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La vita è reale solo quando io sono - Gurdjieff

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Page 1: La vita è reale solo quando io sono - Gurdjieff
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DELLO STESSO AUTOREI racconti di Belzebù a suo nipote

Vedute sul mondo reale

GEORGES I. GURDJIEFF

La vita è realesolo quando

«Io sono»

traduzione diDanilo Cassina e Mariella Fumagalli

~G`~- ~a°~.~ BIBILI OrTECA,

SALA BORSS

NERI POZZA EDITORE

Page 3: La vita è reale solo quando io sono - Gurdjieff

Titolo originale:La vie n'est réelle que lorsque «Je suis»O 1975 Triangle Editions, Inc.O 1983 Editions du RocherQuest' opera è stata pubblicata per la prima voltain inglese a New York con il titoloLife is real only then, when «I am.

Chiunque s'interessi alle mie opere dovrà astenersirigorosamente dal leggerle in un ordine diverso daquello indicato; in altre parole, non dovrà mai leg-gere nessuno dei miei nuovi scritti prima di cono-scere bene le mie opere precedenti.

G.I. GURDJIEFF

© 2002 Neri Pozza Editore, VicenzaISBN 88-7305-749-7

Il nostro indirizzo internet è: www.neripozza.it

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L'insieme, esposto secondo principi di ragionamento logico deltutto nuovi, mira a realizzare tre compiti fondamentali:

PRIMA SERIEEstirpare dal pensiero e dal sentimento del lettore, spietatamen-te e senza il minimo compromesso, le credenze e le opinioni,radicate da secoli nello psichismo degli uomini, riguardantitutto ciò che esiste al mondo.

SECONDA SERIEFar conoscere il materiale necessario ad una riedificazione eprovarne la quantità e la qualità.

TERZA SERIEFavorire lo schiudersi, nel pensiero e nel sentimento del lettore,di una rappresentazione giusta, non fantasiosa, del mondo reale,al posto del mondo illusorio che egli percepisce.

DI TUTTO E DEL TUTTODieci libri in tre serie

Prima serie in tre libriI RACCONTI DI BELZEBÙ A SUO NIPOTE

Critica oggettivamente imparzialedella vita degli uomini

Seconda serie in due libriINCONTRI CON UOMINI STRAORDINARI

Terza serie in cinque libriLA VITA È REALE SOLO QUANDO «IO SONO»

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La «terza serie», opera incompiuta di G.I. Gurdjieff, dovevaoriginariamente essere costituita da cinque libri.

Secondo la testimonianza dei suoi allievi più vicini, quelliche avevano lavorato molti anni con lui, soltanto alcuni capitolisembravano essere stati redatti in una forma più o meno defi-nitiva.

L'introduzione e le cinque conferenze – di cui la quarta vi-sibilmente incompleta – erano destinate al primo libro.

Del quinto libro non c 'è alcuna traccia, così come del secon-do e del terzo, libri che dovevano includere fra gli altri i trecapitoli annunciati in Incontri con uomini straordinari. Nessunoè in grado di dire se questi capitoli siano stati scritti e poidistrutti, come il suo autore ha lasciato intendere a più riprese.

Quanto al quarto libro, tutto porta a credere che fosse co-stituito da due capitoli: il Prologo (che dopo molte riflessioniabbiamo finalmente ritenuto preferibile collocare all'inizio del-l'opera, dove ha il suo pieno significato) e il testo incompletoche doveva servire da conclusione, col titolo Il mondo esterioree il mondo interiore dell 'uomo.

È da notare che nel corso della terza conferenza Gurdjieff faleggere al suo

.segretario due passaggi dell'ultimo capitolo della

prima serieForse il lettore si stupirà nello scoprire una versione un po '

diversa da quella contenuta ne I racconti di Belzebù a suo nipote.Se ci ricordiamo che I racconti di Belzebù a suo nipote sono statipu

bblicati in inglese nel 1950, qualche mese dopo la morte diGurdjieff, si vedrà in questo testo, datato 1930, una conferma

del continuo lavoro di revisione e di messa a punto cui più voltel'autore fa riferimento nella presente opera.

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Benché il testo qui presentato non costituisca che unabbozzo frammentario e appena tratteggiato di quello cheG.I. Gurdjieff si proponeva di scrivere nella terza serie: Lavita è reale solo quando «Io sono», ci sentiamo tenuti aobbedire alla richiesta del nostro Congiunto nel suo desi-derio di condividere con i suoi simili tutto quello cheaveva appreso sul mondo interiore dell 'uomo.

Crediamo di essere fedeli alle sue intenzioni quandoegli scrisse la sua Introduzione e di rispondere così allarichiesta di chi è interessato al suo insegnamento.

Per gli erediVALENTIN ANASTASIEFF

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Prefazione

«Il mio ultimo libro, per mezzo del quale voglio condivi-dere con i miei simili, creature del Nostro Padre Comune,quasi tutti i segreti del mondo interiore dell ' uomo rimastifinora ignorati e che sono venuto a conoscere per caso...»

Gurdjieff scrive queste righe il 6 novembre 1934 e simette subito al lavoro. Per parecchi mesi si dedica comple-tamente all'elaborazione di quest'opera.

