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GENNAIO/FEBBRAIO2017 STORIA DI COPERTINA I GI IN EUROPA INTERVISTA A LISA FERRARINI E LICIA MATTIOLI PRIMO PIANO L’IMPRESA MODERNA IN 6 CARATTERI VERSO LE ASSISE 01/02 LA RIVISTA NAZIONALE DEI GIOVANI IMPRENDITORI UNA COPIA 6,50 ANNO XLIV - N° 1/2 GENNAIO/FEBBRAIO 2017 - CONTIENE I.P. EUROPA E OLTRE

LA RIVISTA NA Z IONALE GIOVANI IMPRENDITORI · app, ricordate di scaricare le credenziali personali MYGI ... di Trump, il ruolo di Putin nei complessi giochi di potere in Medio Oriente,

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GENNAIO/FEBBRAIO2017

STORIA DI COPERTINA

I GI IN EUROPA

INTERVISTA A LISA FERRARINIE LICIA MATTIOLI

PRIMO PIANO

L’IMPRESA MODERNA IN 6 CARATTERI

VERSO LE ASSISE

01/02

LA RIVISTA NAZIONALEDEI GIOVANI IMPRENDITORIU

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rivista associata Unione della Stampa Periodica ItalianaAut. Tib. Roma n. 15373 del 28|01|1974

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numero chiuso in tipografia Gennaio 2017pubblicità - per maggior informazionied eventuali prenotazioni di spazi pubblicitarisulla rivista quale impresa rivolgersi a:

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abbonamenti Italia Euro 37,00 “ Estero Euro 47,00 “ ccp 343509

02 DIRETTORE

03 VICEDIRETTORE

STORIA DI COPERTINA

04 BUILDING A EUROPEAN BUSINESS CULTURE

10 INTERVISTA A LISA FERRARINI

16 INTERVISTA A LICIA MATTIOLI

PRIMO PIANO

26 XI FORUM INTERREGIONALE DEL CENTRO

RUBRICHE

36 QUALE MANAGEMENT

42 DAL TERRITORIO

50 QUALE BOOKS

54 QUALE HAPPENING

55 QUALE SMILE

57 QUALE EVENTS

64 SAVE THE DATE

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EDITORIALI

IL [email protected]

@GianniBalistrer

Che gli equilibri internazionali stiano cambiando ormai non è più un mistero. La Brexit, l’elezione di Trump, il ruolo di Putin nei complessi giochi di potere in Medio Oriente, sono solo alcuni dei sin-tomi del complicato momento storico che stiamo

vivendo. L’Unione europea in particolare vive una profonda crisi di identità che deve affrontare già a partire dai prossimi mesi con le elezioni in Olanda, Francia e Germania, in cui vedremo se le forze antieuro e antisistema avranno la meglio, o se, come si prevede, François Fillon e Angela Merkel riusciranno a impadronirsi delle rispettive poltrone governative. A questo va aggiunto che i Paesi dell’Eurozona nel 2017 dovranno prendere la decisione di inserire o meno il Fiscal compact nei trat-tati europei. Ciò significherebbe provvedere in 20 anni al taglio del debito pubblico fino al 60% del Pil, con conseguenti strette sulle famose clausole di salvaguardia tipo l’aumento dell’Iva che in Italia ormai rinviamo da tempo. Tutto questo ricade in primo luogo sulle imprese, e soprattutto su quelle che guardano ai mercati stranieri, e che di certo non trova-no giovamento dalle incertezze politiche, dal crescente ricorso a misure protezionistiche da parte dei grandi player internazionali e dall’aggressività dei mercati asiatici.A soffrirne di più è il nostro Made In, che subisce il continuo ricor-so alle barriere non tariffarie, un ostacolo non indifferente per le nostre PMI. Insomma, ci aspettano tempi duri, e se vogliamo rimanere pro-tagonisti della scena europea, e non solo, un cambio di passo è necessario. Bisogna tornare a lavorare e a far sentire la propria voce a sostegno della crescita e della competitività delle nostre imprese, partendo proprio dal campo europeo, puntando sul mer-cato unico digitale, sull’Unione energetica, sulla revisione del bi-lancio europeo, senza lasciare da parte i negoziati per gli accordi commerciali internazionali e il dossier aperto sul MES della Cina. Bisogna tornare a ribadire l’importanza di un’Unione forte e com-patta, che non ceda alle paure e ai nazionalismi, affinché le nostre imprese abbiano gli strumenti per aggredire i mercati esteri e tor-nare ad essere competitive.

LA PROMESSAEUROPEA

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EDITORIALE

IL [email protected]

@giudicimat

A pochi giorni dall’uscita di questo numero di QI si terrà un’importante “milestone” annuale per il no-stro Movimento, l’ultima Assise dei Giovani Impren-ditori. Le Assise rappresentano occasioni istituzionali di

confronto e dialogo e la loro efficacia non può prescindere da una consistente partecipazione, che ne rappresenta la forza, come del re-sto in ogni attività del Movimento stesso. E’ il luogo dove tirare le somme su ciò che è stato, ragionarvi so-pra, traendone il massimo insegnamento, per approcciarsi al meglio al triennio a venire. Al termine di un progetto di consulenza, ci si siede intorno ad un tavolo e si declinano i “Key Findings”, ossia tutte le esperienze che vogliamo portarci dietro da ciò che è stato. Siano esse attività riu-scite particolarmente bene o male, sono comunque elementi chiave per svolgere al meglio il prossimo progetto. Questo è lo stesso spirito delle Assise. Riflettevo su questo imminente appuntamento e la prima parola che mi è venuta in mente a riguardo è stata “momento”. Mi sono soffermato su tale pensiero e ho realizzato quanto fosse cal-zante. Qualche reminiscenza del latino studiato a scuola mi ha fatto tornare alla mente alcuni dei diversi significati di tale termine e, per sicurezza, sono andato a cercarla sul vocabolario.Ecco cosa ho trovato:mōmentum [momentum], momenti. Sostantivo neutro II declinazio-ne - breve spazio di tempo - punto nello spazio - mutamento, svolta, sviluppo - (in senso figurato) spinta, impulso, causa, motivo determi-nante - (in senso figurato) sforzo.Ho pensato: è esattamente questo! Le Assise sono “momenti”! Sono incontri dove si discute di ciò che si è fatto finora e vi si mette un pun-to con l’obiettivo di iniziare un cambiamento, un nuovo mutamento. Ci si incontra per dare tutti insieme un impulso, una spinta verso una nuova fase di progetti e di idee, di lavoro e di sforzi comuni. Penso sia particolarmente interessante il concetto di sforzo legato a quello di momento, trovo infatti che rappresenti bene quella necessità di energia che si rende necessaria quando si arriva al temine di una fase e ci si trova ad iniziarne una nuova; quella carica, superiore alla norma, che bisogna possedere e mostrare al traguardo, sia esso un arrivo o una partenza, o, come nel nostro caso, sia esso entrambe le cose in simultanea.

ASSISE,IL “MOMENTUM”È ARRIVATO

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EYEC6 e INNECO Conference a Salonicco dal 16 al 18 dicembre 2016

BUILDINGA EUROPEANBUSINESSCULTURE

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di Francesca Morandi,GI Brescia

Nei giorni 16, 17 e 18 dicembre si è svol-to a Salonicco un importante evento di respiro internazionale: la INNECO Conference organizzata dall’associa-zione greca di Giovani Imprenditori

Club NE, che ha ospitato la sesta edizione della Europe-an Youth Entrepreneurship Conference, l’appuntamento semestrale dei Giovani Imprenditori Europei dello YES for Europe. Il Club NE dal 2010 riunisce i Giovani Imprenditori della Grecia di età compresa tra i 18 e i 45 anni. Con sede a Salonicco, seconda città più produttiva del Paese, si pro-

I Giovani Imprenditori hanno partecipato alla 6th Europe-an Youth Entrepreneurship Conference, organizzata da YES FOR EUROPE in contemporanea con la INNECO Conference, la più grande conferenza dedicata all’im-prenditoria giovanile in Grecia. Lo scopo della conferenza è stato creare un momento di scambio in cui i giovani imprenditori europei potessero confrontarsi con l’ecosistema imprenditoriale di Salonic-co a 360°, dai fondatori di imprese e startup innovative, ai dirigenti di grandi aziende, dai centri di ricerca alle uni-versità.Non sono mancati gli approfondimenti in tema di tecno-logia e innovazione con le visite al Centro di Ricerche CERTH Center for Research and Technology e al NOESIS Technology Musuem. Nutrita anche questa volta la delegazione italiana com-posta da 11 GI e guidata dal Presidente di YES for Europe Luca Donelli che ha aperto la conferenza, riportando tut-te le attività svolte dall’associazione europea durante l’anno. Tra gli highlight, l’allargamento della base associativa del-lo YES con l’inclusione di due associazioni tedesche en-trate ufficialmente nella squadra dei giovani Ue. Un risul-tato che sottolinea il ruolo strategico delle relazioni inter-nazionali per la crescita e lo sviluppo dell’impresa e che fa ben sperare per il futuro dell’imprenditoria europea.

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pone di promuovere la cultura d’impresa nella città e in tutto il tessuto imprenditoriale greco. È proprio questa associazione ad aver organizzato la Conferenza Interna-zionale NE, INNECO per l’appunto. “Building Business Culture” il titolo della Conferenza. Rivolta ad attrarre un pubblico europeo proveniente da più settori economici, la tre giorni ha proposto un pa-nel di relatori di alto livello, che per più ragioni si sono distinti nel loro campo. E allora fondatori di imprese in-novative, dirigenti di grandi aziende così come distinte personalità aziendali hanno messo a disposizione della sala il loro know-how per ispirare manager, imprenditori e, soprattutto, quei giovani che imprenditori vorrebbero diventarlo. Il tema? La complessità e la bellezza del fare impresa.

Con un format atipico rispetto ai soliti, dove i relatori hanno interagito con il pubblico in maniera dinamica e in più momenti, non solo durante l’esposizione. Una confe-renza che ha coinvolto, tra gli altri, anche uno spazio per incoraggiare gli studenti post-universitari e dottorandi a presentare i risultati delle loro tesi e ricerche scientifiche ed un Business Plan Contest per premiare i giovani talen-tuosi e le loro idee imprenditoriali di start-up. I lavori partono dopo i saluti iniziali da parte dei Presiden-ti di Club NE e dello YES for Europe, e dei partner orga-nizzativi e scientifici. E se costruire la cultura d’Impresa significa gestire in maniera olistica numerosi e complessi aspetti della vita aziendale, così gli interventi spaziano dalla necessità di generare innovazione, alla capacità di motivare le risorse. Da come si diventa dei veri leader a

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come affrontare le sfide della nuova realtà digitale. Come si motivano le risorse costruendo sistemi di Com-pensation & Benefit adeguati? Ne ha parlato il Prof. George Georgiadis, della statunitense Kellogg School of Management. “Pay to play”, “Base play con bonus” o “linear” sono solo alcuni degli approcci possibili per legare i salari al raggiungimento di obiettivi certi e misu-rabili, mantenendo la giusta dose di rischio per l’azienda stessa. Ma per creare delle organizzazioni forti in grado di resi-stere alle difficoltà della crisi dobbiamo essere noi stessi dei veri leader. E allora Naomi Jane ci trasporta e ci pro-voca con temi quali la conoscenza di noi stessi, quella consapevolezza reale di chi siamo che passa necessa-riamente dal confronto con l’altro (feedback continuativi

per evitare di specchiarci in prospettive non conformi), dall’ascolto (qualità che i grandi manager non possono tralasciare) e dalla relazione sociale che ci consente di sviluppare quelle qualità e skill necessarie anche nelle aziende. Rachel Paling porta in sala le tematiche relative alla ge-stione del neuro sistema: come nella vita, anche nel lavo-ro le nostre energie vanno là dove la nostra attenzione si focalizza: ecco allora l’invito a focalizzarci su quelle strategie innovative e positive che portano in avanti le aziende, evitando negatività e - perlomeno - applicando soluzioni di problem solving a quelle situazioni comples-se e di crisi. La giornata del sabato ha previsto per i ragazzi del Grup-po YES for Europe una visita al Museo della Tecnologia e

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Centro Scientifico Noesis. In questa cornice tecnologica, tre relatori raccontano tre testimonianze di innovazione in diverse applicazioni: dal campo del riciclaggio e della sostenibilità (Cyclefi), alle leve di crescita e di vantaggio competitivo di Olympia Electronics (IT nel settore della sicurezza), alle applicazioni delle pietre da costruzione. In chiusura, il Gruppo dedica una breve visita al museo, che comprende un planetario, un cinema con un grande schermo e un simulatore per i più giovani. Quindi si è tenuta l’assemblea dello YES for Europe con l’illustrazione delle attività svolte dal Gruppo nel corso del 2016 sotto la Presidenza di Luca Donelli. Un anno che ha visto impegnato il Gruppo in numerose iniziative:

da approfondimenti di tematiche legate al commercio, al rapporto con la commissione, da progetti con corpo-rate e partner alle conferenze semestrali; da networking alla partecipazione in Cina al G20 Young Entrepreneur’s Alliance. Una Presidenza quella di Donelli, contraddistina da passione e professionalità. E il testimone della nuova Presidenza, dall’Italia, vola in Polonia con la nomina del giovane Przemyslaw Grzywa al ruolo di Presidente per l’anno 2017. Un in bocca al lupo a lui e al resto del team affinché l’operato prosegua a rendere forte il Gruppo e perseguire gli obiettivi di un’Europa più forte, orientata all’innovazione e all’impresa. I lavori sono proseguiti nella giornata di domenica e se

Alcuni dei giovani imprenditori europei che hanno partecipato alla EYEC6#INNECO a Salonicco in visita al Noesis Technology Musuem.

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IL 2016 IN BREVEI NOSTRI IMPEGNI E SUCCESSI: 1. organizzare le Assemblee YES, EYEC5 a Budapest e EYEC6 a Salonicco;2. rappresentare le istanze dei Giovani europei al G20 YEA e al B20;3. promuovere un commercio transatlantico più sostenibile nel dibattito per il TTIP; 4. dialogare con le istituzioni europee, tra cui European Commission, DG Grow, Connect, Trade e EEAS; 5. collaborare con nuovi partner quali Unilever e European Youth Forum; 6. contribuire alla crescita degli ecosistemi europei delle startup tramite l’approccio #scaleupeurope; 7. rafforzare la membership YES, grazie all’adesione della Germania; 8. intervenire in più di 50 eventi in 20 paesi e 4 continenti;9. sostenere e promuovere nuovi e già avviati progetti europei.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI:1. 18 - 20 maggio 2017, a Stoccolma per EYEC7, la settima edizione dell’Assemblea YES;2. 15 - 17 giugno, a Berlino per il G20 Young Entrepreneurs’ Alliance (YEA) Summit 2017; 3. autunno 2017, a Madrid per EYEC8, l’ottava edizione dell’Assemblea YES in collaborazione con la

Federación Iberoamericana de Jóvenes Empresarios (FIJE).

