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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 2013 1 QUINDICINALE FONDATO DA ANTONIO ABBAGNANO NEL 2006 PER LA CONOSCENZA DEL PATRIMONIO CULTURALE TORRESE www.latofa.it la tófa € ,70 0 151 ANNO 8 17 FEBBRAIO 2013 della domenica 151 ANNO 8 17 FEBBRAIO 2013 della domenica

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 2013 1

QUINDICINALE FONDATO DA ANTONIO ABBAGNANO NEL 2006 PER LA CONOSCENZA DEL PATRIMONIO CULTURALE TORRESE www.latofa.it

la tófa€ ,700

151 ANNO 817 FEBBRAIO 2013

della domenica

151 ANNO 817 FEBBRAIO 2013

della domenica

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 20132

( d a l D i r e t t o r e )COLTE AL VOLO

In questi giorni, oltre a impazzare il toto -voto per le prossime elezioni politiche e iltoto - festival, è esploso inaspettatamenteanche il “toto-papa”. Neanche noi siamo riu-

sciamo a tenerci fuori da questi pronostici, per-tanto lanciamo la nostra ipotesi a chi probabilmen-te sarà da qui a qualche mese, il successore di SanPietro: il Cardinale Crescenzio Sepe. Magari conil nome di Gennaro I, ovviamente su questo nomesi concentra tutto il nostro “tifo”, e non credo chesaremo i soli in Città.

il ballatoiodi TOMMASO GAGLIONE

la tófa

p r o g e t t o g r a f i c o V i n c e n z o G o d o n o

EDITRICEAssociazione culturale La Tofa

DIRETTORE EDITORIALEAngelo Di Ruocco

DIRETTORE RESPONSABILETommaso Gaglione

WEB E SEGRETARIA DI REDAZIONEGabriella Di RuoccoFOTOGRAFO REDAZIONALE

Pasquale D’OrsiREDAZIONE

Via Villa delle Ginestre, 6 - Torre del Grecoe-mail [email protected] - tel.3334347253

STAMPA DUEMME - TORRE DEL GRECOReg. Tribunale T/Annunziata N° 6 del 8/8/2006

AL VOTO IL 24 E 25 FEBBRAIOCITTÀ OVATTATA?

Sembra una città ovattata, la nostra, in at-tesa che si entri più in là nel clima elettorale.Saremo chiamati al rinnovo del Parlamentoin un grande clima di incertezza e di possi-bile – speriamo di sbagliare – instabilità. Ilrisultato da tempo non è scontato come annifa e si profilano le ipotesi più svariate. Dice-vamo città ovattata, in quanto, seppur inmodo diverso dagli anni trascorsi, la cam-pagna elettorale o più precisamente l’inte-resse delle forze politiche locali, hannosemiparalizzato l’attività amministrativa. Siattende il famoso rimpasto, ma anche que-sto tarda ad arrivare.

Riguardo alle elezioni, non ci sembra chespiccano profili ed identità tali da potercatalizzare l’interesse dell’elettorato torrese.Eppure i partiti stanno organizzando la loromacchina elettorale locale per dare maggiorsostegno alle forze politiche in campo. ETutto ciò danneggia o rallenta l’attività dellaP.A. I politici che non sono in grado digovernare per il bene comune se ne vada-no a casa. Innanzitutto, direte voi, qualcunoche non ha amministrato la città avrebbedovuto avere il buongusto di non candidarsi.Questo è anche vero. Ma, al di là dell’asten-sionismo, incognita possibile, noi elettori ab-biamo una grossa responsabilità: quella discegliere chi ci dovrebbe governare per iprossimi cinque anni. Usiamo il condizio-nale per la grande incertezza – come detto -di queste elezioni politiche. Ma una voltaeletti, e parliamo di tutti, chi non se la senteo chi si fa un – raro – esame di coscienza,faccia come il Santo Padre, si dimetta e sene vada a casa. Ci guadagna la collettivi-tà!!!!! Buone elezioni a tutti.

ANCORA MORTINELLE NOSTRE STRADE!

Ancora un giovane ci lascia la vita sullestrade della città. Stavolta è toccato al gio-vane studente del Nautico, Enrico Cacace(condoglianze sentite ed affettuose alla fa-miglia). Ma non possiamo limitarci a regi-

strare il fattaccio! Occorre una politica disensibilizzazione, una campagna pubblici-taria e di costume, che faccia riflettere suquesti rischi. Ma soprattutto necessitanomaggiori controlli. Non riusciamo ad ipo-tizzare il come, ma pensiamo che i controlliservano da deterrente a riportare serenitànelle famiglie e sicurezza nelle strade. Sicorre troppo, anche di giorno. Sanzionandoe vigilando si potrebbe sicuramente svolge-re una efficace azione preventiva.

IL GIORNO DELLA MEMORIAIl 30 gennaio scorso si è tenuto nella Gal-

leria del Palazzo della Prefettura di Napoli,la consegna delle medaglie d’onore ai citta-dini italiani, militari e civili, deportati ed in-ternati nei lager nazisti e destinati al lavorocoatto, a titolo di risarcimento morale per ilsacrificio patito a causa della deportazione edell’internamento durante l’ultimo conflittomondiale. Il Prefetto di Napoli, FrancescoAntonio Musolino, alla presenza del Presi-dente dell’Ass. Nazionale ex Internati Avv.Raffaele Arcella, del Presidente della Co-munità ebraica in Napoli, dott. PierluigiCampagnano, ai vertici delle Forze dell’or-dine e delle Forze Armate, nonché i Sin-daci dei comuni di residenza degli insigni-ti, tra cui il Sindaco di Napoli e il Sindacodi Torre del Greco Avv. Gennaro Malinco-nico, ha conferito 17 medaglie d’onore acittadini che hanno subito le angherienaziste, tra questi, alla memoria del nostroconcittadino Sig. Angelo Castiello, conse-gnata nelle mani della moglie Liuzzi Anna.

Alcuni studenti del Liceo ScientificoArturo Labriola, presenti alla manifesta-zione, hanno letto brani di lettere di de-portati e hanno rivolto alcune domande airappresentanti dell’ associazione nazionaleex internati. La cerimonia è riuscita adunire tutti nella convinzione che il ricor-do di quei momenti dolorosi possano es-sere strumento prezioso per la costruzio-ne di una coscienza civile matura e con-sapevole.

STELE PALATUCCI: A QUANDOLA SISTEMAZIONE?

A Torre del Greco, in occasione dell’anni-versario della morte di Giovanni Palatucci,avvenuta il 10 febbraio del 1945 e con laconcomitanza del “Giorno del Ricordo”, glihanno reso omaggio, nel parco dedicato allafigura eroica dell’ultimo questore di Fiu-me, Pietro De Rosa, già vicequestore delcommissariato di Torre del Greco, Prof.Antonio Borriello che ha letto il brano “Sequesto è un uomo” di Primo Levi, in rap-presentanza della Pro Loco Antonio Pacilio,Antonio Altiero e Antonio Abbagnano eAndrea Scala, il Prof. Vincenzo Borriello,autore del bassorilievo posto sulla stele, An-gelo Di Ruocco, rappresentanti dell’Asso-ciazione Amici dell’Arte, tanti cittadini, gio-vani e studenti. I convenuti, dopo aver de-posto un fiore ai piedi della stele si sonoraccolti in un momento di silenzio. Restia-mo perplessi nel venire a conoscenza che atutt’oggi non si sono operati quegli inter-venti necessari per dare decoro alla steleche ricorda il sacrifico di GiovanniPalatucci . Nel corso della cerimonia, tuttihanno potuto notare che scritte in vernice efari rotti ci sono ancora.

www.facebook.com/quindicinalelatofa

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 2013 3

LA COPERTINA

&

E D I T O R I A L E

Tutte le sfumature del grigio

L’opera in copertina,la Madonna dagli occhi celesti,è un dipinto ad olio su tavola delMaestro Salvatore Flavio Raiola

L’opera è stato donata dalla Pro Loco di Torredel Greco, alla Missione Famiglia d’Africa, As-sociazione che vede nella veste di Vicepresidenteil nostro concittadino Giovanni Pandolfo. La Mis-sione, grazie anche ai tanti sostenitori Torresi, starealizzando poco lontano da Kampala in Uganda,una cappella dedicata al nostro Beato VincenzoRomano, cappella a cui è destinata l’opera.

Tempi grigi non solo per la nostra Lucille, che inquesto numero ha scelto questo colore “non co-lore” per evidenziare questo periodo dell’anno, iltempo della Quaresima, dopo le feste e gli ecces-si gastronomici. Tempi grigi per i nostri commer-

cianti, per i nostri artigiani, per i nostri imprenditori, per i no-stri disoccupati, per l’intera Comunità Torrese. La Città è pres-soché ferma, ogni giorno si registra la chiusura di qualche eser-cizio commerciale e qualche artigiano è costretto, se non achiudere, a ridurre in modo considerevole il personale. Qual-che nostro imprenditore che, invece, avrebbe la possibilità diinvestire in luoghi idonei per incrementare l’attività, parlo dipiccolo e medio industriale (da noi non ci sono grandi indu-strie) è costretto a trovare allocazione fuori città, per mancan-za di siti predisposti ad insediamenti produttivi.

Varie associazioni cittadine, come l’Ascom per i commer-cianti o l’Acet per i costruttori edili, cercano in vari modi disollecitare provvedimenti sul fronte delle ristrutturazioni edilie della riqualificazione urbana, perché di mettere su qualchemattone non se ne parla, semmai ne saranno buttati giù pa-recchi, per gli abbattimenti previsti dalla Legge sugli abusi

edilizi e a questi abbattimenti provvederanno imprese chevengono da fuori, non certamente imprese torresi. Come adire... cornuti e mazziati.

