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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 25 dicembre 2011 A Te levo i miei occhi, a Te che abiti nei cieli (SALMO 122,1) Q uesti nostri occhi troppo abituati alla terra, sempre intenti nelle cose materiali, allietati o rattristati dalle vicende umane, hanno bisogno del cielo. Questi occhi, nel cui sguardo si leggono le gioie e le inquietudini, il sorri- so e il pianto, hanno sete di Te, Signore, cercano in Te la loro pace, la loro serenità. Questo nostro sguardo è una supplica. Ti chiediamo di guidarci nelle vie della vita, nelle vie del bene. Ti chiediamo protezione e sostegno nelle battaglie che dobbiamo affron- tare, ogni giorno! I messaggi del Vescovo al ritiro di Avvento dei politici: «Redistribuire le risorse, creare nuovo lavoro, restituire dignità» Un NATALE che sia veramente vunque arrivassero, era il medesimo spettacolo. Andare e venire, comprare o impaccare, spedire e ricevere, imballare e sballare, chiamare e rispondere. E tutti guardavano continuamente l’orologio, tutti correvano, tutti ansimavano col terrore di non fare in tempo e qualcuno crollava, boccheggiando, sotto la incalzante marea di pacchi, plichi, cartoncini, calendari, strenne, telegrammi, lettere, carte, biglietti, eccetera. «Mi avevi detto - osservò il bue - che era la festa della serenità, della pace, del riposo dell’animo» «Già - rispose l’asinello- una volta era così. Ma, cosa vuoi, da qualche anno, all’avvicinarsi del Natale, gli uomini vengono morsi da una misteriosa tarantola e non capiscono più niente. Ascoltali, del resto». Il bue ascoltò, stupito. Per le strade, nei negozi, negli uffici, nelle fabbriche, uomini e donne parlavano fitto fitto scambiandosi l’un l’altro, come automi, delle monotone formule: buon Natale, auguri, auguri, a lei, grazie altrettanto, auguri, auguri, felici feste, grazie, auguri, auguri, auguri. Era un brusio che riempiva la città. «Ma ci credono? - chiese il bue - Lo dicono sul serio? Vogliono veramente così bene al prossimo?» L’asinello tacque. «E se ci ritirassimo un po’ in disparte? - suggerì il bovino- Ho ormai la testa ch’è un pallone. Comincio a sentire nostalgia di quella che tu chiami atmosfera natalizia». «Beh, in fondo, anch’io», disse il somarello. Sgusciarono attraverso le cateratte vorticose d’automobili, si allontanarono, un poco dal centro, dalle luci, dal frastuono, dalla frenesia. «Dimmi, tu che sei pratico - chiese il bue, ancora poco persuaso - ma sei proprio sicuro che non siano usciti tutti pazzi?» «No, no, è semplicemente il Natale». «Ce n’è troppo di Natale, allora. Ma ti ricordi, quella notte, a Betlemme, la capanna, i pastori, quel bel bambino? Era freddo, anche li , eppure c’era una pace, una soddisfazione. Come era diverso!» «È vero. E quelle zampogne lontane, che si sentivano appena appena». «E sul tetto come un lieve svolazzamento. Chissà che uccelli erano». «Uccelli? Testone che non sei altro! Erano angeli». «E quei tre ricchi signori che portavano regali, li ricordi? Come erano educati, come parlavano piano, che persone distinte. Te li immagini, se capitassero in mezzo a questa baraonda?» «E la stella? Non ti ricordi che razza di stella, proprio sopra la capanna? Chissà che non ci sia ancora. Le stelle di solito hanno vita lunga». «Ho idea di no - disse il bue, scettico - C’è poca aria di stelle, qui». Alzarono i musi a guardare, e infatti non si vedeva niente. Sulla città c’era un soffitto di caligine... Accendete l’albero di Natale ai vostri bambini! Fate loro cantare gli inni natalizi! Ma non ingannate voi stessi, non continuate a contentarvi del povero, sentimentale, logoro sentimento col quale celebrare tutte le vostre feste! Pretendete qualcosa di più da voi stessi! Perché anche l’amore e la gioia, quel misterioso fenomeno che chiamiamo «felicità», non si trova in questo o quel posto, ma solo «dentro di noi». Solo nella capanna dove abbiamo accolto Gesù e dove risplende al nostro cuore la stella cometa. Alzati e guarda, oltre la caligine delle mille preoccupazioni quotidiane c’è una stella. È la cometa della tua coscienza che ti vuole condurre a Betlemme. Seguila! Buon Natale dal vostro Vescovo O ensare a costruire una lobby per i poveri è quasi un dovere biblico: non possiamo rimanere indifferenti a chi si trova senza un lavoro e senza una casa», è questo uno dei messaggi che ha lanciato il Vescovo in occasione del tradizionale ritiro d’Avvento per i cattolici impegnati in politica. «Dobbiamo avere il coraggio delle idee, come quella di pensare a costruire piena occupazione in un tempo di crisi economica così grave, o quella di richiamare i giovani a fare una periodo di servizio civile gratuito che li educhi alla solidarietà e alla pace, o ancora quella di pensare a forme nuove di redistribuzione del reddito». Affermazioni impegnative che monsignor Giusti ha lanciato al termine di una riflessione sui principi fondamentali sui quali si fonda il rapporto tra carità e politica: «l’impegno politico - ha detto - è l’espressione più profonda della carità perché deve mirare ad organizzare le cose in modo che il fratello non manchi del pane, della casa, del vestito e del lavoro». Dal dibattito successivo, che si è sviluppato in un clima davvero costruttivo, è emersa da parte dei consiglieri comunali intervenuti la volontà di convergere su scelte comuni, pur appartenendo a schieramenti di partito diversi: «la politica dei partiti è ormai insufficiente dinanzi a questi problemi, dobbiamo aprirci a forze nuove e fresche» (Latorraca), «occorre mantenere la libertà dinanzi all’autorità pubblica» (Ciacchini), «puntiamo a risolvere i problemi concreti della gente» (Cannito), «occorre una classe imprenditoriale che pensi più al lavoro e meno al profitto» (Scavazzon), «cerchiamo insieme dei modi alternativi per offrire nuove occasioni di lavoro» (Bottino). Era presente anche il presidente della Provincia di Livorno Kutufà che ha sostenuto la necessità di ricostruire la nostra società a partire dal lavoro. Il campo su cui convergere è certamente quello dei bisogni dei più poveri. Molti progetti, tante realizzazioni già in corso, diverse emergenze da affrontare fin dalle prossime settimane: la situazione è stata presentata dagli interventi dei responsabili della Caritas diocesana, il diacono Enrico Sassano e suor Raffaella Spiezio. Il tutto senza perdere di vista che la Caritas non è «la Protezione Civile» di matrice religiosa, ma ha innanzitutto una funzione pedagogica e si propone di essere uno strumento di animazione pastorale della carità di tutta la comunità cristiana. Nella sintesi conclusiva monsignor Giusti ha invitato i presenti a svolgere la loro funzione politica a servizio delle povertà esistenti sul territorio, mettendo a frutto le loro competenze con fantasia creativa per inventare nuove opportunità di lavoro socialmente utili per i tanti giovani livornesi disoccupati (secondo gli ultimi dati sono 10.000 quelli che non studiano né lavorano), per trovare gli alloggi da affittare a canone sociale a chi si trova in difficoltà nel pagare gli affitti di mercato, per restituire la dignità a tanti che sentono di averla persa non riuscendo più a guadagnare neppure quanto è necessario per vivere. P « Con competenza e... fantasia! RITIRO DI AVVENTO con i politici di Nicola Sangiacomo IN VESCOVADO I RAPPRESENTANTI DELLE CONFESSIONI RELIGIOSE GLI AUGURI ECUMENICI l Vescovo ha accolto per uno scambio di auguri, i rappresentanti di alcune confessioni cristiane presenti a Livorno: la pastora Battista Lidia Giorgi, il pastore Ortodosso Romeno padre Ciprian Calinkalfa; il pastore Valdese Marco Fornerone; il pastore Avventista Giuseppe Scarcella e altri amici del gruppo ecumenico tra cui alcuni rappresentanti del Sae e del Movimento dei Focolari e don Piotr Kownacki, direttore dell’ufficio di pastorale per il dialogo interreligioso. I L’augurio del Vescovo in una storia IL GRANELLO di senape di monsignor Ezio Morosi d’ AMORE

La Settimana n. 46 del 25 dicembre 2011

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 46 del 25 dicembre 2011

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

25 dicembre 2011

A Te levo i miei occhi, a Te che abiti nei cieli(SALMO 122,1)

Questi nostri occhi troppo abituati alla terra, sempre intenti nelle cosemateriali, allietati o rattristati dalle vicende umane, hanno bisogno

del cielo.Questi occhi, nel cui sguardo si leggono le gioie e le inquietudini, il sorri-so e il pianto, hanno sete di Te, Signore, cercano in Te la loro pace, la loroserenità.Questo nostro sguardo è una supplica. Ti chiediamo di guidarci nelle viedella vita, nelle vie del bene.Ti chiediamo protezione e sostegno nelle battaglie che dobbiamo affron-tare, ogni giorno!

