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La storia di una strega che pensava troppo e del principe che le insegnò una magia Edizioni Enea Virna Trivellato - Sara Stradi

La storia di una strega che pensava troppo e del principe che le insegnò una magia

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C’era una volta, in un tempo lontano, un regno dove tutte le principesse erano felici, i ranocchi erano già stati trasformati in principi, i lupi erano amici dei maialini e degli agnellini, i ladroni non rubavano più e anche i cacciatori avevano smesso di cacciare. In questo regno tutte le streghe erano diventate fate. Tutte tranne una, la Strega Grigia, che aveva la testa piena di pensieri grigi, tristi e pesanti, e non riusciva proprio a essere felice... La fiaba accompagna grandi e piccini alla scoperta dei nostri meccanismi mentali ed emotivi e insegna una tecnica su come operare cambiamenti. Al termine della storia si trovano alcuni consigli operativi con attività che possono essere svolte da genitori e insegnanti.

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La storia di una stregache pensava troppoe del principe che leinsegnò una magia

Edizioni Enea

Virna Trivellato - Sara Stradi

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LA STORIA DI UNA STREGA CHE PENSAVA TROPPOE DEL PRINCIPE CHE LE INSEGNÒ UNA MAGIA

Un racconto diVirna TriVellaTo

Illustrato daSara STradi

EDIZIONI

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C’era una volta, in un tempo lontano, un regno dove tutte le principesse era-no felici, i ranocchi erano già stati trasformati in principi, i lupi erano amici dei maialini e degli agnellini, i ladroni non rubavano più e anche i cacciatori avevano smesso di cacciare.

In questo regno tutte le streghe erano diventate fate.Tutte tranne una, la Strega Grigia, che aveva la testa piena di pensieri grigi,

tristi e pesanti, e non riusciva proprio a essere felice.La Strega però era disoccupata, perché dalle streghe ci vanno le persone

che vogliono fare un dispetto a qualcuno, e in quel regno tutti gli abitanti si volevano bene, erano gentili gli uni con gli altri, e di dispetti nessuno voleva sentire parlare.

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La Strega Grigia non faceva altro che pensare e ripensare a com’era bello quando faceva dispetti alle principesse, giocava brutti scherzi a destra e a manca e inventava ogni giorno malvagi sortilegi, a com’era più divertente quando faceva pozioni per la gente triste, e a com’era noiosa la sua vita ora che non aveva più nessuno da tormentare.

Un giorno, mentre stava facendo un minestrone ed era tutta assorta nei suoi pensieri, si scottò una mano, poi urtò con la testa il camino della stufa, fece cadere il pentolone e si bagnò tutte le scarpe.

Fu allora che le venne un’idea: se proprio lei non poteva essere felice come tutti gli altri abitanti del regno, allora avrebbe usato un incantesimo per fare in modo che tutti diventassero tristi come lei.

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Avrebbe mescolato tutti i pensieri delle persone e anche loro sarebbero di-ventati tristi, arrabbiati e dispettosi. E così fece.

Nel suo pentolone, grazie ai suoi poteri magici, vedeva i pensieri che stava-no nella testa di tutti gli abitanti del regno, così prese un cucchiaione magico, iniziò a mescolare e creò un grande caos.

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Premessa

Molto spesso ci sono cose che vorremmo poter esprimere per sentirci più leggeri, cose che vorremmo dire ma non tro-viamo il coraggio di dire, pensieri che stanno con noi quan-do invece dovrebbero volare via, ricordi che ci pesano sulle spalle e magari ci assalgono prendendo la forma di un nodo alla gola o alla pancia.

Tutto ciò che tratteniamo delle nostre esperienze, senza riuscire a elaborarlo, influenza la nostra vita e si fa sentire, sotto forma di emozioni, di disagi psicofisici, di disarmonie di vario tipo.

Spesso non ci facciamo nemmeno caso, ma il nostro modo di pensare influenza profondamente le nostre reazioni emo-tive, che a loro volta, poi, determinano le nostre azioni, il nostro stile di vita, le nostre relazioni, il modo con cui affron-tiamo le difficoltà.

La stessa cosa capita anche ai nostri figli, che dall’osser-vazione quotidiana di noi adulti imparano a gestire i propri pensieri e le proprie emozioni.

A mio avviso tutti, grandi e piccini, possiamo apprendere in qualunque momento della vita come modificare i nostri pensieri e, di conseguenza, le nostre reazioni emotive.

Ma non finisce qui: se raggiungiamo la stabilità emotiva, saremo in grado di vivere una vita all’insegna del benessere e della felicità, riuscendo a gestire anche gli ostacoli e le sfide di ogni giorno in maniera costruttiva e creativa.

Per fare questo abbiamo a disposizione molti strumenti diversi, che ci permettono di entrare in contatto con le no-stre emozioni, capirne l’origine e imparare a utilizzarle come “spie” di ciò che sta succedendo nella nostra mente.

Le fiabe, tra questi, sono uno strumento eccezionale. Con-sentono di trasmettere ai bambini, e anche agli adulti, un pa-trimonio di soluzioni utili per affrontare la vita, e quelle che a volte sono le sue curve e le sue salite impervie, e possono

CONSIGLI OPERATIVI PER GENITORI E INSEGNANTI

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diventare ottimi veicoli anche per un percorso di “educazione emotiva”, fondamentale per uno sviluppo armonioso dell’in-dividuo.