Si potrebbe puntare sul turismo, che in tante parti del mon-do fornisce di che vivere (anche bene) ad intere comunità,ma la mancanza di un porto turistico, di un litorale degno diquesto nome, di infrastrutture necessarie per sfruttare la ri-sorsa Vesuvio e la mancanza stessa di strutture ricettive ido-nee, ci preclude anche quest’altra strada, strada che, se per-corsa con decisione e fermezza, potrebbe portarci fuori daltunnel della recessione.

Noi, proprio in controtendenza al grigiore diffuso, usciamoper la prima volta nella storia del giornale, con la copertina acolori. Vogliamo ancora una volta, dare un segnale positivo edinvitare chi ha in mano le leve del potere decisionale, ad osaredi più e a non accettare il declino della Città, appena ierifloridissima. Tra le tante sfumature di grigio, non coltiviamol’ambizione ad avere anche un grigio Torre: il verde dei no-stri pini, l’azzurro del nostro mare, il rosso del nostro corallo,i tanti colori dei fiori che coltiviamo, non meritano di essereoffuscati dalla cappa della miseria, grigia.

ANGELO DI RUOCCO

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 20134

di ANTONIO ALTIERO

Quando mi ritornanoalla mente le scenetragiche delle nefan-dezze che i nazisti

inflissero al popolo ebreo, mi do-mando quali pensieri occupasse-ro le loro menti quando tornava-no a casa e vedevano le loromogli, i figli ed i loro genitori.

Oggi mi sono sorpreso a do-mandarmi: ma coloro che “or-dinano” l’abbattimento di unacasa abusiva, si sono mai chiestiquale dramma provocano allefamiglie cui vanno a demolire lacasa?

Non mi riferisco alle famigliebenestanti, che avendo più casedisponibili possono facilmenterisolvere il problema, ma a co-loro che con sacrifici, rinuncian-do a tutto ciò che di superfluooffriva loro la vita, aiutati spes-so dai parenti ed amici, sono riu-sciti a realizzare con le propriemani il tetto per la propria fami-glia, i propri figli, nel sacro con-vincimento di dare loro un mi-nimo di comfort e di dignità.Coloro che “ordinano”, hannovalutato se il danno che stannoper arrecare alla famiglia da col-pire è maggiore o minore al dan-no che la stessa famiglia ha arre-cato alla collettività con l’abusoperpetrato?

Hanno mai immaginato il pa-nico che provocano in una fami-glia che vive dignitosamente lapropria esistenza, con capofa-miglia, se fortunato, operaio oimpiegato, con moglie casalin-ga e figli a scuola, cacciato con

la forza dalla propria abitazionee messo letteralmente in mezzoad una strada? Che deve farequesta famiglia? Dove deve an-dare? Sotto quale ponte passarele nottate? A quale alternativa hapensato chi ha ordinato l’abbat-timento della casa? Può bastarela giustificazione con un “nonsono fatti miei?” Certamente no!

Com’è possibile che per l’IMUs’invochi l’inviolabilità dellacasa come valore fondante dellanostra Costituzione e dall’altrane decretiamo la distruzione soloperché abusiva? Ed i valori ditolleranza, di solidarietà, i prin-cipi fondanti della cristianità,perché non contano più in pre-senza di queste famiglie che sisono ingegnate per crearsi untetto, che qualcuno dichiara abu-sivo? Abusivo rispetto a cosa?Ad un mercato immobiliare dro-gato da prezzi altissimi, cui unpovero marittimo o contadino oartigiano mai avrebbe potutoaccedervi? Rispetto ad una leg-ge naturale, una legge divina ouna legge fissata dall’uomo? Echi stabilisce che questa legge ègiusta? E le responsabilità sono

tutte da addebitare a chi ha com-messo l’abuso o alla burocraziache, di fatto, da oltre trent’annimantiene ingessato il nostro ter-ritorio? Il nostro Piano Regola-tore, approvato nel 1978, è sca-duto nel 1983: da allora non si èfatto nulla! Che cosa ha fatto “chiordina l’abbattimento” controquesti amministratori, che an-ch’essi hanno disatteso ad unalegge? (A riguardo vi invito aleggere l’articolo dell’arch. Vin-cenzo Sportiello sul precedentenumero di questo giornale del 3febbraio 2013 “L’abusivismoedilizio a Torre del Greco” -pag.10).

Gli extracomunitari che arriva-no in Italia non sono invitati danoi, eppure non li dichiariamo“abusivi” e non li condanniamo

a morte, così come in pratica sifa con una famiglia sfrattata. Liaccogliamo, cerchiamo di cono-scere i motivi della loro fuga daiPaesi di provenienza e, se sononelle condizioni di godere dei di-ritti di asilo politico, questi dirit-ti li concediamo. Allora prima diabbattere una casa, anche se abu-siva, se ne valutino tutte le con-dizioni e le ragioni, non soloquelle giuridiche, in primis quel-le delle famiglie che la abitano esi evitino feroci drammi umani.

Tra le tante soluzioni proponia-mo, ove possibile, di applicarela formula della “nuda proprie-tà” nel senso di acquisire l’im-mobile al patrimonio comunale,assegnandolo in uso a chi l’harealizzato per un “tot” numerodi anni, magari fissando anche ilpagamento di un fitto. Al rilascio,il Comune deciderà se abbatter-lo definitivamente o agire in al-tro modo.

Qualche mese fa abbiamo let-to di un imprenditore che nel to-gliersi la vita ha lasciato scrittoun messaggio rivolto alla suafamiglia, come un volersi scu-sare: “La nostra dignità vale piùdella vita”.

E allora la dignità è solo di chiè stato messo nelle condizioni diperderla o anche di chi ne hadeterminata la perdita? Se avver-rà qualche tragedia simile, Dionon voglia, quali pensieri occu-peranno la mente di chi ha deci-so l’abbattimento, quando torne-rà nella sua casa non abusiva,dove abbraccerà moglie e figli,tranquillamente al caldo e al si-curo?

Forza, abbattiamole case abusive!

... ma siamo poisicuri di averagito nel giusto?E che non cisiano alternative?

L A R I F L E S S I O N E

Torre del Grecovia Pezzentelle, 3T. 0818819930 | F. 0818829930

L A B O R A T O R I O

P U N T I V E N D I T ATorre del Grecovia V. Veneto, 2T. 0818811541

Torre del Grecovia A. Moro, 31T. 0818814688

Torre del Grecovia Nazionale, 839T. 0818471786

Porticivia Libertà, 53T. 0817768621

www.pasticceriamennella.it | [email protected]

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 2013 5R I C E R C A S TO R I C A

Il Museo del Corallodi Torre del Grecodi GIUSEPPE MADDALONI

Il Museo del Corallo di Torredel Greco, annesso alla sto-rica scuola di Incisione sulCorallo, rappresenta uno deiluoghi simbolo della città,

che tuttavia ancora oggi tarda a de-collare.

La storica scuola nata nel 1879,dopo un primo periodo difficile diconfronto con le manifatture di co-rallo locali, fu dapprima chiusa esuccessivamente riformata total-mente dal giovane Enrico Taverna,raggiungendo fino alla metà del no-vecento il massimo del suo splen-dore, con numerosi riconoscimentiinternazionali. Fu proprio il Taver-na nel 1932 ad aprire nello stessoistituto un salone espositivo, l’odier-no Museo del Corallo, dove poteraccogliere i saggi di lavoro degliallievi e soprattutto esporre i manu-fatti nuovi che in quegli stessi anniandavano sperimentandosi nei labo-ratori della scuola. Questa infatti sipose come volano per l’economiadelle manifatture di corallo locali,non solo come fucina di preparazio-ne e formazione di manodopera spe-cializzata, ma soprattutto come la-boratorio per la sperimentazione ela produzione di prodotti artisticinuovi, lontani dal commerciale.

Prima sotto Taverna e poi in se-guito con Renato Ferracciù furonoistituiti laboratori ed officine seralidove, accanto alla lavorazione clas-sica del Corallo, si iniziarono a la-vorare e modellare materiali nuovicome la madreperla, la tartaruga,l’avorio nonché nuove conchiglieda cammeo. Il Museo dunque nellasua collezione di circa 3500 pezzi,rappresenta una carrellata di opere

che potrem-mo definire “al-ternative” a quelleche negli stessi anni lemanifatture locali, specializzatequasi interamente nella lavorazio-ne del liscio, andavano realizzando.

Oggi il Museo è chiuso a causa dilavori che procedono a rilento, il di-rigente scolastico è stato costretto asospendere le visite. I lavori infattiriguardano proprio la sala espositivadel Museo dove, al di sotto dellacontrosoffittatura dipinta con scenelegate al mondo del mare, pare cheil solaio sia indebolito. Un saggiostrutturale condotto dalla Provinciadi Napoli, a cui compete la manu-tenzione ordinaria e straordinariadell’edificio, ha riscontrato infattiche i tirantini metallici del solaiosono logori e dunque non sicuri. Edire che pochi anni fa l’istituto è sta-to interessato da importanti ed im-ponenti lavori di ristrutturazione erestauro dell’intera struttura.

Come è possibile che l’interca-pedine al di sotto della controsof-fittatura del Museo non fu mini-

mamente ispezionata?I lavori al Museo inizia-

rono nel gennaio del 2012 esono proceduti a singhiozzo

fino all’estate dello stesso anno poi,dopo una lunga sosta, sono ripresia novembre, ma per pochi giorni.Il problema sono i fondi, la Pro-vincia non riesce a pagare i lavoriper mancanza di risorse e questisono bloccati, oppure procedono asinghiozzo appena si riesce asbloccare qualche spicciolo. Nelfrattempo le collezioni del Museo,che già nel corso dei decenni scor-si ha subito qualche “sottrazione”,sono inscatolate e depositate in unposto sicuro, pochi oggetti sonoesposti lungo i corridoi, con gran-de disagio e dispiacere della diri-gente e di tutto il consigliodirettivo scolastico.

