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Aprile 2009 ( 0,50 - Solo in edicola ) Anno VII - Numero 4 - ° EDITORE: “ASSOCIAZIONE LA SVOLTA EDITRICE” DIRETTORE ELENA CARUSO Mensile - Tiratura 35.000 Copie Registrazione Tribunale di Catania N° 03 del 13/01/2003 - www.lasvolta.it PERIODICO REGIONALE DI INFORMAZIONE E CULTURA DISTRIBUZIONE GRATUITA Elena Caruso “Disoccupazione? I nostri dati sono i migliori in Europa! DAL MONDO EDITORIALE Economia & Finanza. Allarme occupazione: “Le ripercusioni non si sono ancora manifestate” A PAG. 4 50 anni di soprusi. In Tibet è genocidio culturale” Pechino adotta misure straordinarie contro i disordini INTERVISTA A PAG. 4 “Il nostro Darfur” Il responsabile italiano di Medici senza Frontiere ECONOMIA ECONOMIA A PAG. 8 Occupazione. E i giovani sono tra due fuochi A PAG. 2 - 3 Il caso. 400 milioni per il G8 del 2009. Ben quattro volte in più di Genova la somma che sarà spesa alla Maddalena Il fatto. Exploit disoccupati, nel 2009 più 46%. Impennate di richieste per ottenere l’indennità di disoccupazione CATANIA A PAG. 15 Taxi scontati nelle ore notturne Un’iniziativa per tutelare i giovani e le donne C ULTURA A PAG. 12 Eclettismo e versatilità nell’arte di Pippo Sambataro Nelle sue creazioni la società con le sue trasformazioni REGIONE A PAG. 5 Progetto Muos. Le autorità militari non informano Il presidente Lombardo interviene per avere notizie POLITICA A PAG. 2 Ponte sullo Stretto e Tav I dubbi sulla loro realizzazione. Ma saranno così necessarie? da noi tutto è all’insegna della tranquillità e per riscoprire i piaceri di un tempo . . . Ristorante - Pizzeria - Sala Ricevimenti ViaTorretta, 80 - Piano D’Api Acireale (CT) Tel. 095 7652677 - www.agriturismoakis.it Ristorante - Pizzeria - Sala Ricevimenti ViaTorretta, 80 - Piano D’Api Acireale (CT) Tel. 095 7652677 - www.agriturismoakis.it A questa frase non ho ben capito cosa il Premier volesse dire, ma dopo le altre dichiarazioni sì. Ci stiamo con- vertendo ad un altro credo. Nelle parole di Siddhartha – Berlusconi riaffiorano i fonda- menti della concezione buddista: la visione del mondo attraverso uno spirito vivamente positivo. Chi l’avrebbe mai detto, solo due anni fa le sue posizioni nichilistiche di nietz- schiana memoria aprivano a visioni catastro- fiche verso ogni problematica si presentasse all’allora governo in carica. Ma, come dice- vo, ci si può convertire… Certo, l’Istat per primo l’ha sparata gros- sa, ma nel senso che riporta dati corretti e al contempo pressoché fittizi, più semplice- mente numeri sgonfiati o meglio distorti, che non corrispondono o corrispondono in parte alla realtà occupazionale del nostro Paese. Ad esempio, avranno tenuto conto della “fu- gacità” dell’interinale, ovvero quella carogna- ta di rapporto di lavoro, temporaneo e, il più delle volte, direi, illusorio? Ecco, alti turnover di interinali nelle aziende vuol dire per i lavo- ratori andare avanti con l’incubo della taglio- la. Che si possa intendere, impropriamente, come lavoro nel senso più alto del termine è un abominio, diciamo meglio “occupazione” come a dire “Adesso occupo il mio tempo a fare questo, domani, boh, chissà…”. La pro- spettiva è un futuro di incertezze, nella pro- pria realizzazione professionale, nella vita af- fettiva, nel domani. Emolumenti inadeguati a prevedere, progettare, costruire. Nient’altro. I contratti di collaborazione, poi, sono an- cora più insidiosi nel loro squilibrio tra diritti e doveri, bastimenti carichi di obblighi e ab- negazioni privi di corrispondenti spettanze. Chiamatelo lavoro, sì, disumano. E’ questa la situazione occupazionale reale nel nostro Belpaese. Perché mai dovremmo cullarci sugli allori sapendo di essere “i mi- gliori in Europa”? Siamo al 7,1 % il che vuol dire 1.775.000 disoccupati in più. Nel 2008. Attendiamo poi quelli in arrivo dalla crisi economica e i “tagliati” dalla scuola. Eppure siamo i migliori. Persino Cenerentola è stata licenziata da matrigna e sorellastre e i sette nani sono in cassa integrazione. Eppure noi “Andrem an- drem andremo a lavorar…” Facciamo i conti in tasca all’Italia S.P. 13 n° 14 95040 Motta Sant’Anastasia (CT) Tel. 095 7131184 - Fax 095 7131718 www.aprivitera.it Autocarrozzeria Revisione auto Vettura sostitutiva Pagamenti rateizzati Garanzia a vita sulle riparazioni S.P. 13 n° 14 95040 Motta Sant’Anastasia (CT) Tel. 095 7131184 - Fax 095 7131718 www.aprivitera.it Autocarrozzeria Revisione auto Vettura sostitutiva Pagamenti rateizzati Garanzia a vita sulle riparazioni In allegato Speciale per Etnapolis Distribuzione gratuita il martedì e il venerdì nelle edicole di tutta la Sicilia la svolta la svolta la svolta Auguri a tutti i lettori ed a tutti gli sponsor Auguri a tutti i lettori ed a tutti gli sponsor Buona Pasqua 2009

LA SVOLTA Aprile 2009

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LA SVOLTA Aprile 2009 - Giornale Periodico

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Page 1: LA SVOLTA Aprile 2009

Apri le 2009 ( € 0,50 - Solo in edicola )Anno VII - Numero 4 - °

EDITORE: “ASSOCIAZIONE LA SVOLTA EDITRICE”DIRETTORE ELENA CARUSOMensile - Tiratura 35.000 Copie Registrazione Tribunale di Catania N° 03 del 13/01/2003 - www.lasvolta.it

PERIODICO REGIONALE DI INFORMAZIONE E CULTURA

DISTRIBUZIONE GRATUITA

Elena Caruso

“Disoccupazione?I nostri dati sono imigliori in Europa!”

DAL MONDO

EDITORIALE

Economia & Finanza. Allarme occupazione: “Le ripercusioni non si sono ancora manifestate”

A PAG. 4

50 anni di soprusi. In Tibet è genocidio culturale”Pechino adotta misure straordinarie contro i disordini

INTERVISTA

A PAG. 4

“Il nostro Darfur” Il responsabile italiano di Medici senza Frontiere

ECONOMIAECONOMIA

A PAG. 8

Occupazione. E i giovani sono tra due fuochi

A PAG. 2 - 3

Il caso. 400 milioni per il G8 del 2009.Ben quattro volte in più di Genova la somma che sarà spesa alla Maddalena

Il fatto. Exploit disoccupati, nel 2009 più 46%.Impennate di richieste per ottenere l’indennità di disoccupazione

CATANIA

A PAG. 15

Taxi scontati nelle ore notturneUn’iniziativa per tutelare i giovanie le donne

CULTURA

A PAG. 12

Eclettismo e versatilità nell’artedi Pippo SambataroNelle sue creazioni la società con le sue trasformazioni

REGIONE

A PAG. 5

Progetto Muos. Le autorità militari non informanoIl presidente Lombardo interviene per avere notizie

POLITICA

A PAG. 2

Ponte sullo Stretto e TavI dubbi sulla loro realizzazione.Ma saranno così necessarie?

da noi tutto è all’insegna della tranquillitàe per riscoprire i piaceri di un tempo . . .

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A questa frase non ho ben capito cosa il Premier volesse dire, ma dopo le altre dichiarazioni sì. Ci stiamo con-

vertendo ad un altro credo. Nelle parole di Siddhartha – Berlusconi riaffi orano i fonda-menti della concezione buddista: la visione del mondo attraverso uno spirito vivamente positivo. Chi l’avrebbe mai detto, solo due anni fa le sue posizioni nichilistiche di nietz-schiana memoria aprivano a visioni catastro-fi che verso ogni problematica si presentasse all’allora governo in carica. Ma, come dice-vo, ci si può convertire…

Certo, l’Istat per primo l’ha sparata gros-sa, ma nel senso che riporta dati corretti e al contempo pressoché fi ttizi, più semplice-mente numeri sgonfi ati o meglio distorti, che non corrispondono o corrispondono in parte alla realtà occupazionale del nostro Paese.

Ad esempio, avranno tenuto conto della “fu-gacità” dell’interinale, ovvero quella carogna-ta di rapporto di lavoro, temporaneo e, il più delle volte, direi, illusorio? Ecco, alti turnover di interinali nelle aziende vuol dire per i lavo-ratori andare avanti con l’incubo della taglio-la. Che si possa intendere, impropriamente, come lavoro nel senso più alto del termine è un abominio, diciamo meglio “occupazione” come a dire “Adesso occupo il mio tempo a fare questo, domani, boh, chissà…”. La pro-spettiva è un futuro di incertezze, nella pro-pria realizzazione professionale, nella vita af-fettiva, nel domani. Emolumenti inadeguati a prevedere, progettare, costruire. Nient’altro.

I contratti di collaborazione, poi, sono an-cora più insidiosi nel loro squilibrio tra diritti e doveri, bastimenti carichi di obblighi e ab-negazioni privi di corrispondenti spettanze.

Chiamatelo lavoro, sì, disumano.E’ questa la situazione occupazionale reale

nel nostro Belpaese. Perché mai dovremmo cullarci sugli allori sapendo di essere “i mi-gliori in Europa”? Siamo al 7,1 % il che vuol dire 1.775.000 disoccupati in più. Nel 2008. Attendiamo poi quelli in arrivo dalla crisi economica e i “tagliati” dalla scuola.

Eppure siamo i migliori.Persino Cenerentola è stata licenziata da

matrigna e sorellastre e i sette nani sono in cassa integrazione. Eppure noi “Andrem an-drem andremo a lavorar…”

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2 Aprile 2009 LA SVOLTA

IL IL CASCASOO

Politica & Attualitàdi Patrizia Anastasi

L a crisi c’è, è sotto gli occhi di tutti e la gente, le famiglie ne patiscono gli effetti. Diffi cile

per i governi contrastare questa tenden-za mondiale: bisogna avere pazienza, stringere i denti, secondo qualcuno è necessario essere pure ottimisti. Meto-di che risultano incomprensibili ai più. Così, insieme a questi ingredienti, in Italia si mette sul piatto la costruzione di opere pubbliche, infrastrutture.

Dai tempi dell’impero romano ai giorni nostri, in periodi di crisi eco-nomica - quale quella di oggi - si pro-muovono grandi opere per sostenere l’economia. Una ricetta che potrebbe es-sere effi cace se solo questa fosse una crisi come tutte le altre, ma non lo è. Inoltre, le opere sponsorizzate appaiono inutili, o meglio, sono altre quelle che hanno la priorità rispetto alla Torino - Lione e al

Ponte sullo Stretto. Il Presidente del Con-siglio però le vuole a tutti i costi.

E le strade in Sicilia non sono una prio-rità? Le autostrade dell’isola sono un vero disastro. Per non parlare di strade statali e provinciali. La Salerno Reggio

Calabria poi? Praticamente un monu-mento all’incompiuto. E che dire della E45 Orte- Ravenna? Forse non tutti ne sono a conoscenza ma attualmente pare che detenga il titolo di “peggiore strada d’Italia” grazie al suo tratto romagnolo,

caratterizzato da frequenti buche, lavori interminabili, deviazioni sulla viabilità locale, e, quel che è peggio, viadotti pericolosamente inclinati. Una strada che non conosce sicurez-za, priva di qualsiasi corsia di emer-genza.

A questo punto la costruzione del Ponte e quella della Tav presentano molti punti oscuri.

Nel primo caso c’è da dire che in questa zona ad elevato rischio sismi-co e dai precari equilibri urbanisti-ci e territoriali, nonostante evidenti carenze progettuali e la crescente opposizione della popolazione, si

sta portando avanti la realizzazione di un ponte che vorrebbe collegare le due sponde dello Stretto, ad una rampa cam-pata in aria, della lunghezza di 3.360 metri, con doppio impalcato stradale e ferroviario, per un costo stimato di circa

6 miliardi di euro. La scelta governativa è stata imposta ai cittadini italiani e alle città di Messina e Villa San

Giovanni, utilizzando meccanismi di semplifi cazione e accelerazione delle procedure della cosiddetta Legge Obiet-tivo (L. n. 443/2001), che prevede in tutta Italia la realizzazione di oltre 250 interventi per una spesa complessiva preventivata di 264 miliardi di euro ed elevatissimi costi ambientali e sociali. Anche la Tav, che vede mobilitati mi-gliaia di cittadini in Val di Susa, nasce dalla medesima legge, che vorrebbe imporre loro costi sociali ed ambientali ingenti, senza verifi che approfondite e senza la volontà della popolazione che dovrebbe subire per oltre 15 anni, lavori e danni anche sanitari incalcolabili.

Combattere la crisi si può, si deve, ma i metodi devono essere ben altri, studia-ti, analizzati in tutti i suoi aspetti.

Ponte sullo Stretto e Tav: i dubbi sulla loro realizzazione. Ma saranno poi così necessarie?E che dire della Torino – Lione in progetto? Come dire, realizzare un bel giardino attorno ad una casa priva di fondamenta…

di Simona Scandura

I l disagio che ha pervaso l’isola di Lampedusa, negli ultimi tempi sembra non volersi placare del tutto. Continuano ad assediare l’isola i clandesti-

ni che arrivano con barconi semidistrutti dove a bordo ci sono donne, bambini e moltissimi uomini in cerca di speranza, una speranza che forse comincia a mancare in Italia. Tutti coloro che affrontano le traversate, sono consapevoli che al 50% non ne usciranno vivi. Eppure per loro ne vale pena, il loro paese d’origine non gli offre nulla, se non la fame. L’unica alternativa ad una vita migliore è quella di avventurarsi in mare per rag-giungere l’Italia. La posizione geografi ca della Sicilia fa sì che il problema immigrati si concentri sull’isola.

Il centro di prima accoglienza, sito a Lampedusa, può ospitare 380 persone che possono arrivare ad un massimo di 800. Ma negli ultimi tempi sono stati oltre 1400 gli uomini alloggiati con condizioni igienico sani-tarie pessime. Per molti era impossibile dormire nei letti all’interno della struttura, non ce ne sono abbastanza, così sono stati adibiti dei tendoni di plastica all’esterno con dei materassi adagiati per terra, dove molti si sono accampati per diversi giorni con la pioggia a dirotto. Scene di panico con clandestini sempre più terrorizzati da un lato e poli-ziotti con manganelli dall’altro.

Fughe in massa dal centro d’accoglimento, solidarietà da parte della popolazione, oltre 350 militari presenti sul-l’isola, un vero e proprio stato d’assedio, dove il C.P.T.

è stato pure incendiato. Questo lo scenario della rivolta dei cittadini lampedusani contro il governo e contro il progetto di costruzione di un centro di identifi cazione ed espulsione degli immigrati. Quest’iniziativa, del ministro dell’interno Roberto Maroni, già avallata dal parlamen-to, ha cambiato la situazione. Gli irregolari attraverso il Cie, dovranno restare sull’isola di Lampedusa fi nché non verranno espulsi. In realtà, tra i decreti di Maroni e gli abbracci tra Berlusconi e Gheddafi , non si può fare a meno di notare che quello che sta accadendo è insolito. In quest’ultimo periodo, nonostante ci sia la presenza di un governo in cui le forze politiche dichiarano maggior

rigore e severità nei confronti degli immigrati, i dati asseriscono che gli sbarchi raddoppiano e aumenta-no gli irregolari. Nei primi due mesi del 2009, sono già arrivati in Sicilia 2120 migranti contro 1650 dello scorso anno. Tutto questo potrebbe essere il risultato di una crisi mondiale che si espande a macchia d’olio in tutti i continenti.

Tra chi dice che l’iniziativa del Cie è fondamentale per combattere la clandestinità e chi parla di diritti violati dell’uomo si crea un vero e proprio muro. Il canale di Sicilia non è più una scorciatoia per trova-re fortuna, moltissimi immigrati che arrivano senza documenti, potrebbero rimanere a lungo sull’isola prima di essere identifi cati. Questo comporta per i politici siciliani una responsabilità maggiore.

Forse, istituire un assessorato regionale che possa aprire un tavolo di concertazione con i leader dei paesi africani e con il governo nazionale, potrebbe servire a tro-vare una soluzione al problema dei continui sbarchi in Si-cilia. Intanto in questi giorni il commissario europeo alla giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot, si recherà a Lampedusa per rendersi conto di persona della situazione sull’isola, promettendo all’Italia ulteriori fondi se ne avrà bisogno.

Nel frattempo Lampedusa è scomparsa dai principa-li mezzi di informazione e la situazione viene descritta come “sotto controllo“. Ma continuano ad arrivare clan-destini.

ANCORA CLANDESTINI: IL FENOMENO NON SI PLACAIl problema sulla politica dell’immigrazione mette in crisi la Sicilia

di Sebastiano Di Mauro

Non è uno scherzo: avete ca-pito bene. Per il G8 in pro-gramma sull’Isola della

Maddalena, dirimpetto a villa Cer-tosa, residenza privata del premier, dall’8 al 10 luglio 2009 si spenderan-no 400 milioni di euro. Quattrocento milioni, per intenderci, è l’entità dei tagli apportati dal governo di Silvio Berlusconi ai fondi per lo spettacolo e il cinema che metteranno in ginoc-chio un bel pezzo delle cultura ita-liana.

Questa somma sarà spesa per le opere accessorie al vertice, come una nuova strada che collegherà Olbia a Sassari (ma che c’entra con il verti-ce?), i lavori per il palazzo della con-ferenza (58 milioni), l’hotel sede del vertice (59 milioni), la riconversione dell’ospedale militare (73 milioni) e perfi no la rete fognaria dell’isola. Siccome il G8 è classifi cato come Grande evento, la sua gestione sarà curata dalla Protezione civile nella persona del commissario straordina-rio Guido Bertolaso, sottosegretario

alla presidenza.Quanto costerà l’organizzazione:

“soltanto” 30 milioni. “Soltanto”, dicono gli esperti, considerando che giapponesi e tedeschi per i vertici in-ternazionali spendono molto di più. Bene. Ma ammesso che sia giusto che pure Giappone e Germania spen-sdano una barca di soldi in questo modo, per i paragoni è meglio restare in Italia.

L’ultimo G8 è stato quello tragico del 2001 a Genova. Per l’organizza-zione vennero stanziati 20 miliardi di

lire, cioè un terzo di quello che verrà messo a disposizione per la Maddale-na. Per le opere accessorie, invece, lo Stato stanziò 90 miliardi (meno di 47 milioni di euro) in quindici anni. Con-siderando tutti gli altri fondi, compre-si quelli del Comune, il conto fu di 200 miliardi. Poco più di un quarto di quello che si spenderà nel 2009.

Perché, signori, 400 milioni di euro sono sempre 774 miliardi di lire. Ma ha un senso spendere una somma del genere per un vertice alla Mad-dalena?

400 milioni per il G8 del 2009. Quattro volte più di Genova

Page 3: LA SVOLTA Aprile 2009

3 Aprile 2009LA SVOLTA

di Simona Scandura

N on c’è mai fi ne al peggio quando si parla di allarme occupazione in Italia. L’ultima news riguarda il progressivo aumento del-

le richieste di disoccupazione ordinaria. Un’assicu-razione obbligatoria, contro la disoccupazione invo-lontaria, come strumento di tutela per il lavoratore. E proprio dagli ultimi dati, tra gennaio e febbraio, l’Inps registra 370.561 domande di indennità.

Il dato allarmante è la crescita del 46,13 % delle richieste. Esattamente a gennaio di quest’anno le domande fatte all’Inps sono state 169.274 con-tro le 95.851 dello stesso mese del 2008. A feb-braio sono state fatte 201.287 domande contro le 157.727 dello stesso mese nell’anno scorso. Gli uffi ci dell’ente dall’inizio del 2009 sono letteral-

mente intasati di disoccupati.In media si presentano ogni giorno fra le 300 e

le 400 persone. La nuova ondata di licenziamenti alimenta un clima pesante privo di ogni speranza per una rimonta. Mentre il presidente del consi-glio, Silvio Berlusconi, rassicura di poter soste-nere tutti i cittadini disoccupati, un clima di pes-simismo colpisce tutte le regioni d’Italia. E cosi anche per la Sicilia che per offerta di lavoro non è mai stata ai primi posti, cominciano le preoc-cupazioni.

Incontri, dibattiti, per discutere del problema della disoccupazione che a Catania colpisce so-prattutto i giovani. La Sicilia con il 42,9% è tra le dieci regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione giovanile. Lo dice Eurostat, l’uf-

fi cio europeo di statistica, in un rapporto sulla si-tuazione occupazionale nelle regioni dell’Ue-25.

Anche se a livello nazionale è di nuovo la Si-cilia ad avere il maggior numero di disoccupati (17,2%), forse è proprio questo il momento per rimboccarsi le maniche e ricominciare. Pensare alla possibilità che il sud possa inserirsi nel con-testo di una ripresa del paese. In realtà sappiamo bene che la crisi ha radici molto lontane, quando i consumatori dei paesi maggiormente sviluppati hanno contratto debiti con le banche per acqui-stare case automobili, prodotti elettronici, abbi-gliamento di lusso e vacanze. Una mole di debiti fi nanziata dalle banche che hanno consentito alle imprese di produrre di più. Ma poi i debiti per i consumatori sono cresciuti maggiormente, il si-

stema è imploso contagiando anche l’Italia. Pare che durante il 2009 la crisi possa toccare vette ancora più alte. Forse per ricominciare bisogne-rebbe “avere la capacità di riscoprire la centralità dell’impresa e la civiltà del lavoro” senza illuder-si che il denaro produca altro denaro.

Exploit disoccupati, nel 2009 più 46%Impennate di richieste per ottenere l’indennità di disoccupazione

È ’ psicosi dopo gli ultimi fatti di crona-ca che hanno avuto come protagonisti un branco di cani randagi. Sì perché la

morte di un bambino e il ferimento grave di altre sei persone non possono ritenersi dei casi isolati, non allarmanti.

Adesso però, è un continuo scarica barile tra chi doveva fare e chi non ha fatto. Il Comune tiene a precisare di aver «… redatto nel 2006, prece-dente amministrazione, un progetto sulla scorta delle indicazioni del Ministero della Salute per dotare la città di un parco canile con tutti i crismi dettati da regole di civiltà e di amore verso i cani. L’importo complessivo del progetto, che doveva sorgere su un terreno di proprietà del comune, era di un milione di euro. Il ministero concesse uno stanziamento di 50 mila euro che non sareb-be servito a dare un minimo di funzionalità alla struttura». Dall’altra dal ministero della Salute, il sottosegretario Francesca Martini ha rilasciato dichiarazioni non certo felici dicendo che “Que-sto accaduto è un fatto gravissimo che denota un degrado territoriale da Paese del Terzo mondo, mentre l’Italia ha le strutture e i fi nanziamenti per fronteggiare l’emergenza randagismo».

