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1 Corso di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro per Dirigenti Scolastici – “Datori di lavoro” e Direttori dei Servizi Generali Amministrativi Unità didattica n.2 Prof. Stefano Grimaz Direttore Centro studi e ricerche SPRINT Università degli Studi di Udine Centro studi e ricerche SICUREZZA E PROTEZIONE DAI RISCHI NATURALI E TECNOLOGICI LA VALUTAZIONE DEI RISCHI Università degli Studi di Udine Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia - Direzione Generale 34123 TRIESTE - via Santi Martiri, 3 - tel. 040/4194111 - fax 040/43446 - C.F. 80016740328 e-mail: [email protected] - sito web: http://www.scuola.fvg.it/ IL PROBLEMA I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO IN AMBITO SCOLASTICO Rischi legati alle strutture Rischio chimico Rischio biologico Rischio d’infortunio Rischio d’incendio Rischio ergonomico Rischio da stress-lavoro correlato INDICE INTERVENTO © Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine CONSIDERAZIONI FINALI LA VALUTAZIONE DEI RISCHI (premessa di carattere metodologico) I CONCETTI L’APPROCCIO METODOLOGICO LINEAMENTI APPLICATIVI DELL’APPROCCIO METODOLOGICO Intervallo ESERCITAZIONE (presentazione e discussione di casi pratici ) 2.1 2.2 2.3 ª

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1

Corso di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro per Dirigenti Scolastici – “Datori di lavoro” e Direttori dei Servizi Generali Amministrativi

Unità didattica n.2

Prof. Stefano GrimazDirettore Centro studi e ricerche SPRINT

Università degli Studi di Udine

Centro studi e ricercheSICUREZZA E PROTEZIONE DAI RISCHI NATURALI E TECNOLOGICI

LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

Universitàdegli Studidi Udine

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della RicercaUfficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia - Direzione Generale

34123 TRIESTE - via Santi Martiri, 3 - tel. 040/4194111 - fax 040/43446 - C.F. 80016740328e-mail: [email protected] - sito web: http://www.scuola.fvg.it/

IL PROBLEMA

I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO IN AMBITO SCOLASTICORischi legati alle struttureRischio chimicoRischio biologicoRischio d’infortunioRischio d’incendioRischio ergonomicoRischio da stress-lavoro correlato

INDICE INTERVENTO

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

CONSIDERAZIONI FINALI

LA VALUTAZIONE DEI RISCHI (premessa di carattere metodologico)

I CONCETTIL’APPROCCIO METODOLOGICO

LINEAMENTI APPLICATIVIDELL’APPROCCIOMETODOLOGICO

Intervallo

ESERCITAZIONE (presentazione e discussione di casi pratici)

2.1

2.2

2.3

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IL PROBLEMA

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

proviamo a fare un giro con l’RSPP in un luogo di lavoro…”scolastico”ad esempio in un Istituto tecnico …

perché la devo fare?

prendiamo un block notes e

VALUTAZIONE DEI RISCHI?

cos’è?

a cosa mi serve?

INIZIAMO DA UN LABORATORIO

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

3

2 1

8

7

65

4

La realtà..

e da un’occhiata alle “carte”.. sempre che siano disponibili..

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E FUORI …

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

1

4

3

56

2

La realtà..

mentre il progetto riporta …

7

1

2

6

5

3

Carico incendio > 30 kg/mq ? Quantitativo carta > 50 q ?

4

il progetto riporta …

Portanza solaio ≥ 600 kg/mq ?

CONTINUANDO IL GIRO …

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

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A COSA PORTA LA VALUTAZIONE

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

LISTA DI PROBLEMI IDENTIFICATI

CARATTERIZZAZIONE IN TERMINI DI LIVELLI DI CRITICITÀ

QUAL È L’ESITO DELLA NOSTRA VALUTAZIONE?

Stato di fatto in termini di Problemi/criticità/carenze presenti

DI FATTO LA VALUTAZIONE DOVREBBE PORTARMI A CONOSCERE

Sostanziali Formali

da un punto di vistaoperativo-gestionaleè utile criticità e carenze

PER CHE FINE?