I messaggi del Vescovo al ritiro di Avvento dei politici:«Redistribuire le risorse,creare nuovo lavoro,restituire dignità»

Un NATALE che sia veramente

vunque arrivassero,era il medesimospettacolo. Andaree venire, comprare o

impaccare, spedire e ricevere,imballare e sballare, chiamaree rispondere. E tuttiguardavano continuamentel’orologio, tutti correvano,tutti ansimavano col terroredi non fare in tempo equalcuno crollava,boccheggiando, sotto laincalzante marea di pacchi,plichi, cartoncini, calendari,strenne, telegrammi, lettere,carte, biglietti, eccetera.«Mi avevi detto - osservò ilbue - che era la festa dellaserenità, della pace, del riposodell’animo» «Già - risposel’asinello- una volta era così.Ma, cosa vuoi, da qualcheanno, all’avvicinarsi delNatale, gli uomini vengonomorsi da una misteriosatarantola e non capiscono piùniente. Ascoltali, del resto».Il bue ascoltò, stupito. Per lestrade, nei negozi, negli uffici,nelle fabbriche, uomini edonne parlavano fitto fittoscambiandosi l’un l’altro,come automi, dellemonotone formule: buonNatale, auguri, auguri, a lei,grazie altrettanto, auguri,auguri, felici feste, grazie,auguri, auguri, auguri. Era unbrusio che riempiva la città.«Ma ci credono? - chiese ilbue - Lo dicono sul serio?Vogliono veramente così beneal prossimo?» L’asinellotacque. «E se ci ritirassimo unpo’ in disparte? - suggerì ilbovino- Ho ormai la testach’è un pallone. Comincio asentire nostalgia di quella chetu chiami atmosferanatalizia». «Beh, in fondo,anch’io», disse il somarello.Sgusciarono attraverso lecateratte vorticosed’automobili, siallontanarono, un poco dalcentro, dalle luci, dalfrastuono, dalla frenesia.

«Dimmi, tu che sei pratico -chiese il bue, ancora pocopersuaso - ma sei propriosicuro che non siano uscititutti pazzi?» «No, no, èsemplicemente il Natale». «Cen’è troppo di Natale, allora.Ma ti ricordi, quella notte, aBetlemme, la capanna, ipastori, quel bel bambino?Era freddo, anche li , eppurec’era una pace, unasoddisfazione. Come eradiverso!» «È vero. E quellezampogne lontane, che sisentivano appena appena».«E sul tetto come un lievesvolazzamento. Chissà cheuccelli erano». «Uccelli?Testone che non sei altro!Erano angeli». «E quei tre

ricchi signori che portavanoregali, li ricordi? Come eranoeducati, come parlavanopiano, che persone distinte.Te li immagini, se capitasseroin mezzo a questa baraonda?»«E la stella? Non ti ricordi cherazza di stella, proprio soprala capanna? Chissà che non cisia ancora. Le stelle di solitohanno vita lunga». «Ho ideadi no - disse il bue, scettico -C’è poca aria di stelle, qui».Alzarono i musi a guardare, einfatti non si vedeva niente.Sulla città c’era un soffitto dicaligine...Accendete l’albero di Natale aivostri bambini! Fate loro cantaregli inni natalizi!Ma non ingannate voi stessi,

non continuate a contentarvi delpovero, sentimentale, logorosentimento col quale celebraretutte le vostre feste! Pretendetequalcosa di più da voi stessi!Perché anche l’amore e la gioia,quel misterioso fenomeno chechiamiamo «felicità», non sitrova in questo o quel posto, masolo «dentro di noi». Solo nellacapanna dove abbiamo accoltoGesù e dove risplende al nostrocuore la stella cometa. Alzati eguarda, oltre la caligine dellemille preoccupazioni quotidianec’è una stella. È la cometa della tua coscienzache ti vuole condurre aBetlemme. Seguila!

Buon Natale dal vostro Vescovo

Oensare a costruire una lobby per i poveri èquasi un dovere biblico: non possiamorimanere indifferenti a chi si trova senza unlavoro e senza una casa», è questo uno dei

messaggi che ha lanciato il Vescovo in occasione deltradizionale ritiro d’Avvento per i cattolici impegnati inpolitica. «Dobbiamo avere il coraggio delle idee, comequella di pensare a costruire piena occupazione in untempo di crisi economica così grave, o quella dirichiamare i giovani a fare una periodo di servizio civilegratuito che li educhi alla solidarietà e alla pace, o ancoraquella di pensare a forme nuove di redistribuzione delreddito».Affermazioni impegnative che monsignor Giusti halanciato al termine di una riflessione sui principifondamentali sui quali si fonda il rapporto tra carità epolitica: «l’impegno politico - ha detto - è l’espressionepiù profonda della carità perché deve mirare adorganizzare le cose in modo che il fratello non manchidel pane, della casa, del vestito e del lavoro».Dal dibattito successivo, che si è sviluppato in un climadavvero costruttivo, è emersa da parte dei consigliericomunali intervenuti la volontà di convergere su sceltecomuni, pur appartenendo a schieramenti di partitodiversi: «la politica dei partiti è ormai insufficientedinanzi a questi problemi, dobbiamo aprirci a forzenuove e fresche» (Latorraca), «occorre mantenere lalibertà dinanzi all’autorità pubblica» (Ciacchini),«puntiamo a risolvere i problemi concreti della gente»(Cannito), «occorre una classe imprenditoriale che pensipiù al lavoro e meno al profitto» (Scavazzon), «cerchiamoinsieme dei modi alternativi per offrire nuove occasionidi lavoro» (Bottino). Era presente anche il presidentedella Provincia di Livorno Kutufà che ha sostenuto lanecessità di ricostruire la nostra società a partire dallavoro.Il campo su cui convergere è certamente quello deibisogni dei più poveri. Molti progetti, tante realizzazionigià in corso, diverse emergenze da affrontare fin dalleprossime settimane: la situazione è stata presentata dagliinterventi dei responsabili della Caritas diocesana, ildiacono Enrico Sassano e suor Raffaella Spiezio. Il tuttosenza perdere di vista che la Caritas non è «la ProtezioneCivile» di matrice religiosa, ma ha innanzitutto unafunzione pedagogica e si propone di essere unostrumento di animazione pastorale della carità di tutta lacomunità cristiana.Nella sintesi conclusiva monsignor Giusti ha invitato ipresenti a svolgere la loro funzione politica a serviziodelle povertà esistenti sul territorio, mettendo a frutto leloro competenze con fantasia creativa per inventarenuove opportunità di lavoro socialmente utili per i tantigiovani livornesi disoccupati (secondo gli ultimi datisono 10.000 quelli che non studiano né lavorano), pertrovare gli alloggi da affittare a canone sociale a chi sitrova in difficoltà nel pagare gli affitti di mercato, perrestituire la dignità a tanti che sentono di averla persa nonriuscendo più a guadagnare neppure quanto è necessarioper vivere.

Con competenzae... fantasia!