Ci sarebbe da chiedersi anche che fi ne abbia-no fatto gli altri fondi stanziati per contrastare il fenomeno del randagismo, dato che non si

è al corrente del loro reale utilizzo. Almeno, a giudicare dalla massiccia presenza di cani va-ganti nell’Isola. « Solo con le fi nanziarie sono stati destinati alla Sicilia 2 milioni e 198 mila euro per la lotta al randagismo. – ha continuato il sottosegretario - A questo punto ci chiediamo che uso se ne sia fatto di questi soldi, e se un utilizzo diverso dall’originale c’è stato, siamo di fronte a una distrazione di fondi: insomma, un reato di cui chiederemo conto». C’è poi un altro «inquietante dato: il 60% di questi soldi che lo Stato ha messo a disposizione della Sicilia era obbligatoriamente destinato alla sterilizzazione degli animali- denuncia Ferri- ma, dall’evidente situazione che si è creata, sembra proprio che non sia stato così».

PRIMO PIANO

SOS randagismo: è psicosi?di Sebastiano Di Mauro

I oprovvedimenti assunti dal governo per contrastare la cri-si fi nanziaria internazionale,

il piano straordinario per rilanciare l’edilizia (noto come ‘’piano casa’) approvato dal Consiglio dei Mini-stri ma anche la nascita uffi ciale del Popolo della Libertà, rappresentano un modello a cui sembrano fare rife-rimento i partner dell’Italia in Euro-pa. Lo lascia intendere il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riportando - nei suoi incontri con i giornalisti italiani - le espressioni di ‘’’apprezzamento’’, le dimostrazio-ni di ‘’’invidia’’, i numerosi ‘’’com-plimenti’ che hanno caratterizzato i colloqui e gli scambi di battute avu-ti con gli altri leader europei.

Ebbene, ha dichiarato Berlusconi “ dagli incontri in Europa è emerso un forte messaggio di fi ducia e coe-sione, oltre che l’apprezzamento ge-nerale di molti colleghi per i nostri interventi. C’e’ l’interesse di molti per le misure da noi prodotte e per i risultati ottenuti’’. Anche la Com-

missione Ue, aggiunge, ‘’’ha ricono-sciuto che gli interventi sono in linea con il piano di ripresa europeo’’.

Ma l’attenzione dell’Europa non si ferma al piano casa, c’è anche un occhio al settore energetico e du-rante i lavori del Consiglio europeo, dice Berlusconi, ’’mi sono stati fatti i complimenti per il ritorno al nu-cleare’’. D’altronde, aggiunge tor-nando a parlare della casa, le nuo-ve norme per avere una maggiore cubatura dell’abitazione prevedono risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili. Berlusconi non ha dubbi, l’ammirazione che dice arri-vare all’Italia dall’Europa si basa su

fatti concreti. ‘’’Da noi - ripete - la fi ducia dei consumatori e delle im-prese è più alta rispetto alla media Ue’’, aggiungendo che il nostro tas-so di disoccupazione è inferiore alla media dei paesi dell’Eurozona. Le condizioni del nostro paese, dalle famiglie risparmiatrici alle banche solide, dagli imprenditori capaci al ’’governo forte’’ ci permetteranno, afferma Berlusconi, di ‘’’resistere alla crisi molto meglio di altri’’. Ma non sono solo le iniziative italiane in campo economico ad interessare l’Europa. Anche sul piano politico, assicura il presidente del Consiglio, l’Italia non e’ seconda a nessuno.

Detto questo ‘’’ho ricevuto auguri da parte di tutti’’. Insomma l’Ita-lia, afferma il premier ricorrendo a terminologia medica, ‘’’è un cor-po sano aggredito da un virus’’, dall’’’infl uenza americana’’ ma di questo ‘’’non ha colpe’’. Certo, ‘’’è un’infl uenza nuova - aggiunge - che cerchiamo però di affrontare con interventi appropriati e con grande fi ducia’’.

Berlusconi: l’Italia e’ un modello per l’UE

Page 4: LA SVOLTA Aprile 2009

4 Aprile 2009 LA SVOLTA

DAL MONDO

di Patrizia Anastasi

50 anni di inferno e migliaia di morti.

Un anniversario triste per il Tibet, regione asiatica martoriata dal-l’invasione cinese, che ha realizzato un vero e proprio “genocidio cultura-le”. La Cina ha portato “l’inferno sulla terra” del tormentato Tibet.

Il Dalai Lama (nella foto accanto) e tutto il suo popolo continuano la prote-sta pacifi ca a cinquant’anni dalla prima rivolta contro il regime e rivendicano l’indipendenza che il Tibet da mezzo secolo non ha più. Si stanno ormai perdendo tradizioni, cultura millena-ria, religione buddista e usi e costumi, repressi dall’invasore che ha inglobato la regione nella Repubblica Popolare. E l’occupazione ha portato “una serie

di campagne violente e repressive”, imponendo anche la legge marziale e programmi di “rieducazione” di un po-polo, che vive “nella paura costante”.

“Non nutro alcun dubbio: la giustizia prevarrà a proposito della causa tibeta-na”, ha concluso il Dalai Lama.

I tibetani, in questi giorni sono tor-nati in piazza per la libertà. Nella pro-vincia occidentale di Qinghai decine di persone hanno protestato contro il fermo di un uomo a un posto di blocco delle forze dell’ordine cinesi.

Durante la manifestazione alcune bottiglie molotov sono state lancia-te contro un’auto della polizia e un mezzo dei vigili del fuoco, senza causare vittime.

Numerose esplosioni si sono verifi -cate in città. Inoltre sono stati arrestati centonove monaci buddisti, nella pro-vincia di Qinhang, ma secondo la Cina è solo una delle tante misure straordi-narie adottate da Pechino per scongiu-

rare eventuali disordini anti-cinesi. Fra i provvedimenti eccezionali, il divieto di ingresso ai visitatori stranieri, già scattato, in circa un quarto del territo-rio della Cina.

Per prevenire ogni forma di protesta in occasione del 50esimo anniversario della rivolta e in ricordo delle nume-rose vittime del marzo 2008 (21 morti secondo Pechino, 203 secondo i tibe-

tani) la Cina ha dispiegato migliaia di uomini delle forze di sicurezza sul-l’altopiano tibetano e ai suoi confi ni, per impedire l’accesso di stranieri.

Anche due cronisti italiani sono sta-ti fermati dalla polizia cinese, al con-fi ne col Tibet, ma sono stati rilasciati. Intanto, in diverse parti del mondo ci sono state manifestazioni di solida-rietà per il Tibet.

50 anni di soprusi. In Tibet è “genocidio culturale”Pechino adotta misure straordinarie per scongiurare disordini

Qualche giorno fa il mandato di arresto contro il presidente sudanese Omar Al Bashirda da parte della Corte penale internazionale dell’Aja (Cpi) per crimini di guerra e contro l’umanità per i massacri nel Darfur. Non accolta l’accusa

di genocidio. E scoppiano le polemiche. La Cina protesta formalmente per il mandato d’arresto ordinato dalla Corte penale internazionale per il presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir a causa della strage nel Darfur. Il governo di Pechino ha chiesto la sospensione del provvedimento in sede di Consiglio di sicurezza dell’Onu, di cui è membro permanente, mentre migliaia di persone sono scese in piazza a Khartoum per manifestare il loro sostegno al presidente. Anche lo stesso Bashir si è unito alla folla, accusando Stati Uniti e Unione europea, “i veri criminali”.

Ma nella Regione sudanese continua l’emergenza umanitaria. L’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere ha annunciato oggi a Parigi di essere stata messa in guardia dal Governo del Sudan affi nché cessi qualsiasi attività nel Darfur, dove le sue sezioni francese e olandese garantiscono da sole cure a 400 mila persone. Abbia-mo intervistato il responsabile di Msf in Italia che ci ha testimoniato le condizioni della regione sudanese

Dieci Ong cacciate dal Darfur, la prima ad essere espulsa è stata Medici senza Fron-tiere. Che succederà, adesso, alla popolazione dei campi profughi?

“E’ importante precisare che ad oggi la sezione olandese e quella francese di MSF sono state espulse dal Darfur meridionale. Il Governo del Sudan ha inoltre ordinato a MSF di ritirare il proprio personale internazionale da alcune zone del Darfur occi-dentale. MSF continua con le altre sezioni a fornire assistenza medica con operatori internazionali e sudanesi nelle altre zone del Darfur occidentale e nel Darfur setten-trionale. Il tutto mentre è scoppiata un’epidemia di meningite, una malattia mortale se non curata, nel campo sfollati di Kalma, dove hanno trovato rifugio circa 90mila persone. L’espulsione lascia altresì altre 70mila persone senza nessuna assistenza medica a Muhajariya, dove è stato chiuso l’unico ospedale – quello di MSF – nella zona, e costringe alla chiusura delle cliniche mobili a Feina e dintorni, dove MSF cura una media di 3mila persone ogni mese”.

In che condizioni avete lasciato la gente del Darfur?“Le prime conseguenze della dipartita del personale di MSF saranno sulla popolazione

civile: in alcune zone del Darfur, MSF è l’unica organizzazione medico umanitaria a for-nire assistenza alla popolazione civile che non ha accesso alle cure. Già in passato MSF era stata costretta a sospendere le sue attività a Muhajariya, in una struttura ospedaliera, dove ha potuto fare ritorno solo di recente dopo settimane di combattimenti all’inizio di quest’anno. A Niertiti, MSF è stata costretta a interrompere i servizi medici a causa della partenza di tutti gli operatori umanitari in seguito all’ordinanza governativa”.

La condanna di Omar al Bashir, “presidente sterminatore”, che risvolti avrà in quel-la martoriata regione?

“È inammissibile che MSF, organizzazione indipendente e imparziale, venga coin-volta in quello che rimane un processo giuridico e politico. MSF ha lavorato inces-santemente per fornire assistenza medica alla popolazione del Darfur fi n dall’inizio della crisi. È assolutamente inaccettabile che la popolazione del Darfur venga priva-ta dell’assistenza medica essenziale.

Ribadiamo fortemente la nostra totale indipendenza dalla Corte Penale Interna-zionale con la quale non collaboriamo in alcun modo. È fondamentale che l’aiuto umanitario resti indipendente e imparziale, al fi ne di garantire che gli aiuti medici essenziali raggiungano coloro che ne hanno bisogno. Chiediamo a tutte le parti in confl itto di rispettare e facilitare il nostro lavoro, e che venga altresì assicurato un rapido e sicuro ritorno degli operatori umanitari nel Paese”.

“ Olocausto”, “Shoah”. Sono questi i termini utilizzati per descrivere la più grande strage

del 20° secolo. Sono stati almeno 6 mi-lioni gli ebrei sterminati nei campi di concentramento nazisti: uno sterminio senza precedenti che ha fatto sì che il termine “olocausto”, appunto, che dal greco signifi ca letteralmente, “tutto bruciato” venga collegato unicamente a quanto accaduto durante la seconda guerra mondiale.

Eppure c’è chi ha addirittura pensa-to di poter negare l’esistenza di tale terrifi cante avvenimento. I cosiddetti “negazionisti”, a più riprese, hanno parlato di “menzogna olocaustica”, tentando di far passare per un grande falso lo sterminio degli ebrei.

Secondo tale corrente di pensiero, gli ebrei sono stati semplicemente rinchiusi in campi di concentramento e non sterminatie persino un vesco-vo inglese, Richard Williamson, si è fatto portavoce della corrente “nega-zionista”, scatenando un vero e pro-prio putiferio. Già scomunicato da Papa Giovanni Paolo II nel 1988 (in quanto ordinato vescovo da Marcel

Lefebvre, già scomunicato a sua vol-ta in quanto fondatore di una corrente interna al cattolicesimo), Williamson aveva a più riprese mostrato la pro-pria avversione agli ebrei, defi nendo-li i “nemici di Gesù Cristo”.

Nel gennaio del 2009, inoltre, è an-data in onda sulla tv di Stato svedese un’intervista durante la quale il ve-scovo ha negato pubblicamente l’esi-stenza storica dell’Olocausto. Dichia-razioni che non possono certo passare inosservate e che, di conseguenza, hanno generato una serie di reazioni a catena, a partire dalla presa di posizio-

ne della Santa Sede che, attraverso la propria segreteria di stato, ha reso nota la totale difformità di opinioni rispetto a Williamson.

Da Londra il lefebvriano ha diffuso tramite un’agenzia di stampa britan-nica un comunicato di scuse per le proprie affermazioni: “Tenendo conto delle conseguenze delle mie dichiara-zioni – ha detto – esprimo tutto il mio rammarico. Se avessi saputo in anti-cipo il danno che avrebbero arrecato, soprattutto alla Chiesa ma anche ai sopravvissuti e ai parenti delle vittime che hanno subìto ingiustizie sotto il Terzo Reich, non le avrei rilasciate”.

Insomma, si tratta di scuse non certo sentitissime, ma più che altro di dove-rosa correzione del tiro dopo un’uscita decisamente pericolosa ed evitabile.

Non sempre le scuse, più o meno sentite che siano, possono bastare per giustifi care delle dichiarazioni o ancor peggio delle prese di posizio-ne così pesanti, che rischiano persino di fare dei proseliti, pronti a portare avanti ulteriormente tali deliranti idee negazioniste.

R. M.

di Renato Maisani

D opo le promesse in sede di campagna elettorale che avevano permesso al mondo di individuare in Barack Obama l’uomo della svolta, una prima

importantissima notizia è stata resa nota proprio dal neo presidente americano. Le parole diventano realtà e una decisione ritenuta impossibile fi no a qualche mese fa è divenuta in un attimo realizzabile. “Lasciamo l’Iraq alla sua gente” è la dichiarazione del presidente americano, tanto attesa dai cittadini di tutto il mondo. Il ritiro delle truppe è previsto in maniera graduale: entro l’agosto del 2010, infatti, la missione di combattimento potrà considerarsi esaurita e nel paese rimarranno meno di 50.000 militari che coadiuveranno le forze irachene fi no al 2011, quando lasceranno defi nitivamente il territorio. Si tratterebbe della fi ne di una delle invasioni che più ha fatto discutere nella storia recente ma che, Obama ha voluto precisarlo, non avrebbe il sapore di un ritiro bensì rappresenterebbe il segnale di una “missione compiuta”.

“Abbiamo permesso di far nascere in Iraq un governo sovrano –ha detto l’uomo del “Yes, we can” – Adesso lasciamo al popolo iracheno l’opportunità di godere di questa possibilità e di iniziare una vita migliore”. Non è tutto oro quel che luccica, però, ed Obama ha voluto precisarlo: “Il fatto che le truppe americane lasceranno l’Iraq non signifi ca che le violenze all’interno del territorio iracheno cesseranno: i nostri militari hanno agito con profi tto al fi ne di limitarle, ma non si può ancora affermare che l’Iraq sia un paese sicuro”. E’ proprio da queste parole che è doveroso far partire un’analisi: se l’obiettivo degli Stati Uniti era quello di garantire la sicurezza ai cittadini

iracheni, perché le truppe lasceranno il territorio prima di completare l’opera? E’ pensabile (nonché auspicabile) che l’operazione sia legata all’avvio di una politica pacifi sta da parte del nuovo governo americano, che escluda il più possibile ogni tipo di ingerenza in territori stranieri e che dunque l’abbandono dell’Iraq sia da considerare il primo vero segnale di apertura del governo Obama. Ciò farebbe sì che anche i rapporti con Afghanistan e Cuba possano, a breve, subire una svolta in positivo. Che l’America abbia deciso di esercitare la propria egemonia in maniera del tutto opposta rispetto a quanto avvenuto dalla guerra fredda in poi? Ci sarà da attendere ancora un po’ per scoprirlo.

Ritiro delle truppe dall’Iraq: avvio di una politica pacifi sta?L’obiettivo degli Stati Uniti era quello di garantire la sicurezza agliiracheni, ma lasceranno il territorio prima di completare l’opera?

I N T E RV I S TA “Il Nostro Darfur”Il responsabile italiano di Medici senza Frontieredi Patrizia Anastasi

IL CASO WILLIAMSONNegazionista di un inferno chiamato olocausto

Page 5: LA SVOLTA Aprile 2009

Aprile 2009LA SVOLTA 5

LA REGIONEPagina a cura di Giuliana Sotera

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LA SVOLTA

I l fenomeno del randagismo degli animali in Sicilia ha raggiunto livelli sempre più allarmanti, tanto da necessitare un interven-

to sistematico da parte delle autorità competenti, che ancora ad oggi purtroppo non è avvenuto.

È, infatti, di questi giorni l’ennesima notizia di aggressione da parte di gruppi di cani ran-dagi. Solo che stavolta la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è data dalla morte di un bambino di 10 anni di Sampieri in provincia di Ragusa, che ha gettato un intero paese nella disperazione.

Per cercare di correre ai ripari, l’assesso-re regionale alla Sanità, Massimo Russo, ha chiesto in via urgente una relazione ai dirigen-ti del servizio veterinario dell’Ausl 7 di Ra-gusa, per cercare di fare luce sulla questione e soprattutto sulle relative responsabilità. Ha inoltre intenzione di chiedere un incontro con

il sottosegretario del ministero della Salute, Francesca Martini.

Anche alla fi ne dello scorso anno l’assessore Russo aveva cercato di intervenire incisiva-mente sul fenomeno, fi rmando tre provvedi-menti che avevano ad oggetto la prevenzione del randagismo, il più importante dei quali si prefi ssava il controllo delle nascite attraverso la sterilizzazione dei cani randagi, assegnando 350 mila euro in favore di 14 comuni siciliani che avevano presentato i relativi progetti.

Sono, infatti, ancora ad oggi poco confortanti le stime riguardo questo fenomeno. Si calcola che su un totale di 200 mila cani di proprietà regolarmente iscritti all’anagrafe canina il nu-mero dei cani randagi ammonti a circa 75.000 unità. Senza contare il fatto che mancano i rifu-gi sanitari per le loro cure, e quelli già esistenti necessitano di urgenti risanamenti in quanto

allo stato attuale non sono idonei ad ospitarli.

“Non intendo sottrarmi alle mie responsabilità, cercherò anzi di fare tutto ciò che rien-tra nelle competenze del mio assessorato per sconfi ggere una situazione oggi dai con-torni davvero allarmanti”, afferma l’assessore Russo. “ Mi sento inoltre molto vici-no al dolore della famiglia di Sampieri, perché è inaccetta-bile che un bambino debba morire in questo modo”.

G li assessori a l l ’Agr i co l -tura di Sici-

lia, Calabria, Puglia e Campania hanno deciso di unire le proprie for-ze e portare avanti un interessante progetto avente come obiettivo lo sviluppo del settore agroalimentare, zoo-tecnico e forestale di queste regioni. Teatro di quest’incontro è sta-to il Centro ricerca per l’agrumicoltura e le colture mediterranee di

Acireale, in occasione del “Pon”, il Program-ma Operativo naziona-le “Ricerca e competi-tività”.

All’incontro hanno partecipato il direttore

generale del Cra (centro di ricerca e di sperimen-tazione in agricoltura), Giovanni Lo Piparo, ed i rappresentanti degli enti di ricerca operanti nel settore agricolo si-ciliano, e sono state il-lustrate le linee generali dell’accordo, nonché le fi nalità che questo si prefi gge, nella più tota-le sinergia tra i soggetti interessati.

Anche il nostro asses-sore regionale all’Agri-coltura, Giovanni La

Via si è mostrato entu-siasta dell’iniziativa, di-chiarando che “ Creare una tale collaborazione tra queste regioni per individuare e soddisfa-re i reali fabbisogni di ricerca nelle aree tec-nologico- produttive, dimostra la voglia di realizzare interventi che possano riuscire a va-lorizzare interi sistemi produttivi grazie a pro-getti di ricerca creativa, oltre che industriale e sperimentale”.

È ancora bloccato l’iter appro-vativo per il progetto Muos (Mobile User Objective Si-

stem) in Sicilia a causa delle perples-sità da parte dell’Assessore regionale all’Ambiente, Sorbello, dovute alla carenza delle informazioni tecniche necessarie riguardo le varie problema-tiche legate all’elettromagnetismo.

Il sito ambientale scelto dal 41° stor-mo U.S. Navy per l’installazione di questo sistema è quello di Niscemi, per defi nizione una delle aree a più alto rischio di impatto ambientale del-la regione. Infatti, proprio per questo motivo l’intera area è stata sottoposta ad una serie di studi epidemiologici da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la quale ha lo scopo di

accertare la mancanza di eventuali connessioni tra stato di salute della po-polazione e situazione ambientale, dal

momento che la stessa è rinomata per essere una Riserva Naturale Orientata, nonché sito di interesse comunitario.

Anche il presidente della Regione, Raffaele Lombardo si è mostrato pie-namente d’accordo con l’assessore Sorbello, esprimendo il suo disappun-to per la mancata informazione che le autorità militari avrebbero invece dovuto porre in essere, al fi ne di tran-quillizzare la popolazione riguardo la mancanza di conseguenze ambientali legate al progetto in questione.

Lombardo ha inoltre chiesto al pre-mier, Silvio Berlusconi di far valere la sua autorità, intervenendo in via uffi ciale per manifestare all’ammini-strazione statunitense il disappunto per non aver ricevuto la dovuta in-formazione sulle procedure inerenti al progetto. Ma soprattutto, alla luce del reiterato rifi uto di collaborazione

ed informazione, che venga ribadita la contrarietà della Regione all’installa-zione del sistema Muos.

P roprio in questi giorni il ministro della Funzione pubblica e dello svilup-

po amministrativo della Tunisia, Zouhaier M’Dhaffer, si è recato in visita uffi ciale in Sicilia, per incontrare il nostro assessore alla presidenza, Giovanni Ilarda. Tra i due si è svolto un amichevole colloquio, durante il quale sono stati toccati diversi temi di inte-resse internazionale.

Primo tra tutti l’impegno del-l’assessore verso un’iniziativa che metterà a disposizione ingen-ti fondi per la cooperazione tra l’università di Palermo ed il di-partimento di ingegneria dell’uni-versità di Tunisi. Il progetto avrà come scopo lo “sviluppo di unità autonome di dissalazione solare tramite distillazione a membra-na” e si auspica saranno realizza-ti al più presto per permettere a paesi come la Sicilia o la Tunisia

a rischio siccità, un’ulteriore ri-sorsa in caso di emergenza.

Inoltre sono previsti altri due importanti programmi di coope-razione tra i due paesi. Il primo prevede lo stanziamento di 25 milioni di euro per lo sviluppo socio-economico, tutela dell’am-biente, produzione ed impiego

d’energia e sviluppo dei Beni Culturali. Il secondo programma è teso invece ad incrementare il Welfare e la sanità, ed è fi nanzia-to dal Cipe con fondi Fas.

Inoltre, in tema di protezio-ne civile, l’assessore Ilarda ha annunciato al ministro tunisino l’avvio delle procedure per rea-lizzare l’area di protezione civile del Mediterraneo, nell’area in cui ancora ad oggi è situato l’ex ae-roporto militare di Boccadifalco. Il ministro a sua volta ha ribadito la possibilità di futuri interscam-bi tra Sicilia e Tunisia anche per quanto riguarda il settore dell’in-novazione e dello sviluppo delle tecnologie informatiche. E questo grazie anche all’amicizia e colla-borazione che ancora oggi, anche a seguito dell’adozione di misure comunitarie comuni, continua a legare indissolubilmente queste due importanti realtà.

