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LA STAMPA SABATO 18 GENNAIO 2014 . I RITORNA IL COMMISSARIO BESTSELLER Madame la France salvata da Sanantonio Ammirato da Simenon, è un infallibile nemico del crimine Ama la mamma, la patria, le donne (tutte ai suoi piedi) È tornato Il com- missario Sanan- tonio! Gli appas- sionati della serie francese, nata dalla prolifica genialità di FrédéricDard,hannoesulta- toehannoricominciatoari- leggereecollezionarelenuo- veristampetargateE/Oper- chéilettorisanantonianiso- no decisamente particolari, appartengono a un mondo a parte dove l’edizione, la tra- duzionehannounvalorepre- ciso.Bisognapossederletut- te e i prestiti non sono con- templati. Eppure i volumi pubblicati non sono pochi. Dal 1949 al 2000, anno della scomparsa dell’autore, ne sonostatisfornatiben175eil figlio Patrice ha contribuito conun’altraventina.Leven- dite hanno raggiunto negli anni cifre stratosferiche, pa- re milioni e milioni di copie. Unfenomenochehacoinvol- toilfumetto,ilcinema,late- levisione,laradioeilteatro. Puro romanzo popolare, amatoelettointuttiglistrati sociali,perfinodaGeorgesSi- menonchelodichiaròaperta- mente firmando una dotta prefazione. Tra l’altro la sti- ma nei confronti di Dard si trasformòinamiciziafacilita- taanchedalfattocheentram- bisieranotrasferitiinSvizze- ra per sfuggire al fisco. Con Sanantonio non ci sono mez- ze misure e d’altronde fin dal titolo non vi possono essere fraintendimenti.Sesiaccetta diaprireunromanzointitola- to Piombo nella trippa, Obito- rio per signore o Nespole come se piovesse può facilmente ca- pitare di essere travolti fin dallaprimarigadalladeliran- te marea di parole che l’eroe narrante,rovesciaaddossoal lettore. Irriverenti, sarcasti- che, beffarde, truculenti, far- cite di regionalismi, calem- bour,argote...inventate. Dard ha sempre afferma- to di aver scritto con un vo- cabolariobasedi300parole eilrestodiaverleinventate. Sanantonio da questo punto divistaèunraffinatoproget- to narrativo di parodia del noirfrancese.Nullaèlascia- toalcaso.Tramaescrittura sifondonoinunmeccanismo che funziona sempre e non invecchia mai anche perché l’autore ha sempre saputo adeguare il personaggio ai cambiamenti avvenuti in cinquant’anni. Dard amava Célineanchesel’influenzadi Rabelaisèmoltopiùpresen- te; molto è stato detto e scritto su Sanantonio, saggi e tesi di laurea si sprecano, ma il segreto di questo stra- ordinariosuccessoècheiro- manzisonodivertenti,unve- ro toccasana contro la noia, ilcattivoumore,lerognedel- lequotidianità.Nonsileggo- nopercapirecomefunziona ilmondomapersghignazza- redigusto,immersiinstorie improbabili vissute da per- sonaggi indimenticabili. Co- me Bérurier, «immonda massadigrasso»,aiutantee amico del commissario (in- terpretato al cinema da un Depardieu in gran forma). Sua moglie, l’infedele Berthe. Cèsar Pinaud detto «La reli- quia». E molti altri. Insieme salvano la Francia a ogni av- ventura.Ilcriminevienepun- tualmentesconfittocomenel- la miglior tradizione del ro- manzo poliziesco anche se i cadaveri abbondano. Sanan- tonioadoralamammaFélicie e la patria ma molto di più le donnechecadonoaisuoipie- diunadopol’altra.Ilkamasu- trasanantonianoèunachicca cheilettoripiùfedelicitanoa memoria come «Il settimo colpo del gondoliere cinese». AparteParigiilrestodelpia- neta è territorio di luoghi in- ventati come il Kelsaltan, il BoukambaoilRondunbraz.E la Francia è un pretesto per mettere in evidenza i difetti della piccola borghesia senza mai riuscire però a domare l’orgoglionazionale. Tradurre Sanantonio è semprestataun’impresacom- plicataesaggiaèstataladeci- sione delle Edizioni E/O di ri- pubblicare quelle di Bruno Just Lazzari, unanimemente giudicatelemigliori. Inoltre l’operazione della casa editrice romana di ri- spettare l’ordine cronologico delleedizionifrancesièmolto utile ai nuovi lettori per en- trare nell’universo sananto- niano seguendo le orme del premier flic de France e per gustarel’arrivoallaspicciola- tadeglialtripersonaggi. Il primo romanzo della se- rie l’ho letto nel ’70 e poi non hopiùsmesso. Le inchieste del commissario EDIZIONI e/o DELLA POLIZIA DI PARIGI Giù le zampe Sanantonio (Frédéric Dard) «Giù le zampe» trad. B. Just Lazzari edizioni e/o pp. 156, € 8 Il suo autore, Frédéric Dard, amava Céline, ma maggiore è l’influenza di Rabelais MASSIMO C ARLOTTO Frédéric Dard (1921-2000; scrittore, sceneggiatore drammaturgo) scelse il nom de plume Sanantonio puntando a caso il dito in un atlante sulla città americana; oltre alle 175 avventure del commissario parigino ha scritto decine di romanzi polizieschi e d’avventura con una trentina di altri pseudonimi (alcuni ammessi, altri no) [FOTO PHILIPPE MATSAS/OPALE/ LUZPHOTO] LA STAMPA A cura di BRUNO VENTAVOLI [email protected] wwwlastampa.it/tuttolibri/ Inquestonumero: Giovannad’Arco, ledueverità dellaMorazzoni; lamadre-coraggio dellaParrella; idioscuricriminali diScottTurow Leletteredisegnate diVanGogh; diariodilettura conFrancoCordero video intervista Chiara Gamberale «Per dieci minuti al giorno» faccio cose mai fatte e cambio la mia vita http://lastampa.it/tuttolibri NUMERO 1894 - ANNO XXXVIII - SABATO 18 GENNAIO 2014 La nuova avventura «Giù le zampe», uscito nel 1954, è ambientato negli Stati Uniti. Il rude Sanantonio viene convocato dall’Fbi, a Chicago, per indagare su un serial killer di taxi-girl (mestiere meravigliosamente retrò: le fanciulle concedono balli a pagamento a solitari frequentatori di dancing) che firma i delitti con la sigla «Il francese» su foglietti da bloc notes. Anche se appena arrivato si sente «depresso come una compressa di aspirina in un bicchiere d’acqua calda» nel traffico della città che fa sembrare i grandi boulevard di Parigi «deserti come il Gobi», Sanantonio si ringalluzzisce accanto a una bella assistente bionda e porta lo stile spiccio del «french poliziotto» nella patria dell’hard boiled. Irresistibile.

La Stampa Tutto Libri - 18.01.2014

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LA STAMPA

SABATO 18 GENNAIO 2014.I

RITORNA IL COMMISSARIO BESTSELLER

MadamelaFrancesalvatadaSanantonioAmmirato da Simenon, è un infallibile nemico del crimineAma la mamma, la patria, le donne (tutte ai suoi piedi)

Ètornato Il com-missario Sanan-tonio! Gli appas-sionati della seriefrancese, nata

dalla prolifica genialità diFrédéricDard, hanno esulta-to e hanno ricominciato a ri-leggere e collezionare le nuo-ve ristampe targate E/O per-ché i lettori sanantoniani so-no decisamente particolari,appartengono a un mondo aparte dove l’edizione, la tra-duzionehannounvalore pre-ciso. Bisogna possederle tut-te e i prestiti non sono con-templati. Eppure i volumipubblicati non sono pochi.Dal 1949 al 2000, anno dellascomparsa dell’autore, nesono stati sfornati ben 175 e ilfiglio Patrice ha contribuitocon un’altra ventina. Le ven-dite hanno raggiunto neglianni cifre stratosferiche, pa-re milioni e milioni di copie.Un fenomeno che ha coinvol-to il fumetto, il cinema, la te-levisione, la radio e il teatro.Puro romanzo popolare,

amato e letto in tutti gli stratisociali, perfino daGeorges Si-menonche lodichiaròaperta-mente firmando una dottaprefazione. Tra l’altro la sti-ma nei confronti di Dard sitrasformò in amicizia facilita-ta anchedal fatto che entram-bi si erano trasferiti in Svizze-ra per sfuggire al fisco. ConSanantonio non ci sono mez-ze misure e d’altronde fin daltitolo non vi possono esserefraintendimenti. Se si accettadi aprire un romanzo intitola-to Piombo nella trippa, Obito-rio per signore o Nespole comese piovesse può facilmente ca-pitare di essere travolti findalla prima riga dalla deliran-te marea di parole che l’eroenarrante, rovescia addosso allettore. Irriverenti, sarcasti-che, beffarde, truculenti, far-cite di regionalismi, calem-bour, argot e... inventate.Dard ha sempre afferma-

to di aver scritto con un vo-cabolario base di 300 parolee il resto di averle inventate.Sanantonio da questo puntodi vista è un raffinato proget-to narrativo di parodia delnoir francese. Nulla è lascia-to al caso. Trama e scritturasi fondono in unmeccanismoche funziona sempre e noninvecchia mai anche perchél’autore ha sempre saputoadeguare il personaggio aicambiamenti avvenuti incinquant’anni. Dard amavaCéline anche se l’influenza diRabelais è molto più presen-te; molto è stato detto escritto su Sanantonio, saggie tesi di laurea si sprecano,ma il segreto di questo stra-ordinario successo è che i ro-manzi sono divertenti, un ve-ro toccasana contro la noia,il cattivo umore, le rogne del-le quotidianità. Non si leggo-no per capire come funzionail mondoma per sghignazza-re di gusto, immersi in storieimprobabili vissute da per-sonaggi indimenticabili. Co-me Bérurier, «immondamassa di grasso», aiutante eamico del commissario (in-terpretato al cinema da unDepardieu in gran forma).

Sua moglie, l’infedele Berthe.Cèsar Pinaud detto «La reli-quia». E molti altri. Insiemesalvano la Francia a ogni av-ventura. Il crimine viene pun-tualmente sconfitto come nel-la miglior tradizione del ro-manzo poliziesco anche se icadaveri abbondano. Sanan-tonio adora la mamma Féliciee la patria ma molto di più ledonne che cadono ai suoi pie-di una dopo l’altra. Il kamasu-tra sanantoniano è una chiccache i lettori più fedeli citano amemoria come «Il settimocolpo del gondoliere cinese».A parte Parigi il resto del pia-neta è territorio di luoghi in-ventati come il Kelsaltan, ilBoukamba o il Rondunbraz. Ela Francia è un pretesto permettere in evidenza i difettidella piccola borghesia senzamai riuscire però a domarel’orgoglio nazionale.