PER CERCARE DI RIMUOVERLI!

CAPIRE LE CAUSE (PERCHÉ?)

DISTINGUERE

DALL’ESIGENZA DI INTERVENTO ALL’INTERVENTO

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Ho gli strumenti e le risorse?

Sono titolato, ho la competenza, il potere

Posso bloccare le attività istituzionali?

Stato di fatto con criticità/carenze

Condizione di arrivo priva di criticità/carenze

COME?

CHI?

QUANDO?

STRATEGIA DI INTERVENTO/GESTIONE

“INDIVIDUAZIONE E DEFINIZIONE DEL DA FARSI”

Esigenza di intervento

che significarispondere alleseguenti domande

PERCHÈ?A cosa vado incontro se non agisco?Cosa risolvo se agisco?

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? TUTTO DIPENDEANCHE DAcosa è statoscritto negli atti:

E SE …

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Dove facciamo passare gli scarichi?

Chi fa la manutenzione degli idranti?

Posso intervenire sugli impianti?Come gestiamo l’emergenza?

T = Ente terzoS = Istituto scolastico

Le cose si complicano …

L’attività è ubicata al PT e interratodi un edificio di terzi occupato ancheda altri soggetti

S

S

E NON DIMENTICHIAMOCI DI …

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Chi li sceglie?Chi li fornisce ?Su chi grava la spesa ?

Operatore di Ente terzo

Tirocinante

Collaboratoreco.co.pro.

DPI

Sorveglianza sanitaria

Chi la effettua ?Su chi grava la spesa ?

RADRL

4

1

5

2

6

LABORATORIO

ManualeProcedure

? DIPENDEda cosa è statoscritto negli atti

3

InformazioneFormazione

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CHI HA CONTRIBUITO A DEFINIRE LA SITUAZIONE?

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Chi ha utilizzato in modo improprio gli spazi?Chi ha stipulato il contratto o la convenzione?

Chi ha scelto, acquistato, fornito, conservato i DPI ?

Chi ha acquistato le tende o le poltroncine (e chi ne ha stabilito i requisiti)?

Chi ha reso non prontamente usufruibili i sistemi di sicurezza?

Chi ha organizzato il lay-out e le procedure interne?

Chi ha detto cosa si poteva fare e cosa no?

Chi ha trasportato le sedie, installato i rivestimenti, dove sono i certificati?

Chi si è coordinato con la Ditta delle pulizie per il DUVRI e il DURC?

Chi ha acceso il rapporto con il soggetto e chi lo ha autorizzato all’accesso?

Chi ha modificato la destinazione d’uso senza autorizzazione?

Chi ha introdotto attrezzature incompatibili o non montate in modo corretto?

Chi ha incrementato il carico d’incendio?

COSA CI DIMOSTRA L’OSSERVAZIONE DELLA REALTÀ

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Fattori che concorrono a definire effettive condizioni di sicurezza

approvvigionamenti

progettazioneallestimentoambienti

condizioni esercizioregolevincoliprocedure

informazioneformazionepersonale

modifica e mantenimentoambienti-attr.

gestione attivitàordinarie emergenza

valutazioniverifichesorveglianzarevisioni

CONDIZ

IONI

DI

SICU

REZZ

A

formalizzazionerapporti

scelte

chi e’ opportuno coinvolgere?

TUTTI!

SI TRATTA DI UN PROBLEMA ORGANIZZATIVO!

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NE DERIVA CHE

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Non essere organizzati per gestire la sicurezzaè il “fattore di rischio primario” che determina tutti gli altri rischi

Il problema organizzativo è centrale

per gestire la sicurezza ènecessarioORGANIZZARSI!