Mi auguro che la lettura di questa fiaba possa contribuire a convincerci che è sempre possibile lasciare andare tutto ciò che abbiamo bisogno di lasciare andare, per sentirci più leg-geri e vivere in maniera più serena.

Attività consigliate ai genitori

Lettura della fiabaLa prima attività che suggeriamo è proprio la lettura ad

alta voce della fiaba al bambino, che può essere fatta la sera prima di dormire ma anche durante la giornata, e ripetuta tut-te le volte che il bambino lo chiede.

La possibilità di stare accanto ai genitori e di sentire la fiaba condividendo riflessioni e osservazioni, di chiedere alla mamma o al papà il classico “perché” di un dettaglio o di un passaggio è già di per sé un’esperienza educativa e “nutrien-te” nel senso più ampio del termine, e offre anche un terreno di apprendimento protetto e sicuro.

Caccia ai pensieri luminosi e ai pensieri buiSfogliando una rivista o un libro illustrato insieme ai bam-

bini, oppure anche solo soffermandosi sulle immagini di que-sta storia, si può chiedere al bambino di osservare i volti delle persone o dei personaggi e chiedergli se, secondo lui, la stre-ga cattiva sta mescolando i pensieri del soggetto oppure no.

Questa attività si può fare, con i più grandi, chiedendo an-che se riescono a dare un nome all’emozione che prova la persona o il personaggio (ad esempio gioia, rabbia, paura, tristezza, stupore).

Disegna il pensieroUn’altra attività da fare con i bambini, dopo la lettura della

fiaba, è il disegno. In questo caso il genitore può mettersi in gioco per primo, spiegando ai piccoli che leggendo la frase gli è venuta voglia di disegnare un pensiero che lo disturba. L’adulto può raccontare un episodio dell’infanzia, magari un brutto voto o una sgridata, e disegnarlo di fronte al bambi-no; non serve essere grandi pittori, si può decidere di rappre-sentare il ricordo con una forma e un colore (ad esempio un cerchio nero per il brutto voto a scuola), e si può poi incorag-giare il bambino a fare altrettanto. La stessa cosa può essere fatta con i pensieri belli.

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Se invece parliamo di leggerezza possiamo disegnare un no-stro sogno, un’idea, un desiderio, qualcosa che ci ha trasmesso un’emozione così bella che vogliamo raccontarla a tutti.

Volo dei palloncini (vedi oltre, da adattare per essere svolto in famiglia)

Attività consigliate agli insegnanti

Lettura della fiabaL’attività suggerita prevede di leggere la fiaba in classe

ad alta voce, connotando il tempo del racconto come un mo-mento di relax e di gioco.

Disegna il pensieroDopo aver raccontato la storia l’insegnante può invitare

i bambini a esprimere graficamente un pensiero di cui vor-rebbero sbarazzarsi, facendo l’esempio di qualche ricordo di brutti voti, discussioni con gli amici, litigi con fratelli e sorelle; può anche incoraggiarli a disegnare un pensiero che vorrebbero condividere con tutti.

Oggetti e coloriEsistono molti modi per aiutare i bambini a prendere con-

fidenza con i propri pensieri e prendere consapevolezza di come questi pensieri influenzano le loro emozioni. L’inse-gnante può portare a scuola oggetti e stoffe colorate, o anche semplicemente dei fogli di carta colorata da far associare alle emozioni e ai pensieri.

L’insegnante può illustrare ai bambini dei casi reali (ad esempio la maestra mi dà un brutto voto, arrivo in ritardo a casa, ho perso i compiti da fare, ma anche sono invitato alla festa della mia migliore amica, la mamma aspetta un fratel-lino, mi hanno regalato un nuovo cucciolo) e chiede ai bam-bini quale colore sentono più indicato per quella situazione.

Volo dei pallonciniL’attività più particolare e che forse colpisce di più l’im-

maginario dei bambini è proprio chiedere loro di scrivere un pensiero di cui vogliono sbarazzarsi, legare il foglio a un pal-loncino e poi, tutti insieme, lanciare i palloncini in volo.

Si possono fare volare anche palloncini immaginari, sfrut-tando la magia delle tecniche di rilassamento e insegnando ai bambini a “sentire” la propria respirazione e a fare uscire il negativo che è in ognuno di loro.

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16,50 €EDIZ IONI

www.edizionienea.it

9 788867 730209

ISBN 978-88-6773-020-9

C’era una volta, in un tempo lontano, un regno dove tutte le principesse erano felici, i ranocchi erano già stati trasformati in principi, i lupi erano amici dei maialini e degli agnellini, i ladroni non rubavano più e anche i cacciatori avevano smesso di cacciare.In questo regno tutte le streghe erano diventate fate.Tutte tranne una, la Strega Grigia, che aveva la testa piena di pensieri grigi, tristi e pesanti, e non riusciva proprio a essere felice...

La fiaba accompagna grandi e piccini alla scoperta dei nostri meccanismi mentali ed emotivi e insegna una tecnica su come operare cambiamenti.Al termine della storia si trovano alcuni consigli operativi con attività che possono essere svolte da genitori e insegnanti.