Tradurre Sanantonio èsempre stata un’impresa com-plicata e saggia è stata la deci-sione delle Edizioni E/O di ri-pubblicare quelle di BrunoJust Lazzari, unanimementegiudicate le migliori.Inoltre l’operazione della

casa editrice romana di ri-spettare l’ordine cronologico

delle edizioni francesi è moltoutile ai nuovi lettori per en-trare nell’universo sananto-niano seguendo le orme delpremier flic de France e pergustare l’arrivo alla spicciola-ta degli altri personaggi.Il primo romanzo della se-

rie l’ho letto nel ’70 e poi nonho più smesso.

Le inchieste del commissario

EDIZIONI

e/o

DELLA POLIZIA DI PARIGI

Giù le zampe

Sanantonio(Frédéric

Dard)«Giù lezampe»

trad. B. JustLazzari

edizioni e/opp. 156, € 8

Il suo autore, Frédéric Dard,amava Céline, ma maggioreè l’influenza di Rabelais

MASSIMO CARLOTTO

Frédéric Dard(1921-2000;scrittore,sceneggiatoredrammaturgo)scelseil nomde plumeSanantoniopuntandoa caso il ditoin un atlantesulla cittàamericana;oltre alle 175avventuredelcommissariopariginoha scrittodecine diromanzipolizieschi ed’avventuracon unatrentina dialtripseudonimi(alcuniammessi,altri no)[FOTOPHILIPPE

MATSAS/OPALE/

LUZPHOTO]

LA STAMPA

A cura di

BRUNO VENTAVOLI

[email protected]/tuttolibri/

Inquestonumero:Giovannad’Arco,ledueverità

dellaMorazzoni;lamadre-coraggiodellaParrella;

idioscuricriminalidiScottTurow

LeletteredisegnatediVanGogh;diariodilettura

conFrancoCordero

videointervista

Chiara Gamberale«Per dieci minuti al giorno»

faccio cose mai fattee cambio la mia vita

http://lastampa.it/tuttolibri

NUMERO1894 - ANNO XXXVIII - SABATO 18 GENNAIO 2014

La nuova

avventura«Giù le zampe», uscito nel 1954, èambientato negli Stati Uniti. Ilrude Sanantonio viene convocatodall’Fbi, a Chicago, per indagaresu un serial killer di taxi-girl(mestiere meravigliosamenteretrò: le fanciulle concedono ballia pagamento a solitarifrequentatori di dancing) chefirma i delitti con la sigla «Ilfrancese» su foglietti da blocnotes. Anche se appena arrivatosi sente «depresso come unacompressa di aspirina in unbicchiere d’acqua calda» neltraffico della città che fasembrare i grandi boulevard diParigi «deserti come il Gobi»,Sanantonio si ringalluzzisceaccanto a una bella assistentebionda e porta lo stile spiccio del«french poliziotto» nella patriadell’hard boiled. Irresistibile.

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oggi gli editori di quel paese stampano libri eco-nomici veramente piccoli, mentre in Italia negliultimi anni le dimensioni dei libri sono andate au-mentando, in genere. «Le bussole» sono delibe-ratamente libri da collezione (è scritto nellaquarta), stampati su carta sottile, ma non tra-sparente; internamente il corpo tipografico èmolto leggibile, nonostante il formato.

La copertina riprende lo stile-Guanda impres-so da Scarabottolo. La diminuzione di formatorende la rende ancora più preziosa. Il dorso è scu-ro, mentre il colore della prima e quarta cambia dilibro in libro. Sono usciti sei volumi tutti insieme.La copertina che ho scelto è quella di Fred Uhl-man, tornato in libreria con l’intramontabileTrilo-gia del ritorno, un libro che contiene L’amico ritro-vato, opera imperdibile per ogni scolaro italianodelle ultime generazioni (lettura dei ragazzi dellemedie inferiori sul tema dello sterminio ebraico).«Le bussole» occupano poco spazio non solo in ta-sca ma anche in casa. Fanno concorrenza ai tablet.Certo danno più soddisfazione, sul piano tattile.

In un ricordo del padre, di professione inge-gnere, Primo Levi rammentava un particola-re curioso. Il genitore, appassionato di libri e

letture, si era fatto cucire nel cappotto delle ta-sche speciali, per contenere i libri che trovava ingiro sulle bancarelle di Torino. Chi ha progettatola collana «Le bussole di Guanda» (il grafico Gui-do Scarabottolo e il direttore editoriale LuigiBrioschi) ha pensato, come il padre di Levi, allenostre tasche, nel doppio senso del termine.

Si tratta infatti di libri economici, molto eco-nomici, sotto i 10 euro (e sono tutti best seller,ripresa di libri di successo); poi si possono infi-lare in tasca senza il pericolo di rovinarle: sonolibri piccoli (cm. 9,50 x 14,50), quindi «tascabi-li», e hanno gli spigoli arrotondati (felice idea).Inoltre, non si sgualciscono così facendo, per-ché sono cartonati (per questo sono arrotonda-ti). Ricordano alla lontana i libri della primaBUR della Rizzoli di colore grigio, che hannopermesso a un’intera generazione di conosceree leggere le opere della letteratura mondiale.

Allora i volumi erano flessibili, e ricordavano del-le riviste in formato mignon (Rizzoli diventavaeditore di libri con questa collana).

Uscirono negli anni Cinquanta grazie aun’idea di Luigi Rusca, riprendendo lo stile deilibri della casa editrice tedesca Reclam. Ancora

Fred Uhlman«Trilogia del ritorno»Guanda, pp. 320,€ 9

MARCO

BELPOLITI

Lacopertina

Le“bussole”diGuandaorientanolabuona lettura

«Alla fine hanno vinto lecanzoni», scrive DarioSalvatori nell’introdu-zione al volume che dicanzoni ne contiene cir-ca diecimila, da «007»del giamaicano De-smond Dekker a «ZweiKleine Italiener», sestaall’Eurofestival del 1962. L’alpha e l’omega diquesto tour de force compilativo danno l’ideadella varietà di generi e stili che si trovano nel-le quasi 1.200 pagine, volutamente eclettiche.Più che da consultare, sembra un libro da leg-gere, un po’ alla volta: ogni canzone raccontauna storia, e qui ci sono le storie delle canzoni.

Piero Negri

1Il dizionario

della canzonedi Dario Salvatori

Edizioni Clichy

pp. 1178, € 29,90

Unlibrodiraccontistam-pato a lettere piccole co-me semi di sesamo. Dueamici intenti a coglierefiori di melo nel giardinodel maestro. Il corpo diuna sposa avvolto di fra-granze invernali. Hannoun sapore delicato le im-pressioni che la narratri-ce registrò a Seul negli anni di università. Memo-riedi letture,amicizie,amoriaffioranoallamentedella donna chiamata al capezzale del suo anticoprofessore.Èoradi tornaresulpassato, suiprimipassi nella vita adulta, sui moti che portarono laCoreadelSudallademocrazia.Atalerichiamolaprotagonista deve rispondere: «io ci sarò».

Alessandra Iadicicco

2Io ci sarò

di Kyung-sook Shin

Traduzione

di Benedetta Merlini

Sellerio

pp. 328, € 16

L’America «quando tut-to era possibile»: i formi-dabili Sixties visti daWashington Squarequando «la vita sembra-va un’interminabile fe-sta». Per la prima voltain Italia (in occasione delfilm dei fratelli Coen Aproposito di Davis), si leg-gono tutte d’un fiato le memorie di Dave VanRonk, alfiere della rinascita folk, cantautore echitarrista raffinato, amico di Bob Dylan e JoniMitchell. Pagine piene di passione e senza unrimpianto, da far leggere ai concorrenti di XFactor: «Fare musica non è un biglietto omaggioper la gloria. È fare musica, solo questo conta».

Raffaella Silipo

3ManhattanFolk Story

di Dave Van Ronk &

Elijah Wald

BUR

pp. 422, € 18

Ecco la storia di Mel Weinberg il grande truffatore, amante del giocoe delle donne, che riuscì a smascherare politici sensibili alle mazzet-te e alle lusinghe della mafia per conto dell’Fbi e che ha ispirato il filmAmerican Hustle , fresco trionfatore ai Golden Globe. La rocambole-sca (e per molti versi dilettantesca) operazione viene ricostruita dalgiornalista Robert W Greene, firma di Newsweek, in tutti i suoi incre-dibili colpi di scena, fughe di notizie, farraginosità burocratiche. Conmeno indulgenza verso il crimine del film di David O. Russell.

Bruno Giordani

4Il re della truffa

di Robert W. Greene

Sperling & Kupfer, pp. 352, € 16,90

Dall’acqua (la migliore è quella che sgocciola sullestalattiti di montagna), alla schiuma, al combustibile,agli utensili, alle varietà aromatiche. IlCanone del tè(VIII secolo) è il primo manuale dedicato alla bevan-da nata in Cina, capace di curare «cento malattie» edissetare l’anima. L’autore, Lu Yu, trovatello cresciu-to da un monaco buddista, poi girovago, coltissimo,innalzato a grandi onori, preferì concludere l’esisten-za da eremita nei boschi. In dieci capitoli suggerisceingredienti, tempi, modi per ottenere una bevandaperfetta e ricomporre l’armonia dell’universo anchein una piccola tazza di tè. E magari dimenticare ildisordine del mondo (la Cina era nel caos, con ungenerale in rivolta, l’imperatore in fuga, ammazza-menti e solite crudeltà). Una deliziosa lettura daintrecciare con le dotte note di Marco Ceresa, emi-nente sinologo e raffinato studioso di cultura del tè.

Bruno Ventavoli

Il canone del tè(testo cinese

a fronte)

di Yu Lu

Quodlibet

pp. 225, € 22

Gatto con gli stivali è un sub-dolo approfittatore mentreCappuccetto Rosso si rivela fi-glia di Babbo Natale, così Lu-po cattivo si riempie la panciacon Hansel e Gretel in tagliaXXL. Emile Bravo cambiadunque i connotati ai perso-naggi delle fiabe classiche, nelraccontare a divertenti fumetti le peripezie degli or-si nani per arraffare qualcosa da mettere sotto i den-ti. Però non ne va dritta una e allora la malinconicacombriccola si consola con “una bella dormita cheristora quanto una gran scorpacciata”, sperando al-meno in sogni farciti di miele e pan di spezie.

Ferdinando Albertazzi

5La fame dei sette

orsi nanidi Emile Bravo

Bao Publishing

pp. 36, € 10

Un’encyclopédie del gossip. Unalfabeto sapidissimo del Sette-cento francese. Di voce in voce.Da, risalendo à rebours, Spet-tri a Musicisti, da Moda a Festee fasti, da Conversazione da sa-lotto a Chiesa, alla A che maiabdica, A come «adulterio,amanti, amore». Come nonscrutare - delibando questaGuida - i contemporanei, increspati giorni hollan-diani? «Un giorno Luigi XV confidava a un suo cor-tigiano che non gli era mai capitato di essere cosìpreso da una donna come Mme du Barry. “E’ per-ché non siete mai stato in un bordello, sire”».