RITIRO DI AVVENTOcon i politici

di Nicola Sangiacomo

IN VESCOVADO I RAPPRESENTANTI DELLE CONFESSIONI RELIGIOSE

GLI AUGURI ECUMENICIl Vescovo ha accolto per uno scambio di auguri, i rappresentanti di alcune confessionicristiane presenti a Livorno: la pastora Battista Lidia Giorgi, il pastore Ortodosso

Romeno padre Ciprian Calinkalfa; il pastore Valdese Marco Fornerone; il pastoreAvventista Giuseppe Scarcella e altri amici del gruppo ecumenico tra cui alcunirappresentanti del Sae e del Movimento dei Focolari e don Piotr Kownacki, direttoredell’ufficio di pastorale per il dialogo interreligioso.

I

L’augurio del Vescovoin una storia

IL GRANELLOdi senape

di monsignor Ezio Morosi

d’AMORE

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI25 dicembre 2011II

Nuove TECNOLOGIE

La domoticaper migliorarelaVITA

Gli studi di alcuni giovani ricercatoriper aiutare gli anziani

DI GIULIA SARTI

iovani alservizio dianziani edisabili. Ce ne

sono tanti in giro.Volontari, OSA,assistenti sociali. Questisono un po’ particolarianche solo per il fatto difar parte di uno di queicampi d’eccellenza di cuiil nostro Paese puòvantarsi in tutto ilmondo. Loro sonoricercatori dell’Istituto dibiorobotica della ScuolaSuperiore Sant’Anna diPisa. Tutti ingegneribiomedici, tutti conun’età che a vederlipotrebbe non superare i30. E sono in “trasferta”a Livorno per capire sequello che si fa nei lorolaboratori può esseredavvero utile o habisogno dimiglioramenti. Lo fannomostrando agli operatori

Ge agli abitanti della RSA“Villa Serena” i loroprototipi. «Lo scopo diquesta parte di progetto-spiega la DottoressaMichela Aquilano- èproprio quello di farsapere che già esistonostrumenti per migliorarela vita di anziani edisabili, che possonogarantire loro di vivere senon del tutto autonomi,almeno in sicurezza». Questo grazie al lorocampo di studio, ladomotica, una scienzache si occupa disviluppare tecnologie ingrado di migliorare laqualità della vita in casao in strutture in cuiqueste persone vivono.L’iniziativa parte dalprogetto che l’IstitutoSant’Anna porta avanticol sostegno delComune di Livorno e ilfinanziamento dellaCassa di Risparmi diLivorno.

«Lavorare in laboratorio-continua la dottoressa- èin un certo modolimitante se non siconoscono i problemiquotidiani che gliassistiti e gli assistenti sitrovano di fronte. Oggivogliamo quindi nonsolo informare maparlare direttamente coni fruitori del nostrolavoro per conoscerebisogni, valutare glistrumenti e verificarequanto queste nuovetecnologie possonoessere accettate in questiambienti».Quelli del Sant’Annasono solo prototipi, manon è detto che ungiorno possano arrivaresul mercato come è giàsuccesso ad esempio peril telefono facilitato: unnormale apparecchiotelefonico che non soloha i tasti numerici piùgrandi, ma permette dimemorizzare numeri di

emergenza o di familiariper chiamarli in modosemplice con untasto,magari aiutati dallafoto del figlio o nipoteapposta sopra, o chepermette alla personapoco udente di vedereche il telefono stasquillando tramite unaluce lampeggiante.Ci sono poi altriapparecchi che come sivede dalla demo sulcomputer dei ricercatoripossono rendere unacasa “intelligente” esicura: c’è il tappetino damettere sotto ilmaterasso o sullapoltrona, in grado diregistrare la presenzadella persona sopra diesso. Questo puòrisultare utile adesempio negli RSAdurante la notte: tramiteun “cervellone” centrale,gli operatori possonoessere avvisati tramite unsegnale che qualcuno siè alzato e quindipotrebbe avere bisognodi aiuto.C’è anche unportapillole che avvisa lapersona che è ilmomento di unadeterminata compressa eche smetterà di suonaresolo quando la pillolasarà prelevata.

Ma la “casa intelligente”progettata, potrebbe faremolto di più attraversosensori di postura cheavvisano che la personaè sdraiata a terra e quindinecessita di aiuto e chepossono monitorarla inogni suo movimentoinformando attraversodiversi segnali familiari oassistenti (ad esempiotramite invio di sms).Un grande fratello checontrollerà ognimomento della vita?no,solo una tecnologia chepermetterà a anziani edisabili di potercontinuare a vivere inmaniera più autonoma eai loro familiari disentirsi più sicuri alasciarli da soli perché,come ha detto ilconsigliere comunaleValerio Vergili, che nellasua casa utilizza alcunistrumenti di questatecnologia «La domoticapuò facilitare la vita dichiunque. La fruizionedi strumenti chepossono aiutare la vita diuna persona nonautosufficiente, aiutaanche chi ci viveinsieme. E aumental’autostima del disabile,che non deve per forzaavere perennementebisogno di qualcuno».

el corso di una conferenza stampala Fondazione Teatro Goldoni,

tramite il suo Direttore, MarcoBertini, con la presenza del Presidentedel Lions Club Alberto Farneti e delresponsabile della Società AttractivePaolo Agresti, ha presentato le ultimenovità di quest’anno.Il fatto più significativo è senz’altro lanascita di un Archivio del TeatroPopolare Livornese che vuole essereuno strumento di «memoria attiva»che viene messo a disposizione dellacittà, degli artisti e degli studiosi,grazie alla testimonianza diretta ditanti attori che hanno dato lustro alteatro vernacolare con le loro opere einterpretazioni. Tanto per citarnequalcuno ricordiamo fra questi, AldoBagnoli, Otello Chelli, ClaudioMarmugi, Marcello Marziali,Consalvo Noberini, GiuseppePancaccini, Maria Torregiani, molti diquesti autori e attori sono statipresenti all’iniziativa. Lo scopodell’Archivio è scaturito dal fatto che,a parere di molti, non esistepossibilità di innovazione, ricerca esviluppo, senza una precisaconoscenza delle «radici» della realtàin cui ogni fenomeno si esprime, daqui è nata l’idea di raccogliere econservare l’eredità culturale delTeatro Popolare Livornese vernacolaree… non solo!La Fondazione Teatro Goldoni non siè limitata dunque alla riproposizionescenica delle opere passate emoderne, ma ha capito l’importanzadi conservare reperti, scene, costumi,sceneggiature, memorie, testi, affinchénon vadano dispersi e messi a

disposizionedella città.È statapresentataanche unanuovaproduzionedel TeatroPopolare, lacommedia invernacololivornese «LaMutua»,scritta neiprimi anni’70 da GinoLena, unostraordinarioautodidatta,un autoregeniale eprolifico ma

anche attore dotato di una mascheraparticolare. Il regista è MarcelloMarziali, la commedia è realizzatacon la collaborazione del Lions Clube si avvale della sceneggiatura diAntonio Cristiano, sarà messa incartellone lunedì 26 dicembre alle ore17.Ma le novità non finiscono qui, laFondazione ha lanciato l’idea dellaGolden Card e del BigliettoElettronico, la Card acquistabilepresso la biglietteria del Goldoni o sulsito Internet www.goldoniteatro.it,potrà avere un prezzo di 100 euro condiritto a vedere 5 spettacoli più duebiglietti omaggio per gli spettacolidella Goldonetta, si può acquistareanche una Card da 60 euro con lapossibilità di vedere tre spettacoli. LeCard possono essere utilizzate dachiunque ma devono essere usate,pena la decadenza, entro la datadell’ultimo spettacolo previsto nelcartellone, viviamo nel momento deidoni natalizi e quindi potrebbe esserel’occasione di un dono originale! Pervenire incontro alle esigenze delpubblico nell’acquisto dei biglietti laFondazione Goldoni si è dotata di unsistema prodotto dalla SocietàAttractive che rende possibile la sceltadel posto a Teatro direttamente dacasa oltre alla stampa del biglietto pervenire a teatro. Il Teatro si è dotato perquesto di un varco WiFiespressamente dedicato ai possessoridei biglietti elettronici. Ricordiamoinfine che il Lions Club e laFondazione hanno indetto insieme il«Concerto di Natale 2011» che si terrànella Chiesa di S. Benedetto,mercoledì 21 dicembre alle ore 19.