I Giovani Imprenditori sostengono le imprese e le Associazioni del Movimento nell’approccio ai mer-cati europei ed esteri, supportandole negli scambi commerciali con visite, seminari formativi, azioni di scouting verso mercati emergenti o programmi di supporto agli investimenti. Lo YES FOR EUROPE è oggi la piattaforma che consente di creare una voce comune con 50.000 colleghi europei.

L’IMPEGNO DEL MOVIMENTO IN EUROPAYES FOR EUROPE

è vero che “le sensazioni positive alleggeriscono” come scrive il GI Giovanni Bersaglio al suo rientro, possiamo confermare la ricchezza di queste esperienze. Una tre giorni dedicata al confronto, a quell’apertura ver-so esperienze internazionali che ci arricchiscono come professionisti e come Giovani. Quel confronto con ragaz-zi e ragazze di tutta Europa, competenti e pronti ad im-pegnarsi per valori quali la condivisione, il fare impresa, l’innovazione.

Quel coraggio e quella voglia di alzare lo sguardo dalle nostre aziende per aprirci a prospettive più ampie, anche lontane. E ritornare in quelle stesse aziende con baga-gli più ricchi, che ci aiutino a gestire la quotidianità del fare impresa con uno spirito nuovo, dinamico e aperto al confronto. E che ci aiutino ad avere una nuova consape-volezza anche di noi stessi. Del cosa “faremo da grandi”, con delle risposte che solo uscendo dalla propria comfort zone possono raggiungere orizzonti nuovi.

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di Matteo Giudici,Vice Direttore Quale Impresa

@giudicimat

Quali sono i principali dossier all’attenzione dell’Unio-ne Europea di maggior interesse per Confindustria?Il 2016 è stato un anno difficilissimo per l’Europa. L’esito del referendum britannico sulla Brexit è stato l’ennesima prova di una profonda crisi di identità che ora, in questo 2017 ricco di scadenze elettorali, rischia seriamente di mettere in discussione l’intero progetto di integrazione. Qualunque scelta o non scelta politica a livello euro-peo ha, di fatto, un impatto sulla vita delle imprese e sui destini dell’Unione europea. Per questo Confindu-stria segue con attenzione innanzitutto il dibattito sulle grandi sfide politiche: immigrazione, sicurezza, Brexit, nuovi assetti istituzionali, ecc. Tra i grandi cantieri aperti in campo più strettamente economico a sostegno del-la crescita, della competitività e della modernizzazione

industriale, e sui quali veicoliamo quotidianamente ai decisori politici i nostri messaggi, vale la pena citare i dossier collegati al mercato unico digitale, il pacchetto di proposte sull’Unione dell’energia, la revisione della di-rettiva ETS, le proposte riguardanti il mercato interno, la revisione del bilancio europeo (che toccherà tutti i diversi programmi di finanziamento europei), senza ov-viamente dimenticare i negoziati sugli accordi commer-ciali internazionali, il MES alla Cina, il Made in.Su questi dossier, come su altri che si apriranno, non mancheremo di far sentire la nostra voce, perché le scelte di indirizzo, per ciascuno di questi cantieri, avran-no un impatto sull’idea di Europa offerta ai cittadini e alle imprese, per questo è fondamentale che si agisca e che lo si faccia nel modo migliore e in tempi rapidi.

Vice Presidente Confindustria per l’Europa

LISAFERRARINI

INTERVISTA A

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Quale contributo possono dare i Giovani Imprenditori per favorire azioni e politiche europee a favore delle nostre imprese? Ripeto, si tratta di un momento storico davvero deli-cato. Avete il merito di aver riattivato il dibattito tra le componenti giovanili delle rappresentanze industriali a livello europeo e mondiale. Ora bisogna marcare mag-giormente la presenza, proporre con maggiore vigore la vostra voce e visione in Europa, sapendo che trove-rete in Confindustria un sostegno concreto: dobbiamo portare avanti messaggi comuni sui cantieri di interes-se per il sistema industriale italiano ed europeo legati al rilancio della crescita e dell’occupazione.

Recentemente si registra un crescente ricorso a misu-re protezionistiche su più fronti, è una minaccia o può essere considerata un’opportunità per chi mantiene un regime di scambio libero? Dal 2008 si è registrato un ritorno generalizzato alla “difesa” dell’interesse nazionale con segnali di tenden-ze protezionistiche. Il fenomeno appare più marcato nei paesi emergenti che hanno intensificato l’utilizzo della leva non tariffaria a protezione delle produzioni domestiche. La tendenza consolidatasi in questi ultimi anni è di adottare politiche di industrializzazione che volgono a proteggere i prodotti nazionali combinando misure di sostegno a determinati settori industriali con disposizioni restrittive del commercio e delle importa-zioni. Dalle più recenti analisi condotte dal WTO e dalla Commissione europea emerge infatti come gli impegni internazionali ufficialmente assunti in termini di libera-lizzazione dei mercati non trovino effettivo riscontro. Lo strumento più evidente è quello degli incrementi daziari, ma la tipologia di misure maggiormente appli-cate è quella delle barriere non tariffarie. Molti prodotti del Made in Italy stanno soffrendo questa situazione e l’azione di Confindustria è più che mai volta a trovare, da un lato, soluzioni operative immediate per le nostre imprese e, dall’altro, ad azioni di sostegno alla politi-ca commerciale dell’UE volta all’apertura dei mercati terzi. In tale ambito, la conclusione di accordi di libero scambio con paesi per noi strategici, tra cui quelli del Sud Est asiatico, gli Stati Uniti e il Giappone che in-cluderanno non solo l’abbattimento tariffario ma anche la liberalizzazione nel campo degli ostacoli non tariffa-ri, potrà, in prospettiva, rappresentare un sostanziale avanzamento per l’accesso ad alcuni dei mercati più rilevanti per l’export italiano.

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Confindustria ha espresso un parere assolutamen-te favorevole per il Partenariato Transatlantico per il commercio e gli investimenti. Quali sarebbero le op-portunità per il nostro Paese e quali sono le possibili-tà che le trattative abbiano buon esito? Confindustria ha seguito con grande attenzione fin dall’inizio il processo negoziale del Transatlantic Tra-de and Investment Partnership - TTIP. L’importanza dell’intesa può essere valutata da almeno due prospet-tive. La prima è quella dell’effettiva liberalizzazione che essa comporta, poichè l’accordo non tratta solo della riduzione tariffaria, ma consta dell’accesso ai mercati dei servizi, degli appalti e degli investimenti, contempla la tutela della proprietà intellettuale, la concorrenza, le materie prime, l’energia e soprattutto la convergenza regolamentare, vale a dire la riconduzione a fattor co-mune di standard tecnici, di sicurezza, di conformità, ambientali, alimentari, sanitari, fito-sanitari. La seconda prospettiva si collega alla centralità di un tale accordo nel panorama geo-economico mondiale e il suo effetto di contro-bilanciamento dell’asse Asia-Pacifico, attorno al quale stanno da tempo concentrandosi le rotte del commercio globale. Il TTIP riveste quindi un’importan-za che va ben oltre la dimensione bilaterale. Gli USA e l’UE coprono circa il 50% del PIL mondiale e quasi un terzo dei flussi commerciali globali. Inoltre, le due parti, insieme al Giappone (con il quale la UE sta tentando di giungere a un accordo) sono i sistemi economici più avanzati al mondo, ma anche i più densamente re-golamentati ed il TTIP costituirebbe l’embrione di una governance regolamentare globale, affermando quanti più possibile standard tecnici condivisi nel tentativo di presidiare un’area di influenza già oggi molto impor-tante e che in futuro diverrà sempre più strategica. Le analisi d’impatto della UE per il periodo 2017-2027 pre-vedono benefici per il Pil (+0,48%) e per l’export verso gli USA (+28%). Per l’Italia, questi ultimi sarebbero par-ticolarmente elevati, dato che il nostro export è mag-giormente esposto ai dazi americani ed alla concorren-za dei prodotti asiatici, con un aggravio di costi del 7% rispetto agli altri paesi UE. Il processo negoziale, ini-ziato nel 2013 e giunto al quindicesimo Round, è stato caratterizzato da un percorso discontinuo. Significativi sviluppi su alcuni fronti – ad esempio sull’abbattimento daziario – sono stati controbilanciati da impasse su ca-pitoli di grande rilevanza come le barriere non tariffarie, le misure sanitarie e fitosanitarie e la protezione della proprietà Intellettuale relativa alle Indicazioni Geografi-

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che. Altro scoglio al momento insormontabile sono gli appalti pubblici, con gli Stati Uniti che restano inflessibili rispetto alla richiesta di rimozione delle clausole “Buy America” e di liberalizzazione di settori fondamentali, tra cui i trasporti e la sanità. Chiaramente, il mutato qua-dro politico americano non sembra garantire prospetti-ve di avanzamento nel breve-medio periodo. L’auspicio è che l’importante lavoro fino ad ora svolto non venga vanificato e che il TTIP possa riprendere i negoziati al più presto.

È stata approvata la riforma dei dazi antidumping: Confindustria lo considera un errore, perché? Quali sono le conseguenze dell’eventuale status di economia di mercato della Cina per i nostri mercati? Va sottolineato che la riforma dell’antidumping UE e la concessione dello status di economia di mercato alla Cina sono dossier differenti, con finalità diverse. La proposta per la “modernizzazione” dell’antidumping, sul tavolo delle istituzioni UE dal 2013, riguarda l’intero dispositivo antidumping, mentre la proposta adottata dalla Commissione Ue il 9 novembre scorso (c.d. “MES Cina”) è volta a modificare soltanto il calcolo del dum-ping cinese per rispondere alla richiesta della Cina di essere riconosciuta come economia di mercato a segui-to di alcune disposizioni del Protocollo con cui essa ha aderito all’OMC. In quest’ultimo contesto, il Protocollo in questione stabilisce, secondo Confindustria, che fino a dimostrazione del contrario, il dumping cinese può con-tinuare ad essere trattato con una metodologia alterna-tiva a quella “standard”. Invece, si vorrebbe addirittura cancellare la distinzione tra economie di mercato e non di mercato, equiparando di fatto la Cina a qualsiasi al-tro partner della OMC. Inoltre, la Commissione europea vorrebbe far ricadere sulle imprese europee anziché sui produttori cinesi, come è sempre stato finora, l’onere di provare che essi operano secondo le leggi del mercato. Infine, per applicare una metodologia alternativa a quel-la standard bisognerebbe dimostrare l’esistenza di “si-gnificative distorsioni del mercato”. Ciò significa che le nostre imprese, nell’attivare delle inchieste antidumping, dovrebbero provare sussidi e distorsioni camuffate ad arte quando è la stessa Commissione Ue ad affermare che la Cina non è un’economia di mercato. In conclusio-ne, già oggi richiedere l’adozione di dazi antidumping è molto complicato e le imprese devono sostenere alti costi per avviare le pratiche. Se verrà dato seguito alla proposta in questi termini, l’antidumping europeo di-verrà molto più incerto e molto meno efficace. Mercati

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strategici come USA e Giappone hanno chiaramente in-dicato di non voler avallare la richiesta cinese di essere considerata un’economia di mercato, con il rischio che si inneschino distorsioni dei flussi commerciali suscettibi-li di ridurre la competitività delle produzioni italiane ed europee e di generare gravi effetti negativi sulla crescita economica e sull’occupazione.

L’Agenda Digitale per l’Europa rappresenta un asset strategico per rendere il mercato europeo più compe-titivo. A luglio è stato pubblicato il 5G Manifesto for timely deployment of 5G in Europe. Come si colloca il nostro Paese nel dibattito sul digitale europeo? Le nostre aziende sono penalizzate dalla diffusione della rete e della banda larga rispetto ai nostri competitor europei? Internet e le tecnologie digitali hanno senza dubbio trasformato ogni aspetto della nostra vita quotidiana, così come hanno avuto un forte impatto sull’attività di tutte le imprese, operanti in qualsiasi settore e di ogni dimensione. L’Europa sembra aver compreso la neces-sità di porsi in prima fila in questa rivoluzione digitale facendo leva sulla forza del mercato unico dell’UE. Per un’industria “sempre connessa” sono però necessarie infrastrutture di rete veloci, solide e affidabili. In questo senso, il 5G Manifesto rappresenta un passo nella giusta direzione. L’obiettivo è collaborare per lo sviluppo del 5G in Europa, a partire dal 2020, sulla base di linee gui-da per lo sviluppo della rete mobile di prossima genera-zione, che abiliterà una serie di funzionalità aggiuntive web-based. Purtroppo l’Italia, nel 2016, era ancora al 25° posto nella classifica stilata dall’”Indice di digitalizzazio-ne dell’economia dei 28 Stati membri dell’UE”. In parti-colare, in termini di connettività, l’Italia si colloca al 27° posto (!). La copertura delle reti NGA è passata dal 36% delle famiglie nel 2014 al 44% nel 2015, ma i progressi sono ancora troppo lenti, ostacolando non solo la sot-toscrizione di abbonamenti alla banda larga veloce, ma anche lo sviluppo di un’industria italiana pienamente di-gitalizzata. A tal fine, come chiesto da Confindustria nel “Patto per la competitività” siglato con i colleghi della Confindustria tedesca BDI in occasione del 6° business forum di Bolzano, sarebbe anzitutto necessario il pieno uso dell’assegnazione dello spettro per l’internet mobile (5G) e andrebbe sviluppato un Piano d’Azione nazionale per il Giganet industriale, indispensabile per una transa-zione affidabile e sicura dei dati delle imprese, dei con-sumatori e del settore pubblico.