Le autorità militari non informano, il presidente Lombardo intervieneProgetto Muos. Il disappunto per le mancate notizie sugli effetti dell’elettromagnetismo

P roprio in questi gior-ni all’università Kore di Enna, si è svolto

un interessante dibattito tra l’assessore regionale della Sanità, Massimo Russo ed il segretario regionale del Parti-to Democratico Francantonio Genovese avente ad oggetto un chiarimento sulla tanto chiacchierata riforma della sanità pubblica in Sicilia.

La riforma in questione è

molto discussa soprattutto a causa dei considerevoli tagli che si propone di infl igge-re sia alle “poltrone” che ai costi dell’intero apparato in Sicilia. E al riguardo l’as-sessore Russo si è sentito di tranquillizzare gli animi af-fermando che al più presto il Governo possa essere in grado di fornire l’ammontare reale di questi risparmi che ci si auspica potranno presto far

parte del Bilancio della Re-gione.

Russo ha ribadito inoltre la piena disponibilità della maggioranza a confrontarsi con il Parlamento in un clima di massima lealtà sul tema in questione, auspicandosi, inoltre, in vista di una rifor-ma che potrebbe innovare la sanità pubblica in Sicilia, il mantenimento di questo cli-ma politico disteso.

Riforma Sanità: il clima è distesoPresto il Governo sarà in grado di fornire l’ammontare reale dei “risparmi”

Nasce un progetto tra regioni per lo sviluppo del settore agroalimentareL’assessore all’Agricoltura, La Via: “Valorizzare interi sistemi produttivi grazie a progetti di ricerca creativa”

Lotta al randagismo, si corre ai ripariI cani sono circa 75.000 unità e mancano i rifugi sanitari per le loro cure

Tra la Sicilia e la Tunisia, al via importanti programmi di cooperazionePrimo tra tutti l’impegno di mettere a disposizione ingenti fondi per la collaborazione tra l’università di Palermo ed il dipartimento di Ingegneria dell’università di Tunisi

Ass.Giovanni La Via

Assessore Giovanni Ilarda

Il Presidente Raffaele Lombardo

Page 6: LA SVOLTA Aprile 2009

6 Aprile 2009 LA SVOLTA

PROVINCE

di Renato Maisani

U na curiosa inizia-tiva ha coinvol-to il comune di

Agrigento. Il capoluogo siciliano, infatti, avrà il proprio “elenco comunale delle Babysitter”. Si tratta di un’iniziativa già pre-sente in diverse città e che, per via del buon successo riscosso, si sta diffondendo senza diffi coltà.

Per quanto riguarda il co-mune di Agrigento, il pro-getto sarà affi dato all’as-sociazione “Arca di Noè” che si occuperà di formare

le babysitter che decide-ranno di partecipare. An-che le babysitter, dunque, saranno sottoposte a corsi di formazione fi nalizzati alla “specializzazione” nel

settore, un’idea che, solo qualche anno fa, sarebbe stata reputata praticamen-te assurda.

La fi nalità è quella di met-tere in piedi un vero e pro-prio “elenco” al quale sarà possibile attingere per tro-vare la “bambinaia” con le caratteristiche ideali senza bisogno di doversi affi dare ad annunci e passaparola.

Insomma, un modo per far sì che i genitori possa-no sentirsi maggiormen-te al sicuro nell’affi dare i propri bambini a vere “specialiste”.

di Ninetta Montebello

L’emergenza rifi uti nella pro-vincia di Enna non si placa e gli attacchi dell’opposizione al

presidente della Provincia On. Giu-seppe Monaco si fanno sempre più serrati. Ma all’onnipotenza non c’è mai fi ne; per cui si doveva prevedere e attendere la risposta secca e defi niti-va dell’On. Giuseppe Monaco che ad ogni invettiva ha lanciato un pamph-let, dicendo:

“Non è sembrato vero agli esponenti dell’opposizione cogliere la pagliuzza che è nell’occhio del fratello rispetto alla trave che è nel proprio – ha af-fermato il presidente – va rilevato che il CGA, supremo organo di Giustizia Amministrativa, ha annullato gli atti relativi alla TIA – Tariffa – Igiene – Ambientale, e a quant’altro ineren-te l’appalto e il servizio di raccolta e

smaltimento rifi uti. Ciò è una respon-sabilità gravissima nei confronti della collettività della provincia di Enna, certamente non addebitabile all’at-tuale gestione politica dell’ammini-strazione provinciale.

Certamente ci troviamo di fronte a

un’impostazione gestionale che va avanti da decenni ma che non inten-diamo assolutamente continuare. Il pignoramento (riguardo l’addizionale Irpef del 3%) non incide minimamente sulle azioni dei comuni che possono garantire la continuità del servizio.

Di contro – continua l’On. Giuseppe Monaco – è utile rammentare che c’è un’istruttoria aperta della Corte dei Conti per il recupero di tale somma.

Il problema dei rifi uti è di tale enor-mità che non vede certo risoluzione negli attacchi e quindi la polemica politica dovrebbe fare un passo in-dietro. Il problema persistente nella provincia di Enna è solo più marcato rispetto altre realtà, per i drammati-ci, macroscopici errori commessi nel passato, che non consentono più a nessuno facili speculazioni sulla pelle della collettività amministrata”.

di Caterina Mittiga

U na ricchezza da valoriz-zare, esportare e condi-videre. La Provincia di

Messina ha un patrimonio che mai come oggi merita attenzio-ne a livello internazionale.

L’occasione per promuovere ai massimi livelli le specifi cità del-la zona è stata offerta dalla Bor-sa Internazionale del Turismo, che si è svolta a Milano dal 19 al 22 febbraio e che ha fatto registrare circa 153.800 presenze (con 101.000 operatori professionali, la maggior parte dei quali provenienti dall’estero). Si tratta della più importante fi era italiana dedicata al turi-smo, e a livello internazionale fi gura tra le prime quattro. Nel 2009 la Bit si è assunta la responsabilità di sviluppare soluzioni effi caci per fronteggiare le vicende critiche che hanno investito il mondo economico. All’interno del padiglione occupato dalle regioni italiane, la Provincia di Messina si è ritagliata uno spazio di tutto rispetto, ac-cogliendo oltre 22.000 visitatori nell’area espositiva di 250 mq.

La promozione dell’offerta turistica del-la zona si è accompagnata alla tessitura di relazioni che potrebbero condurre a pro-mettenti rapporti commerciali. Diffondere un’immagine positiva del territorio è stato l’interesse principale della Provincia, che ha puntato tutto sulle ricchezze e sulle spe-

cifi cità della zona, lasciandosi guidare dal tentativo di creare un sistema integrato per poter dare il giusto rilievo alle individua-lità locali. Turismo enogastronomico, bal-neare, religioso, termale, di lusso: l’intera provincia di Messina ha tanto da offrire ai suoi visitatori, e le sue grandi potenzialità vanno rafforzate tramite una sinergia tra le forze economiche, imprenditoriali ed isti-tuzionali.

Quello occupato dalla Provincia di Mes-sina è stato uno degli spazi più visitati, nell’area riservata alle regioni italiane, e hanno incontrato grande favore di pub-blico le degustazioni offerte dalle aziende presenti. Taormina Arte è stato lo stand più apprezzato, ma hanno avuto successo an-che i consorzi di tutela dei prodotti tipici e gli stand dedicati alle isole Eolie. Nel-l’intera macchina organizzativa sono stati coinvolti alcuni gruppi di studenti delle scuole superiori.

P er la prima volta, la provincia regionale di Palermo ha preso

parte alla Borsa Internazio-nale del Turismo di Milano, celebre rassegna internazio-nale riservata al turismo in occasione della quale i vari enti pubblici si radunano con un unico obiettivo co-mune: la promozione del turismo nel territorio di pro-pria competenza, sia esso un comune o una provincia.

La manifestazione ha rac-colto più di 20.000 visitato-ri, un numero considerevole e tutto sommato positivo per tutte le località rappre-sentate. Relativamente a Palermo, la Provincia ha focalizzato l’attenzione su due mete già note per fi ni turistici, vale a dire Cefalù ed Ustica. Quanto ad Usti-ca, particolare attenzione è

stata prestata alla promozio-ne di prodotti tipici del ter-ritorio, quali il sorbetto ed il gelato. Parecchio successo ha riscosso l’iniziativa di dar vita ad un vero e proprio “percorso del gusto”, attra-verso il quale i visitatori hanno avuto la possibilità di degustare i vari prodotti proposti, tra i quali l’im-mancabile cassata.

A coordinare il tutto ci ha pensato Gaetano Basile. Inoltre, sempre in occasio-ne della Bit, la Provincia ha anche propagandato le ini-ziative previste nei prossi-mi mesi, a partire dal Tour dei Castelli fi no alla “Festa della Provincia”. Quanto ad Ustica, invece, l’atten-zione è stata posta sulla 50a Rassegna Internazio-

nale di Attività Subacquee, iniziativa che mira a mette-re in risalto i meravigliosi fondali presenti.

Orgoglioso e soddisfatto è parso il presidente Giovan-ni Avanti, il quale ha così commentato l’iniziativa: “La nostra presenza alla Bit – ha dichiarato il presidente della Provincia di Palermo – è parecchio importante al fi ne della promozione in ambito nazionale ed in-ternazionale dei pacchetti turistici e delle iniziative che abbiamo realizzato. Per questa ragione la presenza di un folto pubblico è una buona notizia per noi, così come utile è stata la presen-za di altre realtà con le qua-li è stato possibile confron-tarci e che ci permetterà di migliorare nella nostra atti-vità futura”. R. M.

di Silvia Calanna

I l presidente della provincia di Ragusa, Franco Antoci, dice

“no” all’eventuale instal-lazione di centrali nucleari in provincia di Ragusa. La notizia di una possibile cen-trale nucleare nel sud - est della Sicilia, trapelata da indiscrezioni del quotidiano “La Repubblica”, a seguito dell’accordo Italia - Francia siglato dai due presidenti Berlusconi e Sarkozy, è sta-ta così smentita.

“Sollevata da diversi organi di stampa – dice il presidente – ad avere una conferma cir-ca una presunta installazione di una centrale nucleare nel nostro territorio, devo rile-vare che la notizia non trova alcuna conferma uffi ciale per quanto mi riguarda. Non sono a conoscenza di una decisione o di un’intenzio-

ne in tal senso del governo nazionale. E ad ogni buon conto mi sento di esprimere, a nome della comunità iblea che rappresento, il mio “no” perché una tale realizzazione sarebbe nettamente in con-trasto con la specifi cità e la vocazione del nostro terri-torio fortemente improntato alla valorizzazione turistica e ad un’economia che si van-ta di avere diverse eccellen-ze tra le produzioni tipiche locali”.

Il presidente Antoci, sotto-

linea anche il costo altissi-mo pagato già dal territorio ibleo con la base missili-stica di Comiso. Rivolta al Governo, dunque, non è la proposta di installare una centrale nucleare, ma quella di concentrare l’attenzio-ne sulle infrastrutture. La Provincia iblea chiede al Governo una maggiore at-tenzione a temi che stanno a cuore ai cittadini: viabilità secondaria provinciale, la realizzazione della Ragu-sa-Catania e l’autostrada Siracusa-Gela. L’attenzione a questi temi permetterebbe a Ragusa di diminuire il gap infrastrutturale con le altre città. Il barocco non è pronto per una centrale nucleare e “in nome di un federalismo energetico, dovranno essere altri i territori a farsi carico delle necessità energetiche del paese”.

Affl uenza record di ope-ratori turisti allo stand “World heritage Unesco”

allestito dal Comune di Siracusa nei locali della Bit (Borsa inter-nazionale del turismo) di Milano, insieme alla Fondazione INDA. Una grande soddisfazione per il sindaco Roberto Visentin e per l’assessore comunale alle Poli-tiche culturali e turismo, Sandro Speranza, che tiene a precisare “Essere alla Bit di Milano signifi -ca proseguire un percorso avvia-to verso un nuovo modello di svi-luppo per il quale abbiamo scommesso. Spero che questo sia anche un nuovo passo in avanti verso il potenziamento dei servizi affi nché anche questi possano entrare a far par-te delle eccellenze del territorio. Siracusa ha raccolto una sfi da che da Milano riparte con un nuovo sprone”.

Anche il vicesindaco, Francesco Sgarlata, ha sottolinea-to come lo scambio tra pubblico e privato ha una funzione importante permettendo di consolidare il ruolo di una cit-tà che si appresta a diventare leader nel settore del turismo culturale. Questo è un evento importante per Siracusa che ha visto, per la prima volta, la sua partecipazione alla Bit come un modo per combattere la crisi che investe il setto-re turistico italiano.

Lo sviluppo per il territorio proposto dalla città non po-teva non partire dal rapporto tra Siracusa e la stagione classica al Teatro greco. Le rappresentazioni classiche del-l’Inda, di cui il primo cittadino è il presidente, sono state

già presentate alla più importante fi era italiana nel corso di una conferenza stampa. Insieme ai maggiori esponenti della politica siracusana, immancabili i protagonisti del 45° ciclo di rappresentazioni classiche al Teatro greco di Siracusa: Giorgio Albertazzi ed Elisabetta Pozzi, oltre a Frauke Stenz che, per la prima volta, fi rmerà le scene del-le due opere in cartellone.

Tra i presenti anche il regista Daniele Salvo, l’attore Maurizio Donadoni, il musicista Daniele D’Angelo e il costumista Nicola Luccherini. L’inaugurazione dello stand, organizzata dalla Provincia Regionale di Siracusa e dai co-muni associati è solo un primo appuntamento che metterà in moto un processo di promozione del territorio provincia-le. Per i bilanci a lungo termine si dovrà ancora attendere. Dopo la Bit di Milano si pensa già ad altre iniziative in grado di coinvolgere un numero di operatori turistici sira-cusani sempre crescente. S. C.

AGRIGENTO. La città avrà un elenco comunale delle babysitterTutte le aspiranti si sottoporanno a corsi di formazione fi nalizzati alla “specializzazione”

ENNA. Rifiuti, botta e risposta del presidente della Provincia Monaco“Siamo di fronte ad un’impostazione gestionale che va avanti da decenni”

MESSINA. La Provincia alla Bit di Milano: il turismo da valorizzare PALERMO. Cefalù ed Ustica fi ori all’occhiello

Successo anche per il “Percorso del gusto” e i prossimi “Tour dei Castelli” e “Festa della Provincia”

RAGUSA. “No” alla centrale nucleareSmentita la notizia circa una sua probabile installazione nel ragusano

SIRACUSA. Presenti alla Bit di MilanoSoddisfazione per le affluenze allo stand “World Heritage Unesco”

Page 7: LA SVOLTA Aprile 2009

Aprile 2009LA SVOLTA 7

LA PROVINCIA ETNEA

La cruciale domanda di fon-do sembra essere: “Disper-sione scolastica, che fare?

Numerosi studi sull’argomento hanno evidenziato problematiche molto spesso legate a fattori psi-cologici e ambientali di malessere giovanile; un malessere che deriva dalla mancanza di certezze, all’in-terno dei rapporti interpersonali, intrapersonali del nucleo parente-lare e sociale.

A tal proposito sono molti gli interventi che l’Amministrazione Provinciale sta adottando attraver-so le linee guida governative sulla dispersione scolastica.

“Il passaggio degli studenti dal-la scuola media inferiore alla su-periore è un momento critico. Gli alunni che frequentano a malavo-glia la scuola o che appartengono a famiglie disagiate corrono il rischio di concludere troppo presto la loro carriera scolastica.

Di questo insuccesso educativo si è fatta carico la Provincia regionale di Catania, che ogni giorno impegna notevoli risorse anche per mettere in sicurezza gli edifici scolastici e assi-curare così il diritto all’istruzione”.

Queste le parole del presidente della Provincia, Giuseppe Castiglio-ne, intervenuto all’incontro “Stop all’abbandono”, assieme all’asses-sore provinciale alle Politiche so-ciali Giuseppe Pagano, al dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Raffaele Zanoli, al presidente del consiglio Giovanni Leonardi, al presidente della I commissione con-siliare Giuseppe Galletta, alla re-ferente dell’Ufficio scolastico pro-vinciale Rosita D’Orsi, al dirigente delle Politiche sociali e scolastiche della Provincia Giovanni Ferrera.

All’incontro - che costituiva il con-

vegno conclusivo del progetto sulla dispersione scolastica, finanziato dalla Provincia, sono stati presentati i dati relativi a sette scuole coinvol-te nel progetto “Stop all’abbando-no”: gli istituti comprensivi “Mu-sco”, “Pestalozzi”, “Vespucci” di Catania; “Scandurra” di Aci Catena; “Giovanni XXIII” di Acireale; “Un-garetti” di Macchia di Giarre; “Don Milani” di Paternò.

I risultati raggiunti sono statisti-camente questi: in totale, 76 ragaz-zi su 84 hanno proseguito gli studi. I dati statistici per l’anno 2008 non sono di certo più confortanti, in quanto il successo è stato ottenuto in 66 casi su 87.

“Resta adesso fare un ulteriore pas-so contro la dispersione – ha dichia-rato l’assessore Pagano -: insistere presso la Regione affinché i corsi professionali inizino ogni anno in coincidenza con l’anno scolastico, in modo da evitare mesi di attesa che favoriscono possibili occasioni di abbandono scolastico”.

Incentivare e promuo-vere lo sfruttamento di energia da fonti rinno-

vabili. La Provincia regiona-le di Catania è già impegnata da tempo su questa tematica e, infatti, con l’inizio dell’an-no scolastico è stato avviato il progetto “Non spezziamo l’arcobaleno”, rivolto ai soli Istituti scolastici che hanno benefi ciato dell’istallazione di un impianto fotovoltaico da 20 kWp, realizzato dal-l’uffi cio Energia della Pro-vincia regionale di Catania, allo scopo di contribuire al raggiungimento degli obiet-tivi internazionali previsti dal Protocollo di Kyoto.

Il progetto, che si conclude-rà alla fi ne di questo anno, è stato promosso dal dirigente dell’uffi cio Servizio ecolo-gia, Valerio Saitta, in colla-borazione con l’assessorato alle Politiche scolastiche.

L’iniziativa rientra nel più ampio programma di infor-mazione e sensibilizzazione denominato “Scuola Pilota”, rivolto a tutti gli Istituti su-periori della Provincia di Catania, con l’obiettivo di incentivare, sia la popola-zione sia la classe dirigente, ad assumere comportamen-ti conformi alle principali norme per la tutela dell’am-biente e la salvaguardia delle

energie rinnovabili.Il progetto “Non spezziamo

l’arcobaleno”, studiato come strumento di “informazione-formazione”, si pone l’obiet-tivo di veicolare un modello energetico ed economico che garantisca risparmio, effi -cienza energetica e l’uso di fonti energetiche rinnovabili, allo stesso tempo.

Si prevede un incontro con studenti e docenti, cura-to dall’uffi cio energia della Provincia, nel quale verranno spiegati gli aspetti tecnici e le opportunità offerte dall’im-pianto fotovoltaico istallato nella scuola di riferimento. Inoltre gli studenti saranno

invitati a partecipare ad un Project Work, sviluppato in collaborazione con i docenti, con il quale saranno stimolati a cimentarsi personalmente.

Tutti i lavori realizzati du-rante il Project Work meri-tevoli saranno, inoltre, in-seriti in una pubblicazione, che l’uffi cio Energia della Provincia si incaricherà di divulgare in tutte le scuole della Provincia, in occasione del convegno “A scuola per risparmiare”, che sarà orga-nizzato nel mese di ottobre 2009, nel centro culturale Le Ciminiere, in funzione di continuità col progetto pre-cedente.

P archi e riserve natu-rali costituiscono la forza per lo sviluppo

socio-economico del territo-rio siciliano che, tra diffi coltà economiche, gestionali e nor-mative, a 20 anni dalla loro istituzione ancora prevedono rifacimenti e intelaiature.

Su questo tema Enti gestori e Istituzioni si sono confron-tati nei locali del Centro fi e-ristico “Le Ciminiere” di Ca-tania nel corso del convegno sul tema “Parchi e Riserve Naturali: Strategie di Sviluppo del Territorio”.

Ad organizzarlo la quarta Com-missione Territorio e ambiente del-l’Ars, la Provincia regionale di Catania e il Cutgana, Centro inter-facoltà dell’Università di Catania.“In questi 20 anni l’atteggiamento

della popolazione nei confronti delle aree protette è mutato notevolmente – ha spiegato Angelo Messina, dele-gato del rettore per le Aree protette -, da un’iniziale avversione, oggi il 70% della popolazione è favorevole ai par-chi e alle riserve autentico volano di sviluppo socio-economico dei territo-ri in cui insistono grazie anche all’in-

formazione. Non a caso in Sicilia il 12% del territorio è sottoposto a tutela. Oggi contiamo ben 4 parchi regio-nali, 70 riserve naturali e ben 6 aree marine protette oltre a 100 siti di importanza comu-nitarie e zone protette.

Disegni di legge ben ac-colti dal senatore Pino Fir-rarello: “Le norme di 20 anni fa non sono più attuali, ma allora sono state fonda-

mentali per tutelare le nostre aree protette e per lo sviluppo del territo-rio. Adesso dobbiamo adeguarle per non penalizzare più le popolazioni che vi risiedono e per migliorare la conservazione della natura perché le aree protette rappresentano una grande occasione per lo sviluppo del territorio”.

Parchi e riserve naturaliVolano di crescita economica e sviluppo sostenibile

Dispersione scolasticaUn fenomeno diffuso e allarmante

Energie rinnovabili e fotovoltaicoParte il progetto “Non spezziamo l’arcobaleno”

a cura di Ninetta Montebello

Page 8: LA SVOLTA Aprile 2009

Economia & Finanza8 Aprile 2009 LA SVOLTA

a cura di Antonio Iacona

N on hanno lasciato spazio a dubbi i botta e risposta tra il governatore della Banca

d’Italia, Mario Draghi, e il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Il primo ha lanciato nei giorni scorsi il suo allarme occupazione (o meglio, disoccupazione!) dal Forex di Mi-lano: “Le ripercussioni sull’occupa-zione – ha detto – non si sono ancora pienamente manifestate; gli indicatori disponibili per i mesi più recenti pre-figureranno un netto deterioramento. La caduta della domanda può colpi-re con particolare intensità le fasce deboli e meno protette, i lavoratori precari, i giovani, le famiglie a basso reddito”.

Insomma, se le parole del gover-natore non fossero state abbastanza chiare, potrebbero essere tradotte con un drammatico: “Si salvi chi può!”. Lungi da noi, naturalmente, fare faci-le allarmismo, ma se a lasciarsi anda-re a dichiarazioni tanto delicate è sta-to uno come il governatore della Ban-

ca d’Italia, allora il pericolo sembra essere proprio dietro l’angolo. Ed è triste vedere come le fasce più colpite saranno (o sono già, ahinoi!), quelle più deboli della popolazione: deboli e meno protette, ha detto Draghi, lavo-ratori precari, giovani, famiglie a bas-so reddito. Insomma, è come sparare sulla Croce Rossa.