Poi all'improvviso, il 2 aprile 1935, cessa definitivamen-te di scrivere.

Perché, ci si chiederà, abbandona così il suo progettoper non tornarvi mai più?

Perché lascia incompiuta questa terza serie e sembrarinunciare a pubblicarla?

Non è possibile rispondere a queste domande se non siè stati personalmente coinvolti nell ' intenso lavoro cheGurdjieff ha intrapreso con un certo numero di allievinegli ultimi quindici anni della sua vita, offrendo lorogiorno per giorno le condizioni necessarie per uno studiodiretto e una pratica effettiva delle sue idee.

Egli ci lascia d'altronde intendere chiaramente, nell 'ul-tima pagina dei Racconti di Belzebù a suo nipote, che permetterà di accedere alla terza serie solo a coloro che saran-no stati selezionati come «ca

.

paci di comprendere le veritàoggettive» ivi messe in luce

Glurdjideff si rivolge all ' uomo di oggi, a chi non sa piùriconoscere la verità nelle diverse forme in cui gli è statarivelata ai tempi più remoti — a quest'uomo profonda-

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LA VITA E REALE SOLO QUANDO «IO SONO. PREFAZIONE

mente insoddisfatto, che si sente isolato, senza ragion d 'es-sere.

Ma come risvegliare in lui un 'intelligenza capace didiscernere il reale dall ' illusorio?

Secondo Gurdjieff, la verità può essere avvicinata sol-tanto se tutte le parti che costituiscono l 'essere umano,pensiero, sentimento, corpo, sono toccate con pari forza enel solo modo adeguato a ciascuna, altrimenti lo svilupporesterà unilaterale e dovrà prima o poi arrestarsi.

Senza una comprensione effettiva di questo principio,ogni lavoro su di sé è destinato a deviare. Le condizioniessenziali verranno interpretate in modo sbagliato e si as-sisterà al ripetersi meccanico di forme di sforzo che nonvanno oltre il livello ordinario.

Gurdjieff sapeva servirsi di ogni circostanza della vitaper far sentire la verità.

L'ho visto all 'opera, attento alle possibilità di compren-sione dei suoi differenti gruppi così come alle difficoltàsoggettive di ciascuno. L'ho visto mettere deliberatamentel 'accento su un dato aspetto della conoscenza, poi su unaltro, secondo un piano ben determinato – agendo talvoltaattraverso un pensiero che stimolava l ' intelligenza fino adaprirla a una visione interamente nuova, altre volte attra-verso un sentimento che esigeva l 'abbandono di ogni arti-ficio in favore di una sincerità immediata e totale, altreancora attraverso il risveglio e il movimento di un corpoliberamente docile a ciò che gli veniva richiesto di servire.

Che cosa si proponeva allora scrivendo la terza serie?Il ruolo che le attribuiva era inscindibile dal suo modo

di insegnare. Nel momento preciso in cui lo riteneva ne-cessario, faceva leggere ad alta voce in sua presenza uncerto capitolo o un certo brano che dava ai suoi allievi 'delle suggestioni o delle immagini che li mettevano im-provvisamente di fronte a se stessi e alle proprie contrad-dizioni interiori.

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Era una via che non li isolava dalla vita, ma passavaattraverso la vita, una via che teneva conto del sì e del no,di tutte le opposizioni, di tutte le forze contrarie, una viache faceva loro comprendere la necessità di lottare permantenersi al di sopra della battaglia pur partecipandovi.

Ci si trovava davanti alla soglia da varcare, e per laprima volta si sentiva l'esigenza di una sincerità totale. Ilpassaggio poteva sembrare duro, ma ciò che si lasciava nonaveva già più la stessa attrattiva. Davanti a certe esitazioni,l'immagine che Gurdjieff dava di se stesso faceva misurareciò che era necessario mettere in gioco, a quale bene occor-reva rinunciare per non discostarsi dal cammino.

Non era più l'insegnamento di una dottrina, bensìl'azione incarnata di una conoscenza.

La terza serie, sia pur incompleta e incompiuta, rivelal'azione del maestro, di colui che, con la sua sola presenza,ti obbliga a deciderti, a sapere ciò che vuoi.

Prima di morire, Gurdjieff mi chiamò per dirmi comevedeva la situazione nel suo insieme e mi diede alcuneistruzioni.

Pubblichi man mano che sarà sicura che è venuto ilmomento di farlo. Pubblichi la prima e la seconda serie. Maprima di ogni altra cosa è essenziale preparare un nucleo dipersone capaci di far fronte alla domanda che si presenterà.

Fintanto che non ci sarà un nucleo responsabile, l'azio-ne delle idee non oltrepasserà una certa soglia.

Occorrerà del tempo... anzi, molto tempo.Pubblicare la terza serie non è necessario.Era destinata ad altri scopi.Tuttavia, se un giorno riterrà di doverlo fare, la pubbli-

chi».Il compito era chiaro. Dopo aver pubblicato la prima

serie, sarebbe stato necessario lavorare senza tregua percostituire un nucleo capace di far vivere, mediante il suo

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LA VITA E REALE SOLO QUANDO I0 SONO

La vita è realesolo quando «Io sono»

livello di oggettività, di dedizione e di esigenza verso sestesso, la corrente che era stata creata.

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