È utile dotarsi di un MODELLO ORGANIZZATIVOcondiviso, partecipato, efficace e funzionale

Per gestire il problema della sicurezza

Chi può (e deve) “organizzare l’organizzazione”?La domanda che ci tocca da vicino:

E PENSARE CHE…

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Chiarimenti sull’applicazione del D.Lgs. 626/94della Circolare M.L. 102/95

“Il D.L.gs. 626/94 nel suo complesso non comporta che modifiche limitateAlla precedente normativa, in quanto è soprattutto mirato ad unaDIVERSA IMPOSTAZIONE DEL MODO DI AFFRONTARE LE PROBLEMATICHE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO

DA UN APPROCCIO TECNICO AD UN APPROCCIO GESTIONALE

Le innovazioni introdotte dal D.Lgs 626/94 tendono infatti ad istituire nell’Azienda (leggasi scuola) UN SISTEMA GESTIONALE PERMANENTE E ORGANICO DIRETTO ALLA INDIVIDUAZIONE, VALUTAZIONE RIDUZIONE E CONTROLLO COSTANTE DEI FATTORI DI RISCHIO PER LA SALUTE E LA SICUREZZA DEI LAVORATORI”

già nel 1995

indicazione implicita/consiglio è un indicazione di legge(art. 30 modelli organizzativi di gestione)

ADESSOPRIMA D.Lgs. 81/08

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ATTENZIONE CHE L’EMANANDO REGOLAMENTO…

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

CAPO I

Art.71. L’informazione, la formazione e l’addestramento costituiscono efficaci strumenti di prevenzione, elementi fondamentali per

l’attiva partecipazione di ciascun lavoratore al sistema di gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, …

Regolamento recante disposizioni per l’applicazione del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.ai sensi dell’art. 3 comma 2 agli istituti di istruzione ed educazione di ogni

ordine e grado ed alle università, agli istituti di istruzione universitaria e alleistituzioni dell’alta formazione artistica

ISTITUTI DI ISTRUZIONE ED EDUCAZIONE DI OGNI ORDINE E GRADO

<omissis>

<omissis>

IL PROCESSO DI VALUTAZIONE-AZIONE-CONTROLLO

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INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA

ANALISI DEL PROBLEMA

VALUTAZIONI DI SINTESI

INDIVIDUAZIONE DEL DA FARSI

PROGETTAZIONE DELLE AZIONI

PROGRAMMAZIONE DELL’ATTUAZIONE

ASSEGNAZIONE COMPITI STRUMENTI E RISORSE

ATTUAZIONE

VERIFICA RISULTATI

OBIETTIVO CENTRATO

PROBLEMA OBIETTIVO

NO OK OK

Il processo logico di riferimento

Valutazione dei rischi

Piano di gestione dellasicurezza

Safety audit

Individuazione misure prevenzione e protezione

Gestione del rischio

Tutela salute e sicurezzasul lavoro

PRO

CESS

O D

OCU

MEN

TATO

DOCUMENTO

Art.28

Art.17

IL D.Lgs 81/08

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IL PROCESSO CHE PORTA ALLA SICUREZZA

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Un PROCESSO GESTIONALE basato su

CONOSCENZABUON SENSO

espresso con pragmatismo anglosassone(dice chiaramente l’ovvio)

Il processo introdotto dalle direttive comunitarie

FARE QUANTO BASTA

ma bisogna farlo!controllando costantemente se gli obiettivi

sono stati raggiunti o meno

Un PROCESSO DI GOVERNO E CONDUZIONECONSAPEVOLE E RESPONSABILE

POSSIBILI PROBLEMI ASSOCIATI ALLE VALUTAZIONI

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VALUTAZIONE DEI RISCHI

INIVIDUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

TOMI DI LETTERE D’INTENTITRATTATI SUL COSA SI DOVREBBE FARE…(ma non si è fatto o non ci si ènemmeno organizzati per farlo)

LA VALUTAZIONE NON DEVE GENERARE “UN NUOVO PROBLEMA”

il/i DVR

CONDIZIONE DI SICUREZZA

ATTUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONECONTROLLO DI EFFICACIA DELLE MISURE ATTUATE

fattibilità, gestione di transitori con ricerca di soluzioni equivalenti

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RICONOSCERE E VALUTARE I PROBLEMI?