Né ha confortato la replica, imme-diata, del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti: “Il governo ha da tempo gestito nei termini che poteva e doveva questo fenomeno. Pochi gior-ni fa abbiamo siglato con le Regioni un importante accordo sugli ammor-tizzatori sociali. Noi siamo convinti di aver visto per tempo i fenomeni e di averli gestiti nel modo migliore”

Parole che tranquillizzano? Fate voi! Intanto, il problema occupazione resta ed è, forse, quello più grave.

In questa nuova pagina di “Econo-mia & Finanza”, La Svolta ha deci-so di trattare un tema delicato come quello del mercato immobiliare: quali

sono le difficoltà, oggi, per compra-re o affittare una casa? Quali riper-cussioni avrà la crisi, già in atto, sul mattone? Quanto costa accendere un mutuo per una coppia di giovani sposi che intendono mettere su casa?.

Tutte domande importanti e legit-time, ma che non troverebbero una risposta sensata se non ci fosse il la-voro. E il lavoro, molto spesso, non c’è. O c’è per uno solo dei coniugi, che si trova a dover affrontare le sca-denze mensili, necessarie e pesanti, di bollette e mutui.

Quanta distanza si sente tra il gover-natore della Banca d’Italia, il ministro dell’Economia del governo Berlusco-ni e la piccola, modesta, difficile real-tà di un precario, di un disoccupato, di uno studente fuori sede, di un 40enne in cerca di nuova occupazione, di una donna 30enne e madre di due, tre o anche solo di un figlio! Palazzi grigi della politica e freddi numeri di stati-stiche che sono lontani anni luce dalle esigenze della gente.

Mario Draghi ha, comunque, chie-sto al governo di intervenire a favore delle fasce più deboli. Secondo il go-vernatore, per uscire dalla recessio-ne occorre ristabilire la fiducia nelle prospettive di crescita, sostenere il consumo delle fasce più deboli, raf-forzare l’economia. È a questo che devono mirare gli interventi pubblici, attraverso le politiche economiche.

Ma quanto sembrano essere lontani da noi i metodi pragmatici degli Usa di Barack Obama: già i primi prov-vedimenti del suo governo sembrano avere segnato una nuova storia per gli Stati Uniti: più tasse per i ricchi, assi-stenza sanitaria estesa ai poveri, via dall’Iraq entro pochi mesi e dialogo con il Medioriente, perché cessino le stagioni di fuoco tra civiltà.

In Italia, invece, ad essere tra due fuochi sono i giovani: tra il fuoco di un governo che dice di aver fatto tut-to il possibile e il fuoco di una Banca d’Italia che elenca fredde statistiche.

In bocca al lupo, ragazzi!

È oil dato principale che emerge con maggio-re chiarezza: ci sono

meno disponibilità finanzia-rie e molti più timori rispetto a qualche anno fa. Il recente studio condotto da Tecnocasa è chiaro: la crisi economica internazionale ha colpito an-che il mercato immobiliare, nonostante il mattone sia con-siderato, da sempre, l’investi-mento più intelligente.

L’analisi del grande gruppo immobiliare abbraccia il pe-riodo gennaio 2008 – gennaio 2009, sottolineando come, soprattutto nelle grandi città, i tempi di attesa nella vendita degli immobili si siano allun-gati notevolmente. In media, le tempistiche di vendita nelle aree metropolitane (Palermo, Bari, Napoli), fino a un anno fa, erano di 128 giorni: oggi sono di 138 giorni. Ma, nel dettaglio, i tempi sono ancora più lunghi: 169 giorni per il capoluogo si-ciliano (prima si doveva aspet-tare fino a 110 giorni), 164 per quello pugliese, laddove solo nella città di Verona, “profon-do” Nord, i tempi sono ancora più lunghi: 174 giorni.

Cifre, numeri, statistiche che sembrano evidenziare timori e paure della clientela, che poi, molto spesso, sono giovani

coppie in procinto di sposarsi, professionisti in cerca di una sede stabile per i propri uffici, anche giovani single che spe-rano di investire nel mattone piuttosto che in un’alienante quota d’affitto mensile.

Lo studio è stato recentemen-te pubblicato dal Corriere Eco-nomia, inserto settimanale del Corriere della Sera. Secondo l’analisi di Tecnocasa, com-menta il prestigioso quotidiano, “la maggiore offerta di abita-zioni permette all’acquirente di avere più scelta e di rimandare l’acquisto fino a quando trova la casa adatta alle proprie esi-genze. A questo, però, si deve aggiungere che il gap tra le ri-chieste dei potenziali venditori e la disponibilità di spesa dei potenziali acquirenti comporta trattative più lunghe e inevita-bilmente i tempi necessari per concludere la compravendita si allungano”.

Ma quanto la gente può an-cora spendere, in piena “crisi 2009”, per acquistare casa? Secondo Tecnocasa, la dispo-nibilità di spesa nelle grandi città sottolinea che la maggio-ranza delle richieste si con-centra nella fascia compresa tra i 170 mila e i 249 mila euro (24%), in cui si cercano soprattutto trilocali e bilocali.

In Sicilia la fascia preferita sembra essere quella che va dai 120 mila ai 169 mila euro (29,2%), per arrivare fino a 119 mila euro (28,1%) e, a se-guire, da quella compresa tra i 170 mila euro e i 249 mila

euro (21,6%). Ma proprio sul prezzo delle

case, arriva un’altra previsio-ne: nel corso del 2009, infatti, i prezzi degli immobili tocche-ranno il fondo e si stabiliz-zeranno a livelli inferiori del

15% rispetto allo scorso anno, che tra l’altro non aveva bril-lato molto sotto questo aspet-to. Nonostante tutto, l’edilizia seguirà il trend positivo del Pil nella seconda parte dell’anno (fonte: Milano Finanza).

E i giovani sono tra due fuochiAllarme occupazione:”Le ripercussioni sull’occupazione non si sono ancora pienamente manifestate”

La crisi del mercato immobiliare

“ La gente si lamenta, sicuramente. Ma per i prezzi, non certo per la cortesia e i servizi che noi, nonostante la crisi, conti-

nuiamo a offrire. E proprio alla gente, ai nostri clienti diciamo che il mattone rimane comun-que sempre il miglior investimento possibile”.

Emanuele Ferrera è ottimista e abbiamo tutta l’impressione che sappia convincere. Lavora nel mercato immobiliare catanese, nella squadra Freedom, agenzia di via Um-berto, e lo incontriamo assieme ai colleghi Fabio Urzì e Serena Pellegrino, che si occu-pa invece della banca dati. A visitare la loro sede non sembra proprio che il settore casa sia in crisi, anzi: i telefoni squillano conti-nuamente e dobbiamo attendere almeno tre clienti prima di poter conversare con loro.

“La gente – continua Emanuele – vuole comunque acquistare, perché sa bene che i periodi di crisi sono ciclici. Prima o poi finiscono e, se si è stati bravi e ottimisti, – (e anche un po’ coraggiosi, aggiungiamo noi!) – beh, ci si può ritrovare con un buon investimento”. “Oggi – spiegano gli agen-ti della Freedom – c’è forse più difficoltà d’incontro tra la domanda e l’offerta e que-sto nonostante i prezzi si siano abbassati, in questi anni, di circa il 10%”.

Ma gli agenti non si lasciano incantare dalle cifre. Anche per le vendite, dicono, è a periodi. I telefoni squillano perché la clientela è curiosa, vuole sapere cosa c’è sul mercato e quando passa per loro l’occasio-ne, magari quella della vita.

Intanto, durante l’intervista, scopriamo inversioni di tendenza catanesi che fanno riflettere. Sembra essere tornata, ad esem-pio, la voglia di vivere in pieno centro a Ca-tania, dove stanno andando molto le vendite di bivani e trivani. Richieste che comunque,

confermano gli agenti, non escludono le vendite delle classiche villette fuori città, molte soprattutto nell’hinterland etneo, a due passi dalla tangenziale di Catania, che collega al capoluogo e alla sua provincia.

Da 4 anni la Freedom immobiliare gesti-sce un cordiale rapporto con il pubblico, con le sue 5 agenzie dislocate sul territorio e i suoi partners. Alla domanda perché si dovrebbe ancora preferire l’intermediazio-ne di un’agenzia nella compravendita di un immobile piuttosto che i contatti diretti con i privati, Ferrera, Urzì e Pellegrino rispon-dono con i numerosi servizi offerti dalla Freedom: una fornitissima banca dati; un sito Internet continuamente aggiornato; la costante pubblicità; le brochure illustrative; le telefonate periodiche per tenere informati i propri clienti; e, quindi, le proposte allet-tanti del momento.

Oggi un’agenzia come la Freedom perce-pisce il 3% sulla compravendita di un im-mobile e segue i clienti dalla vendita fino all’atto, con il disbrigo di pratiche e docu-menti. L’agenzia vanta anche convenzioni con alcune banche per accendere mutui.

E proprio sul fronte mutui arrivano impor-tanti novità. Dal 1° marzo, infatti, le banche devono fornire ai clienti un documento con le informazioni generali sui numerosi mutui disponibili. Ciò per la migliore trasparen-za possibile e che si chiama: “informativa obbligatoria”, prevista dalla “disposizione di vigilanza” della Banca d’Italia del 30 dicembre scorso. Sarà un ulteriore passo avanti verso la chiarezza? Oppure, come teme Carmelo Calì, presidente di Confcon-sumatori Sicilia con un intervento sul quo-tidiano La Sicilia, servirà solo a riempire di altre carte la gente?

L’ottimismo degli agenti immobiliari

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Page 9: LA SVOLTA Aprile 2009

Aprile 2009LA SVOLTA 9Per commenti o suggerimenti, sugli argomenti di queste pagine, scriveteci: LA SVOLTA, Via G. Mazzini, 59 - 95040 Motta S. Anastasia (CT)oppure inviate le vostre e-mail all’indirizzo di posta elettronica: [email protected]

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Il Governo Berlusconi batte ancora sul tasto dell’ottimi-smo e spinge anche il mon-

do più arroccato, quello delle banche e degli istituti di credito, ad aprirsi di più alle imprese, a confrontarsi col mondo della produttività e di farlo con sca-denze periodiche.

È stato il vecchio spirito di Ber-lusconi imprenditore a tornare alla ribalta nella cena informale di qualche sera fa a Villa Mada-ma con i principali banchieri ita-

liani, durante la quale il premier li ha invitati a “continuare a dare una mano alle imprese. Diteci – ha detto Berlusconi – come il Governo, oltre ai 12 miliardi già stanziati (il riferimento è stato alla somma stanziata a favore del settore creditizio, ndr), può fare qualcosa. Noi stiamo operando per fronteggiare al meglio questa crisi”. L’invito ai banchieri è ar-rivato dopo quello indirizzato ai vertici dell’industria italiana, ai protagonisti del Made in Italy e

ai rappresentanti delle utilities.“La crisi si può battere – ha ag-

giunto il presidente del Consiglio – e il nostro compito è diffondere la fi ducia, perché con il pessimi-smo non si va da nessuna parte, non si combina nulla di buono”. Per questo, secondo Berlusconi, le banche devono accompagna-re lo sviluppo e l’espansione del tessuto imprenditoriale italiano.

L’ “Italia del fare”: così il pre-mier ha defi nito la sua squadra di ministri, quella sera quasi al

completo.Ogni suo uomo per ciascun ta-

volo, a simboleggiare la vicinan-za e la presenza del Governo in tutti i settori vitali dell’economia italiana. Tra gli invitati, spiccava-no il presidente dell’Abi, Corrado Faissola, l’amministratore dele-gato e il presidente del Consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera ed Enrico Sal-za, l’amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, il presidente di Banca Mediola-

num, Ennio Doris, il presidente di Monte dei Paschi di Siena, Giuseppe Mussari, l’ammini-stratore delegato di Mediobanca,

Alberto Nagel, il presidente della Bnl, Luigi Abete, e l’amministra-tore delegato di Deutsche Bank, Flavio Valeri.

E INTANTO LE ESPORTAZIONI…

U n leggero ma signifi cativo incremento delle esportazioni, +0,3%, nel 2008 rispetto all’anno precedente, grazie a un netto incremento dei

fl ussi verso i Paesi extra europei, +6,5%.I numeri sono forniti dall’Istat, che però sottolinea subito un peggioramento del settore nell’ultimo trimestre dell’anno appena trascorso. E purtroppo il dato peggiore è quello dell’Italia meridionale, con un -20,8%, contro il -7,5% dell’Italia nord-occidentale e il -7%, tondo tondo, di quella centrale. Un po’ meglio è andata per le regioni nord-orientali, con un -4,3% .

Purtroppo, tra le regioni che maggiormente hanno contribuito e contribuiscono ai fl ussi commerciali con l’estero, non è menzionata dall’Istat la Sicilia. A fare la parte del protagonista sono invece Sardegna (+22,4%), Liguria (+9,4%), Lazio (+7,7%), Friuli Venezia Giulia (+5,9%), Abruzzo (+4,9%) ed Emilia Romagna (+2,4%).

In fl essione, invece, i dati di Marche (-1,5%), Toscana (-1,9%), Veneto (-4,6%) e Campania (-1,8%).

A fare la parte da leoni sono ancora i prodotti petroliferi (+15,6%), seguiti da quelli alimentari (+7,6%) assieme a tabacchi e bevande, e i prodotti agricoli (+4,4%).

L’ottimismo del governo per superare la crisiBerlusconi alle Banche: “Aiutate le imprese!”

R igassifi catori, termovaliz-zatori, infrastrutture, im-pianti alimentati da fonti

rinnovabili, TAV, Centrali nucleari, sono solo alcuni dei vari progetti che in Italia si prova a far partire ma che quotidianamente trovano ostacolo nel gruppo del “no”.

Non esiste un progetto in Ita-lia che non susciti da parte di un gruppo di persone la convinzione che, opponendosi, si riesce a otte-nere un minimo di visibilità. Senza entrare nel merito della validità del progetto, con il solo scopo opporsi a una qualsiasi cosa.

Sono il cosidetto “Popolo del No!”. Hanno solo il piace di lamen-tarsi quotidianamente e certamente non si po’ andare avanti in questo

modo. Stiamo attraversando perio-di diffi cili, l’economia, le aziende italiane e gli stessi individui sof-frono di una crisi cronica da cui è diffi cile uscire.

Se proviamo ad analizzare alcuni tipi di investimenti necessari per la nostra economia, specie nel settore elettrico, quotidianamente trovano l’opposizione di gruppi di cittadini il cui solo scopo è quello di opporsi senza proporre iniziative in contrap-posizioni che potrebbero portare agli stessi benefi ci.

L’energia è il motore di una qual-siasi economia moderna. Genera ricchezza, produce benessere ed è indispensabile per il nostro vivere quotidiano. Abbiamo mai pensato come potrebbe essere la nostra vita

senza televisore, senza frigoriferi, senza forni a microonde oppure sen-za riscaldamento?

D’altra parte l’autovettura con cui andiamo in vacanza, al lavoro o al supermercato è alimentata ad ener-gia (combustibile fossile), i prodotti alimentari, l’abbigliamento e tutti gli oggetti necessari per il nostro vivere quotidiano ci provengono grazie al-l’energia (utilizzata per trasportare e produrre beni e servizi). Ora, la cre-scente domanda mondiale induce i vari paesi ad adottare politiche ener-getiche immediate e non possiamo più pensare di utilizzare quella prodotta da “altri “ in quanto, con il tempo, diven-terà sempre più costosa.

L’esperienza acquisita negli anni nel settore energetico spesso è an-

che un serio contributo per coloro che vogliono migliorare l’ambiente in cui ci troviamo non a discapito della collettività ma in una fase di simbiosi con essa.

Moderno e utile non è sinonimo di inquinamento, di “ecomostri” o di qualsiasi altra ideologia che si può sviluppare nella mente umana. Le persone devono rendersi conto che non possono essere più “oggetto” di pochi individui che con le loro belle parole tentano in qualsiasi modo di imporre il proprio volere per inte-ressi personali. Bisogna iniziare a ragionare con la propria testa valu-tando, ove possibile, i pro e i con-tro di ogni singola iniziativa, senza lasciarsi infl uenzare ma scegliendo con razionalità ed obiettività.

L’Italia del noIl “Popolo del No!”. Hanno solo il piacere di lamentarsi quotidianamente

Dotare gli autobus di fi ltri antiparticolato, prodotti dalla Pirelli Eco Technology, per ridurre l’impatto ambientale del trasporto

pubblico, è stata nella regione piemontese un esem-pio guida da imitare anche nella nostra Sicilia.

I fi ltri di Pirelli Eco Technology in pratica con-sentono di ridurre di oltre il 95% le emissioni di particolato e del 50% di biossido d’azoto (NO2). Il sistema fi ltrante Pirelli è costituito da 4 elemen-ti principali: un fi ltro antiparticolato in carburo di silicio costituito da una struttura a nido d’ape che trattiene il particolato, composto prevalentemente da particelle di carbone di varie dimensioni (il co-siddetto PM10); una marmitta dove viene alloggia-to il fi ltro antiparticolato; un additivo (ferrocene) che aggiunto al carburante consente la completa combustione al raggiungimento di una temperatura di circa 250/280 C° e una centralina che sovrinten-

de al corretto funzionamento del sistema.La regione Piemonte ha utilizzato fondi propri,

pari a 7 milioni di euro, in attesa di altri 6 milioni dallo Stato, defi niti in un accordo di programma da 15 milioni complessivi per la qualità dell’aria nel territorio piemontese e che comprende risor-se anche per le altre iniziative come l’allarga-mento delle ZTL e lo stanziamento per ridurre del 33 % il costo degli abbonamenti per studenti universitari e lavoratori. L’accordo prevede che Pirelli Eco Technology installi, entro settembre 2009, ben 879 dispositivi su altrettanti autobus di classe Euro 2. Con gli altri fondi in arrivo toc-cherà ai mezzi di classe Euro 3 (764 circolanti) e, se nel frattempo non verranno sostituiti, ai 425 Euro 1 in dotazione alle aziende piemontesi di trasporto pubblico. A fi ne febbraio le trasforma-zioni effettuate sono state 271 e si prosegue se-

condo una media di 100 mezzi al mese.Con questo intervento si è potuto costatare come

il trend dei dati sulla presenza di PM10 nell’aria che respiriamo è in costante discesa e la scelta di sostenere l’installazione dei fi ltri anti particolato, si è dimostrata positiva, scelta che dovrebbe esse-re condivisa e utilizzata anche dalle atre regioni, come ci auguriamo presto nella nostra stessa Sici-lia, affi nché si possa continuare a utilizzare ancora i mezzi pubblici circolanti garantendo parametri di minore impatto per la qualità dell’aria.

“La scelta della Regione Piemonte - ha dichiarato Bruno Tronchetti Provera, amministratore delegato di Pirelli Eco Technology - dimostra l’utilità della tecnologia messa a punto da Pirelli nel supporta-re l’impegno delle società di trasporto pubblico a combattere le emissioni di polveri sottili. Con la semplice sostituzione della marmitta e il montag-

gio del nostro sistema fi ltrante, le aziende di tra-sporto raggiungeranno le emissioni di particolato previste con la normativa europea Euro 5, miglio-rando sensibilmente la qualità dell’aria delle città, con benefi ci per la salute dei cittadini”.

In Piemonte 900 autobus con il fi ltro Pirelli che trattiene le polveriUn intervento ambientale, trasformando gli autobus in modo rapido ed efficace

Feelpure™, il filtro antiparticolatoPirelli Eco Technology, attiva nella ricerca sui materiali e sui processi, svolge un’inten-sa attività nella produzione e nella consu-lenza tecnica.Dalla ricerca e dalla tecnologia Pirelli nasco-no i filtri Feelpure™ (in carburo di silicio), un risultato di qualità superiore e lunga durata nell’utilizzo.

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10 Aprile 2009 LA SVOLTA

Donna Questa rubrica vuole essere una pagina d’incontro per tutte le donne. Per far capire che non siamo sole, ma che i problemi di ognuna di noi, in fondo, sono quelli di tutte. E perché no, magari qualche uomo, sbirciando un pò, potrà esaudire qualche sua curiosità…Scriveteci: LA SVOLTA - Via G. Mazzini, 59 - 95040 Motta S. Anastasia (CT)oppure inviate le vostre e-mail all’indirizzo di posta elettronica: [email protected]

Rubrica Donne a cura di Francesca Putrino

Chiacchierando con… Maria Scaccianoce e l’associazione “Io Donna”“L’importante è affrontare le esigenze sociali, non guardandole da lontano, ma agendo sul campo”

C are amiche non so se avete mai

notato la nostra buf-fa espressione men-tre siamo intente a metterci il mascara!

Tutto inizia quan-do, armate di “pen-nellino”, ci avvici-niamo sempre di più allo specchio con gli occhi sbarrati. Ecco allora che ap-pena sfi oriamo le nostre ciglia con la punta del mascara la bocca automaticamente si apre come per rifl esso.

Le donne durante questo rituale aprono la bocca sem-plicemente per tirare meglio i muscoli del viso, ridu-cendo il rischio che il pennellino del mascara possa fi -nire loro negli occhi. Questo procedimento è molto più accentuato nelle donne la cui età tende ad avanzare e a marcare la pelle “calante” e quindi aprono la bocca e magari si aiutano tirandola con la mano.

Di conseguenza ci troviamo a dover assumere un’espressione da ebeti. Fortunatamente davanti a noi c’è solo lo specchio.

Le donne e la loro buffaespressione allo specchio

Rubrica: Fattore “S.”“Amici profi t”, nuova evoluzione nel rapporto uomo - donna

“ Non siamo un gruppo statico, siamo delle signore che voglio-no agire”.

Ecco, sono arrivata. Apro la porta e da dietro un bancone esce lei, Maria Scac-cianoce. Sono venuta a trovare la “mia” donna del mese al bar di suo marito. Lei è subito dolce e disponibile, mi saluta e mi chiede anticipatamente scusa perché non c’è una vera saletta dove sederci e mi porta all’interno del laboratorio. Io non sono affatto infastidita, anzi, m’in-curiosiscono le location particolari, mi permette di capire meglio chi mi trovo davanti. Appena apriamo quella por-ta un profumo penetra le mie narici e quell’odore di dolci mi rievoca, non so perché, la vecchia cucina della nonna che profumava sempre di ciambella. Ci appoggiamo al bancone e da lì, in maniera del tutto naturale cominciamo a chiacchierare.