Gi. Gi.

N

Nuovi strumenti a disposizionedi chi in casa ha difficoltà a muoversi.L’iniziativa dell’Istituto Sant’Annain collaborazione con il Comune di Livorno e la Fondazione Cassa di Risparmi

L’ARCHIVIODEL TEATROPOPOLARE

Natale oltre le sbarrell.mo Rev.mo Monsignore, da quando ci ha incaricato di istruire nel-la fede cristiana i condannati del Bagno Penale di questa città di Li-

vorno, abbiamo cercato di dare a questi infelici fratelli tutti quegli aiutiche offre la fede cristiana ai propri figli» (da una lettera di Don Giovan-ni Battista Quilici datata giugno 1822, indirizzata al Vescovo di Livor-no).Proprio partendo dagli insegnamenti del prete livornese, fondato-re e primo parroco della Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, oltre chedell’ordine religioso delle Figlie del Crocifisso, un gruppo di ami-ci, gli “Amici del Quilici” appunto, da qualche anno ha deciso diportare, in occasione del Natale, un segno di tangibile solidarietàall’interno del carcere di Livorno. Gli scorsi anni il dono consiste-va in caffè e zucchero mentre quest’anno, proprio per far avvertireil clima della particolare festività anche in un luogo di sofferenza,come quello di un penitenziario, saranno consegnati panettoni,raccolti con l’aiuto di molte persone, in modo che i detenuti nepossano avere almeno uno per cella. Non meno importante il fat-to che i dolci saranno accompagnati da biglietti di auguri scritti da

bambini i quali, grazie alla loro innocenza, sanno esprimere senti-menti di vicinanza e solidarietà sinceri. Sicuramente un piccologesto, ma frutto degli insegnamenti del Vangelo «Poiché:. . . ero incarcere e veniste a trovarmi.. . . Quando ti vedemmo infermo o incarcere e venimmo a trovarti? E il Re risponderà loro: In verità vidico, tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli, di questimiei fratelli l’avete fatto a me» (Mt.25, 35-40).

Giovanni Cammarone

Un’iniziativa degli Amici di don Quilici

Fondazione GOLDONI

«La nascita di un Archiviodel TeatroPopolareLivornesevuole essereuno strumentodi “memoriaattiva” cheviene messoa disposizionedella città,degli artisti edegli studiosi»

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI25 dicembre 2011 III

L’INTERVISTA AOmar Mahamoud Abdoulaye

Dal Ciad a Livorno

mar ha 20anni eproviene dal Ciad, cisono unpo’d’imbarazzo e

qualche difficoltà linguistica tranoi (io non parlo il francese, luil’inglese). È inevitabile che siacosì, più che di un’intervista sitratta di raccogliere una storia divita, o parte di essa, nei limiti diciò che Omar si sentirà diraccontarmi.Nel rispetto della sua sceltatenteremo di ricostruire quellache è stata la sua esperienzadalla Libia a Livorno, ciò cheappartiene alla vita nel propriopaese è doloroso ed appartiene alui.

Quando inizia il tuo viaggio?«Nell’estate del 2009 lascio ilmio paese alla volta dellaLibia in cerca di un lavorocome molti mieiconnazionali. Ho trovato unimpiego presso un impiantodi manutenzione e lavaggio diauto».

Quante ore lavoravi al giornoe come si svolgeva la tua vitain Libia?«Passavo tutta la giornatalavorando ed il mio alloggio sitrovava nello stesso posto incui svolgevo servizio.Comunque sia sentirmiimpegnato e responsabiledella mia vita mi facevasentire bene».

OQuesto fino allo scoppio dellaguerra civile, cos’è cambiatopoi?«Io ed i ragazzi con cuicondividevo la sistemazione,anch’essi da paesi limitrofi ilmio, sapevamo che i gruppi diribelli non vedevano di buonocchio la presenza diimmigrati. Molti venivanoscambiati per mercenari, chelo fossero oppure no; noisperavamo comunque diessere al sicuro».

Invece cosa è accaduto?«Una notte, che non scorderòfacilmente, intorno alle 2 ilnostro sonno è statobruscamente interrotto. Deigruppi armati hanno fattoirruzione nel nostrodormitorio ed hanno iniziatocol ridurre in frantumi le autodentro l’officina. Ho poiassistito ad atti di violenza aidanni di altri ragazzi chedormivano con me, iofortunatamente sono riuscitoa scappare».

Dove hai trovato rifugio?«Un signore che conoscevo,anche lui del Ciad, residentein Libia da tempo mi haospitato in casa con la suafamiglia per tre giorni.Trascorso questo breveperiodo mi si poneva questascelta:tornare indietro oppureimbarcarmi per l’Italia di cuinon conoscevo assolutamente

niente. Decisi di imbarcarmi».

Cosa vuoi dirmi sullanavigazione?«Il viaggio è durato 28ore,l’imbarcazione non era moltogrande, con me c’erano altre150 persone almeno, il restolo lascio alla tuaimmaginazione».

Un’immagine del tuo arrivo inItalia?«Una grande confusione,molti soccorritori,giornalisti eforze di polizia. Senso dismarrimento e totaleincoscienza rispetto a ciò chemi aspettava. La miapermanenza sull’isola(Lampedusa) è stata breve,successivamente sono statotrasferito per 19 giorni aTorino, non parlavo affattol’italiano e non sapevo dovemi trovavo».

Successivamente iltrasferimento a Livorno,com’è il tuo presente?«Da luglio sono ospiteinsieme ad altri quattroragazzi, che prima nonconoscevo, di “Casa Incontro”la struttura Caritas in via della

Maddalena. Ho l’opportunitàdi sentirmi impegnato epartecipe di un ambiente ditipo familiare presso il centroCaritas in via delle Caterattedove presto servizio allamensa e non solo».

Il 24 novembre scorsoabbiamo avuto l’occasione dicondividere la celebrazionedei 40 anni di Caritas italianaed assistere all’udienza delPapa, anche tu haipartecipato, quali sono statele tue emozioni?«Innanzitutto sono rimastosbalordito da Roma, nonavevo mai visto una città tantobella. Io non sono cattolico,ma non so descriverti la gioiache ho provato nel pensareche proprio a me era successodi essere invitato a vedere ilPapa, è una sensazione unica».

Augurandoti il meglio, tifaccio un ultima domanda,come vedi il tuo futuro?«Sarebbe gratificante per metrovare un lavoro qui,approfondire le relazioni cheho avuto modo di costruire econdurre una vita serena».

Valentina Vaccari

Arrivato insieme ad altri profughisull’isola di Lampedusae poi trasferito a Livorno Omarha trovato nella Caritas diocesanaun luogo dove sentirsi a casae dove poter essere utile