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

I FATTORI DI RISCHIO

PERCHÉ PUÒ ESSERE FONTE DI PROBLEMI?

COSA PUÒ PROVOCARE E PERCHÉ?

COSA POSSO FARE PER EVITARE GLI ASPETTI NEGATIVI O CRITICI?

COME POSSO TRADURRE L’INDIVIDUAZIONE DELLA SOLUZIONEIN PRATICA?

PER OTTENERE SOLUZIONI DEFINITIVEPER GESTIRE EVENTUALI TRANSITORIPER GESTIRE I PROBLEMI SOSTANZIALEPER GESTIRE I PROBLEMI SUL PIANO FORMALE

I CRITERI DI VALUTAZIONE

NBNON SI TRATTA DI UNA VALUTAZIONE FINE A SE STESSA MA DI UNAVALUTAZIONE FINALIZZATA AL RICONOSCIMENTO E ALLA CATEGORIZZAZIONE E RIMOZIONE DEI PROBLEMI/CRITICITÀ RISCONTRATI

COSA PUÒ ESSERE FONTE DI PROBLEMI PER LA SALUTE E SICUREZZA?

FATTORI DI RISCHIO PIÙ COMUNI

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Fattori di rischio più comuni

- Luoghi di lavoro - Microclima- Attrezzature di lavoro - Radiazioni ionizzanti- Agenti chimici - Radiazioni non ionizzanti- Agenti biologici - Rumore- Agenti fisici - Vibrazioni- Elettricità - Movimentazione di carichi- Incendio - Fattori ergonomici- Esplosione - Aspetti organizzativi e gestionali

FATTORE DI RISCHIO

POSSIBILE CAUSA DI

CONSEGUENZANEGATIVA⇒

(IN DETERMINATE CONDIZIONI)

COSA?PERCHÈ?

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CRITERIO DI RIFERIMENTO PER VALUTARE I RISCHI

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Agenti avversi

Bersaglio

IL DANNO DERIVA DALL’INTERAZIONE DI UN AGENTE AVVERSO E UN VALORE ESPOSTO

persone

beni materiali

ambiente

DANNO

IMPATTO/INTERAZIONE

Livello nontollerabile

Vita incolumità salute

Equilibrio ecosistema

Valore economico funzionale

valorielementi a rischio

ASSENZA DI DANNO

IMPATTO/INTERAZIONE ATTENUATA O ELIMINATA

LivelloaccettabileBARRIERA

DPC DPI

Il RISCHIO misura il DANNO ATTESO (focus sulle conseguenze)

EVENTOCIRCOSTANZASITUAZIONE

AVVERSI

FATT

ORI

D

I RI

SCH

IO

FATTORI DI RISCHIO E RISCHI

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RISCHI CHIMICI

RISCHI BIOLOGICI

RISCHI FISICI

RISCHI INFORTUNISTICI

RISCHI LEGATI ALL’AMBIENTE DI LAVORO

RISCHI LEGATI ALLA DIMENSIONE PSICOSOCIALE

ATT

IVIT

À

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COSA PUÒ ACCADERE?

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Caduta di personeCaduta di oggettiUrti o investimentiTagli e puntureIntappolamenti e schiacciamentiLesioni agli occhiLesioni da scoppioLesioni da sforzoLesioni da animaliUstioniUstioni chimicheSoffocamento e asfissiaAnnegamentoContatti elettriciEsposizione a radiazioniIncendi ed esplosioni

LA GENESI (LESIONE)

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

contusioneschiacciamentolacerazionetaglioamputazioneustione..

eventi lesivi

arti superiori

testa toraceaddomeschiena

arti inferiori

PARTI DEL CORPO SEDE DELLA LESIONE

eventolesivo lesione

tempi immediati o comunque brevi

causa violenta

morte

inabilità

Lesione:qualsiasi alterazione anatomica o funzionale prodotta in un organo o tessuto da un agente la cui capacità di offesa è maggiore della capacità di resistenza dell’organismo

evento lesivo avvenuto per causa violenta, da cui deriva la morte o un’inabilità permanente, assoluta o parziale ovvero un’inabilitàtemporanea.