D -Quando ha conosciuto suo marito?R - “L’ho conosciuto tardi, avevo già 30 anni. Ero tornata da Bergamo dove ero stata per fare un concorso. Siamo due persone opposte. Io più estroversa, pimpante, lui più razionale e taciturno. Siamo un’accoppiata vincente”.D - Cos’è fondamentale in una coppia?R – “Cedere qualcosa. Stare con qual-cuno è un dare e un avere. La donna ha un ruolo portante nella coppia. Deve essere un collante, una diploma-tica, una saggia. Mia madre mi diceva sempre che una moglie deve fare tutto quello che vuole durante la sua giorna-ta, ma guai se non torna almeno un’ora prima da suo marito e non si fa trova-re con il sorriso sulla bocca e non per spirito di sacrifi cio, ma perché lo ami. Poi, se qualcosa non va, parlarne. Il dialogo è al centro di tutto. Le coppie

dovrebbero ascoltarsi di più e avere più rispetto gli uni degli altri”.D - Cosa manca oggi alle persone?R – “Manca il rapporto sano con gli altri. C’è troppo egocentrismo: io, io e di nuovo io. C’è una corsa spasmodica al denaro. L’apparire prevale sull’es-sere. Molto, spesso, dipende dai geni-tori che mandano messaggi sbagliati perché si da troppo ai propri fi gli che un domani probabilmente non sapran-no come fare”.D - Come nasce l’associazione “Io Donna”?R – “Ci pensavo da tempo. L’associa-zione vuole interessarsi all’essere don-na non come qualcosa in contrapposi-zione con l’essere uomo, ma in collabo-razione con esso. Io, in quanto diversa perché Dio ci ha fatto così. Abbiamo un grembo nel quale accogliamo un fi glio. Il nostro uomo non potrà mai, non per

sua volontà, capire cosa proviamo. Sia-mo predisposte al sacrifi cio. Sappiamo se i fi gli hanno problemi, se a casa manca qualcosa. Le donne si mettono sempre da parte davanti alle esigenze della propria famiglia. In associazio-ne si parla delle esigenze sociali, non guardandole da lontano, ma agendo sul campo. Non siamo un gruppo sta-tico, siamo delle signore che vogliono agire”.D - Cosa è cambiato, oggi, nell’es-sere donna?R – “Ora le ragazze dicono subito: tu mi piaci. La mancanza di riservatez-za ha portato a far perdere la propria femminilità. L’uomo non corteggia più e tante cose diventano vane”.D - Un aggettivo per racchiudere la donna?R – “Amorevolezza dentro l’auto-revolezza”.

Maria Scaccianoce, nata a Misterbianco. Vive e lavora a Paternò.Diplomata all’istituto Magistrale “F. De Sanctis” di Paternò e laureata in pedagogia.Fa la professoressa di italiano, storia e geografi a alle medie presso l’istituto comprensivo “G.B. Nicolosi”, aiuta il marito nell’attività commerciale ed è presidente di un’associazione: “IO DONNA”È sposata con Natale con il quale ha due fi glie, Rosy e Antonella.È apartitica, ma non apolitica. Pensa che il connubio perfetto per una coppia si crei con il rispetto e il dare - avere reciproco.

Sono state presentate alla Camera dei de-putati cinque mozioni sulla prevenzione e la cura delle patologie femminili.

La prima stigmatizza come la promozione della salute delle donne per essere tale necessita innan-zitutto dei dati sulla prevalenza di malattie, ma anche dei dati sulle condizioni di lavoro, di vita, sui ruoli sociali e familiari, sulla natura e sulla qualità delle relazioni, sui vissuti delle donne.

La seconda mozione impegna il Governo a favorire ed incentivare la ricerca clinica e far-macologica per le patologie tipiche della donna come strumento fondamentale per migliorare prevenzione e cura in questo particolare ambi-to; a potenziare il sistema di screening per poter prevenire e curare tempestivamente le tipiche patologie femminili, con particolare riferimen-to a quelle oncologiche del sistema riproduttivo e a quelle oncologiche della tiroide, in quanto una diagnosi precoce consente nella maggior parte dei casi di curare la malattia e di salvare la vita del paziente.

Con la terza mozione il Governo s’impegna

a promuovere, nella programmazione socio-sanitaria nazionale, il consolidamento di un approccio mirato al tema della salute della donna, favorendo anche in ambito medico una nuova sensibilità nei confronti delle esigenze

assistenziali della donna, nelle successive fasi evolutive ed in rapporto alla diversa intensità dei bisogni.

La quarta mozione impegna il Governo a realizzare un’effi cace politica di prevenzio-ne avendo come priorità la drastica riduzione delle attuali inaccettabili disparità regionali relative all’assistenza socio-sanitaria offerta; ad impegnarsi al fi ne di attivare nuovi servizi sanitari; a garantire una diffusione capillare a livello regionale, che consenta la riduzione del prezzo del vaccino hpv, nonché la sua effettiva diffusione.

Infi ne, la quinta mozione prevede di reperire le risorse necessarie ad un maggior sostegno della ricerca di base sulle principali patologie che colpiscono le donne; a sensibilizzare le gio-vani generazioni sui rischi per la salute correlati al tabagismo, all’alcolismo e all’assunzione di sostanze stupefacenti; ad includere l’osteoporo-si tra le malattie croniche invalidanti, a favorir-ne l’inserimento tra le iniziative di prevenzione del servizio sanitario nazionale.

Dire che il primo pensie-ro di un uomo quando si trova davanti una

donna, tanto più se sexy ed affa-scinante sia il sesso è ormai roba vecchia e risaputa. Ed altrettanto risaputo è che la maggior parte degli uomini, una volta raggiun-to l’obiettivo rifuggono da qual-siasi tipo di legame, adducendo l’appena terminata scappatella al frutto dell’amicizia e del sem-plice interesse “disinteressato” che avevano provato fi no a quel momento per la povera malcapi-tata.

È, infatti, diffi cile non aver mai sentito da un uomo, soprattutto se single, di non ambire ad una relazione solo sessuale, che al limite, come bonus extra, possa sfociare nell’amicizia “disinte-ressata”. Ma questo solo a pat-

to che lei accetti questo status, quasi imposto, di amica. Perché altrimenti, usando la metafora delle api, il nostro uomo- ape in questione non ci penserà due volte prima di posarsi su un altro fi ore.

Questo ha rappresentato da sempre per un uomo il connubio ideale tra sesso e amicizia. Ma a questo punto sorge spontaneo chiedersi quale sia l’atteggia-mento delle donne sull’argo-mento e soprattutto se ad oggi la donna ricopra ancora il ruolo di “sedotta e abbandonata” o se sia lei a cercare questo determinato tipo di situazioni.

Da un nostro sondaggio, emer-ge che, sempre più donne, so-prattutto della fascia d’età che va dai 20 ai 30 anni, non si pone il minimo problema sulla questio-

ne. Al contrario, in molte hanno confessato che spesso sono state loro stesse a prendere l’iniziati-va sessuale con alcuni uomini, tanto meglio se amici fi dati con i quali, esaurito “l’atto”, tornare ad essere amiche. Come o più di prima.

La tipologia tecnica di questa categoria di uomini è “amici profi t”, dai quali, come dice lo stesso termine si trae il “profi t-to” del piacere sessuale, nonché l’amicizia nel senso più sincero del termine. Spesso, infatti, que-sto genere di amici fungono an-che da spalla su cui piangere ma-gari a causa di un’altra relazione che sta naufragando. E non è detto che si debba avere un solo amico profi t: c’è chi ad esempio si trova in diffi coltà nel dislocare nell’arco della settimana gli ap-

puntamenti con i suoi 5 amici.E forse è proprio questa l’ul-

tima frontiera del “sesso senza impegno”: avere qualcuno che sia affi dabile non solo dal pun-to di vista affettivo, ma anche e soprattutto da quello sessuale. Tutte le donne intervistate, infat-ti, hanno confermato che il sesso con un amico è più appagante perché non si teme di essere giu-dicate, o peggio non accettate, e tutto a giovamento dell’intesa sessuale. Il tipo di persona che fa sparire le tue inibizioni e ti fa sentire veramente te stessa, come vere fl ebo per l’autostima sessuale di ognuna.

A prima vista questo sembre-rebbe il rapporto ideale. Ma, se uno dei due dovesse scoprire di provare sentimenti di altra natu-ra la situazione potrebbe compli-

carsi, si arriverebbe, nel peggiore dei casi, a rompere qualsiasi tipo di legame. Proprio a tal proposi-to l’aspetto più sorprendente è che spesso e volentieri sono pro-prio gli uomini a sperare di far evolvere questo tipo di rapporto in una relazione seria.

Forse, allora, se sempre più spes-so molte donne scelgono questo

tipo di relazioni “ibride” è perché vogliono dimostrare a loro stesse che un rapporto per poter funzio-nare non debba necessariamente essere diffi cile. Allo stesso tem-po la paura di soffrire è sempre in agguato e nella maggior parte dei casi impedisce loro di lasciarsi andare per evitare di essere nuo-vamente deluse.

a cura di Giuliana Sotera

Prevenziome e cura delle patologie femminiliCinque mozioni per promuovere la salute, incentivare la ricerca, sensibilizzare

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Aprile 2009 LA SVOLTA

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12 Aprile 2009 LA SVOLTA

Arte & Cultura Pagina a cura di Maria Sambataro

Artista eclettico e ver-satile attinge al mon-do che lo circonda

per esprimere al meglio la sua multiforme personalità.

Pur vivendo a Padova da circa 30 anni, ha mantenuto col suo paese d’origine un forte legame affettivo, tale da indurlo a concepire e a realiz-zare delle creazioni artistiche ispirate al contesto etneo.

Ideatore dell’istallazione “Volo in rete” (vedi foto qui accanto) realizzata su uno dei Crateri Silvestri dell’Etna nell’agosto 2006, sta progettan-do una nuova installazione che avrà per la seconda volta il Vul-cano come palcoscenico.

Qualunque sia il genere in cui sceglie di esprimersi, il punto di partenza delle sue creazioni è sempre la società con le sue trasformazioni e i suoi nodi problematiche.

Ama infatti esprimersi in opere di ampio respiro, come installa-zioni e scenografi e, di forte coin-volgimento estetico. Tra le in-stallazioni, molto apprezzate dal

pubblico e dalla critica il “Labi-rinto” e “Rete elastica”. Entram-bi si ricollegano ad un evento o ad una situazione sociale che ne ha suggerito la genesi.

Il Labirinto realizzato con cassette di plastica, è nato dalle attività dell’associazione geni-tori ULISSE che, nell’ambito di un quartiere di Padova, si è oc-cupata soprattutto di temi socia-li legati alla vivibilità della città nei confronti dei bambini. Scopo dell’installazione era di sensibi-lizzare la cittadinanza verso una migliore qualità dell’ambiente urbano specie in relazione alla

sfera dell’autonomia del bam-bino nei percorsi Casa-scuola. Il Labirinto nasce come gioco per i bambini, come metafora della viabilità cittadina, con le sue strade vissute come tunnel in attesa di arrivare sempre da qualche parte. E’ stato realiz-zato con circa 1500 cassette di plastica per la frutta (fornite da un supermercato del quartiere) nel cortile della scuola Randi di Padova per la festa di fi ne anno. In occasione dell’even-to annuale fi eristico collegato al mondo della scuola, l’opera è stata realizzata negli spazi

aperti della fi era nelle di-mensioni in pianta di un quadrato di lati di 10 metri per 10 metri.

Generatrice di ulteriori progetti, la Rete elastica, metafora della comunica-zione, nasce dal desiderio di tradurre il concetto di comu-nicazione in modo immedia-to ai bambini: data la natura del materiale usato, la rete si muove simultaneamente se pizzicata in un qualsiasi punto e rende perfettamente

l’idea delle cose che sono tutte collegate, uno dei concetti chia-ve del pensiero ecologico.

Collegato alla Rete è un altro progetto di installazione che uni-sce gli elementi elastici con altri elementi (cannucce di plastica) per formare strutture evocanti forme molecolari organiche. Su questo schema strutturale è stata realizzata un’installazione nel-l’oasi verde del parco di Rubano dove ogni anno, il 1° maggio, si svolge un’importante manifesta-zione di festa cittadina.

Dalla Rete è nata anche l’idea

dei laboratori sulle Molecole Or-ganiche che Sambataro ha tenuto in diversi contesti scolastici.

Sul piano del fi gurativo da alcuni anni l’artista ha avviato una ricerca che ha dell’intri-gante dal titolo Seconda classe. Si tratta di una serie di ritratti, alcuni dei quali hanno fatto parte di una mostra svoltasi a Padova a cura dell’associa-zione culturale XèArte, i cui modelli inconsapevoli sono i passeggeri dei treni delle Fer-rovie dello Stato, pendolari che abitualmente vanno in treno per motivi di studio o per lavoro.

Un modo di raccontare un pezzo della quotidianità pro-pria e altrui. Fatti sulla carta dei quotidiani e nel breve tempo del tragitto, i disegni tendono ad occupare gli spazi vuoti, bian-chi, chiari delle pagine A volte si sovrappongono ad altre im-magini o “entrano in sintonia” con loro. Il risultato è sorpren-dente: negli strani accostamenti del caso, i soggetti dialogano fra loro e sembrano ridere delle stranezze della vita.

Eclettismo e versatilità nell’arte di Pippo SambataroIl punto di partenza delle sue creazioni è sempre la società con le sue trasformazioni

Pippo Sambataro (al secolo Giuseppe) nasce a Belpasso (CT) il 28/06/56. Ingegnere edile, insegna Fisica nel padovano. Iscritto all’associazione di Bioarchitettura,I.N.B.A.R.. ha dato un forte impulso al tema dell’urbanistica partecipata, promuovendo la nascita di un laboratorio relativo al problema del parcheggi della città in cui vive. Nel 1993 partecipò al convegno della OIKOS BIOEDILIZIA allestendo il manifesto dell’evento. Da diversi anni allestisce le scenografi e per l’associazione “Azzurra” di Alfi o Barbagallo. Opere grandiose, sempre originali nella soluzione formale. Una vera e propria sfi da in quanto l’artista cerca ogni volta di combinare elementi discordanti: qualità del prodotto, originalità, uso di materiali di modestissimo costo.

Pippo Sambataro (al secolo Giuseppe(al secolo Giuseppe( ) al secolo Giuseppe) al secolo Giuseppe

Adelino Niero ha trascor-so l’intera vita lavora-tiva nella scuola come

docente e capo d’istituto. Nel saggio L’educazione alla

deriva affronta uno dei fenome-ni sociali più allarmanti della nostra epoca: l’abbassamento continuo del livello educativo e formativo dei giovani di oggi.

Di chi è la colpa? A fronte delle tante teorie offerte dagli studiosi del fenomeno, poche sono le de-nuncie dei veri responsabili.

Forte dell’esperienza maturata in tanti anni di attività lavorativa

nel mondo della scuola, A. Nie-ro è capace di fare il punto sulla situazione, e senza indulgere in disquisizioni pedagogico-didat-tiche puramente teoriche, e con assoluta obiettività, fa un’analisi impietosa della situazione chia-mando in causa direttamente la famiglia, la scuola e le tante agenzie extraeducative che ruo-tano attorno ai giovani di oggi.

Sotto accusa in particolare ge-nitori e insegnanti: i comporta-menti sbagliati, le negligenze, le disattenzioni, le depravazioni educative, le incongruenze, i

rapporti interpersonali negativi che molti di loro instaurano con i fi gli e gli allievi sono oggetto di attenta analisi e di aperta denun-cia. L’autore è anche propositivo nell’indicare le vie alternative da seguire per evitare che i dan-ni dell’attuale sistema formativo peggiorino e che la società futu-ra vada alla deriva.

Oltre ad individuare gli errori e le incompetenze di tutta una classe di operatori educativi, e a denunciarne il grave senso di irresponsabilità verso la loro mission, il saggio dà anche una

spiegazione ampia e articolata dell’origine del fenomeno; nel ribaltamento di valori operatosi nel mondo occidentale l’autore individua la genesi del malesse-re sociale di cui i nostri giovani sono solo vittime incolpevoli di una fi losofi a di vita altamente condizionante. E sebbene av-vertano il vuoto di una tale fi lo-sofi a, faticano a modifi carla pur volendolo fortemente.

Collana Saggistica - Pedagogia e Didattica - pp. 180, € 12,00,Editrice Italia Letteraria, Milano, 2008

L’educazione alla deriva di Adelino NieroErrori, omissioni, condizionamenti negli odierni processi educativi

AAdelino Niero, nato aCampolongo Maggiore(Venezia) e vive a Milano.E’ stato prima insegnate e dopo capo d’istituto quale direttore didattico per oltre un ventennio.Collaboratore dell’U.N.L.A. (Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabetismo).Autore di numerosi libri di testo e di schedari operativi per la scuola primaria e consulente di riviste didattiche.

I n tempi in cui le separa-zioni aumentano, le fami-glie si allargano per via

delle nuove fusioni di coppia, l’istituto del matrimonio vive una fase di crisi, non nuoce par-lare di tradizioni nuziali.

Per la ricorrenza dell’8 marzo, la giornata della donna, il circo-lo culturale femminile “Athe-na” di Belpasso, ha organizzato un incontro con lo stilista Mar-co Strano che ha relazionato sul tema “Il matrimonio nella tra-dizione siciliana”. L’incontro si è avuto nell’aula Consiliare del Comune di Belpasso alla pre-senza del sindaco Alfi o Papale.

Dopo il benvenuto della pre-sidente del Circolo, Concetta Muratore, e del sindaco alle numerose ospiti il relatore ha ri-costruito l’evoluzione dell’abito nuziale all’interno della tradi-zione siciliana; un’evoluzione a dire il vero un po’ troppo tortuo-sa a volerla seguire dal momen-to che s’intreccia con le vicende storiche dell’isola. Le vicende dell’abito sono state seguite con molta curiosità dalle tante ospiti

presenti in sala. L’incontro è sta-to anche un’occasione per impa-rare nuove cose sugli usi e co-stumi legati al giorno più bello, per risolvere antichi busillis, per darsi spiegazioni su particolari un po’ scabrosi, su qualche tabù rimasto tale nella psiche delle presenti. Insomma, per saperne di più. Per la conoscenza ogni momento è sempre buono, e può darsi anche che un particolare possa schiarire le idee in merito ai comportamenti del partner e magari, in ultima analisi, salvare qualche coppia dallo scoppio.

Alessandra Lombardo e An-drea Balsamo, con morbide melodie tradizionali, hanno al-lietato ulteriormente la serata.

Alla fi ne della relazione, di-vertite dal tono semiserio del relatore e soddisfatte dell’esito dell’incontro, le socie si sono soffermate ad ammirare i pre-ziosi abiti da sposa dello stilista che si inserivano egregiamente nell’arredo della sala di Città e l’adornavano in modo incon-sueto ma ricco di fascino.

Il fascino dell’antico e del tra-dizionale.

“Il matrimonio nella tradizione siciliana”Un incontro con lo stilista Marco Strano organizzato dal circolo culturale femminile “Athena” di Belpasso

I l “cretino fosforescente”! Fa an-cora sorridere, a distanza di un secolo, la trovata genial-satirica

(e anche molto cattiva!!!) con cui il poeta Gabriele d’Annunzio soleva indicare il padre del Futurismo, Fi-lippo Tommaso Marinetti. Si fa un gran parlare, giustamente quest’an-no, di Futurismo, dato che ne ricorre il centenario della fondazione. Il 20 febbraio del 1909, infatti, a Parigi, dalle pagine de “Le Figaro”, Marinetti pubblicava il manifesto del movimento rivoluzionario culturale italiano, che avrebbe segnato qualche decennio della vita artistica europea.

Al di là dell’ironia dannunziana, è comunque giusto celebrare quella che fu una delle poche, se non l’unica vera intuizione culturale della nostra Penisola in un periodo in cui proprio la Francia, con la sua capitale, rappresentava il cuore della cultura europea e internazionale, ed è giusto che le Istituzioni portino alla luce, con mostre, incon-tri, convegni, pubblicazioni, i tanti movimenti che nacquero nel movimento stesso: l’architettura, l’aeropittura, la poesia, la musica, il romanzo… Non ci fu forma d’arte, infatti, che non venne stravolta, malmenata, esasperata dal Futurismo. Che d’Annunzio si sia lasciato andare a simili epiteti, come il “cretino fosforescente” rivolto al fondatore del movimento, ciò fu perché il Vate

nazionale, pur essendo aperto a tut-ti i tipi di esperienze, culturali e di vita, restò comunque sempre legato a un certo classicismo, a un certo lirismo che fu poi quello del “Poe-ma Paradisiaco”, dell’ “Alcyone” e dell’intenso “Notturno”. Immagina-te, pertanto, cosa poteva pensare di uno come Marinetti, che chiedeva di bruciare le biblioteche, di affon-

dare Venezia, di spolverare i cuori dei classicisti per battere nuovi sentieri letterari. Tutte provoca-zioni, naturalmente, che hanno fatto un gran bene al confronto artistico italiano. Ciò non toglie, co-munque, che durante le sue mirabolanti imprese, come l’occupazione di Fiume, d’Annunzio si sia avvalso della collaborazione di giovani ed energi-ci arditi futuristi, facendo per qualche mese della città dalmata una nuova Sparta, dove guerra e arte, musica e poesia, arte e artigianato erano il pane sa-cro quotidiano, si facevano preghiera e cercavano di infondere una nuova rivoluzione interiore. Da qui, allora, se l’intenzione di Marinetti fu quella di dare un “risveglio globale”, un “rinnovamento ideale” all’Italia e al mondo, è ancora più vero che oggi quell’intenzione è quanto mai necessaria: per quelle generazioni che non sanno da dove vengo-no né quali siano le loro radici culturali.

Antonio Iacona Presidente Associazione “Gabriele D’Annunzio”

Le intenzioni del Futurismoper scuotere le coscienzeRisveglio globale, rinnovamento ideale!

Sin.: Marco Strano, Cettina Muratore e Alfio Papale

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Aprile 2009LA SVOLTA 13

Spettacolodi Maria Sambataro

N ei sogni bisogna crederci e lavorar-ci. Farli sempre.

Inseguirli. Poi, un giorno, può capitare che come nelle fi abe, accade qualcosa; ma diversamente dalle fi abe, at-traverso vie che di magico e di soprannaturale non hanno proprio niente.

E’ accaduto a Daniela Ra-pisarda. Come ogni ragazza che si è formata ballerina an-che lei ha fatto il suo sogno: entrare a far parte di una compagnia della massima importanza. Il massimo ar-riva per lei nella persona di Massimo Ranieri che dopo una audizione la seleziona tra più di 1500 aspiranti per il musical “Poveri ma belli”.

Debuttare al Sistina di Roma con la prestigiosa compagnia del Massimo nazionale è si-

curamente per lei la realizza-zione di un sogno!

Dal sogno alla realtà il pas-so però non è assolutamente breve. Il suo curriculum la dice lunga a tal riguardo: tra le righe delle sue esperien-ze formative e professionali non vi leggi niente di magi-co, ma molto di concreto: tanta perseveranza, tanto bisogno di esprimersi sul palcoscenico e una ferrea volontà di farcela.

Insegnante e coreografa specializzata in danza clas-sica , modern-jazz e contem-poraneo, inizia i suoi studi nel ’95 accostandosi a varie discipline (danza classica, moderna, jazz, contempora-nea, danza spagnola, tip-tap, carattere e funk). Li inten-sifi ca prendendo parte ad importanti stage tenuti da maestri di livello internazio-

nale quali Tony Candeloro, Mia Molinari, Silvio Oddi, Fabrizio Montaverde, Mau-ro Astolfi , Marisa Ragazzo, Mauro Togna…Consegue il diploma di insegnante clas-sica, con il titolo di “Student Teacher”, presso la D.A.I. (Dance Art International) di Londra e quello di hip-hop presso la “Cruisin” e la Fe-derfi tness” di Modena.