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di Matteo Giudici,Vice Direttore Quale Impresa

@giudicimat

L’internazionalizzazione è da sempre una priorità per Confindustria. Quali i risultati del lavoro fatto nel 2016 e quali iniziative in programma per il 2017?Confindustria guarda con molta attenzione al proces-so di internazionalizzazione delle imprese. E’ un tema di importanza strategica per il sistema industriale ita-liano che, in un mondo dove la concorrenza si gioca su mercati globali, non può fare a meno di impostare l’organizzazione e il lavoro guardando alla dimensione internazionale. Nell’ultimo anno si sono rafforzate le iniziative all’estero. Abbiamo organizzato 11 missioni in 10 paesi coinvolgendo 766 imprese che hanno parteci-pato 1930 incontri B2B e hanno siglato 47 accordi. Per dare una spinta alle PMI italiane ad essere presenti nella

Vice Presidente Confindustria per l’Internazionalizzazione

LICIA MATTIOLI

INTERVISTA A

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distribuzione organizzata abbiamo lavorato insieme al Ministero dello Sviluppo Economico e all’ICE Agenzia per favorire l’inserimento di nuovi marchi nei mercati più promettenti. I fondi stanziati nel 2016 sono stati in totale 110 milioni di Euro e per il prossimo anno il fi-nanziamento complessivo per le attività di promozione del Made in Italy è di 192 milioni di euro. Tali fondi sono stati utilizzati in modo razionale, valorizzando anche i più importanti eventi fieristici italiani a valenza inter-nazionale, rafforzando le attività di comunicazione e aumentando la partecipazione degli operatori esteri. Queste azioni hanno una grande valenza e generano maggiori opportunità di business per le imprese italia-ne. È importante continuare su questa strada per favo-rire una maggiore penetrazione del Made in Italy e del Made with Italy nel mondo. Abbiamo un marchio forte da tutelare, è il nostro marchio di fabbrica, e un recente studio svolto da Brand Finance - società di consulen-za strategica che analizza le performance economiche dei marchi - e da FDI Intelligence (Financial Times) sui “brand nazione” ha stimato che i nostri marchi hanno un valore complessivo di oltre 1.500 miliardi. Il nostro obiettivo, condiviso anche con il Ministero dello Svilup-po Economico, è quello di aumentare il numero degli esportatori abituali che oggi sono ancora troppo po-chi: appena il 5% del totale delle imprese attive in Ita-lia opera infatti all’estero. Oltre a sostenere la crescita delle PMI è in corso un programma cosiddetto degli “Alti Potenziali” che vuole offrire ai nostri “campioni” nelle PMI la consulenza strategica per farle crescere di dimensione ed aumentarne il posizionamento nei mer-cati internazionali. Infine l’attività di promozione pres-so la grande distribuzione organizzata e il retail sarà implementata ulteriormente continuando ad investire negli USA, in Europa ed in Giappone.

L’incertezza politica e la ripresa economica ancora debole quali scenari aprono per le imprese italiane? L’analisi della situazione economica italiana, quando si parla di internazionalizzazione, non può prescindere da un inquadramento della situazione geo-economica globale. Le ricerche economiche più autorevoli segna-lano infatti che stiamo entrando in una nuova fase della globalizzazione. Lo scenario macro-economico è più che mai complesso: il commercio internazionale cresce al ritmo più basso dal 2008 ma ancora più preoccu-pante è che cresce meno del PIL; gli investimenti di-retti esteri non sono ancora tornati ai livelli precrisi; le

catene globali del valore hanno smesso di espandersi e in qualche caso tendono ad accorciarsi; l’andamento dei mercati è sempre più volatile e imprevedibile. A ciò si accompagna un proliferare di misure protezionisti-che e l’incapacità dell’Europa di dotarsi di una politica commerciale che sappia stare al passo con l’evoluzione dello scenario mondiale e l’impatto della BREXIT. La stessa governance globale è messa in crisi da tenden-ze populistiche e dal ricorso a comportamenti scorret-ti o destabilizzanti e la recente elezione di Trump non lascia presagire un cambio di rotta. Negli ultimi anni l’andamento dei nostri flussi commerciali ha risentito in maniera sempre più evidente di questioni di natura ge-opolitica. In questo contesto gli scenari più percorribili per le nostre imprese sono quelli legati al fattore quali-tà. L’eccellenza della nostra manifattura continua a rap-presentare un driver importante per la crescita dell’Ita-lia e i prodotti che il nostro CSC ha coniato come “Belli e Ben Fatti” diventano sempre più ambiti dai consuma-tori internazionali. Nel 2015 il nostro export è aumenta-to del 3,8% e l’interscambio complessivo è cresciuto di circa il 3,5%, rispetto all’anno precedente, toccando la cifra record di 782 miliardi di Euro. Ad agosto 2016 l’in-cremento tendenziale dell’export è stato dell’11,4%, nei primi otto mesi del 2016 l’aumento, al netto del com-parto energia, è stato dello 0.8%. Ma oltre ai Belli e Ben Fatti, grande spazio di crescita trovano tutte quelle produzioni ad alto contenuto tecnologico dove il peso della ricerca e dell’innovazione si affermano sempre di più, come la meccanica e la robotica che sono il fiore all’occhiello della nostra industria.

L’export è una risorsa essenziale per il nostro Paese, come possiamo aiutare anche le PMI a conquistare i mercati esteri? Fare sistema può essere una risposta efficace?L’attività di accompagnamento delle imprese sui mer-cati esteri è determinante. Continuiamo a sostenere la necessità di agire in un’ottica di Sistema Paese evitan-do duplicazioni di competenze o dispersioni di risorse fra gli enti a vario titolo coinvolti nel processo di inter-nazionalizzazione delle imprese.La costituzione della Cabina di Regia ha portato ad una razionalizzazione importante del sistema. Il per-corso va continuato e reso ancora più accessibile, in particolare alle PMI. Una recente indagine della Doxa per il Ministero degli Affari Estero e della Cooperazio-ne Internazionale ha evidenziato quali sono gli ostacoli

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che le imprese incontrano nel loro processo di interna-zionalizzazione1: risorse finanziare limitate; dimensione aziendale; scarsa conoscenza dei mercati e mancanza di competenze specifiche. La crescita dimensionale è un tema prioritario sul quale bisogna lavorare anche in questa sede, attraverso strumenti che promuovano e favoriscano meccanismi aggregativi, anche dal punto finanziario. L’aggregazione in Reti di Imprese rappre-senta un vettore straordinario per competere nei mer-cati internazionali mantenendo la propria identità e va-lorizzando le competenze delle aziende aderenti.Per quanto riguarda le azioni a sostegno delle impre-se a partire da gennaio 2014 si è avviato il progetto Roadshow per l’Internazionalizzazione delle imprese, un ciclo di incontri sui territori italiani per illustrare gli strumenti che il Sistema Pubblico e Privato mette a disposizione delle aziende che intendono operare nei mercati esteri così da aumentare il numero degli espor-tatori abituali2. Hanno partecipato complessivamente 6000 imprese e si sono svolti 2100 check up azienda-li. Un’altra misura rilevante è quella dei Voucher per i Temporary Export Manager, che prevede l’inserimento in azienda di un Export Manager per un periodo di sei mesi, avviata nel corso del 2015 con decreto del MISE, con uno stanziamento di 19 milioni di Euro per la prima tranche e che ha visto entrare in graduatoria 1.790 im-prese. Nel corso dell’anno è prevista la seconda tranche che si inserisce nel piano straordinario del Made in Italy.

Il mercato è sempre più digitale, in Cina il 45% dei beni di lusso vengono comprati online, eppure solo il 4% delle nostre PMI usa l’eccomerce. Cosa possiamo fare per superare il gap digitale e promuovere il Made in Italy on line?L’e-commerce rappresenta un canale sempre più rile-vante a livello globale dove nel 2015 il valore del com-mercio elettronico mondiale è stato di 2.300 miliardi di dollari con una crescita del 20% rispetto allo scorso

anno. E si stima che nel 2016 raggiungerà i 2.600 miliar-di di dollari. I dati del commercio on line B2C3 vedono l’Italia fanalino di coda in Europa con un fatturato nel 2015 di circa 18.5 miliardi di dollari, contro i 175 del Re-gno Unito, i 72 della Francia, i 66 della Germania e i 20 della Spagna. Dobbiamo quindi prevedere iniziative per facilitare l’accesso e la fruizione delle vendite on line del Made in Italy. Le azioni da sviluppare devono essere rivolte alla creazione di un Market Place Nazionale e l’adozione di accordi con le piattaforme e-commerce internazionali (specialmente USA/CINA).

Quali sono i mercati di maggior interesse per il nostro tessuto imprenditoriale? Quali le misure e le azioni per affermarsi in essi?L’ottica perseguita è quella di presidiare aree ed eco-nomie con ampie prospettive di crescita, ma anche quei Paesi nei quali avviare partnership strategiche in particolari ambiti o settori di elevata specializzazio-ne industriale. Le priorità che le nostre associazioni, e quindi le imprese, ci segnalano si differenziano tra mercati maturi, mercati emergenti, aree strategiche e un discorso a parte merita l’approccio all’Africa. Ab-biamo visto come la crescita globale abbia subito una battuta d’arresto e come solo alcuni paesi vadano in controtendenza. L’Europa rimane il nostro principale partner e nelle attività di promozione, a fianco dei mer-cati tradizionali come Francia e Germania, dobbiamo guardare anche a Polonia e Turchia. Dobbiamo poten-ziare, inoltre, la nostra presenza in aree come il Sud Est Asiatico, l’America Latina e il Golfo Persico preveden-do maggiori iniziative a supporto delle imprese. In Iran dobbiamo riportare i valori del nostro interscambio al periodo pre-sanzioni che valeva 7,2 miliardi di euro contro l’1,7 del 2015. L’approccio all’Africa deve preve-dere una strategia diversa, di medio e lungo periodo, selezionando i paesi con le maggiori potenzialità per le nostre aziende. L’importante è approcciare i paesi africani nella logica della sostenibilità economica, che prevede anche la formazione del personale locale, così come é già avvenuto in passato grazie alla lungimiran-za dei nostri imprenditori in alcuni paesi africani come l’Etiopia, generando un clima di fiducia che renda l’Ita-lia partner privilegiato dell’Africa.In quest’area l’attività della cooperazione internaziona-le è fondamentale per supportare i paesi che necessi-tano di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni e prevedono interventi strutturali importanti.

1. Campione di 2.028 imprese di cui 1.107 internazionalizzate

2. Nel 2015 su oltre 214.000 esportatori il 65% ha registrato

valori di export al di sotto dei 75.000 Euro su base annua,

e solo il 23% ha esportato per oltre 250 mila euro.

3. Fonte: Policlilnico di Milano – consorzio Neccomm

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Lo sviluppo dell’internazionalizzazione delle impre-se non si esaurisce tuttavia nell’organizzazione delle missioni che ad ogni modo si sono rivelate un modello vincente. Diventa sempre più importante individuare gli strumenti finanziari più adeguati per rafforzare le aziende italiane nei mercati internazionali, anche qui, attraverso un approccio di sistema, è un target che ci siamo posti con Sace, Simest e CDP.Il progetto One Door di SACE nasce proprio da queste esigenze e l’apertura di questi sportelli presso le no-stre Associazioni ne é la logica conseguenza. Le no-stre aziende hanno bisogno di avere delle informazioni chiare e di individuare un unico interlocutore che possa fornire strumenti finanziari e assicurativi moderni e di facile utilizzo.

Molte delle delegazioni estere che come GI abbiamo incontrato, lamentano che in Italia l’eccessiva buro-crazia frena gli investitori a puntare sul nostro Paese. Quali le misure che si possono promuovere per snelli-re i processi burocratici e come si sta muovendo Con-findustria?Inquadriamo subito la situazione dell’attrattività dell’Italia con dei dati. Siamo indietro rispetto ai nostri competitors per valore dei flussi che attraiamo. Nel 2015 il nostro Pa-ese ha intercettato 20,2 miliardi di flussi di investimenti esteri contro i 39,5 del Regno Unito, i 42,8 della Francia e i 31,7 della Germania. Il contributo che la presenza di aziende estere conferisce allo sviluppo di un’industria moderna e innovativa, all’occupazione e alla crescita del Paese è ormai cosa nota. Per questo il tema dell’attrazio-

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ne degli investimenti esteri rientra tra le priorità nostro programma. Da qualche anno affrontiamo la tematica col prezioso supporto delle più grandi aziende multinazionali che operano in Italia. L’Advisory Board Investitori Esteri di Confindustria, composto dai Country Manager di queste aziende, ci consente di realizzare un costante benchmark della competitività e della capacità di fare business degli altri paesi. L’indagine condotta proprio dall’Advisory Bo-ard ha messo in rilievo dei lati positivi di un’Italia che non ci si aspetta: economia competitiva in alcuni settori, mer-cato importante, eccellenze dislocate sul territorio, soffe-renze simili ad altri paesi UE. Sono emerse tuttavia anche le difficoltà dovute ai consumi in calo, al fisco complicato, alla giustizia troppo lenta ad un clima di incertezza sia normativa che di tempi di realizzazione degli investimenti.

Con questa consapevolezza il nostro obiettivo principa-le è stato, e continua ad essere quello, di sottoporre alle istituzioni le azioni legislative e di riforma prioritarie per rendere l’Italia più attraente e quindi più competitiva. Su 24 nostre proposte, che spaziano dal fisco al sistema della ricerca, 9 sono state realizzate o recepite dal Governo, 11 sono ancora in fase di realizzazione e 4 non sono state ancora affrontate. La costruzione di una governance per l’attrazione chiara, veloce e efficace è decisiva. Le azio-ni portate avanti in questi ultimi anni hanno avuto degli effetti positivi e hanno consentito di mettere al centro dell’agenda il tema dell’attrattività come elemento centra-le per lo sviluppo e la competitività del paese. Siamo quin-di sicuramente un passo più avanti, ma c’è ancora molto da fare per consentire di funzionare in chiave di sistema.