Infortunio

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DOVE, QUANDO?

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

PASSI OPERATIVI: analisi dei fattori che possono concorrere a definire i rischi

Luoghi di lavoro- Aree di transito (superfici irregolari, superfici scivolose,

spigoli, bordi acuminati, parti abrasive, parti sporgenti, ecc.)- Contemporanea presenza di veicoli e lavoratori- Spazi ristretti (spazi limitati, serbatoi, vasche, ecc.)- Disordine e scarsa pulizia- Scale (a gradini, a pioli, di corda, ecc.)- Lavori in altezza- Posizioni e/o movimenti innaturali- Posto di lavoro instabile- Oggetti immagazzinati- Vetrate- Illuminazione

Attrezzature

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

PASSI OPERATIVIanalisi dei fattori che possono concorrere a definire i rischi

Attrezzature di lavoro- Macchine con organi in movimento- Proiezione di scintille, schegge, oggetti o fluidi- Utensili e attrezzi manuali- Apparecchi di sollevamento- Mezzi di trasporto- Videoterminali

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Attrezzature

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Attrezzature

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fresatrice

torniotrapano a colonna

Criteri:

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RISCHI CHIMICI

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Corrosione

IrritazioneReazioni allergicheSoffocamento asfissiaCancroDisturbi all’apparato riproduttivoEffetti negativi sul feto

Avvelenamento

RISCHI CHIMICI

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PASSI OPERATIVI

Agenti chimici- Sostanze chimiche (inalazione, ingestione e assorbimento

cutaneo di liquidi, polveri, aerosol)- Sostanze sensibilizzanti- Possibilità di asfissia per mancanza di ossigeno

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RISCHI CHIMICI

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LA GENESI (CONTAMINAZIONE)

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

per inalazione per ingestione

per via cutanea

VIE DI INTRODUZIONE DELL’AGENTE CONTAMINANTE

Monitoraggio biologicoSorveglianza sanitaria

malattia professionale

esposizione

introduzione/accumulo

controllo dell’esposizione

alterazione biologiche

agente

come avviene:

Le sostanze chimiche si accumulano in determinati organi od apparati nei quali producono degli effetti tossici localmente o in altri organi e apparati

es: cadmio rene insufficienza renale

benzene fegato(metabolita) leucemia

Le radiazioni ionizzanti provocano effetti biologici di alterazione cellulare sugli apparati irraggiati o contaminati

es: raggi x,γ effetti stocastici leucemia, cancro

effetti non stocastici cataratta,

sterilità,

dermatiti, cancro

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Conoscere “il nemico”

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Esplosivo

E

Comburente

O

Facilmenteinfiammabile

F

Estremamenteinfiammabile

F+

T

Tossico

T+

Molto Tossico

C

Corrosivo

Xn

Nocivo

Xi

Irritante

N

Pericolosoper l’ambiente

Simboli di pericolo

Conoscere “il nemico”

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Xn

FTOLUENE

BONCOLOR1 bis, rue de la source92290 Porty

R11 - Molto infiammabileR20 - Nocivo per inalazione

S16 - Conservare lontano da qualsiasi fonte di accensione. Non fumare.S25 - Evitare qualsiasi contatto con gli occhi.S29 - Non gettare i residui negli scarichi fognari.S33 - Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche

Nocivo

Facilmente infiammabile

Xn

FTOLUENE

BONCOLOR1 bis, ruede lasource92290Porty

R11 - Molto infiammabileR20 - Nocivo per inalazione

S16 - Conservare lontano da qualsiasi fonte di accensione. Non fumare.S25 - Evitare qualsiasi contatto con gli occhi.S29 - Non gettare i residui negli scarichi fognari.S33 - Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche

