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La riforma della PAC
Roberto PretolaniDipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale
Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi Università degli Studi di Milano
Lodi, 16 aprile 2012
2
Le fasi della PAC
1993-1999 Riforma Mac Sharry
2000-2004 Agenda 2000
2005-2009 Riforma Fischler
2009-2013 Health check
2014-2020 Europa 2020
Le tappe del dibattito
3 marzo 2010 Pubblicazione del documento “Europa 2020: unastrategia per la crescita intelligente, sostenibile einclusiva”
12 aprile 2010 Il Commissario Ciolos ha lanciato la consultazionepubblica sul futuro della Pac
17 giugno 2010 Il Consiglio europeo dei capi di Governo dell’Ue haadottato la Strategia “Europa 2020”
19-20 luglio 2010 Conferenza europea a Bruxelles sul futuro della Pac
19 ottobre 2010 Comunicazione Commissione sul futuro dellepolitiche comunitarie e sul bilancio 2014-2020
18 novembre 2010 Comunicazione della Commissione sul futurodella Pac
29 giugno 2011 Proposte legislative bilancio 2014-2020
12 ottobre 2011 Proposte legislative sulla nuova Pac 2014-2020
fine 2012 ?? Approvazione della nuova Pac
1° gennaio 2014 Entrata in vigore della nuova Pac
Le motivazioni della riforma
Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale
Nella comunicazione 672 del 18/10/2010 della
Commissione si legge:
«La PAC è chiamata ad affrontare una serie di sfide che
costringono l'UE a fare scelte strategiche per il futuro a
lungo termine del settore agricolo e delle zone rurali»
Da qui «la necessità che la futura PAC continui ad essere
una politica comune forte, imperniata su due pilastri»
L’UE sembra, quindi, puntare ancora sulla PAC e le dedica
fino al 2020 risorse quasi invariate. Ciò non era scontato e
non è indifferente nel contesto della crisi finanziaria ed
economica che stiamo attraversando.
Gli obiettivi strategici della riforma
Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale
Il COM 672 identifica tre obiettivi strategici:
a) Preservare il potenziale di produzione alimentare
dell'UE secondo criteri di sostenibilità, al fine di
garantire la sicurezza dell'approvvigionamento
alimentare a lungo termine per i cittadini europei e
contribuire a soddisfare la domanda mondiale di
prodotti alimentari, che secondo le stime della FAO
dovrebbe crescere del 70% da qui al 2050.
b) Sostenere le comunità agricole, che forniscono ai
cittadini europei una grande varietà di derrate
alimentari di pregio e qualità, con una gestione attiva
del territorio e delle risorse naturali.
c) Preservare la vitalità delle comunità rurali, per le
quali l'agricoltura costituisce un'attività economica
importante in grado di creare occupazione locale.
La Pac ha una buona immagine, ma servono risorse per altre politiche.
Il bilancio dell’UE e il peso della PAC
37%
9%
41%
1%6%
6%
1%
C oes ione
C ompetitività
P olitica agricola
P es ca e ambiente
C ittadinanza
P olitica es tera
Amminis trazione
(2011)
Nella proposta di bilancio UE 2014-2020 del 29
giugno 2011 la percentuale della PAC dovrebbe
scendere dal 40% del 2013 al 34% nel 2020
La dotazione finanziaria (Milioni euro)
Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale
2013 4.128
2014 4.024 -2,5%
2015 3.963 -1,5%
2016 3.902 -1,5%
2017 -20 3.842 -1,6%
Var.totale -287 -6,9%
ITALIA - AIUTI DIRETTI
UE-27 2013Media
2014-20
Totale
2014-20
Var.%
2020/2014
Mercati 3.311 2.680 18.763 -18,5%
Aiuti diretti 42.535 43.147 302.028 1,7%
Sviluppo rurale 14.451 14.609 102.264 1,3%
TOTALE 60.297 60.436 423.055 0,5%
Mercati 5,5%
Aiuti diretti 70,5%
Sviluppo rurale 24,0%
TOTALE 100,0%
4,4%
71,4%
24,2%
100,0%
L’Italia subisce la redistribuzione degli aiuti tra Stati membri dell’UE, con perdita del 7% (peggio di noi solo Belgio, Olanda e Grecia) Francia -3%, Germania -4%, Spagna -1,3%, Regno Unito +0,4%
I pagamenti diretti: finalità e modalità
Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale
Finalità: Ridistribuzione, riformulazione e
migliore orientamento del sostegno
Redistribuzione basata su criteri economici e
criteri ambientali agli «agricoltori attivi»
Proposta di regolamento COM 625/3 del 12/10/2011:
5 componenti:- Pagamento di base
- Componente “ecologica”, «greening», «inverdimento»
- Aiuto ai giovani agricoltori
- Sostegno aggiuntivo per le zone con vincoli naturali
- Aiuto accoppiato
Regime semplificato per i piccoli agricoltori
Modalità attuative dei pagamenti diretti
Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale
La proposta di regolamento appare complessa e, in
alcuni passaggi, scritta male e di difficile
applicazione.