Bruno Quaranta

6Guida pettegola

al Settecentofrancese

di F. Sgorbati Bosi

Sellerio,

pp. 354, € 18

LOSCAFFALE

GIUSEPPE MARCENARO

LavitaèmeravigliosatraSetteeNovecento

Voci poco fa. Giuseppe Marcenaro,nella privata stanza, chiama a rac-colta figure meravigliose, meravi-

gliosa la stessa mostruosità, alias Hitler.Bracconiere del détail, nel détail ricono-scendo infine la verità come assicurava Lu-centini lettore di Forster, il segugio genove-se oppone allo stupore dei personaggi viavia suscitati (e iconograficamente correda-ti) la montaliana souplesse: «Ora non do-

mandarmi perché t’ho identificato». Da Di-derot a Dossi, dai Goncourt a Malaparte, daCabella a Dal Fabbro, onorando l’arte del ri-tratto. Non a caso a brillare nel suo panthe-on è Sainte-Beuve. Non è forse il Gran Fran-cese il protettore di tutti i solitari?

Nel segno di Sainte-Beuve, a modosuo, capricciosamente, irregolarmente, simuove Marcenaro. Ossia mai separandoopera e commedia umana, non esitandoa «leggere la vita» di questa e quella figu-ra. Via via componendo una sorta di jour-nal, genere così poco italico, salendo escendendo agilmente da una oliatissimamacchina del tempo.

Un collezionista di eccentricità, Marcenaro,vagando tra Sette e Novecento. Un implacabi-

GiuseppeMarcenaro

«Wunderkammer»Aragno

pp. 347, € 30

Ritratti

Page 3: La Stampa Tutto Libri - 18.01.2014

LA STAMPA

SABATO 18 GENNAIO 2014.III

MartaMorazzoni«Il fuoco di

Jeanne»Guanda

pp. 185, € 15

IL MITO DI GIOVANNA D’ARCO

Contadinaoprincipessa:ledue fiammediJeanneMarta Morazzoni sulle orme della santa guerrieratra congetture fantasiose, fatti e testimonianze

Marta Morazzoni èuna narratriceche ama respira-re l’aria dei tempiandati, ma nel li-

bro intitolato La fiamma di Jean-ne prende di petto quella che èuna vera protagonista della Sto-ria, Giovanna d’Arco. Sulla santaguerriera esiste una sterminataletteratura che non lascia ine-splorato nessun aspetto della suaenigmatica personalità, nessunaipotesi sulla sua folgorante av-ventura (da noi se ne sono occu-pati tragli altri, avario titolo,Gio-vanni Bogliolo e Ernesto Ferre-ro).MartaMorazzoni ne è consa-pevole emostra di essersi abbon-

dantemente documentata ma ri-badiscedinonessereunastorica,di avere affrontato l’argomentocon le facoltà della scrittrice. Sidice sedotta da un personaggioche incarna «lo spirito fiammeg-giante dell’ultimo Medioevo» e,contro la scultorea immobilitàdei monumenti disseminati intutta la Francia, si presenta«cangiante»: quasi una fiamma,appunto, che prima di assumerela perentorietà del rogo, si rivelainstabile e capricciosa. Fino asdoppiarsi, vien da dire, comequella che avvolge l’Ulisse dante-sco, maestro di inganni.

Nasce di qui la tentazione diriesumare la storia, che ha avu-

to i suoi cultori, di un’altra, se-conda vita di Jeanne. Lei non sa-rebbe uscita da una famiglia dicontadini nel borgo diDomrémy, sulle rive della Mosa,ma apparterrebbe a una stirperegale. Nata dagli amori ince-stuosi di Isabella di Baviera e diLuigi d’Orléans, affidata dopo lanascita a genitori adottivi, sa-rebbe dunque la sorellastra del-lo scolorito delfino Carlo VII cheaiuterà, con le sue imprese, acacciare gli inglesi e a diventarere. Sfuggirà inoltre in modo ro-cambolesco al rogo di Rouen do-ve sarà bruciata al posto suounasconosciuta, incolpevole vitti-ma. E ricomparirà anni dopocon il nomedi Jeanned’Armoise,a condurre una tranquilla esi-stenza al castello di Jaulny (o sa-rà coinvolta, rivestendo nuovespoglie, in altre avventurose vi-cende). Il tutto sarebbe stato or-chestrato da Jolanda d’Aragona,suocera dell’inetto Carlo e in-ventrice della mitica Pulzella.

Sono congetture fantasioseche non reggono davanti ai fattie alle testimonianze, e appaiono

più leggendarie di qualsivoglialeggenda si voglia rivestire l’esi-stenza di Giovanna d’Arco. Ne èconsapevole Marta Morazzoni,che non rinuncia tuttavia a se-guire quella traccia, segnata dacomplotti e agnizioni, facendoappello a una ispirazione ro-manzesca («Ah, se io fossiAlexandre Dumas!»). Altra viale vien fatto di seguire per ap-prossimarsi a qualche verità.

Munita di ogni sorta di testimo-nianze storiche, letterarie, pitto-riche, compie infatti un vero eproprio pellegrinaggio nei luo-ghi in cui visse ed operò Jeanne,con particolare indugio nellaFrancia centrale e occidentale.Insegue le sparse o cancellatevestigia rappresentate da sitioscuri e castelli diruti, da chiese

LORENZOMONDO

Da sei secolisi attribuisce alla suafollia la svolta cheportò alla liberazionedella Francia

emusei, da nomi evocativi esala-ti dalle acque della Loira e dellaSenna. Trascorre da DomrémyaChinon, i luoghi della sua epifa-nia, dal trionfo di Orléans allaconsacrazione di Carlo VII a Re-ims, dalla sconfitta all’assedio diParigi alla cattura sotto le muradi Compiègne (dove Jeanne ri-chiama alla memoria dell’autri-ce la tassiana Clorinda) fino alrogo di Rouen. Saggiando neldialogo con anonimi, domesticiinterlocutori, con gli stessi turi-sti, la resistenza di unmito. Que-sto infatti finisce per intrigarel’autrice, al di là della verosimi-glianza che si può assegnare allafigura di Jeanne o del suo pre-sunto doppio.

Da sei secoli credenti, scetticio atei attribuiscono alla «follia»di Jeanne la svolta decisiva cheportò alla liberazione dellaFrancia avviandola a diventarenazione. Quella ragazza indomi-ta nel difendere contro ogni po-tere, secolare e religioso, la veri-tà delle sue «voci», immolata daun tribunale perverso, è diven-tata anche un simbolo naziona-le, una presenza tutelare controogni nemico: «...gli inglesi dellaguerra dei cent’anni come i tede-schi del 1870 o quelli della Gran-de guerra o i nazisti» che smem-brarono un’altra volta la Franciacon il regime diVichy. In realtà ilmistero, sacro e profano, dellasua personalità rimane intatto.E’ affidato al ritratto evanescen-te, ma persistente, che MartaMorazzoni ha saputo comporre,come in un puzzle, evocandolocon finezza dalla mappa dellaterra di Francia.

Un vero e propriopellegrinaggionei luoghi incui visse la ragazzadelle «voci»

ValeriaParrella

«Tempo diimparare»

Einaudipp. 130, € 17

VALERIA PARRELLA

Full immersionnel figliosventuratoLa madre di un ragazzo con handicapsi batte per farlo accettare dai “normali”

Con questo recenteTempo di imparareValeria Parrella èritornata sulletracce del suo pre-

cedente maggior successo,Lo spazio bianco (2008), salu-tato anche da una fortunatatrasposizione cinematografi-ca, Quella, lo si ricorderà, erala vicenda di un figlio natoprematuro, e dunque costret-to a stazionare a lungo in unaincubatrice, con una madreansiosa che si recava giornal-mente in clinica a spiarne lacrescita. Questa volta si trat-ta di un caso ancora più coin-volgente, dato che il figlio, Ar-turo, è nato regolarmente,masi porta dietro pesanti handi-cap che lo costringono a una

volta di quel ragazzino, adot-tandone le stesse sensazioni,partecipando con lui al com-pito difficile di stabilire con-tatti con i coetanei, di nonfarsi emarginare da loro, eneppure dai maestri.

L’esistenza dellamadre in-felice si trasforma in una lot-

ta senza tregua per otte-nere i trattamenti assi-stenziali previsti dal-l’attuale normativa, oper strappare dal per-sonale medico un’at-tenzione che non siaffidi soltanto a unafrigida terminolo-gia clinica, domina-ta da figure rispon-denti a denomina-zioni impossibilicome «psicomo-tricista» e simi-li. Il primo com-

pito, insomma, èdi ridare umanità,fermenti di vita aun’esistenza che di-versamente sareb-be spinta fuori dailimiti, isolata in unacasella separata eincomunicante. Lamadre si battesenza sosta perfar sì che il figliosia accettato dai

RENATO BARILLI

«normali», e non costretto astarsene in esilio con i «di-versi» come lui.

Inunasituazionedel genereci sono dei vantaggi rispettoall’opera precedente, dato chein tal modo la narrazione nonha più dispersioni laterali, maquesta stessa concentrazionespinge l’autrice a cercare unaderiva quasi di sapore lirico,ovvero la prosa tende alla poe-sia, del resto si è avuto poco fail caso inverso di un poeta co-meMagrelli che si è dato a pa-

gine di diario dedicate al pa-dre. Tuttavia questo esito dicarattere liricheggiante, finoaddirittura a ricalcare il mito,per esempiodelle fatiched’Er-cole, paragonate agli sforzidella madre per superare ledifficili prove, rischia anche didare al tutto un andamentounpo’ scucito, provvisorio, quasidi appunti, vividi, intensi, maforse bisognosi di uno svilup-po, di una conduzione più fer-ma e continua.

È venuto il «tempodi imparare»a ridare umanitàalla vita nella suaforza e dignità

vita anormale. Infatti mancadella vista in un occhio, e dun-que non dispone del rilievo, ilmondoper lui è piatto, vi devemuovere i passi con infinitatitubanza, e per esempio nonpuò giocare a palla come isuoi coetanei, ma è costrettoa consegnarla a mano.

Va notato tra le righe cheun simile capitolo dedicato aiportatori di handicap sta lie-vitando, nell’ambito del co-siddetto Italian New Reali-sm, vi potremmo inserire, ol-tre alle prove della Parrella,quelle della Veladiano, diFranzoso, e perfino di Scura-ti, nonostante che il suo «pa-dre infedele» intrattenga unrapporto con una figlia nor-male,ma in tutti questi casi cimuoviamo nello stesso climadominato da una pesante ter-

minologia medica, come suc-cede anche alla protagonista,vittima di un ennesimo feno-meno di mala nascita.