Nocivo

Facilmente infiammabile

Frasi di rischioConsigli di prudenza

FRASIRS

SIMBOLI DI PERICOLO

FABBRICANTENOME COMMERCIALE

Etichettatura

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Conoscere “il nemico”

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Scheda di sicurezza

SEZIONI1 - elementi identificativi della sostanza2 - composizione/Informazioni sugli ingredienti3 – identificazione dei pericoli4 – misure di primo soccorso5 – misure antincendio6 - provvedimenti in caso di dispersione

nell’ambiente7 - manipolazione e immagazzinamento8 - controllo dell’esposizione/protezione

individuale9 – proprietà fisiche e chimiche10 - stabilità e reattività11 - informazioni tossicologiche12 - informazioni ecologiche13 - considerazioni sullo smaltimento14 - informazioni sul trasporto15 - informazioni sulla normativa16 - altre informazioni

14. INFOR

15. INFORM

16. ALTRE

10. STAB

13. CONSI

11. INFOR

12. INFO

6. MISURE

5. MISURE

7. MANIP

8. CONTR

9. PROPREIT

ACETONITRILE T F

Data di aggiornamento:

1. IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO E DELLA SOCIETÁ

2. COMPOSIZIONE/INFORMAZIONI SUGLI INGREDIENTI

3. INDICAZIONE DEI PERICOLI

4. MISURE DI PRIMO SOCCORSO

Codice scheda: CE0080 Nome commerciale ACETONITRILE Tipo di prodotto ed impiego: Prodotto chimico di laboratorio Nome chimico: ACETONITRILE Sinonimi: Cianomentano: Etanonitrile Numero CEE: 608-001-00-3 Numero EINECS: 2008352 Formula Bruta: CH3-CN Peso Molecolare: 41.06 Società Fornitrice: …………….. …………….. …………….. Riferimenti di emergenza: ……………………………………………………………………

Specifiche generali: >99.8% Acetonitrile CAS 75-05-08 F T R11-R23/24/25

Facilmente Infiammabile – Tossico - Tossico se inalato, ingerito e a contatto con la cute Irritante per gli occhi, dell'apparato respiratorio e della cute. Organi colpiti: Sistema nervoso centrale, Fegato Tenere lontano da fonti di accensione. Vietato Fumare In caso di incidente o malessere, consultare immediatamente un medico (mostrare l'etichetta se possibile) In caso di contatto con gli occhi, sciacquare immediatamente con abbondante acqua e consultare un medico. Indossare indumenti protettivi, guanti e protezione per occhi/volto appropriati.

Risciacquare la cute con abbondante acqua. La contaminazione degli occhi deve venire immediatamente trattata mediante un irrigazione oculare con abbondante quantità d'acqua. In caso di inalazione, trasportare il soggetto all'aria aperta. In caso di arresto della respirazione, procedere con la respirazione artificiale. Se la respirazione risulta difficile, somministrare ossigeno. In caso di ingestione, risciacquare la bocca con acqua, se il soggetto è cosciente. Consultare un medico. Rimuovere e lavare gli indumenti contaminati. Eliminare le scarpe contaminate.

IL FORNITORE E’ TENUTO A FORNIRE ALL’UTILIZZATORE LA SCHEDA DI SICUREZZA DEL PRODOTTO

RISCHI BIOLOGICI

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

InfezioniAffezioni-intossicazioniAllergie

AGENTI BIOLOGICIGruppo 1

Gruppo 2

Gruppo 3

Gruppo 4

Agenti che presentano poche probabilità di causare malattie in soggetti umani

Agenti che possono causare malattie in soggetti umani, che non si propagano nella comunità e per i quali sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche

Agenti che possono causare malattie gravi in soggetti umani, che si possono propagare nella comunità ,ma per i quali sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche

Agenti che possono causare malattie gravi in soggetti umani, che si possono facilmente propagare nella comunità e per i quali non sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche

VirusBatteriParassitiFunghi

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RISCHI BIOLOGICI

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PASSI OPERATIVI

Agenti biologici- Sostanze batteriche (microrganismi, tossine, ecc.)- Allergeni - Contatto con animali