ell’ambito delle iniziative collegatealla Luce della Pace di Betlemme,

presso il salone della Circoscrizione 1ha avuto luogo un incontroorganizzato dal Gruppo Livorno 10°AGESCI (Associazione Guide E ScoutCattolici Italiani) e MASCI(Movimento Adulti Scout CattoliciItaliani) sul tema «Pace possibile,Convivenza possibile».Siamo stati aiutati in questa riflessionedagli studenti di Rondine: il piccoloborgo medioevale in provincia diArezzo dove giovani provenienti davari luoghi di guerra del mondo,identificati dalla storia come “nemici”,o che comunque hanno culture etradizioni diverse, studiano econvivono.I ragazzi di Rondine, Noa e Noam,studente e studentessa israeliani, Fadstudente libanese, Deyan, studenteSerbo Bosniaco e Tatiana studentessadell’Ossezia ci hanno trascinato non inuna lunga conferenza bensì hannocostruito un incontro moltoimmediato, fatto di relazione, didomande e di risposte ricche divalenza educativa e formativa che cihanno portato a capire edapprofondire concretamente temi diestrema importanza lontani da ognipossibile astrazione.La scelta dei presenti di impiegarediversamente una serata è stata benripagata dalla testimonianza vera e vivadi questi studenti che hanno mostratocome la Pace sia non soltanto possibilema, soprattutto, necessaria.La serata, come abbiamo detto, si èsvolta nell’ambito delle iniziativecollegate alla Luce della Pace diBetlemme, un’attività europea cheprevede la diffusione in tutta Europadella Luce della lampada votiva dellacappella della natività di Betlemme; aquesto evento sono associate iniziativedi preghiera e di riflessione sul temadella Pace. La nostra associazione,come tutte le associazioni scout delmondo, ha tra i suoi contenutieducativi, essendo lo scoutismo unmetodo pedagogico ed una propostaeducativa, proprio l’Educazione allaMondialità e l’Educazione alla Pace;Questo è un aspetto essenziale dellaformazione scout, che comincia fin daquando si entra in associazione a 8 anni; sibasa sulla stessa dimensionesopranazionale del Movimento e sulsenso di fraternità mondiale delloscoutismo al di là delle differenzereligiose, politiche, razziali e culturali.Lo scopo dello scoutismo è quello disviluppare personalità aperte verso glialtri popoli e culture, persone chesiano dotate di spirito dicollaborazione , in grado dicomprendere i punti di vista di altrepersone, personalità che per cresceresiano disposte al dialogo e alcambiamento interiore. Portare la Lucea tutti è quindi un segno di speranzaed è indubbio il significato religioso ecivico dell’iniziativa: la Pace deveessere di tutti, perchè in essa vi sonoracchiusi valori etici, morali, civili,laici, condivisi universalmente. Comecittadini del mondo, come scout ecome cristiani ci sentiamo operatori diPace e vogliamo continuare a tenereaccesa questa luce nel nostro cuorediffondendola a più persone possibile.Il Contributo dato dagli studenti diRondine sarà per noi olio checontinuerà a far ardere la fiamma dellaPace nei nostri cuori e nel nostroimpegno quotidiano di cittadini: «InLui era la vita e la Vita era la Luce degliUomini (Giovanni 1.4)».

Domenico Zucca

N

Gli studentidi Rondineraccontanola loro esperienza

La pace:non solounapossibilità

IL MANIFESTO DI COMUNIONE E LIBERAZIONE

La crisi sfida per un cambiamentona comunità cristiana autentica vive incostante rapporto con il resto degli

uomini, di cui condivide totalmente i bisogni,ed insieme coi quali sente i problemi. Per laprofonda esperienza fraterna che in essa sisviluppa, la comunità cristiana non può nontendere ad avere una sua idea ed un suometodo d’affronto dei problemi comuni, siapratici che teorici, da offrire come suaspecifica collaborazione a tutto il resto dellasocietà in cui è situata" (don Giussani).Nella prospettiva delineata da don Giussani si colloca ilmanifesto di Comunione e Liberazione, diffuso inqueste settimane, quale contributo offerto per undialogo che favorisca una ripresa del Paese.«Che lo si voglia o no - continua il manifesto - la crisiesiste. E sta cambiando le condizioni di vita di milionidi persone, in molti Paesi, di sicuro in Italia:aumentano i poveri, sempre più aziende chiudono, sirischia di essere tagliati fuori dallo sviluppo mondiale,declassati a Paese di serie B. La crisi sta provocandoreazioni diverse, spesso determinate dal prevalere didue tendenze contrapposte:o subirla, pensando di esorcizzarla e di superarlaaddossando le colpe su qualcuno (che sicuramenteesiste e ha più responsabilità di altri). Ma così facendo,non si produce alcun cambiamento, se non quello di

U« aumentare il lamento che può finire nella disperazione.o ignorarla, dopo averla provocata, continuando acomportarsi come se nulla fosse e soprattutto senzamettersi minimamente in discussione».«È irrazionale pensare che basti essere contro qualcunoper sconfiggere la crisi, peggio ancora è negarnel’esistenza. La realtà, infatti, ci rimette continuamentein moto, provocandoci a prendere posizione di fronte aciò che accade. (…)Come ha detto Benedetto XVI, "un progressoaddizionabile è possibile solo in campo materiale.Nell’ambito invece della consapevolezza etica e delladecisione morale non c’è una simile possibilità diaddizione per il semplice motivo che la libertàdell’uomo è sempre nuova e deve sempre nuovamenteprendere le sue decisioni. Non sono maisemplicemente già prese per noi da altri - in tal caso,infatti, non saremmo più liberi. La libertà presupponeche nelle decisioni fondamentali ogni uomo, ognigenerazione sia un nuovo inizio" (Spe salvi, 24).È un invito a guardare la crisi come opportunità: essa,infatti, costringe a rendersi conto del valore di cose acui non si pensa finché non vengono meno: peresempio, la famiglia, l’educazione, il lavoro. Del resto,di crisi l’Italia ne ha attraversate tante anche negliultimi 150 anni, senza reagire con una difesaaprioristica del passato e nemmeno con chiusure

preconcette, ma mettendo in gioco una capacità di uncambiamento che ha posto le premesse per uncontinuo inizio ? tanto nuovo quanto imprevedibile?della convivenza sociale. Allora la domanda da porsiriguarda il contenuto del cambiamento, che è frutto diuna libertà in azione. (..)Tanti i tentativi positivi di reagire a questo momento."Allora - si dice nello scritto di CL - la strada perattraversare ? e per non subire da rassegnati ? la crisi èvivere la realtà come una provocazione che ridesta ildesiderio e la domanda che, per quanto riguardal’Italia, significa anche ingegno, conoscenza, creatività,forza di aggregazione».Anche la politica può agire: «Le scelte politiche devonoessere in funzione di chi si muove in questa direzione enon più a vantaggio di chi agisce per schieramenti dipotere e promette di cambiare tutto perché nullacambi. È l’esempio che ci viene dal discorso del Papaal Parlamento tedesco, che ha indicato che cosa deveessere importante per un politico: "Un cuore docile",che sappia "rendere giustizia al popolo" e "distinguereil bene dal male". E con questo ha messo nelle mani ditutti il criterio per giudicare l’operato di chi fa politica».

Per leggere il manifesto nella versione integrale:http://www.clonline.org/articoli/ita/quartinoCLsullaCRISIott2011_A4.pdf

Omar insieme agli altri treragazzi arrivati a Livorno:Hassen,Arada e Usman

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI25 dicembre 2011IV

uando intorno ai primi del1900 la casa chiamata VillaBenedetta, sulla strada per ilCastellaccio, fu donata allaCongregazione delle Figlie di

Sant’Anna, ebbe proprio come primocompito quello di accogliere alcuneragazze madri, bisognose di aiuto. Oggi,a più di un secolo di distanza, VillaBenedetta si riappropria di questavocazione e torna ad aprire il suomeraviglioso giardino e una parte dellacasa alle donne che hanno scelto disostenere la vita, al di là di tutte ledifficoltà.La casa si compone di una sala comune,quattro camere (per un totale di 8 postiletto) con bagno, una lavanderia, unacucina ed altri luoghi comuni, tra cui ilbellissimo parco.L’arredamento è stato donatodalla Fondazione Cassa diRisparmi di Livorno, mentre laCongregazione, insieme allaFondazione Caritas della Diocesie ad altri amici hanno sostenutoaltre spese di ristrutturazionedella casa.Ma oltre agli ambienti, adaccogliere le ragazze ci saranno lesuore: suor Maria, suor Tarcisia,suor Eugenia ed altre persone:volontari, medici, psicologi,educatori, che aiuteranno le ospitia far fronte alle diverse difficoltàsostenendole nel loro percorso dicrescita personale e direinserimento nella società.«Siamo liete di poter continuarequesta vocazione – afferma suorMaria Fumagalli, delle Figlie diSant’Anna - ci piacerebbe che lanostra piccola comunità di suoredi Montenero potesse divenire unagrande famiglia, di cui le ragazze ed iloro bambini possano sentirsi veramenteparte. D’altra parte nel tempo questonostro istituto in via del Castellaccio haavuto proprio questo ruolo: non c’era laparrocchia, non c’erano spazi per giocareo fare catechesi, così sono molti imonteneresi che sono cresciuti proprioqui: qui hanno giocato, qui tanteragazze hanno imparato a ricamare, quitanti hanno fatto catechesi e partecipatoalle celebrazioni. In questa casa già datempo si respira aria di solidarietà e difamiglia!Quando il vescovo Simone ci haproposto il progetto siamo stati felici dipoter mettere al servizio il nostrocarisma e la nostra struttura. Il Signore ciaccompagnerà in questo compito, nesiamo certe!».