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I GI incontrano una delegazione di giovani e giovanissimi imprenditori e professionisti provenienti dai Paesi del Golfo

Continua il viaggio alla scoperta dei mer-cati del Medio Oriente. Dopo l’incontro con la delegazione dell’Arabia Saudita, il 16 dicembre nella sede centrale di Con-findustria a Roma, i Giovani Imprendito-

ri hanno ospitato una nutrita delegazione di giovani e giovanissimi imprenditori e imprenditrici provenienti dai Paesi del Golfo. Una cordata di ben 90 delegati provenienti da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, e Qatar, ha preso parte ad un viaggio imprenditoriale organizzato dal Gulf Cooperation Council (GCC), l’Organizzazione

GIOVANI EINTRAPRENDENTI:I GI ALLA SCOPERTADEI PAESIDEL GOLFO

di Roberta Maldacea,Segreteria Nazionale GI

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regionale costituita nel 1981 dall’accordo economico unificato tra i 6 Paesi fondatori. Nato con lo scopo di instaurare un mercato comune sul modello europeo ca-pace di garantire a tutti i cittadini e alle aziende operanti in qualsiasi paese facente parte dell’organizzazione un trattamento nazionale, il GCC persegue compiti essen-zialmente economici e sociali, mentre la sfera politica rimane nelle mani dei singoli Stati Membri. L’intenso programma di tre giorni ha visto i giovani arabi protagonisti di numerosi incontri istituzionali nella capi-tale, tra cui la visita in Campidoglio. Scopo del viaggio approfondire il tessuto imprenditoriale italiano ed esplo-rare nuove opportunità di investimento nel bel Paese. Per la tappa finale del loro viaggio, i giovani del Golfo hanno deciso di approfondire il mondo confindustriale ed in particolare il Movimento dei Giovani Imprenditori, incontrando una delegazione di GI, guidata dal Vice Pre-sidente per innovazione e internazionalizzazione, Gia-como Gellini, e dallo Sherpa G20 Young Entrepreneurs’ Alliance (YEA), Nicola Altobelli. L’incontro è stato organizzato in partnership con la JIAC - Joint Italian Arab Chamber, ormai partner consolidato

dei GI, alla presenza dell’ Ambasciatore e Segretario Ge-nerale, Azouz Ennifar. Ad accompagnare la delegazione dei giovani del Golfo, anche l’ Ambasciatore del Kuwait in Italia Sheikh Ali Khaled Al Jaber Al Sabah, accompa-gnato da Walid Al Farhan, Rappresentante del Segreta-riato Generale del Gulf Cooperation Council, e Mr Bandar Reda, Addetto Commerciale dell’Ambasciata dell’Arabia Saudita in Italia. A rompere il ghiaccio sono i GI che per primi hanno pre-sentato il Movimento e le attività che svolge soprattutto in ambito internazionale ed europeo, con particolare rife-rimento ai temi dell’innovazione e delle nuove opportu-nità per l’imprenditoria giovanile all’estero. Come sempre il coinvolgimento dei Giovani confindustriali all’interno del network della G20 Young Entrepreneurs’ Alliance ha incuriosito anche gli ospiti del Golfo. In particolare, il mo-dus operandi dei Giovani in campo internazionale e l’ap-proccio pragmatico con una forte attenzione all’aspetto culturale del fare impresa, ha catturato l’attenzione della platea. Un approccio condiviso anche dall’Ambasciatore e Se-gretario Generale Ennifar, il quale ha sottolineato l’impe-

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gno della JIAC nella promozione del dialogo tra imprese italiane e arabe attraverso i road show organizzati in tut-ta Italia, con lo scopo di diffondere i servizi di assistenza agli imprenditori italiani che vorrebbero entrare nel mer-cato arabo e viceversa. L’incontro è poi proseguito con la presentazione delle at-tività svolte dall’Area Internazionalizzazione di Confindu-stria, grazie all’intervento di Annalisa Bisson, Responsa-bile delle missioni internazionali. Tra le principali attività, i road show per la promozione dei principali strumenti a disposizione delle imprese per aggredire i mercati esteri, e il Piano per la diffusione del Made in Italy all’interno delle grandi catene di distribuzione attraverso i nume-rosi accordi conclusi con i principali mercati esteri. La lente di ingrandimento di Confindustria si sofferma poi in particolare sui paesi che possono essere maggiormente attrattivi per le nostre imprese. Tra questi, ovviamente troviamo Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, ma non mancano anche Iran, Russia, Cina, Australia, Indonesia, India, Turchia, Algeria, Vietnam, Albania e Messico. Per concludere la sessione di lavoro, il VP Gellini e lo Sherpa Altobelli hanno lasciato la parola ai giovani del

Golfo che hanno illustrato le loro attività di business, tut-te lontane dal core business dei paesi di origine. È ben noto infatti che questi paesi si trovano sulle più grandi riserve di idrocarburi al mondo, ma perseguono ormai da tempo l’obbiettivo di superare le vulnerabilità deri-vanti dal fondare le proprie economie solo sulle risorse naturali. È per questo che il Gulf Cooperation Council la-vora per rafforzare e istituzionalizzare la cooperazione politica e soprattutto economica, sui settori di interesse comune quali il commercio, gli investimenti, l’industria e l’agricoltura. In quest’ottica, i giovani del Golfo hanno espresso gran-de interesse per le opportunità di business che offre il nostro Paese, soprattutto per la qualità dei prodotti agri-coli e artigianali italiani, sottolineando però che ancora oggi la burocrazia nostrana rappresenta un ostacolo per gli investitori stranieri. L’auspicio quindi è di aprire nuovi canali di dialogo tra Italia e i Paesi del Golfo, che favoriscano la nascita di nuove opportunità di business soprattutto per i giovani.

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Trasferire le riflessioni letterarie alla realtà imprenditoriale, per delineare le caratteristiche dell’imprenditore che opera nell’era dell’innovazione e dell’industria 4.0, prendendo spunto

dal testo di Italo Calvino “Lezioni Americane”. È con questo obiettivo che lo scorso 15 dicembre, nell’ambito dell’XI Forum Interregionale del Centro di Confindustria dal titolo “#C6 L’impresa moderna in sei caratteri”, sono state raccolte le suggestioni di Calvino al fine di elabo-rare una visione d’impresa originale, in cui innovazione e tradizione si intrecciano nelle storie aziendali, diventan-do i veri driver per l’impresa moderna.L’evento si è svolto presso l’Auditorium della Tecnica di Viale dell’Astronomia, alla presenza di Filippo Tortoriello Presidente di Unindustria, di Marco Gay Presidente dei GI Confindustria e di oltre trecento rappresentanti del mondo dell’impresa.

L’IMPRESAMODERNAIN SEICARATTERILe “Lezioni Americane” di Italo Calvino alla base dell’XI Forum Interregionale del Centro

di Fausto Bianchi,Presidente Comitato Interregionale GI del Centro

e Presidente GI di Unindustria@FaustoBianchilt

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Nell’epoca dell’open innovation, dove questo presente sarà ricordato per la tecnologia e l’innovazione in ogni contesto, ed in particolare per l’Industria 4.0, riteniamo che così come mercato, infrastrutture, normative, capi-tale umano rappresentano l’hardware dell’industria ita-liana, i giovani imprenditori debbano esserne il software. Ma come i giovani imprenditori devono approcciarsi di fronte a questa nuova e complessa realtà?Essere un giovane imprenditore significa dare forma concreta alle potenzialità delle proprie intuizioni e del-le proprie ambizioni, ma farlo, soprattutto all’interno di un’Associazione, significa anche uscire “dalla prospettiva limitata di un io individuale” di cui parlava lo stesso Calvi-no e costruire qualcosa di importante nell’orizzonte ben più ampio del bene comune.

Le parole che Italo Calvino utilizzò come proposte per il nuovo millennio nelle sue “Lezioni Americane” possono essere considerate come i sei caratteri distintivi dell’im-presa moderna: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibili-tà, Molteplicità e Consistenza. Ognuna di queste caratte-ristiche è stata affrontata durante il Forum ed esplicitata dall’intervento di imprenditori e manager, introdotti ai lavori da Valeria Arancio e Anna Maria Devanna della Nilman srl:#LEGGEREZZA - Se l’industria 4.0 ha il dovere di rap-presentare la realtà, la leggerezza rimane un valore da acquisire mantenendo un equilibrio tra “ciò che è” e “ciò che sarà”. L’imprenditore, come Perseo sul cavallo alato, saprà dominare la gravità della realtà e saprà immagi-nare e definire il “futuro”. Ne hanno parlato Stefano Pe-

Momento dei lavori

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razzelli della Team Consulting Services Srl – Stp e Cinzia Turli Direttore HR e Umanista d’azienda D. Lazzaroni Spa e Amaretti di Saronno.#RAPIDITÀ - Rapidità applicata all’economia significa agilità, mobilità, disinvoltura e niente affatto velocità: in due sole parole, rapidità mentale. Calvino applica le stes-se indicazioni alla vita, mentre l’evento, per estensione, ha inteso descrivere la loro applicazione all’imprendito-ria, per concedere al progetto imprenditoriale il respiro di cui necessita, gestendo le necessità in maniera meno veloce, ma più rapida. Roberto Miscioscia Ceo Net in Progress e Massimiliano Archiapatti General Manager Hertz Italiana i protagonisti che hanno discusso di que-sta caratteristica. #ESATTEZZA - Nell’accezione delle Lezioni America-

ne, esattezza vuol dire soprattutto tre cose: un disegno dell’opera ben definito e calcolato; l’evocazione d’imma-gini visuali nitide e incisive; un linguaggio il più preciso possibile che sappia rendere le sfumature del pensiero e dell’immaginazione. Quello che potrebbe solo apparire come un progetto vago, imprenditorialmente ha l’ob-bligo di essere, ed è, dunque, una descrizione precisa e accurata di una visione futura saldamente poggiata sul terreno dell’innovazione ma fedele ai valori del passato. Le testimonianze sono state quelle di Marco Matarazzi Software Engineer Vendini srl e Giorgio Zangarelli Presi-dente Stabilimento Tipografico Pliniana. #VISIBILITÀ Il precetto di Calvino recita: “Se ho incluso la Visibilità […] è per avvertire del pericolo che stiamo correndo di perdere una facoltà umana fondamentale: il

Il Presidente GI Marco Gay

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potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi”. Tra-sposto ed esteso al mondo dell’industria, la visibilità tratta di un processo immaginativo e proiettivo, in cui le immagini dell’innovazione possono essere, alterna-tivamente, causa o effetto della stessa idea impren-ditoriale. Se, in alcuni casi, l’immaginazione visiva del progetto può risultare inafferrabile, l’imprenditore può e deve tentare di colmare il gap tra la proiezione dell’i-dea e la sua applicazione reale. Testiomonianze affi-date a Lidia Cudemo Ceo D-Hub Studios ed Edoardo Narduzzi President and Ceo Mashfrog Spa. #MOLTEPLICITÀ - Calvino insegna che ‘oggi non è più pensabile una totalità che non sia potenziale, con-getturale, plurima’. La lezione magistrale per il nuovo corso imprenditoriale è la medesima: guardare il modo da prospettive molteplici, non considerare ogni idea o progetto come un elemento dissociato, ma percepirlo all’interno di una rete di relazioni. La molteplicità è una qualità che l’imprenditore è chiamato ad interiorizzare e fare propria, per pensare la realtà su più livelli, tutti in relazione ed in uno stato di influenza reciproca. Ad affrontare questa caratteristica Francesca e Veronica Feleppa Founder FVF Fashion House e Mauro Papalini Presidente Papalini spa. #CONSISTENZA - Il termine originale in inglese è Con-sistency, una sesta voce solo progettata da Calvino, da cui possiamo ugualmente provare a prendere spunto, ricostruendola. Per definizione, consistency é coe-renza, consistenza, compattezza. Dovremmo dunque provare a vivere ed agire imprenditorialmente nell’era dell’innovazione con logicità e costanza, con uniformi-tà, e consequenzialità ma, per estensione del termine, potremmo dire anche con unione, connessione e coe-sione. Ne hanno parlato Valerio Rositani Founder Neo-shu Group e Alessandro Canzian Head of Marketing e Sales Corporate Vodafone Italy. In questo momento storico in cui le cronache spesso ci raccontano di giovani sfiduciati e che si oppongono al cambiamento più per disagio che per convinzione, un evento come quello dello scorso 15 dicembre è stato la testimonianza che esistono fermenti e capacità uniche che è un dovere sostenere e capitalizzare per chiunque rappresenti la cosiddetta classe dirigente. Concordo totalmente con le affermazioni del Presiden-te di Unindustria Filippo Tortoriello nel suo saluto di apertura al Forum, ovvero che i giovani si trovano di fronte ad una realtà occupazionale che dà poca atten-zione al merito costringendoli ad andare via. Dei 110

È ancora aperta la raccolta fondi a favore delle scuo-le dei territori colpiti dal sisma, anche alla luce delle ultime violente scosse che hanno nuovamente in-vestito il Centro Italia. Le somme raccolte verranno destinate alle scuole che, con più urgenza, hanno bisogno di attrezzature e dotazioni, affinchè gli stu-denti possano tornare quanto prima alla normalità e si possa restituire, anche alle loro famiglie, la fiducia nella ripresa.

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mila italiani andati all’estero nel 2015 la metà ha meno di 40 anni con una tendenza in crescita costante e a dop-pia cifra negli ultimi 3 anni. E questi giovani vanno via portandosi dietro anche l’investimento che il Paese ha fatto su di loro: secondo un’indagine pubblicata nel 2015, dagli anni 2008 al 2014, è emigrato all’estero un gruppo di italiani la cui istruzione nel complesso è costata allo Stato 23 miliardi di Euro. 23 miliardi di euro e centinaia di migliaia di menti brillanti che in Italia non ci sono più. Un patrimonio che non possiamo più permetterci di di-sperdere.

Per questo anche il titolo del Forum, nella sua semplicità e al di là dei riferimenti ad Italo Calvino, voleva essere un messaggio importante, di fiducia e di ottimismo verso il futuro, ma anche di responsabilità, come testimonia l’im-pegno che i giovani imprenditori hanno portato avanti con l’iniziativa “Adotta una Scuola”, la raccolta fondi per le regioni del centro Italia colpite dal sisma, promossa dai Giovani Imprenditori dell’Interregionale del Centro in collaborazione con i Giovani di Confindustria: anche in questo dramma i Giovani Imprenditori hanno voluto essere concretamente presenti, riuscendo a raccogliere

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più di 200 mila euro da destinare alle scuole delle zone terremotate, di cui 100 mila raccolti grazie al contributo dell’azienda UNES.Voglio chiudere con una citazione tratta proprio dalle Lezioni Americane di Italo Calvino “Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continua-mente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili”. Ed è proprio questo che deve contraddistinguere l’attivi-

tà del network dei Giovani Imprenditori del Centro: con-dividere le singole esperienze individuali per dare nuova linfa progettuale all’imprenditoria senza aver timore di ri-schiare, ma partire dalla tradizione ed esaltarne le voca-zioni innovando.Condivido inoltre pienamente, come più volte sottolineato da Marco Gay, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, che i giovani sono i veri portatori di innovazione. Anche per questo auspichiamo fortemente che il Forum Interregionale del Centro possa diventare un appuntamento annuale dove progettualità e idee possano essere messe a fattor comune.