Naturalmente, nel rivisi-tare un triste capitolo del ge-nere, la Parrella ha introdot-to delle sostanziose varianti,si potrebbe dire che ha adot-tato una sorta di zoomata,nel romanzo precedente, indefinitiva, il prematuro se nestava in clinica, da cui la ma-dre poteva uscire con la pos-sibilità di svolgere una vitanormale, qui invece Arturovive con lei, e dunque la geni-trice è chiamata a una fullimmersion, non ci sono vie difuga, è costretta a farsi cari-co per intero del figlio sven-turato, scatta cioè per lei un«tempo di imparare», di en-trare nella situazione stra-

BRUNOQUARANTA

le occhio. Che si posa sulle casanoviane «calzedi seta avvitate a cavatappi come un qualsiasiBertoldo», sull’«abbigliamento vedovile» concui si presenta chez Nadar Maria De Ferrari Bri-gnole Sale (il suo Creso morì soffocato nel for-ziere), sul Carneade Giulio Seniga, il segretariodi Secchia che «scappò con la cassa del parti-to», sui «nei pelosi, color caffè» di CrocefissaMorella, vedova Rabbatà, la «samaritana» cheandò in soccorso di Bernard Berenson...

Ecco: come l’ottico di Fabrizio De An-drè, suo (purtroppo malamato) concitta-dino, Giuseppe Marcenaro «vuole soltan-to clienti speciali / che non sanno che far-ne di occhi normali».

CARLO PATRIARCA

ArmiepassioniseguendoNapoleone

Dietro il titolo poetico e altisonanteCarlo Patriarca nasconde un vi-brante esordio in cui ricerca stori-

ca e creatività trovano un punto d’incon-tro essenziale. Il racconto prende in esa-me le vicissitudini di due amici seguite al-la campagna d’Italia di Napoleone del1796. Dalla piana di Albenga fino all’av-ventura d’Egitto del 1800, le imprese del-l’esercito napoleonico sono al centro di

una ricostruzione accurata, in cui perso-naggi dell’epoca confliggono o dialoga-no con i due bei protagonisti.

Etienne e Raymond, amici fraterni, se-guono l’armata francese nel programmadi conquista. Etienne è un medico amantedella musica: il violoncello lo aiuterà a su-perare i traumi dei massacri bellici. Ray-mond è uomo di mondo che svolge unasotterranea azione di spionaggio nei con-fronti dell’esercito austriaco, e nei suoiviaggi a Milano conosce la splendida Co-stanza Melzi d’Eril, moglie di un ricco uo-mo d’affari legato all’Austria.

Il campo di battaglia si restringe – o si al-larga – a ogni possibile infinito: la nobildon-na vorrebbe lasciare il marito per l’incognita SERGIO PENT

Carlo Patriarca«Il campo

di battagliaè il cuore

degli uomini»Neri Pozzapp. 217, € 15R

omanzostorico

della grande passione. Ma quando ancheEtienne incontra la bella dama, qualcosa sispezza nel legame d’amicizia tra i due uomi-ni. Il segreto attraversa battaglie e carnefici-ne, complotti e strategie belliche, dall’Italiadi fine Settecento all’inferno della campa-gna d’Egitto. Ma la guerra vera nasce quan-do Raymond scopre il «tradimento» - seppurplatonico - dell’amico Etienne. I duellanti siscontrano in terra di piramidi, ma non saràl’ombra di Costanza a separarli, semmai latragedia di un’ambizione destinata a cancel-lare sul suo cammino generazioni di piccoliuomini senza storia. La grande Storia conti-nua, nel silenzio di chi ne è stato calpestato.

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IV .

FEDERICOVERCELLONE

Può sembrare stra-no, ma proprio Spi-noza, l’autore diun’Ethica OrdineGeometrico demon-

strata, ha suscitato grandicontrastati amori. E’ così chela ricezione dell’Etica, uscitapostuma e anonima nel 1677,costituisce un immenso capi-tolo della storia della filosofiaoccidentale. Spinoza è il gran-de ossimoro della filosofia eu-ropea. E’ Il filosofo - artigiano(era un ottico), l’ateo religioso,il materialista virtuoso. Egliapre al futuro con la sua operavissuta come un’eresia troppoaffascinante per poterla soffo-care. Il panteismo settecente-sco e poi romantico e idealistasarebbe impensabile senza dilui. L’idea del Deus sive naturascandalizza e attrae insiemel’età dei Lumi. Un grande rap-presentante dell’Illuminismotedesco come Lessing si con-fessa spinoziano in punto dimorte quasi a sollevarsi dalpeso di un segreto tenutotroppo a lungo nascosto.L’eresia spinoziana impregnadi sé l’età di Goethe e l’ideali-smo tedesco. La natura op-pressa dall’incipiente svilup-po industriale sembra rina-scere, agli occhi di Goethe, co-me un’immensa onnipotentefucina di forme viventi, men-tre i romantici intravvederan-no in questo dio immanente ilprincipio di una natura poe-tante capace di esprimere unapropria, autonoma cifra sim-bolica. Il carattere eversivodella filosofia di Spinoza siestenderà sino alla filosofiadel secondo Novecento. E nona caso filosofi più o meno pros-simi alla sensibilità dei movi-menti di protesta più estremi,come Gilles Deleuze e AntonioNegri dedicheranno a Spino-za un’attenzione particolare.

«L’anomalia selvaggia» del-lo spinozismo, per riprendereAntonio Negri, attraversadunque come un fiume carsi-co il pensiero filosofico mo-derno. Il «pericolo Spinoza» sicela naturalmente nel rigoreargomentativo del suo proce-dere che vede corrispondersi,nel quadro di una rigida ne-cessità, l’ordine del pensiero equello dell’essere. Il profilarsidi un dio dotato di estensionesembrerebbe, in questo qua-dro, quasi aprire il cammino aun nuovo paganesimo, mentrel’assoluta necessità di questanatura divina prelude al-l’amor fati professato da un al-tro grande ammiratore di Spi-noza: Friedrich Nietzsche.

A farci riflettere nuova-mente su tutta questa pluri-secolare vicenda viene ora laripubblicazione dell’ Eticapresso Castelvecchi nell’espo-sizione e nel commento di Pie-ro Martinetti comparsa origi-nariamente nel 1928. Si trattadi un capitolo importante perla storia della ricezione diSpinoza (e forse qualche pagi-na introduttiva a questo pro-posito non avrebbe guastato).La figura di Piero Martinetti,non così nota al grande pub-blico, costituisce tuttavia un

capitolo molto significativodella filosofia italiana della pri-ma parte del Novecento. Dopoaver studiato a Torino, Marti-netti insegnerà filosofia teore-tica e morale a Milano dal 1906al 1931, anno in cui venne messod’ufficio in pensione per esser-si rifiutato, insieme a ben pochi

altri professori, di giurare fe-deltà al fascismo. Martinetti èil campione di una laicità reli-giosa che ne fa un personaggiomolto singolare nel panoramafilosofico italiano. Accanto aKant e a Schopenhauer, Spino-za costituisce uno dei grandipunti di riferimento del suopensiero. Si tratta di un pensie-

ro dualista, fortemente im-prontato eticamente. Si produ-ce al suo interno un corto cir-cuito che coinvolge Kant e Spi-noza quanto mai sorprendenteper chi non conosca Martinetti.Ma se ci si colloca invece all’in-terno della sua filosofia, si puòben cogliere il perché di questaaffinità inaspettata.

Dal commento quanto maiacuto delle cinque parti del-l’Etica fuoriesce l’immagine diun filosofare tutt’altro che in-cline all’anomalia selvaggia. Sitratta invece di un pensieroche procede quasi a fatica at-traverso le severe maglie che siè autoimposto. Martinetti èper altro attratto dallo slancioverso la verità che il metodogeometrico rivela. E’ uno slan-cio che culmina in una visionedi Dio di sublime purezza, libe-ra da ogni connotazione antro-

pologica della quale le religionistoriche restano invece affette.E’ un cammino verso la veritàche non conduce, dal punto divista etico, a un dominio dellepassioni sul modello cartesia-no. L’unico modo per dominarele passioni è, secondo Spinoza,quello di conoscerle così daevitare che l’immaginazione leamplifichi, incendiandole erendendocene ulteriormenteschiavi. Per esempio se abbia-mo subito un lutto, è opportu-no sollevare il pensiero dallamemoria dolente del defuntoper levarla in direzione dell’in-finità caducità del tutto. E’ unitinerario che culmina nella co-noscenza di terzo tipo, nel-l’amor Dei intellectualis. Qui sirivela l’inestricabile connes-sione dell’essere, e si realizzauna conoscenza che è insiemesuprema virtù e amore.

UN MODELLO DI LAICITÀ RELIGIOSA

Spinoza,com’ègeometrica laveritàTorna l’Etica commentata nel ’28 daMartinettiil professore che non si piegò al fascismo

BaruchSpinoza«Etica»

Esposizionee commento

di PieroMartinetti

Castelvecchipp. 177,€ 17,50

L’itinerario del filosofo olandeseculmina in una conoscenzache è insieme suprema virtù e amore

IL VIAGGIO DI UNO SCHIAVO INTORNO AL MONDO

LaviziosaNapolivistadalneroamericano

David Dorr era un mulatto, un quadroon (cioè diorigine africana per un quarto), nato ecresciuto come schiavo a New Orleans.

Tuttavia, cosa del tutto insolita, aveva ricevuto unabuonaistruzione.Percui il suopadrone,quandodecisedi intraprendereun lungo«viaggioattornoalmondo»,lo incaricò di scriverne il diario e gli promise di dargli lalibertà al loro ritorno. Ma non mantenne la promessa.Rorr fuggì e si stabilì in Ohio, uno stato abolizionista,dove, nel 1858, pubblicò il «suo» diario di viaggio. Che

è suo sia quando descrive luoghi e costumi, sia quandoracconta le sue curiosità di turista anomalo.

Nel primo caso, scrive Attilio Brilli nella sua bella epuntuale Introduzione, Dorr è impacciato e incerto,«perché gli mancano i parametri di riferimento diun’organica formazione culturale»; in particolarequandocercadi cogliere lecaratteristichediunacittàodi un popolo. Per quanto riguarda edifici e monumentipoteva comunque contare sulle guide. Per quantoriguarda i popoli, si basava sulle opinioni correnti,mettendoci però probabilmente qualcosa di suo. Percui cidicechequello inglese«èunpopolomoralistico»,mentre Napoli «è la città più viziosa che ci sia sullafaccia della terra». E sottolinea il fastidio che aCostantinopoli gli danno le donne che vanno in girovelate, «muovendosi come spiriti o come ombre».