Chiara Domenici

Q

Inaugurazione del Centro per la Vita22 DICEMBRE.........

Terminato il restauro aprel’Istituto di Montenero cheaccoglierà le donne conbambini e le gestanti indifficoltà.Le Figlie di Sant’Annaraccontano il loro impegnoper sostenere la vita

Vocazionedi accoglienzaSO

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI25 dicembre 2011 V

uest’anno il presepe dellaparrocchia S. Seton è un «presepe

idea», come ama definirlo il parrocodon Gino Franchi: alla sacralità dellanascita di Gesù e al significatoprofondo della famiglia riunitaintorno alla vita, don Gino ha volutounire la forza della solidarietà tra gliuomini, facendo riferimento aiprogetti per l’Eritrea che da anni laparrocchia porta avanti.In particolare quest’anno si è volutofar riferimento al progetto scuola emensa in corso di realizzazione alvillaggio di Dekameré, incollaborazione con le Figlie dellaCarità di S. Vincenzo de Paoli, cheoperano laggiù; così anche il presepeha come titolo: «Impararemangiando». Un messaggio chericorda l’impegno fraterno che lacomunità S. Seton ha preso nei

confronti deibambinidell’Eritrea.La parrocchia si èimpegnata infattia costruire lacisterna e lacucina per dare dabere e damangiare a 1600ragazzi chearrivano a scuoladebilitati dallamancanza di cibo.Ecco allora il riso,i quaderni e i libricon i quali è statacostruito lacapanna, eccol’acqua, sullaquale sono stateposate lacostruzione e lestatue della sacrafamiglia.È un atto diamore che siunisce a quello diGesù che si faBambino,incarnandosi neiproblemi degliuomini.

c.d.

Q

LE STRUTTURE A DISPOSIZIONE PER L’EMERGENZA ABITATIVA.........

Nuove possibilità per il futuroProgetti e lavori di ristrutturazione per andare incontro a chi è senza casa

n questa pagina illustriamo alcunestrutture della Diocesi che il Vescovoha proposto come nuove possibilitàper andare incontro all’emergenza

abitativa cittadina e che monsignorGiusti presenta alla stampa in occasionedell’inaugurazione del Centro per laVita a Montenero.Si tratta di immobili che necessitano diuna ristrutturazione e lavori diadattamento, ma che grazie al lavorodella Fondazione Caritas diocesana ealla collaborazione con il Comune,potrebbero offrire una boccata diossigeno nei prossimi mesi, quando lasituazione sfratti a Livorno diventeràdavvero critica.Il palazzo dei Trinitari è un grandeimmobile nella zona chiamata«Crocetta», che per molto tempo è statoaffittato alla Provincia ed oggi risultacompletamente inutilizzato e libero, epotrebbe ospitare al piano terra uncentro di prima accoglienza per chi vivein strada e al primo piano una ventinadi monolocali per piccoli nucleifamiliari in emergenza abitativa.Anche l’immobile in zona Picchianti ègià libero: conunaristrutturazioneadeguatapotrebbe offrire4 piccoliappartamenti.C’è poi ilcomplesso diCorea al cuiinterno duefabbricati diproprietà dellaDiocesidiventerannoun altro centrodi primaaccoglienza,che, come giàannunciato,sarà intitolato amonsignorAblondi: docce,lavanderia,guardaroba,ecc. Per questo progetto esiste già undisegno preciso e l’approvazione dellaASL, mentre si attende che il Comunecompia le ultime verifiche per darel’inizio ai lavori. Con questarealizzazione il Villaggio scolastico«don Nesi» in Corea, dove già esiste ilSAIS (servizio di assistenza sanitaria) edaltri servizi per i più bisognosi,potrebbe così divenire una vera epropria «cittadella della carità».Esiste già un progetto anche perl’immobile in via Terrazzini, dove altridue nuclei familiari potrebbero trovareospitalità.Infine c’è lo stabile di via Donnini,attualmente sede della corale GuidoMonaco e dell’Associazione Randi,anch’esso adeguatamente sistematopotrebbe dare casa ad altre 20 famiglie.

c.d.

I

Villaggio di Corea

Palazzo dei Padri Trinitari

Ecco il PRESEPE IDEA

Impararemangiando...insiemea Gesù bambinoAlla parrocchia SantaSeton la natività«gemellata» conDekameré in Eritrea

Al Picchianti

Via Terrazzini Via Donnini

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI25 dicembre 2011VI

VENERDÌ 23 DICEMBRE10.00 udienze laici in vescovado11.30 Auguri ai volontari e collabora-tori della curia, in vescovado12.00 Auguri ai dipendenti della curiadiocesana, in vescovado16.00 S. Messa e auguri di Natale allaCasa di riposo "La provvidenza" in viaBaciocchi17.00 visita ed auguri ai sacerdoti an-ziani della diocesi18.30 novena di Natale per il I vicaria-to alla chiesa di S.Benedetto

SABATO 24 DICEMBRE 11.00 Incontro e scambio di auguricon gli ospiti della Caritas al Porto difraternità23.00 Veglia di Natale e S. Messa dellanotte in cattedrale

DOMENICA 25 DICEMBRE8.45 S. Messa alla Casa circondarialedi Livorno " Le sughere"10.30 Pontificale di Natale in cattedra-le12.15 Saluto al pranzo di Natale dellacomunità di Sant’Egidio alla chiesa diSan Giovanni12.45 Saluto al pranzo di Natale dellaCaritas

LUNEDÌ 26 DICEMBRE11.00 S. Messa per la festa patronale diS. Stefano a Castelnuovo della Miseri-cordia

MARTEDÌ 27 DICEMBRE18.30 S. Messa alla casa di San Giusep-pe a Quercianella in occasione dell’i-nizio degli esercizi spirituali della ca-rità.

SABATO 31 DICEMBRE 18.30 Te Deum di ringraziamento incattedrale

DOMENICA 1 GENNAIO10.30 S. Messa in cattedrale. Giornatadella Pace

Dal 2 al 5 Gennaio il Vescovo è agliesercizi spirituali con i seminaristi aLa Verna

VENERDÌ 6 GENNAIO9.00 Festa della Befana al reparto dipediatria dell’ospedale10.30 S. Messa solenne per l’Epifaniadel Signore, in cattedrale17.00 S. Messa i ricordo di Giada Me-nicagli, mons. Teodoro Biondi, mons.Alberto Ablondi e don Antonio Mari-ni. (vedi Brevi)

Agenda del VESCOVO

Diocesi informa24 DICEMBRE 201123.00 Veglia di Natale 24.00 Santa Messa della notte di Natale

25 DICEMBRE 20117.30 Santa Messa10.30 Santa Messa Solenne del giornodi Natale

26 DICEMBRE 20117.30 Santa Messa10.30 Santa Messa per Santo Stefano

31 DICEMBRE 201118.30 Te Deum di ringraziamento

1 GENNAIO 20127.30 Santa Messa 10.30 Santa Messa

6 GENNAIO 20127.30 Santa Messa10.30 Santa Messa Solennedell’Epifania

Le celebrazioni in CATTEDRALE

AA.VV.- Il vero Natale.Il Dio bambino raccontato dai testi biblici eapocrifi.- Ed. San Paolo, pp.273, 27,00.euroAutorevoli e famosi studiosi come Renè Laurentin, Romeo Cavedo,Gianfranco Ravasi, Davide Turoldo e Armand Puig i Tàrrech, ci introducono eci guidano nel più antico racconto del Natale dove Gesù assai sovente vieneescluso, pur essendone il festeggiato. Saremo accompagnati alle tre grandisorgenti bibliche del Natale: il Nuovo Testamento che è custode dellanarrazione più articolata, nelle pagine dei cosiddetti Vangeli dell’infanzia;l’Antico Testamento nel quale le prime generazioni cristiane hanno colto tuttauna serie di anticipazioni del mistero contemplato dai pastori e dai Magiinsieme al compimento delle promesse annunciate a suo tempo dai profeti;la letteratura apocrifa, che fin dai primi secoli ha cercato di rispondere adalcuni interrogativi riguardanti fatti ed episodi che hanno circondato lanascita del Messia. Il volume è impreziosito da una ricca galleria di dipintid’autore che a suo modo costituiscono una sorta di esegesi dei testi,reinterpretandoli con la scala cromatica delle loro opere d’arte.