Data la carenza della le-gislazione in fatto di danza, una ballerina il lavoro se lo deve inventare, lo deve crea-re da sé. E lei lo ha fatto. Te-nendo conto di tanti fattori sociali ed estetici, ha messo su un prodotto diverso, nuo-vo, frutto di tanto studio, disciplina ed esperienze sul campo: il modern-jazz, di cui tiene stage in tutta Italia con Sandro Vacca, balleri-no solista della compagnia

“Zappalà Danza” dal 1998. Insieme insegnano anche danza contemporanea.

L’esperienza di “Poveri ma belli” non si è ancora conclu-

sa; in autunno la compagnia sarà in tournée nell’Italia set-tentrionale. Altri teatri, altre esperienze, altre emozioni. Il sogno continua.

Ne vogliamo parlare delle donne che la sera dell’8 marzo, con la scusa della festa, tradiscono

a più non posso! Tradimenti uffi ciali o occasionali? Qualunque sia la risposta, si esce per tradire. Ma che cosa succede quella sera?

Le donne si organizzano a gruppi o co-mitive varie e vanno a riempire ristoranti, pizzerie, alberghetti vari, uffi ci o apparta-menti messi a disposizione da amici. Si dice in giro che il 31% di donne, quella sera, non va in nessun ristorante e pizze-ria (“capito mi hai?”). Prendiamo come esempio la signora Angela e la signora Alessia, due femmine straordinarie, oltre ad essere colleghe di lavoro, sono anche amiche (capito o non avete capito?). Sta-sera queste straordinarie creature hanno deciso di lasciare i propri mariti “a casa” e vanno a fare festa, la prima cosa che fanno è spegnere il cellulare, come dire “siamo ir-rintracciabili, è la nostra festa, è festa sia...”.

Come si fanno rimorchiare in questa sera magica? Escono con la macchina, fanno un giro per la città, pizzerie, risto-ranti, dove si organizzano queste festic-

ciole con taroccati spogliarellisti.Loro hanno cambiato programma,

niente pizza e niente bucatini alla ama-triciana, hanno deciso che questa notte ci dovranno essere per loro due bei fustini. Queste sono le mogli del terzo millennio, decise, hanno voglia di una notte da sbal-lo. Dove vanno loro a rimorchiare? Ma signori…in discoteca! Entrano, ballano in pista, fanno di tutto per farsi notare. Notano due bei fustetti che ballano anche loro. I due “taroccation” si avvicinano, si presentano, offrono qualcosa da bere. Le due amiche hanno deciso che saranno loro le prede e quella la notte giusta. I ragazzi le invitano fuori a fare un giro in

macchina e loro “ma noi siamo serie”. Alla fi ne, un po’ timidamente accettano di vedere la città di notte. Questa notte sono decise di cambiare la solita mine-stra riscaldata. Una dice all’altra: “oltre l’antipasto stasera ci mangiamo anche il dolce”. Questa notte vogliono trasgredi-re in tutto. Se le vedessero i propri ma-riti non le riconoscerebbero nemmeno, come si sono acconciate. Da casa escono in jeans e li troviamo con minigonne e tacchi a spillo. Tutta questa baldoria fi ni-sce, in genere, verso le 3 di notte. Come sempre è un classico, loro si alzano dai letti, in questo caso lasciano i due pirla: hanno già ottenuto quello che volevano.

Si rimettono in macchina, si rimettono le fedi, si fermano al primo bar, si rimet-tono i jeans, bevono qualcosa in modo tale da giustifi care che realmente erano in qualche ristorante. Il rientro a casa è qua-si sempre intorno alle 4 del mattino. Se i mariti sono svegli, fanno fi nta di essere un po’ brille. Se invece il marito dorme, van-no a farsi una doccia (ma perché mai?). Se il marito chiede “Dove sei stata?”, la scu-sa da fargli ingoiare è pronta, raccontano la favola di Cappuccetto Rosso. I mariti, come sempre, la bevono. Tutto raccontato nei minimi particolari, senza far venire il minimo sospetto al povero “cornuto”.

Come è bello tradire la sera dell’8 mar-

zo con la santa benedizione dei mariti, fi danzati, compagni…che nottata… P.S. Dedicato ai mariti: in questi casi non dovete mai alzare le mani sulle don-ne anche se avete scoperto il tradimento e siete arrabbiati. Le donne non si pic-

chiano nemmeno con le mimose, prima di agire contate fi no a 20, prendete fi ato, e al ventunesimo secondo sparite.Il giorno successivo festeggiate, sfaterete la tradizione che dice che S. Martino è il protettore dei cornuti.

U n vero e proprio boom mediatico quello che ha colpito Paternò. Il nuovo fi lm dei comici siciliani,

“La Matassa”, in questi giorni, nelle sale cinematografi che, ha dato ampio risalto alla città, location del fi lm, facendo scor-gere quello che forse pochi conoscevano. Cosi Paternò, giudicata da Valentino Pi-cone “un luogo con delle caratteristiche straordinarie”, si è trasformata in un vero e proprio set cinematografi co. Le scene sono state girate a settembre e hanno coin-volto tutta la popolazione. Moltissime le piazze della città, tramutate in set: Piazza quattro canti, Piazza Sant’Antonio, Piazza Santa Barbara, Piazza Regina Margherita, trasformata, insieme a via Garibaldi e Via Vittorio Emanuele in un quartiere cinese. Una grande possibilità per Paternò, una fi -nestra aperta verso tutte le regioni d’Italia, per incrementare il turismo.

Protagonista la città e anche i cittadini paternesi che hanno partecipato al fi lm come comparse e c’è chi, guadagnando-

si la simpatia dei due attori, è riuscito anche ad avere un piccolo ruolo all’in-terno del fi lm. Si tratta di Vincenzo Anicito, noto giornalista paternese che fi gura in due scene: ” Per me è stata un’esperienza bellissima, non solo per-ché ho fatto parte di un set cinemato-grafi co, potendo vedere come in realtà si crea un fi lm, ma soprattutto perché ho avuto la possibilità di far parte di un evento della mia Città.

L’esperienza con Ficarra e Picone ha lasciato a Paternò un messaggio impor-tante: le potenzialità, la magia e la forza di questo territorio sono immense, biso-gnerebbe a ciò aggiungere una coope-razione politica che riesca a far rifi orire la città. L’assessore allo Sport, turismo, spettacolo e cultura Gianfranco Roma-no si dichiara soddisfatto:

“Un’esperienza importantissima per la nostra città. Questo fi lm, ha reso ve-ramente giustizia a Paternò, con degli scenari ammirevoli. Abbiamo colto al

volo questa opportunità impegnandoci al massimo -continua l’assessore Ro-mano- creando una stretta collabora-zione con il cast e i registi in un clima di allegria. Negli ultimi giorni abbiamo incontrato la medusa, disposta ad inve-stire in altri fi lm, dove lo scenario po-trebbe ancora essere Paternò”.

di Giuliana Sotera

I l Grande Fratello sembra non passare mai di moda ed anche quest’anno oltre nove milioni di

persone si sono sintonizzate su Canale 5 per seguire le “avventure” di quelli che sono stati defi niti “gli inquilini più famosi d’Italia”. Ancora oggi sono in molti a non riuscire a spiegarsi il suc-cesso di questo programma, emblema del concetto “tv spazzatura”, tanto che ogni anno si scomodano fi or d’intellet-tuali, opinionisti e si aprono spazi di discussione animata che gira intorno al nulla ma che riescono ad inchiodare anche i telespettatori più restii a tuffarsi nella melma del privato esibito.

E non è affrettato affermare che no-nostante gli sforzi qualsiasi argomenta-zione al fi ne di giustifi care una simile perdita di tempo degli italiani è spazza-ta via dagli atteggiamenti eufemistica-mente diseducativi dei concorrenti del programma.

Unico scopo di tutti i coinquilini del “GF” sembra essere quello di farsi notare, a qualunque costo e, azzarde-

remmo, anche a qualunque prezzo. E questo sembra essere il caso di Cristina Del Basso, che si fa aumentare il seno di ben due taglie (partendo da una quar-ta), perché convinta che solo con questo “stratagemma” potrà fare carriera nel mondo dello spettacolo. Sorge sponta-nea a questo punto la domanda: troppo furba o troppo stupida? O forse entram-be? In realtà solo il tempo riuscirà a sta-bilirlo. Ma un altro dato di fatto ai limiti del paradossale è che Alessia Marcuzzi, conduttrice di successo di tante trasmis-sioni tra cui lo stesso “Grande Fratello” il seno se l’è fatto ridurre, un po’ a di-mostrazione che in televisione rimane solo chi ha il cosiddetto “quid pluris” che sicuramente prescinde dalla taglia di reggiseno.

La cosa peggiore è che dopo tutto, an-che per i gravi gesti dei stessi concorrenti, sono stati quasi “premiati” dagli ascolti.

Non osiamo immaginare da adesso in poi cosa s’inventeranno gli altri coin-quilini per rimanere il più a lungo pos-sibile, sull’onda del successo mediatico ottenuto così immeritatamente.

Com’è bello tradire la sera dell’8 marzo...il punto di vista di Tony Morgan

Sarà il nuovo sex-symbol, sarà la nuova star del futuro, chi lo sà ma di sicuro e di certo, il giovane mottese, Andrea Di Mauro è stato vi-

sto a Roma nella nota agenzia di Daniela De Carmine, presagen-te di tanti giovani talenti.“E proprio in questi giorni - dice la sua agente De Carmine - Andrea è stato convocato per al-cuni provini a Roma per le varie produzioni televisive, cinemato-grafiche e fiction ”.Il suo presagente dice: “Andrea è giovane, bello, interessante ed ambizioso, come devono essere i giovani di oggi, se voglio-no arrivare alla meta. Forse ab-biamo scoperto il sex-symbol di domani?”.Il mio personale in bocca a lupo caro Andrea e a tutti quei ragazzi che nella vita ci provano a fare il salto di qualità nel mondo meraviglioso dello spettacolo.Cari ragazzi e ragazze è difficile ma non impossibile, nella vita bisogna provarci... ve lo dice uno che ci ha provato e ce l’ha fatta.

Andrea Di Mauro con la suapresagente Daniela De Carmine

Sarà il nuovo sex-symbol?

Daniela Rapisarda, belpassese, nasce a Catania nel 1980. Diplomatasi al Liceo Scientifi co di Paternò, a partire dal 1998 partecipa ad importanti manifestazioni televisive e teatrali che le permettono di collaborare con artisti di nota fama (Cl. Baglioni, G. Garko, Fiorello, tanto per fare qualche nome). Ha partecipato a diverse trasmissioni e spettacoli televisivi. Concorrente e coreografa a numerosi concorsi internazionali che si avvalgono delle presenze più prestigiose del panorama della danza contemporanea, classica jazz e hip-hop. Sia come ballerina che come coreografa ha ricevuto importanti premi e riconoscimenti.Tra i teatri in cui si è esibita ricordiamo: ilSistina (Roma), lo Smeraldo (MI), il Biondi (PA),il Margherita (CL), l’Augusteo (NA)… e natural-mente lo Stabile e il Metropolitan di Catania.

Daniela Rapisarda,

artisti di nota fama (Cl. Baglioni, G. Garko, Fiorello,

Una giovane ballerina che, mentre si inventa il lavoro, realizza un sogno

Paternò lo scenario del filmdi Simona Scandura

volo questa opportunità impegnandoci

Tv spazzatura. Il GF 9 stravincePersonaggi “gonfiati” e personalità da ricovero, ma il pubblico premia

Page 14: LA SVOLTA Aprile 2009

14 Aprile 2009 LA SVOLTA

Università Pagina a cura di Giuliana Sotera

Per le vostre inserzioni e domande scrivete all’e-mail: [email protected]

S embra essere a rischio estinzione un altro dei fiori all’occhiello dell’istruzione universitaria del Meridione: la “Scuola

Superiore di Eccellenza” di Catania. Questa istituzione, sebbene abbia oltre dieci anni di vita, è ancora poco conosciuta, perché ogni anno apre le porte a soli 100 studenti. Tra i suoi punti di forza innanzi tutto la garanzia di un’ottimale integrazione tra didattica, ricerca e occupazione, inoltre quello di offrire ai suoi studenti percorsi formativi, post-laurea innovativi, attraverso l’attivazione di Master di II livello, corsi di formazione avanzata e dottorati di ricerca.

Per capire allora come mai un così importante istituto rischi di scomparire, è necessario compiere un breve excursus storico che riesca a chiarire come sarebbero dovute realmente andare le cose. Quando, infatti, dieci anni fa il Ministero pensò di creare queste particolari strutture, versò dei fondi pari a 13 milioni di euro a ciascun ateneo, individuando inoltre degli enti esterni che avrebbero potuto cofinanziarne il sostentamento, in modo tale da garantirne, attraverso una gestione seria e concreta, il funzionamento. Allo scadere poi dei 10 anni, le scuole di formazione sarebbero dovute diventare autonome, e quindi indipendenti dal Ministero e dall’Ateneo. Ma tutto ciò a Catania non è ancora avvenuto, con la conseguenza che la nostra scuola superiore d’eccellenza è rimasta l’unica a non aver conseguito l’obiettivo.

A questo proposito nascerebbe spontaneo domandarsi quali possano essere le cause alla base di questo fallimento. E a quanto pare alla base ci sarebbe stata una cattiva gestione di chi aveva il compito di garantire il funzionamento di queste scuole, effettuando costi troppo elevati e comunque un’incapacità di trovare enti o fondazioni esterne che potessero in prospettiva garantirgli sempre il finanziamento economico e comunque la vita.

Secondo Erio Buceti, dell’amministrazione dell’ateneo: “L’ex rettore Ferdinando Latteri, aveva avuto, infatti, la possibilità di rendere autonoma la scuola superiore, ma nonostante ciò non ha fatto tutto il possibile per raggiungere questo obiettivo. Successivamente, il nostro attuale rettore, ha adottato una politica inversa rispetto a quella del suo predecessore, facendo sì che venisse ribadita

in un senato del 2007 e, poi, nel 2008 l’autonomia della scuola. Ma sfortunatamente i vari ministri che si sono susseguiti non sono stati in grado di soddisfare la richiesta avanzata dal rettore. Tra l’altro a causa della crisi economica sono stati imposti dei tagli molto ingenti (pari al 20 % dei fondi che precedentemente erano destinati a ciascun ateneo), per cui per il ministero è diventato impossibile concedere altri fondi. La stessa università di Catania dal canto suo non è più disposta a concedere ulteriori finanziamenti alla scuola, ragion per cui si è arrivati a considerare l’eventualità se mantenere o no ancora in vita questo istituto”.

Un ultimo tentativo è stato fatto durante lo scorso consiglio d’amministrazione, dove si è posto in capo al neoeletto presidente della scuola superiore, il prof. Pignataro, di attivarsi per ottenere nel giro di un paio d’anni la tanto agognata autonomia.

“ Personalmente – continua Buceti - nell’ultimo consiglio di amministrazione ho posto un quesito permettendomi di paragonare le condizioni elitarie dei 100 studenti della scuola superiore, con i 70000 studenti dell’ateneo di Catania che purtroppo vivono quotidianamente disagi legati alla didattica, alla struttura, mai giustificabili. Per cui mi auguro che, qualora si dovesse giungere alla dolorosa decisione di chiudere la scuola superiore, i fondi che fino ad oggi erano previsti per il suo sostentamento, vengano interamente destinati agli studenti, prevedendo un’apposita voce in proposito all’interno del bilancio”.

Secondo Luca Sangiorgio, dirigente provinciale di AU: “ Qualora si giungesse ad una tale decisione, una valida alternativa sarebbe portare avanti una riforma che consenta alle stesse università di creare al loro interno le “eccellenze”, magari creando per gli studenti più meritevoli un percorso post-laurea e che magari possa essere riservato ad un numero ogni anno maggiore di studenti”.

“Potrei subito dire che è strano che a Catania esista solo una scuola di formazione per l’eccellenza mentre in regioni come la Toscana o la Lombardia ce ne siano oltre quattro, dal momento che non credo che le menti siano distribuite geograficamente”, afferma Vincenzo Castorina, referente di AU per la facoltà di economia. “ Mi vorrei inoltre soffermare sulla qualità delle università. Oggi si parla di eccellenza

come se tutti dovessimo mirare a raggiungerla, ma in realtà bisogna capire che questa non è per tutti, ma solo per pochi. Bisognerebbe invece partire da un presupposto di fondo che è quello dell’uguaglianza: deve essere intesa come un punto di partenza e non un punto di arrivo. E ci tengo a precisare che la mia non vuole essere una frase fatta, perché nonostante credo sia necessario che tutti gli studenti abbiano pari opportunità, non è nemmeno giusto limitare gli studenti più meritevoli. Oggi, infatti, siamo costretti ad assistere alla declassificazione della meritocrazia,

che comincia fin dalle scuole medie- inferiori e arriva all’università. L’ideale sarebbe soffermarsi una volta tanto sulla qualità ritornando a considerare positivamente il cosiddetto spirito d’imitazione. Lungi da me voler fare qualsiasi tipo di politica tradizionalistica, bisogna però partire dal presupposto che se ci si dedicasse di più ad imitare i modelli positivi del passato piuttosto di cercare continuamente l’innovazione, probabilmente sarebbe più facile ottenere un risultato migliore in termini di qualità oltre che di quantità”.

A rischio la Scuola Superiore di EccellenzaSarebbe dovuta diventare autonoma, quindi indipendente dal Ministero e dall’Ateneo

La fantasia non conosce limiti. Nell’ideazione di corsi in eccesso e ma-

terie prive di dignità cattedra-tica si vede la fertile creatività dei docenti e dei rettori. Quale potrebbe essere, per esempio, lo sbocco professionale alla fine di un severissimo corso di Scienze per culture cinofile, Scienze del fiore e del verde o di Scienze del turismo alpino? I tre corsi si sono tenuti quest’an-no rispettivamente negli atenei di Pisa, Pavia e Torino.

E allora l’antidoto contro la proliferazione della falsa divul-gazione scientifica consiste nel disboscare la selva di cattedre in eccesso. Stop alle distorsioni del sistema create dalla molti-plicazione delle cattedre. L’or-dine arriva dal ministero della Pubblica Istruzione, dell’Uni-versità e della Ricerca. “A par-tire dal prossimo anno accade-mico i corsi di studi degli atenei si ridurranno del 20% rispetto a quelli attivati quest’anno”. L’annuncio del ministro Maria

Stella Gelmini vuole disattiva-re i percorsi formativi non es-senziali, rendere più razionale l’organizzazione delle attività didattiche per offrire agli stu-denti insegnamenti di qualità.

I corsi di primo e di secondo livello all’inizio dell’anno ac-cademico 2007-2008 sono stati 5.879: un’infinità.

Casi e numeri del paradossoChissà come farà l’unico

iscritto al corso di Scienze e tecnologie viticole di Coneglia-no? E il Robinson Crusoe, per dirla con Gian Antonio Stella, dell’Università di Forlì, unico iscritto nell’isoletta di media-zione culturale locale? Già per-ché a Conegliano è stato attiva-to il corso di Scienze e tecnolo-gie viticole con un solo iscritto. Ingegneria per l’ambiente a Cremona ha avuto un solo studente, a Pesche (Molise) mancano le scuole superiori. Vi sono pero 5 corsi di laurea (tre di Biologia, Scienze forestali e Informatica). Esempi di risorse allocate non in maniera ottima-

le e disperse e parcellizzate nei mille rivoli delle sezioni stac-cate del sistema accademico del Belpaese. Nel 2008 in non pochi atenei il personale tecni-co-amministrativo (biblioteche, segreterie, laboratori) equivale-va alla metà dei professori.

D’altronde che gli atenei aves-sero bisogno di una cura dima-grante lo aveva sostenuto anche la commissione università di Pa-lazzo Madama, che ha evidenziò alcune eclatanti diseconomie, come la seconda università di Napoli dove il rapporto tra pro-fessori e altro personale è di 1 a 1. Nella giungla degli sprechi e dei monocorsi va segnalato anche il caso dell’Ateneo etneo che ha speso 2,2 milioni di euro per rimborsi spesa, missioni e gettoni di presenza.

Troppe lauree triennali spesso inutili, sostiene la Gelmini. La certezza è una. Robinson Cru-soe non abiterà più nei ballatoi delle università italiane, con buona pace delle baronie acca-demiche.

Cura dimagrante per l'Università italianaI corsi diminuiranno del 20%. Il Miur dichiara guerra agli sprechi e agli insegnamenti inutili e con pochi iscritti

Page 15: LA SVOLTA Aprile 2009

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Aprile 2009Redazione: Via G. Mazzini, 59 . 95040 Motta S. Anastasia (CT) - Tel. 095 0936699 - www.lasvolta.it - E-mail: [email protected]

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I n questo momento di crisi globale la Sicilia fa un altro passo indietro e invece di

progredire, procede in un baratro da cui è diffi cile risalire. Basta guardarsi intorno per vedere un popolo di giovani senza futuro, giovani confusi, attaccati alle poche realtà locali, spesso le più potenti in termini economici, ma incapaci di dare il tanto sperato “posto di lavoro”.

E non si parli di ripresa e risor-se, la Sicilia, secondo i dati Eurostat è la quarta in Europa con il 37% di di-soccupazione giovanile. Nessuno però si stupisce e un motivo ci sarà.

Adesso, anche quelle che erano considerate le aziende intoccabili per eccellenza buttano fuoco su chi è già scottato e demotivato. Famiglie intere che non si sentono più sicure e giovani che, dopo le lunghe carriere universi-tarie, si ritrovano a 30 anni a rimpian-gere la laurea.

Anche l’StMicroelectronics, forse, sta arrivando al capolinea. Se ne par-la da qualche anno, ma le previsioni, avanzate da più parti e seppur attarda-te, hanno fatto centro. Il colosso elet-tronico ha annunciato la cassa integra-zione per 2200 dipendenti che adesso rischiano di restare senza lavoro per 7 settimane. Si teme che la crisi sia tale da poter far pensare ad una chiusura (la domanda per il 2009 è già calata del 25%), anche se temporanea, di uno dei bacini di lavoro più popolati del terri-torio. Allarmati giustamente sindacati e famiglie intere che, fi no ad oggi, si consideravano “privilegiate”. La StM

raccomanda di non entrare nel panico, ma non prevede una ripresa. Cgl e Uil si mobilitano per difendere i lavoratori e denunciano come i programmi futuri della StM sono “vaghi”. Vaghi come il nostro futuro lavorativo.

La crisi riguarda principalmente i di-spositivi semi conduttori, di cui ancora sono pieni i magazzini.

Siamo preoccupati – dice Luca Vecchio della Uil– per il futuro dei lavoratori e del-la stessa azienda. E’ passato ormai molto tempo senza comunicazioni o aggiorna-menti da parte dell’azienda in merito ad un vero e defi nitivo piano industriale, che continueremo a chiedere proprio alla luce delle prospettive negative davanti alle quali siamo stati messi”.

Il Governo regionale interviene di-cendo che cercherà di aiutare questa realtà industriale, anche aumentando lo stanziamento di 17 milioni di euro ma il Cipe attende ancora la rimodula-zione del progetto da parte dell’StM.

Prospettive negative che riguardano tutti, lavoratori e non e non pensiamo di cercare fortuna al Nord, anche il sito di Agrate (Mi) mette in cassa integra-zione i suoi dipendenti.

