dalle Nuove Indicazioni Luigi Bosi Giscel ER

La riflessione sulla lingua a partire dalle Nuove Indicazioni · La riflessione concorre infatti a sviluppare le capacità di categorizzare, di connettere, di analizzare, di indurre

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Percorso di ricerca-azione della rete

degli istituti comprensivi del

distretto faentino nell’ambito del progetto nazionale «Misure di

Accompagnamento delle Indicazioni Nazionali»

La riflessione sulla lingua a partire dalle Nuove Indicazioni

Luigi Bosi Giscel ER

Laboratorio di Lingua Italiana

10/02/2016Luigi Bosi Giscel ER

�Che immagine abbiamo della lingua verbale?�Cosa intendiamo per riflessione sulla lingua?� Perché e come aiutare gli alunni a passare da un uso inconsapevole della lingua ad una riflessione consapevole su di essa?

10/02/2016Luigi Bosi Giscel ER

L’idea di lingua nelle «Nuove Indicazioni» e nel QdR Invalsi

«La lingua è uno strumento essenziale per comunicare e conoscere, per rendere via via più complesso e meglio definito, il proprio pensiero» (N.I.p.27)

«Il sistema della lingua viene comunemente descritto secondo diversi livelli di osservazione ,che hanno una loro autonomia nella ricerca e nella pratica didattica, anche se nella comunicazione operano congiuntamente. Si tratta dei livelli pragmatico-testuale, logico-semantico, morfosintattico, lessicale e fonologico-grafico»(QdR p.10)

«Gli oggetti della riflessione sulla lingua sono: le strutture sintattiche delle frasi semplici e complesse (per la descrizione delle quali l’insegnante sceglierà il modello grammaticale di riferimento che gli sembra più adeguato ed efficace); le parti del discorso, o categorie lessicali; gli elementi di coesione che servono a mettere in rapporto le diverse parti della frase e del testo (connettivi di vario tipo, pronomi, segni di interpunzione); il lessico e la sua organizzazione; le varietà dell’italiano più diffuse.» (N.I.p.39)

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Proprietà delle lingue verbali

� Biplanarità

� Arbitrarietà dei segni

� Doppia articolazione(Ia morfemi >IIa fonemi) *

� Combinatorietà illimitata

� Onnipotenza semantica>creatività illim.>ricorsività*

� Riflessività >metalinguaggio*

� Trasponibilità di mezzo (parlato e scritto)

� Linearità

� Complessità sintattica>alta elaborazione strutturale

� Equivocità*Luigi Bosi Giscel ER

I livelli della lingua verbale

� Fonetica e fonologia

� Morfologia

� Sintassi

� Semantica

� Pragmatica

� TestualitàLuigi Bosi Giscel ER

L’idea di riflessione sulla lingua nelle «Nuove Indicazioni»

«Ogni persona, fin dall’infanzia, possiede una grammatica implicita, che le permette di formulare frasi ben formate pur senza conoscere concetti quali quelli di verbo, soggetto, ecc…sin dai primi anni di scolarità, i bambini hanno una naturale predisposizione a riflettere sulla lingua. È su queste attitudini che l’insegnante si può basare per condurre gradualmente l’allievo verso forme di «grammatica esplicita»(N.I.p.38)

>Riflessione come atteggiamento e percorso di ricerca

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L’idea di riflessione sulla lingua nel QdR Invalsi

La padronanza linguistica richiede competenze fonologiche e ortografiche, morfosintattiche, lessicali, testuali e anche:

• conoscenze e abilità di riflessione metalinguistica, funzionali sia al controllo consapevole della comprensione dei testi orali e scritti sia alla descrizione del funzionamento del sistema linguistico;

• la consapevolezza che una stessa lingua si realizza in forme diverse in relazione alla natura del messaggio, allo scopo della comunicazione e al contesto (varietà linguistiche). (p.4)

La competenza grammaticale … intesa in due modi diversi:

una “grammatica implicita”.. una “grammatica esplicita”(p.7)

«Nella formulazione dei quesiti di grammatica si mira, più che a misurare la capacità di memorizzare, riconoscere e denominare classi e sotto-classi di elementi, ovvero di operare una categorizzazione astratta e fine a se stessa, a privilegiare la capacità di operare analisi di tipo funzionale e formale»(p.10)

10/02/2016Luigi Bosi Giscel ER

Le «Indicazioni»sul metodo

«La riflessione sulla lingua, se condotta in modo induttivo e senza un’introduzione troppo precoce della terminologia specifica, contribuisce a una maggiore duttilità nel capire i testi e riflettere e discutere sulle proprie produzioni.

Essa, inoltre, si intreccia con la riflessione sulle altre lingue del repertorio dell’allievo, in una prospettiva plurilingue e interculturale.