Ronchi E. – Natale. L’abbraccio di Dio.- Ed. Paoline, pp.134,15,50 euro.“A Natale la Parola è un bambino che non sa parlare. L’Eterno è un neonato,appena il mattino di una vita..”Con queste parole, Ermes Ronchi dell’Ordinedei Servi di Santa Maria, ci introduce nel mistero del Natale. L’umiltà è laparola rivoluzionaria del Natale. In Gesù di Nazaret infatti, Dio, scegliendo ilcammino dell’umiltà, viene ad abbracciare l’uomo, ogni uomo. La strada piùbreve e più diritta tra Dio e l’uomo è la carne di Gesù, che nel Natalecontempliamo in braccio a sua madre.

Loconsole M. – Quando è nato Gesù?- Ed. San Paolo, pp.94,10,00 euroSpesso si sente affermare che Gesù di Nazaret potrebbe non essere nato il 25Dicembre dell’anno zero. Anzi sono diversi a sostenere che non si sa nientecirca la sua reale data di nascita riguardo il giorno, il mese e l’anno. Ma èproprio vero che non possiamo accertare quando è venuto alla luce ilBambino di Betlemme? Cosa ci riferiscono a tal proposito gli evangelisti, imaggiori storici dell’epoca, gli scrittori ecclesiastici e i calendario del tempo?Quali gli studi e le ipotesi e le tesi maggiormente sostenute dai piùimportanti studiosi del cristianesimo antico, di archeologia orientale e diastronomia, che hanno indagato servendosi delle più aggiornate metodicheinterdisciplinari?. A queste affascinanti e suggestive domande, l’autore che èdocente in Sacra Teologia Ecumenica, ha cercato di rispondere con unlinguaggio rigoroso, ma allo stesso tempo semplice che rende comprensibilela problematica anche ai meno esperti.

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

BREVI DALLA DIOCESICi ha riuniti tutti insieme Cristo amoreVENERDÌ 6 GENNAIO ALLE 17.00Presso la parrocchia della Sacra Famiglia mons.Simone Giu-sti celebrerà la Messa in memoria di Giada Menicagli, mons.Teodoro Biondi, mons. Alberto Ablondi e don Antonio Ma-rini

Incontro SaeGIOVEDÌ 12 GENNAIO ALLE 17.45In ricordo di Manuela Paggi, presentazione del suo ultimolibro "Aprirsi alla vita"

Incontro DiaconiSABATO 14 GENNAIO ALLE 16.00Nel Salone Filicchi della parrocchia S.E. Seton, incontro deidiaconi; la riflessione sarà offerta da don Luciano Cantini su«La diaconia di Gesù negli ambienti di pastorale di frontiera».

...chi è il mioprossimo?

a Pastorale Giovanile Vincenziana in collaborazione con laPastorale Giovanile diocesana e la Caritas di Livorno offrono lapossibilità di partecipare agli «Esercizi della Carità», che siterranno a QUERCIANELLA ALL’ISTITUTO SAN GIUSEPPE DAL 27

DICEMBRE AL 1 GENNAIO 2012.Gli Esercizi sono un «tempo forte» in cui giovani volontari che si

dedicano al servizio della carità siritrovano e nel raccoglimento e nellacondivisione arricchiscono in manieraspirituale il loro impegno.Le giornate si sviluppano in manieradinamica, al mattino svolgendo servizioin diverse realtà della diocesi, alpomeriggio con la formazione, lapreghiera e la fraternità.Aprirà gli esercizi il Vescovo Mons.Simone Giusti, mentre altri ospititerranno incontri di approfondimento.

PER ADESIONI E INFORMAZIONI:sr Raffaella Spiezio - [email protected] - 3331447519don Federico Locatelli - [email protected] - 3383329604don Fabio Menicagli - [email protected] - 3281676307

L

Esercizi della CARITÀ

Si informa che dal pomeriggio divenerdì 23 Dicembre a Domenica 8Gennaio, gli uffici della curia diocesanarimarranno chiusi al pubblico.Riapriranno regolarmente Lunedì 9Gennaio.

Chiusura degli uffici della CURIA

Nuovo elenco telefonico

Si informa che, su offertalibera, presso la portineria dellacuria è disponibile il nuovoelenco telefonico degli uffici edelle varie realtà ecclesiali.

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI25 dicembre 2011 VII

LINEE PASTORALI NORMATIVE

Ogni parrocchia o aggregazionelaicale è chiamata ad attuarle siapure con l’originalità richiestadall’ambito territoriale o dallepersone coinvolte.

A) Ricordare una semplice efondamentale verità: si è cristiani perdiventare santi Tutti i fedeli di qualsiasi stato o gradosono chiamati alla pienezza della vitacristiana e alla perfezione dellacarità.1 Giovanni Paolo II nellalettera apostolica Novo millennioineunte commenta: Ricordare questaelementare verità, ponendola afondamento della programmazionepastorale potrebbe sembrare, diprimo acchito, qualcosa discarsamente operativo. In realtà,porre la programmazione pastoralenel segno della santità è una sceltagravida di conseguenze. E continua:È ora di riproporre a tutti conconvinzione questa "misura alta",della vita cristiana ordinaria.2 O lacomunità cristiana educa, al megliodelle proprie possibilità a diventaresanti, con tutte le conseguenzeconcrete che questo comporta e nelrispetto dello stato e del camminopersonale di ciascuno, oppure falliscela propria missione, quant’anche siafeconda di attività e di iniziative.

B) Diventare santi: la spiritualità ècondizione fondamentale per unapastorale feconda La spiritualità non è un ambito o unsettore o un capitolo della pastorale:non è una scelta opzionale,condizionata o secondaria della vitaparrocchiale e diocesana, bensìcondizione fondamentale per unapastorale feconda di santità. Essa èdimensione costitutiva dellapastorale, la connota e configura, neè il contenuto essenziale perché èdalla potenza dello Spirito chenascono i figli di Dio, la Chiesa, laComunità. Addirittura si può parlaredi coincidenza tra pastorale espiritualità; dove questa non occupaun posto in quella, ma ne è come ilsangue che circola dovunque e dàvita a tutto il corpo. Naturalmentenon ogni spiritualità è una spiritualitàcristiana, essa deve avere alcunecaratteristiche irrinunciabili desuntedalla Sacra Scrittura e dallaTradizione della Chiesa.La spiritualità che la pastorale dellenostre comunità deve far crescere ènecessariamente:- incarnata: capace di fare i conti conla realtà, di misurarsi con il presentedelle persone e della storia;- profetica: capace di denunciareefficacemente ciò che è contrario alRegno di Dio e di annunciare ciò chefavorisce la crescita di questo Regnonella storia degli uomini. In questosenso particolare attenzione va dataal valore profetico della pratica delperdono come segno dicontraddizione indicante uno stile divita possibile, gioioso e alternativorispetto ai modelli del “mondo”;- operativa: quindi una spiritualità“contempl-attiva”, capace disuperare la falsa alternativa traazione e contemplazione. Una

spiritualità che esige impegno daparte di ciascuno e di tutti e dovràessere al servizio del mondo. Laspiritualità cristiana attingedall’amore del Padre che ha tantoamato il mondo da dare il suo Figlioperché il mondo si salvi per mezzosuo (Gv 3,16). Il mondo, la gente, ilterritorio delle nostre comunitàcristiane deve essere amato perché ilPadre lo ama. È questo il criterioispiratore di ogni servizio almiglioramento del mondo in cuiviviamo,“amo a tal punto il mondoche non posso amare un mondocosì”. Come la Chiesa, anche laspiritualità, o è missionaria o non loè.