Nel secondo caso, quando le scelte sono dettateUnmemoirdell’800

Soldi. Tantissimi soldi. Cento milioni di dolla-ri del 1931, denaro che il cancelliere dellaRepubblica di Weimar, Heinrich Brüning de-

cide di mettere nelle mani del Vaticano per evitareche cadano in mano ai nazisti. Denaro che lievitafino a diventare duemila miliardi di dollari, e forsemolti, molti di più. Parte da un foglietto ingiallitocon delle sigle cifrate, che il nuovo Papa si ritrovatra le mani negli incartamenti lasciatigli in ereditàdal predecessore, il nuovo romanzo di Carlo Mar-roni intitolato Il conto vaticano, un thriller am-bientato Oltretevere e nelle principali capitali del-la finanza mondiale. A ormai quasi due anni dalloscandalo di Vatileaks, a un anno dalle dimissionidi Ratzinger e dall’elezione di Francesco, a pochimesi dalle ben note vicende dello Ior, la trama de-scritta nelle pagine di questo romanzo mozzafia-to può sembrare al lettore più verosimile della re-altà che si ritrova ogni mattina sui giornali. Com-plice anche l’ottima conoscenza della «macchi-na» interna vaticana e dei suoi meccanismi dimo-strata ancora una volta dall’autore, vaticanista

con lunga esperienza di gior-nalista finanziario.

Il Papa regnante di cui par-la «Il conto vaticano» si chia-ma Giustino e ha dei trattiche lo accomunano a France-sco, per la voglia di una pro-fonda riforma della Curia ro-mana e delle sue strutture.Anche se il Pontefice della fic-tion di Marroni, all’oppostodi Bergoglio, vive isolato nel-l’appartamento papale, co-me un monaco, e talvoltapranza con un panino pernon staccarsi dalla scrivania.Forse anche perché si sente

circondato da collaboratori che non lo amano,lo temono e cercano di controllarlo, in un Vatica-no dove si combattono battaglie a colpi di dos-sier pullulante di spioni e infestato da «cimici».

Il protagonista è un atletico monsignore conun trascorso nell’intelligence finanziaria, Ludo-vico Siniscalchi. È a lui che Giustino affida la de-licata e - ovviamente - segretissima missione difar chiarezza su quei conti, su quel mare di de-naro del quale si son perse le tracce.

La vicenda narrata si svolge tutta i pochi giornie scivola verso un finale a dir poco inquietante,che vede protagonisti ancora una volta i soldi. Co-me ben viene descritto in questo brandello di dia-logo tra i due personaggi chiave del libro: «Nessu-no vuole intaccare il meccanismo con cui vengonoimpiegati capitali massicci per finalità che è chiaroa tutti che non verranno mai realizzate. Io com-batto te, tu combatti me. Augurandoci che nessu-no vinca davvero, altrimenti finisce tutto. La circo-larità degli interessi vale per la guerra in Terrasan-ta, in Afghanistan, in Iraq, e prima ancora in Viet-nam, in Corea. È sempre così. La guerra vera, mor-ti e profughi a parte dei quali non interessa nulla,è solo tra chi maneggia la cassa. Si vuole mandarevia chi ha le chiavi, ma solo per prenderne in po-sto. Tutto qua. Il bravo Kissinger diceva che il pote-re è un complotto permanente che un complottopermanente vuole distruggere».

CARLO MARRONI

ImiliardidiWeimarinsanguinano ilVaticano

ANDREA TORNIELLI

Carlo Marroni«Il conto

vaticano»Rizzoli

pp. 368, € 12,90

Thriller italiano

Page 5: La Stampa Tutto Libri - 18.01.2014

LA STAMPA

SABATO 18 GENNAIO 2014.V

Scott Turow«Identici»Mondadoripp. 333, € 20

IL NUOVO LEGAL THRILLER DI TUROW

Idioscuri “identici”nascondonounvecchiocrimineLa carriera politica di un senatore traballaquando il fratello gemello esce dal carceredopo aver scontato 25 anni per omicidio

Si parla spesso, e a vol-te in modo inoppor-tuno, dell’importan-za di riscoprire i clas-sici. Nel suo nuovo

romanzo Identici, Scott Turowmostra invece una conoscenzanotevole della materia in og-getto, e partendo dall’anticomito greco dei dioscuri Casto-re e Polluce mette in scena unthriller che mescola con com-petente disinvoltura storie an-tiche e tecnologie moderne.

Siamo a Kindle County, inPennsylvania, all’inizio del2008. Paul Gianis, senatore ecandidato forte per la carica disindaco della contea, vede lapropria carriera barcollare acausa del fratello gemelloCass, appena uscito di galera.Non che il gemello ex-galeottoabbia fatto qualcosa di male;almeno, non ora, dato che unquarto di secolo prima avevaconfessato di aver ucciso lapropria fidanzata, Dita, figliadell’influente Zeus Kronon,membro di spicco della comu-nità greca locale. Le due fami-glie – i Kronon e i Gianis – siodiavano già prima del fattac-cio, e l’omicidio di un apparte-nente ai K. da parte di uno deiG. non ha certo contribuito amigliorare le cose: infatti, pro-prio nel momento in cui Cassesce di galera il fratello dellavittima, Hal Kronon (l’unicobrutto della famiglia) si mo-stra in pubblico sostenendoche il senatore Paul abbia avu-

to un ruolo tutt’altro che mar-ginale nella vicenda. Da qui,l’effettiva riapertura dei faldo-ni e delle indagini, che riserve-rà non poche sorprese da unaparte e dall’altra.

Per il lettore digiuno di mi-tologia greca, sono garantitetrecento pagine di puro diver-timento; la storia è ricca ed ar-zigogolata e il tema narrativo,pur essendo una composizionedi temi ultra-classici e di clichènon esattamente originalissi-mi, fila via senza intoppi, an-che grazie alla bravura di Tu-rownel cucire e raccordare traloro problematiche antiche emoderne in modo plausibile,oltre che godibile.

Per chi, invece, dovesse es-sere più o meno esperto delleavventure degli dei dell’Olim-po e dei loro dirimpettai umanio semidivini, molto delmisterorischia di perdersi all’inizio,non appena riconosciute le fi-gure portanti del mito dei dio-scuri; oltre all’autocompiaci-mento per essere stati cosìbravi da prevedere gran parte

della trama, resta il godimentodi una lettura disimpegnata,con dei personaggi notevoli, elungo la quale Turow dà il suomeglio disegnando il perso-naggio del giudice Lands, ar-guto ed integerrimo uomo dilegge chemostra di conoscere,oltre alle leggi dello Stato, an-che leggi un pochino più uni-versali, come quelle della pro-babilità.

Va ricono-sciuto che anchegli altri perso-naggi disegnatida Turow sullascia del classicismo (con variriferimenti, anche molto te-nui, a miti trasversali e tradi-zioni filosofiche della Greciaantica) si muovono in modocoerente, senza le improvvisecrisi di imbecillità momenta-nea che affliggono spesso iprotagonisti dei thriller: ma,come al solito, Turow si espri-me al massimo nel momentoin cui la volontà di fare giusti-zia si scontra con l’applicazio-ne della legge, e nel rendere

comprensibili le complicate espesso fuorvianti acrobazieverbali delle aule di tribunale.

Uno dei motivi per cui è im-portante riscoprire i classici, eTurow ce lo dimostra ancorauna volta, è che i problemi e lemotivazioni principali dell’es-sere umano sono le stesse damillenni, (come l’autore stessoci ricorda nell’esergo, nel quale

ci fa notare che anche Shake-speare aveva avuto modo diispirarsi a problematiche simi-li): nonostante i nostri telefonicellulari, le comunicazioniwireless e una continua spintaverso l’on demand, rimaniamodegli animali glabri in conti-nua lotta tra la nostra ragionee pulsioni ancestrali. Ancheper questo, storie del generefunzionano.

P. S. Visto che siamo in temaclassicheggiante, piccola nota

di merito alla traduttrice, checorrettamente scrive «i ditimedi» e non «le dita medie»: ledita sono tutte le dita di una odi più mani, ma la specifica(quando non omessa) richiedeil plurale al maschile. Per chirimanesse stupito di questosfoggio di cultura, rassicuro: almomento della lettura, lo igno-ravo io stesso…

MARCOMALVALDI

Paure, segreti e colpe sepoltenella rivalità tra due potentifamiglie di origine greca

Un giudice arguto eintegerrimovuole vederci chiarosull’omicidio di unabella fanciulla

dalla sua curiosità, non c’è impaccio alcuno e il viaggioè davvero il «suo». A Firenze, appena arrivato inalbergo non chiede dove sono gli Uffizi, ma dove sonolecorsedeicavalli.ARomavisita i luoghicanonici,malasuaattenzioneèsoprattuttoattiratadaunafabbricadimaccheroni alla cui descrizione, e al sorprendentemodo di produzione della pasta, dedica un’interapagina. E a Bologna si fa portare a visitare una fabbricadi mortadella. In quell’Italia stancamente adagiata nelsuo passato, i pochi segni di vitalità, agli occhi di Dorr,vengono dalle donne. Ma questa impressione dipendesoprattutto dalla sua sensualità, che persino gli fanotare il rossore di una «deliziosa creatura» che escedal confessionale nella basilica di San Marco.

Le donne lo interessano almeno quanto imonumenti, sia che si tratti di danzatrici egiziane, odi prostitute napoletane, o di cameriere che lo

stuzzicano e che lui stuzzica negli alberghi dovesoggiorna. Inevitabilmente, il luogo che più glisuggerisce il piacere è Parigi: per le deliziosecocottes, per le coppie clandestine che intravederaggiungere la camera d’albergo, per l’abitudinedelle parigine che per strada sollevano il vestito suldavanti per evitare di inciampare, con conseguenteeccitante visione della caviglia.

Popolidiversi, costumidiversi, chegliamericaninonsempresannorispettare,guadagnandosi il rimproverodi Dorr, che conclude il libro citando Dickens: chi hamesso in risalto ledifferenze tra ipopoli e tragli uomininon è mai riuscito a mettere in discussione «l’unitàdella natura umana»: tutti, bianchi e neri, «non sonoaltro che varietà di un’unica specie».

PAOLO BERTINETTI

DavidF.Dorr«Unuomodi

coloreinviaggioattornoalmondo»

(traduzionediSimonettaNeri)Ibis,pp.175,€14

Questo libro non è la solita storia della nascitadelle banche nel Medioevo; con tutto il rispet-to, di storie così ce ne sono in giro già tante, eben scritte, e non si sentirebbe il bisogno di

leggerne un’altra. Dalle lacrime di Sybille fa un passoulteriore: descrive non solo come siano nati i singolibanchieri, il credito, le lettere di cambio eccetera, macomesiaffermò il veroepropriosistema internaziona-leeintegratodeltrafficodidenaro,eil ruolochevisvol-sero le decime della Chiesa, le Crociate contro l’Islam ele altre guerre combattute dai Papi in Europa e da lorobattezzate (abusivamente) «crociate»; in particolare,alpapaUrbanoIV,eal finanziamentodellasua«crocia-ta» angioina contro Manfredi, viene assegnato il ruolodiscatenatoredelBigBangfinanziario, l’eventodopoilquale ilmondooccidentalenonfumaipiù lostesso.