Eppure Torre del Greco come cit-tà del Corallo è famosa in tutto ilmondo e basterebbe veramentepoco per valorizzare questo stra-ordinario Museo che più di altri èprofondamente nato e cresciuto pere in funzione del territorio.

S. GIUSEPPECON BAMBINOQuesta straordinariascultura in corallo èsenza ombra didubbio il pezzo piùantico che possiede ilmuseo. Essa fu donataalla scuola, assiemead altri pezzi incisi incorallo, dallo storicoGiovanni Tescione,autore di diversivolumi sulla storia ela lavorazione delcorallo. La preziosascultura, unica nel suogenere, èriconducibile allamanifattura trapanesedella seconda metàdel XVII secolo.

PUTTI CON FIORIQuesto straordinariobassorilievo in corallogiapponese è un po’ ilsimbolo delle collezioni delMuseo del Corallo di Torredel Greco. Fu realizzato afine ottocento dall’incisoretorrese PasqualeCarmosino, uno dei piùimportanti del momento,famoso in tutta Italia.Il Carmosino fu anchel’autore dei due lavamanoin stucco, decorati congruppi di putti, dellasacrestia di S. Croce.

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 20136

tutto va bene o tutto va male enon sprecano il loro tempo pre-zioso per andare a votare: “Tan-to è tutto inutile, sono tutti ladrie pensano solo alle loro poltro-ne e a sistemare parenti ed ami-ci”. Questo è ciò che esce dalleloro bocche e, con mille argo-mentazioni, cercano di essereconvincenti. E sempre più spes-so ci riescono: lo dimostra ilfatto che l’affluenza alle urne èsempre più scarsa. Ma ci sonoanche quelli che non parlano,che si fanno i fatti loro, che nonsi vogliono mettere in evidenzaperché, per salire sul carro delvincitore, non bisogna esporsitroppo, bisogna restare anoni-mi, sorridere a tutti i candidatie a tutti promettere il voto. Aquesti ignavi io mi rivolgo, noncerto a coloro che per serie ra-gioni, a volte non si recano alleurne e che tanto si rammarica-no di non poter mettere sulla bi-lancia elettorale il peso del pro-prio voto. Mi rivolgo agli ignavidi sempre, a quelli ai quali nes-sun governo va bene, nessunsindaco è buono, nessuna am-ministrazione è onesta o, vice-versa, sono tutti buoni, tutti one-sti, tutti i governi vanno bene.Attenti, signori ignavi, che nonandando a votare spesso si fa-voriscono le dittature, attentiche Stalin, Mussolini, Hitler sisono estinti ma le loro ideolo-gie ancora serpeggiano nellanostra libertà che tante viteumane ci costò. Attenti a che unbrutto giorno non si alzi qual-cuno e ci metta in riga facendo-ci rimpiangere questa democra-zia che, sebbene a volteesecrabile, ci dà ancora il dirit-to di non andare a votare.

di PIERO COLANGELO

Quando nel novembredel 1793 la viscon-tessa Marie-JeanneRoland de la Platière,

musa dei Girondini, fu condan-nata a morte, mentre la condu-cevano alla ghigliottina, passan-do davanti alla statua della liber-tà, si racconta che abbia escla-mato: “O libertà, quanti criminisi compiono in tuo nome!”

E aveva ben ragione. In nomedella libertà si commettono nonsolo crimini ma anche ingiusti-zie ed errori ed è difficile poi ri-mediare.

Una libertà che sempre piùspesso si stanno concedendomolti Italiani è quella di non re-carsi alle urne. Andare a votaredovrebbe essere un dovere mo-rale poiché ogni cittadino deverendersi partecipe e responsabi-le della vita politica della Nazio-ne. La libertà di andare a votarenon ha lo stesso peso della liber-tà di non andarci. Tempo fa unnoto uomo politico italiano in-vitò gli elettori ad andarsene almare piuttosto che andare a vo-tare, tanto era sicuro della sua im-mortalità politica. La sua baldan-za non gli portò bene, ebbe peròla libertà di riparare all’estero.

Ma chi sono coloro che nonvanno a votare? Ce ne sono diogni specie: Soloni, stupidi, in-telligenti, buoni, cattivi, ladri,onesti, professionisti, operai,impiegati, ecc..

Il caro Dante, queste animebuie, non le mise neppure nel-l’Inferno, ma fuori, nell’Antin-ferno. Erano costoro indegniperfino dell’Inferno. Mi riferi-sco agli ignavi, esseri ai quali

di GIUSEPPE DI DONNA

Nelle chiese di Torre, nel ‘600 - ‘700 lavo-rarono diversi artisti non nativi di Torretra i quali: Solimena, Giordano, L. Vaccaro(1655-1706). Quest’ultimo possedeva unamasseria in Lava Troia, allora contradaCarbolillo, dove fu ucciso da alcuni sicari

forse per invidia. Fu sepolto per volere della moglie Bottiglieronella vecchia Chiesa di Santa Croce distrutta poi dall’eruzio-ne del 1794. Suo padrino era l’abate Solimena (1657- 1747)che nacque secondo De Dominici a Nocera de’ Pagani, men-tre altri sostengono invece a Solofra o a Serino. Il nostro sto-rico reverendo Di Donna riteneva che, se anche l’abate nonfosse stato di Torre, tuttavia non si potesse escludere che lofosse il padre, indotto dopo l’immane eruzione del 1631 acambiare luogo di residenza. E’ sicuro che il cognomeSolimene fosse frequente a Torre nel secolo XVIII e unacontrada della Torre antica posta nell’estrema periferia torrese,contrada Pagliarone, era nominata Solimene.

Lo studioso Raffaele Torrese sosteneva, credo erroneamen-te, che il noto pittore fosse chiamato “Ciccio della Torre” per-ché di Torre del Greco. Di questo Ciccio ne parla pure DiDonna accennandolo nella sua opera monumentale “L’Uni-versità di Torre del Greco nel secolo XVIII” e riportando lanotizia dal l° libro di De Dominici, Volume terzo pagina 452,ma non dice essere il Solimena. Di questo Ciccio, sostiene ilreverendo, non si può dare altro particolare sennonché fossedi Torre. Studiosi moderni dell’arte lo confermano scolaro diGiordano (1634 -1705) famoso per le ardite improvvisazioni.Poiché questi storici ricordano della numerosa bottega diGiordano diversi allievi “della Torre” e poiché Ciccio eratorrese, non si può escludere che della notevole presenza de-gli apprendisti del maestro facesse parte un nutrito gruppo ditorresi dell’epoca.

La bottega del grande pittore costituiva una vera e pro-pria impresa commerciale, che affiancava il maestro a sod-disfare le numerose commissioni in Italia e all’estero.L’ipotesi può essere confermata dal fatto che i “della Tor-re” si erano specializzati a dipingere cristalli, erano abili

ARTISTITORRESI

DEL 600-700

Gli ignaviL IBERTÀ È PARTECIPAZIONE STORIA LOCALE

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 2013 7

*miniaturisti, pittura-vano su vetro, cerami-ca e scudi di tartarughe.Vengono menzionati

da alcuni storici dell’Arte: Domenico Coscia,Domenico Perrone, Carlo Garofalo (aliasCarlo della Torre), Giovanni della Torre, Ste-fano della Torre e il summenzionato France-sco della Torre detto Ciccio, che è sicura-mente quel Ciccio di cui accennava il DiDonna. Della Torre non è un cognome meri-dionale o torrese ma settentrionale ed ha ori-gini nobili; a quell’epoca a Napoli era quasiinesistente, oppure se c’era lo si aggiungevaper indicare l’origine del casato, come adesempio Ascanio Filomarino, duca DellaTorre. Pertanto ritengo che l’aggiunta “dellaTorre” indicasse l’origine del paese da cuiprovenivano. Infatti, un altro allievo era chia-mato Ciccio di Capua perché originario diCapua e uno degli allievi prediletti CarloGarofalo (cognome torrese) in altre fonti èindicato come Carlo della Torre. E poi deinobili tutti “della torre” non avrebbero mailavorato come garzoni in una bottega d’ar-te. Di questi ragazzi, molti avrebbero ripro-dotto l’opera del maestro imitandone lo sti-le e firmando le opere con il sigillo di Luca.Di questo gruppo i più bravi eranoDomenico Coscia e l’abate Carlo Garofaloche per le sue qualità meritò di essere pro-posto dal suo maestro Luca Giordano al reCarlo II in Spagna.

Fra il 1692 e 1702 Carlo e Luca si recaro-no in Castiglia, il primo a dipingere cristalliper le stanze regali del Re, mentre il maestroche aveva ricevuto il titolo di “caballero” eraimpegnato a pitturare la grande chiesadell’Escorial e del Palazzo Reale a Madrid.Pare inoltre che Ciccio della Torre, oltre checome dipintore di cristalli, abbia pitturatoquadri come la Crocifissione posta nellachiesa di Santa Maria del Parto a Napoli nel1665. In quel periodo Ciccio sposa una cer-ta Agata De Cesare e al suo matrimonio sonotestimoni il maestro e Carlo Garofalo, aliasdella Torre, forse perché concittadino. Unaconferma della mia ipotesi è data dal fattoche alcuni pittori torresi, allievi del minia-turista piacentino Giovanni Caselli, segui-rono Carlo di Borbone, il futuro Carlo III diSpagna, nella penisola iberica in una secon-da ondata, e tra questi Saverio e FrancescoBrancaccio (Francesco della Torre) il7.10.1759, come ricorda Raffaele Torrese.

Altri allievi del Caselli furono: FerdinandoSorrentino, altro cognome torrese e un certoNicola della Torre. Erano paesaggisti, ritratti-sti su miniatura, incisori di cammei e pittorisu ceramica. Come si può notare, diversi fattie circostanze fanno rafforzare l’ipotesi chela tradizione torrese della lavorazione dei gio-ielli, cammei e tartarughe avrebbe una de-gna origine in importanti predecessori, comeper i coralli è stato il marsigliese Martin.