C) La comunità cristiana si strutturaper essere casa e scuola di spiritualità La pastorale altro non è che l’agireconcreto di una comunità cristiana, ilsuo programmarsi negli obiettivi,negli strumenti e nei metodi, neitempi. Il principio ispiratore dellaprogrammazione e progettazione diuna comunità cristiana è allora “lavocazione alla santità” di ognibattezzato che ha la sua primasorgente nella familiarità con laSacra Scrittura . Comunità quindicapaci di pensare e progettare allaluce della domanda: “quello chestiamo pensando e facendo comeaiuta noi e coloro che partecipanoalla vita della comunità, a fareesperienza dell’amore di Dio Padre,rivelatosi in Cristo crocifisso, risorto epresentatoci in maniera efficace dalloSpirito Santo? Quello che stiamopensando e facendo come testimonial’amore di Dio Padre, Figlio e SpiritoSanto? Quello che stiamo pensando efacendo ci permette di camminare efar camminare sulla via della santità? Porsi queste domande significaesprimere la convinzione che se ilBattesimo è un vero ingresso nellasantità di Dio attraversol’inserimento in Cristo el’inabitazione del suo Spirito, sarebbeun controsenso accontentarsi di unavita mediocre, vissuta all’insegna diun’etica minimalistica e di unareligiosità superficiale. Come ilConcilio Vaticano II stesso haspiegato, questo ideale di perfezionenon va equivocato come seimplicasse una sorta di vitastraordinaria, praticabile solo daalcuni “geni” della santità. Le viedella santità sono molteplici, e adattealla vocazione di ciascuno.Tutta lavita della comunità ecclesiale e dellefamiglie cristiane deve portare inquesta direzione. È però ancheevidente che i percorsi della santitàsono personali, ed esigono una vera epropria pedagogia della santità, chesia capace di adattarsi ai ritmi dellesingole persone.3

D) La spiritualità cristiana è unaspiritualità di comunioneL’incontro con Cristo, l’esperienzadell’amore del Padre, l’accoglienza e

l’obbedienza allo Spirito Santo, lasantità come orizzonte in cui simuove la vita di ogni credentetrovano la loro radice e il loro fruttonella comunione. Non c’è camminopersonale di fede senza un reale econcreto cammino comunitario. Faredella Chiesa la casa e la scuola dellacomunione: ecco la grande sfida checi sta davanti nel millennio che inizia,se vogliamo essere fedeli al disegnodi Dio e rispondere anche alle atteseprofonde del mondo.Che cosa significa questo inconcreto? Anche qui il discorsopotrebbe farsi immediatamenteoperativo ma sarebbe sbagliatoassecondare simile impulso. Prima diprogrammare iniziative concreteoccorre promuovere una spiritualitàdella comunione, facendola emergerecome principio educativo in tutti iluoghi dove si plasma l’uomo e ilcristiano, dove si educano i ministridell’altare, i consacrati, gli operatoripastorali, dove si costruiscono lefamiglie e le comunità.Spiritualità della comunione significainnanzitutto sguardo del cuoreportato sul mistero della Trinità cheabita in noi e la cui luce va coltaanche sul volto dei fratelli che cistanno accanto. Spiritualità dellacomunione significa inoltre capacitàdi sentire il fratello di fede nell’unitàprofonda del Corpo mistico dunquecome “uno che mi appartiene”, persaper condividere le sue gioie e lesue sofferenze, per intuire i suoidesideri e prendersi cura dei suoibisogni, per offrirgli una vera eprofonda amicizia.Spiritualità della comunione è purecapacità di vedere innanzitutto ciòche di positivo c’è nell’altro, peraccoglierlo e valorizzarlo come donodi Dio: un “dono per me”, oltre cheper il fratello che lo ha direttamentericevuto. Spiritualità della comunioneè infine saper “fare spazio” al fratello,portando “i pesi gli uni degli altri”(Gal 6,2) e respingendo le tentazioniegoistiche che continuamente ciinsidiano e generano competizione,carrierismo, diffidenza, gelosie. Nonci facciamo illusioni: senza questocammino spirituale, a ben pocoservirebbero gli strumenti esterioridella comunione. Diventerebberoapparati senz’anima, maschere dicomunione più che sue vie diespressione e di crescita. Gli spazidella comunione vanno coltivati edilatati giorno per giorno, ad ognilivello, nel tessuto della vita diciascuna Chiesa. In questo sensorimangono irrinunciabili gli organismidi partecipazione: i Consigli PastoraliParrocchiali, le Assembleeparrocchiali, il Consiglio ParrocchialeAffari Economici . In questi anni neabbiamo sperimentato tutti i limiti ele delusioni, ma questo non può farcitornare indietro, occorre continuare,senza la tentazione di un ritorno auna teologia e prassi clericali, unaricerca sempre più efficace diorganismi e strumenti di comunione

dove esercitare realmente lacorresponsabilità di tutte le vocazionialla missione della Chiesa.4

E) La spiritualità cristiana èspiritualità del servoIndicare e percorrere la via dellasantità come unica strada per ilcristiano significa avere presente cheessa si realizza nella progressivaconformazione a Cristo, cioènell’imparare a diventare come Gesù,pensare come Lui, vivere come Lui,scegliere come Lui, amare come Lui.Ciò significa vivere la dimensione del“servizio” come dimensionecaratterizzante tutta la vita delcredente: “chi vuole diventare grandetra voi sarà vostro servitore, e chivuole essere il primo tra voi saràschiavo di tutti. Anche il Figliodell’uomo infatti non è venuto perfarsi servire, ma per servire e dare lapropria vita in riscatto per molti” (Mc10,43-45). La pastorale ordinariadella comunità cristiana deve quindieducare al servizio, cioè alla capacitàdi mettere l’altro e il suo benedavanti al mio.Servi del Vangelo e della Parola primadi tutto, testimoni credibili dellabellezza della vita ispirata al Vangelodi Gesù. Servi della comunione edell’unità.Servi degli ultimi e dei piccoli. Servicapaci di costruire, insieme agliuomini e le donne di buona volontà,un mondo di giustizia e di paceattraverso quegli strumenti che lasocietà e la comunità cristiana sidanno quali il lavoro, la professione,il servizio politico, il volontariato…Servi di Dio perché al serviziodell’uomo, servi perché veramenteliberi, servi capaci di emozionarsiancora di fronte al gesto di Gesù fattonell’ultima cena: si alzò da tavola,depose le vesti, prese unasciugamano e se lo cinse attornoalla vita. Poi versò dell’acqua nelcatino e cominciò a lavare i piedi deidiscepoli e ad asciugarli conl’asciugamano di cui si era cinto (Gv13,4-5).Servi così innamorati di Gesù da nondesiderare altro che imitarlo nellasua scelta di servizio sapendo beneche se io, il Signore e il Maestro, holavato i piedi a voi, anche voi dovetelavare i piedi gli uni agli altri (Gv13,14), sapendo bene che l’unicomodo per restituire a Gesù il serviziodi amore che lui ha compiuto neinostri confronti è fare della propriavita un dono senza limiti per l’altro,con umiltà e costanza.Servi capaci di non avere paura dellascelta preferenziale dei poveri comescelta che non esclude nessuno, madecide da chi partire: stando alleinequivocabili parole del Vangelo,nella persona dei poveri c’è una suapresenza speciale, che impone allaChiesa un’opzione preferenziale perloro. Attraverso tale opzione, sitestimonia lo stile dell’amore di Dio,la sua provvidenza, la suamisericordia, e in qualche modo siseminano ancora nella storia queisemi del Regno di Dio che Gesùstesso pose nella sua vita terrenavenendo incontro a quantiricorrevano a lui per tutte le necessitàspirituali e materiali.

IL PRIMO AMBITO DEL PROGETTO EDUCATIVO DIOCESANO/1.........

Continua la lettura del progetto educativo. In questo secondo estratto le linee pastoraliper il primo ambito di intervento

L’educazionead una spiritualitàCristocentrica

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI25 dicembre 2011VIII