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Metodo

Ma il ruolo probabilmente più significativo della riflessione sulla lingua è quello metacognitivo:

La riflessione concorre infatti a sviluppare le capacità di categorizzare, di connettere, di analizzare, di indurre e dedurre, utilizzando di fatto un metodo scientifico.»(p.39)

10/02/2016Luigi Bosi Giscel ER

Come appassionare alla riflessione sulla lingua?(come superare lo «spread» fra grammatica implicita ed

esplicita)

Facendo vedere la lingua come un meccanismo o un organismo di cui si può scoprire il funzionamento

Il problema: per far vedere la lingua come un meccanismo bisogna farla vedere in modo svincolato rispetto alle situazioni concrete in cui la si usa, cioè come un sistema simbolico distinto dalle cose che rappresenta, mentre la tendenza naturale del bambino e del ragazzo è di guardare più alle cose di cui parlano le parole che alle parole con cui parliamo delle cose. bisogna quindi sviluppare la riflessione metalinguistica

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Staccare le parole dalle cose

� A sei anni un bambino a cui si chiede di dire una parola lunga probabilmente risponde «treno»

� M.Donaldson in «Come ragionano i bambini» racconta di un esploratore che aveva chiesto a un indios di tradurre nella sua lingua la frase «L’uomo bianco ha ucciso 6 orsi oggi» e visto che questi si rfiutava alla successiva richiesta di spiegazioni ebbe questa risposta: «non posso tradurla perché nessun uomo bianco potrebbe uccidere 6 orsi in un giorno»

� «Raccontami le storie che escono dalla bocca»

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Come sviluppare la riflessione metalinguistica

La riflessività linguistica è la proprietà costitutiva, delle sole lingue verbali, di riflettere su se stesse, quindi essa « preesiste ad ogni istruzione, ad ogni attività conscia sulla lingua, ed emerge anche in modi inconsapevoli»(S.Ferreri,2014>A. Culioli J.Gombert).

La didattica deve rilevare e valorizzare queste attività riflessive inconsapevoli seguendone il naturale sviluppo e innestando su di esse le riflessioni consce.

La didattica deve esercitare la riflessione partendo dagli aspetti più «visibili» del sistema linguistico

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Forme di riflessione linguistica inconsapevole

citazioni:Guglielmo 3,5 sul film E.T.: lui diceva: casa, telefono

costruzioni presentative :es. che cos’è questo? quello? (ma per sapere il nome di una cosa)

costruzioni appellative e spiegazionies. ballo di due gemelline>

A.3,11 - Non farmi così sennò muoio

C.3,11 – Cos’è muoio?

A.3,11 – E’ un tipo di esperienza che uno muore. Si può dire anche muoroDa BONNET-GARDES(1985), Quand l’enfant parle du langage. Bruxelles:Pierre Mardaga EditeurLuigi Bosi Giscel ER

Come sviluppare la riflessione inconsapevole

� Nella nominazione : dare il nome alle cose e rafforzare i rapporti fra le parole e le cose del mondo del bambino («come hai detto? puoi ripetere? che cosa vuoi dire? come si scrive?») > potenziare la riflessione inconscia

� Nei significati: strutturare le reti di relazioni fra parole a partire da quelle già presenti in memoria (parafrasi, definizioni, citazioni) > riflessione consapevole

diluvio universale

Riflessione Inconsapevole

� Nel parlare dei testi : acquisire l’ apparato descrittivo tradizionale delle parti del discorso e delle funzioni logiche per controllare la lettura e la scrittura >riflessione consapevole più sistematica

� La parola scritta favorisce di più la riflessione>mostrare subito il rapporto non biunivoco suono lettera

10/02/2016Luigi Bosi Giscel ER

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Il metodo«noi ci interessiamo alle cose in cui riusciamo bene»

J.Bruner

� Metodo induttivo e attivo (competenze implicite ed esplicite> far scoprire ciò che si sa > motivazione )

� Collegare la riflessione alle altre attività linguistiche

� Partire da un problema sentito da risolvere insieme

� Sviluppare la competenza interrogativa (evitare l’interrogazione totale da parte del docente)

Schemi possibili degli itinerari

Curiosità>domanda>ipotesi>verifica>risposta

Osservazione >induzione>formulazione

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Quali «Indicazioni» per il curricolo?

Obiettivi di apprendimento al termine della quinta primaria

� Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole (parole semplici derivate, composte).

�Riconoscere la struttura del nucleo della frase semplice (la cosiddetta frase minima): predicato, soggetto, altri elementi richiesti dal verbo.

�Riconoscere in una frase o in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, riconoscerne i principali tratti grammaticali;

Obiettivi di apprendimento al termine della terza media

Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole: derivazione, composizione.

Riconoscere l’organizzazione logico-sintattica della frase semplice.

Riconoscere in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, e i loro tratti grammaticali

10/02/2016Luigi Bosi Giscel ER

Obiettivi di apprendimento al termine della quinta primaria

� Relativamente a testi o in situazioni di esperienza diretta, riconoscere la variabilità della lingua nel tempo e nello spazio geografico, sociale e comunicativo.

� Comprendere le principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico).

Obiettivi di apprendimento al termine della terza media

Riconoscere ed esemplificare casi di variabilità della lingua.

Riconoscere le principali relazioni fra significati delle parole (sinonimia, opposizione, inclusione); conoscere l’organizzazione del lessico in campi semantici e famiglie lessicali.

10/02/2016Luigi Bosi Giscel ER