Vi sono norme «orizzontali» ed altre specifiche per
ciascuna delle cinque componenti.
Viene inoltre lasciata una (limitata) scelta agli
stati membri su come applicare le norme:
Es: - uso di massimale nazionale o regionalizzato
- suddivisione massimale tra componenti
- sostegno zone svantaggiate facoltativo
- sostegno accoppiato facoltativo con scelta %
Le norme orizzontali
Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale
Revoca dei diritti storici (31/12/2013) e nuova
assegnazione di diritti nel 2014 (entro il 15 maggio)
Assegnazione diritti solo ad agricoltori «attivi»Era una delle norme più attese, per limitare gli aiuti al reddito dei
soli agricoltori: la montagna ha partorito il topolino: non
riceveranno aiuti coloro che dai premi Pac ricaverebbero meno del
5% del reddito totale, con esenzione sotto i 5.000 euro di premi (si
rischia da 100.000 euro di reddito in su!!)
Livellamento degli aiuti (capping)Anche in questo caso scarsi effetti: il prelievo inizia oltre i 150.000
euro di PUA al netto dei salari
Esclusione micro-aziendeInferiori a 0,50 ettari oppure a 400 euro di aiuti
Regime semplificato per «piccoli» agricoltoriAl di sotto di 3 ettari di superficie premiabile sarà concesso un PUA
forfettario omnicomprensivo tra 500 e 1000 euro totali
Il pagamento di base
Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale
Il pagamento di base (sostegno al reddito) sarà dato agli
agricoltori in funzione delle loro superfici «ammissibili»,
cioè alla SAU + le superfici ritirate dalla produzione e
rimboschite nell’ambito del PSR.
La stima è circa 12 milioni di ettari in Italia e 970.000 in
Lombardia.
Il valore dei titoli sarà inizialmente stabilito in parte su
base storica e progressivamente ravvicinato: nel 2019
sarà uguale per ogni ettaro «nazionale» o «regionale».
Una prima stima indica che il valore medio «nazionale»
sarà vicino a 150 euro/ettaro, mentre una
«regionalizzazione» amministrativa per la Lombardia
potrebbe portare il valore a 240 euro/ettaro.
Tale valore andrà moltiplicato per la superficie ammis-
sibile dell’azienda e soggetto alle norme «orizzontali»
Il greening: un bel problema
Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale
Dalla relazione che precede la proposta di regolamento:
«È necessario che l'agricoltura e le zone rurali si
adoperino con impegno ancora maggiore per conseguire
le mete ambiziose a livello di clima, energia e strategia
per la biodiversità, contemplate dall'agenda Europa
2020. La gestione del territorio è affidata
principalmente agli agricoltori e ai silvicoltori: per
questo sarà necessario concedere loro un sostegno per
incitarli ad adottare e a conservare sistemi e pratiche
di coltivazione particolarmente indicati per conseguire
obiettivi ambientali e climatici, che costituiscono un
tipo di servizio pubblico di cui i prezzi di mercato non
tengono affatto conto»
E’ il concetto della produzione di beni pubblici.