Dida

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di Francesco Ferri,Vice Presidente Organizzazione, sviluppo movimento e relazioni interne

@fraferri75

Dopo gli anni intensi ed appassionan-ti di questa Presidenza, in cui tutto il Movimento si è impegnato con la propria capacità di interpretare ed avanzare proposte sui temi-chiave

per il rilancio del nostro Paese e per ciò che l’Italia e l’Eu-ropa possono ancora costruire e diventare, giunge ora il momento di affiancare, ai nostri tradizionali spazi di dibattito, un momento di confronto interno e di appro-fondimento sul nostro Movimento, i suoi valori ed il suo posizionamento.Le Assise Generali rappresentano proprio questo: un momento, ormai immancabile, che ogni tre anni riunisce a porte chiuse i Giovani Imprenditori per una riflessione, il più possibile aperta e condivisa, sul ruolo, l’identità e le sfide del Movimento. È un tempo da sempre deputa-to a fare un bilancio associativo, che segna il passaggio tra una presidenza e l’altra e prefigura le linee future di un impegno e di una presenza sia sul fronte esterno sia sul fronte interno al Sistema. Un’occasione per capire chi siamo e cosa vogliamo essere come Giovani Im-prenditori, un’opportunità per dimostrare di essere un Movimento reattivo e vivo, che non si limita a subire le trasformazioni ambientali ma cerca di anticiparle per consolidare il suo ruolo di avanguardia all’interno del Si-stema confederale.

Sarà così anche per le Assise della Presidenza Gay, che si terranno a Torino i prossimi 9 e 10 marzo con un format che abbiamo voluto interattivo, coinvolgente e quanto più possibile partecipativo, che riesca ad uscire, anche dal punto di vista logistico, dai modelli tradizionali e pos-sa invece facilitare l’interazione e il dialogo. Partiremo certo da alcuni temi definiti da affrontare ma lo faremo in modo tale che costruire insieme una visione che possa beneficiare il più possibile del contributo dalla base del Movimento, un documento condiviso che rap-presenti idealmente la nostra eredità da consegnare alla nuova squadra di Presidenza. Vogliamo che ogni parte-cipante, in particolare i più giovani, esca avendo detto qualcosa!I temi alla base della discussione spazieranno dall’orga-nizzazione, alla comunicazione, fino alla rappresentan-za e le priorità del prossimo triennio. Cominceremo a parlarne già dalla cena sociale di giovedì 9 marzo con uno spazio di lavoro destrutturato in cui i partecipanti si metteranno alla prova ragionando insieme su alcuni dei temi chiave che saranno poi discussi nella plenaria di venerdì 10 marzo, dove non mancheranno le sorprese, né l’occasione di sostenere le proprie idee con delle vere e proprie challenges. Vi aspettiamo in tanti ma soprattutto entusiasti. #voicisiete?

#NOICISIAMO:LE ASSISE GENERALIDEI GIOVANIIMPRENDITORIA Torino, il 9 e 10 marzo per un confronto aperto sul ruolo, l’identità e le sfide del Movimento

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Tra i molteplici modelli di problem solving, merita parti-colare attenzione per la sua efficacia il Design Thinking

Quest’approccio, elaborato dall’Uni-versità di Stanford, deriva – come è intuibile dal nome – dal design, ossia i principi e gli strumenti tipici della progettazione di oggetti, con

particolare rilievo al pensiero creativo, che per l’oc-casione vengono applicati ai contesti imprenditoriali. Le problematiche aziendali vengono quindi analizza-te con un atteggiamento rivoluzionario alla ricerca di soluzioni non convenzionali.Con l’applicazione del pensiero creativo si diventa in grado di costruire una sorta di realtà aumentata nella quale proiettare i problemi ed applicare le potenziali soluzioni, individuando la migliore.

THINKDIFFERENTCON ILDESIGNTHINKING!

di Matteo Giudici,Vice Direttore Quale Impresa

@giudicimat

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La missione dei Thinking designer è l’elaborazione di soluzioni alternative, adeguate al contesto proble-matico in cui agiscono. Tali soluzioni devono essere basate su gradimento, fattibilità e reddittività così da garantire benessere a tutti gli stakeholders coinvolti, sia interni che esterni.Prioritaria nell’ottica del Design Thinking è la valu-tazione della customer satisfaction: analizzando i feedback dei clienti e dei partner lavorativi sarà più facile individuare i propri punti deboli e trasformarli in potenziali risorse. La  linea operativa prevista dal metodo è suddivisa in 3 fasi principali:1. esplorazione  della situazione per identificare il

problema;2. ideazione di possibili soluzioni che passa attra-

verso la ricerca di opportunità derivate dal con-testo;

3. creazione di una soluzione, con la sua prototipa-zione, i test e la validazione.

Ogni fase del processo può rappresentare un nuovo punto di partenza e uno stimolo per creare nuovi pro-totipi e soluzioni.I principi su cui si basa la strategia del Design Thin-king sono riassumibili in 5 termini chiave:

emphatize - Indica la necessità preliminare di comprendere le esigenze dei destinatari del ser-vizio, rilevando insight che assicurano la sosteni-bilità e la realizzabilità del progetto;define - raccolta e strutturazione dei feedback per velocizzare e semplificare le fasi seguenti;ideate - elaborazione di idee e soluzioni avvian-do discussioni e brainstorming caratterizzati da libertà di espressione e non giudizio;prototype - concretizzazione delle proposte per facilitarne la selezione;test - sperimentazione pratica, al termine delle quali sarà scelta la soluzione più proficua.

Ma andando oltre la teoria trovo che questa strategia sia utile anche per innescare un circolo virtuoso all’in-terno della propria azienda, tra le risorse che decide-ranno di lavorare con questa spinta.

Adottando questa mentalità ho riscontrato notevoli miglioramenti a livello produttivo, voglio quindi con-dividere con voi alcuni dei motivi che mi hanno spinto a diventare un “Design Thinker”!Delineo la meta e la raggiungo!Piuttosto che partire dal problema specifico, applico un approccio “solution-based”, delineando l’obiettivo o la situazione da raggiungere ed esplorando le pos-sibili vie che mi permetteranno di raggiungerla.Il confronto con il mio team mi permette di indivi-duare il modo ottimale di ottenere ciò a cui ambisco, ognuno fornisce il proprio contributo e ciò amplia la prospettiva d’azione portando ad una soluzione che potrei definire “multi settoriale”.Sono innovativo!Spesso i manager evitano il rischio, preferendo la cer-tezza dell’equilibrio piuttosto che un ipotetico miglio-ramento. Alla base del processo di design thinking vi è invece l’innovazione!Dopo aver elaborato una proposta creativa, questa viene concretizzata, valutata ed eventualmente mo-dificata: non è mai troppo tardi per fare qualche ag-giustamento ed elaborare la soluzione ottimale.Come cita un famoso proverbio: “Per fare un passo avanti, è necessario perdere l’equilibrio per un istan-te”!Non mi scoraggio!Un buon manager si riconosce dalle situazioni di crisi: se non siete in grado di gestire i problemi rischiate di non essere presi sul serio e di fallire nella vostra leadership. In alcuni casi i metodi “standard” di pro-blem solving potrebbero risultare inefficaci, specie nelle situazioni che richiedono inventiva e creatività, è proprio allora che entra in gioco il Design Thinking!Nel marcato odierno ormai non basta più garantire un servizio, è necessario continuare a proporne di nuovi, essere sempre in prima linea e distinguersi ri-spetto ai propri competitor.Insomma, siate diversi: siate i migliori!

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QUALE MANAGEMENT

Impariamo a gestire al meglio il processo di acquisto dei nostri clienti

CRM NUOVESFIDEE NUOVEOPPORTUNITÀDEL 2017

di Mattia Macellari,Presidente GI Assolombarda

Siamo immersi in un’economia in cui il nu-mero dei dati generati è in costante ed esponenziale evoluzione.L’advertising tradizionale così come l’ab-biamo conosciuto non è più efficace e sia-

mo in presenza di oltre 60 trilioni di pagine web indiciz-zate. Secondo IBM, il 90 per cento dei dati nel mondo di oggi è stato creato negli ultimi 2 anni. In questo ambien-te complesso, le sfide che marketing e vendite dovranno affrontare nel 2017 toccheranno i seguenti punti:

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QUALE MANAGEMENT

1. contenuto - spesso i siti web aziendali presenta-no contenuti irrilevanti. Per questo motivo non ri-escono a soddisfare le linee guida per ottenere il punteggio di qualità minimo richiesto da Google per una corretta indicizzazione. Di contro i consu-matori sono sempre più informati, il che significa che le aziende devono distribuire contenuti rilevanti su tutte le piattaforme, per riuscire ad ingaggiarli emotivamente. I consumatori di oggi vogliono in-formazioni approfondite e le vogliono ora. Quindi i marketer devono darsi da fare per creare contenuti condivisibili. Alcuni brand stanno scoprendo che i contenuti possono essere quattro volte più efficaci di una campagna di marketing tradizionale. In par-ticolare alcune marche stanno iniziando a trattare contenuti di nicchia che poco o nulla hanno a che fare con il loro brand, per accrescere la propria au-torevolezza, come Burberry con la musica o Red Bull con lo sport;

2. geo-localizzazione - è un tema che vale per il mon-do digitale e per quello fisico. Impatta i clienti dei negozi fisici come quelli dei negozi virtuali, poiché entrambi possono ricevere offerte e messaggi geo-localizzati sul proprio smartphone. Questa tecnolo-gia seppur ancora in fase embrionale, sta iniziando a diffondersi presso un numero sempre più elevato di rivenditori grazie ad una analisi dei dati sempre più evoluta (Data Analytics);

3. servizi di Customer Experience - I nostri clienti sono e saranno sempre più connessi. Deloitte sti-ma che lo diventeranno per il 100% del loro tempo. Questo avrà un impatto decisivo sulla Customer Experience. Oggi i clienti hanno moltissima scelta, McKinsey stima che il 70% dell’esperienza di ac-quisto di un cliente si basi sul modo in cui si sente trattato. Per questo le aziende devono sviluppare un’infrastruttura che permetta la condivisione delle conoscenze e la comunicazione intelligente delle informazioni per offrire al cliente un’esperienza oli-stica;

4. personalizzazione e customizzazione - Per esse-re efficaci nel 2017, le aziende dovranno reperire il maggior numero di informazioni sui propri clienti e usarle per interagire con questi ultimi con modalità innovative su mobile, con contenuti dinamici, con nuove app, blog e sui social. I siti web aziendali non dovranno più essere statici ma social, dinamici, sti-molanti e con elementi di differenziazione;

5. omnicanalità - molti negozi fisici stanno vivendo un periodo di crisi che vede ridurre i propri margini di guadagno anno su anno mentre la vendita online è in continua crescita grazie alla conversione di molti clienti che si avvicinano sempre di più i canali di e-commerce. Per le aziende offline è il momento di puntare sull’omnicanalità, mentre per i rivenditori che già operano online quello di strutturarsi per of-frire ai clienti un’esperienza di acquisto sempre più emozionale e personalizzata.

La fruizione dei servizi via mobile ha ormai superato quella da qualunque altro device, si tratta di un trend in continua crescita, per questo i marketer devono mettere il mobile al centro del Multichannel Journey. Per questo motivo sarà necessario implementare nuove strategie di Customer Journey e dotare le forze vendita di tecnologia mobile che permetta, ovunque si trovi di controllare l’inventario, effettuare ordini o fare una ven-dita, avere sempre a disposizione l’informazione da dare al cliente giusto nel momento giusto.Da anni nelle aziende si sente parlare di strumenti di CRM, più che mai nel 2017, considerando quanto sopra elencato, l’impresa che vorrà creare o mantenere attive le proprie leve competitive non potrà farne a meno.Gestire il Customer Journey con un software di CRM vuol dire avere una strategia di contatto con il cliente, analizzare il processo di acquisto e cercare di standar-dizzarlo con l’utilizzo di uno strumento software, sapere a che punto del processo di acquisto si trova il potenzia-le cliente è un’informazione essenziale per tutti i reparti aziendali: marketing, sales, operation. I moderni CRM, oltre a tutte le funzionalità di un CRM classico quali anagrafiche, contatti, attività, gestione of-ferte, contratti, pipeline management, gestione servizio post vendita, ecc, offrono nuove potenzialità:

funzionalità - totalmente web based per poter esprimere il massimo delle loro performance da qualsiasi dispositivo in ufficio ed in mobilità;reportistica - integrata per analizzare i dati che provengono dalle varie fonti di contatto con i clienti e che alimentano i canali di contatto con il mercato.Le sfide del 2017 saranno molte, strutturarsi per se-guire al meglio i trend che ormai sono realtà, non sarà una scelta ma un dovere per permettere a tutta l’organizzazione aziendale di cogliere tutte le op-portunità di consolidamento e crescita del proprio business.

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PRIMO PIANO

LE PRIME ASSISE DEI GIOVANI IMPRENDITORIDI CONFINDUSTRIA FVGIl 15 novembre i Giovani Imprenditori del Friuli si sono riuniti per parlare di crescita e cambiamento,condizioni necessarie per lo sviluppo del territorio

di Tayla Tagliaferro,Comitato di Redazione Quale Impresa

@Tayla76

Puntiamo a creare un Consiglio Direttivo unico regionale in cui riunire, a cadenza fissa, tutti i Giovani Imprenditori delle tre territoriali provinciali per gestire as-sieme le iniziative comuni”.