Un primo pittore certamente torrese di cuiabbiamo notizie, seppur scarne, è SimoneVillano di Torre, come risulta da uno stru-mento del notaio Graziano Caiazzo, che di-pinse nel 1639 su commissione del Capito-lo della Collegiata di San Giovanni Battistadi Angri, il quadro della titolare presso il San-tuario della Madonna Incoronata dei Bagniad Angri, oggi, con la revisione dei confini,in quel di Scafati. Si sa poco di questo pitto-re se non che fosse un benefattore della chie-sa angrese (potrebbe essere il rettore della

chiesa di Santa Maria delle Grazie a Trecase,allora da poco staccatasi da Torre nel 1583).Intorno al dipinto vi fu posta una cornicedorata di legno con arabeschi e da ognunodei quali emergeva un puttino nudo. La cor-nice contemporanea al dipinto fu un donodello stesso artista che a tal bisogno lasciòquattro ducati, detratti dai venticinque pat-tuiti per il lavoro. Poi il rettore del santuariovendette tale cornice, per una somma vilead un “saponaro” (quanti saponari diventan-do antiquari si sono costruite ville e podericon tali affari). La bellissima pala, esempiodi pittura popolare, è stata restaurata più vol-te. Nel dipinto si osserva la Vergine assisasulle nubi con in braccio il bimbo, il Battistaprotettore di Angri e Giovanni Evangelista.In lontananza si vede il fosso dell’acqua mi-racolosa con dentro i bagnanti in cerca disollievo e in fondo i monti del Sarnese. Lostagno situato fuori dal santuario è conside-rato terapeutico fin dal ‘400, quando alcunimalati di lebbra immersi nell’acqua risana-vano. Il santuario fu chiamato in epoca re-cente “La petite Lourdes”. Prima della co-struzione del santuario, vi era una cappellacampestre in cui si venerava la Madonna deiBagni, distrutta dall’eruzione del 1631, mol-to venerata e costruita nei pressi di una fonteritenuta miracolosa, specie per le malattiedermatologiche. L’eruzione deviò il fiumeSarno oscurando il cielo dell’agro nocerinosarnese. La cappella non si salvò dalle ac-que e gli angresi per rinverdire il culto seco-lare, dopo l’immane distruzione, commis-sionarono l’opera all’artista torrese.

Gli storici porticesi accennano infine ad uncerto scultore Sperandeo, che sostengono es-sere di origini torresi, che realizzò nel 1770la bellissima statua del medico eremita SanCiro e altre minori e che sono nella chiesamadre di quella città.

Saranno gli storici ad approfondire o smen-tire tali ipotesi.

N.d.D : in località Palazzone, c’è Villa Solimena, un vetusto fabbricatoclassificato tra le Ville Vesuviane del ‘700. Al fabbricato, che si affacciasulla Nazionale, è rimasta ancora annessa una piccola porzione digiardino, ma l’originaria proprietà, con l’intero fondo rustico, arrivava finoai confini del luogo comunemente denominato “il Pagliarone”. Al momento,non possiamo dire con certezza se tale proprietà fosse appartenuta allafamiglia degli artisti Solimena o ad altra famiglia con lo stesso cognome

Simone Villano di Torre,“Madonna Incoronatadei Bagni”

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 20138

di CIRO ANTONIO ALTIERO

Fra la metà dell’ottocento e neiprimi anni del novecento gliAlbanese furono sicuramentegli armatori più facoltosi a Tor-re del Greco, infatti nel corsodegli anni amministrarono ben

trentanove velieri, un numero ragguardevo-le per la nostra cittadina; degno di nota è chegli Albanese, famiglia molto numerosa inquegli anni, erano quasi sempre gli esclusi-vi proprietari dei velieri, fatto praticamenteunico a Torre del Greco perché in genere laripartizione dei carati di un veliero era divi-sa fra più famiglie, per con-dividere sia le spese di co-struzione, sia gli eventualirischi, nonché i profitti.

Le notizie che abbiamoraccolto sull’albero genea-logico degli Albanese sonomolto frammentarie essen-do un nucleo molto nume-roso; sicuramente icapostipite dell’attivitàarmatoriale di questo gran-de nucleo famigliare si pos-sono considerare i fratelliMichele e GiovanniAlbanese, che nel 1865 va-rarono a Torre del Greco laloro prima goletta di circa100 tsl denominata “La Domenica”.

I due fratelli unitamente ai loro famigliari,fra il 1865 e il 1891 divennero proprietari diben nove velieri; dopo la goletta “La Dome-nica” nel 1870 vararono la goletta denomi-nata “La Potente” e dopo due anni vararonoil brigantino goletta “Giuseppe”, un piccoloveliero di due alberi di circa 97 tsl, infine nel1874 vararono una tartana denominata “San-t’Anna”.

Dopo circa sette anni e precisamente fra il1881 e il 1891 gli Albanese ripresero a inve-stire nella costruzione di altri velieri di pic-colo tonnellaggio e vararono, sempre dagliscali di Torre del Greco, la goletta “RosaMadre” , il brigantino goletta “S. Francescoda Paola”, il brigantino goletta “MichelePadre” e la goletta “San Bartolomeo” di 107tsl.

Spesso i capitani dei velieri erano gli stessicomponenti della famiglia, sicuramente fi-gli di Michele e Giovanni come Cristofaro

Albanese, capitano della goletta “La Poten-te” , il capitano Michele Albanese che co-mandava il brigantino goletta “Giuseppe”,Vincenzo Albanese che comandava la goletta“Rosa Madre” e il capitano Giosuè Albaneseche era al comando del brigantino goletta“Michele Padre”.

Tutti questi velieri vennero iscritti alCompartimento Marittimo di Napoli, nonessendo possibile registrarli a Torre delGreco; in seguito, nel 1890, anche a Torredel Greco fu istituito un “Ufficio di Por-to” e con l’aumento del traffico commer-ciale del nostro porto nel 1904 l’ufficio fuelevato a Capitaneria, poi nel gennaio del

1908 fu costituito il Com-partimento Marittimo diTorre del Greco.

Il primo veliero degliAlbanese iscritto nel Com-partimento Marittimo di Tor-re del Greco fu la goletta“Bettina” di circa 110 tsl, va-rata a Torre del Greco nel1883 di proprietà di Giosuè,figlio di Michele.

Come già abbiamo sottoli-neato, i germani Michele eGiovanni furono molto pro-lifici e sicuramente si deve ailoro figli il grande incremen-to dell’attività armatorialedella famiglia Albanese; Mi-

chele, che morì nel 1890, ebbe otto figli:Giosuè, Antonio, Giovanni, Vincenzo, Ma-ria, Giuseppa, Cristoforo, Luigi; mentre ilfratello Giovanni ebbe cinque figli:Tommaso, Michele, Maria, Luciano e Fran-cesco.

La famiglia Albanese dal 1892 fino ai pri-mi degli anni ’30 del secolo scorso gestì neltempo altri 30 velieri, la maggior parte co-struiti nei cantieri di Torre del Greco o inaltri cantieri italiani e verso la fine della loroattività armatoriale le ultime acquisizionifurono velieri costruiti in cantieri stranieri.

Di questi velieri, uno di quelli di portatamaggiore fu il brigantino goletta “Filippo”,varato a Marina di Alimuri l’11 novembredel 1873 di 447 tsl e acquistato incomproprietà da Michele, Tommaso, Fran-cesco e Luciano, che erano figli di Giovan-ni, ed erano proprietari di tre carati ciascu-no; sei carati invece erano di proprietà Gio-vanni figlio del defunto Michele, mentre i

rimanenti sei carati erano del socio CarmineIacone ; questo fu uno dei pochi casi in cuila famiglia Albanese non aveva la totale pro-prietà del veliero.

Nel 1902 gli Albanese ordinarono ben quat-tro velieri; fra questi venne varato il 4 giu-gno il brigantino goletta “Immacolata” diquasi 300 tsl di totale proprietà dei cuginiCristofaro, Michele, Bartolomeo, Francesco,Michele, Tommaso e Luciano.

Dopo soli quindici giorni scese in mare lanave goletta denominata “Camelia”, un ma-gnifico veliero di 438 tsl di cui TommasoAlbanese, figlio di Giovanni possedeva l’in-tera proprietà.

Sempre a Torre del Greco, il 18 settembredel 1902 venne varato il brigantino a palo“Giovanni Albanese” di quasi 500 tsl unodei velieri di portata maggiore varati nellanostra città all’epoca. Anche questo tre al-beri oltre ai fratelli Michele, Tommaso eFrancesco, figli di Giovanni, aveva comesoci Gennaro Malinconico e Maria Mazza,moglie di Luciano Albanese.

Gli Albanese nel 1913 furono fra i primiarmatori torresi ad acquistare un veliero conscafo in ferro, una nave goletta di quasi 400tsl di costruzione tedesca a cui imposero ilnome di “Erricuccio”; di questo veliero eracomproprietario Michele Albanese, figlio diGiovanni, insieme al socio Angelo Camelia.

Questi velieri di maggiore portata eranoabilitati per la navigazione oceanica e, unavolta partiti dall’Italia con carichi di legno,olio, sale, sughero o merci varie, raggiunge-

Capitani e armatori...la famiglia Albanese

Il capitanoTommaso Albanese,figlio di Giovanni

Qupornavparlegnvarlon

UOMINI E VELIERI

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 2013 9

vano gli scali dei lontani porti del NordAmerica, ma anche del sud America, fino ailontanissimi porti argentini per caricare gra-no, per poi riattraversare l’Atlantico per sca-ricare il carico nei porti del nord Europacome Anversa o nel Mediterraneo.