Il greening: un bel problema
Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale
«Questa riforma accelera il processo volto a inglobare
nella PAC gli aspetti ambientali, introducendo una forte
componente di inverdimento nel primo pilastro affinché
tutti gli agricoltori dell'Unione europea che ricevono il
sostegno vadano oltre gli obblighi di condizionalità e
svolgano quotidianamente un'azione benefica per il
clima e per l'ambiente»
«D'ora in poi il 30% dei pagamenti diretti sarà
collegato all'inverdimento, il che garantirà che tutte le
aziende svolgano un'azione benefica per il clima e
l'ambiente»
Inizialmente sembrava che il greening fosse obbligatorio
per gli stati ma facoltativo per gli agricoltori, con premi
per interventi ambientali semplici, generalizzati, non
contrattuali e annuali.
Il greening: un bel problema
Nella proposta di regolamento il greening è condizione obbligatoria per ottenere il premio base. Ad eccezione delle aziende con agricoltura biologica
Gli obblighi del greening sono 3:1. Mantenere le superfici a foraggere permanenti presenti
nell’azienda;
2. Diversificare le colture (se la superficie a seminativi >3 ha):1. avere 3 colture diverse (1a max. 70%, 3a min. 5%), a meno che:
1. tutti i seminativi siano destinati a riposo;
2. tutti i seminativi siano destinati a foraggere avvicendate;
3. tutti i seminativi siano destinati a colture sommerse (es. riso).
3. Destinare come minimo il 7% della superficie ammissibile (meno foraggere permanenti) ad aree di interesse ecologico (terreni lasciati a riposo, terrazze, elementi caratteristici del paesaggio, fasce tampone e superfici oggetto di imboschimento PSR).
Il greening: un bel problema
I problemi sono almeno due:
1) La «diversificazione»
Secondo gli estensori degli studi di impatto è adottata in
subordine alla rotazione, che darebbe benefici ambientali
maggiori ma non è facilmente applicabile.
E allora: obbligo, se i seminativi superano 3 ha, a seminare
tre diverse colture, con le eccezioni appena viste.
La prima non deve superare il 70%, la terza almeno il 5%.
N.B. Manca la definizione di coltura: mais da granella e
silomais sono la stessa o due diverse?
Il silomais è considerata foraggera o cereale? Le foraggere
sono definite come superfici a seminativo interamente
utilizzate per la produzione di erba (seminata o spontanea)
Il greening: un bel problema
1) La «diversificazione»
SI: se il 100% delle superfici e utilizzato per colture sommerse (riso) o il 100% per foraggere.
NO: se un’azienda ha 50% di riso e 50% di foraggere
SI: se un’azienda coltiva mais, frumento e orzo
NO: se un’azienda coltiva soia ed erba medica o solo soia
Problemi per le aziende di media dimensione 3-20 ha. Ad oggi 12.000 aziende lombarde per circa 300.000 ettari sarebbero escluse da tutti i premi, pari a 132 milioni di euro.
In ogni caso la diversificazione non può essere imposta con criteri così rigidi.
Il problema del greening
2) Obbligo di destinare il 7% della superficie a seminativi e
colture arboree a «aree di interesse ecologico»
E’ la reintroduzione mascherata del set-aside, tolto nel
2008 per aumentare la produzione di alimenti.
Piccole aree isolate a set-aside, siepi e filari, ecc. non
hanno alcun senso per la tutela della fauna e la
conservazione della biodiversità (lo dicono i biologi)
L’obbligo viene esteso anche ad aziende che in passato non
erano soggette (meno di 15-20 ha, con arboree)
Stima Lombardia: 51.400 nuovi ettari di set-aside +15.800
già esistenti= 67.200 ettari sottratti alla produzione, quasi
tutti in pianura, con il 60% delle aziende coinvolte, e una
perdita di reddito stimata pari a 80 milioni di euro.