Quel sistema internazionale del credito, poi, sco-prì anche di poter fallire, e i crac si sono ripetuti in se-rie da allora (e meno male che dopo il 2008 la grandefinanza privata è stata salvata coi soldi pubblici, altri-menti, ci toccherebbe vivere in un nuovo Medioevo).Manonbasta:nelbel librodi Feniello, intrecciatocon

la macro-Storia, c’è pure il ro-manzo (vero) della ricca/pove-ra Sybille che compare nel tito-lo. Era una nobildonna pro-venzale, sposata con un italia-no, rimasta vedova e vittima diun default bancario, e poi im-pegnata per tutta la vita nellabattaglia legale per recupera-re i soldi nei tribunali - peròsenzariuscirci, aquantorisultadagli archivi. Allora le cose an-davano così. E adesso?

Una forma più o meno rudi-mentale di credito è esistita intutte le epoche e in tutti i luo-ghi; ma Feniello si spinge a scri-vere che «senza la Chiesa lebanche non sarebbero mai na-te». Ammette che questo «è

forte da sentir dire», ma afferma: «È così». In Italia an-che nei più bui dei secoli bui rimase un po’ di circola-zione monetaria, dovuta all’afflusso delle decime allaChiesa, che dopo il Mille si consolidò. La presenza dicontante pose il problema di che cosa farne, e doveparcheggiarlo; e la considerazione dei rischi del tra-sporto suggerì l’opportunità che qualcuno anticipas-se i fondi destinati al Papa, affiancandosi pure nellaraccolta delle offerte dei fedeli. La Toscana era la pe-nultima tappa delle vie di comunicazione dal restod’EuropaversoRoma,eancheperquestofu lì chenac-quero le banche. Un’altra spinta venne dalle Crociate:dall’Italiapassavano frottedipellegrini eguerrieri chealternativamentedepositavano fondio li prendevanoinprestitoper finanziare l’impresamilitareoperprov-vedere al sostentamento delle famiglie a casa. All’ini-zio il servizio venne fornito (alla buona) dai Templari,poi i Genovesi concepirono un sistema più sofisticatoche aveva i suoi terminali a Genova in Occidente e aSanGiovanniD’Acri inOriente.PapaUrbanoIVdiedeiltocco finale chiamando non un banchiere, o pochibanchieri a lavorare per lui, ma organizzandoli tuttiquanti insieme come sistema. E Feniello racconta co-me le banche furono fin dal Medioevo lo snodo indi-spensabiledi speculazioni, ruberieecorruzionepoliti-ca:già le cronachedelVillanine sonopiene.

GLI UOMINI CHE INVENTARONO IL CREDITO

LaChiesae lebanche:ilBigBangdelMedioevo

LUIGIGRASSIA

Amedeo Feniello«Dalle lacrime

di Sybille. Storiadegli uomini

che inventaronola banca»Laterza

pp. 300, € 16

Storia economica

Scott Turow(Chicago ’49),avvocato, è trai maestri dellegal thriller;si è rivelato

con «Presuntoinnocente»

(’87)tra gli altri

successi,«L’onere dellaprova», «La

legge deipadri»,

«Ammissionedi colpa»,

«Innocente»(tradotti daMondadori)

Non era Togliatti

CaroTtl volevo segnalare chenell’articolo del 4 gennaio, al-la fine dell’intervista, non hocitato Palmiro Togliatti bensìArnoldoMondadori.Con viva cordialità

MASSIMO TURCHETTA

DirettoreGeneraleLibriTradeRCSLibri

ArnoldoMondadori con«una libreria

perogni campanile»parafrasava

unacelebre frasediTogliatti: «una

sezioneperogni campanile». [M.S. ]

Page 6: La Stampa Tutto Libri - 18.01.2014

VI .

MARCOVALLORA

Curioso, ma nontroppo, che escano,quasi in contempo-ranea (e con pureuno dei traduttori

bigamo) due raccolte, in volu-me unico, dedicate alle Letteredi van Gogh. Un volume più«ricco» ed in odore di strennada Einaudi, ed uno più ricco inlettere e più economico, daDonzelli entrambi finalmentecorredati dai basilari schizzi ditele in progress, di cui l’artistaolandese farciva le sue epistole(la carta giallina Donzelliomaggia meglio gl’inchiostri).Non stupisce, perchéVanGoghè ormai un mito imperituro, lesue lettere sono di pura intelli-genza straziata edi alta lettera-tura, latitano i diritti, e soprat-tutto le lettere stesse, in versio-ne trilingue, olandese, france-se, inglese (e sono le lingue incui scrivevaanche il coltovan Gogh)sono ormaidisponibi l isu di un sitoon line. Cui l’edizione Donzelliti rimanda, per snellire il volu-megià corposissimo, ed evitarele note di commento (che inve-ce si trovano, nella versione Ei-naudi). Però Scrivere la vita diDonzelli (che risulta essere«l’unica selezione concepita eautorizzata dal Van Gogh Mu-

seum di Amsterdam») vanta inpiù l’indice, se pure di complessaconsultazione. Perché, basatosull’edizione originale, riguardanon la pagina esatta,ma il nume-ro della lettera (dunque bisognasfogliare, sfogliare, perché noto-

riamente le lettere di Van Goghsono sterminate, tanto la suapit-tura è rapida e fulminante). E sele lettere Donzelli sono 265 con-tate, e 110 gli schizzi, quelle delMillennio, curato da CynthiaSaltzmann (che già aveva dedi-cato un saggio Einaudi al dottorGachet, medico-ritratto dall’ar-

tista) navigano intorno a «circa200», ma molte più sono le tavo-le a colori, a doppia pagina, e siparla di «integrità dei disegni».Così non si creda agli slogan

pubblicitari, che simulano l’inte-grità, «tutte le lettere di…»: lesue lettere ritrovate sono, in re-altà, 819, di cui 650 al solo fratel-lo Théo (da cui molte vecchieedizioni, che si limitavano a que-sto legame esclusivo, dimenti-cando gli scambi essenziali conGauguin, EmileBernard, ed altripittori.Mentre esiste un raro vo-lume di lettere di Théo a Vin-cent: Verranno giorni migliori).La vecchia integrale di Ama-deus, in sei volumi, risultando in-terrotta, ci si è sempre affidati ascelte arbitrarie, ritagliate. A chiscrive è capitatodi rinunciare al-

la curatela del volume Linea-dombra, perché la selezione gra-fica imposta costringeva a trop-pe rinunzie, e così molti fram-menti essenziali di lettereespunte si son riversate nellaprefazione, tamponando cocenticastrazioni. Chi si può permette-re il lusso, ben remunerato, dicomparare i due volumi, bilan-ciando le perdite, potrà verifica-re quante discrepanze incredibi-li nella scelte delle lettere (comepoterne dimenticare una, peresempio, alla semplice e devotasorellaWillemien, in cui Vincentsi autoritrae così umanamente)?Curiosamente invece (ne fa soloun cenno nell’introduzione laSaltzman) manca in entrambil’ultima lettera, straziante, in-terrotta, trovata nei pantaloni

EPISTOLARI A CONFRONTO

VanGogh,nonvoglio lagloriaDue volumi di lettere, ma curiosamentemanca l’ultima, straziante, al fratello Théo

VincentVan Gogh«Scrivere

la vita(1872-1890)»

Donzellipp. LXVI-1070, € 55

Al critico Aurier consiglia:«Non si sprechi con me, artistasecondario, si accorga di Gauguin»

LA NUOVA ERA DEL CIBO (CON INSETTI)

Suprèmedi larvee formiche tostate

Preparatevi, non fate quella faccia:l’ora dell’ento-gastronomia è arri-vata. Piatti succulenti come papa-

ya con ananas e grilli, suprème di larve,locuste fritte e formiche tostate arrive-ranno sulle nostre tavole. Succede già inEstremo Oriente e in molte parti delmondo, gli insetti sono una fonte di nu-trimento completo (come e più degli ani-mali di allevamento) e a basso costo, con

un’antica identità culturale. Ci libererannodalla tirannia della bistecca, che desertifica ilglobo e mina la nostra salute.

Lo spiega in Si fa presto dire insetto. La nuovaera del cibo (e-book di goWare edizioni) l’espertodi benessere e nutrizione Marco Ceriani, con ab-bondanza di argomenti: forse che il miele non èuna sostanza rigurgitata da insetti? Non ci sonoalimenti e bevande tinti di rosso con la coccini-glia, prodotta da un insetto che vive sui cactus?Paesi amanti dei carboidrati e dei grassi come gliUsa o della cucina tradizionale locale come lavecchia Europa, non si sono forse innamorati delsushi, basato sul riso aromatizzato all’aceto diriso e zucchero, farcito di pesce, molluschi e cro-stacei crudi, avvolto in alghe di mare?

Per la Fao gli insetti possono diventare il nuo-

MarcoCeriani

«Si fa prestoa dire insetto»

goWareedizioni€ 4,99l’

e-book

UN ILLUSTRATORE VISIONARIO

L’alfabetodiGiacobbedaNietzscheaigatti

Il Visionary dictionary (dalla A alla Z) diBeppe Giacobbe, da poco in libreria,edito da Lazy dog press, è un atteso ri-

conoscimento al lavoro di uno dei più bravie importanti illustratori italiani. In edizionebilingue, italiano-inglese, raccoglie le illu-strazioni pubblicate su quotidiani e volumi,dal Corriere della sera al New York Times.Sono disegni che devono restituire la sintesidi un articolo, di un brano d’autore, di uncommento, di un’analisi politica. Ecco,

Beppe Giacobbe«Visionarydictionary»

Lazy Dogpp. 288, € 55

Grafica

insanguinati dell’agonizzante,da Théo, che ci scolpisce sopra,per non dimenticare, la data diquell’ «orribile giorno 27 luglio.Ce l’aveva con sé» (un tempo la sicredeva apocrifa: ma chi potevacosì ben «rifare» Van Gogh, si-mulare i suoi fantasmi interio-ri?)Edèun tassello imprescindi-bile per capire il rapporto, piùche morboso, nevropatico, tra idue fratelli (Théomorirà sei me-si dopo, sifilitico, assalito anchelui da allucinazioni mentali). «Tiho sempre considerato qualcosadi piùdi un semplicemercantediCorot, che attraverso di me haisempre partecipato alla produ-zione stessa di alcuni quadri che,pur nel totale fallimento, possie-dono una loro serenità. Ebbeneio rischio la vita nel mio lavoro e

la mia ragione si è consumataper metà, va bene, ma tu non seifra i mercanti di uomini…».Si capisce quale sorta di «dit-

ta» morale van Gogh abbia cer-cato di instaurare, dopo il falli-mento del sodalizio con Gau-guin, con il fratello, che rende«consanguineo» delle sue opere.

l’abilità di Giacobbe è questa: capire, interpretare erestituire al lettore un concetto, suggerire una sen-sazione, tradurre un’intuizione, avvalorare una tesi.Dalla parola al segno. Un segno incisivo, folgorante,pulito, che appare semplice, ma che invece è com-plesso, carico di significato e di lavoro.

Ci sono anche altre opere, slegate dalla «veloci-tà» del quotidiano: copertine di libri, bellissimi ri-tratti per i classici della Bur, ma anche degli inediti.

