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Gospel Forum Palermo Past. Rosario Mascari 18/01/2015
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18/01/2015
La terra dei giganti - Parte prima
Past. Rosario Mascari
Nella simbologia cristiana, i giganti rappresentano individui o difficoltà notevolmente più grandi di chi li
osserva, davanti ai quali non è garantita la vittoria.
Dall’inizio della propria storia, il popolo di Dio ha sempre avuto a che fare con i giganti.
Il popolo d’Israele si trovò per quaranta giorni ai confini della Terra Promessa. Quando le spie tornarono
dall’ispezione della stessa, il resoconto fu scoraggiante. Nonostante i lati positivi (presenza di latte, miele e
frutti), l’attenzione venne focalizzata su un dato di fatto: i giganti, i discendenti di Anak, popolavano quella
terra. L’effetto del resoconto della maggior parte delle spie generò una situazione di panico, paura e
sconforto tra il popolo.
Cosa possono rappresentare i giganti ai giorni nostri? Disoccupazione, malattia, solitudine, depressione etc.
Siamo individualmente impotenti dinnanzi a queste tematiche. La nostra società è caratterizzata dalla
presenza di giganti che ci circondano ed, umanamente, non possediamo armi che ci consentano di
combatterli.
Giosuè e Caleb, avendo partecipato all’esplorazione della Terra Promessa, confermarono l’evidenza dei fatti
riferita dal resto delle spie. Sovente viene confuso il concetto di fede con il fanatismo. La fede non nega la
presenza di un problema che, evidentemente, esiste. L’approccio di Giosuè e Caleb, la loro reazione alla
costatazione della presenza dei giganti, fece la differenza tra il resto delle spie. Caleb, nonostante non
negasse tale difficoltà, reagì con fede: “Saliamo subito e conquistiamo il paese, perché possiamo
certamente farlo” (Numeri 13:30).
Viviamo in una società colma di giganti, ma il nostro futuro è nelle mani di Dio. Il Signore conosce ogni
singolo attimo della nostra esistenza, soltanto tra le Sue braccia abbiamo la certezza che Egli ha il meglio
per noi.
Il popolo stette quarant’anni vagando per il deserto a causa del resoconto negativo delle spie. Un’ intera
generazione morì nel deserto senza aver visto i giganti a causa dei quali morì. La paura ne materializzò la
presenza producendo ansia, sfiducia e paralisi spirituale.
Dio ci ha liberati dalla schiavitù con la Sua potente mano.
Gigante 1 – La superbia
Davide era un esperto in giganti nonostante poco prima di affrontare Goliath di Gath fosse un umile
pastore di pecore. Il suo essere solo un ragazzino, rossiccio e di bell’aspetto, non fu rilevante agli occhi di
Dio nel momento in cui lo scelse tra i figli d’Isai, della tribù di Giuda. Unto dal profeta Samuele, da
adolescente sottomesso al padre, divenne il successore di Saul, scelto da Dio stesso.
Inviato dal padre a rifornire di viveri i fratelli maggiori, egli non poté non reagire alle continue provocazioni
di Goliath, il quale giornalmente sfidava le schiere del popolo di Dio, maledicendo e offendendo il Suo
popolo. La sua reazione si tradusse nella decisione di affrontare il gigante, nonostante fosse evidente la
disparità fisica tra i due. Saul, ancorché fosse fisicamente più idoneo a combattere, si limitò a cercare di
dissuadere Davide dallo sfidarlo. Ostinato nel suo zelo, Davide scelse cinque pietre che ripose nella sua
sacca da pastore. Goliath maledisse Davide ed il suo Dio. Davide sconfisse Goliath scagliando con la fionda
una pietra che si conficcò nella fronte del gigante; non appena abbattuto, Davide gli tagliò la testa con la
sua stessa spada, ed i Filistei si diedero alla fuga.
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Goliath, il cui nome significa “splendore”, fu il primo gigante che Davide affrontò. Egli, come Lucifero,
rappresenta chi, splendendo di luce propria, cerca di offuscare arrogantemente la luce di Dio nella nostra
vita, annientando tutto ciò che vi è di santo. I “goliath” vogliono apparire, divulgare offensive contro Dio
distruggendo la nostra dipendenza da Lui.
Dio ci equipaggia per questa lotta, come Davide prese cinque pietre per affrontare Goliath, così noi
abbiamo bisogno di essere preparati per sconfiggere i giganti che si presentano nella nostra vita.
2 Samuele 21:15 “I Filistei mossero di nuovo guerra ad Israele e Davide scese con i suoi servi a combattere
contro i Filistei; e Davide si stancò”.
Come successe a Davide, può accadere di stancarsi ma è necessario avere qualcuno al nostro fianco con cui
poterci confidare, al quale poter aprire liberamente il nostro cuore senza timore di essere giudicati.
L’Ecclesiaste ci ricorda, infatti, che “due valgon meglio di uno solo, perché hanno una buona ricompensa per
la loro fatica. Se infatti cadono, l'uno rialza l'altro; ma guai a chi è solo e cade, perché non ha nessun altro
che lo rialzi!” (Ecclesiaste 4:9-10).
Nel momento in cui comunichiamo un pensiero che sappiamo essere malvagio, quel pensiero perde
efficacia.
Gigante 2 – La pigrizia
2 Samuele 21:16 “Ishbi - Benob, uno dei discendenti dei giganti che aveva una lancia del peso di trecento
sicli di bronzo ed era cinto di una spada nuova, intendeva uccidere Davide”.
Ishbi – Benob fu il secondo gigante che Davide affrontò, egli volle approfittare della sua stanchezza. Il suo
nome significa “pigrizia”, ovvero quella condizione che toglie vigore e forza alla vita. Essere pigri nella
preghiera, nel fare il bene, è un gigante troppo spesso presente che finisce per rubare lo zelo dei cristiani.
L’ozio genera torpore, sconforto e senso di sconfitta. “Risvegliati, o tu che dormi, risorgi dai morti, e Cristo
risplenderà su di te” (Efesini 5:14)
2 Samuele 21:17 “(…) Abishai, il figlio di Tseruiah venne in aiuto del re colpì il Filisteo e lo uccise (…)”.
Abishai, “dono di grazia”, uccise il gigante. Soltanto la grazia è capace di distruggere la pigrizia spirituale.
Essa è un dono che Dio ci dà per andare avanti. L’essere indolente nelle cose di Dio fa si che si inizi a
disdegnare ciò che Dio ha fatto per noi.
Non possiamo rimanere inerti davanti ai giganti.
È necessario assicurarsi che Dio ricopra il primo posto nella nostra vita, poiché tutto ciò che è prioritario a
Lui è idolatria e finirebbe col distruggerci. L’idolo distrugge sempre chi lo adora, è una legge spirituale.
Se esiste un gigante che giornalmente grida più forte della necessità della presenza di Dio nella nostra vita,
esso va affrontato affinché non indebolisca lo spirito.
Il risveglio inizia quando decidiamo scientemente di reagire, rinunciando alla pigrizia della carne che
produce mediocrità.
Il ravvedimento personale genera un cambiamento collettivo.