Il greening: un bel problema
Come si concilia questa sottrazione di produzione e di
reddito con la necessità di «preservare il potenziale di
produzione alimentare dell'UE»?
In un mondo dove ci sono oltre 800 milioni di affamati e i
prezzi dei prodotti alimentari sono crescenti è giusto che
l’Europa produca il 5% in meno?
Perché gli agricoltori devono pagare (minore reddito) per
produrre beni pubblici a favore della collettività che già
oggi non sono remunerati?
Le aziende intensive vegetali (viticole, frutticole)
rinunceranno al 7% della loro SAU (già scarsa) per chiedere
premi pari, se va bene, a 400-450 euro per ettaro?
Se tutto il massimale nazionale non viene speso l’unica che
ci guadagna è l’UE.
Proposte sul greening
Renderlo facoltativo per gli agricoltori e/o
Semplificare le norme sulla diversificazione
Alzare la soglia minima da 3 a 10-20 ha
Ridurre a 2 le colture per le aziende <10-20 ha
Considerare come terza coltura le aree ecologiche
Introdurre le leguminose tra le colture esenti
Esenti se destinate a foraggere+riso+leguminose+set-aside
Margini di tolleranza nelle percentuali
Rivedere l’obbligo delle aree ecologiche
Escludere dalla superficie le colture arboree
Ridurre la percentuale di obbligo dal 7% al 5%
Permettere il trasferimento di obbligo tra aziende
Caratteristiche del database
utilizzato per le simulazioni
Per stimare gli impatti della riforma in Lombardia è stato
costruito un database basato sui dati SIARL 2010 che
comprende tutte le aziende della regione, le loro
caratteristiche strutturali e produttive, i premi ricevuti
per categoria.
Le simulazioni sono state svolte prefigurando la
situazione di aiuti 2013 e al 2019.
Nel database sono comprese 48.000 aziende, di cui
35.000 godono già di aiuti Pac e quasi 13.000 sono oggi
escluse. Aumentano del 36% le imprese.
Le superfici oggi abbinate a diritti sono 709.000 ettari,
quelle premiabili dal 2014 salgono a 960.000 (+35%).
Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale
Ipotesi di utilizzo del massimale in Lombardia
Ipotesi ripartizione budget Massimale % budget Ettari (000) Premio/ha Premio reg
Massimale Italia 3.841.609 100% 12.800 300,13
Piccoli agricoltori 249.705 6,5% 1.000 249,70
Giovani agricoltori 76.832 2% 615 124,93
Aiuti accoppiati 384.161 10%
Zone svantaggiate 192.080 5% 6.400 30,01 57,00
Massimale residuo 2.938.831 76,5% 11.800 249,05
Quota Lombardia 376.817 12,8% 950 396,65
Premio base 229.046 60,8% 950 151,39 241,10
Greening 147.771 39,2% 950 97,67 155,55
La proposta di regolamento prevede che gli aiuti siano suddivisi in 6
componenti, di cui 3 determinate a livello nazionale (2 obbligatorie) e 3 a
livello regionale o nazionale (premio base, greening, zone svantaggiate).
Gli importi di tutte le componenti dovranno essere progressivamente
ravvicinati fino ad essere uguali per ciascun ettaro entro il 2019.
Per le simulazioni sono state scelte le percentuali di massimale da
attribuire alle 6 componenti, e sono stati calcolati i relativi importi
unitari utilizzati nel corso delle stime.
Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale
Situazione dei pagamenti 2013 in Lombardia
PUA 2013 Totale
con premisenza
premiTotale con premi
senza
premiTotale
Aziende 48.124 35.320 12.804 48.124
SAU (ha) 948.299 24,27 7,11 19,71 857.317 90.982 948.299
Sup.selezionata (ha) 709.147 20,08 0,00 709.147 250.399 959.546
Valore titoli Superficie 435.989.549 12.344 0 9.060 614,81 454,37
Titoli condiz. particolari 14.861.196 421 20,96 15,49
Pag.accoppiati 54.872.240 1.554 77,38 57,19
Art.68 32.034.340 907 33
Totale lordo 537.757.326 15.225 758,32 560,43
Modulazione 2013 -43.191.527 -1.223 -60,91 -45,01
Totale pagamenti 2013 494.565.798 14.002 0 10.277 697,41 515,42
Reddito netto 2013 (€) 2.456.620.056 61.890 21.139 51.048 2.550 2.975 2.560
% Pagamenti/reddito 20,1% 22,6% 20,1% 27,4% 20,1%
Per azienda Per ettaro
Nell’ultimo anno di applicazione dell’health check i premi ammonteranno
a 495 milioni, ottenuti da 35 mila aziende e da 709 mila ettari di superfici
abbinate. Il premio medio 2013 per ettaro abbinato è circa 700 euro, pari
al 22,6% del reddito aziendale, mentre su tutti gli ettari di SAU lombarda il
sostegno è pari a 515 euro e al 20,1% del reddito.
Effetti del livellamento degli aiuti
Gli effetti del livellamento degli aiuti sono stati stimati prima di quelli
derivanti dall’applicazione delle componenti. Nel 2014 il numero di aziende
premiabili dovrebbe crescere del 36%, e la superficie di 250 mila ha (+35%)
sia per l’ingresso delle nuove aziende sia per l’estensione dei premi a tutte
le superfici di quelle già premiate.
Grazie alla scomparsa della modulazione i premi e il reddito medio per ha
rimarrebbero quasi invariati, ma con effetti diversi tra aziende oggi incluse
ed escluse.
PUA 2019 Totale
LIVELLAMENTOcon premi
2013
senza
premiTotale con premi
senza
premiTotale
Aziende e SAU 48.124 35.320 12.804 48.124 857.317 90.982 948.299
Sup.abbinata 2013 709.147 709.147 0 709.147
Sup.premiabile 2014 959.546 24,53 7,27 19,94 866.452 93.094 959.546
Totale pagamenti 492.446.400 12.590 3.732 10.233 513,20 513,29 513,21
Reddito netto (€) 2.454.500.658 60.477 24.871 51.004 2.465 3.421 2.558
Variaz. % pagamenti -0,4% -10,1% -0,4% -0,4%
Variaz. % reddito -0,1% -2,3% 17,7% -0,1% -0,1%
% Pagamenti/reddito 20,1% 20,8% 15,0% 20,1% 20,8% 20,1%
Per azienda Per ettaro
Stima degli effetti della riforma in Lombardia
Campione 2014-19 Stime effetti PUA RN PUA/HA RN/HA
Situazione al 2013 494.566 2.456.620 515,42 2.560
Effetto livellamento -2.119 492.446 2.454.501 513,21 2.558
Effetto componenti -62.794 429.652 2.391.707 447,77 2.493
Effetto aree ecologiche -79.994 429.652 2.311.713 447,77 2.409
Effetto totale -144.907 -64.913 -144.907 -67,52 -151,02
Effetto totale % -13,1% -5,9% -13,1% -5,9%
Effetto massim.nazionale -144.078 285.575 2.167.635 297,61 2.259
Effetto % -42,3% -11,8% -42,3% -11,8%
Mentre il semplice livellamento degli aiuti avrebbe impatti medi modesti, la
suddivisione dei premi per componenti porterebbe a una riduzione dei premi
globale di 63 milioni con massimale «regionalizzato» e di 207 (63+144) con
massimale indiviso nazionale. In percentuale -13% e -42%.
A tali perdite va aggiunto l’effetto sul reddito dei mancati redditi dei terreni
da destinare ad aree ecologiche, stimato pari a 80 milioni.
Gli effetti globali sul reddito varierebbero tra 145 e 289 milioni (-5,9% -11,8%),
corrispondenti a 150-300 euro/ettaro e 3.000-6.000 euro/azienda.