Nel libro, Giacobbe viene intervistato da MatteoBologna che lo stuzzica, lo provoca, lo mette a nu-do. Alla domanda: che consigli puoi dare ai giovaniaspiranti illustratori? Giacobbe risponde: «Disegna-re, disegnare molto, con matita, penna, carboncino,chiodo, inchiostro, qualsiasi cosa va bene, purchésia un’esperienza materiale», una risposta che ti al-larga il cuore. Perché è solo attraverso il «sentire» lamateria che si può usare poi il computer. E’ solo così

VincentVan Gogh«Lettere»Einaudi

pp. LXIII-768, € 85

Page 7: La Stampa Tutto Libri - 18.01.2014

LA STAMPA

SABATO 18 GENNAIO 2014.VII

vo sushi e creare un sistema alimentare menodannoso per la salute, le risorse naturali e la bio-diversità. Oggi un europeo si nutre come se aves-se a disposizione 2-3 pianeti e un americano 4 o 5.E si vede, a giudicare dagli obesi in circolazione.

Pensiamoci allora, con il libro di Ceriani: è riccodi testimonianze, tabelle e ricette, costa 4,99 eu-ro e si trova qui http://tinyurl.com/ppmm9tg.L’idea non farà andare di traverso il panettone.Bisognerà lavorare sul fattore psicologico e cultu-rale, d’accordo, sull’immaginario collettivo; servi-rà probabilmente «destrutturare» gli alimenti, mail nuovo scenario non è folle o troppo avveniristi-co, è antico ed ecologico, poggia su solide basiscientifiche e su gusti molto gradevoli.

CARLOGRANDE

che con il computer si ottengono risultati straordi-nari. Solo conoscendo il mondo dell’illustrazione,studiando il lavoro di chi è venuto prima, avendopunti di riferimento si ottiene qualcosa di buono.

«L’arte è lavoro», dice il grande maestro america-no Milton Glaser, che Giacobbe cita e, aggiunge,che solo con il lavoro, con un approccio umile epaziente si raggiungono buoni e a volte ottimi risul-tati. E poi, la carta, sempre a portata di mano, con lamatita, per fissare un’idea, appuntare una sensazio-ne, per poi tornarci su e svilupparla al computer.

E infine la passione: se è la passione a guidare lamano e la testa, i risultati sono vincenti. Ai giovaniillustratori il consiglio di ascoltare Giacobbe perprovare a raggiungere i suoi traguardi: premi inter-nazionali, libri illustrati, mostre in giro per il mondo.

CYNTHIA SGARALLINO

FRANCO CORDERO

“IlmioCaimanotraJungeGiobbe”UnMaestro di Procedura penale e l’acerrima riflessionesul “Morbo italico” e le sue manifestazioni nei secoli

«Era scritto nelle stel-le che l’Italia cades-se in mano all’Olo-

nese redivivo». E come ha vin-to? «Senza combattere, gli ba-sta chinarsi e raccogliere»,scrive il professore FrancoCordero. L’aveva definito Cai-mano. «Gran bestia sorniona:nuota sott’acqua, cacciatoreinesorabile; inganna le prede;lo servono uccelli parassiti;apre le fauci e gli puliscono identi mangiando i residui delpasto». «Con una frase mutua-ta da Jung (nelle riflessioni suGiobbe, dove schiuma Levia-than, formidabile rettile d’ac-qua), possiamo dire che nonsia persona ma fenomeno bio-logico, o lo fosse, quando gli an-ni pesavano meno. Che glimanchi l’organo pensante,nonché quello dei giudizi mo-rali, consta dalla sua epopea:fortunata lacuna, risparmia fa-tica e dubbi tormentosi, men-tre le operazioni d’istinto gliriescono a meraviglia; in per-fetto automatismo froda, falsi-fica, corrompe, plagia. Casounico della sindrome nomofo-bica: le norme gli ripugnano;esistono affinché lui le vìoli conun vantaggio determinantenella corsa ai miliardi; così s’èfatto l’impero, dal niente allaclassifica dei più ricchi al mon-do. Nelle campagne elettoralilo rivedremo temibile piffe-raio». L’Olonese era Jean Da-vidNau, famosobucaniere. Se-condo parallelo impietoso, taleessendo l’intero libro, Morboitalico. Cordero è professoreemerito nella romana Sapien-za. La sua Procedura penaleconta 18 edizioni. I non giuristilo conoscono dagli articoli suRepubblica. Morbo italico rac-conta eventi, idee, persone, adesempio dove compare Sten-dhal. Giorgio Napolitano,«quasi monarca», è un altro sucui l’autore tira puntuali conti(vedi l’indice dei nomi e argo-menti), senza polemica d’Anti-casta. «Il diavolo non sta solonegli eletti o nominati, vigendol’orrendo Porcellum».

Laclassedirigenteèprodottodelpopolo?

«Non riesco a pensarne unaavulsa dalla base biologica del-lo Stato. Gli italiani mietonoquel che seminano».

Siamo un popolo alla costan-te ricercadellamamma.

«Vecchia storia. In predaa convulsioni interne i Co-muni appaltano tutela del-l’ordine e giustizia a famigliepodestarili mediante con-tratti annuali o semestrali. Ilprotettore stabile diventa si-gnore e in forma germinalela Signoria è già Stato, conqualche difetto genetico».

Italiadiscorde.«Nella diagnosi machiavel-

lica le manca un Principe: ipapi non bastano alla coesio-ne politica della penisola mapossono impedirla; né giovala prassi cattolica; i dogmifrenano lo sviluppo intellet-tuale. La controriforma ali-menta vizi culturali. In eticarende poco l’idea d’una parti-ta dell’anima comodamentegiocabile. Avvenimenti attua-li hanno radici lontane».

Berlusconi e i berlusconiani, acuinonconcedescampo.

«Berlusconi è il fattore catali-tico, nel senso chimico, d’unametamorfosi negativa. Dateglidel materiale umano e distilla ilpeggio del quale costoro sianocapaci. Nella sua dottrina l’ani-male uomo non merita rispetto:pensa poco, dimentica quasi tut-to; puoi persuaderlo che gli asinivolano. Dalle mie parti fiorivanocuriosità, disputa, ironia, in undialetto a forte nervo sintattico.In televisione passavano l’Odis-sea, Tolstoj, Mahler».

Professore, Anna Kareninal’hanno appena rifatta, ed esi-stono canali dedicati intera-mente alla classica. O lei ritieneche la tv generalista debba es-serepedagogica?

«In qualche misura sarebbe

bene che lo fosse. Le tv berlu-sconiane operavano una siste-matica antipedagogia disinte-grando pensiero, sentimento,gusto. In vent’anni s’era allevata

l’audience convertibile in eletto-rato. A proposito d’idiosincrasieereditarie, non dimentichiamoGiolitti, visceralmente malvistoperché ragiona freddamente:non declama, né spaccia illusio-ni; se l’Italia è gobba, tagliamoleabiti su misura. In forma plebea,alla ribalta d’una farsa talvoltanera, BerluscoMagnus imperso-na filoni coltivatida Gabriele D’An-nunzio, Tomma-so Marinetti, Be-nito Mussolini. Giolitti è pocoitaliano, come Cavour, anche luiantipatico. Quanto piacevaMussolini: mascella in fuori, oc-chi fissi, scatti epilettoidi, passoromano sotto vari addobbi (ber-retto da chauffeur, bombetta, ci-lindro, elmo, fez, torso nudo);scia, nuota, trebbia, balla, guidal’aereo et cetera».

Professore, veniamo a lei: qua-le fu il suo impattocoi libri?

«A 13 anni pativo il lutto ma-terno: trauma profondo; d’uncolpo passo da Salgari al saggiocrociano su Pascoli; in pericolo-so anticipo scopro lo Stilnovo,lingua rarefatta e geometrica. Aquell’età avventure simili distur-

bano e l’affare sarebbe serio senon m’aiutasse il latino. Vieneutile De bello Gallico. Greco e al-gebra dissipano i resti del mor-bus verborum. Nell’autunno1943, quinta ginnasio, Puškin(La figlia del capitano) apre di-sparate letture (persino Chate-aubriand, qualcosa daiMémoiresd’Outretombe). Nella Cittadelladi Cronin scorre un eloquio faci-le e rettilineo. Lo scrivere nonmi spaventa più».

Lasuascritturaoggièricca,col-ta, ricercata.

«“Ricercato” nel senso in cuiPetrolini qualifica il Gastonedell’omonima chanson? Speria-mo di no. L’importante è che siachiara: usare parole trasparen-ti, non una più del dovuto, ten-tando l’en plein ossia frasi chedicano tutto; e tacere quandonon abbiamo niente da dire».

E com’è che un uomo come leisi èdedicatoaldiritto?

«Volevo fare il medico. Leggoroba in materia, ad esempio l’en-docrinologo spagnolo GregorioMarañon. In terza liceo, autun-no 1945, condotto da Gino Giu-gni, metto piede nello Psiup cu-neese (partito socialista d’unitàproletaria), dove, incredibiledictu, tengo una conferenza,“Socialismo e cristianesimo”.Odiando l’oratoria, divento ora-tore del partito e lentamentesvanisce la vocazione medica.L’idea galeotta, insinuata da uncompagno senior, è che io abbial’arte forense nei cromosomi,con aperture politiche. Né l’unané le altre. Dall’avvocatura pas-so alla cattedra universitaria,insegnando a Trieste, Milano(Università Cattolica), Torino,

Roma, e faute de mieux, scrivo».Quali sono i libri che ama dipiù?

«Me ne sono passati tanti inmano: vedi una straripante bi-bliografia nei Riti e sapienza deldiritto, Laterza, 1981; o in Fiabed’entropia, Garzanti, 2005. Sic-come la domanda misura solol’effetto emotivo nella mia picco-la storia, rinominiamo Puškin eCronin. Ce ne vuole un terzo?Sia James Goldschmidt, DerProzess als Rechtslage (Il proces-so come situazione giuridica), oHans Kelsen, Reine Rechtslehre(Teoria pura del diritto), tra lefonti del libro col quale 57 anni faentravo nell’iter accademico».