L’annuncio è di Matteo Di Giusto, Presidente del Grup-po Giovani Imprenditori di Confindustria Friuli Venezia Giulia, che ha scelto per farlo – e non poteva esserci mi-gliore occasione – le Prime Assise del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Friuli Venezia Giulia, tenu-tesi martedì 15 novembre a Udine nel Salone del Popo-lo di Palazzo D’Aronco. Si è trattato di un momento di confronto interno al Movimento e al contempo di dialo-go con il territorio; un appuntamento che ha voluto – e saputo - coinvolgere tutti quelli che con la loro attività quotidiana hanno un ruolo attivo nello sviluppo del Friuli Venezia Giulia e che ha avuto lo scopo di riflettere su come essere “Motori del Cambiamento” per contribuire allo sviluppo economico, industriale e sociale della regio-ne. Un’occasione per fare il punto e guardare avanti, ar-ticolata in una serie di momenti di approfondimento e di dibattito in cui imprenditori giovani e di più lungo corso, economisti internazionali e giornalisti, allenatori di calcio hanno approfondito varie sfaccettature del tema “cam-biamento”. “Perché ‘cambiamento’? Perché siamo – ha dichiarato il presidente Di Giusto – la Regione del fare e della qualità. La mia generazione di imprenditori è quella che ha scontato di più il difficile e complesso momento economico. I figli hanno meno dei padri e sono oramai abituati a lavorare nell’incertezza. Se la crisi fa parte del sistema, noi dobbiamo attivarci per fare qualcosa, per

creare gli anticorpi e reagire, superando la visione ter-ritoriale – spesso ahimè anche campanilistica - con una visione collettiva a 360 gradi. Senza gioco di squadra non ce la faremo. Se invece faremo rete, tanto interna-mente quanto esternamente, possiamo fare molto per il territorio. La responsabilità sociale ci appartiene: noi Giovani – ha concluso Di Giusto – non vogliamo essere solo la coscienza critica del sistema, vogliamo esserne la coscienza costruttiva”. Le Assise si sono aperte con i saluti istituzionali. Furio Honsell, Sindaco del Comune di Udine e padrone di casa, ha preso spunto dalle allegorie degli stucchi del Salone del Popolo, tra cui quella dedica-ta al mondo dell’industria, per indicare Palazzo D’Aronco come luogo ideale dove far incontrare il mondo impren-ditoriale con la società civile”. Dal canto suo, Debora Serracchiani, Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ha evidenzia-to che “siamo una regione con un’imprenditoria giovane piuttosto dinamica e interessante a livello nazionale, le istituzioni cercano di accompagnare queste iniziative, anche con il sistema dell’Università e della ricerca, e l’ini-ziativa Industria 4.0 ci interessa da vicino anche perché stiamo cercando di fare rete a livello regionale e con le province di Trento e di Bolzano e il Veneto, per mettere insieme i punti di forza che abbiamo”. Tutto questo la-voro serve - ha sottolineato Serracchiani - per affianca-re l’imprenditoria che tocca con mano quotidianamente la sfida dell’innovazione e anche le grandi sfide che ci attendono nel prossimo futuro. Il cambiamento del ter-ritorio regionale è stato invece oggetto del dialogo tra Marco Magnani, economista, Senior Research Fellow a

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DAL TERRITORIO

Harvard, Fellow all’Istituto Affari Internazionali, docente di Monetary and Financial Economics alla LUISS di Roma e Paolo Mosanghini, giornalista e caporedattore centra-le del Messaggero Veneto. Magnani, il cui più recente li-bro s’intitola “Terre e buoi dei paesi tuoi” e che indaga da tempo il legame tra fare impresa e il luogo dove ciò accade, ha presentato alcune esperienze di imprendito-ri di successo che hanno osato investire idee, tempo e risorse sul territorio - inteso non come una mera entità geografica, bensì come un sistema complesso fatto di molteplici elementi (scuola, ricerca, formazione, filiera), creando progetti che hanno coinvolto non solo le loro aziende, bensì l’intero sistema, portando vantaggio a tutti. “Di fronte ai tre cambiamenti epocali – digitalizza-zione, crisi e globalizzazione – una carta da giocare – ha evidenziato Magnani - è proprio investire sul territorio. Non dobbiamo subire lo ‘tsunami del cambiamento’, ma cavalcarlo, perché abbiamo radici profonde e anche antenne in grado di intercettarne i segnali”. Mosanghini, invece, ha invece presentato il punto di vista di chi quoti-dianamente è impegnato nel monitoraggio del territorio e degli accadimenti – nazionali e internazionali – che ne influenzano l’umore, lo stato di salute, i bisogni, e che pertanto ne vede da vicino il cambiamento. “Vedo – ha detto Mosanghini – i primi segnali di ripresa. Il territorio friulano è dinamico, ci sono molte imprese che investono (il 38% contro il 31% nazionale). Come è successo con il terremoto, siamo capaci, nei momenti importanti, di tirare fuori le unghie”. A seguire, quattro Giovani Imprenditori - Michele Di Giu-sto, Simone Balzano, Federica Sartor e Letizia Vicenzi - sono stati i portavoce di altrettante idee emerse nel corso di Brainstorming, un evento interno al Movimento, che ha avuto come scopo la generazione di proposte per agevolare il cambiamento in un’ottica di nuovo e ulteriore sviluppo del territorio. Proposte che vanno dal ripensamento del packaging in un’ottica di maggiore so-stenibilità ed efficienza - Repackaging -, al recupero di siti produttivi dismessi - Opificio 4.0 -, alla creazione di un sistema welfare aziendale condiviso tra più imprese - Social Industry -, fino all’utilizzo delle potenzialità della rete e delle applicazioni digitali per valorizzare le profes-sionalità artigianali - ArtigianaleDigitale -. Tali idee sono state poi lo spunto per la tavola rotonda, moderata da Marina Presello, giornalista Sky, in cui im-prenditori di diverse generazioni sono stati interrogati sulle opportunità presenti in FVG che possono favorire il cambiamento e la crescita.

Ne hanno dibattuto: LIA CORREZZOLA, Presidente GI Unindustria Pordenone: “Le aziende che hanno investi-to nel cambiamento e nell’aggiornamento del software hanno saputo recuperare per prime la competitività”; VALERIO PONTAROLO, Fondatore di Pontarolo Engine-ering: “Mi rendo conto, andando all’estero, di quanto il Friuli Venezia Giulia sia ricchissimo di cultura, educazione all’impresa e di creatività”; DAVIDE BOERI, Presidente GI Confindustria Udine: “Le risorse umane, l’istruzione scolastica, l’università, direi, anche la tempra del carat-tere sono i nostri punti di forza”; CRISTINA NONINO, Amministratore Delegato Distillerie Nonino: “Dal Friuli abbiamo tratto rispetto, rigore e voglia di dimostrare di essere capaci di fare”; CARLO RANALLETTA FELLUGA, Presidente GI Confindustria Venezia Giulia: “Il porto resta uno snodo cruciale per lo sviluppo del nostro territorio” e LUCA FARINA, Presidente Orion Valves: “Venendo dalla Brianza a Trieste ho incontrato qualche difficoltà iniziale ad entrare in una mentalità diversa dalla mia”.A seguire, si sono alternati sul palco una serie di Giovani Imprenditori di diversi settori – Fanny Paviotti, Geremia Moras, Marcello Nobile, Guido Pascotto, Michela Silve-strin, Valentino Zuzzi, Gerardo Acampora, Mattia Cergol e Michele Da Col - che hanno evidenziato illustrato la propria azienda e come hanno interpretato il cambia-mento per restare competitivi sul mercato. Successivamente, un ospite d’eccezione, Luigi Delneri, allenatore dell’Udinese Calcio, che in tante società spor-tive ha saputo imprimere una svolta di crescita, ha par-lato del cambiamento in relazione al gioco di squadra, all’equilibrio tra chi “difende” gli spazi, chi lavora per co-struire il gioco e chi lo finalizza e segna il gol. “Ma prima di arrivare a questo - ha detto - è necessario che chi vie-ne in Friuli impari a conoscere questa terra, la sua gente e i suoi valori”.A chiudere i lavori l’intervento di Marco Gay, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, che, nel corso del suo mandato, si è speso per dare nuova e ulterio-re energia al Movimento e ha contribuito a far avere un peso più importante ai Giovani all’interno dell’Associa-zione. “Per affrontare la situazione economica in Italia - ha ribadito Gay commentando lo spirito delle Assise - occorre puntare sulla capacità di mettere insieme un network di imprenditori che vogliono guardare al futu-ro: questa è la base su cui tutte le proposte poi devo-no poggiare e devono andare avanti. Poi, ovviamente la politica deve mantenere gli impegni, cosa sulla quale vigileremo”.

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DAL TERRITORIO

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DAL TERRITORIO

AL VIALA V EDIZIONEDEL PREMIOMARKETINGASSOCIATIVO GI

di Valentina Piacentini,Segreteria Nazionale GI

Venerdì 20 gennaio presso la sede na-zionale di Confindustria, davanti ad una Giuria presieduta da Francesco Ferri, Vice Presidente dei Giovani Im-prenditori per l’Organizzazione, lo

Sviluppo Movimento e Relazioni Interne, si è svolta la presentazione dei progetti che hanno aderito alla V edi-zione del Premio Marketing Associativo 2014-2017 dal titolo “Sapere. Saper fare. Saper essere. Saper crescere. Saper far crescere”, realizzati dai Gruppi territoriali che hanno risposto al bando.Lo scopo dell’iniziativa è di dare ai Gruppi GI sul terri-torio la possibilità di far emergere la propria capacità di crescere all’interno delle rispettive realtà, creando mo-

menti di confronto, di visibilità e di coinvolgimento di nuovi potenziali associati. Sono tanti gli strumenti che i Giovani Imprenditori hanno utilizzato per parlare ai terri-tori, comunicare con i giovani imprenditori delle altre ca-tegorie e anche e soprattutto, in un’ottica di marketing, convincere e coinvolgere nuovi imprenditori giovani: il comune denominatore dei progetti presentati è stato quello dalla formazione, del confronto e della condivi-sione delle esperienze anche outdoor - progetti teatra-li, momenti culinari, attività sportive, giochi di squadra: vere e proprie occasioni di rafforzamento della squadra e degli obiettivi. L’appuntamento per conoscere i vinci-tori di questa edizione saranno le Assise Generali GI, che si terranno a Torino i prossimi 9 e 10 marzo, don’t miss it!

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DAL TERRITORIO

La missione in Israele ha consentito di conoscere le eccellenze dell’innovazione e dello sviluppo scientifico e tecnologico per sviluppare nuove start up

I GIOVANI IMPRENDITORIIN ISRAELEPER NUOVE OPPORTUNITÀDI BUSINESS

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DAL TERRITORIO

di Tayla Tagliaferro,Comitato di Redazione Quale Impresa

@Tayla76

Si è svolta in Israele la Missione imprendi-toriale all’estero dei Giovani Imprenditori di Vicenza, che ho organizzato e forte-mente voluto e che quest’anno ha visto anche il coinvolgimento dei colleghi di

Unindustria Treviso. Dopo l’interessante viaggio del 2015 in Turchia, nel di-stretto industriale di Smirne e ad Istanbul con la parteci-pazione al G20 Young Entrepreneurs’ Alliance Summit, la scelta per la missione imprenditoriale del 2016 è rica-duta di nuovo sul medio oriente, area del mondo con forti conflittualità, ma anche tra le più dinamiche e inte-ressanti del Mediterraneo. “Obiettivo della missione è stato conoscere le eccellenze dell’innovazione e dello sviluppo scientifico e tecnologi-co. Inoltre Israele forniva ulteriori stimoli per quanto ri-guarda la creazione di nuovi business model legati al mondo delle start up. Israele è infatti soprannominata la “Start Up Nation” avendo il primo ecosistema mondiale per start up, se si esclude quello degli Stati Uniti. Alcuni numeri ben rap-presentano la portata di questo primato: 1 start up ogni 290 residenti e 84 acceleratori nella sola Tel Aviv (contro i 65 di Londra e i 48 di Parigi). Prima tappa della missione è stata Gerusalemme, realtà unica al mondo, vero snodo per comprendere la com-plessità del Paese, ad iniziare dal varco d’ingresso alla città vecchia che da un lato permette di recarsi presso il muro del pianto, dall’altro di salire alla spianata delle mo-schee. A pochi metri, l’accesso alla Via Dolorosa e alla Chiesa del Santo Sepolcro. A Gerusalemme, poi, la dele-gazione dei Giovani Imprenditori ha potuto partecipare alla lectio magistralis che il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha tenuto alla Hebrew Univer-sity of Jerusalem, istituto che ha visto nel suo board per-sonalità del calibro di Albert Einstein e Sigmund Freud. “Israele con la sua democrazia ci richiama alla cultura e alla responsabilità della memoria, congiunta a una ten-sione continua verso la modernità e il progresso”, ha

detto il Presidente alla platea composta da studenti e professori israeliani, ma anche da italiani operanti presso l’Università di Gerusalemme. Le giornate successive hanno permesso di visitare im-portanti istituti scientifici e tecnologici, tra cui, in primo luogo, lo Yeda Research and Development Company, ente di trasferimento tecnologico del Weizmann Institu-te of Science, centro di ricerca con sede a Rehovot che porta il nome del suo fondatore che poi fu anche il primo presidente dello Stato di Israele. Lo Yeda possiede il maggior portfolio del Paese in termini di brevetti, circa 550, che sviluppa e commercializza sia con spin off (ol-tre 50 aziende sono state fondate grazie alla tecnologia sviluppata dallo Yeda), sia attraverso la sinergia con grandi aziende e PMI. Altro istituto visitato è stato il Technion Institute of Technology, università pubblica di Haifa molto simile ad un vero e proprio Politecnico e tra le più prestigiose realtà del Paese in ambito tecnologico. Tra i propri professori può vantare ben quattro premi Nobel per la chimica. Nella capitale israeliana, il gruppo confindustriale ha poi visitato The Library, spazio di coworking e “casa” di mol-te start up che hanno scelto Tel Aviv come ecosistema di sviluppo del proprio business. Questo spazio è finanzia-to proprio dalla municipalità che, oltre alla location, fa-vorisce lo scambio di idee e iniziative tra gli startupper, molti dei quali sono a tutti gli effetti dei giovani impren-ditori, grazie anche ad eventi di networking e meetup. Sul lato aziendale, la visita si è svolta presso Caesarsto-ne, impresa attiva nella produzione di superfici in quarzo e quotata a Wall Street (indice Nasdaq) mentre i mee-ting su temi tecnologici e commerciali si sono tenuti con Eyal Balicer, già Head of Research and Analysis presso il National Cyber Bureau del Primo Ministro di Israele; Massimiliano Guido, Responsabile dell’ufficio ICE di Tel Aviv; e Ze’ev Lavie, Direttore delle Relazioni internazio-nali della Federazione delle Camere di Commercio Israe-liane.