Per coprire la distanza che separa i dueporti i velieri impiegavano dai cinquanta aisessanta giorni di navigazione a secondadelle condizioni del mare.

All’epoca della navigazione a vela il rischiopiù grave per un veliero e il suo equipaggioera quello di incappare in una tempesta, in-fatti molti erano i velieri di cui si perdevanocompletamente le tracce e dopo qualche tem-po venivano dichiarati scomparsi in mare.

Anche gli Albanese in quegli anni pagaro-no un elevato tributo di perdite in mare siacome uomini e sia come velieri; fra il 1904 eil 1924 ben nove furono i velieri naufragatie in molti casi come per i brigantini goletta“Immacolata”, “Luigina” e “Gerardo” la per-

dita fu tragica anche per lascomparsa dell’interoequipaggio.

Anche la Prima GuerraMondiale portò agliAlbanese gravi perdite divite umane e velieri; infattifurono ben sei i bastimentiaffondati dai sommergibiliaustro-ungarici per un to-tale di 1.234 tsl.

Il primo veliero fu affon-dato addirittura quandol’Italia non era ancora unanazione belligerante, infat-ti il 14 novembre 1914 ilbrigantino goletta “Luigi”veniva silurato in Adriati-co nei pressi di Spalato daun sommergibile austria-co; altri cinque velieri vennero silurati dasommergibili nemici nel 1917 oltre che inAdriatico sia nel mar Tirreno che nel marMediterraneo; l’ultimo veliero perso dagliAlbanese nella Grande Guerra fu ilbrigantino Goletta “Giovanni Albanese” af-fondato a circa 15 miglia da Punta Impera-tore il 19 marzo 1918 a pochi mesi dalla finedella guerra.

Ma le tempeste e gli avvenimenti bellicinon erano i soli pericoli che i naviganti del-l’epoca dovevano affrontare, sicuramenteunica fu l’avventura vissuta dal capitanoFrancesco Albanese, figlio di Giovanni e dalsuo equipaggio.

Il capitano Francesco nel maggio del 1902era ormeggiato con il suo veliero carico ditavole di legno nel porto di Saint Pierre, inMartinica; dopo aver ultimato le operazionidi scarico e aver ricevuto il pagamento delcarico dallo spedizioniere, era stato invitatodallo stesso a fermarsi a cena da lui per poisalpare per l’Europa il giorno dopo.

Il capitano Francesco, ringraziando lo spe-dizioniere, preferì declinare l’invito, e la serastessa salpò con il suo equipaggio per farerotta verso il mare aperto; questa decisionefu la salvezza per lui e per i suoi marinai,infatti dopo poche ore dalla partenza del suoveliero, il giorno 8 maggio del 1902, la cittàdi San Pierre fu completamente distrutta dal-

l’eruzione del Monte Peleèche causò 30.000 vittime,pochissimi furono i soprav-vissuti. Il capitano France-sco, raccontava questi fatti alsuo piccolo nipote oggi par-roco della nostra comunità,don Raffaele Borriello che ciha tramandato questo episo-dio che suo nonno spessoamava ricordare.

La famiglia Albanese, agliinizi degli anni venti, iniziòcome tutti gli armatori adismettere i velieri ormaiobsoleti per il commerciomarittimo per acquisire vec-chi piroscafi costruiti in nordEuropa che ormai nel mon-do erano la nuova frontieradel mare già da anni.

Il primo piroscafo denomi-nato “Francesco Imparato”venne comprato nel 1926 da

Bartolomeo e Francesco Albanese insiemeai soci Michele Bottiglieri, Salvatore Altierie Francesco Imparato; nel 1929 i due cuginivendettero la loro quota di proprietà agli al-tri soci.

L’altro piroscafo acquistato a Bengasi il 24ottobre del 1929 da Bartolomeo venne de-nominato “Cristoforo” in ricordo del padree fu l’ultimo bastimento di proprietà di uncomponente della famiglia Albanese fino al1933, anno in cui venne venduto.

Con la vendita di questo piroscafo la piùimportante famiglia di armatori di Torre delGreco a cavallo fra l’ottocento e il novecen-to cessò la sua attività armatoriale.

Il Brigantino Goletta“Francesco Raiola”, affondatoin prossimità di Riposto daun sommergibile austriaco il14 maggio 1917

Il capitano FrancescoAlbanese, figlio di Cristoforo,miracolosamente scampatocon il suo equipaggio l’8maggio del 1902 all’eruzionedel monte Peleè in Martinica.

esti velieri di maggiorertata erano abilitati per lavigazione oceanica e, una voltartiti dall’Italia con carichi dino, olio, sale, sughero o merci

rie, raggiungevano gli scali deintani porti delle Americhe

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 201310IL CAMPIONATO

La Turris prima illude e poidelude i suoi tifosi. La Sar-degna, ancora una volta,non porta fortuna ai colo-

ri bianco rossi. Dopo la beffa patitaa Porto Torres, i Corallini hanno re-citato lo stesso copione control’Arzachena, buttando al vento unapreziosa vittoria nei minuti finali. Iquattro punti lasciati sull’isolaavrebbero consentito alla compagi-ne torrese di assestarsi al secondoposto in classifica a quattro lunghez-ze dalla Torres. Lasciando da parteil rimpianto per le mancate vittorie,la realtà fotografa la Turris al quintoposto con un distacco inalterato diotto punti dalla vetta. I due pareggisubiti nel finale non sono frutto delcaso, ma sono da attribuire alla man-canza di personalità e di esperienzadenotata dalla squadra di mister.Fabiano Dopo il giro di boa, la Turrissta marciando con lo stesso passodella capolista, nove punti in cinqueincontri, senza riuscire, pertanto, arosicchiare alcun punto. I corallinistanno pagando a caro prezzo il calodi rendimento avuto nelle ultimequattro giornate del girone di andata.Dal 2 al 22 dicembre, infatti, la Turrisincappò in tre sconfitte e uno stenta-to pari casalingo con il Palestrina,sommando la miseria di un solo pun-to. Tutto ciò consentì alle più diretteinseguitrici di prendere il largo. Unasconcertante flessione di rendimentoe di risultato che coincise con l’aper-tura del mercato di riparazione dovepatron Moxedano non ritenne oppor-tuno intervenire. Le prestazioni for-nite dalla formazione di Fabiano finoad oggi non hanno convinto piena-mente sul piano del gioco espressoin campo. La Turris ha dimostrato dinon avere il cinismo checontraddistingue le squadre da prima-to. La mancanza di un centrale difen-sivo in grado di guidare il pacchetto

Laureato in Lettere classiche(110 e lode) impartisce lezioni di

recupero e potenziamento, rivoltea studenti delle scuole superiori,

nelle seguenti discipline:GRECO, LATINO e ITALIANO

tel.0818818954 / cell.3347412265

E D I T O R I A

Presentato al De Bottis“L’Italia e le mafie”

Si è tenuta presso il liceo De Bottis, la presen-tazione del libro “l’Italia e le mafie” organiz-zata dall’associazione culturale ALT (Asso-

ciazione lettori Torresi). Il libro nasce dall’omoni-mo format radiofonico, trasmesso dalla web radiodell’Università degli studi di Salerno Unis@und,durante il quale si è trattato del fenomeno delle ma-fie in tutti i suoi aspetti: dalla sua ampia estensionegeografica, alla sua collusione con le istituzioni, alruolo delle donne di mafia. Al testo, curato per laparte giornalistica da Vincenzo Greco e per quellastorico-scientifica da Marcello Ravveduto, hannocollaborato dieci giovani che hanno voluto in que-sto modo rivolgersi ad altri giovani per sensibilizzarlial problema della criminalità organizzata. “È impor-tante creare una cultura di contrasto alle mafie. - di-chiara Claudia Contaldi autrice del libro - Le vitti-me della malavita non sono soltanto quelle che ven-gono uccise, ma anche tutte quelle che, ad esempio,sono costrette a chiudere un’attività commercialeperché strozzate dal pizzo e devono quindi rinun-ciare ad un loro sogno”. Soddisfazione per l’eventoè stata espressa dal dirigente scolastico, prof. Vin-cenzo Borriello: “È stato un piacere promuoverequesto evento perché la scuola è un luogo dove cre-scere anche relazionandosi al mondo esterno e af-frontando tematiche importanti come il contrasto allacriminalità organizzata”.

Eleonora Colonna

arretrato e di un centrocampista cari-smatico capace di dettare i tempi nellazona nevralgica del campo è stataavvertita nei momenti topici di alcu-ne partite. La vetta, indubbiamente,è lontana, ma la classifica non con-danna definitivamente la Turris. PerMr. Fabiano la risalita è ancora pos-sibile. Egli fa pieno affidamento sulnuovo assetto tattico, modulo 4-3-3,e sull’imminente recupero degli in-fortunati Arcamone, Salvati,Gasparini e Falco per lanciare losprint finale. Dopo la sosta il cam-pionato riprende domenica 17 con ilconfronto diretto tra la prima e la se-conda in classifica. Un pareggio traTorres e Sarnese potrebbe favorire inprospettiva la Turris che al Liguoriattende un modesto Selargius.

by Raffaele Polese

ULTIMA CHIAMATA

LA CLASSIFICATORRES 46SARNESE 40LUPA FRASCATI 39CASERTANA 39TURRIS 38S. BASILIO PALESTRINA 38SORA 36OSTIA MARE 32CINTHYA GENZANO 28ARZACHENA 28PORTOTORRES 27BUDONI 27ISOLA LIRI 25ANZIOLAVINIO 23SELARGIUS 22CIVITAVECCHIA* 17HYRIA NOLA 17PROGETTO S. ELIA 15* 1 punto di penalizzazione

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 2013 11F.C. TURRIS 1944LA STORIA

ESTRATTO DAL LIBRO “F.C. TURRIS 1944”A CURA DI CIRO ANTONIO ALTIERO10

Le delusioni nel calciosono dimenticate in fret-ta, questa massima valeanche per la dirigenza del-

la Turris, infatti il presidente AmerigoLiguori e i suoi più stretti collabora-tori si rimboccavano le maniche perallestire ancora una volta una squa-dra competitiva per il campionato.