Le variazioni del reddito 2019/2013
Variazione
% media
Molto
positiva
>20%
Positiva
+5%-+20%
Lieve
+5% -5%
Negativa
-5% -20%
Molto
negativa
> -20%
Montagna 44,0% 68% 17% 8% 3% 4%
Collina 0,3% 35% 34% 17% 8% 6%
Pianura -9,4% 14% 8% 18% 30% 29%
LOMBARDIA -5,9% 28% 15% 16% 21% 20%
Variazione
% media
Molto
positiva
>20%
Positiva
+5%-+20%
Lieve
+5% -5%
Negativa
-5% -20%
Molto
negativa
> -20%
A=esclusi <0,5 ha -31,1% 0% 0% 2% 23% 75%
B=piccoli 2,5% 43% 21% 16% 7% 13%
C=medio-piccoli -1,9% 28% 16% 16% 17% 22%
D=medi -5,6% 20% 12% 17% 26% 25%
E=medio-grandi -7,3% 14% 9% 19% 36% 22%
F=grandi -7,2% 15% 6% 17% 40% 22%
G=capping 5,7% 32% 4% 14% 25% 24%
LOMBARDIA -5,9% 28% 15% 16% 21% 20%
Le variazioni del reddito 2019/2013
Variazione
% media
Molto
positiva
>20%
Positiva
+5%-+20%
Lieve
+5% -5%
Negativa
-5% -20%
Molto
negativa
> -20%
Cereali senza riso -17,1% 18% 8% 9% 23% 42%
Risicoltura -25,3% 0% 1% 2% 17% 80%
Seminativi diversi -4,7% 31% 14% 15% 20% 19%
Ortofloricoltura -5,5% 0% 5% 51% 44% 0%
Viticoltura 10,5% 38% 56% 3% 2% 1%
Frutticoltura 1,6% 18% 44% 29% 8% 1%
Olivicoltura 12,4% 41% 28% 4% 10% 17%
Arboree miste -2,0% 6% 20% 62% 12% 0%
Bovini da latte -6,0% 19% 8% 19% 53% 1%
Bovini da carne -59,0% 58% 3% 4% 3% 32%
Bovini misti 1,8% 42% 9% 11% 20% 18%
Altri erbivori 93,9% 81% 6% 3% 3% 6%
Granivori -0,9% 1% 5% 89% 5% 0%
Policoltura -1,8% 25% 30% 22% 18% 5%
Poliallevamento -8,7% 33% 15% 16% 28% 9%
Seminativi-allev. -22,8% 24% 7% 9% 21% 39%
Permanenti-allev. -1,6% 40% 15% 29% 13% 4%
LOMBARDIA -5,9% 28% 15% 16% 21% 20%
Esempi aziendali
AZIENDA CEREALICOLA 50 ETTARI
Mais
granella
Grano
tenero
Soia
granella
TOTALE
2013
Superficie 39,70 7,14 3,16 50,00
% Superficie 79,4% 14,3% 6,3% 100,0%
Valore produzione 1.723 1.010 1.205 79.421
- Costi variabili -675 -356 -452 -30.767
Margine lordo 1.048 654 753 48.654
- Costi meccanizzazione -753 -600 -721 -36.456
Margine netto 295 54 32 12.198
Valore titolo 392 392 392 19.600
Pagamenti 2013 363 363 363 18.140
Reddito netto/ha 658 417 395
Reddito netto totale 26.113 2.976 1.249 30.338Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati RICA
Mais
granella
Grano
tenero
Soia
granella
Aree
ecologiche
TOTALE
2019
TOTALE
2013Var. %
Superficie 35,00 8,34 3,16 3,50 50,00 50,00
% Superficie 70,0% 16,7% 6,3% 7,0% 100,0% 100,0%
Valore produzione 1.723 1.010 1.205 0 72.537 79.421 -8,7%
- Costi variabili -675 -356 -452 0 -28.023 -30.767 -8,9%
Margine lordo 1.048 654 753 0 44.514 48.654 -8,5%
- Costi meccanizzazione -753 -600 -721 -234 -34.457 -36.456 -5,5%
Margine netto 295 54 32 -234 10.057 12.198 -17,5%
Valore titolo 397 397 397 397 19.833 18.140 9,3%
Reddito netto/ha 692 451 429 163
Reddito netto totale 24.208 3.757 1.356 569 29.321 30.338 -3,4%Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati RICA
Esempi aziendali
AZIENDA BOVINI DA LATTE 50 ETTARIMais
granellaSilomais
Prato
avvic.