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DAL TERRITORIO

di Luigi de Francesco,Presidente Gruppo GI Taranto

Il 25 novembre si è tenuto a Taranto un convegno per affrontare il tema immigrazione e approfondire i risvolti positivi del fenomeno

TEMA IMMIGRAZIONE:OLTRE I LUOGHI COMUNI

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DAL TERRITORIO

Sul tema dell’immigrazione si concentrano i più ricorrenti luoghi comuni: l’incremen-to della criminalità, la competizione sul mercato del lavoro, le spese eccessive a carico dello Stato, sono soltanto alcune

delle tante convinzioni che animano il dibattito attorno alla questione. Eppure, dati alla mano, la realtà si rivela ben lontana dal pensare comune. Se ne è parlato nel con-vegno, organizzato a Taranto dal Gruppo Giovani Im-prenditori di Confindustria e dall’Ugl Polizia di Stato, in collaborazione con l’Università di Bari, sul tema “Taranto hotspot migranti: opinioni a confronto. Risvolti sociali ed economici. Minaccia per la sicurezza?”. A sfatare il luogo comune secondo il quale l’immigrazione costituirebbe un male per l’economia italiana, è stato il Presidente dei Gio-vani Imprenditori Marco Gay: “Gli immigrati sono una ri-sorsa – ha dichiarato – e senza di loro, il PIL del Paese scenderebbe di ben 124 miliardi”. A conforto del dato, sono intervenuti gli approfondimenti forniti dal Direttore del Centro Studi di Confindustria Luca Paolazzi, che ha tracciato i punti salienti del report sull’immigrazione rea-lizzato a Viale dell’Astronomia. Un report che ribalta gran parte delle percezioni negative dell’immaginario colletti-vo. Eppure basterebbe un’analisi più accurata del feno-meno per apprendere, giusto per fare un paio di esempi, che in Italia gli immigrati - anche quelli con elevato livello

di istruzione - svolgono molti mestieri che i nostri conna-zionali non vogliono più fare. E che in Italia la percentua-le di popolazione immigrata è fra le più basse d’Europa: il 9,7% contro il 15% della Germania. Aspetto molto dibat-tuto quello della sicurezza, da affrontare con un approc-cio diverso quando si parla di immigrazione regolare e quando invece di sbarchi, oramai frequentissimi, di mi-granti. Ed è su queste differenze che si sono concentrati gli interventi del viceministro dell’Interno, Filippo Bubbi-co, e del Segretario nazionale dell’Ugl Polizia di Stato Valter Mazzetti. Il primo ha richiamato fortemente il ruolo dell’Europa nella gestione attiva dell’emergenza, invo-cando saggezza e praticità nell’affrontare il fenomeno; il secondo ha ribadito l’esigenza di monitoraggio dei terri-tori subito dopo l’ingresso negli hotspot, come quello, appunto, di Taranto. Cosa accade a chi rimane senza sta-tus, a chi non fruisce di un percorso di integrazione, di formazione, una prospettiva di futuro? Sono quesiti sui quali la riflessione si fa sempre più necessaria. Ad arric-chire la discussione, gli interventi, fra gli altri, di Stanislao Schimera, Questore di Taranto; Bruno Notarnicola, Diret-tore del Dipartimento Jonico universitario; Domenico Maria Amalfitano, Presidente del Centro Cultura G. Laz-zati; Giuseppe Fabio Dimonte, Vicesegretario Nazionale Ugl Polizia di Stato e Luigi de Francesco, Presidente Gio-vani Imprenditori Confindustria Taranto.

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QUALE BOOKS

I L BENE COMUNE ECONOMIA PER UN PAESE AFFOLLATO

Jeffresy D. Sachs Mondadori Prezzo: € 18,00

In questo inizio di ventunesimo secolo l’umanità è seriamente minacciata su più fronti da inquietanti cambiamenti che coinvolgono le società e gli ecosistemi di ogni angolo del pianeta: le variazioni climatiche dovute all’innalzamento della temperatura terrestre; la progressiva diminuzione delle risorse alimentari; la sem-pre più rapida e frequente diffusione di epidemie; la morsa della povertà estrema che, in un mondo mai così ricco, attanaglia più di un miliardo di persone. Insomma, la specie umana sembra davvero sull’orlo dell’abisso. Eppure, alcune voci autore-voli si alzano al di sopra del coro degli apocalittici per dirci che non tutto è ancoraperduto e che, paradossalmente, sarà proprio lo straordinario progresso tecnolo-gico a porre rimedio ai guasti da esso stesso causati. Una di queste voci è quella dell’economista Jeffrey D. Sachs, che elenca ed esamina, dati alla mano e con grande realismo scientifico, tutti i maggiori problemi che ogni società dovrà af-frontare nei prossimi decenni e, con buona pace dei catastrofisti, afferma che l’u-manità possiede già adesso tutte le risorse e le tecnologie necessarie per contra-stare efficacemente, e alla fine scongiurare, le minacce che incombono sul nostro futuro. A mancare, infatti, non sono le idee, il denaro o, almeno per ora, il tempodi agire, ma una diffusa e piena consapevolezza della gravità della situazione e una reale volontà di trovare nuove forme di cooperazione globale.

TERRA E BUOI DEI PAESI TUOISCUOLA, RICERCA, AMBIENTE, CULTURA, CAPITALE UMANO:QUNADO L’IMPRESA INVESTE NEL TERRITORIO

Marco Magnani UtetEuro 12.00

Ha ancora senso per le imprese investire nel territorio? Nonostante la crisi economica, la globalizzazione e la rivoluzione digitale, la risposta è sì. Secondo l’economista Marco Magnani il territorio può costituire per l’impresa addirittura un inatteso vantaggio competitivo. Paradossalmente, l’impresa non deve fare filantropia, ma investire nel territorio per interesse, quasi per egoismo. Un egoismo lungimirante, perché solo così territorio e impresa crescono insieme in modo virtuoso e sostenibile. Ma è anche fondamentale che il territorio cambi pelle: in un mondo che si trasforma, deve offrire maggiori opportunità, attrarre capitale umano ed eccellenze, stimolare la collaborazione, valorizzare tradizioni ma anche recepire nuove tecnologie. Magnani indaga i fattori che determinano oggi il successo o il declino di un territorio e delle sue imprese; racconta vite di imprenditori e progetti visionari; illustra best practice raccolte nella provincia italiana e le confronta con l’esperienza delle multinazionali.

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QUALE BOOKS

IL MANAGER EMOZIONALELA GESTIONE ECCELLENTE DELLE EMOZIONI NEI LUOGHI DI LAVORO

Roberto Tassan FrancoAngeli Prezzo: € 22,00

PREVEDERE PER DECIDERE DALLE LEGGI DI BELMUS AL CROWDSHANG

Marco Galleri Diogene Multimedia Prezzo: € 29,00

L’azienda è un sistema che utilizza sinergicamente attrezzature, capitali e risorse umane. Nell’immaginario collettivo è il topos della razionalità. Ma è proprio così? O meglio, è così che dev’essere? In realtà il benessere psicologico migliora in notevo-le misura le potenzialità e le capacità produttive delle risorse umane e dell’intera azienda, mentre il malessere le peggiora. Se ciò è corretto allora bisogna forse ri-pensare alle competenze manageriali. Una delle capacità indispensabili del mana-ger sarà infatti quella di gestire le risorse umane anche dal punto di vista emotivo. Come sostiene Domenico De Masi “l’azienda, al pari di ogni essere umano, ha un’a-nima, cioè sentimenti ed emozioni. E tutto questo coinvolge la persona, le sue sensibilità e il suo essere al mondo”. Il lettore troverà nel testo le risposte (propo-ste) ad alcuni interrogativi: Cos’è l’eccellenza emotiva? Quali sono le abilità neces-sarie per realizzarla? Ci sono relazioni tra intelligenza, cultura e eccellenza emoti-va? Ed infine, last but not least, esiste un collegamento tra efficienza/inefficienza e felicità/infelicità?

Prevedere il futuro è fuori dalla portata umana eppure ci tocca farlo tutti i giorni. Nelle organizzazioni gli sforzi più importanti riguardano la strategia e le innovazio-ni, nelle aziende anche le vendite. Fondamentale è il caso delle previsioni sulle sorti dell’umanità, ormai piuttosto precise e con soluzioni razionali evidenti, ma finora inapplicate: è il paradosso di Giddens; per risolverlo servono una razionalità e un’etica minimali. L’etica è quantitativa e qualitativa; è economicamente giustificata nei rapporti di lungo termine ed è praticabile solo da gruppi non troppo grandi. Tra il rischio e l’incertezza ci sono di mezzo le probabilità; ci si deve rassegnare a percezioni fallaci e stime approssimative, eppure la saggezza della folla è sorpren-dentemente esatta. Un metodo razionale, alcuni semplici ma preziosi strumenti e molta pazienza favoriscono l’efficacia delle previsioni; si devono però evitare di-verse insidiose trappole percettive, emotive e cognitive. Questo è un saggio multidisciplinare: va dalla filosofia alla tecnica e viceversa, con escursioni in diverse materie. Presenta dieci semplici formule e una settantina tra tabelle e figure per descrivere una cinquantina di strumenti pratici, alla portata di tutti. Sono degli occhiali imperfetti ma fanno una bella differenza.

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QUALE BOOKS

HO AVUTO UN’IDEA GIOVANI TALENTI ITALIANI E START UP DI SUCCESSO

Paolo Brogi Imprimatur Prezzo: € 15,00

PROGETTARE LA COMUNICAZIONEESEMPI. ESPERIMENTI, METODI, MODELLI

Leonardo RomeiBrossuraPrezzo: € 15.00

Giovani che s’inventano un lavoro. Facendo volare droni all’Aquila, piantando frut-ti di bosco alle porte di Milano, organizzando cene a casa di chef... Un viaggio da Milano a Palermo, tra le startup e gli under trenta che, stanchi di aspettare, prova-no a dare vita ai loro sogni. Le nuove generazioni fondano giornali online, costru-iscono lampade a basso consumo per orticelli casalinghi, piantano alberi per ossi-genare il pianeta, coordinano l’intervento di baby-sitter e di addetti alle pulizie, organizzano i piccoli vignaioli, riciclano batterie usate, riempiono valigie di carto-ne con i prodotti migliori delle loro terre, assistono gli automobilisti, inventano dispositivi “trovaroba”, reinventano bar dal ritmo slow, girano su piccole api per smerciare mortadella, realizzano siti web, portano mongolfiere a Matera, esporta-no panzerotti, piadine, polenta e “panelle”. Con i preziosi consigli di quelli che possono essere considerati i fratelli più maturi, altri trentenni che ce l’hanno fatta: dal patron di Aruba a quello di Mosaicoon.

Partendo da casi tratti dall’esperienza quotidiana, come la bolletta elettrica o la prima pagina di un giornale, l’autore illustra in modo chiaro e comprensibile i me-todi che aiutano a visualizzare e organizzare efficacemente la comunicazione per migliorare i processi di pensiero e di azione.Siamo tutti dei progettisti o fruitori di progetti altrui. Anche se molti di noi non se ne rendono conto. Dietro tutto quello che facciamo – che sia compilare un bollet-tino postale, o progettare una mappa anti incendio – ci sono dei meccanismi co-municativi che si mettono in atto. “Si può essere interessati a progettare - spiega l’autore Leonardo Romei, docente di semiotica all’ISIA di Urbino - per motivi pro-fessionali, di studio, scientifici, sociali, ma anche semplicemente umani. Tutti noi siamo fruitori di progetti altrui, e a nostra volta possiamo esserne produttori”. Mettere in campo una comunicazione efficace non è mai semplice, e sono nume-rosi gli errori, spesso banali, che possono essere compiuti se si ignorano i principi che regolano i processi comunicativi. Conoscere la progettazione della comunica-zione aiuta allora a comprendere l’efficacia di questi artefatti così da sceglierli con cognizione di causa, capire come ri-progettarli, utilizzare i loro meccanismi di fun-zionamento come strumenti di pensiero.

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QUALE BOOKS

LA SOCIETÀ A COSTO MARGINALE ZERO

Jeremy Rifkin Mondadori Prezzo: € 22,00

LA NUOVA RIVOLUZIONEDELLE MACCHINE LAVORO E PROSPERITÀ NELL’ERA DELLA TECNOLOGIA TRIONFANTE

Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee Feltrinelli Prezzo: € 22,00

Jeremy Rifkin spiega come allo schiudersi del nuovo secolo “l’Internet delle cose” stia dando luce a un inedito sistema economico, basato sulla “condivisione colla-borativa” e destinato a mutare radicalmente il nostro modo di vivere. Questa infra-struttura intelligente, composta dall’Internet delle comunicazioni, la nascente In-ternet dell’energia e l’Internet della logistica, è destinata a spingere la produttività fino al punto in cui il costo marginale della produzione di numerosi beni e servizi sarà quasi azzerato. Nei prossimi anni il vortice del costo marginale zero trascineràcon sé quasi ogni settore dell’economia generando un’economia ibrida, in parte orientata al mercato capitalistico e in parte alla condivisione collaborativa, con ri-cadute sociali notevolissime. In questo nuovo mondo il capitale sociale è non meno importante del capitale finanziario, la libertà di accesso prevale sulla pro-prietà, la cooperazione soppianta la concorrenza e al “valore di scambio” nel mer-cato capitalista va sempre più sostituendosi il “valore di condivisibilità” nel comu-ne spazio collaborativo.

La rivoluzione industriale ha dato luogo alla più rapida e ripida crescita (di popola-zione, di reddito, di produttività) della storia. In due secoli ha cambiato il volto del pianeta e la vita degli uomini, portando ricchezza e nuove possibilità, ma anche sfruttamento, inquinamento, impoverimento e distruzione di molti stili di vita tradi-zionali. In questo libro, gli economisti del MIT Brynjolfsson e McAfee sostengono che è arrivato il momento per una nuova rivoluzione, che questa volta non mecca-nizzerà il lavoro manuale, ma quello mentale. Mentre le macchine che si guidano da sole di Google macinano migliaia di chilometri per le strade della California e in ogni tasca c’è quello che dieci anni fa sarebbe stato un supercomputer, si comincia a intravedere dove può portare la convergenza digitale di hardware sempre più velo-ci e meno costosi e software sempre più sofisticati e adattabili: a un mondo in cui, semplicemente, molti lavori di concetto non esisteranno più, perché saranno svolti dai computer. Brynjolfsson e McAfee offrono molte idee per affrontare questo cambiamento epocale, senza rimanere schiacciati dalla sua velocità e ampiezza.