U ffi ci della Procura del distretto svuotati. A Ca-tania attualmente su un

organico di 40 magistrati ci sono sette posti vacanti. Per questo l’Associazione Nazionale Ma-gistrati di Catania chiede che il problema dello svuotamento del-la procura venga affrontato in modo tempe-stivo. Un allarme che riguarda non solo gli uffi ci della Procura del distretto ma, più in generale, gli uffi ci requirenti delle regioni meridionali “notoriamente caratterizzate dalla pervasiva presenza di agguerrite or-ganizzazioni criminali”.

L’Anm etnea fa il punto della situazione e chiede un’opera di revisione e sistemazione normativa che “rimuova le incongruenze e le disfunzioni prodotte dalle recenti modifi che ordinamentali”. Ad intervenire in prima linea sull’ “allarme organico” (mancano 13 sostituti e cinque aggiunti), il procuratore della Repub-blica di Catania, Vincenzo D’Agata, il quale precisa che se le norme dell’ordinamento giu-diziario non saranno modifi cate si assisterà ad un ulteriore rallentamento del lavoro, che già

ha costretto gli addetti ai lavori ad accantonare alcuni procedimenti.

Il procuratore fa un quadro della situazione sottolineando che vi sono magistrati in inter-dizione obbligatoria per gravidanze a rischio, magistrati che fanno parte del consiglio giu-diziario e quindi sono esonerati del 30% per legge dall’attività’.

L’attenzione viene posta in particolare sulle nomine dei nuovi sostituti in procura e sulla legge che vieta a chi non ha una carenza di or-ganico del 50%, altri sostituti. Può consolare sapere che l’assenza di magistrati non riguarda solo il sud. Il Consiglio Superiore della Ma-gistratura rileva che oltre alla Sicilia anche le Procure del nord vivono una realtà simile con carenze di organico che vanno dal 60 al 100%. La domanda che sorge da più parti è “chi rap-presenterà l’accusa nei processi?”.

I l sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, e il vice sindaco e assessore alle attività produtti-

ve, Mario Chisari, si fanno promotori di un’iniziativa in via sperimentale, volta ad incentivare la sicurezza, nel-le ore notturne, soprattutto delle fasce di cittadini più colpite da violenza e microcriminalità: donne e giovani. L’iniziativa dal nome “Più taxi per tutti” è stata discussa a Palazzo degli Elefanti, proprio insieme alle asso-

ciazioni cittadine dei tassisti.Il progetto prevede particolari sconti proprio per coloro che, nelle ore not-turne, vogliono tornare a casa senza timori di camminare in strade che troppo spesso mietono vittime. Si potrà usufruire del servizio con percorsi defi niti all’interno del pe-rimetro urbano dalle 22 alle 3 del mattino. Il servizio, già attivo, è di-sponibile dal venerdì alla domenica. La tariffa economica sarà di otto euro

più tre euro di supplemento per ogni passeggero in più, per un massimo di quattro passeggeri. L’iniziativa ser-virà oltre che per scoraggiare l’uso del mezzo privato, anche per evitare il pericolo costituito dalla guida in stato di ebbrezza. A partecipare al-l’iniziativa ben 100 taxi aderenti alla campagna. I più giovani hanno già accolto con favore la notizia, entusia-sti di poter vivere in più tranquillità la frenetica movida catanese.

C ontinua la vicenda tutta catanese che ha come protagonista il teatro

massimo “Bellini”. Scene da far invidia ai miglior fi lm d’azione, con annessa suspence nell’esi-to. Si tratta naturalmente della vicenda che ha visto coinvolto il sovrintendente del teatro cata-nese, avv. Antonio Fiumefreddo, il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli e il presidente della Re-gione, Raffaele Lombardo.Ma facciamo un passo indietro. Tutto inizia quando l’avv. Fiume-freddo rassegna le dimissioni al CdA dell’ente e al sindaco di Cata-nia, spiegando che i molti impegni professionali non gli consentivano di dedicare tempo “per il presti-gioso incarico”. E fi no a qua tutto bene, se non fosse per il fatto che il presidente Lombardo respinge pub-blicamente le dimissioni del sovrin-tendente, richiamandolo a rispettare l’impegno assunto, mentre il CdA

dell’ente le accetta a maggioranza con l’aggiunta che si tratta di “di-missioni irrevocabili”, con l’appog-gio del sindaco Stancanelli. E già qualcosa non funziona, si teme per la solidità dei rapporti tra il primo cittadino e il governatore siciliano. Ma ancora la vicenda continua con un copione a sorpresa.Arriva l’annuncio che Fiumefreddo presenterà ricorso al Tar contro la decisione del CdA di accettare le dimissioni da lui stesso presentate. La motivazione dell’avvocato pe-nalista risiede nella costituzione del

Consiglio di Amministrazione del teatro. “La votazione non è valida perché non è stato rispet-tato il numero legale e non si è tenuto conto del parere contra-rio del governatore Lombardo”. Così volano le risposte a distan-za tra Stancanelli e il sovrinten-dente (ex?). Fiumefreddo accusa il sindaco di “mettere la politica al centro della vicenda”, Stan-

canelli accusa il sovrintendente per i debiti del teatro. Tra l’altro, nel corso del dibattito emergono anche degli indizi da fi lm giallo, con tanto di “corpo del reato”, costituito dal-l’accusa del sovrintendente al pri-mo cittadino Stancanelli per aver “cambiato la serratura degli uffi ci del teatro non permettendogli l’in-gresso”. Insomma, la soap opera è ancora tutta da scoprire. Altro che andare al cinema, i catanesi hanno ogni giorno la “diretta cittadina”, con protagonisti, ahimé, proprio i nostri politici.

STMicroelectronics annuncia 2.200 in cassa integrazioneIl Governo regionale interviene aumentandolo stanziamento di 17 milioni di euro

Continua la soap opera del Teatro Massimo “Bellini”Tra accuse e smentite, botta e risposta, di fatto rimane senza sovrintendente

Allarme Procura senza magistrati Il Procuratore della Repubblica: “Bisogna intervenire con urgenza”

Taxi scontati nelle ore notturneUn’iniziativa per tutelare soprattutto i giovani e le donne

Page 16: LA SVOLTA Aprile 2009

16 Aprile 2009 LA SVOLTA

HINTERLAND

di Silvia Calanna

Uon vertice operativo che ha come tema

principale l’emergenza discariche. Diversi or-gani istituzionali tra cui l’assessore al Territorio e Ambiente, Piero Man-gano, il comandante della Stazione dei Ca-rabinieri di Giarre, Lgt Rosario Torrisi, il co-mandante della Polizia municipale, col. Maurizio Cannavò, il direttore di Aimeri Ambiente, Alfi o Agrifo-glio, il responsabile dei servizi di Aimeri, Roberto Russo, l’ing. Giu-lio Nido di Joniambiente, si sono dati appuntamento per affrontare la problematica. Il fenomeno è diven-tato una vera e propria emergenza se consideriamo se sono già 15 le discariche rimosse nell’ultimo pe-riodo.

Importante l’esigenza di indivi-duare delle strategie appropriate e interventi mirati di contrasto. Tra questi, nelle prossime settimane,

saranno organizzati pattugliamenti misti di carabinieri e vigili urba-ni nei siti che maggiormente sono scelti per lo scarico di materiali vari, tra cui fi gurano quelli edilizi provenienti da cantieri cittadini.

Previsti anche controlli a tap-peto che non riguarderanno solo i camion che trasportano merci edi-lizie, anche le attività di rivendita di pneumatici. L’obiettivo sarà, in entrambi i casi, quello di verifi care il corretto smaltimento dei rifi uti e salvaguardare l’ambiente.

Le soluzioni prospettate con-giuntamente dalle istituzioni sono

diverse. C’è chi, come l’ing. Nido di Joniam-biente, propone come necessaria l’attivazione dell’isola ecologica per lo scarico di materiali di risulta edilizia e chi, come il comandante dei Cc, Torrisi, pone l’atten-zione sull’esigenza di collocare delle telecame-re nei siti maggiormente utilizzati come discari-

che. Queste telecamere serviranno a immortalare coloro che depositano arbitrariamente rifi uti pericolosi e coglierli in fragranza del reato am-bientale. L’assessore al Territorio e Ambiente richiederà il supporto della Provincia proprio per fi nan-ziare la video sorveglianza in 4 aree del territorio: prolungamento di via S.Matteo a Trepunti, via Trieste, Sottoponte di S.Maria la Strada, corso Messina-via Cecchina. Fon-damentale è anche la promozione di campagne ecologiche che parti-ranno al più presto per sensibilizza-re i cittadini.

I ol sindaco del Comune di Masca-lucia, Salvatore Maugeri, ha de-ciso di stimolare la vena artistica

dei più giovani, i cosiddetti “writers”, partendo dalla considerazione che “le forme artistiche vanno adeguatamen-te incoraggiate e disciplinate”. Dopo i recenti episodi che hanno visto alcuni giovani “imbrattare” i muri del Cimi-tero del paese, la proposta del primo cittadino è quella di riservare appositi spazi a favore dei cittadini che vorran-no in modo del tutto legale, dare sfogo alla creatività senza creare un danno al decoro urbano. La creatività troverà quindi terreno fertile, ma dovrà essere rego-lata e tenuta sotto controllo.

Al bando il provvedimento che stabilisce dunque il reato penale, punito fi no a due anni di carcere e con una multa fi no a cin-quemila euro, per i writers. Gli “imbrattato-ri” di muri non sono tutti vandali. La “street art” che esiste da più di trenta anni in Italia, può avere anche una funzione comunicati-va e rendere la città meno buia. A proposito, come garanzia dovrebbe bastare il fatto che l’associazione italiana Street Art, ha come presidente onorario Vittorio Sgarbi. Questo spazio, potrà permettere di fare un netto di-

stinguo tra “l’arte” e il “vandalismo” di cui, purtroppo, molti ragazzi per noia o cattiva educazione civica, si fanno promotori. Certo è che non si può fare di tutta l’erba un fascio e lo spazio potrà servire ad operare una di-stinzione tra arte dal vandalismo.

L’iniziativa di cui si è fatto promotore, ol-tre il sindaco di Mascalucia, anche l’assesso-re alla Viabilità e Manutenzione, Pippo Ca-ponnetto, sarà oggetto di discussione nelle riunioni congiunte con i servizi culturali e turistici che servirà appunto a verifi care la fattibilità del progetto.

S. C.

di Francesca Putrino

Iol 12 settembre del 2008 la famiglia Cavalla-ro apprende in modo brusco e inaspettato che tre anni prima, con esattezza il 10 aprile 2005,

il fi glio Francesco era deceduto in Germania.Una storia che somiglia ad un incubo che rac-

chiude una vena di solitudine e apre gli occhi sui numerosi drammi che vivono molte famiglie.

La scoperta del decesso da parte dei congiunti è stata totalmente casuale.

Tramite un certifi cato di famiglia richiesto al Comune di Paternò, per motivi personali dalla compagna del signor Salvatore Cavallaro, padre di Francesco, si evinceva che il ragazzo era mor-to. A primo impatto la cosa alla quale si è subito pensato è stato ad un errore, ma chiedendo mag-giori informazioni all’uffi cio interessato è emer-sa la cruda realtà.

Francesco Cavallaro era morto a Möenchen-gladbach tre anni prima e nessuna autorità aveva provveduto ad avvertire i congiunti.

Francesco era andato per la prima volta in Ger-

mania nel 1979 con il padre per motivi di lavoro, ma nel 1984 è stato costretto a tornare in Italia per adempiere l’obbligo del servizio militare. Due anni dopo decide di ritornare in Germania per trasferirsi defi nitivamente.

Francesco, dichiarano i familiari, era una per-sona particolare, molto indipendente e che non amava farsi controllare.

Non era, infatti, la prima volta che per diver-so tempo non si facesse sentire con la propria famiglia. Per questo motivo il padre aveva già progettato di andare per mettersi sulle tracce del fi glio. La partenza è stata anticipata alla scoperta della notizia. Non appena arrivati a Möenchen-gladbach i familiari si sono rivolti agli uffi ci di competenza apprendendo, non solo, che il fi glio era stato cremato, ma anche, che sulla tomba non vi era nessun riferimento anagrafi co, né una foto. Spiccava solo una fredda lettera seguita da un numero: C11. Quindi solo, abbandonato e privo di identità umana.

In Germania vige una legge secondo la quale

quando un uomo muore se nessuno, dalla data di decesso agli gli otto giorni seguenti, reclama il corpo è autorizzato a cremarlo.

Ancora ad oggi le ceneri del defunto Cavallaro non hanno potuto far rientro in Sicilia, malgrado siano stati effettuati tutti i passaggi richiesti dalle

autorità tedesche. La famiglia ha dovuto compra-re un loculo e sbrigare diversi incartamenti prima di richiedere il rimpatrio delle spoglie.

Nonostante tutto le autorità non concedono l’autorizzazione lasciando, ancora una volta, i familiari spiazzati.

Numerose le autorità interpellate, il Ministero degli affari Esteri, le autorità consolari italiane e quelle del comune di Paternò, per poter avere maggiori delucidazioni sulla svista.

Come mai, visto che Francesco Cavallaro non aveva nessun parente prossimo in Germania, non si è pensato ad avvertire la famiglia in Sicilia?

Di chi è l’autorizzazione che compare il 15 aprile alla cremazione?

Questi e tanti altri gli interrogativi mossi agli enti interessati.

Al momento attuale tutti tacciano e non si rie-sce a trovare il nodo della matassa.

Non si vogliono addossare colpe a nessuno, ma sicuramente in tutti questi intrecci burocratici qualche passaggio è stato saltato.

GIARRE. Un piano per l’emergenza discaricheTelecamere per contrastare lo scarico di rifiuti pericolosi

MASCALUCIA. I WritersPotranno dare sfogo alla creatività negli appositi spazi

PATERNÒ. Deceduto tre anni prima, appresa la notizia con un certifi cato di famigliaAbitava in Germania ma di Francesco non si avevano più notizie da tempo

C.R.D. Ambiente di Piccione Giovanni & C s.a.s.Via R. Bosco Garibaldi, 3 - SP. 13 / Km. 13,500 C.da Tiriti

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CONTENITORI PER LARACCOLTA DEI RIFIUTI

Sanzioni salate, da 389 a poco più di 1.500 euro per quanti non rimuove-ranno i vecchi segnali “fai da te” che

sono serviti da passo carrabile. Sì, perché da adesso in poi un cartello con il logo del Comune di Adrano e l’indicazione del nu-mero di autorizzazione concessa indicherà l’immobile davanti al quale è vietato sostare.

Per il pagamento del canone annuale sono state previste 3 categorie diverse che vanno da un minimo di 12 ad un mas-simo di 18 euro al metro lineare. Tariffe di gran lunga più basse rispetto a quelle adottate da altri comuni e ciò per venire incontro alle esigenze dei cittadini.

“Un sistema di passi carrabili regola-mentati – ha spiegato il sindaco Ferran-te - è un esempio di civile convivenza.

Sono certo che gli adraniti coglieranno questo elemento”.

Per il 2009 l’amministrazione prevede di rilasciare almeno 100 autorizzazioni. L’autorizzazione dà diritto ad usufruire del servizio di rimozione nei casi in cui lo spazio di suolo pubblico risulti occupato.

“Il passo carrabile – ha tenuto a precisa-re il comandante della Polizia municipa-le, Carmelo Rao – è posto a servizio del-l’immobile e non certo del proprietario. Se quest’ultimo pensa di poter lasciare la propria auto davanti al passo carrabile solo per il fatto di aver pagato, commette un grosso errore”.

BIANCAVILLA. Al via i passi carrabili regolamentatiL’autorizzazione darà diritto al servizio di rimozione

ACIREALEGiochi di scacchi: trionfa l’ “Archimede”

N ella fase provinciale dei Giochi Sportivi Studenteschi di scacchi che si sono svolti a Giarre nella sede dell’Itis «Enrico Fermi», ben tre squadre del Liceo Scientifi co «Archimede» si sono classifi cate

al primo posto, ottenendo di conseguenza la qualifi cazione alla fase regionale che si svolgerà a Capo d’Orlando in provincia di Messina.

Grande la soddisfazione che è stata manifestata dal dirigente scolastico prof. Lo-renzo Marotta e del prof. Santo Daniele Spina che ha selezionato e seguito gli stu-denti grazie a un corso inserito nel Piano dell’offerta formativa dell’istituto.

La squadra campione del biennio femminile è composta da Jessica Bella, Maria Cavalli, Erika Musumeci, Miriam Quattrocchi, Agata Torrisi, quella del biennio maschile da Fabrizio Tornatore, Francesco Vasta, Sebastiano Centamore, Alessandro Di Marco, Alfi o Giuffrida.

Infi ne la formazione del triennio femminile formata da Julia Bisicchia, Silvia Di Mauro, Katherine Fragalà, Agata Brischetto, Marilena Andronico, Giulia Musumeci.

Page 17: LA SVOLTA Aprile 2009

Aprile 2009LA SVOLTA 17

HINTERLAND

di Mariella Palmeri

L a MIMOSA, Movimento In-dipendente Motta Sant’Ana-stasia, nata con l’obiettivo di

favorire e sostenere lo sviluppo socio-economico del nostro territorio, di stra-da ne ha fatta.

Ed è proprio allo scopo di inquadrare le critiche, le idee e i propositi sotto un unico comune denominatore, che l’as-sociazione entra oggi a far parte del par-tito politico ADC (Alleanza di Centro), fondato dall’on. Francesco Pionati, con-dividendone ispirazioni e valori.

“Ricerca e realizzazione del bene comune, questi i pilastri fondamentali su cui oggi edifi chiamo il nostro cam-mino, cammino che vogliamo condivi-dere con la formazione politica ADC”, queste le parole di Antonino Fisichella, presidente della MIMOSA.

A guidare il partito in veste di Com-

missario, è stato nominato Sebastiano Di Mauro, già responsabile politico della stessa associazione. “L’accetta-zione dell’incarico di commissario - ha dichiarato Di Mauro - sarà una nuova

esperienza, ma soprattutto una scel-ta di coraggio nel voler rappresentare tutta quella parte di cittadini onesti. Ho sempre anteposto ad ogni azione politica o scelta di campo gli interes-

si e la volontà della maggioranza dei miei concittadini, rinunciando a tutto quanto poteva venirci da interesse per-sonale o di gruppo, scegliendo invece i sentimenti della gente e così sarà la mia azione politica in quest’imminente campagna elettorale”.

A siglare il nuovo accordo politi-co che vedrà insieme i due simboli in un’unica lista, era presente il presi-dente regionale ADC Delfo Scuderi, il quale ha dichiarato: Intensifi cheremo il nostro impegno a Motta a fi anco della MIMOSA nell’interesse di tutta la co-munità, che aspetta un chiaro segnale di cambiamento a partire dalle prossi-me elezioni”.

In attesa di conoscere ed ascoltare i programmi e i propositi per la prossi-ma campagna elettorale del 6 e 7 giu-gno prossimo, per l’elezione del nuovo consiglio comunale e del Sindaco, non

si può non ricordare quanto la MIMO-SA abbia, in questi cinque anni, note-volmente contribuito a tenere vivo il dibattito politico, sociale e culturale, dimostrandosi sempre pronta a spen-dersi per dare un futuro più visibile alla comunità mottese, che di certo lo merita ancora di più.

Il simbolo di ADC con la MIMOSA,presente alle elezioni del 6/7 giuno 2009

MOTTA S.ANASTASIA. La MIMOSA confl uisce nel nuovo partito Alleanza di CentroSebastiano Di Mauro nominato commissario dell’ADC di Motta Sant’Anastasia

di Maria Sambataro

A seguito della decisione del Cga che ha confer-mato la sentenza del Tar

dichiarando nulle le elezioni del 13 e 14 maggio 2007, Belpas-so si prepara per il rinnovo del Consiglio Comunale e l’elezio-ne del Sindaco nei giorni 6 e 7 giugno prossimo. Nominato il commissario nella persona del dott. Antonio Lo Cascio.

Molta amarezza tra la cittadi-nanza, mentre il sindaco uscen-te, Alfi o Papale, pur accettando la decisione dei giudici che gli consente di ricandidarsi, non nasconde la sua sorpresa per le “modalità” della sentenza. Al-cune cose gli sono inspiegabili. “La sentenza - dichiara – non fa altro che sancire la perfetta legit-timazione dell’elezione del sin-daco del maggio 2007, motivan-

dola in tanti modi: che le elezio-ni del sindaco sono disgiunte da quelle del C.C.; che, ammesso che si annullasse qualche lista, il sindaco rimarrebbe in carica; fa riferimento alla “massima” relativa alle elezioni di Catania, e via dicendo. Da notare che dei quattro consiglieri comunali usciti dalle sei liste contestate

3 appartenevano all’opposizio-ne: complessivamente 4 su 20. Quel che mi riesce diffi cile da comprendere è come mai per i giudici 4 consiglieri su 20, 1/5 della composizione del C.C., siano troppi. Per cui, a giudi-zio insindacabile, senza che esista una legge precisa in me-rito il 20% è tale da invalidare il C.C.” E si chiede: “Perché a Belpasso il Consiglio va rinno-vato subito, e non si è applicata la legge dello Stato che permet-te al Sindaco di rimanere al suo posto e avere il supporto del commissario in sostituzione del C.C. fi no alla prossima tornata elettorale, come è avvenuto a Ragalna?”. Ma aggiunge: “Non avrei comunque accettato una tale situazione. Il notevole svi-luppo economico del paese in questi 5/6 anni è dovuto al po-

sitivo dialogo tra sindaco e C.C. Mi sarei dimesso e sarei andato nuovamente alle elezioni”.

Forte il rimpianto per i proget-ti non completati o non iniziati. “Nonostante il clima di incertez-za - prosegue - abbiamo affron-tato tanti gravi problemi. Per la spazzatura abbiamo battagliato tanto; Belpasso è stato uno dei paesi più puliti dell’area etnea; abbiamo fatto di tutto affi nché il C.C. potesse intervenire pagan-do metà delle tasse. Purtroppo il rispetto del Patto di Stabilità non ce lo ha permesso. I proget-ti sulla stabilizzazione del per-sonale precario, l’illuminazione dei quartieri periferici, la manu-tenzione straordinaria di strade nel centro storico e nelle peri-ferie, la ristrutturazione della scuola media “Nino Martoglio” continuano il loro corso, così

pure quelli dell’Assessorato di Solidarietà Sociale sul collega-mento del centro storico con i quartieri periferici, l’assistenza agli anziani, i centri di aggre-gazione. Tutto questo continua, ma i danni sono enormi. Non so come si potrà recuperare. Ormai bisogna guardare avanti, alle elezioni. Da parte mia non ho nessun problema a rimettermi in gioco. So di avere dato il mas-simo e mi sento la coscienza a

posto. E’ chiaro che gli ultimi mesi non sono stati rose e fi o-ri: l’altalena delle sentenze non dava la serenità necessaria per portare avanti il programma po-litico amministrativo promesso ai nostri elettori. Di questo chie-diamo scusa ma non è colpa no-stra. A giugno ci ripresenteremo compatti, certi di avere operato bene. Speriamo di dare alla gen-te le risposte di natura ammini-strativa che si aspetta”.