CAMPA-
GNASTALLA
TOTALE
2013
Superficie 19,47 14,61 15,91 50,00
% Superficie 38,9% 29,2% 31,8% 100,0%
Valore produzione 1.723 1.769 1.322 80.441 420.314 500.755
- Costi variabili -675 -742 -203 -27.218 -326.511 -353.730
Margine lordo 1.048 1.027 1.119 53.223 93.803 147.026
- Costi meccanizzazione -753 -667 -558 -33.290 -33.290
Margine netto 295 360 561 19.933 93.803 113.735
Valore titolo 802 802 802 40.100 40.100
Pagamenti 2013 732 732 732 36.590 36.590
Reddito netto/ha 1.027 1.092 1.293
Reddito netto totale 19.997 15.954 20.572 56.523 93.803 150.325Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati RICA
Mais
granellaSilomais
Prato
avvic.
Aree
ecologiche
CAMPA-
GNASTALLA
TOTALE
2019
TOTALE
2013Var. %
Superficie 15,97 14,61 15,91 3,50 50,00
% Superficie 31,9% 29,2% 31,8% 7,0% 100,0%
Valore produzione 1.723 1.769 1.322 0 74.411 420.314 494.725 500.755 -1,2%
- Costi variabili -675 -742 -203 0 -24.856 -326.511 -351.367 -353.730 -0,7%
Margine lordo 1.048 1.027 1.119 0 49.555 93.803 143.358 147.026 -2,5%
- Costi meccanizzazione -753 -667 -558 -234 -31.474 -31.474 -33.290 -5,5%
Margine netto 295 360 561 -234 18.081 93.803 111.884 113.735 -1,6%
Valore titolo 397 397 397 397 19.833 19.833 36.590 -45,8%
Reddito netto/ha 692 757 958 163
Reddito netto totale 11.049 11.057 15.239 569 37.344 93.803 131.147 150.325 -12,8%Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati RICA
Riassumendo
• La riforma allarga il sostegno a tutte le aziende e le
superfici lombarde (+35%)
• Il sostegno globale sarà inferiore: minimo 65 milioni,
massimo 209. In percentuale da -13% a -42%
• Spostamento del sostegno da pianura a montagna, da
grandi a piccoli, tra settori produttivi
• Ritiro dalla produzione di 51.000 ha per aree ecologiche
• Forti vincoli alle scelte aziendali (diversificazione)
• Effetti sulla produzione: minimo -100 milioni (-1,5%)
• Effetti sul reddito tra -145 e -289 milioni (-5,9% -11,8%),
pari a 150-300 euro/ettaro e 3.000-6.000 euro/azienda
• Risultati scarsi sulla concentrazione dei premi e quasi
nulli sulla concentrazione dei redditi
Alcune proposte
• Semplificare l’impianto della riforma: troppe
componenti e troppe percentuali rigide
• Rendere più flessibile e sussidiaria l’attuazione:
adattamento alle realtà locali
• Modificare profondamente le norme sul greening:
– Renderlo facoltativo
– Cambiare o semplificare le norme sulla diversificazione
– Rivedere l’obbligo delle aree ecologiche
– Premiare chi produce beni pubblici ambientali
• Orientare il sostegno da un lato ai veri produttori e
dall’altro ai territori a rischio di abbandono, in sinergia
con il nuovo programma di sviluppo rurale