La squadra si rinforzava adeguata-mente con gli arrivi di MarioSantamaria, Giovanni Capolino, Gia-como De Caprio, Bruno Gianolli, Ciro Gril-li; infine, ciliegia sulla torta, ritornava a Tor-re Capone, attaccante di sicuro rendimento.

Intanto i lavori per ultimare il nuovo stadiodi viale Ungheria continuavano alacremen-te e dopo gli ultimi ritocchi il collaudo perl’agibilità era vicino; finalmente la tifoseriatorrese stava per avere uno stadio all’altezzadelle sue ambizioni.

Agli ordini di mister Giacomo Busiello laTurris si presentava ai nastri di partenza conla seguente formazione base: Morsia,Colella, Pastore II, De Caprio, Santamaria,Pastore I, Grilli, Gianolli, Capone, Capolinoe Raimondi.

Il 29 ottobre del 1950 iniziava il campio-nato, grande era l’attesa dei tifosi che si aspet-tavano dai loro beniamini, un campionato divertice, ma la Turris iniziava con due scon-fitte di stretta misura sui campi dellaPuteolana e del Gladiator.

La prima partita in casa il 12 novembre del1950 contro i nero-stellati della Bagnolesesarà ricordata per sempre nella memoria deitifosi perché coincideva con l’inaugurazio-ne del nuovo stadio comunale di Viale Un-gheria. In città nessuno voleva perdere ilgrande giorno della festa, la cerimoniaingentilita dalla presenza della madrina, lasignora Irma Apa, vedeva presenti tutte leautorità sportive, politiche ed imprenditorialidi Torre del Greco.

In una cornice di pubblico festante si ricor-dano l’onorevole Crescenzo Mazza, il con-sigliere provinciale Ciro Cirillo, la dirigen-za della Turris al gran completo guidata dalpresidente Amerigo Liguori, da FrancescoCoscia e da Giovanni Apa. Dopo la benedi-zione del campo effettuata da don AndreaBuovolo, grande tifoso dei corallini, arriva-va il momento tanto atteso: la prima partitanel nuovo campo sportivo!

I giocatori ci mettevano pochi minuti a ri-pagare l’entusiasmo con cui erano stati ac-

colti dai propri tifosi: al secondo minutoil bomber Raimondi siglava la rete del van-taggio che era anche il risultato finale del-l’incontro. Una vittoria striminzita e sof-ferta, ma importante perché contro unadiretta concorrente per la conquista delcampionato.

Il passo dei corallini, forse galvanizzatidal nuovo stadio, finalmente cambiava: ladomenica successiva ancora una volta incasa travolgevano la malcapitata Acerranaper 7 a 0 con Gianolli e Capone in eviden-za, rispettivamente autori di una triplettae una doppietta.

Finalmente all’ottava giornata i coralliniraggiungevano la vetta della classifica conuna convincente vittoria sull’Angri conuna tripletta di Raimondi e rete conclusi-va di Capone.

La Turris, dopo un passo falso in trasfertasul campo del Paola ma con cinque vittoriee un pareggio, poteva concludere il gironed’andata alle spalle della Bagnolese.

Alla terza giornata di ritorno arrivava ilconfronto diretto sul campo della Bagnolesee i corallini con una prestazione entusiasman-te espugnavano il campo dei flegrei con unconvincente 5 a 3 e con Raimondi, Gianollie Grilli in evidenza.

Con questa vittoria la Turris agganciava laBagnolese in vetta alla classifica e due so-nore vittorie in casa, 5 a 0 sulla Maddalonesee 5 a 2 sulla Paganese, confermavano il cam-mino in testa dei corallini.

Certo, i tifosi con un attacco pirotecniconon si annoiavano, ma la Turris alternavagrandi prestazioni a passi falsi sconcertantiche precludevano il primo posto e tre vit-torie consecutive nelle ultime tre partitedel girone di ritorno non bastavano a vin-cere il campionato: Bagnolese e Turrisconcludevano il campionato a pari punti:era spareggio.

Il 2 giugno 1951 alla stadio del Vomero

Campionato 1950-51Finalmente il nuovo stadio!

Turris e Bagnolese davano vita allo spareg-gio per accedere alla fase finale per la pro-mozione in serie C.

I corallini passavano subito in vantaggiocon una rete del solito Capone al 20’ del pri-mo tempo; per i flegrei pareggiava Nestidopo pochi minuti ma una doppietta di unoscatenato Ciro Grilli, sempre nel primo tem-po, portava il risultato sul 3 a 1. Il secondotempo era una pura formalità e allo scadere igiocatori e i tifosi corallini si lasciavano an-dare a comprensibili scene di giubilo, maquesta vittoria era solo il primo passo versola promozione.

Il Molfetta e la Palmese, che avevanovinto i loro gironi, aspettavano i coralliniagli spareggi per giocarsi la promozionein serie C. Il 19 giugno allo stadio di Mes-sina il Molfetta e la Turris erano le primedue squadre ad incontrarsi in questo mini-torneo; purtroppo i corallini non erano piùquelli pimpanti del campionato e una pa-pera del portiere Morsia sanciva la vitto-ria del Molfetta per 2 a 1.

Per i tifosi corallini c’era ancora una spe-ranza di promozione legata all’incontro conla Palmese; il 15 luglio sul campo neutro diTaranto la Turris e la Palmese davano vita auna partita molto nervosa che subito pren-deva una brutta piega per i colori corallini,infatti dopo appena venti minuti la Palmeseera in vantaggio per 2 a 0.

A nulla serviva una rete di Grilli perchéla Turris crollava sotto gli attacchi dellaPalmese, subendo altre due reti oltre al-l’espulsione degli attaccanti Capone eRaimondi.

I numeri del campionato della Turris era-no impressionanti: il miglior attacco e lamiglior difesa del campionato, ma non era-no bastati per vincerlo.

Ancora una volta svaniva, dopo un en-tusiasmante campionato, il sogno dei ti-fosi di approdare alla serie C.

12 NOVEMBRE 1950Un momentodell’inaugurazione delnuovo campo sportivo diviale Ungheria; siriconoscono: Giovanni Apa,Edoardo Russo, la madrinadella cerimonia Irma Apa,Ciro Cirillo, Amerigo Liguori,Crescenzo Mazza, FrancescoCoscia, don Andrea Buovoloe Abner Lombardo

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 201312

Grigio

Apparteneva a quel genere di persone chesembrano non avere età, sempre ugualee immutata nel suo aspetto dignitoso eincolore. Scossoni veri nella sua vita non

ce n’erano stati, e gli anni erano trascorsi piatti emonotoni, con i giorni scanditi sempre dallo stessoimmutabile ritmo: la casa, l’ufficio, le preghiere, illavoro a maglia e il nugolo di nipoti che ogni tantole faceva visita, più per dovere che per affetto. Lepassioni e i sentimenti più forti, nel bene e nel male,le erano estranei, mai grandi gioie né grandi dolo-ri; un sorriso appena accennato per tutti e la testasul cuscino ogni sera senza rimorsi. Nessun figlioo marito, ma tante amiche con cui parlare di argo-menti decorosi e scontati nella chiesa che frequenta-va da sempre con assiduità. Anno dopo anno, erainfine giunto anche il momento di andare in pen-sione; pur rattristata all’idea di abbandonare le abi-tudini rassicuranti mantenute per tanto tempo, sidispose all’evento nel migliore dei modi e si recòal lavoro per l’ultima volta, accompagnata da unfratello e due nipoti, carica di cartocci e vassoiper il rinfresco da offrire ai colleghi. L’ufficio sitrovava in un grigio e tetro edificio costruito nelperiodo del ventennio, con grandi stanzoni e tri-stissimi arredi per lei familiari, tra cui si aggiravacontenta, salutando i colleghi e presentando a tut-ti i suoi parenti di cui ognuno si dimenticava unattimo dopo. Beata te che vai via, le diceva unoafferrando un pasticcino e tornando a occuparsidei fatti propri; brava, e così siamo arrivate allapensione, le diceva un altro divorando un bignè.Il capufficio, circondato naturalmente dai più de-voti collaboratori, le dedicò un discorsetto spe-ciale, elencandone le doti di puntualità e precisio-ne e lodandone il costante attaccamento al lavo-ro, così da suscitare il generale consenso e farlasentire al settimo cielo. Qualcuno le mise in manouna targa di metallo lucente con incisa una sfilzadi nomi e cognomi, e le fu assicurato che si sareb-bero sempre tutti ricordati di lei; uno degli impie-gati raccolse di soppiatto una generosa quantitàdi dolci facendoli sparire pian piano nel cassettopolveroso della sua scrivania, una distinta signo-ra si lamentò dell’inesorabilità del tempo che passae un’altra dei problemi di salute che l’ affliggeva-no. Fuori, nel cielo, nubi cineree si rincorrevanooffuscando la luce del sole, ma cosa importava?Era davvero una bella giornata.

A cura del Centro GiardinaggioGIARDINO BORBONICO Torre del Greco

P lliceP lliceVerde

P lliceP lliceVerdeVerde

Albero o arbusto dalla cre-scita veloce e dallaspettacolare fioritura, con

rami penduli che formano una chio-ma ampia e scomposta; coltivabile inesterni, sia in vaso che in piena terra.

In natura raggiunge notevole al-tezza, fino a 25 metri, i fiori chesbocciano da gennaio a marzosono riuniti in pannocchie di unadecina di centimetri. Il nome scien-tifico è Acacia Dealbata.