BELPASSO. Dopo appena due anni si va alle urneIncontro col sindaco Alfio Papale: sorpresa, rimpianto e rinnovate speranze nelle sue parole. Grande amarezza nella cittadinanza

Sindaco Alfi o Papale

Municipio di Belpasso

Page 18: LA SVOLTA Aprile 2009

IN CUCINANuove specialità siciliane

Vincenzo CimbaliNasce a Paternò il 26/11/1989. e vive a Belpasso.Formatosi professionalmente

presso l’Istituto Alberghiero di Nicolosi, ha avuto come guida insegnati e noti cuochi, Emmi Robert e Antonio Lo Coco.Ha appreso, in particolare,

l’arte culinaria dal maestro Gianluca Mignemi, più volte medaglia d’oro d’Italia.Sebbene giovanissimo ha

partecipato con successo a diversi concorsi regionali e nazionali; più volte è infatti salito sull’ambito podio.

Ingredienti per 6 pax:Ingredienti: 12 belle rane fresche, 150 g. burro, 3 bicchieri di latte, 1 cipolla piccola, 20 g di farina bianca, 2 tuorli d’uovo, sale e pepe.Preparazione:

Preparazione: Lavate per bene le rane sotto un getto di acqua fredda corrente, sventratele e mette-tele a bagno per 1 ora in acqua e un po’ di latte per purgare. Scolatele, asciugarle con cura e mettetele a insaporire in un legame capiente con 100 g di burro.

Lasciatele soffriggere lentamente da entrambi i lati quindi unitevi la cipolla affettata sottilissima, 1 pizzico di sale e pepe e i 3 bicchieri di latte. Fate cuocere a fuoco molto lento e a tegame coperto per 15 minuti. Levate ora il tegame dal fuoco, togliete le rane dal legame tenendole al caldo e diluite nel sughetto la farina bianca a pioggia aiutandovi con un colino. Mescolare con cura, aggiungete il rimanente burro quindi rimettete il tegame sul fuoco molto lento. Dopo che il sughetto si sarà un po’ raddensato, riunitevi le rane e lasciate cuocere lentamente fi no a che risulteranno morbide. Poco prima di servire versate sulle rane i tuorli d’uovo battuti mescolando con un cucchiaio di legno.

Sevite le rane ben calde accompagnate da un contorno di polenta. RA

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Chef executive Vincenzo Cimbali

La ricetta, reali-zata da Vincenzo Cimbali,fa parte del vo-lume pubblicato dal Rotary Club - Paternò Alto Simeto

18 Aprile 2009 LA SVOLTA

Aprile 2009GiorginoRubriche

di Antonio Patanè

P er la prima volta un gruppo di ricercatori ha dimostra-to che il testosterone lascia

un’impronta molecolare indelebile nelle cellule, aprendo le porte a un più sofi sticato modo di guardare al sesso rispetto al semplice accerta-mento della presenza del cromosoma Y. La notizia viene data in un articolo pubblicato sulla rivista online ad ac-cesso libero”BMC Genomics”.

Gli studiosi hanno confrontato per-sone con sindrome da insensibilità agli androgeni completa e persone esenti da tale sindrome per riuscire a scoprire il ruolo del testosterone .

Paul-Martin Holterhus della Clinica universitaria dello Schleswig-Holstein

a Kiel, in Germania, spiega che “Gli androgeni hanno effetti di lunga durata nel corso di alcuni stadi sensibili dello sviluppo dell’apparato genitale, e pro-babilmente anche di altri organi. Oggi si sta sempre più accettando che il cer-vello abbia uno sviluppo sesso-specifi -

co in risposta alla presenza o assenza di testosterone. Ciò determina un compor-tamento sesso-specifi co e probabilmen-te modula l’identità di genere”.

Le persone con sindrome da insensi-bilità agli androgeni hanno un aspetto femminile normale, ma a livello ge-netico hanno cromosomi sessuali XY e non XX, a causa di mutazioni nel-la codifi ca genetica per i recettori per gli androgeni, per la quale i segnali trasmessi dagli androgeni non funzio-nano. Di fatto è bloccata l’azione del testosterone.

L’analisi ha rivelato che fra i due gruppi vi era una differenza nel livello di espressione di 440 geni. Tali geni formano una “impronta” che poi è sta-ta utilizzata per valutare campioni di

persone con sindrome da insensibilità agli androgeni parziale.

Holterhus ha osservato “Poiché ab-biamo confrontato femmine XY e ma-schi XY le differenze possono essere spiegate solamente in termini di dif-ferenze nell’azione degli androgeni, e non di cromosomi sessuali”.

Il ruolo degli androgeni, e particolar-mente del testosterone, sullo sviluppo sessuale è noto da tempo. La program-mazione del genere inizia allo stadio embrionale e continua per tutto il cor-so della vita, soprattutto durante la pu-bertà; tuttavia, non sono ancora chiari i differenti ruoli dei geni dei cromoso-mi sessuali rispetto agli effetti a lungo termine degli ormoni sessuali e in par-ticolare degli androgeni.

di Giuliana Sotera

P reziose e vertigi-nosamente alte per lei. Sofi sticate, co-

stose e possibilmente arti-gianali per lui: sono queste le ultime tendenze in fatto di scarpe emerse durante la fi era del NICAM di Milano, salone addetto ai lavori de-dicato all’alta gamma della produzione calzaturiera che, anche quest’anno, con i suoi oltre 1600 stand ha mostrato i migliori pezzi di tendenza per la prossima stagione.

Quello delle calzature è uno dei settori del made in Italy fortemente vota-to all’esportazione, circa all’80%, e dunque inevi-tabilmente investito dalla crisi economica interna-zionale alla quale però cer-ca di far fronte puntando soprattutto su qualità dei materiali e grande creati-vità. Proprio per questo, a sentire gli stessi addetti ai

lavori “I clienti, piuttosto che puntare sulla quantità fi nalmente preferiscono investire su un unico pro-dotto purché questo sia di ottima qualità, e che quindi duri nel tempo”.

Il decoro lussuoso e ricer-cato è il fi l rouge che unisce quasi tutte le collezioni: può essere un gioiello in perle coltivate e cristalli swaro-vsky adatto alla sera e lo si può togliere di giorno, op-pure un particolare spirito-so e sbarazzino. Addirittura ganci tecnici da trekking.

I tacchi, quando la scarpa è elegante sono sempre al-tissimi: dai 12 ai 14 centi-metri che, grazie al plateau

vengono percepiti come un tacco 9. Possono essere robusti, quasi minacciosi oppure sottilissimi. Molto particolare lo stiletto ispi-rato alla Torre Eiffel in edizione limitata. Prezzo al pubblico: 1000 euro. Più o meno lo stesso prezzo per il sandalo in coccodril-lo impreziosito da swaro-vsky, mentre per materiali ricercati come la pelle di zebra bisogna aggiunge-re uno zero: quasi 10000 euro per scarpe e borsa. Decisamente meno costo-se le francesine in pitone da “appena” 600 euro.

Proprio l’animalier in

tutte le sue declinazioni è una delle tendenze-moda più marcate: moltissime le aziende che presentano maculati o leopardati. Nel-la maggior parte dei casi si tratta di pony stampato, che, oltre alle tradizionali macchie marroni propone colorazioni fl uo come il blu o il fucsia.

Pitone per lei, coccodrillo per sneackers di lusso da circa 800 euro per lui, che di giorno preferisce la co-modità di scarpe morbide e veloci da indossare, ma di sera sceglie la ricercatezza del velluto foderato in ca-chemire. E per chi non si accontenta la soluzione è la scarpa su misura. Unica ed esclusiva. C’è un’azienda che le realizza con speciali macchine che studiano e scannerizzano il piede del cliente. 1000 euro ed il so-gno di comodità del cliente diventa reale.

Cromosomi e ormoni per defi nire il sessoLa determinazione del genere non è dovuta solo ai cromosomi sessuali ma anche all’espressione dei recettori per gli androgeni

MEDICINA

Questo Aprile 2009 sarà al-l’insegna del divertimento: se avete avuto qualche piccolo rimorso per occa-

sioni sprecate non preoccupatevi perché ve ne si presenteranno tantissime di nuove.

Le scelte fatte non vi soddisfa-no ma non preoccupatevi perché Aprile per voi sarà un mese in cui ciò che vi

pare più remoto ad avverarsi si potrà realizzare operando le giuste conclusioni.

Gemelli: E’ arrivato il mo-mento di farvi notare che persona stu-penda e solare che siete: questo Aprile

2009 presenterà diverse occasioni per mettervi in mostra ma attenti agli invidiosi.

Se il mese appena passato è stato un po’ diffi cile, Aprile porterà belle notizie sia in amore che in ambito

lavorativo. Sta a voi solamente cogliere l’attimo.Forse vi è sembrato che il

2009 sia iniziato male: non preoccupa-tevi perché persone che non immagi-

nereste mai potrebbero arrivare a tirarvi fuori dai guai, meritando la vostra fi ducia.

Non è ancora arrivato il momento di far vedere veramente le persone stupende che siete: questo

Aprile 2009 presenterà poche occasioni per met-tervi in mostra.

Parola d’ordine: impegno! Non preoccupatevi se qualcuno non riconosce il vostro lavoro su cui avete

sprecato tantissime energie perché le vostre opere fatte bene vi ripagheranno nel lungo periodo.

Non fi datevi delle appa-renze. Persone vicine per invidia delle vostre capacità potrebbero sfruttare la

situazione per uscirne indenni. Diffi date da chi vi elogia in realtà vogliono farvi solo del male.

L’amore non è certo un sentimento con cui scherzare e l’espe-rienza ve l’ha insegnato. Questo è il

mese del riscatto che porterà quello che in passato vi è stato tolto. Sta a voi volerlo o meno.

Non sempre può essere tutto rose e fi ori. Un po’ di salita vi aiu-terà a diventare più forti e a temprare il

vostro carattere che forse in questi mesi passati si è un po’ addolcito.

Finalmente relax. Avete lavorato tanto e bene in tutti i campi dal lavoro all’amore. Adesso vi spetta

solo godere di ciò che avete seminato.Non fatevi problemi per que-

stioni che non meritano la vostra at-tenzione: Aprile forse vi sembrerà a

vostro sfavore ma vi accorgerete che la soluzio-ne è proprio dietro l’angolo.

Ariete -

Toro -

Gemelli -Gemelli -Gemelli

Cancro -

Leone -

Verginemomento di far vedere veramente le Verginemomento di far vedere veramente le

-

Bilancia -

Scorpionerenze. Persone vicine per invidia delle Scorpionerenze. Persone vicine per invidia delle

-

Sagittariosentimento con cui scherzare e l’espe-Sagittariosentimento con cui scherzare e l’espe-

-

Captutto rose e fi ori. Un po’ di salita vi aiu-Captutto rose e fi ori. Un po’ di salita vi aiu-

ricorno -

Aquariolavorato tanto e bene in tutti i campi Aquariolavorato tanto e bene in tutti i campi

-

Pesci -Pesci -Pesci

MODA Rifl ettori puntati sulle calzatureDecori lussuosi, ganci da trekking e soprattutto animalier: queste le ultime tendenze

Un volo di farfalle superluminose su lunghi veli in chiffon, dalle fresche tonalità lavanda.

Dalla collezioneEmporio Armaniprimavera-estate 2009

L’L’ooroscoporoscopoL’L’L’LL’L’LL’LL’LL’L’LL’LLL’LL’L’L’L’L’’L’L’’L’L’’L’L’’L’L’’L’L’’L’ooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooroscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscoporoscopo

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Page 19: LA SVOLTA Aprile 2009

A nche quest’anno l’assessore provin-ciale allo sport, Da-

niele Capuana, ha fortemente sostenuto l’iniziativa della promozione e valorizzazione del territorio montano e pe-demontano all’insegna dello sport. Dopo il successo della 1° edizione del Trofeo Inter-nazionale dell’Etna, la Pro-vincia Regionale di Catania si è fatta promotrice dell’evento giunto alla sua seconda edizione. Un gran-de appuntamento che ha visto protagoniste le discipline montane per eccellenza: sci e alpinismo, in una kermesse di sci alpini-smo a tecnica a squadre, che si è svolto il 21 Febbraio alle ore 9:00, sul versante dell’Etna di Nicolosi.

Il 2° Trofeo Internazionale dell’Etna è stata una competizione di sci alpino a tecnica classica a squadre, alla quale ha partecipato la categoria senior dello sci club Sud Est Sky, Team Etna, con la vali-da collaborazione dello sci club di Sondrio – Polisportiva – Albosaggia e col patroci-nio dell’Assessorato provinciale allo sport ed Edilizia Sportiva.

L’evento presentato uffi cialmente dal-

l’assessore Daniele Capuana ha visto i partecipanti scalare l’Etna dai 1900 me-tri, dalla partenza, alla quota d’altitudine dei 2500 metri di Rocca Sabbiosa, per poi discendere nuovamente ai 1840 metri del Piano dei Pompieri e per risalire fi no ai 2400 metri della schiena dell’asino. Il punto culminante della Montagnola, 2650 metri, è stato poi superato con la lunga di-scesa del canalone degli svizzeri, per arri-vare alla meta del traguardo fi nale.

La manifestazione è stata articolata su due giorni e, come lo scorso anno, il pun-to di ritrovo è stato il Centro Giovani del comune di Nicolosi, all’interno del quale è stato ubicato l’uffi cio gara e sono state effettuate le verifi che tecniche dei ma-

teriali, il ritiro pettorali ed il briefi ng tecnico con gli atleti; infi ne la cena e la premiazio-ne presso l’Antico Orto dei Limoni.

“Il progetto – ha dichiarato l’assessore Capuana - nasce grazie alla forte volontà del Comitato Organizzatore e della nostra Amministrazione provinciale con l’obiettivo di promuovere, divulgare e va-lorizzare lo sport, in particolar

modo la disciplina dello sci, che, seppure ben fruita nel contesto territoriale, mira al-l’ambizioso progetto di un’extraterritoria-lità, col preciso intento di presentare e usu-fruire, nel migliore dei modi, gli impianti sciistici presenti sull’Etna. Una manifesta-zione come questa si inserisce nei diversi circuiti, primo fra tutti la promozione del territorio della Provincia di Catania, sot-to l’aspetto turistico e sportivo, ma anche sotto il profi lo sociale, poiché sfrutta al massimo lo spirito di aggregazione per uno sport, come lo sci alpinismo. Grazie a questa iniziativa l’Etna diventa vetrina internazionale, che ci consente anche di aprire le porte della nostra terra agli altri paesi coinvolti”. N. M.

Aprile 2009LA SVOLTA 19

Sport ┌ ┐

└ ┘

┐┌L’angolo del tifosor o s s a z z u r r o

┌┌┌La Finestra sulla “A”Commento al campionato a cura di Lella Seminerio

Pagina a cura di Lella Seminerio

Il 2° Trofeo Internazionale dell’EtnaLo sport come elemento di aggregazione e promozione del territorio

D opo il devastante turno di Champions che ha visto l’eliminazione di

tutte le squadre italiane, l’Inter capolista si riscatta ed affonda una Fiorentina sfortunata, che in-cappa nella giornata di grazia di Julio Cesar. I nerazzurri lasciano così invariato il distacco di sette punti dalla Juventus, reduce da una prova di forza nell’antici-po di sabato, con il Bologna di Mihajlovic. Come dire: l’Inter corre ma la Juve non molla. Perde i pezzi, ma non molla. Una serie impressionante di infortuni (circa 60) da inizio stagione tormenta la squadra bianconera, costretta così a cercare talenti nei giovani della primavera. Ma la mentalità della vecchia Signora, fi nora è riuscita a tenere a galla la squadra. Anche il Milan del rinato Filippo Inza-ghi (300 goals in carriera) resta aggrappato al terzo posto, seb-bene a cinque lunghezze dalla squadra bianconera, ma con un margine di relativa tranquillità (6 punti) sulla quarta in classifi -ca: il Genoa. La lotta per la zona Champions, infatti, quest’anno sembra davvero interessante, e sono almeno tre le squadre che si contenderanno l’ultimo po-sto utile. Il Genoa appunto, una

squadra fresca, fatta di giovani talenti e guidata magistralmen-te da Gasperini, che crede nel-l’impresa di soffi are la quarta piazza a squadre titolate come la Roma e la Fiorentina. Le due compagini, infatti, sono sotto di appena due punti e si danne-ranno l’anima fi no alla fi ne per raggiungere l’ambito traguardo. La Roma, delusa dalla sfortuna-ta eliminazione Champions, si è messa a caccia del quarto posto, obiettivo dichiarato da società ed allenatore, ma troverà non poche diffi coltà sul suo cammi-no, non ultimo l’incontro con la Juve all’Olimpico nell’anticipo

di sabato. Anche la Fiorentina, eliminata dalla coppa Uefa ad opera dell’ Ajax, cerca il riscatto in campionato, ed il derby con il Siena di domenica sembra una ghiotta occasione per riconqui-stare i tifosi. Anche il Palermo, dopo il pesante passivo nel der-by, ha bisogno di riconquistare i tifosi, e la sonante vittoria al Barbera con il Lecce pare abbia riavvicinato il tifo organizzato alla squadra, in sciopero nell’ul-tima di campionato, dopo i quat-tro schiaffi incassati dal Catania. La Lazio di Delio Rossi va un po’ a corrente alternata: capace di grandi prestazioni come con-tro la Juve e di improvvisi cali di tensione come contro il Chievo. La continuità di risultati è dote imprescindibile per chi vuo-le mirare in alto. Il Cagliari di Allegri, dopo un inizio trauma-tico di stagione ed un girone di ritorno da media scudetto, sem-bra essere appagato e rallenta la corsa, avendo ormai pratica-mente archiviato la pratica sal-vezza. Anche l’Atalanta di Del Neri può ritenersi ormai salva e giocare con tranquillità questo scorcio di stagione. L’Udinese di Marino ed il Napoli del neo tecnico Donadoni, non hanno

mantenuto le promesse di inizio stagione ed ora si trovano rele-gati in una posizione di classifi -ca tutt’altro che soddisfacente. Il Catania di Zenga, invece, dopo la splendida vittoria nel derby, sembra lontano dagli affanni dello scorso campionato, e la squadra pare proiettata verso la conquista di una salvezza anti-cipata. La Sampdoria di Maz-zarri, pur sfoggiando bel gioco ed un Pazzini redivivo, giunto dalla Fiorentina nel mercato di gennaio, non riesce a prende-re quota. Il Siena sembra fuori dalla lotta per la salvezza, così come il Chievo che strappa tre punti d’oro all’Olimpico con la Lazio e prende una boccata d’ossigeno. A ridosso della zona retrocessione troviamo il Bolo-gna di Mihajlovic, cui l’impresa di salvare la squadra rossoblù sembra più diffi cile del previsto. Anche Novellino deve compiere un’impresa per salvare il Torino dalla serie B, mentre il Lecce che esonera beretta e chiama Gigi De Canio, dimostra di cre-derci ancora. Alla Reggina di Nevio Orlando, invece, restano obiettivamente poche speran-ze di mantenere la categoria il prossimo anno.

Milan - Filippo Inzaghi

P o s s i a m o p a r l a r e della quasi salvezza,

dei goals strabilianti di Mascara, di un Ca-tania pimpante e or-ganizzato. Ma la cosa più importante del mese resta la splen-dida e storica vittoria nel derby.

Con una partita per-fetta sotto tutti i punti di vista, un Catania carico e concentrato, cosciente delle sue possibilità e ben messo in campo, domenica 1 marzo allo stadio Barbera di Palermo, sfodera una prestazione ma-gistrale. Con quattro perle di Ledesma, Morimoto, Mascara e Paolucci, il Catania lascia lo stadio di Palermo sotto gli oc-chi increduli dei tifosi rosane-ro. Tifosi che, dopo 15 giorni non riescono ancora a digerire la sconfi tta ed il pesante passi-vo, manifestando apertamente il loro disappunto, disertando la cura nell’ultima di campio-nato.

Il tifoso catanese, invece, an-

cora se la gode, ancora ha negli occhi quei magici 90 minuti, quei quattro goals che sognava da una vita. Storica la vittoria rossazzurra, perché il Catania non vinceva a Palermo da 16 anni e perché mai il risultato è stato così clamoroso.

E se la domenica successi-va, mentre ancora si brindava, s’incappa nel Siena che espu-gna Catania, poco importa. La scorsa domenica i ragazzi di Zenga sfi orano l’impresa ad Udine, con un altro goal stupe-facente di Mascara e portano a casa un punto che vale oro. Il Catania c’è.

E come! La classifi ca sorride e i tifosi gongolano.

I l mondo del giornalismo ha per-so uno dei suoi maestri. Indub-biamente. Candido Cannavò non

è stato solo un giornalista o uno dei tanti direttori di un giornale sportivo.

Lui era tutto ciò che un giornalista o un direttore dovrebbe essere. Per-sonifi cava in modo esemplare tutte le qualità che chiunque fa questo lavoro dovrebbe possedere. Schietto, sincero ed onesto aveva la peculiarità di dire sempre e a qualunque costo quello che pensava. Paladino nella lotta al doping, lo fu anche per tutte le malat-tie del calcio nostrano, dispiacendose-ne non poco. Amato da tutti, sportivi e non, lascia un vuoto nel mondo dello sport italiano. Rigore morale.

Nato a Catania nel novembre 1930, Cannavò ha iniziato la sua carriera di giornalista nel 1949 nel quotidiano della sua città, La Sicilia, occupando-si di sport ma anche di importanti temi sociali e di costume.

Nel 1955 è entrato alla Gazzetta come corrispondente; nel 1981 ne è diventa-to vicedirettore, poi condirettore e nel 1983 ha preso il posto di Gino Palum-bo alla guida del quotidiano. Nel 1992 il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, gli ha conferito il titolo di Grand’Uffi ciale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Nel 1996, durante i Giochi di Atlanta, il Comitato Olimpico Internazionale lo ha insignito dell’Ordine olimpico. Nel 1998 ha ricevuto il premio Ischia per il giornalismo e nel 2006 il premio Saint Vincent - Indro Montanelli alla carrie-ra. Lasciata la Gazzetta, nel 2002, Can-navò ha pubblicato per Rizzoli la sua biografi a, Una vita in rosa e tre saggi che testimoniano il suo impegno socia-le: Libertà dietro le sbarre, E li chia-mano disabili (2005), un successo da undici edizioni, e Pretacci - Storie di uomini che portano il Vangelo sul mar-ciapiede (2008), premio Fregene.

Alle sue esequie un notevole nume-ro di sportivi di tutte le discipline e anche la sua Catania non si è dimen-ticata del suo illustre fi glio, martedì 4 marzo alle ore 19.00 nel Santuario di S. Maria di Ognina, è stata celebrata una messa in suffragio, offi ciata da Mons. Antonio Fallico. Presenti, tra gli altri, molti colleghi, i suoi fratelli e l’allenatore del Catania Calcio Walter Zenga accompagnato dal Presidente Nino Pulvirenti. Catania ha volu-to così ricordare Candido Cannavò uomo del sud, con i sani valori della terra cui apparteneva e che ne hanno contraddistinto tutta l’esistenza, e in questo senso, forse, lui da qui non se n’è mai andato.

Addio al fuoriclasse Candido CannavòSi è spento lo storico direttore della Gazzetta

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Catania - Ciro Capuano

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Aprile 2009 LA SVOLTA