LA GENESI (IL CONTAGIO)

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Agenti biologici

virusbatteriparassitifunghi

via sessuale

sanguesaliva

aerosol

VIE E VEICOLI DI INTRODUZIONE DELL’AGENTE BIOLOGICO come avviene:

Gli agenti biologici agiscono una volta introdotti nell’organismo.I virus si replicano in determinate cellule provocandone la morte o l’alterazione cellulare (iniziazione processo tumorale o infettivo)I batteri agiscono direttamente tramite l’eliminazione di tossine producendo infezioni in determinati organi od apparati I parassiti agiscono tramite dei vettori (mosche, zecche) provocando alterazioni in determinati organi ed apparati.I funghi agiscono in simbiosi con i virus ed i batteri potenziandone l’effetto infettivo

immunizzazione

agente

introduzione nell’organismo

alterazioni biologiche

evitare il contagio contatto

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I FATTORI DI RISCHIO FISICI

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

RumoreVibrazioniRadiazioni ionizzanti

Radiazioni non ionizzanti

Elettricità

I FATTORI DI RISCHIO FISICI

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

Agenti fisici- Polveri o fibre- Sostanze o superfici ad alta temperatura- Sostanze o superfici a bassa temperatura- Fluidi sotto pressione (aria, vapore, liquidi compressi, ecc.)- Ultrasuoni- Radiazioni non ionizzanti

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I FATTORI DI RISCHIO FISICI

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Elettricità- Impianti elettrici- Quadri elettrici- Pannelli di comando- Apparecchiature elettriche portatili- Cavi elettrici sospesi o a pavimento

I FATTORI DI RISCHIO FISICI

© Stefano Grimaz – Centro studi e ricerche SPRINT, Università di Udine

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I FATTORI DI RISCHIO FISICI

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Microclima- Temperatura- Umidità- Ventilazione

Radiazioni ionizzanti- Sorgenti radioattive

Radiazioni non ionizzanti- Radiazioni elettromagnetiche o microonde- Macchine e attrezzature al laser o raggi infrarossi

I FATTORI DI RISCHIO FISICI

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Rumore- Sorgenti rumorose fisse o mobili

Vibrazioni- Macchine e attrezzature vibranti

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I FATTORI DI RISCHIO FISICI

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IL RISCHIO D’INCENDIO

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Incendio- Sostanze infiammabili- Fiamme libere- Impianti elettrici- Sorgenti ad alta temperatura- Possibilità di provocare inneschi (arco elettrico, cariche

elettrostatiche, scintille per attrito, ecc.)

Gas tossici FumoCalore

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IL RISCHIO D’INCENDIO

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Esplosione- Sostanze esplosive- Sostanze infiammabili- Polveri fini- Possibilità di provocare inneschi (arco elettrico, cariche

elettrostatiche, scintille per attrito, ecc.)- Impianti a pressione (scoppi)

aerodisperdibili

Onda d’urto Lancio “proiettili”

IL RISCHIO D’INCENDIO

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Triangolo del fuoco

GAS

INCENDIO

ESPLOSIONE

SOLIDI LIQUIDI GAS ELETTRICITÀMETALLI

A B C ED

MISCELA INFIAMMABILE

TEMPERATURA

COMBURENTE

COMBUSTIBILE

ATTRITI

REAZIONI ESOTERMICHE

EFFETTO JOULE

e classi d’incendio

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FATTORI ERGONOMICI

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Fattori ergonomici- Disposizione di macchine ed attrezzature- Organizzazione del posto di lavoro- Postura da assumere durante l’attività lavorativa- Conformazione degli utensili e delle attrezzature utilizzate- Dislocazione coerente dei dispositivi di sicurezza

FATTORI ERGONOMICI

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FATTORI ERGONOMICI

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Movimentazione manuale dei carichi- Necessità di movimentare manualmente i carichi- Disposizione dei piani di lavoro- Postura da assumere nella movimentazione dei carichi- Conformazione degli utensili e delle attrezzature utilizzate