MATTIA FELTRI

«A 13 anni patii il lutto materno:un trauma profondo; d’un colpopassai da Salgari a Croce»

AleksandrPuškin

«La figlia delcapitano»Einaudi

pp. XI-141,€ 9,50

Hans Kelsen«Lineamenti

di dottrina puradel diritto»

Einaudipp. 227,

€ 18

Franco Cordero, professore emerito di Procedura penale,fotografato da Leonardo Cendamo

«Tra i miei autori Puškine Cronin, sul fronte del dirittola lezione pura di Hans Kelsen»

I PREFERITI

Il diario

di

lettura

Ilgiurista

Che non è solo un modo per vin-cere il complessodi colpad’esserstato da lui mantenuto per tuttala vita (e lui, martoriato, non rie-sce a ripagarlo, con un successoche non arriva mai). Ma è unsuccesso mondano che lui rinne-ga, perché ha imparato dall’Im-mortel di Daudet che «la gloria ècome fumare ficcandosi in boccail sigaro dall’estremità accesa».Per fortuna s’incomincia ad an-noverare tra le lettere-chiavequella per il critico Aurier, cheha capito il genio di Van Gogh invita e ne scrive entusiasta. VanGogh è stanco, non gliene impor-ta nulla di entrare nel «club degliImpressionisti» della PitturaModerna, di esser disturbatonella sua tana da gloria tardiva.Lo implora anche dai fratelli:grazie, ma lasciatemi decompor-mi in pace. E ad Aurier consiglia:non si sprechi con me, «artistasecondario», si accorga piutto-sto diGauguin odi undimentica-to, come Monticelli. Allontanacosì, nauseato, il calice della ce-lebrità. Ed in questo tono va at-traversato un simile immensoviaggio, di purissimo folle, vigilee coltissimo, che sterra zolle diluoghi comuni e fuga temperie disciocchezze mitografiche.

Qui accantoVanGoghnell’Autoritratto;sopra,il fratello Theo,e alcunedelle letterepubblicateda Donzelli

IL SUO

LIBRO

FrancoCordero«Morboitalico»Laterza

pp. 336, €18

Page 8: La Stampa Tutto Libri - 18.01.2014

VIII .

Unafarfallaconvecchiesfumature

Sale in cima il simpaticoSchiappa, riportando ilvalore dei 100 punti a

quota 10 mila, tutti gli altriscendono un pochino, a parteDicker, che rientra all’ 8° po-sto, e l’esordiente Sara Tessa,al 6°, unica novità tra i primi10, un romanzetto autopubbli-cato in Rete e ora su carta, tra-vaglio erotico con lieto fine ro-mantico tra una lei offesa dallebrame possessive dei ma-schietti eppure ostinata a con-vertire al vero amore un lui,donnaiolo ricco quanto cinico:madama James continua a se-minare allieve. La farfalla incopertina può richiamareBelèn e la Sbatterflay della Lit-tizzetto e non va confusa conquella che illustra la coinvol-gente storia narrata da Catoz-zella inNon dirmi che hai paura(Feltrinelli). Calando lo sguar-do ai primi 20, si registranol’inglese fai da te di Sloan (14°),la passione tra Kokoschka eAlma, vedova di Mahler, nellaVienna primo ‘900 rievocatada Camilleri, instancabile eprovetto tuttofare (15°), l’im-pasto dell’avvocato Balson tralegal thriller e Olocausto (16°).La novità in maggior ascesa insaggistica è la piacevole auto-biografia di Gigi Proietti:Tuttosommato vale anche come me-mento, per non indulgere al la-mento. Certo, imperversandogli insulti sguaiati sulla scenapubblica, saremmo più fidu-ciosi se qui apparisse un librocome La dignità ferita di Euge-nioBorgna (Feltrinelli), dove sieduca a curare il dolore conl’ascolto, la gentilezza, la mi-tezza, le lacrime e il sorriso:parole da slegare.

LUCIANOGENTA

Ai punti

JEFF KINNEY

LaSchiappaGregcercaunaragazza

Trovare una ragazza e imparare a ballare.Impresa ardua per il poco più che undicenneGreg Heffley partecipare alla festa della scuola

media,ennesimointoppodaaffrontaredopofratelliniviziati e rompiscatole, genitori pedanti, coetaneicrudeli. Ancora di più se a fare da «chaperon» è lo zioGary, sconclusionato adulto, in cerca di fortuna comevenditoredimagliette,dopoaverefattolacaviaperunaditta di spray al peperoncino. Diario di una schiappa.Guai in arrivo!è lasettimaavventuradell’adolescente

«eroe» da 2 milioni di copie vendute solo in Italia, oltre 115milioniin44paesidelmondo,tradottoin42lingue.

Per questo nuovo capitolo di quello che lui chiama«giornale di bordo», un modo per tenersi pronto arispondere alle domande sulla sua vita quando diventeràfamoso, riparte dalla gravidanza della madre, che locostringeva ad ascoltare musica con le cuffiette sullapancia, disturbando le sue «nuotate» solitarie, e locoinvolgeva in situazioni che già facevano presagire lapiegacheavrebbepreso lasuaesistenza.Eccoloalloracongli abiti della festa, pieno di denti, fiori e cioccolatini,affranto nelle inconfondibili vignette stilizzate del suocreatore Jeff Kinney. In aiuto gli manda l’amico Rowley.Insieme scoveranno una via d’uscita, disincantati, schiettiemaicinici, inapparenza«sfigati»,macongrandi sogni.

Jeff Kinney«Diario di unaschiappa. Guai

in arrivo!»Il Castoro

pp. 218, € 12Bestseller

LA CLASSIFICA DI TUTTOLIBRI È REALIZZATA DA NIELSEN BOOKSCAN, SU UN CAMPIONE DI 900 LIBRERIE. SI ASSEGNANO I 100 PUNTI AL TITOLO PIÙ VENDUTO TRA LE NOVITÀ. TUTTI GLI ALTRISONO CALCOLATI IN PROPORZIONE. TRA PARENTESI VIENE INDICATO DA QUANTE SETTIMANE IL TITOLO È IN CLASSIFICA. LA RILEVAZIONE SI RIFERISCE AI GIORNI DAL 5 ALL’11 GENNAIO.

CLASSIFICHEI PRIMIDIECI

1 MAZZANTINISplendore20,00Mondadori 62(3)

2 SERRAGli sdraiati12,00Feltrinelli 60(1)

3 VOLOLa strada verso casa18,00Mondadori 57(5)

4 TESSAL’uragano di un batter d’ali9,90NewtonCompton 39(16)

5 CAROFIGLIOIl bordo vertiginoso delle cose18,50Rizzoli 30(11)

6 CAMILLERILa creatura del desiderio14,50Skira 28(82)

7 GAMBERALEPer dieci minuti16,00Feltrinelli 27(12)

8 CORONALa voce degli uomini freddi18,00Mondadori 23(20)

9 MANZINILa costola di Adamo14,00Sellerio 22(-)

10 GRAMELLINIFai bei sogni14,90Longanesi 20(25)

1 SEPÚLVEDAStoria di una lumaca che...10,00Guanda 54(2)

2 HOSSEINIE l’eco rispose19,90Piemme 37(7)

3 DICKERLa verità sul caso Harry Quebert19,50Bompiani 36(15)

4 ALLENDEIl gioco di Ripper19,00Feltrinelli 34(6)

5 GRISHAML’ombra del sicomoro20,00Mondadori 32(14)

6 BALSONVolevo solo averti accanto14,90Garzanti 27(58)

7 FALCONESLa regina scalza19,90Longanesi 27(17)

8 BROWNInferno17,00Mondadori 27(18)

9 MOYESLuna di miele a Parigi3,90Mondadori 24(70)

10 GALBRAITHIl richiamo del cuculo16,90Salani 19(30)

1 AGASSIOpen. La mia storia20,00Einaudi 23(19)

2 PROIETTITutto sommato19,50Einaudi 19(53)

3 SIXSMITHPhilomena18,50Einaudi 19(32)

4 CAZZULLOBasta piangere!14,90Einaudi 18(21)

5 RAMPINIBanchieri. Storie dal nuovo...16,50Einaudi 17(45)

6 ANGELAViaggio nella Cappella Sistina19,90Rizzoli 16(43)

7 BERTHOUD & ELDERKINCurarsi con i libri18,00Sellerio 16(24)

8 ECOStoria delle terre e dei luoghi...35,00Bompiani 15(41)

9 VESPASale, zucchero e caffè19,00Mondadori 13(27)

10 MALALA & LAMBIo sono Malala12,90Garzanti 12(44)

1 SLOANEnglish da zero15,90Mondadori 29(89)

2 FOXL’oroscopo 201410,00Cairo 20(9)

3 PARODIÈ pronto! Salva la cena con...17,90Rizzoli 20(23)

4 CLERICI, ROMANI, BARZETTITutti a tavola! Le nuove ricette...16,90Mondadori 15(51)

5 CRACCOA qualcuno piace Cracco16,90Rizzoli 12(60)

6 CREPETImpara a essere felice16,00Einaudi 8(136)

7 MOZZI P. , MOZZI M., ZIGLIOLa dieta del dottor Mozzi19,00Coop.Mogliazze 8(235)

8 BARBIERIVia Emilia via da casa16,90Rizzoli 7(591)

9

Guinness World Records 201419,90Mondadori 7(95)

10 MORELLIIl segreto dell’amore felice17,50Mondadori 7(180)

1 KINNEYDiario di una schiappa12,00 IlCastoro 100(4)

2 STILTONGrande ritorno nel regno...34,50Piemme 10(35)

3 D’ACHILLEColora con Peppa Pig3,90GiuntiKids 10(75)

4

Le canzoncine di Peppa Pig9,90GiuntiKids 10(64)

5 D’ACHILLECiao, sono Peppa Pig9,90GiuntiKids 10(66)

6

Beauty book. Violetta12,90WaltDisney 9(65)

7 RIORDANIl figlio di Nettuno17,00Mondadori 9(81)

8 D’ACHILLEAlbo color. Peppa Pig5,90GiuntiKids 9(90)

9 D’ACHILLEIl camper e altre storie6,90GiuntiKids 9(72)

10 D’ACHILLEUna gita in treno6,90GiuntiKids 8(86)

NARRATIVA ITALIANA NARRATIVA STRANIERA SAGGISTICA TASCABILI VARIA RAGAZZI

ELENAMASUELLI

1 COLLINSIl canto della rivolta13,00Mondadori 32(10)

2 COLLINSLa ragazza di fuoco13,00Mondadori 29(8)

3 COLLINSHunger games13,00Mondadori 26(13)

4 JAMESCinquanta sfumature di grigio5,00Mondadori 15(37)

5 JAMESCinquanta sfumature di rosso5,00Mondadori 14(69)

6 JAMESCinquanta sfumature di nero5,00Mondadori 13(67)

7 SAINT-EXUPÉRYIl Piccolo Principe7,90Bompiani 12(33)

8 D’AVENIABianca come il latte, rossa...13,00Mondadori 12(52)

9 GRAMELLINIL’ultima riga delle favole11,00TEA 10(126)

10 TOLKIENLo Hobbit11,00Bompiani 9(100)

554

Storia di unalumaca...Sepúlveda10,00 GUANDA

262

Splendore

Mazzantini20,00 MONDADORI

360

Gli sdraiati

Serra12,00 FELTRINELLI

457

La stradaverso casaVolo18,00 MONDADORI

737

E l’ecorisposeHosseini19,90 PIEMME

836

La verità sulcaso Harry...Dicker19,50 BOMPIANI

934

Il giocodi RipperAllende19,00 FELTRINELLI

1032

Hunger games.Il canto...Collins13,00 MONDADORI

639

L’uragano di unbattter d’aliTessa9,90 NEWTON COMPTON

1100

Diario di unaschiappaKinney12,00ILCASTORO