CURE SPECIFICHEIl terriccio deve essere legger-

mente acido.La somministrazioni di acqua

deve essere costante durante l’an-no con innaffiature abbondanti neimesi caldi, facendo attenzione airistagni d’acqua vera causa dimarciumi e malattie fungine.

Concime complesso specifico dausare costantemente durante l’anno.

La potatura va effettuata subito do-po la fioritura, eliminando i rami sec-chi e danneggiati, favorendo cosìl’emissione di una nuova vegetazione.

STORIA E MITOLOGIALa prima giornata della donna fu

celebrata negli Stati Uniti il 28 feb-braio del 1909. In Italia la giornataInternazionale della donna fu tenu-ta la prima volta il 12 marzo 1922.Nel 1944 si creò a Roma l’UDI,Unione Donne in Italia per iniziati-va di donne appartenenti a vari par-titi politici, fu lo stesso UDI a pren-dere l’iniziativa di celebrare l’8marzo 1945 la prima giornata delledonne nelle zone dell’Italia libera;con la fine della guerra, l’8 marzodel 1946, la ricorrenza fu celebratain tutta Italia e vide per la primavolta la comparsa del simbolo del-la mimosa, scelta non solo perchéfiorisce proprio nei primi giorni dimarzo, ma anche perché è un omag-gio poco costoso ed adatto a tuttele tasche.

COLORIdi LUCILLE

La mimosa,simbolodelle donne

SOSTENITORI... SOSTENETECI!Per quest’anno la quota di iscrizione all'Associazione Cultura-le “La Tofa” è di 50 euro con versamento sul conto CODICEIBAN IT97 Z 051 4240 3021 0257 0134 241 BANCA DI CREDITOPOPOLARE - AG. S. MARIA LA BRUNA intestato ad Angelo DiRuocco e con causale “rinnovo annuale abbonamento giorna-le” o a mezzo vaglia postale intestato all'Associazione Cultu-rale La Tofa - Via Villa delle Ginestre 6, 80059 Torre del Greco(NA). Tutti i soci riceveranno il giornale a domicilio, giornaleche probabilmente con il vostro aiuto, diventerà settimanale.

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 2013 13

Scrivi a Marilù“Ragione e Sentimenti”

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I PIACERIDELLATAVOLA

Ragione eSentimenti

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Paola RuggieroFoodbloggerwww.radicidizenzero.blogspot.it

Oggi vi propongouna vellutata mol-to gustosa, raffina-ta e veloce, in

mezz’ora porterete in tavola unpiatto confortevole e ideale peril freddo di questi giorni ma con i sa-pori e i colori dell’estate, assapo-randolo, il sole, il mare e il caldo esti-vo vi sembreranno più vicini.

PER LA VELLUTATA- 4 patate medie- 500gr di frutti di mare misti

spurgati- 1 spicchio d’aglio- 1 peperoncino- 1 grattata di zenzero fresco- 6 cucchiai di olio extravergine di oliva- 1 mazzetto di prezzemolo

Per prima cosa ho tagliato le patatea cubetti e le ho sbollentate, in una

Cara Marilù,Ho ventisei anni, un lavoro discreto, una bella

famiglia, ma ho qualche chilo di troppo. Pesoquasi centodieci chili, ho provato di tutto perdimagrire, ma quando sto a contatto con il cibo,non riesco a controllarmi. Avevo anche unaragazza fino a poco tempo fa, neanche il suoamore è riuscito a distogliermi dal cibo, allafine mi ha lasciato. Il cibo se era una ossessio-ne prima, figurati adesso che sono solo. I varipsicologi che ho consultato, mi hanno dettoche sono autodistruttivo e non riesco a con-trollarmi, questo lo avevo capito anche senzaspendere i soldi con loro, dicevano anche chenon avevo la giusta motivazione per smetteredi mangiare, ma io adesso la motivazione cel’ho, vorrei riconquistare la mia ragazza.

Pallone gonfiatoTorre del Greco

Caro amico mio, nonoso chiamarti per il no-mignolo con cui ti sei fir-mato, perché i pallonigonfiati sono altri e perquesto mettiamoli da par-te. Hai ragione quandodici che non ci volevanogli psicologi per farti ca-pire che hai un problemacon il cibo, ma loro pos-sono farti capire qualisono i problemi che tunon affronti e che rifuginel cibo. La motivazioneper cui ora vuoi dimagri-re, non è quella giustaperché la tua salute viene

prima di qualsiasi cosa, anche prima della tuaex compagna che non ti è stata molto di aiutolasciandoti al tuo cibo. Devi dimagrire per te,per la tua salute, per non andare incontro adun destino brutto e invalidante e non credo chetu ci possa riuscire da solo, visto il peso a cuisei arrivato. DEVI dimagrire con l’aiuto di spe-cialisti come dietologi, nutrizionisti e psicologiperchè l’obesità è una vera e propria malattia,infatti ci sono programmi multidisciplinaricompleti ai Policlinici di Napoli. La cosa im-portante è la VOLONTA’ di fare tutto questo,la PAZIENZA per aspettare il tempo neces-sario per avere i risultati giusti e la FORZAinteriore che ti deve spingere ad affrontare unpiano di azione creato per te dai medici... cre-dimi ci sono persone, affette da gravi malat-tie, che hanno una grande voglia di vivere eche combattono tutti i giorni per rimanere invita, quindi, caro amico mio, non deluderenessuno ma soprattutto non deludere te stes-so, sei troppo giovane per decidere di esseresconfitto ancora prima di iniziare…

che la salute sia con te!!!Marilù

padella ho soffritto l’aglio e ilpeperoncino in olio extravergine, viho versato i frutti di mare, ho lascia-to che le valve si aprissero, ho me-scolato bene e ho spento la fiamma.Ho filtrato il sauté dei frutti di mare,ho sgusciato la maggior parte deifrutti di mare, tenendone alcuni daparte per la decorazione del piatto.Ho quindi versato il sauté nelle pa-tate, ho frullato il tutto con ilminipimer, rendendo il compostovellutato e omogeneo, ho riscaldatola vellutata sul fuoco, ho aggiuntouna grattatina di zenzero fresco, ifrutti di mare sgusciati, ho aggiusta-to di sale e ho servito con i frutti dimare e del prezzemolo tritato.

Vellutatadi patataai fruttidi mare

Se la cucina è la tua passione inviami le tue ricettesarò felice di provarle e pubblicarle

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 201314

Andar per Sante Festedi ROSANNA IOVINO

per San Valentinola primavera è qui vicino

Tra le festività che si succedono durante l’anno, quellapiù dolce e romantica è la Festa di San Valentinoche ricorre il 14 febbraio, comunemente detta laFesta degli Innamorati.

É usanza per tale ricorrenza scambiarsi frasi d’amore, regalarecioccolatini con le nocciole, biscottini a forma di cuore e imman-cabilmente rose rosse.

Nell’antichità il 14 febbraio era il giorno dedicato al dio paganoLuperco, dio della fecondità. In seguito la Chiesa, sotto il papato diGelasio I, istituì intale data la festa re-ligiosa dedicata aSan Valentino.

Valentino, dal lati-no “sano, forte” nac-que in una famigliapatrizia a Terni nel176 d.C. Si convertìal Cristianesimo e asoli 21 anni ordina-to Vescovo.

Nel 270 su invito diCratone, oratore gre-co e latino, si recò aRoma per predicareil Vangelo e conver-tire i pagani. L’impe-ratore Claudio II ilGotigo, cercò di far-lo desistere e di abiu-rare la propria fede,ma il Vescovo Valentino con coraggio e forza proclamò il Vangelocercando di convertire l’imperatore. Nessuna condanna gli venneimputata, ma fu affidato ad una nobile famiglia.

In seguito, sotto l’impero di Aureliano, Valentino venne catturatodai soldati romani e, portato fuori dalla città, venne flagellato su-bendo la sorte che accomunava i martiri. Fu decapitato; era il 14febbraio del 273 d.C.

La tradizione di associare la festività del Santo a quella degli in-namorati fu diffusa dai frati benedettini, in quanto si racconta cheValentino fece riacquistare miracolosamente la vista alla figlia cie-ca della famiglia affidataria e che prima di essere decapitato, inviòalla ragazza un messaggio che si chiudeva con “dal tuo Valentino”.

Si racconta ancora che il Vescovo Valentino, camminando, videuna coppia litigare. Intervenne donando loro una rosa, così che idue stringendola nelle mani si riconciliarono.

Inoltre Valentino unì in matrimonio la giovane cristiana Serapiacon il centurione romano Sabino il quale, sapendo che l’amata eragravemente malata, chiese al Vescovo di volersi addormentare conlei, Valentino alzò così le mani in segno di benedizione e i duemorirono insieme.

14 febbraio

San Valentinovescovo e martire

I lettori che desiderano inviarcisuggerimenti, domande e segnalazioni

possono scrivere una email [email protected]

VIERNOE’ Vierno!

Comme chiove fore.‘O viento sciosce

e l’albere se moveno.Veco l’acqua

Che do’ cielo care a cioccheE accuoncio accuoncio scorra,

comma ‘na lacrema,vicino ‘a lastra do’ balcone.

E’ juorno,eppure

è tutto scuro attuorno.Comme è triste ‘o vierno

… e ogge…..Pure ‘o core che me vatte ‘mpietto.

Sulo,me vena quase ‘a chiagnere,

a passa poco,che pure ‘na goccia

care ‘ncoppa ‘o foglio,che me tengo apierto ‘nnanze.Quanno arriva ‘a primavera

e ‘o sole che m’anfoca?Chisto core,

che se sente suloaspetta co’ a speranza.