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QUALE HAPPENING

MONDANATALE 2016

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QUALE SMILE

I GIOVANI ALLA CONQUISTA DEL MONDO

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RINNOVICARICHE

CONFINDUSTRIA SARDEGNA1 dicembre 2016Roberto Cesaraccio è eletto alla Presidenza del Comitato regionale GI Sardegna, subentrando a Alessandro Vagnozzi.

CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD - DELEGAZIONE DI SIENA12 sicembre 2016 Stefano Desideri è eletto alla Presidenza del GGI Siena, subentrando a Simone Bartalucci

CONFINDUSTRIA TRENTO15 dicembre 2016Stefania Segata è eletta alla Presidenza del del GGI Trento, subentrando ad Alessandro Lunelli.

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QUALE EVENTS

QUALEEVENTSAGENDA

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PRIMO PIANO

SAVONA 21 DICEMBRECosa consigliare ai ragazzi che si apprestano ad affrontare il mondo del lavo-ro? La risposta l’ha fornita Mattia Noberasco, presidente del Gruppo Giovani Industriali di Savona, in occasione dell’edizione 2016 di Orientagiovani, svol-tasi il 21 dicembre scorso a Savona e organizzato dal Gruppo Giovani: “la di-gitalizzazione sta cambiando le aziende e il modo di fare impresa, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. I giovani dovranno affrontare una sfida ancora più ambiziosa, considerando il momento congiunturale che stiamo attraversan-do, di una crisi persistente che stenta a vedere la sua fine. I ragazzi dovranno fare delle scelte coraggiose, bisogna immaginarsi il futuro, il domani. Questi ragazzi inizieranno un percorso di studi non sapendo ancora quale sarà la realtà del loro lavoro, perché tutti gli studi evidenziano che tra cinque anni moltissimi dei lavori che saranno ricercati oggi ancora non esistono.

BASILICATA 20 DICEMBREUna cena di beneficenza a favore delle popolazioni colpite dal sisma del Cen-tro Italia. E’ stata questa la finalità che i Giovani imprenditori di Confindustria Basilicata hanno voluto dare al consueto appuntamento prenatalizio, realiz-zato in collaborazione con i Giovani Commercialisti di Potenza. Una parte del ricavato ottenuto dalla vendite dei biglietti – come hanno spiegato il presi-dente dei Giovani Imprenditori di Basilicata, Francesco D’Alema e il presiden-te dei Giovani Commercialisti di Potenza, Piernicola Pisani - è stato destinato all’associazione “Impresa da bambini”. Le risorse raccolte permetteranno ai Comuni colpiti dal terremoto di ricostruire, secondo le attuali norme antisi-smiche, gli istituti scolastici.

TREVISO 21 DICEMBREIl Consiglio Direttivo del Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria Treviso ha confermato per il terzo anno consecutivo il sostegno allo IULDM di Treviso a favore della locale squadra di hockey in carrozzina elettrica.

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PRIMO PIANO

TREVISO 16 DICEMBRENel corso dell’ultima assemblea privata dell’anno, il Gruppo Imprenditori di Unindustria Treviso ha deliberato il nuovo Regolamento. A seguire, si è tenu-ta la tradizionale cena di auguri dal titolo “Illuminiamoci”.

FORLI’ CESENA 17 DICEMBREOltre 150 partecipanti al Gala Christmas Night dei Giovani Imprenditori di Confindustria Forlì-Cesena a cui quest’anno hanno collaborato anche i Gio-vani di Confindustria Romagna nella suggestiva cornice della tenuta Poderi dal Nespoli. Ampia la partecipazione delle autorità del territorio: l’Onorevole Marco Di Maio, il vicesindaco di Civitella di Romagna Paolo Baldoni, il diret-tore del CNOS FAP di Forlì Rosario Sergio Barberio, il vice presidente dei Giovani di Confindustria Emilia-Romagna Danilo Casadei e il neo presidente dei Giovani di Confindustria Romagna Gianluca Guerra.A vivacizzare la cena è stata l’asta di beneficenza durante la quale sono stati raccolti fondi devoluti al CNOS FAP di Forlì, rappresentato dal Direttore Ro-sario Sergio Barberio.

VARESE 15 DICEMBREL’ultimo tradizionale scambio natalizio degli auguri organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Varese è stato dedicato al tema del volo. La serata, svoltasi a Volandia - Parco e Museo del Volo di Somma Lombardo, è sta-ta animata da uno spettacolo acrobatico. Durante l’evento, al quale hanno preso parte anche gli imprenditori del Gruppo Merceologico del Terziario Avanzato dell’Unione Industriali, è stato possibile provare l’ebbrezza del volo grazie a un simulatore professionale. Sono stati, inoltre, premiati i migliori dress code da hostess, steward e pilota. Infine i nuovi iscritti al Movimento sono stati celebrati durante uno speciale momento a loro dedicato.

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PRIMO PIANO

CUNEO 13 DICEMBREIl 13 dicembre si è svolto l’ultimo consiglio direttivo del 2016 del Gruppo Gio-vani Imprenditori di Cuneo, cui è seguita la tradizionale cena di Natale. Du-rante la cena si è svolta una lotteria il cui ricavato è stato devoluto al progetto “Adotta una scuola”, dedicato ad iniziative a sostegno delle scuole colpite dal terremoto del Centro Italia.

BOLOGNA FERRARA MODENA 12 DICEMBRELa prima Cena degli Auguri congiunta dei tre Gruppi, in vista della nascita di “Confindustria Emilia Area Centro: le imprese di Bologna, Ferrara e Modena”, è stata dedicata a Luciano Pavarotti e alla tradizione del bel canto modenese e ha previsto l’accoglienza di Nicoletta Mantovani Pavarotti e la visita della Casa Museo a lui dedicata. I partecipanti alla cena hanno avuto l’opportunità di ascoltare un breve concerto, con arie d’opera e canzoni della tradizione dal repertorio del maestro interpretate dal tenore Jenish Ysmanov - una giovane promessa sostenuta dalla Fondazione Luciano Pavarotti - accompagnato al piano dal maestro Paolo Andreoli.

MODENA 12 DICEMBRE Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Modena ha organizzato un convegno sull’Open Innovation, un modello di innovazione secondo il quale le imprese, per creare più valore e competere meglio sul mercato, devono ricorrere anche a strumenti, soluzioni e competenze tecnologiche che arriva-no dall’esterno, in particolare da startup, università, inventori, consulenti ma anche clienti, e, d’altro canto, mettere a disposizione e dunque valorizzare in forme diverse e nuove il proprio portafoglio tecnologico. Gli spunti sul modello sono arrivati da Carlo Alberto Carnevale Maffè ed Al-berto Di Minin, supportati dalle testimonianze aziendali di IBM Italia, Elet-tric80, Motovario, Day Ristoservice e LastMinuteSottoCasa. Il Presidente Marco Gay ha concluso l’incontro. Il convegno è stato l’occasione per il lancio di una nuova release di www.nascelimpresa.it, il progetto modenese che of-fre strumenti gratuiti a startupper e business angel.

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PRIMO PIANO

VICENZA 2 DICEMBRESi è svolta presso la sede di Siggi Group l’appuntamento per gli auguri di Natale del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Vicenza.L’evento ha avuto quest’anno un’ospite speciale: Rubina Rovini, concorrente della quinta edizione di MasterChef Italia, che ha proposto a tutti i parteci-panti un cooking show. Inoltre due giovani imprenditori hanno avuto la pos-sibilità di cimentarsi in una sfida culinaria, indossando i mitici grembiuli rosso e blu che Siggi produce per tutte le edizioni di MasterChef Italia.“Come Gruppo, ci teniamo a svolgere in azienda anche occasioni conviviali come questa per poter far conoscere ai giovani imprenditori delle realtà di grande caratura come Siggi - ha detto il presidente Andrea Stella - e per vivere l’impresa anche fuori dal proprio ambito tradizionale.

TREVISO 29 NOVEMBREIl Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria Treviso e il Super G - la confe-renza dei Gruppi Giovani della provincia - ha organizzato una giornata for-mativa dedicata all’Europrogettazione in collaborazione con l’Associazione Europe4you. La proposta era rivolta a imprenditori e liberi professionisti in-teressati a partecipare a progetti europei e a conoscere le opportunità di finanziamento.

CUNEO 5 E 13 DICEMBRE“Il family business nell’era moderna - Vicissitudini familiari e impatto su azien-da e patrimonio”: questo il titolo del Si è tenuto un corso di formazione, or-ganizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Cuneo, con l’obiettivo di favo-rire la conoscenza degli aspetti teorici e pratici che caratterizzano l’azienda familiare e sviluppare abilità personali e relazionali per affrontare il difficile passaggio generazionale.Relatori del corso: prof. Walter Zocchi, dott. Pasquale Marseglia, dott.ssa Ste-fania Zocchi.

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PRIMO PIANO

FORLI’ CESENA 28 NOVEMBRE“Innovazione tra passato, presente e futuro” è il titolo dell’Assemblea Gene-rale del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Forlì-Cesena al Teatro Verdi di Cesena. Ad aprire l’Assemblea è stato il Vice Presidente G.I. Michele Montalti, cui sono seguiti gli interventi di Matteo Marchi, Capo di Gabinet-to del Sindaco Lucchi di Cesena, Davide Drei, Presidente della Provincia di Forlì-Cesena e Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di Commercio di Forlì-Cesena e Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna. L’evento ha preso in prestito il format del TEDx riadattandone alcune parti e coinvolgendo relatori di alto profilo quali Roberto Balzani Presidente del Si-stema Museale dell’Università di Bologna, Michele Dalmazzoni, Collaboration Architecture Leader di Cisco, Massimo Spisni, Vice-Presidente della Scuola di Economia, Management e Statistica e Oscar Fulvio Giannino. Moderatore Roberto Mercadini.L’Assemblea si è conclusa con la relazione del Presidente dei Giovani Impren-ditori Kevin Bravi.

VICENZA 22 NOVEMBRESi è svolta nello splendido auditorium di OTB, gruppo che controlla, tra gli al-tri, i marchi di moda Diesel, Maison Margiela e Marni,l’Assemblea del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Vicenza intitolato “Valori Innovazione Persone”.Ad introdurre i lavori, Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza,a cui è seguita la relazione del presidente dei Giovani Andrea Stella il quale si è poi confrontato con Stefano Rosso,Ceo di OTB,che ha parlato di come il gruppo stia declinando i propri valori aziendali per la valorizzazione e il coin-volgimento delle persone.A seguire gli interventi sul temi del welfare aziendale del presidente dei Gio-vani Imprenditori del Veneto Giordano Riello e di Claudia Di Serio, direttore commerciale di Unisalute. Al temine gli imprenditori hanno partecipato allo speech dell’alpinista recordman Simone Moro.

FORLI’ CESENA 19 NOVEMBRELa prima giornata della 2° edizione del format di lezioni speciali “Made in Italy” ha fatto tappa all’ITE “C. Matteucci” e al Liceo Scientifico “Fulcieri Pau-lucci Di Calboli” di Forlì. Una delegazione di Giovani Imprenditori di Confin-dustria Forlì-Cesena composta dal Presidente Kevin Bravi, dai Vice Presidenti Elena Babini, Davide Gabrielli e Michele Montalti e dal membro del Consiglio Annalisa Samorani, ha incontrato in due sessioni quasi duecento ragazze e ragazzi delle classi V degli indirizzi amministrazione, finanza e marketing e relazioni internazionali e marketing dell’ITE e delle classi III del liceo scienti-fico.

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PRIMO PIANO

CUNEO 8 NOVEMBRE Il Gruppo Giovani Imprenditori di Cuneo, insieme ai GI di Torino, ha organiz-zato una visita ai reparti produttivi della Maina Panettoni di Fossano.L’azienda, a conduzione familiare, ha saputo mantenere i metodi tradizionali di produzione di panettoni e colombe, affiancando tecnologie altamente in-novative ed offrendo prodotti di alta qualità.Alla visita è seguito il Consiglio Direttivo congiunto dei due gruppi.

VARESE 10-11 NOVEMBREÈ tornato con la quarta edizione il percorso formativo “Scuola d’impresa”, or-ganizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori della Provincia di Varese. Il primo corso proposto in autunno è stato “Lean office: manage your time!” dedicato all’applicazione della metodologia lean in ambito non manifatturiero. Attra-verso il Lean Organization Game i partecipanti hanno simulato una realtà aziendale che ha permesso di conoscere e sperimentare concretamente i principi della Lean Manufacturing quali la semplificazione, la razionalizza-zione e la standardizzazione delle performance dei processi amministrativi e gestionali. Il secondo tema del percorso formativo “Scuola d’impresa” è stato “Tecniche di comunicazione e programma allenamento in Public speaking” finalizzato a migliorare la capacità retorica e l’agilità logica della comunica-zione. Nel dettaglio sono state fornite le principali tecniche di costruzione di un discorso e le basi per strutturare un intervento in pubblico fornendo ai partecipanti una metodologia utile per prepararsi in modo completamente autonomo.

FORLI’ CESENA 3 NOVEMBREContinua la serie di Consigli Direttivi nelle aziende: in questa occasione i Gio-vani Imprenditori di Confindustria Forlì-Cesena si sono dati appuntamento a Cesena, presso la Gollinucci. Anche in questo caso, la riunione è stata un’oc-casione sia per svolgere i consueti lavori statutari sia per partecipare a un momento di forte stimolo formativo, utile per la comprensione della cultura d’impresa.

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QUALE APPOINTMENTS

SAVETHE DATE

DAL NAZIONALE18 - 21 FEBBRAIOVisita imprenditoriale in Palestina

9 - 10 MARZO#NOICI SIAMO:TORINO - ASSISE GENERALI MOVIMENTO9 marzo Consiglio Centrale GI e cena conviviale10 marzo Assise

22 MARZOMILANO - II EDIZIONE FED Forum Economia Digitale

7 - 8 APRILECortina - 30° Meeting Nord-est

DAL TERRITORIO10 FEBBRAIO 2017VARESE - PERCORSO FORMATIVO “SCUOLA D’IMPRESA”: NEGOZIAZIONE STRATEGICA

23 FEBBRAIO 2017VARESE - PERCORSO FORMATIVO “SCUOLA D’IMPRESA”: COME CONDURRE RIUNIONI EFFICACEMENTE

7 - 8 MARZO 2017VARESE - PERCORSO FORMATIVO “SCUOLA D’IMPRESA”: LEADERSHIP AL FEMMINILE

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