FATTORI ORGANIZZATIVI E PSICOSOCIALI

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- Organizzazione del lavoro (compiti, funzioni, responsabilità)- Capacità di svolgere correttamente la mansione- Adeguatezza di informazione, formazione e addestramento- Coinvolgimento nel sistema di sicurezza aziendale- Ambiguità del ruolo- Incertezza della dipendenza gerarchica- Carico di lavoro fisico (lavoro monotono, ripetitivo, a turni)- Carico di lavoro mentale (precisione, intensità, controllo)- Lavoro notturno- Variazione di mansione- Spostamento frequente di posto di lavoro- Attività di manutenzione- Manutenzione efficace di impianti, macchine e attrezzature- Sistema di controllo dell’efficienza delle misure di sicurezza

“SOLLECITAZIONI”LAVORO

CORRELATE

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COME COMPORTARSI IN QUESTO (..MIO) CASO:

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ESERCITAZIONE

CASI CONCRETI(POSSIBILI TEMI)

GESTIONE DELLE AULESORVEGLIANZA SANITARIA

LA SCELTA E GESTIONE DEI DPI I LAVORI IN QUOTA

L’USO DEI VDTLA MMC

DIFFERENZA DI GENERE

UN UTILE METAFORA: la scuola come una nave

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QUALITÀ

AMBIENTESICUREZZA

LAVORARE

IN MODO DA NON FARSIMALE O AMMALARSI

PER “FORNIRE” UN BUONSERVIZIO

CON ATTENZIONEALL’AMBIENTE

CON

BUON

SENSO

SENSO

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ATTENZIONE CHE

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Per il resto può affidare compiti ben precisi a vari componenti

del suo equipaggio

Qualunque sia la dimensione della nave:è il capitano che decide la rotta

L’RSPP è il suo consigliere di fiducia

Una cosa è certa:La sola valutazione dei rischi non porta da nessuna parte se il capitano:- non vuole salpare (passa all’azione/conduzione di un processo)- non assume il suo ruolo (da istruzioni e motiva l’equipaggio)- non ha la necessarie competenze gestionali (“esperienza”)

La valutazione forniscegli elementi per

tracciare la rotta più adatta per

raggiungere la meta

CITAZIONI UTILI

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«Esperienza non è che il nome che l'uomo dà ai suoi errori.»

Oscar Wilde

«Quelli che s'innamorano di pratica senza scienza son come il nocchiere, che entra in naviglio senza timone o bussola,

che mai ha certezza dove si vada.»Leonardo da Vinci

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L’AUSPICIO È CHE ALMENO NELLA SCUOLA…

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VENGA POSTA ATTENZIONE ANCHEALL’IMPOSTAZIONE DELLE NORME COMUNITARIE

DA CUI DISCENDONO LE NORME NAZIONALI

SICUREZZA da un punto di vista etico

VALORE SOCIALEda un punto di vista economicoRIDUZIONE COSTI SOCIALI

AUMENTO DELLA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESEda un punto di vista pratico

RISULTATO DELL’ORGANIZZAZIONE E DELLA GESTIONEche si deve basare su

CONSPEVOLEZZA E AUTORESPONSABILIZZAZIONE… DI TUTTI

nell’affrontare il problema della sicurezza sul lavoro

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GRAZIE PER L’ATTENZIONE!

Stefano GrimazCentro studi e ricerche SPRINT Università degli Studi di [email protected]

La mission del Centro studi e ricerche SPRINT dell’Università di Udine ha tra i suoi pilastri fondamentali il contributo attivo alla divulgazione della cultura della sicurezza basata sulla conoscenza, sulla consapevolezza e

sull’auto-responsabilizzazione, nel rispetto delle norme e secondo la visione europea. L’utilizzo, anche parziale, del presente materiale per scopi formativi in materia di sicurezza rientra

pertanto in tale mission ed quindi è giudicato positivamente (è richiesta la sola cortesia di citare la fonte).

http://safe.uniud.it