Và truvannoE vullaria co’ tutto ‘o core

‘calore de l’ammoreAntonio Vitiello

Alfano (SA) 22.8.2008

Il tempo è più saggio dei consigliPLUTARCO

Io non amo la gente perfetta,quelli che non sono mai caduti,

non hanno inciampato.A loro non si è svelatala bellezza della vita

BORIS PASTERNAK

Poesie& Pensieri

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 2013 15

Tommaso Gaglione è vicino agli ami-ci Luigi ed Umberto Scarano per lascomparsa improvvisa della cara

MAMMAavvenuta in Scafati il 9 febbraio eformula le condoglianze più affet-tuose, anche a nome della redazio-ne tutta.

***L’8 febbraio, dopo tante sofferen-ze e tribolazioni, è venuto a man-care ancor giovane il carissimo

RAIMONDO MENNELLAdi anni 40

Tanta commozione e tristezza hasuscitato la notizia della Sua pre-matura dipartita.Alla famiglia tutta ed in particola-re alla nipote Gabriella Consola-to, nostra carissima amica, giun-gano le condoglianze affettuose delnostro giornale.

***Il 10 febbraio, dopo tante sofferen-ze, è venuta a mancare, ancor gio-vane, all’affetto dei Suoi, la carasignora

N.D. CAROLINA SANNOLOConiug. Ramondo – InsegnanteAl marito dott. Antonio, ai figli edin particolare a Roberta, ai fami-liari tutti, così duramente colpiti,giungano le condoglianze sinceredel nostro giornale.

***È venuto a mancare all'affetto deiSuoi cari un carissimo amico, unonesto lavoratore

FIORENTINO PERFETTOSovrintendente FF.SS a riposo

Persona molto conosciuta in città,grande commozione e tristezza hasuscitato la notizia del Suo decesso.Alla vedova, ai figli ed in partico-lare ad Emma e Gustavo, nostrocarissimo amico, giungano le af-fettuose condoglianze del nostrogiornale.

***Il Presidente Tommaso Gaglione,il Direttore Artistico Rosalba Per-nice, i consiglieri Carmine Bruno,Peppe Granato e Francesca Roma-no, gli organi associativi e le attri-ci e gli attori tutti dell'Associazio-ne Teatrale “Gianni Pernice” diTorre del Greco, commossi sonovicini all'amico Gustavo per lascomparsa dell’amato genitore

FIORENTINO PERFETTOSovrintendente FF.SS a riposo

e formulano le più sentite condo-glianze

di TOMMASO GAGLIONE

Al Santuario del Buon Consiglio inLeopardi si è svolta la cerimoniadi premiazione del Concorso Pre-sepi 2012, promosso dall’AIAP,

Sezione Torre del Greco. Nel suo interventodi saluto, il Presidente D’Antonio ha sottoli-neato il senso di un anno di lavoro intenso,condiviso ed appassionato. Ha successiva-mente delineato il percorso formativo sottol’attenta guida dell’assistente spirituale (dapochi giorni Parroco del Buon Consiglio), DonCiro Sorrentino, in preparazione all’anno del-la fede. Ecco alcune tappe dell’attività socia-le: il 2° incontro cittadino che ha avuto cometema “ Il Presepe: porta della Fede nella storiadi ieri e di oggi” una me-ditata riflessione svolta daSua Eccellenza Mons.Lucio Lemmo, VescovoAusiliario della Diocesi diNapoli; per la prima voltaa Torre del Greco l’As-semblea Regionale delleUnità Operative delle Sedie Sezioni AIAP; la nascita del “museo storicopermanente del Presepe“ inaugurando la pri-ma sala ove sono stati collocati una cinquanti-na di Presepi raccolti in tutto il mondo e con-cessi in uso dai Coniugi Pandolfo - Russo. Sista lavorando per allestire altre sale per creareun percorso museale da offrire alla città e ge-nerare una nuova ed interessante attrazione tu-ristica. I locali, esistenti in questa Parrocchia,sono stati dati in uso all’AIAP Sede D’Auriadi Torre del Greco da Don Nicola Longobardoieri e da oggi da Don Ciro Sorrentino.

Sono state realizzate altresì tre mostre: unadi pittura avente come soggetto bozzettipresepiali - due di presepi e arredi presepialiin Santa Maria del Pianto e in Santa Maria delCarmine.

Dopo gli interventi di rito, si è dato inizioalla cerimonia di premiazione, i cui vincitorisono qui di seguito elencati.Categoria BambiniEx-aequo si sono classificati: Aprea Nino -Borriello MariaFrancesca - CalabreseChristian - Furioso Lucia - Izzo Anna -Palomba MariaFrancesca - Palomba Salvato-reCategoria Ragazzi2a classificata: Calabrese Katia1° classificato: Niglio FrancescoPioCategoria Giovani3° classificato: Istituto Igiene Mentale“Bottazzi”2° classificato: Centro Marmi di Izzo Ciro1° classificato: Pizzeria “ La Marinara “ diPaduano Pasquale

Categoria Chiese2a classificata: Parrocchia San Giuseppe allePaludi1a classificata: Parrocchia Spirito SantoCategoria ScuoleTarghe di Menzione particolare vengono as-segnate a: Istituto San Giovanni Battista clas-se seconda - Istituto San Giovanni Battistaclasse terza - Scuola San Francesco d’Assisi3a classificata : Scuola Degni2° classificato : Ist. Sup. C. Colombo Sede As-sociativa IPAM1a classificata: Scuola Don Bosco via del cle-roAlle scuole N. Sauro e D. Colamarino vengo-no assegnate Targhe per aver partecipato ai La-boratori PresepialiCategoria Adulti popolariTarghe di partecipazione vengono assegnateai Sigg. Aurilia Pasquale - Bisbiglio France-

sco - Borriello Natale - CaritàLuigi - Catuogno Rosa - Co-sta Rosa - Furioso Raffaele -Iorio Giuseppe - Leone Dona-to- Nocerino Raffaele -Palomba Fausto - Parlati An-

tonio Angelo - Rivieccio Costantino -Scognamiglio Bruno Mauro - Vitiello Anto-nio - Vitiello Fabio.Targhe di Menzione particolare vengono as-segnate ai Sigg. Di Dato Gennaro - MennellaLuigi - Mennella Mauro e Luigi - MerolaMarco - Rega Salvatore -Vitiello DomenicoTarghe di Premio Speciale della Commissio-ne ai Sigg.: Aucella Vincenzo - Di Rosa Ar-mando Pepe Carlo - Riccio Lorenzo3° classificato: Sannino Luigi2° classificato: Nocito AnnaMaria1° classificato: Serpe AngeloCategoria Adulti ArtisticiTarghe di Menzione particolare vengono as-segnate ai Sigg: Accardo Pasquale - CimminoGiuseppe - Di Donna Antonio - Di Lauro Luca- Saffioti SalvatorePremio speciale della Commissione ai Sigg:Esposito Roberto - Famiglia Parlati -Zarmoletti Antonio3° classificato: Ruggiero Gennaro2° classificato: Mazza Antonio1° classificato: Romano Giovanni“Premio speciale alla carriera”Sig. FRETTOLOSO PietroCategoria Ex - TrofeoEx - aequo: Premio speciale della Commis-sione ai Sigg.: Furioso Ciro - Furioso Giovan-na - Parrocchia Sant’Antonio a Brancaccio2° classificato Esposito Luigi1° classificato Annunziata Onofrio** Assegnazione del TrofeoVincitore del Concorso “Il più bel Presepe”anno 2012: Sig. Vetrano Paolo.

l u t t iCONCORSO PRESEPI AIAP – SEZ. TORRE DEL GRECO

Premiati i presepi più belli del 2012

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LA TÓFA 151 - 17 FEBBRAIO 201316T E A T R O / 2

Ancora un grande successoper “il teatro di Donna Peppa”

T E A T R O / 1

La prossima attivitàdella compagnia“Gianni Pernice”

Riprende l’attività della Compagnia Teatrale“Gianni Pernice” di Torre del Greco. Dopo ilgrande successo della commedia «’A ricchez-

za da povertà» dello scorso novembre, da un testo diRaffaele Caianiello,adattato dalle sapientimani di Rosalba Perni-ce, la compagnia sarà inscena con lo stesso te-sto nel corso della ras-segna teatrale organiz-zata nel Comune di Vil-la Briano. Il 3 marzoRosalba e C. propor-ranno lo stesso testoche li ha portati al suc-cesso a fine 2012. Frat-tanto, però, la Compa-gnia sta contemporane-amente preparando ilnuovo lavoro che vedrà il gruppo in scena a fine apri-le ed ai primi di maggio prossimi.

Santo Gaglione

Ottimo esordio della Compa-gnia “il teatro di DonnaPeppa” il 9 febbraio con la

commedia in due atti: “Madama quat-te solde ovvero... Baccalà a via deiMille”, da un ca-novaccio di Car-lo Guarino, perl’adattamento e laregia di AntonelloAprea, fondatoredel gruppo ed ani-ma pensante. Unsuccessone il pri-mo fine settimanache anticipa il tut-to esaurito degli spettacoli a venire eche conferma la compagnia di Apreafra le migliori delle nostre zone. Lacommedia che ha avuto la sua primail 9 febbraio andrà avanti fino al 17marzo, ma sono previste ulteriori re-pliche. Gli orari 20,30 al sabato e18,30 la domenica. Gli spettacoli alteatro San Luigi Orione in Ercolano.

Infoline: 334.12.57.174 oppure081.882.14.70, per coloro che ancoranon hanno preso i biglietti. E ne valela pena. Come al solito Aprea ci pro-pone un lavoro svelto e vivace, pie-

no di gags, dalmorire dal ride-re dalla prima al-l’ultima battuta.Al di là della tra-ma, che non sve-liamo per non to-gliere il gustodella sorpresa alpubblico (ovvia-mente tornere-

mo sull’argomento a fine tournèe),va detto che ancora una volta l’adat-tamento di Antonello ha colto nel se-gno e non ha mandato deluse le atte-se del pubblico affezionatissimo,strapieno alla prima, nonostante laconcorrenza della partita del Napoliin serie A.

Santo Gaglione